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FISIOTERAPIA MEDICA
STUDI E RICERCHE S.R.L.
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
INDICE
PARTE GENERALE3
1. DEFINIZIONI .......................................................................................................... 4
2. La Societ ................................................................................................................. 5
3. Il decreto legislativo 231/01 ..................................................................................... 5
4. Natura della responsabilit ..................................................................... ......... 7
5. Autori del reato: soggetti in posizione apicale e soggetti sottoposti all'altrui direzione . 7
6. Le fattispecie di reato previste dal decreto 231................................................................ 8
7. Le sanzioni ....................................................................................................................... 14
8. Delitti tentati......................................................................................................................... 16
9. Linteresse o il vantaggio per le societ ........................................................................... 16
10. Lesonero della responsabilit .......................................................................................... 17
11. Sindacato di idoneit............................................................................................................. 19
12. Vicende modificative dell'Ente............................................................................................. 19
13. Reati commessi all'estero...................................................................................................... 21
14. Procedimento di accertamento dell'illecito........................................................................... 22
15. Il modello di organizzazione, gestione e controllo................................................... 22
16. Organigramma .................................................................................................................. 26
17. Principi generali di comportamento ................................................................................. 26
18. Sistema disciplinare ................................................................................................. 29
19. Funzione del sistema disciplinare ..................................................................................... 30
20. Misure nei confronti di dipendenti ................................................................................... 30
Dirigenti .. 30
Quadri, impiegati ed operai 31
21. Violazioni del Modello..................................................................................................... 32
22. Misure nei confronti dei Consulenti e dei Partner ........................................................... 33
23. Codice etico (rinvio) ................................................................................................ 33
24. Organismo di vigilanza ............................................................................................ 34
25. Composizione dellorganismo di vigilanza.............................................................. 34
26. Compiti e poteri dellorganismo di vigilanza................................................................... 35
27. Flussi Informativi ............................................................................................................. 37
28. Comunicazioni nei confronti degli organi societari ......................................................... 37
29. Flussi informativi verso lOdV ........................................................................................ 37
30. Raccolta e conservazione delle informazioni................................................................... 38
31. I reati applicabili ...................................................................................................... 39
32. Le parti speciali ........................................................................................................ 47
33. Funzione delle Parti Speciali............................................................................................ 48
34. Criteri adottati per la valutazione dei reati ....................................................................... 49
ALLEGATO I
ORGANIGRAMMA
ALLEGATO II
CODICE ETICO
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PARTE GENERALE
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1. DEFINIZIONI
Codice Etico: Codice di comportamento che una Societ adotta nello svolgimento delle
sue attivit e al quale si devono ispirare tutti coloro che operano all'interno della compagine
societaria; il Codice assume quali principi ispiratori i valori di correttezza, riservatezza e il
rispetto delle normative;
D. Lgs. 231: il Decreto Legislativo dell8 giugno 2001 n. 231, recante Disciplina della
responsabilit amministrativa delle persone giuridiche, delle societ e delle associazioni
anche prive di personalit giuridica, a norma dellarticolo 11 della legge 29 settembre 2000,
n. 300, e successive modifiche ed integrazioni;
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2. LA SOCIETA'
Fisioterapia Medica Studi e Ricerche s.r.l. una struttura medico-fisioterapica che opera nel
settore della rieducazione funzionale ortopedica, traumatologica e reumatica. La societ
convenzionata con il S.S.N. dal 1980 ed attualmente accreditata. Il Centro si avvale di tecnologie
sofisticate e personale qualificato in continua formazione, in grado di fornire le pi moderne
tecniche di riabilitazione per patologie ortopediche e post reumatiche.
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La responsabilit amministrativa delle societ AUTONOMA rispetto alla responsabilit penale della
persona fisica che ha commesso il reato e si affianca a questultima. Tale ampliamento di
responsabilit mira sostanzialmente a coinvolgere nella punizione di determinati reati il patrimonio
delle societ e, in ultima analisi, gli interessi economici dei soci, i quali, fino allentrata in vigore del
decreto in esame, non pativano conseguenze dirette dalla realizzazione di reati commessi,
nellinteresse o a vantaggio della propria societ, da amministratori e/o dipendenti.
Il D. Lgs. 231/2001 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 giugno 2001 n. 140), innova
lordinamento giuridico italiano in quanto alle societ sono ora applicabili, in via diretta e autonoma,
sanzioni di natura sia pecuniaria che interditiva in relazione a reati ascritti a soggetti funzionalmente
legati alla societ ai sensi dellart. 5 del decreto.
LArt. 5, comma 1, del D. Lgs. 231/2001, prevede: Responsabilit dellente L'ente responsabile
per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio: a) da persone che rivestono funzioni di
rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente o di una sua unit organizzativa dotata
di autonomia finanziaria e funzionale nonch da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione
e il controllo dello stesso; b) da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti
di cui alla lettera a).
La responsabilit amministrativa della societ , tuttavia, esclusa se la societ ha, tra laltro, adottato
ed efficacemente attuato, prima della commissione dei reati, modelli di organizzazione, gestione e
controllo idonei a prevenire i reati stessi; tali modelli possono essere adottati sulla base di codici di
comportamento (linee guida) elaborati dalle associazioni rappresentative delle societ, fra le quali
Confindustria, e comunicati al Ministero della Giustizia.
Per la redazione del presente modello, infatti, si sono seguite le Linee guida per la costruzione dei
modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. n. 231/2001 di Confindustria, diffuse in
data 7 marzo 2002, integrate in data 3 ottobre 2002 con appendice relativa ai c.d. reati societari
(introdotti nel D. Lgs. 231/2001 con il D. Lgs. n. 61/2002) ed aggiornate, da ultimo, a marzo 2014
con le ultime novit legislative e con le nuove fattispecie di reato introdotte nel decreto lgs 231/2001.
La responsabilit amministrativa della societ , in ogni caso, esclusa se i soggetti apicali e/o i loro
sottoposti hanno agito nellinteresse esclusivo proprio o di terzi.
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Con riferimento alla natura della responsabilit amministrativa ex D. Lgs. 231/2001, la Relazione
illustrativa al decreto sottolinea la nascita di un tertium genus che coniuga i tratti essenziali del
sistema penale e di quello amministrativo nel tentativo di contemperare le ragioni dellefficacia
preventiva con quelle, ancor pi ineludibili, della massima garanzia.
Il D. Lgs. 231/2001 ha, infatti, introdotto nel nostro ordinamento una forma di responsabilit delle
societ di tipo amministrativo in ossequio al dettato dellart. 27 della nostra Costituzione ma
con numerosi punti di contatto con una responsabilit di tipo penale.
In tal senso si vedano tra i pi significativi gli artt. 2, 8 e 34 del D. Lgs. 231/2001 ove il primo
riafferma il principio di legalit tipico del diritto penale; il secondo afferma lautonomia della
responsabilit dellente rispetto allaccertamento della responsabilit della persona fisica autrice della
condotta criminosa; il terzo prevede la circostanza che tale responsabilit, dipendente dalla
commissione di un reato, venga accertata nellambito di un procedimento penale e sia, pertanto,
assistita dalle garanzie proprie del processo penale. Si consideri, inoltre, il carattere afflittivo delle
sanzioni applicabili alla societ.
Come sopra anticipato, secondo il D. Lgs. 231/2001, la societ responsabile per i reati commessi
nel suo interesse o a suo vantaggio:
da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dellente
o di una sua unit organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonch da persone che
esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dellente stesso (i sopra definiti soggetti in
posizione apicale o apicali; art. 5, comma 1, lett. a), del D. Lgs. 231/2001);
da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti apicali (i c.d. soggetti
sottoposti allaltrui direzione; art. 5, comma 1, lett. b), del D. Lgs. 231/2001).
opportuno, altres, ribadire che la societ non risponde, per espressa previsione legislativa (art. 5,
comma 2, del D. Lgs. 231/2001), se le persone su indicate hanno agito nellinteresse esclusivo proprio
o di terzi, cos come stabilito dallArt. 5, comma 2, del D. Lgs. 231/2001: Responsabilit dellente
Lente non risponde se le persone indicate nel comma 1 hanno agito nell'interesse esclusivo
proprio o di terzi.
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In base al D. Lgs. n. 231/2001, lente pu essere ritenuto responsabile soltanto per i reati
espressamente richiamati dagli artt. 24, 25, 25-bis, 25-ter, 25-quater, 25-quinquies, 25sexies e 25-
septies del D. Lgs. n. 231/2001, se commessi nel suo interesse o a suo vantaggio dai soggetti
qualificati ex art. 5, comma 1, del Decreto stesso o nel caso di specifiche previsioni legali che al
Decreto facciano rinvio, come nel caso dellart. 10 della legge n. 146/2006.
La Relazione illustrativa al D. Lgs. 231/2001, nella parte relativa allart. 5, comma 2, D. Lgs.
231/2001, afferma: Il secondo comma dellarticolo 5 dello schema mutua dalla lett. e) della delega
la clausola di chiusura ed esclude la responsabilit dellente quando le persone fisiche (siano esse
apici o sottoposti) abbiano agito nellinteresse esclusivo proprio o di terzi. La norma stigmatizza il
caso di rottura dello schema di immedesimazione organica; si riferisce cio alle ipotesi in cui il
reato della persona fisica non sia in alcun modo riconducibile allente perch non realizzato neppure
in parte nellinteresse di questo. E si noti che, ove risulti per tal via la manifesta estraneit della
persona morale, il giudice non dovr neanche verificare se la persona morale abbia per caso tratto
un vantaggio (la previsione opera dunque in deroga al primo comma).
Le fattispecie possono essere comprese, per comodit espositiva, nelle seguenti categorie:
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2. Delitti informatici e trattamento illecito di dati (art. 24-bis) [introdotto dalla L. 48/08 art. 7]
Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p.)
Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art.
615-quater c.p.)
Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o
interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615-quinquies c.p.)
Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o
telematiche (art. 617-quater c.p.)
Installazione di apparecchiature per intercettare, impedire od interrompere comunicazioni
informatiche o telematiche (art. 617-quinquies c.p.)
Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.)
Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da
altro ente pubblico o comunque di pubblica utilit (art. 635-ter c.p.)
Danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater c.p.)
Danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilit (art. 635-quinquies
c.p.)
Frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica (art.
640-quinquies c.p.)
3. Delitti di criminalit organizzata (art. 24-ter) [introdotto dalla L. 94/09, art. 2, co. 29]
Associazione per delinquere finalizzata alla riduzione o al mantenimento in schiavit, alla
tratta di persone, allacquisto e allalienazione di schiavi ed ai reati concernenti le
violazioni delle disposizioni sullimmigrazione clandestina di cui allart. 12 del D. Lgs.
286/98 (art. 416 .)
Associazione per delinquere (art. 416 c.p.)
Associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.)
Scambio elettorale politico- mafioso (art. 416-ter c.p.)
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5. Delitti contro lindustria ed il commercio (art. 25-bis 1) [introdotto dalla L. 99/09, art.15]
Turbata libert dellindustria e del commercio (art. 513 c.p.)
Illecita concorrenza con minaccia o violenza (art. 513-bis c.p.)
Frodi contro le industrie nazionali (art. 514 c.p.)
Frode nellesercizio del commercio (art. 515 c.p.)
Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.)
Vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.)
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7. Delitti con finalit di terrorismo o di eversione dellordine democratico (art. 25 quater D. Lgs.
n. 231/2001, introdotto dallart. 3 della legge 14 gennaio 2003, n. 7). Si tratta dei delitti aventi
finalit di terrorismo o di eversione dellordine democratico, previsti dal codice penale e dalle
leggi speciali, nonch dei delitti, diversi da quelli sopra indicati, che siano comunque stati
posti in essere in violazione di quanto previsto dallarticolo 2 della Convenzione
internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo fatta a New York il 9
dicembre 1999). Tale Convenzione, punisce chiunque, illegalmente e dolosamente, fornisce
o raccoglie fondi sapendo che gli stessi saranno, anche parzialmente, utilizzati per compiere:
(i) atti diretti a causare la morte - o gravi lesioni - di civili, quando lazione sia finalizzata ad
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8. Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili (art. 25 quater-1) [introdotto dalla L.
7/06, art. 8]. Si riferisce alle condotte di cui all'art. 583 bis del codice penale
9. Delitti contro la personalit individuale (art. 25-quinquies) [introdotto dalla L. 228/03, art. 5]
Riduzione o mantenimento in schiavit o in servit (art. 600 c.p.)
Prostituzione minorile (art. 600-bis c.p.)
Pornografia minorile (art. 600-ter c.p.)
Detenzione di materiale pornografico (art. 600-quater c.p.)
Pornografia virtuale (art. 600 quater)
Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600-quinquies
c.p.)
Adescamento di minorenni (art. 609 undecies c.p.)
Tratta di persone (art. 601 c.p.)
Acquisto e alienazione di schiavi (art. 602 c.p.)
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11. Delitti commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela delligiene e
della salute sul lavoro (art. 25 septies) [introdotto dalla L. 123/07, art. 9]
Omicidio colposo (art. 589 c.p.)
Lesioni personali colpose (art. 590 co. 3 c.p.)
12. Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilit di provenienza illecita (art. 25-
octies) [introdotto dal D. Lgs. 231/07, art. 63 co. 3].
Ricettazione (art. 648 c.p.)
Riciclaggio (art. 648-bis c.p.)
Impiego di denaro, beni o utilit di provenienza illecita (art. 648-ter c.p.)
Autoriciclaggio (art. 648 ter c.p.)
13. Delitti in materia di violazione del diritto dautore (art. 25-novies) [introdotto dalla L. 99/09,
art. 15]
Protezione del diritto dautore e di altri diritti connessi al suo esercizio (art. 171 co 1 lett
a-bis), art. 171 co 3, art. 171 bis, art. 171 ter, art. 171 septies, art. 171 octies Legge
22/04/1941 n. 633)
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16. Attuazione della direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e
conseguenti sanzioni (D.Lgs. 202/2007 Artt. 8 - 9)
Le categorie sopra elencate sono destinate ad aumentare ancora, a breve, anche per la tendenza
legislativa ad estendere la responsabilit amministrativa di cui al Decreto, anche in adeguamento ad
obblighi di natura internazionale e comunitaria, ai reati in materia di ambiente.
7. LE SANZIONI
Sono previste dagli artt. 9 - 23 del D. Lgs. 231/2001 a carico della societ in conseguenza della
commissione o tentata commissione dei reati sopra menzionati le seguenti sanzioni:
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sanzioni interdittive (applicabili anche quale misura cautelare) di durata non inferiore a tre
mesi e non superiore a due anni (con la precisazione che, ai sensi dellart. 14, comma 1, D.
Lgs. 231/2001, Le sanzioni interdittive hanno ad oggetto la specifica attivit alla quale si
riferisce lillecito dellente) che, a loro volta, possono consistere in:
o interdizione dallesercizio dellattivit;
o sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla
commissione dellillecito;
o divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere le
prestazioni di un pubblico servizio;
o esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e leventuale revoca di
quelli concessi;
o divieto di pubblicizzare beni o servizi;
La sanzione pecuniaria determinata dal giudice penale attraverso un sistema basato su quote in
numero non inferiore a cento e non superiore a mille e di importo variabile fra un minimo di Euro
258,22 a un massimo di Euro 1549,37. Nella commisurazione della sanzione pecuniaria il giudice
determina:
il numero delle quote, tenendo conto della gravit del fatto, del grado della responsabilit della
societ nonch dellattivit svolta per eliminare o attenuare le conseguenze del fatto e per prevenire
la commissione di ulteriori illeciti;
limporto della singola quota, sulla base delle condizioni economiche e patrimoniali della societ.
Le sanzioni interdittive, di cui allart. 13, comma 1, lettere a) e b) D. Lgs. 231/2001, si applicano in
relazione ai soli reati per i quali siano espressamente previste (si tratta in particolare di: reati contro
la pubblica amministrazione, taluni reati contro la fede pubblica quali la falsit in monete, delitti in
materia di terrorismo e di eversione dellordine democratico, delitti contro la personalit individuale,
reati in materia di sicurezza e salute sul lavoro, nonch di reati transnazionali) e purch ricorra almeno
una delle seguenti condizioni:
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a) la societ ha tratto dalla consumazione del reato un profitto di rilevante entit e il reato stato
commesso da soggetti in posizione apicale ovvero da soggetti sottoposti allaltrui direzione quando,
in tale ultimo caso, la commissione del reato stata determinata o agevolata da gravi carenze
organizzative;
b) in caso di reiterazione degli illeciti. A tale proposito, si veda anche lart. 20 D. Lgs. 231/2001, ai
sensi del quale Si ha reiterazione quando lente, gi condannato in via definitiva almeno una volta
per un illecito dipendente da reato, ne commette un altro nei cinque anni successivi alla condanna
definitiva.
Il giudice determina il tipo e la durata della sanzione interdittiva tenendo conto dellidoneit delle
singole sanzioni a prevenire illeciti del tipo di quello commesso e, se necessario, pu applicarle
congiuntamente (art. 14, comma 1 e comma 3, D. Lgs. 231/2001).
Le sanzioni dellinterdizione dallesercizio dellattivit, del divieto di contrattare con la pubblica
amministrazione e del divieto di pubblicizzare beni o servizi possono essere applicate - nei casi pi
gravi - in via definitiva. Si segnala, inoltre, la possibile prosecuzione dellattivit della societ (in
luogo dellirrogazione della sanzione) da parte di un commissario nominato dal giudice ai sensi e alle
condizioni di cui allart. 15 del D. Lgs. 231/2001.
8. DELITTI TENTATI
Nelle ipotesi di commissione, nelle forme del tentativo, dei delitti sanzionati sulla base del D. Lgs.
231/2001, le sanzioni pecuniarie (in termini di importo) e le sanzioni interdittive (in termini di durata)
sono ridotte da un terzo alla met.
E esclusa lirrogazione di sanzioni nei casi in cui lente impedisca volontariamente il compimento
dellazione o la realizzazione dellevento (art. 26 D. Lgs. 231/2001). Lesclusione di sanzioni si
giustifica, in tal caso, in forza dellinterruzione di ogni rapporto di immedesimazione tra ente e
soggetti che assumono di agire in suo nome e per suo conto
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Sul significato dei termini interesse e vantaggio, la Relazione governativa che accompagna il
decreto attribuisce al primo una valenza soggettiva, riferita cio alla volont dellautore (persona
fisica) materiale del reato (questi deve essersi attivato avendo come fine della sua azione la
realizzazione di uno specifico interesse dellente), mentre al secondo una valenza di tipo oggettivo
riferita quindi ai risultati effettivi della sua condotta (il riferimento ai casi in cui lautore del reato,
pur non avendo direttamente di mira un interesse dellente, realizza comunque un vantaggio in suo
favore).
Sempre la Relazione, infine suggerisce che lindagine sulla sussistenza del primo requisito (linteresse)
richiede una verifica ex ante, viceversa quella sul vantaggio che pu essere tratto dallente anche
quando la persona fisica non abbia agito nel suo interesse, richiede sempre una verifica ex post
dovendosi valutare solo il risultato della condotta criminosa.
Per quanto riguarda la natura di entrambi i requisiti, non necessario che linteresse o il vantaggio
abbiano un contenuto economico.
Con il comma 2 dellart. 5 del D.Lgs 231 sopra citato, si delimita il tipo di responsabilit escludendo
i casi nei quali il reato, pur rivelatosi vantaggioso per lente stato commesso dal soggetto
perseguendo esclusivamente il proprio interesse o quello di soggetti terzi. La norma va letta in
combinazione con quella dellart. 12, primo comma, lett. a), ove si stabilisce unattenuazione della
sanzione pecuniaria per il caso in cui lautore del reato ha commesso il fatto nel prevalente interesse
proprio o di terzi e lente non ne ha ricavato vantaggio o ne ha ricevuto vantaggio minimo. Se, quindi
il soggetto ha agito perseguendo sia linteresse proprio che quello dellente, lente sar passibile di
sanzione. Ove risulti prevalente linteresse dellagente rispetto a quello dellente, sar possibile
unattenuazione della sanzione stessa a condizione, per, che lente non abbia tratto vantaggio o abbia
tratto vantaggio minimo dalla commissione dellillecito; nel caso in cui infine si accerti che il soggetto
ha perseguito esclusivamente un interesse personale o di terzi, lente non sar responsabile affatto, a
prescindere dal vantaggio eventualmente acquisito.
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Laccertamento della responsabilit della societ, attribuito al giudice penale, avviene mediante:
la verifica della sussistenza del reato presupposto per la responsabilit della societ; e
il sindacato di idoneit sui modelli organizzativi adottati.
Il sindacato del giudice circa lastratta idoneit del modello organizzativo a prevenire i reati di cui al
D. Lgs. 231/2001 condotto secondo il criterio della c.d. prognosi postuma.
Il giudizio di idoneit va formulato secondo un criterio sostanzialmente ex ante per cui il giudice
si colloca, idealmente, nella realt aziendale nel momento in cui si verificato lillecito per
saggiare la congruenza del modello adottato. In altre parole, va giudicato idoneo a prevenire i
reati il modello organizzativo che, prima della commissione del reato, potesse e dovesse essere
ritenuto tale da azzerare o, almeno, minimizzare, con ragionevole certezza, il rischio della
commissione del reato successivamente verificatosi.
Il D. Lgs. 231/2001 disciplina il regime della responsabilit patrimoniale dellente anche in relazione
alle vicende modificative dellente quali la trasformazione, la fusione, la scissione e la cessione
dazienda.
Secondo lart. 27, comma 1, del D. Lgs. 231/2001, risponde dellobbligazione per il pagamento della
sanzione pecuniaria lente con il suo patrimonio o con il fondo comune, laddove la nozione di
patrimonio deve essere riferita alle societ e agli enti con personalit giuridica, mentre la nozione di
fondo comune concerne le associazioni non riconosciute. La disposizione in esame rende esplicita
la volont del Legislatore di individuare una responsabilit dellente autonoma rispetto non solo a
quella dellautore del reato (si veda, a tale proposito, lart. 8 del D. Lgs. 231/2001) ma anche rispetto
ai singoli membri della compagine sociale.
Gli artt. 28-33 del D. Lgs. 231/2001 regolano lincidenza sulla responsabilit dellente delle vicende
modificative connesse a operazioni di trasformazione, fusione, scissione e cessione di azienda. Il
Legislatore ha tenuto conto di due esigenze contrapposte:
da un lato, evitare che tali operazioni possano costituire uno strumento per eludere agevolmente la
responsabilit amministrativa dellente;
dallaltro, non penalizzare interventi di riorganizzazione privi di intenti elusivi. La Relazione
illustrativa al D. Lgs. 231/2001 afferma Il criterio di massima al riguardo seguito stato quello di
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regolare la sorte delle sanzioni pecuniarie conformemente ai principi dettati dal codice civile in
ordine alla generalit degli altri debiti dellente originario, mantenendo, per converso, il
collegamento delle sanzioni interdittive con il ramo di attivit nel cui ambito stato commesso il
reato.
In caso di trasformazione, lart. 28 del D. Lgs. 231/2001 prevede (in coerenza con la natura di tale
istituto che implica un semplice mutamento del tipo di societ, senza determinare lestinzione del
soggetto giuridico originario) che resta ferma la responsabilit dellente per i reati commessi
anteriormente alla data in cui la trasformazione ha avuto effetto.
In caso di fusione, lente che risulta dalla fusione (anche per incorporazione) risponde dei reati di
cui erano responsabili gli enti partecipanti alla fusione (art. 29 del D. Lgs. 231/2001). Lente risultante
dalla fusione, infatti, assume tutti i diritti e obblighi delle societ partecipanti alloperazione (art.
2504-bis, primo comma, c.c.) e, facendo proprie le attivit aziendali, accorpa altres quelle nel cui
ambito sono stati posti in essere i reati di cui le societ partecipanti alla fusione avrebbero dovuto
rispondere.
Lart. 30 del D. Lgs. 231/2001 prevede che, nel caso di scissione parziale, la societ scissa rimane
responsabile per i reati commessi anteriormente alla data in cui la scissione ha avuto effetto.
Gli enti beneficiari della scissione (sia totale che parziale) sono solidalmente obbligati al pagamento
delle sanzioni pecuniarie dovute dallente scisso per i reati commessi anteriormente alla data in cui
la scissione ha avuto effetto, nel limite del valore effettivo del patrimonio netto trasferito al singolo
ente.
Tale limite non si applica alle societ beneficiarie, alle quali risulta devoluto, anche solo in parte, il
ramo di attivit nel cui ambito stato commesso il reato.
Le sanzioni interdittive relative ai reati commessi anteriormente alla data in cui la scissione ha avuto
effetto si applicano agli enti cui rimasto o stato trasferito, anche in parte, il ramo di attivit
nellambito del quale il reato stato commesso.
Lart. 31 del D. Lgs. 231/2001 prevede disposizioni comuni alla fusione e alla scissione, concernenti
la determinazione delle sanzioni nelleventualit che tali operazioni straordinarie siano intervenute
prima della conclusione del giudizio. Viene chiarito, in particolare, il principio per cui il giudice deve
commisurare la sanzione pecuniaria, secondo i criteri previsti dallart. 11, comma 2, del D. Lgs.
231/2001, facendo riferimento in ogni caso alle condizioni economiche e patrimoniali dellente
originariamente responsabile, e non a quelle dellente cui dovrebbe imputarsi la sanzione a seguito
della fusione o della scissione.
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
In caso di sanzione interdittiva, lente che risulter responsabile a seguito della fusione o della
scissione potr chiedere al giudice la conversione della sanzione interdittiva in sanzione pecuniaria,
a patto che: (i) la colpa organizzativa che abbia reso possibile la commissione del reato sia stata
eliminata, e (ii) lente abbia provveduto a risarcire il danno e messo a disposizione (per la confisca)
la parte di profitto eventualmente conseguito. Lart. 32 del D. Lgs. 231/2001 consente al giudice di
tener conto delle condanne gi inflitte nei confronti degli enti partecipanti alla fusione o dellente
scisso al fine di configurare la reiterazione, a norma dellart. 20 del D. Lgs. 231/2001, in rapporto agli
illeciti dellente risultante dalla fusione o beneficiario della scissione, relativi a reati successivamente
commessi. Per le fattispecie della cessione e del conferimento di azienda prevista una disciplina
unitaria (art. 33 del D. Lgs. 231/2001); il cessionario, nel caso di cessione dellazienda nella cui
attivit stato commesso il reato, solidalmente obbligato al pagamento della sanzione pecuniaria
comminata al cedente, con le seguenti limitazioni:
1) fatto salvo il beneficio della preventiva escussione del cedente;
2) la responsabilit del cessionario limitata al valore dellazienda ceduta e alle sanzioni
pecuniarie che risultano dai libri contabili obbligatori ovvero dovute per illeciti
amministrativi dei quali era, comunque, a conoscenza.
3) Al contrario, le sanzioni interdittive inflitte al cedente non si estendono al cessionario.
Secondo lart. 4 del D. Lgs. 231/2001, lente pu essere chiamato a rispondere in Italia in relazione a
reati - contemplati dallo stesso D. Lgs. 231/2001 - commessi allestero.
La Relazione illustrativa al D. Lgs. 231/2001 sottolinea la necessit di non lasciare sfornita di
sanzione una situazione criminologica di frequente verificazione, anche al fine di evitare facili
elusioni dellintero impianto normativo in oggetto.
I presupposti su cui si fonda la responsabilit dellente per reati commessi allestero sono:
il reato deve essere commesso da un soggetto funzionalmente legato allente, ai sensi dellart.
5, comma 1, del D. Lgs. 231/2001;
lente deve avere la propria sede principale nel territorio dello Stato italiano;
lente pu rispondere solo nei casi e alle condizioni previste dagli artt. 7, 8, 9, 10 c.p. (nei casi
in cui la legge prevede che il colpevole - persona fisica - sia punito a richiesta del Ministro
della Giustizia, si procede contro lente solo se la richiesta formulata anche nei confronti
dellente stesso) e, anche in ossequio al principio di legalit di cui allart. 2 del D. Lgs.
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
231/2001, solo a fronte dei reati per i quali la sua responsabilit sia prevista da una
disposizione legislativa ad hoc;
sussistendo i casi e le condizioni di cui ai predetti articoli del codice penale, nei confronti
dellente non proceda lo Stato del luogo in cui stato commesso il fatto.
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
con appendice relativa ai c.d. reati societari (introdotti nel D. Lgs. 231/2001 con il D. Lgs. n. 61/2002)
e aggiornate, da ultimo, al 31 marzo 2008 (di seguito, Linee guida di Confindustria) fornendo, tra
laltro, indicazioni metodologiche per lindividuazione delle aree di rischio (settore/attivit nel cui
ambito possono essere commessi reati), la progettazione di un sistema di controllo (i c.d. protocolli
per la programmazione della formazione ed attuazione delle decisioni dellente) e i contenuti del
modello di organizzazione, gestione e controllo.
In particolare, le Linee guida di Confindustria suggeriscono alle societ associate di utilizzare i
processi di risk assessment e risk management e prevedono le seguenti fasi per la definizione del
modello:
identificazione dei rischi e dei protocolli;
adozione di alcuni strumenti generali tra cui i principali sono un codice etico con riferimento ai reati
ex D. Lgs. 231/2001 e un sistema disciplinare;
individuazione dei criteri per la scelta dellOrganismo di vigilanza, indicazione dei suoi requisiti,
compiti e poteri e degli obblighi di informazione.
La Societ Fisioterapia Medica Studi e Ricerche s.r.l. ha adottato il proprio modello di
organizzazione gestione e controllo sulla base delle Linee guida di Confindustria.
Il presente documento illustra il Modello di organizzazione, gestione e controllo (Modello),
adottato dalla Fisioterapia Medica Studi e Ricerche s.r.l. per prevenire la commissione delle tipologie
di reato viste in precedenza da parte dei soggetti (c.d. Soggetti Apicali) che rivestono funzioni di
rappresentanza, di amministrazione o di direzione della societ (o di una sua unit organizzativa
dotata di autonomia finanziaria e funzionale), dei soggetti che esercitano, anche di fatto, la gestione
e il controllo della societ (art. 5, comma 1 lett. a D.Lgs. 231/01 di seguito per brevit Decreto) e
da parte dei soggetti sottoposti alla direzione o alla vigilanza di uno dei Soggetti Apicali (art. 5,
comma 1 lett. B del Decreto).
Scopo del Modello quello di configurare un sistema strutturato ed organico di procedure e di attivit
di controllo, volto a prevenire la commissione dei reati contemplati nel Decreto. Tale finalit stata
realizzata attraverso lindividuazione in Fisioterapia Medica Studi e Ricerche s.r.l. dei processi a
rischio.
Lindividuazione delle aree a rischio rappresenta unattivit fondamentale per la costruzione del
Modello. In Fisioterapia Medica Studi e Ricerche s.r.l. tale attivit stata effettuata analizzando il
contesto aziendale per individuare le attivit e i processi nei quali possono verificarsi elementi di
rischio che sono pregiudizievoli per gli obiettivi indicati dal D.Lgs 231/2001.
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
I risultati dellanalisi sono riportati nel paragrafo Mappa dei Rischi, nella Tabella delle aree di
rischio-reato individuate per funzione aziendale, e sono oggetto di periodica verifica ed
aggiornamento da parte dellOrganismo di Vigilanza, con il supporto degli Enti aziendali coinvolti.
Nella Parte Speciale sono individuate le direzioni aziendali esposte al rischio reato, le loro attivit
relative ai processi definiti a rischio, le fattispecie di reato ad esse correlate e le relative procedure
da osservare.
Con lindividuazione delle attivit esposte al rischio e la loro conseguente proceduralizzazione, si
vuole:
- determinare la piena consapevolezza, in tutti coloro che operano in nome o per conto di
Fisioterapia Medica Studi e Ricerche s.r.l., di poter incorrere in un illecito passibile di sanzione,
la cui commissione fortemente censurata dalla Societ;
- consentire alla Societ stessa di prevenire e contrastare la commissione dei reati stessi mediante
il costante monitoraggio delle attivit a rischio.
Punti qualificanti del Modello sono:
1. lesercizio di funzioni e di poteri di rappresentanza coerenti con le responsabilit attribuite;
2. lapplicazione ed il rispetto del principio di separazione delle funzioni in base al quale nessuna
funzione pu gestire in autonomia un intero processo;
3. la mappatura delle attivit a rischio della societ, ossia quelle attivit nel cui ambito presente il
rischio di commissione dei reati previsti dal Decreto e sue integrazioni e modifiche;
4. lattribuzione allOrganismo di Vigilanza (OdV) di specifici compiti sul funzionamento e
osservanza del Modello e sul suo aggiornamento, nonch di autonomi poteri di iniziativa e di
controllo;
5. la verifica dei comportamenti aziendali e della documentazione per ogni operazione rilevante;
6. ladozione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle prescrizioni e
delle procedure illustrate o citate nel Modello;
7. la diffusione a tutti i livelli aziendali di regole comportamentali e delle procedure.
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
3. indica le modalit di individuazione e di gestione delle risorse finanziarie adottate per prevenire
ed impedire la commissione di tali reati;
4. prescrive obblighi di informazione nei confronti dellOrganismo di Vigilanza;
5. illustra il sistema disciplinare adottato per sanzionare il mancato rispetto delle procedure e
disposizioni aziendali.
I soggetti destinatari del Modello sono i Soggetti Apicali, i dipendenti di Fisioterapia Medica Studi e
Ricerche s.r.l., nonch i terzi che intrattengono rapporti daffari con la Societ.
Nello specifico, i Soggetti Apicali sono stati individuati nei componenti lOrgano Dirigente
(Consiglieri di Amministrazione) e nei dirigenti muniti di deleghe idonee, mentre i soggetti sottoposti
allaltrui direzione sono stati individuati nei dipendenti di Fisioterapia Medica Studi e Ricerche s.r.l.
e nei soggetti terzi (collaboratori, consulenti, agenti, distributori).
In particolare i soggetti destinatari del Modello:
1. non devono porre in essere comportamenti che possano dare origine alla commissione dei reati
previsti dal Decreto;
2. devono intrattenere i rapporti nei confronti della P.A. esclusivamente sulla base dei poteri, delle
deleghe e delle procure conferite come previsto dalle specifiche procedure adottate dalla Societ;
3. devono evitare di porre in essere qualsiasi situazione di conflitto di interessi nei confronti della
P.A.;
4. devono rispettare i principi di trasparenza nellassunzione delle decisioni aziendali che abbiano
diretto impatto sui soci o sui terzi;
5. devono consentire allOdV lesercizio del controllo e il rapido accesso a tutte le informazioni
aziendali;
6. devono seguire con attenzione e con le modalit pi opportune, lattivit dei propri sottoposti
e riferire immediatamente allOdV eventuali situazioni di irregolarit che comportano la
potenziale violazione del Modello;
7. non devono effettuare nessun tipo di pagamento senza preventiva autorizzazione e deve essere
sempre supportato da documentazione giustificativa;
8. non devono effettuare elargizioni in denaro a pubblici funzionari.
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
IL MODELLO
16. ORGANIGRAMMA
Per la descrizione della struttura organizzativa di Fisioterapia Medica Studi e Ricerche s.r.l. si rimanda
allAllegato 1.
Ne consegue lespresso obbligo a carico delle aree aziendali a rischio di conformarsi alle seguenti
direttive:
osservare strettamente tutte le leggi e regolamenti che disciplinano lattivit aziendale;
osservare criteri di massima correttezza e trasparenza nellinstaurazione e mantenimento di
qualsiasi rapporto con la Pubblica Amministrazione, i fornitori e tutti gli ulteriori interlocutori
con cui si viene in contatto nellesecuzione delle proprie mansioni;
tenere un comportamento corretto, trasparente e collaborativo, nel rispetto delle norme di
legge e delle procedure aziendali interne, in tutte le attivit finalizzate alla formazione del
bilancio e delle altre comunicazioni sociali, al fine di fornire ai soci ed ai terzi una
informazione veritiera e corretta sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della
Societ;
tenere comportamenti corretti, nel rispetto delle norme di legge e delle procedure aziendali,
al fine di garantire la tutela del patrimonio degli investitori, nonch lefficienza e la
trasparenza del mercato dei capitali, ponendo la massima attenzione ed accuratezza
nellacquisizione, elaborazione ed illustrazione dei dati e delle informazioni relative ai
prodotti finanziari ed agli emittenti, necessarie per consentire agli investitori di pervenire ad
una valutazione veritiera sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria dellemittente
e sullevoluzione della sua attivit;
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
osservare rigorosamente tutte le norme poste dalla legge a tutela dellintegrit ed effettivit
del capitale sociale e di agire sempre nel rispetto delle procedure aziendali che su tali norme
si fondano, al fine di non ledere le garanzie dei creditori e dei terzi in genere;
assicurare il regolare funzionamento della societ e degli organi sociali, garantendo ed
agevolando ogni forma di controllo sulla gestione sociale previsto dalla legge nonch la libera
e corretta formazione della volont assembleare;
effettuare con tempestivit, correttezza e buona fede tutte le comunicazioni previste dalla
legge e dai regolamenti nei confronti delle Autorit di vigilanza, laddove la Societ ne sia
soggetta, non frapponendo alcun ostacolo allesercizio delle funzioni di vigilanza da queste
esercitate.
rispettare rigorosamente la normativa vigente in materia di prevenzione degli infortuni e
protezione dei lavoratori sui luoghi di lavoro;
svolgere la propria attivit a condizioni tecniche ed organizzative tali da consentire che siano
assicurati una adeguata prevenzione infortunistica ed un ambiente di lavoro salubre e sicuro;
diffondere e consolidare tra tutti i propri collaboratori una cultura della sicurezza, sviluppando
la consapevolezza dei rischi e promuovendo comportamenti responsabili da parte di tutti;
rispettare le norme che tutelano il diritto dautore e la propriet industriale, anche in campo
informatico.
Per garantire il rispetto dei principi di comportamento e dei divieti sopra indicati e fatte salve le
eventuali procedure di maggiore tutela previste dalla Societ per lo svolgimento di attivit nelle aree
sensibili:
la Societ non inizier o proseguir nessun rapporto con Esponenti aziendali, Collaboratori
esterni o Fornitori/Partner che non intendano allinearsi al principio della stretta osservanza
delle leggi e dei regolamenti vigenti in tutti i Paesi in cui la societ opera;
gli incarichi conferiti ai Collaboratori esterni devono essere redatti per iscritto, con
lindicazione del compenso pattuito e devono essere proposti o verificati o approvati secondo
le deleghe/procedure aziendali vigenti in proposito;
di ciascuna operazione sensibile deve essere conservato un adeguato supporto documentale,
che consenta di procedere in ogni momento a controlli in merito alle caratteristiche
delloperazione, al relativo processo decisionale, alle autorizzazioni rilasciate per la stessa ed
alle verifiche su di essa effettuate;
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alloggetto delle procedure, i destinatari delle medesime sono tenuti a rivolgersi al superiore
gerarchico o alla Direzione per ricevere le opportune indicazioni.
Con specifico riferimento al sistema sanzionatorio applicabile alla violazione delle previsioni del
Codice di condotta e delle procedure adottate dalla Societ, ogni informazione in merito potr essere
richiesta alla Direzione.
I destinatari delle procedure organizzative adottate dalle Societ sono tenuti a segnalare ogni condotta
allinterno dellazienda che non sia conforme a dette procedure o al Codice di condotta aziendale o a
norme di legge o regolamento vigenti al superiore gerarchico e alla Direzione, che provvederanno a
trattare in via riservata detta segnalazione senza alcuna conseguenza allinterno della Societ per chi
effettuer detta segnalazione.
Riferimenti:
Codice di condotta vigente
Procedure organizzative interne vigenti
Artt. 2104-2106 c.c.
Art. 2119 c.c.
Art. 7 l. n. 300/1970
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Inoltre, in attuazione dei principi espressi nel Modello, illecito sanzionabile al dirigente la mancata
vigilanza sulla corretta applicazione dello stesso, da parte dei dipendenti.
Tutti i comportamenti dei dirigenti sopra descritti costituiscono illeciti tali da giustificare il recesso
datoriale dal vincolo contrattuale.
La Societ provveder, pertanto, allaccertamento delle infrazioni ed alladozione degli opportuni
provvedimenti in conformit a quanto stabilito nel vigente CCNL per i dirigenti di aziende industriali
applicato.
Per i provvedimenti disciplinari pi gravi del richiamo verbale deve essere effettuata la contestazione
scritta al lavoratore con lindicazione specifica dei fatti costitutivi dellinfrazione.
Il provvedimento non potr essere emanato se non trascorsi i giorni previsti dal CCNL di settore da tale
contestazione, nel corso dei quali il lavoratore potr presentare le sue giustificazioni. Se il
provvedimento non verr emanato entro i tempi previsti dal citato contratto tali giustificazioni si
riterranno accolte.
Nel caso che l'infrazione contestata sia di gravit tale da poter comportare il licenziamento, il lavoratore
potr essere sospeso cautelativamente dalla prestazione lavorativa fino al momento della comminazione
del provvedimento, fermo restando per il periodo considerato il diritto alla retribuzione.
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La comminazione del provvedimento dovr essere motivata e comunicata per iscritto. Il lavoratore potr
presentare le proprie giustificazioni anche verbalmente.
I provvedimenti disciplinari diversi dal licenziamento potranno essere impugnati dal lavoratore in sede
sindacale, ai sensi e con le modalit previste dalle norme contrattuali.
Non si terr conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari decorsi i termini previsti dal CCNL
applicabile.
Per quanto riguarda laccertamento delle infrazioni, i procedimenti disciplinari e lirrogazione delle
sanzioni restano invariati i poteri gi conferiti, nei limiti della rispettiva competenza, al management
aziendale.
Lestratto del CCNL relativo al sistema sanzionatorio sopra indicato affisso sulle bacheche aziendali.
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verificare che gli elementi previsti nella parte speciale del modello per le diverse tipologie di reati
siano comunque adeguati e rispondenti alle esigenze di osservanza di quanto prescritto dal D.Lgs
231/01, provvedendo, in caso contrario, ad un aggiornamento degli elementi stessi;
formulare delle proposte al CdA per gli eventuali aggiornamenti ed adeguamenti del modello
organizzativo adottato, da realizzarsi mediante le modifiche e/o le integrazioni che si dovessero
rendere necessarie in conseguenza di:
significative violazioni delle prescrizioni del Modello organizzativo;
significative modificazioni dellassetto interno della Societ e/o delle modalit di svolgimento delle
attivit dimpresa;
modifiche normative;
definire gli aspetti attinenti alla continuit della propria azione (p.e. la calendarizzazione dellattivit,
la verbalizzazione delle riunioni e la disciplina dei flussi informativi dalle strutture aziendali allOdV,
ecc), disciplinare il proprio funzionamento interno e formulare un regolamento delle proprie attivit.
Il D.lgs. 52/2007, che ha introdotto i reati in materia di riciclaggio e ricettazione tra i reati rilevanti ai
fini della responsabilit amministrativa degli enti, dispone che lOdV ha il compito di:
comunicare senza ritardo alle autorit di vigilanza di settore tutti gli atti o i fatti di cui viene a
conoscenza nellesercizio dei suoi compiti, che possano costituire una violazione delle
disposizioni in materia di identificazione del cliente e disposizioni procedurali per prevenire il
riciclaggio;
segnalare senza ritardo al titolare dellattivit o al legale rappresentante o a un suo delegato, le
operazioni sospette;
comunicare entro 30 giorni al Ministero dellEconomia e delle Finanze le infrazioni relative alla
limitazione alluso di contante e dei titoli al portatore e al divieto di conti e libretti di risparmio
anonimi o con intestazione fittizia, di cui hanno notizia;
comunicare entro 30 giorni alla Uif le infrazioni relative agli obblighi di registrazione (art 36
D.lgs. 52/2007) di cui hanno notizia.
Inoltre:
- le attivit poste in essere dallOdV non possono essere sindacate da alcun altro
organismo o struttura aziendale, fermo restando lattivit di vigilanza sulladeguatezza
del suo intervento propria del CdA;
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- lOdV ha libero accesso presso tutte le funzioni della Societ - senza necessit di alcun
consenso preventivo - onde ottenere ogni informazione o dato ritenuto necessario per
lo svolgimento dei compiti previsti dal D. Lgs. n. 231/2001;
- lOdV pu avvalersi - sotto la sua diretta sorveglianza e responsabilit - dellausilio di
tutte le strutture della Societ ovvero di consulenti esterni.
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Il perseguimento delle finalit di prevenzione dei Reati richiede una ricognizione dei meccanismi di
funzionamento e di controllo della Societ, nonch la verifica delladeguatezza dei criteri di
attribuzione delle responsabilit allinterno della struttura.
Il presidio principale per lattuazione delle vigenti previsioni normative rappresentato dal Modello
di organizzazione, gestione e controllo, cui si affiancano i principi di riferimento e le regole di
condotta contenuti nel Codice di Comportamento, con particolare riguardo al Codice Etico.
A qualificare ulteriormente il presidio sul disposto normativo, il Modello si struttura sulla base dei
seguenti elementi costitutivi:
Mappatura dei Processi, con caratteristiche di esaustivit ed aderenza alla realt specifica dei
processi aziendali, che individui le dinamiche dei Processi e le responsabilit connesse, al fine di
disporre di protocolli e procedure di concreta applicazione.
Organismo di Vigilanza, autonomo ed indipendente, con il compito di controllare il grado di
effettivit, adeguatezza, mantenimento ed aggiornamento del modello organizzativo, predisponendo
validi strumenti di controllo e, inoltre, di:
promuovere lo sviluppo di meccanismi procedurali in grado di garantire la documentabilit e
verificabilit delle fasi decisionali dei processi;
garantire ladozione di un sistema chiaro di segregazione delle responsabilit;
promuovere ed assicurare loperativit dei flussi informativi tra le diverse aree/unit aziendali
e dalle stesse allOrganismo di Vigilanza, nonch un sistema di reporting dellOrganismo di
Vigilanza verso gli Organi Sociali;
Sistema Disciplinare, adeguato alla struttura della Societ, alle funzioni dei suoi
rappresentanti e ai rapporti contrattuali della Societ con i propri dipendenti, al fine di rendere
efficiente lazione dellOrganismo di Vigilanza e, pi in generale, di dare effettivit al Modello,
requisito essenziale ai fini dellesimente.
Formazione ed Informazione per i Destinatari del Modello, attraverso un sistema di
comunicazione capillare, efficace, dettagliato, completo e costante (piani di formazione, flussi
informativi intranet, ecc.), con lobiettivo di assicurare la conoscenza delle procedure e delle regole
di condotta adottate in attuazione dei principi di riferimento contenuti nel Modello.
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
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Le Parti Speciali del Modello di Fisioterapia Medica Studi e Ricerche s.r.l. costituiscono gli elementi
finalizzati ad illustrare i principi generali di comportamento, i protocolli e, pi in generale, il sistema
dei controlli che rispondono allesigenza di prevenzione degli illeciti di cui al D. Lgs. 231/01,
nellambito di processi specificatamente individuati (Processi Sensibili).
I Processi Sensibili (per attivit tipica o di provvista) sono definiti sulla base realt gestionale ed
operativa di Fisioterapia Medica Studi e Ricerche s.r.l. ed in relazione alle fattispecie di reato
individuate.
Le Parti Speciali sono pertanto il documento nel quale sono fissate le condotte previste per tutti i
Destinatari del Modello (Organi Sociali, Management, Dipendenti, ma anche Fornitori, Consulenti e
altri Soggetti Terzi in genere), che hanno un ruolo (di presidio, di vigilanza, operativo, ecc.) nei
Processi Sensibili.
Nello specifico, obiettivo delle Parti Speciali che i Destinatari del Modello mantengano, nei rapporti
con la P. A., con i Fornitori, con i clienti con i dipendenti, condotte conformi ai principi di riferimento
di seguito enunciati, al fine di prevenire la commissione dei reati.
Nelle Parti Speciali, sono pertanto individuati:
a) le Aree e/o i Processi definiti sensibili ovvero a rischio di reato;
b) i principi fondamentali di riferimento cui si ispirano e/o si devono ispirare le disposizioni
organizzative e procedurali ai fini della corretta applicazione del Modello;
c) i principi di riferimento che dovranno presiedere alle attivit di controllo, monitoraggio e
verifica dellOrganismo di Vigilanza e dei responsabili delle altre aree/unit aziendali che con lo
stesso cooperano, debitamente disciplinate in regolamenti interni da adottare ai fini della corretta
applicazione del Modello.
I Reati nei confronti dei quali la Societ si impegna nellattivit di prevenzione prevista dal decreto
sono individuati vista la natura, lo scopo sociale, le attivit di Fisioterapia Medica Studi e Ricerche
s.r.l. nelle seguenti Parti Speciali:
Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (art. 24 e art. 25)
Delitti informatici e trattamento illecito di dati (art. 24-bis)
Delitti contro lindustria ed il commercio (art. 25-bis-1)
Reati societari (art. 25-ter)
Delitti commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela delligiene e della salute
sul lavoro (art. 25 septies)
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
lesioni personali
Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilit di provenienza illecita (art. 25-octies)
Delitti in materia di violazione del diritto dautore (art. 25-novies)
Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci allautorit giudiziaria
Reati ambientali
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
ALLEGATO 1
ORGANIGRAMMA
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MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Edizione
ex D.Lgs. 231/2001 2016
ALLEGATO 2
CODICE ETICO
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