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Ripubblicizzare lacqua della Puglia, ossia trasformare Aqp, la spa che gestisce

lacquedotto pi grande dEuropa, in azienda speciale, possibile. Lo ha sostenuto Alberto


Lucarelli alla riunione del Tavolo tecnico paritario Comitato pugliese Acqua Bene
Comune Regione Puglia per la Ripubblicizzazione di AQP SpA.

Lucarelli, ordinario di Diritto Costituzionale allUniversit Federico II di Napoli, figura fra gli
estensori del Referendum del 2011 sui servizi idrici e gli altri SPL, i servizi pubblici locali,
difensore della Regione Puglia dinanzi alla Corte costituzionale dellesito referendario nella
celebre sentenza della Corte costituzionale n. 199 del 2012, nonch unico in Italia nella
sua qualit di Assessore al Comune di Napoli con delega ai Beni Comuni ad aver
operato la trasformazione di una societ per azioni di gestione del servizio idrico un
soggetto di diritto pubblico (ARIN SpA in ABC azienda speciale).

Ebbene, Lucarelli, che ha presentato una bozza di delibera, ha sostenuto e motivato


lassoluta sostenibilit giuridica della trasformazione di AQP SpA in azienda speciale, alla
luce del diritto europeo e nazionale. La Regione Puglia il soggetto legittimato a
deliberare la trasformazione, in quanto la materia non rientra tra quelle di competenza
statale: nelle materie transitate nelle competenze regionali, per effetto della riforma
costituzionale del 2001, si consente alla legge regionale di sostituirsi alle precedenti norme
dettate dalla legge dello Stato.

Fra societ per azioni e azienda speciale esistono differenze pratiche sostanziali: i lettori di
Popoff ricorderanno come il precedente governatore pugliese, Vendola, era stato eletto
per due volte sullo slancio, anche, della promessa di ripubblicizzare lacqua. Per dieci anni
non s mossa foglia, a quelle latitudini, nemmeno dopo il referendum del 2011 che lo
stesso Vendola aveva giudicato come il giorno pi bello della sua vita. Il suo
machiavellismo per sostenere che lacqua pugliese era pubblica consisteva nel dire che
era una Spa a totale capitale pubblica. Ora, il comitato pugliese, attivo senza soluzione di
continuit anche dopo il giugno di sei anni fa, spiega che la SpA (anche a intero capitale
pubblico) pu fallire mentre lazienda speciale no, con conseguenze diverse non solo sul
piano economico ma anche sociale e sanitario; che anche quel tipo di SpA ha scopo di
lucro mentre lazienda speciale ha lorizzonte del pareggio di bilancio, da cui discendono
politiche aziendali diverse e, ancora una volta, conseguenze diverse sul piano socio-
economico.

La forma giuridica privata scrivono i sostenitori dellesito referendario incide


significativamente anche sui rapporti di lavoro, fiscali e tributari. Il decreto Madia (codice
della societ partecipate) contrasta le SpA a capitale interamente pubblico mentre non
tocca le aziende speciali. Lunico modo per mettere in sicurezza lacqua come bene
comune e il servizio idrico integrato pubblico, e auspicabilmente partecipato, quello di
passare velocemente allazienda speciale. Al tavolo pugliese, anche le sigle sindacali
presenti hanno sostenuto che non si pu protrarre lattuale situazione di incertezza poich
questa crea difficolt e danni alla gestione aziendale (piani industriali, strategici,
investimenti,) con effetti anche sulle tariffe.

E una questione che tira in ballo la volont politica. Di Emiliano, sedicente rinnovatore del
Pd, antagonista di Renzi alle recenti primarie. Una inchiesta di Popoff e Left ha rivelato
che il risultato referendario disatteso in tutta Italia con pochissime eccezioni, e in
particolare intorno ad Aqp si sta giocando la partita inquietante di una grande multiutility
del Sud. A una domanda diretta, lo stesso Emiliano ha detto di non vedere altra forma che
quella di una spa, con buona pace del referendum e delle sue promesse elettorali (le
stesse disattese per un decennio da Vendola). Il piano del governatore in carica quello
di cedere le azioni di Aqp ai Comuni, ma non solo non cambierebbe nulla dal punto di
vista della forma giuridica, che rimarrebbe privatistica ma, anzi, faciliterebbe una
potenziale accelerazione di un processo di privatizzazione definitiva, dal momento che
sarebbe pi facile la compravendita di azioni di Aqp dai Comuni-azionisti, che magari,
strozzati dal Patto di Stabilit e impossibilitati a fornire i servizi pi basilari ai propri
cittadini, sarebbero costretti a venderle per un po di ossigeno sul piano economico.

A chiedersi da che parte stia la politica, ovvero il Consiglio regionale, c anche


Riccardo Petrella, prestigioso accademico, considerato uno degli studiosi pi autorevoli
della materia, dopo la scoperta dei due tavoli stabiliti da Emiliano sullacqua. Petrella,
presidente di Aqp ai tempi del primo Vendola and via sbattendo la porta dopo pochi mesi
perch aveva capito che la promessa della ripubblicizzazione sarebbe rimasta tale, utile
solo alla retorica della neolingua vendoliana. Il consigliere Vincenzo Colonna, di Noi a
sinistra ha sostenuto che se ci fosse la possibilit giuridica di unazienda speciale, questa
sarebbe la prima opzione. Il problema, da Pantelleria al Brennero, sempre il Pd.

Checchino Antonini

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