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Sullo spettacolo integrale, cfr. II, pp. 33-34 [p. 21]. Questo tema
spesso accompagnato da allusioni alla partecipazione come emozione in
teressata. Critica dellesperienza estetica come esperienza disinteressata,
che ricorda la critica svolta da Nietzsche contro la filosofia kantiana del
larte. In Nietzsche come in Artaud questo tema non deve entrare in con
traddizione col valore di gratuit ludica nella creazione artistica. Al con
trario.
XXVI JA C Q U E S D ERRID A
E ora, dir una cosa che potr forse sbalordire molte persone,
io sono il nemico
del teatro
lo sono sempre stato.
Quanto io amo il teatro,
Tanto io sono, per questa ragione stessa, il suo nemico.
Antonin Artaud
13 novembre 1926.
ILLUSTRAZIONI
CONFERENZA E LETTURA
Attrici
Attori
PRIMO SPETTACOLO
SECONDO SPETTACOLO
Signore,
Ma che vogliono questi giovani che annunciano che da
ranno Le Partage de Midi di Paul Claudel e poi danno
solo il terzo atto?
Non per presa in giro, mi creda, ma per incapacit
che l hanno recitato cosi male.
Essi appartengono a unepoca in cui non si ammette
piu la poesia a teatro e in cui non si ha bisogno di sentir
parlare degli attori. Per loro, il teatro i loro nervi, e ri
cercano un teatro di nervi. A casaccio, essi cospargono il
testo di grida, di gemiti, di contorsioni, di lamenti. Per
ch se il testo non serve a fare sobbalzare sulla poltrona
lo spettatore, a che cosa serve allora?
Si trattava insomma di non recitare Claudel, e quei
giovani ci sono ben riusciti, non le pare?
In quanto alla scena, era forte!
Due materassi erano, uno sospeso in aria sopra un let
to (sa, il letto di ferro dei lavori di Bataille), l altro per
terra al capo di una corda.
I due piatti della bilancia, perbacco!
La scena rappresentava il disordine, l ansiet, la mi
naccia. Fa molto esposizione 19 0 0 ! disse qualcuno.
Nellinsieme, piuttosto deplorevole, no?
Antonin Artaud
Signora,
Lei ha ragione, sono stato un vigliacco a osare di defi
nire traditore, in piena sala di teatro, un ambasciatore di
Francia che aveva messo fra lui e me tutta la distanza del
l Oceano.
Quanto ai materassi, la sua spiegazione stata per me
unilluminazione:
T EA T R O A L F R E D JA R R Y 41
per impedire che vi si annidassero gli scorpioni che
li ho sospesi per aria!
Le bacio le mani. Antonin Artaud
TERZO SPETTACOLO
Il Sogno, di Strindberg.
Signor ministro,
Quando in futuro mi vorr assoldare e darmi modo di
allestire cosi splendidamente II Sogno, per favore non
lo vada pi a gridare sui tetti, ma lo sussurri semplice
mente allorecchio del signor G. Sadoul. una spia sicu
ra. Non parler.
Voglia gradire, signor ministro, l espressione dei miei
distinti omaggi. . . . ,
Antonin Artaud
Al signor commissario
del Quartier du Roule
Signor commissario,
Sarebbe per caso nel Suo ufficio che, qualche giorno
prima della seconda rappresentazione del Sogno, ho trai-
4* ANTONIN ARTAUD
Signor ambasciatore,
Lo scandalo del Sogno ha dovuto far fremere di gioia
il suo vecchio cuore, ed era giusto.
Lei ben vendicato.
Voglia gradire, signor ambasciatore, lespressione dei
miei omaggi confraterni.
Antonin Artaud
Al signor Titin
Trattore, 56, rue La Bruyre
Parigi
Signor trattore,
La rivedr sempre in grande abito bianco ai piedi dello
scalone del Central Hotel, sul punto di ricevere fra le
braccia il signor P. U. che ne aveva disceso un po rapida
mente gli scalini. Forse in quel momento che gli ac
caduto di sognare che io invocassi mia madre?
Forse lei potrebbe testimoniare.
Cordialmente suo. Antonin Artaud
TEA TR O A L F R E D JA R R Y
43
QUARTO SPETTACOLO
4
46 ANTONIN ARTAUD
Signora,
Mi chiede che cosa mi aspetti da questo lavoro audace
e scandaloso: molto semplice, mi aspetto tutto. Perch
al punto in cui siamo, questo lavoro tutto. Scioglie una
situazione dolorosa. Colpisce nel vivo una verit neppure
tanto spaventevole da farci disperare di esistere. E in
questo spirito che lo metto in scena. E ne sono sicuro co
me di un congegno regolato in modo da fare esplodere la
sua carica al momento giusto. qualcosa di piu di uno
pera teatrale, per quanto audace e scandalosa, come la
verit stessa della vita, considerata nella sua acuit.
Nel lavoro c una perversit incontestabile, ma niente
di peggiore di quello che siamo tutti in tal senso. Tutto
ci che sudicio o infetto ha un senso e non devessere in
teso direttamente. Siamo qui in piena magia, in piena
decadenza umana. La realt espressa nei suoi termini
pi acuti, ma anche piu obliqui e distorti. Lo stesso si
gnificato delle cose dato dalla loro asprezza, e lasprezza
da una specie di nudit perfetta, dove lo spirito sceglie la
vita del pensiero, nel suo aspetto affettivo pi spontaneo.
Si voluto dare fondo a quanto c di tremante e sfal
dato non solo nel sentimento, ma nel pensiero umano.
Mettere in evidenza lantitesi profonda ed eterna fra la
schiavit del nostro stato e delle nostre funzioni mate
riali e la nostra qualit, di pure intelligenze e di puri spi
riti.
Un personaggio, fra tutti, il suo, rappresenta questa
antitesi, e il suo apparire il punto culminante dello spet
tacolo. Perci Ida Mortemart non poteva mostrarsi che
come un fantasma, ma un fantasma per certi aspetti, o
T EA TR O A L F R E D JA R R Y 53
meglio per un solo aspetto, crudelmente reale. Questo
fantasma che viene dallal di l ha conservato in s tutta
l intelligenza e la superiorit dellaltro mondo, e ci si
avverte nei sottintesi che aggiunge s e n z a t r e g u a a tutto
ci che dice. Tutto per lei diventa pretesto per la profon
dit, un pretesto su cui si getta, come tremando per la
paura di non vivere piu. In ogni caso, essa rappresenta il
dolore morale e la materia avvelenata dai suoi aspetti peg
giori. Il suo stato di fantasma, di donna spiritualmente
crocifissa, le procura la lucidit delle veggenti. Ci spiega
il tono augurale e fortemente sentenzioso di certe sue
battute di apparenza anodina, che per vanno intese nel
loro pieno significato. Ci mancherebbe proprio che si la
sciasse disgustare da ci che fa. Si pensi allorrore spaven
toso e inquietante, quasi inammissibile del suo stato, tan
to pi soffocante e bello in quanto inammissibile.
E sia chiaro che solo questa infermit, e non unaltra,
poteva rendere cosi funesta e impossibile la sua situazio
ne nella vita, cosi significativa ed espressiva, per dir tut
to. La sua soppressione avrebbe trasformato lo spirito del
lavoro, togliendo a l l a s p r e z z a della lezione che ne d e
riva il suo lato pi spaventoso e piu realm ente efficace.
Penso che uno spirito, qualunque sia, non debba la
sciarsi scoraggiare da nulla. Non c eccezione alla liber
t. E sono sicuro che per lei la vita non abbia ostacoli,
alm eno fondam entalm ente m orali o sociali.
Mi auguro che lei possa diventare nel pomeriggio del
24 dicembre prossimo, il personaggio veramente favolo
so, Ida Mortemart in persona.
Suo devotissimo Antonin Artaud
Il Sogno di Strindberg fa parte del nostro repertorio di
un teatro ideale, una di quelle opere-tipo la cui realizza
zione costituisce per un regista come il coronamento di
una carriera. Infinito il registro dei sentimenti che si tro
vano qui espressi, raccolti. V i si ritrova nello stesso tem
po l interno e l esterno di un pensiero molteplice e fre
mente. V i sono rappresentati i pi alti problemi, evocati
in una forma concreta e insieme misteriosa. veramente
l universalit dello spirito e della vita, di cui ci offerto
il fremito magnetico e che ci avvince nel senso della no
stra umanit pi precisa e feconda. La riuscita di un si
mile spettacolo consacra necessariamente un regista, un
direttore. Il Teatro Jarry era tenuto ad allestire un simile
lavoro. Sono noti la ragion d essere e il principio di que
sta nuova compagnia. Il Teatro Jarry vorrebbe riportare
nel teatro il senso, non della vita, ma di una certa verit
che giace nel pi profondo dello spirito. Fra la vita reale
e la vita del sogno esiste un certo gioco di combinazioni
mentali, rapporti di gesti, di avvenimenti traducibili in
atti: ci costituisce precisamente quella realt teatrale
che il Teatro Jarry si propone di resuscitare. Si perduto
il senso della realt vera del teatro. Dai cervelli umani
scomparsa la nozione di teatro. Essa esiste, a met strada
fra realt e sogno. Ma finch non sar stata riscoperta nel
la sua pi assoluta e pi feconda integrit, il teatro non
cesser di trovarsi in posizione precaria. Il teatro attuale
rappresenta la vita, cerca con scene e illuminazioni pi o
meno realistiche di restituirci la verit corrente della vita,
oppure coltiva l 'illusione - e allora peggio di tutto. Non
T EA TR O A L F R E D JA R R Y 55
c nulla di meno atto ad illuderci che l illusione di falso
accessorio, di cartone e di tele dipinte che la scena mo
derna ci presenta. necessario rendersene conto e non
cercare di lottare con la vita. Nella semplice esposizione
degli oggetti del reale, nelle loro combinazioni, nel loro
ordine, nei rapporti della voce umana con la luce c tutta
una realt che basta a se stessa e che non ha bisogno d al
tro per vivere. Questa realt falsa il teatro; questa che
dobbiamo coltivare.
La messa in scena del Sogno obbedisce dunque a que
sta necessit di non proporre nulla agli sguardi del pub
blico che non possa essere utilizzato immediatamente e
cosi com dagli attori. Personaggi a tre dimensioni che
si muoveranno in mezzo ad accessori, a oggetti, in mezzo
a tutta una realt anchessa a tre dimensioni. Il falso in
mezzo al vero, ecco la definizione ideale di questa messin
scena. Un senso, unutilizzazione di un ordine spirituale
nuovo dato agli oggetti e alle cose ordinarie della vita.
Una pantomima.
Un soggetto per la scena
La pietra filosofale
SCENA
PERSONAGGI
Il dottor Pale.
Isabella: piccola provinciale, si annoia. Non riesce a
immaginare che lamore possa avere forma diversa da
quella di questo freddo dottore e lamore la lascia in
soddisfatta.
I suoi desideri, aspirazioni inconsce, si esprimono in
vaghi sospiri, lamenti, gemiti.
ARGOMENTO
SVOLGIMENTO
La frase:
hai
finito dimpedirmi di lavorare? ecc., deve
essere pronunciata con un tremito di esasperazione, al
zando terribilmente il tono dellultima sillaba della paro
la lavorare, come un uomo fuori di s e che si arrab
bia a dismisura.
MOVIMENTO I
M O V IM EN T O II
Silenzio.
Passa un corpo su una barella. La gente si precipita a
vedere.
Un uomo segue il corpo, una donna lo ferma.
70 ANTONIN ARTAUD
- Dottore, la peste?
- Ma no, ...
L uomo esce.
Non restano che pochi passanti. Sciamare di coppiet
te. Un venditore ambulante. Un suonatore d organetto.
Voci.
- Ecco, capisci, si basa su...
- Ma, amico, unemanazione di forza prodigiosa.
- Non si tratta di forza, ma di volatilizzazione...
- Di che cosa?
UNA PA N T O M IM A . UN SOGGETTO P E R LA SC EN A 71
m o v i m e n t o iv
MOVIMENTO V '
MESSA IN S C E N A
l a r g o m e n t o
PR IM O ATTO
SECONDO ATTO
TER ZO ATTO
PR IM O ATTO
SC E N E
RU M O RI
IL L U M IN A Z IO N E
SECONDO ATTO
SC EN E
RU M O RI
IL L U M IN A Z IO N E
TER ZO ATTO
SC E N E
IL L U M IN A Z IO N E
RU M O RI
LA R E C IT A Z IO N E
IL TESTO
I L SOGGETTO
SCENE
PR IM O ATTO
SECONDO ATTO
TER ZO ATTO
QUARTO ATTO
PR IM O ATTO
SC E N E
ILL U M IN A Z IO N E
RU M O RI
SECONDO ATTO
P R IM O QUADRO
SECONDO QUADRO
TERZO ATTO
RUMORI
QUARTO ATTO
IL L U M IN A Z IO N E
RU M O RI
LA R E C IT A Z IO N E
[1921],
I l T e a t r o d e l l A t e l i e r
[1922].
6
Sei personaggi in cerca d autore
alla Comdie des Champs-Elyses
[1923]-
Les Mystres de l Amour di Roger Vitrac
[r925l-
Lo sciopero dei teatri
[Maggio 1932].
A proposito di un testo perduto
Per favorire il decentramento e per dare al pubblico
marsigliese la primizia di un tentativo teatrale di nuovo
tipo e anzi del tutto rivoluzionario, vogliamo chiedere
ad Antonin Artaud di venire a dare a Marsiglia la prima
dello spettacolo che sta preparando: Atreo e Tteste di
Seneca in un adattamento originale, che ne fa unopera
di estrema attualit.
Per sottolinearne gli aspetti piu diretti e immediata
mente conturbanti, Antonin Artaud reciter questa tra
gedia in un ambiente extrateatrale, sala di officina o di
esposizione. Cosi il patetico eterno del vecchio dramma
riacquister tutto il suo significato, la sua urgenza, ma
soprattutto la sua attualit.
Perch l originalit di un simile tentativo dinteres
sare non soltanto le persone colte ma il grosso pubblico
a una sovrana avventura che mette in movimento tutta
la gamma possibile dei sentimenti umani e collettivi.
Tutti i Grandi Miti del.Passato celano forze pure. Sono
stati inventati per far durare e per manifestare queste
forze. E fuori del ciarpame scolastico e letterario, Anto
nin Artaud vuole tentare attraverso una tragedia Mitica
di esprimere sulla scena queste forze naturali, e di resti
tuire cosi il teatro alla sua autentica destinazione.
In questo modo il teatro smette di essere un gioco, lo
svago di una serata effimera, per diventare una specie di
atto utile, e assumere il valore di una vera e propria te
rapeutica, quella a cui nellantichit le folle venivano ad
attingere il gusto di vivere e la forza di resistere agli as
salti della fatalit.
12 0 ANTONIN A R T A U D
6 luglio 1934.
...immagine dellepoca: la mia ultima parola.
Ed ora due questioni.
1) Che cos il Mito di Tantalo, che rapporto ha con
la storia di Atreo?
2) Perch una storia di Atreo e di Tantalo, un Teatro
Greco: ci sono nella vita gi tanti problemi pi pres
santi e di prima necessit, ed anche tante pedate che
vanno a vuoto per i poeti, gli esteti, i maledetti archeo
logi e tutti i fannulloni a cui sfuggono tanto il senso del
le convenienze quanto la nozione delle pi elementari
necessit.
Il Furore del cielo,
vedi l Ecclesiaste,
vedi Libro di Giobbe.
Tantalo: lUomo.
Tare dellEredit.
Classificare il Male.
L Uomo Tantalo,
crede di possedere tutto!
potenza del Verbo possessivo.
Tutto lo inganna:
le illusioni dellet,
l amore,
lunico amore,
la fortuna: unillusione,
guardatela da vicino - non c niente,
la propriet: non possiede nemmeno la sua anima,
lIo stesso non esiste,
la Vita: chi sicuro di conservare il suo cadavere il
tempo che occorre per impedirsi di rinascere,
le Leggi: le frontiere, le Ore, i Secoli.
Il Sangue.
La famiglia: che ridere.
La Pace, la Guerra.
L Economia.
Il teatro e il suo doppio
Prefazione II teatro e la cultura
e le c u i o r ig in i g e o g ra fich e s a re b b e s c io c c o v o le r p re c i
sa re , p e rc h la p e s te d E g it t o n o n q u e lla d O r ie n t e , n
q u e s ta q u e lla d i Ip p o c r a te , n q u e s ta q u e lla d i S ira c u s a ,
n q u e sta in fin e q u e lla d i F ir e n z e , la p e s te n e ra c u i l E u
ro p a m e d ie v a le d e v e i su o i c in q u a n ta m ilio n i d i m o rti.
N e s s u n o p o tr s p ie g a re p e rch la p e s te c o lp is c a il v i
g lia c c o c h e fu g g e e risp a rm i il g a u d e n te ch e si s o d d is fa
su i c a d a v e ri. P e rc h la fu g a , la c a s t it , la s o litu d in e s ia
n o im p o te n ti c o n tro g li a s sa lti d e l fla g e llo ; e p e rch un
g r u p p o d i lib e r tin i r ifu g ia to s i in c a m p a g n a - co m e B o c
caccio c o n i s u o i d u e ro b u s ti c o m p a g n i e le s e tte lu s s u
rio se d o n z e lle p o s s a a tte n d e re co n tr a n q u illit i g io r
n i c a ld i in c u i la p e s te si a llo n ta n a ; e p e rc h in u n c a
s te llo d e lle v ic in a n z e , tr a s fo r m a to in c itta d e lla fo r tific a
ta , co n u n c o rd o n e d i a rm a ti ch e im p e d isc o n o l in g re ss o ,
la p e s te tr a s fo r m i g u a rn ig io n e e r ifu g ia t i in c a d a v e ri e r i
sp a rm i i s o ld a ti, i so li d ire tta m e n te e s p o s ti a l c o n ta g io .
C h i s a p r in o ltr e sp ie g a re il m o t iv o p e r c u i i c o rd o n i sa
n ita ri in s ta lla ti co n g ra n d is p ie g o di tru p p e d a M e h m e t
A li v e r s o la fin e d e l se c o lo s c o r s o , d u ra n te u n a re c ru d e
scen za d e lla p e s te e g iz ia n a , s ia n o r is u lt a ti efficaci nel
p ro te g g e re c o n v e n ti e sc u o le , p r ig io n i e p a la z z i; e co m e
in v e c e n u m e ro si fo c o la i d i u n a p e s te ch e a v e v a tu tte le
c a ra tte r is tic h e d e lla p e s te o r ie n ta le , s i s ia n o im p r o v v is a
m en te m a n ife s ta ti n e llE u r o p a m e d ie v a le , in lo c a lit se n
za il m in im o c o n ta tto co n l O r ie n t e ?
P a r te n d o d a q u e s te stra n e z z e , d a q u e s ti m is te ri, d a
q u e s te c o n tra d d iz io n i e d a q u e s t i d a ti, s i p o tr c o m p o r
re il r itr a tto s p ir itu a le d i u n a m a la ttia c h e sc a v a l o r g a
n ism o e la v it a s in o a llo s c h ia n to e s in o a llo s p a sim o ,
c o m e u n d o lo re c h e , m an m an o c h e si in te n sifica e si a p
p ro fo n d isc e , m o ltip lic a le su e r is o r s e , e le su e v ie d a c
c e sso a tu tti i liv e lli d e lla s e n s ib ilit .
M a d a q u e sta lib e r t s p ir itu a le co n c u i la p e s te , sen za
to p i, sen za m ic ro b i e sen za c o n t a tt i, si s v ilu p p a , p o s
s ib ile tr a rre lo sch e m a fo s c o e a s s o lu to d i u n o s p e tta c o
lo c h e c e r c h e r o r a d i a n a liz z a re .
Q u a n d o in u n a c itt p re n d e d im o r a la p e s te , le fo rm e
d i v ita n o rm a le c r o lla n o j n o n e sisto n o p i n s e r v iz i p u b
b lic i, n e se rc ito , n p o liz ia , n a m m in is tra z io n e m im ici-
142 ANTONIN A R T A U D
p a le ; si a c ce n d o n o ro g h i p e r a rd e rv i i m o r ti, a seco n d a
d e lle d is p o n ib ilit d i m an o d o p e ra . O g n i fa m ig lia v u o
le a v e re il s u o . P o i, m an m an o ch e il le g n o , lo sp a z io e la
fia m m a d iv e n ta n o p iu ra r i, e sp lo d o n o le c o n te se tra fa
m ig lie in to rn o ai r o g h i, c u i se g u e b e n p re s to u n a fu g a
g e n e ra le p e rc h i c a d a v e r i so n o tro p p o n u m e ro s i. G i i
m o rti in g o m b ra n o le str a d e in b a rc o lla n ti p ira m id i, a d
d e n ta te t u t t in to r n o d a g li a n im a li. I I fe t o r e s in n alza v e r
so il c ie lo co m e u n a fiam m a. In te r e str a d e so n o b lo cc a te
d a lle c a ta s te d i m o rti. A q u e s to p u n to si a p r o n o le case
e a p p e sta ti in d e lir io , co n la m e n te in g o m b ra d i o r rib ili
fa n ta s ie , si riv e r s a n o u rla n d o n e lle s tr a d e . I l m ale ch e
to rm e n ta lo r o le v is c e r e , ch e c irc o la in tu tto il lo r o o r g a
n is m o , s i sc aric a a ttr a v e r s o lo s p irito in u n a s e rie di
e sp lo s io n i. A lt r i a p p e sta ti c h e , sen za b u b b o n i, sen za d o
lo r e , sen za d e lir io e sen za p u s to le , si c o n te m p la n o a llo
s p e c c h io co n o r g o g lio , s e n te n d o s i c re p a re d i s a lu te , s tr a
m azzan o a te rra m o rti co n il b a c ile d e lla b a rb a in m an o ,
c a ric h i d i d isp re z z o p e r tu tti g li a ltr i a p p e sta ti.
S u i r iv o li s a n g u in o le n ti, d e n si, v e le n o s i, d e l c o lo re
d e lla n g o sc ia e d e llo p p io , c h e z a m p illa n o d a i c a d a v e ri,
str a n i p e rso n a g g i v e s tit i d i c e ra - con n a si lu n g h i u n m e
tr o , o c c h i v it r e i, e a i p ie d i sp e cie d i sa n d a li g ia p p o n e si
fa t ti d i un d o p p io s tr a to d i ta v o le tte d i le g n o , a lcu n e
o riz z o n ta li a fo rm a d i s u o le , a ltre v e r t ic a li, c h e li is o
la n o d a g li u m o ri c o n ta m in a n ti - p a ssa n o s a lm o d ia n d o as
s u rd e lita n ie , le c u i v ir t n o n b a s ta n o ad e v it a r e ch e a
lo r o v o lta a n c h e s s i c a d a n o n e lla fo rn a c e . Q u e s ti m ed ici
ig n o ra n ti m o s tra n o s o lta n to p a u ra e p u e r ilit .
N e lle case sp a la n c a te , e n tra la fe c c ia d e lla p o p o la z io
n e - im m u n iz z ata a q u a n to p are d a lla su a fre n e tic a cu
p id ig ia - e fa m an b a ssa d i ricch e zze d i c u i sa p e r fe tt a
m e n te ch e in u tile a p p ro fitta r e . E d a q u e s to p u n to ch e
n asce il te a tro . I l te a tr o , v a le a d ir e u n a g r a tu it im m e
d ia ta ch e in d u c e ad a tti in u tili e p r iv i d i b e n e fici n el p r e
se n te .
G l i u ltim i s u p e rs titi p e rd o n o la te s ta : il fig lio , sin o ra
v ir tu o s o e s o tto m e s so , u c c id e il p a d r e ; il c a sto sod o m iz-
za i v ic in i. Il lu s s u rio s o d iv ie n e p u ro . L a v a r o g e tta l o ro
a m an ciate d a lla fin e stra . L E r o e g u e r r ie r o in c e n d ia la
IL TEA T R O E IL S U O DOPPIO 143
c itt p e r s a lv a r la q u a le h a un te m p o risc h ia to la v ita .
L e le g a n te s a g g h in d a e v a a p a s s e g g ia re su i c a rn a i. N
l id e a d e lla sse n z a d i sa n zio n i n q u e lla d e lla m o rte im
m in e n te , b a s ta n o a g iu stific a re a z io n i c o s i g r a tu ita m e n te
a s su rd e , c o m p iu te d a p e rso n e c h e n e g a v a n o a lla m o rte la
fa c o lt d i p o r te rm in e ad o g n i c o sa . E co m e sp ie g a re
q u e lle s p lo s io n e d i fe b b r e e ro tic a fr a g li a p p e sta ti g u a
riti c h e , an zich fu g g ir e , re sta n o d o v e so n o , c e rc a n d o d i
s tr a p p a r e u n a m alsa n a v o lu tt a d o n n e m o rib o n d e o a d
d ir itt u r a m o rte , se m isc h ia c cia te s o tto il c u m u lo d i c a
d a v e r i d o v e il c a so le h a p o ste .
M a se n e c e s s a rio u n g r a v e fla g e llo p e r r iv e la r e q u e sta
fre n e tic a g r a tu it , e se q u e s to fla g e llo s i c h ia m a p e s te , si
p o tre b b e fo r s e c e rc a r d i s c o p rire c o sa v a lg a ta le g r a tu it
in ra p p o rto a lla n o stra p e r so n a lit to ta le . L a situ az io n e
d e ll appestato ch e m u o re sen za d is tr u z io n e m a te ria le ,
con tu tte le s tim m a te d i un m ale a s s o lu to e q u a si a s tra tto ,
id e n tica a q u e lla d e lla tto r e , ch e d a i p ro p ri se n tim e n ti
v ie n e in te ra m e n te p e n e tra to e s c o n v o lto sen za a lc u n b e
n e ficio p e r la re a lt . N e lla s p e tto fisic o d e lla tto r e , co m e
in q u e llo d e lla p p c s ta to , tu tto te s tim o n ia ch e la v ita ha
re a g ito s in o al p a r o s s is m o , e ch e p u r e n o n a v v e n u to
n u lla .
F r a l a p p e s ta to ch e c o r re u rla n d o d ie tr o a lle p ro p rie
a llu c in a z io n i, e l a tto r e ch e si la n c ia a lla rice rc a d e lla p ro
p ria s e n s ib ilit ; fr a l u o m o ch e si in v e n ta p e rso n a g g i ai
q u a li sen za la p e s te n o n a v re b b e m ai p e n s a to , e ch e li r a f
figu ra in m ezzo a d un p u b b lic o d i c a d a v e ri e d i a lie n a ti
in d e lir io , e il p o e ta c h e in v e n ta in te m p e s tiv a m e n te i su o i
e li affid a a u n p u b b lic o a ltr e tta n to in e rte o d e lira n te , e s i
s to n o a ltre a n a lo g ie ch e c o n fe rm a n o le so le v e r it im p o r
ta n ti, e p o n g o n o l azio n e d e l te a tr o , co m e q u e lla d e lla
p e s te , s u l p ia n o di u n a u te n tic a e p id e m ia .
M a , m e n tre le im m ag in i d e lla p e s te , e ss e n d o in ra p p o r
to con u n o s ta to s tr a o rd in a r io d i d iso rg a n iz z a z io n e fisic a ,
so n o c o m e g li u ltim i sp razzi d i u n a fo r z a s p iritu a le ch e si
va e sa u r e n d o , le im m ag in i d e lla p o e sia a te a tro so n o u n a
fo rz a s p iritu a le ch e in iz ia la su a tr a ie tto ria n e l se n sib ile
c fa a m en o d e lla re a lt . U n a v o lta la n c ia to n e lla su a fr e
n e sia , o c c o rre a l l a tto r e p e r tra tte n e rs i d a l co m m e tte re
1 44 ANTONIN A R T A U D
Maggio 1933.
Il teatro della crudelt
Primo manifesto
TECNICA
I TEM I
LO S P E T T A C O L O
L A REGIA
I L LINGUAGGIO D E L L A SC EN A
G LI S T R U M E N T I M U S I C A L I
L A L U C E , L IL L U M I N A Z IO N E
IL COSTUM E
LA S C E N A , L A S A L A
OGGETTI, M A S C H E R E , A C C E S S O R I
L A SCEN OGRAFIA
l a t t u a l i t
LE OPERE
LO S P E T T A C O L O
l a t t o r e
l i n t e r p r e t a z i o n e
I L C IN E M A
LA CRUDELT
I L P U B B L IC O
I L PROGRAM M A
P R IM A L E T T E R A
A J. P. Parigi, 1 3 settembre 19 32
Caro amico,
Non posso fornirle sul mio manifesto precisazioni che
rischierebbero di falsarne il tono. Tutto ci che posso fa
re di commentare, provvisoriamente, il titolo Teatro
della crudelt e cercare di giustificarne la scelta.
Questa crudelt non fatta n di sadismo, n di san
gue, almeno non in modo esclusivo.
10 non coltivo sistematicamente lorrore. La parola
crudelt deve essere intesa in senso lato e non nellac
cezione fisica e rapace che abitualmente le si attribuisce.
E rivendico, scegliendola, il diritto di farla finita col con
sueto significato del linguaggio, di spezzare una buona
volta larmatura, di far saltare la gogna, di tornare final
mente alle origini etimologiche della lingua che, attra
verso concetti astratti, evocano sempre un elemento con
creto.
Si pu benissimo immaginare una crudelt pura senza
strazio carnale. Del resto, che cos la crudelt in termini
filosofici? Dal punto di vista dello spirito, crudelt si
gnifica rigore, applicazione e decisione implacabile, de
terminazione irreversibile, assoluta.
11 determinismo filosofico pi corrente, dal punto di
vista della nostra esistenza, una delle immagini della
crudelt.
un errore attribuire alla parola crudelt un senso
di spietata carneficina, di ricerca gratuita e disinteressata
IL TEAT R O E IL S U O DOPPIO 217
del male fisico. Il ras etiopico, che si trascina appresso i
principi sconfitti e li riduce in schiavit, non lo fa per un
disperato amore del sangue. Crudelt non sinonimo di
versamento di sangue, di carne martoriata, di nemico cro
cifisso. Questa identificazione della crudelt con le tor
ture un aspetto decisamente secondario della questio
ne. C infatti nellesercizio della crudelt una sorta di de
terminismo superiore cui persino il carnefice-seviziatore
soggetto e che, alloccorrenza, deve essere determinato
a sopportare. La crudelt prima di tutto lucida, una
sorta di rigido controllo, di sottomissione alla necessit.
Non si ha crudelt senza coscienza, senza una sorta di co
scienza applicata. la coscienza a conferire allesercizio
di qualsiasi atto della vita un colore di sangue, una nota
crudele, perch chiaro che la vita sempre la morte di
qualcuno.
SECONDA L E T T E R A
A J . P. Parigi, 14 novembre 19 3 2
Caro amico,
La crudelt non sovrapposta al mio pensiero; vi
sempre esistita: mi occorreva soltanto prenderne coscien
za. Uso il termine crudelt nellaccezione di appetito di
vita, di rigore cosmico, di necessit implacabile, nel si
gnificato gnostico di turbine di vita che squarcia le tene
bre, nel senso di quel dolore senza la cui ineluttabile ne
cessit la vita non potrebbe sussistere; il bene voluto,
la conseguenza di un atto; il male permanente. Il dio
nascosto quando crea obbedisce alla necessit crudele
della creazione che a lui medesimo imposta; e non pu
non creare, cio non ammettere, al centro del turbine vo
lontaristico del bene, un nucleo di male sempre pi ri
dotto, sempre pi corroso. E il teatro, inteso come crea
zione continua, come azione magica totale, obbedisce a
2I8 ANTONIN A R T A U D
TERZA LETTERA
Caro amico,
Devo confessarle che non capisco e neppure ammetto
le obiezioni che sono state fatte al mio titolo. Mi sembra
infatti che la creazione e la stessa vita possano essere de
finite soltanto da una sorta di rigore, e quindi da una fon
damentale crudelt, che conduce a qualunque costo le
cose alla loro ineluttabile conclusione.
Lo sforzo crudelt, l esistenza attraverso lo sforzo
crudelt. Destandosi dal suo riposo e tendendosi sino al
l essere, Brahma soffre di una sofferenza che sprigiona
forze armoniche di gioia, ma che allestremo limite della
curva si esprime soltanto in orribili dissonanze.
C nella fiamma vitale, nellappetito di vita, nellim
pulso irrazionale alla vita, una specie di fondamentale
perversit: il desiderio di Eros crudelt in quanto con
suma contingenze; la morte crudelt, la resurrezione
crudelt, la trasfigurazione crudelt, poich in tutti i
sensi e in un mondo chiuso e circolare non vi posto per
la vera morte, poich unascensione uno strazio, poich
lo spazio chiuso si nutre di vite, e poich ogni vita piu
forte passa attraverso le altre, e quindi le consuma, in un
massacro che una trasfigurazione e un bene. Nel mondo
manifesto, metafisicamente parlando, il male legge per
manente, e il bene uno sforzo, dunque una crudelt sup
plementare.
Non capire queste cose significa non capire le idee me
IL T E A T R O E IL S U O DOPPIO 219
P R IM A L E T T E R A
Signore,
Lei afferma, in un articolo sulla regia e il teatro: chi
considera la regia unarte autonoma rischia di commette
re un grossolano errore,
e:
la presentazione, il lato spettacolare di unopera non
devono essere fine a se stessi, n determinarsi in totale
autonomia.
E lei aggiunge che queste sono verit elementari.
Se si considera la regia unarte minore e asservita, alla
quale coloro stessi che la esercitano con la massima indi-
pendenza negano qualsiasi sostanziale originalit, lei ha
perfettamente ragione. Finch la messa in scena conti
nuer ad essere, anche nelle intenzioni dei registi piu
aperti, un semplice mezzo di presentazione, un modo ac
cessorio di rivelare le opere, una sorta di intermezzo spet
tacolare privo di significazione propria, potr reggere solo
in quanto riesca a dissimularsi dietro le opere che vorreb
be servire. E le cose resteranno cosi fintantoch l interes
se di unopera rappresentata risieder soprattutto nel te
sto, fintantoch nel teatro - arte della rappresentazione -
la letteratura prevarr sulla rappresentazione, impropria
mente denominata spettacolo, con tutto ci che tale de
nominazione implica di peggiorativo, di accessorio, di ef
fimero e di esteriore.
Questa, pi dogni altra, mi sembra una verit elemen-
IL T E A T R O E IL S U O DOPPIO 221
SECO NDA L E T T E R A
A J . P. Parigi, 28 settembre 19 32
Caro amico,
Non credo che dopo aver letto il mio Manifesto lei
possa insistere nelle sue obiezioni, a meno che non lo ab
bia letto o lo abbia letto male. I miei spettacoli non avran
no niente che vedere con le improvvisazioni di Copeau.
Per quanto profondamente immersi nel concreto, nelle
cose, per quanto radicati nella natura libera e non nelle
soffocanti strettoie del cervello, non per questo sono ab
bandonati al capriccio dellincolta e avventata ispirazio
ne dellattore; tanto meno dellattore moderno che, una
volta uscito dal testo, annaspa e non capisce pi nulla.
Mi guarderei bene dalPaffidare a questo elemento casuale
la sorte dei miei spettacoli e del teatro. No.
Ecco che cosa di fatto accadr. Si tratta niente meno
che di modificare il punto di partenza della creazione ar
tistica e di capovolgere le abituali leggi del teatro. Si trat
ta di sostituire al linguaggio articolato un linguaggio di
natura diversa, le cui possibilit espressive equivarranno
al linguaggio delle parole, ma la cui fonte si trover in un
punto pi nascosto e pi remoto del pensiero.
La grammatica di questo nuovo linguaggio ancora
da trovare. Il gesto ne la materia e lessenza; se si pre
IL T E A T R O E IL S U O DOPPIO 225
ferisce, lalfa e l omega. Parte dalla n e c e s s i t della pa
rola, molto pi che dalla parola gi formata. Ma, trovan
do nella parola un intralcio, ritorna spontaneamente al
gesto. Sfiora di sfuggita alcune leggi fisiche dellespressio
ne umana. Si tuffa nella necessit. Ripercorre poeticamen
te la strada che ha condotto alla creazione del linguaggio.
Ma con una moltiplicata coscienza dei mondi messi in
movimento dal linguaggio della parola, che fa rivivere in
tutti i loro aspetti. Rimette in luce i rapporti racchiusi e
codificati nelle stratificazioni della sillaba umana che, rin
serrandosi su di loro, li ha uccisi. Tutte le operazioni at
traverso le quali passata la parola per indicare il Susci
tatore d incendi da cui il Padre Fuoco ci protegge col suo
scudo, divenendo col nome Jupiter la contrazione latina
dello Zeus-Pater greco, tutte queste operazioni, esso le
ripercorre scalino per scalino e termine dopo termine, con
grida, onomatopee, segni, atteggiamenti e lente, copiose,
appassionate modulazioni nervose. Per me un presup
posto, che le parole non significhino tutto e che, per loro
natura e per il loro carattere determinato, codificato una
volta per tutte, blocchino e paralizzino il pensiero anzi
ch permetterne e favorirne lo sviluppo. E per sviluppo
intendo autentiche qualit concrete, estese, dato che vi
viamo in un mondo concreto ed esteso. Questo linguag
gio tende dunque a racchiudere e a utilizzare l estensione,
vale a dire lo spazio, e, utilizzandolo, a farlo parlare: ado
pero gli oggetti, gli elementi dello spazio, come immagi
ni, come parole, raccogliendoli e facendo si che si rispon
dano a vicenda secondo le leggi del simbolismo e delle
analogie viventi. Leggi eterne, che sono quelle di ogni
l>oesia e di ogni linguaggio vitale; e fra laltro, degli ideo
grammi della Cina e degli antichi geroglifici egiziani. Lun
gi dunque dal ridurre le possibilit del teatro e del lin
guaggio, solo perch non voglio dare testi drammatici
scritti, io estendo il linguaggio della scena, ne moltiplico
le possibilit.
Aggiungo al linguaggio parlato un altro linguaggio, e
cerco di restituire al linguaggio della parola, le cui miste
riose risorse sono state dimenticate, la sua antica effica
cia magica, la sua efficacia fascinatrice, integrale. Quando
22.6 ANTONIN A R T A U D
dico che non dar un testo scritto, voglio dire che non da
r un testo drammatico basato sulla scrittura e sulla pa
rola, che negli spettacoli che allestir ci sar una parte fi
sica preponderante, tale da non lasciarsi fissare e scrivere
nel linguaggio abituale delle parole; e che anche la parte
parlata e scritta lo sar in un senso nuovo.
Il teatro, contrariamente a come lo si pratica qui - qui
cio in Europa o, meglio, in Occidente - non si baser
pi sul dialogo, e il dialogo stesso, per quel poco che ne
rester, non verr redatto, fissato a priori, ma sulla scena;
sar fatto sulla scena, creato sulla scena, in correlazione
con laltro linguaggio e con le necessit degli atteggiamen
ti, dei segni, dei movimenti e degli oggetti. Ma tutti que
sti brancolamenti oggettivi ottenuti al livello della mate
ria, dove la Parola apparir come una necessit, come il
risultato di una serie di compressioni, di scontri, di attri
ti scenici, di evoluzioni d ogni genere (e il teatro ridiven
ter cosi unautentica operazione vivente, e conserver
quella sorta di palpitazione emotiva senza la quale l arte
gratuita) - tutti questi brancolamenti, ricerche, choc
sfoceranno comunque in unopera, in una composizione
inscritta, fissata nei minimi particolari e annotata con
mezzi di trascrizione nuovi. La composizione, la creazio
ne, anzich avvenire nel cervello dellautore, si realizze
ranno nella natura stessa, nello spazio reale, e il risultato
definitivo sar rigoroso e determinato quanto quello di
qualsiasi opera scritta, con in pi una immensa ricchezza
oggettiva.
TERZA LETTERA
A. J . P. Parigi, 9 novembre 19 32
Caro amico,
Le obiezioni che sono state rivolte a lei e a me contro
il Manifesto del Teatro della Crudelt si riferiscono in
parte alla crudelt, di cui non si capisce bene la funzione
nel mio teatro, almeno come elemento essenziale, deter
minante; in parte al teatro quale io lo concepisco.
Per quanto concerne la prima obiezione, do ragione a
quanti me la rivolgono, non per quel che si riferisce alla
crudelt o al teatro, bens al posto che tale crudelt occu
pa nel mio teatro. Avrei dovuto spiegare meglio l uso as
solutamente insolito che faccio di questa parola, e dire
che ladopero non in unaccezione episodica, accessoria,
per gusto sadico e perversione dello spirito, per amore
del sensazionale e degli atteggiamenti malsani, insomma
non in senso circostanziale; non si tratta affatto di crudel
t come vizio, di crudelt come proliferazione di appetiti
perversi espressi in gesti sanguinosi, come escrescenze
malate su una carne gi infetta; ma al contrario di un sen
timento distaccato e puro, di un autentico movimento
dello spirito, ricalcato sul gesto stesso della vita; parten
do dallidea che la vita, metafisicamente parlando, in
quanto ammette l estensione, lo spessore, la pesantezza e
la materia, ammette di conseguenza il male e tutto ci che
inerente al male, allo spazio, allestensione e alla mate
ria. Tutto ci sfocia nella coscienza, nel tormento, e nel
la coscienza entro il tormento. E quale che sia il cieco ri
gore insito in tutte queste contingenze, la vita non pu
fare a meno di mettersi alla prova, altrimenti non sarebbe
pi vita; ma il rigore, la vita che supera ogni limite e si
mette alla prova nella tortura e nel calpestamento di tut
te le cose, questo sentimento puro e implacabile ci
chio chiamo crudelt.
Ho detto crudelt come avrei detto vita o ne
cessit, soprattutto per sottolineare che a mio parere il
IL T E A T R O E IL S U O DOPPIO 229
teatro atto e emanazione perpetua, che non ha nulla di
coagulato, che lo assimilo a un atto vero, e quindi vivo,
e quindi magico.
E cerco, sul piano tecnico e pratico, tutti i mezzi per
riportare il teatro a quellidea superiore, forse eccessiva,
comunque vitale e violenta, che me ne sono fatta.
Per quanto concerne la stesura del Manifesto, sono
pronto ad ammettere che sconnessa e in gran parte
mancata.
Propongo principi rigorosi, inattesi, apparentemente
arcigni e terribili, e nel momento in cui ci si aspetterebbe
che li giustificassi, passo al principio successivo.
Insomma, la dialettica di questo Manifesto manche
vole. Salto da unidea allaltra senza transizione. Lo sche
ma che ho adottato non giustificato da alcuna necessit
interna.
Per quanto concerne lultima obiezione, sostengo che
il regista, trasformato in una sorta di demiurgo, e anima
to da unidea di purezza implacabile, di realizzazione a
qualunque costo, se vuole essere veramente un regista,
cio uomo di materia e di oggetti, deve svolgere nel cam
po fisico una ricerca del movimento intenso, del gesto pa
tetico e preciso, che equivalga sul piano psicologico al piu
assoluto e pi totale rigore etico, e sul piano cosmico al
lo scatenamento di certe forze cieche che attivano ci che
devono attivare, e stritolano e bruciano, passando, ci
che devono stritolare e bruciare.
Ed ecco la conclusione generale.
Il teatro non pi unarte; o unarte inutile. Si uni
forma in ogni punto al concetto occidentale dellarte. Sia
mo stufi dei sentimenti decorativi e vani, delle attivit
senza scopo, esclusivamente votate al gradevole e al pit
toresco; vogliamo un teatro che agisca, ma su un piano
ancora da definire.
Abbiamo bisogno di unazione vera, ma senza conse
guenze pratiche. Non certo sul piano sociale che lazio
ne del teatro pu estendersi; n tanto meno su quello mo
rale o psicologico.
dunque evidente che il problema non semplice; ma
si dovr almeno ammettere che, per quanto caotico, im
2 3 ANTONIN A R T A U D
QUARTA LET T ER A
A J . P. Parigi, 28 maggio 19 33
Caro amico,
Non ho detto di voler agire direttamente sulla nostra
epoca; ho detto che il teatro che volevo creare presuppo
neva, per essere possibile, per essere accettato dalla no
stra epoca, una diversa forma di civilt.
Ma, anche senza rappresentare la nostra epoca, esso
pu contribuire ad una profonda trasformazione delle
idee, dei costumi, delle fedi e dei principi su cui lo spirito
del tempo si fonda. Questo comunque non mi impedisce
di fare ci che voglio fare e di farlo rigorosamente. Far
quel che ho sognato o non far nulla.
Per quanto riguarda lo spettacolo, non posso dare ul
teriori precisazioni. E ci per due motivi:
1 ) per una volta tanto, ci che voglio fare piu facile
farlo che dirlo;
2 ) non voglio correre il rischio di essere plagiato, come
gi mi capitato pi di una volta.
Per me nessuno ha il diritto di dirsi autore, e cio crea
tore, se non colui cui spetta il trattamento diretto della
scena. appunto questo il punto vulnerabile del teatro
quale viene considerato non soltanto in Francia, ma in
232 ANTONIN A R T A U D
I. IL CONTENUTO
II. LA FO RM A
ANDROGINO M A SC H IO F E M M IN A
E Q U IL IB R A T O E S P A N S IV O A T T R A T T IV O
N EUTRO PO SIT IV O NEGATIVO
NEUTRO M A S C H IL E F E M M IN IL E
NEUTRO F E M M IN IL E M A S C H IL E
M A S C H IL E N EUTRO F E M M IN IL E
F E M M IN IL E NEUTRO M A S C H IL E
M A S C H IL E F E M M IN IL E NEUTRO
F E M M IN IL E M A S C H IL E NEUTRO
I. I FR A T ELLI MARX
A Jean Paulhan.
neutro
femminile
maschile
Cado.
Cado ma non ho paura.
Vomito la mia paura nel rumore della rabbia, in un
barrito solenne.
Grido in sogno,
ma so di sognare,
e s u i D U E V E R S A N T I D E L SOGNO
faccio regnare la mia volont.
I L T EA TR O DI S R A P H IN :