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ANALISI DELLA DOMANDA

L'analisi della domanda un modello teorico-tecnico per l'intervento psicologico-clinico di stampo


dinamico-relazionale, messo a punto da Renzo Carli. Esso trova le sue fondamenta nella
strutturazione bi-logica delle mente postulata da Ignacio Matte Blanco. Egli affermava che la psiche
si rapporta al mondo esterno secondo una logica cognitiva, basata sulle percezioni, e una logica
emozionata, propria del "modo di essere inconscio della mente" che Freud, in seno alla prima topica,
aveva descritto.
La mente emozionata, caratterizzata, per Freud, da cinque processi: spostamento, condensazione,
assenza di negazione, assenza di tempo, scambio della realt interna con la realt esterna. La
risistematizzazione di Blanco racchiude questi processi nei principi di simmetria e generalizzazione.
"Per il principio di generalizzazione l'inconscio tratta una cosa individuale come se fosse un membro
o elemento di un insieme o classe che contiene altri elementi; tratta questo insieme come
sottoinsieme di un insieme pi generale e via dicendo".
"Per il principio di simmetria l'inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse
identica alla relazione. Ci implica che tratta le relazioni asimmetriche come se fossero simmetriche".
Quindi l'individuo nel rapportarsi con la realt, filtra quest'ultima oltre che percettivamente,
emozionalmente, e tali modalit sono in stretta interrelazione tra loro. E' tale filtro emozionale che
genera le motivazioni dell'individuo, lo spinge ad agire e determina le sue modalit relazionali.
Ci che definiamo come emozione il vissuto che risulta dalla simbolizzazione affettiva degli oggetti
nel contesto, nonch la risposta a stimoli interni ed esterni.
Il sopracitato filtro emozionale presente nell'individuo fin dalla nascita. E' di natura sociale. Esso si
costituisce in seno alla relazione con le figure di accudimento, in particolar modo con la madre. Come
ci insegna Melanie Klein, infatti, nel rapporto con la madre che all'interno della mente del bambino
comincia a formarsi una scissione fra l'oggetto buono-amico e l'oggetto cattivo-nemico/persecutore.
La madre, oltretutto, come ci insegna Winnicott, si pone come filtro fra il bambino e il mondo
esterno. La rete relazionale madre-bambino il primo sistema di appartenenza dell'individuo. In
seno a questo si vengono a formare i primi processi collusivi, dove per collusione intendiamo la
simbolizzazione affettiva condivisa di un contesto da parte di chi di quel contesto fa parte. I
successivi sistemi di appartenenza di cui l'individuo far parte, in particolar modo il gruppo familiare,
contribuiranno a costituire l'assetto simbolico emozionale proprio dell'individuo. Tale assetto collusivo
ne determiner le modalit relazionali.
Come abbiamo visto la pi primitiva categorizzazione emozionale data dalla dicotomia amico-
nemico, dalla quale si derivano tre aree di modelli fondate sulla simbolizzazione del corpo nello
spazio.
Tali aree sono esplicate nelle categorie dicotomiche dentro-fuori, dietro-davanti, alto-basso.
Il "dentro" simboleggia l'appartenenza, l'affiliazione, la pertinenza e spesso pone tutto ci che dentro
non sta come nemico o estraneo da cui diffidare. Il "fuori" dunque simbolo di estraneit, di
inimicizia, di pericolo, ma anche di nuovo, di affascinante, di diverso. Quando poi si mette "dentro"
per tener "fuori"( come nel caso della reclusione forzata) le due dimensioni si mescolano.
"Davanti" simboleggia ci che visibile, immediatamente comunicabile, quindi la comunicazione, il
presente e il futuro, ma anche la superficialit."Dietro" simboleggia il passato, la derisione, "prendere
per il di dietro", il pericolo, ma anche ci che non immediatamente visibile e richiede
un'osservazione pi profonda, ci che sta "dietro" la realizzazione di uno spettacolo, ci che richiede
un'attenta analisi oltre la superficialit.
"Alto" e "Basso" richiamano alle dinamiche di potere. A differenza degli altri due modelli, non
richiamano la simbolizzazione di un solo corpo ma di due, e quindi una relazione. Come categorie
rigide richiamano al potere di uno sull'altro, potere senza competenza che in uno scambio, di
qualsivoglia genere, se produttivo, non esisterebbe.
Abbiamo visto gi come la simbolizzazione dell'altro pu essere riassunta nella dicotomia amico-
nemico. Le modalit comportamentali che discendono da questa dicotomia, se sono sufficientemente
chiare nel caso di una simbolizzazione "nemica" dell'oggetto, dal nemico infatti o si fugge o si

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attacca, sono meno univoche per quanto riguarda invece una simbolizzazione amica.La
simbolizzazione amica del contesto introduce due modalit differenti imperniate l'una sul possesso,
l'altra sullo scambio.
Una relazione basata sullo scambio produttivo possibile solo nel momento in cui viene riconosciuta
l'estraneit dell'altro. L'estraneo l'amico da conoscere, colui il quale non venga simbolizzato in
maniera conforme ad un assetto collusivo troppo rigido che neghi l'individualit dell'altro,
assoggettandola ai propri schemi emozionali. Il riconoscimento dell'estraneit ha come presupposti la
solitudine, da intendersi come libert da assetti emozionali rigidi basati su una propensione al
riportare al noto ogni nuovo contesto ed esperienza e dunque come "superamento della confusione
emozionale che deriva dal mettere negli altri le proprie fantasie.
Il passaggio dalla "solitudine" al riconoscimento dell' "estraneit" mediato dalle "regole del gioco".
"La convivenza segnata da due modalit di relazione: la modalit fondata sul potere delle regole e
quella fondata sulla competenza; ossia organizzata attorno a due dimensioni relazionali,
interdipendentemente connesse, che subordinano la realizzazione di un prodotto competente
all'adempimento connesso ad una ottemperanza normativa. Le regole del gioco sono, dunque, codici
normativi che rendono possibile un primo passo verso l'emancipazione dalla fusionalit. La negazione
dell'estraneit conduce a dinamiche di possesso che si esplicano"in emozioni che fanno riferimento,
sempre, alla relazione sociale", "dimensioni emozionali, volte a costruire relazioni collusive efficaci",
le NEOEMOZIONI.
La prima declinazione di tali dinamiche di possesso la PRETESA. Tale neoemozione si esplica come
possesso in virt di un ruolo sociale. Tale pretesa non riferita a un qualcosa di specifico, ma
identificabile come un modo di essere generale della personalit. Chi pretende infatti non sa cosa
vuole.
Ad un livello di specificazione neoemozionale pi alta, a volte determinate direttamente dal fallimento
della pretesa, troviamo le neoemozioni di CONTROLLO e DIFFIDENZA, l'uno declinazione attiva della
pretesa, l'altra declinazione passiva.
Entrambe sono le risultanti di un tentativo di far fronte ad una confusivit emozionale scaturita dalla
simbolizzazione dell'altro. Il controllo una modalit di possesso dell'amico di cui non si mai sicuri.
Esso si contrappone alla verifica, per la quale l'assunto di base "tu sei mio amico, e ci interessa
produrre assieme qualcosa, sempre che non si dimostri il contrario" . L'assunto emozionale del
controllo infatti "Tu, forse amico, sarai mio nemico; salvo che, controllando ci che fai e facendoti
fare ci che voglio, non riesca a provare che tu sia davvero mio amico" . Il controllo dunque un
tentativo di prova dell'amicizia dell'altro. In realt non effettivamente l'altro ad essere messo alla
prova, ma la propria confusione emozionale. Confusione rivolta in primo luogo verso se stessi e
quindi verso l'altro. Il controllo mette su un'impalcatura emozionale, volta all'azione, che
sottoposta ad un sistematico smacco, in quanto si controlla di solito ci che non pu essere provato,
per cui tale neoemozione reitera incessantemente una modalit di rapporto improduttivo, pertanto il
controllo risulta essere una forma di "invidia verso la produttivit" . La diffidenza la forma passiva
del controllo. Chi diffida manifesta il bisogno di essere rassicurato dall'amico di cui non si mai
sicuri. A differenza che nel controllo, nella diffidenza la confusivit emozionale porta a vivere come
cruccio interno l'insicurezza verso l'altro, senza esprimerla in un azione di controllo. Si sempre in
attesa di una prova dell'amicizia dell'altro, anche se niente risulta sufficiente a placare il disagio
interno. Pertanto spesso la diffidenza porta ad un progressivo isolamento dagli altri.
Sul versante attivo del possesso, il CONTROLLO si declina nell'OBBLIGO e nella PROVOCAZIONE. Sul
versante passivo la DIFFIDENZA si declina nella LAMENTELA e nella PREOCCUPAZIONE.
L'OBBLIGO una modalit esasperata di possesso dell'alto, laddove anche il controllo ha fallito,
quello che si prova a fare costringere l'altro al proprio volere o a "costringersi per l'altro". In
entrambi i casi viene nascosto, tramite formazione reattiva, un possesso aggressivo dell'altro
mediante una modalit di comportamenti che viene considerata come produttiva e positiva per
l'altro.
La PROVOCAZIONE una modalit relazionale volta a ribaltare le regole del gioco esistenti.
"Il provocatore vuole sostituire un sistema di convivenza fondato su regole condivise, esplicitate e

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verificabili, con un sistema di relazioni fondate su un conflitto istituito, cio senza prodotto" . "Nella
provocazione, la disattesa delle regole vuole istituire l'illusione che le risorse non abbiano limiti e che
l'unico vincolo sia dato dall'esercizio del potere". Il potere in questione tuttavia un potere
incompetente, carico di una componente esibizionistica, nel quale centrale la paura di non essere
visti.
La LAMENTELA e la PREOCCUPAZIONE, hanno la caratteristica, entrambe, di triangolare un terzo
nella relazione.
"Il lamentarsi consiste nel chiamare in causa un terzo, al fine di ripristinare la relazione fantasmatica
con la persona di cui ci si lamenta" .Chi si lamenta comunica il proprio disappunto, l'amara delusione
che l'altro esista con una sua identit"Ci si sottrae dunque dalla relazione con l'altro, in quanto si vive
lo smacco per il quale l'altro indipendente dai propri schemi emozionali. Anche chi si lamenta,
dunque, non sa quello che vuole.
La PREOCCUPAZIONE chiama, invece, un terzo in causa per manifestare il proprio affetto e il proprio
timore per il benessere dell'altro. In realt ci di cui si ha paura il nuovo. Vige infatti la volont di
perpetuare lo status quo delle cose. Dietro ci si nasconde una componente di invidia.
Le NEOEMOZIONI, sono acontestuali e presiedono, quindi, il passaggio da un contesto all'altro. Esse
sono componenti di assetti collusivi rigidi che pertanto, a causa di cambiamenti di contesto o di
situazione interna o esterna all'individuo, possono portare ad un fallimento della collusione,
esplicitato con un evento critico, che pu essere un disagio relazionale, un sintomo psicopatologico e
cos via.
L'analisi della domanda si pone, dunque, come modello di lettura per comprendere la realt
contestuale e promuovere sviluppo nei pi svariati contesti.

Riferimenti bibliografici

Carli R., Paniccia R.M. (2003), Analisi della Domanda. Teoria e tecnica dell'intervento in Psicologia
Clinica, Il Mulino, Bologna.

Carli R., Paniccia R.M., L'Analisi Emozionale del Testo. Uno strumento psicologico per leggere testi e
discorsi, FrancoAngeli, Milano 2002.

Mitchell S.A., Black M.J. (1995), L'esperienza della psicoanalisi: Storia del pensiero psicoanalitico
moderno. Bollati Boringhieri, Torino 1996.

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