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Rappresentazioni conformi:

il teorema di Riemann

1 Rappresentazioni conformi: propriet`


a
Definizione 1.1 Una funzione olomorfa e biunivoca f tra due aperti U, V del piano com-
plesso dicesi rappresentazione conforme e gli aperti si dicono conformemente equivalenti.

Sussiste il seguente risultato.

Teorema 1.1 Sia f olomorfa in U e iniettiva. Allora f 0 6= 0 in U e la sua inversa, definita


nellaperto V = f (U ), `e anchessa olomorfa: U, V sono cio`e conformemente equivalenti.

Procediamo per assurdo: sia z0 un punto di U in cui f 0 si annulli. Possiamo sempre,


mediante opportune traslazioni, fare in modo che sia z0 = f (z0 ) = 0. Lorigine `e pertanto
uno zero per f di ordine k > 1; si ha quindi

f (z) = ak z k + G(z)

con ak 6= 0 e G(z) = o(z k ).


` possibile allora determinare un cerchio C con centro nellorigine tale che
E

|G(z)| < |ak z k | z C .

o inoltre supporre f 0 6= 0 in C\{0}; in caso contrario infatti si avrebbe f 0 0 e quindi


Si pu
f risulterebbe costante.
Scegliamo w di modulo sufficientemente piccolo in modo tale che, per questioni di conti-
nuit`
a, risulti
|G(z)| < |ak z k w| z C
e che la funzione (ak z k w) abbia k zeri, tutti semplici, allinterno di C.
Per il teorema di Rouche la funzione

G(z) + ak z k w = f (z) w

ha anchessa k zeri allinterno di C. Tali zeri sono semplici poiche f 0 in quei punti non `e
nulla e ci
o `e in contrasto con lipotesi di iniettivit`
a di f .
Per il teorema dellapplicazione aperta il codominio V di f `e un aperto. Sia g = f 1
linversa di f definita in V . Se w0 V `e facile far vedere che g `e derivabile in w0 e che si
ha
1
g 0(w0) = 0 .
f (g(w0))

1
Osservazione 1.1 Una rappresentazione conforme f conserva gli angoli.
Siano assegnate due curve
t zi (t) i = 1, 2 (1)
tali che zi (t0 ) = z0 e si considerino le curve immagine

t wi(t) = f (zi (t)) i = 1, 2 . (2)

Allora langolo formato dai vettori tangenti alle due curve (1) in z0 `e uguale a quello
formato dai vettori tangenti alle due curve (2) in w0 = f (z0). Infatti, essendo

wi0 (t) = f 0 (zi (t))zi0 (t) ,

risulta
arg wi0 (t0 ) = arg f 0 (z0 ) + arg zi0 (t0)
da cui
arg w20 (t0) arg w10 (t0 ) = arg z20 (t0 ) arg z10 (t0 ) .

Esempio 1.1 Il semipiano


H = {z : =(z) > 0}
`e conformemente equivalente al disco unitario

D = {z : |z| < 1} .

Le funzioni olomorfe che trasformano H in D e D in H sono, rispettivamente,


iz 1w
F (z) = , G(w) = i .
i+z 1+w
La funzione F `e ovviamente olomorfa in H. Inoltre |F (z)| < 1 se z H essendo in tal
caso |i z| < |i + z|.
Fissato w lelemento z = G(w) `e lunica soluzione dellequazione F (z) = w. Se w D si
ha
1 |w|2
=(G(w)) = >0
(1 + <w)2 + =w2
e quindi G(w) H.

2 Automorfismi del disco unitario


Definizione 2.1 Unapplicazione conforme di un aperto A su se stesso dicesi automorfis-
mo di A.

Esempio 2.1 Lautomorfismo del piano complesso

r : z ei z

prende il nome di rotazione di angolo ; la sua inversa `e la rotazione r .

2
Esempio 2.2 Le funzioni
z
(z) = , (3)
1 z

con || < 1, sono automorfismi del disco unitario. Esse sono ovviamente olomorfe in D.
Essendo
ei
(ei ) = ei ,
ei
si ha |(z)| = 1 se z D. Per il teorema del massimo modulo risulta |(z)| < 1 per
ogni z D; quindi (D) D.
Osservato che
( )(z) = z
si ha che `e biunivoca e coincide con la sua inversa. Pertanto `e un automorfismo
di D.
Da notare infine che la funzione (3) scambia i valori 0 e ; si ha infatti

(0) = , () = 0 . (4)

Vogliamo ora caratterizzare gli automorfismi del disco unitario D. A tale scopo premetti-
amo il seguente risultato.

Teorema 2.1 (Lemma di Schwarz) Sia f una trasformazione olomorfa del disco uni-
tario D in se tale che f (0) = 0. Si ha

(a) |f (z)| |z|.

(b) Se si ha |f (z0)| = |z0 | per qualche z0 6= 0 allora f `e una rotazione.

(c) |f 0(0)| 1 e luguaglianza sussiste solo se f `e una rotazione.

La funzione f (z)/z `e olomorfa in D, in quanto lorigine `e una singolarit`


a eliminabile.
Fissato r < 1, essendo |f (z)| 1, si ha

f (z) 1

z r (5)

se |z| = r. Per il teorema del massimo modulo la (5) sussiste anche per |z| < r; facendo
tendere r ad 1 si ottiene la (a).
Sia z0 6= 0 tale che |f (z0)| = |z0 |; allora, per la (a), la funzione |f (z)/z| raggiunge il suo
valore massimo in tale punto. Per il teorema del massimo modulo si ha

f (z) f (z0 )
=
z z =1 z D .
0

Esiste quindi un valore opportuno tale che

f (z) = ei z .

Abbiamo quindi dimostrato la (b).

3
Dalla (a) discende che

lim f (z) = |f 0 (0)| 1 .
z0 z

Se fosse |f 0 (0)| = 1 il modulo della funzione f (z)/z, opportunamente prolungata in 0,


raggiungerebbe il suo valore massimo nellorigine; per il teorema del massimo modulo
deve allora essere |f (z)/z| = 1 in D. Si ragiona come nel caso precedente; si ottiene in tal
modo la (c).
Siamo ora in grado di dimostrare il seguente risultato.

Teorema 2.2 Se f `e un automorfismo di D allora esiste un numero reale reale e un un


numero complesso D tali che

f (z) = ei (z) . (6)

Indicato con lunico elemento di D tale che f () = 0 poniamo g = f ; g `e un


automorfismo di D e inoltre g(0) = 0. Per il lemma di Schwarz si ha allora

|g(z)| |z| .

o ovviamente applicare anche allautomorfismo g 1 ; si ha quindi


Il lemma di Schwarz si pu

|z| |g(z)|

ovvero, in definitiva, |g(z)| = |z| in D.


Sempre per il lemma di Schwarz si ha g(z) = ei z ovvero, poiche linversa di `e ,

f = g = ei ,

cio`e lasserto.
Se si pone = 0 in (6) si ottiene il seguente

Teorema 2.3 Gli unici automorfismi che fissano lorigine sono le rotazioni.

3 Famiglie di funzioni olomorfe


Teorema 3.1 Sia {fn } una successione di funzioni olomorfe in un aperto A, uniforme-
mente convergente in ogni sottoinsieme compatto di A ad una funzione f . Allora f `e
olomorfa in A.

Sia C un cerchio contenuto in A e sia T un generico triangolo contenuto in C. Per il


teorema di Cauchy e per lipotesi di convergenza uniforme si ha
Z Z
0 = lim fn (z)dz = f (z)dz .
n +T +T

Basta allora applicare il teorema di Morera.

Teorema 3.2 Nelle stesse ipotesi del teorema precedente la successione {fn0 } converge
uniformemente sui compatti di A a f 0 .

4
Sia K un sottoinsieme compatto di A. Consideriamo il seguente ulteriore compatto

K = {z A : dist(z, K) }

con 0 < < 12 dist(K, A). Dimostriamo che


1
sup |g 0| sup |g| (7)
K K

per ogni funzione g olomorfa in A.


Se z K e C (z) denota il cerchio di centro z e raggio si ha
Z
0 1 g()
g (z) = d
2i +C (z) ( z)2
da cui Z
1 |g()| 1
|g 0(z)| 2
ds sup |g|
2 C (z) | z| K
e, quindi, la (7).
Se ora si applica la (7) alle funzioni (fn f ) si ottiene facilmente lasserto.
Definizione 3.1 Sia F una famiglia di funzioni definite in un aperto A; si dice che
le funzioni di F sono equilimitate sui compatti di A se, in corrispondenza di ogni
compatto K A, `e possibile determinare una costante BK tale che

|f (z)| BK z K , f F ;

le funzioni di F sono equicontinue su un compatto K A se per ogni > 0 esiste


un > 0 tale che, per ogni z, w K con |z w| < e per ogni f F risulti

|f (z) f (w)| < .

Le condizioni di equilimitatezza ed equicontinuit` a per funzioni appartenenti ad una famiglia


F , in base al teorema di Ascoli-Arzel` a, assicurano la compattezza di F in C 0 (K). Qui il
termine compattezza sta a significare che ogni successione contenuta in F ha una sotto-
successione uniformemente convergente. Per famiglie di funzioni olomorfe la prima con-
dizione basta per assicurare, in un certo senso, anche la seconda. Sussiste infatti il seguente
risultato.
Teorema 3.3 Sia F una famiglia di funzioni olomorfe in un aperto A, equilimitate sui
compatti di A; allora ogni successione di F ha una sottosuccessione che converge uni-
formemente su qualsiasi sottoinsieme compatto di A.
Assegnato un compatto K A `e possibile fissare un valore positivo r tale che tutti i cerchi
C3r (z), al variare di z in K, sono contenuti in A. Basta a tale proposito scegliere r in
modo tale che 3r < dist(K, A). Se z, w K e |z w| < r allora z, w C2r (w); per la
formula integrale di Cauchy si ha
Z  
1 1 1
f (z) f (w) = f () d .
2i +C2r (w) z w

5
Essendo | w| = 2r e | z| > r si ha

1 1 |z w| |z w|
= .
z w | z|| w| 2r2
Se si indica con B una costante tale che

|f (z)| B

per ogni f F e per ogni z appartenente al compatto costituito dai punti che distano da
K al pi
u 2r, si ha in definitiva
B
|f (z) f (w)| |z w| .
r
Da tale stima si ottiene in modo ovvio lequicontinuit` a su K delle funzioni di F e quindi
0
la compattezza di F in C (K) per ogni sottoinsieme compatto K di A.
Per concludere `e necessario far ricorso ad un argomento di diagonalizzazione simile a quello
utilizzato per la dimostrazione del teorema di Ascoli-Arzel` a.
Sia {Kn} una successione crescente di compatti di A invadente A, tale cio`e che risulti
n Kn = A. Se {fn } `e una successione di funzioni di F , sia {fn,1 } una sua sottosuccessione
convergente uniformemente su K1 ; estraiamo quindi da {fn,1 } una ulteriore successione
{fn,2 } uniformemente convergente su K2 e cos via. Consideriamo la successione diagonale
il cui termine nmo `e gn = fn,n . Essa `e estratta dalla successione {fn } e converge
uniformemente su ogni Kn e quindi, anche, su ogni compatto di A.

Teorema 3.4 Sia {fn } una successione di funzioni olomorfe in un aperto connesso A,
ivi iniettive, convergente uniformemente sui compatti di A ad una funzione f . Allora f ,
se non `e costante, `e iniettiva.

Per il teorema 3.1 intanto f `e olomorfa. Supponiamo che f non sia ne costante ne inettiva:
siano allora z1 6= z2 due punti tali che f (z1 ) = f (z2 ).
Consideriamo le funzioni gn = fn fn (z1 ). Tali funzioni si annullano solo in z1 e convergono
uniformemente sui compatti di A a g = f f (z1). Poiche f non `e costante il punto z2
deve essere uno zero isolato per g. Per la formula dellindicatore logaritmico si ha allora
Z
g 0(z)
dz 6= 0 ,
+C g(z)
dove C `e un cerchio di centro z2 , cui non appartiene z1 . Se si assume anche che g non
si annulla su C la successione {1/gn } converge uniformemente, sempre su C, a 1/g.
Inoltre, per il teorema 3.2 anche gn0 converge uniformemente su C a g 0. Si ha allora
Z Z
gn0 (z) g 0(z)
lim dz = dz 6= 0 .
n +C gn (z) +C g(z)
Ci
o `e assurdo; infatti Z
gn0 (z)
dz = 0
+C gn (z)
dal momento che allinterno di C le funzioni gn non si annullano.

6
4 Il teorema di Riemann
Teorema 4.1 (Riemann Mapping Theorem) Sia A un sottoinsieme del campo com-
plesso aperto, proprio e semplicemente connesso e sia z0 un suo punto. Esiste ununica
applicazione conforme F di A sul disco unitario D tale che

F (z0 ) = 0 , F 0 (z0 ) > 0 . (8)

Osserviamo innanzitutto che lipotesi che A non coincida con tutto il piano complesso `e
essenziale altrimenti, per il teorema di Liouville, F risulterebbe costante in quanto limitata.
Anche lipotesi di semplice connessione `e indispensabile perche tale `e il disco D.
Verifichiamo innanzitutto che la trasformazione e unica. Siano infatti F, G due trasfor-
mazioni verificanti le condizioni (8). Allora H = F G1 `e un automorfismo del disco
D che fissa lorigine e quindi deve ridursi ad una rotazione per il teorema 2.3; si ha cio`e
H(z) = ei z. Poiche
F 0 (G1 (z))
H 0(z) = 0 1 ,
G (G (z))
per la (8) si ha
F 0 (G1 (0)) F 0 (z0)
H 0(0) = = > 0.
G0(G1 (0)) G0 (z0)
Essendo H 0 (z) = ei deve risultare ei = 1: quindi F = G.
La dimostrazione dellesistenza `e pi
u articolata.
Verifichiamo innanzitutto che A `e conformemente equivalente ad un sottoinsieme aperto
di D contenente lorigine. Poiche A `e proprio fissiamo un numero complesso 6 A e
consideriamo la funzione polidroma

L(z) = log(z ) .

Poiche A `e semplicemente connesso `e possibile fissare una determinazione di L che sia una
funzione olomorfa in A. Scelto w A deve pertanto risultare

L(z) 6= L(w) + 2i z A .

Allora la funzione
1
F (z) =
L(z) (L(w) + 2i)
`e iniettiva perche tale `e L. Quindi F `e unapplicazione conforme di A su F (A); questultimo
insieme `e ovviamente limitato. Pertanto, facendo eventualmente ricorso ad una traslazione
e ad un riscalamento `e possibile ottenere unapplicazione conforme di A su un sottoinsieme
di D che contenga lorigine.
Basta allora dimostrare che un sottoinsieme aperto A di D contenente lorigine `e con-
formemente equivalente a D.
Introduciamo la famiglia F di trasformazioni f di A in D olomorfe, iniettive e tali che
f (0) = 0.
Tale famiglia `e non vuota in quanto ad essa appartiene lapplicazione identitca. Inoltre le
funzioni di F sono equilimitate dal momento che, per ogni f F ,

|f (z)| < 1 z D . (9)

7
Poniamo
s = sup |f 0(0)| .
f F

Dalla diseguaglianza di Cauchy, se CR `e un cerchio, con centro nellorigine e raggio R,


contenuto in A, si ha, ricordando la (9),

1 1
|f 0 (0)| sup |f | .
R CR R

Quindi s `e finito. Inoltre s 1 dal momento che lidentit`


a appartiene a F .
Sia {fn } una successione di funzioni di F tale che

lim |fn0 (0)| = s .


n

Per il teorema 3.3 da tale successione si pu


o estrarre una sottosuccessione che converge sui
compatti di A ad una funzione olomorfa g; inoltre per il teorema 3.2 si ha |g 0(0)| = s 1.
Pertanto g non `e costante; per il teorema 3.4 essa risulta iniettiva. Per il principio del
massimo modulo inoltre deve essere |g(z)| < 1 se z A; essendo ovviamente g(0) = 0
concludiamo che g F .
Come passo finale dimostriamo che g `e unapplicazione conforme tra A e D. Basta di-
mostrare che essa `e suriettiva. Procediamo per assurdo; sia un elemento di D che non
appartenga al codominio di g. Consideriamo lautomorfismo (3) di D che scambia e
0. Linsieme ( g)(A) `e semplicemente connesso e non contiene lorigine; pertanto `e
possibile definire in esso una determinazione h(z) della funzione polidroma, a due valori,

z. Consideriamo la funzione

F = h() h g.

Chiaramente F F in quanto F `e olomorfa in A, muta A in D e 0 in 0; inoltre F `e


iniettiva poiche composta da funzioni iniettive.
Introduciamo ora la funzione quadrato q(w) = w2 ; si ha

g = 1 q h()
1
F = F .

La funzione muta D in D e 0 in 0; inoltre essa, come la funzione q, non `e iniettiva. Per


la proposizione (c) del lemma di Schwarz deve essere |0(0)| < 1. Siccome

g 0(0) = 0 (0)F 0(0)

si ha in definitiva
|g 0(0)| < |F 0 (0)|
che contraddice la condizione di massimalit`
a di g.
Infine, moltiplicando g per un numero complesso di modulo unitario, si pu
o sempre per
0
fare in modo che risulti g (0) > 0.

8
5 Il problema di Dirichlet
Il seguente problema al bordo per lequazione di Laplace


2u 2u

u = + 2 = 0 in A
2 x y (10)



u= su A ,
con funzione continua su A, prende il nome di problema di Dirichlet.
Dimostriamo innanzitutto un risultato di unicit`
a.
Teorema 5.1 Se A `e un aperto limitato del piano allora il problema (10) ha al pi
u una
soluzione.
Tale risultato `e conseguenza quasi immediata della seguente propriet`
a delle funzioni ar-
moniche.
Teorema 5.2 (Principio di massimo) Sia u armonica in un aperto A del piano; allora
u non presenta punti di estremo locale in A a meno che essa non sia costante. Se A `e
limitato e u `e continua in A si ha allora

inf u = inf u sup u = sup u . (11)


A A A A

Sia u non costante e sia z0 A un punto, per esempio, di massimo relativo per u. Osservato
che u non pu o assumere un valore costante in un intorno circolare di z0 allora `e possibile
determinare un cerchio Cr A di centro z0 e raggio r tale che su Cr risulti u(z) u(z0 )
e u(z) 6= u(z0) su un arco di lunghezza positiva. Si ha allora
Z
u ds < 2r u(z0 )
Cr

in contrasto con la propriet`


a di media.
Dimostriamo ora il teorema 5.1. Siano u1 , u2 due soluzioni di (10). Allora u = u1 u2 `e
armonica in A e nulla su A; per la (11) si ha allora u = 0 e, quindi, u1 = u2 .

Osservazione 5.1 Se laperto A non `e limitato lunicit` a `e assicurata se si impone lulte-


riore condizione che la funzione u, soluzione di (10), sia limitata.

Per quanto riguarda lesistenza di una soluzione di (10), almeno se A `e proprio e sem-
plicemente connesso, alla luce del teorema di Riemann, la questione pu o essere risolta
semplicemente dimostrando che ammette soluzione il problema


u = 0 in D
(12)

u= su D .
Infatti, sia F `e la rappresentazione conforme tra A e D di cui al teorema 4.1; allora la
soluzione del problema di Dirichlet in A si ottiene componendo F con la soluzione di un
opportuno problema di Dirichlet nel disco D.
Come primo passo dimostriamo il seguente risultato.

9
Teorema 5.3 Sia u una funzione armonica in D e continua in D. Allora, se D, si
ha Z
1 2 1 ||2
u() = u(eit)dt . (13)
2 0 |eit |2
Consideriamo lautomorfismo (3) e la funzione, armonica in D,

u(z) = u((z)) . (14)

Sia ha
u() = u (0) (per la (4))
Z 2
1
= u (eit) dt (per la propriet`
a di media)
2 0

Z !
1 2 eit
= u dt (per la (14)) .
2 0 1 eit
Se si effettua il cambio di variabile
eit
= ei
1 eit
nellultimo integrale, si ottiene la (13).

Osservazione 5.2 Sia = rei ; risulta allora

1 ||2 1 r2
= = Pr (t ) .
|eit |2 1 + r2 2r cos(t )

La (13) diventa
Z 2
1
u(r ei ) = Pr (t )u(eit) dt . (15)
2 0
La (15) `e nota come formula integrale di Poisson.

Osservazione 5.3 Se si pone u 1 in (13) si ha


Z
1 2 1 |z|2
1= dt (16)
2 0 |eit z|2

per ogni z D. Posto


1 1 |z|2
K(z, w) = (17)
2 |w z|2
da (16) diventa Z
1= K(z, w)dsw z D . (18)
D

Siamo ora in grado di dimostrare un risultato di esistenza per il problema di Dirichlet nel
disco D.

10
Teorema 5.4 Sia una funzione continua su D; allora il problema (12) ammette la
seguente soluzione
Z Z
1 |z|2 (w)
u(z) = K(z, w)(w) dsw = dsw . (19)
D 2 D |w z|2

Una semplice verifica mostra che (19) `e armonica in D: basta derivare due volte sotto il
segno di integrale.
Dobbiamo quindi dimostrare solo che

lim u(z) = (z0)


zz0

se z0 D.
Per la (18) si ha intanto
Z
u(z) (z0) = K(z, w) [(w) (z0)] dsw . (20)
D

Per la continuit`
a di su D, fissato > 0, esiste un valore > 0 tale che, se |w z0 | < 2
e w D, risulti
|(w) (z0)| < . (21)
Sia inoltre
M = max || . (22)
D

Dalla (20) si ha
Z
|u(z) (z0 )| K(z, w) |(w) (z0 )| dsw
D
Z
= K(z, w)|(w) (z0 )|dsw
|wz0 |<2
Z
+ K(z, w)|(w) (z0 )|dsw
|wz0 |2

= I 1 + I2 .

Facendo ricorso alle (21) e (18) abbiamo

I1 . (23)

Sia |z z0 | < ; allora se w D e |w z0 | 2 si ha

|w z| |w z0 | |z z0 | 2 = .

Tenendo ancora in conto la (22) nonche lespressione (17) del nucleo K si ha, sempre per
|z z0 | < ,
2M (1 |z|2)
I2 .
2

11
Determiniamo ora 0 in modo tale che, se |z z0 | < 0 , si abbia I2 < . Ricordando la
(23) si ottiene
|u(z) (z0)| 2 z D C0 (z0 ) ,
cio`e lasserto.
Concludiamo con il seguente risultato conseguenza diretta del teorema di Riemann e del
teorema 5.4.

Teorema 5.5 Sia A un sottoinsieme aperto, proprio e semplicemente connesso del piano
complesso. Allora, in ipotesi di continuit`
a per , il problema di Dirichlet (10) ammette
soluzione.

In base al teorema 5.5 `e possibile esibire una formula per la soluzione del problema (10)
sempre che si conosca lespressione analitica della rappresentazione conforme che lega A e
D, cosa questa non sempre possibile.
A titolo di esempio la soluzione del problema di Dirichlet


v = 0 in H
(24)

v= su H

nel semipiano H si scrive nel modo seguente


Z +
y ()
v(x, y) = d . (25)
(x )2 + y 2

` possibile ovviamente procedere con una verifica diretta; preferiamo qui ottenere la (25)
E
utilizzando il teorema 5.5 e lespressione della rappresentazione conforme F tra H e D
richiamata nellesempio 1.1.
Se z = x+iy si ha v(z) = u(F (z)) dove u `e la soluzione di (12) con dato al bordo = F .
Se R risulta
1 2 2
F () = 2
+ i = ei
1+ 1 + 2
con tale che

= tan .
2
Si ha allora
Z
1 |F (z)|2 2 (ei )
v(x, y) = v(z) = u(F (z)) = d
2 0 |ei F (z)|2

da cui la (25).

12

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