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Fondazione VillaFabri Osservatorio per la Biodiversita, il Paesaggio rurale e la Progettazione sostenibile 5 Con Iingresso formale delle Universita di Perugia, Camerino e LAquila nella Fondazione Villa Fabri, alt‘interno della quale opera ‘Osservatorio regionale per la biodiversita, iI paesaggio rurale e la progetta- Zione sostenibile, si rafforzano le gia solide sinergie fra enti pubblici di governo del territorio e mondo accademico, che fin dallinizio delle attivita hanno caratterizzato la struttura e le dinamiche operative dell’Osservatorio. Lapprovazione ed II recente avvio delle attivita de! progetto LIFE SUN (di cui si da conto all‘interno di questo numero delle News) segna Iorientamento prevalente per le future attivita dell'Osservatorio: la progettazione europea. LOsservatorio ha scelto di puntare fortemente al profilo internazionale, per favorire lo scambio e I'interdisciplinarieta, che da sempre sono al centro dei suoi obiettivi. Naturalmente, prosegue anche il lavoro a livello regionale, quello che ha portato la Regione Umbria ad essere considerata un modello, sia a livello nazionale che europeo, nella gestione della biodiversita e della Rete Natura 2000. Ai prestigiosi traguardi dei piani di gestione per tutti i siti Natura 2000 Umbri, e dell'avenuta trasformazione di 95 SIC in Zone Speciali di Conservazione (ZSC), con D.M. 7 agosto 2014, si aggiunge I’avvio dei lavori per Vattuazione della RERU 3, la terza edizione della Rete Ecologica Regionale, che proporra delle rilevanti innovazioni di metodo e di risultato, Dopo una pausa, dovuta ad una riorganizzazione interna, tornano le News dell'Osservatorio, stru- mento efficace di informazione e divulgazione, che assumera cadenza quadrimestrale. Un buon lavoro a tutto il gruppo di lavoro! dead Se eRe) eT Coordinatore scienti uae) Pe ee een ee eee eT Petree ant eet ne ee aad Py Terie) oar Coy I numero 381 del 17 luglio 2014 della newsletter online Science for Environment Policy, della Direzione Ambiente della Commissione Europea, ha segnalato Varticolo: Cortina C., Boggia A. (2014) Development of policies for Natura 2000 sites: A multi-criteria approach to support decision makers. Journal of Envi- ronmental Management, 141: 138-145, commentan- dolo e sintetizzandone il contenuto. Larticolo presenta attivita svolta dal gruppo di lavoro “Valore Economico della Biodiversita’, coordinato dal prof. Boggia, nel primo anno di attivita dell'Osservatorio per la biodi- versita, il paesaggio rurale e la progettazione sosteni- bile della Regione Umbria, relativa ad una metodologia di supporto ai decisori pubblici_ per guidare il processo di formazione dei piani di gestione per le Aree della rete Natura 2000. La newsletter Science for Environment Policy & diffusa ad una mailing list di circa 18.000 persone in Europa, comprendente un notevole numero di decisori pubblici, accademici e imprenditori Integrare la tutela della biodiversita con lo sviluppo socio-economico sostenibile & una sfida fondamentale per | responsabili politic, La direttiva Habitat identifica i piani di gestione come strumenti potenzialmente preziosi per giungere alla definizione delle misure di conservazione necessarie, Nello studio viene svilup- pato un sistema che utiliza l'analisi multi-criteri_ per integrare la valutazione della biodiversita e delle attivita umane e per alutare i decisori nell'identificare le migliori tipologie di piani di gestione per i diversi siti Natura 2000. Il sistema & stato applicato a 97 siti nella regione Umbria. Per la valutazione sono stati utilizzati 12 indicatori di biodiversita, Per valutare le attivita umane nei siti, sono state utilizzate le informazioni contenute nei for- mulari standard di Natura 2000. I siti sono stati infine classificati in quattro gruppi. Il primo gruppo, che costituiva il 53% della superficie studiata, presenta siti con elevato livello di biodiver- sita, ma contemporaneamente attivita umane ad elevata intensita. Questo gruppo presenta la massima EE news priorita per implementazione di piani di gestione che definiscano,oltre alle misure di conservazione, anche un piano per lo sviluppo socio-economico sostenibile. Il secondo gruppo é caratterizzato da elevato livello di biodiversita, ma bassa intensitd delle attivitd umane. II terzo gruppo ed il quarto gruppo comple- tano il quadro dei possibili incroci. News Alert | arrears Cominciano i lavori del progetto LIFE SUN ee Mae a ee Es amen] La regione Umbria, nel cuore della Penisola italiana, si colloca in una posizione di transizione fra le Regioni Biogeografiche Continentale e Mediterranea, costituendo un centro di elevata biodiversita che include numerosi endemismi. Tale ricchezza di diver- sit ambientale & ben rappresentata nei 102 siti (94 ZSC, 5 ZPS, 1 SIC, 1 ZPS/SIC, 1 ZPS/ZSC) che costi- tuiscono la Rete Natura 2000 umbra e che tutelano il 15,9% del territorio regionale. Come noto, i 102 siti Natura 2000 umbri sono dotati di Piani di Gestione approvati con singoli atti di Giunta Regionale e cid ha permesso al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - MATTM, intesa con la regione, la trasformazione dei SIC delle Regioni Biogeografiche Continentale e Mediterranea in Zone Speciali di Conservazione, quale adempimento fondamentale di applicazione della Direttiva Habitat. Con LR. 11/2005, la Regione ha approvato i progetto di Rete Ecologia Regionale - RERU, che ha permesso I'individuazione sul tertitorio regionale di nodi, corridoi ecologici e stepping stone e di rappre- sentarli in un sistema di tipo GIS ad intera copertura regionale. I ivello di dettagiio, alla scala 1:10.00, ha consen- tito il dialogo tra il prodotto regionale e gli strati infor- mativi elaborati alla dimensione locale (Province Comuni) permettendo alla Regione il controllo delle scelte di nuova pianificazione e programmazione ter- ritoriale. E In questo vantaggioso contesto che la Regione Umbria ha vinto la candidatura per il progetto LIFE+ SUN il cut obiettivo @ Ia definizione della strategia gestionale della Rete Natura 2000 umbra al fine di garantirne una gestione efficace e duratura. Grazie infatti alla strategia di gestione della rete sara possibile raggiungere e mantenere uno stato di con- servazione favorevole di habitat e specie attraverso Vindividuazione di misure di conservazione, di ripri- stino della connettivita e della funzionalita ecologica, e delle relative possibili fonti di finanziamento europee, nazionali e regionall. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, la Regione Umbria si awvarra di un efficace gruppo di partner esperti quali: Comunita Ambiente (consu- lente in ambito ambientale) e CTS (societa specializ~ zata nel turismo sostenibile), i Dipartimenti di Chimica, Biologia e Biotecnologie e di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell'Universita di Perugia; il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edi- le-Architettura, Ambientale dell'Universita dell’Aquila, la Scuola di Architettura e Design (SAD) dell'Univer- siti di Camerino, che forniranno un fondamentale supporto scientifico al progetto nonché la partecipa- zione attiva della Fondazione Villa Fabri e dell'Osser- vatorio Regionale per la biodiversita, il paesaggio rurale e la progettazione sostenibile, di cui gli atenei sono parte integrante. Il progetto LIFE+ SUN @ finanziato per euro 2.344.702,00 ed avra una durata di 3 anni, dal 1 ottobre 2014 al 30 settembre 2017. Con il progetto SUN, si intende pertanto sperimen- tare una gestione integrata, unitaria e coordinata del patrimonio di biodiversita, introducendo da una parte nuove misure di gestione, conservazione e riqualifi- cazione del paesaggio, in applicazione dei principi delia Convenzione Europea del paesaggio, e dall‘altra misure atte a perseguire l'obiettivo di uno sviluppo equilibrato delle occupazioni “verdi" e del turismo, compatibilmente con la conservazione degli habitat ¢ delle specie protette dando al tempo stesso forte risalto a forme di sensibilizzazione pubblica con campagne informative, anche a mezzo stampa, volte a coinvolgere portatori di interesse. In un contesto regionale in cui la frammentazione del territorio, del mosaico paesaggistico e delle funzioni ecologiche rappresenta una minaccia trasversale e costante per specie, habitat ed ecosistemi esasperata dalle alterazioni climatiche in ato, 'approccio inte- grato del progetto LIFE permettera di affrontare le problematiche individuate su scala ampla attraverso EEE news forme di governo del territorio che considerino quest'ultimo nella sua interezza. La conservazione della biodiversita ed il successo della Rete Natura 2000 si fondano infatti su un rapporto equilibrato tra ambiente, bisogni sociali ed attivita economiche delle popolazioni residenti, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile del territorio. In questa particolare congiuntura economica, l'ap- proccio integrato alla base della Strategia Gestionale umbra, fornira gli strumenti indispensabili per un uso efficiente dei fondi disponibili, attingendo in modo trasversale © coordinato a tutte le risorse messe @ disposizione nell’ambito dei vari settori connessi con Natura 2000 (PSR FEASR, POR FESR, FSE € LIFE). NOTIZIE eben ae ee ee della Louisiana, nei corsi d’acqua umbri ee ny ase Parone A RT ep py Sile Il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkil Girard), detto anche gambero rosso americano, & originario delle zone palustri e fluviali degli Stati Uniti centro-meridionali e del nord-est del Messico. E un gambero d'acqua dolce che da adulto pud arrivare a circa 20 cm di lunghezza e assume una colorazione bruno-rossastra che lo caratterizea in modo particolare nel periodo della maturita sessuale, rendendolo riconoscibile anche a chi non & esperto. Importato in Europa alla fine dell'Ottocento per uso alimentare, & sfuggito agli allevamenti e da qualche anno si é diffuso in Italia per la sua rusticita e adatta- bilita a un ambiente che, per molte caratteristiche, & simile a quello di origine. gai vive e si riproduce con estrema facilita nei corsi d'acqua primari e secondari, comprese le fosse cam- perecce di raccolta delle acque meteoriche, di molte regioni italiane. Il Procambarus clarkii ha un’elevata fecondit& (depone da 300 @ 500/600 uova), presenta una crescita rapida e matura precocemente (a 4-5 mesi di etd). Linsieme di questi caratteri @ tipico delle specie colonizzatrici. Il suo successo come specie invasiva, ed elemento che lo differenzia dal gambero di flume europeo (Austrapotamobius pallipes Lereboullet), dipende dalla grande adattabilita all'ambiente in cui vive, sopportando anche situazioni estreme, quali 'assenza temporanea di acqua (condizione in cui pud soprawivere per diverse ore), le alte e le basse tem- perature, la salinita, la scarsit8 di ossigeno e la presenza di agenti inquinanti. Questi animali riescono, infatti, ad accumulare nel loro corpo, senza danno, molti degli inquinanti disciolti nelle acque, compresi i metalli pesanti. Ha abitudini prevalentemente notturne e la sua dieta, molto variegata, gli permette di nutrirsi di ogni sostanza organica disponibile; nel caso di risorse limitate utilizza tutto quello che ha @ disposizione, anche alimenti nuovi mai utilizzati prima. Si ciba di girini e avanotti di pesci, di cui & particolarmente vorace, germogli di piante e detriti vegetali. Anche per questo rappresenta un pericolo notevole per le colture, in particolare per le risaie. Per tutti questi fattori, tra cul linquinamento, e per la peste dei gamberi di cui gli individui della specie P. Clarkii possono essere portatori sani, i gamberi nostrani soccombono all'avanzata di quelli americani, accentuando il gia diffuso declino per motivi ambien- tali. La resistenza del gambero rosso americano a condizioni estreme viene anche messa in relazione con la sua abitudine a scavare e occupare tane e gallerie sotterranee: cosi facendo riesce a proteg- gersi nei momenti pith delicati della sua vita, come la muta € la riproduzione, e a difendersi dai predatori e da situazioni climatiche awverse. Da queste abitudini pud derivare anche un problema di stabiliti degli argini dei corsi d'acqua primari e secondari frequentati dal gambero americano; con la sua azione di scavo, inoltre, contribuisce a intorbidire le acque con tutti i problemi conseguenti per lo sviluppo della flora acquatica. In definitiva, \introduzione di questa specie alloctona sta determinando numerose conseguenze per la bio- diversita, con notevoli problemi non solo in termini di predazione e competizione con altri organismi autoc- toni, in primis con il gambero di fiume europeo, ma anche per le modificazioni degli habitat in cui si & insediato e per linstabilita delle rive che riesce a ingenerare. Il gambero rosso americano, per la sua invasivita e per la scarsita di predatori naturali é praticamente l'anello forte della relativa catena ecologica. Tra i suot predatori locali c’é I'airone rosso (Ardea purpurea L.), il tarabuso (Botaurus stellaris L.) e la garzetta (Egretta garzetta L.): la diffusione di quest'ultima Il CWS TS specie nel nostro territorio, non a caso, @ avvenuto con T'arrivo di questo gambero. Tra i pesci, il Maggiore nemico @ il luccio (Esox luctus L.). Ancora una volta dobbiamo riscontrare che immis- sione di specie alloctone si dimostra una pratica errata, perché altera l'equilibrio dell’ecosistema e in ultimo pud contribuire alla diffusione di nuove malattie. Le aree protette, di qualsiasi tipo, possono svolgere un ruolo importante per l'azione di prevenzione e nella lotta alle specie invasive, in quanto ecosistemi complessi e in equilibrio nei quali poter operare con le opportune indagini sulla biosicurezza, e favorire la conservazione della specie europea autoctona. Ricordiamo, infine, che il gambero di fiume europeo & citato nella Direttiva Europea “Habitat”, come “specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Speciali Aree di Conserva- zione". L’Annesso II richiede anche che gli Stati Membri effettuino il monitoraggio della specie autoc- tona per presentare ogni sei anni un rapporto e con- fermare che si trovi in “status favorevole” nella sua naturale area di distribuzione. Nella lista rossa IUCN la specie A. pallipes é ritenuta vulnerabile. Gambero rosso della Louisiana [photo credit: Jesuskyman via photopin cc] Le linee guida dell'UE per ta considerazione della ee ee ee er Pea eee erica) La necessita di intraprendere azioni per promuovere Vadattamento e le mitigazioni in materia di cambia- menti climatici e per fermare la perdita di biodiversit € riconosciuta non solo in Europa, ma a livello globale. Lintegrazione piena di questi temi nelle politiche, nei piani, programmi e progetti portati avanti in tutta Unione Europea é la strada da intraprendere per rag- giungere gli obiettivi. Per questo scopo I'Unione Europea ha pubblicato il volume Guidance on Integrating Climate Change and Biodiversity into Strategic Environmental Assessment. I cambiamenti climatic e la perdita di bio- diversita, come ampiamente documentato nella guida, sono strettamente correlati, da qui la decisione di trat- tarli insieme nelle linee guida. II modelo attuale di sviluppo rende estremamente difficile raggiungere gli obiettivi fissati a livello intemazionale, sia per i cambia~ ‘menti climatici, che per la biodiversita. In coerenza con il principio di prevenzione, uno dei pilastri della politica ambientale europea, il processo di Valutazione Ambien- tale Strategica (VAS) & la sede glusta per cercare di ottenere dei risultati, Integrare nel modo giusto nelle VAS la considerazione degli effetti di politiche, piani € programmi sulla biodiversita e sul cambiamento clima- tico costituisce la vera possibilita di mettere in pratica una concreta strategia di prevenzione. Le linee guida sono organizzate in modo da sollecitare negli utilizzatori una riflessione sull’mportanza di valutare i cambiamenti climatici e la biodiversita nella VAS. La Sezione 1 contiene un’introduzione ed una quida dettagliata per lutilizzatore, e comprende inoltre un ausilio alla consultazione per aiutare a decidere quando e come usare le linee guida, Le Sezioni 2 € 3 spiegano le ragioni per cui i cambiamenti climatici e la biodiversita sono cosi Importanti nelle VAS, e compren- dono anche una spiegazione delle problematiche e delle politiche di riferimento a livello internazionale e dell'Unione Europea. La Sezione 4 aiuta ad inquadrare gli aspetti dei cambiamenti climatici e della biodiversita e la Sezione 5 llustra le modalita di valuta- Zione dei cambiamenti climatici € della biodiversita attraverso il proceso di VAS. Gli allegati forniscono i riferi- menti per ulteriori fonti di lettura ed i link ad altre guide, Informazioni, dati e strumenti - rilevanti Pe ea eee ee MR ee OL rey PCy erie} ot ee ener) LUnione Europea si é Impegnata ad arrestare la perdita di biodiversita e dei servizi ecosistemici ad essa collegati entro il 2020. Sono quindi necessari innanzitutto importanti sforzi per garantire da una parte che gli investimenti e le azioni finanziati da fondi europei_ non abbiano impatti negativi sulla biodiversita, e, dall’altra, che la spesa sotto il bilancio dell'Unione europea sia nel complesso favorevole al raggiungimento degli obiettivi della bio- diversita. ‘A supporto di questa esigenza, la Commission ha deciso di fornire un pratico quadro di riferimento comune per indirizzare la giusta considerazione della biodiversita negli strumenti di finanziamento europei. Il quadro comune rappresenta un approccio standar- dizzato che pud essere applicato alla maggior parte del fondi UE da parte delle autorita nazionali e regio- nali degli Stati membri. Cltre alla guida generale, che costituisce il quadro comune per la giusta considerazione della biodiver- sit& nel bilancio dell’UE, sono disponibili linee guida specifiche per: ‘+1 fondi della politica agricola comune (FEAGA e FEASR) ++ fondi della politica di coesione (FEASR, FSE, FC) ‘| fondi per collegare Europa (TEN e TEN-T) ‘+ fondi per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) Lobiettivo generale di queste guide @ quello di con- tribuire al mantenimento degli impegni assunti dall'Unione europea in materia di blodiversita. Obiettivi specifici sono: ‘+ costruire il miglior quadro di azioni possibile al fine di creare un pragmatico Quadro comune che sia utilzato dalle autorité nazionall, regionali_ ed europee, allo scopo di evitare che misure adottate nel quadro delle poltiche settoriali dell'Unione europea abbiano impatti negativi sulla biodiversita e sui servizi ecosistemici e, al tempo stesso, di enfatizzare le misure progettate per rafforzare la conservazione della biodiversita e degli ecosistemi; + testare questo Quadro comune a ogni livello del processo decisionale e sviluppare linee guida mirate. Per scaricare i documenti http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversi- ty/comm2006/proofing.htm eee ed eT TTT Comunita eee te Aggiornata la Lista Rossa delle specie a rischio: evidenziati gravi rischi per la biodiversita del pianeta LUnione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha recentemente aggiomato la Lista Rossa delle specie a rischio. Nella lista compaiono 76.199 specie, di cul oltre 22.000 risultano a rischio di estinzione per I'eccessivo consumo di risorse naturall da parte dell’uomo. Ad ogni aggiornamento appare pid evidente che il Pianeta perde costantemente parte della sua incredible biodiversita, Occorrono regole sulla pesca per diverse specie di pesci come il tonno rosso del Pacifico, oggi catalogato come “vulnerabile’, o il pesce palla cinese, classificato nello stato “critico”, la cui popo- lazione & diminuita di oltre il 99% negli ultimi 40 anni, anche perché il focu @ tra gli ingredienti principali del sashimi giapponese (complessivamente sono 4 le specie di pesce palla usate in questa ricetta). I cobra cinese ha visto, invece, una significativa riduzione della popola- zione anche a causa della richiesta da parte di ristoranti cinesi e di Honk Kong. Risultano estinte la forbicina gigante, un insetto deltisola atlantica di Sant'élena, e il Plectostoma sciaphilum, una lumaca presente solamente su una collina calcarea della Malesia distrutta dalle cave. DCWS Secondo il direttore generale dell'1UCN, Julia Mar- ton-Lefevre, ci sono evidenze sclentifiche sul fatto che le aree sottoposte a tutela possono invertire il drammatico trend in ato. Le specie minacciate che sono poco presenti nelle zone protette subiscono, infatti, un declino due volte superiore a quello evidenziato dalle specie maggiormente rappresentate nelle aree tutelate. Ricordiamo, infine, che la Lista Rossa IUCN delle specie minacciate ha celebrato nel 2014 il 50° anniversario della sua istituzione. Per Voccasione ha anche avuto l'onore di ricevere dalla Fondazione Principe Alberto II di Monaco il Premio “Bio diversit8” per i dati piti esaurienti a livello mondiale sullo stato di salute della flora e della fauna. RED LIST Il nuovo orto botanico di Padova LOrto Botanico di Padova, che esiste dal Cinquecento ed @ Il piti antico del mondo e patrimonio UNESCO, si espande e nasce il nuovo "Giardino della Biodiver- sit”. La superficie dedicata alle piante risulta quasi raddoppiata, passa infatti da 22.000 a 37.000 m2 con pid di mille e trecento specie presenti, rappresenta- tive delle varie zone del mondo. Al suo interno troviamo la ricostruzione dei principali ambienti che ospitano le piante, compreso il deserto, la savana, la foresta tropicale, l'ambiente mediterraneo e le aree temperate. Il progettista, l'Architetto Giorgio Strapazzon, ha paragonato II nuovo “Giardino della Biodiversita” a una foglia che purifica l'aria, che produce ossigeno e che si apre e si chiude per regolare la temperatura, La struttura, infatti, é a impatto zero e si adatta al clima esterno. Orto botanico di Padova, patrimonio UNESCO [Semolo75 - Picture taken by Semolo75 in the Botanical Garden of Padua} EXPO 2015 e biodiversita 1 Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali-Produ- zione, Territorio, Agroenergia del!'Universita degli Studi di Milano @ il referente scientifico del Parco della Biodi versita, un giardino di oltre 14.000 m?, previsto in ambito EXPO 2015 per evidenziare il ruolo fondamen- tale della biodiversita nel benessere umano. Trattera in particolare di biodiversitd agricola, inten- dendo con tale termine linsieme delle forme di vita del nostro pianeta sulle quali si basano e si svilup- pano tutti i sistemi agro-alimentari. Coordinato da Stefano Bocchi, docente di Agronomia e Coltivazioni erbacee, il gruppo di lavoro ha il compito di indivi- duare forme e azioni efficaci per raccontare la biodi- versita e la sua relazione con il feeding the planet, Allinterno del Parco saranno coltivate specie erbacee, cereal, legumi e piante da fiore tipiche del periodo in cui si terra EXPO (maggio-ottobre 2015). immagine sottoriportata & tratta dal sito web i EXPO 2015 Pe eda Peter rir Fabio Maneli, Daniela Gigante, Valentina Ferri, ener Dipartimento di Chimica, Biologia e Ey eR eS and la Rete Natura 2000, individuata dalla Direttiva europea 92/43/CEE “Habitat’, rappresenta un com- plesso di siti disseminati net vari Stati europel, che si caratterizzano per la presenza al loro interno di Habitat (definiti in base alla loro vegetazione) e specie (sia animali che vegetali) di interesse comunitario. La funzione di tali siti & quella di garantire la conserva- zione a lungo termine della biodiversita, in tutte le sue Componenti, riconoscendo |'interdipendenza delle component biotiche con quelle ablotiche ed antropi- che. Gli Habitat € le specie di interesse comunitario sono stati declinati alllinterno di Allegati alla Direttiva “Habitat”, a seconda del grado di importanza da essi rivestito. In particolare, I'Allegato II elenca le “Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui con- servazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione”, Di questa lunga lista europea, in Umbria sono presenti solo 4 specie vegetali: Adonis distorta Ten., Himantoglossum adriaticum —H. Baumann, Jonopsidium savianum (Caruel) Ball ex Arcang. e Klasea lycopifolia (Vill.) A. Léve et D. Lave, quest'ultima inserita con l'aggiornamento alla Diret- tiva “Habitat” effettuato con I'emanazione della Diret- tiva 2006/05/CE ed indicata con il sinonimo Serratula Iycopifolia (Vill.) A. Kern. In questo articolo si vuole evidenziare proprio il caso emblematico di Klasea lycopifolia poiché le stazioni umbre note per questa specie non ricadono all'interno di alcun sito Natura 2000, il che & paradossale se si considera che la sua semplice presenza sarebbe motivo sufficiente per Istituzione di una Zona Speciale di Conservazione (ZSC). Si vuole quindi puntare I'attenzione su una specie rara per il territorio regionale, molto importante dal punto di vista conser- vazionistico, non solo per la sua presenza all'interno del'All, If ma anche per il suo recente inserimento nella nuova versione delle Liste rosse delle specie d'Italia IUCN (Rossi et al., 2013). Kiasea lycopifolla (nome comune: cerretta a foglie di erba-sega) @ una pianta erbacea perenne dal porta~ mento eretto (Figura 1) Figura 1. Klasea lycopifolia sul Monte Faeto in Umbria, sullo sfondo le praterie semi-aride nelle quali é diffusa; ‘si pud notare come all'epoca detla piena fioritura le foglie basali siano ormai completamente secche (Foto D. Gigante) Come molte altre specie perenni (le cosiddette emi criptofite), per superare la stagione awversa porta le gemme svernanti al livello del suolo, protette dalla lettiera o dalla neve. La taglia & abbastanza variabile, con un'altezza mediamente compresa tra 20 e 60 cm (anche se in alcuni casi pud arrivare fino a 100 cm). Le foglie basali hanno un margine grossolanamente dentato mentre quelle che si dipartono dal fusto tendono ad essere pit lobate e sfrangiate man mano che si procede dalla base della pianta verso I’alto (Figura 2). Le radici sono portate su rizomi (fusti sot- terranel) che ne favoriscono la diffusione per via vegetativa. I fiori, di un bel colore violetto, si trovano posizionati all'interno di una rica infiorescenza rotondeggiante, detta “capolino”, avvolta da squame verdi di forma ovale, con un breve mucrone apicale (Figura 3) Tale infiorescenza pud avere un diametro variabile da 2.a 3.cm e si presenta isolata all'apice dei fusti Il frutto derivante da ogni singolo fiore @ un “achenio”, ovvero un frutto secco con un involucro pit ‘© meno duro contenente un solo seme, Sy news Figura 2. Fogile basall di Klasea lycopifolia con il caratter! margine grossolanamente dentato (foto D. Gigante) Figura 3. Capolino di Klasea lycopifolia in piena fioritura; sone ben visibill fe squame dell'nvolucro (foto V. Ferri) Ogni achenio, non pit lungo di 5-6 mm, & prowisto di un'espansione piumosa detta “pappo”, formata da corti peli lisci o un po' rugosi che ne favoriscono la dif- fusione. Dopo il periodo di quiescenza invernale, la ripresa della fase vegetativa avviene solitamente alla fine di marzo, prosegue con la fioritura a partire dalla prima meta di giugno e si completa con la maturazione dei fiori entro meta luglio; la produzione dei semi si ha allincirca verso la meta di agosto. Klasea lycopifolia presenta due modalita di riprodu- zione: per via sessuale e per via vegetativa. Infatti, oltre ai processi di impollinazione e produzione di semi (via sessuale), essa si avvale molto efficacemente di rizomi sotterranel (via vegetativa), con i quali colo- nizza estese aree di prateria formando tappeti che possono arrivare fino a 20-30 metri di diametro. In considerazione del fatto che il pappo risulta poco sviluppato rispetto alle dimensioni dell’achenio, il ruolo del vento nella dispersione dei frutti (anemoco- ria) sembra essere piuttosto limitato. II principale vettore di disseminazione potrebbe quindi essere imputabile alla semplice forza di gravita (barocoria), fatto per cui la specie presenterebbe una capacita di dispersione piuttosto limitata; questa potrebbe essere la ragione di una distribuzione tanto sporadica € frammentata in Italia, Sarebbe importante appro- fondire il ruolo che alcuni gruppi di animali potreb- bero avere svolto nella dispersione della specie, ad ‘esempio gli ovini pascolanti spesso spostati da luogo a luogo In cerca di pascoli migliort. In Europa, la fascia altitudinale in cui si pud trovare Klasea lycopifolia & compresa tra 500-600 e 1400 m s.lm., fino a raggiungere in alcuni casi i 1800. La specie colonizza diverse tipologie di ambienti, pre- valentemente praterie semi-aride collinari e montane ma anche prati alpini, prati falciabili, margini fore- stali, cespuglieti, boscaglie aperte, generalmente su substrati calcarei o talora arenacei (Pignatti, 1982; Lavagne, 2008; Abdulhak, 2010). In Italia, gli habitat osservati sono rappresentati da praterie aride su suoli con scarsa disponibilita idrica, € in alcuni casi da praterie pingui utilizzate come prati da sfalcio 0 prato-pascoli per il foraggiamento degli animali, in zone montane e subalpine. Tutte le stazioni italiane si trovano in contatto dinamico con boschi a dominanza di faggio (Fagus sylvatica). Questa rara specie Sud-Est-Europea presenta un'area di distribuzione che si estende dalle Alpi meridionali francesi fino alla Russia orientale, scen- dendo lungo la Penisola Balcanica (Figura 4). Figura 4. Areale di Klasea lycopifolia, modificato da Conti & ‘Manzi (1997) e aggiornato; le stazioni italiane sono indicate con ‘un asterisco ) EEE news Si tratta di un “areale disgiunto”, cio@ i territori in cui la specie & distribuita sono divisi in pit: zone senza alcun contatto tra loro. L'area in cui Kiasea Iycopifolia presenta massima diffusione si trova al confine tra "Europa orientale e la Russia, mentre un‘altra impor- tante zona di presenza si trova nei Monti Urali meridio- nali, Altre stazioni sono note in Austria, Bosnia Erzegovina, Bielorussia, Croazia, Francia, Italia, Moldova, Macedonia, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Ucraina, Ungheria, dove é ritenuta nativa. La specie @ considerata endemica delle catene montuose europee (Bilz, 2011; GBIF, 2014). In Italia Klasee Iycopifolia @ stata rinvenuta in quattro regioni: Abruzzo, Emilia-Romagna, Umbria e Marche (Gigante et al., 2014) (Figura 5) Figura 5. Stazioni di presenza di Klasea lycopifolla in Italia In Umbria la specie @ presente a quote comprese tra 1000 e 1450 m s.1.m., in stazioni prossime al confine con la regione Marche, sui rilievi del’ppennino umbro-marchigiano ed in particolare sui Monti Faeto, Pennino e Cardosa (Ballelli et al., 2010, 2012; Ferri, 2010; Gigante et al., 2014; Gubellini et al., 2014). Le localita di presenza italiane sono particolarmente 10 importanti perché si trovano al confine dellareale della specie € ne rappresentano delle stazioni disgiunte e anche motto isolate. La loro scomparsa provocherebbe una significativa contrazione dell'area di distribuzione. Klasea lycopifolia risulta generalmente abbondante nelle aree in cui le attivité tradizionali di sfalcio della vegetazione prativa 0 di pascolo del bestiame sono ancora praticate. L'abbandono della gestione tradizio- nale del territorio costituisce una seria minaccia per questa rara pianta, cosi come per molte altre specie tipiche delle praterie appenniniche. Infatti, in presenza di un progressive abbandono delle attivita tradizionali, tendono ad innescarsi delle modificazioni progressive dell'habitat provocate dai natural fenomeni dinamici di ricolonizzazione arbustiva, con conseguente incespugliamento delle praterie e rare- fazione dell'habitat d'elezione di Klasea /ycopifolia Anche le attivita antropiche possono essere causa di un potenziale disturbo per questa specie, ad esempio il passaggio con mezzi a motore sul cotico erboso 0 V'utilizzo di sostanze atte a modificare il chimismo del suolo, cosi come la sottrazione di suolo in conse- guenza di cambi di destinazione d'uso. Nell'ultima edizione della Lista Rossa della Flora Italiana (Policy Species e altre specie minacciate - Rossi et al., 2013), redatta per conto dell'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), per la prima volta a Klasea lycopifolia & stata attribulta una categoria di rischio. Questa specie é stata infatti definita “quasi a rischio” (NT: Near Threatened) In conseguenza della frammentarieta del suo areale e della esigua superficie occupata, alla specie si sarebbe potuto attribuire lo status di “minacciata” (EN: Endangered), tuttavia le singole popolazioni non presentano segni di declino, facendo cosi propendere per l'attribuzione alla categoria NT (Gigante et al., 2014). Va sottolineato che, in Italia, solo alcune stazioni di presenza di Klasea lycopifolia ricadono all'interno di aree protette; questo awiene in Abruzzo, nell'area naturale protetta “Parco Regionale Sirente Velino”, nei Siti Natura 2000 177110206 e 17110130 “Monte Sirente e Monte Velino’, € nelle Marche, nel SIC/ZPS 15330008 del Monte Cardosa. In Umbria, al contrario, le due stazioni di presenza della specie non risultano in alcun modo tutelate. A tale proposito & auspicabile che per i territori umbri che ospitano le stazioni di Klasea lycopifolia sia prevista |'istituzione di Siti della Rete Natura 2000 ed in particolare di Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Sy ‘SCHEDA DELLA SPECIE Nome scientifico: Klasea lycopifolia (Vill.) A. Love et D. Love Sinonimi: Serratula lycopifolia (Vill.) A. Kern., Carduus lycopifolius Vill. [bas.] Famiglia: Asteraceae Nome comune: cerretta con foglie di erba-sega BreuiosRaria ~ Abdulhak S. (Ed.), 2010. Bilan régional des connais- sances sur la Serratule & feuille de chanvre d'eau (Ser- ratula_lycopifolia (Vil.) A. Kemer). Rapport scientifique. Conservatoire Botanique National Alpin, Dreal Paca. 32 pp. ~ Ballelli S., Caldarola L, Gigante D., Landucci F, Maneli f,, Venanzoni R., 2010. Le specie vegetali dell Talla Dir. 92/43/CEE In Umbria: aggiornamento dei dati, distributivi e cartografia floristica. 105° Congr. S.B.1., Milano, 25/28 agosto 2010. Riassunti: 146. + BallellS., Gigante D., Venanzoni R., 2012. Notulae alla, Check-list “della Flora vascolare Italiana, 13: 1903. Inform. Bot. Ital., 44(1): 180. = Bilz M., 2011. Klasea lycopifolia. in: IUCN 2013, IUCN Red List of Threatened Species. Version 2013.2. Dispo- nibile su: yww.iucnrediist.org. Accessed: 20 ottobre 2014. = Conti F,, Manzi A,, 1997. Serratula lycopifolia Vill.) A. Kern., new for the Italian flora, Flora Medit,, 7: 181-183. = Ferri V., 2010. Studio della popolazione umbro-marchi= giana di’ Klasea lycopifolla (Vill) A. Love et O. Love, specie dell. II alla Dir, 92/43/CEE. Tesi Laurea Trien- rnale in Botanica Ambientale, Univ. Perugia, A.A 2010-11. ~ GBIF, 2014 ~ Global Biodiversity Information Facility Disponibile su: http://www.gbifiorg. Accessed: 20 ottobre 2034. - Gigante D,, Alessandrini A, Balleli S. et al, 2014. Kiasea Iycopifolia (Vill) A. Love et D. Love. Inf. Bot. Ital, 46(1): 128-131. ~ Gubelini L., Hofmann H., Pinzi M., 2014. Contributo alla conoscenza della flora vascolare delle Marche e di alcune regioni limitrofe. Inform. Bot. Ital., 46(1): 17-26. ~ Pignatti S., 1982. Flora d'Italia. Vol. 3. Edagricole, Bologna, = Lavagne A., 2008. Kiasea lycopifolia (Vill.) A. & D. Love. In: CRUON R. (Ed.), Le Var et sa flore. Plantes, ares ou protégées: 288. Solliés-Ville, Association inventaire flore Var/Turriers, Naturalia Publications. - Rossi G., Montagnani C., Gargano D. et al. (Eds.), 2013. Lista Rossa della Flora Italiana. 1. Policy Species, e altre specie minacciate. Comitato Italiano IUCN, stero Ambiente e Tutela Territorio e Mare. Roma. 54 pp. ee et aac) Ped aa) Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie Universita degli Studi di Perugi E’ una delle 5 specie di Coenagrion presenti in Umbria ed appartiene alla famiglia Coenagrionidae, sottordine Zygoptera, ordine Odonata. Si tratta di una libellula di piccola taglia (lunghezza totale di circa 3 cm) di colore azzurro e nero, Il suo nome deriva dalla particolare forma del disegno presente sul secondo segmento addominale dei maschi (Figura 1, pag. 13, colonna sn.) che ricorda lelmetto alato del dio Mercurio. Questo disegno @ comunque piuttosto variabile e il miglior modo per distinguere questa specie dalle altre di colore azzurro e nero @ quella di osservare con una piccola lente la forma delle appendici terminali dell'addome che le ricurvo verso interno. Le larve emergono dall'acqua per diventare adult alati nel periodo compreso tra aprile e fine luglio. Come tutte le libellule @ un predatore sia da larva che da adulto. Habitat La specie colonizza corsi d’acqua corrente di piccole dimensioni, preferibilmente soleggiati, con abbondante vegetazione ripariale e macrofite acquatiche. Conservazione E’ una delle nove specie di libellule di interesse comuni- tario, iscritta nell’allegato II della Direttiva Habitat ed & classificata come NT (Quasi Minacciata) secondo Lista Rossa IUCN delle Libellule Italiane. La specie @ minac- ciata dalla riduzione degli habitat e dall’inquinamento delle acque. Distribuzione regionale La sua presenza in Umbria é molto localizzata e sembra essere limitata ad alcuni corsi d’acqua de! reticolo secondario del fiume Clitunno e del'alto corso del Fiume Tevere. Generalita Si tratta di una specie Mediterranea, occasionalmente presente nell'Europa centrale, distribuita con continuita nell’Europa occidentale (dalla Francia al Portogallo) e nell'area del Maghreb. In Italia é presente al di sotto del flume Po, con popolazioni anche numerose nelle region del sud. Coenagrion mercurial (Crorpenter, 1080) C. pulchellum C. scitulum Figura 1. Esemplare maschio adulto di C. mercuriale. ‘Nei cerchi in arancio sono evidenziati il secondo segmento addominale caratterizzato dal segno di Mercurio (1) e le appendici anali (2). A seguire sono evidenziate Ie forme dei disegni del secondo segmento addominale delle altre 4 specie di Coenagrion presenti in Umbria (immagini G. La Porta) reer eet cic PN ee a eee ee} Crear ae FI eae SERCO. 7100 LAquila (AQ) La mosaicatura delle previsioni insediative dei PRG dei comuni umbri si presenta piuttosto complessa nella sua fase tecnica a causa di un fenomeno di ina- deguatezza tecnologica nella implementazione di questo livello di pianificazione, che si riscontra in modo pressoché analogo in tutte le regioni italiane. Gli strumenti urbanistici non sempre sono disponibili sui geoportali comunali e, quando lo sono, solo in alcuni casi vengono rilasciati in un formato gestibile in maniera adeguata da un GIS, software per l'ana- lisi, elaborazione e la gestione dell’informazione ter- ritoriale riportata in questi strumenti. Motto spesso gli elaborati_ degli strumenti urbanisticl_comunali vengono rilasciati in formato PDF (Portable Document File), in formato DWG (drawing) e DXF (Drawing eXchange Format) e questo richiede Il ricorso a fa pre-processing informaticamente laboriose al fine di ottenere i necessari formati compatibili con le proce- dure di elaborazione dati in ambiente GIS. Files di detivazione CAD richiedono tecniche diverse rispetto a quelle utilizzate per i files POF. Per questi ultimi le procedure prevedono Tutilizzo di software per la grafica vettoriale come Inkscape, Adobe Illustrator (versione CS6) insieme poi ad un programma GIS. Figura 1. Procedura di assemblaggio del vari file pdf di un comune in ambiente Adobe Il software delAdobe permette infatti di assemblare le varie tavole costituentiil PRG del comune in esame e di esportarle poi in un normale formato immagine (jpeg, tif, ..). Questo file viene successivamente aperto con Global Mapper, un software in grado di gestire linformazione ‘geografica oltre ad essere uno tra i pill potenti compressori di dati geograficl esistente sul mercato mondiale, Sy) I software viene utilizzato in questa fase in quanto permette sia di georeferenziare immagine raster sia di esportarla in formato .ecw (Enhanced compressed wavelet) che riduce notevolmente le sue dimensioni su disco rigido. Il file viene quindi georeferenziato mediante GCP individuati attraverso una serie di puntl omologhi tra l'immagine caricata su global mapper e ortofoto/carta tecnica regionale (coordi nate planimetriche), oppure attraverso un normale servizio WMS 0 lo stesso Google Earth settato in maniera opportuna (coordinate planimetriche). Una volta inseriti i parametri per la trasformazione geo- grafica, il raster viene georeferenziato ed esportato nel formato .ecw precedentemente indicato. A questo punto con un comune programma GIS open source 0 proprietario @ possibile creare un nuovo shapefile, standard de facto nel mondo deli‘informazione geo- grafica, e digitalizzare dal raster i relativi dati di inte- fesse implementando in maniera opportuna il faery database. Per quanto riguarda strumenti rilasciati in formato dwg 0 .dxf la creazione di uno shapefile corretto comporta una serie di passaggi tecnici abba- stanza articolat. Figura 2. Fle relativo alle aree di un PRG aperta in ambiente CAD Figura 3. Fle relativo alle aree df un PRG aperto in ambiente GIS Linformazione in un sistema di tipo CAD & contenuta in diversi strati (layer) sovrapposti ciascuno dei quali si rife- risce ad un particolare ambito tematico (Figura 2). Nel momento in cui lo stesso file viene aperto in un pro- gramma GIS, si presenta come un file in cui sono presenti pil tipi di dati quali punti linee e poligoni oltre ad una serie di informazioni di tipo alfanumerico (Figura 3). news informazione geografica relativa allo zoning & contenuta nello strato i polilinee, in particolare allinterno del campo ayer del database associato allo stesso. ‘Attraverso una opportuna query & quindi possibile estrapo- lare e salvare solo ed esclusivamente questi dati e conver- tirl pot in uno shapefile di natura poligonale, Questo passaggio, tecnica mente abbastanza elementare, mete in evidenza tutta una serie di errori che derivano appunto dalla natura geometrica del fle vig. Un sistema informative di disegni, qual @ il CAD, non possiede una struttura topologica del dato e molto spesso in fase di realizzazione del file, features contigue aventi uno © pit lati in comune non vengono tra loro ancorate provo- cando una serie di errori di vuoti e sovrapposizioni che pot devono essere eliminati in ambiente GIS. Figura 4. Errori di sovrapposizione di aree (sopra) e di vuoti (Sotto) in poligoni contigui ih fe | ~~) EEE news Leliminazione di errori di questa natura comporta un dispendio considerevole in termini di tempo e di risorse. Lordine di grandezza del numero di questi errori dipende naturalmente dall'estensione territoriale del comune al quale si riferisce oltre che dalle cono- scenze e capacita tecniche dell’operatore incaricato di digitalizzare I'informazione urbanistica-territoriale. Figura 5. Esempio di mosaicatura di un PRG ottenuto attra- verso le tecniche descritte La foto di Trevi in copertina é di T. Ravagli e G. Filippucci Per quanto riguarda invece I'informazione di carattere alfanumerico associata allo zoning, questa & conte- nuta all’interno delle “Annotation” del file CAD insieme a tutta una serie di altre informazioni che vanno epurate prima di procedere alla conversione di queste in uno shapefile di geometria puntuale che conterra poi nel database associato |'informazione di interesse. Una operazione di questa natura permette poi infatti, attraverso ['utilizzo dell’operatore spatial join, di associare il database dello strato informativo puntuale a quello contenente la geografia dello zoning di natura poligonale sulla base dell’attributo spaziale. Questa operazione non esaurisce di fatto il lavoro in quanto essendo le “Annotation” informazioni di tipo testuale, nella conversione in punti é molto probabile che non ricadano esattamente all’interno del perime- tro del poligono al quale si riferiscono o anche che all’interno di alcuni di questi siano presenti due o pit punti per cui @ consigliabile effettuare un controllo finale atto a valutarne la coerenza.

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