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Da Stuart Kauffman, A casa nelluniverso.

Le leggi del caos e della complessit (1995), Editori


Riuniti 2001,

pp.18-21

Prima di Darwin, i cosiddetti morfologi razionali si consolarono all'idea che le specie non fossero
il risultato della mutazione casuale e della selezione, ma fossero il risultato delle leggi senza tempo
che regolano la forma. I biologi pi fini del diciottesimo e dell'inizio del diciannovesimo secolo,
nel confrontare fra loro le forme viventi, le avevano collocate all'interno dei gruppi gerarchici della
tassonomia linneiana che tuttora utilizziamo anche noi: specie, generi, famiglie, ordini, classi,
phyla, e regni - un ordine naturale e cosmicamente ordinato per gli scienziati dell'epoca, cos come
lo era l'estesa catena di esseri viventi per la Chiesa cattolica.
A causa delle ovvie sovrapposizioni morfologiche, questi scienziati cercarono delle spiegazioni
legittime per giustificare similitudini e differenze. Un'analogia che ci aiuti a comprendere questo
fine si pu derivare pensando ai cristalli, che possono strutturarsi solo in certe forme. I morfologi
razionali, confrontando specie fissate ma assai simili fra loro, trovarono analoghe regolarit:
sicuramente la pinna pettorale di un pesce, le ossa delle ali di una procellaria e le splendenti zampe
di un cavallo erano espressioni dello stesso profondo principio.
Darwin distrusse questo mondo. Le specie non sono fissate nelle caselle di Linneo, ma
evolvono dall'una all'altra. Era la selezione naturale, che agisce su variazioni casuali, e non Dio o
un qualche principio di morfologia razionale, a spiegare 1a somiglianza fra un arto e una pinna di
creature cos meravigliosamente armonizzate con i loro ambienti. Le implicazioni di queste idee,
per come vengono comprese dai biologi oggi, hanno trasformato definitivamente gli esseri umani,
assieme a tutte le altre forme viventi, da opere di un creatore a casualit storiche elaborate
dall'opportunismo dell'evoluzione. Levoluzione e il caso catturato al volo, ha scritto il biologo
Jacques Monod. L'evoluzione assembla e modifica i diversi congegni, l'opinione di Franois
Jacob, il genetista francese che ha condiviso il premio Nobel assieme a Monod. Nella tradizione
giudaico-cristiana, ci siamo abituati a pensare a noi stessi come ad angeli caduti dal cielo. Ma
almeno gli angeli caduti speravano nella redenzione e nella grazia per poter risalire la scala dei
gradi ecclesiali. L'evoluzione ci ha invece lasciati inchiodati alla terra, senz'alcuna scala da salire,
a contemplare il nostro destino come dispositivi inutilmente complessi creati dalla natura.
Per ogni variazione casuale agisce il setaccio della selezione: ecco il nocciolo dell'intera
faccenda. Ecco le sue radici. qui che si trova il senso opprimente della casualit, della contin-
genza storica, di un disegno superiore che si serve dell'eliminazione. Per lo meno la fisica, con i
suoi freddi calcoli, implicava un ordine rigoroso, il senso dell'inevitabile. La biologia arrivata a
somigliare a una scienza del casuale, dell'ad hoc, e noi siamo solo uno dei frutti di questa
contingenza. Se il nastro dovesse suonare nuovamente la stessa musica, mi piace pensare che le
forme degli organismi viventi assumerebbero certamente un aspetto profondamente diverso. E noi
esseri umani, trionfanti, agghindati con abiti variopinti, strombazzanti e convinti dell'importanza
del nostro esserci, non saremmo stati necessari affatto. Con tanti saluti alla nostra presunzione:
possiamo dirci fortunati per il fatto che ci sia concesso di esistere. E tanti saluti anche al paradiso.

Da dove, allora, proviene tutto quest'ordine, questa vita feconda che vedo dalla mia finestra:
ragni concitati che si guadagnano da vivere con le loro tele antesignane del moderno nylon, astuti
coyote che attraversano le sponde del fangoso Rio Grande, pullulante di invisibili insetti. Fin
dall'epoca di Darwin, ci volgiamo a un'unica singola forza, la Selezione Naturale, che potremmo
scrivere con le iniziali maiuscole come se fosse una nuova divinit. Per ogni variazione casuale,
agisce il setaccio della selezione: senza di essa, riteniamo, non ci sarebbe null'altro all'infuori di un
disordine incoerente.
Come sosterr nel mio libro si tratta di un'idea errata, perch, come capiremo fra breve, le scienze
emergenti della complessit incominciano a suggerirci che un tale ordine non casuale, e che
ampie venature di un ordine spontaneo si trovano a portata di mano. Le leggi della complessit
generano spontaneamente buona parte dell'ordine del mondo naturale, ed solo a questo punto che
la selezione entra in gioco, plasmando e rifinendo ulteriormente il mondo. Tali venature di ordine
spontaneo non sono del tutto sconosciute, e tuttavia stanno appena incominciando ad emergere
come nuovi e potenti indizi sulle origini e l'evoluzione della vita. Sappiamo tutti come i sistemi
fisici pi semplici mostrino un ordine spontaneo: una goccia di olio nell'acqua forma una piccola
sfera; i fiocchi di neve presentano una loro evanescente simmetria. Ci che nuovo il fatto che la
gamma di ordine spontaneo enormemente pi grande di ci che avevamo supposto all'inizio.
Stiamo scoprendo un ordine intrinseco anche nei sistemi grandi, complessi e apparentemente
casuali. Credo che quest'ordine emergente stia alla base non solo dell'origine della vita stessa, ma
anche di gran parte dell'ordine che osserviamo oggi in tutti gli organismi. E dello stesso parere
sono anche molti dei miei colleghi che stanno incominciando a scoprire prove collimanti di
quest'ordine che emerge a livello di tutte le specie diverse di sistemi complessi.
L'esistenza di un ordine spontaneo rappresenta una sfida sensazionale alle nostre idee correnti
in fatto di biologia sin dai tempi di Darwin. La maggior parte dei biologi ha creduto per oltre un
secolo che la selezione fosse la sola fonte di ordine nella biologia, che solo lei fosse l'artefice che
modella le forme viventi. Ma se le forme che la selezione sceglie fossero generate da leggi di
complessit, allora vorrebbe dire che la selezione ha sempre avuto accanto una servitrice. Non si
tratta, dopo tutto, dell'unica fonte di ordine, e gli organismi non sono semplicemente degli aggeggi
messi assieme, ma rappresentano l'espressione di leggi naturali pi profonde. Se tutto ci fosse
vero, che drastica revisione delle opinioni di Darwin ci aspetterebbe! Non saremmo pi un
fenomeno casuale, ma diventeremmo un elemento previsto.
La revisione della concezione darwiniana del mondo non sarebbe una cosa semplice. I biologi
non possiedono, per il momento, una cornice concettuale in cui studiare un processo evolutivo che
mescoli fra loro l'auto -organizzazione e la selezione. In che modo funziona la selezione su quei
sistemi che generano gi di per s un ordine spontaneo? La fisica possiede un suo ordine
spontaneo, ma non ha bisogno della selezione. I biologi, consapevoli a livello subliminale di un
simile ordine spontaneo, lo hanno tuttavia ignorato e si sono concentrati quasi interamente sulla
selezione. Senza una cornice che comprenda sia l'auto- organizzazione che la selezione, l'auto-
organizzazione diventata pressoch invisibile, come lo sfondo in un quadro dei
comportamentisti. Con un improvviso spostamento visivo, lo sfondo pu diventare ci che sta in
primo piano e quello che un tempo stava davanti, la selezione, pu trasformarsi in sfondo. Nessuna
di queste vedute sufficiente. La vita e la sua evoluzione sono sempre dipese dal reciproco ab-
braccio dell'ordine spontaneo e dell'abilit della selezione di quell'ordine. Abbiamo bisogno di
disegnare un quadro nuovo.

..

pp. 44- 47

E forse un'idea sorprendente, o forse ottimista e meravigliosa, che gi ora si possa


incominciare a formulare possibili leggi universali che regolino questa unione. Cosa possono
avere in comune le pullulanti molecole che si strutturano in metabolismi complessi e auto-
riproducenti, le cellule che coordinano il proprio comportamento in modo da formare organismi
pluricellulari, gli ecosistemi e addirittura i sistemi economici e politici? Una meravigliosa
possibilit, da prendere almeno all'inizio come ipotesi di lavoro, audace e fragile, che su
numerosi fronti, la vita si evolve verso un regime in equilibrio fra l'ordine e il caos. L'immagine
suggestiva che punta ad avvalorare quest'ipotesi di lavoro : la vita esiste ai confini del caos.
Prendendo a prestito una metafora dalla fisica, la vita pu esistere vicino a una sorta di transizione
di fase. L'acqua si trova in tre fasi diverse: come ghiaccio solido, come acqua liquida e come va-
pore gassoso. Comincia ora a diventare pi evidente che simili concetti possono riferirsi a sistemi
adattativi complessi. Per esempio, vedremo che le reti genomiche che controllano lo sviluppo
dallo zigote all'adulto possono presentarsi sotto forma di tre diversi regimi: uno stato congelato e
ordinato, uno stato gassoso caotico e una sorta di stato liquido nella regione di confine fra l'ordine
e il caos. un'ipotesi accattivante, avvalorata da risultati di tutto rispetto, che sistemi genomici
si trovino nello stato ordinato adiacente alla transizione di fase che porta al caos. Se essi fossero
situati troppo profondamente nello stato congelato e ordinato, sarebbero troppo rigidi per coor-
dinare le complesse sequenze di attivit genetiche necessarie allo sviluppo. Se, al contrario,
fossero troppo sbilanciati verso lo stato di caos gassoso, non sarebbero sufficientemente ordinati.
I sistemi che si trovano nello stato ai confini con il caos - un compromesso fra l'ordine e
l'imprevisto - sono quelli che meglio sono in grado di coordinare attivit complesse, e allo stesso
tempo di evolversi. un'ipotesi molto attraente che la selezione naturale dia vita a sistemi
regolatori genetici proprio vicino al limite oltre il quale si trova il caos. Gran parte di questo libro
verr dedicata ad esplorare questo argomento.
L'evoluzione una storia di organismi che si adattano mediante cambiamenti genetici,
cercando il modo di migliorare la propria idoneit. I biologi hanno cullato per lungo tempo im-
magini di paesaggi caratterizzati dall'idoneit, dove i picchi rappresentano l'adattabilit migliore,
e le popolazioni vagano sotto l'impulso di mutazioni, di selezioni, e della deriva casuale attraverso
il paesaggio alla ricerca di condizioni ottimali, ma forse senza mai ottenerle. L'idea di picchi di
idoneit pu essere applicata a diversi livelli. Ad esempio, pu riferirsi alla capacit di una
molecola proteica di catalizzare una data reazione chimica. In questo caso, i picchi del paesaggio
corrispondono a quegli enzimi che meglio svolgono la funzione di catalizzatore in questa
reazione, rispetto alle proteine che li circondano -quelli delle regioni pianeggianti, o peggio
ancora, quelli dei picchi negativi. I picchi di idoneit possono anche riferirsi all'idoneit di interi
organismi. In questo caso pi complesso, un organismo con un dato insieme di tratti pi idoneo
- produce cio un picco massimo nel grafico - rispetto a tutte le sue varianti affini; cio, in parole
povere, il p adatto a generare una discendenza.
Scopriremo in questo libro che, sia che si parli di organismi, che di sistemi economici, i
processi adattativi dei grafici di idoneit dotati di molti picchi sono sorprendentemente regolati da
leggi generali. Queste leggi generali possono spiegare fenomeni che vanno dallesplosione
cambriana nell'evoluzione biologica, all'evoluzione tecnologica, in cui impressionanti mutamenti
si producono rapidamente per poi lasciar spazio ad aggiustamenti di minor conto. Il tema dei
confini del caos emerge anche in qualit di legge generale potenziale. Salendo verso la sommit
dei picchi di idoneit, le popolazioni in fase di adattamento che risultano troppo metodiche o
timide nelle loro esplorazioni sono verosimilmente destinate a rimanere intrappolate ai piedi di un
picco, nella convinzione di aver invece raggiunto le massime vette possibili. Ma anche una ricerca
che abbia un raggio d'azione troppo ampio a sua volta destinata a fallire. La miglior
esplorazione di uno spazio evolutivo si verifica in una sorta di transizione di fase tra ordine e
disordine, quando le popolazioni incominciano ad allontanarsi dai picchi locali su cui erano
fissate, e rifluiscono lungo i pendii verso regioni distanti in cui trovare condizioni di idoneit
migliori.
L'immagine del confine del caos compare a sua volta quando si parla di co-evoluzione poich,
mentre ci evolviamo, lo stesso accade a coloro che sono in competizione con noi: per rimanere
idonei, dobbiamo adattarci al loro processo di adattamento. Nei sistemi che coevolvono, ciascun
partner si arrampica nel proprio paesaggio di idoneit verso cime in costante movimento,
deformate dai movimenti adattativi dei partner in coevoluzione. Sorprendentemente, anche i
sistemi che coevolvono possono avere un comportamento ordinato, uno caotico e uno di
transizione. E quasi inquietante che tali sistemi sembrino coevolvere verso una condizione al
limite del caos. Come se fosse guidata da una mano invisibile, ciascuna specie adattativa agisce
perseguendo un proprio interesse egoistico, eppure l'intero sistema sembra magicamente evolversi
verso un equilibrio dove, in media, ciascuno fa il meglio che ci si potrebbe aspettare. Tuttavia,
come in molti dei sistemi dinamici che studieremo in questo libro, alla fine, nonostante i suoi
sforzi, ciascun sistema viene guidato verso l'estinzione dal comportamento collettivo dell'intero
sistema.
Come vedremo, l'evoluzione tecnologica pu essere regolata da leggi simili a quelle che
regolano l'evoluzione chimica prebiotica e la co-evoluzione adattatva. L'origine della vita, una
volta raggiunta una soglia di diversit chimica, segue la stessa logica della teoria secondo la quale
una volta raggiunta una soglia di diversificazione dei beni e dei servizi si ha un boom economico.
Al di sopra di una diversit critica, nuove specie molecolari, o beni e servizi, forniscono le nicchie
per ulteriori nuove specie che vengono risvegliate all'esistenza in un'esplosione di possibilit.
Come accade con i sistemi coevolutivi, i sistemi economici collegano fra loro le attivit
egoistiche di agenti pi o meno miopi. Gli spostamenti adattativi nell'evoluzione biologica e
tecnologica guidano valanghe di speciazione e di estinzione. In entrambi i casi, come per azione
di una mano invisibile, il sistema pu regolarsi al confine del caos, dove tutti gli attori se la
cavano il meglio possibile, ma alla fine abbandonano il palcoscenico.
Il confine del caos pu anche aiutarci a comprendere in modo profondo e nuovo la logica della
democrazia. Abbiamo elevato la democrazia a nostra religione secolare; ne sosteniamo la morale
e le basi razionali, e basiamo la nostra vita su di essa. Speriamo che la nostra eredit di
democrazia diffonder la libert su tutta la Terra. E nei capitoli seguenti scopriremo nuovi e
sorprendenti motivi per credere nella superiorit pratica della democrazia proprio grazie alla sua
capacit di risolvere problemi estremamente difficili, caratterizzati da reti intrecciate di interessi
conflittuali. I popoli si organizzano in comunit, ciascuna delle quali si comporta in modo da
trarre vantaggio dal proprio agire, cercando difficili compromessi tra interessi contrastanti.
Questo processo apparentemente casuale esibisce un regime ordinato dove si trovano con grande
facilit compromessi scadenti, un regime caotico in cui nessun compromesso viene mai raggiunto,
e una transizione di fase in cui i compromessi vengono raggiunti, ma non rapidamente. I migliori
compromessi sembrano quelli che si verificano nella transizione di fase fra l'ordine e il caos.
Troveremo cos alcuni motivi per ritenere che una societ pluralistica sia il disegno naturale di un
compromesso adattativo. La democrazia pu essere in linea di massima il processo migliore per
risolvere complessi problemi di una complessa societ in evoluzione, per trovare i picchi nel
paesaggio della coevoluzione dove, in media, ognuno ha una possibilit di prosperare.

Saggezza, non potere

Nei capitoli seguenti indicher i diversi modi in cui la vita potrebbe essersi formata, come
conseguenza naturale delle leggi Iella fisica e della chimica; come la complessit molecolare della
biosfera sia germogliata lungo il confine tra ordine e caos; come l'ordine dell'ontogenesi possa
essere naturale, e come delle leggi generali sui confini del caos possano regolare comunit di
specie coevolventi, di tecnologie e persino di ideologie.
Il limite in equilibrio sull'orlo del caos un posto notevole. E un parente stretto delle recenti
e importanti scoperte di una teoria che i fisici Per Bak, Chao Tang e Kurt Wiesenfeld hanno
chiamato criticit auto-organizzata. In questo caso, l'immagine centrale un cumulo di sabbia su
un tavolo, al quale viene aggiunta, con flusso continuo e lento, altra sabbia. La sabbia si accumula
all'inizio, ma poi incomincia a franare. Ci che si osserva sono molte piccole valanghe e rare
valanghe pi grandi. Se le dimensioni delle valanghe fossero riportate sull'asse x di in normale
sistema di coordinate cartesiane, e il numero delle valanghe di ciascuna dimensione fosse
riportato sull'asse y, otterremmo una curva. Il risultato un rapporto chiamato legge esponenziale.
La forma particolare di questa curva, sulla quale torneremo nei capitoli successivi, ci porta a una
sorprendente considerazione, e cio che granelli di sabbia di una stessa dimensione possono
originare sia valanghe piccole che grandi. Ebbene possiamo dire che in generale si verificheranno
pi valanghe piccole e solamente alcune frane di dimensioni maggiori (questa la natura della
distribuzione di una legge esponenziale), non c' modo di dire se una di esse in particolare sar
insignificante o catastrofica.
Cumuli di sabbia, criticit auto-organizzata, e il confine del caos. Se ho ragione, proprio la
natura stessa della coevoluzione sta nel raggiungere questo confine del caos, una rete di
compromessi dove ciascuna specie prospera nel modo migliore, ma dove nessuna pu sapere se il
suo passo successivo dar origine a un rivoletto o a una frana imponente. In questo mondo pre-
cario le valanghe, piccole o grandi che siano, inesorabilmente fanno saltare il sistema. E i nostri
passi muovono valanghe piccole e grandi, che travolgono altri scalatori sul pendio sottostante. Si
potrebbe addirittura venir travolti da una valanga originata dai nostri stessi passi. Quest'immagine
cattura le caratteristiche essenziali della nuova teoria dell'emergenza che andiamo cercando. In
questa condizione di equilibrio fra l'ordine e il caos, i giocatori non possono predire gli sviluppi
successivi delle loro azioni. E mentre c' una legge nella distribuzione delle dimensioni delle
valanghe che emerge nella condizione di equilibrio, c' in ogni singolo caso un fattore di
imprevedibilit. Poich uno non pu mai sapere se il prossimo passo proprio quello che
provocher la valanga del secolo, allora conviene procedere con attenzione.
In questo mondo in equilibrio, dobbiamo rinunciare alla pretesa di effettuare previsioni a
lungo termine: non possiamo conoscere le effettive conseguenze delle nostre migliori azioni.
Tutto ci che noi giocatori possiamo fare essere saggi per ci che ci riguarda, e non per le
situazioni globali. Tutto ci che possiamo fare, che tutti noi possiamo fare, arrotolare i nostri
calzoni, indossare gli stivali da pioggia e procedere meglio che possiamo. Solo Dio possiede la
saggezza per comprendere la legge finale, il lancio dei dadi quantistici. Solo Dio pu prevedere il
futuro. Noi, miopi dopo 3,5 miliardi di anni di tentativi, non lo possiamo fare. Noi, con tutte le
altre creature, non possiamo prevedere le valanghe e i loro intrecci che siamo noi stessi a
generare. Possiamo agire per il meglio a livello locale. Possiamo accontentarci di questo.
Fin dall'epoca di Bacon, la tradizione occidentale ha sempre considerato la conoscenza come
fonte di potere. Ma via via che la dimensione delle nostre attivit nello spazio e nel tempo
aumentata, giungiamo a capire la portata limitata della nostra conoscenza. Se dovessimo trovare
delle leggi generali, e se queste leggi comportassero il fatto che la biosfera e tutto ci che in essa
coevolve sono analoghi al cumulo di sabbia in equilibrio al confine con il caos, sarebbe opportuno
che ci comportassimo in modo saggio. Siamo entrati in un nuovo millennio. E meglio farlo con
una reverenza rispettosa verso i luoghi mutevoli e imprevedibili che creiamo per i nostri simili.
Siamo tutti a casa nell'universo, posti in una condizione di equilibrio per santificare al meglio la
nostra breve permanenza.

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