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Visto che si parla sempre di piu’ di questi incredibili motori MotoGP ho deciso di scrivere qualche nota generale che spero interessi i fanaticissimi della
meccanica (come il sottoscritto) e magari aprire una bella discussione.
A differenza della F1 in cui il regolamento è abbastanza “stretto”, sui motori in MotoGP i limiti sono la cilindrata, il peso generale della moto e la
capacità del serbatoio uguali per tutti, poi dal 2011 ci dovrebbe essere un limite sulla pressione di alimentazione a 10 atmosfere.
Fino a che non cambiano questo tipo di regole tutti si possono sbizzarrire sui motori, così che abbiamo motori a V, in linea, “screamer” , “Twin pulse” e
“Low bang”.
Tipo di motore albero motore Scoppio scintilla Cilindri graficamente Esempio
I4 180° 180-180-180-180 1-0-1-0-1-0-1-0- Honda CBR 600
I4 ‘Long bang’ 180° 180-540 2-0-2-0-0-0-0-0- Shinya Nakano’s Kawasaki Ninja ZX-RR
I4 ‘Uneven bang’ piani incrociati180-90-180-270 1-0-1-1-0-1-0-0- Yamaha YZF-R1 e M1
70° V490° V4 180° 180-70-180-290180-90-180-2701-0-1-1-0-1-0-0- Yamaha V-MaxHonda VFR800
90° V4 ‘Twin pulse’ 70° 90-200-90-340 1-1-0-1-1-0-0-0- Ducati Desmosedici RR
90° V4 ‘Droner’ 360° 90-270-90-270 1-1-0-0-1-1-0-0- Honda VF RC30 RC45
112° V4 ‘Big bang’ (2-tempi)180° 68-292-68-292 2-2-0-0-2-2-0-0- 1990 Honda NSR500
90° V4 ‘Screamer’ (2-tempi) 180° 90-90-90-90-90-90-90-90 1-1-1-1-1-1-1-1- 1984 Honda NSR500
Nella progettazione di prototipi MotoGP 800, abbiamo ( o avuto ) Honda , Yamaha, Ducati, Suzuki e Kawasaki.
Il motore della Honda HRC RC212V e’ un classico V-4 “screamer” e ha il recupero delle valvole pneumatico, l’angolo della V non lo si sa. Il Suzuki anche
lui ha un V-4 “screamer” con il richiamo pneumatico, anche per questo motore l’angolo della V è mantenuto segreto. La Ducati partita con un V-4
“screamer” a differenza del “twin-pulse” del 2006, con il famoso sistema desmodromico è passata ad un “low-bang” dal 2010, il motore a differenza
di quelli giapponesi fa parte integrante del telaio, dandogli il tipico “look” Ducati è infatti assolutamente “un Ducati”.
Sia il Kawasaki (“screamer”) che la Yamaha ( “low-bang”) sono rimasti con il concetto del quattro in linea classico, sola differenza che il 4 della
Yamaha gira al contrario, quindi ha un ingranaggio in più per portare poi fuori la rotazione nella direzione giusta del pneumatico posteriore.
La Yamaha usa un ordine di scoppio che è definito “Low-Bang” e dal 2008 ha la gesitone della distribuzione valvole pneumatica, il Kawa invece
originalmente un “Low-Bang” e poi passato allo “screamer”.
Adesso che ho fatto le presentazioni vediamo che cosa vuol dire “Low-Bang” e “Screamer”.
Il “Low-Bang” viene chiamato un motore multi cilindri in cui l’ordine di scoppio avviene, come per la M1 o la D16 , 90 gradi con due scoppi ( 2 cilindri
simultanei ) quindi altri 90 gradi ed altri due scoppi , quindi una rotazine di 270 senza scoppi e si ricomincia. Si chiama “Low_bang” perche gli scoppi
(due a due) sono molto vicini ma non simultanei. Questa scelta fatta da Yamaha a partire dal 2004 con il famoso 1000 e sino ad oggi sull’ 800 e dalla
Ducati dal 2009, ha un vantaggio in quanto la potenza viene fuori con una buona progressione cosicché la gomma posteriore lavora meglio ed è
meno stressata. Il fatto e’ che un “low-Bang” produce un pò meno potenza di uno “screamer” , quindi adesso vi è chiaro perche’ la Kawa 2008 è
passata ad uno “screamer” anche se aveva iniziato con un “low-Bang” (2007).
Lo “screamer” è un motore in cui gli scoppi avvengono ogni 180 gradi sempre due alla volta, il vantaggio è che prende più giri quindi sviluppa più
potenza, lo svantaggio è che è un bel pò brutale sulla gomma posteriore, consuma anche di più, pero’ con la sofisticazione dell’elettronica e del
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software questi problemi evidentemente sono stati risolti brillantemente sia come passaggio di potenza sul posteriore che sui consumi. Lo
“screamer” a detta dell’ ing. Preziosi ha un altro vantaggio sul “low-bang”: è piu’ resistente all’usura esasperata di gara e visto il contingentamento
dei motori non è da sottovalutare, forse anche per questo la HRC è rimasta sullo “screamer” avendo risolto, quasi sempre, i problemi di consumo e di
gestione, poi e’ anche evidente ad occhio che l’ 800 HRC ha una gran bella spinta e potenza.
Se andiamo a vedere la differenza che esiste sulla gomma posteriore nel trasferimento al suolo delle “pulsazioni” di ogni motore a seconda del suo
ciclo di scoppi si hanno dei punti in cui la gomma trasferisce tutta la potenza e dei punti in cui non ne ha: questo fenomeno ben noto ai progettisti crea
le premesse per stressare di piu’ o di meno le gomme in quanto se gli scoppi sono piu’ lontani le molecole della gomma hanno piu’ tempo per
ricompattarsi. A detta dei gommisti non c’è un effettivo riscontro sui consumi ne visivo ne alla distanza fra i diversi motori, a detta dei piloti la
sensazione è di una maggiore fluidità sul trasferimento di potenza sul terreno per il Low-bang rispetto allo screamer.
Nel campo della distribuzione, ormai ci sono rimasti in gioco solo due sistemi : desmodromico e pneumatico.
Sul desmodromico sottolineo il vantaggio di una gestione ottimale delle valvole in apertura e chiusura, pero’ devo sfatare una leggenda, cioé che
anche se è vero che per “girare” un albero a camme di un desmodromico bastano due dita, è anche vero che un albero a camme di un motore a molle
o pneumatico richiede molto più sforzo, ma per la legge fisca della restituzione dell’energia accumulata, quando la valvola viene spinta giù richiede
forza ma quando torna su la restituisce. Forse l’unico vero vantaggio è sugli attriti sicuramente inferiori per un desmodromico rispetto ad un classico
molle e/o pneumatico. Date le pressioni sulle scodelle delle valvole del punto di spinta dell’albero a camme l’attrito è notevole. Magari di questo ne
parliamo un’altra volta più in dettaglio, gli attriti sono fondamentali nei motori ad altissime prestazioni e la ricerca è molto spinta in questo campo
soprattutto nelle simulazioni e nei materiali e nel trattamento delle superfici.
Molla doppia
Già che ci siamo sul desmo sfatiamo anche un’altra storia cioé che non fu la Mercedes la prima ad utilizzarlo ne tanto meno la Ducati ma un ingegnere
francese, Delage, abbastanza matto che lo mise su di un 8 cilindri , se non mi sbaglio 4,7 litri , dal 1935-37, aveva fatto una macchina bellissima per l’
epoca che non ebbe assolutamente fortuna la D8 120 coupe’ , se oggi si avesse una di queste automobili a disposizione, vi assicuro che se ve ne
andate in giro vi fermano per chiedervi che cosa sia tanto era bella.
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D8 120 Coupe … troppo bella per essere vera
Il sistema pneumatico, che arriva dalla F1 , fu introdotto tanti anni fa dalla Renault ( siamo negli anni 80′ ) e’ infine approdato alla MotoGP proprio dal
2007.
Distribuzione pneumatica
Il pneumatico funziona come un sistema tradizionale a molle solo che si usa l’aria compressa, c’è anche chi dice l’azoto, per richiamare in su le valvole.
Ha un vantaggio sul desmodromico in quanto si puo’ spingere di più in giù la valvola aumentando il riempimento del cilindro quindi la potenza dovrebbe
arrivare prima rispetto ad un desmo. Come il desmo è anche molto affidabile, l’aria non si rompe di sicuro. Prima aveva le molle al posto dell’aria, ma
arrivati ad un certo numero di giri , sfatiamo un’ altra leggenda, non è che si rompevano ma entravano in risonanza peggiorando le caratteristiche di
chiusura delle valvole e perdendo quindi di potenza, il fatto è stato risolto con molle doppie o addirittura triple oppure con forme speciali coniche per
evitare appunto l’effetto di risonanza. Comunque entrambi pneumatici e a molle ad un certo punto possono patire il fuori giri mentre per un desmo
ben progettato come quello della Ducati è praticamente impossibile.
Visto che l’ho appena accennato il “fuori giri” va pero’ visto con un certo ragionamento cioé in sede di progettazione di un motore da competizione ad
alte prestazioni che deve girare dalla parte dei 18-19.000 giri ci si puo arrivare benissimo anche con le molle perche’ il limite di rotazione è dovuto
sopratutto alla fluidica cioé al riempimento del pistone. Per avere un motore che arriva a quei regimi va assolutamente disegnato super quadro anzi
piu’ breve è la corsa piu’ si riesce a tirargli fuoi giri = potenza. Rimane un fatto importante perché in sede di progettazione non si considera la distanza
fra valvole e pistone nell’incrocio delle fasi, cioé quando il pistone potrebbe venire in contatto con le valvole che non si sono chiuse abbastanza in
fretta e quindi rompere il tutto, questi calcoli meccanici arrivano dopo, si calcola subito il rendimento fluidico dell’aspirazione perché a quelle velocità
lineari che creano i giri si puo’ arrivare facilmente ad avere la velocità dell’ aria piu’ miscela che entra nella camera di scoppio troppo vicina alla velocità
del suono nel qual caso la potenza crollerebbe di colpo. Dato che ci sono anche limiti di disponibilità di benzina per una gara e comunque stiamo
parlando di una cilindrata unitaria abbastanza piccola, girando a tali regimi il diametro di aspirazione non puo’ essere troppo grande ed essendo ridotto
non siamo per nulla lontani ad avere pressioni di aspirazione elevate e velocità ancora piu’ alte raggiunto il punto critico fine della potenza, non entra
piu’ abbastanza miscela per continuare la scalata ai giri. Altro fatto importante, sempre per i “fuori giri”, è l’allungamento della biella, ebbene si anche
se fatte di metalli speciali le bielle si allungano perché hanno un movimeto che al 50% è lineare ed il restante è una tangente ad una curva per finire
ad una curva e ricominciare il tutto, in piu’ deve pure invertire la direzione portandosi dietro il peso del pistone che anche lui influisce sul tutto. Quindi
in sede di progetto per calcolare quale sia la migliore distribuzione prima si sperimenta con la fluidica poi si passa alle dilatazioni dei materiali e alle loro
velocità e stress su calcolo infinitesimale e sistemi software di simulazione meccanica, finalmente si decide quanto posso incorciare le fasi fra valvole
e pistoni raggiunti questi massimi valori di giri.
La Yamaha che in un primo momento aveva provato il desmodromico in via progettuale ( simulazione di modello di software) lo ha successivamente
accantonato, valutando piu’ sviluppabile il pneumatico, secondo me convinti dalle simulazioni che spingerebbe piu’ forte in uscita di curva riprendendo
da giri piu’ bassi, cosa che poi all’ atto pratico non è che si sia avverata (sara’ per il grip sara’ per la bonta’ del loro disegno), ma il D16 ed anche il 212
della HRC spingono nettamente piu’ forte in accelerazione.
Parliamo di sistemi alternativi di distribuzione : Camless e a variazione di fasatura
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I sistemi camless (senza albero a camme) arrivano dalla F1, mai applicati in campo agonistico per le moto. Un sistema camless ha dei vantaggi
notevoli verso i tradizionli sistemi a molle, pneumatici e desmodormici, perche’ consente il controllo totale dell’ apertura e chiusura delle valvole in
modo asincrono rispetto al “tradizionale” ciclo a 4 tempi se ne frega di dove stanni i pstoni perchè ci pensa il software della ECU a tenerlo ben fasato,
hanno solo una contropartita un costo elevatissimo ed una gestione elettronica da parte della ECU estremamente complessa. Una valvola gestita
camless (e ce ne sono quattro di valvole per cilindro) ha bisogno di due attuatori elettromagnetici uno per l’apertutra ed uno per la chiusura azionati
elettronicamente. In gioco ci sono delle potenze elettriche notevoli ed un problema da risolvere a livello ECU nel momento che il comando dall’
attuatore di apertura passa a quello di chiusura la cosi’ detta zona neutra risolvibile con dei sensori di posizionamento, la complessita’ aumenta. Se ho
quatto valvole ho 8 attuatori elettromagnetici e 8 sensori di posizionamento, costo a parte ma ne vale veramente la pena ? In F1 pare di si, sulle
motoGP pare di no, sia per problemi di ingombro che per costi esorbitanti, ma non si sa mai che cosa ci portera’ il futuro in fondo dopo dieci anni sono
arrivati i sistemi pneumatici sulle MotoGP proprio dalla F1.
Sistemi di distribuzione a variazione di fasatura, personalmente e’ quello che mi piace di piu’ e quando Fursawa (direttore del centro di ricerca e
sviluppo della Yamaha a Iawata) disse nel 2007 che loro avevano accantonato il desmodromico e valutavano un’ alternativa al sistema a molle, per
un momento ho sperato che se ne venisse fuori con un sistema a camme a variazione di fasatura ad altissime prestazioni. Il sistema esiste gia’ ed è
in produzione dalla BMW. Il concetto è molto semplice: su una distribuzione tradizionale a camme e molle si inserisce un sistema meccanico attuato
da un motore elettrico ad alta velocita’ che fa variare il posizionamento dell’albero a camme creando quindi un sistema che funziona come respiriamo
noi. Ebbene si il nostro corpo umano è progettato molto meglio di un sistema desmodromico o di un sistema a camme fisso che sia a molle o
pneumatico, siamo a fastura variabile. Quando abbiamo bisogno di poca aria respiriamo piano e non è che apriamo troppo la bocca, anzi respiriamo
solo con il naso, quindi pochi giri del motore e carburatore piu’ chiuso siamo molto efficenti, poi si cominci a correre e si comincia a respirare piu’
rapidamente ed il nostro corpo adatta l’ingresso dell’ aria allo sforzo istantaneo richiesto, respiriamo piu’ rapidamente e cominciamo ad usare la
bocca, cioe’ cambiamo la fasatura dell’albero a camme ed aumentiamo i giri, pero’ abbiamo un vantaggio possiamo mantenre i giri costanti e
respirare di piu cioe’ tirare dentro piu’ aria cosi’ per avere piu’ energia = potenza a disposizione. Questo e’ esattamente quello che fa il motore della
BMW, il risultato pratico è che spinge sempre fortissimo a tutti i giri con una risposta immediata alla richiesta di potenza, altro che battito in testa.
Unico limite di questa tecnica un tantino sofisticata e’ il numero dei giri del motore che non puo’ essere troppo alto per complessità meccanica, ma
come dicevo io spero sempre che in un futuro qualche diavolo di ingegnere di progetto magari lasci il desmo e meccanicamente venga fuori con questo
sistema anche su un motore da MotoGP.
Oggi con il MultiAir della FIAT, risposta a quello della BMW, siamo nella direzione giusta dei motori commerciali a variazione di fase, dove appunto le
valvole si sostituisocno alla farfalla del carburatore con un trattamento della miscela aira/benzina diretto ed efficente, e’ anche il primo passo verso
la distribuzione a fasatura variabile integrata del camless.
Bene per chi ha avuto la pazienza di arrivare fino in fondo adesso sapete la filosofia dietro questi incredibili motori da 800 cc delle moto piu’
complesse e meccanicamente meravigliose di questi anni.
Come funzionano i motori MotoGP ultima modifica: 2011-01-12T08:00:51+00:00 da Alberto Sebellin
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42 Comments
Post By Manziana 12/01/2011 at 16:00
come sempre interessantissimo aseb
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Post By ASeb 12/01/2011 at 20:33
@Rombotti se poi si vuole essere veramente pignoli , dovresti girare il pneumatico ogni 4-6 settimane ….
Se il garage e’ umido potrebbe accorciare la vita del pneumatico, molto peggio se il locale e’ caldo e pure umido allora si che si
deteriora la mescola e puo’ ridurre drasticamente la vita del penumatico.
Se nel garage tieni solventi, vernici o altro materiale chimico occhio che puo’ attaccare la gomma.
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mezzo alla pista ha ha ha
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Post By Smeriglio 13/01/2011 at 12:27
@rombotti: scusa il ritardo…..l’influenza mi fa dormire più del previsto…comunque ti ha già risposto ASeb in maniera esaustiva, la slick che hai
dovrebbe essere in ottime condizioni se l’hai tenuta in garage al buio e al fresco. Se è un SC2 poi puoi andare tranquillo perchè va benissimo sia
a temperature freddine che in estate col caldo.
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Post By Trepacchi 17/01/2011 at 20:09
Eppure non sono convinto,tante cose cambiano in 5 anni,a partire dall’eta’che anche se a livello inconscio ti toglie quel coraggio che avevi
prima.Tantopiu’ se dopo tanti anni provi per la prima volta cosa vuol dire farsi male…
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Ragazzi sono stupefatto..
Grazie mille per la (a dir poco pronta) risposta.
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AltrI esempi , tutti motori 4 cilindri, i gradi si riferiscon allo scoppio di un cilindro, se di gradi ce ne sono due allora sono due cilindri
che scoppiano insieme:
4 in linea standard 180-180-180-180 (Honda CBR 600 )
Long Bang 180-540 (kawa Ninja ZX-RR)
Uneven Bang(low bang) 180-90-180-270 (nuova R1 ed M1)
70 gradi V4 180-70-180-290 (Yamaha VMax)
90 gradi V4 180-90-180-270 (Honda VFR 800)
90 gradi V4 twinpulse 90-200-90-340 (Desmosedici 1000RR)
90 gradi V4 droner 90-270-90-270 (Honda RC30/RC45)
e per finire :
112 gradi V4 Big Bang 2T 68-292-68-292 la mitica Hinda NSR 500
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