Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
pp.18-21
Prima di Darwin, i cosiddetti morfologi razionali si consolarono all'idea che le specie non fossero
il risultato della mutazione casuale e della selezione, ma fossero il risultato delle leggi senza tempo
che regolano la forma. I biologi pi fini del diciottesimo e dell'inizio del diciannovesimo secolo,
nel confrontare fra loro le forme viventi, le avevano collocate all'interno dei gruppi gerarchici della
tassonomia linneiana che tuttora utilizziamo anche noi: specie, generi, famiglie, ordini, classi,
phyla, e regni - un ordine naturale e cosmicamente ordinato per gli scienziati dell'epoca, cos come
lo era l'estesa catena di esseri viventi per la Chiesa cattolica.
A causa delle ovvie sovrapposizioni morfologiche, questi scienziati cercarono delle spiegazioni
legittime per giustificare similitudini e differenze. Un'analogia che ci aiuti a comprendere questo
fine si pu derivare pensando ai cristalli, che possono strutturarsi solo in certe forme. I morfologi
razionali, confrontando specie fissate ma assai simili fra loro, trovarono analoghe regolarit:
sicuramente la pinna pettorale di un pesce, le ossa delle ali di una procellaria e le splendenti zampe
di un cavallo erano espressioni dello stesso profondo principio.
Darwin distrusse questo mondo. Le specie non sono fissate nelle caselle di Linneo, ma
evolvono dall'una all'altra. Era la selezione naturale, che agisce su variazioni casuali, e non Dio o
un qualche principio di morfologia razionale, a spiegare 1a somiglianza fra un arto e una pinna di
creature cos meravigliosamente armonizzate con i loro ambienti. Le implicazioni di queste idee,
per come vengono comprese dai biologi oggi, hanno trasformato definitivamente gli esseri umani,
assieme a tutte le altre forme viventi, da opere di un creatore a casualit storiche elaborate
dall'opportunismo dell'evoluzione. Levoluzione e il caso catturato al volo, ha scritto il biologo
Jacques Monod. L'evoluzione assembla e modifica i diversi congegni, l'opinione di Franois
Jacob, il genetista francese che ha condiviso il premio Nobel assieme a Monod. Nella tradizione
giudaico-cristiana, ci siamo abituati a pensare a noi stessi come ad angeli caduti dal cielo. Ma
almeno gli angeli caduti speravano nella redenzione e nella grazia per poter risalire la scala dei
gradi ecclesiali. L'evoluzione ci ha invece lasciati inchiodati alla terra, senz'alcuna scala da salire,
a contemplare il nostro destino come dispositivi inutilmente complessi creati dalla natura.
Per ogni variazione casuale agisce il setaccio della selezione: ecco il nocciolo dell'intera
faccenda. Ecco le sue radici. qui che si trova il senso opprimente della casualit, della contin-
genza storica, di un disegno superiore che si serve dell'eliminazione. Per lo meno la fisica, con i
suoi freddi calcoli, implicava un ordine rigoroso, il senso dell'inevitabile. La biologia arrivata a
somigliare a una scienza del casuale, dell'ad hoc, e noi siamo solo uno dei frutti di questa
contingenza. Se il nastro dovesse suonare nuovamente la stessa musica, mi piace pensare che le
forme degli organismi viventi assumerebbero certamente un aspetto profondamente diverso. E noi
esseri umani, trionfanti, agghindati con abiti variopinti, strombazzanti e convinti dell'importanza
del nostro esserci, non saremmo stati necessari affatto. Con tanti saluti alla nostra presunzione:
possiamo dirci fortunati per il fatto che ci sia concesso di esistere. E tanti saluti anche al paradiso.
Da dove, allora, proviene tutto quest'ordine, questa vita feconda che vedo dalla mia finestra:
ragni concitati che si guadagnano da vivere con le loro tele antesignane del moderno nylon, astuti
coyote che attraversano le sponde del fangoso Rio Grande, pullulante di invisibili insetti. Fin
dall'epoca di Darwin, ci volgiamo a un'unica singola forza, la Selezione Naturale, che potremmo
scrivere con le iniziali maiuscole come se fosse una nuova divinit. Per ogni variazione casuale,
agisce il setaccio della selezione: senza di essa, riteniamo, non ci sarebbe null'altro all'infuori di un
disordine incoerente.
Come sosterr nel mio libro si tratta di un'idea errata, perch, come capiremo fra breve, le scienze
emergenti della complessit incominciano a suggerirci che un tale ordine non casuale, e che
ampie venature di un ordine spontaneo si trovano a portata di mano. Le leggi della complessit
generano spontaneamente buona parte dell'ordine del mondo naturale, ed solo a questo punto che
la selezione entra in gioco, plasmando e rifinendo ulteriormente il mondo. Tali venature di ordine
spontaneo non sono del tutto sconosciute, e tuttavia stanno appena incominciando ad emergere
come nuovi e potenti indizi sulle origini e l'evoluzione della vita. Sappiamo tutti come i sistemi
fisici pi semplici mostrino un ordine spontaneo: una goccia di olio nell'acqua forma una piccola
sfera; i fiocchi di neve presentano una loro evanescente simmetria. Ci che nuovo il fatto che la
gamma di ordine spontaneo enormemente pi grande di ci che avevamo supposto all'inizio.
Stiamo scoprendo un ordine intrinseco anche nei sistemi grandi, complessi e apparentemente
casuali. Credo che quest'ordine emergente stia alla base non solo dell'origine della vita stessa, ma
anche di gran parte dell'ordine che osserviamo oggi in tutti gli organismi. E dello stesso parere
sono anche molti dei miei colleghi che stanno incominciando a scoprire prove collimanti di
quest'ordine che emerge a livello di tutte le specie diverse di sistemi complessi.
L'esistenza di un ordine spontaneo rappresenta una sfida sensazionale alle nostre idee correnti
in fatto di biologia sin dai tempi di Darwin. La maggior parte dei biologi ha creduto per oltre un
secolo che la selezione fosse la sola fonte di ordine nella biologia, che solo lei fosse l'artefice che
modella le forme viventi. Ma se le forme che la selezione sceglie fossero generate da leggi di
complessit, allora vorrebbe dire che la selezione ha sempre avuto accanto una servitrice. Non si
tratta, dopo tutto, dell'unica fonte di ordine, e gli organismi non sono semplicemente degli aggeggi
messi assieme, ma rappresentano l'espressione di leggi naturali pi profonde. Se tutto ci fosse
vero, che drastica revisione delle opinioni di Darwin ci aspetterebbe! Non saremmo pi un
fenomeno casuale, ma diventeremmo un elemento previsto.
La revisione della concezione darwiniana del mondo non sarebbe una cosa semplice. I biologi
non possiedono, per il momento, una cornice concettuale in cui studiare un processo evolutivo che
mescoli fra loro l'auto -organizzazione e la selezione. In che modo funziona la selezione su quei
sistemi che generano gi di per s un ordine spontaneo? La fisica possiede un suo ordine
spontaneo, ma non ha bisogno della selezione. I biologi, consapevoli a livello subliminale di un
simile ordine spontaneo, lo hanno tuttavia ignorato e si sono concentrati quasi interamente sulla
selezione. Senza una cornice che comprenda sia l'auto- organizzazione che la selezione, l'auto-
organizzazione diventata pressoch invisibile, come lo sfondo in un quadro dei
comportamentisti. Con un improvviso spostamento visivo, lo sfondo pu diventare ci che sta in
primo piano e quello che un tempo stava davanti, la selezione, pu trasformarsi in sfondo. Nessuna
di queste vedute sufficiente. La vita e la sua evoluzione sono sempre dipese dal reciproco ab-
braccio dell'ordine spontaneo e dell'abilit della selezione di quell'ordine. Abbiamo bisogno di
disegnare un quadro nuovo.
..
pp. 44- 47
Nei capitoli seguenti indicher i diversi modi in cui la vita potrebbe essersi formata, come
conseguenza naturale delle leggi Iella fisica e della chimica; come la complessit molecolare della
biosfera sia germogliata lungo il confine tra ordine e caos; come l'ordine dell'ontogenesi possa
essere naturale, e come delle leggi generali sui confini del caos possano regolare comunit di
specie coevolventi, di tecnologie e persino di ideologie.
Il limite in equilibrio sull'orlo del caos un posto notevole. E un parente stretto delle recenti
e importanti scoperte di una teoria che i fisici Per Bak, Chao Tang e Kurt Wiesenfeld hanno
chiamato criticit auto-organizzata. In questo caso, l'immagine centrale un cumulo di sabbia su
un tavolo, al quale viene aggiunta, con flusso continuo e lento, altra sabbia. La sabbia si accumula
all'inizio, ma poi incomincia a franare. Ci che si osserva sono molte piccole valanghe e rare
valanghe pi grandi. Se le dimensioni delle valanghe fossero riportate sull'asse x di in normale
sistema di coordinate cartesiane, e il numero delle valanghe di ciascuna dimensione fosse
riportato sull'asse y, otterremmo una curva. Il risultato un rapporto chiamato legge esponenziale.
La forma particolare di questa curva, sulla quale torneremo nei capitoli successivi, ci porta a una
sorprendente considerazione, e cio che granelli di sabbia di una stessa dimensione possono
originare sia valanghe piccole che grandi. Ebbene possiamo dire che in generale si verificheranno
pi valanghe piccole e solamente alcune frane di dimensioni maggiori (questa la natura della
distribuzione di una legge esponenziale), non c' modo di dire se una di esse in particolare sar
insignificante o catastrofica.
Cumuli di sabbia, criticit auto-organizzata, e il confine del caos. Se ho ragione, proprio la
natura stessa della coevoluzione sta nel raggiungere questo confine del caos, una rete di
compromessi dove ciascuna specie prospera nel modo migliore, ma dove nessuna pu sapere se il
suo passo successivo dar origine a un rivoletto o a una frana imponente. In questo mondo pre-
cario le valanghe, piccole o grandi che siano, inesorabilmente fanno saltare il sistema. E i nostri
passi muovono valanghe piccole e grandi, che travolgono altri scalatori sul pendio sottostante. Si
potrebbe addirittura venir travolti da una valanga originata dai nostri stessi passi. Quest'immagine
cattura le caratteristiche essenziali della nuova teoria dell'emergenza che andiamo cercando. In
questa condizione di equilibrio fra l'ordine e il caos, i giocatori non possono predire gli sviluppi
successivi delle loro azioni. E mentre c' una legge nella distribuzione delle dimensioni delle
valanghe che emerge nella condizione di equilibrio, c' in ogni singolo caso un fattore di
imprevedibilit. Poich uno non pu mai sapere se il prossimo passo proprio quello che
provocher la valanga del secolo, allora conviene procedere con attenzione.
In questo mondo in equilibrio, dobbiamo rinunciare alla pretesa di effettuare previsioni a
lungo termine: non possiamo conoscere le effettive conseguenze delle nostre migliori azioni.
Tutto ci che noi giocatori possiamo fare essere saggi per ci che ci riguarda, e non per le
situazioni globali. Tutto ci che possiamo fare, che tutti noi possiamo fare, arrotolare i nostri
calzoni, indossare gli stivali da pioggia e procedere meglio che possiamo. Solo Dio possiede la
saggezza per comprendere la legge finale, il lancio dei dadi quantistici. Solo Dio pu prevedere il
futuro. Noi, miopi dopo 3,5 miliardi di anni di tentativi, non lo possiamo fare. Noi, con tutte le
altre creature, non possiamo prevedere le valanghe e i loro intrecci che siamo noi stessi a
generare. Possiamo agire per il meglio a livello locale. Possiamo accontentarci di questo.
Fin dall'epoca di Bacon, la tradizione occidentale ha sempre considerato la conoscenza come
fonte di potere. Ma via via che la dimensione delle nostre attivit nello spazio e nel tempo
aumentata, giungiamo a capire la portata limitata della nostra conoscenza. Se dovessimo trovare
delle leggi generali, e se queste leggi comportassero il fatto che la biosfera e tutto ci che in essa
coevolve sono analoghi al cumulo di sabbia in equilibrio al confine con il caos, sarebbe opportuno
che ci comportassimo in modo saggio. Siamo entrati in un nuovo millennio. E meglio farlo con
una reverenza rispettosa verso i luoghi mutevoli e imprevedibili che creiamo per i nostri simili.
Siamo tutti a casa nell'universo, posti in una condizione di equilibrio per santificare al meglio la
nostra breve permanenza.