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Cinematica

Grandezza scalare: grandezza completamente definita da un numero e dalla sua unit di


misura (tempo, massa, temperatura, energia, carica elettrica..)

Grandezza vettoriale: grandezza che per essere definita necessit, oltre che di un numero e
della sua unit di misura (che ne rappresenta il modulo o intensit) anche di un vettore,
caratterizzato da un punto di applicazione, una direzione e un verso (spostamento, velocit,
accelerazione, forza, campo elettrico..)

Vettore: un segmento orientato caratterizzato da una lunghezza (modulo o intensit del


vettore), da un punto di applicazione, da una direzione e da un verso.

Prodotto scalare: unoperazione vettoriale che associa a due vettori (a e b) una quantit
scalare ovvero un numero. Il risultato delloperazione , dunque, un NUMERO NON un vettore
e corrisponde al prodotto dei moduli dei due vettori per il coseno dellangolo compreso tra i
due. ab= a b cos

Prodotto vettoriale: unoperazione vettoriale che associa a due vettori (a e b) un altro


vettore (c). Il risultato delloperazione , dunque, un VETTORE che ha:
- MODULO= dato dal prodotto del modulo dei due vettori per il seno dellangolo compreso
tra i due; c = a b sen
- DIREZIONE= quella della perpendicolare al piano individuato dai vettori a e b e passante
per lorigine del due vettori;
- VERSO= dato dalla regola della mano destra.

Traiettoria: insieme di punti descritti da un corpo durante il suo moto.

Legge oraria: equazione che esprime la posizione di un corpo in moto in relazione al tempo.

Velocit scalare media: grandezza scalare data dal rapporto tra la distanza percorsa
spazio percorso
(scalare) e lintervallo di tempo (scalare). <v>= t

Velocit vettoriale media: grandezza vettoriale data dal rapporto tra il vettore
s
spostamento e lintervallo di tempo. vm= t

Velocit istantanea: una grandezza vettoriale la cui direzione sempre tangente alla
s
traiettoria nel punto considerato. Essa vale Vp1= limt0 t e coincide con il coefficiente

angolare della retta tangente al grafico in quel punto.

Accelerazione media: una grandezza vettoriale data dal rapporto tra la variazione di
velocit di un corpo in un intervallo di tempo e lintervallo di tempo stesso in cui avviene tale
v
variazione. am= t

Accelerazione istantanea: una grandezza vettoriale definita come la derivata della


velocit rispetto al tempo (il coefficiente angolare della retta tangente al punto in
considerazione nel grafico velocit/tempo), e che esprime la variazione della velocit di un
corpo istante per istante. Essendo la velocit la derivata prima del rapporto tra spostamento e
intervallo di tempo, laccelerazione istantanea pu anche essere espressa come derivata
v dv
seconda del rapporto tra spostamento e intervallo di tempo. a = lim t0 t = dt =

2
d s
2
dt

La sua direzione, a differenza della velocit istantanea, non sempre tangente alla traiettoria.
Per questo in genere individuata da una componente tangente alla traiettoria (a t:
accelerazione tangenziale) e da una normale alla traiettoria (a n: accelerazione normale).

Moto rettilineo uniforme: Un corpo si muove di moto rettilineo e uniforme quando la


traiettoria rettilinea e vengono percorsi spazi uguali in tempi uguali: Ne segue che la
velocit istantanea sempre costante in modulo direzione e verso.
v = v0 = cost
s2-s1 = v0 (t2-t1)

Moto rettilineo uniformemente accelerato: Un corpo si muove di moto rettilineo


uniformemente accelerato quando laccelerazione istantanea sempre costante in modulo
direzione e verso. La velocit istantanea ha sempre la stessa direzione e verso
dellaccelerazione e, essendo questultima costante, ne segue che la traiettoria rettilinea.
v = v(t) = v0 + at
1
s = s0 + v0t + 2 at2

2 2
vf vi
s= 2a

Moto circolare uniforme: Il moto circolare uniforme il moto di un punto che si muove
lungo una circonferenza con velocit costante in modulo (ma non in direzione e verso perch
la tangente alla traiettoria circolare cambia da punto a punto). La velocit con la quale si
muove il punto lungo la circonferenza si dice velocit tangenziale mentre quella con cui ruota
il raggio della circonferenza si definisce velocit angolare.

= t

v= R
vist (per t0)= R
2
v
ac= v = R

Dinamica

Forza ed effetti: Una forza un agente esterno a un corpo in grado di modificarne lo stato di
quiete o di moto.
Possono avere diversi effetti:
- DINAMICI, cio mettere in moto, fermare o deviare un corpo;
- STATICI, cio mantenere in posizione di equilibrio vari corpi appoggiati o incernierati;
- possono DEFORMARE i corpi, se questi sono vincolati, cio non possono muoversi
liberamente.
Non sempre le forze si manifestano attraverso un contatto fra corpi, (corpi che cadono per
effetto della forza di gravit, oppure pensiamo a pezzi di ferro attratti da una calamita). In
questi casi, in cui non vi contatto, si parla di forze a distanza.

Primo principio della dinamica o principio di inerzia: se su un corpo non agiscono forze
oppure se la risultante delle forze agenti nulla, il corpo persever nel suo stato di quiete o
nel suo moto rettilineo uniforme. Se tentiamo di cambiare lo stato di moto o di quiete di un
corpo, esso tender a resistere a questo mutamento. Si chiama inerzia la propriet della
materia di resistere alle forze. La massa la grandezza fisica che consente di quantificare
linerzia di un corpo.

Secondo principio della dinamica o legge fondamentale: se su un corpo agisce una


forza o un sistema di forze, la forza risultante applicata al corpo possiede direzione e verso
della sua accelerazione e, in modulo, direttamente proporzionale al modulo della sua
accelerazione. La costante di proporzionalit tra queste due grandezze la massa, detta
appunto inerziale. F=ma

Terzo principio della dinamica o principio di azione-reazione: se due corpi


interagiscono fra loro, si sviluppano due forze, dette azione e reazione, che, come grandezze
vettoriali sono uguali in modulo e direzione, ma opposte in verso.

Massa: grandezza fisica fondamentale, scalare, definita inizialmente come la quantit di


materia presente in un corpo definizione poi superata da Newton che la colleg per primo,
nel XVII secolo, alla tendenza di un corpo a restare fermo quando si cerca di metterlo in
movimento. Tale propriet detta inerzia e la massa cos definita la massa inerziale, per
distinguerla da altre due grandezze fisiche alle quali si applica il termine massa nellambito
della fisica classica:
- massa gravitazionale passiva: proporzionale alla forza di interazione di un corpo con la forza
gravitazionale.
- massa gravitazionale attiva: proporzionale all'intensit del campo gravitazionale prodotto da
un corpo.

La massa inerziale e quelle gravitazionali sono state sperimentalmente provate come


equivalenti, anche se concettualmente sono distinte. I primi esperimenti mirati a stabilire
questa equivalenza sono stati quelli di Galileo Galilei. Abbiamo dunque tre tipi di massa per i
quali usiamo la stessa unit di misura, il kilogrammo, in quanto tra essi c un legame
matematico: sono infatti direttamente proporzionali, per cui la misura delluna implica
automaticamente la misura dellaltra. Lunit di misura della massa il kilogrammo, definito
come la massa inerziale di un campione cilindrico conservato a Svres.

di moto: grandezza vettoriale che esprime il prodotto della massa di un corpo


Quantit

p mv
(grandezza scalare) per la sua velocit (grandezza vettoriale).

Vincolo: qualunque causa capace di limitare il moto.

Forza dattrito: Forze che si oppongono al moto e sono proporzionali alle reazioni vincolari:
Fa=R. = coefficiente di attrito

Biomeccanica

M F b sin
Momento di una forza: un vettore perpendicolare al piano individuato dalla
forza e dal braccio della forza il cui verso dato dalla regola della mano dx e di modulo pari a:

Lavoro ed energia
Lavoro di una forza: Una forza compie lavoro quando sposta il suo punto di applicazione. Si
definisce lavoro compiuto dalla forza il PRODOTTO SCALARE della forza per lo spostamento.

LAB F s Fs cos

Energia: capacit di un corpo di produrre lavoro.

Energia cinetica: capacit di un corpo in moto di produrre lavoro. Come mi posso rendere
conto del fatto che effettivamente un corpo in moto produce lavoro? Se un corpo di massa m
si muove con velocit v per arrestarlo completamente c bisogno di una forza (agente
esterno in grado di perturbare lo stato di moto di un corpo) che porti a zero la sua velocit. La
forza modificher lo stato di moto inducendo unaccelerazione negativa finch non avremo
v=0. Da qui si evince che il corpo possiede energia proprio perch, per arrestarlo, abbiamo
bisogno di una forza che (spostando il suo punto di applicazione fino ad arrestare il corpo)
1
compie lavoro. Ec= 2 mv2

L12 Ec
Teorema dellenergia cinetica: Il lavoro compiuto da una forza che agisce su un
corpo pari alla variazione di energia cinetica subita dal corpo. Poich questespressione
stata ottenuta senza ipotesi restrittive sulle forze in gioco, vale in qualunque campo di forze.

Energia potenziale: una funzione di stato, ovvero una grandezza fisica che pu essere
introdotta se il lavoro compiuto da una forza F che sposta il suo punto di applicazione non
dipende dalla traiettoria seguita dal punto ma solo dalla posizione iniziale e finale. Esistono
diversi tipi di energia potenziale, uno dei quali lenergia potenziale gravitazionale il cui
valore Ep=mgh.

L1 2 ( Ep)1 ( Ep) 2 Ep
Teorema dellenergia potenziale: in un campo di forze conservativo, il
lavoro compiuto dalla Forza per spostare il suo punto di applicazione dal punto A al punto B
pu essere espresso come differenza tra i valori che la funzione assume nei punti A e B.

Forze conservative: Forze il cui lavoro dipende solo dalle posizioni iniziale e finale del corpo
e non dalla traiettoria seguita.

Forze non conservative: Forze il cui lavoro dipende dalla traiettoria seguita.

Ep1 Ec1 Ep2 Ec2 L12 Ec2 Ec1


Teorema di conservazione dellenergia meccanica: nel
caso di un campo di forze conservativo il lavoro pu essere espresso come differenza tra
lenergia potenziale iniziale e quella finale. Del resto, il lavoro SEMPRE esprimibile (e quindi
anche nel caso di un campo di forze conservativo!) come differenza tra lenergia cinetica
finale e quella iniziale. Ne segue che:

L12 ( Ep)1 ( Ep) 2

La somma dellenergia potenziale e dellenergia cinetica, che prende il nome di energia


meccanica si conserva in un campo di forze conservativo.

L if LNon
i f
Cons
LCons
i f L i f
Non Cons
EPi EPf EC f EC i EC
Lavoro in presenza di forze
conservative e non conservative: Il lavoro una quantit scalare e additiva. Se il campo di
forze costituito da n forze, il lavoro risultante sar dato dalla somma dei lavori delle n forze.
Lncif EC EP
Lncif ( Ec f Ep f ) ( Eci Epi ) EM f EM i

L
P
t

Potenza: Rapidit con cui viene sviluppata una certa quantit di lavoro:

Fluidodinamica

Fluido: Si definisce fluido un materiale che si deforma illimitatamente (fluisce) se sottoposto


ad uno sforzo di taglio: un particolare stato della materia che comprende i liquidi,
gli aeriformi e il plasma. Essi non hanno forma propria ma assumono quella del recipiente in
cui sono contenuti.

Densit: una grandezza scalare e indica il rapporto tra la massa di un corpo e il volume che
m
occupa = V

Forze in un fluido:
- Forze di volume: forze agenti su ogni elemento di volume del fluido (Es. la forza peso)
- Forze di superficie: forze agenti sulla superficie che delimita il fluido (Es. la forza esercitata
dalle pareti del recipiente).
I casi in cui si possono trascurare le forze di volume vengono trattati attraverso il principio di
Pascal; diversamente, la pressione derivante dalle forze di volume regolata dalla legge di
Stevino.

Pressione: una grandezza scalare utilizzata per descrivere come una forza viene esercitata
in un corpo che non sia associabile a un punto materiale, come ad esempio con i fluidi. Essa
definita come il rapporto tra l'intensit della componente normale alla superficie di una forza
Fn
agente su di essa e la superficie stessa. <P>= S

Principio di Pascal: una variazione di pressione esercitata su un fluido viene trasmessa


inalterata ad ogni punto del fluido e sulle pareti del suo contenitore.

Pressione idrostatica e legge di Stevino:


La pressione idrostatica la pressione esercitata dalla forza peso della massa di liquido
sovrastante il punto considerato.
La legge di Stevino esprime il valore di pressione esercitata da un fluido su un corpo immerso
al suo interno, in funzione della profondit a cui situato il corpo e a partire dal valore
Fn
dellaccelerazione di gravit e della densit del fluido. <P>= S =

Mg ( V ) g ( Sh ) g
= = =gh La pressione quindi direttamente proporzionale alla
S S S

profondit h.
Occorre distinguere due casi:
1) dato un fluido contenuto in un recipiente chiuso ed un corpo immerso nel fluido, la
pressione esercitata sul corpo viene descritta dalla legge di Stevino P=gh
2) dato un fluido in un recipiente aperto ed un corpo immerso, la pressione esercitata sul
corpo data dalla somma di due contributi: la pressione esercitata dalla colonna daria
sovrastante la superficie del fluido e quella esercitata dal fluido P=P 0+ gh

Le tre grandezze che caratterizzano i fluidi in moto sono: la velocit,


lincomprimibilit e la viscosit.

Velocit: il moto di un fluido si caratterizza per lesistenza di un campo di velocit che, in


generale, variabile nel tempo e nello spazio. I moti sono classificati in relazione al modulo e
alla direzione della velocit:
modulo della velocit:
- Costante nel tempo ma variabile eventualmente nello spazio allinterno del fluido moto o
regime stazionario;
- Variabile con regolarit sia nel tempo sia nello spazio moto o regime non stazionario;
- Variabile nel tempo e nello spazio in maniera imprevedibile moto o regime turbolento.
direzione della velocit:
- Nellintorno di un dato punto, piccoli elementi di volume del fluido si muovono di moto
circolare con una certa velocit angolare moto o regime rotazionale;
- Il moto rotazionale avviene in un regime turbolento regime vorticoso;
- Nellintorno di un dato punto, piccoli elementi di volume del fluido si muovono seguendo una
traiettoria curvilinea ma non circolare moto o regime irrotazionale.

Incomprimibilit: i liquidi come i solidi sono incomprimibili in ogni situazione di stress


dovuto a forze esterne. Si pu estendere lipotesi dellincomprimibilit anche ai gas in regime
non turbolento, che scorrono cio senza subire grandi variazioni della loro densit, in zone
molto limitate di spazio. quindi una propriet locale.

Viscosit: caratteristica comune a tutti i fluidi che si evidenzia attraverso una diminuzione
dellenergia cinetica, dissipata durante il movimento a causa degli attriti interni. Essa dipende
dalle forze di attrazione intermolecolari tra le varie particelle del fluido e le pareti del
recipiente.

Moto stazionario: moto le cui propriet non variano col passare del tempo. Nel moto
stazionario tutte le particelle di fluido, quando passano per un determinato punto, hanno la
stessa velocit, anche se la velocit pu variare da un punto allaltro. Quindi la velocit delle
particelle funzione solo della posizione e non del tempo. Le traiettorie descritte dalle
particelle si chiamano linee di corrente e la loro direzione coincide con la direzione della
velocit delle particelle.

IL MOTO DEI FLUIDI IDEALI

Portata: il volume di fluido che attraversa qualsiasi sezione del condotto nellunit di tempo
Vol l S S (v t )
Q= t = t = t
=Sv

Principio della costanza della portata (principio di Leonardo): per un fluido


incomprimibile che scorre in un condotto, in assenza di perdite o sorgenti di fluido, la portata
ha lo stesso valore in ogni punto del condotto. Se le sezioni trasversali del flusso in due punti
arbitrari hanno area S1 e S2 e le velocit del fluido in quei punti sono v 1 e v2, si ha: S1 v1 = S2
v2= Q=cost
Lequazione di continuit esprime la conservazione del volume di un fluido incomprimibile
mentre scorre in un condotto; quindi, poich la massa il prodotto fra il volume e la densit,
che per un fluido incomprimibile costante, questa equazione esprime anche la
conservazione della massa del fluido.

Arteria ostruita: Una semplice applicazione del principio di costanza della portata si ha nel
caso in cui una arteria sia parzialmente ostruita da una placca aterosclerotica (ateroma). Si ha
un ispessimento dell'intima (lo strato pi interno delle arterie, che rivestito dall'endotelio ed
in diretto contatto con il sangue) delle arterie dovuto principalmente all'accumulo di
materiale lipidico. La velocit del sangue quindi aumenta notevolmente considerando che una
diminuzione lineare del raggio della sezione incide quadraticamente sullarea e quindi sulla
velocit.

Teorema di Bernoulli: nel flusso stazionario di un fluido ideale di densit , la pressione P


del fluido e la sua velocit v verificano in ogni punto se h laltezza del punto da un livello di
riferimento arbitrario lequazione:
1
P + gh + 2 v2 = costante

Il teorema si applica al caso di un liquido perfetto in


moto stazionario in un condotto a pareti rigide.
In questo caso quindi il tubo, oltre ad avere una
sezione trasversale variabile, pu avere unaltezza
variabile rispetto al suolo, per cui la forza di gravit
gioca un ruolo importante.
Inizialmente il fluido occupa una porzione del tubo,
ma dopo un intervallo di tempo t si sar spostato
di un certo tratto l1 a causa della forza di gravit e
della forza F1 che agiscono uniformemente sulla
superficie. Lungo il tragitto percorso dal fluido varia sia la sezione del tubo, sia la sua altezza
rispetto al suolo.
Per lipotesi sullincomprimibilit, il volume V1 = S1 l1 del fluido che ha abbandonato il tratto l1
uguale al volume V2 = S2 l2 occupato nel tratto l2, quindi: S1 l1 = S2 l2
La massa del fluido che ha subito lo spostamento uguale a m=v. Oltre a una traslazione
in senso orizzontale, la massa di fluido scesa di unaltezza h=h1 h2.
In assenza di forze di attrito (liquido perfetto) e di altre forze dissipative il bilancio delle forze
si riduce a :
- Forza peso, P;
- Forza di pressione, FP;
L P mg (h1 h2 )
Dal punto di vista energetico:
- Lavoro forza peso:


L FP F1 s1 F2 s2 ( P1S1 )v1t ( P2 S 2 )v2 t
- Lavoro forze di pressione

L FP P1Q1t P2Q2 t
Essendo
Sv=Q
Vol m 1
Q
t t L FP ( P1 P2 )Qt
Ricordando che S 1v1=
S2v2=Q=costante

m
L FP ( P1 P2 )

Essendo poi

L TOT L P L FP
1 2 1 2 1 1
L P L FP EC mv2 mv1 L TOT EC mv22 mv12
2 2 2 2

m 1 1
mg (h1 h2 ) ( P1 P2 ) mv22 mv12
2 2

m 1 m 1
mgh1 P1 mv12 mgh2 P2 mv22
2 2

1 2
Pg gh1 P1 v1 cos t
2

Pressione generalizzata di un fluido ideale

Applicazioni del teorema di Bernoulli

Arteria ostruita: La velocit del sangue nella zona ostruita, a fronte di una diminuzione del
raggio effettivo dellaorta minore del 30%, addirittura raddoppia. Vediamo cosa succede alla
pressione. Supponiamo che la variazione di h sia trascurabile (tratto di vaso orizzontale:
h1=h2) e applichiamo il Teorema di Bernoulli. La pressione dellarteria non ostruita maggiore
di quella ostruita.

Aneurisma: Laneurisma una dilatazione anormale localizzata in unarteria e dovuta ad


unalterazione della sua parete. La pressione nella zona dilatata maggiore per cui
laneurisma tende a peggiorare fino alla rottura del vaso.

1
Pg P1 v12 cos t
2
Stenosi: La stenosi una strozzatura dellarteria per cui la S del
restringimento inferiore della S normale. Applicando il teorema di Bernoulli la pressione
nella zona della strozzatura inferiore rispetto a quella normale per cui in quel tratto il vaso
tender a stringersi ulteriormente fino alla chiusura completa del vaso.
Pi in generale dalle due relazioni Sv= Q=cost e risulta dalla prima che
la velocit inversamente proporzionale alla sezione e dalla seconda che nei punti in cui la
velocit del fluido aumenta la pressione diminuisce per cui combinandole si ottiene che la
pressione, in un flusso orizzontale, maggiore dove la sezione del flusso maggiore e
viceversa.

IL MOTO DEI FLUIDI IDEALI LIBRO

Elettrostatica

Legge di conservazione della carica elettrica: in un sistema fisico isolato, la quantit


totale di carica elettrica rimane invariata nel tempo.

q1q 2
FK
r2
Legge di Coulomb: la forza elettrica che si esercita tra due cariche elettriche
puntiformi q1 e q2 poste nel vuoto a distanza d luna dallaltra, direttamente proporzionale al
prodotto delle due cariche e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.
Kfattore di proporzionalit, costante di Coulomb, 9 10 9 Nm2/C2

Principio di sovrapposizione: La forza esercitata da una distribuzione di cariche q1,.,qn


su una carica q pari alla somma delle forze che ogni carica esercita sulla carica q come se le
altre non fossero presenti.

FC Qq 1 Q
E k 2P k 2
qP rP qP rP
Campo elettrico: modificazione dello spazio circostante ad una
carica ad opera della carica stessa in modo che una qualunque carica posta nelle vicinanze
viene sollecitata da una forza di natura elettrica.
- vettoriale perch caratterizzato da forze;
- conservativo perch il lavoro che si compie per passare da un punto ad un altro del campo
dipende solo dalla posizione iniziale e finale.

Linea di forza: curva la cui tangente in ogni punto ha la stessa direzione della forza in quel
punto. Per convenzione disegnate uscenti da una carica positiva ed entranti in quella
negativa.

Il campo elettrico generato da una distribuzione di cariche puntiformi


La forza F dipende anche da q.
Il rapporto F/q dipende solo dalla distribuzione delle cariche qi


+4 Fq-3
qF
q-F+
n
F F1 F2 F3 F4 E F E Fi
q q 1 F2+q
3
i
2
KQq 1 4
EPE
r
Energia potenziale elettrica: l'energia
potenziale del campo elettrostatico. Si tratta dell'energia posseduta da una distribuzione
di carica elettrica, ed legata alla forza esercitata dal campo generato dalla distribuzione
stessa. Essa analoga allenergia potenziale gravitazionale e vale:
per cui la carica, oltre a perturbare lo spazio
generando il campo, genera anche energia.

Il lavoro compiuto dalla forza elettrostatica per spostare una carica di prova da un punto A ad
una distanza rA dalla sorgente a un punto B alla distanza r B dalla sorgente (con rA<rB) vale, per
il teorema dellenergia potenziale (applicabile in quanto un campo di forze conservativo):
Lc =E P E P f

Lr r
A B
=KQq ( r1 r1 )
A B

Ep=KQq ( r1 r1 )
B A

Potenziale elettrico: quantit scalare che, data una regione di spazio in cui presente
un campo elettrico conservativo, data dal rapporto tra l'energia potenziale elettrica (ossia il
lavoro che deve compiere la forza dovuta al campo elettrico per spostare una o pi cariche da
quel punto fino all'infinito, ove si assume potenziale nullo) e la carica di prova.

Cos come il campo elettrico E stato introdotto pr limina la dipndnza dlla forza di coulomb dalla carica di priva, cosi
ncssaria una quantit che non dipenda dalla carica di prova q e che renda conto dellenergia intrinseca del campo
elettrico E. Tale grandezza appunto il potenziale elettrico. Cos come il campo elettrico stato calcolato dividendo
la forza F esercitata da una carica sorgente su di una carica di prova q0 per la stessa carica esploratrice, calcoliamo
il potenziale elettrico generato dal campo elettrico E nel punto P come il rapporto tra lenergia potenziale
elettrica Uq0(P) posseduta da una carica di prova q0 immersa nel campo, posta nella posizione P, e la carica q0:
EP E Q
V= =k
q r

Il potenziale elettrostatico definito in ogni punto a distanza r dalla carica indipendentemente


dal fatto che ci sia una carica o meno in quel punto.

EPe LFe Fe s
V E s
q q q
Relazione tra potenziale elettrico e campo elettrico: in un
campo elettrico uniforme, conoscendo la differenza di potenziale tra due punti, possiamo
esprimere lintensit del campo elettrico. Direzione e verso sono diretti dai punti a potenziale
pi alto a quelli a potenziale pi basso:

Le cariche positive si muovono verso i punti a potenziale minore, quelle negative verso quelli
a potenziale maggiore.

Potenziale elettrico: Principio di sovrapposizione


V= V1+ V2 + V3+ V4

Q+ r2 rQ-3 n
Qi
r +qr Q
V K

2- 1 3 4 +
Q i ri

1 4
Superfici equipotenziali: superficie sui cui punti il potenziale elettrico lo stesso. Non si
esegue un lavoro per spostare una carica su una superficie equipotenziale. Il campo E
sempre perpendicolare alle superfici equipotenziali.

Corrente elettrica: flusso di cariche elettriche che si muovono con lo scopo di ristabilire
lequilibrio elettrico tra i due conduttori (rendere il potenziale elettrico uguale in tutti i punti).

Intensit di corrente elettrica (i): la quantit di carica che attraversa la sezione di un


conduttore nellunit di tempo.
q
i=
t

Leggi di Ohm:
Resistenza difficolt che la corrente incontra quando circola allinterno di un conduttore.
Essa determina lintensit di corrente che fluisce attraverso il circuito e varia da mezzo a
mezzo.

Prima legge di Ohm: in un conduttore ohmico, lintensit di corrente i (a temperatura


costante) direttamente proporzionale alla differenza di potenziale applicata ai suoi capi e
V
inversamente proporzionale alla resistenza R del conduttore
i=
R

Seconda legge di Ohm: a parit di materiale la resistenza R varia in base alle


caratteristiche geometriche del filo. In particolare essa direttamente proporzionale alla sua
l
lunghezza l e inversamente alla sua sezione A.
R=
A

RESISTIVIT resistenza che un suo campione di lunghezza e sezione unitarie offre al


passaggio della corrente.

Abbiamo visto finora il caso di cariche puntiformi. Pi spesso la carica elettrica distribuita su
corpi in pi dimensioni. In questo caso possibile definire una quantit scalare detta densit
di carica. Si distingue il caso in cui il corpo che consideriamo abbia una, due o tre dimensioni.

3D

Magnetismo

Campo induzione magnetica e forza magnetica


Una distribuzione di cariche in movimento genera un campo di induzione magnetica.
La prima osservazione del legame tra magnetismo ed elettricit venne osservata nel 1820 da
Oersted. Prima del 1820 gli studi sul magnetismo si limitavano ai magneti naturali ed a
esperimenti con la bussola. Oersted osserv che un filo percorso da corrente genera attorno a
s un campo magnetico (percepito grazie ad una bussola posta vicino al filo). Solo le cariche
elettriche in movimento producono un campo magnetico, quelle ferme no.

Il campo magnetico un campo vettoriale il cui andamento (direzione e verso) descritto


dalle linee di forza (per ogni punto passa una sola linea di forza, curve chiuse in cui la
tangente alla linea in un suo punto ha la stessa direzione del campo magnetico in quel punto).
Le linee di forza di una sbarra magnetica sono linee chiuse che escono dal polo nord ed
entrano nel polo sud.
Le linee di forza del campo magnetico generato da un filo percorso da corrente sono
perpendicolari al filo in ogni suo punto e sono rappresentate da cerchi concentrici attorno al
filo.

Ponendo un circuito di prova in una


zona soggetta a campo magnetico, si
rileva una forza magnetica sulle
cariche in movimento generata dallo
stesso campo di induzione magnetica
(Forza di Lorentz).

F qv B Modulo: F = q v B sen
La forza di Lorentz: Direzione: perpendicolare al piano
q carica elettrica (positiva o negativa) in movimento
in cui
v velocit della carica giacciono v e B;
B campo magnetico Verso: regola della mano destra

La forza di Lorentz applicata ad un filo percorso da corrente genera una formula con la quale
ci pi facile calcolare la forza esercitata dal campo magnetico su quel filo:
- se un conduttore in cui scorre corrente elettrica (i) immerso in un campo magnetico (B)
ogni singola carica in moto (il cui insieme costituisce la corrente) soggetta alla forza di
Lorentz.
- Se si considera il filo nel suo complesso, esso risente di una forza totale pari alla risultante
delle forze che agiscono su ogni carica.
Leffetto di questa forza lo spostamento o il piegamento ( se il filo fissato) del filo.

F=q v d B sen

Al n n dielettroniunit volumetrica
e Al q=n e
1) q
Densitdi carica :n=

Al
n e Modulo: F = i l B sen
Direzione: perpendicolare al piano
F=q v d B sen F= in cui
giacciono il filo e B;
Verso: regola della mano destra
2) Densit di carica Densit di corrente :
v d
i
v d = i=n A e
A
J =n e

A v d
l vettore che ha:
n e Modulo: lunghezza del filo;
Direzione: del filo;
F= Verso: della corrente che lo
percorre.

Lintensit del campo magnetico in generale vale:

F
B m
F la forza che si esercita su una carica in movimento;
q carica
qv v componente perpendicolare a B della velocit della
carica.

i
B
2 r
Lintensit di un campo magnetico generato da un filo percorso da corrente data
da:

Legge di Biot e Savart


permeabilit magnetica = 0 r
0 permeabilit magnetica nel vuoto 4 10-7 Tm/A;
0/2 costante di proporzionalit

Il campo magnetico di pi correnti

Il campo magnetico prodotto in un punto dello spazio da pi correnti uguale al vettore


risultante dei campi magnetici che ciascuna corrente genererebbe se essa soltanto fosse
presente.

Le linee di forza del campo B sono sempre delle curve chiuse che racchiudono al loro interno
qualche corrente elettrica

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