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Diritto Dell'Unione Europea - Strozzi Parte Istituzionale - 6 (1) (1) .Sbloccato
Diritto Dell'Unione Europea - Strozzi Parte Istituzionale - 6 (1) (1) .Sbloccato
6 DIRITTO DELLUNIONE
UNIONE EUROPEA E DIRITTO INTERNO
Vrc
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389 9254404 8disponibile dalle ore 10 alle ore 12.30 e dalle ore 18 alle ora
20 tutti i giorni escluso la domenica NO MESSAGGI )
comunitario, impedendo al giudice nazionale di concedere provvedimenti provvisori al fine di
garantire la piena efficacia della pronuncia giurisdizionale, deve essere da questi disapplicata.
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operativit. Tale cedevolezza si arresta quando il diritto dell'Unione venga a contraddire
radicalmente principi e istituti irrinunciabili dell'ordinamento statale che rappresentano il
livello minimo al di sotto del quale non possibile assicurare coerenza
coerenza e coesistenza tra i
sistemi normativi applicabili nel medesimo ordinamento giuridico statale.
Il dovere di applicare il diritto dell'Unione
dell' provvisto di efficacia diretta in luogo di quello
nazionale si impone inoltre a tutti i soggetti competenti nell'ordinamento interno a dare
esecuzione
one alle leggi come anche agli organi amministrativi: con questa ulteriore pronuncia la
Corte costituzionale si allinea anzi anticipa, una sentenza della Corte di giustizia nella quale si
rileva a proposito di una direttiva avente efficacia diretta, come sarebbearebbe contraddittorio
statuire che i singoli possono invocare dinanzi ai giudici nazionali le disposizioni della
direttiva e al contempo ritenere che l'amministrazione non sia tenuta ad applicare le
disposizioni della direttiva disapplicando le norme nazionali
nazionali ad essa non conformi. Non solo,
ma tale obbligo di disapplicare che incombe a tutti gli organi dello Stato comprese le autorit
amministrative, implica l'obbligo di adottare tutti i provvedimenti necessari per agevolare la
piena efficacia del diritto comunitario.
7. RECENTI SVILUPPI: RAPPORTI TRA NORME INTERNE E NORME DELL'UNIONE DELL' NON
DOTATE DI EFFICACIA DIRETTA
Da tempo la Corte costituzionale ha affermato la possibilit di sindacare la legge statale stata
contrastante sulla base dell'articolo 117 della Costituzione che subordina la potest legislativa
dello Stato e delle regioni al rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario: le
direttive comunitarie fungono
ungono da norme interposte atte ad integrare
integrare il parametro per la
valutazione di conformit della normativa regionale all'articolo 117. Rispetto ad eventuali
antinomie che riguardano direttive o decisione quadro, non sussiste in capo ai giudici interni
alcuna possibilit di sancirne direttamente
direttamente la prevalenza tramite la disapplicazione della
normativa nazionale contrastante.
Nell'ottica della Corte costituzionale, le leggi interne in contrasto con il diritto dell'Unione
del
comportano in ogni caso una violazione dell'articolo 11 della Costituzione.
Costituzione Tuttavia qualora il
conflitto si riferisca a norme dotate di efficacia diretta, la questione di legittimit
costituzionale non pu essere sollevata a pena di irricevibilit per difetto di rilevanza in
quanto le regole proprie dellordinamento
ordinamento dell'Unione
dell' a cui l'articolo 11 della Costituzione fa
riferimento, attribuiscono al giudice comune il compito di risolvere immediatamente il
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V 20 tutti i giorni escluso la domenica NO MESSAGGI )
.'14, IV
conflitto disapplicando
applicando la norma interna per far posto all'unico precetto rilevante nella
fattispecie, quello dell'Unione.
Qualora
alora invece la norma parametro in questione non sia dotata di efficacia diretta, l'antinomia
deve essere risolta e non pu che provare compimento secondo le regole generali
dell'ordinamento italiano vale a dire con il necessario intervento della Corte costituzionale. Il
giudice comune deve dunque sollevare la questione di legittimit costituzionale della norma
interna per violazione degli articoli 11 e 117 in riferimento alla norma dell'Unione
dell' che opera
da parametro interposto di costituzionalit.
L'alternativa
ativa a questa ricostruzione sarebbe quella di tollerare nell'ordinamento
nell'ordinamento interno la
vigenza di norme incompatibili con le fonti vincolanti dell'Unione europea e continuare ad
applicarle in attesa di una loro espressa
espress o implicita abrogazione.
Nella sentenza 28 del 1010 la Corte ha precisato che l'impossibilit di non applicare la legge
interna in contrasto con la direttiva comunitaria non munita di efficacia diretta non significa
tuttavia che la prima sia immune dal controllo di conformit al diritto comunitario,
comuni che spetta
a questa Corte,, davanti alla quale il giudice pu sollevare questione di legittimit
costituzionale, per violazione dell'articolo 11 e dell'articolo 117 della Costituzione.
Costituzione
Lo stesso principio ha trovato espressa applicazione nella successiva
successiva sentenza 227 del 2010
2
nella quale la Corte ha stabilito che il contrasto tra la normativa di recepimento e la decisione
quadro non poteva trovare rimedio nella disapplicazione della norma nazionale da parte del
giudice comune, trattandosi di norma dell'Unione
del europea priva di efficacia diretta, ma
doveva essere sottoposto alla verifica di costituzionalit di questa Corte.
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8. SEGUE. LE CONSEGUENZE DELL'ENTRATA IN VIGORE DEL TRATTATO DI LISBONA
Ill trattato di Lisbona non contiene la cosiddetta clausola di supremazia ai sensi della quale la
Costituzione e il diritto adottato dalle istituzioni dell'Unione nell'esercizio
ell'esercizio delle competenze a
questa attribuite prevalgono sul diritto degli Stati membri. Tuttavia il primato del diritto
dell'Unione europea sul diritto
ritto interno degli stati membri ritorna pieno titolo nel testo della
dichiarazione 17 allegato al trattato di Lisbona lasciando in sostanza immutate le cose. Si
tratta
tta di un principio affermato e consolidato nella giurisprudenza della Corte di giustizia ed
entrato a far parte dellacquis comunitario. Ma si tratta di un principio riconosciuto e recepito
anche dalle corti costituzionali interne sia pure con qualche perplessit perplessit e soprattutto
accompagnato da una riserva riguardante l'esistenza di controlimiti a tutela dei principi
fondamentali irrinunciabili del proprio ordinamento costituzionale.
Ci si chiede quindi se la clausola di supremazia venga a significare una sicura prevalenza del
diritto dell'Unione anche sui principi essenziali delle costituzioni interne terne e renda
rend quindi
improponibili le riserve relative alla possibilit di sindacare le norme dell'Unione
dell' lesive dei
principi fondamentali nelle proprie costituzioni. E E sicuramentente da ritenersi che il principio di
prevalenza operi solo e nella misura in cui cui rispetti le delimitazione delle competenze
com
attribuite all'Unione daii trattati, ci anche ai sensi dell'articolo 4 TFUE dove vengono
affermati alcuni principi che possono fornire
for un correttivo
ettivo al primato assoluto "l'Unione
"l'
rispetta l'uguaglianza degli statist membri nella loro identit nazionale insita nella loro
struttura fondamentale,
amentale, poich costituzionale. Tale espressione sta a significare che l'Unione
l'
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