Relatore Laureando
1
6.4.1 Introduzione 27
6.4.2 Modello Invernale 27
6.4.2.1 Introduzione 27
6.4.2.2 Incrocio mappa copertura con mappa pendenza 28
6.4.2.3 Incrocio mappa MAP_INV1 con mappa esposizione 29
6.4.2.4 Incrocio mappa MAP_INV2 con mappa altitudine 31
6.4.3 Modello Estivo 32
6.4.3.1 Introduzione 32
6.4.3.2 Incrocio mappa copertura con mappa pendenza 32
6.3.3.3 Incrocio mappa MAP_EST1 con mappa esposizione 34
7. Validazione del modello 35
7.1 Introduzione 35
7.2 Confronto visivo 36
7.2.1 Modello invernale 36
7.2.2 Modello estivo 40
7.3 Confronto analitico 42
7.3.1 Modello invernale 43
7.3.2 Modello estivo 44
7.3.3 Osservazioni 45
8. Conclusioni 49
9. Bibliografia 50
2
1. Introduzione
2. Il Parco di Paneveggio
3
Illustrazione 1: Mappa del Parco di Paneveggio (Foto:www.parcopan.org)
2.2 Morfologia
4
latifoglie o misti a conifere, alle quote inferiori si aggiungono, seppur in maniera minore,
alla foresta di Pecceta. Formazioni rade a larice e pino cembro con sottobosco assai
sviluppato rappresentano forse l'ambiente vegetazionale pi estremo per le condizioni
ecologiche.
2.3 Clima
Per quanto riguarda l'aspetto climatico il territorio del Parco caratterizzato da una
spiccata variabilit dovuta alla schermatura offerta dal Lagorai e dal gruppo delle Pale di
San Martino: da un clima prealpino a sud di Passo Rolle si ha quindi il progressivo
passaggio verso un clima di tipo continentale a nord del Passo. Le precipitazioni nevose
pi copiose si hanno sullaltopiano delle Pale (quota 2500-2700 m) da ottobre-novembre
fino ad inizio giugno. Il manto nevoso qui si conserva per 8 - 10 mesi lanno, da ottobre a
maggio-giugno e pu comunque permanere per tutta lestate in corrispondenza di aree
depresse, su versanti esposti a nord. Troviamo in questa zona anche le temperature pi
rigide: la media annua si spinge al di sotto dello 0C per un periodo di sette mesi, tra
5
ottobre ed aprile. Lescursione termica tra il mese pi freddo e quello pi caldo di 15-16
C. I venti non presentano particolarit di rilievo, oltre alla normale brezza di valle e di
monte troviamo una corrente fredda proveniente da Nord.
2.4 Antropizzazione
Larea del Parco risulta minimamente antropizzata, al suo interno sono presenti solo il
piccolo centro abitato di Passo Rolle, la localit Paneveggio ed alcuni masi sparsi, con una
popolazione complessiva di poche decine di abitanti. Il carico antropico risulta concentrato
soprattutto nei mesi estivi, in alcune aree percorse da strade e sentieri. In inverno le
presenze umane si concentrano nelle zone raggiunte dagli impianti di risalita. Nelle restanti
aree del Parco l'incidenza antropica risulta nulla.
6
2.5 Gli Ungulati del Parco
Le caratteristiche geomorfologiche del territorio del Parco consentono alle molte specie di
animali presenti, di disporre di una molteplicit e variet di habitat idonei alle loro diverse
esigenze; come descritto, la notevole escursione altimetrica, la diversa esposizione dei
versanti, linfluenza antropica localizzata esclusivamente sul fondovalle, determinano una
grande eterogeneit di ambienti tali da permettere a ciascuna specie di ricavarsi uno
spazio nel luogo pi idoneo alle proprie esigenze. Tralasciando la variet di animali
presenti sul territorio e concentrandosi sugli Ungulati il camoscio la specie pi presente
con circa 1900 esemplari stimati. Troviamo inoltre il capriolo e il cervo, quest'ultimo in
netta crescita negli ultimi decenni, con circa 450 unit. Per lo stambecco si provveduto
nel 2000 ad attuare un piano di reintroduzione sulle Pale di San Martino che ha portato a
contare 50 esemplari attualmente.
7
che si evidenzia durante quasi tutto il periodo dell'anno. In estate le femmine ed i giovani,
fino 1-2 anni, occupano per lo pi i pascoli al di sopra del limite del bosco, mentre i maschi
adulti, che tendono ad essere solitari, si trovano a quote meno elevate. Linizio della
stagione degli amori l'unico momento nel quale i maschi si uniscono alle femmine,
incontrandosi su praterie e macereti, per formare branchi anche di 40-50 individui; questo
periodo inizia solitamente a fine ottobre per concludersi nella seconda met di dicembre.
3.2 Diffusione
La presenza del camoscio stata riscontrata gi 250-150.000 anni fa, ma durante le
glaciazioni del Wurm e dellOlocene che ha raggiunto la massima diffusione in Europa
Centrale, spingendosi fino agli Appennini settentrionali. A inizio secolo la pratica venatoria
selvaggia fino allora perpetrata aveva portato ad un drastico calo della popolazione di
Ungulati in tutto l'arco alpino, compreso il camoscio. Nel secondo dopoguerra, il
progressivo abbandono dello sfruttamento intensivo delle zone di media e alta montagna e
la regolamentazione della caccia, hanno determinato una inversione di tendenza, con una
8
crescita numerica delle popolazioni e una progressiva espansione del loro areale; dal
decennio 1960-1970, lo status della specie continuamente migliorato e il fenomeno di
generale espansione non sembra ancora terminato. A questa evoluzione positiva ha
contribuito in maniera determinante la creazione dei parchi e degli altri istituti di
protezione, che hanno favorito un pi rapido incremento e stabilizzazione dei nuclei
presenti. Attualmente presente con densit differenti, su tutto larco alpino.
Relativamente all'Italia, dati aggiornati al 2006 riportano che il 34% delle presenze della
specie si concentra in Trentino Alto-Adige, il 28% in Piemonte, il 12% in Lombardia e il
10% in Valle dAosta; i Camosci presenti nelle altre regioni non superano il 10% del totale.
4.2.1 Introduzione
La scelta delle variabili ambientali ed ecologiche utilizzate per la specie Camoscio Alpino
nel Parco di Paneveggio stata condizionata in primo luogo dalla disponibilit di dati e dal
loro grado di copertura del territorio. Sulla base dei dati disponibili, la scelta quindi stata
9
effettuata in funzione dalle caratteristiche ecologiche delle specie e da ulteriori dati
bibliografici (gli studi sulla specie camoscio risultano meno approfonditi rispetto altri
Ungulati quali Cervo e Capriolo), permettendo in questo modo di selezionare i parametri
che meglio discriminano e diversificano lidoneit di un territorio alla presenza di questo
Ungulato. Sono state prese in considerazione le seguenti variabili:
Altitudine di presenza della specie
Esposizione
Pendenza del terreno
Copertura del suolo
4.2.2 Altitudine
Il camoscio alpino vive a quote comprese tra 1500 e i 2500 m di altitudine. Durante i mesi
caldi pu soggiornare ad altezze maggiori e d'inverno spingersi a fondovalle (600-800
metri). In estate l'ambiente frequentato di preferenza la fascia altitudinale del bosco
elevato, ed in particolare le zone in cui la vegetazione si fa rada ed intervallata da pareti
rocciose e canaloni (Ladini, 1990). Il modello generale dellutilizzo annuale dello spazio per
la maggior parte delle popolazioni europee di camosci, consiste quindi in una migrazione
stagionale tra le foreste situate a quote inferiori in inverno e le praterie subalpine situate
sopra il limite della vegetazione arborea nella stagione estiva (Lovari & Cosentino, 1986;
Herrero et al, 1996).
10
si rifugia sotto i rami delle conifere e cerca con le zampe anteriori di far affiorare la secca
vegetazione dell'estate precedente. Per pascolare ricerca i pendii riparati dove il vento e il
gelo hanno messo allo scoperto qualche stelo. Per dissetarsi ricava l'acqua dalla rugiada e
dai vegetali (Ladini, 1990). Rientra nella categoria dei consumatori intermedi (Hoffman,
1989), quelli cio in grado di variare la quantit e la qualit della dieta in funzione della
disponibilit di cibo; secondo Dunant (1977), le specie vegetali incluse nella sua
alimentazione sono pi di 300.
4.2.4 Esposizione
Second Knaus & Schroder l'esposizione risulta importante soprattutto nei mesi invernali; in
questa stagione il camoscio preferisce i versanti con esposizioni meridionali. In particolare i
quartieri rivolti a SUD e SUD-OVEST, dove lo scioglimento anticipato delle nevi consente il
pi facile reperimento del cibo.
4.2.5 Pendenza
Il carattere rupicolo del camoscio gli fa preferire versanti con acclivit importanti.
Sopratutto nel periodo invernale, i camosci tendono normalmente a selezionare zone con
pendenze elevate, 30-45 gradi, che impediscono un eccessivo accumulo di neve,
problematico per gli spostamenti (Pedrotti, 1996).
11
Illustrazione 5: Un camoscio in fuga sulle creste della Val Canali
12
poligono. La topologia l'insieme delle informazioni che riguardano le mutue relazioni
spaziali tra i diversi elementi come la connessione, l'adiacenza o l'inclusione. Gli attributi
rappresentano i dati descrittivi dei singoli oggetti reali. Nei GIS possono essere utilizzate
due diverse tecniche di rappresentazione dei dati: vettoriale e raster. Nella
rappresentazione vettoriale un punto definito da una coppia di coordinate mentre una
linea o un poligono dalle coordinate di un insieme di punti che quando connessi fra loro
con segmenti retti, formano la rappresentazione grafica dell'oggetto. Nella
rappresentazione raster invece, l'area considerata suddivisa in un insieme di celle,
generalmente di forma quadrata, in ciascuna delle quali viene registrato l'attributo (o
categoria) presente. Ad ogni cella viene quindi attribuito un valore numerico. Le diverse
categorie di oggetti presenti sulla superficie terrestre sono generalmente distinti in
elaborati diversi, o carte. Ogni elaborato contiene quindi una diversa caratteristica o
tematismo, come la copertura del suolo, laltimetria, ecc.
5.2 GRASS
GRASS (da Geographical Resources Analysis Support System) un "open source" GIS
acquisibile ed utilizzabile gratuitamente ed costituito da circa 400 moduli diversi.
Funziona sotto sistema operativo Unix (o similari) e Windows. Originariamente scritto,
sviluppato, gestito e diffuso dall'U.S. Army Construction Engineering Research Laboratories
(USA-CERL, 1982-1995), sezione dell' US Army Corp of Engineers, come strumento per la
gestione del territorio e la pianificazione ambientale per scopi militari, GRASS si evoluto
divenendo rapidamente un potente strumento in un ampio campo di applicazioni in molte
differenti aree della ricerca scientifica. GRASS attualmente utilizzato in tutto il mondo in
ambienti accademici e commerciali, in molti settori governativi e in molte compagnie di
consulenza ambientale. In GRASS ad ogni oggetto di una carta raster, o meglio alle celle
che compongono loggetto, viene attribuito un solo valore di categoria ed eventualmente
unetichetta descrittiva. La non assegnazione di una categoria comporta lassegnazione
automatica di un valore particolare definito null. Limmagine vettoriale costituita da un
insieme di caratteristiche geometriche e di attributi come per tutti i GIS.
13
6. Creazione del modello
6.2.1 Introduzione
Attraverso il DTM (Figura n 1) stato dunque possibile creare le mappe necessarie per
elaborare il modello di distribuzione dei camosci. A tal fine, si ritenuto necessario la
14
creazione delle seguenti mappe:
1. mappa delle pendenze;
2. mappa dell'esposizione;
3. mappa dell'altitudine;
4. mappa della copertura;
15
minimo di 0.00 gradi a un massimo di 83.45 gradi (figura n 2).
RANGE CATEGORIA
0-15 0 condizione sfavorevole
15-30 2 condizione buona
30-45 3 condizione ottimale
>45 1 condizione discreta
Tabella n 1
16
avere valori di pendenza utili a un deflusso della copertura nevosa, per quanto riguarda
l'inverno. La categoria 0 risulta non idonea, proprio per il carattere rupicolo del camoscio
che ricerca per il suo habitat zone frastagliate e accidentate, fondamentali come vie di
fuga e riparo. La classe 1 comprende un intervallo maggiore, essendo queste pendenze
talmente elevate da risultare analoghe per lutilizzo da parte della specie. Di seguito si
riporta la visualizzazione della mappa riclassificata (figura n 3)
17
Figura 4: Mappa dell'esposizione
L'operazione successiva stata la classica suddivisione in ottanti, sempre attraverso il
comando r.reclass (figura n 5).
18
impiegando nuovamente il comando di riclassificazione. Si riporta nella tabella seguente la
suddivisione con la relativa categoria di appartenenza (tabella n 2).
RANGE CATEGORIA
N-NE N-NO 1 condizione sfavorevole
S-S0 2 condizione ottimale
E-SE 3 condizione discreta
Tabella n 2
Bisogna precisare che questa mappa (figura n 6) stata utilizzata solo per la creazione
del modello invernale. Come da bibliografia (vedi cap. 4.2.4), il parametro dell'esposizione
influente principalmente in questa stagione, mentre da considerarsi di rilevanza bassa
o nulla nel resto dell'anno. Come si vede dalla tabella, la categoria 2 stata considerata
quella pi idonea per la selezione dell'habitat ideale agli ungulati, in quanto la neve in
questi versanti permane meno a lungo, rispetto altre esposizioni. La categoria 1
comprende tutto l'intervallo delle esposizioni a Nord, che per quanto riguarda l'inverno
hanno una selezione negativa da parte dei camosci.
19
Figura 6: Mappa dell'esposizione dopo l'accorpamento
in 3 classi
20
fustaia1
fustaia2
pascolo1
pascolo2
improduttivo
Sono presenti due mappe per la fustaia e il pascolo poich l'area del Parco di Paneveggio
occupa, delle zone con cui stata divisa la Regione Trentino per la realizzazione della
cartografia per l'Uso del Suolo, rispettivamente la zona_1 e la zona_2. Si reso
necessario quindi unire le mappe, come descritto in seguito. Per il vettoriale improduttivo
sufficiente invece una singola mappa a coprire l'intera area di interesse. Il vettoriale del
ceduo non stato utilizzato in quanto non interessa alcuna porzione del Parco. Con il noto
comando v.to.rast le mappe sono state rasterizzate. Bene specificare la scelta dei
parametri di rasterizzazione per quanto riguarda le mappe fustaia1 e fustaia2: per
l'origine dei valori del raster stata utilizzata la tabella degli attributi e in particolare la
colonna nominata CING. Questa colonna, come riportato nel file di decodifica fornito
insieme ai dati, contiene le varie categorie fisionomiche (quercete, pinete, lariceti etc. ), a
cui corrisponde un valore numerico specifico. Operazione seguente stata la
riclassificazione delle mappe della fustaia (figura n 7), accorpando le categorie
fisionomiche che andavano dal valore 5 al valore 11, in due classi principali: conifere e
latifoglie (tabella n 3). La scelta di questa distinzione non casuale, ma si riferisce alla
selezione dell'habitat fatta dal camoscio in base all'uso del suolo (vedi cap. 4.2.3).
Prendere in considerazione ogni specie vegetale distintamente non un parametro
significativo, poich la dieta del camoscio molto varia e pu comprendere pi di 300
piante. In bibliografia si riporta talvolta la predilezione dell'ungulato per il Larice, ma solo
per il fatto di fornire un grado di copertura elevato durante l'inverno. Non quindi il
fattore della dieta che risulta importante per la creazione del modello, ma quello dell'uso
del suolo. Il camoscio preferisce, specialmente nella stagione invernale, boschi a conifera
in quanto garantiscono una importante protezione. La tabella seguente riassume il
procedimento di riclassificazione.
21
CATEGORIA ORIGINALE SPECIE VEGETALE CATEGORIA RICLASSIFICATA
5 faggete 2
6 abetine 1
7 peccete secondarie 1
8 lariceti secondari 2
9 peccete montane subalpine 1
10 lariceti 1
11 cembrete 1
Tabella n 3
La categoria riclassificata 1 si riferisce alle latifoglie mentre la categoria 2 alle conifere. Per
quanto riguarda le mappe di pascolo e improduttivo non si ritenuto necessario, ai fini
dello studio in esame, considerare la distinzione nelle sotto-categorie ulteriori utilizzate dal
Servizio Foreste. Nello specifico con improduttivo vengono accorpate tutte le zone a roccia
nuda, rupi boscate o a formazioni erbacee. Questa ampia categoria di copertura risulta
importante per il camoscio soprattutto nella stagione estiva, quando si alza di quota e
trova tra i salti di roccia e i ripidi pendii l'habitat ideale, proprio per l'esigenza della specie
22
di vie di fuga che esaltino la sua prerogativa rupicola. Il pascolo comprende in questo
lavoro tutte le zone a praterie nude, alberate ad arbusti e mughete. Non si distinguono
quindi specie arbustive differenti, ma il pascolo considerato nel suo complesso. Con il
comando r.patch si proceduto infine ad unire tutte le mappe riferite alla copertura in un
una unica mappa raster denominata appunto copertura (figura n 8).
23
RANGE CATEGORIA
673 - 1500 m 0 condizione discreta/sfavorevole
1500 - 2500 m 1 condizione ottimale
2500 - 3183 m 2 condizione sfavorevole
Tabella n 4
Ad ogni classe viene assegnato un valore di quota identificativo della idoneit potenziale
alla presenza dell'Ungulato. La classe 1 identifica il range altitudinale preferito da questa
specie, come da indicazioni bibliografiche (vedi cap. 4.2.2). Le classi 0 e 2 comprendono i
valori di quota rispettivamente sotto e sopra questo range ideale. Come meglio descritto
successivamente, la classe 2 viene considerata non idonea in tutte le stagioni mentre la
classe 1 assume valori di idoneit discreta, solo nella stagione invernale. La mappa
dell'altitudine si presenta nel modo seguente (figura n 9)
24
personale guardaparco che determina sesso e classe di et di ogni individuo osservato. Le
informazioni vengono riportate su apposita scheda di rilevamento insieme ad altre
necessarie informazioni relative all'animale. Successivamente viene allegata la Carta
Tecnica Provinciale in scala 1:10.000 sulla quale, con precisione, viene indicato la
localizzazione degli animali avvistati. Alle uscite di monitoraggio vanno aggiunti gli
avvistamenti occasionali effettuati dalle guardie durante le uscite di vigilanza. Inoltre, la
definizione degli areali di diffusione si basa sull'individuazione di indici oggettivi di
presenza dell'animale (fatte, impronte etc.), che spetta agli stessi Agenti di Vigilanza.
Proprio l'esperienza diretta sul campo di questi soggetti preposti, a cui sono ben note le
zone di frequentazione ideale dei camosci, permette di integrare i dati dei censimenti
stagionali. Infatti a causa della difficolt di accesso di alcune aree a forte copertura nevosa
nel periodo invernale o la criticit degli avvistamenti estivi in zone ad elevata densit
forestale, i censimenti possono presentare delle lacune. A partire dalla mole di
informazioni cos ottenute, i confini degli areali di distribuzione sono stati digitalizzati
manualmente attraverso software GIS. Le mappe utilizzate in questo lavoro sono due
mappe vettoriali riferite alla stagione invernale, da dicembre a febbraio (figura n 10) ed
estiva da giugno ad agosto (figura n 11). L'unica operazione eseguita su di esse la
rasterizzazione con il comando v.to.rast, per il confronto analitico con il modello creato.
25
Figura 10: Mappa degli avvistamenti nella stagione
invernale
26
6.4 Incrocio delle mappe
6.4.1 Introduzione
Dopo avere creato le 4 mappe relative alle variabili ambientali considerate per questo
studio (altitudine, pendenza, esposizione, copertura), fase successiva la creazione del
modello per la ricerca dell'habitat potenziale del camoscio. L'operazione consiste nel
sovrapporre tra di loro le diverse mappe di input, attribuendo un grado di idoneit (in un
intervallo compreso tra 0 e 4), alle varie relazioni tra i valori delle categorie in ingresso. Un
grado 0 individua ambienti non idonei per la presenza della specie studiata; il valore 4 al
contrario indica ambienti ad altissima idoneit. I termini ricompresi entro questo intervallo
rappresentano situazioni le intermedie, come specificato dalla tabella successiva (tabella
n 5).
27
6.4.2.2 Incrocio mappa copertura con mappa pendenza
SINTASSI DI R.MAPCALC
28
Figura 12: MAPPA_INV1
SINTASSI DI R.MAPCALC
29
L'output sar la mappa denominata MAPPA_INV2. Anche in questo caso in corrispondenza
di valori 0 in entrambe le mappe si ottiene un grado di idoneit nullo. Cio dove si ha
grado di partenza 0, il grado della mappa di uscita resta uguale. Questo logico se si
pensa che in zone in cui vi sono condizioni gi sfavorevoli di pendenza e copertura, non
sar l'esposizione ha giocare un ruolo importante nella scelta dell'habitat, ma la selezione
sar negativa comunque da parte del camoscio. Discorso diverso fatto per le altre
combinazioni. Il procedimento del tutto simile all'incrocio precedente, si diminuisce cio
gradualmente il grado di idoneit di partenza parallelamente alla diminuzione del valore di
esposizione. Il grado pi alto si ottiene quando oltre ad avere gi valore 4 nella mappa di
partenza anche il range di esposizione del versante sar ottimale (valore 3), cio S-SO.
Queste condizioni sono adatte per la minor copertura nevosa presente, che rende difficili
gli spostamenti dell'animale, e per la pi veloce crescita dei germogli, essenziale risorsa di
cibo al finire della stagione invernale. Valori di idoneit nulli si ottengono anche partendo
da grado basso(1) in combinazione con range di esposizione discreto(2) e nullo(1), che in
questo caso vengono considerati allo stesso modo. Di seguito si riporta la visualizzazione
della mappa di output MAPPA_INV2 (figura n 13).
30
6.4.2.4 Incrocio mappa MAP_INV2 con mappa altitudine
SINTASSI DI R.MAPCALC
MAPPA_INV3=if(dtm_reclass_inv == 1,MAPPA_INV2,if(dtm_reclass_inv ==
2,0,if(dtm_reclass_inv == 0, MAPPA_INV2 )))
31
Figura 14: MAPPA_INV3
32
1,1,if(veg_reclass == 3 && slope == 2,2,if(veg_reclass == 3 && slope ==
0,1,if(veg_reclass == 2 && slope == 3,2,if(veg_reclass == 2 && slope ==
2,1,if(veg_reclass == 2 && slope == 1,1,if(veg_reclass == 2 && slope ==
0,0,if(veg_reclass == 0 && slope == 3,2,if(veg_reclass == 0 && slope ==
2,1,if(veg_reclass == 0 && slope == 1,1,if(veg_reclass == 0 && slope ==
0,0))))))))))))))))
33
Figura 15: MAPPA_EST1
SINTASSI DI R.MAPCALC
MAPPA_EST2=if(dtm_reclass_inv == 1,MAPPA_EST1,0)
34
indipendentemente da altri fattori. Questa scelta considera la migrazione stagionale dei
camosci che avviene dalle quote inferiori ai pascoli alpini in quota durante l'estate. Anche
le quote superiori ai 2500 m, vengono considerate a selezione negativa, assumendo validi i
dati bibliografici (vedi cap 4.2.2). Le scelte sembrano opportune, comunque le aree
all'esterno del range ottimale costituiscono appena il 16% circa del Parco di Paneveggio,
risultando di minor peso. Di seguito si riporta la visualizzazione della mappa finale di
output MAPPA_EST2 (figura n 16)
35
Il confronto di due tipi: visivo e analitico (pi importante).
36
Figura 18: Esempio di sovrapposizione positiva
37
La parte settentrionale evidenzia invece alcuni limiti del modello. In particolare lungo la
parte Trentina del Passo Valles e al termine della Val Venegia (vedi figura n 19). Si nota
come zone che risultano a grado di idoneit alto o altissimo non sono selezionate dai
38
l'area di Forte Dosaccio sopra il lago di Paneveggio, seppure adiacente alla strada SS50,
riporta la presenza degli avvistamenti. Queste osservazioni, mettono in evidenza come il
disturbo provocato dalle rette viarie, parametro troppo variabile per rientrare nel
modello. Ci si limitati quindi ad esaminare qualitativamente a posteriori la sua influenza.
39
7.2.2 Modello Estivo
40
quote talmente elevate da non interagire con la presenza umana.
Figura 23: Caso particolare di home range uguali nelle diverse stagioni
41
7.3 Confronto analitico
Per un riscontro analitico dei risultati viene utilizzato il comando r.report di GRASS. La
funzione permette di calcolare come si ripartiscono le aree corrispondenti agli
avvistamenti, nelle varie categorie di idoneit potenziale create. Nelle tabelle sono indicati
i valori delle aree totali per le varie categorie, in ettari e in percentuale (tabella n 7 e
tabella n 8). La somma delle aree di selezione positiva (categoria 3, 4, 5), rappresenta il
cosiddetto disponibile che offre l'area del Parco. Viene poi rappresentato come si divide
ogni categoria, tra valore 1 (avvistamento reale) e valore * (assenza di avvistamento). La
somma delle aree di avvistamento rappresenta il cosiddetto utilizzato, cio l'area
realmente occupata dai camosci.
42
7.3.1 Modello Invernale
DESCRIZIONE ettari %
43
7.3.2 Modello Estivo
DESCRIZIONE ettari %
44
7.2.2 Osservazioni
Il confronto analitico permette di confermare la bont del modello gi riscontrata da una
prima verifica visiva. L'andamento che si nota quello di una occupazione in percentuale
maggiore in aree ad alto grado di idoneit. In particolare le zone a idoneit nulla sono
occupate solo per il 3,03% dai camosci in inverno e per l'1,95% in estate; le aree ad
altissima idoneit sono occupate invece per il 47,31% in inverno e per il 42% in estate.
Altra operazione che pu essere fatta attraverso il comando r.report quella di distinguere
la percentuale di avvistamenti che occupa la zona definita disponibile. Le selezioni negative
(categoria 0 e 1) seppur molto rappresentate nel territorio (72,86% per la stagione
invernale e 55,05% per la stagione estiva), sono in proporzione poco utilizzate. Le
categorie positive invece sono molto usate nonostante la loro disponibilit nellarea di
studio sia ridotta. Nelle tabelle seguenti si riporta la percentuale di avvistamento reale che
cade nelle diverse categorie potenziali, (tabella n 9 e tabella n 10).
DESCRIZIONE ettari %
45
DESCRIZIONE ettari %
46
DESCRIZIONE ettari %
47
DESCRIZIONE ettari %
DESCRIZIONE ettari %
Si nota come il range di pendenza che stato considerato pi importante per il modello
30-45 gradi risulti anche il pi selezionato dai camosci in entrambe le stagioni (51,48%
nella stagione invernale e 39,82% nella stagione estiva). Maggiormente rilevante nel
caso invernale in quanto incide il fattore di copertura nevosa, mentre in estate si potrebbe
decidere di accorpare la classe 15-45 gradi, in quanto la distinzione in due classi distinte
non cos netta nella realt.
48
8. Conclusioni
49
9. Bibliografia
Amedei M., 2005 Carta della natura e biodiversit nelle aree naturali protette: il
Parco di Paneveggio-Pale di San Martino
Herrero J., Garin I., Garcia-Serrano A., Garcia-Gonzales L., 1996. Habitat use in a
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50
51