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Interventi attivi: hanno lobiettivo di trattenere nella loro sede gli elementi lapidei in equilibrio
precario, impedendone i movimenti e la caduta a valle.
Interventi passivi: hanno lobiettivo di bloccare gli elementi lapidei, o quantomeno di deviarne
la traiettoria, dopo che essi si siano distaccati dallammasso roccioso, e prima che possano
entrare in contatto con i manufatti antropici da proteggere posti pi a valle.
I sistemi di rivestimento di pareti in roccia sono da classificarsi, tenuto conto della loro grande
deformabilit, come interventi passivi. Nella stragrande maggioranza dei casi infatti la morfologia della
parete rocciosa tale da non poter garantire una perfetta adesione tra parete stessa e rivestimento ed
quindi possibile il distacco degli elementi lapidei ed il loro moto verso valle, non essendo adeguatamente
contrastati dalla rete. La presenza, in una parete rocciosa naturale, anche dopo adeguate operazioni di
disgaggio, di rientranze, avvallamenti, fratturazioni, sporgenze e punti di repentina variazione
dellacclivit, da ritenersi inevitabile e le conferisce una morfologia tridimensionale sempre accidentata e
spesso anche molto frastagliata. Ci implica linevitabile presenza di scostamenti tra parete e rivestimento,
di ampiezza e forma variabili, nei quali i frammenti lapidei possono infilarsi e rotolare, rimbalzando tra
parete e rivestimento, acquisendo velocit e conseguentemente energia cinetica, prima di essere arrestati
dalla rete pi a valle. Una morfologia della parete molto frastagliata pu anche impedire una perfetta
tesatura degli elementi costituenti il rivestimento (con specifico riferimento ai pannelli di rete e alle funi).
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Figura 1: esempio di un rivestimento in rete ad anelli su versante. E evidente come lampiezza degli
scostamenti tra parete e pannelli risulti di ordine decimetrico, a tratti metrico (gli anelli hanno
diametro pari a 300 mm). Gli elementi lapidei lastriformi hanno possibilit di movimento che
vengono poi contente dalla rete. Example of a covering by ring net on slope. It is clear that the
value of the maximum distance between rocks and cover is approximately one meter (the ring
diameter is 300 mm). As a consequence, some rock volumes have strong possibilities of movement.
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Figura 2: esempio di un rivestimento in pannelli di rete in fune su versante estremamente irregolare.
Lampiezza degli scostamenti tra parete e rivestimento risulta essere da decimetrica a metrica. Le
frecce evidenziano i principali scostamenti tra parete e rivestimento e alcuni verosimili cinematismi
che potrebbero instaurarsi. Example of a cover by steel rope net. The value of the maximum
distance between rocks and cover is approximately one meter. The arrows indicate some points
characterized by bad grip between cover and slope and one possible movement of the rock volume in
the top left corner of the image.
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Dal punto di vista tipologico un rivestimento in aderenza pu essere ascritto a una delle seguenti categorie:
Rivestimento in rete semplice. Questa tipologia costituita da teli di rete a fili, generalmente a
doppia torsione, di diametro variabile (i pi comuni sono pari a 2.7 mm o 3 mm), stesa sul
versante per il contenimento di piccoli distacchi (diametro da centimetrico a decimetrico). Il
rivestimento delimitato da funi perimetrali sui cigli di monte e di piede.
Rivestimento in rete armata. Questa tipologia si ottiene stendendo sul versante teli analoghi a
quelli per la rete semplice; in pi vengono posizionati, entro il rivestimento, ancoraggi, secondo
una maglia variabile, tra i quali viene stesa una fune ad orditura romboidale, usualmente
denominata fune di contenimento. Tale fune passa sulle diagonali dei rettangoli idealmente
delineati sulla parete rocciosa dal reticolo degli ancoraggi. Questa tipologia garantisce una
migliore adesione tra rivestimento e parete ed indicata soprattutto quando la morfologia della
parete pi dissestata. Pu contenere distacchi di maggiore volumetria.
Rivestimento in pannelli di rete. I pannelli possono essere ad anelli oppure in fune di acciaio e
hanno dimensioni e caratteristiche variabili. Nel caso dei pannelli ad anelli possono variare
diametro degli anelli, spessore del trefolo costituente lanello, numero di anelli concatenati luno
con laltro (possono essere a 4 oppure a 6 punti di contatto). Per quanto riguarda i pannelli di rete
in fune, sono suscettibili di variazioni diametro della fune, maglia degli incroci, tipologia di
bloccaggio delle funi luna con laltra (tramite borchie, oppure tramite fili di ferro). Sui
rivestimenti in pannelli in fune opzionale la presenza di una fune di contenimento ad orditura
romboidale, che invece generalmente assente nei rivestimenti in rete ad anelli. Questa tipologia
adatta al contenimento dei distacchi di volumetria maggiore, fino a volumi dellordine del metro
cubo.
La tipologia di rivestimenti su parete riscontrabile nella pratica di cantiere, pur potendo essere ascritta ad
una delle suddette categorie, , come facile intuire, estremamente variegata. Possono di volta in volta
variare, infatti, la tipologia di rete utilizzata ed il diametro delle funi; gli ancoraggi si diversificano, a loro
volta, per tipologia, lunghezza, diametro e maglia con cui sono disposti sulla parete. Inoltre la presenza
delle funi di contenimento opzionale, a seconda delle caratteristiche della parete rocciosa e della
volumetria dei possibili distacchi.
Nel presente lavoro lattenzione sar concentrata sui rivestimenti mediante pannelli di rete (ad anelli oppure
in fune). Gli elementi strutturali costituenti un rivestimento di questo tipo sono presentati in maggior
dettaglio nel seguito:
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Figura 3: schema generico qualitativo della tipologia di rivestimento modellata. Qualitative scheme
of the modeled drapery system.
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Un intervento di questo tipo , come detto in precedenza, ascrivibile agli interventi passivi. Sulla base di
questo modello fenomenologico di comportamento strutturale dellintervento leffetto esercitato da
rivestimenti in pannelli di rete su versante si esplica prevalentemente attraverso un fenomeno non statico,
ma dinamico: il rivestimento non ha per lo pi la possibilit di trattenere indefinitamente le masse instabili
l dove esse si trovano; la sua funzione piuttosto quella di contenerne il movimento, confinandole
nellintercapedine tra parete e pannelli. I volumi instabili pertanto hanno la possibilit di compiere
movimenti di ampiezza variabile, anche metrica, acquisendo energia cinetica; al momento dellarresto, tale
energia assorbita dal rivestimento e viene dispersa attraverso la deformazione delle funi di acciaio e dei
pannelli di rete.
Ai fini di una corretta progettazione, ai sensi delle pi recenti normative [Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti - Decreto 14 settembre 2005 Norme tecniche per le costruzioni, Supplemento Ordinario n. 159
alla G.U. n. 222 del 23 settembre 2005], infatti indispensabile tenere in debito conto leffetto di tali
interazioni dinamiche tra parete e rivestimento e valutare i fattori di sicurezza strutturali conseguenti. Un
intervento di contenimento per scarpate rocciose costituito da una struttura metallica, che, come tale, deve
essere strutturalmente verificata, sulla base della normativa vigente, nelle condizioni di esercizio e nella
specifica geometria di montaggio in sito, stante lelevato numero di variabili che concorrono a definire le
caratteristiche di un pendio naturale. Risulta necessario verificare che lo stato tensionale agente nei vari
componenti del rivestimento e degli ancoraggi, in seguito alle sollecitazioni cui essi verranno
verosimilmente sottoposti nellarco della loro vita lavorativa, sia sempre compatibile con i valori indicati
nella normativa vigente. In fase di progettazione e dimensionamento degli interventi, dovr quindi essere
cura del progettista tenere in debito conto gli effetti delle interazioni dinamiche che vengono ad instaurarsi
tra rivestimento e volumi rocciosi nelle fasi di arresto degli stessi.
La fase cruciale dellattivit di progettazione e dimensionamento di un intervento evidentemente
costituita dalla previsione dellentit delle sollecitazioni e della loro modalit di ripartizione sul
rivestimento; manifesto come questo sia un compito tuttaltro che semplice, a causa, in primo luogo,
dellestrema variabilit geomorfologica riscontrabile nei pendii naturali. Occorre infatti prevedere quali
saranno le forze che si ripartiscono sul rivestimento in seguito allimpatto su di esso di un blocco roccioso
di forma irregolare. Per farlo occorre tenere in debito conto le interazioni reciproche che si instaurano, in
ambiente dinamico, tra parete, volume di roccia in movimento e rivestimento, nonch, tra i vari elementi
costituenti il rivestimento medesimo (ancoraggi, funi, reti). Lanalisi di tali aspetti loggetto del seguito
della trattazione.
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leffetto dovuto alla deformabilit del rivestimento e allo scorrimento delle funi, fattori invece impossibili
da valutare nellapproccio pseudo-statico.
La modellazione agli elementi finiti inoltre idonea per verificare strutturalmente il rivestimento anche in
condizioni di impatto con geometrie specifiche, dovute, per esempio, alla presenza di pareti rocciose dalla
morfologia anomala o inusuale, oppure a sistemi di fratturazione dalla giacitura particolare. Queste
possibilit di verifica permettono di rispondere in modo ottimale alle indicazioni legislative in tale ambito
[Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Decreto 14 settembre 2005 Norme tecniche per le
costruzioni, Supplemento Ordinario n. 159 alla G.U. n. 222 del 23 settembre 2005].
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modo si ha la possibilit di quantificare in modo rigoroso le sollecitazioni che limpatto atteso generer sul
rivestimento. La riproduzione delle caratteristiche del sito permette di ottimizzare lintervento, scegliendo
la soluzione (sia del rivestimento sia degli ancoraggi) di volta in volta pi adatta. La simulazione evidenzia
quali sono i punti maggiormente sollecitati del rivestimento e quantifica le forze in atto su ogni singolo
componente, ponendo pertanto le basi per una ottimizzazione del dimensionamento, in modo sia di
garantire la presenza di coefficienti di sicurezza adeguati, sia di evitare sovradimensionamenti eccessivi
che risulterebbero antieconomici.
A titolo di esempio si riportano gli schemi di calcolo sviluppati per due possibili casi di collasso. Nel primo
(Figure 4 e 5) stato realizzato un modello per la simulazione del collasso di un volume detritico che si
movimenta su una superficie di scivolamento, trattenuto da un rivestimento in pannelli di rete ad anelli. Nel
secondo (Figura 6) stato modellato invece un fenomeno di crollo di prismi rocciosi su un rivestimento in
pannelli di rete in fune.
Figura 4: vista prospettica del modello per frana detritica su pannelli di rete ad anelli nella
configurazione iniziale. Perspective view of one model developed by SAFE S.r.l. (detrital slide on
drapery system realised with ring net panel) in the initial configuration.
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Figura 5: vista prospettica di una fase dellimpatto cos come essa stata ricostruita dal modello.
Perspective view of a phase of the impact as it has been reproduced by the model.
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Figura 6: esempio di un altro tipo di modellazione: arresto di una frana di blocchi rocciosi da parte
di un rivestimento con pannelli di rete in fune. Example of another type of simulation: stopping of
slipping of rock blocks with steel rope net.
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Figura 7: forze di reazione agli ancoraggi in una fase dellimpatto. Reaction forces at the anchors
during the impact.
Per quanto concerne le forze agenti nelle funi di legatura il modello ha evidenziato come il carico si
distribuisca in modo difforme tra funi verticali, fune orizzontale passante sul bordo superiore della porzione
di rivestimento impattata e fune orizzontale sul bordo inferiore di tale porzione. Le due funi di legatura
verticali sono quelle pi sollecitate; la forza di trazione al loro interno pu arrivare, nel caso di masse
impattanti di grosse dimensioni, a valori superiori a 100 kN (nel caso di parete verticale). Nelle funi
orizzontali invece la forza di trazione spesso inferiore alla met di quella agente nelle funi verticali. Il
modello evidenzia inoltre che la fune di legatura orizzontale superiore pi caricata di quella inferiore. Nel
dimensionamento delle funi di legatura orizzontali si dovr pertanto far riferimento ai carichi agenti nella
fune superiore, sempre a causa dellovvia impredicibilit del punto di impatto sul rivestimento dei volumi
in caduta da monte. Le simulazioni aprono pertanto la possibilit di usare funi di diametro diverso per le
funi di legatura verticali e le funi di legatura orizzontali (distinzione finora quasi mai applicata nella
comune pratica costruttiva).
Per quanto riguarda landamento delle sollecitazioni entro la rete costituente il rivestimento, queste sono
funzione sia del tipo di rivestimento scelto (ad anelli oppure in fune) sia della morfologia del volume
impattante e della parete. Singoli blocchi rocciosi, dalla forma spigolosa, possono creare concentrazioni di
tensioni molto elevate su aree ridotte di rivestimento; la durata di tali sollecitazioni in genere molto
limitata (dellordine di pochi decimi di secondo); occorre tuttavia che la rete sia adeguatamente
dimensionata in modo da poter offrire una resistenza adeguata; bene inoltre notare che impossibile, con
i vecchi approcci pseudo-statici, quantificare lentit di tali picchi di tensione, che invece vengono
riprodotti realisticamente dalle simulazioni. Le frane di materiale detritico coinvolgono spesso volumi
maggiori di ammasso, ma lincremento delle sollecitazioni di picco non lineare al variare della volumetria
di impatto, in quanto generalmente il detrito si ammassa nella rete seguendo una forma pi arrotondata,
grazie al contributo del materiale fine che riempie i vuoti tra i clasti a dimensioni maggiori.
Conseguentemente le sollecitazioni si ripartiscono in modo pi uniforme sul rivestimento, riducendo i
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valori delle tensioni di picco. Anche in questo caso la conduzione di adeguate simulazioni permette di
ottimizzare lattivit di dimensionamento, grazie alla precisa quantificazione delle sollecitazioni in atto.
5 Conclusioni
Luso di modellazioni numeriche permette di valutare landamento delle sollecitazioni in tutti gli elementi
costituenti il rivestimento, come richiesto dalla normativa vigente ai fini di una corretta progettazione.
I risultati dellattivit di ricerca condotta non si fermano per al solo aspetto tecnico, ma hanno rilevanza
anche dal punto di vista della ricerca applicativa in quanto possibile indagare la modalit di ripartizione
delle sollecitazioni nei vari componenti strutturali con un ottimo grado di aderenza alla realt.
6 Bibliografia
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territorio Convegno di Trento 11-12 marzo 2004, GEAM.
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Peila D., Oggeri C., Baratono P., Barriere paramassi a rete Interventi e dimensionamento, Quaderni di
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