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0
C
id = f ( I , II , III ) id = f ( x , y , z , xy , yz , zx )
id + = max { I , II , III }
id = min { I , II , III }
C i T {i = I , II , III }
C I T C II T
II
T
T I
C O
C
Il criterio di Galileo-Rankine presenta il limite di non tenere conto
dellinterazione tra le tensioni principali.
Facendo riferimento sempre al caso di stato tensione piano, consideriamo ad
esempio un elemento soggetto, in due casi differenti, a tensioni principali
aventi lo stesso segno e segno opposto :
I I
E evidente che nel caso (a) la
tensione principale II contrasta la
II II II II dilatazione trasversale causata
dalla I (e viceversa) per cui la
(a )
resistenza del blocco aumenta
I I (b )
rispetto al caso (b)
II
(I , II )
Vi sono invece coppie di valori I
(I,II) per le quali il criterio di O
Galileo-Rankine non tiene conto ( I , II )
di questo fatto, associando alle
configurazioni di tensione dei
due casi lo stesso grado di
pericolo.
CRITERI DI RESISTENZA PER MATERIALI DUTTILI
Nei materiali duttili come i metalli la tensione al limite di snervamento 0
teoricamente uguale in valore assoluto a trazione e compressione.
Laggiunta di una pressione idrostatica, anche di valore estremamente
elevato, non altera tale limite.
1
id = max = max { I II , II III , I III }
2
1
max = I
2
id = 2 id
Lespressione analitica del criterio di Tresca assume pertanto la forma :
II I
0 0
0
I
IL CRITERIO DI HUBER-MISES-HENKY
Questo criterio proposto da Huber (1904) stato esaminato e sviluppato nei
vari aspetti da Von Mises (1913) e Henky (1923).
E anche noto come criterio della massima tensione tangenziale media
media o
della massima tensione tangenziale ottaedrale
ottaedrale o della massima energia
specifica di distorsione
distorsione
I diversi nomi derivano dalle differenti procedure adottate dagli autori per
pervenire alla stessa espressione della tensione ideale.
Si richiama che per la trave elastica stata definita energia specifica di
deformazione o potenziale elastico la sequente quantit:
*
1 T 1 1
tot = q Q = qT K q = QT DQ
2 2 2
1
tot = * = ( I 2 + II 2 + III 2 ) ( I II + II III + III I )
2E E
I II + II III + III I = I 2
e che
I 12 = ( I + II + III )2 = ( I 2 + II 2 + III 2 ) + 2( I II + II III + III I )
ovvero
I 2 + II 2 + III 2 = I 12 2I 2
1 +
*dist = * *dil = (I 12 3I 2 )
3E
I 2 = x y + y z + z x ( xy 2 + yz 2 + zx 2 )
Per cui
id = x 2 + y 2 + z 2 ( x y + y z + z x ) + 3( xy 2 + yz 2 + zx 2 )
II
Il dominio di resistenza nello spazio delle tensioni 0
principali un cilindro a base circolare avente
asse coincidente con la trisettrice del primo
ottante. 0 0
I
Nel caso di stato piano di tensione il dominio di
resistenza unellisse circoscritto allesagono di
Tresca. 0
PARTICOLARIZZAZIONE PER IL SOLIDO DI
DE SAINT-VENANT
Nel caso del solido di De Saint-Venant composto da materiale duttile omogeneo
e isotropo le tensioni principali si determinano risolvendo lequazione
0 xz
Det ( I ) = Det 0 yz = 3 I 1 2 + I 2 I 3 = 0
xz yz z
con I 1 = z ; I 2 = xz 2 yz 2 ; I 3 = 0
z z 2 + 4( xz 2 + yz 2 ) I
Si ottiene: = =
2 II
id = I II = z 2 + 4( xz 2 + yz 2 )