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Dispensa 3

2.6 Diagramma di redditivit e analisi CRQ (Costi, Ricavi, Quantit)

Lanalisi CRQ (Costi, Ricavi, Quantit) uno strumento molto utile e semplice per la
progettazione e la gestione di un generico impianto di produzione. Infatti la
conoscenza dellinterdipendenza fra costi, produzione e profitti di fondamentale
importanza in tutte le decisioni strategiche di unazienda.

Questo tipo di analisi, detta anche break even analysis, consente la determinazione
del punto di equilibrio (BEP, Break Even Point) tra costi totali e ricavi totali.

Per poter tracciare il diagramma di redditivit necessario introdurre alcune ipotesi


di base, illustrate di seguito.

1. La struttura dei costi industriali rimane invariata nellintervallo di tempo


considerato. Questo significa che landamento dei costi fissi, variabili e semi- variabili
risulta inalterato nellintervallo di tempo in esame. Affinch tale ipotesi possa essere
ritenuta valida, necessario che si verifichino alcune condizioni, quali per esempio
che rimanga immutata la struttura organizzativa aziendale e che non vengano
apportate variazioni significative nel ciclo produttivo e nelle politiche commerciali di
vendita.

2. Il prezzo di vendita rimane costante sia nellintervallo di tempo considerato sia al


variare del volume di vendite (quindi la pendenza p della retta del ricavo rimane
anchessa costante).

3. Il costo unitario di acquisizione di ciascuna risorsa produttiva (materie prime,


manodopera, energie ecc.) rimane costante nell intervallo di tempo considerato.

4. Il mixing produttivo rimane costante nellintervallo di tempo considerato.

5. Il volume di produzione coincide con il volume di vendita.

Lanalisi CRQ pu essere condotta sia sui dati storici sia sui dati previsionali, fornendo
cos la possibilit di valutare diverse situazioni economiche in cui lazienda pu
trovarsi. Questo tipo di analisi fornisce utili informazioni in sede di valutazione e di
scelta di soluzioni tecniche alternative, in fase sia di progettazione sia di esercizio di
un sistema produttivo.
Rappresentando le rette dei costi e dei ricavi in un piano cartesiano CRQ il punto Q*,
intersezione delle rette dei costi totali C e dei ricavi totali R, definito Break Even
Point (BEP) ovvero punto di pareggio. In esso i costi e i ricavi assumono lo stesso
valore.

Il diagramma che rappresenta landamento dei parametri C,R,Q noto come


diagramma di redditivit (Fig. 2.15).

C
Ricavi totali

Costi totali

p
* Q
Q

Figura 2.15. Diagramma di redditivit.

Si osservi che la pendenza della retta dei ricavi R rappresenta il prezzo unitario di
vendita. Esso fornito dalla seguente relazione:

=

Ricordando che lutile U di una azienda rappresenta la differenza tra i ricavi R


conseguiti dalla vendita dei prodotti e i costi C di produzione, possibile scrivere:

U = R CT = p Q (CF + Q) = Q (p- ) - CF
In corrispondenza del punto di pareggio, i costi e i ricavi si eguagliano, ossia lutile
nullo. Pertanto:

Per U*= 0 ; Q* = Q

Si dimostra facilmente che il valore di Q* in corrispondenza del quale si verifica


CFfornito dalla seguente relazione:
luguaglianza tra ricavi e costi diQ *

produzione
(p )
In termini grafici, in corrispondenza del valore di produzione Q1, il valore dellutile U1
pari alla differenza U1= (R1 C1) , ovvero corrisponde al segmento compreso tra la
retta dei ricavi e quella dei costi. Si desume quindi che lutile aumenta al crescere della
produzione, allontanandosi dal punto di pareggio. Il diagramma di redditivit, bench
corrispondente a unanalisi statica in quanto relativa a un determinato anno di
funzionamento, pu fornire utili informazioni anche in sede di progetto.
Lattendibilit di tali informazioni dipendente dal grado di approssimazione
raggiunto nellanalisi dei costi e dei ricavi.

La determinazione di Q* di fondamentale importanza ai fini dellesatto


dimensionamento del generico impianto. Infatti si pu verificare una delle tre
condizioni seguenti:

p <b: le due rette R e C divergono, pertanto luguaglianza tra costi e ricavi non pu
essere mai raggiunta. Lutile dellazienda negativo e aumenta al crescere della
produzione. Tale situazione ovviamente da evitare;

p = b: la retta dei costi parallela a quella dei ricavi. In questo caso lutile
dellazienda negativo e assume un valore costante pari a CF. Il punto di pareggio si
sposta allinfinito;

p > b: lintersezione delle due rette CT ed R si ha nel punto Q.

In base a queste considerazioni possibile definire la stabilit di unazienda, valutata


relativamente al rapporto tra il volume di produzione e il punto

Per poter meglio valutare la stabilit di unazienda possibile introdurre il margine di


sicurezza k definito mediante il rapporto:

Qt Q *
k 100
Qt
dove

Qt rappresenta la produzione totale prevista;

Q* rappresenta il volume di produzione in corrispondenza del punto di pareggio.

Il margine di sicurezza fornisce una misura della distanza del punto in cui opera
limpianto rispetto al punto di pareggio Q*. Indica, in altre parole, il grado di rischio di
mercato a cui si espone lazienda, ovvero la diminuzione delle vendite massime che
limpresa pu subire senza andare in perdita. Tale margine (a parit di livello di
vendite previste, prezzi e risultato economico) dipende dalla composizione della
struttura dei costi e dalla posizione del punto di pareggio.

Il valore del margine di sicurezza k espresso in forma percentuale e in molti casi


risulta compreso tra il 30 e il 50%, corrispondente cio a un valore di

Q* = 70-50% di Qt

Se, per esempio, risulta k = 50%, significa che limpianto pu funzionare con un
coefficiente di utilizzazione fino a 0,5 senza che si manifestino perdite. In altre parole
se per ragioni di mercato o per altre condizioni esterne, la produzione dovesse
risultare inferiore alla potenzialit, limpresa non avr perdite purch risulti Q 0,5 La
Figura 2.16 mostra il diagramma redditivit-margine di sicurezza.
Si considerino due aziende A e B i cui diagrammi di redditivit siano quelli riportati
nella Figura 2.17. E possibile desumere quale delle due lavora in condizioni di
maggiore stabilit?

Figura 2.17. Confronto tra due diagrammi di redditivit.


Si pu affermare che lazienda A pi stabile rispetto allazienda B in quanto si
verifica che: Q*A < Q*B
Lazienda A in grado di conseguire utili (U>O) in corrispondenza di bassi volumi di
produzione, lavorando inoltre con un valore di Qt lontano rispetto al punto di
pareggio. Si pu pertanto affermare che lazienda A caratterizzata da un elevato
grado di stabilit e da un valore elevato del coefficiente di sicurezza le.

Lazienda B lavora invece con un valore di Qt molto prossimo al punto di pareggio.


Essa pertanto caratterizzata da un elevato grado di instabilit, nonch da un basso
valore del coefficiente di sicurezza k.

2.7 Possibili andamenti del costo unitario

Alla luce delle relazioni fin qui esaminate, possibile considerare il diagramma di
redditivit in termini di costo totale unitario e ricavo totale unitario. In particolare,
dividendo il costo totale Ct e il ricavo totale Rt per il volume di produzione Qt si ottiene:

RT p Q
Ru p
Q Q
CT CF CV CF Q CF
CTu
Q Q Q Q Q Q

Il diagramma della Figura 2.21, riporta landamento del costo totale unitario e del
ricavo unitario R in funzione del volume di produzione Q. Il costo totale unitario varia
secondo una legge iperbolica.
Figura 2.21. Andamento del costo unitario.

Tale rappresentazione, tuttavia, puramente teorica in quanto presuppone un


assetto produttivo elastico capace di adattarsi a qualunque volume di produzione.
Non si considera il fatto che esistono limiti imposti dalla potenzialit dellimpianto
che, in genere, pu essere superata solo per periodi limitati di tempo.

Uneventuale forzatura dellimpianto per tempi lunghi determina un aumento del


costo unitario del prodotto dovuto a un incremento pi che proporzionale dei costi di
manodopera, manutenzione ecc., nonch a problemi di carattere organizzativo.

Pertanto il diagramma della Figura 2.21 va modificato e risolto uguale a quello visibile
nella Figura 2.22.
Figura 2.22. Andamento del costo unitario per Q> Qt.

Nella figura riportato landamento dei costi unitari (Cu), ricavi unitari (Ru) funzione
delle quantit di prodotto o volume di produzione (Q).

Dal diagramma si evince che lutile raggiunge un valore massimo in corrispondenza


del volume di produzione Qt

Per Q > Qt il costo unitario aumenta fino a intersecare nuovamente la retta del prezzo
p. Le ascisse dei due punti di intersezione della retta del prezzo p con la curva del
costo unitario Ctu, sono i punti Q*1 e Q*2.

Il punto Q*1 detto minimo tecnologico (relativo o assoluto) e rappresenta il minimo


volume di produzione per il quale si ha Rtu = Cu. Al di sotto di questa quantit non
conviene operare in quanto gli utili risultano minori di zero

(U<O).

Il punto Q*2 detto massimo tecnologico ( relativo o assoluto) e rappresenta il


massimo volume di produzione per il quale si ha UU= 0. Per volumi di produzione
maggiori di Q*2 lutile assume valori negativi. I punti Q*1 e Q*2 si definiscono relativi
se fanno riferimento allassetto produttivo ipotizzato. Si definiscono assoluti se invece
fanno riferimento a tutte le possibili tipologie di impianto.
Si osservi che nel caso in cui la pendenza della retta dei ricavi (p) coincide con la
pendenza della retta dei costi variabili (b), il diagramma di redditivit del tipo
mostrato nella Figura 2.23.

La curva del costo unitario pu assumere andamenti diversi rispetto a quello visibile
nella figura.

2.8 Margine di contribuzione

e margine lordo (MAC e MAL)

Il margine di contribuzione (MAC) rappresenta la parte dei ricavi di vendita che


consegue limpresa a copertura dei costi fissi.

Il MAC per definizione la differenza tra ricavi e costi variabili calcolata in


corrispondenza di un determinato volume di produzione:

MAC = R - Cv

Esplicitando i ricavi R e i costi variabili C possibile scrivere:

= = ( )

Dividendo per il volume di produzione Q si ottiene:

( )
= = ( ) =

La differenza tra il prezzo unitario di vendita e il costo variabile unitario rap presenta
quindi il margine di contribuzione unitario.

Pertanto si pu anche scrivere che:

Nella Figura 2.25 rappresentato landamento dei costi totali Ct, dei ricavi R e

dei costi variabili Cv. Larea tratteggiata contenuta fra la retta dei ricavi R e

quella dei costi variabili Cv rappresenta il margine di contribuzione.

Figura 2.25. Rappresentazione del MAC.

Si vuole precisare che con il termine margine si indica in genere una differenza, in
questo caso la differenza tra i ricavi e i costi variabili relativi al singolo prodotto; il
termine contribuzione indica invece il contributo che il singolo prodotto d per la
copertura dei costi fissi aziendali; il termine unitario sta a significare che riferito
allunit di prodotto. Il margine unitario di contribuzione non rappresenta un utile per
lazienda. Esso diventa un utile unitario dopo che sono stati recuperati i costi variabili,
ovvero dopo il punto di pareggio Q*. Nella determinazione del MAC non si tiene conto
della natura dei costi (spese amministrative, costi di fabbricazione, spese commerciali
ecc.), ma solo della dipendenza (fissa o variabile) di questi dalla produzione realizzata.
Il MAC varia linearmente con i ricavi conseguiti.
Considerando gli utili U di unazienda, possibile rappresentare graficamente
landamento della retta degli utili in un piano (U,Q). Ricordando che lespressione
dellutile :

= =

esplicitando i ricavi e i costi variabili in funzione dei prezzi di vendita nonch dei costi
variabili unitari si ottiene:

= ( ) = ( ) = + ( )

Ricordando la definizione di margine di contribuzione unitario si pu scrivere:

= +

Tale espressione lequazione di una retta con coefficiente angolare pari a MACU, e il
cui valore interseca con lasse delle y pari a CF. La rappresentazione di tale retta
visibile nella Figura 2.26.

= 0 =

Figura 2.26. Rappresentazione grafica del margine di contribuzione in relazione agli


utili

Il termine (p b) indica quindi la rapidit con cui cresce lutile U. Pertanto al crescere
del margine di contribuzione unitario aumenta la pendenza della retta.
Nel diagramma di redditivit, invece, lapertura della forbice, costituita dalla retta dei
ricavi R e dalla retta dei costi totali CT, aumenta allaumentare del margine di
contribuzione. Lo sviluppo dellanalisi CRQ pu essere effettuato grazie a una
riclassificazione delle singole voci del conto economico rispetto alla forma
convenzionale. Tale riclassificazione finalizzata a mettere maggiormente in evidenza
la differenza tra i costi fissi e quelli variabili. In questo caso si dice che i costi sono
suddivisi per andamento. Nella sua forma convenzionale, ovvero quella
comunemente riportata nel bilancio aziendale per tutti gli usi esterni, il conto
economico presenta i costi suddivisi per natura. In questo caso si definisce Margine
Lordo (MAL) la differenza tra i ricavi e i costi di fabbricazione del prodotto venduto.
Analiticamente, dato dalla seguente relazione:

I costi di fabbricazione sono tutti quei costi legati alla trasformazione della materia
prima in prodotto finito. Un esempio di prospetto sul MAL visibile nella Tabella 2.12.

Tabella 2.12. Esempio prospetto sul MAL.

2.9 Calcolo del punto di pareggio in termini monetari

Si ricorda che il punto di pareggio quel volume di produzione Q* in corrispondenza


del quale nullo lutile U. Pertanto si pu scrivere:

= =
( )

Esprimendo il volume di produzione in unit monetarie, il margine di contribuzione


pu essere espresso come una frazione K del ricavo.

= = =

Ove

= =

Ricordando lespressione dellutile U, il margine pu anche essere espresso come:

= = +

Ma nel punto di pareggio Q*, essendo U = O , si avr: MAC = CF

Ovvero possibile scrivere: K x R = CF

Risolvendo tale equazione nellincognita R si ottiene:



= =
1

2.10 Diagramma di redditivit in presenza d due o pi prodotti

Nella maggior parte dei casi la produzione di unazienda non concentrata su un


unico articolo, ma diversificata su articoli diversi. Si prenda in considerazione
lipotesi di unazienda che produce due beni X1 e X2, caratterizzati dal costo variabile
unitario rispettivamente pari a b1 e b2, e costi fissi di struttura pari a CF totali. Se i
prezzi di vendita risultano rispettivamente uguali a p1 e p2, la condizione di pareggio
pu porsi uguale a:

1 1 + 2 2 = 1 1 + 2 2 +

quindi:

1 (1 1 ) + 2 (2 2 ) = 0

Tale espressione non altro che la somma dei margini di contribuzione di ogni
prodotto al netto dei costi fissi.
Pertanto:
CFtotali p 2
Q1 Q2 2
p1 1 p1 1
Tale espressione rappresenta lequazione di una retta da isoprofitto nullo. In
particolare (Fig. 2.27):
CFtotali
Q1 2 = 0
( p1 b1 )

CFtotali
Q2 1 = 0
( p2 b2 )

Figura 2.27. Diagramma di redditivit in presenza di due o pi prodotti.

A parit di prezzi e costi variabili unitari, le rette con isoprofitto positivo avranno la
stessa pendenza ma si troveranno a destra della retta con isoprofitto nullo.
Analogamente, le rette con isoprofitto negativo si troveranno a sinistra.

Nel caso in cui lazienda realizza pi di due prodotti, risulta impossibile ripetere
lanalisi precedente. In tal caso sono valide le seguenti ipotesi:

i costi fissi sono riferiti a tutto il mix di produzione;


i ricavi da considerare sono quelli totali;

i costi variabili possono invece essere suddivisi tra i singoli prodotti.

Si consideri pertanto unazienda che produce n prodotti nelle quantit:

Q1, Q2, Q3,..Qn

I costi variabili unitari siano:

b1,b2,b3,.bn

Mentre i prezzi di vendita saranno:

p1,p2,p3,pn

Lutile dellazienda pu essere espresso mediante la relazione:


n n
U pi Qi bi Qi CFtotale
i 1 i 1

Volendo esprimere lutile in funzione del ricavo totale dellazienda, occorrer fare
altrettanto per i costi variabili. Pertanto, dividendo il valore del costovariabile totale
per il ricavo totale, si ottiene il valore del costo variabile totale per unit di ricavo
totale ovvero per euro di fatturato. Quindi:

b Q i i n n
btotale i 1
n b Q i i btotale pi Qi
p Q
i 1
i i i 1 i 1

Pertanto lespressione dellutile risulta essere:

n
U (1 btotale ) pi Qi CFtotale
i 1
Nel punto di pareggio lutile risulta essere pari a zero. Pertanto possibile scrivere:

n
U (1 btotale ) pi Qi CFtotale 0
i 1

Pertanto, avendo indicato con:

n
R *
totale pi Qi
i 1

Si desume che:

CFtotale
*
Rtotale
(1 btotale )
Pertanto, nel caso di pi prodotti, il ricavo di pareggio R*totale pari al rapporto tra i
costi fissi totali e il margine di contribuzione per unit di fatturato (1 btotale)

2.11 Determinazione del volume ottimale di produzione

Si consideri unazienda che lavora in regime di concorrenza perfetta, ovvero con


prezzo p di mercato costante e prefissato.
Figura 2.28. Determinazione del volume ottimale di produzione. Rappresentazione
del costo marginale.

Si consideri il diagramma di redditivit della Figura 2.28, con:

= () = +

Per determinare il volume ottimale di produzione si ricorre al metodo dellanalisi


marginale. Si consideri la funzione di costo totale di produzione:

= (); = = ()

Per determinare se i profitti aumentano o meno, occorre verificare se la produzione


di ununit addizionale fa crescere i costi di pi o di meno del prezzo. Si dimostra che
lutile massimo quando la variazione di costi corrispondenti allaggiunta di ununit
di prodotto pari al ricavo aggiunto che si ottiene dalla sua vendita, ovvero quando
costo marginale = ricavo marginale.

In termini analitici il volume ottimale di produzione da ricercare nel punto in cui U


= Umax

Pertanto:
( ) ()
= =0

Da cui si desume
()
=0

Il livello pi vantaggioso di produzione quello per cui il costo marginale di


produzione risulta essere uguale al prezzo di mercato.

Graficamente, poich al crescere delle dimensioni dellimpianto, per effetto delle


diseconomie di scala, i costi totali aumentano in maniera pi che proporzionale, il
volume ottimale quello per cui la pendenza della tangente alla curva dei costi (costo
marginale) uguale alla pendenza della retta dei ricavi (prezzo unitario).

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