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NEWSLETTER N 111

APRILE 2017

DIRITTO DEL LAVORO SOMMARIO


Attualit
1 Diritto del Lavoro

1 Attualit

8 Le Nostre Sentenze

11 Assicurazioni, Locazioni,
Responsabilit Civile
12
Tra le Nostre Sentenze

14 Osservatorio sulla
Cassazione
Diritto di accesso (ex Codice privacy)
e procedimento disciplinare: quali 16 Il Punto Su
informazioni il datore di lavoro obbligato
19 Rassegna Stampa
a dare al lavoratore
A cura di Damiana Lesce e Valeria De Lucia 20 Contatti

La normativa sulla Privacy incrocia le norme che disciplinano il


contratto di lavoro in molteplici momenti durante la gestione del
rapporto.

Cos anche nellambito di un procedimento disciplinare in quanto


lesercizio del potere disciplinare comporta un trattamento di dati
personali relativi al lavoratore.

Se si pensa, poi, a procedimenti aventi a oggetto fatti estranei alla


prestazione di lavoro (e, tuttavia, rilevanti in quanto in grado di
incidere sul rapporto sotto il profilo dellelemento fiduciario) i

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dati trattati possono avere anche natura di dato
sensibile.

E, dunque, evidente che lesercizio del


potere disciplinare del datore di lavoro
deve essere esercitato non solo nel rispetto
della normativa di cui agli artt. 2106 cod.
civ. (Sanzioni disciplinari), 4 (Impianti
audiovisivi e altri strumenti di controllo),
7 (Sanzioni disciplinari) e 8 (Divieto di
indianini sulle opinioni) dello Statuto dei
lavoratori, ma anche con osservanza della
disciplina in materia di protezione dei dati sempre in tema di diritto di accesso: il lavoratore
personali. ha diritto di conseguire lesibizione in giudizio,
da parte del datore di lavoro, dei documenti
Di tale principio si trova peraltro espressa relativi alle vicende del rapporto di lavoro
conferma in un Provvedimento del Garante del (ivi compresi i fogli paga e i fogli presenza)
17 maggio 2007 nonch, ancor prima, nelle a prescindere dalleventuale prospettabilit
Linee Guida del 23 novembre 2006. di prove diverse e senza spazi per valutazioni
discrezionali da parte del giudice.
Avuto, quindi, riguardo al Codice Privacy,
nellambito del procedimento disciplinare pu La tenuta, da parte del datore di lavoro, di
venire in rilievo innanzitutto il c.d. diritto di documentazione relativa alle vicende del
accesso (ex art. 7 Codice Privacy) in forza del rapporto di lavoro, sia che sia imposta dalla
quale il lavoratore pu accedere al fascicolo legge (come per i libri paga e matricola), sia
del procedimento disciplinare per conoscere che sia prevista dalla organizzazione aziendale
tutte le informazioni che lo riguardano in esso ai fini della registrazione delle presenze e dei
contenute. relativi orari, d luogo alla formazione di
documenti che, oltre ad essere possibile oggetto
In concreto, quindi, a titolo di esempio, a fronte di ispezioni amministrative, sono utilizzabili
della richiesta di un lavoratore di conoscere anche dal lavoratore, in coerenza con la regola
lorigine e le modalit del trattamento dei dellesecuzione del contratto secondo buona
dati personali contenuti in una lettera di fede (art. 1375 c.c.), proprio perch redatti
contestazione disciplinare, poich la richiesta per registrare le vicende relative al rapporto di
afferente ad un trattamento di dati personali, lavoro.
la stessa deve essere riscontrata dal datore di
lavoro in modo preciso e puntuale, mediante Ancora con riferimento alle informazioni
lindicazione dellorigine dei dati e delle (dovute al dipendente) sullorigine dei dati
modalit del loro trattamento (vd. ad esempio trattati nel procedimento disciplinare, nel caso
Provvedimento del Garante del 12 aprile 2007). risolto dal Provvedimento del 12 aprile 2007 (vd.
sopra) il lavoratore aveva chiesto di conoscere
Analoghi principi, gi da tempo, sono stati lidentit dei fornitori e dei dipendenti della
affermati anche dalla giurisprudenza (Corte di Societ che avevano effettuato le segnalazioni
Cassazione sentenza n. 9961 del 26 aprile 2007) poste a base delle contestazioni disciplinari.

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Questa la risposta del Garante: il titolare del dello Statuto dei Lavoratori.
trattamento pu legittimamente soddisfare
la richiesta di conoscere l'origine di tali dati Fatta tale premessa, il tema qui oggetto di esame
indicando (..) solo i ruoli, le categorie, gli uffici come gestire gli account di posta elettronica
aziendali da cui sono provenute le segnalazioni degli ex dipendenti.
in questione, senza indicare anche l'identit
delle persone fisiche che materialmente le Con il provvedimento del 22 dicembre 2016, il
hanno effettuate. Ai sensi dell'art. 7 del Codice, Garante ha affermato che risulta non conforme
l'interessato ha infatti diritto di conoscere ai principi di necessit, pertinenza e non
lorigine dei dati che lo riguardano, ma non eccedenza (in relazione agli artt. 3 e 11, comma
anche quello di accedere ai dati personali 1, lett. d) ed e) del Codice) la conservazione
riferiti a terzi. per dieci anni su server aziendali sia dei dati
esterni (c.d. envelope), che dei contenuti delle
comunicazioni elettroniche. Tale esteso tempo
di conservazione applicato indistintamente a
tutte le e-mail scambiate non appare, infatti,
commisurato alle ordinarie necessit di gestione
dei servizi di posta elettronica, comprese le
esigenze di sicurezza dei sistemi.

Dallapplicazione dei predetti principi


discende che gli account riconducibili a persone
(ex dipendenti) identificate o identificabili
devono essere rimossi previa disattivazione
Privacy e rapporto di lavoro: degli stessi e contestuale adozione di sistemi
come gestire laccount di posta automatici volti a informarne i terzi ed a
elettronica dellex dipendente fornire a questi ultimi indirizzi alternativi
riferiti allattivit professionale del titolare
A cura di Damiana Lesce, Paola Lonigro e del trattamento cui inviare le comunicazioni
Valeria De Lucia attinenti la sfera lavorativa e/o professionale
del datore di lavoro.
La raccolta sistematica delle comunicazioni
elettroniche in transito sugli account aziendali dei A titolo di esempio, non possono invece
dipendenti in servizio e la loro memorizzazione ritenersi rispettose dei suesposti principi le
per un lungo periodo unattivit in contrasto seguenti procedure (esaminate dal Garante):
con la disciplina di settore in materia di controlli - quella consistente nel mantenere attive
a distanza di cui allart. 4 Legge 20 maggio 1970 le caselle di posta elettronica per un periodo
n. 300 (Statuto dei Lavoratori). Lo ha affermato che pu arrivare fino a sei mesi dalla data della
anche di recente il Garante per la protezione cessazione del rapporto; ci indipendentemente
dei dati personali con provvedimento del 22 dall'attivazione di un messaggio di risposta
dicembre 2016. automatico;
- il reindirizzare automaticamente i
Come tale, il predetto trattamento costituisce messaggi in transito sugli account riferiti a
attivit penalmente rilevante ai sensi dellart. 38 dipendenti il cui rapporto di lavoro sia cessato

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su indirizzi di posta elettrica aziendale attribuiti di dati personali, ancorch non conforme a
ad altri dipendenti. disposizioni di legge o di regolamento, restano
disciplinate dalle pertinenti disposizioni
Le regole di cui sopra sono espressione del processuali nella materia civile e penale.
principio generale in forza del quale linteresse
del titolare (il datore di lavoro) ad accedere alle
informazioni necessarie allefficiente gestione
della propria attivit deve essere contemperato
con la legittima aspettativa di riservatezza
sulla corrispondenza da parte di dipendenti/
collaboratori, nonch dei terzi mittenti e/o
destinatari delle medesime comunicazioni.

Lo scambio di corrispondenza elettronica,


estranea o meno allattivit professionale, tra il
dipendente/collaboratore e soggetti, sia esterni Nuovo regime di responsabilit
sia interni, alla struttura organizzativa in cui solidale negli appalti.
egli inserito configura unoperazione idonea La deresponsabilizzazione del
a rendere conoscibili talune informazioni diretto responsabile
personali relative allinteressato; si pensi, anche (e le possibili tutele per il
a prescindere dal contenuto della corrispondenza
committente).
che certamente pu contenere dati personali che
lo riguardano, al trattamento dei nominativi
A cura di Damiana Lesce e Valeria De Lucia
dei mittenti e/o dei destinatari delle e-mail, gi
di per s stessi in grado di fornire indicazioni
Il decreto legge n. 25 del 2017, entrato in vigore
rilevanti in ordine ai contatti e alle relazioni
il 17 marzo 2017, ha modificato il regime di
dellinteressato e, quindi, essere considerati dati
responsabilit solidale negli appalti.
personali ad esso relativi.
Il nuovo testo dellart. 29, comma 2, d.lgs.
Nei casi esaminati dal Garante, nei quali pur
276/2003 prevede oggi: in caso di appalto di
essendo stati disattivati gli account aziendali
opere o di servizi, il committente imprenditore
l'azienda disponeva ancora dei dati relativi alla
o datore di lavoro obbligato in solido con
posta elettronica gi acquisiti, tale trattamento
l'appaltatore, nonch con ciascuno degli
stato ritenuto illecito per violazione degli artt.
eventuali subappaltatori entro il limite di due anni
11, comma 1, lett. a) e b), e 13 del Codice.
dalla cessazione dell'appalto, a corrispondere
ai lavoratori i trattamenti retributivi, comprese
Il Garante ha, quindi, disposto il divieto di
le quote di trattamento di fine rapporto, nonch
ulteriore trattamento dei predetti dati, fatta salva
i contributi previdenziali e i premi assicurativi
la conservazione per esclusiva finalit di tutela
dovuti in relazione al periodo di esecuzione del
dei diritti in sede giudiziaria, nei limiti posti
contratto di appalto, restando escluso qualsiasi
dall'art. 160, comma 6, del Codice, in base al
obbligo per le sanzioni civili di cui risponde
quale la validit, l'efficacia e l'utilizzabilit
solo il responsabile dell'inadempimento.
di atti, documenti e provvedimenti nel
Il committente che ha eseguito il pagamento
procedimento giudiziario basati sul trattamento

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tenuto, ove previsto, ad assolvere gli obblighi dell'appaltatore medesimo e degli eventuali
del sostituto d'imposta ai sensi delle disposizioni subappaltatori. In tal caso il giudice accerta
del decreto del Presidente della Repubblica 29 la responsabilit solidale di tutti gli obbligati,
settembre 1973, n. 600, e pu esercitare l'azione ma l'azione esecutiva pu essere intentata nei
di regresso nei confronti del coobbligato confronti del committente imprenditore o datore
secondo le regole generali. di lavoro solo dopo l'infruttuosa escussione del
patrimonio dell'appaltatore e degli eventuali
Viene quindi meno la possibilit per la subappaltatori. Oggi, tale disposizione viene
contrattazione collettiva di derogare a tale abrogata.
norma individuando metodi e procedure Dal 17 marzo 2017, quindi, nellambito di
di controllo e di verifica della regolarit appalti, qualora il datore di lavoro non paghi i
complessiva degli appalti ma, soprattutto, propri dipendenti, o non versi i relativi contributi
viene eliminato il beneficio di preventiva previdenziali ed assicurativi, il lavoratore potr
escussione precedentemente previsto in favore direttamente agire contro il committente.
del committente nei confronti dellappaltatore Il nuovo regime rende evidentemente pi
semplice per il lavoratore ottenere il pagamento
delle retribuzioni non corrisposte ma, al
contempo, penalizza le imprese della filiera,
deresponsabilizzando il debitore principale
inadempiente ed esponendo le aziende
committenti al rischio di dover rispondere per
inadempimenti di altre imprese, senza poter
pretendere che vengano previamente esperiti
tutti i tentativi per costringere a pagare il
debitore principale.

In altre parole, prevedibile che il lavoratore


preferir in futuro ed in assenza del vincolo di
preventiva escussione chiamare direttamente
in causa le imprese della filiera pi virtuose
e liquide, piuttosto (o prima) che il proprio
datore di lavoro inadempiente.

(o dellappaltatore nei confronti delleventuale Oltretutto, se in precedenza nelle controversie


subappaltatore). in materia di responsabilit solidale il datore
di lavoro/diretto responsabile andava sempre
Sul punto, la previgente normativa disponeva convenuto in causa - sicch in caso di esito
che Il committente imprenditore o datore della causa favorevole al lavoratore, era il
di lavoro convenuto in giudizio per il datore a rimborsare le spese di lite - oggi sar
pagamento unitamente all'appaltatore e limpresa committente (pur incolpevole per
con gli eventuali ulteriori subappaltatori. Il linadempimento) a dover rimborsare le spese
committente imprenditore o datore di lavoro giudiziali al dipendente altrui vittorioso.
pu eccepire, nella prima difesa, il beneficio
della preventiva escussione del patrimonio E consigliabile allora per le committenti (ed

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Newsletter
anche per gli appaltatori che, a propria volta, del Giudice: sul punto ricordiamo che la
subappaltino una parte del servizio o opera a Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, con
loro affidato) prevedere nei propri contratti di sentenza 4309/2010 ha ritenuto che nei casi
appalto tutele idonee a garantire una maggiore di litisconsorzio facoltativo la chiamata in
responsabilizzazione dellappaltatore o causa del terzo resta un provvedimento
subappaltatore e meccanismi contrattuali discrezionale del giudice, sicch il giudice cui
idonei a ridurre il rischio che questultimo sia tempestivamente chiesta dal convenuto la
accumuli ingenti esposizioni debitorie nei chiamata in causa, in manleva o in regresso, del
confronti dei propri dipendenti e degli enti terzo, pu rifiutare di fissare una nuova prima
previdenziali, prima che di tali debiti venga udienza per la costituzione del terzo, motivando
chiamata a rispondere limpresa che ha affidato la trattazione separata delle cause per ragioni
il servizio o lopera in appalto. di economia processuale e per motivi di
ragionevole durata del processo intrinseci ad
Ad esempio, possono richiedersi ogni sua scelta.
allappaltatore idonee garanzie fideiussorie,
ovvero pu concordarsi laccantonamento di In conclusione, la novella legislativa, pur
una quota del corrispettivo al fine di coprire rendendo evidentemente pi semplice per il
eventuali inadempienze dellappaltatore nei dipendente recuperare eventuali retribuzioni
confronti dei propri dipendenti, o ancora non corrisposte, deresponsabilizza il diretto
possibile subordinare il pagamento di quote responsabile: demandato alla autonomia
di corrispettivo alla prova dellavvenuto negoziale tra le imprese (ed alla applicazione
pagamento di retribuzioni e contributi. della normativa vigente da parte della
Magistratura) il compito di ristabilire un
Certo, anche tali cautele potranno difficilmente corretto equilibrio tra le esigenze del lavoratore
salvare il committente nel caso di richieste da e quelle delle imprese committenti, che porti a
parte del lavoratore relativamente a prestazioni far s che chiamato ad onorare i propri debiti sia
lavorative o, comunque, a richieste di differenze comunque, in prima istanza, il datore di lavoro
retributive che non risultino da busta paga e, inadempiente.
dunque, da accertarsi in giudizio.

In questi casi, sar sicuramente opportuno


che il committente convenuto dal lavoratore,
chiami in causa lobbligato solidale (e debitore
principale).
La speranza che la Magistratura del Lavoro
dimostri sensibilit allesigenza di giustizia
sostanziale di ridurre il rischio in capo alla
committente, chiamando a rispondere delle
proprie obbligazioni lappaltatore.

Non dimentichiamo infatti che, essendo venuto


meno con il decreto legge il litisconsorzio
necessario con il debitore principale, la chiamata
in causa sar rimessa alla discrezionalit

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Newsletter
per effetto delle modifiche apportate al primo
comma dellart. 2635 cod. civ., tale pena viene
automaticamente estesa anche ai sottoposti
alla direzione o alla vigilanza di un soggetto
che esercita funzioni direttive nellambito
organizzativo della societ o dellente privato.

Inoltre, il d.lgs. n. 38/2017 ha modificato il terzo


comma dellart. 2635 cod. civ., con la previsione
di un reato nei confronti di chi, anche per
Corruzione fra privati: riflessi interposta persona, offre, promette o d denaro
o altra utilit non dovuti alle persone indicate
delle modifiche normative nel primo e nel secondo comma, il quale viene
introdotte dal d.lgs. N. 38/2017 punito con le pene ivi previste.
sul rapporto dirigenziale
Il d.lgs. n. 38/2017 ha introdotto lart. 2635
A cura di Antonio Cazzella bis, recante il titolo istigazione alla corruzione
tra privati, che si configura nel caso di offerta
Il decreto legislativo n. 38 del 15 marzo 2017, o promessa di denaro o di altra utilit non
in vigore dal 14 aprile 2017, ha modificato lart. dovuti ai soggetti indicati dallart. 2635 cod.
2635 cod. civ., primo comma, prevedendo che, civ., primo comma, affinch essi compiano od
salva la configurabilit di un reato pi grave, gli omettano un atto in violazione degli obblighi
amministratori, i direttori generali, i dirigenti inerenti al proprio ufficio o degli obblighi di
preposti alla redazione dei documenti contabili fedelt, qualora lofferta o la promessa non sia
societari, i sindaci e i liquidatori, di societ o accettata, con pena ridotta di un terzo rispetto
enti privati che, anche per interposta persona, alle previsioni dellart. 2635 cod. civ., primo
sollecitano o ricevono, per s o per altri, denaro comma.
o altra utilit non dovuti, o ne accettano la
promessa, per compiere o per omettere un atto Inoltre, lart. 2635 bis, secondo comma, ha
in violazione degli obblighi inerenti al loro previsto analoga pena qualora i suddetti soggetti
ufficio o degli obblighi di fedelt, sono puniti sollecitino, per s o per altri, anche per interposta
con la reclusione da uno a tre anni. persona, una promessa o dazione di denaro o
di altra utilit, per compiere o per omettere un
Il decreto legislativo n. 38/2017 ha esteso la atto in violazione degli obblighi inerenti al loro
suddetta pena anche a colui che, nellambito ufficio o degli obblighi di fedelt, qualora la
organizzativo della societ o dellente privato, sollecitazione non venga accettata.
esercita funzioni direttive diverse da quelle dei
soggetti sopra menzionati. Con lart. 2635 ter, cod. civ., introdotto dal
citato decreto legislativo, stato stabilito che la
Lart. 2635 cod. civ., secondo comma, prevede condanna per il reato di cui allart. 2635, primo
la pena della reclusione, fino ad un anno e sei comma, comporta linterdizione temporanea
mesi, se il fatto commesso da chi sottoposto dagli uffici direttivi delle persone giuridiche
alla direzione o alla vigilanza di uno dei e delle imprese di cui allart. 32 bis del
soggetti indicati al primo comma: pertanto, codice penale nei confronti di chi sia gi stato

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Newsletter
condannato per il medesimo reato o per quello
di cui allart. 2635 bis, secondo comma. Le nostre sentenze
Il d.lgs. n. 38/2017 ha apportato modifiche anche
allart. 25 ter, comma 1, del d.lgs. 231/2001,
aumentando le sanzioni pecuniarie gi previste
per il reato di corruzione tra privati e prevedendo
specifiche sanzioni per il caso di istigazione
alla corruzione di cui al primo comma dellart.
2635 bis, cod. civ. nonch lapplicazione delle
sanzioni interdittive previste dallart. 9, comma
2, del d.lgs. n. 231/2001.

Le modifiche introdotte dal d.lgs. n. 38/2017 LA SENTENZA DEL MESE


non producono effetti solo in ambito penalistico,
ma assumono rilevanza anche in relazione 1 Il trasferimento non
al rapporto di lavoro e, segnatamente, alle
condotte attuate dai dipendenti con funzioni impugnabile se il lavoratore ha
dirigenziali e dai loro sottoposti, in quanto, firmato per accettazione la
ad esempio, comportamenti gi riprovevoli relativa comunicazione aziendale
- come il sollecitare la promessa o la dazione
di denaro o di altra utilit per compiere od Tribunale di Milano, sentenza 24 marzo
omettere un atto in violazione degli obblighi di 2017
fedelt assumono ora indiscutibile rilevanza
disciplinare stante la configurabilit di un reato. A cura di Francesco Chiarelli
Inoltre, sar necessario integrare i modelli di
organizzazione e di gestione adottati dalle societ Il trasferimento legittimo e, pertanto, non
e dagli enti alla luce delle novit introdotte dal pu essere impugnato, quando il lavoratore ha
d.lgs. n. 34/2017, per evitare il configurarsi di sottoscritto la relativa comunicazione aziendale
una responsabilit amministrativa in base alle per accettazione.
previsioni del d.lgs. 231/2001.
Tale espressione non pu essere ritenuta
sinonimo di per ricevuta, dimostrando invece
che il dipendente ha prestato il proprio consenso
al mutamento della sede di lavoro.

Trattandosi di un diritto disponibile, tale


consenso non deve essere necessariamente
manifestato in una sede qualificata ex art. 2113
cod. civ..

Di conseguenza, la validit dellaccettazione pu


essere contestata solo adducendo e dimostrando
la configurabilit di un vizio del consenso. Tale

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vizio deve essere dimostrato dal dipendente. epigrafe, dufficio ha convertito il rito scelto
Nel caso di specie, poich questultimo dal ricorrente in quello ex art. 1, co. 47 e ss.
rivestiva una carica sindacale, la sentenza in L. n. 92/2012, richiamando un orientamento
commento ha evidenziato che lonere della espresso dalla Corte di Cassazione (Cass. n.
prova avrebbe dovuto essere assolto in modo 23073/2015 e Cass. n. 16662/2015), secondo
particolarmente rigoroso, poich il lavoratore cui, ogni qual volta il ricorrente deduca
era presumibilmente dotato di particolari lesistenza di un rapporto di lavoro subordinato
competenze e conoscenze giuridiche. a tempo indeterminato ed affermi di aver subito
un licenziamento che comporti le tutele di cui
allart. 18, obbligatoria lapplicazione del
rito Fornero che, avendo finalit di carattere
pubblicistico, sottratto alla discrezionalit
delle parti.

Sul punto, nessuna rilevanza ha avuto il fatto che


il rapporto di lavoro dedotto in causa risultasse
essersi concluso, formalmente, per recesso del
datore di lavoro alla scadenza del periodo di
2 Il rito Fornero applicabile formazione. Determinante, invece, stata la
dufficio dal Giudice in base al prospettazione della domanda formulata dal
principio della prospettazione ricorrente, ovvero lipotizzato licenziamento
della domanda illegittimo, con richiesta di applicazione dellart.
18 Stat. Lav., secondo il Tribunale vincolante
Tribunale di Firenze, ord. 27 marzo 2017 sia per le parti che per il Giudice circa la scelta
del rito applicabile.
A cura di Martina Olgiati e Francesco
Torniamenti Con tale statuizione, il Tribunale di Firenze
ha modificato le sue iniziali indicazioni
Ove il lavoratore impugni - con ricorso ex interpretative della legge Fornero, con le quali
art. 414 e ss. cod. proc. civ. un contratto aveva, invece, ritenuto che il rito Fornero fosse
di apprendistato, deducendo di essere stato facoltativo e alternativo al procedimento ex art.
illegittimamente licenziato e chiedendo la tutela 414 e ss. cod. proc. civ..
di cui allart. 18, L. n. 300/1970, il Giudice
tenuto, dufficio, ad applicare il rito ex art. 1, co.
47 e ss. L. n. 92/2012.

Un apprendista, sul presupposto di non aver


fruito della formazione prevista in contratto, ha
impugnato, nelle forme ordinarie, il recesso del
datore di lavoro, qualificando lo stesso come
licenziamento illegittimo e invocando lart. 18
Stat. Lav.

Il Tribunale di Firenze, con lordinanza in

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Newsletter
del licenziamento, spetta al medesimo l'indennit
ex art. 18 comma 4 st. Lav.

L'indennizzo riconosciuto al lavoratore pari a


12 mensilit; da tale importo deve per essere
detratto l'aliunde perceptum, costituito non
solo da eventuali redditi da lavoro percepiti dal
dipendente dopo il licenziamento, ma anche
dall'indennit di mobilit.

La sentenza in commento ha ritenuto che


3 In ipotesi di reintegrazione, l'indennit di mobilit sia deducibile in
lindennit di mobilit costituisce ragione "della natura strettamente risarcitoria
aliunde perceptum ed detraibile delle mensilit riconosciute". In altre parole,
dallindennizzo ex art. 18 St. Lav. attribuendo all'indennizzo ex art. 18 St. lav.
valenza risarcitoria, la sentenza ha ritenuto
Tribunale di Cassino, sentenza 22 febbraio che tale risarcimento del danno sia soggetto al
2017 principio generale della compensatio lucri cum
damno, con la conseguenza che l'indennit di
A cura di Tommaso Targa mobilit deve essere detratta pur non trattandosi
di reddito da lavoro.
La violazione dei criteri di scelta ex art. 5 della l.
223/1991 che comporta il diritto del lavoratore Il principio di diritto affermato dalla sentenza
alla reintegrazione - sussiste anche quando in commento si discosta dall'orientamento
la comunicazione di avvio della procedura di prevalente della giurisprudenza di legittimit e
mobilit non ha adeguatamente individuato le di merito secondo cui l'indennit di mobilit non
ragioni per cui tali criteri di scelta non potevano costituirebbe aliunde perceptum, e non sarebbe
essere individuati con riferimento all'intero pertanto detraibile dallindennit riconosciuta in
stabilimento, dovendo invece essere applicati ipotesi di reintegrazione, in quanto il lavoratore
separatamente in relazione ai singoli reparti ove - una volta reintegrato - dovrebbe restituirla
l'azienda ha individuato degli esuberi. all'Inps. plausibile che la sentenza, aldil delle
considerazioni di stretto diritto, abbia valutato
Tale vizio non pu ritenersi di mera forma anche l'aspetto fattuale, ossia la prassi in base
(il che, in base all'art. 5 L. 223/1991 come alla quale, pur essendo tenuti astrattamente
modificato dalla legge Fornero, escluderebbe la a farlo, difficilmente i lavoratori reintegrati
reintegrazione), poich la mancata enunciazione restituiscono l'indennit di mobilit, ne' la stessa
dei criteri di scelta, al momento dell'avvio della viene loro richiesta indietro dall'INPS, una volta
procedura, equivale alla loro disapplicazione. corrisposta.
Dunque, si tratta di un vizio di sostanza.

In ipotesi di reintegrazione del lavoratore


licenziato nell'ambito della procedura di
mobilit, sul presupposto della violazione dei
criteri di scelta e della conseguente illegittimit

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Newsletter
obblighi sopra delineati spetta al trattario il quale
ASSICURAZIONI, LOCAZIONI, non pu sottrarsi a tale riscontro nellipotesi in
RESPONSABILIT CIVILE cui le sottoscrizioni contenute nella scheda fac
simile siano illeggibili.

Cass. 27 marzo 2017, sent. n. 7764

A cura di Bonaventura Minutolo e Teresa


Cofano

Pagamento dellassegno postale Assicurazione della responsabilit


civile - risarcimento del danno, rivalsa
Lautorizzazione al pagamento di un assegno e azione di regresso
postale, da eseguirsi non in tempo reale, non
pu essere fondato, ai sensi dellart. 71, comma Nel caso in cui il giudizio proposto dalla vittima
1 e 6 del d.p.r. n. 256 del 1989, sul riscontro di un sinistro stradale nei confronti della societ
della sigla numerica od alfanumerica indicata assicuratrice del responsabile si interrompa a
sul titolo di pagamento ma deve avere ad causa della sopravvenuta liquidazione coatta
oggetto la verifica della corrispondenza della amministrativa di quest'ultima, con cessione
sottoscrizione apposta sul titolo con quelle del portafoglio ai sensi dell'art. 4 del d.l. 26
contenute nel fac simile depositato presso la settembre 1978 n. 576, valida la riassunzione
banca trattaria. del giudizio compiuta nei confronti dell'impresa
cessionaria senza indicazione di tale sua qualit,
Lapplicabilit del regime di controllo a condizione che dal generale contesto dell'atto
semplificato, regolato dallart. 71, sesto comma, di riassunzione possa desumersi l'inequivoca
d.p.r. n. 256 del 1989, richiede non soltanto che volont della parte di convenire tale impresa
il pagamento sia in tempo reale e non mediante nella veste di rappresentante del Fondo di
stanza di compensazione (art. 125 d.p.r. n. garanzia vittime della strada.
256 del 1989) ma anche che la sigla numerica
od alfanumerica sia indicata preventivamente Cass. 17 marzo 2017, sent. n. 7008
nella scheda contenente il fac simile della
sottoscrizione del titolare del conto o dei suoi
delegati, regolarmente depositata e se ne
fornisca puntuale riscontro probatorio.

Lonere della prova delladempimento degli

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Newsletter

Danno non patrimoniale - concorso Locazione rinnovo tacito


colposo ex art. 1227 c.c.
La rinnovazione tacita del contratto di locazione
In caso di concorso della vittima nella postula la continuazione della detenzione della
determinazione dell'evento dannoso, nei cosa da parte del conduttore dopo la scadenza e
confronti dei congiunti che agiscono iure la mancanza di una manifestazione di volont
proprio opera la corrispondente riduzione del contraria da parte del locatore, cosicch,
risarcimento del danno non patrimoniale da qualora questi abbia manifestato con la
perdita del rapporto parentale. disdetta la volont di porre termine al rapporto,
la rinnovazione non pu desumersi dalla
Cass. 12 aprile 2017 sent. n. 9349 permanenza del locatario nell'immobile locato
dopo la scadenza o dal fatto che il locatore abbia
continuato a percepire il canone senza proporre
tempestivamente azione di rilascio, occorrendo,
invece, un comportamento positivo idoneo
ad evidenziare una nuova volont, contraria
a quella precedentemente manifestata per la
cessazione del rapporto.

Cass. 4 aprile 2017, sent. n. 8670

Locazione recesso senza preavviso


obbligo di pagamento dei canoni

In tema di locazione di immobile urbano,


l'accettazione da parte del locatore della
anticipata riconsegna dell'immobile locato con
la riserva di ottenere il pagamento dei canoni
non ancora scaduti fino al termine del contratto
non fa venir meno per il conduttore che esercita
il recesso senza il rispetto del previsto termine Tra le nostre sentenze
di preavviso (nel caso, sei mesi) l'obbligo di
pagare il canone per tutto tale periodo, ovvero
fino al momento in cui l'immobile medesimo Agenzia indennit di fine rapporto
venga locato a terzi. indennit aggiuntiva nullit per
difetto di causa
Cass. 11 aprile 2017, sent. n. 9271
Lagente Alfa ha convenuto in giudizio le
Compagnie di assicurazione preponenti
chiedendo la condanna, nei loro confronti, al
pagamento delle indennit di fine rapporto e delle
indennit aggiuntive previste da unappendice

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al contratto di agenzia, sullassunto della capo alle mandanti; costituiva una ingiustificata
giusta causa di recesso, rappresentata da un duplicazione delle indennit percepite ex art. 25-
progressivo atteggiamento di ostilit delle 33 Ana; e che, in definitiva, era del tutto priva
mandanti, manifestatosi nella riduzione del di causa, non potendo questultima ravvisarsi in
monte sconti, nella imposizione di limiti un fantomatico intento liberale della Compagnia
assuntivi, etc.. in favore dellagente, essendo detto intento del
tutto estraneo allassetto di interessi tipico di un
Le convenute, costituendosi in giudizio, hanno contratto a prestazioni corrispettive quale quello
eccepito la mancanza di giusta causa del di agenzia.
recesso, nonch la nullit delle pattuizioni di
cui allappendice contrattuale che prevedevano
lindennit aggiuntiva. Tribunale di Milano, sentenza del 24 aprile
2017
In particolare, le Compagnie chiarivano che la
decisione di non continuare a distribuire alcune
polizze non era dipesa da una scelta arbitraria, ma
scaturite da provvedimenti assunti dallIsvap;
che i limiti assuntivi avevano riguardato non
solo Alfa, ma ben altre 26 agenzie; che era del
tutto indimostrata la riduzione del monte sconti.

Il Tribunale, ravvisata la insussistenza della


giusta causa, ha derubricato il recesso
qualificandolo come recesso con indicazione
dei motivi; ha riconosciuto allagente le
indennit ex artt. 25, 26, 27 28 e 33 Ana 2003,
applicabile ratione temporis al caso di specie,
mentre ha negato il diritto di Alfa allindennit
aggiuntiva prevista nellappendice contrattuale,
ritenendo la nullit delle relative pattuizioni
contrattuali.

In particolare, il Tribunale ha affermato


che lindennit aggiuntiva in questione -
che prevedeva la paternit e propriet del
portafoglio a favore dellagente e la sua facolt
di optare, in caso di scioglimento del rapporto per
qualsivoglia motivo, per la liquidazione di tutto
il portafoglio, ci che si traduce in una indennit
aggiuntiva pari alla somma di tutte le provvigioni
e incentivazioni liquidate negli ultimi 36
mesi era del tutto anomala nel settore e non
trovava alcuna giustificazione concreta n alcun
fondamento in una contropartita individuabile in

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effetti nei confronti del destinatario solo quando
OSSERVATORIO SULLA perviene al suo indirizzo, mentre, nel caso di
CASSAZIONE specie, la comunicazione confidenziale - che
anticipava ad un terzo il gi maturato intento
societario di recedere dal rapporto di lavoro - non
solo non era diretta (nel senso di essere destinata)
al dipendente, ma non aveva natura negoziale
e neppure di atto giuridico in senso stretto;
in particolare, la Suprema Corte ha precisato
che, nelle imprese aventi natura societaria,
non rileva il momento in cui si sia formato
nel datore di lavoro il proposito di licenziare
il dipendente (come, ad esempio, nel caso di
deliberazione del consiglio di amministrazione
intervenuta prima che sia decorso il termine
a difesa), in quanto sufficiente che lorgano
A cura di Stefano Beretta e Antonio Cazzella competente per ladozione dellatto con
rilevanza esterna provveda a comunicare il
Irrilevante anticipare a terzi la recesso successivamente al decorso del termine
volonta di recedere dal rapporto di medesimo.
lavoro prima di esaminare le difese
del lavoratore
Annullabile il verbale di conciliazione
Con sentenza n. 8136 del 27 marzo 2017 se il datore, ponendo in essere un
la Suprema Corte ha ritenuto legittimo il raggiro, assume un altro lavoratore
licenziamento disciplinare del dipendente in nella stessa posizione di quello
base alle prescrizioni dellart. 7 Stat. Lav., licenziato.
anche se il datore aveva preannunciato ad un
terzo la volont di recedere dal rapporto con il Con sentenza n. 8260 del 30 marzo 2017 la
lavoratore, prima ancora di esaminare le difese Suprema Corte ha affermato che il verbale di
svolte da questultimo. conciliazione stipulato da un lavoratore pu
essere annullato se questultimo ha prestato
Nel caso di specie, il datore di lavoro aveva il proprio consenso sulla base di un raggiro
intimato il licenziamento trascorso il termine di posto in essere dal datore di lavoro.
cinque giorni previsto dallart. 7 Stat. Lav. per
presentare le giustificazioni e, comunque, dopo Nel caso di specie, il dipendente aveva accettato
il ricevimento delle giustificazioni medesime, il licenziamento, nellambito di una procedura di
ma aveva inviato ad un terzo una email di cui mobilit, in considerazione della soppressione
era venuto a conoscenza il dipendente - nella della sua posizione lavorativa risultante dalla
quale si preannunciava il licenziamento e ci lettera di apertura della predetta procedura,
ancor prima di esaminare le giustificazioni. ma era stato, successivamente, accertato che
il datore di lavoro aveva assunto un altro
La Suprema Corte ha precisato che il lavoratore per ricoprire la medesima posizione.
licenziamento un atto recettizio, che produce

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salute (depressione) e ci per un mero interesse
personale; pertanto, come accertato dalla
consulenza psichiatrica, il certificato rilasciato
dal medico curante, per di pi di lunga durata,
non era giustificato dalleffettivo stato di salute
del dipendente, che era nelle condizioni fisiche
e psichiche idonee per rientrare al lavoro.

La Suprema Corte ha rilevato che


linadempimento del dipendente non poteva
essere giustificato con rappresentazioni
soggettive a spiegazione della propria condotta,
La Suprema Corte ha ritenuto che linclusione in mancanza di una prescrizione medica che gli
del lavoratore tra le posizioni eccendentarie, consentisse, per agevolare il proprio recupero,
evidenziate nella lettera di apertura della di riprendere la vita normale e, quindi, anche di
procedura di mobilit, costituisce una condotta poter uscire da casa.
di silenzio malizioso, idonea ad integrare un
raggiro laddove ad essa segua unassunzione
per la medesima posizione, affermando che
il silenzio serbato da una delle parti in ordine
a situazioni di interesse della controparte e
la reticenza, qualora linerzia della parte si
inserisca in un complesso comportamento
adeguatamente preordinato, con la malizia o
astuzia, a realizzare linganno perseguito
integrano gli estremi del dolo omissivo rilevante
ai sensi dellart. 1439 c.c..

Licenziamento disciplinare del


dipendente finto depresso

Con sentenza n. 10154 del 21 aprile 2017


la Suprema Corte ha ritenuto legittimo il
licenziamento di un dipendente, che - assente
dal servizio per malattia era stato sorpreso
fuori dalla sua abitazione a svolgere attivit
personali, in mancanza di una prescrizione
sanitaria che gli consentisse di uscire da casa.

Nel caso di specie, dalla CTU medica espletata


in corso di causa emerso che il dipendente
aveva indotto in errore il medico curante con
una falsa rappresentazione del suo stato di

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- cancellata dal registro delle imprese; oppure
che il lavoratore abbia operato presso diversi
IL PUNTO SU datori di lavoro restando per esposto in
talune sedi lavorative alla ipotetica inalazione
di fibre di amianto, con conseguente ulteriore
difficolt a stabilire quali aziende e/o ambienti
coinvolti abbiano eventualmente concorso
alla causazione della malattia (il tutto senza
omettere di considerare che ulteriori e molteplici
fattori puramente ambientali possono essere le
cause anche al di fuori del rapporto di lavoro -
allorigine dellinsorgere di una patologia).

Sotto il profilo meramente giuridico, in materia


di responsabilit contrattuale, si rammenta
A cura di Vittorio Provera e Marta Filadoro che lart. 2087 c.c. dispone, in linea generale,
che limprenditore adotti "nell'esercizio della
Il punto su: Risarcimento danni in impresa le misure che, secondo la particolarit
relazione per presunta esposizione del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono
lavorativa ad amianto, necessita di necessarie a tutelare la integrit fisica e la
rigorosa valutazione degli elementi personalit morale dei prestatori di lavoro".
di prova e dellimportanza dei
In tale contesto solo a partire dagli anni ottanta
fattori ambientali extralavorativi.
stata accertata la specifica pericolosit
dellamianto, in caso di basse esposizioni.
Negli ultimi anni vi sono state in Italia numerose
Ed infatti, dal primo dopoguerra sino alla
vicende giudiziarie (in sede civile e penale),
fine degli anni 80, plurime disposizioni -
relative a malattie professionali derivate da
regolamentari o legislative - avevano addirittura
pretesa esposizione a polveri di amianto in
imposto lutilizzo dellamianto, sia come
luoghi di lavoro.
componente di strumenti di protezione dei
lavoratori, sia a fini di coibentazione.
Si tratta di cause che iniziano, di norma, a
distanza di molti anni dallo svolgimento della
A livello comunitario, il primo limite stato
attivit lavorativa in ambiente ritenuto nocivo,
fissato dalla Direttiva CEE del 19 settembre
poich le prime manifestazioni delle malattie
1983 n. 83/477, che aveva stabilito i valori
asbesto correlate (tra queste, il mesotelioma
limite in 1,00 fibre per cm/3 di amianto.
pleurico) possono verificarsi anche a distanza
di 20/40 anni dalla inalazione di polveri, cos
Il legislatore italiano ha, peraltro, dato attuazione
determinandosi molteplici problematiche
alla suddetta Direttiva CEE solamente con
di tipo giuridico, anche correlate alla esatta
Decreto Legislativo 15 agosto 1991 n. 277,
ricostruzione dei fatti.
abbassando ulteriormente i valori dei limiti
di esposizione e ponendo a carico dei datori
Cos pu accadere, ad esempio, che la societ
di lavoro una serie di obblighi ulteriori (di
ex datrice di lavoro sia stata nel frattempo
informazione e prevenzione).

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Newsletter
Con legge 27 marzo 1992 n. 257 stato, infine, Grava, invece, sul datore di lavoro una volta
stabilito il divieto di estrazione, importazione, dimostrate le suddette circostanze - lonere di
esportazione, commercializzazione e provare di aver fatto tutto il possibile per evitare
produzione dellamianto, di prodotti di amianto il danno, ovvero di aver adottato tutte le cautele
o di prodotti contenenti lamianto entro il 1993. necessarie (anche in base alle conoscenze
Da ultimo, si rileva che solo con il DPR 336 estato della tecnica dellepoca) per impedire il
del 1994, il Mesotelioma - tumore collegato verificarsi del danno medesimo.
alle polveri di amianto - stato ricompreso nelle
tabelle relative alle malattie professionali. Alla luce delle suddette premesse, il Giudice ha
ritenuto che la parte ricorrente non avesse fornito
A fronte di quanto precede, sono agevolmente prova sufficiente dellinadempimento della
intuibili le difficolt probatorie che societ allobbligo sancito dallart. 2087 c.c.
inevitabilmente si pongono a carico sia delle e della conseguente insalubrit dellambiente
parti, sia del Giudice, nellindagare e cercare di di lavoro per sussistenza di esposizione
ricostruire - spesso a distanza di decenni - le allamianto.
cause di eventuali patologie e responsabilit (se
esistenti). Sotto laspetto della nocivit ambientale, le
testimonianze assunte ed i documenti allegati,
In proposito, si segnala uninteressante non avevano condotto alla dimostrazione che
pronuncia del Tribunale di Ancona del 7 marzo nei locali in cui aveva operato il lavoratore vi
2017 (n. 110/2017) che ha statuito in ordine alla fosse la presenza di amianto, ne tanto meno
richiesta formulata, dagli eredi di un lavoratore, che polveri di amianto fossero depositate nei
di accertare la pretesa responsabilit di uno degli materiali e/o apparecchiature giacenti negli
ex datori di lavoro del familiare, relativamente ambienti.
al decesso per mesotelioma pleurico dello stesso
e - conseguentemente - condannare lazienda In aggiunta a quanto sopra stata data anche
al risarcimento dei danni, patrimoniali e non rilevanza ad altri elementi.
patrimoniali, asseritamente subiti. In detta In primo luogo la circostanza che, in base ai
vicenda i ricorrenti hanno dedotto una pretesa protocolli e ricerche scientifiche, il mesoteliomi
esposizione ad amianto del de cuius nel corso pleurico (tipico tumore da esposizione da
dellattivit lavorativa, svolta presso la societ amianto) pu essere riconducibile ad origine
convenuta negli anni 70. professionale e tale origine altamente probabile
in caso di riscontro di una elevata quantit di
Il Giudice di primo grado ha anzitutto evidenziato corpi di asbesto per grammo di tessuto secco
- quanto al riparto dellonere probatorio - che in (1000 corpi per grammo). Orbene, nel caso di
base a principi consolidati della giurisprudenza specie lesame effettuato in sede di autopsia
di legittimit, al fine dellaccertamento della aveva dato esito negativo su tale aspetto (con
responsabilit di natura contrattuale del datore conseguente improbabile anche se non
di lavoro ex art. 2087 c.c., incombe su coloro impossibile genesi lavorativa della malattia).
che agiscono in giudizio lamentando, a causa E ancora, il Tribunale ha valutato e richiamato
dellattivit lavorativa svolta, un danno alla le risultanze della scheda di valutazione redatta
salute, lonere di provare lesistenza di tale dal Centro Operativo Regionale del Registro
danno ed anche la nocivit dellambiente di Nazionale Mesoteliomi prodotta in giudizio,
lavoro, nonch il nesso tra detti elementi. secondo cui dovevano essere considerati come

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periodi certamente generatori di unesposizione stata negata la sussistenza del nesso di causalit,
professionale ad amianto: (i) quello svolto dallex anche di tipo concorrente, tra la malattia che ha
dipendente come apprendista elettromeccanico portato al decesso il de cuius e lattivit svolta
a bordo di navi militari (dato il noto utilizzo da questultimo presso la societ convenuta,
di materiali contenenti amianto nellindustria con conseguente rigetto delle domande attoree.
navale, in particolare, per la coibentazione degli
ambienti e nelle sale macchine e motori); (ii) Si tratta, dunque, di una pronuncia significativa,
nonch quello relativo al periodo di servizio posto che, da un lato, sono stati applicati
militare a Casale Monferrato (data la posizione in modo approfondito e corretto i criteri
della caserma rispetto sia allo stabilimento, sia giurisprudenziali di ripartizione dellonere della
al magazzino dellEternit); rilevando altres che prova, in una materia delicata e complessa come
detta documentazione aveva, invece, ritenuto quella in esame; dallaltro, stato accertato che
improbabile alla luce dei dati forniti - la patologia di cui causa ha trovato la propria
unesposizione nociva durante il periodo origine in situazioni diverse da quella dedotta
lavorativo presso la societ convenuta. in giudizio, tenendo conto anche della nota
diffusione ed utilizzo di detto materiale negli
Il complesso degli elementi sopra illustrati ambienti frequentati dallex dipendente in epoca
ha portato a statuire che, nel caso in esame, precedente a quella relativa allattivit presso
non stata raggiunta la prova della nocivit lazienda convenuta.
dellambiente di lavoro di cui era causa ed

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Rassegna Stampa
Diritto24 Il Sole 24 Ore: 31/03/2017
Diritto di accesso (ex Codice Privacy) e procedimento disciplinare: quali informazioni il datore di lavoro obbligato a
dare al lavoratore
Damiana Lesce e Valeria De Lucia

Diritto24 Il Sole 24 Ore: 06/04/2017


Il rito Fornero applicabile d'ufficio dal Giudice in base al principio della "prospettazione della domanda"
Marina Olgiati e Francesco Torniamenti

Diritto24 Il Sole 24 Ore: 06/04/2017


Il trasferimento non impugnabile se il lavoratore ha firmato "per accettazione" la relativa comunicazione aziendale
Francesco Chiarelli

Diritto24 Il Sole 24 Ore: 07/04/2017


Nuovo regime di responsabilit solidale negli appalti. La deresponsabilizzazione del diretto responsabile (e le possibili
tutele per il committente)
Damiana Lesce e Valeria De Lucia

Diritto24 Il Sole 24 Ore: 10/04/2017


Onere della prova in materia di domanda di qualifica superiore
Tommaso Targa e Giuseppe Sacco

Diritto24 Il Sole 24 Ore: 11/04/2017


Reato e giusta causa: rilevanza dell'accertamento in sede penale e autonomia della valutazione dei fatti da parte del
giudice del lavoro
Tommaso Targa

Diritto24 Il Sole 24 Ore: 11/04/2017


CORRUZIONE TRA PRIVATI: riflessi delle modifiche normative introdotte dal D.lgs. n. 38/2017 sul rapporto dirigenziale
Antonio Cazzella

Diritto24 Il Sole 24 Ore: 12/04/2017


Qualifica superiore e assorbimento del superminimo individuale
Tommaso Targa

Diritto24 Il Sole 24 Ore: 14/04/2017


Il lavoratore che contesta la sospensione in CIGS per mancata rotazione deve dimostrare la propria fungibilit professionale
Tommaso Targa

Diritto24 Il Sole 24 Ore: 27/04/2017


Licenziamento per giusta causa: dolo del lavoratore e prova presuntiva
Marina Olgiati e Francesco Torniament

Diritto24 Il Sole 24 Ore: 28/04/2017


Bacco e Venere possono far perdere il posto di lavoro? Commento ad una recente pronuncia del Tribunale di Pavia
Stefano Beretta

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