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Il metodo Delphi fu sviluppato nel corso degli anni dalla Rand Corporation a partire
dallinizio della Guerra Fredda per prevedere l impatto della tecnologia nel welfare().
Diversi eventi influenzarono lo sviluppo. Nel 1944, il Generale Arnold, ordin la
creazione di un rapporto per lo United States Air Force sulle capacit tecnologiche
future che avrebbero potuto essere usate dallesercito. Due anni dopo, la Duoglas
Aircroft Company ide il progetto RAND per studiare lampio argomento del conflitto
intercontinentale, diverso da quello apparente().
Differenti approci furono provati, ma i difetti dei metodi tradizionali, come un
approccio teoretico, presto divennero evidenti. Per contrastare questi difetti, fu
sviluppato il Metodo Delphi nella Rand Corporation durante il 1950-60 da Olaf
Helmar, Norman Dalkey e Nicholas Rescher(). Fu usato dagli esperti della Rand
quando essi furono interrogati sulla possibilit, frequenza e intensit di un possibile
attacco nemico. Questo processo fu ripetuto diverse volte fin quando non si ottenne un
consenso.
In questo ambiente il metodo Delphi rappresentava dunque una tecnica anomala, un
figlio irregolare ammesso solo per affrontare quei problemi di previsione di lungo
periodo sui quali le tecniche dimpostazione deterministica e quantitativa potevano dire
ben poco: sviluppo tecnologico, controllo demografico, automazione ricerca spaziale,
difesa armamenti e settori produttivi inerenti lalta tecnologia o comunque in
rapidissima crescita. Infatti, in questi casi, i fenomeni non si esprimono secondo leggi
prevedibili, ma seguono andamenti fortemente discontinui, sorprendenti ed
imprevedibili. Basta pensare alle frequenti rivoluzioni che hanno interessato campi
come quello dellinformatica, dei nuovi materiali ed altro.
Nellodierno non figura fra le strategie di ricerca pi popolari fra i ricercatori sociali
italiani: sebbene si trovino interessanti applicazioni in settori come quello del decision-
making e della previsione futurologia()(). Nel mondo anglosassone, nel quale esso
conosciuto da oltre quarantanni, si registrano numerosi esperimenti condotti durante
gli
La logica della Tecnica Delphi rappresenta uno sforzo sistematico per affrontare al
meglio una situazione palesemente insoddisfacente. Nelle politiche sociali frequente
la necessit di dover risolvere problemi connotati da incertezza, sia relativa alla natura
del problema stesso che alle misure da adottare. Ci rende non solo indispensabile, ma
praticamente illimitato, l'utilizzo di un giudizio informato nel processo decisionale.
Quando si affronta un problema in condizioni di incertezza - determinata o
dall'inadeguatezza dei dati sul problema investigato e/o da una teoria carente sia sulle
cause che sugli effetti - esistono due possibilit:
1- aspettare (un tempo indefinito) sino a che non sia stata elaborata una teoria
adeguata, basata su una conoscenza scientificamente testata, in grado di indirizzare il
problema investigato; se il problema urgente e richiede attenzione e azioni immediate,
non certamente possibile optare per questa scelta. Inoltre, molti problemi sociali, ma
anche aziendali, non si prestano a risoluzioni elaborate secondo metodi puramente
positivistici o scientifici;
Nel secondo questionario viene inviata ai partecipanti la lista delle risposte fornite.
Agli esperti si chiede di rivedere le proprie formulazioni espresse in precedenza,
analizzandole alla luce dei contributi emersi e di esplicitare il grado di accordo con le
opinioni degli altri, con le eventuali osservazioni a chiarimento dei nuovi pareri
espressi.
In questa fase possibile ottenere un significativo livello di concordanza, qualora
questo non si verificasse si dovr provvedere a inviare un ulteriore questionario nel
quale le opinioni di ciascuno, classificate con un idoneo score numerico, saranno
oggetto di una richiesta di accordo con una possibilit di risposta binaria (si/no).
Il Delphi uno strumento per riuscire a estrapolare previsioni sui probabili risultati
dovuti allimpiego di nuove tecnologie, partendo dai giudizi espressi da un gruppo di
esperti. Esso si basa su una interazione indiretta e strutturata fra gli esperti. La
comunicazione non libera ed basata sulla somministrazione di un insieme di
questionari sottoposti dal valutatore agli esperti coinvolti nel processo di analisi. Gli
esperti, non sono fisicamente presenti, non interagiscono mai direttamente e vengono in
contatto solo attraverso il ricercatore.
Dalkey (Dalkey, 1969, An experiment study of group opinions, Futures The Rand
Corporation) distingue il contenuto dell'informazione in tre parti, schematizzate da tre
componenti di un segmento. Un estremo del segmento definito conoscenza, cio quel
genere di informazione ampiamente provata da una solida evidenza empirica. Testata e
confermata dalla sperimentazione, la conoscenza solitamente tipica delle scienze
naturali e difficilmente applicabile alle politiche sociali (alla sanit pubblica, ad
esempio). All'altro estremo del segmento, la speculazione, basata su fondamenta labili o
inesistenti. Tra gli estremi del segmento, la conoscenza e la speculazione, un'area
grigia, definita saggezza, intuizione, o giudizio informato. Il giudizio informato il
cardine dell'assunto teorico della tecnica Delphi: il rifiuto di etichettare come mera
speculazione ogni cosa non definibile come conoscenza. La procedura metodologica
della tecnica Delphi tende a strutturare e a filtrare una vasta massa di informazioni al
cui riguardo c' una qualche prova (ma non ancora la conoscenza), con l'obiettivo di
migliorare il giudizio (rendendolo informato) e di conseguenza il processo decisionale.
La tecnica pu apparire semplice o estremamente "empirica" ai ricercatori meno
impegnati, viceversa risulta avere dei corposi fondamenti nella filosofia e metodologia
della ricerca. Mitroff e Turoff (Linstone, Harold, Turoff, Mitroff, 1975, The Delphi
Method: Techniques and Applications, Addison Wesley Publishing Co.) cercando di
assegnare basi filosofiche al Delphi individuano quattro filoni dai quali vengono
derivati altrettanti modelli di tipiche strategie di ricerca. I vari usi del Delphi vengono
poi passati in rassegna in modo da sottolinearne le parentele ora con luno ora con altro
di questi modelli che rispecchiano gli approcci gnoseologici di alcuni filosofi classici:
Locke, Leibnitz, Hegel e Singer. Queste diverse matrici filosofiche sono in effetti
legate a diverse interrogativi che si possono porre al metodo Delphi, ognuno dei quali
indica precise categorie di scopi applicativi e particolari opportunit che vengono a
crearsi nella struttura del processo comunicativo fra partecipanti.
LE FASI OPERATIVE
La terza fase - fase valutativa - in genere pu iniziare dal secondo (nel caso non si
attui la seconda fase) o dal terzo questionario ed composta dal processo di valutazione
dei punti di vista (anche contrastanti) degli esperti sui vari modi di affrontare gli
argomenti che sono oggetto di indagine e di valutazione delle idee espresse in
precedenza. Tutto quel che emerso viene canalizzato verso la quantificazione di
previsioni o di stime. In questa fase i questionari sono a domande chiuse ed in essi si
presentano le idee espresse nelle fasi precedenti, chiedendo al panel di vagliarle
secondo determinati criteri, fornire delle stime, delle intensit, dei giudizi espressi in
modo quantitativo. Si tratta di una fase il cui meccanismo assomiglia maggiormente ad
unoperazione di voto e le cui valutazioni possono essere date in diversi modi e
assumono caratteristiche che dipendono dal tipo di scala di misura adottata: ordinale o
metrica. Si pu chiedere agli esperti di esprimere la priorit assegnando a ciascuna
attivit (ad esempio di un futuro programma) delle risposte tipo Lickert. Se le attivit
sono tutte molto importanti, in questi casi si pu rischiare che tutti assegnino a tutte le
attivit la medesima importanza e quindi per discriminare pu essere opportuno
chiedere di dare delle valutazioni ordinali, collocando in ordine la pi importante e via
via le meno importanti, costringendo gli esperti ad assegnare forzatamente valori
diversi alle varie attivit. Nel caso di previsioni, si pu chiedere ad esempio la
probabilit che una certa ipotesi o un certo scenario si avveri fornendo direttamente una
probabilit da 0 a 100. In questo caso occorre valutare se il tipo di cultura dei
rispondenti li possa mettere in grado di dare risposta di questo tipo; altrimenti conviene
ricorrere a misure ordinali. Nei Delphi per la presa decisione vi sono delle scale
plurime che possono essere applicate a ciascun quesito. Su una serie di azioni ad
esempio di un programma, si possono chiedere giudizi per quanto riguarda
limportanza relativa (rispetto agli altri provvedimenti), la desiderabilit, laffidabilit,
la fattibilit, fattibilit tecnica, fattibilit politica, la probabilit di messa in atto,
limpatto prevedibile della strategia di azione. Inoltre gli esperti possono argomentare a
favore o contro. Generalmente si chiede agli interlocutori di classificare gli item e
stabilirne priorit preliminari, seguendo le istruzioni fornite. Se il disaccordo
significativo, un'indagine attraverso unulteriore questionario porta alla luce le ragioni
che sottendono le divergenze di opinione tra gli esperti e, se possibile, le valuta.
In termini esecutivi i lavori previsti per l'applicazione della tecnica sono i seguenti:
1. delimitazione dellambito tematico;
2. delimitazione temporale: Non si dovranno chiedere previsioni per il prossimo
futuro, ma queste dovranno essere circoscritte ad un periodo ben preciso (es. entro il
2005) o riferirsi ad un arco temporale ben definito (es. nei prossimi cinque anni);
3. selezione degli esperti: prima di dare avvio alla rilevazione, gli esperti debbono
essere socializzati alla tecnica Delphi in modo preciso e dettagliato al fine che essi
modulino i loro punti di vista su ci che per loro nel futuro probabile che accada e
non su ci che , per loro auspicabile.
4. invio dei questionari: il primo questionario che viene inviato, fase esplorativa,
composto da domande aperte per le quali non ci sono vincoli di risposta. Le risposte al
primo questionario, elaborate, confezionate in modo rigorosamente anonimo e
completate dalla indicazione del livello di convergenza, costituiranno il materiale di
base per una seconda consultazione degli esperti, nella quale essi sono invitati ad
esprimersi sulle valutazioni iniziali del gruppo confermandole, correggendole o
respingendole. Le successive somministrazioni si articoleranno in modo da seguire
lobiettivo di una progressiva convergenza delle opinioni. La procedura pu essere
ripetuta pi volte fino a giungere alla costruzione di uno, o pi, scenari possibili.
Le indicazioni che fornisce il questionario sono dapprima le aree, definite da macro
variabili, di accordo (identificabili alla luce dei commenti e delle priorit votate dagli
esperti), disaccordo (gli items indicano le posizioni iniziali dei partecipanti, che
possono essere chiarite da ulteriori commenti e reazioni. Basata su questa
informazione, l'analisi del secondo questionario pu gi indicare, in qualche caso, le
cause di divergenza tra i membri del panel, e delle aree che richiedono chiarimenti
ulteriori) e che richiedono chiarimenti per cui saranno essere identificati gli items il
cui significato non apparso chiaro agli intervistati; ogni item sar ricostruito, si
proceder con successive rilevazioni utilizzando questionari con domande sempre pi
puntuali per evitare che la mancanza di chiarezza possa distorcere il voto finale
necessario. L'obiettivo quello di aiutare i partecipanti a comprendere le posizioni
reciproche ed esprimere un giudizio accurato sul relativo valore dei vari items.
La domanda deve essere posta in modo tale da poter essere prevista una semplice
codifica e quantificazione delle risposte: secondo alcuni autori pu essere daiuto luso
di notazione a margine, come daccordo, disaccordo, indifferente.
Nel momento di effettuare lindagine importante decidere se le informazioni sono
gi disponibili o vadano create.
A seconda che il ricercatore crei direttamente i dati che lo interessano o che usi quelli
raccolti da altri, si parla di analisi primarie o secondarie.
Lelaborazione avviene in modo diverso a seconda delle fasi.
Nelle prime due fasi si tratta di operare una cernita fra le diverse idee espresse in
modo da eliminare le ridondanze; spezzare le frasi che contengono
contemporaneamente due affermazioni, ordinarle per sottoargomenti se fosse il caso.
Le liste, ripulite ed ordinate, vanno poi presentate agli esperti in un foglio a parte,
assieme al questionario successivo. Le elaborazioni relative alla terza fase, dato che
sono di carattere ordinale o metrico, vengono effettuate tramite calcoli statistici di
sintesi. Si tratta in genere di medie dei punteggi che vengono assegnate a ciascuna
modalit che si sottoposta al voto; oppure di mediane se si tratta di valori ordinali. Ma
come sapere se vi o no consenso? Nel caso della fase valutativa, la cosa molto
semplice. Si applicano delle misure di dispersione (lo scarto quadratico medio e lo
scarto interquartile). Se gli scarti sono elevati conviene procedere ad un round
successivo per capire se essi siano soggetti a cambiare. Nelle fasi esplorativa e
analitica, non sempre pu risultare opportuno procedere a pi di una tornata di
questionari, ma nella fase valutativa prevedere almeno due round tassativo. I risultati
di un round possono essere presentati agli esperti in un foglio a parte, oppure essere
iscritti allinterno del questionario successivo. Nelle fasi esplorativa e analitica, per
decidere se procedere ad un ulteriore round, pi che utilizzare il criterio del consenso
conviene utilizzare quello di saturazione. Se i ricercatori hanno limpressione che vi
siano delle nuove idee che possono ancora affiorare, possono decidere di procedere ad
un secondo round. Se ad esempio ci si accorge che gli esperti forniscono idee che sono
molto distanti o diversificate fra di loro, conviene fare delle sintesi e chiedere agli
esperti se vi siano delle cose da aggiungere. Laffiorare di nuove idee pu spingere
alcuni ad essere pi produttivi. Uno spunto che viene da un esperto potrebbe essere
colto da un altro per arricchire ulteriormente lanalisi. Se in un round successivo non
appaiono nuove idee significa che la saturazione stata raggiunta e conviene passare
alla fasi successiva.
Il successo della tecnica dipende in larga misura dalla scelta della domanda da porre
agli esperti e dalla sua articolazione. La questione iniziale deve essere sufficientemente
ampia allinizio per non influenzare la risposta che gli esperti dovranno dare, ma chiara
e precisa per non ingenerare delle difficolt interpretative, che avrebbero delle pesanti
conseguenze su tutta loperazione.
Le analisi secondarie presuppongono che altri abbiano costruito i dati che noi
utilizziamo, mentre in quelle primarie siamo noi a crearli in prima persona.
Nell'analisi primarie esistono tre modi di ottenere i dati nelle scienze sociali:
1. facendo domande alla gente;
2. osservando direttamente i comportamenti;
3. utilizzando, trasformando informazioni disponibili da altre fonti.
Le analisi secondarie sono di gran lunga prevalenti nelle scienze sociali.
Loriginalit della tecnica sta nel fatto che gli esperti possono, con il sistema della
verifica-confronto delle opinioni espresse dagli altri partecipanti, rivedere criticamente
le proprie affermazioni ed eventualmente rielaborarle, ove necessario, senza che si
pongano in essere le interazioni personali che inevitabilmente caratterizzano e
condizionano la riunione di esperti.
Le prime applicazioni di questa tecnica (Delphi standard) hanno affrontato problemi
di lungo periodo, sperimentando la seguente procedura:
3 questo schema viene ripetuto per un certo numero di volte, fino a quando le
valutazioni del panel non raggiungono un grado di conversione ritenuto soddisfacente.
1
La tecnica Delphi ricorre ad uno strumento determinante rappresentato dagli
esperti.Vengono individuati degli esperti, che forniscono le loro opinioni sul problema
oggetto di valutazione, quindi viene chiesto di rispondere a dei questionari in tempi
prefissati. Esperto :un professionista che, senza necessariamente essere uno
specialista, in grado di fornire una opinione informata che deriva:
1 dalla conoscenza dei problemi,
2 della esperienza diretta,
3 dalla profonda capacit di analisi tali da configurarsi in una competenza
riconosciuta nellambito in cui opera.
Lesperto un professionista che, in grado di offrire indicazioni su un argomento in
presenza dinformazioni scarse e che sono preferibili strumenti di rilevazione che
lasciano ampio margine di libert nella gestione delle risposte.
Il processo di individuazione, selezione e coinvolgimento degli esperti richiede di
rispondere alle seguenti domande :
quali esperti coinvolgere?: un soggetto ritenuto esperto quando si dimostra in
possesso delle informazioni e della teoria necessaria per interpretare il fenomeno
considerato. La scelta va fatta includendo i soggetti che hanno le caratteristiche per
essere considerati tali e hanno osservato concretamente lo specifico fenomeno che si
intende analizzare.
come scegliere gli esperti?: la strategia utilizzata il ricorso a un superesperto
che conosce bene il problema da affrontare ed ben inserito nella comunit tecnico-
scientifica che si occupa di studiare il fenomeno considerato. Al superesperto viene
chiesto di segnalare altri esperti che ritiene essere in possesso di informazioni utili
allanalisi. In poche parole gli si chiede di definire gli esperti della materia. Una delle
soluzioni, che per condurre un Delphi per una expertise, si abbia bisogno di una meta-
expertise, una expertise sugli esperti; di un esperto della materia che dica chi e dove
sono gli esperti. La prima strada pu essere accompagnata da altri due percorsi:
a) il procedimento si pu sviluppare a cascata fino a quando non escono pi nomi
nuovi rispetto a quelli considerati, o fino al raggiungimento di un numero massimo di
segnalazione;
b) oppure definire un numero massimo e scegliere gli esperti che hanno ricevuto
maggiori segnalazioni da parte dei colleghi. Si scelgono gli esperti che trovano
maggiore considerazione nella comunit scientifica di riferimento.
Altra domanda a cui rispondere: come motivare gli esperti a partecipare? la
motivazione dei giudici perseguita insistendo sullimportanza della loro
partecipazione e sul fatto che la scelta di coinvolgerli in un gruppo cos ristretto un
riconoscimento della loro expertise e dellimpossibilit di prescindere dal loro
contributo per arrivare al risultato atteso. Si suggeriscono di utilizzare altre due leve
motivazionali:
a) una buona strategia motivazionale riconducibile alla possibilit di confronto con
altri esperti su tematiche di loro interesse;
b) relativamente ad alcune situazioni caratterizzate dalla necessit di configurare il
parere come una prestazione professionale, possibile anche motivare i giudici
attraverso un compenso. Questa strategia poco usata perch aumenta i costi del
lavoro.
Per mantenere alto il livello di motivazione dei partecipanti servono delle norme, ad
esempio, essi:
1 vanno contattati personalmente prima dellinizio del Delphi, e vanno lasciati da
parte quelli che risultassero poco motivanti;
2 nel corso della selezione delle domande delle varie fasi, si deve cercare di fare
comparire idee che i singoli partecipanti possono riconoscere come frutto del proprio
personale contributo.
Un elemento importante della tecnica Delphi lassegnazione di un ruolo attivo ai
partecipanti, ai quali viene sempre fornito un feedback sui risultati che emergono dal
lavoro, in maniera tale che la tensione alla produzione di un risultato consenta di far
percepire ai partecipanti lutilit del lavoro svolto.
Il Delphi non pone mai gli esperti direttamente a confronto e lo scambio informativo
avviene solo attraverso il ricercatore. Bisogna coinvolgere un numero relativamente
alto di esperti, di solito si ritiene che 30 sia un numero ideale, che combina la necessit
di avere diversi punti di vista con la difficolt di gestione della ricerca in presenza di un
numero elevato di esperti.
Il criterio esemplare per costruire un gruppo di esperti Delphi non (e non pu essere)
soltanto statistico. L'ampiezza del panel di esperti variabile. Ci che deve guidare la
costruzione del panel un criterio di tipo ragionato, in cui la rappresentativit di un
testimone privilegiato sia di tipo sostanziale. Laderenza al reale delle idee e dei giudizi
che verranno espressi infatti funzione della quantit di informazione di cui ciascun
esperto dispone su un determinato tema.
Riguardo le istruzioni fornite agli esperti che partecipano a un processo Delphi, si
deve mirare alla loro chiarezza in quanto pu aiutare a garantire l'affidabilit delle loro
risposte e pu facilitare lacquisizione di informazioni affidabili che gli esperti hanno
nei confronti dei vari compiti che devono assolvere (per esempio la probabilit che uno
specifico evento si verifichi, la probabilit che venga risolta una particolare questione
politica, la rilevanza delle osservazioni fatte, ecc.). In questo modo, gli esperti
consentono una misurazione indiretta della percezione della propria affidabilit ed
accuratezza nell'esecuzione dei compiti richiesti dai questionari Delphi. Quando la
tecnica Delphi coinvolge esperti di diversi Paesi, sono possibili problemi di linguaggio.
Sebbene la grande maggioranza degli esperti internazionali parli un inglese molto
fluente, la scelta della lingua da usare cruciale. Se i ricercatori Delphi possono
avvalersi di traduzioni eccellenti e rapide, opportuno che gli esperti rispondano nella
loro lingua madre. Ma, a causa dei tempi ristretti o dei costi elevati, raro che si possa
offrire agli esperti tanta libert. Durante lo svolgimento del processo Delphi,
importante minimizzare possibili malintesi o "confusioni". L'efficacia degli scambi
delle informazioni e l'affidabilit dei giudizi richiesti agli esperti pu essere aumentata
fornendo loro parole chiave e istruzioni chiare per portare a termine i compiti indicati.
Spesso sono fornite istruzioni che permettono agli esperti di riflettere sulla sicurezza
con cui hanno assolto alcuni compiti specifici, richiesti nel processo Delphi, sia per
incrementare l'omogeneit del linguaggio usato. Le parole chiave e le istruzioni per
stimare gli item dei questionari Delphi rivestono particolare importanza per la Policy
Delphi, in cui spesso gli esperti vengono interrogati circa la facilitazione e la fattibilit
di risoluzione di una determinata questione politica. I membri del gruppo, infine, hanno
la facolt di partecipare ed interagire in modo asincrono. Questo aspetto, importante e
forse poco compreso del metodo Delphi, ha due caratteristiche principali:
Gli esperti vengono contattati personalmente e non necessario che si conoscono con
altri.
Le istruzioni, i punteggi ed ogni altro sistema usato per raccogliere i giudizi degli
esperti dovrebbero essere pretestati in modo appropriato. Il team di ricerca Delphi
dovrebbe fare la stessa cosa sui diversi modi utilizzabili per fornire agli esperti i
feedback riguardanti le risposte ai precedenti questionari Delphi.
Durante lo svolgimento del processo Delphi, importante minimizzare possibili
malintesi o "confusioni". L'efficacia degli scambi delle informazioni e l'affidabilit dei
giudizi richiesti agli esperti pu essere aumentata fornendo loro parole chiave e
istruzioni chiare per portare a termine i compiti indicati.
Una serie di attenzione viene posta anche al clima della partecipazione degli esperti.
La cosa essenziale che essi abbiano un forte coinvolgimento nelliniziativa. Ci che
viene richiesto nel Delphi esprimere un certo grado di creativit nel rispondere.
La persona che coordina il metodo conosciuto coma facilitator e facilita appunto
le risposte del suo gruppo di esperti, che sono selezionati per le loro conoscenze che
essi forniscono attraverso opinioni e punti di vista. Il facilitator invia un questionario
al gruppo e se questo accetta, deve seguire delle istruzioni e presentare il proprio
parere. Le risposte sono raccolte e analizzate, poi vengono identificati punti di vista
comuni e divergenti. Se il consenso non viene raggiunto, il processo continua attraverso
un sistema di tesi e antitesi, in direzione di una graduale sintesi fino ad ottenere il
quorum.
ASPETTI APPLICATIVI
a) il gruppo di ricerca dedica una parte del proprio tempo a formulare le idee pi
ovvie e scontate. Il primo questionario si presenter cos semi-strutturato e ai
rispondenti verr richiesto di aggiungere cose che secondo loro mancano o di fare
commenti. Presentare agli esperti alcune idee scritte nel questionario di apertura
importante anche perch molti possono essere imbarazzati dal non sapere come
scriverle. Avere delle idee gi espresse per iscritto significa fornire loro degli esempi
che possono seguire e che render loro pi facile aggiungere nuove idee a quelle che
sono gi state espresse. Secondo Turoff (Mitroff, Turoff, 1975, The policy Delphi)
questa soluzione presenta anche vantaggi psicologici in quanto i rispondenti possono
maturare la convinzione che il gruppo di ricerca bene in grado di comprendere i loro
punti di vista e non avranno timor di esprimersi con commenti tecnici sintetici adatti
agli addetti ai lavori;
b) il gruppo di ricerca opera una vasta ricognizione preliminare in modo da disporre
allinizio di una vera e propria struttura teorica secondo la quale indirizzare il disegno
successivo del Delphi. In alcuni casi questo studio comprende la raccolta di giudizi da
un vasto set di persone (fra le quali vi possono essere gli stessi esperti che faranno parte
del panel, interpellate tramite interviste). Questo avvenne ad esempio in unindagine
del National Industry Conference Board del 1968 in cui il panel era costituito da 70
esperti ai quali fu chiesto di indicare le priorit di sviluppo delle politiche nazionali
USA. Il Delphi venne preceduto da una vasta raccolta di materiale selezionato ed
accorpato poi per dare vita al primo round di questionari. In altri casi, come per altri tipi
di ricerca, lo studio preliminare pu derivare da unanalisi intensiva della letteratura sul
fenomeno studiato; nella ricerca di Day presso la Bell Canada (riguardante
lapplicazione di nuove tecnologie) il lavoro preliminare permise di ridurre
notevolmente il numero di questionari, focalizzando a priori larea ed i punti nodali
dellindagine iniziando gi dal primo round con domande strutturate. Ecco come
lautore ne propone le scansioni in sede di disegno del Delphi:
messa in luce delle differenze fra i due panels e richiesta di possibili soluzioni;
c) una terza soluzione che viene proposta da Ziglio (Erio Ziglio, 1996, La tecnica
Delphi. Applicazione alle politiche sociali) quella di far precedere il lavoro del Delphi
da unindagine attraverso tecniche apparentate con il Delphi ma pi agili. Lautore
suggerisce la NGT, in quanto tecniche di questo tipo possono essere usate
preliminarmente su un gruppo di esperti pi ristretto, che permetta di raccogliere in
tempo reale gli elementi per la strutturazione generale delle fasi del Delphi;
d) una quarta soluzione, che rappresenta un utile espediente tecnico costituito dallo
sposare i risultati di indagini su dati oggettivi, con la conduzione del Delphi. Ad
esempio, piuttosto comune luso di diagrammi nel quali si designa il trend di un
fenomeno fino al momento in cui viene effettuato il Delphi, chiedendo ai partecipanti di
indicarne i probabili sviluppi.
Il futuro davvero troppo importante per la specie umana, per essere lasciato a
chiromanti che usano una nuova versione della vecchia sfera di cristallo. E' tempo che
l'oracolo esca di scena per far posto alla scienza.
Malgrado il fatto che per la tecnica Delphi vi siano stati molti e significativi sviluppi
(nelle strategie di indagine, nei metodi di misurazione e di valutazione, e nelle
tecnologie informatiche) nell'ultimo decennio, in pratica, non vi sono state
pubblicazioni specialistiche sui nodi fondamentali a livello teorico, metodologico e
pratico dei processi Delphi. Le ragioni di questo apparente silenzio accademico sono
numerose. Una di esse probabilmente correlata al concomitante cambiamento, sia
negli USA che in Europa, nelle priorit della ricerca tout court e nel rigido
orientamento dato alle sovvenzioni. Poich la tecnica Delphi non appartiene ad alcuna
specifica branca scientifica, i ricercatori che lavoravano a tecniche e processi di gruppo
come la Delphi, hanno incontrato difficolt nell'assicurarsi finanziamenti. Dahl (Dahl,
1974, Delphi and interactive commite processes in a comprehensive health planning
advisory council: a comparative case study, phd Thesis, Baltimore, Maryland, School
of Hygiene and Public Health John Hopkins University) fa giustamente notare che, a
partire dagli anni 50, tutti gli anni 60 e parte degli anni 70, c' stato un maggior
interesse istituzionale per le tecniche e i processi di gruppo, in particolare per le
tecniche dei piccoli gruppi. Interesse riflesso nella disponibilit dei fondi per la ricerca,
nell'aumento di esperimenti, pubblicazioni di libri ed articoli, conferenze, workshop e
seminari di formazione. E' in questo periodo che stato sperimentato un piccolo
gruppo di tecniche per il processo decisionale come, ad esempio, il T-Group e l'Analisi
Transazionale (Strodtbeck, 1954, Special issue on small group research, American
sociological review e Borgatta, Meyer, 1960, Social control and the foundations of
sociology: pioneer contributions of Edward Alsworth Ross to the study of the society,
Beacon Hill, Boston). Nello stesso periodo, sono state sviluppate la Nominal Group
Technique (Delbecq, Van de Ven, Gustafson, 1975, Group techniques for program
planning: a guide to nominal group and Delphi process), la Delphi (Dalkey e Helmer,
1963, an experimental application of the Delphi Metod to the use of experts,
Management science), e le variazioni alla Delphi, come la Policy Delphi (Turoff, 1975,
The Policy Delphi) e la Committee Delphi (Dahl, 1974, Delphi and interactive commite
processes in a comprehensive health planning advisory council: a comparative case
study, phd Thesis, Baltimore, Maryland, School of Hygiene and Public Health John
Hopkins University). Un'altra ragione dell'assenza di lavori sperimentali riguardanti la
Delphi, che i processi Delphi riguardano, per definizione, le opinioni degli esperti. Gli
esperti sono raramente disponibili come soggetti sperimentali da laboratorio: le
applicazioni sono condotte, perci, quasi interamente senza controllo sperimentale.
Indubbiamente in quest'area c' spazio per numerose indagini e lavori sperimentali. Si
pu concordare con Helmer (Helmer, 1967, Analysis of the future: the Delphi method,
Santa Monica Rand corporation), quando conclude che:
Naturalmente, deve essere chiaro che l'uso della tecnica Delphi non pu essere visto,
in alcun caso, come un tentativo di rimuovere le responsabilit della formulazione
politica e dell'atto decisionale da parte di coloro che devono esercitarli. Chi elabora una
tecnica Delphi, perci, deve lavorare in stretta collaborazione con i decisori e con
coloro che dovranno utilizzare le informazioni derivate dalla sua applicazione. La
collaborazione indispensabile per assicurare che gli scopi e le reali intenzioni
applicative della Delphi siano compresi correttamente dalle parti interessate, e siano
visti come uno strumento imparziale per supportare il processo decisionale
Quando non dovrebbe essere usata la Tecnica Delphi
La Delphi e le tecniche simili non sono state sviluppate per una loro applicazione ad
incontri di routine o, ad esempio, a riunioni di coordinamento, a negoziati, o a
trattative.
Prima di decidere se adottare od escludere la Tecnica Delphi, molto importante
analizzare a fondo il contesto in cui dovrebbe essere applicata, e rispondere ad alcune
domande:
a) Quale tipo di processo comunicativo di gruppo desiderabile per esplorare il
problema?
b) Chi sono gli esperti del problema e dove sono localizzati?
c) Quali sono le tecniche alternative disponibili e quali risultati ci si pu
ragionevolmente aspettare dalla loro applicazione?
Soltanto successivamente si potr decidere se la Delphi appropriata a quel contesto.
Se non si affrontano i punti indicati, il rischio conseguente un'applicazione
inappropriata della Delphi e la vanificazione di ogni sforzo creativo.
Occorre essere consapevoli inoltre che la decisione di adottare la Delphi non ne
garantisce, di per s, un buon funzionamento. La Tecnica Delphi solo in apparenza un
metodo semplice e diretto. E' tuttora molto frequente una visione errata del metodo
Delphi, generata da malintesi sia sui risultati raggiungibili, sia sulle implicazioni che il
processo comporta.
L'assenza di un esame accurato dei requisiti richiesti e di possibili approcci alternativi
comporta il rischio, quindi, di un uso indiscriminato della Delphi.
Adler Michael, Ziglio Erio. Gazing into the Oracle: The applications Delphi Method
and its application to Social Policy and Public Health, London, Kingsley Publishers,
1996. Traduzione e adattamento di Bovina Lidia.
Adler Michael, Ziglio Erio. Gazing into the Oracle: The applications Delphi Method
and its application to Social Policy and Public Health, London, Kingsley Publishers,
1996.
Bertin Giovanni. Un modello di valutazione basato sul giudizio degli esperti, Milano,
Edizioni Etas libri, 1994.
Bezzi Claudio, Bovina Lidia, Jannotti Eva, Scettri Marta, La valutazione della
comunicazione pubblica, Irres, Regione Umbria, Perugia.
Da: M. Dunn, Hillison. ~The Delphi Technique adapted for the managemente ac-
countant. Cost & Management. 5432-36. May-June. 1980