Sei sulla pagina 1di 18

Ogni errore unbccasionedi apprendere

Se vero che tutta la vita risolvere problemi, anche vero che lintera
ricerca scientifica in ogni ambito essa venga praticata consiste in tentativi di

soluzione di problemi, tramite la proposta di congetture o ipotesi da sottoporre ai


pi rigorosi controlli. certo che nel grande scienziato vive un grande poeta e le
creazioni poetiche dello scienziato sono appunto le ipotesi, cio tentativi di
soluzione di problemi, cio ancora sospetti su come sono andate, come stanno o
come andranno le cose. E, al pari di ogni sospetto, le ipotesi vanno provate. E
sappiamo che tutte le nostre ipotesi, congetture e teorie, per quante conferme
abbiano ottenuto, restano smentibili:non abbiamo un criterio di verit che possa
permetterci di dichiarare vera, vera in assoluto e per sempre, una teoria. Ogni
teoria, anche la meglio consolidata, resta sotto assedio. E la storia della scienza
storia di teorie, talvolta autentici portenti di penetrazione speculativa, che col
tempo vennero mostrate false, vale a dire vennero falsificato. La storia del sapere
scientifico e un prezioso cimitero di errori il tesoro degli errori, diceva Ortega Y

Gasset ; la splendida e tortuosa storia di una disputa ininterrotta: di una


disputa messa in atto per trovare errori al pi presto possibile, al fine di
eliminarli al pi presto possibile. De gustibus non disputandum; de scientia
disputandum.
Non siamo, dunque, in possesso di strumenti o argomenti logici che ci
permettono di dimostrare con certezza assoluta la verit di una teoria. Di
conseguenza, le teorie scientifiche vengono sottoposte ad un assedio senza
tregua, al fine di avanzare verso teorie migliori, pi ricche di contenuto
informativo, con maggiore potere esplicativo e previsivo. In breve: la via
delleliminazione degli errori la via verso teorie migliori. Nella scienza si
progredisce, affermava Robert Oppenheimer, perch non si sbaglia mai due volte
allo stesso modo. Ed esperienza, sentenzi Oscar Wilde, il nome che ciascuno
di noi d ai propri errori.
Ora, se giusto sostenere che il sapere scientifico procede sul sentiero delle
congetture e delle confutazioni; se vero che la via de1lerrore quella della verit;
e se vero che solo sbagliando che si impara, allora sar anche vero che una
scuola seria, una scuola che abbia come uno dei suoi fini principali la formazione
di menti non dogmatiche, dovr essere una scuola che educhi al riconoscimento
de1lerrore quale via verso la verit.
Per dirla in breve: una scuola seria non la scuola dei dogmi, ma la scuola
del sospetto. La scuola in cui si insegna a sospettare di tutto e di tutti, perch
tutto pu essere migliorato, perch tutti siamo fallibili. E chi pensa che, cos
facendo, si generano degli scettici, si sbaglia di grosso. Cos facendo, si generano
degli uomini critici: e la personalit critica non n scettica n dogmatica. Se
amiamo la verit, dobbiamo essere molto severi con le nostre teorie, dobbiamo
scoprirne gli eventuali punti vulnerabili. la scoperta e leliminazione de1lerrore,
infatti, il motore pi potente del progresso della scienza. Ma anche il motore
della crescita della mente umana. Per questo: quando in una comunit scolastica
si scopre un errore (di pronuncia, di grammatica, di sintassi, di calcolo, nella
pre-
parazione di un esperimento, di traduzione, nell interpretazione 0 nel riassunto di
un testo, ecc.) questo deve essere visto come un momento privilegiato delfattivit
didattica, perch si tratta di un momento altamente formativo. E va valutato il
contributo sia di chi ha sbagliato, sia di chi ha scoperto lerrore, sia di chi riesce
2

a proporre la giusta soluzione. In tal modo nessuno sar costretto a bloccare la


propria creativit. E nessuno si insuperbir per aver trovato nellaltro un errore.
questo il gioco della scienza. Evitare 1err0re, ha scritto Popper, un ideale
meschino
difatti, se ci confrontiamo con un problema difficile facile che
sbaglieremo. Quel che conta apprendere dai nostri errori. Ed stato Whitehead
ad asserire che il panico de11errore la morte del progresso. sbagliare umano,
ma ancor pi tipicamente umano eliminare 1err0re, giacch anche lanimale
sbaglia; ma, diversamente dalluomo, non corregge i suoi errori. E muore, come
sono morte innumerevoli specie animali e vegetali, con le proprie aspettazioni o
teorie sbagliate (sbagliate dato il nuovo ambiente). Ancora Popper: La
differenza principale fra Einstein e unameba [...] che Einstein cerca
coscientemente leliminazione degli errori. Egli cerca di uccidere le sue teorie:
coscientemente critico delle sue teorie che, per questa ragione, egli cerca di
formulare esattamente piuttosto che vagamente. Ma lameba non pu essere
critica riguardo alle sue aspettative o ipotesi; non pu essere critica perch non
pu fronteggiare le sue ipotesi: esse sono parte di s?
Federigo Enriques ebbe a scrivere: Il maestro sa che la comprensione degli
errori dei suoi allievi la cosa pi importante della sua arte didattica [...]. Tante
specie di errori possibili sono altrettante occasioni di apprendere? E fu Giovanni
Vailati a dirci che ogni errore ci indica uno scoglio da evitare mentre non ogni
scoperta ci indica una via da seguire? In breve, aveva ragione Wittgenstein a
sostenere che: Bisogna muovere dallerrore e convincerlo della verit. Occorre
cio scoprire la sorgente de11errore; altrimenti non ci serve a nulla ascoltare la
verit. Essa non pu penetrare se qualcosa daltro occupa il suo posto. Per
convincere qualcuno della verit, occorre invece trovare la via dallerrore alla
verit. E nel 1948 sempre Wittgenstein stendeva questo appunto: Trai profitto
da ogni errore?

1 K.R. POPPER, La teoria del


pensiero oggettivo, in Conoscenza oggettiva, trad. it., Armando,
Roma, 1975, p. 242
2 K.R. POPPER, La conoscenza
congetturale: la mia soluzione del problema dellinduzione, in
Conoscenza oggettiva, cit., p. 46.
3 F. ENRIQUES, Il
significato della storia del pensiero scientifico, Zanichelli, Bologna, 1936, p. 14.
4 G.
VAILATI, Sullimportanza delle ricerche relative alla storia della scienza, in Il metodo della
filosofia:saggi di critica del linguaggio, Laterza, Bari, 19679, p. 43.
5 L. WITTGENSTEIN, Pensieri
diversi, trad. it., Adelphi, Milano, 1980, p. 128.
Ogni errore unoccasi0ne di apprendere

Se vero che tutta la vita risolvere problemi, anche vero che lintera
ricerca scientifica in ogni ambito essa venga praticata consiste in tentativi di

soluzione di problemi, tramite la proposta di congetture o ipotesi da sottoporre ai


pi rigorosi controlli. certo che nel grande scienziato vive un grande poeta e le
creazioni poetiche dello scienziato sono appunto le ipotesi, cio tentativi di
soluzione di problemi, cio ancora sospetti su come sono andate, come stanno o
come andranno le cose. E, al pari di ogni sospetto, le ipotesi vanno provate. E
sappiamo che tutte le nostre ipotesi, congetture e teorie, per quante conferme
abbiano ottenuto, restano smentibili:non abbiamo un criterio di verit che possa
permetterci di dichiarare vera, vera in assoluto e per sempre, una teoria. Ogni
teoria, anche la meglio consolidata, resta sotto assedio. E la storia della scienza
storia di teorie, talvolta autentici portenti di penetrazione speculativa, che col
tempo vennero mostrate false, vale a dire vennero falsificate. La storia del sapere
scientifico un prezioso cimitero di errori il tesoro degli errori, diceva Ortega Y

Gasset ; la splendida e tortuosa storia di una disputa ininterrotta: di una


disputa messa in atto per trovare errori al pi presto possibile, al fine di
eliminarli al pi presto possibile. De gustibus non disputandum; de scientia
disputandum.
Non siamo, dunque, in possesso di strumenti o argomenti logici che ci
permettqgo di dimostrare con certezza assoluta verit di una teoria. Di
la
conseguenza, le teorie scientifiche vengono sottoposte ad un assedio senza
tregua, al fine di avanzare verso teorie migliori, pi ricche di contenuto
informativo, con maggiore potere esplicativo e previsivo. In breve: la via
del1eliminazione degli errori la via verso teorie migliori. Nella scienza si
progredisce, affermava Robert Oppenheimer, perch non si sbaglia mai due volte
allo stesso modo. Ed esperienza, sentenzi Oscar Wilde, il nome che ciascuno
di noi d ai propri errori.
Ora, se giusto sostenere che il sapere scientifico procede sul sentiero delle
congetture e delle confutazioni; se vero che la via de11errore quella della verit;
e se vero che solo sbagliando che si impara, allora sar anche vero che una
scuola seria, una scuola che abbia come uno dei suoi fini principali la formazione
di menti non dogmatiche, dovr essere una scuola che educhi al riconoscimento
de11errore quale via verso la verit.
Per dirla in breve: una scuola seria non la scuola dei dogmi, ma la scuola
del sospetto. La scuola in cui si insegna a sospettare di tutto e di tutti, perch
tutto pu essere migliorato, perch tutti siamo fallibili. E chi pensa che, cos
facendo, si generano degli scettici, si sbaglia di grosso. Cos facendo, si generano
degli uomini critici: e la personalit critica non e n scettica n dogmatica. Se
amiamo la verit, dobbiamo essere molto severi con le nostre teorie, dobbiamo
scoprirne gli eventuali punti vulnerabili. la scoperta e leliminazione de11errore,
infatti, il motore pi potente del progresso della scienza. Ma anche il motore
della crescita della mente umana. Per questo: quando in una comunit scolastica
si scopre un errore (di pronuncia, di grammatica, di sintassi, di calcolo, nella pre-
parazione di un esperimento, di traduzione, nellnterpretazione o nel riassunto di
un testo, ecc.) questo deve essere visto come un momento privilegiato delfattivit
didattica, perch si tratta di un momento altamente formativo. E va valutato il
contributo sia di chi ha sbagliato, sia di chi ha scoperto lerrore, sia di chi riesce
a proporre la giusta soluzione. In tal modo nessuno sar costretto a bloccare la
propria creativit. E nessuno si insuperbir per aver trovato ne11a1tr0 un errore.
questo il gioco della scienza. Evitare l errore, ha scritto Popper, un ideale
meschino difatti, se ci confrontiamo con un problema difficile facile che

sbaglieremo. Quel che conta apprendere dai nostn erroril. Ed stato Whitehead
ad asserire che il panico dellerrore 1a morte del progresso. sbagliare umano,
ma ancor pi tipicamente umano eliminare lerrore, giacch anche lanimale
sbaglia; ma, diversamente dalluomo, non corregge i suoi errori. E muore, come
sono morte innumerevoli specie animali e vegetali, con le proprie aspettazioni o
teorie sbagliate (sbagliata dato il nuovo ambiente). Ancora Popper: La
differenza principale fra Einstein e unameba [...] e che Einstein cerca n

coscientemente l eliminazione degli errori. Egli cerca di uccidere le sue teorie:


coscientemente critico delle sue teorie che, per questa ragione, egli cerca di
formulare esattamente piuttosto che vagamente. Ma lameba non pu essere
critica riguardo alle sue aspettative o ipotesi; non pu essere critica perch non
pu fronteggiare le sue ipotesi: esse sono parte di s?
Federigo Enriques ebbe a scrivere: Il maestro sa che la comprensione degli
errori dei suoi allievi la cosa pi importante della sua arte didattica [...]. Tante
specie di errori possibili sono altrettante occasioni di apprendere? E fu Giovanni
Vailati a dirci che ogni errore ci indica uno scoglio da evitare mentre non ogni
scoperta ci indica una via da seguirer. In breve, aveva ragione Wittgenstein a
sostenere che: Bisogna muovere dal1errore e convincerlo della verit. Occorre
cio scoprire la sorgente dellerrore; altrimenti non ci serve a nulla ascoltare la
verit. Essa non pu penetrare se qualcosa d'altro occupa il suo posto. Per
convincere qualcuno della verit, occorre invece trovare la via dal1errore alla
verit. E nel 1948 sempre Wittgenstein stendeva questo appunto: Trai profitto
da ogni errore5.

1 K.R. POPPER, La teoria del pensiero oggettivo, in Conoscenza oggettiva, trad. it., Armando,
Roma, 1975, p. 242
2 K.R. POPPER, La conoscenza congetturale: la mia soluzione del problema dellnduzione, in

Conoscenza oggettiva, cit., p. 46.


3 F. ENRIQUES, Il significato della storia del pensiero scientifico, Zanichelli, Bologna, 1936, p. 14.
4 G. VAILATI, Sullimportanza delle ricerche relative alla storia della scienza, in Il metodo della

filosofia: saggi di critica del linguaggio, Laterza, Bari, 19679, p. 43.


5 L. WITTGENSTEIN, Pensieri diversi, trad. it., Adelphi, Milano, 1980, p. 128.
APPROFONDIMENTO

IL FILOLOGO SCIENZIATO COME IL FISICO OPPURE NO?

1. Che fisici, biologi, chimici, medici o anche geologi usino il metodo o procedura in cui lo
i
della comprensione Pelaborazione e larticolazione di progetti corretti, adeguati, i quali com
progetti sono anticipazioni che possono convalidarsi solo in rapporto alloggetto. Lunica obietij
tivit qui la conferma che una pre-supposizione pu ricevere attraverso lelaborazione. Ch
cos che contraddistingue le pre-supposizioni inadeguate se non il fatto che, sviluppandosi
esse si rivelano insufficienti? Ora, il comprendere perviene alla sua possibilitautentica solo
s
le presupposizioni da cui parte non sono arbitrarie. C dunque un senso positivo nel dire ch
linterprete non accede al testo semplicemente rimanendo nella cornice delle pre-supposizio
gi presenti in lui, ma piuttosto, nel rapporto col testo, mette alla prova la legittimit, cio Fori;
gine e la validit di tali presupposizioni.
Dunque: linterprete accosta il testo con il suo Vorverrtdndnis, con le sue pre-supposizioni,i q

suoi pregiudizi. E in base a questi elabora un preliminare abbozzo di interpretazione.


.5.
questo abbozzo pu essere adeguato .0 meno. Ed la successiva analisi del testo (del testo e del
contesto) a dirci se questo primo abbozzo di interpretazione corretto o meno, se corrispond
a quel che il testo dice o no. E se questa prima interpretazione si mostra in
contrasto con '-
testo, se urta contro di esso, allora l'interprete elaborer un secondo
progetto di senso, vale
dire una ulteriore interpretazione, che metter al vaglio sul testo (e sul contesto) per
a
se essa possa risultare adeguata o meno. E cos via. E cos via allnfinito,
vedere f
giacch, il compito
dellErmeneutica un compito infinito e tuttavia possibile: infinito, in linea teorica; di fatto;
ci fermiamo, di volta in volta, a quella interpretazione, se c, che, in confronto con le altre,
la meglio consolidata.

.
2. Interconnessi con simileidea di Zir/teldei Verstebenssono i punti centrali della teoria dellespe

rienza Ermeneutica. Che Pesperienza sia valida fino a che non viene contraddetta da una nuova,
esperienza (ubi non reperitur zhstantzh contradictorz) un dato che caratterizza ovviamente la
natura generale dellespeiienza, sia che si tratti dellbrganizzazione scientifica di essa in
senso;
moderno, sia che si tratti dellesperienza comune che da sempre luomo fa. Pi in particolare,
per Gadamer la formazionedelle universalit della scienza <<si svolge [. .] attraverso un processo
.

in cui continuamentedelle generalizzazionivengono contraddette dallesperienza, e qualcosa che f


era ritenuto tipico viene per dir cos detipicizzato. Ci si esprime gi nel
linguaggio, quando noi
parliamo di esperienza in due sensi: da un lato delle esperienze che si inseriscono ordinatamente,
nelle nostre aspettative, dallaltro della esperienza che uno fa. Quesfultima, che Fespeiienza
autentica, sempre unesperienza negativa. Quando diciamo di aver fatto una certa esperienza, pf
intendiamo dire che finora non avevamo visto le cose correttamente, e che ora sappiamo meglio
a
come esse stanno. La negativit dell'esperienza ha quindi un senso peculiarmente
produttivo>>.
IL FILOLOGO E SCIENZIATO come IL FISICO OPPURE NO?
5O5
che stanno a base del lavoro delle discipline umanistiche.
Noi non possediamo autografi greci o latini, e nemmeno copie che siano state raffrontate
con
Foriginale, ma soltanto copie che derivano dallbriginale attraverso un numero sconosciuto di
altre copie intermedie e perci sono di una sicurezza pi o meno dubbia.
Compito della critica
del testo la restituzione di un testo che si avvicini il pi possibile alloriginale (constitutio
textur). questa la definizione che Paul Maas offre della critica testuale nella prima
della Critica del terto. Dunque: compito della critica testuale la restituzione di un testopagina
che si
avvicini il pi possibileallon'ginale. E questo lavoro , il pi delle volte, difficilissimo,
la tradizione del testo carica questo di tanti elementi diversi dalloriginale e
giacch
in modo
molto complesso e intricato. In altri termini, la constzutzb textur si tenta di spesso tramite
conseguirla
una selva di congetture (divinatzbner) e di rigorosi controlli.

4. Daltro canto, che ogni traduzione sia sempre unnterpretazione non un mistero per nes-
suno. Chi ha esperienza di traduzione ben sa che tradurre significa
portare un testo da un lin-
gua a unaltra attraverso una serie di tentativi ed errori, di congetture e di prove. Pensiamo un
po a cosa accadeva allorch dovevamo fare una versione dal latino o dal greco. Bene, mentre
il brano da tradurre ci veniva dettato, noi procedevamo con tentativi di abbozzi di traduzione
delle parole, delle espressioni che venivamo progressivamente scrivendo:
questi tentativi mu-
tavano magari via via che seguitavamo a scrivere. Una volta finita la dettatura, talvolta si
aveva
gi subito lidea del senso del brano (descrizione di una battaglia, una ambasceria, un viaggio,
una favola con intenti morali, un resoconto di qualche azione di
qualche illustre personaggio,
ecc.), e allora si cercava di far quadrare i pezzi del brano ancora non compresi (un avverbio,
un aggettivo, un verbo, una intera espressione, o
pi espressioni) con il tutto (di senso) da noi
proposto. E poteva capitare che i pezzi (o le parti) si inserissero rapidamente senza difficolt
in questo nostro tentativo di interpretazione. Ma poteva anche accadere che dei
pezzi resistes-
sero ai nostri tentativi di incasellamento: erano questi i momenti terribilidel
compito in classe,
quando si aveva appunto la sensazione di stare sbagliando versione. E che il nostro abbozzo
fosse non sempre giusto (anzi, che fosse spesso sbagliato) lo si vedeva quando la resistenza
di qualche pezzo non inquadrabilenel nostro abbozzo totale di
interpretazione si rafforzava
legandosi ad altri pezzi magari ambigui (rispetto al nostro abbozzo) e ci costringeva ad abban-
donare la nostra interpretazione. E cos ricominciavanoi nostri tentativi di sul senso
del testo da tradurre, di interpretazioni di ci che il testo poteva dire, e lecongetture
nostre prove (sulla
bont dell'interpretazione) attraverso lnquadramento di tutti i pezzi del testo nella nostra
congettura. Talvolta era lo stesso titolo della versione a darci una prima informazione sul
del testo. E il disagio era grande quando il professore ci dettava un testo senza titolo: il senso
a indovinareche cosa dicesse il brano si faceva cos
gioco
pi rischioso. Talvolta, poi, se il brano era
fuori della nostra memoria, o precomprensione, se riguardava cio eventi, fatti,
o istituzioni non conosciuti o non studiati, allora si
personaggi
correva il pericolo di consegnare il foglio
in bianco.
Tutto questo per quanto riguarda lnterpretazione del brano, la nostra
congettura sul contenu-
to del testo, e la retroazione delle parti del testo su
questi nostri tentativi. E non ci vuol molto a
capire come ci troviamo con tutta chiarezza, ancora una volta, davanti al Zirke! de: Verstebens,
al circolo ermeneutico, che, come vediamo, non differisce minimamente dal
metodo per tenta-
tivi ed eliminazione degli errori.
Tradurre vuol dire interpretare: interpretare vuol dire, innanzitutto, avanzare una
sul senso del testo (qui si tratta di questo o di quesfaltro); e la congettura
sul testo.
Ma ovvio che il traduttore e cio lnterprete del testo, il congettura provata
va

il testo scritto in unaltra lingua un individuo con un


quale traghetta nella sua lingua

preciso Vorverrtendnir e che, pertanto,


getta sul testo certi Vorurteile piuttosto che altri: questo per dire che storicamenteil da tra-
durre retroagisce su Vorurteile almeno in pane diversi e pi chiana la rlivrnroit 4.41,.testo4.._;__,-
.--
506 APPROFONDIMENTO

e il perch un testo pu venir costantemente ritradotto. E anche qui la distanza temporale non
un ostacolo sulla via di una migliore traduzione: pi si capisce, col passare del tempo, della
lingua usata dallautore,pi si sa di storia, di etnografia, ecc., meglio possiamo tradurre. E cos
I

che capiamo quel che scrive in Teoria e storia della traduzione (tr. it. Einaudi,Torino 1965) Ge-
orges Mounin a proposito della traduzione della Bibbia: [. .] Scorrere una dopo laltra le tra-
.

duzioni della Bibbia susseguitesi attraverso i secoli resta sempre unesperienza stupefacente per
un lettore profano in buona fede: leggiamo ad esempio le diverse Versioni di uno stesso testo (il
Cantico dei cantici, ad esempio), che secoli di lettori hanno deciso di ammirare; Pimpressione
i

che se ne trae non condanna la traduzione, e forse anzi ci fa toccare con mano la sua validit, il i

suo continuo perfezionarsi da unepoca allaltra: sotto i nostri occhi, infatti, a ciascuna di queste
nuove traduzioni della Bibbiavediamo letteralmente svilupparsi una civilt sempre meno simile}
alla nostra, man mano che ci inoltriamo nei secoli; e ogni traduzione discende di uno o pi strati?
verso Yoriginale cos come uno scavo archeologico fa ricomparire un sito sepolto. Ecco, per:
ch il tradurre, come Tinterpretare (e come la ricerca della verit), un compito infinito. E, tra 7
l'altro, vale per la traduzione quello che Gadamer ha scritto per Pinterpretazione: Il criteriox
per stabilire la correttezza della interpretazione Faccordarsi dei particolari nel tutto. Se tale
accordo manca Yinterpretazione fallita.

'

P. Maas, Critica del testo, Le Monnier, Firenze 1972.


.4

4- APPROFONDIMENTO

.
'
RICERCA PURA, RICERCA APPLICATA.
IL GRANDE PROBLEMA DELLINNOVAZIONE

1. proprio vero che non si pu essere ricchi e stupidi per pi di una generazione. E
RICERCA PURA, RICERCA APPLICATA. IL GRANDE PROBLEMA DELIJINNOVAZIONE 929

hn Dewey: <<Non ci si guadagna molto a tenere il proprio pensiero legato al palo dell'uso con

a catena troppo Einstein: <<Se una persona padrona dei principi fonda-
corta. E ancora
entali del imparato a pensare e a lavorare indipendentemente, trover
proprio settore e ha
curamente propria
la strada e inoltre sar in grado di adattarsi al progresso e ai mutamenti pi

i i Einstein, Pensieri degli anni dzficilz,Boringhieri, Torino 1965. .


APPROFONDIMENTO

A QUALI CONDIZIONI LO STORICO UNO SCIENZIATO?


LA PROPOSTA DI GAETANO SALVEMINI

1. Filosofi,storicisti, idealisti, marxisti, neomarxisti e non pochi storici di professione hanno


sostenuto con diversi argomenti chela Storiografia non pu essere scientifica e quindi ogget-
tiva, cos come lo , ad esempio, una teoria fisica, chimica o biologica. Tra gli argomenti che
si adducono a supporto di siffatta tesi c quello in cui si afferma che in Storiografia, diver-
samente che nellambitodelle scienze fisico-naturali,non possibile controllare le ipotesi su
A QUALI CONDIZIONI LO STORICO UNO SIENZIATO? LA PROPOSTA DI GAETANO SALVEMINI 3
394 APPROFONDIMENTO

Quando uno storico o un sociologo indotto dalla sua prevenzione a raggruppare i fatti in
un sistema al quale essi risultano refrattari, egli simile a uno scienziato
che fonda la sua uni-
ficazione sopra una ipotesi arbitraria. La prevenzione in partenza serve come una cornice, per
quanto arbitraria, entro la quale i fatti possono o no accomodarsi. I dati pi recenti, a mano
a mano che vengono alla luce, si allineano 0 da una parte o dallaltra
della prevenzione. Una i

battaglia singaggia fra le due armate di prove; lo studioso segue le vicende della battaglia, A

cercando nuovi dati per rinforzare le sue idee preconcette. Tuttavia pu darsi che egli scopra
soltanto fatti tali da far sgretolare sotto il loro peso il suo preconcetto. Frattanto egli ha co-
struito una nuova ipotesi pi adatta ai fatti, rna senza la supposizione iniziale i fatti sarebbero
rimasti un miscuglio privo di senso e ogni fatto aggiunto sarebbe servito soltanto ad aumentare
la confusione. Nella storia e nelle scienze sociali, come in ogni altra ricerca scientifica, le idee
preconcette non meno delle ipotesi spassionate adempiono un compito vitale.
E la lotta fatti e teorie e teorie fra loro, lotta che s p esso agita la mente del ricercatore,
tra
quanto accade e deve accadere nella pi ampia comunit scientifica, la quale ha da essere una
. .

palestra di libera competizione fra opposte prevenzioni. Difatti,


testardo, lo storico o il sociologo trascurer i fatti che non si accordano con il suo sistema 5
'

se
e continuer a essere fedele alla sua prevenzione. Ma allora un altro storico o un
altro socio
logo, animato da una prevenzione diversa, mette in evidenza i fatti che suo predecessore ha
il _

ignorato e forma un altro quadro, che pu forse essere non meno deformato, ma almeno rivela
la possibilitdi unaltra coordinazione. Poi viene avanti un terzo studioso che in questa parti
colare questione libero da prevenzioni. Egli controlla lopera dei suoi predecessori, corregge:
le deformazioni,colma le lacune e salda tutti i frammenti in un sistema comprensivo e coerente.
Cos sono sollevati uno per uno i veli dalla faccia della verit e la storia e le scienze sociali rag
giungono una maggior misura di obiettivit.
Obiettivit che non vuol dire altro che icontrollabilit delle ipotesi proposte. E, in effetti, i
non dalYassenza di prevenzioni ma dal contrasto fra preconcetti
in
quesfobiettivit risulta
conflitto, contrasto che in fondo cooperazione. In tal modo, attraverso tentativi ed errori, .

congetture e confutazioni, proposte e critiche, la ricerca scientifica si configura come una


serie di successive approssimazioni alla verit, paragonabilea una esplorazione in una terra
i

sconosciuta. Ciascun esploratore controlla e accresce le scoperte dei suoi predecessori e facilita a

ai suoi successori il raggiungimento dello scopo che essi hanno tutti in comune. Da ci ben si
vede che la scienza ha bisogno di

udatmosfera di libera competizione fra diverse scuole di pensiero in cui tutte le ipotesi e tutti -
i preconcetti possano essere messi in lizza uno contro laltro. Se viene soppressa la libert in

favore di una singola scuola ci significa la sentenza di morte dei nostri studi>>.

E se lo storico e il sociologo non chiedono la libera competizione non solo per s ma anche per
iloro rivali, lo storico e il sociologo, pi che qualsiasi altro studioso, accettano la degradazione .

tanto morale quanto intellettuale.


IDENTIT E SVILUPPO. A colloquio con il filosofo Dario Antiser

Il prezzo della libert


si chiama vigilanza
Il pensiero economico non si ferma a Marx! C' un orizzonte molto pi vasto di idee,
concezioni e valori, che non possiamo ignorare se vogliamo imboccare dawero la
strada del progresso

di MassimilianoCannata

In Italia continuiamo a storico della filosofia ed epistemo-


scontare la mancanza di logo, stato docente di Metodolo-
cultura liberale. Non ab- gia delle scienze sociali alla Luiss.
biamo dato spazio a chi Lo studioso ha appena pubblicato
poteva far comprendere Laicit (ed. Rubbettino) e, insie-
idee, portata e valore autentico me alcompianto Giovanni Rea-
del liberalismo.Abbiamotradotto le, Cento anni difi/osaja (ed. La
Popper solo nel 1974, trentanni Scuola), un ponderoso saggio in
dopo la pubblicazione della Societ due volumi che affronta le grandi
flperta e i xuoi nemici. Friedrich questioni della speculazione teo-
Von Hayek, grande esponente del- retica e scientifica che segnano il
la Scuola di Vienna ed esponente nostro tempo.
storico del liberalismo, stato di- Professore, dopo i grandi con-
vulgato di recente, grazie al lavoro flitti che hanno segnato il No-
che abbiamo portato avanti alla vecento, ci eravamo illusi di aver
Luiss e allimpegno di un editore Dario Anliser
conquistato libert e benessere.
sensibile come Rubbettino. Nel Invece questo grande patrimonio
mondo cattolico la stessa opera sembra vacillare. La crisi ci ha a reagire.
di don Luigi Sturzo stata spes- tolto respiro, autonomia. Se poi Possiamo cominciare ad analiz-
so dimenticata, cos come abbia- proviamo ad alzare lo sguardo lo zare la dimensione economica
mo quasi del tutto dimenticato la scenario appare offuscato dalla della libert economica, che ap-
grande impronta politica e cultu- minaccia dellestremismo islami- pare sempre pi mortificata?
rale che la figura di Luigi Einau- co, che sta gettando un'ombra si- Nel campo delleconomia, libert
di ha impresso sulla maturazione nistra sulla pacifica convivenza e significa prima di tutto libert
della nostra democrazia. A queste sul nostro futuro. A quale destino d'impresa, che si traduce nellas-
gravi lacune si aggiunta Fonda stiamo andando incontro? senza di monopoli sia pubbli-

lunga della vulgata marxista, che ci una fase delicata della storia ci, che privati. Come sosteneva
ha fatto credere che Yimprenditore mondiale quella che stiamo attra- Ludwig Von Mises, altro eco-
fondamentalmente un ladro, il versando. Bisogna prima di tutto nomista austriaco, occorre saper
profitto un furto, il mercato una comprendere che la libert un definire correttamente cosa vuol
giungla, l'Occidente un inferno, concetto sfaccettato, che investe dire propriet privata dei mezzi di
dimenticando che senza impre- molti ambiti. C una libert po- produzione, che deve essere dif-
sa lo stato muore. Parole forti litica, una libert economica, una fusa perch non diventi uno stru-
che non arrivano da un testimone libert di stampa e una libert mento liberticida. Si pu, infatti,
qualsiasi. Dario Antiseri, in- religiosa e di insegnamento. La formalmente affermare, in base al
fatti, il mio interlocutore. Giusta- questione di fondo rimane quella dettato costituzionale, che esiste la
mente annoverato tra i maggiori di capire gli ambiti dove essa re- libert di stampa, ma se poi tutti i
pensatori italiani del Novecento, almente calpestata, per poi provare giornali o le tipografie apparten-

IQIMPRESA N4/2015 21
gono al potere, evidente che la sono tutti segnali che impongono sostiene che nelle facolt scienti-
libert diventa un inganno. Aveva di alzare la soglia dellattenzione, fiche debbano essere introdotte le
ragione Von Hayek: Chi possiede perch anche le democrazie pi materie umanistiche. Leconomia
tutti i mezzi stabilisce tutti i fini. mature si possono sgretolare e al- prima di ogni altra disciplina ha
A queste condizioni non possiamo lora cominciano i guai. Popper ce bisogno di creativit, fantasia, ca-
mai parlare di libert e autonomia. lo aveva insegnato: Il prezzo della pacit critica, partecipazione. Si
Qual il rapporto tra libert eco- libert leterna vigilanza. impara pi sulla natura umana da
nomica e libert politica? In quello che dice, si scorgono in un romanzo, che da un trattato di
La libert economica pu fiorire controluce delle allusioni all'at- fisiologia scientifica.
solo dentro una libert politica, tuale situazione politica ed eco- Parliamo del rapporto libert e
quindi dentro uno stato di diritto, nomica dellIta.lia. E cos? uguaglianza. Giuristi del cali-
che a sua volta il presupposto del- Non si tratta di fare allusioni, per- bro di Stefano Rodot, Michele
la popperiana societ aperta". In che quello che sta accadendo Ainis, Luciano Violante, hanno
questa prospettiva, un fondamen- chiaro anche agli osservatori pi recentemente trattato questa
to importante la consapevolezza superficiali. Facendo un discorso dicotomia. Quale deve essere il
della fallibilit della conoscenza pi ampio, credo sia venuto il mo- giusto equilibrio tra le due com-
umana, perch questa convinzione mento di fare una riflessione sulla ponenti?
stimola Yindividuo ad aprirsi alla- dimensione qualitativa e spirituale Per un autentico liberale, la liber-
scolto di opinioni diverse, in una di fatti ed eventi che segnano la t viene prima delleguaglianza.
continua ricerca delle soluzioni mi- nostra epoca, oggi mortificata da Tuttavia se la disuguaglianza
gliore per tutti. Il confronto genera un dibattito pubblico che guarda elevata, la libert in pericolo. In
la discussione che lanima della solo agli aspetti quantitativi, quan- un paese in cui vige un autentico
democrazia. Se, al contrario, cia- do non esclusivamente finanziari, regime liberaldemocraticonon so-
scun individuo pensa di possedere che sembrano muovere tutto. Pren- no tollerabili privilegi, n rendite
la verit, sar divorato dallo zelo di diamo il caso della scuola, fonda- di posizione. Non vero, come so-
imporre questa verit con lacrime e mentale per il futuro della societ, stengono alcuni falsi profeti, che
sangue, generando terrore e morte. ma anche delle imprese che hanno il liberalismo si risolve in un elo-
Sta succedendo qualcosa di simi- bisogno di competenza e di know- gio della diseguaglianza, piuttosto
le nelle democrazie occidentali, how. Abbiamo assistito in questi quella che andrebbe affermata
oggi sempre pi minacciate dal ultimi tempi al processo intentato una solidariet intelligente.
cieco terrorejibadista, che rischia contro il liceo classico, risultato Nel suo ultimo saggio viene af-
di trasformare il mondo in una della costante pressione della di- frontata la dinamica di un'altra
polveriera? mensione economica, per cui la delicata dicotomia: libert e lai-
Quando un individuo, una razza, globalizzazione imporrebbe, per cit. In quest'epoca in cui sem-
una classe, ritiene, in virt del reggere i ritmi della competitivit, brano tornare allorizzonte le
proprio credo religioso, politico Fabolizione delle materie umani- guerre sante, la libert sta ma-
o ideologico, di avere il diritto stiche, a vantaggio delle scienze le, ma la laicit non sembra cer-
di imporre la propria visione del dure: informatica, chimica, fisica to godere di ottima salute. Cosa
mondo con la forza, si afferma e ingegneria, le sole capaci di ac- pensa al riguardo?
il fondamentalismo, che alimen- cendere il motore dellnnovazione. Ho scritto questo saggio sulla
tando sangue e violenza, sono la Qiesta a me sembra miopia pura. laicit, per dimostrare come un
negazione di ogni libert. I fatti Non vorr negare che ogni anno le uomo religioso, come penso di
drammatici che stanno sconvol- classificheuficiali mostrano come essere, possa perfettamente in-
gendo le nostre citt, da Parigi a l'Italia sia agli ultimi posti per li- carnare un maturo spirito laico.
Tunisi, dimostrano a quale rischio velli di performance proprio nelle Capiamoci sulle definizioni: laica
stiamo andando incontro. Ecco discipline tecnico-scientifiche? quella persona che accetta le
perch faremmo bene a ricordare Non questo il punto. Grandi regole della societ aperta, in cui
quanto scriveva, in epoca illumi- pensatori, da Gadamer a Chom- possono circolare senza restrizioni
nista, il filosofo David Hume: La sky per fare qualche esempio, idee e ideali anche contrastan-
libert va difesa giorno per giorno, sostengono che senza discipline ti. Una societ che deve essere
perch non si conquista ne si per- quali storia, letteratura, filosofia chiusa solo ai violenti e agli in-
de allimprovviso, come dncanto. e arte, siamo destinati a diventare tolleranti. Viviamo in una societ
Dalla stampa, alla legge elettorale, unorda di servi alla frusta di nuovi laica, quando a nessuno e a nessun
alla sovranit delle assemblee le- barbari. Lo stesso Premio Nobel gruppo portatore di una specifica
gislative, al leaderismo esasperato, per Yeconomia, Edmund Phelps, tradizione risulta proibito dire la

22 IQIMPRESA N/o/2015
sua. In sostanza, il vero laico ha attuare una vera rivoluzione li- so fatto, ma in una misura pi
spirito critico, non accetta dogma- berale,anche quando il centro matura ed equilibrata. Potrebbe
tismi. Non tende a idolatrare, non destra ha goduto di una larga essere la strada giusta?
divinizza le istituzioni a comincia- maggioranza politica? Prendiamo in esame la parabola
re dallo Stato, non reifica, cio Ho una certa et e posso affermare dellmOrdoliberalismo"della Scuola
non tramuta in realt sostanziali che in casa nostra, al di l delle di Friburgo, che prese piede negli
concetti collettivi, quali: popolo, situazioni contingenti, quello che anni 30 del Novecento in Ger-
classe, nazione, sindacato. scontiamo la mancanza storica mania, in reazione alla crisi della
Il quadro che racconta disegnato di una cultura liberale. Pensiamo Repubblica di Weimar. Attuare una
lesatto opposto della crescente allbndata marxista dagli anni Ses- economia sociale di mercato era
febbre del fanatismo e del populi- santa ai Novanta, che ha radicato il principio di fondo di questa cor-
smo, che sta mettendo sotto scacco la convinzione che Yimprenditore rente filosofica, cui si appigliato
l'Europa. Ritiene che sia a rischio un ladro, il profitto un furto, il lo Stato tedesco, che si salvato
la tenuta stessa della democrazia in mercato una giungla, lOcciden- grazie all'opera di questi pensatori
molti paesi dell'Occidente? te un inferno, senza riflettere sul che hanno saputo fondere i princpi
Vi sono segnali in questo senso fatto che l'imprenditore, al con- del liberalismoe i valori del cristia-
preoccupanti. Il populismo pre- trario, creatore di un pubblico nesimo. In Italia questa sintesi non
senta dei rischi. Il laico rispetta benessere, perch mette a disposi- stata attuata da nessun soggetto
la voce del popolo, ma non la zione di altri competenze, risorse, politico. Le conseguenze sono tan-
mitizza perch sa che il popolo al lavoro, facendosi catalizzatore di te, a partire dalla mancata affer-
pari di ogni singolo individuo pu processi di innovazione. Senza un mazione di una componente libe-
sbagliare. La piazza quella stessa apparato imprenditoriale forte, lo raldemocratca di stampo europeo,
che ha deciso di liberare Barabba, Stato destinato a morire. Trova cui dovrebbe contrapporsi, sull'altro
ha osannato assassini e dittatori, fondamento nella cultura libera- fronte dello schieramento politico,
ed andata in delirio per Musso- le il principio della sussidiariet, un fronte progressista, capace di
lini, Hitler e Stalin. Il laico sa che, secondo cui il pubblico non deve parlare il linguaggio di una sinistra
nello stato di diritto, sovrana deve occuparsi o fare le cose che i autenticamenteriformista. Il saggio
essere solo la legge, non il popolo, cittadini possono autonomamente Cento anni difi/oxaja,che insieme a
una legge che pone garanzie di li- svolgere. Aspetto che noi abbiamo Giovanni Reale (colgo Foccasione
bert ai cittadini e protegge le mi- sistematicamente ignorato. per ricordarlo) abbiamo mandato
noranze nei confronti delle mag- Ipertrofia del pubblico e Stato alle stampe, non fa altro che ribadi-
gioranze. Per rimanere ai termini assistenziale hanno caratterizza- re tutto questo, facendo riflettere il
della sua domanda, aggiungo che to la storia della Prima Repub- lettore sulla semplice evidenza che
il laico sa bene che la democrazia blica, mentre sul destino della il pensiero economico non si ferma
si fonda sui compromessi, ma che i
seconda meglio tacere. Altro a Marx, come per molto tempo ci
nello stesso tempo il compromesso che sussidiariet. . .
hanno fatto credere. C, infatti,un
non lo strumento che pu ricom- Abbiamodimenticato che la libert orizzonte molto pi vasto di idee,
porre valori e ideali inconciliabili. economica e Yimpresa hanno biso- concezioni e valori, che non possia-
In questi casi limite", il laico deve gno di condizioni politiche e di re- mo ignorare se vogliamo imboccare
affidarsi alla tecnica del referen- gole per crescere. Nel nostro paese la strada del progresso.
dum, allbbiezione di coscienza. la criminalit organizzata controlla Un ultimo flash sull'Europa. Si
Nei suoi atteggiamenti non deve tutto, la burocrazia opprimente, il parla solo di debito e mercati. E
mai attenuarsi la consapevolezza fisco asfissiante, le banche sono re- ivalori?
che la societ aperta non potr mai stie a concedere credito, gli scandali Avere fatto la moneta unica solo
essere una societ perfetta. Infine, sono quotidiani. In questo quadro, un primo passo. I grandi problemi
laico chi concepisce le istituzioni se lei dovesse aprire una pizzeria a vanno dibattuti insieme: energia,
in funzione della persona e non Reggio Calabria o a Berlino, avreb- immigrazione, diritto, senza strate-
viceversa. Il laico combatte con le be dubbi su dove puntare? gie comuni di sviluppo non andre-
parole invece che con le spade. Ma In un recente editoriale il poli- mo da nessuna parte. L Europa non
sa opporsi con la spada a chi vuole tologo Ernesto Galli della Log- pu essere fatta in modo artificioso
opprimere gli indifesi. gia stimolava i partiti del centro secondo uno schema costruttivisti-
In Italia, in particolare, una destra a recuperare un rapporto co, un percorso evolutivo che va
domanda ricorrente rimane si- corretto con il cattolicesimo po- awiato e perseguito. Se ci accon-
stematicamente senza risposta: litico, non in senso confessiona- tenteremo dellEuropa economica
perch non siamo stati capaci di le, come nel passato stato spes- il fallimento assicurato.

[IMPRESA N/e/2U15
Dario Antiseri

La religione c perch la scienza da risposte parziali


e la filosofiapone solo domande senza dare risposte

1. Sempre pi, ai nostri giorni, si fa strada nel mondo intellettuale un


atteggiamento nuovo nei confronti della fede in Dio. Mentre il secolo scorso si era
aperto con movimenti filosofici si pensi al positivismo, al pragmatismo, al

marxismo e al persistente idealismo che pretendevano di cancellare ogni spazio


della fede, il nostro secolo si aperto con una acuta consapevolezza dei fallimenti
teorici e politici degli assoluti terrestri e nellorizzonte di una riconquistata
-

idea di contingenza umana

emerge come razionalmente significativa


linestirpabiledomanda sul senso religioso della vita.
La fede scelta a parte hominis e dono a parte Dei. Ma non si sceglier un
messaggio di fede se altri saranno riusciti a dimostrare razionalmente che tale
fede impostura, alienazione, non-senso, una universale nevrosi ossessiva, oppio
del popolo, ecc. Se, invece, si riesce a mostrare, tramite un uso critico della
ragione, che tali prospettive sono infondate, si riapre __l_ora lo spazio della
fede. E questo esattamente il punto in cui si e giu po una progressiva
i

erosione razionale delle pretese fallimentari della dea-Ragione. Ha scritto


Norberto Bobbio che proprio perch le grandi risposte non sono alla portata della
nostra mente, luomo rimane un essere religioso, nonostante tutti i processi di
demitizzazione, di secolarizzazione, tutte le affermazioni della morte di Dio, che
caratterizzano let moderna e ancor pi quella contemporanea. In altri termini,
la filosofia non salva. La Grande Domanda dice ancora Bobbio

una
richiesta di senso, che rimane senza risposta, o meglio che rinvia ad una risposta
che mi pare difficile chiamare ancora filosofica. E questo spiega 1a forza della
religione. Non sufficiente dire: la religione c ma non dovrebbe esserci. C:
perch c? Perch la scienza da risposte parziali e la filosofia pone solo domande
senza dare risposte. Il senso, ripete Lacan con Freud, sempre religioso.
Ludwig Wittgenstein: Credere in un Dio vuol dire vedere che i fatti del
mondo non sono poi tutto. Questo ha fatto gran parte della filosofia pi scaltrita
della nostra epoca: ha demolito i Vitelli doro gli assoluti terrestri, altrettante

negazioni de11Assoluto trascendente. In tal modo si e ristabilita la possibilit


razionale della scelta di fede. Ne I racconti di Chassidim Martin Buber parla del
Rabbi Mendel di Kozk, il quale stup alcuni uomini dotti che erano suoi ospiti
con questa domanda: Dove abita Dio?. Quelli risero di lui: Che dite? Se tutto il
mondo pieno della sua glorial. Ma egli rispose da se alla propria domanda: Dio
abita dove lo si fa entrare.

2. Ai suoitempi, Kierkegaard ha combattuto la buona battaglia contro tutte


quelle canaglie (a cominciare dal suo vescovo) che intendevano ridurre il
Cristianesimo a cultura, e con Hegel ad un momento dello sviluppo dello spirito
umano, un momento del passato e ormai irrilevante. Contro un Cristianesimo
diventato strumento atto a facilitare sempre pi la vita, la temporalit nel senso
pi triviale, Kierkegaard ribadisce che il compito era e resta quello di soddisfare
Peternita e non di soddisfare il tempo. Il Cristianesimo non cultura.
unofferta di senso per ogni singolo, e insieme una richiestadi impegno che
entra in collisione con le forze avverse di un mondo che crocifigge lamore e che
calpesta dignit e libert di ogni singola persona. Il Singolo: con questa
categoria afferma Kierkegaard sta o cade la causa del Cristianesimo. I!

Cristianesimo non e cultura. E non pu essere messo allasta, sul mercato della
politica, come un instrumentum regni.
3. Non la scienza a dirci quello che dobbiamo fare. Non la scienza a
insegnarci in che cosa possiamo sperare. per principio che la scienza non
risponde alle domande pi importanti per noi. Il porro unum necessarium esula
dalla ragione scientifica. E non possesso della ragionefilosofica: la filosofia non
salva. Con ci, tuttavia, non scomparsa la grande filosofia. scomparsa la
grande illusionefilosofica stando alla quale luomo sarebbe stato e sarebbe capace
di autosalvezza, di salvare se stesso dalla voragine de11assurdo. E nello
smarrimento di una situazione di questo genere emerge e risorge di continuo
irreprimibilee con sempre pi forza la Grande Domanda: richiesta di senso che,
nella sua essenza pi profonda, non un problema, e uninvocazione:
uninvocazione di senso assoluto che nessun uomo potr mai costruire. E la
risposta di fede possibile dove presente l invocazione religiosa. Ma questa
impossibile se il senso della nostra vita o di tutta la storia degli uomini si presume
scoperto o creato da una ragione umana supposta onnipotente. Ecco, dunque, il
significato di una filosofia critica in grado di sradicare dalla base la presunzione
pseudorazionale di metafisiche negatrici della fede. Una filosofia negativa, una
filosofia distruttrice dei Vitelli doro o assoluti terrestri, e necessaria se vogliamo
che sia possibile la scelta di fede nel trascendente. Credere in Dio ripetiamo

con Wittgenstein vuol dire vedere che i fatti del mondo non son poi tutto.

Zag/mai.
4. La fede , dunque, possibile solo in un univerfiilla contingenza. Certo
in un universo contingente non raro che il dolore e la sofferenza, ingiustizie e
umiliazioni, fatiche e follie e tragedie senza fine, la sofferenza innocente spingano
a non credere a profondo delle sofferenze nostre ed altrui che si
niente. E dal
grida contro lassenzaresponsabile di Dio che, dunque, non esisterebbe.

Eppure, proprio sempre da11intemo della sofferenza e della tragedia che pu


sorgere e spesso sorge o risorge la speranza che tutto non finisca qui. La

Redenzione in funzione della disperazione: da senso al non senso, salva


dallassurdo, guarisce dalla malattia mortale. Credere Kierkegaard a parlare

andare per una strada stretta, anzi per una strada buia dove tutti gli
indicatori dicono indietro, indietro, indietro. Ma: o abbiamo il coraggio di non
indietreggiare e proseguire per questa strada o dobbiamo accettare il verdetto che
e il carnefice ad aver 1ultima parola sulla vittima innocente.
Langoscia cio il tormento ineludibiledella Grande Domanda connesso

alla consapevolezza dellncapacita di poterihon illusoriamente rispondere con le


sole forze umane un tratto antropologico. E la coscienza angosciata scrive

ancora Kierkegaard capisce il cristianesimo come un animale affamato sa


distinguere tra una pietra e un pezzo di pane.

Potrebbero piacerti anche