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LA tradizione, la cultura e il pensiero filosofico ci hanno indotti a pensare ch

e mente e corpo siano due entit distinte e separate.


Eppure, fino al Diciannovesimo secolo buona parte dei dottori riteneva che ci foss
e uno stretto legame tra emozioni e malattie, al punto da consigliare ai pazient
i di recarsi in stazioni termali o balneari o di ricorrere all omeopatia al fine d
i ritrovare un equilibrio emotivo e, di riflesso, rendere l organismo pi efficiente
nel fronteggiare le afflizioni del corpo.
Questo approccio ha gradatamente ceduto il posto alle scoperte scientifiche che
hanno messo in luce il ruolo di microrganismi e tossine nello sviluppo delle mal
attie.
Il nuovo panorama ha visto anche l impiego di antibiotici, analgesici e antinfiamm
atori.
Solo in tempi relativamente recenti la concezione che mente e corpo siano interc
onnessi e si influenzino a vicenda tornata in auge, favorendo lo sviluppo di un
moderno concetto di malattia e di discipline come la PNEI, la psiconeuroendocrin
oimmunologia, che ha evidenziato come cervello, sistema ghiandolare e immunitari
o siano strutture intercomunicanti, tra le quali c un flusso continuo di informazi
oni.
L encefalo e quella che si supponeva fosse solo manovalanza (organi, muscoli e ossa)
sono infatti in costante interazione grazie alla produzione e allo scambio di m
olecole dette neuropeptidi (delle quali parleremo a fondo tra qualche pagina).
Questa visione, che si riallaccia alle pratiche curative olistiche come la medic
ina tradizionale cinese, l agopuntura e i fiori di Bach, ha preso sempre pi piede g
razie a recenti studi che hanno dimostrato come stress, personalit, atteggiamenti
eccetera possano influenzare o essere la causa di una malattia e viceversa, ovv
ero che alcune malattie portino allo sviluppo di disturbi emotivi e psichiatrici
.
cos che medicina e psicologia, che tradizionalmente si occupavano di ambiti diver
si rispettivamente, l organismo e la mente , hanno dovuto lasciare spazio a un nuov
o modello che fosse in grado di integrarle.
Un processo, questo, di crescita e cambiamento che nessuno specialista della sal
ute dovrebbe ignorare e che personalmente, da psicoterapeuta, mi ha portato a sv
iluppare un nuovo approccio professionale e ad approfondire e ampliare le mie co
noscenze.
Questa necessit maturata in me gradatamente, quando ho cominciato a prendere cosc
ienza che le persone che mi cercavano per risolvere disagi psicologici spesso la
mentavano anche disturbi fisici.
Il fatto che le due sfere fossero le facce di una stessa medaglia mi apparso chi
aro quando mi sono reso conto che queste coincidenze erano troppo ricorrenti per e
ssere casuali; inoltre, ho realizzato che i miglioramenti o i peggioramenti di u
na problematica emotiva o fisica viaggiavano su binari paralleli.
Da queste constatazioni nata la necessit di confrontarmi con professionisti di al
tri settori medici, osteopati, agopuntori, iridologi eccetera che potessero aiut
armi a comprendere la complessit e le sfaccettature delle problematiche che mi tr
ovavo ad affrontare nel mio lavoro.
Parallelamente, ho sentito il bisogno di tenermi al passo con le scoperte scient
ifiche che, grazie a ingegnosi esperimenti e innovative tecnologie, mettevano se
mpre pi a fuoco le connessioni mente-corpo.
Questo libro ripercorre, seppure in modo pi strutturato, il mio cammino in questo
senso: al suo interno, il lettore trover citati gli studi che mi hanno aperto gl
i occhi e i casi clinici che pi hanno contribuito a modificare le mie prospettive
sul concetto di salute.
La riabilitazione del corpo
Esperienze come le guarigioni miracolose, l effetto placebo quello per cui una sos
tanza farmacologicamente inattiva ci pu far guarire per autosuggestione o nocebo
quando la sola convinzione che qualcosa ci procuri dei danni pu farci ammalare su
l serio hanno alimentato l idea di una presunta supremazia della mente sul corpo.
Le moderne scoperte sulle interazioni fra mente e corpo non solo hanno sfatato q
uesta teoria, ma hanno dimostrato che, in modo non meno efficiente, anche il cor
po pu influenzare il cervello.
stato provato, per esempio, che camminare seguendo percorsi irregolari pu aumenta
re la nostra creativit, stringere un pugno pu accrescere costanza e determinazione
, assaggiare una bevanda dolce pu renderci pi romantici e sedere su una sedia trab
allante mentre parliamo del nostro rapporto di coppia ce lo fa percepire pi insta
bile.
Gi Freud aveva intuito questi effetti, utili per consentire ai pazienti di lascia
r fluire liberamente i pensieri (le cosiddette libere associazioni).
Per facilitare questo atteggiamento mentale, li invitava a sdraiarsi su un letti
no posizionato in modo che il paziente non vedesse lo psicoanalista. In questo m
odo faceva s che la persona si sentisse pi rilassata, quindi pi incline a seguire u
n filo non logico, e al tempo stesso pi disinibita, dimenticandosi della presenza
dell analista.
Questo intreccio mente-corpo ha permesso di comprendere che il pensiero (espress
o con le parole) tutt altro che astratto e che, per essere elaborato e compreso, h
a spesso bisogno di basi che affondano le proprie radici nell esperienza sensorial
e: se diciamo che una faccenda piccante automaticamente la associamo alla sensazio
ne di bruciore al palato che ci pu dare il peperoncino. Questo abbinamento non so
lo rende bene il concetto, ma fa s che chi ci ascolta avverta realmente questa se
nsazione; in altre parole, nel suo cervello si attiveranno due aree: quella dell
a comprensione linguistica e quella che registra il senso del gusto.
Il processo a doppio binario: cos, se offriamo a qualcuno una pietanza condita co
n la paprika e poi gli parliamo di una serata trascorsa con una persona che ci p
iace, il nostro interlocutore sar indotto a pensare che l incontro abbia avuto dei
risvolti piccanti.
Questo schema di funzionamento del sistema integrato mente-corpo, intuito dal li
nguista George Lakoff, ha trovato negli ultimi dieci anni numerose conferme sper
imentali e prende il nome di cognizione incarnata o intelligenza corporea.
Ne abbiamo fatto alcuni esempi, ma citiamo anche brevemente qualche ricerca che
illustra il modo in cui questi assunti sono stati dimostrati scientificamente.
Uno studio condotto da un quipe del dipartimento di psicologia e scienze del cervel
lo del Dartmouth College di Hanover, negli Stati Uniti, si posto l obiettivo di ve
rificare se bloccando la mimica emozionale del volto si potesse inibire la rispo
sta cerebrale alle emozioni.
Per farlo stata indotta la paralisi del muscolo corrugatore della fronte implica
to nelle espressioni di tristezza, rabbia, disgusto eccetera con il botulino, la
stessa tossina usata in medicina estetica per spianare le rughe.
Monitorando l effetto con l MRI, l imaging a risonanza magnetica che permette di visua
lizzare l attivit cerebrale, i ricercatori hanno constatato che questo escamotage i
nibiva la reattivit dell amigdala (la struttura cerebrale maggiormente implicata ne
ll elaborazione emotiva) durante la visione di facce atteggiate a un espressione di
collera.
In un indagine affine, condotta da Shwetha Nair, Mark Sagar, John Sollers assieme
ad altri colleghi dell Universit di Auckland, sono stati coinvolti 74 partecipanti,
chiamati a svolgere un compito particolarmente complesso e snervante.
Met del gruppo doveva effettuare il test sedendo su una poltrona sfondata, in

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