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LEZIONE N.

9: CENNI ALLE EQUAZIONI ALLE


DERIVATE PARZIALI

SORIN DRAGOMIR

Abstract. Si indicano alcuni esempi di equazioni a derivate par-


ziali i.e. le equazioni classiche della fisica matematica quali le-
quazione di Laplace, le equazioni di Cauchy-Riemann, lequazione
del calore, lequazione delle onde e le equazioni di Maxwell. Si
deduce lequazione del trasporto, o della convezione, da una legge
generale di conservazione. Si descrive brevemente il metodo delle
caratteristiche per la risoluzione dellequazione del trasporto.

1. Lequazione di Laplace
Lequazione di Laplace `e
2u 2u
(1) + + =0
x21 x2n
con la funzione incognita u(x1 , , xn ). Lequazione di Laplace si scrive
anche
(2) u = 0
dove abbiamo posto
n
X 2
=
i=1
x2i
(loperatore di Laplace). Una soluzione dellequazione di Laplace (1)
si dice funzione armonica. E ` comune chiedere di determinare funzioni
armoniche u(x1 , , xn ) definite in un insieme aperto dato Rn .
Poiche lequazione (1) `e del secondo ordine `e naturale cercare soluzioni
nello spazio vettoriale C 2 () delle funzioni di classe C 2 in . In pratica
sono di interesse le equazioni di Laplace bidimensionale
(3) uxx + uyy = 0
(con la funzione incognita u(x, y)) e tridimensionale
(4) uxx + uyy + uzz = 0
(con la funzione incognita u(x, y, z)). Comunemente, e lequazione di
Laplace non fa eccezione, le equazioni a derivate parziali possiedono
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uninfinit`a di soluzioni. Assieme a condizioni addizionali lequazione


data pu`o possedere soluzione unica, e magari la soluzione pu`o avere,
nel contesto considerato, un particolare significato fisico. Lequazione
di Laplace si ritrova in modelli matematici che descrivono fenomeni di
equilibrio. Se Rn `e un insieme aperto col bordo allora una
condizione addizionale comune `e quella di specificare i valori assunti
dalla funzione incognita nei punti di . Il problema che ne risulta i.e.
determinare una funzione armonica in coi valori al bordo assegnati, si
chiama il problema di Dirichlet per lequazione di Laplace. Sia f :
R una funzione continua. Il problema di Dirichlet per lequazione di
Laplace, con dato al bordo f , `e
(5) u = 0 in , u = f su .
2. Le equazioni di Cauchy-Riemann
Le equazioni di Cauchy-Riemann sono
(6) ux = vy , uy = vx ,
con le funzioni incognite u(x, y) e v(x, y). Dunque (6) `e un sistema
di equazioni a derivate parziali del primo ordine. Per tanto `e naturale
ricercare soluzioni di classe C 1 (in una regione data di R2 ). Un calcolo
elementare mostra che qualora (u, v) sia una soluzione di classe C 2 in
un insieme aperto R2 , ciascuna delle funzioni u e v `e armonica in
. Ad esempio (dalle (6))
uxx + uyy = (vy )x + (vx )y = vyx vxy = 0
(per il teorema di Schwartz) e dunque u `e una funzione armonica. Lo
studente verificher`a facilmente che anche v `e una funzione armonica.
Se (u, v) `e una soluzione delle equazioni di Cauchy-Riemann allora la
funzione a valori complessi

f (x, y) = u(x, y) + i v(x, y), (x, y) , (i = 1)
si dice funzione olomorfa in . La teoria delle funzioni olomorfe costi-
tuisce un capitolo importante dellanalisi matematica ed ha numerose
applicazioni nelle scienze della natura e nellingegneria e.g. nella mec-
canica dei fluidi.
3. Lequazione del calore
Si consideri un cavo metallico sottile di lunghezza ` > 0, associato
idealmente ad unasse Ox di modo che lestremit`a sinistra corrisponda
allascisse x = 0 mentre quella destra corrisponda allascisse x = `.
Si supponga che il cavo sia stato riscaldato, fino ad una distribuzione
datta dellenergia del calore, e successivamente si osserva il fenomeno
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di raffreddamento di tale cavo. Sia u(x, t) la temperatura al momento


t, successivo al momento iniziale, nel punto x [0, `]. Certamente
lascisse x non individua un solo punto del cavo dato, bens` i punti
di unintera sezione circolare del cavo (si pensa che il cavo abbia la
forma di un cilindro circolare retto di diametro molto pi` u piccolo di
`). Implicito nel indicare la temperatura in x al momento t con u(x, t)
`e supporre che essa sia costante in ogni punto della sezione circolare
individuata dallascisse x. Si dice questultima unipotesi di unidimen-
sionalit`a. Si pu`o mostrare che la temperatura u(x, t), nei momenti di
tempo t successivi al momento iniziale, soddisfa lequazione del calore
(7) ut = k uxx
dove k `e una costante. Lequazione del calore (7) `e dunque unequazione
a derivate parziali del secondo ordine con la funzione incognita u(x, t).
Se al momento iniziale, che si pu`o considerare t = 0, il cavo metallico
aveva una distribuzione delle temperature (x) (i.e. ogni punto della
sezione in x ha al momento t = 0 una temperatura pari a (x) gradi
Celsius) allora il problema a valori iniziali per lequazione del calore
consiste nel determinare u(x, t) tale che
(8) ut (x, t) k uxx (x, t) = 0, 0 < x < `, t > 0,

(9) u(x, 0) = (x), 0 x `.


(8)-(9) si chiama anche il problema di Cauchy per lequazione del calore
(unidimensionale). Lequazione del calore bidimensionale `e
(10) ut = k (uxx + uyy )
con la funzione incognita u(x, y, t). Lequazione (10) si pu`o scrivere
anche nella forma ut = k u dove = 2 /x2 + 2 /y 2 `e il Laplaciano
bidimensionale. Lequazione del calore n-dimensionale `e
(11) ut k u = 0
Pn
con la funzione incognita u(x1 , , xn , t). Qui = i=1 2 /x2i `e il
Laplaciano n-dimensionale.

4. Lequazione della onde


Lequazione delle onde (n-dimensionale) `e
(12) utt c2 u = 0
con la funzione incognita u(x1 , , xn , t) e c una costante. Presentano
interesse lequazione delle onde unidimensionale
(13) utt c2 uxx = 0
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(lequazione della corda vibrante) con la funzione incognita u(x, t),


lequazione delle onde bidimensionale
utt c2 (uxx + uyy ) = 0
(con la funzione incognita u(x, y, t)) e lequazione delle onde tridimen-
sionale
utt c2 u = 0, = 2 /x2 + 2 /y 2 + 2 /z 2 ,
con la funzione incognita u(x, y, z, t). Lequazione della corda vibrante
(13) descrive i piccoli spostamenti verticali di una corda vibrante, in
assenza di forze elastiche e della forza gravitazionale.

5. Lequazione del trasporto


Si consideri un cilindro circolare retto di sezione A e di lunghezza `,
di raggio << `. Nel cilindro si trova una grandezza fisica di natura non
specificata (e.g. lenergia del calore) di densit`a u(x, t). In altre parole
si associa al cilindro dato unasse Ox, parallela allasse di simetria del
cilindro, di modo che le estremit`a del cilindro corrispondano alle ascisse
x = 0 e x = `. Anche qui si fa unipotesi di unidimensionalit`a, nel senso
che la densit`a della grandezza in questione si suppone costante in ogni
punto della sezione circolare individuata dal punto x, al momento t. Dal
punto di vita fisico la densit`a si intende come quantitativo di grandezza
data su unit`a di volume i.e.
[grandezza]
[u] = .
[volume]
Sia inoltre f (x, t) una funzione, detta sorgente oppure pozzo, che de-
scrive il modo nel quale la grandezza si crea o si distrugge nella sezione
in x del cilindro dato, al momento t, intesa come una velocit`a i.e.
[grandezza]
[f ] = .
[volume] [tempo]
Si parla di f (x, t) come sorgente quando f (x, t) > 0 e come pozzo
quando f (x, t) < 0. Infine supponiamo che la grandezza nel cilindro sia
soggetta ad un flusso (x, t), diretto lungo lasse Ox nel senso positivo,
che fisicamente `e
[grandezza]
[] = .
[area] [tempo]
Dunque il flusso `e la velocit`a con la quale la grandezza attraversa
ununit`a darea in ununit`a di tempo. Scriveremo unequazione integro-
differenziale, che lega le funzioni u, f e , basata su una semplice legge
di conservazione, ossia la variazione totale della grandezza in un tubo
delimitato dalle sezioni in x = a e x = b (con a < b) `e pari alla somma
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algebrica fra quanto si crea, quanto si distrugge, quanto entra e quanto


esce dal tubo fra x = a e x = b. Sia x [a, b] e sia x+dx un punto dello
stesso intervallo, infinitesimamente vicino a x (i.e. dx << 1). Il volume
del tubo compreso fra le sezioni in x e x + dx `e A dx. Allora una buona
approssimazione del quantitativo di grandezza presente al momento t
nel tubo fra x e x + dx `e u(x, t) A dx (prodotto fra densit`a e volume).
Si tratta di unapprossimazione poiche la densit`a non `e costante nel
tubo infinitesimale considerato, eppure abbiamo moltiplicato il volume
A dx con la densit`a in un punto di tale tubo (il punto x). Chiara-
mente lapprossimazione migliora mentre dx 0. Il quantitativo di
grandezza nel tubo fra a e b `e dunque
Z b
u(x, t)A dx.
a
Seque che la velocit`a con la quale la grandezza varia nel tubo fra a e b
sia
d b
Z
u(x, t)A dx.
dt a
Poiche abbiamo supposto che il flusso della grandezza abbia la direzione
e il senso dellasse Ox segue che (a, t)A sia il contributo (in termini
di velocit`a) in entrata (nel tubo fra a e b) mentre (b, t) sia il con-
tributo in uscita (nello stesso tubo, al momento t). Ne risulta la
variazione
(a, t) (b, t).
Infine f (x, t)A dx `e la velocit`a con la quale la grandezza viene creata o
distrutta nel tubo infinitesimale (fra x e x + dx) e quindi
Z b
f (x, t)A dx
a
`e la velocit`a con la quale la grandezza viene creata o distrutta nel
tubo fra a e b (al momento t). La legge di conservazione invocata
precedentemente `e
d b
Z Z b
(14) u(x, t)A dx = (a, t)A (b, t)A + f (x, t)A dx.
dt a a

Vogliamo scrivere (14) come unequazione alle sole derivate parziali.


Per prima si osservi che si pu`o semplificare la costante A. Daltro
canto, dalla teoria degli integrali parametrici si sa che, dietro opportune
ipotesi di regolarit`a
d b(t)
Z Z b(t)
F (x, t) dx = Ft (x, t) dx + F (b(t), t) b0 (t) F (a(t), t) a0 (t).
dt a(t) a(t)
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Dunque (14) si pu`o riscrivere nella forma


Z b Z n
(15) ut (x, t) dx = (a, t) (b, t) + f (x, t) dx.
a a
Per la formula di Leibnitz-Newton
Z b
(a, t) (b, t) = x (x, t) dx
a
e quindi (sostituendo nella (15))
Z b Z b Z b
u(x, t) dx = x (x, t) dx + f (x, t) dx.
a a a
Si portino ora tutti gli integrali nel membro sinistro dellequazione
Z b
(16) [ut (x, t) + x (x, t) f (x, t)] dx = 0.
a
` ora necessario un lemma di Analisi Matematica I, molto elementare
E
i.e.
Rb
Lemma 1. Sia F : [0, `] R una funzione continua tale che a F (x) dx =
0 per ogni a, b [0, `], a < b. Allora F (x) = 0 per ogni x [0, `].
Dimostrazione. Siccome F `e continua, essa ammette una primitiva
G i.e. G0 (x) = F (x) per ogni x (0, `). Allora (per la formula di
Leibnitz-Newton)
Z b Z b
0= F (x) dx = G0 (x) dx = G(b) G(a)
a a
e quindi G `e (dallarbitrariet`a della scelta di a e b) una funzione costante.
Segue che la sua derivata, e quindi la funzione F , sia nulla nellintervallo
(0, `). Infine, poiche F `e continua, passando al limite verso 0 e `, ci
si pu`o convincere che F si annulla anche nelle estremit`a dellintervallo
[0, `]. Q.e.d.
Nei problemi di matematica applicata, quando si costruisce un mod-
ello matematico per un determinato fenomeno di interesse, si suppone
tacitamente che le funzioni coinvolte possiedono lammontare di rego-
larit`a che basti affinche si applichino i risultati noti dellanalisi matem-
atica. In questo caso si suppone che le funzioni u e siano di classe
C 1 in [0, `] [0, +) mentre f `e una funzione continua nello stesso do-
minio. Dunque ut +x f `e, come funzione di x, continua nellintervallo
[0, `] e il Lemma 1 precedentemente dimostrato si pu`o applicare per
concludere (dalla (16)) che (data larbitrariet`a della scelta di a e b)
(17) ut (x, t) + x (x, t) f (x, t) = 0, 0 x `, t > 0.
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Lequazione (17) (unequazione a derivate parziali del primo ordine)


`e lespressione matematica della legge di conservazione adoperata. La
funzione sorgente o pozzo f (x, t) `e in generale nota. Rimangono co-
munque due incognite nellequazione (17) osssia la densit`a u(x, t) e il
flusso (x, t). Lintuito (creato ad esempio in seguito allo studio della
teoria dei sistemi di equazioni lineari) ci dice che sia desiderabile avere,
ai fini di risolverle, tante equazioni quante incognite. Nuovamente
si esce dallambito della matematica propriamente deta e ci si rifa ad
alcune considerazioni di fisica. In determinate situazioni, nelle quali
si osserva un fenomeno di convezione, o di trasporto, si osserva (in
maniera sperimentale) che il flusso della grandezza in discussione sia
proporzionale alla sua densit`a, per cui si ha
(18) (x, t) = c u(x, t)
per qualche costante di proporzionalit`a c. La formula (18), che non `e il
risultato di considerazioni di carattere matematico, prende il nome di
equazione costitutiva. Si sottolinea che non `e questo il caso dellenergia
del calore, ma che il flusso `e davvero proporzionale alla densit`a in molti
casi di interesse e.g. se si osserva uno sciame di insetti che volano in
gruppo, oppure il flusso delle automobili su unautostrada. In altri
casi, come quello del raffreddamento di un cavo metallico, si possono
osservare altre leggi o equazioni costitutive. Il fenomeno soggiacente il
raffreddamento `e uno di dispersione, anziche di convezione, e la legge
costitutiva che lega flusso e densit`a `e
(19) (x, t) = K ux (x, t).
La formula (19) dice che il flusso `e diretto da zone di maggiore densit`a
dellenergia del calore verso zone di minore densit`a della stessa. Tor-
niamo ora a considerazioni di carattere matematico ossia andiamo a
sostituire dalla (18) nella (17). Si ottiene
(20) ut + cux = f
che `e lequazione della convezione, o lequazione del trasporto. Se invece
s sostituisce dalla (19) nella (17) si ottiene
(21) ut K uxx = f
che `e lequazione della dispersione (con termine sorgente).

6. Modelli matematici
Un modello matematico `e dunque un insieme di equazioni a derivate
parziali, accompagnate eventualmente da condizioni al bordo e/o con-
dizioni iniziali. Un modello matematico ambisce a descrivere da un
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punto di vista quantitativo un fenomeno fisico dato, in termini di fun-


zioni e parametri introdotte in uno sforzo di idealizzazione del fenomeno
considerato. Una volta costruito, il modello dovrebbe combaciare con i
dati sperimentali gi`a disponibili, provenienti dallosservazione del feno-
meno in discussione. Ci`o significa che, risolte le equazioni del modello
e ottenuta una soluzione, questultima deve fornire, valutata nei mo-
menti di tempo e nei punti dello spazio dove esistono di gi`a informazioni
sul fenomeno considerato, risultati che concordino con quelli osservati,
con laccuratezza prescritta. Se ci`o accade allora valutare la soluzione
in momenti di tempo e in punti dove dati osservati non sono disponi-
bili avr`a il valore di una previsione sul comportamento del fenomeno
in questione. Risolvere una o pi` u equazioni a derivate parziali non
avr`a sempre la finalit`a di catturare una soluzione in forma chiusa, val-
utabile nel tempo e nei punti dello spazio, magari con lausilio di uno
schema numerico, se la soluzione ha unespressione intricata. In de-
terminate situazioni risolvere ammonter`a soltanto a dimostrare teo-
remi di esistenza e unicit`a, e/o teoremi di regolarit`a, per la soluzione
delle equazioni del modello, caso nel quale i metodi numerici acquis-
tano maggiore importanza. Diamo ora unesempio, confinato al caso
dellequazione del trasporto (senza termine sorgente i.e. f = 0)
(22) ut + cux = 0,
di risoluzione effettiva delle equazioni del modello.
Sia R e si consideri la retta r di equazione x+ct = , rispetto ad
un sistema di assi ortogonali (xOt). Ogni elemento della famiglia {r :
R} si dice retta caratteristica dellequazione (22). Sia u(x, t) una
soluzione dellequazione (22). Andiamo a valutare u(x, t) in un punto
qualsiasi P = ( ct, t) della retta caratteristica r . Larbitrariet`a della
scelta di P r `e pari allarbitrariet`a di t R. Si ottiene dunque una
nuova funzione
(23) U (, t) = u( ct, t), (, t) R2 .
La derivata di U rispetto a t `e (per la formula di derivazione delle
funzioni composte)
Ut (, t) = ut ( ct, t) cux ( ct, t) = 0
dovuto alla (22) valutata nel punto ( ct, t). Poiche Ut = 0 segue che
U `e costante rispetto a t, mentre `e ancora una funzione di i.e.
(24) U (, t) = F ()
dove F () `e unarbitraria funzione derivabile, di una variabile reale .
In altre parole, abbiamo osservato che la soluzione u assume lo stesso
valore in ogni punto della retta r , un valore che dipende naturalmente
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dalla retta caratteristica considerata e quindi dal numero R. Po-


nendo x = ct, dalle formule (23)-(24) segue che
(25) u(x, t) = F (x + ct).
La (25) `e la soluzione generale dellequazione (22). Si osservi che essa
contiene una funzione arbitraria (derivabile) F , nella stessa maniera
nella quale le soluzioni generali delle equazioni differenziali ordinarie
lineari a coefficienti costanti contenevano tante costanti arbitrarie quan-
tera lordine dellequazione (qui lordine `e uno, e v`e una costante di
integrazione, la F ). Si osservi anche che (25) `e una famiglia infinita
di soluzioni. Se tuttavia si aggiunge una condizione iniziale
(26) u(x, 0) = (x), x R,
ossia `e nota la distribuzione iniziale (x) (al momento t = 0) della
densit`a u(x, t) (in questo caso in un tubo ideale di lunghezza infinita,
poiche x R) allora il problema (22) e (26) ha soluzione unica. Infatti
se si pone t = 0 in (25) allora
u(x, 0) = F (x)
ossia F (x) = (x) e la soluzione ricercata `e
u(x, t) = (x + ct).

7. Le equazioni di Maxwell
Le equazioni di Maxwell nel vuoto per il campo elettrico E = (E1 , E2 , E3 )
e il campo magnetico H = (H1 , H2 , H3 ) costituiscono un sistema di
equazioni
(27)  Et = rot(H), Ht = rot(E),

(28) div(E) = 0, div(H) = 0,


dove
e1 e2 e3



rot(X) = =

x y z


X1 X2 X3
 
X3 X2 X1 X3 X2 X1
= , , ,
y z z x x y
X1 X2 X3
div(X) = + + ,
x y z
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sono il rotore e la divergenza del campo X = (X1 , X2 , X3 ). Il sis-


tema (27)-(28) consiste di otto equazioni con sei incognite Ei (x, y, z, t)
e Hi (x, y, z, t) per i = 1, 2, 3. Non `e difficile dimostrare che ogni com-
ponente dei campi elettrico e magnetico soddisfa lequazione delle onde
utt = c2 (uxx + uyy + uzz )

con c = 1/ .

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