Sei sulla pagina 1di 17

Meccanica dei Fluidi

11 dicembre 2016

Indice
Programma 2
1 Testi 2
2 Programma 2
2.1 Dinamica dei continui . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
2.2 Caratteristiche dei uidi incomprimibili non viscosi . . . . . . . . . . . . . . 3
2.3 Onde d'acqua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
2.4 La vorticit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
2.5 Esistenza ed unicit delle soluzioni in dimensione due . . . . . . . . . . . . . 4
2.6 Flussi laminari, ussi turbolenti. Evoluzione di singolarit . . . . . . . . . . 4
2.7 L'equazione di Eulero in dimensione 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
3
2.8 Esistenza e unicit locale per Eulero su T . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
3
2.9 L'equazione di NavierStokes in T . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

3 Il tensore degli sforzi per NavierStokes 5


4 NavierStokes in 3 dimensioni 6
4.1 L'equazione nel toro e in Fourier . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
4.2 Il laplaciano e l'equazione del calore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
4.3 Stime a priori per NavierStokes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
4.4 Esistenza delle soluzioni deboli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
4.5 Soluzioni deboli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
4.6 Autoregolarizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
4.7 Il caso bidimensionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
4.8 Unicit in dimensione due . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15

1
Corso di 6 CFU attivato per il corso di laurea magistrale in Matematica per le Applicazioni,
primo semestre AA 20162017; docente Dario Benedetto

1 Testi
E: Esposito Appunti delle lezioni di Meccanica Razionale, Aracne 1999.
LL: L.D. Landau, E.M. Lifshitz Teoria dell'elasticit (Fisica teorica 7), Editori
Riuniti

MP: Carlo Marchioro, Mario Pulvirenti Vortex methods in two-dimensional uid


dynamics, Lecture notes in physics 203, Springer 1984.
IP: appunti del corso presi da IP http:brazil.mat.uniroma1.it/dario/fluidi

Altri testi consigliati

CM: Alexandre J. Chorin, Jerrold E. Marsden: A mathematical introduction to


uid mechanics, Springer 1993.
GG: Foundations of Fluid Dynamics, Springer 2005; vedi
Giovanni Gallavotti:
anche Ipotesi per una introduzione alla meccanica dei uidi, Quaderni del
Consiglio Nazionale delle Ricerche, GNFM 1996.

J:R.S. Johnson A modern introduction to the mathematical theory of water


waves Cambridge text in applied mathematics 1997.
MOHR: B.R. Munson, T.H. Okiishi, W.W. Huebsch, A.P. Rothmayer Meccanica
dei Fluidi, CittStudi Edizioni 2016 ( un libro per ingegneri, che interessante per
il punto di vista dierente, e per la descrizione di molti argomenti dal punto di vista
applicativo).

2 Programma
2.1 Dinamica dei continui
Questa parte presa dall'Esposito, a parte qualche dettaglio, e si trova anche su IP.

Densit di massa, velocit, usso. Lo Jacobiano del usso. La sua derivata temporale: il
teorema di Liouville. Teorema del trasporto. Equazione di continuit.
Tensore degli sforzi. Teorema di Cauchy per il tensore degli sforzi. Bilancio dell'impuso.
Simmetria del tensore degli sforzi e conservazione del momento della quantit di moto.
Energia cinetica e densit di energia interna. Flusso di calore, densit di irraggiamento.
Bilancio dell'energia.
Leggi di conservazione, correnti.
Caratterizzazione dei uidi in termini di tensore degli sforzi all'equilibrio. Pressione.
Fluidi ideali, uidi perfetti. Equazione per l'entropia. Equazione per i gas isoentropici.
Condizione di incomprimibilit.

2
Modellizzazione degli attriti interni: decomposizione dello jacobiano del campo di velocit
nella parte rotazionale (vorticit) e nella parte di velocit di deformazione. L'equazione di
Navier-Stokes (vedi paragrafo 3).

Esercizi e argomenti a lato.


Linearizzazione delle equazioni del gas isoentropico intorno a stati stazionari e determinazione
della velocit del suono (vedi esercizi sul sito).
Condizione di incomprimibilit come limite innito della velocit del suono (vedi MP pag.
42, 43).
Piccoli moti nei solidi (vedi esercizi). Propagazione delle onde nei solidi, decomposizione in
onde P e onde S (vedi esercizi).

2.2 Caratteristiche dei uidi incomprimibili non viscosi


Per questo argomento ho usato il MP, ma trovate tutto anche su IP.

Il principio variazionale per i uidi incomprimibili non viscosi (rispetto a MP, ho provato
a rendere pi chiaro come costruire i moti incomprimibili variati attraverso un campo a
divergenza nulla che generi la variazione).
Quantit conservate: energia, vorticit, impulso medio, momento della quantit di moto.
Flussi potenziali e ussi stazionari.
I teoremi di Bernuolli e il teorema di Kelvin per i uidi incomprimibili Il teorema di Stevino
e la legge di Archimede.

2.3 Onde d'acqua


Per questo argomento ho usato il MP, pag. 222, ma vedi anche il Johnson tra i testi
consigliati.

La condizione cinematica per la frontiera mobile di un usso potenziale in moto. Il salto


della pressione dovuto alla tensione superciale.
Le equazione per il usso potenziale in presenza di gravit e tensione superciale.
Linerarizzazione e ricerca di soluzioni ondose. Velocit di fase e velocit di gruppo nei diversi
regimi.

2.4 La vorticit
Per questo argomento ho usato il MP, ma trovate tutto su IP.

Equazione per la vorticit in dimensione due. La funzione di corrente. Richiami sulle solu-
zioni dei problemi ellittici con condizioni di Dirichlet o di Neumann. Richiami sulla funzione
di Green nel piano e nei domini.
Ricostruzione del campo di velocit a partire dalla vorticit. Caso dell'intero piano, caso dei
domini limitati semplicemente connessi, caso dei domini limitati non semplicemente connessi,
caso del dominio esterno.

3
2.5 Esistenza ed unicit delle soluzioni in dimensione due
Per questo argomento ho usato il MP, ma trovate tutto su IP. Per la precisione, MP pp.
6674, appendice 2.1 pp. 8687, appendice 2.3 p. 89. La teoria sul libro in L1 , io ho svolto
la teoria in L . L'unico ingrediente in pi necessario la prova di
Z
|(y)| |KD (x (y)) KD (x (y))| c(r),
D

con
r = sup |(x) (x)|.
xD

Ipotesi 0 L in dominio limitato: limitatezza del campo di velocit, stima quasi


liptschitziana. Esistenza di ussi per campi quasiliptschitziani. Costruzione delle soluzioni
deboli. Unicit delle soluzioni deboli. Regolarit delle soluzioni deboli (la prova esplicita
1+0
della regolarit C del campo se C parzialmente negli esercizi).

2.6 Flussi laminari, ussi turbolenti. Evoluzione di singolarit


Questa parte stata svolta in modo meno formale, e richiede l'uso di pu fonti.

Flussi laminari incomprimibili nei canali piani.


Condizioni al contorno per l'equazione di Navier-Stokes. Flusso viscoso nei canali piani, e
prolo parabolico del campo; caduta di pressione (vedi IP).
Soluzione dell'equazione di Navier-Stokes nel semipiano (vedi IP). Generazione di vorticit
la bordo e strato limite (vedi IP e MP pag 39-40).
Il numero di Reynolds (MP pag. 235)..
Cenni al moto di un uido intorno a un ostacolo al variare del numero di Raynolds: distacco
dello strato limite, scia di von Karman, turbolenza (pu essere utile guardare qualche sito in
rete, tipo wikipedia, usando queste parole chiave
https://en.wikipedia.org/wiki/Flow_separation
https://en.wikipedia.org/wiki/Turbulence
https://en.wikipedia.org/wiki/K%C3%A1rm%C3%A1n_vortex_street)
Vedi anche MOHR par. 9.1 9.3
L'equazione per la linea di vorticit (vortex sheet) MP pag 191-194. Instabilit di Kelvin-
Helmoltz (vedi esercizi).

2.7 L'equazione di Eulero in dimensione 3


Per questo argomento ho usato il MP, ma trovate tutto anche su IP.

La vorticit in termini dello Jacobiano del usso. I tubi di vorticit.

2.8 Esistenza e unicit locale per Eulero su T3


Per questo argomento ho usato il MP, ma trovate tutto anche su IP.

I coecienti di Fourier. Spazi di Sobolev Hm deniti attraverso i coecienti di Fourier.

4
Teoremi di immersione di Hm (T3 ). Propriet di algebra di Hm (T3 ) per m sucientemente
grande.
Il metodo dell'energia per le stime a priori per tempi piccoli.
Costruzione di soluzioni approssimate mediante troncamenti.
Convergenza delle soluzioni approssimanti. Passaggio al limite per il termine non lineare
dell'equazione.
Unicit delle soluzioni regolari.

2.9 L'equazione di NavierStokes in T3


Per questo argomento vedi il paragrafo 4 di questo documento.

Vorticit e dissipazione dell'energia.


La stima a priori data dalla dissipazione dell'energia.
Compattezza delle soluzioni troncate. Passaggio al limite nel termine non lineare. Non
derivabilit nel tempo delle soluzioni.

3 Il tensore degli sforzi per NavierStokes


Qui dimostro l'equazione (15.75) dell'Esposito sul tensore degli sforzi per NavierStokes. Per
ipotesi il tensore degli sforzi N nullo se il tensore di deformazione D nullo, dunque, per
piccoli valori di D, si pu supporre che N (D) sia lineare di D. Inoltre, deve valere l'invarianza
3
per rotazioni nel senso seguente: per ogni U O3 (gruppo unitario di R ), deve valere

N (U t DU ) = U t N (D)U.

Voglio mostare come da questa ipotesi segue che N (D) ha un'espressione semplice:

N (D) = aD + b tr(D) I,

dove a e b sono valori ssati e tr(D) la traccia della matrice D.

Ricordo che sia D che N sono matrici simmetriche. Comincio determinando N (I). Per ogni
U unitario
N (I) = N (U t IU ) = U t N (I)U,
ma l'unica matrice invariante per qualunque rotazione necessariamente proporzionale all'i-
dentit, dunque
N (I) = I
(in particolare la matrice invariante per la rotazione che la diagonalizza, dunque diagonale;
l'invarianza per scambi di assi porta alla tesi)). Non ho veramente bisogno di questo fatto,
per la dimostrazione istruttiva per quello che segue.

5
Sia Mi la matrice che 0 tranne che nell'elemento ii. Sia U una rotazione che lascia invariato
l'asse i:
N (Mi ) = N (U t Mi U ) = U t N (Mi )U,
cio N (Mi ) invariante per tutte le rotazioni che lasciano invariato l'asse i. Procedendo con
lo stesso ragionamento precedente, ottengo che N (Mi ) una matrice diagonale, con i due
valori j 6= i uguali. Posso quindi rappresentarla come segue:

N (Mi ) = aMi + bI.

I coecienti a e b non possono dipendere da i per l'invarianza per O3 (prova ad usare la


matrice unitaria che scambia i con j ...). Sia ora D una matrice simmetrica, e sia U l'unitaria
che la diagonalizza: X 
D = Ut i Mi U,
dove i sono gli autovalori di D.
X  X  X 
N (D) = U t i N (Mi ) U = aU t
i Mi U + b i I = aD + b tr(D) I,

dove la traccia di D coincide con la somma degli autovalori.

4 NavierStokes in 3 dimensioni
In questa sezione discuto l'equazione di NavierStokes nel toro tridimensionale, provando
l'esistenza di soluzioni deboli globali. Discuto inoltre la regolarit delle soluzioni deboli e
mostro come in dimensione due si ottiene con le stesse tecniche l'esistenza, unicit e regolarit
delle soluzioni. Per approfondimenti e per la teoria di Leray vedi il Gallavotti tra le letture
consigliate.

Notazioni e fatti preliminari

T3 = [, ]3 con condizioni periodiche = toro tridimensionale


Z

fk = dxeikx f (x), k-esimo coeciente di Fourier, deniti per f L1
T3
e dunque per f Lp , p [1, +], infatti vale la disuguaglianza di Hlder:

kf k1 (2)1/q kf kp , con 1/p + 1/q = 1


1 X ikx
f (x) = e fk valida per funzioni L2
(2)3 k
Z
1 X
f2 = 3
|fk |2
T3 (2) k

4.1 L'equazione nel toro e in Fourier


L'equazione di NavierStokes

u = 0;
(4.1)
t u + u u = 4u p.

6
Poich l'impulso medio una quantit conservata, posso assumere che
Z
dx u(x, t) = 0
T3

Questa assunzione non restrittiva, infatti la sica invariante per cambiamenti di sistema di
referimento inerziali. Per esercizio scrivi l'equazione di NavierStokes per il campo v = u+w,
dove w in vettore costante. Scoprirai che v soddisfa l'equazione e dunque le soluzioni per
v e peru si ottengono l'una dall'altra aggiungendo w. La condizione di impulso medio nullo
in termini di Fourier u
0 = 0.
Per i coecienti di Fourier l'equazione di NavierStokes

ku k = 0,
d X (4.2)
k = i
u ( h |k|2 u
ukh h) u k ik pk .
dt h

La condizione di divergenza nulla dice che in realt u


k non un vettore incongito in R3
ma bidimensionale, e vive nello spazio ortogonale al vettore k. Proiettando l'equazione
sull'ortogonale a k ottengo un'equazione completa, da cui sparisce il termine di pressione
k pk . Esso infatti parallelo a k, e sparisce perch in eetti la reazione vincolare al vincolo
ku k = 0 ( un fatto generale della meccanica dei sistemi vincolati che proiettare sulla
variet vincolare d equazioni chiuse, infatti la reazione di un vincolo ideale ortogonale al
vincolo).

Indico con
k il versore k/|k|. Il proiettore nella direzione di k e nel piano ortogonale a k
sono dati da:
k
k = k

k = Ikk

Proietto l'equazione sul piano ortogonale a k, semplicemente applicando l'operatore k .

Tenendo presente che k u k = u kh h uno scalare, e che kpk ovviamente
k , che u
parallelo a k, ottengo:

d X
k = i
u ukh h)
( ku h |k|2 u
k . (4.3)
dt h
Indicher la parte non lineare dell'equazione con un simbolo
X
u ) = i
k ( ukh h)
( kuh . (4.4)
h

Utilizzando il fatto che k k = 0,


u posso riscrivere

kh h = u
u kh (h k + k) = u
kh k,
quindi
X
u ) = i
k ( ukh k)
( kuh . (4.5)
h
Questo passaggio la versione in Fourier dell'identit

(u )u = (u u),

7
che vale proprio perch u = 0.
La dierenza tra NavierStrokes ed Eulero per domini senza bordo nella sola presenza
2
del termine viscoso 4u, che in Fourier |k| u k . Per trarre vantaggio dal segno ne-
gativo (cio dal fatto che il laplaciano un operatore negativo), e per eliminare parte dei
termini dell'equazione (4.3), la riscriviamo in forma integrale perturbando rispetto al usso
d 2
dell'equazione lineare a(t) = |k|2 a, che ha soluzione e|k| t a(0):
dt
Z t
|k|2 t 2 (ts)
u
k (t) = e u
k (0) + ds e|k| k (
u (s)) (4.6)
0

4.2 Il laplaciano e l'equazione del calore


Il laplaciano un operatore negativo (ha autovalori negativi). Consideriamo a esempio il
problema parabolico
R t f = 4f sul toro. Integrando in x si ottiene immediatamente che
f una costante del moto.
La soluzione dell'equazione del calore t f = 4f in Fourier

2
fk (t) = e|k| t fk (0),

e dunque nel limitet + tutti i coecienti di Fourier vanno a 0, tranne quello Rper k = 0,
1 1
che costante. Dunque f tende esponenzialmente all'equilibrio, che f = |T| f , che
|T| 0 T
proprio la media di f .
Oltre alla convergenza rapidissima all'equilibrio, il laplaciano regolarizza la soluzione. Ri-
cordo che in Fourier sul toro l'appartenenza allo spazio di Sobolev Hm (cio lo spazio delle
funzioni con derivate mesime in L2 ) coincide con la limitatezza di

X
|f0 |2 + |k|2m |fk |2 .
k

Ora
2 1
a ( t|k|)
2 Ca
|k|a e|k| t = a/2
| tk| e ,
(t) (t)a/2
dunque f (t) Hm per ogni m non appena t > 0. L'appartenenza a qualunque Sobolev
implica f (t) C .
Inoltre, se i coecienti di Fourier di una funzione decadono a 0 come ea|k| , allora la funzione
analitica. Per esercizio, provate che se f (x) una funzione periodica di periodo 2 , con
a|k|
P
i coecienti di Fourier che vericano ke |fk | < +. allora f prolungabile ad una
2
funzione analitica per z = x + iy , con |y| < a. Se decadono come ea|k| , allora la funzione
si prolunga analiticamente a tutto il piano complesso.
Dunque, la soluzione dell'equazione del calore f (t) analitica per t > 0.
Parlando rozzamente, questa propriet di regolarizzazione dovuta al fatto che et4 deprime
il k-esimo coeciente di Fourier in modo tanto pi ecace quanto pi |k| grande. Inoltre,
a grandi valori di k corrispondono piccole scale in x (infatti il corrisponendete contributo
i(kx)
del tipo e , che oscilla su scala 1/|k|). Dunque la presenza del laplaciano regolarizza pi
velocemente le scale pi piccole, cio proprio quelle che minacciano la regolarit.

8
4.3 Stime a priori per NavierStokes
Le stime a priori che servono per provare l'esistenza debole globale delle soluzioni sono
particolarmente semplici.
La prima disuguaglianza ha a che fare con l'energia. Mentre per Eulero l'energia conservata,
1
R
per NavierStoker dissipata. Indicher l'energia al tempo t con E(t) =
2 T
|u(t)|2 .
d
E(t) = (u, t u) = (u, (u ) u) + (u, 4u) (u, p)
dt
XZ XZ (4.7)
= (u, 4u) = ui 4ui = |ui |2
i T3 i T3

Infatti il termine (nonlineare) di trasporto d contributo nullo per antisimmetria, e il termine


di pressione d contributo nullo perch i gradienti sono ortogonali ai campi a divergenza nulla.
In Fourier questa uguaglianza si scrive

d d 1X X 2
E(t) = uk |2
| uk |2 .
|k| | (4.8)
dt dt 2 k (2)3 k

Conseguenze:

X
uk |2 cE0 ,
| (4.9)
k
p
|
u k | c E0 , (4.10)
Z tX
2 2 (2)3 c
|k| |
uk (t)| = (E0 E(t)) E0 (4.11)
0 k

(sto indicando con c qualunque costante numerica indipendente dal dato iniziale e dalla
viscosit). L'ultima stima stata ottenuta integrando nel tempo l'uguaglianza 4.8.
La stima dell'energia permette di stimare il termine non lineare (4.5) dell'equazione:

X
|k (
u )| |k| |
ukh | |
uk | c|k| E0 , (4.12)
h

dove per la somma ho usato la disuguaglianza di Schwartz.

4.4 Esistenza delle soluzioni deboli


Lavoro in Fourier. Come abbiamo fatto per Eulero, considero N intero e costruisco le
soluzioni dell'equazione troncata

d N
k = PN k (
u uN 2 N
k ) |k| u
k . (4.13)
dt
con N
u k = 0 per |k| > N , PN
proiettore sul sottospazio dei modi |k| N . Il dato iniziale del
problema troncato la proiezione del dato iniziale: uN N
k (0) = P u k (0).
Per esercizio provate che le stime (4.9), (4.10), (4.11), (4.12) valgono anche per le soluzioni
del problema troncato.

9
Per k ssato, la sequenza N
u k (t) limitata in t, uniformemente (dalla (4.10)). Usando le
stima (4.12) e (4.10), l'equazione (4.13) d:

d N p
u k (t) c|k| E0 + c|k|2 E0 (4.14)
dt
Dunque la sequenza ha anche la derivata temporale uniformemente limitata. Posso invo-
care il teorema di AscoliArzel ed estrarre una sottosequenza uniformemente convergente
su ogni compatto di t [0, +). Usando il consueto argomento triangolare, esiste una
sottosequenza, che continuo ad indicare con N, per cui, per ogni k e per ogni t

N
u k (t) u
k (t),

dove le u
k (t) sono continue in t e la convergenza uniforme sui compatti di [0, +).
Devo dimostrare che le funzioni u
k risolvono l'equazione di NavierStokes, in una qualche
forma. Per ora provo che risolvono l'equazione (4.6). Si tratta di provare che

Z t Z t
|k|2 (ts) 2 (ts)
ds e k (N
u (s)) ds e|k| k (
u (s))
0 0

Il termine kP h Z3 . Prover che il resto di questa


denito dalla somma (4.5), con
somma, cio |h|M , integrata nel tempo, tende a 0 per M +, per ogni u che soddisfa
le stime a priori (4.9), (4.10), (4.11), (4.12) (e quindi indipendentemente da N ). Questo
fatto, attraverso un consueto argomento triangolare, permette eettivamente di passare al
limite nel termine non linerare dell'equazione (4.6).

X X



(
u kh h) k u
h

|k| |
ukh | |
uh |
|h|M |h|M

Usando il fatto che 0 = 0 (campo di velocit a media nulla), e che se h 6= k allora


u
|h k| 1, posso stimare dall'alto moltiplicando per |h k|; inoltre, poich la somma
ristretta a |h| M , posso anche moltiplicare per |h|/M . Ottengo



X
1 X

(
u kh h) k u
h

M |k| |h k| |
ukh | |h| |
uh |
|h|M |h|M
1 X
|k| |h|2 |
uh |2 ,
M
|h|

dove ho usato come al solito Schwartz. Usando (4.11) ottengo:


Z t
(ts)|k| 2
X

c|k|E0
i e ukh h) k u
( h

0 M
|h|M

Osservazioni.

10
(1) La stessa costruzione di u
funziona anche per Eulero tranne l'ultimo passaggio, quello che
prova che posso passare al limite nell'equazione. Per Eulero non si riesce a provare l'esistenza
di soluzioni deboli globali.
(2) L'eetto regolarizzante del laplaciano stato utilizzato in realt solo per la stima (4.11).
Potevamo passare al limite nello stesso modo anche nell'equazione integrale che si ottiene
dall'equazione dierenziale (4.3), integrando in t.
(3) La stima chiave (4.11) parla di vorticit. Infatti

k = ik u
k
|
k | = |k| |
uk |, perch ku
k = 0.

Dunque
Z tX Z tZ
2 2
|k| |
uk (t)| = c 2.
0 k 0 T3

Ricordo che solo nel caso bidimensionale si conservano le norme Lp della vorticit. Infatti
l'equazione di NavierStokes per la vorticit in dimensione tre :

t + (u ) = ( ) u + 4,
R
e l'unica legge di conservazione valida quella per la vorticit totale .

4.5 Soluzioni deboli


Ho solo trovato una soluzione continua in t per l'equazione (4.6), forma integrale per i coef-
cienti di Fourier. Poich l'integrando limitato, come segue dalla stima (4.12), l'integrale
continuo e derivabile quasi ovunque in t, e dunque, quasi ovunque in t vale l'equazione
in forma dierenziale (4.3). Poich u
k sono quadrato sommabili, per la stima dell'energia,
2 3
ho in eeti denito una fuzione u L (T ). Moltiplicando per i coecienti di Fourier di
un campo regolare e a divergenza nulla e sommando su k, si otteniene che u verica quasi
ovunque in t la seguente equazione debole:

t (, u) = (j j , ui uj ) + (4, u).
Osservazione: un punto fondamentale che mentre u
k (t) sono continue in t, la continuit
non nota per u(t) in L2 . Inoltre, anche dato iniziale va inteso in senso debole: per ogni
regolare
lim(, u(t)) = (, u(0)).
t0

Inne, non essendo garantita la continuit L2 , l'energia pu non essere una funzione continua
del tempo.

4.6 Autoregolarizzazione
Mi aspetto che la presenza del laplaciano nell'equazione dia regolarit alle soluzioni, come
avviene per l'equazione del calore. Non veramente cos. L'appartenenza allo spazio Hm
(derivate mesime in L2 ) equivalente alla limitatezza, insieme a |
u0 |, di

X
|k|2m |
uk |2 .

11
Come abbiamo visto nella sezione 4.2 l'applicazione del semigruppo del calore regolarizza la
soluzione. Per il termine non lineare in Fourier una convoluzione, dunque ogni u
h non nullo
2
d contributi a tutte le derivate u
k . In altri parole, anche assumendo che inizialmente |u|m =
2m 2
P
P |k| 2 |
uk | < +, l'unica informazione che sempre valida la limitazione dell'energia
|
uk | < +, e il termine non linearePpotrebbe spostare energia dai moti per k piccolo ai
2m 2
moti per k grande, facendo divergere |k| |uk | .
In quello che segue useremo un'altra caratterizzazione per la regolarit:

u ) = sup |k|m |
Dm ( uk |.
k

La limitatezza di Dm Hm . Un semplice calcolo (eserci-


non equivalemte alla limitatezza di
zio) mostra che per limitare Hm serve Da < per a d d/2. In dimensione tre le funzioni
a3
in Hm per m > 3/2 sono continue, dunque se Da < la funzione in C .

Il teorema di auterogolarizzazione aerma che se la soluzione debole u sucientemente



regolare, allora C . L'ipotesi che per un > d 1, dove d la dimensione 2 o 3, valga

u (t)) C < +.
sup D ( (4.15)
t[0,T ]

La tesi che D (
u) limitata per ogni per t > 0, e quindi u una funzione C .
La prova passa attraverso una migliore stima di k , possibile per l'ipotesi fatta. Ripartendo
dalla denizione (4.5) e dando un'occhiata alla (4.12):

X X 1
|k | |k| | uh | |k| C2
ukh | | (4.16)
h h6=0, k
|k h| |h|

dove ho usato ancora che u


0 = 0, cio che la media nulla per il campo di velocit. La
somma stimabile, a meno di costanti, con
Z Z Z
dy
= + ... (4.17)
Rd (1 + |k y| ) (1 + |y| ) B Bc
dove B la regione |y| < 2|k|, e Bc la sua complementare. Il contributo per Bc facilmente
stimabile perch

1
|k y| |y| |k| > |y|. (4.18)
2
Dunque, a meno di costanti
Z Z
1 c
c = ,
Bc |y|2|k| |y|2 |x|2d

se > d/2 (notate che se < d/2 l'integrale complessivo divergente per ogni k).
Il contributo per B lo stimo cos:

|k|
Z Z
dy 1

= dy
B (1 + |k y| ) (1 + |y| ) |k| B (1 + |k y| ) (1 + |y| )
|k y| + |y|
Z Z Z 
1 1 dy dy
c dy c + .
|k| B (1 + |k y| ) (1 + |y| ) |k| B 1 + |k y|

B 1 + |k|

12
Notando che in B vale |k y| 3|k| ottengo

3|k|
rd1
Z Z Z
c dy c
= dr .
B |k| 1|y|3|k| |y| |k| 1 r

Il valore dell'ultimo integrale si stima diversamente a seconda dei valori di :


c
c c se >d

3|k|
rd1 |k|d
Z
dr c + c log |k| se =d (4.19)
1 r

c + c|k|d se <d

La stima dell'integrale in B sempre peggiore di quella in Bc, dunque k stimato, per


k 6= 0, da


1
c|k|
se >d
|k | c|k|1 log |k| se =d

c|k|12+d se d/2 < < d

Rt 2
Posso ora stimare
0
ds e(ts)|k| |k |, semplicemente sostituendo |k | con la stima appena
Rt (ts)|k|2 2
trovata e integrando esplicitamente ds e 0
1/(|k| ):

c 1
Z t |k|
se >d
(ts)|k| 2
c
|k | |k| 1
ds e log |k| se =d
0
c 12+d

|k| se d/2 < < d
Sia ora =d1+ (e dunque anche di > d/2, essendo d 2). Dall'equazione (4.6):

2 Z t
t|k|et|k|


|
uk (t)| |
uk (0)|
+ ... .
t|k|

0

Il primo termine stimato da


c/|k| ,
qualunque sia . Il secondo per piccolo, usando la stima per < d, con

c|k|12(d1)2+d = c|k|(d1+2) .

Dunque sono passato da = d 1 + a = d 1 + 2. Quando > d uso le altre stime, e


aumento in regolarit di 1 ad ogni passaggio (se = d aumento di 1 , per ogni ).

Osservazioni.
(1) Ho ottenuto regolarit per t > 0;
se il dato iniziale regolare posso evitare di stimare
|k|2 t
la parte del dato iniziale ricorrendo a e , e usare la regolarit del dato iniziale stesso,
ottenendo che u regolare quanto il dato iniziale per t [0, T ].
(2) Se il dato iniziale non regolare, devo essere leggermente pi cauto: nella stima della parte
et4 u0 la costante diverge in t = 0, dunque potrebbe sembrare che non posso davvero iterare
il procedimento per ottenere regolarit superiori. D'altra parte basta far iniziare la procedura

13

dall'istante t0 > 0. In tal caso posso far partire il bootstrap con |k|(d1+2) |
uk (t)| c/ t0 +c
per t t0 . Dall'arbitrariet di t0 ottengo la regolarit per ogni t > 0.
(3) L'autoregolarizzazione aerma che se la soluzione abbastanza regolare nell'intervallo di

tempo [0, T ], allora C , non aerma che se in dato iniziale abbastanza regolare allora lo
anche la soluzione.
(4) Se il dato iniziale in Hm per m 3, posso usare le stime a priori in Hm valide
per tempi piccoli e concludere che la soluzione esiste regolare per tempi piccoli; il teorema

di autoregolarizzazione garantisce che la soluzione trovata C , ma nulla dice della sua
prolungabilit.
(5) Per NavierStokes in tre dimensioni nulla garantisce in generale la regolarit suciente
ad innescare questo bootstrap di regolarit. In dimensione due, invece, la conservazione
delle norme Lp della vorticit per Eulero si trasforma in stime a priori che permettono di
applicare il teorema.

4.7 Il caso bidimensionale


R
Nel toro bi o tri dimensionale la vorticit totale nulla, infatti l'integrale di un rotore
per un dominio senza bordo.
Nel caso bidimensionale, tutte le norme Lp per p>1 della vorticit decadono nel tempo. Il
calcolo facile se p intero positivo
Z Z Z Z
d dp p p1
|| = = p 4 = p(p 1) p2 ||2 0
dt T2 dt T2 T2 T2

In particolare (vedi l'osservazione (3) della sottosezione 4)

X Z Z
2 2 2
|k| |
uk | = c c 02 (4.20)
k T2 T2

cio u H1 . Ne segue che |k| |


u k | c, che per non ancora suciente per innescare il
bootstrap. Invece si pu controllare meglio k . Tornando alla sua espressione (4.4):
X X
|k | |
ukh | |h| |
uh | |k h| | uh | ck0 k22 ,
ukh | |h| | (4.21)
h h

dove ho usato ancora che 0 = 0 e quindi 1 |k h|, e inne la disuguaglianza di Schwartz.


u
Rispetto alla stima (4.12) ho vinto un altro |k| al denominatore. Dunque posso stimare

Z t
2 1
ds e(ts)|k| |k | ck0 k22 .
0 |k|2
Da questa disuguaglianza, procedendo come nel teorema di autoregolarizzazione, ottengo che

|k|2 |
uk | c < +. (4.22)

Ora posso invocare il teorema di autoregolarizzazione con = 2 > d 1 = 2 1 = 1, per



aermare che la soluzione C per t > 0.

Se il dato iniziale tale che |k| |


uk | < + per > 3, allora si prova facilmente che la
soluzione unica, secondo i seguenti passaggi (svolgerli per esercizio):

14
se |k| |
uk | < + allora lo per tutti i tempi (usando l'autoregolarizzazione a partire
da (4.22))

|k| |
uk | permette di stimare supx |u|

la norma L2 della dierenza di due soluzioni si stima in termini della dierenza stessa
e di supt,x |u|

la soluzione debole ottenuta continua in t = 0, nella norma L2 per x, infatti la



uk |2
P
limitatezza di |k| |
uk | garantisce l'assoluta sommabili di |

Osservazioni.

(1) In dimensione due, tutte le soluzioni deboli con dato iniziale L2 sono C non appena
Rt 2
t > 0. Infatti dalla stima a priori (4.11), segue che 0 k(s)k2 < +: questo non implica
2
che k(t)k2 limitato, ma per lo meno implica che limitato quasi ovunque in t. Ma allora
lo per una sequenza tk 0. Ripetendo l'argomento di regolarit scegliendo tk come dato
iniziale, si ottiene che la soluzione e C per ogni t > tk , e dunque, in denitiva, per t > 0.
(2) L'argomento che prova che u C assumendo L2
non funziona in tre dimensioni,
k decade come |k|2 ,
infatti valgono solo i primi passaggi che portano ad aermare che u
mentre per l'autoregolarizzazione in dimensione tre servirebbe > d 1 = 2.
3
Ci nonostante, il risultato vale anche in T . Infatti

X ukh | |h|2 |
X |k h| | uh |
|k | |
ukh | |h| |
uh | =
h h
|k h| |h|
!1/2 !1/2 (4.23)
X X 1
c |k h|2 |
ukh |2 |h|4 |
uh |2 ;
h h
|k h|2 |h|2

usando la limitatezza di |h|2 |


uh | e della norma L2 della vorticit, rimane da stimare solo
l'ultima somma. Lo abbiamo in realt gi fatto in (4.17), (4.18), (4.19) con =2<d e d

 1/2
c c
= .
|k|223 |k|1/2

A questo punto, usando il decadimento dovuto all'integrale temporale, raggiungo un decadi-


2+1/2
mento |k| , suciente per innescare il bootstrap.

4.8 Unicit in dimensione due


Nella sezione precedente ho lasciato per esercizio l'unicit in dimensione due, assumendo
2
abbastanza regolarit per il dato iniziale. Basta molto meno: se 0 L , si riesce a provare
l'unicit. Servono vari passaggi preliminari.

1. Se 0 L2 allora k(t)k2 k0 k2 per ogni t.


Questa una semplice conseguenza del decadimento delle norme di .

15
2. Poich k(t)k22 < c per ogni t allora u continua in t rispetto alla norma L2 in x.
Come nella sezione precedente stimo |k | c; inserendo questa stima nell'equazione
(4.3), ottengo

t|k|2
c
u k (t) e k (0)
u .

|k|2
In questo modo provo che la dierenza in L2 tra u e et4 u0 assolutamente sommabile
in L2 . Usando la convergenza dominata provo che

X 2
t|k|2
u k (0) e u
k (0)

k

tende a 0 per t che tende a 0. Unendo quest'ultimo fatto al precedente ottengo esatta-
mente la continuit per t = 0 nella norma L2 (per t > 0 tutto pi semplice: ho stime
di decadimento con esponente comunque grande, che mi danno l'assoluta sommabilit
uk |2 e dunque la continuit).
di |

3. Dalla limitatezza della norma L2 della vorticit ottengo anche

c
|k|2 |
uk (t)| + c.
t
Infatti, procedendo come per il teorema di autoregolarizzazione, ma esplicitando la
dipendenza delle costanti dal tempo:
 
|k|2 t c 1 c
|
uk (t)| e uk (0)| + 2
| +c ,
|k| |k|2 t
infatti
2 1 1  |k|2 t  c
e|k| t |
uk (0)| = 2
|k| te uk (0)|)
(|k|| .
t |k| 2
|k| t
4. Stimo di nuovo ...

Riferimenti bibliograci
[1] Alexandre J. Chorin, Jerrold E. Marsden: A mathematical introduction to uid
mechanics, Springer 1993.
[2] Raaele Esposito: Appunti delle lezioni di Meccanica Razionale, Aracne 1999.
Foundations of Fluid Dynamics, Springer 2005; vedi anche
[3] Giovanni Gallavotti:
Ipotesi per una introduzione alla meccanica dei uidi, Quaderni del Consiglio
Nazionale delle Ricerche, GNFM 1996.

[4] B.V. Gnedenko: Teoria della Probabilit, Editori Riuniti, 1987.


[5] I. Guikhman, A. Skorokhod: Introduction la thorie des processus alatoires,
Editions Mir 1980.

[6] L.D. Landau, E.M. Lifshitz: Teoria dell'elasticit (Fisica teorica 7), Editori Riuniti

16
[7] Carlo Marchioro, Mario Pulvirenti: Vortex methods in two-dimensional uid
dynamics, Lecture notes in physics 203, Springer 1984.
[8] Carlo Marchioro, Mario Pulvirenti: Mathematical theory of incompressible
nonviscous uids, Springer 1994.
[9] R.S. Johnson A modern introduction to the mathematical theory of water
waves Cambridge text in applied mathematics 1997.

17

Potrebbero piacerti anche