k ronstadt 55
© Massimo Ghimmy
bentornato
radio aut!
Di male in peggio:
la corruzione della democrazia
di Endriu
I l beone che si versa da be-
re, senza passare per l’oste.
Questa è una delle più anti-
che critiche alla democrazia. De-
cantata come la meno peggio,
perde di ogni significato quando
sfocia nell’incompetenza politica
e dialettica, nei sistemi monetari
schiavisti e nella demagogia me-
diatica.
L’aristocrazia rappresentativa
Prendendo la radice antica, il
suo significato originale, ovve-
ro “governo dei migliori”, indi-
chiamo con questa perifrasi un
governo dove non tutti risul-
tano uguali, ma dove tutti so-
no rappresentati tanto più sono
sapienti, conoscenti. Ben lun-
gi dallo spogliare di ogni consi-
derazione l’ignorante, dato che,
come per tutti, ha valore anche
la sua opinione, e lui stesso po-
trebbe fare scelte migliori di un
saggio, resta il dato di fatto: la
conoscenza porta in linea di
massima a risultati migliori.
Il grosso difetto moderno (e in
parte intrinseco) della democra-
zia è la necessità di una maggio-
ranza per far passare una legge.
Questo ha portato alla formazio-
ne di blocchi, generalmente non
più di un paio, che si contendo-
periodico mensile
Numero 55
Venerdì 9
Luglio 2010
ISSN 1972-9669
Perché il ddl
intercettazioni
e altre
nefandezze
sono ormai la
nostra realtà
I
ncapacità di percepire
difetti. Giustificazione
di comportamenti al-
trimenti inaccettabili.
Perdita del senso cri-
tico. Idealizzazione. Irrazionali-
tà. In una parola sola: innamo-
ramento.
Innamorarsi è sicuramente una
delle cose migliori che si possa-
no fare nella vita, dopo dormire
e passare un esame di Analisi,
tuttavia qualora l’oggetto dell’in-
namoramento sia, in realtà, poco
meritevole dei comportamenti
sopra descritti e della devozione
e impegno conseguenti ad essi,
si crea un problema di portata
non indifferente. Questo è esat-
tamente quanto sta accadendo
oggi nel nostro paese: gli italia-
ni sono innamorati di Silvio Ber-
Metti Mi piace, Diventa fan!
lusconi. Il carisma, la capacità di
passare come un uomo del po-
polo e la creazione di un “sogno
La comare globale. E’ possibile azzittirla? italiano” a sua immagine e somi-
glianza hanno reso il premier un
di Paola Blondet & Endriu (anti)modello di riferimento cui
T
è concesso tutto e i cui difetti so-
utti sanno cos’è un so- ni). Ormai diversi sono i social
no la stragrande maggioranza dei no non solo giustificabili, ma ad-
cial network, ovvero un network che hanno fatto la loro
voti (bipolarismo) per portare al dirittura diventano qualità. “An-
insieme di connessioni comparsa, soprattutto negli ulti-
governo una linea dittatoriale, na, ma ti aveva detto che non
sociali tra persone in rete. E’ no- mi 10 anni. Tra questi nel 2004
contrapposta ad un’opposizione sarebbe uscito e ora è lì a sbron-
torio il suo utilizzo, così come viene creato Facebook, uno spa-
“futura”. Ovvero una controparte zarsi mentre flirta con una bion-
la sua politica basata sulla pub- zio virtuale le cui fondamenta
che potenzialmente potrà pren- dona con uno stacco di gamba
blicità. Si sa che iscriversi non sono il recupero e l’ampliamen-
dere più voti alla prossima torna- di un metro e mezzo!” “Eh, ma
costa nulla, come per un qual- to dei rapporti interpersonali.
ta elettorale. In una vera demo- lui è fatto così, è uno spirito li-
siasi blog o sito internet conte- L’utente si iscrive e comincia a
crazia nessun partito, o blocco bero! Però ha detto che mi ama!
nente informazioni (Wikipedia) formare la sua rete sociale, espri-
politico, dovrebbe detenere la La gente ne parla male perché
o come per qualsiasi altra piat- me opinioni e preferenze in uno
maggioranza effettiva, quella ne- non lo capisce”. È già difficile
taforma web che diffonda infor- spazio che crede sicuro e perso-
cessaria al passaggio di una pro- convincere un’amica innamora-
mazione avente la possibilità di nale. Ma che cos’è un social net-
posta di legge. Questa tendenza ta della piccolezza del bad boy di
fare interfacciare l’utenza trami- work rispetto a un Blog, un Fo-
sorge dall’incapacità dei gover- turno, aprire gli occhi ad un in-
te chat e forum di discussioni e rum, una Chatroom?
nanti di discutere, proporre e tero popolo è un’impresa quasi
giochi (Libero, Lycos, Messen-
conciliare idee differenti, come titanica. E visto che la logica -si-
ger, Google per citarne solo alcu- Continua a pagina 4
in una sintesi Hegeliana, per ot- gh- non sempre ottiene risultati,
Il nord in mano alla Lega
tenere la massima approvazio- spesso l’unico modo per scaccia-
ne possibile senza accontentarsi re un amore è quello di trovarne
di un’idea mediocre che soddi- uno più grande, e in un caso co-
sfi il necessario e che sia votata di Makka me questo l’errore peggiore che
si possa commettere nella ricer-
L
a maggioranza, se non addirittu-
e ultime elezioni regiona- to definendo il “conto” che l’al- ca è l’affidare il nostro cuore alle
ra “con voto di fiducia”.
li in Italia hanno visto un leanza di centro destra avrebbe specificità. Invocare un centro-
Il punto di incontro di più pun-
unico, indiscutibile vin- dovuto pagare al Carroccio. Le sinistra meno fiacco, dei comu-
ti di vista è sempre una visione
citore: la  Lega  Nord. Questa ha voci raccontano di un sostanzia- nisti più presenti, un Di Pietro
completa e concreta dello stes-
raccolto, nelle regioni settentrio- le riequilibro di poteri a livello che sappia coniugare i verbi non
so problema.
nali, percentuali da record, risul- locale che si sta realizzando, in risolverà il problema. Finché
In questo sistema poi, è bene
tando addirittura il primo partito Lombardia, con la sostituzione non avremo capito che è della
sottolinearlo, non vengono con-
in Veneto ed avvicinandosi alla di uomini fedeli ad Abelli (reo giustizia, della libertà, della de-
teggiati gli astenuti, solitamen-
parità con il PDL in Lombardia. di aver dimezzato le preferen- mocrazia e del dubbio che dob-
te in Italia tra il 20 e il 35% de-
In Piemonte il partito ha totaliz- ze raccolte rispetto alle elezioni biamo innamorarci potremo so-
gli aventi diritto al voto, ovvero
zato percentuali inferiori ma ha precedenti) a vantaggio di per- lo accantonare i problemi, ma
coloro i quali non si riconosco-
ottenuto la presidenza della Re- sonaggi appartenenti alla com- non risolverli.
no in nessun schieramento po-
gione, con la vittoria del suo can- pagine leghista.
litico.
didato Cota (sostenuto dal PDL). Ginevra Sanvitale
Continua a pagina 6 Continua a pagina 3
Nel mese successivo si è anda-
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periodico mensile
Il circolo A.R.C.I. Radio Aut ha finalmente riapetro i battenti
Numero 55

locale
Venerdì 9
Luglio 2010

Il Festival delle Idee in

mille battute
Arcigay Pavia “COMING-AUT”
Nonostante la pioggia e le
Il movimento gay fra (grandi) vittorie e (false) ignoranze

“Q
intemperie, anche quest’an-
uale mozione??”. le pari opportunità si pone co- pa della scarsa sensibilità dei che non importa quanto sia al-
no il Festival delle Idee c’è
Questa è stata la sì sulla stessa linea d’avanguar- singoli studenti – mi ha spie- to tasso di partecipazione al-
stato. Iniziare qualcosa da
reazione di Fran- dia dei movimenti progressisti gato – che al contrario sono i le serate: il problema è che ad
zero è sempre difficile, ma
cesca, studentessa al terzo an- europei. primi a partecipare alle inizia- oggi, quando si torna nei cor-
UniOnPv - l’associazione
no di giurisprudenza, quando Ma com’è possibile – mi chie- tive sia politiche che ricreati- tili dell’università ed  alla vita
delle associazioni studente-
le ho chiesto se era a conoscen- do – che un tale traguardo (“è ve che il movimento propone. ordinaria, solo in pochi han-
sche pavesi - ha dimostra-
za della mozione contro l’omo- solo l’inizio!”, mi correggereb- Né è colpa dei gruppi studen- no la voglia ed il coraggio di
to ancora una volta come
fobia passata all’unanimità dal be Giuseppe Polizzi, Socio fon- teschi, molti dei quali (spe- “metterci la faccia”. Come se
l’unione di tante realtà di-
consiglio comunale di Pavia il datore di Arcigay di Pavia) pas- cialmente l’UDU) hanno spes- nel mondo reale poter essere
verse sia un ottimo cataliz-
27 Maggio scorso. La mozione si in sordina negli ambienti di so collaborato per promuovere apertamente gay fosse un lus-
zatore di spunti e idee.
– nella quale i rappresentanti ateneo? Com’è possibile che conferenze ed iniziative in col- so per pochi.
Vogliamo ringraziare tutti
di tutti i partiti politici del con- gli studenti dell’ateneo pave- laborazione con il movimento. Ecco quindi che – con l’indi-
i membri delle associazio-
siglio comunale pavese chie- se siano così ciechi rispetto al- Ed infine non è colpa dell’asso- spensabile aiuto di Polizzi –
ni che hanno reso possibile
dono formalmente al governo le vicende legate alle lotte per ciazione Arcigay, che negli ul- giungiamo a spiegare le ragio-
la creazione di tutto questo:
centrale di varare provvedi- il riconoscimento dei diritti timi anni ha accumulato suc- ni dell’ignoranza di quel 90% di
Inchiostro, Kronstadt, Omp,
menti di adeguamento alla nor- gay? cessi notevoli (1500 tesserati studenti che alle mie doman-
Radio Aut, Idee in Cantie-
mativa europea contro l’omofo- Queste stesse domande le ho nella provincia di Pavia, centi- de sulla mozione contro l’omo-
re, Rockline, Coordinamen-
bia – rappresenta un successo poste a Giuseppe Polizzi, de- naia di studenti che partecipa- fobia avevano alzato le spalle
to per il Diritto allo Studio -
fondamentale per il movimen- ciso interprete del movimen- no alle “serate del martedì” al con aria perplessa: da un lato,
UDU.
to LGBT come rappresentato to gay pavese, dopo avergli da- Caffè Dublino, collaborazione c’è l’ignoranza (falsa) di chi ha
Un ringraziamento specia-
dall’associazione Arcigay Pavia to appuntamento di fronte al con il Comune ecc) e che con- paura di essere costretto a ve-
le va anche a UNO srl, main
“Coming-Aut”, da anni impe- comune di Pavia per una bre- tinua ad accumularne (in arri- nire allo scoperto; dall’altro c’è
sponsor del Festival del-
gnata sul tema della promozio- ve intervista. Prima ancora di vo un corso di formazione sui l’ignoranza (vera) di chi è con-
le Idee 2010 e realtà che si
ne dei diritti degli LGBT. ascoltare la sua risposta, però, temi di omofobia ed omobulli- vinto che la realtà gay del pa-
mostra sempre più vicina al
Eppure Francesca non era ho cercato di suggerirgli ve- smo e tante altre iniziative). vese sia minoritaria o, di fatto,
mondo giovanile e studente-
l’unica a non saperne nulla: latamente alcune ipotesi che Il problema piuttosto – mi ha nulla. Il problema, quindi, non
sco, di cui segnaliamo anche
più del 90% degli studenti in- mi sembravano plausibili: 1) è fatto notare Polizzi – è quel- è tanto quello del disinteresse,
lo sconto del 6% sui prodot-
tervistati dopo di lei hanno re- colpa dei singoli studenti, che lo della visibilità. Infatti, no- ma piuttosto quello di trovare
ti Apple a tutti gli studenti
agito alla mia domanda con lo non si interessano alle realtà nostante la notevole parteci- una via di conciliazione tra gli
universitari e l’organizzazio-
stesso identico stupore, quello gay; 2) è colpa dei gruppi stu- pazione agli eventi gay, molti eventi (sia politici che ricreati-
ne di corsi (anche gratuiti)
di chi si rende conto di essere denteschi, che non collabora- studenti omosessuali tendo- vi) e la vita di tutti i giorni.
professionali e non sull’uti-
totalmente all’oscuro su ciò che no con le realtà gay; 3) è col- no a rifiutare di vivere il pro-
lizzo di software e program-
rappresenta una grande vitto- pa dell’Associazione Arcigay, prio orientamento sessuale in
mi vari (se la cosa vi interes-
ria  non solo per il movimen- che non si interessa alle real- maniera visibile ed aperto an- Silvia Cavasola
sa, fate un salto al negozio
to gay, ma anche e soprattutto tà non-gay. che nella vita di tutti i giorni,
in corso Mazzini o visitate il
per la comunità pavese nel suo Con estrema eleganza, Polizzi che sentono ancora permea-
sito).
complesso, che sul tema del- le ha scartate tutte. Non è col- ta da pregiudizi. Ciò significa

Adesso STOP!
- Quando i ricercatori non ne possono più -
P rima di tutto, com’è co-
minciata. Il ruolo del
ricercatore è stato sta-
bilito per la prima volta una
trentina di anni fa, nel 1982: si
grare l’attività dei docenti – ma
è anche vero che chi fa ricer-
ca, spesso, ha come obiettivo
quello dell’insegnamento: può
infatti partecipare al concorso
per diventare professore asso-
ciato, in cui vengono valutate
le sue pubblicazioni ma NON
l’attività didattica svolta; si te-
sta, anzi, la capacità del candi-
dato a tenere una lezione su un
argomento dato, quando maga-
ri questo ha insegnato per an-
ta adesione: di 414 ricercato-
ri, circa il 65% non farà lezio-
ne il prossimo anno. Le facoltà
più “facinorose” sono quelle di
Musicologia (100% di adesio-
trattava, per l’appunto, di una ni. Ovviamente, con il taglio ai ni), Scienze (96%) e Medicina
figura dedita alla ricerca. E ba- fondi universitari, questo pas- (quasi al 71%); adesioni nulle,
sta, faceva solo questo. Nel cor- saggio diventa assai difficile, invece, per Economia e Giu-
so degli anni questo ruolo è come diventa sempre più dura risprudenza. [2] Se questi dati
andato evolvendo: durante gli portare avanti delle attività di venissero confermati, il risulta-
anni Novanta il ricercatore po- ricerca produttive. to immediato sarebbe un net-
teva svolgere,  se voleva, attivi- Non c’è da meravigliarsi che to calo dell’offerta formativa:
tà didattica, con il vincolo, co- un contesto come quello che interi corsi rimarrebbero sen-
munque, di non dichiarare mai si prospetta abbia portato la ca- za docente e, nei casi peggiori,
più di 350 ore annuali. tegoria a dire “Ok, ora è abba- il corso di laurea non potreb-
Ho incontrato, poco tempo fa, stanza”. Basta ai ricercatori sen- be partire; professori associati
Pietro Galinetto e Angelo Ta- za sbocchi di carriera. Basta ad e ordinari, non potendo rinun-
glietti, due ricercatori diretta- una governance d’ateneo che ciare all’insegnamento, hanno
mente coinvolti nella protesta non rappresenta le varie com- dal loro canto deciso di appog-
che sta scuotendo le Universi- ponenti che lo compongono giare la protesta non coprendo
tà. Mi sono fatta spiegare la si- e, dunque, non è democratica. le vacanze lasciate dai ricerca-
tuazione. Oggi, con la riforma Basta ai tagli indiscriminati ai tori.
Gelmini, nasce il  ricercatore a fondi per l’Università e al bloc- Naturalmente non bisogna
tempo determinato, facile vitti- co delle assunzioni. [1] considerare solo il livello pave-
ma di precarizzazione, oltre ad Il mezzo scelto per esprime- se, ma pensare su scala nazio-
essere un personaggio senza re il proprio scontento e, so- nale [3]: quanti corsi di laurea
enormi prospettive per il futu- prattutto, per ricordare quanto troveranno difficoltà, più o me-
ro. Questo parallelamente alla la categoria dei ricercatori sia no rilevanti, ad ottobre? Stare-
messa ad esaurimento dei ri- importante – solo a Pavia costi- mo a vedere.
cercatori a tempo indetermina- tuisce il 40% del corpo docen-  
to, o blocco del turn-over, che ti e copre un terzo dei crediti Emme
dir si voglia. – è semplice: per il prossimo  
Il ricercatore, spesso, tiene in- anno accademico verrà dichia- [1] Sintesi degli obiettivi della mobilita-
zione dei ricercatori universitari pavesi
teri corsi, esamina studenti e rata l’indisponibilità a svolgere - http://bit.ly/asrTKb
relaziona tesi. Il tutto per po- attività didattica. Di certo non  
che centinaia di euro in più a cuor leggero, ma auspicando [2] Per i dati nazionali aggiornati -  ht-
sullo stipendio annuale. Non è che, almeno in questo modo, tp://ricercatori-unito.it
 
obbligato a farlo – per legge do- qualcosa cambi. [3] “Rete 29 aprile” dei ricercatori
vrebbe limitarsi, infatti, ad inte- Il nostro ateneo ha visto un’al- – www.rete29aprile.it
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periodico mensile
Numero 55
Venerdì 9
Luglio 2010
Quando il malgoverno ha delle conseguenze
S e si considera la situazio-
ne di incertezza che si pro-
trae in Nordrhein-West-
falen dal 9 maggio, giorno delle
elezioni regionali, la chiara vitto-
ria di Angela Merkel alle elezioni
legislative tenutesi a fine settem-
bre sembra molto lontana.
La CDU ha perduto infatti 10.2
punti percentuali rispetto al-
le ultime regionali del 2005 e si
trova adesso a quota 34.6, con
un vantaggio di soli 0.1 punti ri-
spetto alla SPD, che perde so-
lo il 2.6. Come se non bastasse,
il partito che ha guadagnato di
più, 5.9 punti, è quello dei Grü-
ne che ora si trova a essere il
terzo partito della regione con
12.1 punti percentuali, mentre
la FDP, pur avendo guadagna-
to mezzo punto, ha raccolto sol-
tanto il 6.7% dei voti.
Il peggior risultato elettorale per
la CDU nella storia della regio-
ne, per di più la più ricca e po-
polosa della Germania, confer-
ma da una parte le critiche che
il governo, e soprattutto la FDP
e il suo segretario, Guido Wester-
welle, hanno ricevuto nei primi
mesi di governo e dall’altra ha
aperto un dibattito importante
sulla possibilità di una coalizio-
ne rosso-rosso-verde, cioè SPD,
die Linke e die Grünen.  La pa-
Glossario essenziale
CDU:  Christlich Demokratische
Union Deutschlands  (Unione Cri-
stiano-democratica di Germania),
partito di orientamento cristiano
nato nel dopoguerra, il cui carat-
tere è essenzialmente centrista
e prevalentemente conservato-
re; il gruppo parlamentare nel
Bundestag (parlamento federale,
dove sono rappresentati i Län-
der) è costituito dalla coalizione
CDU-CSU, e cioè CDU insieme
alla CSU bavarese,  Christlich-so-
ziale Union in Bayern (Unione cri-
stiano-sociale in Baviera). La CSU
è un partito indipendente dalla
CDU e più conservatore, che ha
rilevanza  de facto  solo in Bavie-
ra, dove è molto forte (la CDU al-
le elezioni non presenta liste in
Baviera e la CSU non presenta li-
ste nel resto della Germania). La
segretaria della CDU è Angela
Merkel, attuale cancelliere.  I segretari di partito sono Gesi-
FDP-Die Liberalen:  Freie De-
mokratische Partei (partito libera-
le democratico); partito liberale
a forte tendenza conservatri-
ce e liberista per quanto riguar-
da l’economia. In Italia, a diffe-
renza che per gli altri partiti, è
sempre mancato e manca un
equivalente; il partito più rasso-
migliante è stato probabilmente
Alleanza Nazionale. Attualmen-
te il partito fa parte del governo
con la CDU. Il segretario è Gui-
do Westerwelle, vicecancelliere
e ministro degli esteri.
SPD:  Sozialdemokratische Partei
Deutschlands  (Partito socialdemo-
cratico tedesco), partito più anti-
co della Germania, presente (an-
che se ancora con altro nome)
la nuova sede si trova in via Porta Salara, al numero 18
robe da nordici
rità tra CDU e SPD, che hanno
guadagnato entrambe 67 seggi
al parlamento della regione e il
buon risultato ottenuto dai Grü-
ne creano le condizioni per que-
sta coalizione, che avrebbe la
maggioranza con 101 seggi su
181. Ma la SPD e la sua vicese-
gretaria, Hannelore Kraft,  han-
no quasi subito escluso la possi-
bilità: già al primo incontro tra i
tre partiti il tentativo è fallito, al-
la Linke è stato rimproverato un
rapporto non chiaro (o chiarito)
con la DDR, critica che il segre-
tario del partito Oskar Lafontai-
ne raccoglie con una certa no-
ia. Il cambiamento sarebbe stato
importante senza dubbio per al-
meno uno dei temi decisivi nella
campagna elettorale, l’istruzione
e l’università, che in Nordrhein-
Westfalen è più problematica ri-
spetto al resto del paese come in
altre regioni del nord. Molto pro-
babilmente sarebbero state abo-
lite le tasse universitarie come è
già avvenuto nella maggior par-
te degli altri Länder (solo 5 di 16
Länder mantengono le tasse an-
che per il primo corso di studi)
e come di recente è avvenuto in
Hessen proprio grazie alla fra-
zione SPD-Grüne.
Ma l’ipotesi della coalizione ros-
so-rosso-verde ha presto lasciato
già nella seconda metà dell’800,
è uno dei partiti più significativi
e rappresentativi in Europa per
quel che riguarda il socialismo
democratico. Insieme alla CDU
è il più grande partito tedesco;
tra i due partiti si è spesso crea-
ta una dinamica simile al biparti-
tismo, pur essendo presenti altri
partiti alle elezioni. Sigmar Ga-
briel è il segretario del partito.
Die Linke:  La Sinistra, partito
fortemente orientato verso te-
mi quali lavoro e giustizia socia-
le, nato ufficialmente nel 2007
dalla fusione di membri criti-
ci della SPD e  Linkspartei.PDS,
partito che fino al 1989 si chia-
mava Sozialistische Einheitspartei
Deutschlands (SED; Partito Socia-
lista Unificato di Germania) ed era
il partito di governo della DDR.
ne Löztsch e Klaus Ernst (dal 15
maggio 2010 Oskar Lafontaine si
è ritirato per motivi di salute).
Bündnis 90/Die Grünen: I Ver-
di, partito fondato nel 1980 che
si presenta come a-ideologico e
orientato a valori fondamentali
quali ecologia, democrazia, giu-
stizia sociale. Insieme alla Lin-
ke ha successo soprattutto nella
Germania orientale, dove i valo-
ri di sinistra sono tutt’oggi molto
sentiti. Segretari del partito sono
Claudia Roth e Cem Özdemir.
DDR:  Deutsche Demokratische
Republik (Repubblica Democrati-
ca Tedesca), detta anche Germa-
nia dell’Est; 1945-1990.
il posto alla vecchia combinazio-
ne rosso-nero, la große Koalition
di CDU e SPD che governava a
livello nazionale fino a settem-
bre scorso e che ora pare l’uni-
ca possibilità per un governo sta-
bile. Il mancato ottenimento di
risultati soddisfacenti che avreb-
bero consentito la prosecuzione
del governo di coalizione CDU-
FDP potrebbe creare delle dif-
ficoltà al governo nella camera
delle regioni. Per questo motivo
Il nord in mano alla Lega
continua dalla prima.
La composizione della giunta
regionale mostra in ogni caso
inequivocabilmente che il parti-
to di Bossi ha conquistato, oltre
alla vice-presidenza del Consi-
glio regionale, buona parte de-
gli assessorati chiave: territorio
e urbanistica, sanità, agricoltu-
ra, industria e artigianato.
Un successo indiscutibile, dun-
que, di cui i politologi nostrani
hanno offerto una moltitudine
di spiegazioni più o meno con-
vincenti.
Gli elementi che hanno avvan-
taggiato la lega in quest’ultima
tornata elettorale sono, in real-
tà, abbastanza chiari: il suo for-
te radicamento nel territorio e
l’offerta di soluzioni semplici-
stiche, populiste, che in que-
sto periodo di crisi hanno fatto
breccia nei cuori di un eletto-
rato particolarmente poco pro-
penso alla lungimiranza.
Riguardo al radicamento del-
la lega nel territorio, si tratta di
una caratteristica che il partito
conserva fin dal momento della
sua fondazione a partire da un
certo numero di partiti autono-
misti regionali (di cui i princi-
pali erano la Lega Nord di Bos-
si e la Liga Veneta). La Lega ha
la situazione è particolarmente
tesa e a settimane dal voto non
si è ancora giunti a un accordo:
la CDU impone Jürgen Rüttgers
come presidente della regione,
mentre la SPD, forte del suo ri-
sultato, richiede un cambiamen-
to importante nella politica della
CDU come condizione per una
coalizione. Condizione che, se
non verrà soddisfatta, potrebbe
portare a delle nuove elezioni,
come ha affermato recentemen-
conservato al suo interno alcu-
ne differenze che si esprimono
nelle diverse regioni e le per-
mettono di adattare efficace-
mente la propria azione politica
alle diverse realtà locali. Molti
commentatori sostengono che
un successo leghista di queste
proporzioni non si possa ripete-
re nelle prossime elezioni di ca-
rattere europeo o nazionale.
Il rapporto tra il populismo del-
la Lega e la crisi che il governo
è stato costretto ad affrontare
è un argomento altrettanto in-
teressante. Il centro destra ha
dovuto, durante la campagna
elettorale, giustificare l’operato
degli ultimi mesi, lavorando per
convincere il suo elettorato del-
la necessità di alcuni compro-
messi e di alcune (poche) scelte
di realpolitik, mentre la Lega ha
continuato a parlare con la voce
del partito “di lotta e di gover-
no”, facendo apparire gli scarsi
risultati ottenuti dal governo co-
me una conseguenza dell’ecces-
siva moderatezza e pusillanimi-
tà degli alleati.
Il risultato delle ultime elezioni
assumerebbe quindi i connota-
ti di un “voto di protesta”, feno-
meno che a sinistra appare ormai
consolidato (è il motore del parti-
te Hannelore Kraft. 
A questa situazione incerta e sen-
za dubbio infelice sia per la CDU
sia per la FPD si aggiunge l’an-
nuncio il 25 maggio del ritiro del
presidente dell’Hessen Roland
Koch (CDU), che invece di candi-
darsi come vice della CDU affer-
ma di voler ritornare all’econo-
mia perché, dice: “la politica non
è la mia vita”. Sembra che per An-
gela potrebbe farsi difficile.
Serena Gregorio
to di Di Pietro), ma che è sempre
sembrato troppo “macchinoso”
per prendere piede tra le file degli
svogliati elettori del PDL. La let-
tura sarebbe confermata dall’ana-
lisi dei flussi elettorali, che vedo-
no i voti fluire direttamente dal
PDL alla  Lega, provocando una
riconfigurazione interna dell’alle-
anza che ha davvero il sapore di
una bacchettata sulle dita ai mo-
derati del centro destra.
Questo argomento dovrebbe ri-
sultare rassicurante, in qualche
modo: prima ancora che il cen-
tro-sinistra, sarà lo stesso Ber-
lusconi ad adoperarsi per recu-
perare i voti persi, ponendo un
freno a quella che altrimenti po-
trebbe sembrare un’espansione
senza misura della Lega Nord.
Queste analisi possono spiegare
e prevedere più o meno accura-
tamente presenti e futuri flussi
di voti, ma trascurano uno degli
aspetti fondamentali del “feno-
meno Lega”: i voti corrispondo-
no a persone. Il risultato delle ul-
time elezioni regionali dimostra
soprattutto una cosa: i messaggi
a tratti aberranti della Lega Nord
sono condivisi da circa un terzo
degli elettori di Lombardia e Ve-
neto. Questi individui potrebbe-
ro trovarsi, tra qualche anno, a
votare un altro partito, ma la lo-
ro etica, i loro valori morali, non
cambieranno altrettanto facil-
mente. Anni di disinformazione
e di campagne mediatiche volte
a creare insicurezza e diffiden-
za verso il  diverso, cominciano
a dare i loro frutti. L’imbarbari-
mento della politica, lo sdogana-
mento di parole, pensieri, atteg-
giamenti una volta considerati
immorali o sconvenienti, sono
fenomeni andati di pari passo
con la trasformazione della  Le-
ga  Nord da partito “impresenta-
bile” ad attore fondamentale del-
la politica italiana.
Il PD ha già dimostrato l’inten-
zione di seguire il centro destra
su temi come sicurezza e immi-
grazione. E’ scontato che il suc-
cesso elettorale della  lega  ten-
terà le altre forze politiche ad
inseguirla sul suo terreno di gio-
co, alla caccia di voti maledet-
ti, da riconquistare a costo dei
propri principi, dei propri idea-
li. Un gioco pericoloso, che po-
trebbe svilire anche un ipotetico
successo elettorale: che senso
ha sconfiggere il proprio nemi-
co, quando per farlo si è stati co-
stretti a diventare come lui?
Makka
 4 k
Metti Mi piace, Diventa fan!
La comare globale.
E’ possibile azzittirla?
continua dalla prima.
Vuole essere tutto questo. O for-
se vuole semplicemente esse-
re molto di più. In verità, all’atto
della registrazione al sito, si ce-
de qualsiasi proprietà su quello
che vi si mette, salvo precedente
copyright. Le policy di Facebook
– stando a quello che riferisce il
sito stesso – non permettono ai
pubblicitari di raccogliere i dati
degli utenti senza il loro esplici-
to consenso. Tuttavia le imposta-
zioni sulla privacy di Facebook
rimangono per molti utenti con-
troverse o semplicemente poco
intellegibili. Basta guardare le
pubblicazioni sui blog e gli arti-
coli di numerosi internauti. C’è
chi dice che “Facebook sta per
vendere i dati degli iscritti al mi-
glior offerente” [1], esplicitando
il fatto che non sia più una ipote-
si bensì un fatto vero.
Molto semplicemente il “sito
blu” altro non fa che suscita-
re curiosità verso le persone e,
se vogliamo, anche spingere il
“voyeurismo” insito in tutti noi
oltre che la naturale voglia di
farsi conoscere tramite i propri
gusti personali ed autodefinirsi
(talvolta determinarsi?).
E quale modo migliore per far-
lo se non attraverso giochi, test,
quiz accattivanti oltre che alla
non meno importante Bache-
ca, dove le persone vengono in-
vogliate a scrivere della propria
vita con la scusa di manifestare
i propri stati d’animo alle perso-
Per fare giustizia non serve essere giusti
G iovane giurista italia-
no: dopo cinque, ma
anche qualcuno in più,
anni di giurisprudenza il no-
stro amico si iscrive all’albo dei
praticanti, inizia un pesante,
indispensabile, e generalmen-
te  gratuito praticantato presso
uno studio legale e dopo aver
superato l’esame di stato in tut-
te le sue parti (complimenti!),
raggiunge l’agognato titolo di
avvocato abilitato all’esercizio
della professione.
Giovane giurista spagnolo: do-
po aver passato i suoi annetti
sui libri, il niño, si laurea, evi-
ta il periodo di pratica così co-
me il temibile esame di abili-
tazione, si iscrive al collegio
degli avvocati pagando la tassa
di iscrizione ed eccolo “aboga-
do”. La Spagna è l’unico paese
dove l’accesso alla professione
di avvocato non è subordinato
al superamento di un esame di
stato.
Due percorsi diversi in due Pa-
esi diversi, ma con la possibili-
tà di far valere il titolo acquisito
in uno di essi anche nell’altro,
e non viceversa. C’è infatti l’op-
zione “giovane giurista italiano
che dopo la laurea diventa gio-
vane giurista spagnolo”: studia
cinque anni in Italia, si laurea,
comunicazione
ne aggiunte come Amici? Que-
sto rende pubblico i loro inte-
ressi e le loro inclinazioni.
A cosa stai pensando? Rimane
lì fisso quasi come un invito a
esteriorizzare il proprio pensiero
ogni volta che si accede alla piat-
taforma. Se il principio di svi-
luppo di Facebook è sintetizzato
dallo slogan “ti aiuta a connetter-
ti e rimanere in contatto con le
persone della tua vita”, questo
non dovrebbe forse far pensa-
re all’utilizzo di una piattaforma
web di ritrovo sociale per il ripri-
stino di vecchie conoscenze e il
consolidamento di nuove amici-
zie? La logica conseguenza è che
l’intera infrastruttura del sito sia
basata sulla commercializzazio-
ne oltre che sulla pubblicizzazio-
ne della persona.
La “comare globale” parla per
far sapere i fatti di tutti noi e,
come è naturale, piace e non
piace. Azzittirla è virtualmente
impossibile come in pratica lo
è stare lontano dal pettegolez-
zo che sin dall’antichità anima
ogni essere umano.
Dunque perché lamentarsi di
una pubblicizzazione dei pro-
pri dati quando è la piattafor-
ma stessa a chiederti di farlo at-
traverso la sua organizzazione
esterna? Si sta citando quest’ul-
tima già nota uscita dello scor-
so 31 Maggio [2] (diffuso anche
su Facebook!) dove 30000 per-
sone avrebbero risposto ad un
appello ad uscire in massa dalla
va in Spagna dove fa riconosce-
re la sua laurea e si iscrive al
collegio degli avvocati; fatto ciò,
torna in Italia, si iscrive all’al-
bo speciale degli “avvocati sta-
biliti”, si appoggia per tre anni
preso uno studio legale e quindi
può finalmente esercitare libe-
ramente. E’ necessario sapere
lo spagnolo, ci sono pratiche bu-
rocratiche da espletare, ci sono
tempi d’attesa, ma lo spaurac-
chio dell’esame è evitato. Tante
parole in più per dirlo, ma fati-
ca in meno per farlo!
La Spagna è un paese europeo
vicino al nostro per lingua e di-
ritto e la normativa europea at-
tuale consente che l’accesso al-
la professione di avvocato non
sia subordinato ad un periodo di
praticantato né al superamento
dell’esame di abilitazione: il ne-
olaureato, per poter esercitare,
deve solo iscriversi al collegio
degli avvocati pagando la relati-
va tassa d’iscrizione. Situazione
chiaramente accattivante per il
neolaureato italiano, che per-
mette di aggirare la “schiavitù”
del praticantato che pochi allet-
ta ed il temutissimo esame che
miete regolarmente molte vitti-
me. Certo ci sono i tre anni in cui
appoggiarsi ad altri ma è deci-
samente un buon prezzo. Basta
Failbook is made of fail
piattaforma. Nonostante Mark
Zuckerberg avesse fornito su
invito le corrette istruzioni al
mantenimento della privacy,
solamente il 50% degli utenti
sembra averlo capito [3]. D’al-
tra parte non sarà un nume-
ro così esiguo di persone din-
nanzi al vasto bacino di utenza
sempre in crescita a smorzare
gli entusiasmi di questo sito [4].
Comunque, per scongiurare le
paure della “comare assassina-
trice della privacy”, le più che
valide alternative per comuni-
care ci sono.
I cosiddetti protocolli di mes-
saggistica istantanea (ICQ,
IRC,Googletalk e il già citato
Msn) permettono di poter dia-
logare (consentendo per altro
un discreto risparmio economi-
co) con le persone che si cono-
scono. Inoltre, si possono anche
inviare richiesta scritta al Mini-
sterio de Educacion y Cencia de
Madrid, corredata di documen-
ti tradotti in spagnolo e ricevuta
di pagamento di apposita tassa,
procedere attraverso alcune fa-
si (tra cui esami stabiliti dal Mi-
nistero per l’omologazione), far
riconoscere in Spagna il titolo di
Laurea in Giurisprudenza, iscri-
versi al “colegio de abogado” e,
finalmente, la meta: iscrizione
all’ordine degli avvocati stabili-
ti in Italia.
E’ decisamente una situazione
anomala. Esiste effettivamen-
te un decreto legislativo, in at-
tuazione di una direttiva UE
(98/5) volta a facilitare l’eserci-
zio della professione di avvoca-
to in uno stato membro diverso
da quello in cui è stata acquisi-
ta la qualifica professione, che
riconosce l’esercizio delle pro-
fessione di avvocato a tutti i
cittadini di uno stato membro
dell’UE in possesso del titolo
professionale. Ma perché l’abi-
litazione è conseguita in modo
diverso nei diversi paesi della
UE? In Italia la legge prevede
il periodo di pratica e richie-
de il superamento di un impe-
gnativo esame di stato che ser-
ve a garantire le conoscenze
indispensabili e a “scremare” i
periodico mensile
scegliere le persone da aggiun-
gere con la discriminante della
mail, che dovrebbe essere per-
sonale e pertanto non di pub-
blico dominio quanto il nome e
il cognome sulla piattaforma di
Facebook. Inutile tentare di ca-
muffare il nickname con stra-
vaganti alternative: Facebook
induce le persone a doversi mo-
strare altrimenti non potrebbero
avere l’opportunità di ritrovarsi
dopo lungo tempo. I lati positi-
vi ed i vantaggi ci sono. Persone
che non si vedono da molti an-
ni si rincontrano, amicizie si ri-
allacciano e ne nascono di nuo-
ve. E’ dinamico perché permette
di chattare ed anche di intavola-
re sempre nuove discussioni co-
me nei vari forum di siti apposi-
ti. La multifunzionalità di questo
social network fa di tutte le per-
sone i principali attori ma an-
candidati in termini di prepa-
razione; peccato che normati-
ve sopranazionali consentano
di aggirare l’ostacolo in via del
tutto legale.
Non si capisce perché ogni sta-
to mantenga in vigore direttive
proprie che non corrispondono
agli obiettivi della Unione Eu-
ropea di omologazione dei tito-
li di studio e delle abilitazioni
professionali. Si sente la neces-
sità di una direttiva comune
che non ponga ostacoli alla li-
bera circolazione delle profes-
sionalità nel territorio della UE
nel rispetto della preparazione
professionale. Lascia perplessi
la situazione attuale, ma si pre-
vede che nel 2011, forse più tar-
di considerata la lentezza del
mastodontico apparato legisla-
tivo della UE, questa opzione
spagnola, che tanto attira gli
studenti italiani di giurispru-
denza, sia corretta e le dispa-
rità e la confusione normativa
oggi esistenti possano essere
sanate.
Questo è uno degli esempi più
lampanti della confusione che
regna nella tanto sbandiera-
ta Unione Europea a proposi-
to del riconoscimento dei titoli
accademici e delle abilitazioni
professionali: ne sanno qualco-
Numero 55
Venerdì 9
Luglio 2010
che gli spettatori e i registi di se
stessi e delle proprie relazioni.
Sfruttando il naturale esibizio-
nismo umano, Facebook rende
forse inconsapevolmente artefi-
ci della propria volontaria pub-
blicizzazione. Rendersene conto
non necessita di un “ammutina-
mento”. D’altro canto, si può for-
se fuggire da sé stessi?
Paola Blondet - Endriu
[1] Facebook sta per vendere i dati de-
gli iscritti al miglior offerente – http://
bit.ly/9WSHjY
[2] Facebook, la confraternita degli esu-
li – http://bit.ly/bknwtY
[3] Zuckerberg: la privacy è importante
- http://bit.ly/cHnR3q
[4] Facebook fears eased - http://bit.ly/
bk9bN0
sa gli studenti di medicina che
magari hanno conseguito tito-
li di specializzazione all’estero
presso le strutture più all’avan-
guardia e che non si vedono ri-
conosciute dal punto di vista
professionale le competenze
acquisite.
Quindi, se c’è qualcuno che ne
vuole approfittare finché si può,
si affretti a imparare lo spagno-
lo. E se l’iter e la burocrazia vi
spaventano Cepu è pronto a
darvi una mano: “a tutti i lau-
reati in giurisprudenza il D.Lgs
n 96/2001 offre un’opportuni-
tà in più per esercitare la pro-
fessione di avvocato. Ecco co-
me diventare avvocato senza
sostenere l’esame di abilitazio-
ne in Italia. Non perdere altro
tempo, scegli una via semplice
ed efficace per diventare avvo-
cato senza sostenere alcun esa-
me di abilitazione”. Ti guideran-
no fin dall’iscrizione, aiutandoti
a superare la  prueba  e facendo
di te un avvocato a tutti gli ef-
fetti. Ma… ricorda che: dal 2011
anche in Spagna sarà introdotto
l’esame di abilitazione per l’ac-
cesso alla professione di avvo-
cato (legge 34/2006). AFFRET-
TATI!
Marianna Pasetti
 k 5
periodico mensile
Numero 55
Venerdì 9
Luglio 2010
G li italiani hanno una
memoria storica limi-
tata. Questo assunto,
sicuramente vero, lo si potrebbe
estendere in linea generale. Sia-
mo infatti l’unico paese in Euro-
pa, se non del mondo, dove un
politico può permettersi di fa-
re dichiarazioni puntualmente
smentite poco dopo, senza pa-
garne le debite conseguenze.
Esempio lampante la recente
manovra finanziaria.
Molti quotidiani italiani hanno
infatti riportato nei primi giorni
di aprile le dichiarazioni del mi-
nistro Tremonti, volte a smenti-
re le numerose voci di corridoio
che sussurravano con impudici-
zia un presunto intervento cor-
rettivo alla finanziaria già varata,
al fine di un ulteriore recupero di
liquidità per le casse dello stato.
Passato poco più di un mese ec-
co la puntuale realtà: interventi
per “generare” almeno 12 miliar-
di di Euro, attraverso tagli gene-
ralizzati, riduzioni degli sprechi,
incremento degli introiti.
Certo: nel frattempo c’è stato
l’acuirsi della crisi greca, sfo-
ciato nell’intervento salvagente
della comunità europea, a cui
anche l’Italia ha dovuto neces-
sariamente contribuire. Insom-
ma: abbiamo potuto e dovuto
toccare con mano l’ormai non
più celabile persistenza della
crisi, fino a poco tempo fa così
tanto rifuggita, ovviamente so-
lo a parole e mai con i fatti.
Così i nostri cari governanti si
sono dovuti rassegnare alla ne-
cessità di operare più o meno
disordinatamente, per recupe-
rare ingenti somme di denaro
contante, ovviamente a disca-
pito di “tutti”.
Difficile entrare nel dettaglio di
nessi e connessi a tutti gli inter-
venti proposti, anche solo aver-
ne vagamente la capacità sareb-
be pretestuoso. Meglio fare il
nostro umile dovere con un po’
di opinionismo spicciolo.
Quindi chi se ne frega di disqui-
sire del turnover nella pubblica
amministrazione (sospeso fino
al 2013), del blocco di nuovi con-
tratti per il pubblico impiego (fi-
no al 2012), del congelamento de-
gli stipendi per quelli già esistenti
(almeno per 2 anni), dell’intro-
duzione di nuovi pedaggi per le
strade a scorrimento veloce ora
gratuite e dell’innalzamento dei
tributi già richiesti (fino al 25%),
della riduzione dei rimborsi elet-
torali per i partiti (proposta per
un -50%, poi ridimensionata nel
sollievo generale ad un -10%),
della ancora incerta e contrasta-
tissima abolizione delle provin-
ce meno popolose (abolirle tut-
te sarebbe stata ovviamente una
ragionevole utopia), dell’atroce
condono per l’abusivismo edili-
zio delle case “fantasma” (che si
protrarrà fino a dicembre 2010,
del tipo: se dovete tirare su una
palazzina abusiva iniziate ora!),
e di tante altre piccole e grandi
amenità. A noi interessa soprat-
tutto sproloquiare.
Detto fatto: in questo senso non
Le implicazioni sadomaso suggerite dalle immagini
economia
L’Era del Diritto & l’Ora della Cinghia
si capisce come mai, per noi
che stiamo dall’altra parte del-
la barricata, questa sana tiratina
di cinghia appaia così tanto in-
giusta e ingiustificata. Dovrebbe
a questo punto apparire invece
chiaro come si sia vissuto per
lungo tempo al di sopra delle
possibilità reali di questo barba-
ro capitalismo, sempre pronto a
gonfiare le nostre tasche (dove
per “nostre” si intendono quel-
le di noi abitanti d’occidente), a
discapito di quelle delle popola-
zioni di altre parti del mondo.
In questo contesto, riferendosi
ai più recenti fatti in corso, è do-
veroso integrare il discorso con
la situazione in divenire dello
stabilimento FIAT di Pomiglia-
no. Da una parte non possia-
mo trascurare l’assoluta novità
di un approccio in antitesi con
la situazione industriale diffusa:
l’amministratore delegato  gold
level a ventiquattro carati, Sergio
Marchionne, ha proposto di ri-
portare la produzione della Pan-
da dalla Polonia, dov’è attual-
mente dislocata, in Italia, con
un investimento di oltre 700 mi-
lioni di Euro. Dall’altra dobbia-
mo ricordare che lo stabilimen-
to di Pomigliano, il prescelto
per il piano ambizioso, risul-
ta essere il peggiore della storia
dell’automobile, quello dove no-
toriamente vige una situazione
di scarsa attenzione per il lavo-
ro (definiamo così quanto ripor-
tano le cronache: il più basso
tasso di produttività, il più al-
to di assenteismo, in particola-
re il venerdì e in concomitanza
delle partite del Napoli Calcio
– fino al 25% – o delle elezio-
ni – quando molti, anche quasi
la metà, hanno spesso preferito
fare i rappresentanti di lista che
gli operai in catena – il record
di invalidi – veri o fittizi non sta
a noi dirlo –  il primato di difet-
ti sul prodotto e di sabotaggi vo-
luti – culminati con la leggen-
da metropolitana di un Alfa 159
prodotta con i sedili anteriori di
colore diverso – addirittura rac-
conti di spaccio di droga diffuso
e consolidato in fabbrica). 
Nel mezzo il prezzo da pagare:
la sottoscrizione di un accor-
do articolato per punti lapidari,
che infrangerebbero di fatto una
buona parte delle conquiste sin-
dacali degli ultimi decenni.
Anche questa volta analizzare
sono del tutto volontarie
esaustivamente i dettagli è ar-
duo, quindi perlomeno elen-
chiamo i punti salienti per poi
tirare le somme: utilizzo degli
impianti produttivi per 24 ore
al giorno e ridefinizione del-
la turnazione (3 turni giorna-
lieri di 8 ore ciascuno e setti-
mane alternativamente di 6 e
4 giorni lavorativi), considere-
vole aumento del monte stra-
ordinari (da 40 a 120 annuali,
che l’azienda potrebbe richie-
dere con preavviso di 4 giorni),
ridimensionamento della pau-
sa pranzo (attualmente spen-
dibile dalle 10.30 alle 13, pro-
posta di mezz’ora solo alla fine
di ogni turno), riduzione del-
le pause sulle linee (da 40 a 30
minuti), giro di vite sull’assen-
teismo (in caso di assenze mol-
to superiori alla media l’azien-
da non pagherebbe l’indennità
di malattia, per gli operai che
decidessero di fare i rappresen-
tanti di lista non riceverebbero
paga per quei giorni), abolizio-
ne di importanti voci retributi-
ve (per i nuovi assunti da gen-
naio 2011 inclusione in un
“superminimo individuale non
assorbilile” fissato di indennità
di linea, premi mansione e pre-
mi speciali).
E’ chiaro che sul piatto della bi-
lancia ci sono molte cose, for-
se troppe per essere accettate
serenamente, e un giudizio og-
gettivo è arduo, soprattutto da
parte di chi la linea di montag-
gio l’ha vista al massimo in un
capolavoro del cinema italiano
come “La classe operaia va in
paradiso”. Il rischio maggiore
potrebbe essere vedere utiliz-
zato il caso di Pomigliano come
precedente per estendere que-
ste condizioni in altri stabili-
menti FIAT e non solo. Rimane
il fatto che l’alternativa quasi
sicuramente sarebbe la chiusu-
ra dell’impianto. E chiedere ad
un operaio di esprimersi libera-
mente sull’accettazione dell’ac-
cordo, se l’alternativa è perde-
re il posto, sembra, più che una
scelta, un bieco ricatto.
In ogni caso, con un po’ di sa-
no realismo  retro, sia sulla que-
stione “finanziaria” che su quel-
la “industriale”, ci dovremmo
primariamente accorgere che
la condizione economica godu-
ta da noi comuni lavoratori fino
ad ora sia sicuramente migliore
di quella che avremmo dovuto
accettare in un sistema econo-
mico più equo. Per dirla sempli-
cemente e in breve: un operaio
dell’Unione Sovietica negli anni
‘70 sicuramente viveva in condi-
zioni inferiori al parigrado italia-
no dei nostri anni zero, garanzie
sindacali comprese. Turni mas-
sacranti, corsa alla produzione
sfrenata, niente nuova macchi-
na di tanto in tanto, niente tele-
visore ultrapiatto, niente abiti-
ni pseudo-firmati per il pargolo
adolescente, niente vacanze in
riviera.
Di conseguenza, se quello che
ci aspetta dovesse davvero es-
sere un periodo buio, critico
per i conti delle famiglie ita-
liane, drammatico per le pos-
sibilità d’impiego dei giovani
patrioti, duro per le condizio-
ni lavorative degli operai, con
un salto produttivo di almeno
vent’anni indietro, con stipen-
di più striminziti e potere di
acquisto nettamente inferiore,
dovremmo solo “gioire”.
Da un lato perché finalmen-
te vedremmo venire alla luce
l’insostenibilità dell’economia
iniqua che tanto critichiamo,
senza che nessuno possa ma-
scherarne l’esistenza agli occhi
delle masse; in secondo luogo
perché potremmo trovarci dav-
vero nella condizione mentale
di rivivere l’arte dell’arrangiarsi,
con tutte le positive conseguen-
ze generazionali e sociali che ne
scaturiscono: meno figli di papà
e più consumo sostenibile.
Forza compagni quindi, non
disperate: se non è col vetu-
sto burro naturale, sarà con la
moderna vaselina sintetica che
potremo lubrificare i nostri culi
già da tempo non più vergini.
Matteo Bertani
 6 k
D iciamo la verità: i re-
centi risultati elettora-
li ci pongono di fronte
non solo una serie di conside-
razioni di primaria importanza,
ma soprattutto fanno scaturire
una serie di interrogativi la cui
risposta risulta fondamentale.
Siamo democratici?
Pensando di rispondere positi-
vamente a questo quesito sibil-
lino, dovremmo di conseguenza
accettare serenamente la vitto-
ria schiacciante di certe com-
pagini politiche, in particolar
modo nella nostra regione e in
quelle limitrofe, come la massi-
Di male in peggio: la corruzione della democrazia
continua dalla prima.
Gente che ha il diritto di lamen-
tarsi come e anche più di chi
ha espressamente votato. Non
è possibile mettere una perso-
na che li rappresenti, dato che
sono la somma delle idee poli-
tiche più disparate, ma è possi-
bile pensare ci possano essere
poltrone vuote a rappresentar-
li, rendendo le decisioni più
difficili da prendere senza la
collaborazione e il lavoro po-
litico dei gruppi restanti. Il ri-
schio di immobilismo è legato
dall’incapacità dei politici, non
all’idea in sé e per sé.
Il sistema dà, il sistema pren-
de
Il sistema economico è il prin-
cipale responsabile dell’impos-
sibilità di informarsi e di quel-
la di potersi esporre al pubblico
con mezzi adeguati. Inoltre, sti-
pulando patti di convenienza,
si serve dei rappresentanti in-
seriti per ottenere leggi a favo-
re di chi ha le redini del siste-
ma, ovvero una minoranza.  chi li ha messi in quella posi-
Sviluppando il discorso a livel-
lo pratico, la maggioranza del-
Gli articoli di questa pagina vanno letti in ordine (n.d.i.)
strumenti
Piccoli Autoritarismi Crescono
ma espressione democratica. E’
terminata l’era asfittica dei par-
titini marginali convinti di po-
ter festeggiare l’incremento di
qualche “zeropuntouno” delle
loro preferenze di voto, a favo-
re di una politica di larga con-
divisione popolare. Al massi-
mo potremmo fare “mea culpa”
per non aver saputo impegnar-
ci sufficientemente nel contra-
stare una idea di massima, an-
cor prima che un’ideologia, che
non ci sentiamo di condividere,
anzi: rifiutiamo totalmente. Sa-
rebbe però più un nostro pro-
blema, che non una responsabi-
la popolazione lavora troppo, ha
troppi impegni per potersi infor-
mare correttamente, costretta a
fidarsi delle poche notizie, spes-
so manipolate più o meno pro-
fondamente del mezzo più alla
portata, ovvero il televisore.
Nel momento in cui un’idea
politica vorrebbe uscire si tro-
va di fronte una serie di mu-
ri invalicabili, a meno che chi
la propone non possegga forti
somme di denaro o una piat-
taforma già ben in vista (come
i grillini). Ossia siamo schiavi
dell’impossibilità di farci udire
sotto il costante bombardamen-
to mediatico di chi il contan-
te lo possiede, o quantomeno,
senza il contante, non riuscire-
mo ad ottenere attenzione con-
siderevole.  di alzare le tasse delle grandi in-
Infine, come coronamento del
binomio media-denaro, trovia-
mo che i nostri rappresentanti
sono correlati ad aziende, ami-
cizie e altro, a cui devono favo-
ri e riconoscimenti, dovendo
così, per saldare il debito con
zione, portare la volontà di po-
chi con la voce dei tanti che
lità dell’elettorato.
Se fossimo tentati ancora di ri-
spondere “No, non siamo de-
mocratici”, dovremmo allora
passare al secondo quesito.
Siamo rivoluzionari?
Se lo siamo, si immagina do-
vremmo propendere per la ri-
voluzione del popolo. Di nuo-
vo il problema risulterebbe alla
radice: senza un “popolo” dalla
nostra, senza un coinvolgimen-
to generale delle masse di lavo-
ratori a cui vorremmo rivolgere
la nostra idea, senza l’appog-
gio del proletariato sorgente e
obiettivo del nostro agire politi-
l’hanno votato, defecando me-
taforicamente sul significato di
democrazia. Sempre che non
siano loro stessi i beneficiari di
quelle leggi.
L’Italia insieme a Tonga tra
Israele e Hong Kong
Ovvero 73° esimo posto, nella
classifica del 2009 sulla libertà
di stampa. Notizia che ha fatto
un po’ di rumore l’anno scorso,
declassando il bel paese in quel-
li “parzialmente liberi”. D’al-
tronde non ci si può stupire più
di tanto: anche solo guardando
le percentuali di presenza in te-
levisione dei vari partiti si capi-
sce che c’è una certa tendenza
a dare più spazio al Pdl (segui-
to poi dal Pd, ma staccato net-
tamente).  za che ci possa essere spunto
Il problema non si ferma solo
alla quantità di informazione,
ma anche alla qualità. Vari me-
Votare è un dovere civico!
L a democrazia rappre-
sentativa è un sistema
politico che ci siamo
guadagnati tramite anni di lotte
civili e per i cui valori bisogna
lottare... tranne che è una farsa.
Il voler credere diversamente
denota la volontà di non affron-
tare la realtà.
Non solo, l’inganno democrati-
co ha consentito ai potenti di ac-
quietare le masse le quali a loro
volta li legittimano andando a
votare. Il fatto poi di credere che
la collusione tra politica e potere
economico sia un mal costume
italiano è semplicemente ridico-
lo, questa si sviluppa allo stesso
modo in ogni parte del mondo,
da un lato tramite il finanzia-
mento delle campagne elettora-
li e dall’altro tramite la gestione
dell’opinione pubblica. Si pensi
ad esempio che lo stato decida
dustrie o imporre salari più alti,
queste reagirebbero parlando di
danneggiamento dell’economia
e minaccerebbero di delocaliz-
zare la produzione. Il fatto che
l’opinione sia abilmente mani-
polata è un’idea difficile da fare
accettare anche perché questo
implicherebbe affermare l’inca-
pacità di giudizio di gran parte
periodico mensile
co, è difficile immaginarci reali-
sticamente legittimati nell’azio-
ne rivoluzionaria.
In questo contesto si capisce
bene dove nasca e dove vada a
parare la recente posizione le-
ghista, promossa a gran voce
e senza mezzi termini, dall’ac-
ciaccato fondatore del movi-
mento nordista Umberto Bos-
si: “A noi le banche, è il popolo
che ce lo chiede!”, somma sin-
tesi delle idee capitaliste, libera-
li, democratiche e rivoluziona-
rie insieme.
In caso contrario, se non fossi-
mo né democratici, né rivolu-
riti che ci si prende senza aver
mosso un mignolo o quasi, pro-
messe che non possono esse-
re mantenute, mezze verità (è
un bene per tutti se le azien-
de vanno bene, ma è un be-
ne soprattutto per le aziende e
gli imprenditori) e notizie (che
non sono tali) che, prendendo
in prestito un termine coniato
in “L’uomo dell’anno”, sono ar-
mi di distrazione di massa.  Non bisogna chiedersi a co-
I primi tre punti (meriti, pro-
messe e mezze verità) sono fi-
nalizzati alla demagogia vera e
propria, ovvero attirare la mas-
sa elettorale, che non può far
altro che fidarsi di quello che
arriva al suo orecchio. L’ultimo
invece è la mala informazione:
notizie date per far audience,
per colpire l’ascoltatore, sen-
di riflessione o mettere in mo-
stra quel qualcosa che oggetti-
vamente non va nel sistema.
delle persone. Eppure è un da-
to abbastanza assodato, si può in
proposito citare tutta una serie
di casi, tuttavia il fatto che so-
stanzialmente giornali e tv ab-
biano come editori grossi im-
prenditori e siano finanziati da
partiti è forse il dato più convin-
cente. Un’altro dato su cui biso-
gnerebbe riflettere è la spropor-
zione di forze: ogni qualvolta
qualcuno fa inchieste che por-
tano alla luce dati sconvolgenti
su corruzione e abusi dei dirit-
ti umani da parte di multinazio-
nali, gruppi finanziari e grande
imprenditoria, beh, il risultato è
che non succede quasi nulla. Il
problema è che da un lato vi so-
no grossi gruppi finanziari forte-
mente organizzati capaci di fare
breccia nel cuore dell’opinione
pubblica grazie a professionisti
del marketing e della comuni-
cazione, dall’altro si ha un nu-
mero sparuto di persone sicu-
ramente preparate ma prive di
mezzi economici che si trova-
no a dover dimostrare minuzio-
samente le loro asserzioni ad
un pubblico che tende, posto di
fronte alle proprie comodità, a
essere disinteressato rispetto ai
diritti umani. Un’idea molto dif-
fusa, che viene spesso insegna-
Numero 55
Venerdì 9
Luglio 2010
zionari insomma, poche sareb-
bero le alternative: saremmo
qualunquisti o, nella migliore
delle ipotesi, autoritari. 
E allora, quantomeno, dicia-
molo senza vergogna né indu-
gio: siamo autoritari e ci sentia-
mo portatori “del giusto bene”
per tutti coloro i quali non han-
no ancora capito come la ragio-
ne stia dalla nostra parte. 
Lo capiranno, che piaccia loro
o meno.
Oh, se lo capiranno…
Matteo Bertani
Da arma degli schiavi l’infor-
mazione libera si è trasformata
in paraocchi. 
È anche vero che in un periodo
normale le notizie del gover-
no solitamente riguardano più
le maggioranze, i blocchi più
grossi, e quindi è perfettamen-
te logico che ci si occupi princi-
palmente di quelli, ma con dei
limiti ben definibili.
sa portino questi abomini mo-
derni, il risultato l’abbiamo tut-
ti ben disponibile sotto i nostri
occhi socchiusi. Bisogna chie-
dersi come uscirne, se si può
uscirne, con delle riforme, o
cacciare i politicanti a casa e
creare una classe politica che
sia davvero capace di discute-
re, arte ormai sempre più in di-
suso.
Endriu
ta da docenti dei corsi di econo-
mia, è quella secondo la quale
non ci sarebbero abbastanza ri-
sorse per far vivere l’intero pia-
neta in condizioni analoghe a
quelle dell’occidente eppure
non si tratta nè di un’idea faci-
le da dimostrare nè particolar-
mente costruttiva o utile. Allora
perché sostenere una cosa del
genere? Tanto più che vi sono
fonti che confuterebbero questa
tesi. Secondo Jean Ziegler, ex re-
latore Onu sul diritto all’alimen-
tazione, ogni giorno muoiono
di fame 100000 persone benché
sulla terra esistano le condizio-
ni per sfamare fino 12 miliardi
di persone. Un altro dato è quel-
lo riguardante la sproporzione
di PIL: tra posti tutto sommato
vicini, come il centro dell’Afri-
ca e l’Europa Occidentale, ci si
ritrova in una situazione in cui
da una parte si vive di stenti tra
guerre, carenza di infrastruttu-
re e di lavoro, dall’altro si vive
lavorando dal mattino alla sera
soffrendo di problemi quali obe-
sità e stress. Ognuno può fare
qualcosa per cambiare le cose,
qualcosa di più che buttare una
“x” a caso su un foglio una volta
ogni 5 anni.
JCO
 k 7
periodico mensile L’impaginatore prende le distanze dal titolo del Bonaschi...
Numero 55

cultura
Venerdì 9
Luglio 2010

Non di sola gnocca vive l’uomo

E hilà, mi presento, so-
no lo spazio nerd che
sognavi da tempo. Per-
ché sì, non sei solo. Il mondo è
pieno di asociali come te, che
preferiscono la calda compa-
gnia di un 360 acceso da ore
(con il costante e adrenalini-
co rischio della triplice rossa)
piuttosto che una fredda fighet-
tina che a malapena ti caghe-
rà. Per mancanza di spazio le
recensioni che vi proporrò sa-
ranno brevi, e per assenza di
altri nerd in redazione, rappre-
senteranno la mia insindacabi-
le opinione. Lunghe riflessio-
ni mi hanno portato a scegliere
il seguente metro di valutazio-
ne: da 1 a 5 stelle, permettendo
i mezzi voti. I due estremi so-
no egregiamente rappresenta-
ti dall’assoluto capolavoro pla-
smato da Kojima, Metal Gear
Solid nel caso ci fosse qualche
ignorante, e dall’inaccettabi-
le Final Fantasy X-2, che è ri-
uscito a rovinare un ottimo FF
X. Di cose da dire ce ne sono
tante e di spazio poco, vi se-
gnalo quindi www.parliamodi-
videogiochi.it  e  drink2.blogspot.
com dove troverete interessanti
articoli. Ovviamente a tema vi-
deoludico, niente gnocca, tran-
quilli. Ma volete le rece, vero?
gameplay. Assieme ad una sto-
ria intrigante e misteriosa il ri-
sultato è strabiliante. Senza
considerare le musiche e gli
splendidi colori.
MMMMM
Bayonetta: potete giocarci co-
me ho fatto io, da ignoranti, e
finirlo in 20 ore. Non vi esalte-
rebbe molto. Ma è senza dub-
bio uno dei migliori action mai
usciti, solo molto difficile e non
avevo il tempo necessario per
diventare un pro. Voto variabi-
le a seconda del lettore, sta a voi
capire in che categoria siete.
MM1/2 oppure MMMM
Heavy Rain: tutti ne hanno
parlato, addirittura c’era il vi-
deo su repubblica.it. E le aspet-
tative non sono state affatto de-
luse. Ti seduce subito e non
ti lascia spegnere la console,
da gustare tutto d’un fiato (co-
munque sulle 20 ore, dovrete
fare una pausa mi sa). Adatto
ad ogni genere di videogioca-
tore. Per qualche piccola pecca
non è l’assoluto capolavoro che
si diceva, ma anche a miss Ita-
lia puzza l’alito ogni tanto.
MMMM
Assassin’s Creed 2: peggiorare
la grafica rispetto al primo è so-
lo la punta dell’iceberg degli er-
rori commessi da Ubisoft Mon-
treal. Ho comprato la limited
e l’ho finita, non parlo a caso.
Ma mi ha fatto incazzare. Mer-
da sciolta.
M
Every day the same dre-
am:  www.molleindustria.org  of-
fre questo interessante gioco
basato sull’alienazione. Non mi
piace commentarlo né parlar-
ne, perché qualunque cosa vi
dicessi sarebbe uno spoiler. 10
minuti e non una lira da sbor-
sare. Fidatevi, merita.
MMMM
Giovanni Bonaschi

Braid: il mercato degli arcade

su Live ci ha donato questa per-
la, passata poi anche sugli al-
tri formati. Hanno preso Super
Mario e gli hanno dato la pos-
sibilità di manipolare lo scorre-
re del tempo. Livelli incentrati
sugli enigmi fanno dimentica-
re l’idraulico della Nintendo e
stravolgono completamente il
O Kamchatka, o morte!
Ricordo di Sanguineti a Pavia
S
ono trascorsi quattro an-
ni da quella serie di for-
tunati incontri organiz-
zati nell’ambito del  Festival dei
Saperi, erano i primi di settem-
bre del 2006. Ricordo ancora il
cicaleccio del pubblico in di-
stratto fermento che andava a
ostacolare i discorsi dello sven-
turato relatore il quale ebbe in
Sanguineti a rispecchiarsi uni-
vocamente nelle teorie grodde-
ckiane che tendono a radica-
lizzare le influenze pulsionali
pansessualistiche dell’inconscio
nel processo conoscitivo, emo-
tivo e decisionale dell’uomo,
a scapito di un Io irrimediabil-
mente plurimo e illusorio.
L’inevitabile dibattito divampa
gico “del levare”, levare gli inutili
gravami, i pesi morti dell’educa-
zione subita, che legano e soffo-
cano l’autenticità del pensiero,
delle pulsioni e della vita, co-
me anche ci evidenzia l’ottimo
riferimento del poeta alla scena
del film Un chien andalou di Lu-
is Bunuel, allorquando il potere
simbolico (malgrado le non-in-

Alta Tensione sorte di esporre i suoi pur acuti

Ciao bellegioie! Riecco ancora
la vostra adorata rubrica dedi-
cata ai nuovi giochi da tavolo.
‘Sta volta parleremo di un gio-
co particolarmente elettriz-
zante: Alta Tensione di Frie-
demann Friese. Noto anche
con il nome di Power Grid o
Funkenschlag (titolo originale
dell’edizione tedesca), questo
gioco ha come ambientazio-
ne il commercio dell’energia
elettrica in un’epoca tra l’at-
tuale e il prossimo futuro.
Ciascun giocatore interpre-
terà una società elettrica che
dovrà riuscire a espandere
la propria rete per coprire il
maggior numero di città del-
la plancia di gioco che, a se-
conda del lato, rappresenta la
mappa della Germania o de-
gli Stati Uniti. Generalmente
sono contro i giochi che cer-
cano di insegnarmi qualcosa
ma un ripasso delle principa-
li città tedesche e americane
può sempre tornare utile…
La partita è strutturata in tur-
ni, ciascuno dei quali è diviso
in 5 fasi: la prima nella qua-
le si stabilisce l’ordine del gio-
co, la seconda in cui si svolge
un’asta per accaparrarsi una
centrale elettrica, la terza in
cui ci si scanna per compra-
re le risorse con cui fare an-
dare le centrali, la quarta in
cui si ampliano le rispettive
reti elettriche sulla plancia
e l’ultima in cui finalmente
si incassano i profitti del du-
ro lavoro. Per quanto riguarda
l’asta per le centrali elettriche
si può specificare che vi sono
43 centrali tutte diverse a di-
sposizione e che in ogni tur-
no ne sono selezionate 4, in
modo che quelle preceden-
ti risultino essere sempre un
po’ più obsolete e inefficien-
ti: ad esempio all’inizio ci sa-
ranno centrali che produrran-
no per una o due città al costo
di tante risorse, magari di car-
bone o petrolio, mentre suc-
cessivamente compariranno
centrali che andranno a rifiu-
ti, a uranio o a energia rinno-
vabile (senza costo in materie
prime!). Il bello di questo gio-
co risiede soprattutto, secon-
do me, nel fatto che la strate-
gia può essere distribuita su
tre piani: quello del conqui-
stare un parco centrali il più
efficiente possibile, cercare di
avere più risorse (Petrolio, Ri-
fiuti, Uranio, Carbone) e ave-
re la rete più ampia, in modo
da intralciare il più possibile
quella degli avversari. Si trat-
ta di un gioco dall’idea diver-
tente e abbastanza strategico;
di contro però vi sono alme-
no tre aspetti negativi: tende
troppo a riequilibrarsi, richie-
de una preparazione un po’
noiosa (soprattutto per la di-
sposizione delle risorse dispo-
nibili) e anche a causa di ciò
la versione in due giocatori fa
discretamente schifo. Ad ogni
modo se vi sentite come Niko-
la Tesla o un novello Alessan-
dro Volta questo è il gioco che
fa per voi. Mentre se invece
vi sentite proprio Nikola Tesla
o Alessandro Volta il manico-
mio è quello che fa per voi..
Ciao folgorati, al prossimo nu-
mero!
JCO
pensieri appena prima del tur-
sottilmente tra i due interlocu-
tori, il poeta e il medico, esem-
tenzioni surrealistiche) del per-
sonaggio che si trascina a fatica
no dell’attesissimo poeta. Spero plificando la struttura ancipite una catasta di oggetti morti, tra
non si sia rattristato oltremodo di questa disciplina che fonde cui un vecchio pianoforte e l’asi-
lo sfortunato che il destino volle in sé argomenti scientifici, me- no putrefatto, sta a significare la
“prope magnos Torquati cineres…
Fece molto male.” Così avrebbe
commentato un sarcastico Le-
opardi reiterando le sue mali-
gne impressioni avute di fron-
te alla tomba del Guidi, posta
per incauta volontà del medesi-
mo a fianco delle ben più sospi-
rate spoglie di Messer Torquato.
E se tale emozione anche solo
le spoglie silenziose di un poe-
ta possono suscitare negli animi
sensibili, figuratevi il suo Verbo
in carne ed ossa. Così sconfitto,
il nostro dimenticato relatore la-
sciava il palco al poeta, a Edoar-
do Sanguineti.
Il tema, affascinante per le sue
valenze ultime, teleologiche, fu
la psicoanalisi; a inseguire i vo-
li razionali ma sempre evocati-
vi del nostro, ci provava lo psi-
canalista Fausto Petrella.
Sanguineti racconta il suo pre-
coce incontro con Freud, la sua
iniziale ortodossia rispetto alle
dottrine del padre della psico-
analisi, i suoi successivi dubbi: dici, terapeutici, ad argomenti condizione della psiche umana,
filosofici, letterari e linguistici. imprigionata in una invisibile
il primo riguardante il concetto
di pulsione di morte, interpre- Un tentativo di conciliazione tra corazza superegoica che la limi-
le due prospettive è proposto ta e determina.
tato dal poeta come un tentati-
vo da parte di Freud e dei suoi da Sanguineti nell’ottica di uno Inevitabile dunque da parte
sforzo esortativo alla psicoanalisi dell’anziano saggio l’unico pos-
contemporanei di dare una ri-
sposta al male incomprensibile attuabile da entrambe le profes- sibile consiglio rivolto ai giova-
sioni, quella del letterato e quel- ni in platea, ma estendibile a
scatenatosi durante il conflitto
mondiale; il secondo riguardan- la del medico: un invito rivolto tutti gli uomini: “domandate-
all’uomo affinché inizi a cono- vi sempre il perché dei vostri
te l’utopico e salvifico progetto
insito nella scienza freudiana, scere se stesso, dubitando innan- pensieri”. È questo forse l’unico
zi tutto di se stesso, delle sovra- quesito motore di un effettivo
teso al conseguimento di un Io
che progressivamente si sosti- strutture culturali, delle proprie miglioramento nella direzione
rappresentazioni, degli automa- salvifica, utopica ma progettua-
tuisca al sommerso dell’Es. La
mancanza di fiducia nelle po- tismi; a garantire ciò sta il fatto le, della libertà e dell’autentica
che il trionfo euristico della pras- autodeterminazione.  
tenzialità unificatrici e autenti-
camente volitive di un’illusoria si psicoanalitica si debba sempre
attribuire al farmaco metodolo- Matteo Lanzani
coscienza individuale, portano
 8 k
La poesia non è una cosa morta, ma vive una vita clandestina. (E.S.) periodico mensile
Numero 55

fumetti e poesie
Venerdì 9
Luglio 2010
Reg. Trib. Pv n° 594 - ISSN 1972-9669 - Stampa: Industria Grafica Pavese SAS, Pavia - Chiuso in Redazione 02-07-2010 - Tiratura 2000 copie - 2010, Alcuni diritti riservati (Rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.5 Ita by-nc-sa)

Googlism
Cosa pensa Google di te?
Inserite il vostro nome (o quello di un amico, o il nome di un luogo o di qualunque altra cosa) su www.googlism.com e otterrete una lista di risultati se-
lezionati dal motore di ricerca in giro per il web. Pura poesia d’avanguardia. Di seguito qualche esempio con le donne della redazione di Kronstadt.

Giada Marianna

Giada è una lei e vive in Italia. Marianna è qui

Giada è al secondo piano e quindi non ha un soffitto a travi
Giada è un albero
Giada è quello che voi potreste chiamare una canzone d’autore
Giada è meglio di Rachael Ray
(Rachael Ray è fottutamente fastidiosa? Postato da Laura nell’ago-
sto 08)
Giada è Giada e tu non puoi aiutarla ma amarla
Giada è mia
Giada non è qualcosa di molto specificato
Ginevra
Ginevra si sta facendo bella per l’uomo che ama
Ginevra è felice di vederlo
Ginevra è frequentemente rapita dall’amore
Ginevra è la nipote di Elizabeth
Ginevra è stata trovata con un coltello e ha confessato di doversi pro-
teggere dai membri della sua famiglia
Ginevra non è una bellezza passiva
Ginevra è capace di convincere i killer a risparmiarla e magari an-
che ad incontrare suo marito e i suoi amici
Ginevra sta preparando alcune sorprese per noi
Ginevra è definita da questo singolo atto.
Emme
Emme è una facile.
Emme e una veloce.
Emme è indolore.
Emme è là ogni volta che mia figlia sta male.
Emme è pazza per il canto.
Emme è immediatamente riconoscibile.
Emme è in piedi all’angolo.
Emme è qui con Carrie Zamora.
Emme è coinvolta.
Emme ha paura dell’altezza.
Emme è la per.
Emme è.
Kronstadt
Kronstadt è una prova della lo-
ro impotenza
Kronstadt è senza speranza
Kronstadt è controllato da cri-
minali
Kronstadt è un faro luminoso
che illumina la retta via
Kronstadt non è soltanto la rivo-
luzione russa
Kronstadt vuole “evocare I gior-
ni dei faraoni egizi”
Kronstadt sta iniziando a distur-
barmi
Kronstadt è spiritualmente ben
conosciuto per il suo amore per
dio e la sua vita pia.
Kronstadt non è un evento iso-
lato
Kronstadt è più cauta nelle sue
predizioni
Kronstadt sta lottando per te
Kronstadt è un enorme miglio-
ramento e Vladimir Ivankiv è
venuto in macchina a congra-
tularsi
Kronstadt è uno psicologo au-
tenticato
Kronstadt è messo in atto alla fi-
ne del mese da Koivisto ed è ven-
dicativo
Credits in brevis: la copertina è opera di Emme, ringraziamo il Banana per l’assistenza tecnica. Le vignette alle pp. 6 e 8 sono
di Felix Sattari. Tutte le altre immagini sono liberamente tratte da internet. Ringraziamo Barbarah Guglielmana per il contributo
invatoci. Venite a conoscere la redazione di Kronstadt al Radio Aut! (le riunioni sono solitamente al martedì sera, ma per sicurez-
za scriveteci prima...)
Marianna è figlia di Lisbeth e Grigori
Marianna è parte di un gruppo di 14 bambini senzatetto che viaggia-
no con un custode da New York al Midwest nel 1878 alla ricerca di
famiglie che li adottino
Marianna sta crescendo
Marianna è la miglior nuotatrice femminile del Canada
Marianna ha la certificazione dall’associazione canadese dei terapi-
sti atletici
Marianna è ben nota nel sud del Maryland e nell’aerea di Washing-
ton per le sue performance al festival regionale
Marianna è anche cofondatrice e direttore del ”Asana Training” per
l’istituto di aggiornamento degli insegnanti di yoga a Long Island e di-
rettore del “North Port Yoga Center”
Marianna è ovunque in Francia e ha un posto d’onore nei municipi
e nelle corti di giustizia
Marianna è l’altro lato della mezzanotte
Marianna è una fotografa in pensione e vive in California
Marianna non è sposata con suo padre
Marianna è sposata e vive a Welbourn con suo marito e il figlio
Marianna è una delle persone più affascinanti che io abbia mai in-
contrato!
Paola
Paola è giornalista
Paola sta per pubblicare un libro di cucina hindu
Paola è una conoscitrice di vini pregiati 
Paola è la sede centrale della contea di Miami
Paola sta tagliando con cura le verdure in cucina
Paola è un’esperta nell’abbinamento di vini a cibi prelibati 
Paola è a circa 4h 30’di distanza 
Paola è 4698 prossimali
Paola è una femmina di 22 anni caucasica che si è appena sposata
Paola è situata a 45 miglia al sud dei bassifondi di Kansas City e mol-
to vicina al centro geografico della contea di Miami
La KRedazione:
Direttore editoriale
POESIA Ginevra Sanvitale
Direttore responsabile
Salvatore Gulino
Vicedirettore
La ballerina con il tulle di bouganville a pois Matteo Bertani
di Barbarah Guglielmana Caporedattore
Emmanuela Pioli
Vicecaporedattore
Isabella Bossolino
Usciva dalla schiuma delle onde del cielo Vignettista
E volava nelle nuvole del mare Felix Sattari
Impaginatore
In punta di piedi, nuda di pelle
Stelio Effrena
E poi si incremava di olio nero I pdf dei vecchi Krosta sono gratui-
fermandosi nel mondo, per una danza dark. tamente scaricabili da:
www.scribd.com/kredazione
Kronstadt
periodico mensile
Numero 55
La redazione di Kron-
stadt è aperta ad ogni
tipo di collaborazione.
Potete contattarci a:
(all’America sporca, 30 aprile 2010) www.kronstadt.it
info@kronstadt.it
http://creativecommons.
org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/
legalcode/

KRONSTADT: iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla Commissione A.C.ER.S.A.T. dell’Università di Pavia nell’am-
bito del programma per la promozione delle attività culturali ricreative degli studenti. Altre entrate sono rappresentate da eventi