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Grandezza vettoriale: grandezza che per essere definita necessit, oltre che di un numero e
della sua unit di misura (che ne rappresenta il modulo o intensit) anche di un vettore,
caratterizzato da un punto di applicazione, una direzione e un verso (spostamento, velocit,
accelerazione, forza, campo elettrico..)
Prodotto scalare: unoperazione vettoriale che associa a due vettori (a e b) una quantit
scalare ovvero un numero. Il risultato delloperazione , dunque, un NUMERO NON un vettore
e corrisponde al prodotto dei moduli dei due vettori per il coseno dellangolo compreso tra i
due. ab= a b cos
Legge oraria: equazione che esprime la posizione di un corpo in moto in relazione al tempo.
Velocit scalare media: grandezza scalare data dal rapporto tra la distanza percorsa
spazio percorso
(scalare) e lintervallo di tempo (scalare). <v>= t
Velocit vettoriale media: grandezza vettoriale data dal rapporto tra il vettore
s
spostamento e lintervallo di tempo. vm= t
Velocit istantanea: una grandezza vettoriale la cui direzione sempre tangente alla
s
traiettoria nel punto considerato. Essa vale Vp1= limt0 t e coincide con il coefficiente
Accelerazione media: una grandezza vettoriale data dal rapporto tra la variazione di
velocit di un corpo in un intervallo di tempo e lintervallo di tempo stesso in cui avviene tale
v
variazione. am= t
2
d s
2
dt
La sua direzione, a differenza della velocit istantanea, non sempre tangente alla traiettoria.
Per questo in genere individuata da una componente tangente alla traiettoria (a t:
accelerazione tangenziale) e da una normale alla traiettoria (a n: accelerazione normale).
2 2
vf vi
s= 2a
Moto circolare uniforme: Il moto circolare uniforme il moto di un punto che si muove
lungo una circonferenza con velocit costante in modulo (ma non in direzione e verso perch
la tangente alla traiettoria circolare cambia da punto a punto). La velocit con la quale si
muove il punto lungo la circonferenza si dice velocit tangenziale mentre quella con cui ruota
il raggio della circonferenza si definisce velocit angolare.
= t
v= R
vist (per t0)= R
2
v
ac= v = R
Dinamica
Forza ed effetti: Una forza un agente esterno a un corpo in grado di modificarne lo stato di
quiete o di moto.
Possono avere diversi effetti:
- DINAMICI, cio mettere in moto, fermare o deviare un corpo;
- STATICI, cio mantenere in posizione di equilibrio vari corpi appoggiati o incernierati;
- possono DEFORMARE i corpi, se questi sono vincolati, cio non possono muoversi
liberamente.
Non sempre le forze si manifestano attraverso un contatto fra corpi, (corpi che cadono per
effetto della forza di gravit, oppure pensiamo a pezzi di ferro attratti da una calamita). In
questi casi, in cui non vi contatto, si parla di forze a distanza.
Primo principio della dinamica o principio di inerzia: se su un corpo non agiscono forze
oppure se la risultante delle forze agenti nulla, il corpo persever nel suo stato di quiete o
nel suo moto rettilineo uniforme. Se tentiamo di cambiare lo stato di moto o di quiete di un
corpo, esso tender a resistere a questo mutamento. Si chiama inerzia la propriet della
materia di resistere alle forze. La massa la grandezza fisica che consente di quantificare
linerzia di un corpo.
Forza dattrito: Forze che si oppongono al moto e sono proporzionali alle reazioni vincolari:
Fa=R. = coefficiente di attrito
Biomeccanica
M F b sin
Momento di una forza: un vettore perpendicolare al piano individuato dalla
forza e dal braccio della forza il cui verso dato dalla regola della mano dx e di modulo pari a:
Lavoro ed energia
Lavoro di una forza: Una forza compie lavoro quando sposta il suo punto di applicazione. Si
definisce lavoro compiuto dalla forza il PRODOTTO SCALARE della forza per lo spostamento.
LAB F s Fs cos
Energia cinetica: capacit di un corpo in moto di produrre lavoro. Come mi posso rendere
conto del fatto che effettivamente un corpo in moto produce lavoro? Se un corpo di massa m
si muove con velocit v per arrestarlo completamente c bisogno di una forza (agente
esterno in grado di perturbare lo stato di moto di un corpo) che porti a zero la sua velocit. La
forza modificher lo stato di moto inducendo unaccelerazione negativa finch non avremo
v=0. Da qui si evince che il corpo possiede energia proprio perch, per arrestarlo, abbiamo
bisogno di una forza che (spostando il suo punto di applicazione fino ad arrestare il corpo)
1
compie lavoro. Ec= 2 mv2
L12 Ec
Teorema dellenergia cinetica: Il lavoro compiuto da una forza che agisce su un
corpo pari alla variazione di energia cinetica subita dal corpo. Poich questespressione
stata ottenuta senza ipotesi restrittive sulle forze in gioco, vale in qualunque campo di forze.
Energia potenziale: una funzione di stato, ovvero una grandezza fisica che pu essere
introdotta se il lavoro compiuto da una forza F che sposta il suo punto di applicazione non
dipende dalla traiettoria seguita dal punto ma solo dalla posizione iniziale e finale. Esistono
diversi tipi di energia potenziale, uno dei quali lenergia potenziale gravitazionale il cui
valore Ep=mgh.
L1 2 ( Ep)1 ( Ep) 2 Ep
Teorema dellenergia potenziale: in un campo di forze conservativo, il
lavoro compiuto dalla Forza per spostare il suo punto di applicazione dal punto A al punto B
pu essere espresso come differenza tra i valori che la funzione assume nei punti A e B.
Forze conservative: Forze il cui lavoro dipende solo dalle posizioni iniziale e finale del corpo
e non dalla traiettoria seguita.
Forze non conservative: Forze il cui lavoro dipende dalla traiettoria seguita.
L if LNon
i f
Cons
LCons
i f L i f
Non Cons
EPi EPf EC f EC i EC
Lavoro in presenza di forze
conservative e non conservative: Il lavoro una quantit scalare e additiva. Se il campo di
forze costituito da n forze, il lavoro risultante sar dato dalla somma dei lavori delle n forze.
Lncif EC EP
Lncif ( Ec f Ep f ) ( Eci Epi ) EM f EM i
L
P
t
Potenza: Rapidit con cui viene sviluppata una certa quantit di lavoro:
Fluidodinamica
Densit: una grandezza scalare e indica il rapporto tra la massa di un corpo e il volume che
m
occupa = V
Forze in un fluido:
- Forze di volume: forze agenti su ogni elemento di volume del fluido (Es. la forza peso)
- Forze di superficie: forze agenti sulla superficie che delimita il fluido (Es. la forza esercitata
dalle pareti del recipiente).
I casi in cui si possono trascurare le forze di volume vengono trattati attraverso il principio di
Pascal; diversamente, la pressione derivante dalle forze di volume regolata dalla legge di
Stevino.
Pressione: una grandezza scalare utilizzata per descrivere come una forza viene esercitata
in un corpo che non sia associabile a un punto materiale, come ad esempio con i fluidi. Essa
definita come il rapporto tra l'intensit della componente normale alla superficie di una forza
Fn
agente su di essa e la superficie stessa. <P>= S
Mg ( V ) g ( Sh ) g
= = =gh La pressione quindi direttamente proporzionale alla
S S S
profondit h.
Occorre distinguere due casi:
1) dato un fluido contenuto in un recipiente chiuso ed un corpo immerso nel fluido, la
pressione esercitata sul corpo viene descritta dalla legge di Stevino P=gh
2) dato un fluido in un recipiente aperto ed un corpo immerso, la pressione esercitata sul
corpo data dalla somma di due contributi: la pressione esercitata dalla colonna daria
sovrastante la superficie del fluido e quella esercitata dal fluido P=P 0+ gh
Viscosit: caratteristica comune a tutti i fluidi che si evidenzia attraverso una diminuzione
dellenergia cinetica, dissipata durante il movimento a causa degli attriti interni. Essa dipende
dalle forze di attrazione intermolecolari tra le varie particelle del fluido e le pareti del
recipiente.
Moto stazionario: moto le cui propriet non variano col passare del tempo. Nel moto
stazionario tutte le particelle di fluido, quando passano per un determinato punto, hanno la
stessa velocit, anche se la velocit pu variare da un punto allaltro. Quindi la velocit delle
particelle funzione solo della posizione e non del tempo. Le traiettorie descritte dalle
particelle si chiamano linee di corrente e la loro direzione coincide con la direzione della
velocit delle particelle.
Portata: il volume di fluido che attraversa qualsiasi sezione del condotto nellunit di tempo
Vol l S S (v t )
Q= t = t = t
=Sv
Arteria ostruita: Una semplice applicazione del principio di costanza della portata si ha nel
caso in cui una arteria sia parzialmente ostruita da una placca aterosclerotica (ateroma). Si ha
un ispessimento dell'intima (lo strato pi interno delle arterie, che rivestito dall'endotelio ed
in diretto contatto con il sangue) delle arterie dovuto principalmente all'accumulo di
materiale lipidico. La velocit del sangue quindi aumenta notevolmente considerando che una
diminuzione lineare del raggio della sezione incide quadraticamente sullarea e quindi sulla
velocit.
L FP F1 s1 F2 s2 ( P1S1 )v1t ( P2 S 2 )v2 t
- Lavoro forze di pressione
L FP P1Q1t P2Q2 t
Essendo
Sv=Q
Vol m 1
Q
t t L FP ( P1 P2 )Qt
Ricordando che S 1v1=
S2v2=Q=costante
m
L FP ( P1 P2 )
Essendo poi
L TOT L P L FP
1 2 1 2 1 1
L P L FP EC mv2 mv1 L TOT EC mv22 mv12
2 2 2 2
m 1 1
mg (h1 h2 ) ( P1 P2 ) mv22 mv12
2 2
m 1 m 1
mgh1 P1 mv12 mgh2 P2 mv22
2 2
1 2
Pg gh1 P1 v1 cos t
2
Arteria ostruita: La velocit del sangue nella zona ostruita, a fronte di una diminuzione del
raggio effettivo dellaorta minore del 30%, addirittura raddoppia. Vediamo cosa succede alla
pressione. Supponiamo che la variazione di h sia trascurabile (tratto di vaso orizzontale:
h1=h2) e applichiamo il Teorema di Bernoulli. La pressione dellarteria non ostruita maggiore
di quella ostruita.
1
Pg P1 v12 cos t
2
Stenosi: La stenosi una strozzatura dellarteria per cui la S del
restringimento inferiore della S normale. Applicando il teorema di Bernoulli la pressione
nella zona della strozzatura inferiore rispetto a quella normale per cui in quel tratto il vaso
tender a stringersi ulteriormente fino alla chiusura completa del vaso.
Pi in generale dalle due relazioni Sv= Q=cost e risulta dalla prima che
la velocit inversamente proporzionale alla sezione e dalla seconda che nei punti in cui la
velocit del fluido aumenta la pressione diminuisce per cui combinandole si ottiene che la
pressione, in un flusso orizzontale, maggiore dove la sezione del flusso maggiore e
viceversa.
Elettrostatica
q1q 2
FK
r2
Legge di Coulomb: la forza elettrica che si esercita tra due cariche elettriche
puntiformi q1 e q2 poste nel vuoto a distanza d luna dallaltra, direttamente proporzionale al
prodotto delle due cariche e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.
Kfattore di proporzionalit, costante di Coulomb, 9 10 9 Nm2/C2
Linea di forza: curva la cui tangente in ogni punto ha la stessa direzione della forza in quel
punto. Per convenzione disegnate uscenti da una carica positiva ed entranti in quella
negativa.
+4 Fq-3
qF
q-F+
n
F F1 F2 F3 F4 E F E Fi
q q 1 F2+q
3
i
2
KQq 1 4
EPE
r
Energia potenziale elettrica: l'energia
potenziale del campo elettrostatico. Si tratta dell'energia posseduta da una distribuzione
di carica elettrica, ed legata alla forza esercitata dal campo generato dalla distribuzione
stessa. Essa analoga allenergia potenziale gravitazionale e vale:
per cui la carica, oltre a perturbare lo spazio
generando il campo, genera anche energia.
Il lavoro compiuto dalla forza elettrostatica per spostare una carica di prova da un punto A ad
una distanza rA dalla sorgente a un punto B alla distanza r B dalla sorgente (con rA<rB) vale, per
il teorema dellenergia potenziale (applicabile in quanto un campo di forze conservativo):
Lc =E P E P f
Lr r
A B
=KQq ( r1 r1 )
A B
Ep=KQq ( r1 r1 )
B A
Potenziale elettrico: quantit scalare che, data una regione di spazio in cui presente
un campo elettrico conservativo, data dal rapporto tra l'energia potenziale elettrica (ossia il
lavoro che deve compiere la forza dovuta al campo elettrico per spostare una o pi cariche da
quel punto fino all'infinito, ove si assume potenziale nullo) e la carica di prova.
Cos come il campo elettrico E stato introdotto pr limina la dipndnza dlla forza di coulomb dalla carica di priva, cosi
ncssaria una quantit che non dipenda dalla carica di prova q e che renda conto dellenergia intrinseca del campo
elettrico E. Tale grandezza appunto il potenziale elettrico. Cos come il campo elettrico stato calcolato dividendo
la forza F esercitata da una carica sorgente su di una carica di prova q0 per la stessa carica esploratrice, calcoliamo
il potenziale elettrico generato dal campo elettrico E nel punto P come il rapporto tra lenergia potenziale
elettrica Uq0(P) posseduta da una carica di prova q0 immersa nel campo, posta nella posizione P, e la carica q0:
EP E Q
V= =k
q r
Le cariche positive si muovono verso i punti a potenziale minore, quelle negative verso quelli
a potenziale maggiore.
Q+ r2 rQ-3 n
Qi
r +qr Q
V K
2- 1 3 4 +
Q i ri
1 4
Superfici equipotenziali: superficie sui cui punti il potenziale elettrico lo stesso. Non si
esegue un lavoro per spostare una carica su una superficie equipotenziale. Il campo E
sempre perpendicolare alle superfici equipotenziali.
Corrente elettrica: flusso di cariche elettriche che si muovono con lo scopo di ristabilire
lequilibrio elettrico tra i due conduttori (rendere il potenziale elettrico uguale in tutti i punti).
Leggi di Ohm:
Resistenza difficolt che la corrente incontra quando circola allinterno di un conduttore.
Essa determina lintensit di corrente che fluisce attraverso il circuito e varia da mezzo a
mezzo.
Abbiamo visto finora il caso di cariche puntiformi. Pi spesso la carica elettrica distribuita su
corpi in pi dimensioni. In questo caso possibile definire una quantit scalare detta densit
di carica. Si distingue il caso in cui il corpo che consideriamo abbia una, due o tre dimensioni.
3D
Magnetismo
La forza di Lorentz applicata ad un filo percorso da corrente genera una formula con la quale
ci pi facile calcolare la forza esercitata dal campo magnetico su quel filo:
- se un conduttore in cui scorre corrente elettrica (i) immerso in un campo magnetico (B)
ogni singola carica in moto (il cui insieme costituisce la corrente) soggetta alla forza di
Lorentz.
- Se si considera il filo nel suo complesso, esso risente di una forza totale pari alla risultante
delle forze che agiscono su ogni carica.
Leffetto di questa forza lo spostamento o il piegamento ( se il filo fissato) del filo.
F=q v d B sen
Al n n dielettroniunit volumetrica
e Al q=n e
1) q
Densitdi carica :n=
Al
n e Modulo: F = i l B sen
Direzione: perpendicolare al piano
F=q v d B sen F= in cui
giacciono il filo e B;
Verso: regola della mano destra
2) Densit di carica Densit di corrente :
v d
i
v d = i=n A e
A
J =n e
A v d
l vettore che ha:
n e Modulo: lunghezza del filo;
Direzione: del filo;
F= Verso: della corrente che lo
percorre.
F
B m
F la forza che si esercita su una carica in movimento;
q carica
qv v componente perpendicolare a B della velocit della
carica.
i
B
2 r
Lintensit di un campo magnetico generato da un filo percorso da corrente data
da:
Le linee di forza del campo B sono sempre delle curve chiuse che racchiudono al loro interno
qualche corrente elettrica