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Introduzione
Caratteristiche dell'edificio
Normativa di riferimento
Parte prima
Parte seconda
Parte terza
1
Numero allegato Contenuto
1 Pianta, prospetti e sezioni dell'edificio
2 Composizione e caratteristiche parete, pavimento e copertura
3 Tabella riassuntiva caso invernale
4 Tabella riassuntiva caso estivo
5 Portate d'aria minime
6 Tabella carichi ambiente 1
7 Tabella carichi ambiente 2
8 Tabella carichi ambiente 3
9 Tabella carichi ambiente 4
10 Tabella carichi ambiente 5
11 Tabella carichi ambiente 6
12 Tabella carichi ambiente 7
13 Tabella carichi ambiente 8
14 Tabella carichi ambiente B
15 Tabella carichi ambiente C
16 Tabella carichi ambiente D
17 Tabella 3.4
18 Tabella 3.5
19 Tabella 3.14
20 Diagramma temperature esterne
21 Tabella 21
22 Tabella 23
23 Tabella 24
24 Diagramma portate diametri tubazioni acqua
25 Diagramma portate diametri tubazioni aria
26 Schema funzionale impianto
A Diagramma psicrometrico uffici caso estivo
B Diagramma psicrometrico uffici caso invernale
27 UTA uffici
28 Pompe UTA uffici caso estivo
29 Pompe UTA uffici caso invernale
C Diagramma psicrometrico aule caso estivo
D Diagramma psicrometrico aule caso invernale
30 UTA aule
31 Pompe UTA aule caso estivo
32 Pompe UTA aule caso invernale
33 Ventilconvettori
34 Gruppo refrigerante
35 Pompe gruppo refrigerante
36 Gruppo caldaia
37 Pompe gruppo caldaia
38 Schema distribuzione acqua
Introduzione
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La progettazione di un impianto di climatizzazione in un edificio un
provvedimento atto creare le condizioni di benessere ottimale ambiente per
ambiente. Tale progettazione si basa, perci, sulla valutazione delle
condizioni di carico termico pi onerose.
Per carico termico si intende il flusso termico che deve essere fornito
dall'impianto al fine di mantenere in ambiente la temperatura interna
desiderata. Tali carichi termici possono essere di due tipi: sensibili, ovvero
legati alla differenza di temperatura tra l'ambiente e un punto esterno ad
esso, e latenti, ovvero legati ad una differenza di umidit relativa tra
l'ambiente ed un punto esterno ad esso. Le condizioni di benessere che
devono essere garantite in ambiente dall'impianto sono stabilite da normative
specifiche.
Determinate dunque le condizioni di temperatura ed umidit relativa ottimali
per l'ambiente, dette condizioni interne di progetto, la progettazione
impiantistica prosegue con la determinazione dei carichi termoigrometrici,
ovvero degli scambi di energia e vapore acqueo tra l'ambiente e l'esterno.
Contemporaneamente, si determinano le condizioni dell'aria che viene
immessa in ambiente: portata, velocit, temperatura, umidit relativa e, non
ultima, purezza dell'aria devono essere attentamente valutate in maniera tale
da creare le condizioni ottimali per il benessere degli occupanti.
Per raggiungere tali condizioni a partire da quelle esterne, l'impianto dovr
agire sull'aria operando una serie di trasformazioni su di essa, le quali
devono essere progettate e studiate in maniera adeguata. Bisogna scegliere
quindi le apparecchiature atte ad effettuare tali trasformazioni, dimensionare
adeguatamente i condotti di distribuzione dell'impianto e scegliere i sistemi di
controllo e di regolazione necessari.
L'edificio dipende inoltre da numerosi fattori che entrano in gioco nel computo
dei carichi termici, quali ad esempio il fattore solare, l'irraggiamento solare, la
temperatura esterna e la sua differenza istantanea con quella interna e
l'esposizione; tali valori variano di ambiente in ambiente e incidono in
maniera significativa sulle potenze termiche in gioco.
Si sono quindi analizzati i carichi termici in due momenti significativi precisi,
corrispondenti alle condizioni estive e invernali pi gravose che l'impianto
chiamato a fronteggiare.
Per ogni ambiente stata compilata una tabella in cui i carichi termici estivi
ed invernali nelle modalit che verranno descritte in seguito.
Caratteristiche dell'edificio
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La struttura studiata risulta da un'operazione preliminare che prevede di
specchiare l'edificio per avere una maggior comodit di calcoli senza che vi
siano errori rilevanti in fase di analisi e dimensionamento. Cos facendo si
ottiene, pertanto, una struttura piuttosto simile a quella da analizzare. La
superficie netta di 1334,27 m 2 e si sviluppa su un solo piano usufruibile
dagli utenti; considerando un'altezza media di 3,1 m per tutti gli ambienti fatta
eccezione per i bagni per cui si considera un'altezza di 3,4 m e l'ampio
corridoio d'ingresso per cui si considera un'altezza di 6,05 m, il volume netto
che ne risulta di 4908,51 m 3. Si accede all'edificio tramite due ingressi
vetrati situati sul lato sud e forniti di gradinate e di rampe per disabili. Tramite
questi ingressi, si accede ad un ampio corridoio centrale voltato a botte con
copertura in policarbonato. Esso divide il complesso in due corpi separati: sul
lato nord sono situate le aule, sul fronte sud gli uffici e i locali tecnici. Gli uffici
sono 6, pi 2 desk informazioni molto piccoli mentre le aule sono 4. Gli altri
locali, quali bagni ed ambienti di servizio come ripostigli, sono molto pi
piccoli. Le pareti sono sia opache che trasparenti. Le pareti opache sono
multistrato e hanno uno spessore totale di 38 cm. Le stratigrafie e le relative
trasmittanze termiche sono descritte nell' allegato 2. La copertura e il
pavimento hanno, invece, uno spessore rispettivamente di 18,1 cm e 34,1 cm
e le relative stratigrafie e trasmittanze termiche sono, come per le pareti,
nell'allegato 2. Per le pareti trasparenti, invece, sono stati presi in
considerazione dei doppi vetri ordinari senza schermatura con fattore di
correzione della radiazione solare pari a 0,9 e trasmittanza termica pari a
2,5 kcal/(m2*C*h).
Normative di riferimento
La normativa UNI 10339 fornisce indicazioni in merito alla classificazione e la
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definizione dei requisiti minimi degli impianti e dei valori delle grandezze di
riferimento durante il funzionamento degli stessi. Viene applicata agli impianti
aeraulici, installati in edifici chiusi e destinati al benessere delle persone.
Limpianto aeraulico deve consentire di raggiungere e mantenere le
condizioni di qualit e movimento dellaria e le condizioni termiche ed
igrometriche dellaria specifiche delle funzioni assegnate (filtrazione,
riscaldamento, raffrescamento, umidificazione, deumidificazione) in accordo
con le prescrizioni della UNI 10339. Limpianto deve assicurare:
a) unimmissione di aria esterna pari o maggiore ai valori minimi, per ciascun
tipo di destinazione duso, riferiti o al numero delle persone presenti, o alla
superficie in pianta, o al volume dellambiente;
b) una filtrazione minima convenzionale dellaria (esterna e ricircolata) tramite
l'impiego di filtri di classe appropriata, per ciascun tipo di locale;
c) una movimentazione dellaria (nel volume convenzionale occupato) con
velocit comprese entro i limiti prescritti.
La Normativa UNI 11300 Parte 1 stata sviluppata dal Gruppo Consultivo
102. Lo scopo di questo gruppo la normazione nel campo delle prestazioni
energetiche degli edifici, inclusa la trasmissione del calore nei componenti
degli edifici e lisolamento termico degli impianti installati negli edifici: regole
per esprimere le principali propriet termiche e i requisiti, metodi di calcolo e
di prova, dati di input inclusi i dati climatici, effetti dellumidit. Della
Normativa UNI 11300 Parte 2 si occupa invece il Gruppo Consultivo 601.
Questo GC si occupa delle varie fasi di realizzazione degli impianti termici dal
progetto preliminare al collaudo. La specifica tecnica fornisce dati e metodi
per la determinazione:
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serramento e della lunghezza dei giunti apribili.
La norma UNI 10349 riporta le condizioni climatiche, compreso i valori di
irraggiamento solare, per i capoluoghi di Provincia.
Per la valutazione della trasmittanza stata presa come riferimento la
normativa UNI EN ISO 6946, mentre per i valori delle conducibilit termiche
dei materiali sono stati presi in considerazione i valori prescritti dalle
normative UNI 10351, UNI 10355 e UNI EN 1745.
PARTE PRIMA
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condizioni pi gravose da sostenere per l'impianto che si hanno in assenza di
irraggiamento solare e si considera nullo l'accumulo termico. L'irraggiamento
solare rappresenta un apporto di calore aggiuntivo che aiuta l'impianto a
raggiungere e mantenere le condizioni climatiche desiderate.
Dato che le temperature esterna e interna sono notevolmente diverse tra loro
e che la prima oscilla di poco intorno ad un valore medio, si considera la
temperatura esterna costante durante l'arco della giornata e corrispondente
al valore minimo.
Tali accorgimenti si adottano per far s di porci in una condizione cautelativa
rispetto alle condizioni climatiche reali: in tal modo l'impianto, leggermente
sovradimensionato, potr fronteggiare quasi tutte le condizioni climatiche
esterne, fatta eccezione per quelle di carattere straordinario per le quali esso
potr andare un po' in difficolt.
Per le condizioni climatiche relative ad ogni mese dell'anno si far riferimento
al cosiddetto giorno medio mensile: si tratta di un giorno fittizio in cui le
grandezze climatiche sono state determinate come media di quelle misurate
per un lungo periodo, statisticamente significativo. I valori massimi e minimi
della temperatura e la sua oscillazione sono forniti dalla Normativa.
L'impianto dovr quindi fornire calore in misura pari a quello disperso per
trasmissione a causa della differenza di temperatura, eventualmente
diminuito della quantit di calore prodotto internamente all'ambiente da
persone, apparecchiature elettriche e luci. Tali produzioni interne di calore,
tuttavia, non verranno qui prese in considerazione per porci in una condizione
di progetto cautelativa. Sono elencate in seguito le condizioni termiche di
riferimento date dalla Normativa relativamente alla citt di Roma in condizioni
invernali:
CONDIZIONI DI PROGETTO:
Localit: Roma
Latitudine: 41 54' 39'' 24 N
Longitudine: 12 28' 54'' 48 E
H (s.l.m.): 0 m
Test = 0 C
Tint = 20 C
DT = Tint-Test = 20 C
fest = 40 %
fint = 55 %
1.1.1 PARETI TRASPARENTI
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trasmissione, per quanto riguarda le pareti trasparenti, regolata dalla
seguente relazione:
Q'tr = H S DT f
dove:
H = trasmittanza della superficie vetrata, assunta pari a 2,5 kcal/(hm2K);
S = superficie vetrata;
DT = differenza di temperatura tra interno ed esterno, pari in inverno a 20 C.
f = fattore correttivo che tiene conto dell'esposizione della parete trasparente,
pari ai valori riportati in tabella negli allegati da 6 a 16.
Q'op = H S DT f
dove:
H = trasmittanza delle superfici opache, assunte pari ai valori riportati
nell'allegato 2;
S = superficie opaca netta;
DT = differenza di temperatura tra interno ed esterno, pari in inverno a 20 C;
f = fattore correttivo che tiene conto dell'esposizione della parete opache, pari
ai valori riportati in tabella negli allegati da 6 a 16.
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I ponti termici, perci, vengono generati da queste disomogeneit e da
variazioni della configurazione geometrica del muro considerato. Un ponte
termico provoca un aumento della dispersione del calore attraverso il muro
creando diverse distribuzioni delle temperature interne al muro.
Dal punto di vista termico, la dispersione di calore aggiuntiva apportata da un
ponte termico deve essere presa in considerazione anche se genericamente
non provoca incrementi significativi di calore trasmesso attraverso il muro.
Dal punto di vista igrometrico, invece, tale variazione di temperatura interna
al muro, se sottovalutata, pu portare alla formazione di condensa all'interno
di esso; ci, nel tempo, pu portare a danni significativi dei materiali
costituenti la parete.
I ponti termici presi in considerazione nel calcolo della trasmissione del calore
dall'interno all'esterno sono quelli relativi al perimetro degli infissi delle pareti
vetrate e quelli relativi alla muratura perimetrale, in prossimit della parete
opaca.
Il calore trasmesso attraverso i ponti termici regolato dalla relazione:
Q'PT = KL L DT
dove:
KL = coefficiente lineico, pari a 0,05 nel caso del ponte termico relativo agli
infissi e a 0,01 nel caso della muratura perimetrale dell'edificio;
L = perimetro del ponte termico;
DT = differenza di temperatura tra interno ed esterno, pari a 20 C.
La somma dei flussi termici relativi alle pareti trasparenti, alle pareti opache e
ai diversi ponti termici ci fornisce la potenza termica di relazione:
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nel caso invernale, risulta pari alla sola potenza termica di relazione:
Q'tot = Q'R
I valori dei vari fabbisogni di calore totale per i diversi ambienti dell'edificio
sono riportati negli allegati da 6 a 16.
CONDIZIONI DI PROGETTO:
Localit: Roma
Latitudine: 41 54' 39'' 24 N
Longitudine: 12 28' 54'' 48 E
H (s.l.m.): 0 m
Test max = 34 C
Tint = 26 C
DT = escursione termica giornaliera = 8 C
fest = 60 %
fint = 45 %
Nel calcolo dei flussi termici passanti per le pareti trasparenti stata fatta una
differenziazione per i contributi dovuti all'irraggiamento solare e alla differenza
di temperatura tra interno ed esterno dell'edificio. I calcoli sono stati effettuati
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per le ore 8, 10, 12, 14, 16 e 18.
Per determinare i carichi relativi all'irraggiamento solare stata utilizzata la
tabella 3.4 dell'allegato 17, prendendo i valori della radiazione solare riferiti al
23 luglio rispetto all'esposizione della finestra considerata.
Dalla tabella 3.5 dell'allegato 18 sono stati presi i fattori di correzione della
radiazione solare dovuti alla presenza di schermature, detti fattori solari. Nel
nostro caso si considerato un doppio vetro ordinario con cui si ottiene un
valore pari a 0,9.
Il calore apportato in ambiente dall'irraggiamento solare dato da:
Q't = S H DTist
con:
H = trasmittanza termica del vetro.
Nel calcolare i carichi relativi alle pareti opache si prende come riferimento i
valori contenuti nella tabella 21 in allegato 21, la quale fornisce la differenza
di temperatura equivalente in funzione dell'ora solare e del mese dell'anno,
ovvero luglio, per pareti con diverso peso specifico ed orientazione.
La tabella valida per una temperatura a bulbo asciutto pari a 34 C, una
temperatura ambiente di 26 C ed un'escursione termica giornaliera pari a 11
C.
Dato che la nostra parete ha una massa superficiale di 204 kg/m 2, per
interpolazione lineare si ricavano dalla tabella i valori di DTeq relativi alle ore
8, 10, 12, 14, 16 e 18.
Per escursioni termiche differenti, come quella del nostro caso pari a 15 C, si
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apportano delle correzioni alle differenze di temperatura equivalenti. Tali
correzioni si possono trovare nella tabella 24 in allegato 23. Tale tabella, con
un valore di escursione termica pari a 15 C ed un valore di differenza di
temperatura tra interno ed esterno alle ore 15 pari a 8 C, ci fornisce una
correzione alla differenza di temperatura equivalente pari a -2 C. Sommando
algebricamente tale valore a quello ottenuto in tabella 21, otteniamo il reale
valore di differenza di temperatura equivalente che ci serve ai fini del nostro
calcolo.
Discorso analogo vale per le coperture, dove al posto della tabella 21 stata
usata la tabella 23 in allegato 22, prendendo come riferimento i valori relativi
ad un tetto di colore chiaro. Dato il valore della massa superficiale della
nostra copertura, pari a 248,5 kg/m 2, per interpolazione lineare si sono
ottenuti i valori relativi alle diverse ore considerate. Per le correzioni alle
differenze di temperatura equivalente, poi, stata usata di nuovo la tabella 24
in allegato 23.
Si pu quindi utilizzare ai fini del calcolo del calore da sottrarre all'ambiente la
seguente relazione:
Q'op = S H DTsa
dove:
S = superficie del muro o della copertura considerata;
H = trasmittanza del muro o della copertura;
DTsa = differenza di temperatura equivalente, calcolata con i metodi descritti
sopra.
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80 persone per la tipologia di aule 6;
10 persone per il corridoio di ingresso di tipologia 8;
1 persona per l'ambiente B;
1 persona per l'ambiente C;
1 persona per l'ambiente D.
Fr = - ma r cp DTfr
dove:
ma = portata d'aria immessa in ambiente;
r = densit dell'aria, pari a 1,25 kg/m3;
cp = calore specifico a pressione costante, pari a 0,24 kcal/(kg C);
DTfr = differenza di temperatura tra aria immessa in ambiente, alla
temperatura di 20 C, e aria in ambiente alla temperatura desiderata di 26 C.
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Il fabbisogno totale di freddo richiesto in ambiente dato dalla somma
algebrica dei vari contributi di calore calcolati in precedenza a cui va aggiunto
il valore della potenza termica di infiltrazione, trascurata in quanto l'edificio
risulta in sovrappressione rispetto all'esterno:
PARTE SECONDA
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I vari ambienti prevedono uno studio riguardante le persone presenti in essi, i
cui risultati sono stati riportati nel paragrafo 1.2.3.
Inoltre stata calcolata la potenza dissipata internamente dalle lampade e
dalle apparecchiature elettriche dei diversi locali, indicata nello stesso
paragrafo 1.2.3.
Il numero di ricambi d'aria stato ricavato in base al numero di persone in
ogni stanza. La normativa prevede un numero di ricambi minimo pari a 40 m 3
a persona. Per gli uffici si scelto un valore di ricambi orari pari a 2. Per le
aule, invece, si ottiene un valore di calcolo pari a 7 ricambi orari; tale numero
fornisce, tuttavia, una velocit dell'aria troppo elevata che pu creare fastidi
agli occupanti della sala, pertanto si scelto di diminuire il numero dei
ricambi orari da 7 a 5.
In base a tali dati sono state dimensionate le UTA per gli uffici e per le aule.
Nei paragrafi successivi sono descritti pi approfonditamente questi aspetti
appena descritti.
Il carico termico totale relativo a tutti gli uffici e al grande corridoio d'ingresso
il seguente:
Q'tot estivo = Q'irr + Q't + Q'op + Q'inf + Q'diss + Q'sens Fr
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di temperatura ed umidit all'esterno e in ambiente.
A:
xA = 9,5 10-3 kgH2O/kgaria
hA = 51 kJ/kg
TA = 26 C
fA = 45 %
E:
xE = 20,5 10-3 kgH2O/kgaria
hE = 86,5 kJ/kg
TE = 34 C
fE = 60 %
Bilancio di massa: A = I
Bilancio di vapore: I xI + vapore = A xA
Bilancio di energia: A hI + Q'latente = A hA
che diventa: A Dh = Q'latente
Esso sar, quindi, pari a 135 kcal/h per gli uffici di tipo 1 e 4, pari a 180 kcal/h
per gli uffici di tipo 2 e pari a 90 kcal/h per gli uffici di tipo 3. Avremo, perci,
un valore totale del calore latente prodotto in ambiente pari a:
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Q'latente tot = 810 kcal/h
dato dalla somma dei valori calcolati precedentemente.
Le tre equazioni di bilancio contengono tre incognite, ovvero il titolo di
immissione, la portata di aria totale che l'UTA dovr elaborare e l'entalpia di
immissione.
Al variare di A si avranno infinite combinazioni possibili dei tre valori;
tuttavia, la maggior parte di esse saranno o poco economiche o non avranno
i requisiti per dare il benessere agli occupanti del locale.
Per quanto riguarda A, essa dovr avere un valore almeno pari alla minima
portata d'aria esterna occorrente alla ventilazione v.
In questo caso, per, A deve essere maggiore rispetto a v poich tale
valore comporta una differenza di temperatura troppo elevata tra l'aria
immessa e l'aria alla temperatura ambiente di 26 C.
Questo perch d'estate un'aria immessa ad una temperatura inferiore ad 8 C
rispetto a quella ambiente pu risultare molto fastidiosa per gli occupanti del
locale direttamente investiti da tale flusso.
Per lo stesso motivo, d'inverno la differenza di temperatura tra l'aria immessa
e quella a temperatura ambiente non deve superare i 15-20 C.
Invece di tentare di volta in volta a fissare casualmente un valore per la
portata d'aria immessa, fissiamo la temperatura dell'aria in ingresso nel modo
appena descritto e poi verifichiamo che si abbia:
A v.
Il ricircolo dell'aria non viene effettuato dato che il tipo di impianto misto
acqua-aria.
Fissiamo, quindi, una temperatura del punto fisso pari a 11 C. Le variabili
termoigrometriche di tale punto saranno:
D: (punto fisso)
xD = 8,25 10-3 kgH2O/kgaria
fD = 100 % (fissato sul punto di saturazione dell'aria)
TD = 11 C
hD = 32 kJ/kg
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I:
xI = 8,25 10-3 kgH2O/kgaria
TI = 20 C
hI = 41 kJ/kg
fI = 57 %
Q'latente tot = A cp DT
avremo quindi una portata d'aria immessa pari a:
con:
hvap = calore latente di vaporizzazione, pari a 540 kcal/kg.
Eguagliando tale equazione con quella del bilancio di vapore, otteniamo:
e quindi:
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xA = xI + Dx = 9,37 10-3 kgH2O/kgaria
A:
xA = 9,37 10-3 kgH2O/kgaria
hA = 50 kJ/kg
TA = 26 C
fA = 45 %
C:
xC = 20,5 10-3 kgH2O/kgaria
fC = 100 %
TC = 25,2 C
hC = 77 kJ/kg
Raffreddamento e deumidificazione
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suddetto di 6 C.
H2O raff-deum = Q'raff-deum / (cp DTbatt raff) = 83 984,5 / (4,186 6) = 3 343,9 kg/h =
= 3,34 m3/h
Post-riscaldamento
Q'post-risc = A DhD-I + 15% = 1 340 (41 32) + 15% = 13 869 kJ/h = 3,85
kW
H2O post-risc = Q'post-risc / (cp DTpost-risc) = 13 869 / (4,186 15) = 220,9 kg/h =
= 0,22 m3/h
La potenza termica totale necessaria per far funzionare l'UTA degli uffici in
condizioni estive la seguente:
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costi di utilizzo. Determinata la portata, si va in uno di questi diagrammi a
seconda del tipo di tubazione scelta e, assegnando una perdita di carico,
otteniamo il relativo diametro equivalente e la velocit dell'acqua.
Si scelto di utilizzare il metodo della perdita di carico distribuita costante e
pari a 15 mmH2O/m, corrispondente a 150 Pa/m, valore che ottimizza i costi
dell'impianto. Si usa questo valore come dato di ingresso al diagramma.
La portata d'acqua per la batteria di raffreddamento e deumidificazione
dell'aria stata trovata precedentemente:
H2O raff-deum = 3 343,9 kg/h = 3,34 m3/h
Deq = 41,25 mm
vH2O raff-deum = 0,70 m/s
Deq = 15,75 mm
vH2O post-risc = 0,36 m/s
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con:
Dp1 distr = perdita di carico distribuita per unit di lunghezza, pari come gi
detto a 150 Pa/m;
L = lunghezza percorso dal gruppo refrigerante alla batteria di raffreddamento
e deumidificazione dell'UTA, pari a 112 m.
Dato che:
1 Ata = 0,981 105 Pa
1 Ata = 10 mcolonna H2O
Si ottiene:
Hp = 2,24 mcolonna H2O
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A:
xA = 8,0 10-3 kgH2O/kgaria
hA = 40 kJ/kg
TA = 20 C
fA = 55 %
E:
xE = 1,5 10-3 kgH2O/kgaria
hE = 4 kJ/kg
TE = 0 C
fE = 40 %
Il carico termico totale relativo agli uffici riportato nella tabella in allegato 3
ed pari a:
dove:
Q'caldo portato = A Dh = A cp DT = A cp (TI TA)
Q'caldo portato = A cp (TI TA) = 1 340 0,24 (25 20) = 1 608 kcal/h
Anche in questo caso, come in quello estivo, dato che l'impianto di tipo
misto, il ricircolo non viene effettuato.
Di nuovo, le condizioni termoigrometriche del punto fisso sono le stesse che
nel caso estivo:
D: (punto fisso)
xD = 8,25 10-3 kgH2O/kgaria
fD = 100 % (fissato sul punto di saturazione dell'aria)
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TD = 11 C
hD = 32 kJ/kg
I xI + vapore = A xA
quindi si ha:
vapore = A Dx
Si ha, inoltre, il vapore mediamente prodotto dalle persone in ambiente :
vapore = Q'latente tot / hvap
con:
hvap = calore latente di vaporizzazione, pari a 540 kcal/kg.
Q'latente tot = calore latente prodotto dalle persone in ambiente; tale valore vale
circa 30 kcal/h per ogni persona che si trova in una stanza alla temperatura di
20 C; il calore latente totale, quindi, sar uguale a:
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Eguagliando le due espressioni per il calcolo di vapore scritte in precedenza,
otteniamo:
A:
xA = 8,996 10-3 kgH2O/kgaria
TA = 20 C
hA = 43 kJ/kg
fA = 61 %
C:
xC = 1,5 10-3 kgH2O/kgaria
fC = 6 %
TC = 27,3 C
hC = 32 kJ/kg
Pre-riscaldamento
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Q'pre-risc = H2O pre-risc cp DTpre-risc
con:
DTpre-risc = salto termico dell'acqua nella batteria di pre-riscaldamento, assunto
pari a 15 C.
Pertanto la portata d'acqua necessaria a far funzionare la batteria di pre-
riscaldamento sar:
H2O pre-risc = Q'pre-risc / (cp DTpre-risc) = 45 024 / (4,186 15) = 717,1 kg/h
Post-riscaldamento
Gli stessi discorsi fatti per la batteria di pre-riscaldamento, valgono anche per
quella di post-riscaldamento: in questo caso la potenza termica di essa pari
a:
Q'post-risc = A DhI-D + 20% = 1 340 (47 32) + 20% = 24 120 kJ/h = 6,7 kW
H2O post-risc = Q'post-risc / (cp DTpost-risc) = 24 120 / (4,186 15) = 384,1 kg/h =
= 0,384 m3/h
Q'tot risc = Q'pre-risc + Q'post-risc = 45 024 kJ/h + 24 120 kJ/h = 69 144 kJ/h =
= 19,2 kW
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per la perdita di carico distribuita si scelto 6 mm H2O/m, ovvero 60 Pa/m,
valore che ottimizza i costi dell'impianto. Utilizzando il valore di 60 Pa/m e
quello di H2O calda tot come valori di ingresso al diagramma in allegato 24, si
ricavano i seguenti valori per la velocit dell'acqua e per il diametro
equivalente:
Deq = 36,75 mm
vH2O = 0,38 m/s
Hp = Dpdistr + Dpconc
Dpdistr = Dp1 distr L = 60 Pa/m 28 m = 1 680 Pa
con:
Dp1 distr = perdita di carico distribuita per unit di lunghezza, pari come gi
detto a 60 Pa/m;
L = lunghezza percorso dal gruppo refrigerante alla batteria di riscaldamento,
pari a 28 m.
In genere, su una data perdita di carico, il 25% dato dalle perdite di carico
concentrate e il 75% da quelle distribuite, perci abbiamo:
Dato che:
1 Ata = 0,981 105 Pa
1 Ata = 10 mcolonna H2O
Si ottiene:
Hp = 0,23 mcolonna H2O
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2.3 CASO ESTIVO AULE STUDENTI
Il carico termico totale relativo a tutti gli uffici e al grande corridoio d'ingresso
il seguente:
Q'tot estivo = Q'irr + Q't + Q'op + Q'inf + Q'diss + Q'sens Fr
A:
xA = 9,5 10-3 kgH2O/kgaria
hA = 51 kJ/kg
TA = 26 C
fA = 45 %
E:
xE = 20,5 10-3 kgH2O/kgaria
29
hE = 86,5 kJ/kg
TE = 34 C
fE = 60 %
Bilancio di massa: A = I
Bilancio di vapore: I xI + vapore = A xA
Bilancio di energia: A hI + Q'latente = A hA
che diventa: A Dh = Q'latente
Esso sar, quindi, pari a 3 960 kcal/h per le aule di tipo 5 e 7, pari a 3 600
kcal/h per le aule di tipo 6 e pari a 45 kcal/h per gli ambienti di tipo B. Avremo,
perci, un valore totale del calore latente prodotto in ambiente pari a:
30
In questo caso, per, A deve essere maggiore rispetto a v poich tale
valore comporta una differenza di temperatura troppo elevata tra l'aria
immessa e l'aria alla temperatura ambiente di 26 C.
Questo perch d'estate un'aria immessa ad una temperatura inferiore ad 8 C
rispetto a quella ambiente pu risultare molto fastidiosa per gli occupanti del
locale direttamente investiti da tale flusso.
Per lo stesso motivo, d'inverno la differenza di temperatura tra l'aria immessa
e quella a temperatura ambiente non deve superare i 15-20 C.
Invece di provare di volta in volta a fissare casualmente un valore per la
portata d'aria immessa, fissiamo la temperatura dell'aria in ingresso nel modo
appena descritto e poi verifichiamo che si abbia:
A v.
Il ricircolo dell'aria non viene effettuato dato che il tipo di impianto misto
acqua-aria.
Fissiamo, quindi, una temperatura del punto fisso pari a 11 C. Le variabili
termoigrometriche di tale punto saranno:
D: (punto fisso)
xD = 8,25 10-3 kgH2O/kgaria
fD = 100 % (fissato sul punto di saturazione dell'aria)
TD = 11 C
hD = 32 kJ/kg
I:
xI = 8,25 10-3 kgH2O/kgaria
TI = 20 C
hI = 41 kJ/kg
fI = 57 %
31
Q'latente tot = A cp DT
con:
hvap = calore latente di vaporizzazione, pari a 540 kcal/kg.
Eguagliando tale equazione con quella del bilancio di vapore, otteniamo:
e quindi:
A:
xA = 10,79 10-3 kgH2O/kgaria
hA = 54 kJ/kg
TA = 26 C
fA = 52 %
32
C:
xC = 20,5 10-3 kgH2O/kgaria
fC = 100 %
TC = 25,2 C
hC = 77 kJ/kg
Raffreddamento e deumidificazione
H2O raff-deum = Q'raff-deum / (cp DTbatt raff) = 699 104 / (4,186 6) = 27 835,0 kg/h
= = 27,84 m3/h
Post-riscaldamento
Q'post-risc = A DhD-I + 15% = 11 154,43 (41 32) + 15% = 115 448,4 kJ/h =
= 32,1 kW
33
al funzionamento adeguato della batteria di post-riscaldamento:
H2O post-risc= Q'post-risc /(cp DTpost-risc) = 115 448,4 / (4,186 15) = 1 838,6 kg/h
=
= 1,84 m3/h
La potenza termica totale necessaria per far funzionare l'UTA degli uffici in
condizioni estive la seguente:
Q'tot estate = Q'raff-deum + Q'post-risc = 699 104 + 115 448,4 = 814 552,4 kJ/h =
= 226,3 kW
Deq = 100,5 mm
34
vH2O raff-deum = 1,2 m/s
Deq = 36,75 mm
vH2O post-risc = 0,60 m/s
Hp = Dpdistr + Dpconc
con:
Dpdistr = perdite di carico distribuite;
Dpconc = perdite di carico concentrate.
con:
Dp1 distr = perdita di carico distribuita per unit di lunghezza, pari come gi
detto a 150 Pa/m;
L = lunghezza percorso dal gruppo refrigerante alla batteria di raffreddamento
e deumidificazione dell'UTA, pari a 90 m.
35
Dptot = 13 500/0,75 = 18 000 Pa
Dpconc = 18 000 13 500 = 4 500 Pa
Dato che:
1 Ata = 0,981 105 Pa
1 Ata = 10 mcolonna H2O
Si ottiene:
Hp = 1,8 mcolonna H2O
A:
xA = 8,0 10-3 kgH2O/kgaria
hA = 40 kJ/kg
TA = 20 C
fA = 55 %
E:
36
xE = 1,5 10-3 kgH2O/kgaria
hE = 4 kJ/kg
TE = 0 C
fE = 40 %
Il carico termico totale relativo alle aule riportato nella tabella in allegato 3
ed pari a:
dove:
Q'caldo portato = A Dh = A cp DT = A cp (TI TA)
Q'caldo portato = A cp (TI TA) = 11 154,43 0,24 (25 20) = 13 385,3 kcal/h
Anche in questo caso, come in quello estivo, dato che l'impianto di tipo
misto, il ricircolo non viene effettuato.
Di nuovo, le condizioni termoigrometriche del punto fisso sono le stesse che
nel caso estivo:
D: (punto fisso)
xD = 8,25 10-3 kgH2O/kgaria
fD = 100 % (fissato sul punto di saturazione dell'aria)
TD = 11 C
hD = 32 kJ/kg
37
ottenere le caratteristiche dell'aria immessa in ambiente, avendone fissato la
temperatura pari a 25 C:
I:
xI = 8,25 10-3 kgH2O/kgaria
TI = 25 C
hI = 47 kJ/kg
fI = 43 %
I xI + vapore = A xA
quindi si ha:
vapore = A Dx
Si ha, inoltre, il vapore mediamente prodotto dalle persone in ambiente :
vapore = Q'latente tot / hvap
con:
hvap = calore latente di vaporizzazione, pari a 540 kcal/kg.
Q'latente tot = calore latente prodotto dalle persone in ambiente; tale valore vale
circa 30 kcal/h per ogni persona che si trova in una stanza alla temperatura di
20 C; il calore latente totale, quindi, sar uguale a:
vapore = Q'latente tot / hvap = 10 200 kcal/h / 540 kcal/kg = 18,9 kg/h
38
Dx = Q'latente tot / (A hvap) = 10 200 kcal/h / (11 154,43 kg/h 540 kcal/kg ) =
= 1,69 10-3 kgH2O/kgaria
e quindi, per l'aria a temperatura ambiente, si otterr un valore del titolo pari
a:
xA = xI + Dx = 8,25 10-3 + 1,69 10-3 = 9,94 10-3 kgH2O/kgaria
A:
xA = 9,94 10-3 kgH2O/kgaria
TA = 20 C
hA = 55,5 kJ/kg
fA = 68,5 %
C:
xC = 1,5 10-3 kgH2O/kgaria
fC = 6 %
TC = 27,3 C
hC = 32 kJ/kg
Preriscaldamento
39
Pertanto la portata d'acqua necessaria a far funzionare la batteria di
preriscaldamento sar:
H2O pre-risc = Q'pre-risc / (cp DTpre-risc) = 374 789 / (4,186 15) = 5 968,9 kg/h =
= 6,0 m3/h
Post-riscaldamento
Gli stessi discorsi fatti per la batteria di pre-riscaldamento, valgono anche per
quella di post-riscaldamento: in questo caso la potenza termica di essa pari
a:
Q'post-risc = A DhI-D + 20% = 11 154,43 (47 32) + 20% = 200 780 kJ/h =
= 55,8 kW
H2O post-risc = Q'post-risc / (cp DTpost-risc) = 200 780 / (4,186 15) = 3 197,6 kg/h =
= 3,2 m3/h
Q'tot risc = Q'pre-risc + Q'post-risc = 374 789 kJ/h + 200 780 kJ/h = 575 569 kJ/h =
= 159,9 kW
H2O calda tot = H2O pre-risc + H2O post-risc = 5 968,9 + 3 197,6 = 9 166,5 kg/h =
= 9,2 m3/h
40
per la perdita di carico distribuita si scelto 6 mm H2O/m, ovvero 60 Pa/m,
valore che ottimizza i costi dell'impianto. Utilizzando il valore di 60 Pa/m e
quello di H2O calda tot come valori di ingresso al diagramma in allegato 24, si
ricavano i seguenti valori per la velocit dell'acqua e per il diametro
equivalente:
Deq = 82,5 mm
vH2O = 0,65 m/s
Hp = Dpdistr + Dpconc
Dpdistr = Dp1 distr L = 60 Pa/m 52 m = 3 120 Pa
con:
Dp1 distr = perdita di carico distribuita per unit di lunghezza, pari come gi
detto a 60 Pa/m;
L = lunghezza percorso dal gruppo refrigerante alla batteria di riscaldamento,
pari a 52 m.
In genere, su una data perdita di carico, il 25% dato dalle perdite di carico
concentrate e il 75% da quelle distribuite, perci abbiamo:
Dato che:
1 Ata = 0,981 105 Pa
1 Ata = 10 mcolonna H2O
Si ottiene:
Hp = 0,42 mcolonna H2O
41
DIMENSIONAMENTO TUBAZIONI DELL'ARIA
Deq = 200 mm
vA = 13 m/s
Per quel che riguarda le aule, invece, a partire dalla portata di aria massima
pari a:
Deq = 400 mm
vA = 20,5 m/s
42
PARTE TERZA
3. IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE
Si deciso di adottare un impianto misto aria-acqua per gli uffici e uno a sola
aria per le aule, dato che essi garantiscono le condizioni ottimali di
funzionamento per gli ambienti su cui vanno ad intervenire. Essi prevedono
due UTA posizionate sul tetto, una per le aule e l'altra per gli uffici.
Negli uffici, oltre all'UTA relativa, vengono installati anche dei ventilconvettori i
quali sono costituiti essenzialmente di una batteria di scambio termico
alimentata ad acqua. La temperatura viene regolata ufficio per ufficio
andando ad agire direttamente su di essi. Nella pianta dell' allegato 38, viene
43
riportato dove si pensato di installare tali apparecchiature.
Nell'ampio corridoio di ingresso si scelto di installare dei ventilconvettori
dato che il grande volume e il tipo di copertura fanno s che non subisca
passivamente il riscaldamento da parte degli altri ambienti.
Negli impianti misti non viene effettuato il ricircolo: l'aria viene estratta tramite
torrini di estrazione posti all'interno dei servizi i quali, venendosi a trovare in
depressione, richiamano aria da tutti gli altri ambienti.
I diversi componenti dell'impianto sono stati dimensionati in base alla
condizione di carico termico pi gravosa da dover affrontare.
L'impianto dell'edificio di tipo centralizzato: ci fa s che si ottengano le
condizioni climatiche desiderate mediante l'immissione in ambiente di
determinate portate d'aria in condizioni di temperatura ed umidit adeguate.
Canali e tubazioni sono alloggiate nel controsoffitto e nel pavimento dei
diversi ambienti. Avendo a disposizione due locali tecnici, si scelto di
alloggiare in uno le caldaie, mentre nell'altro i collettori e le pompe
dell'impianto.
In condizioni invernali la caldaia riscalder l'acqua che verr poi inviata al
collettore di mandata; nel caso estivo, invece, l'acqua verr raffreddata dal
gruppo refrigerante. Una parte di essa raggiunger la batteria di
raffreddamento e deumidificazione dell'UTA posta sul tetto; la restante
quantit di acqua viene invece inviata ai ventilconvettori posti nei diversi
ambienti da climatizzare. L'acqua uscente dall'UTA e dai ventilconvettori,
invece, verr inviata, tramite tubazione separate, ad un collettore di ritorno
che la porter alla caldaia e al gruppo refrigerante per il ciclo successivo.
L'intero circuito dell'acqua di climatizzazione supportato dalla presenza di
pompe posizionate dopo la caldaia, nel locale pompe e collettori, le quali
permettono all'acqua di vincere le perdite di carico lungo il percorso e di
raggiungere cos i locali da climatizzare.
Le pompe per l'acqua calda sono situate tra la caldaia e il collettore di
mandata. Si scelto di posizionare in totale sei pompe: due in parallelo
forniscono acqua all'UTA degli uffici; altre due, sempre in parallelo, la
forniscono all'UTA delle aule; altre due, infine, mandano l'acqua a tutti i
ventilconvettori e forniscono acqua calda sanitaria.
Stesso discorso vale per l'acqua fredda: le pompe sono situate nel locale
pompe e collettori. Anche queste pompe sono sei: due in parallelo per l'UTA
degli uffici, due in parallelo per l'UTA delle aule e due per fornire acqua
refrigerata ai ventilconvettori.
Lo schema funzionale dell'impianto si trova in allegato 26.
44
garantire agli occupanti dei locali considerati le condizioni di benessere
fisiologico.
Negli ambienti interni la presenza delle persone altera negativamente la
composizione dell'aria, dato che diminuisce la concentrazione di ossigeno,
aumenta quella di anidride carbonica e vengono emesse sostanze la cui
quantit non deve superare dei limiti prefissati. La diminuzione percentuale di
ossigeno in ambiente pu essere compensata anche con piccole portate
d'aria; ci non vero, tuttavia, per la diluizione degli odori. Esiste un valore
minimo di tali portate d'aria che viene calcolato moltiplicando il numero dei
ricambi d'aria per il volume dell'ambiente considerato. Come gi detto, sono
stati assunti 2 ricambi orari per gli uffici e 5 per le aule, essendo esse
maggiormente affollate.
Tali ricambi sono stati calcolati basandosi sul numero di persone in ambiente:
la normativa prevede un ricambio minimo di aria di 40 m 3/persona per ogni
ora. Per assicurare la purezza dell'aria richiesta, sia nei ventilconvettori che
nell'UTA sono stati installati dei dispositivi di filtraggio. Inoltre l'aria trattata
deve essere distribuita negli ambienti evitando che si formino zone di ristagno
e correnti moleste: solitamente l'aria nell'area occupata dalle persone deve
avere una velocit tra i 0,10 m/s e i 0,25 m/s. Motivi di economicit
dell'impianto (installazione ed esercizio) fanno s che si adottino i valori
minimi di portata d'aria compatibili con il benessere e i vincoli di temperatura
di immissione fissati precedentemente.
Per limmissione di aria negli ambienti da condizionare si usano opportuni
dispositivi di erogazione (bocchette) collocati sulle pareti verticali.
Laria immessa in ambiente crea una sovrappressione tale da convogliare
laria viziata, attraverso griglie, nei corridoi per essere poi estratta in
corrispondenza dei bagni. Laria estratta costituisce l 80% dellaria immessa.
Laria immessa totale pari a 12494,43 Kg/h = 9995,54 m3/h; se ne valuta
l80%:
45
3.1 CASO ESTIVO
3.1.1 VENTILCONVETTORI
Questi sono i fabbisogni di freddo dovuti ai carichi termici sensibili legati alla
radiazione solare, alle differenze di temperatura e al calore sensibile dovuto
alle persone e alle apparecchiature presenti in ambiente.
46
Vengono, quindi, installati per i diversi uffici i seguenti modelli di
ventilconvettori, indicati in allegato 33:
Per quanto riguarda le aule vale lo stesso discorso fatto per gli uffici:
Q'VC tot estate = 212 135,55 + 14 810,6 2 048,7 = 224 897,45 Fr/h = 261,5 kW
47
H2O fredda VC= Q'VC tot estate/(cp DTVC) = 224 897,45 / (4,186 4) = 13 431,5 kg/h
=
= 13,4 m3/h
dove:
DTVC = salto termico di temperatura nella batteria di raffreddamento del
ventilconvettore tra ingresso e uscita; la centrale frigorifera manda acqua alla
temperatura di 6 C, ma tale temperatura troppo bassa per essere quella di
ingresso al ventilconvettore perch si potrebbe raggiungere il punto di
rugiada e, di conseguenza, si potrebbe creare il problema della condensa; si
considera, perci, 13 C come temperatura di ingresso e 17 C come
temperatura di uscita, dandoci cos un salto termico pari a 4 C.
H2O fredda tot = H2O fredda uffici + H2O fredda aule + H2O fredda VC =
= 3 343,9 + 26 513,8 + 13 431,5 = 43 289,2 kg/h = 43,29 m 3/h
48
a quanto fatto precedentemente, ricorrendo ai diagrammi che legano la
portata d'acqua e la perdita di carico distribuita alla velocit di essa e al
diametro equivalente delle tubazioni. Si sceglie il metodo della perdita di
carico distribuita costante, assunta pari a 15 mmH2O/m, corrispondente a 150
Pa/m, valore che ottimizza i costi dell'impianto. Si usa questo valore come
dato di ingresso al diagramma. Tubazioni e pompe delle due UTA sono gi
state dimensionate precedentemente. Quelle relative ai ventilconvettori
vengono dimensionate allo stesso modo. Si parte dalla portata d'acqua
fredda calcolata precedentemente per i ventilconvettori:
Dal grafico presente in allegato 36, quindi, troviamo i seguenti valori per il
diametro equivalente e la velocit dell'acqua:
Deq = 70,00 mm
vH2O raff-deum = 1,00 m/s
Hp = Dpdistr + Dpconc
Dpdistr = Dp1 distr L = 150 Pa/m 282 m = 42 300 Pa
con:
Dp1 distr = perdita di carico distribuita per unit di lunghezza, pari come gi
detto a 150 Pa/m;
L = lunghezza totale del percorso, pari a 282 m.
In genere, su una data perdita di carico, il 25% dato dalle perdite di carico
concentrate e il 75% da quelle distribuite, perci abbiamo:
Dato che:
49
1 Ata = 0,981 105 Pa
1 Ata = 10 mcolonna H2O
Si ottiene:
Hp = 5,64 mcolonna H2O
3.2.1 VENTILCONVETTORI
I ventilconvettori scelti per il caso estivo sono adeguati anche per quello
invernale.
Per quanto riguarda l'UTA delle aule, essa fornisce una quantit di calore pari
a:
50
Q'caldo UTA aula 7 = 3 586,0 kcal/h = 4,17 kW.
H2O calda VC= Q'VC tot inverno/(cp DTVC) = 31 439,16 / (4,186 4) = 1 877,6 kg/h =
= 1,9 m3/h
dove:
DTVC = salto di temperatura tra ingresso e uscita dalla batteria di
riscaldamento del ventilconvettore; la caldaia fornisce acqua calda alla
temperatura di 80 C, ma tale temperatura non pu essere quella di ingresso
al ventilconvettore per evitare che si creino problemi; si considera, perci,
una temperatura di ingresso pari a 45 C ed una di uscita pari a 41 C, per un
salto termico di 4 C. Installiamo una valvola miscelatrice a tre vie in modo da
ottenere tale temperatura di ingresso: si preleva acqua calda dal collettore di
ritorno alla temperatura di 65 C e la misceliamo con acqua alla temperatura
di 80 C, stando attenti al bilanciamento delle portate in maniera tale da
creare le condizioni di temperatura richieste.
51
3.2.2 SCELTA GRUPPO CALDAIA
La portata d'acqua che la caldaia dovr fornire in totale sar quindi pari a:
H2O calda tot = H2O calda uffici + H2O calda aule + H2O calda VC =
= 1 101,2 + 9 166,5 + 1 877,6 = 12 145,3 kg/h = 12,15 m 3/h
E' possibile ora procedere con la scelta del gruppo caldaia. Si scelto di
collocare nel seminterrato due caldaie tipo RIELLO RTG 2600. Si scelto di
porne due in parallelo per ovviare ad eventuali guasti e manutenzioni che
rischiano di bloccare l'intero ciclo di condizionamento e per realizzare nel pi
breve tempo possibile le condizioni di stazionariet dell'accensione. Data
l'alta affidabilit e l'assenza di rischio di esplosioni non sono state adottate
misure particolari di sicurezza.
I dati inerenti alle caratteristiche della caldaia si trovano in allegato 36.
Dal grafico presente in allegato 24, quindi, troviamo i seguenti valori per il
diametro equivalente e la velocit dell'acqua:
52
Deq = 41,25 mm
vH2O raff-deum = 0,44 m/s
Hp = Dpdistr + Dpconc
Dpdistr = Dp1 distr L = 60 Pa/m 282 m = 16 920 Pa
con:
Dp1 distr = perdita di carico distribuita per unit di lunghezza, pari come gi
detto a 60 Pa/m;
L = lunghezza totale del percorso, pari a 282 m.
In genere, su una data perdita di carico, il 25% dato dalle perdite di carico
concentrate e il 75% da quelle distribuite, perci abbiamo:
Dato che:
1 Ata = 0,981 105 Pa
1 Ata = 10 mcolonna H2O
Si ottiene:
Hp = 2,26 mcolonna H2O
Di seguito, riportiamo una stima dei costi effettuata in base agli elementi
scelti.
I prezzi sono stati ricavati dai siti dei produttori o da prezzari regionali.
53
pezzi
Ventilconvettore Fancoil Ermec (ingresso) 24 16 896,00
Ventilconvettore Fancoil Ermec (aule) 8 2 704,00
Ventilconvettore Fancoil Ermec (uffici) 6 3 924,00
Refrigeratori TECS2/SL-CA 0512 2 60 000,00
UTA Daikin 2 9 000,00
Pompe Lowara FLC-13T 12 12 000,00
Caldaia Riello RTG in acciaio ad aria soffiata 2 40 000,00
Impianto acqua calda sanitaria Riello 7200 Kombi Plus 1 5 000,00
TOTALE 149 524,00
54
Cartelli segnaletici a terra [/mese] 20.39
Cartelli segnaletici a parete [/mese] 12.35
Cassetta pronto soccorso [/cad] 85.77
Recinzioni di cantiere [/m] 1 mese 5.35
Recinzioni di cantiere [/m] mesi successivi o frazione 0.58
DPI per un operaio [/mese] 19.79
55