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all FORUM ITALO-RUSSO DI STORIA

PROSPETTIVE COMUNI DI RICERCA


ITALIA E RUSSIA TRA MODERNIZZAZIONE
E STAGNAZIONE

a cura di
Centro di Studi Russi - CEMAS

Edizioni Nuova Cultura


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Il volume stato realizzato con il contributo


della Fondazione Russkiy Mir

Copyright 2012 Edizioni Nuova Cultura - Roma


ISBN: 9788868120450

Copertina: Francesca Minnocci


Composizione grafica: Luca Mozzicarelli
Revisione: a cura dellAutore

vietata la riproduzione non autorizzata, anche parziale,


realizzata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia,
anche ad uso interno o didattico.
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1 4 ssu INDICE
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Bo mat men
for esti Introduzione, Antonello Folco Biagini ............................................ 7
all
- ....................... 9

ANTONELLO FOLCO BIAGINI


LItalia e la guerra russo-giapponese .................................................. 17

ALESSANDRO VAGNINI
Lo scontro imperiale: Russia e Giappone nel Pacifico .......................... 39

ALBERTO BECHERELLI
Serbia, Russia e crisi bosniaca del 1908 ............................................. 51

GIULIA RISPOLI
I russi a Capri nel contesto di sviluppo dellEmpiriocriticismo russo ..... 71


-

.................................................................... 81




.................................................................. 95
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6 Indice

0 b s
S P
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TEFANO ELAGGI
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x 2 in Russia
Lemigrazione italiana
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113

o
B ma meLa sicurezza nei Balcani: il ruolo della Russia tra lUE e la
NDREA ARTENY

for esti NATO ........................................................................................... 125


all G N ABRIELE ATALIZIA
Unesperienza di traduzione poetica: Fedra di M. Cvetaeva ............... 137

Appendice: immagini ed eventi Forum Italo-Russo


di Storia 2011 ............................................................................... 145
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5 m r o INTRODUZIONE

z za o m to b Antonello Folco Biagini


Bo mat men
for esti
all Il volume Prospettive comuni di ricerca. Italia e Russia tra
modernizzazione e stagnazione nasce inizialmente dalla volont
di pubblicare gli atti dellomonimo Forum Italo-Russo, orga-
nizzato presso lUniversit degli Studi di Roma La Sapienza
grazie alla sinergia tra il Centro interdipartimentale di Ricerca
Cooperazione con lEurasia, il Mediterraneo e lAfrica Sub-
sahariana della Sapienza, il Centro di Studi Russi e la Fonda-
zione Russkiy Mir. La vivacit del dibattito suscitato dalle rela-
zioni tra i partecipanti allincontro, linteresse dei contributi e
lampiezza dellarco temporale esaminato, tuttavia, hanno per-
messo a questa pubblicazione di assumere le sembianze di un
vero e proprio saggio sullandamento delle relazioni tra Mosca
e Roma dal XX secolo agli albori del XXI secolo.
Questa positiva trasformazione in itinere stata raggiunta
grazie a due qualit che contraddistinguono il lavoro rendendolo
originale. La prima va identificata nel valore di un lavoro frutto
dello sforzo congiunto di un gruppo di ricerca composto in mi-
sura paritaria da italiani e russi, che si prefigge di costituire solo
un passo introduttivo per una collaborazione che continuer
negli anni a venire. La seconda lutilizzo di fonti nuove e diffi-
cilmente accessibili come gli Archivi militari di entrambi i Paesi,
che conferisce un carattere di originalit allo studio.
o l
+ tac
n
8 Antonello Biagini
/
bargomentisatrattati dagli autori trova un
0
0 frenella capacit di affrontare una
Leterogeneit degli
minimo comun2denominatore
0 x dei momenti
r a di svolta nella vita dei due Stati,
4per quanto
parte significativa
1 u
s riguarda i loro rapporti ma anche per la
5
non solo
m o s
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comprensione r della loro collocazione internazionale, come

z z o mlUnit t o dItalia, la Guerra russo-giapponese, la Crisi dellequili-


o a t n
B m mele migrazioni. A incrementare la profondit storica del volume,
brio nei Balcani, la Seconda guerra mondiale e il fenomeno del-

for esti intervengono in chiusura due saggi che, nella prospettiva del-

a l l lanalisi geopolitica, oltre a costituire una verifica sul perdurare


degli effetti delle dinamiche novecentesche sul flusso politico
contemporaneo, testimoniano il rinnovato interesse in Italia nei
confronti della politica estera e delle relazioni internazionali.
Il volume pu, quindi, configurarsi come uno strumento uti-
le per lattivit di ricerca di tanti giovani che in settori discipli-
nari diversi dalla storia alleconomia, passando per la giuri-
sprudenza, la letteratura e la scienza politica stanno caratte-
rizzando i loro studi nel nome del binomio Italia-Russia.
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5 m r
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z za o m toI RAPPORTI
b

o
B m me a t n DIPLOMATICI RUSSO-ITALIANI

for esti
all


Tatyana Zonova
LIstituto Statale dei rapporti internazionali di Mosca (MGIMO)

Stabilire rapporti diplomatici con i diversi stati italiani prima del


1861 non era compito facile. Tuttavia, il processo di unificazione dellIta-
lia, stato seguito in Russia con particolare attenzione e preoccupazione,
essendo coinciso con il processo di abolizione della servit della gleba rea-
lizzatosi in Russia nel 1861. Lapproccio pragmatico della Russia in di-
plomazia ha fatto s che il Regno dItalia fosse riconosciuto gi nel 1862.



XVIII .
II

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(1816-1821),

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LITALIA E LA GUERRA RUSSO-GIAPPONESE
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Bo mat men Antonello Folco Biagini


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fo esti
Universit di Roma La Sapienza

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A partire dagli anni Settanta del XIX secolo, la politica este-


ra italiana si apre a nuove tematiche, prima europee e mediter-
ranee, poi sempre pi rivolte ad ampio spettro alle vicende
dellarea dellAtlantico e del Pacifico. Le rivalit tra le grandi
potenze impegnate a spartirsi la Cina e la successiva crisi che
attraversa lEstremo Oriente rappresentano infatti uno degli
aspetti pi interessanti di questa fase dellimperialismo. Molti
sono infatti gli osservatori che a vario titolo si interessano alla
guerra in Manciuria (1904-1905) mostrando limportanza non
solo militare ma anche pi propriamente politica che quel con-
flitto tra Russia e Giappone riveste. Un ruolo di primo piano,
o l
+ tac
n
18 Antonello Folco Biagini
/
b samilitari (e navali), inviati dai
naturalmente, svolto0
0 quellafrevicenda, sia dalla parte dei russi
dagli addetti
diversi paesi a 2
0 xdei giapponesi
seguire
r a ma, oltre a quelli, numerosi osser-
vatori1a 4
che da quella
u
s affluiscono sul teatro delle operazioni da
5 m o s
vario titolo

a
vari paesi,
b r
sia europei che di altri continenti Stati Uniti, Cana-

z z o mda, o italiano invia propri incaricati, rispettivamente il tenen-


Argentina, Cile . A conferma del suo interesse, anche il
t
o t n
B ma mete di vascello Filippo Camperio presso lesercito russo e il mag-
governo

for esti gioreSempre


Enrico Caviglia presso quello giapponese.

a l l intenso ed efficace, il ruolo degli addetti militari nel-


lambito della politica italiana mostra come in ogni occasione
difficile sugli scacchieri di interesse comune, in special modo
nella Penisola balcanica, nellEuropa centrale e nel Mediterra-
neo si prestino a svolgere unazione di mediazione che assu-
me carattere diplomatico per la composizione degli opposti in-
teressi tra le parte contendenti in merito a questioni nazionali
complesse in cui si sommano problemi economici, etnici o reli-
giosi che spesso da secoli dividono comunit nemiche. Allepo-
ca daltronde bisogna precisare che le grandi Potenze richiede-
vano ai loro inviati notizie sia strategiche che tattiche in merito
alla guerra per ottenere informazioni sullavanzamento tecnolo-
gico degli avversari. Il ruolo delladdetto militare era stato isti-
tuito in Italia nel 1870 e da quel momento fino alla prima guer-
ra mondiale il governo impiega oltre trenta inviati per opera-
zioni di guerra e missioni speciali, compresa la guerra tra Russia
e Giappone. Se gli addetti militari testimoniano linteresse della
parte politica, nel caso della guerra russo-giapponese il grande
giornalista Luigi Barzini (1874-1947) inviato del Corriere della
Sera, mostra lattenzione da parte dellopinione pubblica a un
emergenza pure lontana dal territorio nazionale ma non per
questo meno interessante.
o l
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LItalia e la guerra russo-giapponese 19

b / at
0conflitto, e s le mire espansionistiche
0
Allorigine di quel
f r
2 che siacontendeva
cerano
x
dellImpero russo
ciuria e la 0 r
con il Giappone la Man-

1 u allEstremo Oriente e in particolare


4europeessguardano
Corea. Daltra parte, tra Otto e Novecento diverse

o che ormai ha assunto la dimensione di grande


potenze

a 5 almGiapponeb r
z z o mpotenzat o internazionale mentre quello a sua volta intende

Bo mat meo lanCina settentrionale, entrando perci in competizione con la


estendere la propria influenza sui territori vicini come la Corea

for esti Russia. Le mire espansionistiche del Giappone portano alla

a l l guerra cino-giapponese (1894-1895) dalla quale il paese esce


rafforzato, tanto da suscitare la preoccupazione delle potenze
occidentali Russia, Germania, Francia che gli intimano di
lasciare la penisola di Liaodong e Port Arthur. Sono queste le
lontane origini di un contrasto, destinato a durare, che avrebbe
portato allazione militare tra il 1904 e il 1905, quando memorie
e resoconti da parte degli inviati italiani raccontano in analisi la
realt alla quale assistono come semplici osservatori o come di-
plomatici, viaggiatori, addetti militari. Nel caso della guerra tra
Russia e Giappone, la memorialistica italiana particolarmente
nutrita. Quella guerra un avvenimento in qualche modo pre-
monitore dei futuri conflitti destinati a modificare in modo de-
terminate gli assetti della politica internazionale che si era basa-
ta sul principio dellequilibrio tra le grandi potenze, perseguito e
invocato anche invano lungo tutto il XIX secolo. Port Ar-
thur, Mukden e Tsushima costituiscono veri archetipi di guerra
di movimento e di posizione, manovre di grandi unit, guerra
navale con aspetti epici, quali il viaggio della flotta russa dal
Baltico allEstremo Oriente. Le corrispondenze giornalistiche di
Luigi Barzini, le memorie del tenente di vascello Filippo Cam-
perio, osservatore militare presso lesercito russo in Manciuria, i
saggi di Luigi Giannitrapani, Luchino Dal Verme, Vittorio Car-
o l
+ tac
n
20 Antonello Folco Biagini
/
0 e sarusso Kuropatkin (tradotte
bdel generale
0 fr e pubblicate a Milano nel
pi e altri , le memorie
1

in italiano del 2tenente Pentimalli


x ra Martinov , la relazione ufficiale sul-
1910-1911)0e del generale
su nel 1908 dallUfficio Storico del Co-
4 pubblicata 2

1
largomento,
5 mando s
o di Stato Maggiore, testimoniano proprio il
a m del rCorpo
b
z z o mgrande t o interesse per un avvenimento che aveva suscitato

Bo mat meK.nAsakawa pubblica il saggio The Russo-Japanese Conflict ; nel


lattenzione di tutti a livello internazionale . Nel 1904, a Boston,
3

for esti 1905, a New York, gli articoli del corrispondente militare del

a l l Times vengono raccolti nel volume The War in the Far East,
1904-1905; a Londra F. Mckenzie d alle stampe una raccolta di
lettere, From Tokyo to Tiflis: Uncensored Letters from the War 4. Par-


1 La guerra colpisce lopinione pubblica internazionale (e italiana) tanto

che nascono una serie di studi coevi. Cfr. L. Barzini, Guerra russo-giapponese
degli anni 1904-1905. Diario di un giornalista italiano al campo giapponese, Milano
1907, voll. 2; vol. I, Il Giappone in armi, vol. II, La battaglia di Mukden; F. Cam-
perio, Al campo russo in Manciuria. Note di un marinaio, Milano 1907; L. Gianni-
trapani, La guerra russo-giapponese, Roma 1906, voll. 4; L. Dal Verme, La guerra
nellEstremo Oriente, 1904-1906, Milano 1906; V. Carpi, La guerra russo-giappo-
nese, Torino 1907; C. Benelli, La II e III squadra russa del Baltico a Tsuscima, in
Memorie Storiche Militari, Ufficio Storico del Corpo di Stato Maggiore,
VII, 1913, I, pp. 199-228; V. Degli Uberti, Nei mari dellEstremo Oriente. La
guerra navale russo-giapponese 1904-1905, Milano 1942; G. Ducci, Lazione della
marina giapponese nella guerra russo-giapponese, Roma 1938.
2 A.N. Kuropatkin, Memorie del generale Kuropatkin, (trad. it. del tenente

Natale Pentimalli), Milano 1910. Il tenente italiano tradusse anche la risposta


del conte Sergej Iulevjch Witte al generale in merito alla guerra. E. Martinov,
Sfortunata esperienza nella guerra in Manciuria, (trad. it. di L. Cicambelli), Viterbo
1914. Questultimo era uno dei pi giovani generali dellesercito russo che
dopo la guerra con il Giappone viene nominato capo dellUfficio Storico
dellesercito russo e attraverso numerosi saggi esamina attentamente le ca-
renze e le disfunzioni dellorganizzazione militare zarista.
3 B. Civalleri-A. Cavaciocchi, La guerra tra la Russia e il Giappone (1904-

1905), Ufficio storico del Corpo di Stato Maggiore, Roma 1908, voll. 2.
4 Sempre su questo punto, oltre alle relazioni ufficiali, cfr. A. Cheradame,
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LItalia e la guerra russo-giapponese 21

b / at
0 sono e lesnote di Barzini che nei primi
0
ticolarmente significative
di gennaio del 2
r
f a San Pietroburgo ma, temendo
x r a
1904 si trovava
0 russa,unotevolmente
4
che la censura
1 paralizzare s il suo lavoro di giornalista, rientra prima
simbarcatosi
rigorosa gi in tempo di pa-

o
ce potesse

a 5 inm
b r
Italia e da l, a Genova, si dirige a Tokyo dove

z z o marriva t o
quando la guerra gi iniziata. Daccordo con la direzio-

Bo mat mete ndei giapponesi e infatti, con la 2 Armata comandata dal ge-
ne del suo giornale, Barzini decide di seguire la guerra dalla par-

for esti nerale


a

Oku, segue lazione per bloccare Port Arthur e la marcia

a l l verso nord volta ad arrestare le colonne russe, mobilitate in ap-


poggio alla fortezza. In tal modo testimone diretto di nume-
rose battaglie, fino a quella fondamentale di Mukden (20
febbraio-10 marzo 1905), uno degli scontri pi decisivi di quella
guerra, in cui gli eserciti dei due Imperi, quello russo e quello
giapponese, si affrontano a Mukden appunto, in Manciuria, in
una delle battaglie che in qualche modo prefigura lo scenario
della prima guerra mondiale nel duro confronto bellico tra Rus-
sia e Giappone5.
Il Diario di Campagna di Camperio al quale qui si fa riferi-
mento una sorta di brogliaccio che costituisce il canovaccio
del volume poi pubblicato a Milano si differenzia dallaltra
sua opera pubblicata a Milano per la prevalenza di considera-
zioni essenzialmente tecniche sullandamento della campagna e


Le monde et la guerre russo-japonaise, Paris 1906; R. Spear, Report on the Russian
Medical and Sanitary Features of the Russo-Japanese War to the Surgeon Generai V.S.
Navy, Washington 1906; J. Hamilton, Impressioni sulla guerra russo-giapponese dal
taccuino di un addetto militare, trad. it., Roma 1906.
5 Barzini ricorda: solo, acquartierato in una casupola cinese, vestito di

pelli come un esploratore polare in vacanza, un po cuoco, un po stalliere,


un po fotografo, fiancheggiato da un interprete che non capiva se non la sua
lingua nativa, e da un servo cinese che mi rubava il pranzo dalla pentola con
il pretesto di mantenere il fuoco acceso (La battaglia di Mukden, cit.).
o l
+ tac
n
22 Antonello Folco Biagini
/
b russas.aQuestultima presenta, a giu-
0 e macroscopiche, soprattutto
0italiano,frlacune
sullorganizzazione militare 6

2
x lorganizzazione
dizio dellufficiale
a
per quanto0riguarda
4 u r logistica e la disciplina. Da
tali osservazioni
s s la sua ammirazione per limpianto strut-
1della macchina
nasce

a 5 m r o
b
turale da guerra giapponese, pervasa da uno stile

z z o mpi oe perfettamente addestrati ai propri compiti. Non a caso


moderno nei rapporti tra ufficiali e soldati, con militari effi-
t
o t n
B ma menumerosa la presenza degli addetti militari (25, oltre sei addet-
cienti

for esti tirussa


navali) e degli altri osservatori stranieri in loco sia dalla parte

a l l che da quella giapponese. Gli avvenimenti della guerra


combattuta dal Giappone contro la Russia che avevano suscita-
to linteresse degli osservatori coevi, non pu non coinvolgere
anche la storiografia specializzata che infatti, spesso in maniera
efficace, analizza quel tema e quel periodo sia in ordine alle
cause che per quanto attiene agli effetti, sul piano interno come
su quello internazionale. Negli anni Sessanta-Settanta del No-
vecento, gli storici stranieri A. Malozemoff, H. Conroy, S.
Okamoto e altri si soffermano sulla politica militare della Rus-
sia e sul conflitto con il Giappone focalizzando i diversi mo-
menti, a Porth Arthur, a Mukden, a Tsushima, al tempo stesso
critici e decisivi per le sorti di quella guerra, di movimento e di
posizione, giocata nelle grandi battaglie navali7.
Negli stessi anni una parte della storiografia italiana, occu-
pandosi del periodo compreso tra la rivoluzione del febbraio
1917 (e la presa del potere da parte dei bolscevichi in Russia) e


6 Stato Maggiore Esercito, Archivio Ufficio Storico, Studi particolari, buste

190-196.
7 A. Malozemoff, Russian Far Eastern. Policy, 1881-1905, with Special Em-

phasis on the Causes of the Russo-Japanese War, Berkeley 1958; H. Conroy, The
Japanese Seisure ot Korea: 1868-1910, Philadelphia 1960; S. Andolenko, Storia
dellesercito russo, trad. it., Firenze 1969; S. Okamoto, The Japanese Oligarchy and
the Russo-Japanese War, New York-London 1970.
o l
+ c
n a
LItalia e la guerra russo-giapponese 23

b / at
0 socialista e sitaliano del 1921, aveva rico-
0
la scissione del Partito
2 dibattito r
f sorto in seno allarea sociali-
x
struito le fasi del
0 i uprimi a interno
r contatti politici e commerciali tra la
4
sta, considerando
s e lItalia. Qualche autore si era con-
Russia1post-rivoluzionaria
s
a 5 m r o
b
centrato in particolare sullopinione pubblica italiana e sugli or-

z z o mgani t oanni Ottanta e il Duemila, con rinnovato interesse, altri


che quellopinione aveva contribuito a formare, e ancora
o t n
B ma meautori riprendono il tema mettendo in luce specialmente linu-
tra gli

for esti tilit di quel conflitto, in realt voluto pi per motivi interni che

a l l per ragioni propriamente espansionistiche. Si palesavano infatti


i prodromi della rivoluzione e gruppi di plutocrati esercitavano
la loro pressione sullo zar spingendolo allo scontro con il
Giappone con il quale si misurava, sostanzialmente, per la lea-
dership nellarea del Pacifico.
Al di l delle sue implicazioni specifiche sul piano militare e
politico, la guerra russo-giapponese assume dunque un peso ul-
teriore in quanto influisce indirettamente anche sulle ragioni
che portano alla rivoluzione russa: lo smacco subto in Manciu-
ria e la guerra lontana e non troppo sentita accentuano la crisi
interna sulla quale si inscrivono linsurrezione contadina, lazio-
ne del proletariato urbano, gli scioperi generali, lammutina-
mento dei militari sia nella flotta che nellesercito. Dopo che il
Congresso di Berlino del 1878 aveva definitivamente sbarrato
la strada alla penetrazione russa nei Balcani verso Costantino-
poli, la politica estera zarista si era volta a est, verso lOceano
Pacifico, motivata anche dagli interessi economici personali del-
la dinastia dei Romanov e dei capitalisti occidentali a essa legati
attraverso la Banca russo-cinese, sorta nel 1895 a San Pietroburgo
con capitali francesi, che aveva effettuato prestiti alla Cina.
Lespansione della Russia in Asia tuttavia, non era una novi-
t del Novecento. Iniziata gi a partire dalla seconda met del
XVI secolo, con la sottomissione dei regni tartari di Kazan e di
o l
c
+ ta
n
24 Antonello Folco Biagini
/
0 b della
e sa Siberia occidentale, si era
0seconda met
Astrakan e con loccupazione
2 f r del secolo XVII grazie al trattato
x concluso
poi arrestata nella
di Nerinsk0(1668) r a con i mancesi, sul bacino dellAmur.
1 4momento, u
se per un lungo periodo, la Russia aveva guar-
5
Da quel
m o s
a
dato a
b r
ovest, verso Costantinopoli, e aveva ripreso la sua attivit

z z o mincatoEstremo
t o Oriente allinizio del XIX secolo, quando aveva cer-
o a t n di ottenere dalla Cina la libera navigazione sul fiume Amur
B m me(1805). Il rifiuto cinese e il tentativo di ottenere con forza ci che
for esti non aveva raggiunto attraverso i negoziati, la porta fatalmente a

a l l incrociare gli interessi del Giappone ostacolando la sua espan-


sione in Asia, e in particolare in Corea (cominciata gi nei secoli
precedenti). Nel 1807 occupa le isole Curili, stabilendovi delle
proprie colonie; nel 1851 fonda la citt di Nicolajevsk e nel 1853
stabilisce una base militare sulla costa occidentale dellisola di Sa-
khalin. In seguito, durante la guerra di Crimea, incurante delle
proteste cinesi, con flottiglie di barche armate si impossessa di
numerose basi militari lungo la costa settentrionale dellAmur.
Nel 1858, mentre la Cina impegnata a reprimere la rivolta dei
Taiping, ad Aigun, la Russia riesce a concludere un trattato con
cui la Cina le cede tutto il territorio a nord dellAmur. Due anni
pi tardi, approfittando della presenza delle truppe franco-inglesi
a Pechino, ottiene tutta la costa mancese tra lUssuri e il mare.
Successivamente, con la costruzione della Transiberiana, proget-
tata nel 1887 e iniziata nel 1891, accentua la sua presenza e chie-
de di poter attraversare la Manciuria settentrionale dominio ci-
nese dal momento che il percorso originario per raggiungere
Vladivostok lungo lAmur si rivela troppo dispendioso e dunque
sfavorevole. La compagnia costruttrice viene quindi autorizzata a
tenere reparti militari a protezione della linea e delle stazioni fer-
roviarie, in modo che di fatto la Manciuria settentrionale viene
occupata militarmente dalla Russia (1896).
Nel corso degli stessi anni, intanto, lo zar ha anche provve-
o l
+ c
n a
LItalia e la guerra russo-giapponese 25

b / at
duto a rafforzare le 0 e s militari sulle coste del Pa-
0 f r
proprie posizioni
2 aulteriormente
x
cifico, sia fortificando Vladivostok sia creando
basi militari0sulla costarmancese, ammassando armi, munizioni e
4 il sfiume
soldati1lungo su Amur. Inoltre, poich Vladivostok un
a 5 porto
m r o utilit nei lunghi mesi invernali mentre i porti
b
di scarsa

z z o mdella t opi, sullattiva via commerciale per Pechino, il tracciato


Manciuria sono meno vulnerabili al maltempo e si trovano,
o t n
B ma medella ferrovia viene modificato dopo aver ottenuto dalla Cina la
per di

for esti concessione di Port Arthur e di Ta-lien-van (Dalnij). Port Ar-

a l l thur che era gi una fortezza nelle intenzioni dei russi, sa-
rebbe dovuta divenire la base inespugnabile della flotta nel Paci-
fico, mentre Ta-lien-van diventa immediatamente un porto
commerciale grazie allinvestimento di 16 milioni di rubli-oro
con cui il ministro Witte riesce a fare espandere lindustria russa.
In tal modo la Russia comincia a interessarsi sempre di pi al-
la Corea, sulla quale aveva gi uninfluenza che condivideva sin
dal 1895 con il Giappone e dove aveva ottenuto una conces-
sione forestale nella valle dello Yalu. E di fatto proprio la Corea
diventa la causa immediata della guerra. Il suo vassallaggio nei
confronti della Cina aveva origini lontanissime, poi alla conclu-
sione del XVI secolo, con la fine delle lotte intestine e il raffor-
zamento dellautorit centrale (1592) in Giappone, era stata inva-
sa dal generale Hideyoshi. Dopo sei anni di lotte, nel corso dei
quali i coreani coinvolgono la Cina chiedendo il suo aiuto, il
Giappone giunge a un accordo secondo il quale la Corea avrebbe
pagato un tributo annuo a Pechino e a Tokyo. Nel tempo, in
realt lintesa si riduce a una mera formalit, ma comunque costi-
tuisce un precedente storico in base al quale nel XIX secolo il
Giappone, nella sua fase di crescita economico-commerciale e
industriale torna a far valere i propri diritti e impone alla Corea
lapertura dei porti di Fusan, di Gensan e di Chemulpo.
Tra il 1876 e il 1882 i giapponesi si assicurano cos il mono-
o l
+ tac
n
26 Antonello Folco Biagini
/
b simpiantando a
polio del commercio
0 0 f r
coreano, e stabilimenti, ma-
x 2 laffermazione
gazzini e basi militari
a
e suscitando la reazione dei cinesi che ve-
devano con
4 0 timore
u r sempre pi consistente della
1nel nipponica
presenza
s s sul continente. Linevitabile guerra, scop-
a 5 m r o
b
piata 1894, si conclude negativamente per la Cina, la cui

z z o mflotta t oviene distrutta dai giapponesi che intanto occupano il


o
B m me a t n
Liaodong, Formosa e altre importanti posizioni militari. Il trat-

r
tato di pace dellaprile 1895, concluso tra la Cina e il Giappone,

fo esti riconosce lassoluta indipendenza della Corea, mentre la Cina

all
cede al Giappone la provincia di Liaodong (comprendente Port
Arthur e Ta-lien-van) e lisola di Formosa nonch la libert di
navigazione, di commercio e di esercizio di industria ai sudditi
giapponesi in Cina. Il trattato, bench ratificato dai due impera-
tori, viene per vanificato dallintervento di Russia, Germania e
Francia che costringono il Giappone a restituire alla Cina la pe-
nisola di Liaodong (trattato di Pechino del novembre 1895).
Con tutta evidenza tali avvenimenti aggravano la preesistente
rivalit russo-giapponese per il predominio in Asia.
Le autorit giapponesi, dopo la guerra, mettono a punto un
programma di sviluppo inteso a incoraggiare lindustria, il
commercio e lagricoltura attraverso il potenziamento della rete
ferroviaria interna (pi in generale delle comunicazioni) e del
sistema scolastico, prevedendo, anche nellambito della finanza
pubblica, un considerevole aumento delle spese destinate a po-
tenziare la flotta e lesercito. Gli effetti positivi di questo pro-
gramma, che fa del Giappone una nazione industriale, unita-
mente allincremento demografico (500 mila unit annue nel
periodo 1894-1903) motivano ancor pi le spinte espansionisti-
che verso la Corea8. La Russia e il Giappone avevano preceden-


8 Da 41.81.3.000 abitanti nel 1894 il Giappone pass a 46.732.000 nel

1903 con una densit media di 115 abitanti per chilometro quadrato (nelle
o l
+ c
n a
LItalia e la guerra russo-giapponese 27

b / at
0 convenzione e s (Tokio 1898) che ricono-
temente concluso una
2 0 f r
0 x
sceva definitivamente
r a
lindipendenza della Corea, obbligandosi

terni 1 4
reciprocamente ad
uastenersi da ogni ingerenza negli affari in-
s La Russia, per, approfittando della
5 m o s
di quella regione.

a b
concessione r forestale di far legna nella valle dello Yalu che ave-

z z o mva1897), oinvia lungo il fiume un gran numero di cinesi della Man-


ottenuta nel 1895 dal re di Corea, Yi Myeong Bok (1863-
t
o t n
B ma meciuria scortati da reparti militari che avevano il compito ufficiale
for esti ditemporaneamente
difenderli dai briganti mancesi che infestavano la zona. Con-

a l l acquista terre per alloggiare i soldati, costrui-


sce basi fortificate sulla foce dello Yalu e, nonostante le prote-
ste dei coreani, arbitrariamente estende la sua occupazione ai
territori posti al di fuori dei limiti della concessione. a questo
punto che il Giappone insorge contro quella che si dimostrava
sempre pi una manovra messa in atto per occupare lintera
Corea, mettendo in luce i propri diritti sulla Corea stessa. Cos
nel 1903 il governo del mikado, affidandosi allazione della di-
plomazia e per il tramite del suo ambasciatore a Pietroburgo, il
barone Kurino avvia delle trattative con la Russia nel tentativo
di moderare le sue mire espansionistiche per raggiungere un ac-
cordo globale in merito alla sfera di influenza sullEstremo
Oriente dove convergevano gli interessi di entrambe le nazioni.
Avendo la Russia accettato di giungere a un accordo, nellago-
sto del 1903 il Giappone presenta un progetto di trattato in cui
da una parte riconosce i diritti della Russia sulla ferrovia in
Manciuria, dallaltra chiede il protettorato sulla Corea. Di con-
tro, il 3 ottobre, il governo zarista propone al mikado la dichia-
razione di non-interesse sulla Manciuria in cambio del ricono-


pianure di 300). Lesercito fu portato a 145.000 uomini che potevano salire a
520.000 in caso di guerra. La flotta fu portata a 67 navi di linea, Il cacciator-
pediniere e 115 torpediniere.
o l
+ tac
n
28 Antonello Folco Biagini
/
b sasulla Corea. In tal modo la
scimento formale del 0 f re e lungo il 39 parallelo si sa-
0 smilitarizzata
protettorato
regione sarebbe2stata
0 xuna zonaraneutrale. Ma il Giappone risponde pre-
1
sentando
u
4alcunessmodificazioni,
rebbe creata
intanto rifiutando la richiesta

a 5 m r o
b
sulla Manciuria e proponendo invece di stabilire la zona neutra

z z o mperLeunestensione
t o di 50 chilometri lungo il confine coreano.
o a t n rispettive posizioni, gi estremamente divergenti, diven-
B m megono a questo punto inconciliabili, a causa della proposta del
for esti governo zarista di escludere la Manciuria dalle trattative e di

a l l circoscriverle esclusivamente alla Corea. Tale ipotesi non era


assolutamente praticabile per il Giappone e, dopo un ulteriore
scambio di proposte tra le due parti che protraggono ulterior-
mente le trattative senza che i governi riescano a mettersi dac-
cordo, nel febbraio del 1904 il governo giapponese rompe le
relazioni diplomatiche e d inizio alle ostilit. Il Giappone, dal-
tra parte, non avrebbe mai potuto accettare le condizioni poste
dalla Russia in quanto in Manciuria aveva interessi ormai strati-
ficati dai lunghi anni di attivit: venticinquemila giapponesi vi
risiedevano stabilmente e avevano col imprese industriali e
commerciali; il 90% della flottiglia commerciale attraccava nei
porti coreani; le ferrovie erano di costruzione nipponica cos
come lorganizzazione e il funzionamento del sistema postale.
La guerra segna un punto di non ritorno nella crisi fra i due Sta-
ti per il predominio sulla Manciuria e sulla Corea in cui si som-
mavano cause remote e ragioni contingenti che portavano ine-
sorabilmente allesplosione del conflitto dovuto al tempo stesso
allo sviluppo del Giappone e allespansionismo zarista.
La trasformazione del Giappone. Secondo lopinione prevalente,
i giapponesi etnicamente appartengono alla famiglia uralo-
altaica, sono cio della stessa razza dei russi, degli ungheresi, dei
turchi, dei mongoli e dei coreani. Provenienti dalla Corea e sta-
bilitisi sulle coste del Giappone occidentale con un seguito di
o l
+ c
n a
LItalia e la guerra russo-giapponese 29

b / at
incursioni (come nel0medioevo e isNormanni sulle coste dellEu-
0 f
2 simpadronisconor
venendo a0 x
ropa continentale),
r a poco alla volta del paese

4 che s(aucausa delle frequenti incursioni) mettono


contatto con la civilt cinese attraverso la mediazio-
ne dei1coreani
5 comunque
m s
ocontatto il rozzo Giappone con la pi evoluta Ci-
a b r
in

z z o mna. t ograzie al quale la civilt cinese si trapianta in Giappone.


Il buddismo cinese uno dei principali veicoli di trasmis-
o t n
B ma meDivulgatosi il buddismo, i giapponesi imparano la scrittura ci-
sione

for esti nese innanzi tutto per leggere i libri sacri, poi passano alle opere

a l l scientifiche di etica e di diritto, quindi assorbono il senso del-


larte e sviluppano le manifatture, infine danno forma civile e
amministrativa allo Stato per mezzo di un corpo di leggi. La
trasformazione non solo apparente ma reale e profonda e le
istituzioni giapponesi, una volta assorbiti gli influssi dalla Cina
vivono di vita propria creando una civilt originale.
Rimanendo immutato in Giappone il principio delleredit,
per, le cariche pubbliche non vengono concesse individual-
mente come in Cina ma continuano a essere accordate alle
famiglie come titoli trasmissibili. Invece del mandarinato, dun-
que, si afferma il feudalesimo e le funzioni civili vengono sepa-
rate da quelle militari (come in Cina), con la conseguenza che
accanto ai nobili civili o cug (discendenti dai rami collaterali del-
la famiglia imperiale), si affermano i nobili militari, daimyo, at-
torno ai quali si raggruppa una casta di guerrieri, i samurai, com-
pletamente distinta dal resto della popolazione.
Il potere militare guadagna ben presto il predominio su
quello civile (anche a causa delle frequenti lotte contro gli Ainu)
e dunque il feudalismo ha radici sempre pi forti, assumendo
una forma analoga a quella del feudalesimo europeo salvo la
differenza che al vertice non c il sovrano, ma lo shogun, o ge-
nerale, incaricato dal mikado di governare il paese. Il consolida-
o l
+ tac
n
30 Antonello Folco Biagini
/ a dalla natura del paese,
b anche sfavorito
0 e
r estese, separate da alte monta-
diviso in vallate2e0pianure poco
f
mento del feudalismo

0 xquesta prima
r a fase il Giappone deve lottare per la
gne. Durante
1 u
4indipendenza,
s minacciata dallimperatore mongolo Ku-
5
propria
m o s
a blai Khan
b r
che pensa di conquistarlo su pressione del re di Co-

z z o mrea. t o muove con le sue navi verso il Giappone, ma colta da


Nel 1281 unarmata mongolo-coreana, di circa 100.000
o t n
B ma meuna terribile tempesta viene completamente distrutta, chi riesce
uomini,

for esti agiapponesi.


sfuggire al naufragio viene fatto prigioniero oppure ucciso dai

a l l una
Lo spirito guerriero, malgrado il lungo isolamento,
costante che torna utile ma che immerge il paese in uno
stato d anarchia che ha fine soltanto nel XVI secolo. In quel
momento, grazie allazione di tre capi militari (Nobunaga,
Yeyasu, Hideyoshi) la feudalit viene repressa e si afferma il po-
tere centrale, in tal modo, dieci secoli dopo linfluenza della Ci-
na, il Giappone d il via a unaltra trasformazione, di carattere
specialmente religioso, soffocata per dal governo.
Verso la met del Cinquecento, quando i portoghesi sulla
scia della loro politica coloniale entrano in contatto con il
Giappone, vengono ben accolti, i giapponesi amano le novit e
dunque favoriscono gli scambi e acquistano merci occidentali
specialmente le armi da fuoco con le quali armano le loro
truppe accolgono anche la religione cristiana che fa numerosi
proseliti. Introducono nuove colture, come quella del tabacco,
costruiscono navi secondo luso europeo, concedono agli stra-
nieri di viaggiare nel paese. Sono tutti elementi che permettono
la completa trasformazione del Giappone in senso occidentale,
ma con il passaggio dallanarchia feudale alla dittatura militare
le cose cambiano.
I capi militari Hideyoshi e Yeyasu, intenzionati a fondare un
sistema di governo durevole, considerano la propaganda dei
o l
+ c
n a
LItalia e la guerra russo-giapponese 31

b / at
missionari come un0 e s di scatenare torbidi inter-
0 pericolo in
2 acredono r
f che anche i mercanti, come i
grado
x
ni e guerre di religione;
r di flotte e di eserciti con cui lOc-
missionari,0siano precursori
4
1prepara u
lasconquista del Giappone, prima morale e poi
5
cidente
m o s
a militare.
b r
Danno inizio cos a dure persecuzioni contro il cristia-

z z o mnesimo, t o impongono restrizioni ai rapporti con gli stranieri e fi-


o a t n
B m meaperto solo al commercio dei cinesi e degli olandesi. Il Giappo-
niscono con il chiudere il paese ermeticamente, lasciandolo

for esti nevistaallora per due secoli rimane isolato e immobile dal punto di

a l l politico, sociale e morale, anche se cominciano a maturare


situazioni interne che comunque sconvolgono gli equilibri. Al-
linizio del XIX secolo, listituzione politica dello shogunato per-
de ogni prestigio e suscita il malcontento popolare per le forti
tasse che impone dovendo supportare il vecchio sistema feuda-
le, dal porto di Nagasaki arrivano comunque libri e idee di pro-
gresso divulgate da quanti chiedono un significativo processo
di riforme. Quando il paese riprende i contatti con le potenze
occidentali, siamo ormai nellOttocento. La politica commercia-
le degli Stati Uniti e la scoperta delloro in California danno
nuovo slancio agli affari con lEstremo Oriente, gli americani
hanno bisogno di aprire il mercato del Giappone e lo minac-
ciano con una squadra ancorata vicino a Edo. A questo punto i
giapponesi sono costretti ad aprire alcuni dei loro porti ai traffi-
ci con gli Stati Uniti e a fare analoghe concessioni anche allIn-
ghilterra, alla Russia, allOlanda.
Ma le nuove regole imposte dalle potenze occidentali non
fanno che aumentare latteggiamento xenofobo dei giapponesi,
in special modo da parte dei militari. Popolo e soldati protesta-
no contro lo shogun e insorgono contro di esso al grido di mor-
te agli stranieri invocando lintervento del mikado. La corte si
pone alla testa dellagitazione e si serve della ribellione per ab-
o l
c
+ ta
n
32 Antonello Folco Biagini
/
b samovimento sono i ministri e
battere lo shogunato, 0 i veri capiedel
2 f r Intanto le continue sommosse
0grandi signori.
x radelle Potenze, allinterno si creano di-
gli intendenti dei
provocano0lintervento
1
vergenze 4tra quanti
s susi arroccano su posizioni di chiusura con-
a 5 servatrici
m o invece credono che aprire allOccidente sia
e rquanti
z o mnecessario o b
o z t n t
per avviare le riforme e condurre il Giappone al li-

a
B m meche non basta imitare gli Stati europei ma che bisogna introdur-
vello degli altri paesi. Ministri e alti funzionari comprendono

for esti repressicomplessivamente il pensiero e la civilt occidentale. Sop-

a l l passa
il feudalesimo e i privilegi dei nobili e dei guerrieri, si
alla costituzione di un governo sotto lautorit assoluta
del mikado, si introducono le arti, le scienze e le industrie euro-
pee. Il prestigio dellimperatore copre il loro operato e fa accet-
tare le riforme senza gravi reazioni malgrado esse tocchino gli
interessi dei feudatari e dei militari. In breve tempo le istituzioni
militari, amministrative, finanziarie, politiche e il modo di pro-
durre si modellano alluso europeo e infine, nel 1889, sedate le
insurrezioni che erano state la naturale conseguenza di cos
repentini mutamenti, viene adottato il regime parlamentare e
promulgata la costituzione su modello europeo e specialmen-
te tedesco . Contemporaneamente, per facilitare la diffusione
del pensiero occidentale, il governo del mikado trasforma il si-
stema dellistruzione limitato alla morale pratica del confucia-
nesimo e a qualche studio storico o letterario e istituisce delle
nuove scuole con programmi e insegnamenti che ricalcano le
modalit europee. Cerca anche di stimolare lo sviluppo di indu-
strie e del commercio dando lavvio a una rete strutturale, con
ferrovie e linee marittime, poste e telegrafi9. In tale ambito rien-


9 Il paese, che prima del 1872 era del tutto privo di ferrovie, nel 1893

aveva gi in esercizio oltre 3000 km. di strade ferrate; la rete telegrafica aveva
raggiunto uno sviluppo di circa 15.000 km. e gli abitanti ne apprezzano subi-
o l
+ c
n a
LItalia e la guerra russo-giapponese 33

b / at
0 il settore e smilitare, che viene modellato
0 r
sugli eserciti e2sulle flottefeuropee e arricchito con istruttori
tra naturalmente anche

0 xarmi e navi
r a fornite dallindustria occidentale. In
breve1 4 sisformano
stranieri, con
tempo
u
s truppe numerose e bene addestrate,
a 5 m r o
b
tanto che nel 1893, cio alla vigilia della guerra contro la Cina,

z z o mlesercito
t o giapponese, reclutato secondo i metodi degli eserciti
o a t n
B m mepotevano arrivare a 270.000.
continentali, contava circa 70.000 uomini che in caso di guerra

for esti sia Via via molti giovani appartenenti alla nobilt e alla borghe-

a l l e
cominciano a studiare in Europa e, al ritorno, riportano libri
giornali europei che opportunamente tradotti riescono a di-
vulgare a un pubblico pi ampio le conoscenze acquisite. Ven-
gono anche impiantati osservatori, musei e gabinetti scientifici.
Il commercio con lestero si avvia verso uno straordinario svi-
luppo, vengono messe a coltura nuove terre e aumenta il loro
rendimento medio, come pure la produzione del t e quella del-
la seta. Analoghi progressi si registrano nel campo dellindustria
estrattiva: carbone, oro, stagno e rame moltiplicano di tre volte
il loro rendimento dopo il 1882, lo zolfo di sei, il petrolio di
dieci. Le produzioni locali, bench ancora di bassa qualit ri-
spetto ai prodotti stranieri, bastano comunque per luso interno
e cominciano ad alimentare il commercio con lestero, special-
mente con la Corea. Dal 1883 al 1893 lincremento demografi-
co significativo, come importante linfluenza europea, in
particolare inglese, i giapponesi impararono a conoscere lEu-
ropa attraverso le idee e i sentimenti degli inglesi dei quali im-


to lutilit, tanto che nellanno 1893-1894 vengono spediti oltre seimila tele-
grammi. Il servizio postale, organizzato alleuropea, funzionava in modo a
soddisfare pienamente perfino gli occidentali. Un centinaio di scialuppe a va-
pore e pi di un migliaio di velieri di forma giapponese erano stati messi in
circolazione sui fiumi, sui canali e sui laghi.
o l
+ tac
n
34 Antonello Folco Biagini
/
0 e sa nota comune nellavver-
b unulteriore
0Insomma,frin breve tempo il Giappone realiz-
parano la lingua e trovano
2
x di riforme
sione per i Russi.
0 r a che lo porta alla modernizzazione
za un programma
1
delle sue
u
4strutturessavvicinandolo ai paesi europei.
a 5 mIl Giappone r o cos rafforzato, rivolge la propria attenzione ai
z o mterritori o b
o z t n t
vicini, in particolare la Corea Stato indipendente ma

a
B m meportano alla guerra cino-giapponese (1894-1895) dalla quale il
tributario della Cina. Le mire espansionistiche del Giappone

for esti paese esce rafforzato, tanto da suscitare la preoccupazione delle

a l l potenze occidentali.
La Corea in realt, come si visto, il campo della lotta tra
Giappone Russia.
La guerra. Nella notte tra l8 e il 9 febbraio, torpediniere
nipponiche attaccano senza alcun preavviso la squadra navale
russa dellammiraglio Stark ancorata a Port Arthur. Lazione
coglie di sorpresa la Russia, la cui forza in Manciuria, allepoca,
costituita solo da centomila uomini, del tutto insufficienti ri-
spetto ai trecentomila che sarebbero stati necessari secondo la
valutazione del generale Kuropatkin: la flotta, seppure pi for-
te, dispersa nei numerosi porti, nessuna preparazione era sta-
ta approntata; tre navi russe vengono affondate e le altre resta-
no bloccate a Port Arthur. Tra febbraio e aprile le armate
giapponesi occupano la Corea e si spingono verso la Manciu-
ria, mentre in aprile il nuovo comandante della Squadra,
lammiraglio Makarov, nel tentativo di forzare il blocco, affon-
da con la propria nave. In maggio, le forze russe si oppongono
inutilmente allavanzata giapponese verso la Manciuria, mentre
nella parte meridionale della stessa regione le truppe nipponi-
che effettuano numerosi sbarchi, occupando la linea ferroviaria
tra Port Arthur e la Russia e impossessandosi di Dalnij che di-
venta una efficace e preziosa base per lassedio di Port Arthur.
o l
+ c
n a
LItalia e la guerra russo-giapponese 35

b / at
0i giapponesi e s sono decisamente superiori,
0
Sul piano qualitativo
anche perch la2Russia impiega r
f riservisti, del tutto imprepa-
x a
r nuove armi in dotazione. Attestatosi a
rati persino0alluso delle
4 u
s Kuropatkin fa approntare un campo for-
1doveil generale
5
Liaoyang,
m o s
a tificato
b r viene attaccato per due giorni consecutivi, senza

z z o msuccesso, t o dalle truppe avversarie fino a quando, il terzo giorno,


o a t n
B m mekin. Questi, per non rimanere accerchiato, ordina la ritirata
unarmata giapponese riesce a portarsi alle spalle di Kuropat-

for esti verso nord e si attesta a Mukden, capitale della Manciuria, la-

a l l sciando in mano giapponese gli ingenti quantitativi di riforni-


menti concentrati a Liaoyang.
Intanto la piazzaforte di Port Arthur sostiene un duro asse-
dio e per mesi respinge gli attacchi della pur validissima 3a
Armata nipponica del generale Nogi. questa resistenza
scrive il generale Andolenko nella sua Storia dellEsercito russo
il primo vero successo delle forze armate zariste. Il 2 gennaio
1905, dopo 328 giorni di epica resistenza che aveva profon-
damente commosso lopinione pubblica mondiale, pur condi-
zionata in senso antirusso dalla propaganda inglese e statuni-
tense, Port Arthur costretta alla resa. Il 15 ottobre 1904 una
nuova Squadra dellEstremo Oriente, costituita con altre navi a
Kronstadt, prende il mare al comando dellammiraglio Rojast-
vensky e circumnaviga lAfrica, giungendo in vista delle coste
coreane nella primavera del 1905, oltre quattro mesi dopo la
capitolazione di Port Arthur. Tenta quindi di raggiungere Vla-
divostok, ma affrontata nello stretto di Tsushima dalla flotta
nipponica dellammiraglio Togo, viene distrutta nella battaglia
del 27 e 28 maggio. Attraverso il modesto canale di riforni-
menti costituito dalla ferrovia transiberiana, le forze terrestri
del generale Kuropatkin finalmente raggiungono la necessaria
consistenza e si preparano ad affrontare i giapponesi in condi-
o l
+ tac
n
36 Antonello Folco Biagini
/
b sa e ancor pi i tentativi ri-
0 sconfitteesubite
0 minano
zioni di parit, ma le
f r la saldezza morale del popolo.
2
x di questa
voluzionari allinterno
a situazione di crisi, gli Stati Uniti
0
4 impongono
Approfittando
u r
1
dAmerica
s s la propria mediazione e il trattato di pa-
a 5 m r o
b
ce viene firmato il 5 settembre 1905 a Portsmouth. La Russia

z z o mrinunciat o alle proprie pretese sulla Manciuria e abbandona gran


o a t n
B m me Su tali questioni, per il periodo considerato, di sicuro interesse
parte dellisola Sakhalin.

for esti illocarteggio delladdetto militare italiano a Pietroburgo, colonnel-

a l l Paolo Ruggeri Laderchi dal quale sono tratti i documenti che


seguono. Nominato sottotenente di artiglieria, nel 1880, dopo
aver frequentato la Scuola di Guerra, Ruggeri entra nel Corpo di
Stato Maggiore e nel 1896 viene nominato addetto militare a Co-
stantinopoli dove ben presto si guadagna una medaglia dargento
al valor militare per aver sedato un tumulto di gendarmi turchi a
La Canea. Addetto militare in Russia dal 1901 al 1909, nel 1907
promosso colonnello e nominato aiutante di campo del re10, se-
gue con attenzione lo svolgersi degli avvenimenti in Russia se-
gnalando puntualmente le notizie relative alle forze belligeranti.
Rileva pi volte linadeguatezza dellorganizzazione militare zari-
sta e riferisce dei primi movimenti insurrezionali che preludono a
quello che sarebbe stato linevitabile insuccesso russo.
Il Diario di Campagna di Filippo Camperio, invece, si compo-
ne di 17 volumi per un totale di oltre quattromila pagine mano-


10 P. Ruggeri Laderchi (Bergamo 1862-Sanremo 1940). Al ritorno da Pie-

troburgo nel 1909 comanda il 5 reggimento fanteria e durante la guerra ita-


lo-turca addetto agli ufficiali stranieri. Maggiore generale nel 1912, coman-
da la Brigata Basilicata e partecipa alla prima guerra mondiale come capo di
Stato Maggiore dellArmata. Nel 1916 comanda lVIII Corpo darmata e nel
1917 viene inviato in Russia quale rappresentante militare italiano alla confe-
renza interalleata del febbraio. Il carteggio in Archivio Ufficio Storico
SME, Addetti Militari, Carteggio con laddetto militare a Pietroburgo, buste 43-46.
o l
+ c
n a
LItalia e la guerra russo-giapponese 37

b / at
0la forma e disdiario quotidiano, corredato
scritte. Redatto sotto
2 0 r
f e schemi delle operazioni e dei
da numerose carte,
x a
fotografie
r
documenti0ricevuti direttamente
4
1riceve lordine u dagli ufficiali russi. Camperio,
s italiano a Shanhai-kuan, nel febbraio del
5
comandante
m o s
del forte

a
1904
b r di seguire le operazioni in Manciuria come

z z o mosservatore
t o militare dellammiraglio Grenet al comando della
o
B m me a t n
divisione oceanica italiana . Presentatosi alla Legazione italiana
11

r
a Pechino il 12 aprile 1904, entra in Manciuria con lordine

fo esti esplicito di mantenere aggiornato il diario di campagna (se io,

all
nella mia qualit di ufficiale di marina, non ho potuto disimpe-
gnare convenientemente la missione che mi fu affidata, mi van-
to per di essermi procurato questo documento e di metterlo
alla disposizione di chi pu trarne gli insegnamenti della guerra
terrestre moderna) e su di lui i giudizi sono largamente positi-
vi, tanto che lo stesso Ruggeri Laderchi in una lettera al co-
mandante del Corpo di Stato Maggiore nellaprile 1905 scrive:

non pochi ufficiali russi od appartenenti alle missioni


estere, reduci dalla Manciuria, coi quali ebbi loccasione
dintrattenermi, mi dissero che egli aveva saputo guada-
gnarsi sul teatro di guerra la simpatia e la stima di tutti i
colleghi dimostrandosi ufficiale colto, di criterio, ardito,
di buon carattere e concorrendo cos a tenere alto al-
lestero e in circostanze difficili il buon nome delluffi-
ciale italiano12.


11 Camperio giunge nellagosto del 1903 a bordo della nave Piemonte per

presiedere il forte (che era stato occupato dagli italiani durante la rivolta dei
boxer) e si trova dunque in Cina quando scoppia la guerra per la conquista
della Manciuria. lunico osservatore italiano del conflitto e compila un diario
dettagliato delle operazioni militari per incarico del Ministero della Marina.
12 Id., Al comandante del Corpo di Stato Maggiore, Tenente di vascello signor Cam-

perio, Pietroburgo 6 aprile-27 marzo 1905, prot. n. 30, AUS-SME, Addetti Mi-
litari, busta 44.
o l
c
+ ta
n
38 Antonello Folco Biagini
/ a truppe russe, sono anche
bal seguitosdelle
0 e
0 ufficialifrstranieri, cinque per lInghilterra,
Sul teatro di guerra,
2
x Franciarae la Germania, nove per gli Stati Uniti
presenti numerosi
quattro per0la
1
dAmerica,4 tre spersula Spagna, la Svizzera e la Danimarca, due
a 5 permla Romania, r o lArgentina e la Svezia, uno per lItalia, la Bul-
z o mgaria, o b
o z t n t
il Cile e la Norvegia. Lattenzione davvero grande! Ma

a
B m mesi svolge il conflitto che avrebbe portato alla (inaspettata) vitto-
non tutti sono daccordo sullintervento militare, infatti mentre

for esti rianov,delbenGiappone segnando la parabola discendente dei Roma-

a l l un testo
presto cancellati dalla storia, Tolstoj scrive Ricredetevi,
dai toni fortemente critici nei confronti della guerra:

di nuovo la guerra le persone istruite non possono


non essere a conoscenza di quel che stato scritto, e si
scrive, ed stato detto e si dice di tutta la crudelt,
linutilit, linsensatezza della guerra, per tacere poi della
legge cristiana e anche a voler tacere qui della conferen-
za dellAja che suscit a suo tempo un encomio univer-
sale, e di tutti i libri, gli opuscoli, e gli articoli di giorna-
le, e i discorsi che han trattato della possibilit di risol-
vere i contrasti internazionali mediante i tribunali inter-
nazionali, tutte le persone istruite non possono non sa-
pere che questo universale armamento degli Stati lun
contro laltro dovr inevitabilmente condurli tutti a
guerre senza fine o a una totale bancarotta, o alluna e
allaltra cosa insieme.
c ol
/ n + ta
0 b sa
2 0 fre
0 x ra
1 4 ssu
5 m r o LO SCONTRO IMPERIALE:

z za o m to bRUSSIA E GIAPPONE NEL PACIFICO

o a t n :
B m me
for esti
a l l Alessandro Vagnini
Universit di Roma La Sapienza

- , 1904 1905
,
.
,

. .
, -

.

La guerra russo-giapponese, che si combatte tra il 1904 e il


1905 nella Cina settentrionale, segna linizio di una nuova fase
nei rapporti internazionali. Linaspettata vittoria giapponese
colpisce limmaginario dei contemporanei, che pure avevano
seguito con attenzione levolversi degli eventi, cogliendo giu-
o l
c
+ ta
n
Alessandro Vagnini
/
40

stamente in alcuni 0
b sa di una nuova fase storica.

2 0gli italianifreavevano cominciato a interessarsi


casi il delinearsi
x erdunque
Gi da alcuni anni
alle vicende0asiatiche a allo scoppiare della guerra russo-
4 si mostranou
5 rim
1
giapponese
o ss daparticolarmente attenti, tanto che milita-

a b r
e giornalisti seguono vicino il conflitto. A partire dagli ul-

z z o mtimi t otematiche, guardando allarea del Pacifico per una ipoteti-


anni dellOttocento, la politica italiana si era aperta infatti a
o t n
B ma meca penetrazione economica in Cina che in realt non si realizzer
nuove

for esti tenzione


mai, fatta eccezione per la piccola concessione di Tianjin . Lat- 1

a l l non solo
dedicata alla guerra in Manciuria dimostra limportanza
militare ma anche e soprattutto politica che il conflitto
ricopre per il complesso degli equilibri mondiali e per il ruolo
che una ormai decaduta Cina, sul cui territorio i due contendenti
si affrontano, riveste per i contrapposti imperialismi. LImpero
russo, con la sua immensa estensione territoriale e le numerose e
variegate popolazioni in essa racchiuse, viene considerato come
una delle principali potenze mondiali e costituisce ancora
allinizio del secolo una concreta minaccia per gli interessi bri-
tannici in Asia centrale e Medio Oriente. LImpero costituito
da una vasta massa territoriale estesa tra lEuropa e lAsia, con-
seguenza di una progressiva dilatazione dei suoi confini, che lo
accomuna alle altre grandi potenze dellepoca, impegnate
anchesse in una intensa fase di espansione coloniale.
Ovviamente la grande differenza tra la Russia e la Gran Bre-
tagna o la Francia risiede nella caratteristica prettamente terre-
stre dei domini russi. LImpero comprende anche diversi terri-
tori formalmente parte della Cina, tra cui importanti concessio-


1 Cfr. L. De Courten-G. Sargeri, Le Regie truppe in Estremo Oriente, 1900-

1901, AUSSME, Roma 2005; A. Vagnini-S.G. Cho (a cura di), La memoria


della Cina: fonti archivistiche italiane sulla storia della Cina, Nuova Cultura, Roma
2008.
o l
c
+ ta
n
Lo scontro imperiale: Russia e Giappone nel Pacifico
/
41

0 b saSan Pietroburgo e Tokyo in


2 0 fre
ni nel nord del paese, che pongono
xha un corso
aperta contrapposizione.
0 r aparticolarmente interessante e si collo-
1 4 di squella
La guerra
ca a margine
u
s che fino ad allora era stata la normale pro-
a 5 m r o
b
cedura seguita dalle potenze nei loro rapporti internazionali. Il

z z o mGiappone,t o dopo aver consegnato un ultimatum e senza una pre-


o a t n
B m meattaccato le forze russe in Estremo Oriente. Si tratta evidente-
ventiva dichiarazione di guerra, l8 febbraio 1904 aveva infatti

for esti mente di un atto che va al di l di una ormai consolidata tradi-

a l l zione e che sembra affermare con forza che nella modernit del
nuovo secolo non esistono pi spazi per inutili formalit, soprat-
tutto se esiste una notevole differenza di forze tra i nemici in
campo2. La politica e la guerra si riappropriano cos di un prag-
matismo che lOttocento sembrava aver dimenticato e non a ca-
so lesperienza di quel conflitto viene immediatamente ripresa
nei suoi aspetti legali allinterno di pubblicazioni specialistiche3.
Il conflitto si sviluppa intorno a Port Arthur, nella penisola
di Liaodong e nella Manciuria meridionale. Proprio la neutra-
lizzazione della flotta russa di stanza a Port Arthur rappresenta
lobiettivo prioritario dei giapponesi, che dopo un primo attac-
co a sorpresa impongono il blocco alla base navale. La strate-
gia russa prevede invece delle operazioni intese a ostacolare
lavanzata giapponese, in modo da guadagnare il tempo neces-
sario a concentrare i rinforzi che nel frattempo sarebbero arri-
vati via terra attraverso la Transiberiana. La battaglia del fiume


2 Ad onor del vero un precedente potremmo trovarlo nellattacco bri-

tannico alla flotta danese in epoca napoleonica.


3 F.E. Smith-N.W. Sibley (ed. by), International Law: As interpreted during the

Russo-Japanese War, Fisher Unwin, London 1905; S. Takahashi, International


law applied to the Russo-Japanese War: with the decisions of the Japanese Prize Courts,
Stevens, London 1908.
o l
c
+ ta
n
Alessandro Vagnini
/
42

b smettono
Yalu e le successive0schermaglie
a i giapponesi in con-

r e
0 in profondit
f
x 2
dizione di avanzare
a allinterno del territorio,

4
mentre altri0 u r
contingenti effettuano sbarchi in vari punti della
costa 1
s
e iniziano ad s avvicinarsi a Port Arthur. Nonostante le
a 5 m r o
b
gravi perdite del nemico, i russi non riescono a prendere lini-

z z o mziativa, t o mantenendo un atteggiamento estremamente passivo


o a t n
B m me Lassedio di Port Arthur ha inizio in luglio ed seguito da
che ne pregiudica la capacit di resistenza.

for esti numerosi scontri, mentre la flotta russa sostanzialmente bloc-

a l l cata. Falliti i tentativi di soccorso via terra, le possibilit di resi-


stenza dei russi sono ormai compromesse. La successiva batta-
glia di Mukden segna il momento culminante dei combattimen-
ti. Lo scontro particolarmente intenso anche sul mare, dove i
giapponesi ottengono per il sopravvento sui russi. Quando
lammiraglio Makarov assume il comando delle forze nel Pacifi-
co, ha inizio una nuova fase nelle operazioni navali con un in-
tenso utilizzo delle mine che hanno un peso determinante
nelleconomia del conflitto, anticipando gli scenari della succes-
siva guerra mondiale4. Larrivo della flotta del Baltico e la sua
successiva sconfitta a Tsushima segnano quindi la fine di ogni
speranza di vittoria per le forze russe.
Nonostante ci, molti alti ufficiali zaristi restano ancora favo-
revoli al proseguimento delle ostilit, intendendo sfruttare la loro


4 G. Ducci, Lazione della marina giapponese nella guerra russo-giapponese, Isti-

tuto per lAfrica e lOriente, Roma 1938; J. Corbett, Maritime Operations In The
Russo-Japanese War 1904-1905, Naval Institute Press, Greenwich 1994; R.M.
Connaughton, Rising Sun and Tumbling Bear, Orion Publishing, London 2003;
R. Kowner, Historical Dictionary of the Russo-Japanese War, Scarecrow, Lanham
2006. Si pensi ad esempio anche allesperienza dei britannici nella campagna
di Gallipoli e nel Mare del Nord durante la Grande Guerra. Cfr. D. Van der
Vat, The Dardanelles Disaster. Winston Churchills Greatest Failure, Duckworth
Overlook, London 2009.
o l
c
+ ta
n
Lo scontro imperiale: Russia e Giappone nel Pacifico
/
43

b sa in una guerra di attrito. Il


superiorit numerica0sui giapponesi
2 0daltro cantof re si trova in una difficile situazio-
x rischiando
governo nipponico
0 r a una vera e propria bancarotta a causa
4 sostenuti
ne economica,
1 u
s fino a quel punto. La possibilit di prose-
5
degli sforzi
m o s
a
guire il
b r
conflitto in modo favorevole alla Russia per piuttosto

z z o mlontana t o dalla realt. La superiorit numerica di cui i russi ancora


o a t n
godono non infatti un elemento sufficiente a garantire il suc-
B m mecesso in una situazione come quella della Manciuria. Tutti i prin-
for esti cipali difetti dellorganizzazione militare zarista non sono ancora

a l l stati risolti n del resto lesercito sembra in grado di migliorare le


prestazioni sul campo, generalmente inadeguate. Il morale del-
lesercito ormai molto basso, mentre quello dei giapponesi
alle stelle. Tutto pare indicare che lintero sistema statale russo sia
sullorlo del collasso, da l a poco gli eventi rivoluzionari del 1905
scuotono la Russia segnando la fine di ogni speranza di riscossa
sul fronte asiatico. La proposta di mediazione presentata dal pre-
sidente statunitense Theodore Roosevelt, pur lasciando entrambi
i contendenti insoddisfatti, giunge al momento opportuno e
permette di aprire le trattative che condurranno alla firma del
Trattato di Portsmouth del 5 settembre 19055. Il governo di San
Pietroburgo pu ora concentrarsi sui gravi problemi interni
che comunque non troveranno se non una parziale e provviso-
ria soluzione della convocazione della prima Duma prendendo
atto della sconfitta subita in Estremo Oriente.
Il Giappone, da parte sua, ottiene la tanto desiderata vittoria
che comporta lacquisizione della base navale di Port Arthur,
con la penisola del Liaodong e lannessione della met meridio-


5 Il presidente statunitense avrebbe in seguito ottenuto un Nobel per la

sua mediazione nel conflitto. Cfr. T. Dennett, Roosevelt and the Russo-Japanese
War: A critical study of American policy in Eastern Asia in 1902-1905, Garden
City, New York 1925.
o l
c
+ ta
n
Alessandro Vagnini
/
44

b Vengono sa inoltre riconosciuti gli


0
0del Giappone
nale dellisola di Sakhalin.
f e
r sulla Corea, che cinque anni
2
x alla rvera
esclusivi interessi
a e propria annessione. Questi impor-
0 u
4 nonsscorrispondono comunque alle aspettative di
dopo porteranno

5 buona 1
tanti risultati
o dirigenza nipponica che ritiene di aver guada-
a m parterdella
b
z z o mgnato t o
sul campo il diritto a ben pi ampi compensi territoriali.
o a t La
nquestione non secondaria, specialmente se si considerano
B m mealcune recenti interpretazioni della storiografia giapponese, che
for esti attribuisce molta importanza alla frustrazione per la pace im-

a l l posta con la mediazione americana sui successivi sviluppi del


nazionalismo giapponese. Tuttavia il trionfo militare della po-
tenza asiatica innegabile, cos come impossibile nascondere
la profonda debolezza economica e militare della Russia zarista,
il cui governo costretto a indebitarsi ulteriormente con le
banche straniere soprattutto francesi legandosi cos a dop-
pio filo a una strategia europea e antitedesca che avrebbe dato i
suoi amari frutti nel 1914. Ma limportanza della guerra tra Rus-
sia e Giappone va ben oltre il destino dei due paesi coinvolti,
poich quel conflitto si trasforma in un palcoscenico sul quale
vengono messi alla prova i pi recenti strumenti bellici, le tatti-
che e le strategie pi moderne. Un banco di prova, insomma, di
quello che sarebbe stato un prossimo grande scontro, tra po-
tenze industrializzate, percepito e diffuso dagli osservatori stra-
nieri che a vario titolo in Asia seguono il conflitto avvertendo-
ne la complessit. Accanto a essi come mostra in queste pa-
gine Biagini gli addetti militari inviati dallItalia su entrambi i
fronti delle operazioni svolgono un ruolo di primo piano. Si
tratta di esperti che hanno il compito di raccontare la guerra
traendone informazioni di carattere tecnico, preziose per le
scelte politiche e militari dellItalia e il cui lavoro, spesso com-
plesso, si riempie di un contenuto pi propriamente politico-
diplomatico che essi offrono allattenzione del governo.
o l
c
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n
Lo scontro imperiale: Russia e Giappone nel Pacifico
/
45

0 bprodottasadagli addetti militari stata a


0 storiografia
La mole di materiale
lungo ignorata 2 f re italiana e solamente a partire
0 xmet degliraanni Settanta ha avuto inizio una vera
dalla

su di questa specifica fonte che ha inaugura-


4riscoperta
dalla seconda
1
e propria
5 tomun nuovo s
ocorso degli studi, di cui Antonello Biagini stato
a b r
z z o miniziatore,
t o anche grazie alla disponibilit dellUfficio Storico del-
o
B m me a t lo
n
Stato Maggiore dellEsercito presso il cui archivio sono de-

r
positati i documenti relativi. Le relazioni degli addetti militari

fo esti sono dunque fondamentali nellanalisi della politica italiana a

all
partire dagli ultimi anni dellOttocento e diventano particolar-
mente significative nellapprofondimento di alcuni momenti
centrali della storia contemporanea, come nel caso della guerra
russo-giapponese, in cui sono presenti il tenente di vascello Fi-
lippo Camperio e il maggiore Enrico Caviglia che seguono ri-
spettivamente lesercito russo e quello giapponese.
Quando linizio delle ostilit coglie tutto sommato di sorpresa
le cancellerie europee, gli osservatori militari e civili delle maggio-
ri potenze affluiscono rapidamente in Estremo Oriente per se-
guire gli sviluppi del conflitto. Offrono resoconti di prima mano
dei combattimenti e delle pi generali condizioni dei contenden-
ti, senza trascurare approfondimenti e dettagli che illustrano lo
svolgimento dellazione e lo sviluppo della tattica militare, che si
avvale ormai dei pi recenti progressi per esempio nella tecnica
di trincea, gi adottata nella guerra civile americana che vengo-
no ampliati e perfezionati. Mitragliatrici e artiglieria a tiro rapido
divengono quindi ben presto strumenti di importanza vitale,
condizionando levoluzione tattica dei combattimenti, bench le
dure lezioni della guerra moderna sembrino non essere recepite
a pieno dai vertici militari europei, come sar tragicamente di-
mostrato dal successivo conflitto mondiale.
Un aspetto di sicuro interesse riguarda la memoria del con-
flitto e il modo in cui questo stato recepito nella storiografia
o l
c
+ ta
n
Alessandro Vagnini
/
46

successiva. Nel caso0della guerra


a
b srusso-giapponese,

0 f r e la memoria-
x 2 italiana,
listica, anche quella
a infatti particolarmente nutrita. In

4 0
una fase caratterizzata
u r da una notevole evoluzione tecnica, il
conflitto
s s Oriente viene immediatamente percepito
1significativo.
in Estremo

a 5 m r o
b
come I luoghi delle principali battaglie divengono

z z o mben o una nuova tipologia di guerra, in cui la moderna tecno-


presto archetipi della guerra di movimento, esempi per-
t
o t n
B ma melogia per la prima volta viene utilizzata a pieno dai contendenti.
fetti per

for esti Nellintroduzione alla presente edizione del volume sono state

all
messe in evidenza le corrispondenze giornalistiche di Barzini, le
memorie di Camperio, i saggi di Giannitrapani, Dal Verme,
Carpi e altri, cos come le memorie dei generali Kuropatkin e
Martinov, nonch lanalisi del colonnello Ruggeri Laderchi.
Questultimo, come addetto militare italiano a Pietroburgo, ha
lasciato un prezioso carteggio attraverso il quale descrive la si-
tuazione interna russa, analizzando lazione della leadership poli-
tica e militare zarista in occasione del conflitto in Asia e ponen-
do in luce linadeguatezza delle forze armate zariste e la fragilit
del sistema economico-sociale russo.
Linteresse degli osservatori coevi non pu non coinvolgere
anche la storiografia specializzata. Il saggio del 1904, The Russo-
Japanese Conflict, di Kinichi Asakawa forse il primo contributo
dedicato al conflitto tra Russia e Giappone apre la lunga serie
di pubblicazioni sullargomento, edite per lo pi negli Stati Uni-
ti e in Giappone, dove peraltro linteresse per gli eventi del
1904-1905 non mai venuto meno. Va ricordato come non
manchino critiche mosse in Russia al conflitto da parte di per-
sonaggi eccellenti quali Tolstoj, i cui scritti contro la guerra rus-
so-giapponese vengono tradotti e pubblicati anche in italiano
tra il 1904 e il 19056. Memorie e analisi della guerra sono state


6 Molte sono le opere di Tolstoj sullargomento. Cfr. Contro la guerra russo
o l
c
+ ta
n
Lo scontro imperiale: Russia e Giappone nel Pacifico
/
47

0 b sinaGran Bretagna (Cowen, Ha-


pubblicate negli anni
2 0 Germania f re (von Donat) e Stati Uniti. Per
successivi
x invecerlItalia,
milton, McCullagh),
0 a il Diario di Campagna di Camperio
1
e il suo successivo
u
4 ssAl campo russo in Manciuria, sono sicuramente
quanto riguarda

a r o contributi relativi al conflitto. Altre pubbli-


5 trami pi interessanti
z o mcazioni o b
z
hanno avuto comunque nellimmediato dopoguerra una
o a t n t
discreta diffusione, trattando genericamente il tema del conflit-
B m me
r
to (Carpi, Dal Verme) o dedicandosi ad aspetti tecnici, quali i

fo esti servizi sanitari e lutilizzo dellartiglieria (Bobbio, Ferrario). A

all
partire dagli anni Sessanta numerosi storici iniziano a occuparsi
della politica militare della Russia, concentrandosi con atten-
zione critica sugli aspetti moderni della guerra, sia nelle opera-
zioni terrestri sia in quelle navali.
La recente storiografia russa ha in un certo senso riscoperto
le vicende del conflitto con il Giappone. A tal proposito mi pare
degna di nota lopera di Ilya Derevyanko, Macchie bianche della
Guerra Russo-Giapponese (2005), che si concentra sulle attivit degli
organi centrali della Russia zarista, quali il Ministero della Guerra
e lo Stato Maggiore, cos come sul ruolo dei servizi segreti nel
teatro delle operazioni. Il lavoro contiene anche documenti ine-
diti relativi alle attivit dei servizi segreti.
Il 2004, data del centenario della guerra russo-giapponese, ha
offerto loccasione per riprendere le vicende di quellormai lon-
tano conflitto e proporlo al grande pubblico. Il tema stato
quindi al centro di diverse pubblicazioni. Il lavoro di Shatsillo
Vyaceslav, La Guerra Russo-Giapponese 1904-1905, basato su do-
cumenti darchivio, offre lopportunit di approfondire gli eventi
da un punto di vista politico-economico. Zolotarev Vladimir si


giapponese: ricredetevi, Roma 1904; La guerra russo-giapponese, Napoli 1905; Lorro-
re, o La guerra russo-giapponese, Napoli 1905; Agli uomini politici. La guerra russo-
giapponese, Milano 1911.
o l
c
+ ta
n
Alessandro Vagnini
/
48

concentrato invece 0
b sdella a Marina imperiale, cui in

e
0un volumefr edito sempre nel 2004, intitolato
sulle vicende
2
xLa tragediaradellEstremo Oriente. La Guerra Russo-
parte dedicato
0
4 Il lavoro suillustra in modo efficace anche le cause pro-
non a caso
1
Giapponese.
5 fonde s
o russa attraverso unanalisi approfondita dei
a m della rsconfitta
b
z z o mdiversi t oaspetti militari, politici ed economici del conflitto. Ne
o a t n
B m meblicato a Mosca nel 2004, A.V. Shishov, noto storico e scrittore
Le pagine sconosciute della Guerra Russo-Giapponese 1904-1905, pub-

for esti russo, offre una diversa interpretazione del conflitto che tende

a l l a superare la classica visione di una vergognosa e inevitabile


capitolazione della Russia sulla quale converge anche Yurij
Shushkevich in un volume pubblicato nel 2005 in cui mostra in
maniera convincente la differenza delle forze in campo, senza
nascondere la superiorit marittima dei giapponesi nel Pacifico.
Questultimo dedica inoltre molta attenzione al ruolo della di-
plomazia e ai servizi segreti, cos come ai tentativi giapponesi di
sostenere movimenti rivoluzionari o separatisti.
Anche in Giappone e negli Stati Uniti molti studiosi si sono
confrontati in un dibattito sul conflitto e, pi in generale, sulle
dinamiche dellespansione nipponica in Manciuria e Corea.
Dopo il pregevole lavoro di Okamoto Shumpei sulloligarchia
nipponica e la guerra russo-giapponese, pubblicato nel 1970, la
storiografia americana e giapponese non hanno smesso di dedi-
carsi alle ricerche sul tema. In The Making of Japanese Manchuria
1904-1932, Yoshihisa Tak Matsusaka si concentra sulla com-
plessit degli interessi giapponesi in Manciuria, a partire proprio
dalla guerra con la Russia e dallacquisizione dei diritti sulla fer-
rovia della Manciuria meridionale. Il tema di sicuro interesse
ed allorigine di diverse pubblicazioni tra cui sembra opportu-
no citare Manchurian Railways and the opening of China, a cura di
B.A. Elleman e S. Kotkin, pubblicato nel 2010 che ha anche il
o l
c
+ ta
n
Lo scontro imperiale: Russia e Giappone nel Pacifico
/
49

pregio di contenere 0 unottima e sa di riferimento sullim-


b bibliografia
2 0 giapponese f r in Cina. Gli aspetti economici
xdel resto,rerano
perialismo economico
0 a stati presi in considerazione gi in
del conflitto,
1
un primo
u
4lavorosdels 1923, pubblicato ad Oxford dal prof. Oga-
a 5 wa.mAncheblaromemoria della guerra e la sua percezione da parte
z z o mdella t o come nel caso di Japanese Society at War: Death, Me-
societ giapponese ha trovato una discreta attenzione in
o t n
B ma memory and the Russo-Japanese War di Naoko Shimazu (2009).
studi recenti,

for esti comeLattenzione di tanti valenti autori mostra con ogni evidenza

a l l le conseguenze del conflitto siano state particolarmente


rilevati. La vittoria giapponese rappresenta innanzi tutto il trionfo
di un paese asiatico su una grande potenza europea e segna
linizio di un vero e proprio movimento anticoloniale che vede
nel Sol Levante il modello da seguire. Per tale motivo, il numero
degli studenti stranieri presenti nelle scuole e universit giappo-
nesi subisce un significativo incremento cos come del resto cre-
sce linfluenza del Giappone sugli embrioni di quelli che poi sa-
ranno i movimenti nazionali asiatici. Anche gli europei del resto
non possono ormai fare a meno di considerare a pieno titolo il
Giappone un membro del club delle grandi potenze7. Al tempo
stesso, la considerazione delle Russia zarista subisce un duro col-
po. San Pietroburgo ha perso il proprio potenziale navale nel Pa-
cifico e messo a rischio la sopravvivenza della sua flotta del Bal-
tico, letteralmente decimata dopo Tsushima. La sua debolezza
finanziaria e la crisi sociale ne minano inoltre gravemente le fon-
damenta istituzionali bench la Russia, in virt delle sue immense


7 Si tratta di un passaggio decisivo per la storia giapponese. Cfr. W.G.

Beasley, Storia del Giappone Moderno, Einaudi, Torino 1975; P. Corradini, Il


Giappone e la sua storia, Bulzoni, Roma, 2000; J.M. Bouossou, Storia del Giappo-
ne contemporaneo, il Mulino, Bologna 2003; R. Caroli-F. Gatti, Storia del Giappo-
ne, Laterza, Roma 2004.
o l
c
+ ta
n
Alessandro Vagnini
/
50

sa una grande potenza. Il


b considerata

0 ancora e
r di dissuasione sono per or-
0e la sua capacit
risorse materiali, venga
f
2
x rcompromesse
suo peso politico
a
4 0
mai irrimediabilmente
u e questo spiega bene lec-
cessiva1fiducia deisvertici tedeschi e austro-ungarici in occasione
5 m o scrisi dellestate del 1914. La sottovalutazione del-
r
za o mleminante b militari russe avrebbe avuto infatti un peso deter-
della successiva

o z t o
t nella decisione di scendere in guerra contro lIntesa.
potenzialit
n
a
B m me Le conseguenze del conflitto in Asia sono di lungo periodo
for esti edelasciano il Giappone, soprattutto dopo lo scoppio della Gran-

a l l Guerra, in una posizione di assoluto predomino sulla Cina


settentrionale, gettando cos le basi per i futuri violenti conflitti
degli anni Trenta.
La decisione di ripubblicare oggi un volume sulla guerra rus-
so-giapponese senza dubbio meritevole di attenzione. Gli even-
ti di quel conflitto hanno infatti avuto un impatto decisivo sui
successivi sviluppi della politica internazionale e riproporne
quindi una lettura dallinterno, attraverso le carte degli addetti
militari, rende possibile ricostruire a oltre un secolo di distanza
un quadro complesso che pu valorizzare al meglio anche la to-
talit delle ricerche pubblicate negli ultimi anni, senza perdere di
vista un senso del quotidiano, il ritmo per cos dire, del conflitto.
c ol
/ n + ta
0 b sa
2 0 fre
0 x ra
1 4 ssu
5 m r
SERBIA o, RUSSIA E CRISI BOSNIACA DEL 1908

z za o m t o b, 1908
o
B m me a t n
r
fo est i
Alberto Becherelli
Universit di Roma La Sapienza

a l l

- 1908


. ,
,
-
, .

Nel primo Novecento la Serbia dimostra la volont di costi-


tuire unazione comune anti-turca e anti-austriaca superando le
contrapposizioni regionali tra gli Stati balcanici, sorti dal pro-
gressivo disfacimento dellImpero ottomano e divisi da aspira-
zioni spesso inconciliabili tra loro. La conflittualit che caratte-
rizza i vari popoli balcanici, infatti, non permette la formazione
di una solida alleanza e paradossalmente contribuisce a mante-
nere in vita lanacronistica istituzione imperiale ottomana. Ur-
gente risulta ad esempio la soluzione della questione macedone,
o l
+ tac
n
Alberto Becherelli
/
52

0 b anchesleamire di Bulgaria e Grecia,


0 fraesottrarre ai turchi un territorio di


sulla quale confluiscono
come la Serbia 2
0 x strategicoa per la sua centralit geografica ri-
intenzionate
r
4 spenisola.
grande interesse
spetto1allintera
u
s In Macedonia confluiscono le rispet-
a 5 m r o
b
tive direttrici di espansione nazionale: i greci da sud e verso

z z o moriente t o nella regione egea, i bulgari da oriente e verso sud, i


o a t n
B m mepone la questione dei limiti tra i diversi Stati nazionali e non
serbi da nord e da occidente lungo la valle del fiume Vardar. Si

for esti esistendo confini ben delineati tra le diverse nazionalit diventa

a l l impossibile attribuire ripartizioni territoriali. Le diverse entit


statali, di conseguenza, si propongono per obiettivo la conqui-
sta dellintera regione macedone, che non manca comunque di
una sua fisionomia unitaria, almeno dal punto di vista territoria-
le e geografico1.
Per la Serbia lespansione verso Salonicco, lungo la valle del
Vardar, rappresenta la sola alternativa allaccesso alla costa
adriatica preclusa dallAustria. Il regno serbo dopo la sanguino-
sa deposizione di Aleksandar Obrenovi (11 giugno 1903) in
piena crisi ministeriale e gli incontri tenuti dai diversi partiti po-
litici non hanno portato soluzioni rilevanti. La situazione politi-
ca vede ai vecchi partiti che gi si contendevano accanitamente


1 Per il contesto storico dellarea balcanica nel periodo in questione si ri-

manda a A. Tamborra, LEuropa centro-orientale nei secoli XIX-XX (1800-1920),


Vallardi, Milano 1971; A. Biagini, Momenti di storia balcanica (1878-1914). Aspetti
militari, Ufficio Storico Stato Maggiore dellEsercito, Roma 1981; id., LItalia e
le guerre balcaniche, Ufficio Storico Stato Maggiore dellEsercito, Roma 1990
(ripubblicato nel 2012 da Nuova Cultura, Roma). Le fonti utilizzate per il pre-
sente saggio sono quelle dellUfficio Storico dello Stato Maggiore dellEsercito
(AUSSME), nello specifico i documenti del fondo Addetti Militari (G-29), con-
tenenti le relazioni degli Attachs nelle principali capitali europee e citt del-
larea balcanica. L dove non sono menzionati documenti si rimanda in linea
di massima ai suddetti testi.
c ol
Serbia, Russia e+
/ n t a
crisi bosniaca del 1908 53

0 e sa
b aggiungersene
0
il potere sotto gli Obrenovi,
2 (Narodna f r di nuovi, anche se

0 u x
sar il partito radicale
r a radikalna stranka, NRS) a man-

4
tenere la leadership
Prima1guerra mondiale.
s
indiscussa della scena politica serba fino alla
s Due fazioni si oppongono, luna rap-
a 5 m r o
b
presentata dai sostenitori del Karaorevi, laltra da coloro ri-

z z o mmasti t o
fedeli agli Obrenovi. I due schieramenti dividono anche
o a t n
B m megnarsi al nuovo regime, rappresentando un continuo pericolo
gli ufficiali dellesercito, tra i quali in molti non sanno rasse-

for esti per re Petar (sembra abbiano gi concepito il piano di richiama-

a l l re in Serbia lex regina Natalia e di proclamarla reggente).


Fondamentalmente si tratta di anni turbolenti e caotici. Nel
1905 lAustria-Ungheria quasi monopolizza esportazioni ed
importazioni serbe, la Serbia apre quindi trattative doganali con
la Bulgaria: Vienna, che intende mantenere divisi gli Stati balca-
nici, si oppone ai negoziati ed impone a Belgrado di rivolgere le
sue richieste di munizioni esclusivamente alla Duplice Monar-
chia. Al rifiuto serbo segue da parte austriaca il dazio proibitivo
su tutte le esportazioni serbe di bestiame: la guerra dei suini mi-
naccia di rovinare la Serbia, poich questi rappresentano la sua
principale esportazione. Il regno serbo reagisce tuttavia accor-
dandosi con la Turchia per spedire le proprie esportazioni via
Salonicco, ottenendo cos una serie di vantaggi politici ed eco-
nomici, che convincono ulteriormente Belgrado della necessit
di uno sbocco al mare e ne aumentano lostilit verso lAustria2.
Nellestate del 1908 la ribellione delle truppe di stanza in
Macedonia e in Tracia d il via al movimento costituzionale dei
Giovani Turchi, che nellaprile successivo porter alla deposi-
zione del sultano Abdul Hamid. La loro politica di ottomanizza-


2 Cfr. S. Clissold (a cura di), Storia della Jugoslavia. Gli slavi del sud dalle origini

a oggi, Einaudi, Torino 1969, p. 148.


o l
c
+ ta
n
Alberto Becherelli
/
54

b ssentimento
zione volta a creare0un comune

a
0 f r e nazionale ottomano,

con i suoi 0 x2 di apertura


anche se in sostanza
a liberale rappresenta infatti lestre-
il loro tentativo si riveler un fallimento:
r
1 4 di salvare
aspetti
u
s listituzione imperiale travolta dalle lotte
5
mo sforzo
m o s
a intestine
b r
delle varie nazionalit e da una crisi oramai irreversi-

z z o mbile. t odi laicizzare lo Stato il sultano incarna ancora sia il po-


Si tenta senza successo di imporre un sistema costituzio-
o t n
B ma metere politico, sia quello religioso ma i propositi riformatori, al
nale e

for esti tempo stesso fortemente centralizzatori, saranno quantomeno

a l l contraddittori.
Il nuovo regime provoca inoltre come conseguenze lannes-
sione della Bosnia-Erzegovina da parte dellAustria-Ungheria e
la dichiarazione dindipendenza bulgara. Lavvenimento offre
infatti allAustria il pretesto per attuare le proprie ambizioni a
danno della Serbia: il pericolo principale per Vienna leven-
tualit di ununione della Bosnia-Erzegovina al regno serbo,
che rappresenterebbe un serio polo di attrazione per i senti-
menti panslavisti diffusi tra gli slavi del sud dellImpero, grande
minaccia per una sua eventuale disgregazione. necessario,
dunque, isolare la Serbia, aiutare la Bulgaria nella propria
emancipazione ed annettere allAustria le province bosniache,
sottraendole cos alle ambizioni serbe. Il 5 ottobre 1908 Ferdi-
nando di Bulgaria proclama la fine della sovranit turca e sin-
corona zar, due giorni dopo la Bosnia-Erzegovina, fino a quel
momento amministrata dallAustria in virt del mandato otte-
nuto al Congresso di Berlino, annessa definitivamente allIm-
pero austro-ungarico.
La crisi dellannessione e le vane proteste della Serbia pos-
sono essere considerate tra i principali prodromi delle guerre
balcaniche e del pi vasto conflitto mondiale. Il regime dei
Giovani Turchi, proprio nel suo nascere, subisce un terribile
c ol
Serbia, Russia e+
/ n t a
crisi bosniaca del 1908 55

0 e sa favorevoli per il ritor-


b e condizioni
colpo che crea malcontento
2 f r reazionarie . Vivaci le reazioni
0forze politiche
0 x considera
no al potere delle
r a la Bosnia-Erzegovina un territorio di
3

1 4appartenenza
della Serbia, che
u
s per diritto di nazionalit. Esiste il serio
5
propria
m o s
a pericolo
b r
che Belgrado possa ricorre alle armi, in alleanza con il

z z o mMontenegro:
t o convinzione diffusa che alleventuale arrivo
o a t n
B m mein Bosnia-Erzegovina, gi preparata dai gruppi di volontari che
dellesercito serbo sulla Drina, seguirebbe una rivolta generale

for esti effettuano


si raccolgono presso il fiume . Le autorit austro-ungariche vi
4

a l l no
diversi arresti, come ad esempio quello di un capita-
dellesercito serbo presso il quale viene rinvenuto un gran
numero di manifestini per sobillare la popolazione serba e mu-
sulmana. I giornali di Belgrado danno notizia che anche tre uf-
ficiali dellesercito austro-ungarico di nazionalit serba hanno
disertato per combattere con lesercito di re Petar. Le masse
popolari nella capitale chiedono categoricamente al governo la
dichiarazione di guerra allAustria-Ungheria, malgrado il voto
contrario della Skuptina: anche il principe ore Karaorevi,
nei discorsi ai dimostranti, si mostra apertamente animato da
spirito bellico, mentre il governo austro-ungarico, invece, non


3 AUSSME, G-29, Carteggio Addetti Militari, b. 96, fasc. 2, Rapporti tra-

smessi nel 1908 (da settembre a dicembre), Promemoria n. 2, Situazione politica e


militare balcanica, il Colonnello Capo Ufficio Zupelli, Roma 24 novembre
1908.
4 In Serbia, infatti, a due settimane dallannessione, viene creata (21 otto-

bre 1908) la Narodna Odbrana, comitato di difesa nazionale con il fine di rac-
cogliere volontari in vista della guerra. In breve tempo vengono organizzati
in tutto il Paese duecentoventi comitati locali, mentre altri se ne formano
allestero e nei territori slavi del sud asburgici, come in quelli sottoposti ai
turchi. Dopo il riconoscimento dellannessione bosniaca (31 marzo 1909) la
Narodna Odbrana limiter la propria attivit al campo culturale e di propagan-
da nazionale, nonostante, dal 1911, avr un vigoroso impulso nella copertura
dellorganizzazione rivoluzionaria segreta degli ufficiali serbi Unione o morte.
o l
c
+ ta
n
Alberto Becherelli
/
56

b sa provincia slava e teme


pu far conto sulla0fedelt dienessuna

2 f r fra le corti di Cetinje e Bel-


0 riconciliazione
x dellarcapitale
inoltre linaspettata
0 a serba riportano infatti un tele-
4del principe
grado. I giornali
1 u
s di Montenegro a re Petar nel quale il pri-
5
gramma
m o s
a mo
b
afferma rdi esser pronto ad entrare nellErzegovina con le

z z o msue t oAnche in Montenegro infatti vi un gran fermento con-


truppe, qualora quelle serbe decidano di marciare verso la
o t n
B ma metro lAustria e di conseguenza il 12 ottobre dalla Bucovina
Drina.

for esti Vienna spedisce in Dalmazia dove ci si prepara anche per un

a l l eventuale intervento della flottiglia imperiale una gran quanti-


t di gendarmeria per sbarrare il confine montenegrino . 5

Vi il sospetto, tuttavia, che le dimostrazioni popolari a


Belgrado in favore della guerra allAustria, siano in realt insce-
nate proprio per spingere re Petar ad un passo sconsiderato,
cos da potersi sbarazzare della dinastia dei Karaorevi. Le
agitazioni sarebbero dunque animate dalle fazioni politiche a
questultimi avverse, con il sostegno degli ambienti militari. Tali
eventi sono probabilmente connessi anche alla voce che si
sparge l11 ottobre in merito allabdicazione del re in favore del
principe ereditario6.
Quantunque il governo di Belgrado abbia ufficialmente esclu-
so una mobilitazione militare, lesercito serbo prosegue infatica-
bile ad organizzarsi per uneventuale campagna bellica: mantiene
sotto le armi parte della riserva (dodicimila uomini) di I bando
con in corso un programma di istruzione intensiva, procede atti-
vamente a completare larmamento della fanteria e acquista qua-
drupedi per lartiglieria e materiale sanitario. La forza complessi-
va sotto le armi di quaranta-cinquantamila uomini e gli effettivi


5 AUSSME, G-29, b. 96, fasc. 2, Ufficio Informazioni, Promemoria n. 598,

oggetto: Circa gli avvenimenti nella penisola balcanica, Roma 17 ottobre 1908.
6 Ibidem.
c ol
Serbia, Russia e+
/ n t a
crisi bosniaca del 1908 57

0 e sa ammontano a circa cento-


b e batterie,
0 nelle
delle compagnie, squadroni
2 f r vicinanze di Belgrado si trovano
x per circa
venti uomini. Solamente
accampate 0 r a quattordicimila uomini .
fa 4
Si 1
truppe
u
s nella capitale serba lopinione che la deci-
7

5 m o s
anche strada

a sione
b
della r Skuptina contro la dichiarazione di guerra al-

z z o mlAustria-Ungheria
t o sia in realt una mossa per guadagnare tem-
o a t po
n
B m mesarebbe confermata dal fatto che nel giorno stesso in cui las-
e poter prendere le disposizioni necessarie. La sensazione

for esti semblea nazionale ha apparentemente respinto la soluzione del-

a l l la guerra, sono partiti dalla capitale numerose bande armate, di


circa sessanta uomini ciascuna, verso la Drina ed il Sangiaccato
di Novi Pazar; bande composte in molti casi da volontari esper-
ti che avevano gi preso parte alle lotte in Macedonia8.
Lesercito serbo vive tuttavia una crisi dovuta alla trasfor-
mazione dellarmamento: lAustria infatti ha arrestato la forni-
tura di canne per trasformare i fucili Koca-Mauser ed impedi-
sce il passaggio sul suo territorio delle artiglierie Schneider-
Creuzot dirette in Serbia. Belgrado ha gi accordato sedici mi-
lioni per spese militari e sembra abbia a disposizione anche altri
fondi: corre voce i serbi vogliano distruggere ponti e linee fer-
roviarie fra Zemun e Zagabria e che di conseguenza ai forestieri
che arrivano con i treni a Zagabria venga chiesto di legittimarsi,


7 Ibidem, Comando del Corpo di Stato Maggiore, Riparto Operazioni,

Promemoria n. 590 e n. 597 dellUfficio I. relativi alla situazione nella penisola balcani-
ca, in comunicazione al comando, Roma 16 ottobre 1908; id., Ufficio Infor-
mazioni, Promemoria n. 598, riservatissimo, oggetto: Circa gli avvenimenti nella
penisola balcanica, Roma 17 ottobre 1908; id., Comando del Corpo di Stato
Maggiore, Riparto Operazioni, Ufficio Coloniale, Promemoria circa la odierna
situazione Balcanica, 29 ottobre 1908; id., n. 960, Promemoria circa la odierna situa-
zione politica-militare Balcanica, il T. Colonnello Capo Ufficio Marafini, Roma,
5-6 novembre 1908.
8 Ibidem.
o l
c
+ ta
n
Alberto Becherelli
/
58

0 bviaggiatorisadi nazionalit serba. Il 2 no-


con larresto di diversi


2 f re colpo di mano austriaco sulla
0un improvviso
vembre, temendo
x Maggiore
capitale, lo0Stato r a serbo invia due reggimenti di fante-
ria con 1 u
4artiglieriasse cavalleria ad occupare la frontiera in sua
a 5 prossimit
m o le truppe stanziate in citt .
erprepara
b
9

z z o mso LAustria-Ungheria
t o da parte sua non ammette venga discus-
o a t n
B m meriservisti bosniaci ritenuti pericolosi, sorvegliando severamente
il fatto compiuto dellannessione e allontana dalla Bosnia i

for esti necome accennato il confine serbo per impedire limportazio-

a l l be
di armi e munizioni. Per contrastare incursioni di bande ser-
o montenegrine nelle localit annesse, vengono formate di-
verse pattuglie di volontari, anche tra i gendarmi bosniaci affi-
dabili. Sulla Sava vengono concentrate la 7 Divisione di Slavo-
nia e l8 Brigata di Cavalleria di Croazia, entrambe pronte ad
attraversare il fiume e riversarsi in Bosnia. Il governo serbo ten-
ta, inutilmente, di ottenere compensi territoriali inviando, in-
sieme al Montenegro, personaggi politici nelle capitali europee
per perorare la propria causa, ma Vienna si dimostra al pi di-
sposta a riconoscere la necessit di compensi alla sola Turchia,
peraltro gi soddisfatti, secondo gli austriaci, con la rinunzia alle
mire sul Sangiaccato da cui iniziato linevitabile sgombero
delle truppe austro-ungariche e Salonicco. Inghilterra e Ger-
mania sono daccordo nel sostenere che Novi Pazar debba ri-
manere ai turchi, ma la prima in particolare non dissimula il suo
malcontento per la condotta dellAustria-Ungheria, dando spe-
ranze di sostegno morale a Serbia e Montenegro nelle proprie
rivendicazioni, mentre la Germania sosterr incondizionata-
mente le posizioni austriache; la Russia ed il movimento pansla-
vista, invece, vanno assumendo un atteggiamento sempre pi


9 Ibidem.
c ol
Serbia, Russia e+
/ n t a
crisi bosniaca del 1908 59

0 bMonarchia.
e saLa Russia sembra infatti in-
0 vivamente
ostile verso la Duplice
2 f r contro lannessione e chiede-
xterritorialiraper i due Stati slavi suoi alleati, che vor-
tenzionata a protestare
0
su di territori nella Bosnia-Erzegovina del
4una cessione
re compensi
1
rebbero
5 sud, s
ovveroraonord del Sangiaccato . Il sostegno russo alle ri-
a m b serbe sembra confermato anche dallennesimo
10

z z o mvendicazioni
o
t discorso tenuto dal principe ore di Serbia il 7 no-
o a t n
B m mevembre a Belgrado, di ritorno da una missione presso lo zar .
violento

for esti Quello


11

dellatteggiamento che assumer la Russia in definitiva

a l l una preoccupazione che tiene in sospeso il concerto europeo, poi-


ch da San Pietroburgo che dipende lauspicata risoluzione
della questione bosniaca per vie diplomatiche, perch come aveva
scritto qualche giorno prima la Klnische Zeitung, le aspirazioni dei
serbi in realt, fino ad ora non trovano uneco, pi o meno amichevole, che
in Russia12.
LAustria-Ungheria, tuttavia, si dimostra al massimo dispo-
sta a soddisfare la Serbia con compensi di ordine economico-
commerciale e cio favorendo la costruzione della ferrovia dal


10 Ibidem.
11 Il discorso del principe Dorde: Ritorno dalla Russia e porto il cordiale saluto

del fratello al fratello. Posso assicurarvi che tanto lo Zar quanto il popolo russo nutrono
grande simpatia per la Serbia e che ho motivo di credere che noi troveremo appoggio presso i
fratelli russi nella lotta per la nostra esistenza, per il nostro tranquillo sviluppo, per la
nostra giusta causa. Ad ogni modo, se la voce della potente Russia e degli altri Stati amici
non verr ad aiutarci nella nostra giusta lotta, noi faremo da soli ci che il dovere cimpone,
poich in tal caso la pace sarebbe peggiore e la guerra la parte pi dolce della vita. Tenia-
moci dunque pronti, poich se i nostri diritti non potranno essere difesi dalle Potenze, spet-
ter a noi il difenderli col ferro e col piombo []. Ibidem, Promemoria n. 2, Situazione
politica e militare balcanica, il Colonnello Capo Ufficio Zupelli, Roma 24 no-
vembre 1908.
12 Ibidem, fasc. 3, Rapporti trasmessi nel 1909 (da gennaio a maggio),

Comando del Corpo di Stato Maggiore, Riparto Operazioni, Ufficio Colo-


niale, Promemoria n. 7, il T. Colonnello Capo Ufficio Marafini, Roma 10
marzo 1909.
o l
c
+ ta
n
Alberto Becherelli
/
60

sa allAdriatico sotto Anti-


bo Radujevac,

0
0 di Medua,
Danubio, sotto Kladovo
f e
r cointeressando nellimpresa
2
x austro-ungarici,
vari e San Giovanni
a e ampliando e coordinando la
0 u r
4 sbosno-erzegovese
banche e capitali
1
rete ferroviaria s raccordandola alle reti della Ser-

a 5 m r o
b
bia, per modo che questa venga a disporre di un altro sbocco

z z o moppure t oa Metkovi .
allAdriatico che, da Uice, metta capo a Ragusa (Dubrovnik)
o t n
B ma me Lobiettivo di Serbia e Montenegro, invece, ottenere una
13

for esti zona di territorio che congiungendo fra loro i due Stati, serva da

a l l barriera insuperabile alla penetrazione austriaca nella penisola


balcanica e oltre a contare sul sostegno della Russia, cercano al-
tres di avere quello della Turchia. In tal modo gli interessi turchi
e serbo-montenegrini sembrano venire a coincidere e possono
essere sostenuti di comune accordo dai tre Stati. Proprio tale
comunione dintenti rende ancor pi tese le relazioni tra le Po-
tenze dellarea ed imperi e nazioni sono pronti, ognuno per le
proprie rivendicazioni, a scendere sul piede di guerra. La Serbia si
prepara e sembra sempre pi decisa qualora lannessione della
Bosnia-Erzegovina sia riconosciuta dal concerto europeo. Il confine
austro-serbo chiuso da un cordone di truppa specialmente ver-
so il Sangiaccato e la Drina e si provvede alla fortificazione delle
alture di Semendria (Smederevo) e di Belgrado. Valori, materiale da
guerra, viveri di riserva ed altro vengono trasferiti verso linterno,
a Ni; la corte reale, invitata dalla Skuptina a trasferirsi anchessa,
sembra invece intenzionata a rimanere nella capitale14. La Serbia
reclama una striscia di territorio dalla Sava allAdriatico della lar-
ghezza media di trenta chilometri, la quale partendo dalla Sava
presso le foci della Drina scende fino alle foci del Lim nella Dri-


13 Ibidem.
14 Ibidem, fasc. 2, Promemoria n. 2, Situazione politica e militare balcanica, il

Colonnello Capo Ufficio Zupelli, Roma 24 novembre 1908.


c ol
Serbia, Russia e+
/ n t a
crisi bosniaca del 1908 61

0 e sa serbo-austriaca. In que-
b la frontiera
na medesima, costeggiando
2 r per s le citt di Bijelijna,
0la Serbia frichiede
x e rViegrad.
sto primo tratto
0 a Dalle foci del Lim nella Drina,
4 sdelle
Zvornik, Srebrenica
poi, la1continuit
u
s comunicazioni territoriali serbe dalla Sava
a 5 m r o
b
allAdriatico rappresentata dalle rivendicazioni del Montenegro,

z z o mche t o la frontiera dellErzegovina si rivolge allAdriatico sot-


reclama invece per s unaltra striscia di territorio che co-
o t n
B ma meto Ragusa, comprendendo cos in territorio montenegrino le citt
steggiando

for esti diseguito


Foa e Gacko, le fortezze di Bilek, Nevesinje e Trebinje . In 15

a l l costretto
alle rimostranze delle Potenze il regno serbo tuttavia
a far rientrare molte delle truppe dislocate nei pressi di
Belgrado e spinte sulla Sava e sul Danubio, ma prosegue in gran
segreto larruolamento di volontari istruiti dagli ufficiali delleser-
cito regolare e lorganizzazione lungo la Drina di bande provviste
di armi e munizioni, con la proibizione, per il momento, di scon-
finare in territorio bosniaco.
Si affermano le ipotesi pi disparate e proprio laffacciarsi del-
leventualit di una convenzione militare fra Turchia, Serbia e
Montenegro in funzione anti-austriaca, alla quale aderirebbero
forse anche Bulgaria e Romania, presumibilmente la pi preoc-
cupante per lAustria-Ungheria. Qualora tale blocco balcanico,
del quale si parla con insistenza nei giornali, si realizzasse, le trat-
tative dirette austro-turche per eventuali compensi dovuti allan-
nessione, avrebbero sempre minore probabilit di riuscita e la
posizione austro-ungarica diverrebbe pi difficile. Sembra ven-
gano veramente lanciate proposte da parte serba per unintesa
formale con la Turchia contro lAustria, a cui dovrebbe parteci-
pare anche il Montenegro: lobiettivo della Serbia intralciare


15 Ibidem, fasc. 3, Comando del Corpo di Stato Maggiore, Riparto Ope-

razioni, Ufficio Coloniale, Promemoria n. 7, il T. Colonnello Capo Ufficio Ma-


rafini, Roma 10 marzo 1909.
o l
+ tac
n
Alberto Becherelli
/
62

b saimperiali e mantenerne tesi


eventuali accordi tra0le due Potenze

i rapporti. La 2 0 nonfretuttavia disposta ad impegnarsi


0 xe liniziativa
Turchia
r asi rivela un nulla di fatto. Le tendenze
1
apparenti
u
4della sTurchia
formalmente
s sembrano quelle di protestare con la
a 5 m r o
b
massima energia contro lannessione della Bosnia-Erzegovina

z z o mdaqualsiasi
t o speranza di poter tornare in possesso di territori sui
parte dellAustria-Ungheria, non tanto perch vi sia una
o t n
B ma mequali da ormai trenta anni non esercita pi alcuna autorit,
for esti quanto per impedire che possibili compensi alla Serbia, al Mon-

a l l tenegro e forse ad altri, non debbano ancora essere accordati a


spese dellImpero ottomano. Anche lAustria-Ungheria, infine,
da parte sua, si prepara ad intervenire contro Serbia e Monte-
negro. Negli ambienti politici e militari austro-ungarici sembra
che lunico rimasto ad ostacolare unazione militare contro la
Serbia sia proprio limperatore. I corpi darmata che verrebbero
destinati contro il regno serbo sarebbero il II, IV, VII, XII,
XIII e XV, pi due divisioni di cavalleria. Verso il Montenegro
si rimarrebbe invece, almeno inizialmente, sulla difensiva. Sulla
frontiera serba vengono dislocati numerosi battaglioni tra Or-
sova e la Sava e sul confine con la Bosnia, tra la Sava e il San-
giaccato, e infine di l al mare sulla frontiera montenegrina. Una
nota serba alle Potenze afferma che gli austriaci hanno eseguito
trincee ed altri lavori di fortificazione lungo tutta la frontiera
della Drina e da Trieste avvengono spedizioni giornaliere di
materiale da guerra e si provvede in ogni modo ad assicurare
abbondanti approvvigionamenti16.
La situazione apparentemente migliora allinizio del 1909,
quando le trattative tra Turchia e Austria-Ungheria sembrano


16 Ibidem, fasc. 2, Comando del Corpo di Stato Maggiore, Ufficio Colo-

niale, Promemoria n. 3, Situazione politica e militare Balcanica, il T. Colonnello Ca-


po Ufficio Marafini, Roma 21 dicembre 1908.
c ol
Serbia, Russia e+
/ n t a
crisi bosniaca del 1908

b consilacompenso da corrispondere
63

0
0della seconda
infine avviarsi alla risoluzione
f re a titolo di indennit pecuniaria
2
x della rBosnia-Erzegovina
alla prima da parte
a
4 0
per lannessione
u (si prende in conside-
1anche unassoluzione attraverso accordi commerciali). La
5
razione
m o s quella di avviare un processo di pacificazione
r
za o mgenerale b porti ad un accordo simile anche Turchia e Bulga-
speranza diffusa

o z t n o
t Serbia invece continua a distribuire armi alla popolazione
che

a
B m meserba del Kosovo per opera di emissari, artiglierie per via di Sa-
ria. La

for esti lonicco, Uskub (Skopje) e Ristovac (frontiera serba) e prosegue i

a l l lavori di fortificazione intorno a Kragujevac. Altrettanto fa la


Turchia, non solo nel Kosovo ma anche con la popolazione
musulmana del circondario di Monastir (Bitola) e Uskub, che
sembra ricevere quantit di armi piuttosto notevoli17.
La nota della Russia alle Potenze, inoltre, chiarita ed illu-
strata dal discorso pronunciato il 25 dicembre alla Duma dal
ministro degli Esteri Izvolskij, ha infine dimostrato linten-
dimento del governo russo di non addivenire a proteste contro
lannessione della Bosnia-Erzegovina. La Russia finisce quindi
con il sostenere la linea politica delle altre Potenze per la ri-
conciliazione tra Austria e Serbia attraverso la diplomazia, nella
generale piena consapevolezza che difficilmente leventuale
conflitto rimarr relegato ai soli Stati in questione. Si tratta ora
di trovare un giusto compromesso che concili le richieste ecces-
sivamente territoriali della Serbia con le proposte esclusivamente eco-
nomiche dellAustria, salvando dignit ed interessi delle due par-
ti; la mediazione collettiva tuttavia viene unicamente rivolta
verso Belgrado, rifiutando Vienna, da grande Potenza quale


17 Ibidem, fasc. 3, Situazione politica, il Colonnello Capo Ufficio, Roma 20

gennaio 1909; id., Comando del Corpo di Stato Maggiore, Riparto Opera-
zioni, Ufficio Coloniale, Promemoria n. 6, il T. Colonnello Capo Ufficio Mara-
fini, Roma 17 febbraio 1909.
o l
c
+ ta
n
Alberto Becherelli
/
64

lAustria-Ungheria, 0
b di amediazione di Potenze sue
alcun tipoes

2 0 fr
pari . 18

0 xfondamentale
r a nella linea politica serba sembra a
4 esser
Una svolta
questo1punto
u
s rappresentata anche dalla soluzione della
5 m o s
a crisi
b r
ministeriale e la costituzione del nuovo gabinetto di coali-

z z o mzione t o
di Novakovi: temperando infatti il nazionalismo di Pai
o a t n
B m medel generale ipkovi, entrambi rispettivamente riconfermati
(ai Lavori Pubblici) con il conservatorismo del Milovanovi e

for esti agli Esteri e alla Guerra, il nuovo governo sembra bene auspi-

a l l care allufficio di ponte tra gli ambienti politici e militari pi mo-


derati e le presunte o reali aspirazioni nazionaliste popolari.
Lefficacia di tale opera dipende per anche dallascendente
morale e dallautorit che il nuovo ministero di coalizione sapr
assicurarsi negli affari interni, nonch dalle garanzie fornite
allestero in momenti cos critici e decisivi per lavvenire del re-
gno serbo. Diventa inoltre fondamentale latteggiamento che in
questa sorta di menage a trois serbo, russo e austriaco, assumer il
gabinetto di Vienna, qualora questo non si contenti di vincere ma
punti a stravincere, mirando ad umiliare la Serbia infliggendo un
serio scacco alla Russia ed al panslavismo risorgente sotto forme
diverse a San Pietroburgo e a Zagabria19. Giungono infatti al


18 Ibidem, Comando del Corpo di Stato Maggiore, Riparto Operazioni,

Ufficio Coloniale, Promemoria n. 7, il T. Colonnello Capo Ufficio Marafini,


Roma 10 marzo 1909.
19 In questo senso poco favorevole alla Serbia si dimostra anche il soste-

gno della dirigenza magiara, laltra entit preminente della Duplice Monar-
chia, alla politica di Vienna nei confronti del regno balcanico, riassumibile
nelle parole proclamate alla Camera dei Magnati dallex presidente del Consi-
glio Tisza: Lattitudine della Serbia costituisce una flagrante violazione degli elementari
doveri di correttezza e di decenza nei rapporti internazionali. Vi quanto basta perch la
Monarchia austro-ungarica abbia ragione di costringere la Serbia a mutare contegno, e se
ci non avverr la Monarchia non far che un atto difensivo esercitando un diritto per il
quale non le occorre alcun mandato e permesso dellEuropa. soltanto compito del gover-
c ol
Serbia, Russia e+
/ n t a
crisi bosniaca del 1908

b sa di aiuti da parte delle pi


65

0 e con lintenzione di pagare il


0panslavistefrrusse,
ministero della Guerra serbo profferte
2
il x a durante uneventuale campagna di
accreditate societ
viaggio e 0
u r
guerra1a4
mantenimento
tutti queisvolontari russi intenzionati ad arruolarsi nel-
5 m o s.
r
za o magliCon b incognite ancora irrisolte non cessa quindi la corsa
lesercito serbo 20

o z t n t o tali

a
B m meterritorio del XV corpo e del Comando militare di Zara, vanno
armamenti dellAustria-Ungheria. Ai rinforzi gi inviati nel

for esti adintensit


aggiungersi numerose batterie da montagna. Continua con

a l l veri. A
anche linvio di cannoni, mitragliatrici, munizioni e vi-
Pola vengono prese disposizioni per imbarcare in pochi
giorni venticinquemila uomini, mentre sulla frontiera Sava-
Danubio, oltre le guarnigioni normali, vengono inviati circa ot-
to battaglioni con qualche reparto di cavalleria e qualche batte-
ria. Continua infine il lavoro anche negli arsenali di Trieste.
Circa le truppe della Dalmazia, viene comunicato che gi
pronto un progetto di mobilitazione in seguito al quale le trup-
pe della Landwehr di guarnigione sul territorio del comando mi-
litare di Zara, insieme al 22 fanteria Zara, si dovranno concen-
trare verso la fine di marzo o i primi di aprile a Ragusa e Catta-
ro, in prossimit della frontiera del Montenegro. Tali truppe sa-
rebbero rinforzate dai riservisti e dal Landsturm delle guarnigio-
ni locali. Continua pure bench con limitati mezzi il rifor-
nimento dei magazzini di mobilitazione delle brigate e quello
del piccolo arsenale di Fiume (Rijeka).
I preparativi militari proseguono anche in Serbia: a febbraio
oltre ai dodicimila riservisti di I bando dellesercito gi ricordati,
che si alternano a frazioni successivamente nelle diverse unit
per un periodo di istruzione di quindici giorni, si presentano


no decidere quanto tale azione sar necessaria. Ibidem.
20 Ibidem.
o l
c
+ ta
n
Alberto Becherelli
/
66

0 b sInaconseguenza di tali chiamate


2 0 difficoltfredi alloggiamento e, soprattutto,


anche altri tremila del II bando.
x circarlaa sorte dei crediti gi domandati alla
straordinarie, delle
0
su ipkovi, momentaneamente sospeso
4dal generale
delle incertezze
1
Skuptina
5 lordine s
o alle armi delle nuove reclute di fanteria. La
a m b r
di chiamata

z z o mforza t o
dellesercito serbo presente alle armi sarebbe ora oscillan-
o a t te
n
intorno ad una media di trentaquattromila uomini, quindi in
B m mecalo se paragonato alle stime precedenti, nonostante il prose-
for esti guimento dei preparativi.

a l l gono
In conseguenza della tensione dei rapporti austro-serbi ven-
intensificate le misure di sorveglianza e di sicurezza serbe
alla frontiera della Sava, del Danubio e del Drin. Quanto ai cre-
diti votati dalla Skuptina quello gi richiesto ad ottobre dal-
lallora ministro della Guerra Stepanovi approvato a maggio-
ranza, ma vengono stralciati dal relativo progetto di legge gli al-
tri crediti successivamente richiesti. Nondimeno la Skuptina si
riserva ancora di deliberare circa la domanda di sovvenzioni
avanzata dal ministro ipkovi, con buon probabilit di accorda-
re il finanziamento. Ormai tutte le artiglierie a tiro rapido com-
missionate alla casa Schneider sono arrivate a destinazione per la
via di Salonicco-Ristovac sicch lartiglieria serba di prima linea
conta quarantacinque batterie da campagna, nove batterie da
montagna e due a cavallo, tutte di materiale modernissimo. Ri-
sulta pure che nellesercito serbo sia stata adottata ed introdotta
una buona granata a mano del tipo The Cotton Powder di Londra.
Lo spirito dellesercito serbo si conserva alto, per quanto rasse-
gnato circa lesito definitivo della probabile guerra alla potente
monarchia limitrofa, conscio che una guerra del genere sarebbe
decisiva dellavvenire politico ed economico del regno serbo21.


21 Ibidem.
c ol
Serbia, Russia e+
/ n t a
crisi bosniaca del 1908 67

b infine,sasilenziosamente ma metodi-
0 e a Sutorman e Dobravo-
0le propriefrposizioni
Anche il Montenegro,
camente, rafforza 2
xMartinovi, a ministro della Guerra, sembra dispo-
0
4 nel
da. Il generale
u r
sto ad1attuare
s spi breve tempo possibile il nuovo ordina-
a 5 m r o
b
mento dellesercito, secondo la legge che estende lobbligo del

z z o mservizio t o militare a tutti i sudditi montenegrini senza differenza


o a t n
B m meservizio in caso di guerra contro la Turchia. Questultimi pre-
di religione, inclusi i musulmani precedentemente esonerati dal

for esti sumibilmente andrebbero a formare una nuova brigata di fante-

a l l ria, composta soprattutto dai numerosi contingenti musulmani


che popolano le provincie del Primorje e della Zeta. Vengono
inoltre rinforzate le vecchie ridotte di Spu-Podgorica, destinate
ad assicurare allesercito montenegrino la necessaria libert di
manovra lungo i solchi della Zeta e della Moraa, e le caserme
difensive disposte lungo la stretta di Duga dette di Slostup, di
Nozdre e di Presjeka, capaci ognuna di seicento-ottocento uo-
mini e di cinquanta-sessanta quadrupedi, rifornite di munizioni
e vettovaglie22.
Come segno delle buone disposizioni volte a conciliare a s
le simpatie dellopinione pubblica europea, tuttavia, il governo
di Novakovi fa infine pervenire al governo russo una comuni-
cazione con cui afferma la decisa intenzione di rimettere alle
Potenze il patrocinio degli interessi serbi lesi dallannessione
dellAustria-Ungheria23, ma la risposta russa di desistere del


22 Ibidem.
23 Nota gabinetto Novakovi del 4 marzo 1909 corrente dal Milovanovi

al ministro di Russia a Belgrado: la Serbia proclama le sue pacifiche aspirazioni, at-


tribuisce ad un carattere puramente difensivo le sue precauzioni militari e si augura il ri-
stabilimento di uno stato di cose normale alle proprie frontiere. La Serbia nulla chiede,
essendo decisa a confidare alle Potenze la salvaguardia dei propri interessi qualora lannes-
sione della Bosnia-Erzegovina formi oggetto del riconoscimento da parte dellEuropa. In
sostanza, tra i due patroni degli interessi serbi Vienna e San Pietroburgo
o l
c
+ ta
n
Alberto Becherelli
/
68

tutto dal presentare 0


b sadi tale natura, poich ogni pre-

2 f re la disapprovazione delle Potenze


0avrebbe incontrato
rivendicazioni
x austro-russo
tesa territoriale serba
medesime. Il0duello r a per legemonia balcanica gra-
1 4 assume u
squindi un atteggiamento rassicurante per la
5
dualmente
m o s
a pace
b
europea.r Gli ultimi passi fatti dai ministri austriaci a Bel-

z z o mgrado t oed a San Pietroburgo auspicano ancora meglio per lav-


o a t n
B m medella pace. Il grande nodo della questione ormai consiste in un
venire. Lora della diplomazia sembra abbia ben meritato per la causa

for esti certo qual senso di moderazione e sincerit tra le parti, tra leccessivit

a l l di una parte la Serbia nelle pretese di compensi territoriali e


le intransigenze dellaltra laustriaca nel volere imporre condi-
zioni troppo umilianti allorgoglio ferito delle popolazioni ser-
be, che sembrano ora possano temperarsi vicendevolmente in
un comune terreno di interessi economici24.
La Serbia, in definitiva, senza il sostegno della Russia impe-
gnata nellavvicinamento a Francia e Inghilterra e nel tentativo
di aprire al dialogo con lAustria-Ungheria, cos costretta ad
accettare lannessione con la dichiarazione di Belgrado il cui
testo viene in realt redatto a Vienna del 31 marzo 1909, nella
quale sottolinea che i suoi diritti non vengono lesi dal fatto
compiuto operato dallAustria e che si asterr da ogni atteggiamento
di protesta e di opposizione nella questione della Bosnia Erzegovina e inol-
tre di mutare lindirizzo della propria politica nei confronti dellAustria
Ungheria in modo da vivere in avvenire con essa in relazioni di buon vicina-
to. Gli effettivi militari serbi dovranno essere ricondotti al nume-
ro precedente allo scoppio della crisi, disponendo lo scioglimen-
to delle compagnie di volontari pronti ad entrare in Bosnia.
Da quel momento la Bosnia diventer per i serbi la terra irre-


Novakovi tende ad evitare la stretta di entrambi ed a guadagnare tempo ri-
mettendo la decisione al concerto politico europeo. Ibidem.
24 Ibidem.
c ol
Serbia, Russia e+
/ n t a
crisi bosniaca del 1908

b sacon lAustria insanabile. Su


69

denta per eccellenza0e il contrasto e si avvier allora a rapporti di


2 0Russia lafrSerbia
xcon gli altri
suggerimento della
0 r a Stati balcanici, nonostante le oggettive
buon vicinato
1
difficolt
u
4per unasscompleta intesa con la Bulgaria a causa della
a 5 questione
m r o verso la regione da questo momento andran-
b
macedone

z z o mnoserbesempre
t o pi dirigendosi le speranze serbe dove le aspirazioni
o a t n
B m mesentano un limite ad una salda unione tra Belgrado e Sofia .
e bulgare si trovano continuamente in conflitto e rappre-

for esti sniaca


25

Nelle vicende balcaniche in conclusione lannessione bo-

a l l dei
rappresenta non solo un duro colpo per la rivoluzione
Giovani Turchi, ma anche il fallimento dellAustria sia nella
sua politica ferroviaria che riceve sempre maggiori resistenze da
Serbia e Montenegro, sostenuti dallItalia, sia nella guerra dei suini
con la Serbia, che finisce per uscire rafforzata economicamente
dalla lunga controversia doganale. Lannessione del territorio
bosniaco, pur accrescendo il numero degli slavi del sud dellIm-
pero asburgico, erroneamente considerata da Vienna un mez-
zo per consolidare le proprie posizioni nei Balcani verso
lAdriatico e spezzare il movimento di unificazione slavo-meri-
dionale guidato da Belgrado. La Serbia considera sostanzial-
mente la Bosnia-Erzegovina un territorio che le spetta per dirit-
to di nazionalit e si sente quindi direttamente colpita, reagisce
violentemente, con il sostegno dellintera opinione pubblica na-
zionale che chiede a gran voce la guerra allAustria in concomi-
tanza con uninsurrezione nella regione bosniaca. Il governo
serbo tenter di ottenere compensi territoriali: una breve fascia
fra la Serbia ed il Montenegro che, oltre a collegare i due Paesi,


25 Ibidem, G-33, b. 24, fasc. 240, Addetto Militare in Romania e Serbia, al

Signor Comandante in 2 del Corpo di Stato Maggiore Roma, Riparto Ope-


razioni Segreteria, prot. n. 7, lAddetto Militare Capitano C. Papa, 4 gennaio
1910.
o l
c
+ ta
n
Alberto Becherelli
/
70

possa assicurare alla0


b ssbocco a sullAdriatico. LAustria

e
r ma soprattutto alla Serbia
0 irremovibile,
f
Serbia uno
2
x delleraGrandi Potenze alle proprie rivendica-
tuttavia si dimostra
0
4 perch suBelgrado, insieme al Montenegro, sembra
manca il sostegno
zioni, 1
5 veramente
m
proprio
s
o alla guerra (pericolo da tutti scongiurato e
a b r
pronta

z z o mcon t odal parlamento serbo e concentramenti di truppe su en-


conseguenze imprevedibili), con stanziamenti per lesercito
o t n
B ma metrambi i lati delle frontiere.
votati

for esti previsioni


Serbi e croati dellImpero austro-ungarico al contrario delle

a l l un
asburgiche vedranno invece nellannessione bosniaca
ulteriore rafforzamento delle posizioni jugoslave allinterno
della compagine imperiale: i croati chiedono lunione della re-
gione alla Croazia, mentre Belgrado vi continua a far giungere
aiuti al movimento nazionale serbo. Lannessione della Bosnia-
Erzegovina finisce quindi per rappresentare per gli Asburgo un
duro contraccolpo: da questo momento in poi, infatti, sino alla
guerra mondiale del 1914, la politica austriaca interna ed inter-
nazionale rimarr sostanzialmente inerte, mentre la Russia, ab-
bandonata ogni illusione circa uneventuale cooperazione con
lAustria nella regione balcanica, sosterr decisamente e con
ogni influenza la costituzione di quella Lega balcanica che nel
1912 sar destinata a condurre la guerra, rappresentando il pi
grande baluardo fino ad allora creato contro la presenza impe-
riale in quel caso ottomana, ma in generale anche austriaca
nella penisola balcanica.
c ol
/ n + ta
0 b sa
2 0 fre
0 x ra
1 4 ssu
5 I RUSSIoA CAPRI NEL CONTESTO DI SVILUPPO
a m m b rDELLEMPIRIOCRITICISMO RUSSO
zz to nto
1

o
B ma me
r
fo est i

a l l Giulia Rispoli
Universit di Roma La Sapienza

,

1908 ,
.
,
, ,
.

La fotografia che ritrae Vladimir Lenin e Aleksandr Bogda-


nov mentre si battono a scacchi nel 1908 sulla terrazza caprese
di villa Blaesus ormai passata alla storia come limmagine
simbolo della sfida tra verit ed eresia. Nellincantevole isola


1 Giulia Rispoli, Dipartimento di Filosofia, Sapienza Universit di Roma.
MISiS, National University of Science and Technology, Moscow.
o l
c
+ ta
n
Giulia Rispoli
/
72

b savisita a coloro che sarebbero


azzurra Lenin era di0passaggioein

2 r Maksim Gorkj e Anatolij Lu-


0colleghi fcome
naarskij e0axcoloro che adi l a poco sarebbero diventati suoi
rimasti suoi fedeli
u r
4nemici,ssuscitando
1
acerrimi s in lui aspra indignazione e ostilit.

a 5 m r o
b
A Bogdanov la frequentazione degli ambienti populisti gli

z z o mera t o dove aveva stretto amicizia con Vladimir Bazarov e


costata nel 1894 un primo arresto e lesilio a Tula, a sud di
o t n
B ma meIvan Stepanov, anchessi confinati politici (Bagarolo, 2010). Gi
Mosca,

for esti dal 1903 con Gorkij aveva intrattenuto un rapporto epistolare

a l l molto denso collaborando alla nascita di diversi organi di stam-


pa del partito socialdemocratico, compreso il primo giornale
della fazione bolscevica, Vperd. Contemporaneamente era di-
venuto stretto collaboratore di Lenin procacciando parte dei
mezzi finanziari necessari allesercizio rivoluzionario, ma ne
aveva preso progressivamente le distanze animando una cor-
rente di sinistra allinterno del bolscevismo: lotzovismo che gli
aveva consentito di trovarsi di fatto, seppur per un breve pe-
riodo, a capo del movimento bolscevico (Cioni 2006). La crisi
della socialdemocrazia russa e le divergenze politiche dellala
bolscevica si erano dunque manifestate gi nel 1906 incremen-
tandosi a loro volta quando gli otzovisti del gruppo Vperd si
erano riuniti sotto una nuova denominazione, quella di machi-
sti russi. Nuovi fermenti culturali erano infatti entrati a Pie-
troburgo per il tramite dellimpegno politico quando allalba
della costituzione del POSDR, un nutrito gruppo di intellettua-
li, contagiato dalla rivoluzione di pensiero che il fisico Ernst
Mach e il filosofo Richard Avenarius stavano compiendo in
Europa, commetteva lerrore di importare nozioni epistemolo-
giche ambigue tra le fila del partito bolscevico. I machisti
proponevano la fusione di empiriocriticismo e marxismo sulla
base del fatto che certe intuizioni empiriocritiche, lungi dal-
o l
+ tac
n
I russi a Capri nel contesto di sviluppodellEmpiriocriticismo russo
/
73

0 a 1972) come aveva


bidealistes(Verdino,
0si prestavano
lessere sfacciatamente
f e
r ad una rielaborazione fruttuo-
sentenziato Lenin, 2
xci che concerneva
a
4
sa anche per 0 u r la prassi politica. Da un lato,
1 poich
una forma
s s
di empiriocriticismo russo poteva risultare contrad-

a 5 m r o
b
dittoria, in esso si tendeva a demistificare il concetto di

z z o mmateria t oche il marxismo russo esaltava, dallaltro lato, il fenome-


o a t n
B m mestretta, dedita per lo pi allo studio delle scienze naturali e in-
nismo veniva accolto da una cerchia di intellettuali molto ri-

for esti tenzionata a non farsi sottrare energia allattivit scientifica dagli

a l l impegni di partito (Gloveli 1994). I machisti erano animati da


una cultura eclettica tesa a redigere una versione pi elastica e
colorita della filosofia marxista ma nel caso di Bogdanov ci si
traduceva pi amaramente in un sigillo di appartenza allala
eretica del movimento che lavrebbe condotto in un profon-
do oblio dal quale sarebbe riemerso solo negli anni 80, grazie
alle politiche di liberalizzazione culturale emanate da Gorbaev
(Biggart, 1998). Ad ogni modo, LAvenarius Renaissance che non
si era verificato in Europa aveva colpito la Russia (Verdino,
1972) dove stava maturando unimpronta filosofica anti-trascen-
dentalista e larrivo di un pensiero in grado di sconsacrare i fetic-
ci metafisici che caratterizzavano la filosofia occidentale veniva
salutato con entusiasmo. Come indica Verdino, se lempirio-
criticismo pot attecchire in alcune ale dellintellettualismo
marxista, nonostante la svalutazione del concetto di materia, fu
soprattutto perch, per quanto radicale e coerente, esso impli-
cava pur sempre un certo tipo di materialismo. E in effetti
Mach e Avenarius proponevano una teoria della conoscenza
incentrata su due postulati: le sensazioni, con i loro connotati psi-
cofisici e lambiente come insieme di costituenti molteplici che il
soggetto assume primariamente nella sua esperienza e da cui
dipende ogni ulteriore assunzione. La concezione filosofica di
o l
c
+ ta
n
Giulia Rispoli
/
74

0

a essenziali, evidentemente,
bnei suoi stratti
e
0idealista farsufficienza da entrare in contrasto
Avenarius, cos snellita
non si presentava 2
x di materialismo
a ma, sul piano politico, i machi-
0 u
4si proponevano
con ogni forma r
1
sti russi
s s di enunciare un programma in consi-
a 5 m r o
b
derevole distacco dalla linea ufficiale, sebbene sin dal principio

z z o miltagruppot o era sorto in una situazione di per s precaria, destina-


o a t n
B m measpetti pi profondi di semplici contrasti politici e avrebbe po-
a non durare a lungo. La scissione ideologica riguardava

for esti tuto minare alle fondamenta lintero edificio teorico su cui si

a l l fondava il marxismo russo. Intorno al 1905, anno della mancata


rivoluzione bolscevica, il quadro politico si presentava cos con-
trapposto: materialisti dialettici da un lato, capeggiati da Le-
nin; machisti russi o otzovisti con a capo Aleksandr Bogdanov.
Dunque, se Bogdanov fondeva il machismo con il marxismo,
Lenin faceva loperazione inversa: li scindeva a tal punto da
proclamare la loro totale inconciliabilit (Giorello 1974). E se
qualche anno prima la compresenza di personali sfumature filo-
sofiche era consentita e, anzi salvaguardata, a patto che non in-
vadesse le dinamiche di partito, con laggravarsi della situazione
contingente gli attriti per la leadership del bolscevismo diventa-
vano una questione di capitale importanza, relativa alladem-
pimento incondizionato ad un unico e autentico indirizzo ideo-
logico. Bolscevichi lo erano tutti a Capri nel laboratorio politico
dove si insegnavano i principi teorici e pratici di una cultura ri-
voluzionaria, ma qui si trattava di una lotta per il titolo di bol-
scevismo autentico (Strada 1994, p. 15) e laddove Lenin non
avrebbe ammesso una linea politica resa spuria dai presupposti
di un marxismo creativo, Bogdanov faceva dellavversione al-
lortodossia e della negazione dei dogmi consolidati il perno at-
torno cui ruotava la sua personale epistemologia empiriomonista.
Delle discussioni con i lavoratori egli avrebbe ricordato la loro
o l
+ tac
n
I russi a Capri nel contesto di sviluppodellEmpiriocriticismo russo
/
75

0 b filosofiche
e sa e la propensione per un
0 (Bagarolo,
curiosit per le questioni
punto di vista 2 f r 2010) che oltre a divenire la
0 x del suorpensiero,
monistico
a gli avrebbe suggerito il metodo
u
4 nellinsegnamento
chiave di volta

5 dim
1
da adottare
partito, erin o ss universitario come nelle scuole

za o mletkult. b
seguito, la visione complessiva alla base del Pro-

o z t n o
t 1906 dopo il fallimento della rivoluzione gli affari allin-
a
B m meterno del partito cominciarono a necessitare di soluzioni alter-
Nel

for esti native e i contrasti tra le due fazioni si riaccesero. La ragione

a l l del contendere si basava adesso sulla questione della partecipa-


zione o meno alle elezioni della terza Duma di stato. Bogdanov
e Lenin si ritrovarono nuovamente in disaccordo, il primo si
pronunci per boicottarle, mentre Lenin sostenne la necessit
di un compromesso tattico slittando verso posizioni parlamen-
taristiche (Strada, 1982) e dichiarando senza mezzi termini la
fine dei moti rivoluzionari. La lungimiranza e la strategia di-
plomatica di certo non mancavano a Lenin che gi due anni pi
tardi indicava chiaramente la necessit, per il proletariato, di
imporre la propria linea nel campo della teoria della conoscenza
non esclude, ma anzi presuppone, luso di tutte le conquiste
obiettive e dei risultati della ricerca scientifica e quindi la colla-
borazione con gli specialisti di estrazione borghese (Tagliagam-
be 1975, p. 9).

Tuttavia fu proprio negli anni in cui egli pronunciava queste


parole che ebbe inizio la lenta frantumazione degli avversari
machisti contro cui non esit a scagliare tutta la sua autorit. Le
intimidazioni che rivolgeva contro coloro i quali diffondevano in
veste di cultura proletaria concezioni reazionarie e borghesi (Strada,
1982, op. cit. Lenin, Materialismo ed empiriocriticismo) riflettevano
unindiscutibile diffidenza nei confronti delle teorie scientifiche
o l
c
+ ta
n
Giulia Rispoli
/
76

che emergevano in0Occidente.


a
b sNaturalmente

rappresentanti 2 0 f r e lesclusione dei

0 x alaleader bolscevico come una zappa sui


socialdemocratici dalla Duma di stato, auspicata
r
piedi1e 4
dagli otzovisti,
u
suonava
una presasdi posizione testarda che non sarebbe servita
5 m chero
s
za o mdelle b machiste nel 1906 aveva i caratteri di una rifles-
ad altro a peggiorare le cose. E in effetti, lammonimento

o z t o
sionet cos sentita che cinque anni pi tardi si trasform in una
posizioni
n bruciante che culmin nella vera e propria espulsione
a
B m mepolemica
for esti di Bogdanov dal comitato centrale della fazione bolscevica.

a l l Lantagonismo politico si espresse anche, e soprattutto, in


ambito letterario con la pubblicazione dei volumi Materialismo ed
Empiriocriticismo (diretta a demolire lopera precedente di Bog-
danov: Empiriomonismo) e Fede e Scienza. Se Lenin condannava
energicamente le tesi contenute nel libro del suo rivale bollan-
dole come pervertimento del marxismo (Scherrer 1994), le
reazioni degli altri compagni lasciavano spazio a commenti lu-
singhieri. Gorkij, ad esempio, scorgeva in Empiriomonismo le
grandi doti intellettuali dellautore e una capacit filosofica e
critica ben pi elevata di quella esibita da Lenin, fino a ritenere
il machista russo capace di attuare nelle scienze la rivoluzione
che Marx aveva compiuto in economia politica (Sherrer, 1994).
In effetti Bogdanov aveva delle intenzioni ambiziose: voleva
estendere il marxismo fino al livello di un monismo metodo-
logico scientifico universale (Gloveli 1994, Gorelik, 1984) ser-
vendosi non solo delle teorie empiriocritiche, ma di una cultura
trasversale e sistemica che sarebbe culminata nellavveniristica
Scienza generale dellorganizzazione, Tektologija, scritta tra il 1913 e il
1921. Ma se Gorkij e Lunaarskij si sforzavano di operare una
mediazione tra leninisti e bogdanovisti convinti che il conflitto
si sarebbe presto appianato, Lenin inorridiva allidea di asse-
condare concezioni borghesi e revisioniste. Lautore di Materia-
o l
+ tac
n
I russi a Capri nel contesto di sviluppodellEmpiriocriticismo russo
/
77

0 e sa nascondeva in modo
bdeliberatamente
0 i fatti
lismo ed empiriocriticismo
2 f r scientifici e liquidava le critiche
x come
saccente, distorcendoli,
0 r a filosofie reazionarie (Popkov, 2008).
dei suoi oppositori
1 u
4 per Lunaarskij
s e Gorkij, Lenin non aveva capito il
5
Insomma,
m o s
a bolscevismo
b r ed era stato vittima di un errore comune a tutti i

z z o mletterati
t o contemporanei: quello di non vedere il suo lettore

Bo mat menLa vicenda della costituzione di una scuola per operai russi
(Strada 1982).

for esti inse Italia (1906-1913) da parte di esuli politici dissidenti, alla pre-

a l l con la selezione di un posto sicuro e non facilmente localiz-


zabile dal regime zarista, si colloca nello scenario brevemente
descritto, turbato da controversie non solo di carattere politico,
ma soprattutto relative ai pilastri epistemologici fondativi di un
nuovo pensiero e di un nuovo sguardo sul mondo. Allontana-
tosi dagli affari politici, lex leader bolscevico raggiunse Gorkij
nella splendida isola italiana del golfo di Napoli dove diede
prova di riuscire a fondare insieme ai suoi compagni un sodali-
zio politico-filosofico (Cioni 2006) alternativo a quello previsto
dallortodossia. Ospitata nella soleggiata villa caprese, si trattava
ufficialmente della Prima scuola superiore social-democratica di
propaganda e agitazione destinata agli operai. Tutti i parteci-
panti, dopo la scomunica da parte del Proletarij di Lenin, aveva-
no aderito al gruppo Vperd e il corpo insegnanti era composto,
oltre che dai fondatori, da G. A. Aleksinskij, V. A., L. B. Kra-
sin, M. N. Ljadov, M. N. Pokrovskij D. B. Rjazanov, A. V. So-
kolov. Bogdanov insegnava economia politica, ma si intrattene-
va a discutere con gli operai di questioni scientifiche di ogni ge-
nere dato linteresse nellapprendimento mostrato da alcuni al-
lievi come N. E. Vilonov, che assunse anche un ruolo nella di-
rezione amministrativa della scuola. E ad essi insegnava che la
scienza, oltre ad essere elemento organizzatore del lavoro socia-
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Giulia Rispoli
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B m meinsegn anche Trotskij, Bogdanov si riproponeva di realizzare
vamente a Bologna nella scuola diretta da Lunaarskij e dove

for esti unsta programma didattico coerente con la sua visione empiriomoni-

a l l del sapere, dove la conoscenza non equivaleva ad un pro-


cesso di rispecchiamento della realt esterna, come asserito
dai materialisti dialettici, ma veniva acquisita mediante lespe-
rienza collettiva degli uomini in un ambiente di apprendimento
teorico e pratico condiviso. A Capri ci si domandava quali do-
vevano essere i principi costitutivi di una cultura rivoluzionaria
accessibile ai lavoratori e congiuntamente quale doveva essere il
metodo di insegnamento da adottare in accordo con ledifica-
zione di una scienza di cui la classe operaia poteva divenire de-
positaria. Anche Bazarov, Lunaarskij e Gorkij ponevano in
discussione lassolutizzazione del materialismo che era stata sol-
lecitata da Plechanov e poi da Lenin. Essi amavano definirsi an-
ti-autoritati ed erano contrari alla mitizzazione della concezione
ortodossa del marxismo, al contrario, spingevano in direzione
della costruzione di una filosofia nuova che avrebbe potuto ar-
ricchire il percorso conoscitivo anzich reprimerlo o appiattirlo
su postulati deterministici. Bogdanov, che era il pi scientifico
dei capresi (Sherrer, 1994) cercava di allacciare istanze teoriche
tra differenti ambiti del sapere al contesto applicativo e pratico,
convinto dellimpossibilit di scindere le due dimensioni. Se
nella formulazione di Avenarius, la conoscenza si poteva defi-
nire come attivit di assunzione dellambiente esterno mediante
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I russi a Capri nel contesto di sviluppodellEmpiriocriticismo russo
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79

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z z o mnov,Tendendo
t o verso un processo di democratizzazione del sape-
2010).
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B ma mere, Bogdanov insegnava i metodi e le possibilit di utilizzazione
for esti della scienza. La scuola di partito infatti era nata per dare alla

a l l classe operaia una conoscenza reale, non superficiale, astratta e


inaccessibile, e per rendere gli uomini consapevoli del legame
fondamentale che unisce la loro esistenza e il loro lavoro (Bog-
danov, 1974). La diffusione della scienza presso le masse, cos
concepita nelle missioni della scuola, avrebbe portato loro non
solo ad una democratizzazione del sapere ma anche ad un con-
tinuo scambio e ad una continua circolazione delle informazioni
nei contesti di volta in volta esperiti. Una scienza che si pone da
questa prospettiva era una scienza che considera il prodursi e
laccumulo della conoscenza come un processo storico organiz-
zativo appartenente alla collettivit (Bogdanov, 1974). Fu questa
convinzione che anim gli anni trascorsi in Italia, il paese che
per alcuni russi sarebbe divenuto una seconda patria.

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smo sovietico: (Europa: 1900-1945), Jaka Book, Milano 2010.
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a l l NUOVA VISIONE DELLE RELAZIONI ITALO-RUSSI


DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE



Yulia Luneva
LIstituto delle ricerche strategiche della Federazione russa

Ultimamente gli storici di tutto il mondo prestano sempre pi attenzio-


ne ai materiali alle carte dei servizi segreti dei servizi segreti e alla docu-
mentazione della diplomazia militare. Tale documentazione diventata
accessibile piuttosto recentemente, soprattutto in Russia. Larticolo tratter
degli addetti militari russi che, a differenza dei loro colleghi stranieri, rice-
vevano gli ordini direttamente dal Quartier generale e non dalla missione
diplomatica del paese di provenienza e per questo godevano di un elevato
grado di autonomia nellespletamento della propria attivit.




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B ma meLA RUSSIA NELLE MEMORIE DEI SOLDATI ITALIANI E I
for esti CONTATTI CON LA POPOLAZIONE CIVILE DEI TERRITORI

a l l OCCUPATI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE



Diana Shendrikova
Universit di Roma La Sapienza

Nulla evidenzia meglio il vero carattere delle relazioni tra i paesi come
lo stato di guerra. Nonostante il carattere aggressivo della presenza del
Corpo di spedizione italiano in Russia, sia il governo sia la popolazione
russa impararono a distinguere lesercito occupante secondo le nazionalit,
riconoscendo il gradi diverso di responsabilit per tutto ci che compieva
lesercito nazista sul territorio russo.


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1 Cfr. Messe G., La guerra al fronte russo, Roma 1947, p. 99.
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3 Tolloy G., Con larmata italiana in Russia, Ugo Mursia Editore, Milano

1968, a. 17.
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4 AUSSME, H-3, b.186, fasc. 3, diario del reduce della guerra.
5 Cfr. Messe G., La guerra al fronte russo, Roma 1947, pp. 90-100.
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6 Tolloy G., Con larmata italiana in Russia, Ugo Mursia Editore, Milano

1968, p. 143.
7 Ibidem, p. 212.
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8 Popolo dItalia, 23 giugno 1941.
9 Popolo dItalia, 1 settembre 1941.
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10 Tolloy G., Con larmata italiana in Russia, Ugo Mursia Editore, Milano,

1968, p. 58.
11 Tolloy G., Con larmata italiana in Russia, Ugo Mursia Editore, Milano,

1968, p. 58.
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12 Corriere della Sera, 10 gennaio 1943.
13 Ibidem, 16 gennaio 1943.
14 Ibidem, 20 gennaio 1943.
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m r EMIGRAZIONE ITALIANA IN RUSSIA

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Universit di Roma La Sapienza

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1. Llite levantina a Mosca e Pietroburgo e i primi coloni


Sin dal XVI Secolo un ristretto numero di italiani si trasferi-
rono in Russia, presso le corti di Mosca e Pietroburgo. Anche
ai tempi di Pietro il Grande o di Ivan il Terribile si registrano
numerose presenze di italiani in Russia, non solo gli architetti
che lavorano alla costruzione del Cremlino e di altri prestigiosi
edifici ma anche i marangoni, gli abili carpentieri veneziani. Solo
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Stefano

0 briscontraresalinizio di un vero e proprio


0 primafredi questi anni gli avventurieri, i
intorno al 1875 si pu
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fenomeno migratorio,
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vantino. La comunit italiana di Mosca e Pietroburgo di fine

z z o mOttocento,t o analogamente a quanto avveniva nelle citt del Vi-


o a t n
cino Oriente e dellAsia Minore, non costituiva un corpo sepa-
B m merato dalla societ russa. Il coefficiente di integrazione era molto
for esti alto, i matrimoni misti frequenti e addirittura ci furono nume-

a l l rosi casi di conversione allortodossia russa (Clementi in Storia


dellemigrazione 2002). La penetrazione nel tessuto sociale era
dovuta a molti fattori, le loro professione dal diplomatico, al
commerciante sino allartista li mettevano in costante contatto
con gli strati pi ricchi della societ locale (Clementi, 2002). Il
console generale dItalia a Odessa nei suoi bollettini identifica la
comunit italiana in Russia come la pi ricca tra quelle straniere
(Incisa di Camerana, 2003). I flussi migratori provenienti dalla
penisola iniziano secoli prima, con i tanti artisti che offrono i
loro servizi allo Zar e con gli intellettuali che lavorano come
insegnanti presso le famiglie dei nobili. Ma lemigrazione italia-
na in Russia non esclusivamente legata ai mercanti veneziani e
genovesi ma soprattutto una storia di fatica e privazioni. Mol-
ti emigranti, alla fine dellOttocento, partono dalle provincie di
Caserta, Napoli e Palermo per cercare fortuna in Russia, inco-
raggiati da agenti di emigrazione spesso collusi con la malavita
locale. Dopo aver passato il confine illegalmente scoprono
allarrivo a Mosca di essere stati truffati e finiscono per suonare
lorganetto e organizzare teatrini ambulanti. Non sono disponi-
bili dati statistici sul flusso illegale di migranti ma sia la lettera-
tura dellepoca che molti documenti di archivio riportano nu-
merosi casi di italiani coinvolti in guai giudiziari (Clementi
2002). Le ferrovie russe furono costruite anche con manodope-
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Lemigrazione italiana in Russia
/
107

0 e sa e friulani, cos come


b da piemontesi
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ra italiana, prevalentemente
2 r Ottocento, dal primo ponte in
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le grandi infrastrutture
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a 5 matico
m r oRelli, confinato in un porto del Mare dAzov allo
b
Guido

z z o mscoppio t o della guerra mondiale, ci consegnano un interessante


o a t n
quadro del movimento migratorio italiano nellattuale Ucraina.
B m meRelli entrer in contatto con la folta comunit di coloni genove-
for esti si,da ormai russificati, che parlavano un dialetto ormai scomparso

a l l secoli in Liguria (Mezzetti 1997). Il sociologo russo Novikov


testimonia come fino al 1861 le indicazioni stradali a Odessa
sono anche in lingua italiana. (Novikov 1902). Napoletani, li-
vornesi e genovesi rappresentano il venti per cento della popo-
lazione a fine Settecento ad Odessa e la lingua comunemente
usata per gli scambi commerciali proprio litaliano (Ricci in
Rapporto italiani nel mondo 2010). Una folta comunit di ge-
novesi si insedia a Mariupol nel 1820 mentre si hanno le prime
notizie di un consolato del Regno di Sardegna a Odessa sin dal
1817 (Gallon in Gli italiani di Crimea, 2012). Nei successivi
venti anni fu istituita una fitta rete di consolati da Fedosia, Ber-
djansk a Taganrog sino ad Ismail. Gi dalla fine del XVIII se-
colo il porto di Odessa era una delle principali mete commer-
ciali per le navi italiane e la comunit italiana arriv a contare
fino a 10000 persone, grazie allindotto mercantile (Clementi
2002). La memorie di Salvatore Castiglia, Regio Console Gene-
rale ad Odessa dal 1865 al 1891 forniscono un esauriente ritrat-
to della comunit italiana in loco. Fu costruito un teatro
dellOpera italiana e istituita la Societ Italiana di Beneficenza di
Odessa (Gallon 2012) e gli italiani si dedicavano a molte pro-
fessioni: marinai, carpentieri, minatori e agricoltori ma anche
maestri di musica, scultori e decoratori.
c ol
108
/ n + Pelaggita
Stefano

0 b sa
0 fre
2. Gli italiani in Crimea
2
0 x del grano
r adel 1860 e la supremazia commerciale
u
Con la crisi
1 4 ss
delle imbarcazioni a vapore britanniche su quelle a vele, le di-
5 m
mensioni della
r ocomunit italiana nellodierna Ucraina si ridusse-
a mCrimeao ilbfiorenteAlcun
z ro notevolmente.
z to termina.
t
anni dopo il termine della Guerra di

o n
periodo della comunit italiana in Russia
B ma mestarono da Odessa versotornarono
Molti emigranti in Italia mentre altri si spo-

for esti verso citt industriali in espansione come Marjupol, Berdjansk


le miniere di carbone di Taganrog o

all e Kerch. Nel l870 giunge a Kerch un nuovo flusso migratorio


dallItalia, gli emigranti sono attirati dal miraggio di terre fertili e
dallimportanza del porto della citt che collega il Mar Nero
con il Mare dAzov. Le fonti riferiscono di circa duemila per-
sone provenienti perlopi dalle provincie pugliesi di Bisceglie,
Trani, Bari e Molfetta. (Vignoli 2000). A questa ondata migra-
toria si aggiungeranno negli anni successivi i parenti e cono-
scenti dalla Puglia a cui vanno sommati gli emigranti italiani gi
presenti nellarea sin dal XVIII secolo. Con questi fenomeno
migratorio, sommato a tutti i discendenti italiani che si sposta-
rono da Odessa e dalle regioni occidentali, la comunit italiana
arriva a costituire il 2% della popolazione della provincia di
Kerch. (Vignoli 2000). La comunit di Kerch in gran parte
composta da mercanti e marinai e una delle attivit principali
il cabotaggio della navi nelle acque bassi antistanti il porto e nei
fiumi affluenti. Molti emigranti presero la cittadinanza russa per
poter continuare ad esercitare la professione di cabotatori, allo-
ra riservata esclusivamente alle navi battenti bandiera russa. La
comunit italiana a Kerch divent numerosa, ma nonostante
vari tentativi in citt non fu mai attivato un consolato. La no-
mina di Saverio Calvigioni del 1884 a regio-viceconsole a Kerch
dur appena qualche mese e nel 1887 un decreto ministeriale
o l
+ tac
n
Lemigrazione italiana in Russia
/
109

0 b per saffidare a la comunit italiana al


0 Lepidemia
soppresse il vice-consolato
rappresentante 2 f e
r di colera del 1892 caus un
0 x radegli scambi commerciali e sanc il defi-
inglese.

4 sdella sucomunit italiana sul Mar Nero. Nei suc-


ulteriore rallentamento
nitivo1tramonto

a 5 cessivi
m r o le occupazioni degli italiani in Crimea si limite-
b
decenni

z z o mranno t o
a piccole attivit commerciali, il lavoro nei campi e il ca-
o a t n
B m meliana si ridusse di numero e le opportunit economiche per gli
botaggio nella acque di Kerch. La florida e attiva comunit ita-

for esti emigranti calanarono drasticamente. Dalla corrispondenza di-

a l l plomatica si evince come gli italiani in Crimea soffrirono parti-


colarmente la mancanza di una rappresentanza consolare, ma
nessuno allinterno della comunit fu in grado di assumere
lincarico di Regio Agente (Gallon 2012). Nel 1904 istituita un
agenzia consolare a Kerch e il francese Teofilo Castillon e il suo
successore Simmelides si fecero carico della reggenza sino al
1915, quando Giovanni Bruno, di origine pugliese, ne assunse
la carica. Di questi anni negli archivi della Farnesina ci sono
pochissimi documenti riguardanti la comunit italiana di Kerch.
Le testimonianze indirette dei discendenti italiani tracciano un
quadro negativo del primo ventennio del XXI Secolo per la
comunit e un disinteresse sempre maggiore dellItalia per le
sorti degli italiani di Crimea prefigurando i drammatici eventi
del XX Secolo.

3. La deportazione e lo sterminio della comunit italiana di Kerch


La rivoluzione dOttobre e i successivi avvenimenti peggio-
rarono notevolmente le condizione della comunit. Nel 1918
due incrociatori italiani imbarcarono a Sebastopoli duecento
connazionali (Dundovich in Lemigrazione italiana in URSS,
2004) mentre nei mesi immediatamente precedenti diversi
c ol
110
/ n + Pelaggita
Stefano

gruppi riuscirono a 0
b sa in maniera autonoma. Nei
tornare ineItalia
2 f r
0inizia la sovietizzazione
0 ux
primi anni Venti
r a della Crimea e delle

pena 1 4
comunit straniere residenti, viene aperto un colcos italiano ap-
fuori Kerch,s chiamato Sacco e Vanzetti in onore degli
s negli Stati Uniti. La collettivizzazione delle
5 m r o
za o mterre conble relative requisizioni ed epurazioni spinsero molti
anarchici giustiziati

o z t n o
t a lasciare la Crimea. Ma solo i pi abbienti furono in
a
B m megrado di partire e molti membri della comunit erano stati du-
italiani

for esti ramente colpiti dalla crisi economica dopo la rivoluzione sovie-

a l l tica. La repressione sovietica cre un flusso di profughi diretti


verso la penisola che aument in maniera sostanziale nel 1921 e
rivers in Italia circa 3000 persone. Un censimento dellamba-
sciata italiana in Russia del 1922 riporta 650 residenti italiani a
Kerch e 65 a Taganrog. Nel 1923 con il ripristino delle relazioni
diplomatiche tra Italia e URSS viene riaperto lufficio consolare
di Novorossijsk, chiuso da pi di un anno. Intorno al 1924 il
Partito Comunista Italiano assunse una autorit morale sulla
comunit di Kerch e inizi una attivit politica tra gli emigranti.
Gli inviati italiani allontanarono il parroco e si impadronirono
della scuola locale e di tutte le attivit comunitarie. Il professor
Vignoli, che ha portato alla luce la drammatica storia degli ita-
liani di Crimea, in un libro scritto insieme a Giulia Giacchetti
Boico, ha ricostruito lazione dei comunisti italiani attraverso le
testimonianze orali dei protagonisti diretti (Giaccheti Boico,
Vignoli 2007). Lex deputato comunista Anselmo Marabini si
occup direttamente della gestione della comunit italiana e
Paolo Robotti, esponente del Partito Comunista Italiano e co-
gnato di Palmiro Togliatti visit pi volte la citt di Kerch. Nel
1932 il sacerdote italiano fu allontanato e negli anni seguenti
molti italiani furono arrestati, torturati o mandati al confino in
Siberia. Le memorie di Giuliano Pajetta, fratello di Giancarlo
o l
+ tac
n
Lemigrazione italiana in Russia
/
111

b sasul suo periodo trascorso a


futuro leader del P 0, si soffermano
2 0al 1934 feredescrivono proprio il momento
CI
Kerch dal 1932
0 x forzator a del sacerdote (Pajetta 1985). Gli
4 conflitto
dellallontanamento
eventi1del
u
s mondiale ebbero delle ripercussioni molto
5 m o s
a gravi
b
sulla r
ormai sparuta comunit italiana di Kerch. Dopo la

z z o mliberazione
t o nel maggio del 1944 da parte dellArmata Rossa del-
o a t n
B m metruppe tedesche, tutte le minoranze nazionali presenti sul terri-
la penisola di Crimea e del Caucaso, occupato nel 1941 dalle

for esti torio vengono deportate perch dichiarate popolazioni fasciste.

a l l La deportazione degli italiani avvenne in tre distinte fasi: la


prima nel 28 e 29 Gennaio 1942 fu la pi consistente mentre
nelle altre due dell8 Gennaio del 1943 e del 24 Giugno 1944
riguardarono i membri della comunit che erano riusciti a na-
scondersi durante la fase iniziale. Alcuni erano discendenti di
italiani di terza o quarta generazione e addirittura ignoravano la
loro origine. Il giornalista Dario Fertilio racconta la storia di
Zina e la sorpresa nello scoprire la sua origine etnica. Le fami-
glie miste furono deportate e anche solamente lorigine italiana
di uno dei genitori era sufficiente per essere etichettati come
nemici della patria. Gli italiani rimasti a Kerch furono caricati in
carri bestiame dopo un preavviso di appena poche ore e portati
con un lunghissimo viaggio che dur due mesi in Kazakistan.
La deportazione avvenne via mare e via terra, dopo aver attra-
versato il Mar Nero e il Mar Caspio il convoglio prosegu attra-
verso la steppa sino a Atbasar in Kazakistan (Giacchetti, Vi-
gnoli, 2007). Da l i prigionieri furono mandati perlopi a Kara-
ganda e in altri campi limitrofi, le condizioni del viaggio e dei
primi anni di permanenza nei centri di detenzione furono terri-
bili. I testimoni raccontano come pi della met degli italiani
mor durante il trasferimento o nei primi mesi di soggiorno nel
campo di prigionia. Le vittime della repressione sovietica di cit-
c ol
112
/ n + Pelaggita
Stefano

b 1951
tadinanza italiana tra0il 1919 eeils
a sono stimate intorno alle
2 0 infr Lemigrazione italiana in U ,
2004). Ad 0 x la comunit
1000 unit (Dundovich
r a italiana di Kerch conta poco pi di RSS

1 4 masmolti
300 persone,
oggi
u
s discendenti sono ancora in Kazakistan o
a 5 inm r o
b
Uzbekistan. Mentre i Tartari, i Tedeschi, i Greci, i Bulgari e

z z o mglinoranze
t o deportate ad oggi gli Italiani non hanno ancora ricevu-
Armeni sono stati riconosciuti dallo stato ucraino come mi-
o t n
B ma meto la qualifica di popolazione deportata.
for esti
all Bibliografia
AA.VV., Gli italiani di Crimea, a cura di G. Vignoli, Settimo Sigil-
lo, Roma 2012.
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DELLIMMIGRAZIONE RUSSA IN ITALIA
IL XX SECOLO
r
DURANTE

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...
Alexandra Shlyahtina
Universit Statale di Mosca Lomonosov

Larticolo analizza limmigrazione dal punto di vista del processo della


globalizzazione. Lattenzione principale rivolta allimmigrazione russa
in Italia dallinizio alla fine del ventesimo secolo.

1. XX -
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1980-
. , 1987 ,
450
572 , .. 27,1 %1.


1 35 anni di immigrazione in Italia. Anticipazione del dossier Caritas, 2005.

: http://www.stranieriinitalia.it/briguglio/immigrazione-e-asilo/2005/
maggio/com-caritas-antic-dossier.html.
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2 M. De Marco, F. Pittau, La evoluzione storica della normative sullimmigrazione,

: http://85.14.198.88/caritaslatina.it/images/stories/ evoluzio-
ne_normativa_immigrazione.pdf.
3 .. , : //

//
// .2005 1 . 184.
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1900--1910- .
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4 A. Venturi, Lemigrazione rivoluzionaria russa in Italia (1906-1921), I russi e

lItalia, a cura di V. Strada, Milano 1995, p. 85.


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7.
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5 Op. cit.
6 Op. cit.
7 C. Scandura, Lemigrazione russa in Italia: 1917-1940, Europa Orientalis

14(1995):2, p. 344.
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8 Op. cit., p. 346.
9 Op. cit., p. 350.
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6447, 1993 1179611.
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3. : ?
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, 1990


10 I russi e lItalia, a cura di V. Strada, Milano 1995, p. 85.
11 F. Cinti, Lemigrazione dalla comunit degli stati indipendenti negli anni recenti.

Nuova mobilit interna e politiche migratorie dei principali paesi di accoglienza, W.P.
05/95, p. 42.
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12 Op. cit., p. 43.
13 Op. cit., p.45.
14 : //

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10. ., 2002.
15 Op. cit., p. 47.
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XX ,
.


35 anni di immigrazione in Italia. Anticipazione del dossier Caritas,
2005. : http://www.stranieriinitalia.it/ brigu-
glio/immigrazione-e-asilo/2005/maggio/com-caritas-antic-
dossier.html.


16 Op. cit., p. 49.
17 Op. cit., p. 50.
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124

0 b sadegli stati indipendenti negli anni


Cinti F., Lemigrazione
0 interna
recenti. Nuova2mobilit f ree politiche migratorie dei principali pae-
dalla comunit

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si di accoglienza,
1
De Marco
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4 M., sF.sPittau, La evoluzione storica della normative sul-
a 5 mlimmigrazione. r o : http://85.14.198.88/caritas-
b
z o m latina.it/images/stories/evoluzione_normativa_immigrazione
o
o z t n t
B ma meScandura C., Lemigrazione russa in Italia: 1917-1940, Europa
.pdf.

for esti Strada Orientalis 14(1995):2.

a l l Venturi
V. (a cura di), I russi e lItalia, Milano 1995.
A., Lemigrazione rivoluzionaria russa in Italia (1906-1921),
I russi e lItalia, a cura di V. Strada, Milano 1995.
.. , : //
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// .2005 1.
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., 2002.
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LA SICUREZZA NEI BALCANI: IL RUOLO DELLA RUSSIA

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o b TRA LUE E LA NATO
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a l l Andrea Carteny
Universit di Roma La Sapienza


-
90- . ,
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.
?

La presente percezione della sicurezza nella regione balcanica


continua ad essere condizionata dai conflitti etnico-territoriali
degli anni Novanta del XX secolo. In generale possibile af-
fermare che le guerre che hanno seguito la disgregazione della
Jugoslavia hanno lasciato in eredit un senso di diffidenza reci-
proca tra le popolazioni coinvolte. In alcuni casi, questo dato
pi marcato, come in Bosnia, dove la vita politica e sociale con-
tinua a seguire crinali di demarcazione etnico-religiosi. A livello
o l
c
+ ta
n
Andrea Carteny
/
126

0 b sakosovara continua ad influi-


internazionale, inoltre,
2 re regionale e rappresenta una
0sulla cooperazione
f
la questione
re negativamente
0 x nelle r a relazioni tra la Serbia e lUnione Eu-
difficile problematica
ropea.1Altre
u
4 sfidessper la sicurezza regionale sono il proliferare di
a 5 traffici
m r oil contrabbando di armi e stupefacenti e la tratta
b
illeciti,

z z o mdizioneesseri
t o umani. I Balcani costituiscono infatti per la loro posi-
o a t n
B m medellUE, che da parte loro costituiscono la destinazione finale di
geografica una delle migliori rotte per raggiungere i paesi

for esti gran parte dei traffici che attraversano i Balcani . Oltre alla loro 1

a l l posizione geografica il proliferare dei traffici facilitato dalla


debolezza degli stati della regione e dalla difficile situazione
economica in cui versano molti territori. Gran parte di questi
traffici sono iniziati durante lultimo decennio del secolo scorso,
quando la guerra e gli embarghi rendevano questo genere di at-
tivit enormemente redditizie. In seguito il perdurare di alti livel-
li di disoccupazione e linstabilit politica ed economica hanno
contribuito a rendere attrattivi gli alti guadagni permessi dai traf-
fici criminali.
Per affrontare i problemi della sicurezza, lUnione Europea
si avvale di un approccio globale e dedica unattenzione parti-
colare al miglioramento della cooperazione tra i paesi della re-
gione e allo sviluppo economico e sociale2. Un ulteriore fattore
nellottica del miglioramento della sicurezza e della promozione
della cooperazione regionale lo sviluppo delle infrastrutture e
delle vie di comunicazione. LUnione Europea ha ideato da


1 Basti pensare che secondo alcune stime le organizzazioni criminali del

Kosovo gestiscono il 75% del traffico delleroina destinata allEuropa occi-


dentale e il 50% di quella destinata al mercato statunitense. Cfr. A. Margellet-
ti, Il demone balcanico degli stati mafia, Risk, n. 52/2009.
2 Cfr. L. Gori, LUnione Europea e i Balcani Occidentali: la prospettiva europea

della regione (1996-2007), Rubbettino, Soveria Mannelli 2007.


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n
La sicurezza nei Balcani: il ruolo della Russia tra lUE e la NATO
/
127

0 b sa grandi assi di comu-


corridoiepaneuropei,
tempo la strategia dei
2 0 a ridurrefr le distanze allinterno dellEuropa
ilxtransito rdelle
a persone e delle merci .
nicazione finalizzati
0
4 prettamente
e a facilitare
u
s
3

Nel1campo
5 m o s militare la cooperazione regionale

a ancora
b r
scarsa . Progressi
4 significativi sono stati fatti con

z z o mlallargamento
t o della NATO alla Croazia e allAlbania, ma ulte-
o a t n
B m mestanti. Per quanto riguarda la Macedonia, il suo ingresso conti-
riori allargamenti dellAlleanza Atlantica sembrano tuttavia di-

for esti nua ad essere ostacolato dalla disputa con la Grecia. Nella re-

a l l gione balcanica la NATO mantiene una missione in Kosovo


(Kfor), dove opera anche una missione di polizia europea (Eu-
lex), incaricata di vigilare sullamministrazione civile e giudizia-
ria delle autorit kosovare. LUnione Europea mantiene inoltre
una missione di polizia (Eupm) e una militare (Eufor) in Bo-
snia. Gli Stati Uniti hanno realizzato un parziale disimpegno
dalla regione balcanica, ma mantengono unimportante presen-
za militare, soprattutto con la base di Tuzla, in Bosnia, e quella
di Camp Bondsteel, in Kosovo.
Oltre agli Stati Uniti e ai paesi europei, sullo scenario balca-
nico gioca un ruolo rilevante nella politica regionale anche la
Turchia, che per posizione geografica e vocazione politica resta
storicamente un attore importante nelle dinamiche balcaniche5.
Il processo di disintegrazione della Jugoslavia, che fino al 1991


3 Cfr. M. Savina, R. Visser, La grande Europa nasce dai trasporti, Limes,

2/2007; C. Jean, T. Favaretto (a cura di), Reti infrastrutturali nei Balcani. Supe-
ramento del dilemma fra integrazione regionale ed europea, Franco Angeli, Milano
2002; T. Favaretto, S. Gobet, LItalia, lEuropa centro-orientale e i Balcani: corridoi
pan-europei di trasporto e prospettive di cooperazione, Laterza, Roma-Bari 2001.
4 Cfr. M. Delevic, Regional cooperation in the Western Balkans, Chaillot Paper,

No104 01 July 2007, pp. 91-96, http://www.iss.europa.eu/uploads/media/


cp104.pdf.
5 Cfr. A. Biagini, Storia della Turchia contemporanea, Bompiani, Milano 2005.
o l
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n
Andrea Carteny
/
128

b sa ha largamente favorito
era il pilastro della0politica balcanica,
2 0 nellareaf re di Ankara, pur sempre forte-
x alla NATO
lemergere dellinfluenza
0 r a e ufficialmente in corsa per la piena
4 nellUE.
mente ancorata
1 u
s Il prolungarsi dei negoziati di adesione
5
membership
m o s
a della
b r
Turchia allEuropa, per, non ha mancato di suscitare

z z o mprofonde t o divergenze tra Washington e Bruxelles. Da diversi


o a t n
B m meaffinch si faciliti lingresso della Turchia nellUE: per gli ame-
anni gli Stati Uniti esercitano una certa pressione sugli europei

for esti ricani ladesione della Turchia nellUE costituirebbe la confer-

a l l ma dellancoraggio definitivo di Ankara al sistema di alleanze


occidentale . 6

Laltro importante player nelle dinamiche politiche della re-


gione balcanica la Russia. Il governo di Mosca pu in qualche
misura avvalersi dellimmagine di protettore delle popolazio-
ni ortodosse che la Russia rivendicava gi al tempo dellimpero
zarista, tuttavia la politica estera nella regione mossa soprat-
tutto da interessi concreti. Fin dalla fine della guerra fredda la
Federazione Russa, erede dellUnione Sovietica, ha assunto po-
sizioni nettamente distinte da quelle della NATO in merito ai
conflitti che hanno seguito la disgregazione della Federazione
jugoslava. In particolare Mosca ha espresso sostegno politico e
diplomatico alla Serbia, sia durante le guerra di Bosnia che du-
rante la guerra del Kosovo del 1999: lopposizione russa
allattacco dellAlleanza Atlantica contro la Jugoslavia (Serbia-
Montenegro) stata fondamentale per impedire che le opera-
zioni belliche della NATO ottenessero il mandato del Consiglio


6 Cfr. E. Alessandri, A Question of Interest and Vision. Southern European Per-

spectives on Turkeys Relations with the European Union, The Brookings Institution,
Washington. 30 June 2010, pp. 16-17, http://www.brookings.edu/~/media/
Files/rc/papers/2010/0630_turkey_eu_alessandri/0630_turkey_eu_alessandri.
pdf.
o l
c
+ ta
n
La sicurezza nei Balcani: il ruolo della Russia tra lUE e la NATO
/
129

0 b slultimo a decennio del XX seco-


di Sicurezza dellOnu
0 ed economica
. Durante
f
7
e
r della Russia non permette-
2
x di esercitare
lo linstabilit politica
a un ruolo molto importante nella
0
4internazionale,
va al Cremlino
u r
1
politica
s s e nonostante gli sforzi della diplomazia
a 5 m r o
b
russa ci risulta vero anche per lo scenario balcanico, dove Mo-

z z o msca t o strumenti di intervento in grado di soddisfare le pro-


non ha saputo esercitare un ruolo determinante, n ha sapu-
o t n
B ma meprie ambizioni. Con la fine dellera Eltsin e lascesa sulla scena
to trovare

for esti politica russa di Vladimir Putin, la politica estera di Mosca ha

a l l assunto maggiore dinamismo e incisivit . Tuttavia, in linea con


il pragmatismo di Putin, il governo russo non sembra conside-
8

rare la zona balcanica tra le priorit della sua poltica estera, ra-
gion per cui la maggiore assertivit del Cremlino non avuto un
impatto determinante nella regione. Nellottica della politica
balcanica della Russia il paese pi importante senza dubbio la
Serbia9. Il sostegno dato da Mosca allintegrit territoriale della
Serbia e alla sovranit di Belgrado sul territorio conteso del Ko-
sovo fanno s che la Russia goda di grande simpatia presso
lopinione pubblica serba. Da un punto di vista diplomatico la
Russia stato probabilmente il pi grande sostenitore della
Serbia in seno alle organizzazioni internazionali, anche grazie al
diritto di veto di cui gode nel Consiglio di Sicurezza dellOnu.
Per quanto riguarda la situazione sul territorio kosovaro, tutta-
via, la Russia non riuscita a dare al corso degli eventi un indi-


7 Occorre comunque ricordare che anche la Cina, che come membro

permanente del Consiglio di Sicurezza gode del diritto di veto, era contraria
allintervento della NATO.
8 Cfr. J. Headley, Russia and the Balkans: Foreign Policy from Yeltsin to Putin,

Hurst and Company, London 2008.


9 Cfr. .N. Petrovic (ed.), Russia Serbia Relations at the beginning of XXI Centu-

ry, ISAC Fund 2010, http://www.isac-fund.org/download/Russia-Serbia-


Relations-at-the-beginning-of-XXI-Century.pdf.
o l
c
+ ta
n
Andrea Carteny
/
130

b sserbi.
rizzo pi favorevole0agli interessi
a Nel 1999, dopo la con-
0 di Kumanovo
f e
r tra la NATO e il governo
2
xil controlloradel territorio kosovaro stato assunto
clusione degli accordi
0
4 sdispace
di Belgrado,
u internazionale guidata dallAlleanza At-
da una1missione
5 lantica.
m Allaro
a
z o mmilitare o b
missione partecipava inizialmente un contingente

o z t n t
russo, tuttavia Mosca non riuscita a valersi della sua

a
B m megoziale e gi nel 2003 i soldati russi sono stati ritirati.
presenza sul territorio per accrescere il suo ruolo politico e ne-

for esti riveste Grande importanza nelle relazioni tra la Russia e la Serbia

a l l il settore energetico. La Serbia riveste del resto un ruolo


importante nellambito del South Stream, lambizioso progetto
con cui la Russia si propone di esportare il gas in Europa aggi-
rando il territorio ucraino. Scopo del South Stream evitare
che lUcraina possa valersi a suo vantaggio del transito sul terri-
torio del gas russo destinato ai paesi dellUE. Ma South Stream
ha anche lobiettivo di evitare che i paesi dellUE possano limi-
tare la loro dipendenza nei confronti della Russia per il soddi-
sfacimento del proprio fabbisogno energetico. LUE ha infatti
avanzato un progetto alternativo a quello russo, il Nabucco10.
Esso si propone di trasportare il gas estratto nella regione del
Caspio attraverso il Caucaso e la Turchia; in questo modo i
paesi europei potrebbero dotarsi di un canale di rifornimento
energetico in grado di aggirare la Russia, sia come paese pro-
duttore che come terreno di transito del gas11. Facendo leva sui
buoni rapporti politici che intercorrono tra Mosca e Belgrado,
la Russia sembra intenzionata a fare del territorio serbo uno


10 Cfr. A. Bonzanni, La sfida Nabucco-South Stream tra geopolitica e dinamiche di

mercato, Affari Internazionali, 28/12/2010, http://www.affarinternazio-


nali.it/articolo.asp?ID=1631.
11 Cfr. A. Dai Pra, La via dellUE al gas del Caspio, Affari Internazionali,

19/08/2009, http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=1224.
o l
+ tac
n
La sicurezza nei Balcani: il ruolo della Russia tra lUE e la NATO
/
131

snodo centrale per 0


b a
trasportareeinsEuropa occidentale le risorse
2 0Il progettofrdel South Stream prevede che il gas
xattraversorail Mar Nero fino in Bulgaria, in seguito
energetiche russe.
0
su in due rami, uno destinato a raggiun-
4 si dividerebbe
russo transiti
1
il gasdotto
5 gere s
oe le coste adriatiche dellItalia, laltro dovrebbe
a m b r
la Grecia

z z o minvece t o attraversare la Serbia e raggiungere lEuropa centrale e


o a t n
B m mecando di acquisire un ruolo preponderante nel settore energeti-
continentale. Per realizzare questo obiettivo la Russia sta cer-

for esti coacquistato


serbo. Nel 2008 la Gazprom, il gigante russo dellenergia, ha

a l l ba per
la quota di maggioranza (51%) della compagnia ser-
lenergia elettrica (NIS). La Gazprom sta inoltre realiz-
zando, insieme alla compagnia statale serba SrbijaGas, uno stu-
dio di fattibilit per la costruzione del gasdotto che dovrebbe
attraversare il territorio serbo dal confine con la Bulgaria a
quello con lUngheria. Sempre nel 2008 Russia e Serbia hanno
siglato un accordo per la creazione di una compagnia mista, in-
caricata della realizzazione e della gestione di un centro di rac-
colta e stoccaggio del gas; si prevede che questa istallazione
venga costruita in prossimit della frontiera serbo-ungherese.
La realizzazione di questo progetto aumenterebbe notevol-
mente linfluenza della Russia sullo scacchiere balcanico12, ma
esso gioverebbe anche alla Serbia, che guadagnerebbe in tal
modo un ruolo preminente nel mercato energetico balcanico.
Dalla Serbia infatti dovrebbero partire rami minori del gasdot-
to, in grado di raggiungere gli altri paesi della regione. In parti-
colare la compagnia SrbijaGas ha gi mostrato interesse per la
costruzione di un gasdotto destinato a raggiungere la Bosnia.
Data la complessa struttura politico-istituzionale della Bosnia,


12 Cfr. A. Gaston, La crisi del gas e la cortina di freddo dei Balcani, Affari Inter-

nazionali, 09/02/2009, http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=


1068.
o l
c
+ ta
n
Andrea Carteny
/
132

0 e sa
b croato-musulmana
0
divisa tra una Federazione
f r
2 la realizzazione
e unentit serba

0 x
(Republika Srpska)
r a di questo gasdotto potrebbe

4
avere ricadute
frendo1uno strumento
u
anche sullequilibrio interno della Bosnia, of-
s di pressione alla componente serba. Il
5 m o s
a
gasdotto
b r
passerebbe infatti da Banja Luka, capitale della Repu-

z z o mblika t o
Srpska e solo successivamente raggiungerebbe Sarajevo.
o a t n
Inoltre la realizzazione del progetto viene negoziata dalle singo-
B m mele entit, non dal governo centrale della Bosnia. Prevedibilmen-
for esti tementre
i negoziati tra la Serbia e la Republika Srpska saranno rapidi,

a l l potrebbero
quelli tra la Serbia e la Federazione croato-musulmana
essere complicati dalle dispute a base etnico-politica
che oppongono la Federazione e la Republika Srpska.
Le relazioni tra Belgrado e Mosca hanno assunto recente-
mente una dimensione rilevante anche nel settore della sicurez-
za e della difesa. In ottobre stato infatti inaugurato un centro
umanitario congiunto russo-serbo sul territorio della Serbia,
nella citt meridionale di Nis. Il centro destinato ad offrire
una base per operazioni di assistenza umanitaria in caso di ca-
lamit naturali in Serbia e, eventualmente, negli altri paesi della
regione balcanica. Tuttavia alcuni hanno ipotizzato che il centro
umanitario possa servire anche a scopi militari; secondo queste
voci il centro potrebbe servire per monitorare lattivit delle ba-
si militari degli Usa in Romania, dove il governo di Washington
ha progettato la creazione di un sistema di difesa anti-missi-
listico visto con sospetto dalla Russia. Unaltra ipotesi che
linstallazione sia in qualche modo legata alla questione del Ko-
sovo, che dista circa 100 kilometri da Nis13. Il governo di Bel-
grado e quello russo hanno seccamente smentito queste ipotesi,
affermando che linstallazione di Nis non diretta contro nes-


13 Cfr. Euractiv, Russia opens humanitarian base in Serbia, http://www.eura-

ctiv.com/enlargement/russia-opens-humanitarian-base-serbia-news-508382.
o l
+ tac
n
La sicurezza nei Balcani: il ruolo della Russia tra lUE e la NATO
/
133

0 b sdella a regione a partecipare alle


suno ed invitando gli
0. fr altri Statie
2
x i buonirarapporti tra Mosca e Belgrado, bisogna
attivit del centro 14

0
4 sasnon
Nonostante
u sopravalutare la portata dellinfluenza
5 russa 1
fare attenzione
o La Russia il primo paese per il valore di
a m b r
sulla Serbia.

z z o mmerci t oimportate in Serbia, ma nel loro insieme i paesi del-


o a t n
lUnione Europea sono il primo partner commerciale della Ser-
B m mebia e sono al primo posto anche per investimenti esteri diretti;
for esti dallUE proviene infatti circa il 70% degli investimenti esteri in

a l l Serbia . Inoltre lattuale governo serbo, guidato da Mirko


Cvetkovic,
15

ha impresso al paese un indirizzo fortemente euro-


peista e non desidera legarsi eccessivamente alla Russia. Questo
atteggiamento trova spiegazione sia nel desiderio di aderire un
giorno allUE, sia nella consapevolezza dellesecutivo serbo che
la UE e la NATO rimangono i principali attori politici nella re-
gione16. Ci significa che anche nella questione del Kosovo, as-
sumere una posizione apertamente ostile allUE e alla NATO
non gioverebbe alla salvaguardia degli interessi serbi.
Da un punto di vista economico la Russia sembrava inten-


14 Cfr. B92, FM: Russo-Serbian center not military base; http://www.b92.net/

eng/news/politics-article.php?yyyy=2011&mm=10&dd=17&nav_id=76901.
Serbia Investment and Export Promotion Agency, Foreign Trade by Countries;
http://www.siepa.gov.rs/site/en/home/1/importing_from_serbia/foreign_tr
ade_data/foreign_trade_by_countries.
15 Cfr. Serbia Investment and Export Promotion Agency, Strong FDI Fig-

ures; http://www.siepa.gov.rs/site/en/home/1/investing_in_serbia/strong_
fdi_figures. Cfr. anche European Commission, Western Balkans Trade 2010;
Statistics; http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2006/september/tradoc_
113477.pdf.
16 Sul ruolo dellUE nei Balcani cfr. J. Rupnik (Edited by), The Western Bal-

kans and the EU: the hour of Europe. Chaillot Paper No126 06 June 2011;
http://www.iss.europa.eu/uploads/media/cp126-
The_Western_Balkans_and_the_EU.pdf.
o l
c
+ ta
n
Andrea Carteny
/
134

b sa anche con il Montenegro;


zionata a sviluppare0buone relazioni
in questo caso,2per, f re economica russa non
0 la penetrazione
0 x inrgrado a di scalfire il primato dellUE. Se-
condo1i 4
stata minimamente
u
s statistico montenegrino lUE il prin-
5 m o s
dati dellufficio

a
cipale
b r
mercato per i prodotti montenegrini (56% delle esporta-

z z o mzioni) t o
e dai paesi dellUE proviene il 36% delle importazioni del
o a t n
Montenegro . Inoltre, a differenza di quanto avviene per la
B m meSerbia, le relazioni russo-montenegrine non hanno acquisito
17

for esti unaNeldimensione marcatamente politica.

a l l Balcani
complesso la Russia esercita un ruolo significativo nei
e con ogni probabilit la sua influenza nella regione
destinata ad aumentare, soprattutto se dovessero realizzarsi i
suoi progetti in ambito energetico. In ogni caso, se Mosca si
pone talvolta in competizione con lUE e con la NATO, la
Russia non persegue una politica di aperto contrasto nei con-
fronti delle strutture transatlantiche18. Il governo russo non si
oppone allingresso dei paesi balcanici nellUnione Europea n
nellAlleanza Atlantica. Del resto, pur volendo, la Russia non
avrebbe i mezzi per opporsi, anche perch lintegrazione nelle
strutture euroatlantiche generalmente vista con favore dai cit-
tadini dei paesi balcanici19. La sola eccezione riguarda la Serbia.
In questo caso la Russia non ha espresso obiezioni allinte-


17 Cfr. Monstat, External Trade of Montenegro, January-August 2011,

http://www.monstat.org/userfiles/file/spoljna%20trgovina/2011/aug%2011
%20spoljna%20eng.pdf.
18 Per una rassegna dei rapporti tra NATO e Russia cfr. V. Pouliot, Pacifi-

cation without Collective Identification: Russia and the Transatlantic Security Community
in the Post-Cold War Era. Journal of Peace Research, Vol. 44, No. 5 (Sep.,
2007), pp. 605-622.
19 Cfr. R. Manchin, Balkan public opinion and Eu accession, in J. Rupnik (ed.),

The Western Balkans and the EU: the hour of Europe. Chaillot Paper, No. 126,
06 June 2011, http://www.iss.europa.eu/uploads/media/cp126-The_Western
_Balkans_and_the_EU.pdf.
o l
c
+ ta
n
La sicurezza nei Balcani: il ruolo della Russia tra lUE e la NATO
/
135

0 b saqualche riserva sul suo in-


grazione nellUE, ma
2 0 In Serbia f relopinione pubblica ha guardato
ha formulato
xfreddezzaraallipotesi di aderire allUE ed stata
gresso nella NATO.
0
4 contraria suallintegrazione nella NATO . In entram-
per anni con
1
nettamente
s
o a pesare la questione del Kosovo e il ricordo
5 bimi casi continua
20

a b r
z z o mdei t o che mentre ladesione allUE raccoglie il consenso di
bombardamenti della NATO nel 1999. Occorre peraltro
o t n
B ma meuna parte consistente della classe politica serba e la Commis-
ricordare

for esti sione Europea ha recentemente prospettato di concedere lo

a l l status di paese candidato a Belgrado, lingresso nella NATO


non un obiettivo dellesecutivo serbo, e suscita maggiori con-
trasti anche allinterno della classe dirigente . Di conseguenza,21

a differenza di Bosnia, Macedonia e Montenegro, la Serbia non


ha aderito neanche al Membership Action Plan (MAP), il pro-
gramma della NATO finalizzato a preparare le condizioni del-
ladesione.


20 Cfr. Balkan Insight, Poll: Serbia Support for Joining EU, NATO Declines,

http://www.balkaninsight.com/en/article/poll-serbia-support-for-joining-
eu-nato-declines.
21 Cfr. http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2011&

mm=09&dd=15&nav_id=76413.
c ol
/ n + ta
0 b sa
2 0 fre
0 x ra
1 4 ssu
a 5 m bro
z z o m to
Bo mat men
for esti
all
c ol
/ n + ta
0 b sa
2 0 fre
0 x ra
1 4 ssu
5 RUSSIA Eo
m r ITALIA TRA UNIPOLARISMO E TENDENZE

z za o m ALt
o b
BILANCIAMENTO NEL SISTEMA INTERNAZIONALE

o a t n
B m me
for esti

all Gabriele Natalizia


Universit di Roma La Sapienza


,
.
, .
,

.

Lassenza di un principio regolatore gerarchico il principale


elemento caratterizzante dei sistemi internazionali che, per tale
ragione, vengono definiti anarchici e decentrati. Nonostante
questa particolare qualit, al loro interno non si verifica nulla di
simile al caos in quanto, pur in assenza di governo, a bilanciare le
spinte centrifughe intervengono una serie di istituzioni e prassi
c ol
138
/ n +Nataliziata
Gabriele

0 b smodello
noncheun
a di relazioni tra le uni-
0 fr dipendenza e insicurezza. La po-
condivise e legittimate,
t connotato da2disuguaglianza,
0 x quindi, r a costituirebbe il risultato di una mi-
1
scela di anarchia
u
4 sessociet, che pu essere definita politica in as-
litica internazionale,

a 5 senza
m r o Nel decennio compreso tra il 1989 e il 1999,
b
di governo.

z z o mmolti t o
analisti di scuola liberale delle relazioni internazionali ha
o a t n
B m mespontanea di un ordine egemonico di cui gli Stati Uniti avrebbe-
prospettato un mondo che andava incontro allimposizione

for esti rostoria,


costituito il vertice, mentre si avvicinava il momento in cui la

a l l giunta
almeno per come era stata conosciuta in passato, sarebbe
al suo termine. Il biennio 1999-2001, tuttavia, ha costituito
la prova evidente che questa previsione non era che lennesimo
prodotto di una visione utopistica dei rapporti umani e, di con-
seguenza, anche dei rapporti politici.
Lo scenario internazionale del XXI secolo appare di pi dif-
ficile comprensione rispetto a quello che lo aveva preceduto. I
rapporti internazionali nella fase della Guerra fredda risultava-
no, infatti, interpretabili attraverso il paradigma dello scontro
tra Unione Sovietica e Stati Uniti e, quindi, tra Est ed Ovest.
Questo schema interpretativo nonostante le sue numerose im-
precisioni, serviva lobiettivo di rendere maggiormente decifra-
bile una realt politica complessa attraverso il ricorso ad una
dialettica, ad una vicenda narrativa e a degli schemi politici
condivisi e, quindi, comprensibili a tutti. Non pi possibile
ricorrere, tuttavia, ad un esercizio di semplificazione simile, in
quanto attualmente non esiste alcuna forma di accordo sul si-
stema internazionale contemporaneo, n un linguaggio politico
comune. Non esiste, anzitutto, per quanto riguarda lidentifi-
cazione dei suoi attori principali, con la sola eccezione degli
Stati Uniti la cui capacit di proiettare potenza investe tutti i
quadranti geopolitici. Se durante la Guerra fredda nessuno
c ol
/ n + e tendenze
Russia e Italia tra unipolarismo
t a al bilanciamento 139

avrebbe mai messo0


b sala natura bipolare del siste-
ma e il ruolo 2 0 in questo f re contesto dalla superpotenza
in discussione

ex a
svolto
americana 0 da quellarsovietica,
4 u attualmente alle asserzioni in
s unipolare rispondono quelle che,
1una delprofezia
5
sostegno
m o s
momento

a come
b r che vorrebbe auto-avverarsi, annunciano il

z z o mritorno t odi un assetto multipolare in un futuro quanto mai pros-


o a t n
B m mepu essere considerata n unipolare, n multipolare, tanto che
simo. La politica internazionale contemporanea, per altri, non

for esti Huntington ha provocatoriamente parlato di uni-multipolari-

a l l smo. Gli Stati Uniti sarebbero una superpotenza solitaria,


contraddistinta dalla preminenza in tutte le dimensioni del po-
tere (diplomatico, economico, militare, tecnologico e culturale)
e dalla forza di promuovere i propri interessi globalmente. Ad
un secondo livello, tuttavia, in ogni macro-area regionale si at-
testerebbe una potenza regionale in grado di bilanciare il pote-
re americano, ma la cui azione risulterebbe limitata ad alcuni
specifici quadranti poich priva dei numeri politici, militari o
economici necessari per mettere in atto una strategia di respiro
globale. Allinterno di tale cornice la Russia svolgerebbe un
ruolo simile nellarea del cosiddetto ex-spazio sovietico che, a
seconda delle prospettive, viene definito estero vicino (pro-
spettiva di Mosca) o estero condiviso (prospettiva di Wa-
shington). Ad un terzo livello, infine, si muoverebbero delle
potenze regionali secondarie, i cui interessi si trovano in attrito
con quelli delle altre potenze regionali e con le quali gli Stati
Uniti tendono ad allearsi per evitare il sorgere di una potenza
egemonica in unarea regionale.
Ad aumentare la confusione e la difficolt di interazione tra
le unit interviene la mancanza di accordo tra queste rispetto
alla percezione del contesto nel quale interagiscono. Gli Stati
dellUnione Europea e la Federazione Russa si considerano in
c ol
140
/ n +Nataliziata
Gabriele

0 a con la caduta del mu-


bfredda,siniziata
una fase di post guerra
ro di Berlino e 2
e
0 dallafrfase culminante (e pi difficile) del
x ravolto a sventare lo scoppio sul conti-
segnata
progetto di0integrazione
nente1 di4una nuova
s suguerra civile e ripristinare, paradossal-
a 5 mente
m r o un processo di regionalizzazione, la loro so-
b
attraverso

z z o mvranit t o nei campi dove era stata perduta a causa delle dimen-
o a t n
B m memercati finanziari nazionali. Al contrario, per gli Stati Uniti
sioni troppo limitate della popolazione, delleconomia e dei

for esti lepoca post bipolare gi stata superata con gli attacchi dell11

a l l settembre 2001, che rappresenterebbero un momento di svolta


verso quella nuova fase politica che stata definita Guerra
globale al terrorismo.
Ad un primo sguardo la configurazione del sistema interna-
zionale potrebbe, quindi, apparire tendente al multipolarismo.
stato fatto notare, tuttavia, che le difformit tra il multipolari-
smo classico ed il sistema attuale sono oggettivamente consi-
stenti. Il primo, sorto con la Pace di Westfalia e terminato con
la Seconda guerra mondiale, stato fondato sullesclusivit de-
gli Stati e la presenza di quattro o cinque potenze alla costante
ricerca di un equilibrio. Viceversa, oggi assistiamo alla presenza
di un numero maggiore di centri di potere, tra cui alcuni costi-
tuiti da soggetti non-statali. Il sistema internazionale contempo-
raneo sta assistendo, infatti, ad alcuni casi in cui soggetti non
statali riescono a competere con loro nella sfera militare, che in
passato ne costituiva un monopolio sia per quanto riguardava la
dimensione delleffettivit, che per quanto riguardava la dimen-
sione della legittimit. Richard Haass, sulla base di queste con-
siderazioni, ha sostenuto che ci troviamo al cospetto di un si-
stema non-polare (o apolare). La non-polarit non solo
implicherebbe la presenza di numero di centri di potere pi alto
rispetto al passato, ma anche la carenza di istituzioni e relazioni
c ol
/ n + e tendenze
Russia e Italia tra unipolarismo
t a al bilanciamento 141

0 e saIl mondo non-polare, quin-


bprevedibili.
0 funr mondo pi pericoloso.
stabili i cui effetti siano
2
x di rtalea cornice che i rapporti tra lItalia e la
di, sarebbe necessariamente
sullo0
4 ssuna
sfondo
Russia1assumono
u nuova importanza, investendo core is-
a 5 sues
m r o che durante la Guerra fredda non sarebbe mai
b
inun modo

z z o mpotuto t o essere possibile. Il radicale mutamento di contesto ri-


o a t n
B m mela fine della storia, infatti, hanno fatto riemergere la naturale
spetto al bipolarismo e il dissolversi della visione utopistica del-

for esti tendenza allequilibrio che caratterizza tutti i sistemi internazio-

a l l nali e, in particolar modo, quelli in cui si verifica leffettiva pre-


senza di un attore egemone. Questo non significa che i Paesi
dellUnione Europea o la Federazione Russa debbano assumere
posizioni necessariamente in contraddizione con quella ameri-
cana, ma che possano giocare, i primi, una partita internaziona-
le con maggiore autonomia e con lidentificazione di un interes-
se nazionale che non deve essere pi sacrificato in nome di una
partita politica pi alta, e, la seconda, possa cercare di modellare
le vicende internazionali che sente pi importanti per la propria
sicurezza senza temere di alimentare dinamiche potenzialmente
foriere di uno scontro dalle dimensioni senza precedenti, come
avvenuto durante il periodo del bipolarismo.
LItalia pu, in questo nuovo contesto, svolgere rispetto alla
Russia tre funzioni importanti. La prima, quella pi nota,
quello di partner affidabile nelle relazioni economico-commer-
ciali, soprattutto in merito al reperimento, allutilizzo ed alla
commercializzazione delle risorse energetiche. Il Paese, in que-
sto senso, si gi mosso sostenendo limplementazione dei
rapporti tra i nostri campioni nazionali e le societ che costi-
tuiscono la punta di eccellenza nel settore per la Russia. Il pro-
getto pi importante gi in atto senzaltro quello della crea-
zione del gasdotto South Stream, che collegher via Mar Ne-
c ol
142
/ n +Nataliziata
Gabriele

ro le coste russe a 0
b saIl risultato sar quello di un
2 rein quanto sul suo trasporto non
0costi del fgas,
quelle italiane.
abbassamento dei
graveranno0pi x le royalties
r a riscosse attualmente dai numerosi
1 u
4cui territorio
s passano le condutture, e una messa in si-
5
Stati sul
m o s
a curezza
b
del rgas stesso, che non sar pi soggetto al controllo

z z o mdei t o di particolare tensione, potrebbero decidere di


flussi da parte di Paesi terzi che, in presenza di congiunture
o t n
B ma mealterarne nuovamente il corso.
internazionali

for esti cheLItalia, in secondo luogo, grazie allintensit del rapporto

a l l la lega a Mosca anche a dispetto dellalternanza dei rispettivi


governi, pu costituire un facilitatore del dialogo tra la Russia e
lUnione Europea. Numerosi Paesi membri della Ue, infatti,
presentano alcuni nodi politici ed economici irrisolti con Mosca
e, troppo spesso, il loro peso allinterno del consesso di Bruxel-
les non viene bilanciato da una voce che presenti anche le ra-
gioni della controparte. La sinergia tra i due Paesi, quindi, pu
essere sviluppata facendo s che lItalia sostenga, quando la ra-
gione lo consente, le prospettive di Mosca nei consessi dove
questultima non parte in causa. Allo stesso modo la Russia
potrebbe fare altrettanto laddove manchi un rappresentante ita-
liano in quei contesti, soprattutto quelli legati alle dinamiche po-
litiche dellAsia Centrale e dellEstremo Oriente, dove gli inte-
ressi italiani sono direttamente chiamati in causa, ma Roma non
direttamente rappresentata.
LItalia, infine, pu offrire un contributo importante, grazie
alla sua posizione di equivicinanza alla Federazione Russa e
agli Stati Uniti, nellopera di consolidamento del mondo occi-
dentale, rispetto al quale la Russia non pu pi essere conside-
rata unestranea. necessario, in questo senso, che la politica
estera italiana sia sempre orientata da quello spirito di Pratica
di Mare, che ha contraddistinto il summit Nato-Russia ospita-
c ol
/ n + e tendenze
Russia e Italia tra unipolarismo
t a al bilanciamento 143

0 a impostazione ha per-
bnel 2002.sQuesta
to alle porte di Roma e
0recenti, difrrivedere alcune scelte strategico-
messo, in tempi 2
xNato, cherarischiavano di comportare un irrigidi-
0
4 relazioni sucon Mosca. Sulla stessa lunghezza donda,
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a
z o mperativa o
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a
B m me2002, serve al meglio la sicurezza dellarea Euro-Atlantica. Noi
cipi dellaccordo del 1997 e della Dichiarazione di Roma del

for esti siamo pronti a lavorare con la Russia per rispondere alle sfide

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B ma me Italia e Russia tra modernizzazione e stagnazione
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28-29-30 novembre 2011

Sala del Senato Accademico


Palazzo del Rettorato, Piazzale Aldo Moro, 5
Sapienza, Universit di Roma
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Finito di stampare nel mese di aprile 2013


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