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La teoria della

Luca Ferraro
LICEO SCIENTIFICO FEDERIGO ENRIQUES

relativit
generale, i
buchi neri, le
onde
gravitazionali
La relativit generale, i buchi neri, le onde
gravitazionali
Indice.
Limportanza della gravit ..
..
pag. 3
Le concezioni umane della gravit nella storia ..
pag. 3
La teoria di Einstein .

.. pag. 4
1) La teoria della relativit generale ..
. pag. 4
2) Alcune prove

.. pag. 6
3) Il problema sulla forma delluniverso
.. pag. 7
I buchi neri

. pag. 7
1) Che cosa un buco nero

pag. 7
2) Come nascono i buchi neri
..
pag. 8
3) Gli effetti sullo spaziotempo di un buco nero
. pag. 9
4) Curiosit sui buchi neri

pag. 9
Le onde gravitazionali

pag. 10
1) Che cosa sono le onde gravitazionali
.... pag. 10
2) Storia sulla ricerca delle onde gravitazionali
... pag. 10
3) Come si rilevano le onde gravitazionali
.pag. 11
4) La rilevazione

.. pag. 12
5) Progetti per il future

. pag. 13
Bibliografia

....... pag. 14
Limportanza della gravit.

Nelluniverso esistono quattro interazioni fondamentali: linterazione nucleare forte,


linterazione nucleare debole, linterazione gravitazionale e linterazione
elettromagnetica.
La prima si pu osservare in due casi: essa infatti, sia, in scala pi piccola, tiene uniti i
quark a formare protoni, neutroni e le altre particelle, sia, in scala pi grande, agisce
negli atomi per tenere insieme protoni e neutroni nel nucleo.
Linterazione nucleare debole quella responsabile del decadimento beta dei nuclei
atomici, cio del processo per il quale un neutrone si trasforma in un protone con
lemissione di elettroni e neutrini; associata alla radioattivit.
Le altre due interazioni, quella elettromagnetica e quella gravitazionale, sono quelle
note anche con il nome di interazioni a lungo range, termine che sta a significare il
fatto che le forze che si associano a queste interazioni agiscono anche a distanza, in
particolare diminuendo con laumentare della separazione spaziale dei corpi presi in
considerazione. Si parla infatti della forza di Coulomb nel caso dellinterazione
elettromagnetica e della forza di gravitazione di Newton nel caso dellinterazione
gravitazionale: entrambe le forze infatti vanno come 1/r 2.
La differenza sostanziale fra queste due interazioni fondamentali sta nel fatto che
quella elettromagnetica pu essere di natura repulsiva o attrattiva in base alla natura
delle cariche che interagiscono fra loro, mentre quella gravitazionale sempre
attrattiva. Ora, nelluniverso, in cui sono presenti cariche positive e negative, i corpi
carichi in modo opposto fra loro tendono ad attrarsi fin quando non raggiungono la
neutralit elettrica: quando ci avviene, il corpo, nel suo insieme, non risente di forze
elettriche poich la sua carica totale nulla. La gravit invece si somma sempre, cio
non c mai un momento in cui la gravit un corpo vada sottratta a quella di un altro.
Quando si formano i copri celesti quindi, se essi sono elettricamente carichi si
generano forze elettriche che per cesseranno di esistere una volta raggiunta la
neutralit, mentre la gravit continuer sempre ad esistere, senza mai essere
soddisfatta, per cos dire; essa continuer sempre ad attrarre corpi, senza mai
respingerne alcuno.
Si pu quindi affermare che, in un certo senso, la gravit la responsabile della forma
che luniverso ha oggi, la scultrice delluniverso stesso, la forza che ha plasmato
linfinito in cui siamo immersi.

Le concezioni umane della gravit nella storia.

Nel corso della storia, molti sono stati coloro che si sono interrogati sulla forma del
sistema solare in cui la Terra inserita, arrivando a diverse conclusioni. I modelli
principali che si sono succeduti nella storia comunque sono stati due: quello
geocentrico e quello eliocentrico.
Il primo fu elaborato da Aristotele nel IV secolo a.C. e sostenuto pi tardi anche da
Tolomeo; esso poneva la Terra al centro del sistema solare, circondata dagli altri
pianeti conosciuti. Questo modello fu rielaborato per la prima volta da Copernico nel
XVI secolo: egli, basandosi su calcoli astronomici, propose un nuovo modello di
sistema solare, spiegando che al centro del nostro sistema solare non c la Terra, ma
il Sole. Copernico fu quindi il primo a proporre un modello eliocentrico del sistema
solare in cui si trova il pianeta Terra. La sua teoria venne poi confermata dagli studi
sperimentali di Galilei e sostenuta da Isaac Newton, il quale rifond la fisica sulla base
delle nuove scoperte, introducendo anche la sua forza di gravitazione universale, alla
base degli equilibri fra i corpi celesti.
La differenza sostanziale fra i due modelli comunque di natura concettuale: nel
modello aristotelico-tolemaico la Terra e il resto delluniverso sono considerati come
entit separate fra loro, fra cui non ci sono relazioni; il mondo terrestre , secondo
questa concezione, la sede dei fenomeni reali, della corruzione se vogliamo, mentre la
sfera celeste, con i suoi mondi incastonati nelle sfere di etere la perfezione. Secondo
il modello di Galilei e Newton invece tutto viene accomunato dalle stesse leggi, cio si
considera il sistema solare come un insieme: fu Newton ad avere questa intuizione, il
primo a capire che probabilmente su una mela che, da un albero, cade a terra, agisce
la stessa forza che tiene la Luna vicino alla Terra. Ecco quindi che la gravit
universale, come suggerisce anche il nome stesso della legge di Newton per la
gravitazione, cio si possono spiegare tutti i fenomeni gravitazionali a partire dalla
stessa legge.
Sulla base delle sue ricerche quindi, Newton spieg che la conformazione del sistema
solare si deve al fatto che esiste una forza che agisce sui vari pianeti e che li tiene
legati fra loro.
La meccanica di Newton si rivel giusta, e tuttoggi le sue leggi sono universalmente
accettate: grazie ad essa sono stati lanciati missili e satelliti nello spazio, oppure
potremmo sapere, pur conoscendo la legge che regola il moto di un corpo e le forze
che agiscono su di esso, dove si trover il suddetto corpo fra un certo numero di anni.
In realt, la teoria di Newton lasciava una grossa insoddisfazione di fondo: Come
fanno due corpi ad essere attratti luno dallaltro se fra di essi c il vuoto?. Questa
la domanda che molti si posero.

[Modello geocentrico] [Modello


eliocentrico]

La teoria di Einstein.

1)La teoria della relativit generale. Fu Albert Einstein il primo dare una spiegazione
del motivo per cui un corpo sente della presenza di un altro, pubblicando la sua
Teoria della Relativit Generale nel 1915. Per la sua teoria, egli si serv del concetto di
campo elaborato pochi anni prima da Faraday e Maxwell: questi infatti furono i primi
a introdurre i concetti di campo elettrico e di campo magnetico, riuscendo a
spiegare i fenomeni elettrici e quelli magnetici sulla base del fatto che le cariche,
ferme o in movimento, perturbano lo spazio circostante con la loro sola presenza nel
caso di campi elettrici o con il loro movimento nel caso di quelli magnetici; tale
perturbazione prende il nome di campo. Le cariche circostanti, che a loro volta
perturbano ulteriormente lo spazio, sentono della presenza di un campo, e il loro
comportamento viene influenzato da questo.
Einstein si serv di questo concetto, modificando il concetto di campo gravitazionale
comune e spiegando in maniera del tutto diversa come interagiscono fra loro i corpi
nelluniverso grazie alla gravit: egli cambi il concetto classico di campo
gravitazionale, secondo il quale esso un campo di forze conservativo, spiegando che
in realt il campo gravitazionale un campo tensoriale che pu essere rappresentato
matematicamente attraverso un tensore metrico; questultimo sarebbe legato alla
curvatura dello spaziotempo mediante il tensore di Riemann.
In base a ci e on seguito alle sue ricerche e ai suoi calcoli, Einstein afferm che la
gravit e una manifestazione della curvatura dello spaziotempo.
Loperazione di fondo che fece Einstein fu sostanzialmente quella di introdurre la
corretta geometria delluniverso, cosa che gli consent di non doversi pi servire di una
forza attrattiva esterna, come quella di gravitazione universale di Newton, per
spiegare le interazioni fra corpi immersi nello spazio.
Per spiegare loperazione di Einstein si pu pensare ad una semplice immagine:
pensiamo a due fisici che assumono di vivere su un piano infinito, e che essi ritengano
quindi che luniverso in cui vivono sia piatto, bidimensionale. Immaginiamo che essi
decidano di fare un esperimento: verificare che, camminando luno in direzione
parallela allaltro, la distanza che li separa rimanga sempre la stessa. I due si
posizionano quindi lungo una retta e iniziano a camminare a velocit uguale e
costante su una direzione perpendicolare alla retta che li univa in partenza: la loro
aspettativa quella di non incontrarsi mai. Essi trovano tuttavia che, dopo un certo
tempo, iniziano ad avvicinarsi, fino addirittura ad incontrarsi: non riuscendo a spiegare
lavvenimento, iniziano luno ad accusare laltro di aver barato. Gli uomini ripetono
quindi pi volte lesperimento, trovando sempre lo stesso risultato. A questo punto le
spiegazioni possibili che essi possono dare sono due: o pensare che, procedendo in
una determinata direzione, si incontrano perch una forza li attrae, o mettere in
discussione la natura piatta e bidimensionale del loro universo. Possiamo immaginare
che inizialmente stabiliscano che sia vera la prima opzione, evitando di mettere in
discussione la geometria del loro universo: quello che avevano fatto Galilei e
Newton. Successivamente per, si rendono conto del fatto che il loro universo non
piatto, ma sferico, cio introducono la corretta geometria dello spazio in cui vivono. In
questo modo riescono a spiegare il loro incontro anche senza introdurre una forza
esterna: se i due infatti partono dallequatore e camminano su meridiani differenti,
quindi in direzione sempre luna perpendicolare allaltra, ad uno dei due poli si
incontrano necessariamente.
questo quello che fece Einstein: provare, riuscendoci, a spiegare le interazioni fra i
copri celesti sulla base del fatto che luniverso in cui questi sono immersi non piatto,
rigido e vuoto, ma flessibile e ricco di campi gravitazionali, in quanto ogni corpo
celeste crea intorno a s un campo di questo tipo.
Sta qui il cuore della relativit generale di Einstein. Egli poi, servendosi della
matematica tensoriale, introdusse lequazione del campo gravitazionale:

1 8 G
Rv g v + g v = 4 T v
2 c

Questa equazione contiene dei tensori che servono a descrivere lo spaziotempo in


funzione della materia, dellenergia e della pressione. Quello che lequazione
rappresenta comunque , da una parte, il fatto che esiste una sorgente di curvatura,
costituita da materia ed energia, e, dallaltra, che c una materia che si curva, cio
leffetto della sorgente di curvatura.
In casi particolari essa comunque si semplifica molto: nei casi di sistemi inerziali (cio
non accelerati) risulta compatibile con le equazioni della teoria della relativit ristretta;
nei casi limite, cio su spazi sufficientemente piccoli, risulta anche compatibile con le
leggi della meccanica newtoniana.
La spiegazione che Einstein d al sistema solare quindi che esso rimane compatto
perch il Sole, la massa in assoluto pi pesante del nostro sistema solare, curva lo
spaziotempo intorno a s; questa deformazione del tessuto spaziotemporale forza i
corpi a muoversi intorno ad esso, un po come una pallina spinta sul bordo di un
imbuto si muove sulla superficie laterale di questo, con lunica differenza che
questultima, a causa dellattrito, prima o poi cadr allinterno dellimbuto. Questo
processo avviene anche nello spazio, solo che i tempi sono infinitamente pi lunghi a
causa dellattrito quasi inesistente e approssimabile a 0.
Questa nuova spiegazione di Einstein alla forza di gravit, che non necessita quindi
dellesistenza di una forza esterna che attrae i pianeti, implica il fatto che i corpi si
muovono liberi, proprio perch non c alcuna forza esterna che agisce su di essi che
non fanno altro che seguire quelle che sono chiamate le linee geodetiche dello
spazio in cui si trovano, linee che sono imposte dalla presenza di materia nelle
circostanze e che non sono dritte, ma curve, in quanto lo spaziotempo di per s
curvo.
Ad Einstein si present comunque un problema: quando elabor la sua teoria, si
credeva che luniverso fosse statico; in un universo di questo tipo, se vero che sono
le masse a definire la forma dello spaziotempo, curvandolo, allora i corpi celesti
dovrebbero collassare tutti in un unico punto sotto lazione del campo gravitazionale
pi intenso. Tuttavia, ci non accade. Einstein dovette quindi introdurre una nuova
forza, questa volta repulsiva, che bilanciasse quella di attrazione gravitazionale.
Quando poi, in seguito, si scopr che luniverso in realt dinamico, questa forza
divenne inutile, e Einstein disse che laver introdotto quella forza repulsiva era stato
lerrore pi grande della sua vita.
La relativit generale comporta anche la necessit di un cambiamento sulla
congettura di tempo: secondo questa infatti, il tempo non assoluto, come invece
aveva sostenuto Newton, ma il ritmo con cui scorre scandito rispetto allintensit del
campo gravitazionale in cui ci si trova e rispetto al punto del campo gravitazionale in
cui si effettuano le misurazioni. In particolare: tanto pi vicini si ad un campo
gravitazionale, o tanto pi intenso questo , tanto pi il tempo scorre lentamente. Ci
significa, per esempio, che un individuo che vive in un punto dello spazio in cui il
campo gravitazionale pi intenso di quello terrestre vive pi a lungo rispetto ad un
abitante della Terra: per questultimo infatti il tempo passa pi velocemente rispetto al
primo.
Di questa modifica nello scorrere del tempo si hanno anche conferme sperimentali, e
oggi si tiene conto di questa realt in moltissimi casi, anche allordine del giorno. un
esempio sono i satelliti che rivelano la nostra posizione tramite la tecnologia GPS: essi
non funzionerebbero se non fossero tenessero conto delle modifiche relativistiche
previste dalla teoria di Einstein.
Si pu, in definitiva, affermare che la teoria della relativit generale di Einstein non
altro che una teoria della gravit: essa insieme spazio e tempo, entit che non
possono essere separate. Si parla infatti non di spazio o di tempo, ma precisamente di
spaziotempo.
[Curvatura dello spaziotempo in tre e quattro dimensioni secondo Einstein]

2)Alcune prove. La presenza di una massa, secondo Einstein, curva lo spaziotempo;


questa curvatura fa s che ogni oggetto che si muove nello spazio segua le linee
geodetiche del punto spaziotemporale in cui si trova. Dato che anche la luce si muove
nello spazio, anchessa sar obbligata a seguire determinate linee geodetiche.
Da questa osservazione si ricava che noi, dalla Terra, percepiamo le stelle essere in
una certa posizione, quando in realt il punto in cui sono localizzate diverso: esse
sono visibili perch emettono luce o perch la riflettono, ma questa poi si muover su
linee curve. Ne deriva che in realt le stelle che noi percepiamo allineate su una certa
direzione si trovano in realt su una direzione diversa. Questa fu una delle previsioni di
Einstein, uno dei fenomeni che la sua relativit generale implicava.
Ci fu chi volle verificare questa affermazione
teorica. Fu il fisico inglese Arthur Eddington:
egli, in occasione di una eclissi, part per
lisola di Principe, in Africa, per osservare se
davvero la predizione di Einstein fosse esatta.
Egli conosceva la posizione precisa delle
stelle nel periodo dellanno in cui svolse
lesperimento e, alla luce di ci, pens che al
momento delleclissi, se Einstein avesse
avuto ragione, le stelle avrebbero avuto una posizione diversa. Al momento in cui la
Luna si trova davanti al Sole e lo scura infatti, il cielo dietro al sole risulta scuro per un
osservatore terrestre, che pu quindi osservare una certa mappatura stellare. Cos, al
momento delleclissi totale, Eddington scatt delle foto alle stelle dietro il sole: al
momento in cui and a confrontare la posizione delle stelle in occasione delleclissi con
quella prevista dalle cartine classiche, esse risultarono effettivamente spostate.

Un altro fenomeno osservabile che verifica lesattezza della teoria di Einstein quello
del cosiddetto redshift, fenomeno osservato ad Harvard. Venne osservato che la luce
perde energia; tuttavia, non potendo diminuire la propria velocit, diminuisce la sua
frequenza, cio aumenta la sua lunghezza donda. La luce quindi, tende a diventare
rossa man mano che perde energia. Di conseguenza, se si lascia un fotone blu
facendolo muovere contro le forze del campo, esso diventa pi rosso; Il contrario
succede ad un fotone rosse che viene lasciato libero di muoversi in un campo
gravitazionale.

3)I problemi sulla forma delluniverso. Come si detto, al


tempo di Einstein si scopr che luniverso non statico, ma
dinamico, cio i corpi celesti sono in moto di allontanamento
reciproco. Questo fatto consent ad Einstein di poter fare a
meno della forza repulsiva da lui stesso introdotta
precedentemente, quella utile a bilanciare la forza di
attrazione universale.
Pi tardi si scopr per che, in realt, i corpi celesti sono s in
allontanamento, ma la velocit con cui si allontanano in
aumento costante: questa scoperta mise ancora una volta
in crisi le teorie sulla possibile forma delluniverso elaborate
fino a quel momento.
Quello che si
credeva
infatti, era
che luniverso
potesse avere
forma o
sferica, o
iperbolica, o
piatta. Nel
primo caso,
ad un certo
punto
lespansione
delluniverso
dovrebbe
essere
interrotta
dalla gravit e
dovrebbe iniziare un processo di contrazione la cui fine dovrebbe essere il collasso in
un unico punto; nel secondo caso si dovrebbe avere una continua espansione, ma la
velocit con cui questa avviene dovrebbe diminuire; nel caso di un universo piatto,
lespansione delluniverso dovrebbe avvenire nello stesso modo delluniverso
iperbolico.
Tutti e tre i modelli proposti prevedono quindi una diminuzione della velocit di
allontanamento dei corpi, cosa che in contraddizione con i dati sperimentali. Ecco
quindi che al giorno doggi, nonostante gli studi e le numerose teorie elaborate, non si
ha alcuna certezza su quale sia la reale forma delluniverso, e probabilmente non
possibile conoscerla: il motivo che si sa che luniverso pervaso da quella che viene
chiamata energia oscura, energia che per non sappiamo descrivere.
I buchi neri.

1)Che cosa un buco nero. Il concetto di buco nero nacque prima della teoria di
Einstein: infatti abbastanza semplice spiegare che cosa sia un buco nero, cos come
semplice spiegare il concetto di raggio di Schwarzschild, noto pi comunemente
anche con il nome orizzonte degli eventi.
Partiamo da una constatazione: se si lancia una pallina verso lalto, essa acquisisce
energia cinetica. Questa energia va diminuendo man mano che la pallina sale, ma, nel
contempo, poich lenergia si conserva, essa si trasforma in energia potenziale.
Quando lenergia cinetica si esaurisce, cio diventata tutta energia potenziale, la
pallina si ferma per un istante di tempo, e poi comincia il processo inverso: lenergia
potenziale si trasforma gradualmente in energia cinetica.
Tuttavia, esiste una velocit per cui una pallina lanciata verso lalto acquisisce
unenergia cinetica pari allenergia potenziale gravitazionale: tale velocit limite si
chiama velocit di fuga. Se si lanciasse verso lalto un oggetto con una velocit
maggiore o uguale di quella di fuga, quelloggetto lascerebbe il campo gravitazionale
terrestre senza pi tornarvi. comunque molto difficile riuscire ad imprimere ad un
oggetto un valore di velocit uguale a quello della velocit di fuga: basta pensare che,
per la Terra, che un corpo celeste relativamente piccolo, il modulo di tale grandezza
11 Km/s.
Per ricavare la velocit di fuga per un dato corpo, basta scrivere la disequazione che
pone lenergia cinetica di un corpo maggiore o uguale dellenergia potenziale
gravitazionale e risolvere la disequazione in termini della velocit. Il risultato che
segue dai calcoli :

v
2GM
r

Si nota che la velocit di fuga aumenta con laumentare della massa da cui si vuole
fuggire, ma anche con il diminuire del raggio di tale corpo. Vale a dire che la velocit di
fuga tanto pi alta tanto pi la massa del corpo di cui si vuole lasciare il campo
gravitazionale concentrata.
Si pu allora a questo punto pensare che esista un corpo dalle dimensioni tali che la
velocit di fuga ad esso associata diventi uguale, o addirittura superiore, di quella
della luce: tale corpo dovrebbe avere massa enorme e raggio piccolissimo, ma un
corpo che resta comunque concepibile. Se questo si verificasse comunque,
conseguirebbe che nulla pu sfuggire al campo gravitazionale del corpo, poich la
velocit della luce la massima assoluta raggiungibile. Il risultato che tutto ci che
entra nel campo gravitazionale di tale corpo resta confinato allinterno di esso, cio
resta nelluniverso senza tuttavia potervi comunicare. Questa condizione vale anche
per la luce, che pu solo essere assorbita dal corpo in considerazione ma non pu n
essere riemessa n essere riflessa. Da qui viene fuori il termine buco nero: esso
nero perch neanche la luce pu uscirvi.
Sullesistenza di un corpo del genere ci si interrogati a lungo, e si sono fatti molti
studi sulle condizioni che renderebbero possibile la sua esistenza. La conclusione a cui
si arrivati che esso pu esistere, purch la sua massa sia concentrata in un raggio
particolare: esso prende il nome di raggio di Schwarzschild dal nome del fisico che
per primo teorizz quale debba essere il raggio di un dato corpo perch questo diventi
un buco nero. La formula matematica per esso viene fuori dallequazione precedente,
ponendo la velocit del corpo lanciato uguale a quella della luce e ricavando il raggio:
2 GM
rs =
c2

La distanza che viene fuori per il raggio di Schwarzschild comunque molto piccola:
senza tener conto della massa del corpo infatti, lordine dio grandezza della radice del
rapporto G/c2 di 10-27. Perch la Terra, per esempio, che ha una massa dellordine di
1024 Kg, diventi un buco nero dovrebbe verificarsi che la sua massa sia concentrata in
una sfera di 8mm di diametro: questo rende lidea di quanto sia difficile che un buco
nero si formi.
Sappiamo tuttavia che esistono buchi neri nelluniverso: si sono infatti osservati corpi
celesti che hanno le caratteristiche tipiche di un buco nero, cio una massa enorme
concentrata in uno spazio relativamente piccolo, dentro il suo raggio di Schwarzschild.

2)Come nascono i buchi neri. Si pensa che un buco nero sia prodotto dalla natura
spontaneamente durante il processo di collasso di stelle molto grandi (per grandi si
intende di massa uguale almeno a dieci volte quella del sole).
Il processo di collasso delle stelle, cio il meccanismo per cui una stella implode e poi
rimbalza, fondamentale per luniverso: senza di questo non esisteremmo neanche
noi!
Gli elementi chimici che compongono luniverso infatti non sono stati prodotti dal Big-
Bang: questo ha prodotto solo alcune particelle elementari che poi si sono unite a
formare soprattutto idrogeno e un po di elio. Tutti gli altri elementi chimici si sono
formati allinterno delle stelle: queste, grazie alla loro stessa gravit, comprimono le
molecole di idrogeno fino a farle fondere. In questo modo si formano le altre molecole
pi grandi e pesanti, come lossigeno o il carbonio per esempio. Le stelle sono quindi,
in un certo senso, delle fabbriche termonucleari naturali di elementi chimici.
Se per la forza in gioco fosse solo quella di gravit la stella si comprimerebbe
allistate su s stessa, riuscendo anche a formare un buco nero. La stella per reagisce
a questa compressione che la gravit impone: ogni volta che i nuclei di due particelle
pi piccole si uniscono a formare il nucleo di una pi grande si ha unespulsione di
energia. questa energia, frutto di una fusione nucleare, che equilibra la forza di
attrazione gravitazionale che, da sola, farebbe concentrare tutta la massa della stella
istantaneamente.
Allinterno di ciascuna stella quindi si ha questa continua battaglia, per cos dire, fra le
due forze, una che tende a farla comprimere e laltra a farla espandere: in preda alla
contrapposizione fra queste, la stella vive in equilibrio per miliardi di anni fabbricando
elementi.
Ad un certo punto per la fabbricazione di elementi si arresta: quando si arriva alla
formazione del ferro, in una frazione di secondo la fabbrica si spegne. Il motivo che
lenergia liberata dalla fusione nucleare degli elementi successivi al ferro
insufficiente a bilanciare la forza di attrazione gravitazionale della stella, che
diventata molto pi forte a causa della maggiore massa della stessa stella. Una volta a
questo punto, la gravit stravince, poich non deve pi lottare con alcuna forza che le
si contrappone: la massa della stella inizia quindi a collassare verso il suo nucleo
ferroso. durante questa ulteriore compressione che, se la massa della stella
abbastanza grande, i nuclei delle particelle si fondono ancora e si formano gli elementi
pi pesanti del ferro, come, per esempio, luranio, loro e il piombo.
A questo punto, durante la compressione, la massa della stella pu concentrarsi a tal
punto da entrare nel suo raggio di Schwarzschild: in questa occasione che la natura
pu formare un buco nero.
Se invece non succede, la materi che si era concentrata rimbalza su s stessa,
spargendo per luniverso tutti gli elementi che ha composto: cos che si sono formati
i pianeti, cos che siamo nati noi.
3)Gli effetti sullo spaziotempo di un buco nero. Nel momento in cui, durante il suo
processo di collasso, la massa di una stella entra dentro il suo raggio di Schwarzschild,
il tessuto spaziotemporale in quella regione delluniverso subisce una deformazione
incredibile. La curvatura dello
spaziotempo diventa infatti
pronunciatissima: essa tende allinfinito,
andando verso quella che nota con il
nome di singolarit.
Che cosa la singolarit rappresenti
realmente non si sa con certezza, ma
sono state fatte solo alcune ipotesi:
qualcuno pensa che lo spaziotempo
finisca per riaprirsi in un altro punto
delluniverso, qualcunaltro che un buco
nero conduca in un altro universo.
In realt, la teoria pi plausibile quella
che il concetto di singolarit nasconda
unincompletezza della relativit
generale, poich non ha fisicamente
senso supporre che tutta la materia vada a finire in un punto: questidea non
compatibile, per esempio con la fisica quantistica.

4)Curiosit sui buchi neri. Supponiamo che una persona si avvicini ad un campo
gravitazionale intenso come quello di un buco nero, oppure che addirittura ci entri: che
cosa succederebbe a tale individuo? Sappiamo che essa sarebbe soggetta al
fenomeno della spaghettification (il termine esiste veramente nel vocabolario
inglese), fenomeno che consiste nellallungamento esasperato del corpo dellindividuo.
Un uomo ovviamente non sopravvivrebbe a tale processo nel caso in cui il buco nero
abbia una massa di qualche decina o di centinaia di masse solari.
Se per la massa della stella che esisteva prima del buco nero fosse enormemente pi
grande, dellodine di milioni o miliardi di masse solari, sarebbe possibile attraversare
un buco nero con estrema tranquillit: una stella di tali dimensioni infatti potrebbe
permettersi un raggio di Schwarzschild molto grande, per cui la densit del buco nero
formatosi conseguentemente al collasso potrebbe non essere cos eccessiva, ma
anche simile a quella dellacqua. Si pensa che buchi neri del genere esistano al centro
delle galassie: in essi lorizzonte degli eventi potrebbe essere attraversato anche
senza accorgersene, con linconveniente che non si potrebbe pi tornare indietro.
Muovendosi intorno ad un buco nero si potrebbe anche, in un certo senso, viaggiare
nel futuro. Come si infatti detto, il ritmo con cui viene scandito il tempo in un sistema
di riferimento tanto pi lento quanto pi intenso il campo gravitazionale del
sistema. Dato che un buco nero crea una curvatura enorme dello spaziotempo, vicino
ad uno di questi il tempo scorrerebbe lentissimo. Ecco quindi che, per esempio, se un
abitante della Terra stesse per un intervallo di tempo per lui equivalente a qualche
mese a girare intorno ad un buco nero, in base alle caratteristiche di questo, tornando
sul suo pianeta si accorgerebbe che vi sono passati moltissimi anni, anche millenni!
Questo effetto sarebbe tranquillamente sperimentabile se non fosse per il fatto che
non ci sono buchi neri abbastanza vicini da essere raggiungibili con una vita umana.

Le onde gravitazionali.

1)Che cosa sono le onde gravitazionali. Unaltra predizione della teoria della relativit
generale di Einstein quella dellesistenza delle cosiddette onde gravitazionali.
Se, come aveva detto Einstein, lo spaziotempo, il tessuto di cui fatto luniverso,
flessibile ed elastico, allora plausibile supporre che due corpi celesti che ruotano
luno intorno allaltro possano increspare lo spaziotempo stesso generando delle onde.
Queste onde sarebbero fatte di spaziotempo,
che si deforma a seguito di alcuni eventi
particolari un po come laria si deforma
quando emettiamo suoni. Quello che suppose
Einstein che lo spaziotempo si increspi per
sostenere le vibrazioni delluniverso dovute ad
alcune sorgenti che si muovono: le onde
gravitazionali sarebbero quindi perturbazioni
dello spaziotempo create da materia in
movimento.
Einstein suppose lesistenza di tali onde solo
un anno dopo la pubblicazione della teoria
della relativit generale: la sua equazione di
campo infatti, nel caso di un campo gravitazionale debole, si semplifica notevolmente,
fino ad arrivare allequazione donda di DAlembert. La perturbazione dello
spaziotempo diventa quindi unonda che si propaga con la velocit della luce, come le
onde elettromagnetiche.

2)Storia sulla ricerca delle onde gravitazionali. La previsione dellesistenza delle onde
gravitazionale Einstein non trov inizialmente alcun riscontro empirico. Einstein stesso
si pose il problema, e tent di trovare un modo per riprodurle in laboratorio e poterle
studiare, progetto che si rivel impossibile sin da subito. Fu il fisico che per primo si
mise a fare i calcoli: immaginando le migliori condizioni possibili per riprodurre le onde
gravitazionali, in laboratorio un corpo ruotante emetterebbe una potenza massima
utile a perturbare lo spaziotempo che dellordine di 10 -50 Watt, un valore
decisamente insufficiente. Deluso quindi, Einstein afferm limpossibilit di riprodurre
tali onde e lestrema difficolt del tentare di rivelarle: la ricerca delle onde
gravitazionali quindi cess per diversi anni.
Fu Joseph Weber, un marinaio americano, il primo a riprendere con la ricerca delle
onde gravitazionali. Nato nel 1919, dopo aver subito un tragico incidente, decise che
avrebbe voluto dedicare la sua vita in unimpresa che nessuno aveva tentato prima. Si
mise quindi a studiare la teoria della relativit generale e, durante le sue letture, si
prefiss il suo obiettivo: scoprire le onde gravitazionali. Ovviamente, sapendo anche
quello che aveva detto Einstein a riguardo, non pens al laboratorio per la ricerca delle
onde gravitazionali, ma al cosmo: egli si inform sugli avvenimenti che possono
avvenire nelluniverso, e not che la natura estremamente violenta di alcuni
avvenimenti che possono accadere (scontri fra stelle, esplosioni di supernove, oggetti
risucchiati in buchi neri) avrebbe potuto generare onde gravitazioni che anche dalla
Terra sarebbe stato possibile rilevare.
Il problema restava il fatto che, per quanto violento levento allorigine, leffetto di
unonda gravitazionale minuscolo. Lesplosione di una supernova, per esempio,
genererebbe unonda gravitazionale con unampiezza dellordine di 10 -21 (il numero
puro, cio non ha unit di misura, perch non rappresenta una grandezza ma una
deformazione).
Questo significa che se la distanza spaziale fra due punti un metro, al passaggio di
unonda gravitazionale la distanza che li separa si accorcerebbe di 10 -21m per una
frazione di secondo.
Weber comunque non si ferm davanti alle difficolt. Egli piuttosto si mise a studiare il
problema, e cap che per rivelare le onde gravitazionale sarebbe stato necessario
sfruttare leffetto che queste producono al loro passaggio: esse infatti deformano lo
spaziotempo prima accorciandolo e alzandolo, e poi allungandolo e abbassandolo,
tutto in un moto continuo finch la perturbazione non passata del tutto. Alla luce di
questo, Weber pens ad un interferometro, cio uno strumento particolare in grado di
captare questa deformazione nella propagazione di un raggio luminoso.
Weber pose due rivelatori per intercettare le onde gravitazionali, a 1000Km di distanza
luno dallaltro: in questo modo egli sarebbe stato sicuro che le interferenze rilevate
sarebbero state dovute al passaggio di onde gravitazionali e non a fenomeni isolati
(se, per esempio, un aereo fosse passato vicino ad uno dei due rilevatori si sarebbe
capito che linterferenza era dovuta a questo evento perch laltro rivelatore non ne
avrebbe risentito).
I risultati degli esperimenti di Weber furono positivi: egli rivel in un arco ti tempo
relativamente breve pi coincidenze di interferenze nei due interferometri. Pubblic
cos un articolo in cui annunciava la scoperta delle onde gravitazionali. La notizia fece
il giro del mondo, e in poco tempo divenne abbastanza comune fra i fisici la ricerca di
queste onde, per avere prove ulteriori sullesistenza di queste onde. Il problema fu che
non si trovarono gli stessi risultati di Weber, per cui la sua teoria fu smentita.
La ricerca per non si ferm: si cap che si poteva migliorare la precisione degli
interferometri, si scopr che nelluniverso si verificano eventi ancora pi violenti di
quanto si pensasse, e gli esperimenti continuarono.
Ancora oggi sono in piedi diversi centri di ricerca per le onde gravitazionali.

[Joseph Weber] [Joseph Weber che costruisce il suo


interferometro]

2)Come si rilevano le onde gravitazionali. Per rilevare le onde gravitazionali


necessario munirsi di interferometri estremamente precisi.
Per costruire un interferometro sono necessari: una sorgente di luce (raggio laser), una
lente semiriflettente (assorbe la luce al 50% e la riflette al 50%), due specchi e un
rilevatore.
Lo strumento funziona in questo modo: si spara un raggio laser da una sorgente su
una lente. Questultima, a sua volta, riflette la luce su due specchi che, in stato di
quiete, si trovano esattamente alla stessa distanza dalla lente. In questo modo gli
specchi, riflettendo il raggio di luce al 100%, mandano indietro il laser fino alla lente
centrale: i due raggi interferiscono fra di loro in modo distruttivo e si cancellano a
vicenda. Il rilevatore quindi non vedr alcuna luce.
Tuttavia, come si detto, il
passaggio delle onde gravitazionali
ha un effetto sullo spaziotempo, in
particolare lo allunga in una
direzione e lo accorcia nellaltra.
Ecco quindi che, al passaggio di
queste, i bracci dellinterferometro
lungo cui sono posti gli specchi
dovrebbero uno accorciarsi e laltro
allungarsi: in questo modo si
avrebbe una discrepanza minima
(una frazione della larghezza di un
protone) nella riflessione dei raggi
laser, che verrebbero disallineati. In questo modo il rilevatore verrebbe illuminato a
intervalli ritmati: lunica spiegazione che si pu dare nel caso in cui questo evento si
verificasse il passaggio di unonda gravitazionale.
Al giorno doggi gli interferometri sono cos precisi da rivelare anche la pi infima
forma di onda gravitazionale: grazie a questi si pu affermare, per esempio, che una
sorgente che ruota su s stessa e non emette onde gravitazionali non ha alcuna
pronunciazione sulla sua superficie che sia pi alta di un millimetro. Se una tale
pronunciazione esistesse su una stella, essa emetterebbe onde gravitazionali che
saremmo in grado di rilevare.
Gli interferometri pi precisi, quelli pi attrezzati per rilevare le onde gravitazionali si
trovano a Washington e nel Louisiana, insieme anche a quello di Cascina, in provincia
di Pisa. I primi due, il cui nome del progetto per cui sono stati costruiti LIGO (Laser
Interferometer Gravitational-Wave Observatory), sono centri di ricerca enormi: i loro
rilevatori sono composti da unantenna a forma di L con bracci lunghi 4Km;
allinterno delle estremit si trovano vetri sospesi di vetro puro isolati dal rumore, dal
calore e dalle vibrazioni del mondo esterno. Il centro di Cascina, che fa parte
European Gravitational Observatory e il cui progetto prende il nome di VIRGO,
costruito nello stesso modo, ma i suoi bracci sono lunghi 3Km invece di 4Km.

[Vista dallalto dellinterferometro LIGO]

3)La rilevazione. Il 14 Settembre 2015, il rilevatore LIGO ha captato una luce


intermittente e lha trasformata in unonda sonora: quello che ne risultato stato un
sussulto. Si capito che questo suono leco dellunione di due buchi neri, un
cataclisma avvenuto circa un miliardo di anni fa.
Questi due, la cui massa era pari a circa 29 e 36 masse solari, avevano iniziato gi in
precedenza a girare luno intorno allaltro, accelerando fino a raggiungere la velocit di
150mila Km/s (met della velocit della
luce): questo moto ha creato una spirale
che si conclusa con lunione dei due
buchi neri dalla quale risultato un unico
buco nero pi grande, dalla massa di 62
masse solari. La collisione ha generato
unenergia pari a circa mille miliardi di
miliari (1021) di soli, quella
corrispondente alle 3 masse solari
mancanti alla somma delle masse dei
due buchi neri di partenza, in una
frazione di secondo. Quellenergia si sta
ancora diffondendo sotto forma di onde
gravitazionali.
La scoperta delle onde gravitazionali,
oltre a rappresentare unulteriore conferma della teoria di Einstein, apre le porte ad un
nuovo genere di astronomia: per la prima volta, oltre ad osservare luniverso,
possiamo ascoltarlo.

4)Progetti per il futuro. Il progetto LIGO rappresenta solo linizio della ricerca delle
onde gravitazionali. Il 3 Dicembre 2015 infatti stato dato il via ad un progetto di
dimensioni ben pi grandi: in quella data stato inviato nello spazio il LISA
Pathfinder, un veicolo spaziale che nel Gennaio 2016 ha raggiunto un punto dello
spazio distante milioni di chilometri dalla Terra dove il campo gravitazionale terrestre e
quello solare si annullano a vicenda. Allinterno del veicolo, due cubi di oro e platino
sono tenuti perfettamente in caduta libera e, nel contempo, perfettamente immobili.
La missione costituisce un test di
preparazione per il ben pi ampio
Progetto LISA (Laser Interferometer
Space Antenna): esso prevede che tre
veicoli spaziali vengano posizionati nello
spazio alla distanza di una unit
astronomica (circa 150 milioni di
chilometri) dal Sole, ai vertici di un
triangolo equilatero di 5 milioni di
chilometri di lato, collegati fra loro da tre
raggi laser dalla potenza di 1 Watt
ciascuno. Lo strumento, che sar il pi
grande mai costruito, orbiter intono al
sole su unorbita circolare.
Lo scopo di LISA sar ovviamente quello
di rilevare leventuale passaggio di onde
gravitazionali. Per farlo sar utile il raggio laser che collega i satelliti: qualora passasse
unonda gravitazionale, la misurazione della distanza reciproca fra due satelliti
effettuata dal laser cambierebbe, aumentando e diminuendo alternativamente, per
alcune frazioni di secondo. Poich nello spazio non ci sono disturbi ambientali, i sensori
di LISA saranno in grado di rilevare onde dalla frequenza pi bassa di quelle rilevabili
dalla Terra: essi saranno sensibili a frequenze comprese fra 0,0001 e 1 Hz, il che
equivale a dire che saranno capaci di percepire variazioni di 10 -11 metri nella
misurazione della distanza reciproca fra i satelliti.
Bibliografia.

1)Teoria della relativit generale e buchi neri:


Conferenza di Eugenio Coccia: https://www.youtube.com/watch?v=
2)Onde gravitazionali:
Conferenza di Eugenio Coccia: https://www.youtube.com/watch?v=
Articoli sulla rilevazione delle onde gravitazionali:
a)http://www.lescienze.it/news/2016/02/11/news/onde_grativazionali_annuncio_r
ilevazione_ligo_virgo-2966574/
b) http://www.internazionale.it/video/2016/02/12/cosa-sono-le-onde-
gravitazionali
Progetto LISA:
a) https://lisapathfinder.org
b) https://it.wikipedia.org/wiki/LISA
c) http://www.ecoage.com/un-satellite-per-misurare-le-onde-gravitazionali-
20150903.htm

Ferraro Luca,
5D 2015-2016,
liceo scientifico Federigo Enriques.

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