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History of Education & Childrens Literature, V, 2 (2010), pp.

489-501
ISSN 1971-1093 (print) / ISSN 1971-1131 (online)
2010 eum (Edizioni Universit di Macerata, Italy)

Musei della scuola e


delleducazione
Ipotesi progettuale per una sistematizzazione delle
iniziative di raccolta, conservazione e valorizzazione
dei beni culturali delle scuole

Juri Meda

1. Il patrimonio culturale delle scuole e la sua conservazione

Il presente articolo tenter di delineare, nelle sue linee essenziali, una


prima ipotesi progettuale per una sistematizzazione delle iniziative di raccolta,
conservazione e valorizzazione dei beni culturali delle scuole, che sono state
recentemente promosse a livello locale un po in tutta Italia. ormai da qualche
tempo, infatti, che anche sulla scorta di alcune interessanti iniziative promosse
in ambito europeo allinterno della comunit scientica nazionale si dibatte
circa la improrogabile necessit di tutelare il patrimonio culturale conservato
presso gli istituti scolastici di ogni ordine e grado e si auspica da pi parti
lintensicazione dei progetti di censimento, tutela e recupero del suddetto
patrimonio, a grave rischio di dispersione. Un auspicio, questo, il quale oltre
ad aver suscitato linteresse di un drappello di studiosi disposti ad approfondire
questi aspetti ed aver provocato qualche accorato appello alle istituzioni ha
prodotto pochi esiti concreti e a seguito del quale non si stati in grado di
mettere a punto una efcace strategia di intervento su scala nazionale.
I motivi, senza dubbio, sono molteplici e complessi. Quando si parla di
patrimonio culturale delle scuole, infatti, si fa riferimento ad un complesso
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patrimoniale estremamente eterogeneo, caratterizzato da una straordinaria


densit semantica, difcilmente descrivibile in tutti i suoi specici aspetti. In
linea generale, possibile denire il patrimonio culturale delle scuole come
linsieme dei beni culturali conservati presso degli istituti scolastici, vale a dire:
a) i beni librari conservati allinterno delle biblioteche scolastiche; b) i beni
archivistici, ovvero gli atti e i documenti conservati allinterno dellarchivi
scolastici; c) i beni architettonici, ovvero gli stessi edici scolastici, comprensivi
del loro corredo murario (monumenti, busti, lapidi e targhe commemorative);
d) i beni artistici, ovvero le opere darte di vario genere eventualmente
prodotte1 e comunque conservate allinterno delle scuole (dipinti, mosaici,
murali, statue, sculture, suppellettili, paramenti e/o manufatti artigianali e
lavori manuali daltro genere); e) i beni didattici2, ovvero i sussidi didattici e
le risorse educative utilizzate per la didattica delle varie materie, organizzati o
meno in musei, collezioni e/o esposizioni permanenti, suddivisi a loro volta in:
beni musicali, ovvero il complesso degli attrezzi e dei sussidi utilizzati per la
didattica della musica; i beni scientici, tecnologici e/o naturalistici, ovvero
il complesso degli strumenti scientici, delle apparecchiature tecnologiche e dei
sussidi utilizzati per la didattica delle scienze (modellini ceroplastici e/o plastici,
animali imbalsamati, collezioni di minerali e di fossili, tabelloni didattici,
campionari di pesi e misure, etc.)3; i beni matematici e/o geometrici, ovvero il

1Si pensi qui soprattutto ai manufatti prodotti nellambito delle esercitazioni pratiche svolte
allinterno delle scuole professionali e degli istituti tecnici, delle scuole di magistero professionale
per la donna, degli istituti darte, etc.
2 Per questa denizione, nonostante non condivida a livello semantico la scelta di inserire i

beni didattici da considerarsi beni museali a tutti gli effetti allinterno di un archivio, si
vedano i due interessanti articoli di C. Laneve, Conservare la memoria dellinsegnare. Larchivio
dei beni didattici, Annali della Pubblica Istruzione, 1994, 1-2 (gennaio-aprile); Id., Larchivio
dei beni didattici. Per un ricupero della storia dellinsegnare, Il Monitore, 1998 (settembre).
3 Le collezioni scientiche sulle quali non ci si pu in questa sede troppo dilungare sono

state oggetto negli ultimi anni di rinnovato interesse, che si concretizzato nella realizzazione
di numerosi repertori. Si propone qui di seguito un sommario elenco delle pubblicazioni pi
signicative uscite su questo argomento: C. Gregolin (a cura di), I musei, le collezioni scientiche e
le sezioni antiche delle biblioteche, Padova, Universit degli Studi di Padova, 1996; R.G. Mazzolini
(a cura di), Le collezioni scientiche del Ginnasio liceo Giovanni Prati di Trento, Trento,
Ginnasio liceo Giovanni Prati, 1997; C. Loriga (a cura di), Verso un museo delle scienze: orto
botanico, musei e collezioni storico-scientiche dellUniversit di Ferrara, Ferrara, Universit degli
Studi di Ferrara, 2001; A. Rossi, L. Ruggiero (a cura di), Collezioni scientiche a Lecce: memorie
dimenticate di unintensa stagione culturale, Lecce, Edizioni del Grifo, 2002; F. Russo, Il recupero
e la valorizzazione delle collezioni museali scolastiche: unipotesi operativa, Bollettino Sezione
Campania A.N.I.S.N., 25, 2002; Censimento delle collezioni scientiche in Toscana, Firenze,
Regione Toscana Istituto e Museo di storia della scienza, 2003; E.R. Massa (a cura di), Atti dei
convegni Nuove tecnologie nella tutela e nel recupero delle raccolte naturalistiche, museali e
scientiche e Valorizzazione delle collezioni scientiche e museali: la fruizione scientica delle
collezioni museali e ricaduta in campo antropologico e discipline afni, Torino, Universit degli
Studi di Torino Dipartimento di Biologia Animale e dellUomo, 2003; M.L. Magnoni, A. Blasetti,
Censimento e precatalogazione delle collezioni scientiche di interesse storico nelle Marche, Atti
del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, vol. 51 (suppl.), 2005, pp. 85-88; Scienza e
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complesso degli attrezzi e dei sussidi utilizzati per la didattica della matematica
e della geometria (abachi, pallottolieri e altri strumenti di calcolo, regoli e aste
numeriche, modellini geometrici lignei, metallici, cartacei e/o plastici, etc.); i
beni geograci, ovvero il complesso degli attrezzi e dei sussidi utilizzati per
la didattica della geograa (mappamondi, planetar, carte geograche, etc.); i
beni ginnastici, ovvero gli attrezzi ginnici utilizzati nellambito delleducazione
sica (clave, cerchi, bastoni, funi, quadri svedesi, etc.); f) i beni pedagogici,
ovvero i materiali pedagogici di vario genere sviluppati nellambito di particolari
metodi didattici e utilizzati allinterno delle scuole (doni froebeliani, materiale di
sviluppo cognitivo montessoriano, alfabeti mobili e alfabetieri sensoriali, etc.)4
ed eventualmente i lavori prodotti e le attivit svolte dai destinatari stessi dei
processi dapprendimento indotti per mezzo di quegli stessi materiali (esercizi
di scrittura in rilievo col punteruolo, manufatti, etc.); g) i beni materiali
straticatisi nel tempo allinterno degli istituti stessi (arredi, suppellettili,
articoli di cancelleria, strumenti di scrittura, capi dabbigliamento, oggetti del
corredo dello scolaro, radio, proiettori, giradischi, etc.), anche in questo caso
organizzati o meno in musei e/o esposizioni permanenti, i quali siano in grado
di delimitare i contorni di quella che stata da pi parti denita la cultura
materiale della scuola.
Tralasciando per il momento le prime quattro categorie che compongono il
patrimonio culturale delle scuole, relativamente alle quali gi alcuni importanti
progetti seppur non improntati a criteri di sistematicit sono stati promossi
negli ultimi anni, in questo progetto si far riferimento alle altre categorie
proposte (beni didattici, pedagogici e materiali delle scuole), vale a dire
quelle relative a beni culturali musealizzabili allinterno dei musei della scuola
e delleducazione.

2. Un problema terminologico

Una volta denita la tipologia dei beni culturali delle scuole che rientrano
allinterno della nostra sfera di interesse, anche in ragione della loro
predisposizione ad essere musealizzati, occorre denire la tipologia degli
istituti museali allinterno dei quali raccoglierli, conservarli e renderli fruibili
al pubblico. Giunti a questo punto, per poter procedere, prima necessario
disambiguare una serie di termini spesso utilizzati come se fossero sinonimi,
pur non essendolo.

scienziati a Perugia: le collezioni scientiche dellUniversit degli Studi di Perugia, Milano, Skira,
2008 (catalogo della mostra).
4 Si pensi anche, pi in generale, allampia gamma dei sussidi tiodidattici (casellario

Romagnoli, cubaritmo, etc.).


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Musei scolastici, musei didattici, musei pedagogici, musei universitari, musei


della scuola e musei delleducazione. In quale di questi musei dovrebbero essere
a ragione conservati i beni culturali sopra descritti? Dopo una lunga ed attenta
riessione, nello sforzo da un lato di non indulgere in eccessive semplicazioni
e dallaltro di rendere conto della estrema complessit di questi materiali, posso
affermare che i beni didattici, pedagogici e materiali delle scuole possono a
ragione essere conservati in tutte le tipologie di musei sopra elencate, da quelli
scolastici a quelli delleducazione.
I musei didattici sono sostanzialmente identici a quelli scolastici e insieme a
quelli pedagogici sono fortemente legati a una concezione museale di stampo
positivistico. I musei didattici e/o scolastici, infatti, erano in qualche modo
la trasposizione museale a ni educativi della frenesia tassonomica positivistica
e costituivano una sorta di campionario materico, composto da campioni di
materie prime di vario genere (minerali, vegetali, bre tessili, etc.) e utilizzato
per fornire alle scolaresche la possibilit di esperire le materie oggetto delle
lezioni svolte in classe dagli insegnanti in base al metodo intuitivo e/o oggettivo,
fondato sul principio che listruzione dovesse procedere dallintuizione sensibile
per stimolare listintiva tendenza delluomo a cogliere le leggi della Natura5.
Questi musei erano espressione della presunta e presuntuosa capacit di
riprodurre su scala industriale lambiente naturale e linnita gamma delle
sostanze in esso presenti, le quali venivano per il suo tramite rese forzosamente
fruibili allinterno dello spazio educativo6.
I musei pedagogici, invece, al pari dei musei di storia naturale, dei musei
anatomici, degli orti botanici e dei giardini zoologici, erano concepiti come dei
veri e propri gabinetti di pedagogia ed erano in qualche misura lespressione
della necessit da parte della pedagogia scientica di rappresentarsi come
scienza esatta a tutti gli effetti, al pari della chimica, della sica e delle discipline
dotate di musei e gabinetti scientici nei quali raccogliere esemplari e campioni
e compiere esperimenti. Come ha correttamente osservato Milena Cossetto in
un suo articolo:

5Basti citare, a tal proposito, il museo didattico di Luigi Bombicci a Bologna, il museo scolastico
illustrato curato da Carlo Ajello per la Vallardi o ancora il museo realizzato dalla Paravia alla ne
dell800 in cassette con campioni naturali e tavole cromolitograche. Sul museo Bombicci, in
particolare, cfr.: M. dAscenzo, R. Vignoli, Scuola, didattica e musei tra Otto e Novecento. Il
Museo didattico Luigi Bombicci di Bologna, Bologna, CLUEB, 2008.
6 Sul concetto di museo didattico e/o scolastico, cfr.: P. Bauselli, La scuola pratica, ovvero

Cento e pi lezioni di cose per le scuole elementari dettate a metodo intuitivo e seguite da un
prospetto nominativo dei principali oggetti necessari alla formazione del museo scolastico, Torino,
Tip. Camilla e Bertolero, 1883; A. Villani, Il museo scolastico: norme pratiche per raccogliere e
preparare una collezione di oggetti rispondenti ai libri di lettura delle scuole elementari, Reggio
nellEmilia, Bassi, 1897; A. Ruberti, Il Museo scolastico di una scuola rurale: con prefazione
sul metodo sperimentale, S. Benedetto, Tip. Edit. E. Rozzi, 1899; G. Merendi, Guida pratica
per la formazione di un piccolo museo scolastico e per gli asili: raccolta doggetti per lezioni
intuitive, Milano, La Voce delle maestre dasilo, 1911; R. Agazzi, Come intendo il museo didattico
nelleducazione dellinfanzia e della fanciullezza, Brescia, Queriniana, 1923.
MUSEI DELLA SCUOLA E DELL'EDUCAZIONE 493

I musei [pedagogici] ottocenteschi si proponevano di essere istituzioni deputate alla


collocazione e alla documentazione di materiale e di sussidi didattici, di ricerche e di
lavori compiuti da maestri ed allievi secondo le nuove metodologie, di libri e di riviste
di argomento pedagogico; ma ambivano, soprattutto, a costituire veri e propri centri di
consulenza e di progettazione nei vari settori della problematica scolastica, dalledilizia agli
arredi, dalligiene ai metodi dinsegnamento, da una migliore conoscenza della psicologia
infantile alla diffusione ed illustrazione (mediante incontri, discussioni, seminari, visite
guidate) dei pi validi principi innovatori nella politica educativa, anche in relazione ai
progressi realizzati, nei principali stati del mondo7.

In Italia i principali esempi di museo pedagogico sono senza dubbio


costituiti dal Museo pedagogico dellUniversit di Roma (1906), successore del
Museo di istruzione e di educazione fondato da Ruggero Bonghi nel 18758, e
dal Museo pedagogico dellUniversit di Palermo (1880)9.
I musei pedagogici rientrano al pari dei musei scientici10 allinterno
dei musei universitari, dei quali costituiscono una delle numerose declinazioni
tematiche11. Non sar inutile rilevare come i musei universitari siano vigilati
dalla Commissione Musei della Conferenza dei Rettori delle Universit Italiane
(CRUI), la quale nel 2001 ha incaricato una commissione composta dai delegati
rettorali per i musei, gli archivi e i centri per le collezioni universitarie di interesse
storico-scientico di redigere una indagine preliminare su quali Atenei avessero

7 A questo proposito, cfr. M. Cossetto, Il Museo della Scuola-Schulmuseum della Citt di


Bolzano, Turris Babel, 2002, 56 (novembre), pp. 34-41 (in particolare il cap. I Musei pedagogici
nellEuropa dellOttocento). Pi in generale, sui musei pedagogici, si faccia riferimento ad: A.
Nuzzaci, I musei pedagogici, Roma, Kappa, 2002.
8 Su questa istituzione, cfr.: L. Dal Pane, Il Museo dIstruzione e di educazione e lopera di

Antonio Labriola, Memorie dellAccademia delle Scienze di Bologna Classe di scienze morali,
vol. IX, serie 5, 1961; S. Miccolis, Antonio Labriola e il Museo distruzione e di educazione,
Rendiconti dellIstituto Lombardo di Scienze e Lettere, n. 116, 1981, pp. 73-87; M. Laeng, Il
Museo Storico della Didattica, in Duilio Cambellotti e le Scuole per i contadini dellAgro Romano
e delle Paludi Pontine, Roma, Tipograa Eurosia, 1993; Id., Museo Storico della Didattica, in M.
Barbanera, I. Venafro (a cura di), I musei dellUniversit La Sapienza, Roma, Istituto Poligraco
e Zecca dello Stato, 1993.
9 Su questa istituzione, cfr.: M. Marino, Il Museo pedagogico di Palermo, in C. Xodo (a

cura di), Apprendere alluniversit: atti del Convegno (Padova, 23-25 ottobre 1996), vol. 1:
Luniversit ieri: dai puncta taxata al modulo didattico, Padova, CLEUP, 1997; Ead., Dal Museo
pedagogico alla Scuola di magistero: lesperienza della Facolt di Lettere di Palermo, Fieri:
Annali del Dipartimento di Filosoa, Storia e Critica dei Saperi, 2004, 1 (giugno), pp. 135-143.
10 I musei scientici sono vigilati dallAssociazione Nazionale dei Musei Scientici (ANMS),

che comprende i musei di storia naturale, gli orti botanici, i giardini zoologici, gli acquari, i musei
della scienza e della tecnica e i musei di storia della scienza e che non molto tempo addietro ha
siglato un protocollo dintesa col Ministero per i Beni e le Attivit Culturali (MiBAC) e lIstituto
Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) per la catalogazione dei materiali ivi
conservati.
11 Degno di menzione, in quanto museo universitario di indubbio interesse storico-educativo,

il Museo europeo degli studenti (gi denominato anche Museo degli studenti e della goliardia) di
Bologna, diretto da Gian Paolo Brizzi e legato allilluminata esperienza del Centro interuniversitario
per la storia delle universit italiane (CISUI) dellUniversit degli Studi di Bologna.
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riconosciuto nei loro statuti o regolamenti generali il ruolo dei musei e delle
collezioni scientiche e in quale forma e nel 2006 in virt di un protocollo
dintesa siglato da CRUI, MiBAC ed ENEA ha aderito al progetto REDA,
rivolto al censimento sistematico e alla catalogazione analitica del patrimonio
culturale delle universit, degli enti di ricerca e degli istituti scolastici12. Questo
progetto, che non ancora stato in grado di raggiungere gli obiettivi che si era
pretto, costituisce insieme al progetto FISQED promosso a partire dal 2004
dallallora Istituto nazionale di documentazione per linnovazione e la ricerca
educativa di Firenze (ora Agenzia nazionale per lo sviluppo dellautonomia
scolastica) un sicuro punto di riferimento per coloro i quali siano interessati
alla catalogazione e alla conservazione del patrimonio culturale delle scuole.
I musei della scuola e i musei delleducazione, inne, in Italia sono
stati istituiti abbastanza recentemente (a partire dalla met degli anni Ottanta).
La differenza fondamentale tra questi due tipi di musei risiede nel fatto che
nel primo caso le raccolte sono relative unicamente alla realt scolastica e nel
secondo caso esse si riferiscono ai processi educativi pi in generale, anche se
promossi da altre agenzie educative (la famiglia, la Chiesa, etc.)13. possibile
inoltre distinguere due ulteriori tipologie di musei della scuola: da un lato, i
musei della scuola che considerano gli oggetti ivi conservati come fonti storiche
e nei quali di conseguenza allo spazio espositivo annesso un centro di ricerca,
allinterno del quale possibile consultare e studiare le raccolte; dallaltro, i musei
della scuola che considerano gli oggetti ivi conservati come meri reperti, i quali
sono allestiti allinterno dello spazio espositivo per essere fruiti unicamente da
visitatori a caccia di ricordi e/o da scolaresche interessate a vedere come si faceva
scuola al tempo dei loro nonni14. In Italia, attualmente, i principali esempi di

12Cfr. nota del 23 marzo 2006 della Commissione Musei della CRUI.
13Un ulteriore fattore di disorientamento potrebbe essere costituito dal fatto che allestero
si parla spesso di musei dellinfanzia, i quali costituiscono unaltra interessante tipologia
museograca. Questi musei si sono particolarmente sviluppati in Gran Bretagna (museums of
childhood), dove esiste una rete di istituzioni museali dedite alla raccolta di oggetti relativi alla
vita materiale dellinfanzia (giocattoli, giochi, oggetti e attrezzi per la cura e ligiene dellinfanzia,
arredi domestici, manufatti infantili, abiti e accessori, etc.). I musei maggiormente degni di nota
sono il Bethnal Green Museum of Childhood di Londra (sezione del Victoria & Albert Museum)
e il Museum of Childhood di Edimburgo e lHighland Museum of Childhood di Strathpeffer,
in Scozia. In Italia esistono alcuni musei di questo genere (come il Museo degli Innocenti di
Firenze, il Museo del giocattolo e del bambino della Fondazione Paolo Franzini Tibaldeo di
Milano, il Museo Martinitt e Stelline di Milano o il Museo dellabbigliamento infantile di Angera),
allinterno dei quali sono talvolta conservate collezione dinteresse storico-educativo, i quali in
questa fase preliminare non sono stati presi in esame, cos come tutti i musei specializzati,
dedicati ad un soggetto delimitato e specico, pi o meno propriamente di natura infantile, come
il museo del giocattolo, del soldatino, della bambola, della gurina, del fumetto, del precinema,
etc. Sui museums of childhood, in particolare, cfr. C. Frayling, S. Laurence, European visions of
childhood, European Business Review, vol. 98, 1998, 5, pp. 1-3; S. Roberts, Minor concerns:
representations of children and childhood in British museums, Museum and Society, IV, 2006,
3 (novembre), pp. 152-165.
14 Un discorso a parte meriterebbero le collezioni dinteresse storico-educativo conservate
MUSEI DELLA SCUOLA E DELL'EDUCAZIONE 495

museo della scuola (primo tipo) e museo delleducazione sono senza dubbio
costituiti dal Museo storico della didattica Mauro Laeng dellUniversit
degli Studi Roma 3 (1986), il Museo delleducazione dellUniversit degli Studi
di Padova (1993),il Museo della scuola-Schulmuseum di Bolzano (1995) e
il Museo della scuola e del libro per linfanzia della Fondazione Tancredi di
Barolo di Torino (2004); i principali esempi al momento ne sono stati censiti
circa 20 di museo della scuola (secondo tipo), invece, sono il Museo della
scuola triestina istituito allinterno del Civico Museo di guerra per la pace di
Trieste, il Museo della scuola Beckwith Odin-Bertot di Angrogna (Torino), il
Museo della scuola di montagna di Stroppo (Cuneo), il Museo della scuola di
Pergine Valsugana (Trento) e la vecchia scuola della Borgata Maison, a Noasca
(Torino)15.

3. Le iniziative pi recenti

Come abbiamo gi avuto modo di notare in precedenza, non sono mancate


negli ultimi anni alcune interessanti iniziative scientiche, a conferma del
rinnovato interesse nei confronti della conservazione del patrimonio culturale
delle scuole.
Di recente costituzione , ad esempio, il Centro di ricerca interdipartimentale
per lo studio e la valorizzazione dei beni culturali scolastici ed educativi
dellUniversit degli Studi di Pavia, che sotto lintelligente guida di Monica
Ferrari, si propone di: a) censire i beni culturali degli istituti scolastici primari e
secondari della Lombardia meridionale; b) studiare delle soluzioni di descrizione,
tutela e conservazione dei beni oggetto della ricerca; c) collaborare con le
amministrazioni locali e le istituzioni scolastiche e i loro operatori riguardo
ai problemi di conservazione, utilizzo e valorizzazione dei beni posseduti; d)
promuovere ricerche storiche che possano svilupparsi sulla base dei documenti
oggetto di studio. Lattivo centro di ricerca pavese ha promosso a Cremona
nel settembre 2007 il seminario I beni culturali della scuola: problemi di
conservazione e di valorizzazione16, articolato in numerose sezioni, e pochi
mesi fa ha organizzato in collaborazione con la Facolt di Scienze della

allinterno dei musei demo-etno-antropologici (in particolare le ricostruzioni storiche di aule


scolastiche), in quanto considerate parte integrante della societ soprattutto rurale dun tempo;
al momento, in base ad un primo sommario censimento che si conta di estendere a livello nazionale
in collaborazione con la Societ italiana per la museograa e i beni demo-etno-antropologici
sono state censite allinterno oltre 40 collezioni dinteresse storico-educativo.
15 Si trova allinterno del Parco Nazionale Gran Paradiso.
16 Gli atti sono stati raccolti in M. Ferrari, G. Panizza, M. Morandi (a cura di), I beni culturali

della scuola: conservazione e valorizzazione, Annali di storia delleducazione e delle istituzioni


scolastiche, 2008, 15, pp. 15-192.
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Formazione dellUniversit della Valle dAosta gi promotrice del bel Corpus


digitale delle scritture scolastiche dambito valdostano (CODISV) la giornata
di studio Collezioni digitali per la valorizzazione della cultura scolastica:
questioni di metodo e esperienze di ricerca (Aosta, 12 maggio 2010).
Di ancor pi recente costituzione il Centro di documentazione e ricerca
pedagogica istituito presso il settore Politiche educative del Comune di
Mantova, in collaborazione il gi citato centro di ricerca pavese, tra i cui scopi
c anche la valorizzazione dei beni culturali delle scuole mantovane, attraverso:
a) la costruzione di nuovi archivi (anche di storia orale) e di nuove collezioni
sulla scorta di una sensibilit culturale che si sviluppa proprio promuovendo
esperienze di ricerca che intercettano vari soggetti (dirigenti, amministratori,
insegnanti), formando, al tempo stesso, nuove competenze e incentivando un
sapere riessivo della scuola su se stessa; b) il reperimento di una documentazione
troppo spesso ritenuta minore circa la quotidianit (regolamenti, statuti di
istituzioni, verbali di adunanze di insegnanti, fatture relative allacquisto
di materiali, rendiconti sulla vita delle istituzioni) o dispersa in vari archivi,
eppure essenziale (quali ad esempio le biblioteche circolanti dei maestri); c) la
valorizzazione della produzione culturale di allievi e di maestri.
Inne, di recentissima costituzione, il Museo della scuola Paolo e Ornella
Ricca, annesso al Centro di documentazione e ricerca sulla storia del libro
scolastico e della letteratura per linfanzia dellUniversit degli Studi di Macerata
e diretto dalla prof.ssa Anna Ascenzi, il quale si propone: a) la valorizzazione
e la promozione dello studio e della conoscenza delle proprie raccolte; b)
lacquisizione di ulteriori raccolte di materiale bibliograco, fotograco,
iconograco, documentario e/o museale dinteresse storico-educativo; c)
il censimento dei beni culturali della scuola e delle collezioni scientiche e
tecnologiche conservate presso gli istituti scolastici della Provincia di Macerata
e la loro segnalazione alle competenti autorit per lattivazione delle ordinarie
procedure di tutela e salvaguardia17; d) la promozione di una rete nazionale dei
musei della scuola, sul modello di quanto stato fatto con eccellenti risultati
in altri paesi; e) la promozione in collaborazione con i musei della predetta
rete di iniziative volte alla realizzazione di veri e propri poli periferici di
sistematico censimento, raccolta, conservazione e valorizzazione del patrimonio
storico-educativo nazionale, a lungo tempo disperso, e allo sviluppo di una
maggiore sensibilit del mondo scolastico e pi in generale della societ civile
nei confronti dei beni culturali della scuola; f) la realizzazione di iniziative volte
a promuovere tra gli alunni delle scuole primarie e secondarie, tra gli studenti
universitari dei corsi di laurea in scienze delleducazione e della formazione, tra
gli allievi dei corsi post lauream di specializzazione allinsegnamento e tra gli

Uno specico progetto di ricerca, coordinato dalla Dott.ssa Marta Brunelli, stato da poco
17

avviato in collaborazione con gli studenti della Facolt di Beni Culturali dellUniversit degli Studi
di Macerata.
MUSEI DELLA SCUOLA E DELL'EDUCAZIONE 497

insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado la conoscenza delle origini e degli
sviluppi del sistema formativo e delle istituzioni scolastiche dellItalia unita,
sia attraverso incontri e visite guidate delle scolaresche, sia, pi in particolare,
attraverso speciche attivit didattiche e formative.
Attendono ancora una piena attuazione i progetti del Museo delleducazione
dellUniversit degli Studi di Bologna (la cui versione virtuale tuttavia gi
accessibile in rete)18, presentato tra il vivo interesse del pubblico presente nel
corso del seminario di studio internazionale Idee per un modello di museo
delleducazione (Bologna, 19 febbraio 2010)19, e il Museo nazionale della scuola
di Firenze, promosso dallAgenzia nazionale per lo sviluppo dellautonomia
scolastica (la quale annovera tra i propri antecedenti istituzionali il Museo
didattico nazionale poi Museo nazionale della scuola20) in collaborazione con
il Comune di Firenze, per il quale gi stata reperita una prestigiosa sede nel
quartiere di San Frediano e si attende unicamente lo stanziamento dei fondi
necessari.

4. Lipotesi progettuale

Prodotti e servizi

Il progetto dedicato al patrimonio culturale delle scuole e alla sua


conservazione in ambito museale, promosso dallUniversit degli Studi di
Macerata, punter alla realizzazione dei prodotti e allerogazione dei servizi di
seguito elencati:
- una rete italiana dei musei della scuola e delleducazione, sul modello di
quanto stato fatto con eccellenti risultati in altri Paesi (ad es., Germania
e Francia)21, la cui attivit dovrebbe essere auspicabilmente coordinata
da una Societ italiana dei musei della scuola e delleducazione, che si

18 <KWWSZZZPXVHR educazione.scedu.unibo.it/> (ultimo accesso: 1 novembre 2010).


19 Per questo progetto, si veda: M. DAscenzo, Il Museo della Scuola a Bologna tra memoria
e progetto, Ricerche di Pedagogia e Didattica, 2009, 4, pp. 1-22.
20 Su questa istituzione, in particolare, cfr. P. Giorgi (a cura di), Dal Museo nazionale della

scuola allINDIRE. Storia di un istituto al servizio della scuola italiana (1929-2009), Firenze,
Giunti, 2010.
21 Non si pu fare a meno di fare riferimento, a livello internazionale, al biennale Symposium

international des muses de lducation et des collections de patrimoine scolaire, la cui prossima
edizione la quattordicesima si terr a Bolzano. Si vedano in particolare, su questa iniziativa, i
resoconti dei lavori delle ultime tre edizioni pubblicati su questa stessa rivista: D. Joos, M. Zahl,
11th and 12th International Symposium for Museums of Schools Life and Childhood and School
History Collections, History of Education & Childrens Literature, II, 2007, 1, pp. 435 sgg.;
rassegna critica di F. Targhetta, I musei delleducazione come risorsa per la ricerca, History of
Education & Childrens Literature, V, 2010, 1, pp. 421 sgg.
498 JURI MEDA

proponga di: a) tutelare le condizioni morali, giuridiche ed economiche


nelle quali si svolge lattivit delle istituzioni associate; b) promuovere
attraverso la costituzione di sezioni locali ramicate sul territorio nazionale
la realizzazione di poli periferici di censimento, raccolta, catalogazione,
conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale delle scuole;
c) tutelare il patrimonio nazionale della museologia scolastica e pi in
generale educativa, promuovendo iniziative atte a evitarne la dispersione
e il deterioramento anche attraverso lopportuna segnalazione alle
competenti autorit (Soprintendenze provinciali per i beni architettonici,
paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici) e a curarne
laggiornamento e lincremento; d) promuovere in collaborazione con gli
atenei consociati e in accordo con il Comitato italiano dellInternational
Council of Museums (ICOM)22 specici percorsi di formazione
professionale indirizzati da un lato ai catalogatori e dallaltro a curatori e
conservatori museali specializzati nella gestione e nella manutenzione di
raccolte storiche di carattere educativo; e) promuovere la realizzazione di
un portale web ufciale; f) sviluppare linteresse del mondo scolastico e pi
in generale della societ civile nei confronti dei beni culturali della scuola,
evidenziandone le funzioni didattiche e divulgative; g) promuovere intese
fra le diverse istituzioni al ne di facilitare scambi di informazioni, pratiche
ed esperienze, nonch lelaborazione di programmi comuni e regolamenti
condivisi; h) mantenere il collegamento con similari associazioni estere;
- una banca dati nazionale dei beni culturali scolastici, concepita sulla
base del sistema informativo sviluppato dallIstituto Centrale per il
Catalogo e la Documentazione (ICCD) in collaborazione con lENEA
per linformatizzazione del catalogo dei beni culturali (SIGEC)23, che si
proponga di: a) consentire la metadatazione dei beni culturali scolastici; b)
contribuire alla sistematizzazione di un set di indicatori per il censimento
dei beni culturali scolastici e il loro successivo monitoraggio; c) contribuire
alla denizione delle tipologie di beni culturali scolastici conservabili
allinterno dei musei della scuola e delleducazione; d) denire i criteri di
classicazione dei beni culturali scolastici; e) contribuire alla elaborazione
di un tesauro multilingue per la signicazione, la conversione semantica
e la descrizione tematica della particolare tipologia di oggetti descritti,
nalizzato alla moltiplicazione delle chiavi di accesso ai contenuti della
banca dati; f) consentire la gestione del usso delle schede catalograche
generate a livello periferico dai var catalogatori allinterno di una
repository centrale risiedente su server accessibile tramite protocollo

Il 29 luglio 2010 ICOM Italia ha istituito una Commissione tematica nazionale sui musei
22

della scuola, coordinata da Francesca Pizzigoni, di cui lo scrivente membro.


23 Non sar inutile in via preliminare effettuare un confronto anche con il software

FISQED, realizzato nel 2007 dallAgenzia nazionale per lo sviluppo dellautonomia scolastica di
Firenze e destinato alla catalogazione analitica delle collezioni storico-educative.
MUSEI DELLA SCUOLA E DELL'EDUCAZIONE 499

personalizzato; g) rendere disponibili in rete le risorse catalograche ad


accesso remoto (scheda catalograca, cui connessa la digitalizzazione
delloggetto catalogato) anche ad un pubblico di non specialisti.

Gli obiettivi

Gli obiettivi che questo progetto si propone di raggiungere sono quelli di


seguito elencati:
- colmare il disavanzo scientico della storia delleducazione italiana
rispetto a quelle degli altri paesi, dove il lone di studi dedicato alla
cultura materiale della scuola e alla sua conservazione allinterno dei
musei della scuola e delleducazione gi stato sondato con numerosi
lavori di ricerca;
- la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione dello studio delle
collezioni di beni culturali scolastici, secondo criteri scientici;
- la classicazione sistematica dei beni culturali scolastici, secondo un
ordine razionale che ne faciliti la descrizione, laccesso e la fruizione;
- il recupero e il restauro di beni culturali scolastici particolarmente rari,
danneggiati a causa dellusura e/o dellincuria;
- il reperimento e lacquisizione di ulteriori collezioni dinteresse storico-
educativo, sia presso soggetti privati (collezionisti, antiquari, rigattieri,
etc.) sia tramite la stipulazione di specici accordi per la cessione in
deposito e/o in comodato duso gratuito presso soggetti pubblici (in
particolare istituti scolastici ed educativi);
- la pubblicazione di articoli scientici e saggi monograci su questi temi;
- la divulgazione della storia delleducazione, sia per gli studenti delle
scuole di diverso ordine e grado attraverso attivit didattiche, esposizioni
e visite guidate, sia per i professionisti della scuola e delleducazione
attraverso incontri e seminar rivolti alla valorizzazione dei beni culturali
della scuola.
500 JURI MEDA

Le ricadute possibili

Un progetto di questa portata potrebbe produrre le seguenti ricadute:


- la salvaguardia di una parte consistente del patrimonio culturale nazionale,
no a questo momento non ancora avvantaggiatasi di specici interventi
di tutela ed anzi soggetta ad un preoccupante fenomeno di dispersione,
che rischia di metterne per sempre a repentaglio lintegrit;
- i musei nel nostro caso specico i musei della scuola e delleducazione
sono considerati i luoghi di conservazione per eccellenza, ma altrettanto
vero che essi sono dei veri e propr ambienti di apprendimento, allinterno
dei quali sulla scorta di quanto avviene da anni in Spagna possibile
promuovere percorsi di formazione e di aggiornamento dedicati agli
insegnanti, specialmente in riferimento allevoluzione delle metodologie
didattiche e delle reali pratiche educative;
- i musei della scuola e delleducazione cos come tutti i musei in generale
possono essere utilizzati per promuovere specici percorsi di educazione
al patrimonio24, rivolti alle scolaresche;
- la valorizzazione dei saperi pedagogici e/o didattici e delle competenze
professionali maturati dai vecchi insegnanti in pensione nel corso della
loro carriera, utilizzati in quanto consulenti per la determinazione delle
destinazioni duso e delle modalit dimpiego dei materiali scolastici, dei
sussidi didattici e degli strumenti scientici allinterno delle aule e restituiti
simbolicamente al proprio ruolo di docenti, oltre che di individui con
un ruolo ancora attivo allinterno della propria comunit;
- i musei della scuola e delleducazione sia attraverso il coinvolgimento degli
anziani nelle visite guidate delle scolaresche, in quanto testimoni diretti
delle reali pratiche educative un tempo svolte nelle aule, sia attraverso il
coinvolgimento delle scolaresche in periodiche campagne di raccolta delle
testimonianze orali dei membri delle loro comunit sulla scuola del loro
tempo (utili per recuperare e salvaguardare quello che i colleghi spagnoli
hanno denito come il patrimonio educativo inmaterial)25 possono
incentivare sensibilmente il dialogo intergenerazionale e trasformarsi in
un luogo di socialit;

Su questo concetto, cfr. il portale Hereduc (Heritage Education) <http://www.hereduc.net/>


24

(ultimo accesso 1 novembre 2010).


25 Si tratta in realt di patrimonio immateriale audio e/o video-registrato e trasferito su

supporto magnetico e/o digitale. Su questo concetto, cfr.: C. Yanes Cabrera, El patrimonio
educativo intangible: un recurso emergente en la museologa educativa, Cadernos de histria
da educao, vol. 2, 2007, pp. 71-85; Ead., Etnograa ed elementi immateriali della cultura
scolastica: possibilit e proposte di ricerca, in A. Gramigna, A. Ravaglia (a cura di), Etnograa
della formazione, Roma, Anicia, 2008, pp. 155-174; Ead., El patrimonio educativo inmaterial:
propuestas para su recuperacion y salvaguardia, in J. Ruiz Berrio (a cura di), El patrimonio
histrico-educativo. Su conservacin y estudio, Madrid, Editorial Biblioteca Nueva, 2010, pp.
63-90.
MUSEI DELLA SCUOLA E DELL'EDUCAZIONE 501

- la creazione di nuove possibilit occupazionali nel settore dei beni


culturali, in particolar modo per determinate gure professionali
(mediatori informatici per i beni culturali, tecnici multimediali,
catalogatori, conservatori museali, restauratori specializzati nel recupero
dei beni culturali scolastici e numerose altre gure professionali legate al
settore del knowledge management).

Juri Meda
Dipartimento di Scienze dellEducazione e della Formazione
Universit degli Studi di Macerata (Italy)
juri.meda@unimc.it

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