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Firenze, 30 maggio 2017

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Ministero dell'Ambiente
e della Tutela del Territorio e del Mare
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Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale
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Ministero della Salute
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Istituto Superiore Sanit
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Regione Toscana
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ARPAT
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Azienda U.S.L. Toscana Centro
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Provincia di Pistoia
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Comune di Montale
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Comune di Montemurlo
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Comune di Quarrata
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Ladurner S.r.l.
pec: ladurner@legalmail.it

ggett : TER VA RI AT RE DI TA E (ns. rif. 609/1)

- ULTERIORE ATTO DI SIGNIFICAZIONE E DIFFIDA -

Facendo seguito all'atto di significazione e diffida del 20 luglio 2017, in nome e per
conto della Signora Paola Gelli, residente in Montale, via Vasco Melani, n. 17, in proprio
nonch nelle vesti di Presidente pro tempore del Comitato per la chiusura dell'inceneritore di
Montale, con sede in Montale via Enrico Mattei n. 7, sono ad intimare lo spedito esercizio
dei poteri di vigilanza e controllo invocato con la ridetta diffida.
Mi riferisce infatti la mia assistita che l'impianto termovalorizzatore di Montale, di
propriet di CIS S.p.a. (societ in house providing partecipata interamente dai Comuni di
Agliana, Montale e Quarrata) e attualmente gestito da Ladurner S.r.l., continuti a superare i
valori limite di emissione medi di diossine furani di cui al punto 2 dell'A.I.A. ex ord. n. 788
del 24 giugno 2014.
Come evidenziato nella intimazione del 20 luglio 2017, nel periodo compreso tra il 1
luglio e il 14 agosto del 2015, le rilevazioni periodiche di controllo, eseguite dal laboratorio
Ecolstudio, hanno dimostrato il superamento dei valori limite alle emissioni di diossina e
furani di cui alla tabella D (VALORI LIMITE DI EMISSIONE MEDI OTTENUTI CON PERIODO DI
CAMPIONAMENTO DI 8 ORE) dell'Allegato tecnico - prescrizioni dell'A.I.A. ex ord. n. 788
del 24 giugno 2014, le quali cos stabiliscono: per il parametro PCDD+PCDF qualora, in
occasione degli autocontrolli effettuati, venga superato il valore "soglia di livello di
attenzione" di cui alla precedente Tabella DS, il gestore dovr mettere in atto le procedure
contenute nella "Istruzione di lavoro 19", di cui alla documentazione acquisita con prot. n.
171857 del 24 settembre 2008 (Allegato 4 al presente atto) (v. punto 2 di pagina 9
dell'Allegato tecnico all'A.I.A. n. 788/2014).

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Nel corso del 2015 ARPAT ha osservato che: l'impianto di incenerimento di
Montale, ed in particolare la linea 1, continua a mostrare preoccupanti condizioni di scarsa
affidabilit. Per limitarsi agli ultimi mesi i superamenti registrati sia per macroinquinanti
(nox e ammoniaca) che per i microinquinanti (diossine e furani) dimostrano gravi lacune sia
nella struttura impiantistica che nell'applicazione del sistema di gestione (v. Relazione di
ARPAT del 12 ottobre 2015, sub 7).
Ed ancora, sempre ARPAT ha osservato che relativamente alla struttura
impiantistica si rileva un numero assolutamente eccessivo di fermo-impianto i quali, in
assenza di una adeguata procedura per la loro gestione, rischiano di risultare la principale
fonte di inquinamento atmosferico. Relativamente alla applicazione del sistema di gestione
si sono evidenziate gravi lacune la cui precisa definizione dovr essere attuata nel corso del
controllo AIA previsto nelle prossime settimane (relazione 12.10.2015 cit.).
Pi di recente, il Gruppo di Lavoro ARPAT, istituito con D.D.G. 6 maggio 2016, ha
presentato nel novembre 2016 una relazione relativa all'inceneritore CIS di Montale, nella
quale vengono evidenziate diverse lacune nella gestione dell'impianto e dei sistemi di
monitoraggio alle emissioni, lacune che, osserva il medesimo Gruppo di Lavoro debbano
essere affrontate nell'ambito di una procedura di revisione dell'atto autorizzativo (allegato
n. 1).
Anche l'A.S.L. n. 3 con nota prot. n. 49919 del 9 novembre 2015 ha avuto modo di
rilevare la gravit dei pericoli alla salute umana connessi al termovalorizzatore di Montale.
In tale nota si legge infatti solo la valutazione comparata delle relazione del gestore (21
settembre) e di ARPAT (15 ottobre) permette di conoscere il reale periodo di superamento
dei valori PCDD/F avvenuto per la Linea 1, non a partire dal 15 luglio, come segnalato dal
gestore, bens dal 1 luglio fino al 14 agosto (fiale AMESA n. 57, 58 e 59) con
concentrazioni che nel solo periodo dal 1 al 15 luglio sono pari a 0,4557 ng/TE/Nmc,
cio 5 volte superiori al limite ammesso di 0,1 ng/TE/Nmc (D.Lgs. n. 133/2005) e 10
volte superiori alla soglia di livello di attenzione di 0,05 ng/TE/Nmc (ordinanza
provinciale n. 788 del 24 giugno 2014).
***
Premesso quanto sopra, si osserva alle Amministrazioni e agli Enti in indirizzo che,
secondo il Giudice Amministrativo, nel caso di rilevanza di interessi coinvolti, opera il
principio di sussidiariet orizzontale ex art. 118 Cost., ai sensi del quale l'apporto dei
singoli e delle formazioni sociali va valorizzato sia nell'ambito del procedimento, non solo
in termini di mera collaborazione ma anche ai pi generali fini della gestione stessa della
funzione amministrativa per renderla pi adeguata rispetto agli interessi pubblici perseguiti
(T.A.R. Liguria, Sez. I, 26 luglio 2016, n. 893).
In tale ottica - osserva sempre la Sezione I del T.A.R. Liguria - ove semplici cittadini
od associazioni prive di riconoscimento formale forniscano dati circostanziati circa pericoli
per incolumit pubblica, ben difficile ipotizzare che una p.a. responsabile, pur
nellesercizio delle proprie prerogative di merito (a partire dal livello programmatorio sino a

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quello gestionale), resti del tutto indifferente od inerte (sent. n. 893/2016 cit.).
Da qui, secondo la Sezione I del T.A.R. Liguria, la necessit di inquadrare l'azione a
tutela di interessi lato sensu ambientale nellambito degli artt. 309 e 310 D.Lgs. n. 152/2006,
in quanto tale disposizioni prevedono che una vasta platea di enti e soggetti (compresi
persone fisiche o giuridiche che sono o che potrebbero essere colpite dal danno ambientale
o che vantino un interesse legittimante la partecipazione al procedimento relativo
all'adozione delle misure di precauzione, di prevenzione o di ripristino previste dalla parte
sesta del presente decreto) possa presentare al Ministro dell'ambiente e della tutela del
territorio, depositandole presso le Prefetture - Uffici territoriali del Governo, denunce e
osservazioni, corredate da documenti ed informazioni, concernenti qualsiasi caso di danno
ambientale o di minaccia imminente di danno ambientale e chiedere l'intervento statale a
tutela dell'ambiente a norma della parte sesta del presente decreto (sent. n. 893/2016 cit.).
Per tali ragioni, osserva la Sezione I del T.A.R. Liguria, in termini di tutela, l'art. 310
D.Lgs. n. 152/2006 riconosce anche ad associazioni prive di riconoscimento formale
legittimazione ad agire, secondo i principi generali, per l'annullamento degli atti e dei
provvedimenti adottati in violazione delle disposizioni di cui alla parte sesta del presente
decreto nonch avverso il silenzio inadempimento del Ministro dell'ambiente e della tutela
del territorio e per il risarcimento del danno subito a causa del ritardo nell'attivazione, da
parte del medesimo Ministro, delle misure di precauzione, di prevenzione o di
contenimento del danno ambientale.
Di talch, vi l'obbligo a provvedere sull'istanza-diffida del 20 luglio 2016 sia del
Ministero dell'Ambiente, sia delle altre Amministrazioni preposte alla tutela dell'ambiente.
Pertanto, diffido le Amministrazioni in indirizzo, ciascuna per quanto di sua
competenza, ad esercitare i rispettivi poteri affinch siano prevenuti ed eliminati i gravi
pericoli all'ambiente, alla salute e all'incolumit dei cittadini dei Comuni interessati dalle
forme di inquinamento sopra richiamate, ricorrendo a misure adeguate al fine precipuo di
fronteggiare la conclamata situazione di dominante urgenza qui denunciata.
Ricordo infatti che - in applicazione del principio di precauzione (art. 191 TFUE) -
si impone a tutte le amministrazioni pubbliche di garantire la tutela della salute umana e
dell'ambiente, adottando tutti i provvedimenti appropriati al fine di prevenire i rischi
potenziali per la sanit pubblica, per la sicurezza e per l'ambiente, ponendo una tutela
anticipata rispetto alla fase dell'applicazione delle migliori tecniche proprie del principio di
prevenzione.
Ci in quanto, secondo la Corte di Giustizia dellUnione Europea, l'esigenza
imperativa di garantire un elevato livello di tutela della salute umana si impone a tutte le
istituzioni comunitarie e nazionali, che diventano quindi responsabili in tutti i loro ambiti di
azione della tutela della salute, della sicurezza e dell'ambiente (Corte di Giustizia CE,
26.1.2002 T132; sentenza 4 luglio 1998, causa C-248/95; sentenza 3 dicembre 1998, Bluhme,
C-67/97).
Analogamente il giudice amministrativo interno ha osservato che il principio di

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precauzione fa obbligo alle Autorit competenti di adottare provvedimenti appropriati al
fine di prevenire i rischi potenziali per la sanit pubblica, per la sicurezza e per l'ambiente,
ponendo una tutela anticipata rispetto alla fase dell'applicazione delle migliori tecniche
proprie del principio di prevenzione (Cons. St., Sez. V, 18 maggio 2015, n. 2495).
Tutte le pubbliche amministrazioni, che sono a qualsiasi titolo coinvolte nella cura
dei valori primari come il diritto alla salute e all'ambiente salubre, sono perci tenute ad
osservare lobbligo giuridico direttamente cogente e imperativo di adottare ogni
provvedimento ritenuto idoneo a prevenire rischi anche solo potenziali al bene protetto
(Corte di Giustizia CE, sentenza 26 novembre 2002, T- 132).
***
In difetto di quanto sopra entro 30 gg dal ricevimento della presente, significo che
dar seguito al mandato gi conferitomi per adire il competente T.A.R. per la Toscana al
fine di sentir condannare le Amministrazioni in indirizzo a provvedere.
Distinti saluti
Avv. Ettore Nesi Signora Paola Gelli
anche nelle vesti di Presidente pro tempore
del Comitato per la chiusura dell'inceneritore di Montale

Si a ega
1. Relazione del Gruppo di lavoro ARPAT del novembre 2016;

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