2012/13
gruppo M-Z
Impresa
Istituzione economico-sociale che svolge la funzione di produzione e scambio di beni e servizi rivolti
al mercato. Il concetto di produzione inteso in senso economico, trasformare alcuni input in
output con valori pi elevati.
Limpresa un tipo di azienda con finalit di conseguire un profitto: sono profit oriented nel lungo
periodo, lattivit svolta per ottenere un tasso soddisfacente di ritorno del capitale investito.
Limpresa finalizzata a perdurare nel tempo e persegue questo fine attraverso la realizzazione di
una molteplicit di obiettivi di gestione.
Secondo le dimensioni
Nellambito dello stesso settore possono essere presenti realt imprenditoriali di diverse dimensioni,
che operano in modo diverso e affrontano diverse problematiche di gestione e organizzazione
delle risorse, traggono vantaggio competitivo da elementi diversi. Per classificare dal punto di vista
dimensionale unimpresa si utilizzano variabili quantitative, come ad esempio
- Numero di dipendenti: se limpresa ha pi di 250 dipendenti, si reputa grande
- Fatturato: magari un numero contenuto di dipendenti genera un elevato fatturato (alto
fatturato pro capite)
- Capitale: rappresenta le dimensioni aziendali sotto il profilo degli assets
- Valore aggiunto: unimpresa con elevato valore aggiunto pi integrata, esternalizza di
meno quindi avr dimensioni maggiori.
Possono essere utilizzati anche parametri qualitativi come la coincidenza tra propriet e controllo,
struttura organizzativa pi o meno complessa, presenza o meno di strategie formalizzate.
Le grandi imprese hanno un impatto sociale molto rilevante (elevato numero di dipendenti, indotto
significativo): sono un osservato speciale da parte di stato e parti sociali. La struttura della grande
impresa spesso rigida e si contraddistingue per la sua complessit.
Nelle grandi imprese propriet e governance possono coincidere come no e avere un rapporto
molto diverso:
a) Propriet familiare e gestione guidata da un manager che da importanti orientamenti
strategici fiat
b) Propriet molto frazionata, public company; il manager non influenzato dalla propriet
c) Propriet organizzata guidata da manager: il caso delle compagnie la cui propriet in
mano a fondi cui partecipano soggetti che hanno investito nelle imprese con lo scopo di
remunerare il capitale. Lo scopo del manager soddisfare gli investitori.
Le grandi imprese possono spesso avere una struttura a gruppo: molte imprese giuridicamente
autonome, sono caratterizzate da un governo unitario mantenuto mediante un sistema di
partecipazioni con cui limpresa capogruppo controlla le imprese specializzate (ad essa
subordinate).
Le piccole imprese hanno un numero di dipendenti contenuto e un impatto minore sulla societ.
Sono caratterizzate da un forte accentramento del potere: limprenditore o la famiglia che
detiene la propriet detta gli orientamenti strategici. Non hanno strutture complesse.
Mirano a sopravvivere nel tempo: lobiettivo una sostenibilit duratura, non elevatissimi profitti.
Il problema di queste imprese la dipendenza stretta dalle capacit dellimprenditore: lui che
compie le scelte strategiche e sceglie i suoi collaboratori, lelemento peculiare.
Diversi tipi di decisioni, per importanza, oggetto, responsabilit, soggetto che le prende, ordinabili
gerarchicamente
1) Decisioni strategiche
- volte ad armonizzare il rapporto tra impresa e ambiente Su quale mercato
operare?
- fortemente centralizzate: sono assunte da un numero esiguo
Internazionalizzazione
di persone detto soggetto economico Scelta del portafoglio
- si adottano in condizioni di incertezza, impattano su un (variet gamma di
orizzonte temporale di medio - lungo termine prodotti), diversificazione
- non sono ripetitive perch si riferiscono al medio - lungo Gestione di marchi e
periodo; non si pu fare affidamento sullesperienza passata brand (influenza i rapporti
- non sono evidenti allo stato dei fatti, non simpongono di coi mercati di sbocco)
fronte al decisore, sono volte alla ricerca di nuove Scelte di ricerca e
opportunit, basandosi su segnali colti dal decisore sviluppo
Scelte ubicazionali: dove
- incidono positivamente o negativamente sulle performance
collocare lattivit o
aziendali parte di essa?
- costituiscono il vertice delle responsabilit a livello Delocalizzare dove il
organizzativo lavoro costa meno?
- per prendere buone decisioni strategiche occorre ascoltare i
responsabili delle decisioni organizzative per valutare la
realizzabilit della scelta.
2) Decisioni organizzative/amministrative
- Sono finalizzate alla combinazione ottimale delle risorse a Organigramma e
disposizione dellimpresa, ottenere la massima produttivit divisione delle
responsabilit
compatibilmente col massimo grado di economicit. Per
Layout di fabbrica: come
realizzare le decisioni strategiche limpresa dovr organizzare disporre gli impianti
al meglio le risorse necessarie Gestione del budget
- Finalizzate a mantenere un equilibrio contraddistinto da pubblicitario
efficienza, efficacia e economicit. Acquisizione di
- Ogni decisione strategica porta a prendere una serie di finanziamenti: quale
decisioni organizzative e amministrative finalizzate alla fonte utilizzare?
gestione e al reperimento delle risorse Scelte in termini di
- Assunte dai responsabili di ogni funzione aziendale politica delle scorte
3) Decisioni operative
- Utilizzo ottimale delle risorse nellarea funzionale considerata. Gestire i turni e lorario di
- Sono ricorrenti, assunte quotidianamente lavoro
- Riguardano il come produrre Mettere lannuncio su
- Sono assunte da tutti i livelli di governance stampa o secolo?
Ogni quanto prelevare le
Egi M-Z 2012/13 scorte dal magazzino?
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Governare un impresa vuol dire determinare e assumere decisioni di tipo strategico che
condizionano la vita stessa dellattivit e ne determinano il suo corso. Queste decisioni,
collocandosi a un livello gerarchicamente superiore influenzano tutte le altre scelte (da compiersi
in tempi e sedi diverse) gerarchicamente inferiori. limpresa si governa con le decisioni
strategiche.
La strategia rappresenta lo schema o il modello decisionale atto a coordinare gli obiettivi, le linee
di comportamento e lallocazione delle risorse dellimpresa,in una visione unitaria e coerente
si definiscono gli obiettivi e i comportamenti idonei a raggiungerli: limpresa non solo deve
prefiggersi un obiettivo ma definire anche il percorso per raggiungerli. Limpresa a volte pu
sbagliare il modo di mettere in pratica lobiettivo, o ambire ad attuare un obiettivo non realizzabile
con le linee stabilite e le risorse disponibili e necessarie. Queste informazioni sono contenute nel
business plan: alcune imprese rendono noto agli investitori il business plan, per permettere loro di
valutare se investire nellimpresa o no.
Limpresa acquisisce redditivit se riesce a creare un prodotto a cui i clienti attribuiscono un valore
superiore al valore delle risorse impiegate. Il vantaggio competitivo dipende dal valore che
limpresa riesce a creare per il suo cliente, dal rapporto che riesce a instaurare col suo cliente. Il
prezzo, dal punto di vista del consumatore, rappresenta il valore attribuito al prodotto: se un paio
di jeans costa 200, perch i consumatori attribuiscono al prodotto tale valore.
Tipi di vantaggio competitivo:
- Vantaggio competitivo di costo: per aumentare la redditivit e conseguire vantaggio
competitivo limpresa pu cercare di abbassare il COSTO MEDIO DEL PRODOTTO,
aumentando il margine, ovvero il differenziale tra il prezzo e il costo medio di produzione.
Stessa identica situazione iniziale: Limpresa B attua politiche per aumentare il valore
A e B sono imprese analoghe del suo prodotto: cambia il design, valorizza la
che producono un prodotto marca, introduce innovazioni. Cresce il prezzo di
analogo. vendita, ma anche i costi medi: la strategia paga
se il differenziale ottenuto pi elevato, ovvero se
lincremento dei costi medi minore del prezzo di
vendita. Importa aumenti il margine.
VANTAGGIO COMPETITIVO
Nel modello di concorrenza perfetta non esiste il vantaggio competitivo perch non ci sono
extraprofitti. In un contesto pi vicino alla realt ogni impresa ha fattori differenziali in cui risiedono
eventuali fonti di vantaggio competitivo.
La posizione di vantaggio competitivo tuttavia molto instabile perch aggredibile dai
concorrenti: per questo le imprese adottano meccanismi di difesa del vantaggio competitivo, detti
barriere allimitazione (espedienti messi in atto per mantenere la posizione di vantaggio).
Esempi:
occultamento dei risultati eccellenti: le imprese medio - piccole riescono a diventare leader
nel mercato di nicchia in cui operano maturando la crescita pian piano, senza scatenare
corse allimitazione.
dissuasione attraverso segnali aggressivi ai concorrenti: abbassando il prezzo si rende pi
difficile la rincorsa dei concorrenti, e si difende il vantaggio di differenziazione accrescendo
lappetibilit e il valore del prodotto (design, pubblicit).
anticipazione, attraverso lo sfruttamento di tutte le opportunit di investimento disponibili:
ad esempio registrando molti brevetti.
ambiguit causale (dissimulare le fonti del vantaggio competitivo): limpresa cerca di non
rivelare, di dissimulare le fonti del vantaggio competitivo attraverso il segreto industriale. Ad
esempio la Coca - cola non rivela lingrediente segreto.
basare il vantaggio competitivo su risorse e capacit non trasferibili e difficili da replicare:
spesso il vantaggio competitivo frutto di una serie di fattori interconnessi difficilmente
imitabili (organizzazione, gestione delle risorse interne) Un esempio il modello Mc Donalds.
Esempio:
tipo di scelta
Il manager sceglie di investire nel business A: una volta scelto si elabora il business plan: si valuta corporate
lattrattivit e si considera lingresso come un investimento e se ne valuta il ritorno
Il manager decide di diversificare il portafoglio strategico e operare anche nei business B e C corporate
Il manager decide di dismettere lattivit A corporate
Il manager acquista unimpresa funzionante corporate
Potenziare B o C Corporate: influenza il
potenziale strategico
Quale vantaggio competitivo perseguire? business
Come sviluppare C? business
In questo contesto emerge limportanza della funzione aziendale di controllo nel monitorare le
strategie e i mutamenti e le opportunit, soprattutto se lambiente turbolento, il quadro
economico complesso e mutevole. La decisione strategica un processo dinamico e le
decisioni partono da intenzioni aziendali e portano a decisioni di strategie ponderate con analisi ex
ante che mutano in corso dopera.
La cultura aziendale: data da un insieme di principi e visioni del mondo assunti dallistituzione
economica-sociale. Limpresa un gruppo di persone che maturano principi che influenzano le
decisioni. La cultura aziendale influenza notevolmente la strategia e si pu intuire limportanza
della coerenza tra decisione strategica e cultura aziendale. influenzata dai rapporti con
lambiente esterno; esempi di elementi che influenzano la cultura sono
- Cultura nazionale, luogo in cui nata limpresa
- Esperienza dellimprenditore, della famiglia, del manager visto come leader, fondatore.
La vision aziendale: identifica la visione che guida limpresa sul futuro, lambizione futura. Definisce
lo strategic intent, lintento strategico, ci a cui ambisce . importante esplicitare la vision per dar
modo a tutta lorganizzazione di avere chiaro le ambizioni future. La portata organizzativa della
vision diventa importantissima in caso di aziende fortemente innovative come Apple.
La mission aziendale: la ragion dessere dellimpresa, il tipo di attivit che svolge, il suo compito.
Descrive il ruolo sociale che limpresa ricopre, con riferimento ai valori su cui essa si fonda. I valori
sono principi che guidano il comportamento dellimpresa (benessere del cliente, dipendenti come
risorse). La mission influenzata dalla natura dellimpresa: la mission delle public companies deve
contenere la soddisfazione degli stake holders
Gli obiettivi strategici: La strategia diretta al raggiungimento di obiettivi di lungo termine. Sulla
base di cultura aziendale, vision e mission si definisco gli obiettivi strategici, un punto di riferimento
che definisce la posizione che limpresa vuole conseguire sul mercato, lo status che intende
raggiungere. Essi hanno unenunciazione precisa, definita in termini quantitativi e rispetto a un
orizzonte temporale per definire la posizione e mettere in piedi un idoneo meccanismo di controllo.
Lambiente esterno costituisce uno dei fattori di condizionamento dello sviluppo dellimpresa e per
questo un elemento fondamentale per comprendere il problema strategico delle imprese.
Lambiente, infatti, condiziona la scelta delle imprese e sanziona, con il successo o linsuccesso, la
strategia perseguita. Infatti, dato che limpresa un sistema aperto e relazionale, le sue prospettive
dipendono da come fronteggiano le minacce e colgono le opportunit dellambiente esterno.
Il legame tra impresa e ambiente esterno biunivoco:
Limpresa attinge risorse dallambiente e riceve input che condizionano il proprio operato
lambiente condiziona limpresa
Limpresa influenza lambiente con la sua attivit: limpresa ha un ruolo sociale, condiziona
le persone che vivono nellarea in cui opera.
a. ANALISI DEL MACROAMBIENTE (AMBIENTE GENERALE) un insieme di forze, tendenze di carattere generale
che condizionano tutte le imprese del sistema competitivo. A volte queste tendenze possono
riversarsi su imprese di settori diversi (immaginiamo gli effetti dellaumento del prezzo del petrolio).
Osservare le forze del macroambiente per realizzare possibili scenari futuri. Una volta individuate le
variabili pi rilevanti bisogna comprendere come esse impattano sulle decisioni. Le variabili
possono essere classificate in 7 sotto-ambienti:
1. ambiente economico: prospettive di sviluppo del sistema economico.
Siamo in espansione o in recessione? Quale fase del ciclo economico stiamo attraversando? Com
landamento della produzione? pi elevata la propensione al consumo o al risparmio? com il
reddito delle famiglie? Come sono i consumi delle famiglie? Che tipo di prodotto prediligono i
consumatori in base allarea in cui vivono? Come sono gli investimenti nel settore? Come ripartito il
PIL tra primario, secondario e terziario? I sistemi economici pi avanzati tendono alla terziarizzazione,
una parte preponderante del PIL prodotta dal settore dei servizi; andamento dei tassi di cambio:
se la moneta si svaluta le esportazioni, aumentano; tassi dinflazione: come cambiano i prezzi di
vendita e delle materie prime? Costo del denaro: quanto costa indebitarsi?
2. Ambiente demografico: struttura e caratteristiche della popolazione, trend demografici
questi elementi possono incidere sullimpresa o sulle imprese del settore competitivo
Flussi migratori in entrata, invecchiamento della popolazione. Le aziende hanno capito che gli
anziani sono un importante segmento di mercato su cui puntare, sono un bacino di consumatori
ampio e a reddito fisso.
3. Ambiente politico- istituzionale: insieme di normative che influenzano il comportamento
delle imprese.
Normative fiscali e disciplina del mondo del lavoro, regole a tutela del consumatore riguardano
trasversalmente tutti i settori
Settori regolamentati: per alcuni settori servono autorizzazioni specifiche, ci sono regole specifiche
Cooperazione internazionale per gli scambi commerciali
Infrastrutture disponibili: la disponibilit dinfrastrutture influenza la competitivit delle imprese
4. Variabili di natura socio-culturale: stili di vita, modelli comportamentali, principi condivisi,
trend e implicazioni che essi hanno sullimpresa.
Esempio: tendenza allindividualismo, standardizzazione dei modelli di consumo, influenze globali su
gusti, cultura, conoscenze, tendenze, valorizzazione del tempo libero
5. Variabili dellambiente tecnologico di base: fenomeni di carattere generale che
riguardano levoluzione tecnologica.
Scoperta di nuovi materiali che consentono di oltrepassare limiti tecnici, biotecnologie, informatica
b. ANALISI DEL MICROAMBIENTE (AMBIENTE COMPETITIVO) viene definito dallinsieme delle forze che
determinano lintensit della concorrenza e influenzano le prospettive di redditivit dellarea
strategica daffari in cui limpresa opera. Un esempio possono essere le decisioni strategiche di
altre imprese che attraverso un meccanismo di azione-reazione influenzano le prospettive di
redditivit dellASA in cui limpresa opera. composto da un insieme di forze che operano nello
stesso ambiente in cui limpresa opera. Lambiente competitivo influenza limpresa nella strategie e
nei risultati conseguibili. L'ambiente competitivo a sua volta influenzato dal comportamento delle
imprese definito mediante strategie appropriate. I soggetti da analizzare sono coloro che tramite il
loro operato possono condizionare la profittabilit aziendale. Sotto il profilo metodologico ed
operativo, un problema centrale lindividuazione delle variabili che costituiscono le SPECIFICIT
DELLAMBIENTE COMPETITIVO per la singola impresa.
o Area strategica daffari (ASA): si individuano le imprese concorrenti come quelle imprese
che si rivolgono allo stesso target di clienti, soddisfano lo stesso bisogno con tecnologie
analoghe. Si definisce lambiente competitivo in base alle scelte strategiche di target e
tecnologia per soddisfare lo stesso bisogno. LASA definita dalla mission, dalla scelta
corporate cosa vado a fare?. I confini dellASA sono i clienti, i bisogni da loro espressi e le
tecnologie utilizzate per soddisfarli.
Tecnologia: modalit
attraverso le quali
limpresa pu
soddisfare il bisogno
Fattore rilevante 2:
ampiezza geografica
del mercato Larea della bolla
Impresa A pari alla quota
di mercato
multinazionale
c
Impresa locale
ANALISI DEL POSIZIONAMENTO DELLE MARCHE: una matrice simile a quella dei
raggruppamenti strategici, ma focalizzata sulle marche dei concorrenti del raggruppamento
strategico per capirne il posizionamento e i punti di forza e di debolezza (delle marche).
Noi
Le risorse dellimpresa
Le risorse sono gli asset specifici di unimpresa. Esse sono costituite da tutto ci che unimpresa
utilizza al fine di creare, produrre e/o offrire i suoi prodotti sul mercato, sono elementi fondamentali
per lattivit produttiva, fattori essenziali. Le risorse sono diverse dai fattori produttivi (input disponibili
in forma disaggregata): sono risorse durature, presenti in impresa. Gli input invece sono disponibili in
forma disaggregata e si esauriscono durante il processo produttivo: essi non sono oggetto di
valutazione dellambiente interno.
In base alla natura delle risorse distinguiamo in risorse tecnologiche, umane, finanziarie, fisiche,
ecc. Per comprendere meglio le problematiche di valutazione e gestione delle risorse distinguiamo
invece tra risorse
a. tangibili: hanno un riscontro quantitativo e immediato nel patrimonio dellimpresa
- risorse finanziarie: crediti e capitale proprio
- risorse fisiche: impianti, macchinari, immobili
b. intangibili: non hanno un riscontro quantitativo e immediato nel patrimonio dellimpresa
- risorse tecnologiche: brevetti, copyright. Difficile quantificarne il valore
- risorse di reputazione: marchio, immagine aziendale. Non trovano facile
rappresentazione
risorse umane: a cavallo tra le due categorie; sono quantificabili, classificabili, stimate nel costo.
Tuttavia il loro valore prescinde per il costo del lavoro, danno competenze, attitudini, esperienze,
difficilmente quantificabili
Per limpresa assumono molta importanza le risorse intangibili, per effetto della dematerializzazione
del vantaggio competitivo (essa rende centrale i fattori immateriali). Esse infatti sono:
accumulabili: tendono a sedimentarsi nellimpresa nel corso della sua attivit (impresa
come sistema cognitivo)
il loro valore aumenta con lutilizzo, a differenza di ci che meramente fisico e patisce
lusura (marchio: la sua conoscibilit aumenta con lutilizzo)
tendono a deperire se non sono adeguatamente gestite
non sono immediatamente trasferibili da impresa a impresa: la conoscenza insita in un
lavoratore che perfettamente efficiente in unorganizzazione, non detto che se cambia
lorganizzazione le performance restino inalterate. Inoltre c una conoscenza tacita, non
codificata, quindi non trasferibile.
Le risorse intangibili non sono facilmente quantificabili, presentano una differenza tra valore
contabile (book value) e valore di mercato (market value) il market to book ratio il rapporto
tra queste due grandezze esprime do quante volte il valore di mercato supera il valore contabile.
molto ampio ad esempio in imprese di progettazione software che basano il loro valore sulle
competenze delle risorse umane. una delle principali cause della scarsa competitivit delle
imprese italiane la carenza di risorse intangibili di tipo tecnologico.
Non tutte le competenze sono fonte del vantaggio competitivo: esse non devono essere diffuse,
devono assicurare un buon valore per il cliente (Non tutte le competenze sono in grado di
assicurare al cliente un maggior valore. Quelle che riescono ad assicurare tale risultato sono quelle
su cui occorre puntare per il raggiungimento del successo.)
COMPETENZE DISTINTIVE punta di eccellenza, devono essere uniche ed esclusive, sono il
complesso di conoscenze, esperienze attivit, in cui limpresa eccelle. Si rafforzano quando
applicate e condivise allinterno dellimpresa. Possono rappresentare una forte barriera
allingresso.
Le competenze distintive hanno una durata temporale. La durata non riferita alla competenza in
s, ma alla sua distintivit, ossia agli aspetti che sono fonte di vantaggio competitivo.
Tra i fattori che influenzano la durata, troviamo:
o condizioni intrinseche delle risorse: se sono vecchie e obsolete
potrebbero causare la perdita della distintivit
o comportamento dellimpresa: diversificare il business pu rafforzare la
competenza applicata in diversi settori
o evoluzione dei fattori ambientali
o comportamento dei concorrenti: le imprese concorrenti cercano di
imitare le fonti del vantaggio competitivo. Se la competenza si
diffonde non pi distintiva.
uno strumento di analisi che consente, tramite una scomposizione del sistemaazienda nelle sue
Attivit di supporto:
non hanno infrastrutture: attivit di monitoraggio dellimpresa, finanza, ecc
immediato
riscontro Risorse umane: gestione delle risorse umane
nellattivit di
produzione ma
Ricerca e sviluppo (R&D) : sviluppo di nuovi prodotti
sono importanti,
sono di supporto
nella creazione del approvvigionamenti: gestioni acquisti
valore
Logistica in produzione: Logistica in vendita: Servizi post
entrata: combina gli uscita: il prodotto vendita:
riceve gli output input per render il assume valore limpresa pu
Attivit e li inoltra alla ottenere il prodotto quando va sul fornire servizi
primarie: produzione prodotto disponibile mercato. Il post vendita
costituiscono il dopo averli finito al cliente marketing
processo di immagazzinati e stabilisce i criteri
produzione predisposti di distribuzione
del prodotto
nellambito delle analisi strategiche si fa la SWOP analysis (strengt, weakness, opportunities, threats)
che mette in unico quadro punti di forza e di debolezza, opportunit e minacce delineando le
opzioni strategiche possibili.
Sulla base dei risultati dellanalisi dellambiente interno e dellanalisi dellambiente esterno,
limpresa pu giungere alla formulazione di una strategia che faccia leva sulle sue forze e ponga
rimedio alle sue debolezze, in modo da sfruttare le opportunit offerte dai processi evolutivi
dellambiente esterno e tutelare limpresa dalle minacce che questa evoluzione propone.
La strategia competitiva volta ad utilizzare nel modo migliore le risorse e le competenze distintive
disponibili al fine di ottenere una posizione di vantaggio. La sostenibilit del vantaggio competitivo
, infatti, legata alla durabilit delle competenze distintive di unimpresa e alla capacit di far
evolvere tali competenze chiave in modo coerente con il modificarsi delle caratteristiche
dellambiente esterno.
Le funzioni si concretizzano in una struttura e diventano tasselli del sistema impresa. Le attivit, nella
catena del valore, non sono tra loro indipendenti ma concorrono tutte insieme a generare valore
per i clienti e vantaggio competitivo per limpresa. Lobiettivo finale di tali attivit , oltre ai
suddetti, la creazione di un margine per limpresa. I collegamenti interfunzionali sono
fondamentali per la creazione di valore per il consumatore.
detta catena perch tutte le attivit si collocano e si realizzano per creare valore. Per mettere
in campo le funzioni si sostengono costi funzionali alla creazione del valore. La catena del valore
mette in fila le attivit necessarie per creare valore.
1il marketing: il marketing inserito tra le attivit primarie perch interagisce col prodotto, creando
valore. Le scelte della politica di prezzo, di produzione, di distribuzione, di promozione sono
effettuate dal marketing operativo e interagiscono sul prodotto.
Le attivit di marketing di natura strategica invece rientrano tra le attivit di supporto perch a
supporto della strategia.
attrattivo il business? NO
Barriere allentrata poche, acquisto macchinario, poche economie di scala
Rapporti di concorrenza business frammentato date le poche barriere allentrata e la non
eccessiva rilevanza delle economie di scala.
Prodotti sostitutivi ne esistono moltissimi
Clienti elevato potere contrattuale, sono pochi e possono scegliere tra una miriade di imprese
Fornitori hanno elevato potere contrattuale
Allinizio degli anni 90 decide di sviluppare la propria attivit e si trova davanti a molte alternative:
entrare in nuovi mercati con gli stessi prodotti, diversificare la produzione, ampliare la gamma
offerta, differenziare il prodotto, ecc.). Dopo lunghi studi, la Tin S.p.A. decise di attuare
una strategia basata sul vantaggio competitivo di costo (il prodotto appare poco differenziabile).
Si cercano i driver di costo per capire come agire e ridurre i costi totali
La parte pi rilevante del costo rappresentata dalla produzione, con unincidenza per la Tin di
circa l84% sul fatturato, contro un valore dell80% per il miglior concorrente.
La Tin S.p.A. decise cos di intraprendere una serie di programmi per migliorare la propria posizione
competitiva:
ricerca di fonti di approvvigionamento competitive;
diminuzione dello spessore dei barattoli;
Tali programmi hanno consentito di migliorare la posizione competitiva della Tin S.p.A., riducendo il
costo delle attivit produttive a valori prossimi del miglior concorrente, ottenendo cos un margine
pi elevato (circa il 7% del fatturato).
Finanza aziendale
(Satta)
Lattivit di finanza unattivit infrastrutturale (di supporto), volta al reperimento delle risorse
finanziarie necessarie a coprire gli investimenti che assolve inoltre una duplice valenza strategica:
- Collegamento tra impresa e mercati dei capitali.
- Supporto alle decisioni aziendali.
- Funzione responsabile dellassolvimento di una pluralit di compiti, i cui confini sono mutati
sensibilmente nel tempo.
Definizione di finanza:
La funzione finanziaria rappresenta il luogo delle competente e delle conoscenze strumentali alla
gestione dei rapporti che si instaurano tra limpresa e il mercato dei capitali.
La definizione si basa sul concetto di competenza e tiene presente il dinamismo dei contenuti;
facilita lindividuazione della funzione finanza nellimpresa moderna.
linvestimento frutto di una decisione strategica valutata col metodo del CAPITAL BUDGETING,
ovvero valutando in via preventiva le decisioni ripercorrendo le fasi sotto elencate:
1) Produzione di proposte di investimento (connesse alle opzioni strategiche). Possono
pervenire dal management (top-down) o da numerosi soggetti a capo di divisioni
corrispondenti alle funzioni (bottom-down) a seconda della struttura.
2) Definizione dellorizzonte temporale di analisi
vita economica: periodo in cui linvestimento in grado di generare flussi. Si considera il
numero di anni pi breve tra quando il bene raggiunge la senescenza (vecchio) o
lobsolescenza (inadeguato rispetto alle innovazioni tecnologiche)
3) Stima dei flussi di cassa (importi e scadenze): stimare tutti i flussi di cassa connessi
allinvestimento quantitativamente e tra quanto tempo. Ci occupiamo del cash flow.
Flussi di cassa (cash flows): differenza tra ricavi e costi monetari; saldo liquido della gestione
che rimane in azienda per il recupero degli investimenti in immobilizzazioni.
4) Valutazione dei flussi di cassa attualizzati: Applicazione della discounted cash flow analysis,
consiste nellattualizzare i flussi di cash flow perch il valore finanziario si abbassa nel tempo:
pi lungo lintervallo temporale, pi probabile che succeda qualcosa e non riceva
ritorno economico. il Fattore di attualizzazione considera il valore finanziario del tempo, il
costo dei capitali impiegati, il grado di rischio della nuova iniziativa.
i criteri finanziari
IL WACC
Il costo medio ponderato del capitale o WACC (weighted average cost of capital): rappresenta la media ponderata tra
il costo del capitale proprio e il costo del capitale di debito; il tasso minimo che limpresa deve generare come
rendimento degli investimenti per remunerare
creditori e azionisti.
D = ammontare capitale di debito. limpresa si impegna alla restituzione
e a corrispondere un interesse che ha natura fissa o variabile. Il
creditore viene remunerato indipendentemente dallandamento della societ.
E = ammontare capitale proprio. Non c promessa di restituzione e la remunerazione non fissa; il costo di questo
capitale quindi pi elevato per remunerare il maggiore rischio sopportato dal soggetto.
D+E = K = capitale complessivamente investito.
CD = costo del capitale di debito. Si usa un andamento medio fatto con dati storici.
CE= costo del capitale proprio. Con riferimento allautofinanziamento e al patrimonio netto preesistente in azienda si utilizza il
costo opportunit. Per il nuovo capitale richiesto, specie nelle societ quotate, si ricorre al metodo del CAPM (Capital Asset
Pricing Model):
E(Ri) = rendimento atteso dellinvestimento i, inteso nel nostro caso come
rendimento richiesto per investire nellattivit i. E(Ri) = CE
Rf = rendimento di unattivit priva di rischio.
E(Rm) = rendimento atteso dal portafoglio azionario di mercato.
i = misura il rischio sistematico dellimpresa, non diversificabile
Interpretazione: 1 2 3
si preferisce linvestimento con un - 2000
pay back inferiore.
Tanto pi il payback period si
sposta in avanti nel tempo tanto
pi sar elevato il rischio
Metodologie analoghe possono essere applicate alla misurazione del valore creato dalle strategie
nellarco di tempo in cui le stesse assicurano allimpresa un vantaggio competitivo, nonostante la
complessit e ampiezza degli effetti di una decisione strategica, lorizzonte temporale di lungo
periodo e lincertezza e opportunit (o opzioni) future (cresce laleatoriet nella valutazione).
La valutazione della strategia, passo fondamentale del management strategico, utile a prendere
decisioni migliori.
Ogni decisione strategica pu essere stimata in base al contributo che fornisce alla creazione di
valore per lazionista (shareholder value approach).
Ex ante: metodo del valore azionario. Considero i dividendi ipotetici attualizzati
Ex post: somma dei dividendi percepiti e del capital gain. la differenza tra il prezzo di
vendita sul mercato e il prezzo di acquisto della partecipazione
Stimare in termini numerici investimenti e strategie presenta difficolt nel cogliere aspetti che non
hanno unimmediata manifestazione: le strategie incorporano opzioni reali, esercitabili in
diversi momenti da parte della direzione. I metodi di valutazione basati sullattualizzazione dei
flussi di cassa non considerano tale componente (e sottovalutano le strategiche caratterizzati da
alti investimenti in R&S e pubblicit).
VANbase = Valore Attuale netto del progetto in assenza di opportunit strategiche future
OP = Valore delle azioni reali connesse allalternativa strategica
TIPOLOGIE DI OPZIONI
REALI
Scelta tra capitale proprio e capitale di credito: consideriamo il vincolo temporale del capitale, le
modalit di retribuzione, i diritti conferiti in sede di liquidazione, i diritti conferiti in occasione di altri
eventi rilevanti.
La struttura del capitale influenza la redditivit del capitale proprio attraverso leffetto della leva
finanziaria:
la leva finanziaria D/E: migliora le performance se ROI > costo del capitale di debito, peggiora le
performance se ROI < costo del capitale di debito. Pi la leva elevata pi aumenta laleatoriet
dei risultati, cresce la pericolosit della gestione.
La funzione finanza analizza la durata del ciclo finanziario: per ogni asset valuta quanto tempo
richiede ogni asset a ritornare in forma liquida e riclassifica il bilancio opportunamente.
Equilibrio finanziario:
Scelta delle fonti per conservare sempre una situazione di liquidit in prospettiva.
La funzione finanza deve impostare una struttura finanziaria tale per cui le fonti abbiano
unesigibilit pi lenta rispetto ai tempi di ritorno in forma liquida degli impieghi. Pu mantenerla
con
1. Monitoraggio del Capitale Circolante Netto:
2. Tecnica dellhedging (Van Horne, 1984). Per ciascuna attivit patrimoniale posseduta
cerco sul mercato una fonte di finanziamento che ha la stessa tempistica di esigibilit
rispetto al ciclo finanziario dellattivit in questione.
Landamento Non
oscilla a causa dei scendono
cicli finanziari mai sotto
questa quota
crescente
Il Rendiconto finanziario uno strumento per rappresentare la dinamica dei flussi finanziari
(complementare rispetto a CE e SP). Indica lammontare dei flussi generati (positivi) e assorbiti
(negativi), la provenienza e la destinazione (per capire in quali aree intervenire)
Pu avere ad oggetto diversi aggregati (CCNfin; CCNop o CCNc; flussi di liquidit, ecc.).
Pu avere Natura consuntiva (con riferimento a un periodo gi trascorso) o previsionale (per un
orizzonte temporale futuro).
Genero liquidit Assorbo liquidit
Tipologie di rischio
- tassi di interesse (es. tasso fisso vs. variabile): rischio legato alle variazioni del rischio
- mercati reali (es. variazione prezzo m.p. ed effetti): i prezzi delle materie prime possono
subire oscillazioni.
- tassi di cambio (es. moneta di acquisto diversa da vendita): incide sulle imprese che hanno
rapporti con lestero. Dipende dalle diverse monete nei mercati di approvvigionamento e
sbocco.
Principali determinanti:
- dimensione;
- settore; alcuni comparti sono pi stabili
- modello di business / config. Produttiva: se localizzo la produzione in pi paesi aumentano i
rischi di cambio e incidenti di vario tipo.
- copertura geografica delle attivit;
- rapporti contrattuali; tanto pi elevato il potere contrattuale, tanto pi possibile
scaricare una parte di rischio su essi.
- ecc.
La logistica aziendale
(Satta)
Esistono numerose definizioni di logistica:
Insieme delle attivit organizzative, gestionali e strategiche che governano nelle aziende il flusso
dei materiali dallacquisto delle materie prime presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti
ai clienti e al servizio post-vendita (AILOG Associazione Italiana di logistica e Supply Chain
Management).
Lorganizzazione, la pianificazione, lesecuzione e il controllo delle relative informazioni dallo
sviluppo e dallapprovvigionamento attraverso la produzione e la distribuzione fino al cliente finale,
con lobiettivo di soddisfare le richieste del mercato al minimo costo e con il minor impiego di
capitale (ELA - European Logistics Association).
Quella parte nellambito del processo di gestione della supply chain che pianifica, implementa e
controlla lefficiente e lefficace flusso e immagazzinamento dei beni commerciali, dei servizi e
delle relative informazioni, dal punto di origine al punto di consumo al fine di soddisfare le esigenze
dei clienti (CLM Council of Logistics Management)
3 flussi:
1. Flusso fisico: da fornitore
a cliente
2. Flusso informativo: parte
dal cliente che
manifesta le volont
dacquisto e arriva al
fornitore cui far le
richieste
3. Flusso finanziario: dei
pagamenti, si muove
nella stessa direzione del
flusso informativo
LA GESTIONE DELLE SCORTE le scorte sono materiali di diversa natura che si trovano fisicamente nei
locali di produzione e stoccaggio dellimpresa.
Cuscinetto, per sicurezza
Indice di rotazione:
Definizione
Larea Acquisti e Logistica sovrintende:
- lacquisizione di beni, prodotti e servizi
- la gestione dei flussi fisici delle merci in entrata e la distribuzione del prodotto finito.
La Logistica presidia come obiettivo chiave il livello di servizio logistico (disponibilit del prodotto, tempestivit ed affidabilit
della consegna);
e si suddivide tra:
- logistica in entrata o gestione materiali
- logistica interna o di stabilimento
- logistica in uscita o distribuzione fisica.
Gli Acquisti sovrintendono il costo globale delle Forniture materia prima + costi per renderla disponibile (trasporto ecc)
Le implicazioni quindi sono facilmente intuibili: dato che il 20% dei fornitori fa circa l80% del
fatturato, concentrandosi su questi fornitori cruciali, consente di affrontare l80% delle criticit,
perch nel 20% di ci che il buyer compra sta l80% del valore creato. possibile ordinare i propri
fornitori in ordine di importanza (e cos i clienti)
Quale schema deve essere approfondito nel processo del MKTG d'acquisto ?
2.definizione obiettivi: Ogni azienda, per svolgere le proprie attivit, ha bisogno di acquistare
continuamente, beni e servizi.
Si effettuano acquisti:DIRETTI, ad esempio materie prime per la produzione di prodotti o per i servizi
che la stessa azienda offre ai propri clienti e INDIRETTI necessari per la manutenzione, per le
riparazioni o per le operazioni di routine giornaliere.
Lo scenario quindi dominato dai temi sulla redditivit economica, della sostenibilit finanziaria e
della soddisfazione del mercato di riferimento.
Le leve decisionali di acquisto (procurement mix) derivano dalle leve di marketing definite 4P :
- PRICE prezzo; PLACE localizzazione; PRODUCT prodotto/servizio; PROMOTION
comunicazione.
La leva prodotto pu essere definita in termini di materiale o di tecnologia. Uno stesso prodotto
pu presentarsi sul mercato costituito da diverse tipologie di materiale, cui corrispondono diverse
prestazioni, diverso livello qualitativo, differente facilit di lavorazione, pi o meno rendimento. Il
prodotto pertanto una leva di acquisto che impatta direttamente sulla qualit del finito, sulla
lavorabilit e sui costi di produzione. Allo stesso modo la tecnologia con la quale stato realizzato il
prodotto di acquisto impatta sul processo produttivo, sulla qualit del processo e del prodotto,
nonch sul livello tecnologico del prodotto finito. Questultimo ha una particolare rilevanza
strategica se si persegue una strategia di differenziazione di prodotto volta allinnovazione del
prodotto o al miglioramento delle sue prestazioni.
La leva del prezzo ha un impatto diretto sul costo del prodotto. Nel caso dellacquisto nel campo
industriale il meccanismo lopposto del marketing tradizionale: conviene acquistare al minor
prezzo possibile. Gli approcci che si possono seguire per la definizione del prezzo, sono i pi diversi
a seconda della tipologia del prodotto dacquistare. Prodotti Genericisono quotati dal mercato
(grano,benzina,zucchero,...), mentre prodotti specifici richiedono una quotazione da parte del
fornitore che pu variare in relazione alla quantit acquistata o alla difficolt di reperimento sul
mercato. I Prodotti Standard sono gestiti dal venditore con cataloghi o listini. Diversa la
determinazione del prezzo nel caso il fornitore sia unico o ci siano pi di un fornitore; nel primo caso
si ricorre alla negoziazione, nel secondo allofferta competitiva, cio allesame di pi offerte tra i
diversi fornitori con la scelta della pi conveniente.
Le fonti di acquisto sono la leva corrispondente al canale distributivo del marketing tradizionale:
quale il canale pi idoneo da utilizzare per poter approvvigionare il prodotto?
Per prima cosa bisogna valutare il numero dei fornitori, se utilizzare un fornitore unico, se conviene
ridurre il parco attuale dei fornitori, o determinare il numero ottimale di fornitori alternativi.
Lanalisi dei mercati di riferimento ci pu dare indicazioni in merito sulla base dellanalisi del rischio
di fornitura e allutilizzo della matrice di Kraljic, che incrocia il risultato con limpatto del prodotto di
acquisto in azienda. Una volta identificato il numero dei fornitori, per classe di prodotto e in
relazione al rischio di fornitura, la selezione effettuata tramite una valutazione dei fornitori basata
su criteri di valutazione e su specifici parametri di misura delle prestazioni.
Scelte le fonti di acquisto, si determina lultima leva del marketing di acquisto: Quale tipo di
relazione instaurare con il fornitore.
Il rapporto si riassume in tre tipologie o classi:
- Tradizionale, ovvero basata sul rapporto di mercato;
- Integrato, con accordi che considerano i flussi di fornitura ed i relativi tempi di fornitura;
- Evoluto, quando si formalizza un accordo di partnership.
Le tre tipologie di cui sopra, definiscono tipologie contrattuali quali, contratti tradizionali o contratti
aperti, concordare procedure che definiscono variazioni del prezzo o variazioni dei volumi da
3LIVELLO Si considera una pi stretta integrazione con il fornitore e quindi una valutazione che
consideri le capacit di sviluppo tecnologico ed innovazione del fornitore.
Questo passaggio ad un livello pi sofisticato di VR delinea una relazione di partnership tra
acquirente e fornitore.
I fattori critici che si considerano nella partnership sono:
PREZZO - QUALITA - TEMPO DI CONSEGNA - LIVELLO DI SERVIZIO CAPACITA DI PROCESSO
ASSICURAZIONE QUALITA CAPACITA DI MIGLIORAMENTO TECNOLOGIA COERENZA
STRATEGICA.
Quindi i criteri di valutazione hanno ampiezza crescente in funzione del rapporto che si instaura
con il fornitore.
La funzione PRODUZIONE
Tipologia di processi
Dimensione - capacit
Lay out
Localizzazione impianti
Grado di automazione
Sistemi di qualit
Lassetto organizzativo
Flessibilit del sistema produttivo e elasticit del sistema produttivo e qualit: vantaggio di
differenziazione. Flessibilit comporta variare i mix produttivi senza un eccessivo aggravio di costi.
Lelasticit un concetto che riguarda le variazioni di tipo quantitativo, variare le quantit
prodotte senza subire eccessivi aggravi di costi
- La prestazione del prodotto
- La qualit dei materiali e delle lavorazioni
- La personalizzazione della produzione: creando moduli che diversamente combinati (si
combinano pezzi standardizzati) creano prodotti che si avvicinano il pi possibile alle
esigenze del cliente
- La rapidit di innovazione ed introduzione di nuovi prodotti: flessibilit qualitativa
- Capacit di variare i mix produttivi
SCELTE DI PROGETTAZIONE
il processo di produzione impone tecnologie non improvvisate e attuabili
nel lungo periodo.
Processo di produzione di montaggio: assemblare diversi input
Processo di trasformazione: si trasformano gli input
Processo di produzione industriale complesso delle attivit di
trasformazione
La produzione pu essere artigianale: basata sulla specializzazione delle risorse, sul lavoro di
soggetti specializzati. Caratteristiche:
a. prevalenza del costo della manodopera rispetto al capitale
b. incidenza elevata del costo della materia prima
c. scarsa rilevanza del costo degli strumenti
d. flessibilit produttiva: sia in senso quantitativo sia qualitativo
e. variabilit dei costi: il costo fisso deriva in genere dagli impianti. I costi sono spesso legati alla
produzione (si lavora spesso su commessa, no ammortamento)
Processo continuo:
- prodotto unico, standardizzato. Permette di sfruttare
le economie di scala.
- Non possibile interrompere il processo produttivo.
- Flusso ininterrotto di materiali fino al prodotto finito
Processo intermittente
Il processo produttivo interrotto consentendo alle macchine lavorazioni particolari per avere la
variet del prodotto. Macchinari e operazioni omogenee per funzioni, gamma produttiva nota
(poca variet), programmazione della produzione.
Grandi lotti: creazione di grandi serie, prodotti standardizzati e poi personalizzati nella fase
di assemblaggio. I componenti sono stabili.
Nella fase iniziale del ciclo di vita del prodotto il processo produttivo avr una struttura elastica e
flessibile, la qualit importante per superare le resistenze che il consumatore ha nei confronti del
nuovo prodotto.
necessaria Flessibilit
Quantitativa per rispondere meglio al mercato
Qualitativo il prodotto potrebbe necessitare di modifiche
In un mercato maturo
Se si pu differenziare il prodotto processo intermittente
Se non si pu differenziare il prodotto processo continuo
Il layout di produzione
Il layout la disposizione planimetrica degli impianti nellottica
di contribuire ad ottimizzare le 4M (men,materials, machines,
massimizzare la
produttivit del sistema, in quanto: sono scelte in parte
irreversibili (non immediatamente reversibili almeno), che
layout sono il rapporto con il mercato e con la domanda, la segmentazione (n. prodotti, n. di
varianti), il volume e la sua variabilit (V/n. prodotti o n. varianti), il tipo di processo produttivo.
Tipi di layout
o Unit di produzione: ad alta produttivit Layout a catena/ Layout in linea /Layout per
prodotto. Caratterizzata da una disposizione sequenziale in base alla successione di
operazioni. Lobiettivo ottenere la massima produttivit. Per massimizzare lefficienza le
macchine sono in linea, non ci sono magazzini intermedi. Il meccanismo tuttavia molto
rigido, se si interrompe una fase si interrompe tutto. un processo a produzione continua, gli
impianti sono molto specializzati. Uninefficienza in una fase si riversa nelle soggettive. I pezzi di
lavorazioni si trasferiscono da una macchina a unaltra. Lobiettivo della programmazione
della produzione quello di ottenere e mantenere un certo flusso produttivo in una data unit
di tempo. Ci sono Forti legami di capacit e di rendimento fra le macchine (che precedono e
Quanto deve essere grande limpianto? La decisione sul dimensionamento della capacit
produttiva dellimpianto si lega ai concetti di: economicit dellinvestimento (minimizzare il costo
unitario di produzione); rischiosit dellinvestimento (massimizzare lo sfruttamento del sistema
produttivo)
Leconomicit dellinvestimento connessa alle economie legate alla dimensione dellimpianto
o dellimpresa e dalle ECONOMIE DI SCALA;
La rischiosit dellinvestimento valutabile in rapporto alla struttura dei costi PUNTO DI
PAREGGIO.
FATTORI DI INFLUENZA DELLA SCELTA: La domanda, La concorrenza, Lefficienza che deriva dalla
tecnologia e dai metodi di gestione.
proporzionale dell'output;
Dimensione Ottima Minima (DOM): Ia dimensione ottimale minima, quella che segna l'inizio del
tratto di curva parallelo
Dimensione Efficiente Massima (DEM): rappresenta il punto a partire dal quale Ia curva ricomincia
a risalire, cio Ia dimensione oltre Ia quale non si pi efficienti da un punto di vista economico
perch il costo medio unitario di produzione tende ad aumentare.
La tendenza dell'impresa a non andare oltre una determinata dimensione deriva da almeno due
cause fondamentali:
1) il vincolo imposto dal mercato: l'impresa deve valutare il tasso di crescita della domanda;
2) il vincolo tecnicoeconomico che impone di non superare una certa soglia dimensionale
ECONOMIE DI VARIETA
economie che risultano dalla produzione congiunta di differenti prodotti allinterno di ununica
impresa piuttosto che disgiunta tra pi imprese. Vi sono quindi economie di variet quando il costo
totale della produzione congiunta di X1 e X2 minore della somma dei costi totali sostenuti
producendoli separatamente.
Come tarare la capacit produttiva in base alla domanda e alle sue variazioni di tipo quantitativo
Tipi di variazioni:
variazioni di lungo periodo: trend della domanda in orizzonti di medio - lungo termine e sono legati
a cicli economici ma soprattutto a cambiamenti nei gusti del consumatore o della tecnologia
come affrontare un trend di crescita? Si definisce la capacit produttiva, investendo in due fasi per
evitare eccessivi costi di inutilizzo. Si predispone la capacit produttiva in modo da poter ampliare
nel modo pi semplice la capacit produttiva
variazioni stagionali: si ripetono, sono cicliche, hanno picchi e
cadute che si ripetono. Se il prodotto non stoccabile
limpresa fissa la capacit produttiva al picco di domanda (se
troppo onerosa fissa una capacit pi bassa e cerca di
attenuare la stagionalit con sconti e promozioni), se
stoccabile si predispone una capacit intermedia e si
fronteggiano i picchi con le scorte.
Con innovazione tecnologica si intende lutilizzo della tecnologia per lo sviluppo di nuovi prodotti o
di nuovi processi, o il miglioramento di prodotti o di processi esistenti per fini commerciali
La semplice modifica del prodotto o del processo non sufficiente per garantire il successo
dellinnovazione, che invece strettamente connesso alla capacit commerciale dellimpresa
innovatrice, e soprattutto a quella di soddisfare le esigenze che il cliente manifesta in modo pi o
meno evidente
Distinguiamo:
a seconda del campo di applicazione
innovazione tecnologica di prodotto: si crea/modifica un prodotto e si ottiene un prodotto
nuovo o se ne migliora uno esistente. Le innovazioni di prodotto costituiscono barriere
allentrata per i concorrenti e degli elevati costi di sostituzione per i clienti.
innovazione tecnologica di processo: si applicano nuove soluzioni tecnologiche ai processi
produttivi. Cambia il modo per ottenere il prodotto. Le innovazioni relative ai processi, che
hanno il compito di ridurre i costi, sono spesso difficilmente imitabili dai concorrenti, perch
la loro replicazione richiederebbe una riorganizzazione dellintera catena del valore.
Le fonti dellinnovazione
APPROCCIO DEMAND PULL: riconoscimento dei fabbisogni (espressi o inespressi) del
mercato. La domanda spinge limpresa a innovare. In generale le migliorie sono frutto di
questo approccio.
APPROCCIO TECHNLOGY PUSH: importanza dellambiente scientifico-tecnologico che da
impulso alla creazione di nuovi prodotti. In generale le innovazioni radicali sono frutto di
questo approccio
APPROCCIO INTERMEDIO: DI INTERDIPENDENZA TRA AMBIENTE SCIENTIFICO E QUELLO
SOCIO-ECONOMICO
Non tutte le imprese hanno la funzione Ricerca & Sviluppo o gestiscono linnovazione attraverso a
questa funzione: possono ad esempio acquisirla dallesterno.
ese
mpi
Samsung il leader sul mercato mondiale dei telefoni cellulari. Dispone di economie di scala
(di impianto e di esercizio) ingenti, sfruttate grazie alla sua quota di mercato. Ha un elevato
potere contrattuale nei confronti dei fornitori, che lo porta ad avere prezzi competitivi per le
forniture. Utilizza a costi inferiori dei concorrenti, circuiti integrati di nuova concezione, poich
in grado di acquistarne grandi quantit.
Trasporto marittimo con container: In questo settore, le imprese di shipping sono orientate
ad incrementare la capacit ricettiva delle navi, al fine di conseguire economie di scala che
permettano di ridurre i costi medi unitari del servizio offerto (vedi esempio seguente su navi
con una capacit di 4.000, 6.000 e 10.000 TEUs).
2) differenziazione:
Limpresa persegue una strategia di differenziazione, offrendo ai propri clienti un prodotto
con una o pi caratteristiche di esclusivit che, nella percezione del cliente stesso,
risultano meglio in grado di soddisfare un determinato bisogno. Ad esse il cliente
attribuisce un valore tale da accettare di pagare un prezzo pi elevato (premium price).
La differenziazione, infatti, consente allimpresa di imporre prezzi pi alti o comunque di
creare preferenza e fedelt per i propri prodotti o servizi. Secondo Porter , per avere
successo questo tipo di strategia deve avere tre caratteristiche:
1) Deve creare valore per il compratore. Il modo migliore per farlo porsi nella sua
prospettiva: capire se la differenziazione riduce i costi di uso del prodotto, oppure
offre prestazioni superiori;
2) Deve essere percepita, nel senso che il compratore deve percepire un valore
aggiunto. Se non lo percepisce non disposto a pagare un premium price. La
business unit deve dunque comunicare attraverso i segnali giusti.
3) Deve essere difficile da imitare. Se la differenziazione basata sullimpegno di
unintera organizzazione e se evolve costantemente, per i rivali difficile imitarla.
Altrettanto difficile quando la differenziazione comporta forti investimenti in
impianti e quando scaturisce dallimmagine del prodotto e dellimpresa.
Il vantaggio di differenziazione rappresenta una difesa efficace contro le cinque forze
competitive, in quanto:
nei confronti dei concorrenti diretti, la differenziazione riduce la sostituibilit del
prodotto, accresce la fedelt dei clienti, diminuisce la sensibilit al prezzo; non
c concorrenza sul prezzo.
i clienti, per quanto forti, non riechiedono sconti e non cambiano prodotto
esempi
Algida- Magnum: la differenziazione si basa sulla brand equity, sullunivocit del brand
stesso, sulla qualit, sulla capacit di rinnovare costantemente il prodotto.
3) focalizzazione e segmentazione
Automazione flessibile
Le nuove tecnologie offrono la possibilit di produrre in piccole serie, senza violare i vincoli di
economicit. Ci consente di soddisfare, in tempi e a costi contenuti, la crescente variet e
variabilit della domanda. La forza lavoro sostituita con la macchina e il software si occupa delle
differenziazioni
Qualit totale
Le imprese giapponesi operanti nel settore dellelettronica di consumo (Matsushita, Sony) e nel
settore dellautomobile (Toyota, Honda) hanno dimostrato che lapplicazione dei principi della
Qualit Totale rappresenta il migliore veicolo per la riduzione dei costi di lungo periodo. Questi
principi portano a miglioramenti della qualit del prodotto correlatamente a riduzioni dei costi. Si
utilizzano economie di scala e a basso costo per le componenti standard e si ottiene
differenziazione variando il mix in fase di assemblaggio delle componenti.
b) STRATEGIE DI CREDITA
La crescita un obiettivo fondamentale dellimpresa. Essa rappresenta un modo per
acquisire, mantenere e sviluppare il vantaggio competitivo. Le strategie di crescita possono seguire
diversi percorsi:
strategie di crescita basate sulla diversificazione ovvero basate sullestensione dellattivit di
impresa in nuove ASA - realizzate con nuove linee
strategie di crescita di tipo intensivo - ovvero basate sullespansione del core business -
realizzate nellambito della linea e delle linee esistenti
penetrazione del mercato: Consiste nellaumentare il volume delle vendite e/o della quota
di mercato senza apportare alcune modifiche alle attuali combinazioni funzioni-tecnologie
di prodotti e continuando ad avere rapporti di scambio con gli attuali clienti. La strategia di
penetrazione del mercato pu realizzarsi mediante:
forzatura del mercato Strategia di sviluppo delle vendite presso la clientela
gi acquisita attraverso: lincremento della frequenza duso (spazzolini),
lincremento dei volumi di utilizzo (campagne pubblicitarie a sostegno del
consumo di determinati prodotti, quali il latte, la birra, il vino) lestensione
dellutilizzo a nuovi impieghi (Amuchina, da medicinale a antibiotico per
alimenti).
Per ottenere questi esiti la funzione marketing svolge un ruolo fondamentale
attraverso politiche promozionali, distributive e di prezzo tra loro coordinate. La
forzatura del mercato comporta lesistenza di un potenziale di domanda
ancora da sviluppare. Lattivit dellimpresa avvantaggia lintero settore.
Economicit.
E la capacit dell'impresa di produrre beni o servizi cui il mercato riconosca un valore superiore al
valore dei fattori produttivi consumati, ovvero di utilizzare fattori produttivi di valore dato per
produrre beni o servizi dal valore superiore.
Fabbisogni finanziari.
Rappresentano l'entit del capitale che necessaria acquisire per far fronte agli investimenti.
Come fabbisogno assoluto corrispondono al valore del capitale investito; come fabbisogno
residuale corrispondono alla variazione degli investimenti che occorre coprire attivando nuove
fonti.
Gestione corrente.
E' l'insieme di operazioni di gestione con le quali si utilizza una capacit produttiva gi finanziata e
predisposta. Essa da luogo alla formazione di risorse finanziarie in senso ampio (Autofinanziamento)
o stretto (Cash Flow della gestione corrente).
Redditivit.
la capacit, pi o meno intensa, dei ricavi di remunerare i portatori dei fattori produttivi utilizzati
nella produzione, verificata tipicamente attraverso la capacit di generare utile dopo aver
coperto congruamente il costo dei fattori a remunerazione contrattuale.
ROI, ROE e i.
ROI (Return on Investments) l'indice di Redditivit Operativa: segnala il rendimento delle attivit
operative (solitamente di quelle caratteristiche ) in termini di rapporto tra Reddito Operativo e
capitale investito nelle attivit caratteristiche. ROE (Return on Equities) l'indice di Redditivit
Netta: segnala il rendimento del capitale proprio in termini di rapporto tra il Reddito Netto e
Capitale Netto. L'indice i segnala l'onerosit delle passivit onerose, in termini di rapporto tra il
totale degli oneri finanziari ed il totale dei debiti che li hanno generati (corrisponde al tasso di
interesse medio ponderato).
Valore aggiunto.
E' la differenza tra il valore della produzione ed il costo dei materiali e servizi acquistati
esternamente, e misura il valore che l'impresa aggiunge a tali materiali e servizi col lavoro e le
capacit produttive interne. Corrisponde anche alla ricchezza disponibile per essere ridistribuita al
lavoro ed ai portatori di capitale di credito e di rischio, per mantenere il valore del capitale
investito facendo fronte ad ammortamenti ed accantonamenti e per far fronte alle imposte.
Scritto
Nello scritto c'erano due pagine con crocette (v f) e una domanda aperta sulle 15 righe (c'era da
fare anche il grafico).Le domande erano abbastanza puntuali su tutto il programma di finanza e
logistica
Riordino scorte a periodo fisso e a quantit fissa.
criteri di confronto delle operazioni finanziarie (VAN TIR WACC PAY BACK PERIOD)
Diverse operazioni finanziarie: quale preferire secondo il criterio del VAN,TIR, WACC
Leadership di costo
Quali sono le problematiche delle economie di scala? Dove le abbiamo riscontrate?
Qual il presupposto economico delle economie di scala?
Perch si verifica la diminuzione di costo? ( Fattori legati ai costi)
Che cos' il layout?
Modalit di acquisizione delle innovazioni tecnologiche
Definizione del business
Perch si analizzata l'area strategica di affari e non il settore? Che differenza c'?
Cos' il raggruppamento strategico? A cosa servono?
Valutazione dell'elasticit di un impianto
Determinazione della capacit produttiva rispetto a quella della domanda
Determinazione della capacit produttiva rispetto alla stagionalit della domanda (con grafico)
Determinazione della capacit produttiva rispetto alle variazioni di domanda nel lungo termine
Settore ASA
Penetrazione del mercato
Che cos' la missione aziendale? Quali sono gli elementi costitutivi?
Strategie del vantaggio competitivo