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Era l. Seduta a gambe incrociate sul pavimento della sua stanza.

Era un giorno come tanti altri, un giorno in cui avrebbe deriso se stessa e sarebbe
sembrata una ragazza come tante altre. Nessuno sapeva cosa faceva lei in momenti
come quelli, quando era talmente sola che veniva dimenticata da tutto e da tutti.
Chiudeva gli occhi e il rumore dei suoi pensieri la investiva in pieno, come un'onda che
durante la tempesta s'infrange contro gli scogli cercando di superarli ma,
inevitabilmente non ci riusciva.
In quel momento Lux si sentiva in ansia, continuava a fare mente locale ma proprio
non riusciva a ricordare cosa dovesse fare. Era senza via di fuga in una costante corsa
verso qualcosa che nemmeno conosceva. Costretta a vivere in una continua
malinconia con un nome che non faceva altro che schernirla, obbligata a restare in
vita, a non cadere e stare sempre in bilico, a guardare in faccia tutti quelli che la
odiavano e con il viso dipinto di un'indifferenza disarmante, che nascondeva la sua
estrema fragilit.
La luce della lampada al neon risplendeva sulla lama lucente che aveva trovato nello
sgabuzzino nelle cucine della scuola. Seduta in un angolo della sua stanza in una
piacevolmente decadente serata di fine autunno guardava quel coltello e ponderava
l'idea che le avrebbe consentito di volare via.
Stai zitta, non capisci niente.
Non sai cosa stai dicendo.
Smettila, cos fastidiosa.
Distolse lo sguardo dalla lama e si guard intorno, la stanza era vuota e la porta chiusa
anche se era sola in casa, la scrivania in disordine come al solito, lo zaino gettato
senza cura sul pavimento accanto al letto rivestito di un piumone color crema che sua
madre le aveva portato da uno dei suoi viaggi. Poi lo pos sullo specchio davanti a s
e ci che vide la destabilizz del tutto.
I suoi occhi color del cioccolato incrociarono due occhi di un colore indefinito, infinito,
da perderci dentro l'anima. Anzi, erano del colore del film trasmesso in TV a fine
serata, il colore delle risate a tavola, della coperta che ti avvolge d'inverno e del
venticello che ti rinfresca in estate. Erano gli occhi di cui leggeva nei libri e di cui
sentiva tanto parlare nei film.
Si gir di scatto per constatare la presenza di qualcuno alle sue spalle, ma non c'era
nessuno. Spost la sguardo per tutta la camera posandolo ad intervalli regolari sullo
specchio. Forse era stato solo uno scherzo della mente, in quel periodo lei si divertiva
a prenderla in giro a quel modo.
Ritorn a fissare il coltello dal manico in acciaio, quindi si alz dal pavimento e lo
ripose nel tiretto dellarmadio, nascondendolo tra una felpa blu che non usava da anni
e un maglioncino con dei fiori rosa che sua madre le aveva regalato; non aveva mai
saputo che lei odiava in modo viscerale i fiorellini e i nastrini che puntualmente le
portava dai suoi viaggi di lavoro. Si guard ancora una volta intorno come se quella
stanza non fosse la sua, come se non entrasse dalla porta bianca ogni giorno da
diciassette giorni a questa parte, poi si decise ad uscire. Era da sola in casa, come al
solito, e vagava per le stanze sotto leffetto di una forza superiore che le consentiva di
muoversi senza uno scopo reale, solo camminava. La villa nella quale viveva era
composta da due piani, ma i suoi genitori erano ovviamente troppo occupati per
potersela godere e lei era troppo asociale per sfruttarla nel modo in cui qualsiasi
teenager americano avrebbe fatto. In realt conosceva molte persone ma Lux aveva
quella sfortunata capacit di vedere di pi, non si fermava allinvolucro estero, riusciva
a penetrare liride e raggiungere quel qualcosa di profondo al quale ancora non sapeva
dare un nome. Perci aveva preferito restare in compagnia delle allucinazioni della sua
mente che condividere il suo tempo con altri esseri infelici.
Scese le scale e si avvi verso la cucina, magari avrebbe potuto mangiare, oppure
avrebbe potuto osservare il cibo nel suo piatto fino a provarne disgusto e gettarlo nella
pattumiera, ancora meglio. Apr lanta del frigorifero e constat che la cameriera
aveva preparato una torta, quella donna era sempre cos gentile con lei. Accanto al
piatto contenente quella delizia cera una caraffa ricolma dacqua, fin qui tutto
normale se non fosse per un paio di occhi grigi riflessi sul vetro. Lux si ritrasse di
scatto e si gir, ma anche quella volta non vide nessuno.
Tir un sospiro di sollievo e disse ad alta voce, consapevole che non ci fosse nessuno
con lei:
Sei solo unillusione della mia mente, vero? e addent un pezzo di torta al cioccolato
che aveva tagliato e messo in un piatto.
Solo se tu vuoi che lo sia rispose una voce accanto a s.

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