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J.R.R.

TOLKIEN
ROVERANDOM LE AVVENTURE DI UN CANE ALATO
(Roverandom, 1998)
Questo libro dedicato alla memoria di Michael Hilary Reuel Tolkien 1920-1984
INTRODUZIONE
Nell'estate del 1925, J.R.R. Tolkien, sua moglie Edith e i loro figli John (di q
uasi 8 anni), Michael (di quasi 5 anni) e Christopher (di non ancora un anno) an
darono in vacanza a Filey, una cittadina costiera dello Yorkshire ancor oggi not
a come centro turistico. Si trattava di una vacanza imprevista organizzata per f
esteggiare la nomina di Tolkien alla cattedra Rawlinson e Bosworth a Oxford per l'
insegnamento di anglosassone, incarico che l'autore avrebbe assunto a partire da
l 1 ottobre di quell'anno. Una vacanza intesa forse come periodo di riposo, in qu
anto non solo lo attendeva l'incarico oxoniano, ma per due trimestri avrebbe dov
uto continuare a insegnare presso l'Universit di Leeds giacch i due impegni si acc
avallavano. Per tre o quattro settimane - come si spiega pi avanti, c' incertezza
sulle date - i Tolkien affittarono a Filey un cottage edoardiano, forse di propr
iet del direttore dell'ufficio postale, arrampicato su un costone di roccia che d
ominava la spiaggia e il mare. Da questo osservatorio privilegiato la vista a or
iente non aveva ostacoli e il piccolo John Tolkien fu molto emozionato nel veder
sorgere dalle acque del mare, in un paio di notti senza nubi, la luna piena che
tracciava un sentiero sulle onde con la sua scia d'argento.
A quell'epoca Michael Tolkien andava matto per un giocattolino, un cane di stagn
o in miniatura, a macchie bianche e nere. Mangiava e dormiva con questo cagnetto
, portandoselo sempre dietro; era riluttante a separarsene perfino quando doveva
lavarsi le mani. Tuttavia, durante la permanenza a Filey, un giorno and a fare u
na passeggiata con il padre e il fratellino maggiore e, mentre si dedicava con e
ntusiasmo a far rimbalzare sassolini nell'acqua, pos il cagnolino sulla spiaggia
di ciottoli bianchi. Su quello sfondo era praticamente impossibile distinguerlo
e il giocattolo and perso. Michael si disper quando, nonostante le ricerche dei ra
gazzi e del padre proseguissero anche il giorno dopo, non riusc a trovare il suo
cagnetto. Per un bambino la perdita del giocattolo preferito un trauma, e fu sen
za dubbio pensando a questo che Tolkien ebbe l'ispirazione di escogitare una sor
ta di spiegazione per quel che era accaduto: una favola in cui un cane in carne
e ossa, di nome Rover (Girandolone) trasformato in giocattolo da uno stregone, v
iene smarrito su una spiaggia da un ragazzino molto somigliante a Michael, incon
tra un divertente mago della sabbia e vive una serie di avventure sulla luna e in
fondo al mare. Almeno, cos che l'intera storia di Roverandom risulta nella sua ve
rsione scritta definitiva. Che non nascesse subito completa e che fosse pensata
e narrata frammentariamente lo si pu dedurre dal carattere episodico e dalla lung
hezza; lo si pu verificare da un appunto, tanto breve da destare curiosit, contenu
to nel diario di Tolkien (scritto quasi certamente nel 1926 a compendio degli av
venimenti del 1925) a proposito della composizione di Roverandom a Filey: La stor
ia di "Roverandom" scritta per divertire John (e anche me, via via che si svilup
pava) arrivata in fondo. Sfortunatamente non possiamo sapere con esattezza cosa i
ntendesse Tolkien con arrivata in fondo: forse soltanto che il racconto (com'era a
llora) era stato completato durante la vacanza, e nulla di pi... Tuttavia la nota
tra parentesi conferma che la storia prendeva forma a mano a mano che lui la ra
ccontava.
strano che si menzioni solo John nell'appunto sul diario, quando dietro la stori
a di Rover c'era il dolore sofferto da Michael. Forse Michael si era accontentat
o del primo episodio, quello che spiegava la scomparsa del suo giocattolo, ed er
a meno interessato di John al seguito. Lo stesso Tolkien si appassion al racconto
, che, procedendo, divent pi complesso. Ma non
documentato in che forma esattamente Roverandom sia stato concepito, n
esiste oggi qualcuno in grado di dire - per esempio - se tutti i suoi sapienti g
iochi di parole e le allusioni a miti e leggende facessero parte della narrazion
e sin dall'inizio, o siano stati aggiunti durante la stesura. Nel suo diario Tol
kien, dopo un intervallo di qualche mese, annot di essersi trasferito con la fami
glia a Filey (da Leeds) il 6 settembre 1925 e di esservi rimasto sino al 27 sett
embre. Ma almeno la prima di queste due date deve essere inesatta (ed erroneamen
te registrata nel diario come sabato mentre era domenica). Considerato che il ri
cordo della luna piena che brilla sul mare ancora vivo nella memoria di John, e
che la scia luminosa ispir il sentiero lunare percorso da Rover, i Tolkien dovevano
essere stati a Filey durante il plenilunio, che nel settembre del 1925 cominci m
arted, il 2. Si pu affermare con certezza che si trovassero a Filey il pomeriggio
di sabato 5 settembre, quando la costa nordorientale dell'Inghilterra fu colpita
da una tremenda tempesta. I ricordi di John Tol-kien risultano di nuovo molto p
recisi e vengono confermati dai resoconti dei giornali. Il livello del mare sal m
olto prima di quanto non fosse prevista l'alta marea, superando la barriera fran
giflutti e spazzando il lungomare di Filey, danneggiando le costruzioni lungo la
costa e sconquassando la spiaggia, eliminando cos ogni residua speranza di ritro
vare il giocattolo di Michael. I forti venti fecero vibrare talmente il cottage
da tener sveglia la famiglia Tolkien tutta la notte, nel timore che il tetto vol
asse via. John ricorda che suo padre raccont una storia ai suoi due figli pi grand
icelli per tenerli calmi: e fu allora che cominci a raccontare loro la storia del
cane Rover, che divent il magico Roverandom. La tempesta stessa ha senza dubbio is
pirato l'episodio, verso la fine della novella, in cui il vecchio Serpente Marin
o comincia a svegliarsi e con i movimenti delle sue spire provoca grandi sconvol
gimenti atmosferici. (Quando distendeva un paio di spire nel sonno, l'acqua si go
nfiava e sobbolliva e piegava le case e disturbava il riposo della gente per mig
lia intorno.) Non v' alcuna prova che Roverandom sia stato scritto mentre Tolkien
era a Filey. Tuttavia, uno dei cinque disegni fatti per illustrare il racconto -
il paesaggio lunare qui riprodotto - datato 1925, e si pu presumere che sia stat
o eseguito quell'estate a Filey. Altre tre illustrazioni datano a partire dal se
ttembre 1927, quando i Tolkien erano in vacanza a Lyme Regis, sulla costa meridi
onale britannica, e sono: Il Dragone Bianco d la caccia a Roverandom e al cane-lu
na, dedicata a John Tolkien; La casa dove Rover inizi le sue avventure come gioca
ttolo con una dedica a Christopher Tolkien; e lo splendido acquarello I giardini
del palazzo del Re del Mare. Su ognuno di questi fogli si pu leggere l'indicazio
ne del mese e dell'anno. Un disegno di Rover che arriva sulla luna in groppa al
gabbiano Mew datato
1927-8. Tutte le immagini sono riprodotte in questo volume. La presenza di illustr
azioni datate settembre 1927 suggerisce che la favola di Rove- random sia stata
raccontata ancora a Lyme Regis, forse perch i Tolkien si trovavano di nuovo in va
canza al mare e ricordarono quel che era accaduto a Filey due anni prima. La ded
ica a Christopher Tolkien sul disegno intitolato La casa dove Rover inizi le sue
avventure come giocattolo suggerisce inoltre che ora Christopher era abbastanza
grande per apprezzare Roveran- dom (nel settembre del 1925, infatti, era poco pi
che un poppante) e che la storia gli sia stata raccontata di nuovo almeno in par
te giacch non l'aveva sentita nella precedente occasione. Il riaccendersi dell'in
teresse per Roverandom nell'estate del 1927 pu esser stato lo stimolo che alla fi
ne spinse Tolkien a trasferire il racconto su carta; pare che l'abbia fatto pi av
anti in quello stesso anno, probabilmente durante le vacanze di Natale. Siamo pr
opensi a crederlo - ma possiamo solo fare congetture, in mancanza di un manoscri
tto datato o di un'altra prova concreta - basandoci su due indizi interessanti a
nche se piuttosto deboli. Tutti e due riguardano la fine del secondo capitolo di
Roverandom,
nel quale si racconta di come il Grande Dragone Bianco disturbato da Roverandom
e dal suo amico il cane-luna, e li insegue in una caccia furiosa. Il dragone des
critto come un frequente piantagrane: Quando dava una dragon-festa o aveva una cr
isi di nervi faceva uscire dalla caverna vere lingue di fuoco verdi e rosse; e f
requenti erano le nuvole di fumo. Un paio di volte aveva fatto diventare tutta l
a luna rossa o l'aveva oscurata completamente... In quelle situazioni cos diffici
li l'Uomo-sulla-Luna... si limitava a scendere nelle cantine, a sprigionare gli
incantesimi pi efficaci e a risistemare tutto il pi in fretta possibile. Nell'episo
dio attuale il suo inseguimento ai due cani interrotto dall'Uomo-sulla-Luna all'
ultimo momento, con un sortilegio che colpisce il drago in pieno stomaco. Per qu
esta ragione l'eclissi seguente non riusc affatto perch il dragone era troppo inten
to a leccarsi il pancino per occuparsene. Un riferimento al fatto che le eclissi
lunari erano provocate dal fumo dei draghi, come stabilito in un passaggio prece
dente.
Gli elementi inclusi in questo capitolo - uno dei quali (un dragone rompiscatole
sulla luna) faceva certamente parte della storia nel settembre del 1927, come d
imostra il disegno con la data - compaiono in forma molto simile in un'inedita l
ettera-favola che Tolkien scrisse ai figli nel dicembre di quell'anno nelle vest
i di Babbo Natale. In essa - una delle tante notevoli lettere di Babbo Natale ch
e Tolkien scrisse ai figli tra il 1920 e il 1943 - l'Uomo-sulla-Luna va al Polo
Nord e beve troppo brandy mentre mangia il plum-pudding giocando a snapdragon. 1
Crolla addormentato ed spinto sotto al divano dall'Orso Polare del Polo Nord, r
estandovi fino al giorno dopo. In sua assenza i dragoni vanno in giro sulla luna
e fanno un tale polverone da provocare un'eclissi. L'Uomo-sulla-Luna costretto
a tornare a precipizio e a fare un mirabolante incantesimo per rimettere le cose
a posto. Le somiglianze fra questo episodio e quello del Grande Dragone Bianco
descritto in Roverandom sono troppe per essere casuali; da ci si potrebbe dedurre
che Tolkien aveva in mente Roverandom mentre scriveva la lette 1 Gioco natalizi
o che consiste nell'afferrare chicchi di uvetta intinti nel brandy acceso. [N.d.
T.]
rina di Natale nel dicembre del 1927. impossibile dire se l'idea dei dragoni-lun
ari provocatori di eclissi sia stata presentata prima nella lettera o se sia sta
ta estrapolata per l'occasione da un'invenzione gi esistente in Roverandom; ma tr
a i due lavori ci deve senz'altro essere una connessione. Le vacanze natalizie o
ffrirono a Tolkien una pausa lontano dalle responsabilit accademiche, durante la
quale avrebbe potuto buttar gi Roveran- dom; e bench non sia certo che l'abbia fat
to nel dicembre del 1927, un altro indizio porta a quella data, almeno come term
inus a quo per il primo testo (non datato) che possediamo: il riferimento a un'e
clissi mancata. Nel primo testo L'eclissi seguente non riusc affatto gi citato segui
to dall'annotazione l'hanno detto gli astronomi (i fotografi). E a dire il vero fu
questa l'opinione prevalente, riportata nel Times di Londra, secondo la quale l
'eclissi dell'8 dicembre 1927 fu nascosta agli osservatori inglesi dalle nuvole.
A questo proposito la letterina di Babbo Natale del 1927 ci
ancora utile perch data l'eclissi verificatasi durante l'assenza dell'Uomosulla-L
una esattamente all'8 dicembre, confermando cos che Tolkien era informato di quan
to avveniva nel mondo reale.
La prima delle versioni esistenti di Roverandom una delle quattro conservate tra
i manoscritti di Tolkien alla Bodleian Library di Oxford. Sfortunatamente un qu
into andato perduto, corrispondente al primo capitolo e alla prima met del second
o. Ne restano ventidue pagine, vergate in fretta, a volte con grafia di difficil
e interpretazione su una variet di fogli (forse strappati da quaderni di esercizi
scolastici), e con numerosi ritocchi. Questo testo fu seguito da tre stesure ba
ttute a macchina, anch'esse non datate, nel corso delle quali Tolkien allung prog
ressivamente la storia apportandovi diversi miglioramenti stilistici e di dettag
lio pur senza modificare la sostanza della trama. Il primo dattiloscritto, consi
stente di trentanove pagine fittissime di correzioni, segue molto da vicino il m
anoscritto ed stato di grande aiuto per decifrare le parti pi illeggibili del pri
mo testo. Tuttavia verso la fine differisce in modo rilevante dal precedente, do
ve il passaggio nel quale Rover riprende il suo aspetto e la sua dimensione natu
rale (prima quasi un anticlimax ora invece momento drammatico quanto umoristico)
molto pi esteso. Il nuovo testo si intitolava all'origine Le avven- ture di Rove
r, ma Tolkien lo cambi a penna in Roverandom, titolo preferito da allora in poi.
Il secondo dei tre dattiloscritti s'interrompe, a quanto pare per consapevole de
cisione dell'autore, dopo appena nove pagine, con poche righe soltanto nel fogli
o finale. Va dall'inizio della storia fino al punto in cui la luna
cominci a tracciare il suo luminoso sentiero sulle onde. Inoltre, un frammento stat
o battuto anche su quel che ora il rovescio di una pagina: immediatamente ripudi
ato da Tolkien, che torn a quello sull'altro lato, modificandolo ancora e continu
andolo. In tutta la sua estensione, il secondo dattiloscritto ha inglobato le mo
difiche apportate al primo e include alcune ulteriori migliorie. Ma forse pi impo
rtante soffermarsi sull'aspetto ordinato di questa versione, che la differenzia
dal precedente dattiloscritto. Ora Tolkien badava ai particolari della presentaz
ione: per esempio scrivere a macchina e non a mano la numerazione delle pagine,
spezzare i dialoghi andando a capo ogni volta che un personaggio diverso prendev
a la parola mentre prima (in quella che era chiaramente una copia di lavoro) i d
ialoghi stessi erano scritti di seguito, senza interruzioni. Inoltre, il nuovo d
attiloscritto presenta solo rare correzioni, annotate con grande cura: per la ma
ggior parte, comunque, si tratta di errori di battitura. Questa forma migliorata
ci induce a sospettare che Tolkien stesse preparando il secondo dattiloscritto
per presentarlo al suo editore, George Alien
& Unwin, sul finire del 1936. A quell'epoca Lo hobbit era gi stato accolto con en
tusiasmo, e bench fosse ancora in produzione e non ancora un conclamato successo,
Tolkien era stato invitato a presentare altre storie per bambini, in vista di u
na futura pubblicazione. Aveva aderito alla richiesta inviando ad Alien & Unwin
un libro d'immagini, Mr. Bliss, un racconto pseudo-medievale, Farmer Giles of Ha
m, e Roverandom. Se il frammentario dattiloscritto numero due fu fatto a questo
scopo, come crediamo, pu
darsi che Tolkien l'abbia abbandonato perch non ne era ancora del tutto soddisfat
to; o forse perch, come le stesure precedenti, era stato realizzato su fogli che
parevano strappati da quaderni, con uno dei lati lunghi un po'
irregolare, e l'autore desiderava che il proprio lavoro si presentasse in modo p
i professionale. Il terzo e ultimo dattiloscritto di Roverandom appare in perfett
o ordine (pur presentando ancora alcune modifiche) e consta di sessanta fogli di
carta di buona qualit, sebbene non tutti uguali; in questa stesura il testo fu d
iviso in capitoli e furono apportati altri cambiamenti, piccoli ma numerosi, nei
dialoghi e nelle descrizioni, nella punteggiatura e nella divisione dei paragra
fi. quasi certamente questo il testo che Tolkien present ad Alien
& Unwin e che il presidente della casa editrice, Stanley Unwin, diede al proprio
giovane figlio Rayner perch lo valutasse.
In data 7 gennaio 1937, Rayner Unwin nel suo giudizio di lettura defin
il racconto ben scritto e divertente, ma nonostante la recensione favore-vole non
fu accettato per la pubblicazione. Roverandom, come annot
Stanley Unwin nei propri appunti, sembrava uno dei brevi racconti fantastici in v
ari stili che - si credeva - Tolkien avesse praticamente pronti per la pubblicazi
one nell'ottobre del 1937; ma a quella data il successo di Lo hobbit era tale ch
e Allen & Unwin pretese un seguito - soprattutto altre storie sugli hobbit - e si
direbbe che Roverandom non sia stato pi preso in considerazione n dall'autore n dal
l'editore. L'attenzione di Tolkien ora era tutta concentrata sul nuovo Hobbit, l'o
pera che sarebbe stata il suo capolavoro: Il Signore degli Anelli.
Non esagerato dire che Il Signore degli Anelli non sarebbe stato concepito se no
n ci fossero stati racconti come Roverandom, in quanto il fatto che piacessero t
anto ai figli di Tolkien, e a Tolkien stesso, port finalmente a un lavoro pi ambiz
ioso - Lo hobbit -e poi al seguito. Erano per lo pi
racconti brevi: alcuni ebbero una redazione scritta e fra questi molti non furon
o ultimati. Tolkien aveva assunto con gioia il ruolo di cantastorie per i suoi f
igli, almeno a partire dal 1920, quando aveva scritto la prima delle sue letteri
ne di Babbo Natale. Ci furono anche racconti sul cattivo Bill Stickers e sul suo a
vversario, sul Maggiore Road Ahead, sul minuscolo omino Timothy Titus e sullo sm
argiasso Tom Bombadil, ispirato da un bambolotto olandese di Michael Tolkien. Ma
nessuno di questi personaggi and molto lontano, anche se Tom Bombadil trov pi tard
i un suo piccolo spazio nelle poesie e nel Signore degli Anelli. The Orgog, un r
acconto molto strano e alquanto pi lungo, fu scritto nel 1924; ne esiste il datti
loscritto ma incompiuto e non elaborato del tutto. Roverandom, invece, completo
e ben costruito; si distingue ulteriormente fra le composizioni di fantasia crea
te per i bambini Tolkien per il gusto sfrenato con il quale l'autore si dedic ai
giochi di parole. Sovrabbondante di quasi omofoni (per es.: Persia e Pershore2),
di onomatopee e allitterazioni (come quelle evocanti le sfumature e i registri
delle voci canine), di elenchi descrittivi resi comici dalla loro lunghezza (attr
ezzature, decorazioni, emblemi e simboli, appunti e promemoria, libri di ricette
, filtri, congegni, borse e bottiglie di incantesimi diversi nel laboratorio di A
rtaserse), di frasi assolutamente inattese (l'Uomo-sulIa-Luna scomparve nell'aria
fina; e chiunque non sia mai stato sulla luna ti potr dire quanto sia fina l'ari
a lass). Include anche tutta una serie di espressioni collo 2 Resi nella traduzion
e con Persia e Persici e riflessi per estensione anche in termini quali frutto de
l persico e persiche. [N.d.T.]
quiali infantili (come whizz, splosh, tummy e uncomfy3) molto interessanti in qu
anto mai presenti nelle opere gi pubblicate di Tolkien, o perch omesse ab initio n
ei manoscritti o perch sostituite nel corso della revisione. In Lo hobbit, per es
empio, tummy, pancino, fu sostituito da stomach,
stomaco. Qui tali espressioni sono certamente sopravvissute grazie alla forma oral
e con cui la favola era stata raccontata inizialmente ai bambini Tolkien.
E che Tolkien in Roverandom abbia incluso anche termini quali para- phernalia e
phosphorescent, primordial e rigmarole4 fa davvero piacere, specie di questi tem
pi nei quali un linguaggio del genere considerato
troppo difficile per i bambini: opinione con cui Tolkien avrebbe discordato. Una v
olta, nell'aprile del 1959, annot: Un lessico ricco non si ottiene leggendo libri
scritti secondo l'idea che qualcuno si fatta del linguaggio usato da ragazzi app
artenenti a una determinata fascia di et. Si ottiene dalla lettura di testi ben a
l di sopra di quel limite. ( Letters of J.R.R. Tolkien, 1981, pagg. 298-9).
Roverandom notevole anche per la variet di materiale biografico e letterario che
vi fu utilizzato. Prima di tutto, la famiglia Tolkien, e l'autore in persona: vi
figurano i genitori e i bambini o (come nel caso del piccolo Christopher) vi si
fa riferimento; il cottage e la spiaggia di Filey compaiono in tre capitoli; To
lkien esprime pi volte le proprie idee su rifiuti e inquinamento; e ogni accadime
nto di quelle vacanze del 1925 - la luna che splendeva sul mare, la grande tempe
sta, e soprattutto la perdita del cagnetto giocattolo di Michael - divenuto ingr
ediente del racconto. A questi elementi poi Tolkien ha aggiunto una miriade di r
iferimenti a miti e fiabe, alle saghe nordiche e al mondo della narrativa per l'
infanzia, tradizionale e moderna: il Dragone Bianco e il Dragone Rosso delle leg
gende britanniche, re Art e Merlino, i mitici abitanti degli abissi (tra i tanti,
le sirene, Niord e il Vecchio del Mare), il serpente Midgard, attingendo anche
ai libri di Psammead di E. Nesbit, a Attraverso lo specchio e a Sylvie e Bruno di
Lewis Carroll, perfino alle operette musicali di Gilbert e Sullivan. Un campo va
sto, ma questi materiali tanto diversi si amalgamano perfettamente nelle mani di
Tolkien, con gran divertimento per chi riconosce le allusioni.
3 Resi nella traduzione con Persia e Persici e riflessi per estensione anche in
termini quali frutto del persico e persiche. [N.d.T.]
4 Non altrettanto difficili i termini italiani: attrezzature, fosforescente, pri
mordiale e tiratura. [N.d.T.]
Nelle brevi note in fondo al volume forniamo chiarimenti sulle fonti di Tolkien
(accertate o probabili) per Roverandom come pure su alcune parole oscure, tipich
e espressioni inglesi che possono risultare sconosciute a lettori di altri Paesi
e su altri argomenti di particolare interesse. Qui, nell'introduzione, ci sembr
a opportuno mettere a fuoco altri punti. Nella celebre prolusione Andrew Lang del
1939 Sul racconto fanta- stico, Tolkien tuon contro la minuziosit entomologica di mo
lte descrizioni di esseri magici, citando in particolare Nymphidia di Michael Dr
ayton, in cui il cavalier Pigwiggen cavalca un'impetuosa forbicina e fissa convegno
in un fior di primula. Ma all'epoca di Roverandom non aveva ancora eliminato ide
e stravaganti come gli gnomi lunari che cavalcano conigli e ricavano frittelle d
ai fiocchi di neve, o le fate marine che viaggiano in carrozze di conchiglie tra
inate da pesciolini. Solo dieci anni prima aveva pubblicato i versi di Goblin Fe
et (1915), ormai celebre opera giovanile, nella quale l'autore sente minuscole tr
ombe di magici folletti e si sofferma sugli abitucci e i piedini felici; come lo stes
so Tolkien ammise una volta, negli anni Venti e Trenta era ancora influenzato dal
la convenzione secondo la quale i "racconti di fate" sono rivolti ai bambini. ( L
etters, pag 297, stesura dell'aprile 1959.) Per questa ragione si serv a volte di
raffigurazioni e di modi d'espressione da fiaba: gli elfi giocosi e canterini di
Rivendell in Lo hobbit, per esempio e, sia in quel libro ma pi
ancora in Roverandom, l'importante voce dell'autore (o del genitore) che raccont
a. In seguito Tolkien rimpianse di aver buttato gi delle storie per i suoi figli e
in modo particolare gli avrebbe fatto piacere che i versi di Goblin Feet fossero
sepolti e dimenticati. Nel frattempo le fate (e poi gli elfi) della sua immagin
ata, mitica Silmarillion spiccavano con nobile eleganza, senza alcuna possibile so
miglianza con Pigwiggenry. In maniera quasi inevitabile Roverandom fu attirato nel
l'ambito della mitologia di Tolkien (o legendarium), che a quell'epoca l'autore
aveva gi
sviluppato da una decina d'anni e pi e che gli creava preoccupazione. Si possono
fare molti paragoni fra le sue opere. Per esempio, il giardino sul lato buio del
la luna in Roverandom ricorda molto da vicino la Casetta del Gioco Perduto in Ra
cconti ritrovati, il primo testo in prosa del legenda- rium. Qui i bambini danzav
ano e giocavano... raccogliendo fiori o rincorrendo le api dorate e le farfalle
dalle ali ricamate ( Parte Prima, pubblicata nel 1983) mentre nel giardino sulla
luna danzavano sonnolenti, camminavano come in sogno e parlavano tra s. Alcuni si
muovevano quasi si stessero appena svegliando da un profondo sopore; altri corre
vano gi ben desti e sorridenti: zappettavano, coglievano fiori, costruivano case
e tende, inseguivano farfalle, giocavano a pallone, si arrampicavano sugli alber
i: e tutti, proprio tutti, cantavano.
L'Uomo-sulla-Luna non dir come sono arrivati nel suo giardino i bambini, ma a un
certo punto Roverandom guarda verso la terra e gli sembra di scorgere lunghe fila
sottili e sbiadite di gente piccola che... veleggiava rapida sulla scia lunare:
ma mentre i bambini giungono nel giardino addormentati, pare certo che Tolkien a
vesse in mente la visione gi esistente dell' Olr Mall o Sentiero dei Sogni che condu
ceva alla Casetta del Gioco Perduto: ponti slanciati sospesi nell'aria e con un i
ncerto scialbo brillio come se fossero di nebbie setose nel raggio di una luna n
uova, un sentiero che nessun occhio umano ha mai visto, se non nei dolci torpori d
ella giovent del cuore ( Racconti ritrovati, Parte Prima). Il collegamento pi curio
so fra Roverandom e la mitologia, comunque, si verifica quando la balena pi anzian
a, Uin, mostra a Roverandom la grande Baia del Paese delle Fate (come lo chiamiamo
noi), al di l delle Isole Magiche e, pi oltre, nell'occidente pi remoto, le Montagne
della Casa degli Elfi e la luce del Regno delle Fate sulle onde nonch la Citt
degli Elfi su una verde collina ai piedi delle montagne. proprio questa la geogra
fia della parte occidentale del mondo in Il Silmarillion, per quanto di quel lav
oro esisteva negli anni Venti e Trenta. Le Mountains of Elvenhome, cio le Montagne
delle Case degli Elfi, sono i monti di Valinor nell'Aman e la Citt degli Elfi Tun,
il nome usato sia nella mitologia sia nella prima stesura (e solo in quella) di
Roverandom. Anche Uin proviene da Racconti ritrovati e, bench qui non sia come la
sua omonima la pi potente e la pi anziana fra le balene ( Parte Prima), pure riesce
a portare Roverandom in vista delle Terre Occidentali, che a questo punto dello
sviluppo del legendarium erano celate a occhi mortali da acque oscure e pericol
ose.
Uin dice che le avrebbe prese se qualcuno (forse i Vaiar, cio gli dei che risiedono
a Valinor) avesse scoperto che lei aveva fatto vedere Aman a chi (anche se solo
un cane!) proveniva dalle Terre di Fuori, cio dalla Terra-di-Mezzo, il mondo dei m
ortali. In Roverandom quel mondo sotto alcuni aspetti s'identifica col nostro, e
molti luoghi realmente esistenti sono citati con il loro nome. Lo stesso Rovera
ndom dopo tutto era suddito britannico. Ma per altri aspetti chiaro che non si tra
tta della nostra terra: per prima cosa, ha dei bordi da cui le cascate precipita
no dritte nello spazio. Non nemmeno la terra descritta nel legendarium, bench anch'
essa sia piatta; ma la luna di Roverandom, proprio come quella in Racconti ri- t
rovati, si muove al di sotto del mondo quando non alta nel cielo. Via via che le
opere di Tolkien sono state pubblicate nel quarto di secolo successivo alla sua
morte, apparso evidente che quasi tutti i suoi scritti sono collegati fra loro,
anche solo in piccoli particolari, e che ognuno getta una luce rivelatrice sugl
i altri. Roverandom dimostra ancora una volta come il legendarium - il lavoro di
tutta la vita di Tolkien - influenzasse il suo modo di raccontare, e come antic
ipi scritti sui quali lo stesso Roverandom esercit un'influenza, sia pure indiret
ta: specie Lo hobbit, la cui composizione (iniziata forse nel 1927) pu aver coinc
iso con la stesura e la revisione di Roverandom. Infatti molti lettori di Lo hob
bit non mancheranno certo di notare ( inter alia) le somiglianze tra il pauroso
volo di Rover su Mew fino al suo rifugio ai bordi della scogliera e quello di Bi
lbo fino al nido delle aquile; e tra i ragni che Roverandom incontra sulla luna
e quelli di Mirkwood; e come sia il Grande Dragone Bianco che Smaug, il drago di
Erebor, hanno le pance morbide; e come i tre scorbutici negromanti di Ro- veran
dom -Artaserse, Psamathos e l'Uomo-sulla-Luna - sono, ciascuno a suo modo, precu
rsori di Gandalf.
Prima di procedere col testo rimane solo da spendere qualche parola sui disegni
che lo accompagnano. Ne abbiamo gi parlato a lungo in J.R.R. Tolkien: Artist and
Illustrator (1995); ma qui, dove sono pubblicati insieme al testo integrale del
racconto, si evidenziano maggiormente qualit e difetti. Non erano stati pensati p
er illustrare un libro a stampa e, per i loro soggetti, non sono equamente distr
ibuiti nella storia. E non sono neanche uniformi per stile o mezzo espressivo: d
ue sono a china, due ad acquarello e uno un pastello. Quattro rivelano una notev
ole cura, specie gli acquarelli, mentre il quinto, l'arrivo di Rover sulla luna,
mostra una certa approssimazione, con Rover, Mew e l'Uomo-sulla-Luna fastidiosa
mente minuscoli. Forse quel che pi interessava Tolkien in questo disegno erano la
torre e il terreno spoglio tutt'intorno - molto dettagliato - che per non sugger
isce in alcun modo le foreste lunari descritte in Roverandom. Il precedente Pa-
esaggio Lunare pi fedele al testo: include alberi dalle foglie blu, e ampi spazi a
perti azzurri e verdi sui quali le alte montagne aguzze disegnavano ombre lunghe
lontano fin sul fondo della valle. Presumibilmente illustra il momento in cui Ro
verandom e l'Uomo-sulla-Luna, tornando dal loro giro nel lato buio, vedono sorger
e il mondo, una luna verde pallido e oro, enorme e rotonda sopra le cime delle M
ontagne Lunari. Ma qui il mondo non affatto piatto: si vedono solo le Americhe, q
uindi l'Inghilterra e gli altri luoghi terrestri menzionati nel racconto devono
trovarsi sul lato opposto del globo. Il titolo Paesaggio Lunare scritto per mano
di Tolkien con i caratteri tengwar dei folletti.
Il Dragone Bianco d la caccia a Roverandom e al cane-luna anch'esso fedele al tes
to e ha parecchi punti interessanti oltre al drago e ai cani alati. Sopra il tit
olo ci sono un ragno-luna e forse una falena-drago; e in alto nel cielo si vede
la terra, che ha forma di globo. Quando si trov a illustrare Lo hobbit Tolkien us
lo stesso drago sulla mappa Wilderland e lo stesso ragno nel disegno di Mirkwood
. Il Moondog del titolo fu usato (con la variante moon-dog) solo nei primi testi.
Lo splendido acquarello I giardini del palazzo del Re del Mare rivela l'edificio
di pietra rosa e bianca quasi fosse una decorazione d'acquario, forse con un rima
ndo al Royal Pavilion di Brighton, Tolkien volle mostrare il palazzo e i giardin
i in tutta la loro bellezza, invece di far vedere Roverandom che seguiva il trem
endo percorso; forse dobbiamo vedere con i suoi occhi. La balena Uin nell'angolo
a sinistra in alto, come il Leviatano in una delle illustrazioni di Rudyard Kip
ling in Storie proprio cos (1902). Il Merking del titolo apparve solo nei primi tes
ti, con la variazione
mer-king (unica forma nella versione finale). Tolkien era comunque piuttosto incos
tante nella grafia dei nomi composti inizianti con mer-. L'illustrazione La casa
dove Rover inizi le sue avventure come giocat- tolo, un acquarello altrettanto c
urato, un rompicapo. Il titolo lascia intendere che si tratti della casa dove Ro
ver incontr per la prima volta Artaserse, bench nel testo manchi qualsiasi riferim
ento al fatto che la casa si trovasse all'interno o nei pressi di una fattoria.
Anche il mare che s'intravede col suo scintillio nello sfondo e il gabbiano che
si libra in alto sarebbero in contraddizione con quanto dichiarato nel testo, e
cio che Rover non aveva mai n visto n annusato il mare prima di essere portato sulla
spiaggia dal piccolo Two e il villaggio di campagna dove era nato era miglia e mi
glia distante dal rumore o dal profumo del mare. N pu essere questa la casa del pad
re del ragazzino, che descritta bianca e alta su una scogliera con un giardino d
igradante fino al mare. Saremmo quasi portati a chiederci se questo disegno in o
rigine non fosse del tutto indipendente dalla storia e se alcuni particolari, co
me il gabbiano, non siano stati aggiunti dopo, per uniformit con il testo. Il cag
netto bianco e nero pu essere inteso come un ritratto di Rover e l'animale nero d
avanti a lui - anch'esso in parte nascosto da un maiale - potrebbe essere Tinker
, la gatta: ma nulla di tutto questo sicuro.
Il testo che segue basato sull'ultima stesura di Roverandom. Tolkien non prepar m
ai il lavoro per la pubblicazione, e non si pu dubitare che avrebbe fatto molte r
evisioni e correzioni per renderlo pi adatto a un pubblico diverso dalla propria
famiglia, se il libro fosse stato accettato da Alien & Unwin perch uscisse dopo L
o hobbit. Nell'attesa fu lasciato con una serie di errori e incongruenze. Quando
scriveva in fretta, Tolkien tendeva a essere illogico nella punteggiatura e nel
l'uso delle maiuscole; per Roverandom ne abbiamo seguito la consuetudine, di sol
ito minimalista, laddove le sue intenzioni erano chiare, ma abbiamo normalizzato
i segni di interpunzione e le maiuscole quando sembrava necessario. Con il cons
enso di Christopher Tolkien abbiamo anche modificato qualche frase malriuscita (
lasciandone altre); ma per la maggior parte, il testo come l'aveva creato il suo
autore. Siamo in particolar modo grati a Christopher Tolkien per i consigli off
erti durante la preparazione di questo libro, e lo ringraziamo per averci fornit
o la dichiarazione del diario paterno citata a pagina 9; grazie anche a John Tol
kien, che ha condiviso con noi i suoi ricordi di Filey nel 1925. Ringraziamo ino
ltre, per l'aiuto e l'incoraggiamento ricevuti: Priscilla e Joanna Tolkien; Doug
las Anderson; David Doughan; Charles Elston; Michael Everson; Verlyn Flieger; Ch
arles Fuqua; Christopher Gilson; Carl Hostetter; Alexei Kondratiev; John Ratelif
f; Arden Smith; Rayner Unwin; Patrick Wynne; David Brawn e Ali Bailey di HarperC
ollins; Judith Priestman e Colin Harris della Bodleian Library di Oxford; e lo s
taff della Williams College Library, a Williamstown, Massachusetts.
Christina Scull
Wayne G. Hammond
Roverandom
I
C'era una volta un cagnolino che aveva nome Rover. Era molto piccolo e molto gio
vane, altrimenti sarebbe stato pi attento; ed era molto felice di star l a giocare
in giardino al sole con una palla gialla, o non avrebbe fatto mai ci che fece.
Non tutti i vecchi con i calzoni sbrindellati sono malvagi: alcuni sono simpatic
i straccivendoli e hanno al seguito qualche cagnetto; alcuni fanno i giardinieri
; e pochi, ma proprio pochissimi, sono stregoni che se ne vanno bighellonando in
vacanza in cerca di qualcosa da fare. Il tipo che sta entrando ora nella storia
era proprio uno stregone. Avanzava bel bello per il viale del giardino, con un
vecchio palt sdrucito, una vecchia pipa tra i denti e un vecchio cappellaccio ver
de in testa. Se Rover non fosse stato cos occupato ad abbaiare alla palla, avrebb
e forse notato la penna blu infilata nella calotta del cappello verde, e sarebbe
venuto anche a lui - come a qualsiasi altro ragionevole cane - il sospetto che
potesse trattarsi di uno stregone; ma della penna lui non s'accorse affatto.
Quando il vecchio si pieg per raccogliere la palla - pensava di trasformarla in u
n'arancia o perfino in un osso o in pezzo di carne per Rover - Rover ringhi: Metti
la gi! senza dire per favore.
Naturalmente lo stregone, proprio perch era stregone, comprese tutto benissimo e
gli rispose: Sta' zitto, stupido! senza dire per favore. Poi s'infil la palla in tasc
a, apposta per stuzzicare il cane, e si volt per andarsene. Mi spiace riferire ch
e Rover gli azzann subito i calzoni, strappandogliene via un bel pezzo. E forse s
trapp via anche un pezzo dello stregone. Il vecchio, fuori di s, si gir di scatto e
url: Idiota! Trasformati in giocattolo!
A quelle parole cominciarono ad accadere le cose pi straordinarie. Rover era solo
un cagnolino, per cominciare, ma all'improvviso si sent molto rimpicciolito. L'e
rba gli apparve mostruosamente alta e ondeggiava lass, ben oltre la sua testa; in
travedeva lontana tra l'erba, come un sole che sorgeva tra gli alberi d'una fore
sta, l'enorme palla gialla dove l'aveva scaraventata lo stregone. Sent lo scatto
del cancello che si chiudeva alle spalle del vecchio, ma non riusc a vederlo usci
re. Cerc di abbaiare, ma emise solo un flebile suono, troppo fioco perch una perso
na normale potesse sentirlo; credo che non ci avrebbe fatto caso nemmeno un cane
. Era diventato cos piccolo che se in quel momento fosse sopraggiunto un gatto, p
rendendolo per un topo ne avrebbe fatto un sol boccone. Tinker, la grande gatta
nera che stava nella stessa casa, non ci avrebbe pensato su due volte. Figurarsi
.
Alla sola idea di Tinker, Rover si sent assalire dal terrore: ma presto i gatti f
urono dimenticati. Il giardino stesso all'improvviso scomparve e Rover si sent sp
azzar via, verso l'ignoto. Passata la buriana, si ritrov al buio, pigiato contro
tanti altri oggetti duri e rigidi; e dovette rimanere per un bel pezzo in una sc
atola senz'aria e in posizione molto scomoda. Non c'era nulla da mangiare o da b
ere, ma quel che era peggio, scopr di non riuscire a muoversi. Sulle prime pens ch
e ci fosse dovuto al fatto di star cos
pigiato in poco spazio, ma poi scopr che durante il giorno poteva muoversi pochis
simo, e con grandi sforzi, e solo se nessuno stava a guardare. Solo dopo mezzano
tte poteva camminare e scodinzolare, e per giunta senza nessuna scioltezza. Era
diventato un giocattolo. Solo per non aver detto per piacere a uno stregone, da or
a in poi doveva restarsene tutto il giorno seduto sulle zampe posteriori come un
questuante. Immobilizzato cos.
Dopo quel che gli parve un tempo interminabile e cupo, prov ancora una volta ad a
bbaiare forte per farsi sentire da qualcuno. Poi cerc di mordere gli altri oggett
i nella scatola, stupidi giocattoli a forma di animali, fatti solo di legno o di
piombo, non cagnolini veri, vittime di incantesimi come lui. Tutto inutile: non
riusciva n ad abbaiare n a mordere. All'improvviso arriv qualcuno e sollev il coper
chio della scatola, facendo entrare la luce.
Stamane dovremmo mettere in vetrina qualcuno di questi animaletti, Harry, disse un
a voce, e una mano s'infil nella scatola. E questo da dove spunta? continu la voce,
mentre la mano agguantava Rover. Non ricordo d'averlo mai visto prima d'ora. Non
appartiene certo alla scatola dei giocattoli da tre soldi. Hai mai visto niente
di cos realistico? Guardagli il mantello, e gli occhi!
Prezzalo a sei soldi, disse Harry, e mettilo ben in vista nella vetrina, allora.
Il povero piccolo Rover dovette rimanere in prima fila nella vetrina sotto il so
le cocente tutta la mattina e tutto il pomeriggio quasi fino all'ora del t; e sem
pre fingendo di chiedere qualcosa, seduto sulle zampe posteriori, mentre dentro
di s era davvero infuriato.
Appena mi comprano, scappo, ripeteva agli altri giocattoli. Io sono vero. Non sono
un giocattolo, io, e non voglio fare il giocattolo. Speriamo che qualcuno mi com
pri presto. Detesto questo negozio, non riesco a muovermi cos piazzato in vetrina
.
E perch mai vorresti muoverti? dissero gli altri giocattoli. Noi non ci muoviamo mic
a. tanto pi comodo starsene immobili, senza un pensiero al mondo. Vita riposata,
vita prolungata. Quindi, piantala. Non riusciamo a dormire se continui a blatera
re, e alcuni di noi stanno per affrontare tempi duri, nelle stanze di certi raga
zzini maleducati.
Non vollero aprire pi bocca, cos il povero Rover non pot scambiare due parole con n
essuno, e si sent infelice e demoralizzato, pentitissimo di aver morso i calzoni
dello stregone.
Non so dirvi se fu o no lo stregone a mandare la mamma per portar via il cagnoli
no dal negozio. Tuttavia, proprio quando Rover aveva toccato il fondo dell'infel
icit, lei entr con la sua bella cesta della spesa. Lo aveva visto in vetrina, e su
bito aveva pensato che sarebbe stato un bel regalo per il suo bambino. Aveva tre
figli, ma uno aveva una passione particolare per i cani in miniatura, specie pe
r quelli a macchie bianche e nere. Cos, compr Rover, che fu impacchettato e infila
to nella cesta insieme agli altri acquisti che lei aveva fatto per il t. In men c
he non si dica Rover riusc a far sbucare la testa dal suo involucro. Sentiva un p
rofumino di torta. Ma scopr che non poteva arrivarci; e, in mezzo a tutti quei sa
cchetti di carta, emise un breve lamento da giocattolo. Solo i gamberetti lo udi
rono, e gli chiesero che problema avesse. Lui raccont tutto, aspettandosi di esse
re molto compatito, ma quelli gli chiesero soltanto: Che diresti se finissi bolli
to? Sei mai stato bollito?
No. Non sono mai stato bollito, se non ricordo male, rispose Rover.
Per qualche volta mi hanno fatto il bagno, e non cosa particolarmente gradevole. M
a immagino che finire bollito sia molto meglio che essere stregato.
Allora, si vede proprio che non sei mai stato bollito, ribatterono quelli.
Non ne sai niente. la cosa peggiore che possa capitarti: siamo ancora rossi di ra
bbia, solo a pensarci.
A Rover i gamberetti non stavano simpatici, cos disse: Pazienza, tra poco vi mange
ranno e io star a guardare!
Dopo di che i gamberetti non ebbero altro da dirgli, e lui fu lasciato solo a ri
muginare su che genere di persone l'avesse comprato. Lo scopr presto. Fu portato
in una casa e la cesta fu posata su un tavolo, e tutti i pacchetti furono tirati
fuori. I gamberetti furono portati in dispensa ma Rover fu subito dato al bambi
no per il quale era stato comprato, che lo port nella sua cameretta e gli parl.
A Rover il bambino sarebbe piaciuto, se non fosse stato troppo fuori di s per asc
oltare quel che gli andava dicendo. Il piccolo gli abbaiava nel miglior linguagg
io canino di cui era capace (ed era piuttosto bravo), ma Rover non prov mai a ris
pondergli. Continuava a ripetersi che s'era ripromesso di scappare dal primo che
l'avesse comprato, e si chiedeva come fare; ciononostante, doveva continuare a
star seduto sulle zampe posteriori e a far l'elemosinante, mentre il bimbetto lo
faceva avanzare spingendolo a colpettini, sul tavolo e sul pavimento.
Finalmente venne sera e il bambino and a letto; Rover fu posto su una seggiola ac
canto al lettino, sempre a elemosinare finch non fu buio. Le veneziane erano abba
ssate, ma fuori la luna spunt dal mare e distese la sua scia d'argento sulle acqu
e a formare un sentiero che porta chi in grado di percorrerlo in luoghi al limit
e del mondo e oltre. Il padre, la madre e i tre ragazzini abitavano vicino al ma
re in una casa bianca che dominava la distesa sconfinata delle onde.
Quando i ragazzini si furono addormentati, Rover si stiracchi le zampe stanche e
intorpidite e abbai, ma tanto piano che lo sent solo un vecchio ragno malvagio che
strisciava lass in un angolo. Poi salt dalla sedia sul letto e dal letto capitomb
ol sul tappeto; quindi si precipit fuori dalla stanza e gi per le scale ed esplor tu
tta la casa.
Bench fosse contento di potersi muovere di nuovo - poteva saltare e correre megli
o di qualsiasi altro giocattolo di notte, perch era stato vero, e quindi vivo e v
ivace - scopr che era difficile e pericoloso andarsene in giro. Era cos piccino ad
esso che scender da un gradino delle scale era come saltar gi da un muro; e salir
le di nuovo era molto duro e faticoso davvero. E fu tutto inutile. Scopr che le p
orte erano tutte ben chiuse a chiave, naturalmente; e non c'era neanche una fess
ura o un pertugio da cui poter sgattaiolare. Cos, il povero Rover non pot scappare
quella notte, e la luce del mattino ritrov un cagnolino stanchissimo seduto a fa
r finta di questuare sulla seggiola, nel punto esatto dove l'avevano messo la se
ra prima.
Di solito, quando c'era bel tempo, i due ragazzi pi grandi scendevano a fare una
corsa sulla spiaggia prima di colazione. Quella mattina, appena svegli, avevano
scostato le veneziane e visto il sole che balzava fuori dal mare, color rosso fu
oco e con le nuvole sul capo, come se si fosse fatto un bel bagno freddo e ora s
stesse frizionando con gli asciugamani. Si alzarono e si vestirono in fretta e a
ndarono gi per la scogliera fin sulla spiaggia per fare un giro... e Rover li seg
u. Nell'attimo in cui usciva dalla camera da letto, il piccolo Two (il padroncino
di Rover) vide Rover sul piano del cassettone dove l'aveva appoggiato mentre si
vestiva. Sta implorando di andar fuori! disse e se lo infil nella tasca dei calzon
i.
Ma Rover non chiedeva affatto di andar fuori, e certo non in una tasca di calzon
i. Voleva riposare e prepararsi per la notte seguente, poich pensava che questa v
olta sarebbe riuscito a scovare una via di fuga per andarsene sempre pi lontano,
fino a ritrovare la sua casa, il suo giardino e la sua palla gialla sul prato. A
veva come la convinzione che una volta arrivato sul suo prato tutto sarebbe anda
to a posto: il sortilegio si sarebbe spezzato o lui si sarebbe svegliato, scopre
ndo che era stato tutto un sogno. Cos, mentre i due fratellini scendevano lungo i
l ripido sentiero della scogliera e correvano sfrenati sulla spiaggia, lui aveva
abbaiato e s'era agitato e divincolato nella tasca. Ma per quanti sforzi facess
e, riusciva a muoversi appena, nonostante fosse nascosto e nessuno potesse veder
lo. Tuttavia, fece quel che poteva e la fortuna lo aiut. C'era un fazzoletto, in
quella tasca, spiegazzato e appallottolato, cos Rover non era finito proprio in f
ondo e grazie ai suoi sforzi e alla corsa affannata del suo padroncino riusc pres
to a tirar fuori il naso e a sentire che aria tirava.
E grande fu la sua sorpresa per quel che annus e vide. Non aveva mai n visto n annu
sato il mare prima e il villaggio di campagna dove era nato era miglia e miglia
distante dal rumore o dal profumo del mare. All'improvviso, mentre si stava spor
gendo a guardare, un uccellaccio bello grande, tutto bianco e grigio, scese a vo
lo radente sfiorando quasi le teste dei ragazzi, facendo un verso simile a quell
o d'un enorme gatto con le ali. Rover sobbalz dalla sorpresa tanto che dalla tasc
a fin dritto dritto nella sabbia morbida e nessuno lo sent. Il grande uccello ripr
ese quota e si allontan, senza far caso ai suoi uggiolii, mentre i ragazzini si s
pingevano sempre pi oltre lungo la spiaggia sabbiosa, e non pensavano affatto a l
ui.
Sulle prime Rover fu molto contento e soddisfatto.
Ce l'ho fatta! Sono scappato! abbai, in quel modo da giocattolo che solo altri gioc
attoli avrebbero potuto sentire, e in giro non ce n'era nessuno. Poi si rotol su
un fianco, sulla sabbia pulita e asciutta, che era ancora fresca per aver trasco
rso tutta la notte sotto le stelle. Ma quando al ritorno i ragazzini gli passaro
no accanto diretti a casa senza nemmeno notarlo, lui rimase tutto solo sulla spi
aggia deserta e non ne fu contento affatto. Sulla spiaggia c'erano solo i gabbia
ni. Oltre alle tracce delle loro zampe sulla sabbia c'erano solo le impronte dei
piedini dei piccoli. Quella mattina, nella loro passeggiata, si erano spinti fi
no a un tratto di spiaggia molto solitario dove andavano di rado. Da quelle part
i non capitava quasi mai anima viva, e sebbene ci fossero sabbia dorata e pulita
, ciottoli candidi e il mare azzurro, in una piccola baia sotto la scogliera gri
gia, fosse tutto bordato di schiuma d'argento, si respirava un'aria strana, tran
ne che nelle prime ore del mattino, quando il sole era appena spuntato. La gente
diceva che vi accadevano cose bizzarre, a volte perfino di pomeriggio; a sera p
oi il luogo era affollato degli abitanti del mare, sirene e tritoni, per non par
lare degli spiritelli che arrivavano fin sotto la scogliera in groppa a minuscol
i cavalli marini con briglie di alghe verdi, e li lasciavano nella spuma al limi
te della battigia.
La ragione di tutte quelle stranezze era semplice: nella baia abitava il pi
vecchio tra i maghi della sabbia, che gli abitanti del mare chiamano Psa- matist
i nel loro tipico linguaggio immaginifico. Costui aveva nome Psamathos Psamathid
es, almeno cos diceva lui, insistendo molto puntigliosamente sulla pronuncia corr
etta. Era un vecchio saggio e ogni sorta di gente strana veniva a trovarlo; era
un mago di prim'ordine e oltretutto molto gentile con le persone giuste, anche s
e un po' scorbutico al primo contatto. Dopo una delle sue feste-di-mezzanotte la
gente del mare continuava a ridere per settimane ricordando le sue barzellette.
Durante il giorno non era facile trovarlo. Gli piaceva starsene sepolto sotto l
a sabbia calda quando c'era il sole, in modo che si vedesse solo la punta di una
delle sue lunghe orecchie; e, se anche fossero venute fuori tutte e due, la mag
gior parte delle persone come voi e io le avrebbe scambiate per rametti secchi.
possibile che il vecchio Psamathos sapesse tutto di Rover. Di certo conosceva il
vecchio stregone che gli aveva fatto l'incantesimo, in quanto maghi e negromant
i sono pochi e ben lontani tra loro, sanno tutto l'uno dell'altro e si tengon se
mpre d'occhio a vicenda, perch non che nel privato siano poi questi grandi amicon
i. Comunque, ecco Rover che sulla morbida sabbia cominciava a sentire la solitud
ine e a star poco bene ed ecco Psamathos, l a un passo bench Rover non potesse ved
erlo, che lo sbirciava da sotto un mucchio di sabbia preparatogli dalle sirene l
a notte prima.
Ma il mago della sabbia non diceva nulla. E Rover non diceva nulla. E
pass l'ora di colazione, e il sole sal alto e caldo nel cielo. Rover guard
verso il mare, che dava un'idea di frescura, e si prese uno spavento terribile.
Sulle prime credette che gli fosse entrata la sabbia negli occhi, ma poi si rese
conto che non c'era modo di sbagliarsi: il mare si stava avvicinando sempre pi,
ingoiando la spiaggia metro dopo metro, e le onde si facevano sempre pi alte e sp
umose.
Stava salendo la marea e Rover si trovava appena oltre il limite massimo dell'ac
qua, ma non poteva saperlo. Era sempre pi terrorizzato vedendo quel che accadeva,
e immaginava le onde che venivano a infrangersi tumultuose sulla scogliera tras
cinandolo via nel mare spumeggiante (molto peggio di qualsiasi bagno col sapone
nella vasca di casa): e lui sempre in quella postura da questuante!
Sarebbe potuto accadere proprio questo: invece non and cos. Oso pensare che ci fu
lo zampino di Psamathos; a ogni modo immagino che il sortilegio dello stregone n
on avesse molta forza in quella piccola baia, tanto vicina alla residenza di un
altro mago. Certo che quando il mare era arrivato a un passo, e Rover, quasi mor
to dalla paura, tentava di rotolare un po'
pi in su sulla spiaggia, scopr che poteva muoversi.
Le sue dimensioni erano rimaste immutate, ma non era pi un giocattolo. Poteva muo
versi veloce e nel modo giusto con tutte e quattro le zampe, nonostante fosse pi
eno giorno. Non doveva pi restare fisso a implorare e poteva correre dove la sabb
ia era pi compatta; e soprattutto poteva abbaiare: non uggiolii da balocco, ma un
abbaiare deciso, adatto alle dimensioni di un piccolo cane fatato. Era cos felic
e e abbaiava cos forte che, se foste stati l, avreste potuto sentirlo chiaro e dis
tante, come l'eco di un cane da pastore che si diffonde col vento sulle colline.
Fu allora che il mago della sabbia tir fuori la testa di botto. Era proprio brutt
o, e aveva le dimensioni di un cane enorme. A Rover, rimpicciolito dall'incantes
imo, parve ripugnante e mostruoso. Si accucci e smise di abbaiare all'istante.
Cagnetto, perch stai facendo tutto questo chiasso? chiese Psamathos Psamathides. Que
sta per me l'ora del sonno!
A dire il vero per lui tutte le ore erano buone per dormire, a meno che non ci f
osse in ballo qualcosa che lo facesse divertire, come una danza delle sirene nel
la caletta (su suo invito). In quel caso emergeva dalla sabbia e si sedeva sullo
scoglio a godersi lo spettacolo. Le sirene potevano anche essere molto aggrazia
te in acqua ma quando cercavano di ballare in spiaggia sulle code Psamathos le c
onsiderava comiche.
Questa per me l'ora del sonno! ripet, vedendo che Rover non rispondeva. E continu a
non dire nulla, scodinzolando soltanto, come a chiedere scusa.
Sai chi sono? gli domand. Sono Psamathos Psamathides, capo di tutti gli Psamathisti!
Lo ripet pi volte con orgoglio, scandendo bene ogni lettera, e sollevando nuvole d
i sabbia col naso a ogni P. Rover ne fu quasi ricoperto, e se ne stava l terroriz
zato e infelice, tanto che il mago della sabbia ne ebbe piet. Infatti all'improvv
iso depose la sua aria truce e scoppi a ridere.
Sei un cagnetto buffo, Piccolo Cane. A dire la verit, non ricordo di aver mai vist
o un altro cagnetto tanto minuscolo, Piccolo Cane!
E rise ancora, ma subito dopo assunse un'aria solenne.
Per caso, hai litigato con qualche stregone, di recente? chiese quasi in un sussur
ro; e gli strizz un occhio mentre con l'altro gli rivolse uno sguardo cos amichevo
le e comprensivo che Rover gli raccont ogni cosa. Forse non era necessario perch P
samathos, come vi ho gi detto, sapeva tutto da prima; tuttavia Rover si sent megli
o a parlare con qualcuno che sembrava comprendere e aveva pi buonsenso di chi non
era altro che un giocattolo.
Certo che si trattava di uno stregone, e che stregone, disse il mago, quando Rover
fu arrivato in fondo al suo racconto. Dalla tua descrizione, direi che era il ve
cchio Artaserse. originario della Persia. Ma un giorno perdette la strada, come
pu accadere anche ai migliori stregoni (a meno che non stiano sempre a casa come
me) e la prima persona che incontr
per strada lo indirizz a Persici. Da allora rimasto a vivere da quelle parti, tra
nne che durante le vacanze. Dicono sia molto abile a raccogliere il frutto del p
ersico, per uno della sua et - pare sia vicino ai duemila anni - e va matto per i
l sidro. Ma questo non sta n in cielo n in terra. Con questo Psamathos voleva dire
che si stava allontanando dal seminato, cio da quel che voleva dire. Il punto , che
cosa posso fare per te?
Non lo so, rispose Rover.
Vorresti tornare a casa? Temo di non poterti restituire le tue reali dimensioni,
almeno non senza chiederlo ad Artaserse, ma per il momento non voglio litigarci.
Credo per che potrei tentare di mandarti a casa. In fondo, Artaserse pu sempre fa
rti tornare indietro, se vuole. Anche se la prossima volta potrebbe mandarti in
un luogo molto peggiore di un negozio di giocattoli, se perde le staffe davvero.
A Rover non fece piacere sentire quella notizia e s'azzard a dire che, se fosse t
ornato a casa cos minuscolo nessuno l'avrebbe riconosciuto, tranne la gatta Tinke
r; e non che lui, nel suo stato attuale, ci tenesse a essere riconosciuto dalla
gatta Tinker.
Benissimo! esclam Psamathos, allora dobbiamo escogitare qualcos'altro. Nel frattempo
, poich sei tornato in carne e ossa, ti piacerebbe
mangiare qualcosa?
E prima che Rover avesse tempo di rispondere S, grazie! S! GRAZIE! sulla sabbia dava
nti a lui spunt un piattino con pane e intingolo e due piccoli ossi, proprio dell
a misura giusta, e una ciotolina per l'acqua con scritto tutt'intorno in lettere
blu BEVI, CUCCIOLO, BEVI. Mangi e bevve tutto quel che c'era prima di chiedere: M
a come hai fatto? Grazie.
Gli venne d'impulso di aggiungere un grazie, visto che i maghi e i tipi di quel ge
nere sembravano piuttosto suscettibili. Psamathos sorrise; e Rover si sdrai sulla
sabbia calda e si addorment, e sogn di mangiare ossi, e di inseguire gatti facend
oli arrampicare sugli alberi per poi vederli tramutarsi in stregoni con cappelli
verdi che gli tiravano addosso persici enormi come zucche. E il vento spirava s
empre dolcemente e soffiandogli la sabbia addosso lo copr quasi fino alla testa.
Ecco perch i ragazzini non riuscirono pi a trovarlo, bench fossero scesi apposta ne
lla caletta a cercarlo non appena il piccolo Two si era accorto di averlo perso.
Con loro questa volta c'era anche il padre il quale, dopo che ebbero ben guarda
to e riguardato finch il sole non cominci a calare e fu quasi l'ora del t, li ripor
t a casa e non permise altri indugi: di quel posto lui sapeva troppe cose strane.
Il piccolo Two, dopo un bel po', dovette accontentarsi di un comune cane giocat
tolo da tre soldi (comprato allo stesso negozio); ma, per un motivo o per l'altr
o, non dimentic il suo cagnetto questuante, nonostante l'avesse avuto per cos poco
tempo. Adesso, tuttavia, potete immaginarvelo seduto molto triste a prendere il
t senza nessun cagnolino; mentre, molto lontano dalla costa, l'anziana signora p
roprietaria di Rover, che l'aveva tanto viziato quando era un cane normale, dell
a misura giusta, stava preparando un'inserzione per un cucciolo smarrito bianco c
on orecchie nere, risponde al nome di Rover; e mentre lo stesso Rover continuava
a dormire sulla sabbia e Psamathos sonnecchiava l accanto, con le corte braccia i
ncrociate sul pancione.
II
Quando Rover si svegli, il sole era molto basso; l'ombra della scogliera tagliava
la spiaggia e non c'era alcuna traccia di Psamathos. Un grosso gabbiano stava f
ermo a guardarlo da vicino e per un attimo Rover temette che stesse per mangiarl
o.
Invece il gabbiano disse: Buona sera! Ho aspettato a lungo che ti svegliassi. Psa
mathos aveva detto che ti saresti svegliato per l'ora del t, ma
passata da un bel pezzo.
E di grazia, signor Uccello, per quale motivo mi starebbe aspettando?
domand Rover in tono molto beneducato.
Mi chiamo Mew, disse il gabbiano, e sto aspettando di portarti via, non appena si l
ever la luna, lungo la sua scia luminosa. Ma prima c' un paio di cosucce da fare.
Saltami in groppa e vedi se ti piace volare.
A Rover non piacque affatto, all'inizio. Andava tutto bene finch Mew volava basso
, scivolando senza scosse ad ali spiegate e immobili; ma quando si fiondava alto
nell'aria o virava improvviso su un fianco, planando ogni volta in modo diverso
o in rapide e rischiose picchiate come se volesse tuffarsi in mare, il povero c
agnolino, col vento che gli soffiava negli orecchi, si augurava di tornare sano
e salvo sulla terra. Lo disse diverse volte, ma per tutta risposta Mew diceva: Ti
enti forte!
Il bello viene adesso!
Eran l che svolacchiavano da un po' e Rover aveva appena cominciato ad abituarcis
i tanto da esserne quasi stufo, quando Mew url d'un tratto Si decolla! e a momenti
Rover decollava per conto suo. Perch Mew part
sparato, in verticale come un razzo nell'aria e poi, preso il vento, prosegu
a gran velocit. Ben presto furono cos in alto che Rover poteva scorgere, lontano,
il sole che scendeva dietro la terra e le colline scure. Si stavano dirigendo ve
rso alcuni speroni altissimi di nuda roccia, a strapiombo, impossibili da scalar
e. Alla base il mare s'infrangeva in alti spruzzi e risucchi e, pur non essendov
i traccia di vegetazione, le pareti erano coperte di cose bianche, chiare nel cr
epuscolo. Centinaia di uccelli marini erano appollaiati su sporgenze strettissim
e, taluni silenziosi, talaltri mormorando tristi all'unisono mentre altri si alz
avano in volo di botto dalla roccia e compivano ampie virate nell'aria, prima di
tuffarsi nel mare gi in basso, dove le onde parevano rughe sottili.
Era qui che abitava Mew, e doveva vedere diversa gente, fra cui il pi
anziano e pi importante di tutti i Gabbiani dal Dorso Nero; prima di partire dove
va anche raccogliere dei messaggi. Cos deposit Rover su uno di quei stretti speron
i rocciosi, molto pi stretti della soglia d'una porta, e gli disse di aspettarlo
l e di non cadere gi.
Potete star sicuri che Rover fu molto attento a non cadere e che, con un vento c
he soffiava forte di traverso, non era affatto contento della situazione mentre
se ne stava incollato quanto pi vicino possibile alla parete, uggiolando. Tutto c
onsiderato, povero cagnolino stregato, era in un bel ginepraio!
Finalmente la luce del sole scomparve del tutto dal cielo, sul mare si diffuse u
n velo caliginoso e le prime stelle fecero capolino nel firmamento che s'oscurav
a. Poi, al di sopra della caligine, in lontananza al di l dal mare, la luna spunt
tonda e dorata e cominci a tracciare il suo luminoso sentiero sulle onde.
Poco dopo Mew ritorn e prese in groppa Rover, che stava tremando miseramente. Le
piume del gabbiano gli parvero calde e confortevoli dopo la gelida sporgenza di
roccia e cerc di affondarvi il pi possibile. Poi Mew si lev in alto in alto sul mar
e e tutti gli altri gabbiani balzarono dai loro rifugi e gridarono il loro lamen
toso saluto, mentre i due si allontanavano rapidi lungo il sentiero della luna,
che ora si stendeva dalla spiaggia fino al buio confine del nulla.
Rover non aveva la minima idea di dove portasse la scia lunare e al momento era
troppo spaventato e agitato per fare domande, e comunque stava cominciando ad ab
ituarsi a tutte le cose straordinarie che gli capitavano. Mentre volavano alti s
eguendo la scia che splendeva sul mare, la luna sal ancora e si fece pi candida e
brillante, fino a quando non ci fu nemmeno una stella che osasse starle vicina e
rest tutta sola a risplendere nel cielo d'oriente. Senza dubbio Mew stava seguen
do gli ordini di Psamathos e si stava recando dove Psamathos gli aveva detto di
andare, e senza dubbio Psamathos con le sue arti magiche stava aiutando Mew, che
difatti volava pi veloce e pi diritto di quanto non facciano di solito anche i ga
bbiani pi grandi, pur lasciandosi precipitare nel vento quando hanno fretta. Eppu
re ci vollero secoli prima che Rover vedesse qualcosa di diverso dal chiarore lu
nare e dal mare sotto di lui, mentre la luna diventava sempre pi
grande e l'aria sempre pi fredda.
D'un tratto al limite estremo del mare scorse una forma scura, che si faceva sem
pre pi grande via via che loro vi si avvicinavano, fino a quando non riusc a capir
e che era un'isola. Attraverso la distesa d'acqua giunse loro un tremendo abbaia
re, una cagnara composta da tutti i diversi generi, le sfumature e i registri de
lle voci canine: dagli uggiolii ai guaiti, dai latrati ai grugniti, dai ruggiti
agli gnauli, dai ringhi ai mugolii, dagli ululati ai lamenti, dai bau-bau ai cai-c
ai, una fragorosa canizza che tutto sovrastava, come se ci fosse un gigantesco se
gugio nel cortile d'un orco. A Rover subito si rizzarono come setole tutti i pel
i del collo, di nuovo molto reali: e pens che gli sarebbe piaciuto scendere a lit
igare con tutti quei cani contemporaneamente... finch non si ricord di quanto foss
e piccolo.
Quella l'Isola dei Cani, disse Mew, o meglio l'Isola dei Cani Smarriti, dove vanno
tutti i cani perduti che se lo meritano o sono fortunati. Mi dicono che non male
, per un cane; possono fare tutto il chiasso che vogliono senza che nessuno gli
ordini di piantarla o gli tiri dietro qualcosa. Tengono un magnifico concerto og
ni volta che splende la luna, abbaiando tutti insieme i loro versi preferiti. Pa
re che ci siano anche alberi di ossi con frutti succulenti che cadono dalla pian
ta quando sono maturi. No, non stiamo andando l, non per il momento. Sai, bench tu
non sia pi un giocattolo, non si pu per dire che tu sia proprio un cane. Credo inf
atti che Psamathos fosse perplesso quando gli hai detto che non volevi tornare a
casa e si sia chiesto cosa fare di te.
Dove andiamo, allora? domand Rover. Era deluso all'idea di non poter dare un'occhia
ta pi da vicino all'Isola dei Cani, dopo aver sentito descrivere quegli alberi d'
ossi.
Seguiamo la scia della luna fino al limite del mondo e poi lo superiamo e saliamo
sulla luna. cos che ha detto il vecchio Psamathos.
A Rover non piaceva per niente l'idea di andare oltre il limite del mondo, e la
luna sembrava un tipo di posto deprimente.
Perch sulla luna? volle sapere. Ci sono tanti posti nel mondo in cui non sono mai st
ato. Non ho mai sentito che ci siano ossi sulla luna e nean-che cani.
Ce n' almeno uno, perch l'Uomo-sulla-Luna ha un cane; e poich
un vecchietto per bene, oltre a essere il pi grande di tutti i maghi, sono sicuro
che ci saranno ossi per il cane e forse anche per gli ospiti. Riguardo al motiv
o per il quale sei stato mandato qui, lo scoprirai al momento adatto se conserve
rai le tue facolt mentali e non sprecherai il tempo a brontolare. Credo che Psama
thos sia molto gentile a occuparsi di te: e a dire il vero non vedo perch lo facc
ia. Non sua abitudine fare delle cose senza un motivo bello e grande... e tu non
mi sembri n bello n grande.
Grazie, disse Rover, depresso. molto carino che tutti questi maghi si prendano il d
isturbo di occuparsi di me, anche se per me piuttosto sconvolgente. Non sai mai
quel che sta per capitarti, quando hai a che fare con i maghi e i loro amici.
Sar sempre una sorte migliore di quella che un qualsiasi cucciolotto impertinente
si merita, esclam il gabbiano, e con ci non si parlarono pi per un bel pezzo.
La luna diventava sempre pi grande e splendente e il mondo in basso sempre pi buio
e lontano. Infine, all'improvviso, la terra scomparve e Rover vide brillare le
stelle nel buio sotto di s. Molto in basso riusciva a scorgere al chiarore lunare
gli spruzzi bianchi delle cascate che precipitavano oltre il limitare del mondo
, cadendo a perpendicolo nel vuoto. Gli vennero quasi le vertigini, cos si sistem
tra le piume di Mew, come in un nido, e tenne a lungo gli occhi chiusi.
Quando li riapr la luna si stendeva sotto di loro, un nuovo mondo candido e scint
illante come la neve, con ampi spazi aperti azzurri e verdi sui quali le alte mo
ntagne aguzze disegnavano ombre lunghe lontano fin sul fondo della valle.
In cima a uno dei picchi pi alti, talmente alto che sembr infilzarli mentre Mew s'
abbassava, Rover5 vide una torre bianca. Era tutta percorsa da righe rosa e verd
e chiaro, e brillava come se fosse fatta di milioni di conchiglie ancora bagnate
, scintillanti di schiuma. La torre si ergeva sull'orlo d'un precipizio bianco,
bianco come una montagna di gesso, ma sfolgorante al chiaro di luna pi di una las
tra di vetro lontana in una notte senza nuvole. Non c'era alcun sentiero che sce
ndesse in fondo a quel precipizio, per quel che poteva vedere Rover; ma al momen
to non importava, giacch
5 Girovago, vagabondo, girellone. [N.d.T.]
Mew stava scendendo velocemente e si ferm ben presto proprio sul tetto della torr
e, a un'altezza vertiginosa che dominava il mondo lunare e faceva sembrare basse
e sicure le rocce sul mare dove abitava Mew.
Con grande sorpresa di Rover si apr una porticina sul tetto vicino a loro e un ve
cchio con una lunga barba argentea mise il capo fuori.
Non male, come tempo! esclam. Ti sto cronometrando da quando hai superato il limite:
mille miglia al minuto, direi. Hai fretta, stamattina!
Fortuna che non sei andato a sbattere contro il mio cane. Dove sar mai andato a f
inire, mi domando?
Estrasse un telescopio spropositatamente lungo e se lo avvicin a un occhio.
Eccolo! Eccolo! url. Sta ancora infastidendo i raggi di luna, accidenti! Vieni gi! Vi
eni gi! chiam nell'aria e poi fischi una lunga, squillante nota argentina.
Rover guard in alto, pensando che quel buffo vecchietto doveva essere un po' matt
o per fischiare al proprio cane verso il cielo: ma con sua sorpresa vide che mol
to al di sopra della torre c'era un cagnolino bianco con ali bianche che dava la
caccia a delle entit che sembravano farfalle trasparenti.
Rover! Rover! chiam il vecchio; e proprio mentre il nostro Rover si stava rizzando
sul dorso di Mew per dire Eccomi! - senza chiedersi come mai il tizio sapesse gi il
suo nome - vide il cagnolino volante tuffarsi a capofitto gi dal cielo e andare
a posarsi direttamente sulla spalla del vecchio. Si rese conto allora che anche
il cane dell'Uomo-sulla-Luna doveva chiamarsi Rover. Non ne fu gran che contento
, ma poich nessuno gli badava, si sedette di nuovo e cominci a ringhiare tra s. Il
Rover dell'Uomo-sulla-Luna aveva buoni orecchi e immediatamente balz sul tetto de
lla torre e si diede ad abbaiare come un matto. Poi si sedette e ringhi: Chi ha po
rtato qui quell'altro cane?
Quale altro cane? chiese l'Uomo.
Quel cucciolo sciocco che sulla schiena del gabbiano, rispose il cane-luna. Allora
, naturalmente, Rover s'alz di nuovo e abbai con quanto fiato aveva in gola: Cuccio
lo sciocco sarai tu! Chi ti ha detto di chiamarti Rover, un nome pi da gatto o pi
pistrello che da cane? Da questo si poteva arguire che i due sarebbero presto div
entati grandi amici. Tuttavia, que-sto il modo in cui i cagnolini si rivolgono a
i rappresentanti della propria specie che non conoscono.
Oh, volatevene via, voi due! E smettetela di fare tutto questo chiasso!
Voglio parlare al postino, dichiar l'Uomo.
Vieni, piccolino! disse il cane-luna; e Rover si ricord di quanto fosse minuscolo,
anche accanto al cane-luna che era soltanto piccolo, e invece di abbaiare una vi
llanata mormor: Mi piacerebbe, se solo avessi le ali e sapessi volare.
Ali? fece l'Uomo-sulla-Luna. Eccotene un paio, va'!
Mew rise e praticamente se lo scosse di dosso, gettandolo oltre l'estremit del te
tto della torre! A Rover manc il respiro ma non fece nemmeno in tempo a immaginar
si spiaccicato sulle bianche rocce della valle, miglia e miglia al di sotto di l
ui, che scopr di avere un magnifico paio di ali bianche a macchie nere (intonate
alla sua livrea). Precipit parecchio prima di riuscire a fermarsi, poich non era a
bituato alle ali. Gli ci volle un po' per abituarsi ma, molto prima che l'Uomo f
inisse di parlare con Mew, stava gi
rincorrendo il cane-luna intorno alla torre. Cominciava a stancarsi per questi p
rimi sforzi, quando il cane-luna si lanci a capofitto verso la cima della montagn
a e si sistem sull'orlo del burrone, ai piedi delle pareti di roccia. Rover lo se
gu, e dopo un po' erano seduti fianco a fianco, a riprender fiato con le lingue p
enzoloni.
Ti hanno chiamato Rover come me? domand il cane-luna.
Non credo, disse il nostro Rover. Sono certo che la mia padrona non aveva mai senti
to parlare di te quando mi diede quel nome.
Questo non c'entra. Io sono stato il primo cane a esser chiamato Rover, migliaia
di anni fa: perci il tuo nome deriva dal mio. E me lo meritavo, quel nome! Prima
di arrivare qui non volevo fermarmi mai in nessun luogo n appartenere a qualcuno.
Gi da cucciolo non facevo che scappare; e continuai a correre e a vagabondare fi
nch un bel giorno - era una splendida mattina, e avevo il sole negli occhi - prec
ipitai oltre il limitare del mondo mentre andavo a caccia d'una farfalla.
Fu una sensazione terribile, devo ammetterlo! Per fortuna in quel momento la luna
stava giusto passando sotto il mondo e ci ruzzolai sopra, dopo una spaventosa c
aduta attraverso le nuvole, andando a sbattere contro le stelle cadenti e roba d
el genere. Finii in una di quelle reti d'argento che i ragni grigi giganti tesso
no da una montagna all'altra, e il ragno stava giusto scendendo dalla scala per
venire a mettermi in salamoia e portarmi nella dispensa quando comparve l'Uomo-s
ulla-Luna.
Lui vede proprio tutto quello che accade su questo lato della luna con il suo tel
escopio. I ragni lo temono perch li lascia stare solo se gli intrecciano fili e c
orde d'argento. Ha pi d'un sospetto che siano loro a cacciare i raggi di luna - c
osa che non permette - anche se quelli fingono di vivere solo di falene-drago e
pipistrelli-ombra. Nella dispensa di quel ragno infatti trov ali di raggi di luna
e cos, rapido come il fulmine, lo trasform in un blocco di pietra. Poi mi tir su e
mi consol con delle pacche amichevoli: " stata proprio una brutta caduta! Faresti
meglio ad avere un paio d'ali in modo da prevenire altri incidenti del genere..
. ora vola dove vuoi e divertiti! Lascia in pace i raggi di luna e non uccidere
i miei bianconigli. Torna a casa quando hai fame; la finestra sul tetto di solit
o aperta!"
Pensai che fosse un tipo a posto, ma un po' matto. Non fare anche tu quell'errore
... voglio dire, sulla pazzia. Io non oso toccare i suoi raggi di luna o i bianc
onigli. capace di tramutarti in forme spaventosamente scomode. Ora dimmi perch se
i venuto col postino.
Il postino? s'incurios Rover.
S, Mew, il postino del vecchio Mago della sabbia, naturalmente, spieg il cane-luna.
Rover aveva appena finito di raccontare le sue avventure quando sentirono il fis
chio dell'Uomo. Volarono subito fin sul tetto. Il vecchio era seduto con le gamb
e penzoloni nel precipizio, e apriva veloce le lettere gettandone via rapidament
e le buste. Il vento le faceva girare in vortici, e Mew le inseguiva al volo per
riprenderle e rimetterle in una piccola borsa.
Ho letto tante cose sul tuo conto, Roverandom, 6 cagnetto mio, disse.
Ti chiamer Roverandom, e Roverandom dovrai essere: non posso avere due Rover qua i
ntorno. E convengo con il mio amico Somathos (non premetter nessuna ridicola P so
lo per fargli piacere) che faresti bene a fermarti qui per un po'. Ho anche rice
vuto una lettera da Artaserse - forse sai chi o forse non lo sai - nella quale m
i dice di rimandarti subito indietro. Ce l'ha a morte con te perch sei scappato e
con Samathos perch ti ha aiutato. Ma noi non ci cureremo di lui e anche tu non d
ovrai preoccuparti, finch rimarrai qui.
Ora vola pure via e divertiti. Non disturbare i raggi di luna, non uccidere i mie
i bianconigli e torna a casa quando hai fame! La finestra sul tetto di solito ap
erta. Ciao!
Scomparve nell'aria fina; e chiunque non sia mai stato sulla luna ti potr
dire quanto sia fina l'aria lass.
6 Rover = girovago + random = a casaccio. [N.d.T.]
Be', ciao, Roverandom! esclam Mew. Spero ti diverta a dar noia ai maghi. Per ora arr
ivederci. Non uccidere i bianconigli, e tutto andr bene e tornerai sano e salvo a
casa... che tu lo voglia o no.
E Mew se ne vol via a una velocit tale che, prima che si potesse dire
ba!, era solo un puntino nel cielo, poi subito scomparso. Non solo Rover era stato
ridotto alla dimensione di un giocattolo, gli avevano cambiato anche il nome, e
d era stato lasciato tutto solo sulla luna... solo con l'Uomosulla-Luna e il suo
cane.
Roverandom - come faremo bene a chiamarlo anche noi d'ora in poi, per evitare co
nfusioni - non ci fece caso. Le nuove ali erano un gran divertimento, e la luna
si rivel un posto molto interessante, tanto che dimentic
di riflettere ancora sul perch Psamathos l'avesse mandato lass. Doveva passare mol
to tempo prima che lo scoprisse.
Nel frattempo ebbe ogni sorta di avventure, da solo o con il Rover-luna. Volando
non si allontanava troppo dalla torre perch sulla luna, specialmente sul lato il
luminato, gli insetti sono molto grandi e feroci, e spesso cos pallidi, diafani e
silenziosi che a malapena li senti o li vedi arrivare. I raggi di luna splendon
o e ondeggiano soltanto, e Roverandom non ne aveva paura; le grandi falene-drago
bianche dagli occhi di fuoco facevano molta pi impressione; e c'erano le mosche-
spada, e i vetro-coleotteri con mandibole simili a trappole d'acciaio, e miniuni
corni albini con pungiglioni taglienti come lance e cinquantasette variet di ragn
i pronti a mangiare tutto quel che riuscivano a catturare. E peggio degli insett
i erano i pipistrelli-ombra. Roverandom faceva quel che facevano gli uccelli sul
quel lato della luna: volava poco e solo vicino a casa o in spazi aperti con un
a buona visuale tutt'intorno, lontano dai nascondigli degli insetti; e camminava
molto silenziosamente, specie nei boschi. La maggior parte delle creature lunar
i si muoveva senza far rumore, perfino gli uccelli cinguettavano di rado. I suon
i che si sentivano provenivano per lo pi dalle piante. I fiori - le campanelline
bianche, le lobelie viola e le campanule d'argento, le noctiluche e le glorie de
l mattino, le fucsie tintinnanti, le roselline flautate, i tromboncini striati,
le canne palustri (di un colore molto tenue) e molti altri con nomi intraducibil
i - non facevano che emettere suoni tutto il giorno. E le erbe piumate e le felc
i - fatate corde di violino, polifonie, lino lanceolato, licheni dei boschi - e
ogni verzura ai bordi di stagni lattiginosi continuavano a suonare quella musica
dolce fino alle ore notturne. Infatti si sentiva sempre una lieve melodia di so
ttofondo.
Ma gli uccelli tacevano; erano per lo pi molto piccoli e saltellavano nell'erba g
rigia ai piedi degli alberi, schivando le mosche e gli sciami delle libellule sv
olazzanti in picchiata; molti avevano perso le ali o dimenticato come usarle. Ro
verandom li faceva sobbalzare nei loro nidi di terra mentre si muoveva con preca
uzione nell'erba chiara, tendendo agguati ai topini bianchi o seguendo a fiuto l
e tracce degli scoiattoli grigi al limitare dei boschi.
I boschi erano pieni di campanule d'argento che tintinnivano tutte insieme dolce
mente quando le vide per la prima volta. Gli snelli tronchi neri svettavano drit
ti, alti come campanili, staccandosi dal tappeto argenteo ed erano ricoperti da
un manto di foglie azzurre che non cadevano mai; cos
che nemmeno il pi potente telescopio delle terra ha mai visto quei tronchi tanto
alti o le campanule d'argento sottostanti. Pi avanti nell'anno gli alberi esplodo
no tutti insieme in una fioritura di gemme d'oro pallido; e poich
i boschi della luna sono quasi infiniti, non c' dubbio che questo alteri l'aspett
o della luna per chi la guarda dal mondo.
Ma non dovete immaginarvi che tutto il tempo Roverandom lo trascorresse girando
in modo tanto cauto e furtivo. Dopo tutto i cani sapevano che l'Uomo non li perd
eva di vista, e fecero un sacco di cose avventurose e si divertirono tantissimo.
A volte girovagavano insieme per miglia e miglia, dimenticando di tornare alla
torre per giorni interi. Un paio di volte si avventurarono sulle montagne pi dist
anti, e si spinsero cos lontano che, guardando indietro, la torre lunare sembrava
un ago lucente; si sedettero sulle bianche rocce a contemplare le greggi di min
uscole pecore (non pi
grandi del Rover dell'Uomo-sulla-Luna) che si spostavano sul terreno collinoso.
Ogni pecora aveva al collo un campanellino d'oro, e ogni campanella tintinnava o
gni volta che le pecore muovevano un passo in avanti per brucare una nuova razio
ne di erba grigia; e tutte le campanelle erano intonate, e tutte le pecore scint
illavano come neve al sole, e nessuno le disturbava mai. I due Rover erano tropp
o beneducati (e avevano troppo timore dell'Uomo) per farlo, e non c'erano altri
cani su tutta la luna, n c'erano mucche, cavalli, leoni, tigri o lupi; infatti no
n c'era nulla a quattro zampe pi grande dei conigli o degli scoiattoli (e per giu
nta formato giocattolo), solo di tanto in tanto si poteva incontrare, in posa so
lenne e raccolto nei suoi pensieri, un enorme elefante bianco grande quasi come
un asino. Non ho menzionato i dragoni, perch per il momento non entrano ancora ne
lla storia, e comunque abitavano molto lontano, a grande distanza dalla torre, e
vivevano tutti in reverente timore dell'Uomo-sulla-Luna, tranne uno (ma una mez
za paura ce l'aveva anche lui).
Tutte le volte che i due cani tornavano alla torre e rientravano dalla finestra,
trovavano sempre la cena pronta, come se avessero concordato l'orario prima; ma
vedevano o sentivano l'Uomo di rado. Aveva un laboratorio nelle cantine e dalle
scale salivano nuvole di candido vapore e nebbioline grigie che poi volavan via
dalle finestre in alto.
Cosa fa, tutto il giorno? domand Roverandom a Rover.
Fa? si stup il cane-luna. Oh, sempre piuttosto occupato... anche se da quando sei ar
rivato sembra pi occupato di quanto non l'abbia visto da un pezzo. Fabbrica sogni
, credo.
Ma perch mai li fabbrica?
Oh! Per l'altro lato della luna. Nessuno fa sogni da questo lato; i sognatori van
no tutti sul retro.
Roverandom si sedette e si diede una bella grattata; secondo lui la spiegazione
non spiegava. Il cane-luna comunque non gli offr chiarimenti ulteriori: se me lo
chiedete, penso che non ne sapesse molto neanche lui. Tuttavia, subito dopo acca
dde qualcosa che per un po' elimin queste domande dalla mente di Roverandom. I du
e cani ebbero un'avventura estremamente eccitante, perfino troppo finch dur: ma fu
tutta colpa loro. Vagabondarono per parecchi giorni, spingendosi molto pi lontan
o di quanto non fossero mai andati dalla venuta di Roverandom; e non si preoccup
arono di chiedersi dove erano diretti. Cos si perdettero e, sbagliando strada, si
allontanarono via via dalla torre pensando di essere sulla via del ritorno. Il
cane-luna disse che lui aveva girovagato per tutto il lato illuminato della luna
e lo conosceva a menadito (era molto portato a esagerare) ma alla fine dovette
ammettere che il paesaggio gli pareva un po' strano.
Temo di non essere venuto qui in tempi recenti, riconobbe, e sto cominciando a dime
nticarlo.
A dire il vero l lui non c'era mai stato. Sbadatamente si erano spinti troppo vic
ino al tenebroso limite del lato buio, dove indugia ogni sorta di cose per met di
menticate, e sentieri e ricordi s'intrecciano e divengono confusi. Proprio quand
o si sentivano sicuri di essere sulla via di casa, ebbero la sorpresa di trovare
dinanzi a loro alte montagne, silenziose, nude e sinistre; stavolta il cane-lun
a non fece finta di averle viste prima. Erano grigie e non bianche, sembravano f
atte di gelide ceneri antiche; ed erano intervallate da strette valli tenebrose,
senza alcun segno di vita.
Proprio allora prese a nevicare. Nevica spesso sulla luna ma la neve (come la ch
iamano loro) di solito bella calda e molto asciutta, e si tramuta poi in una sab
bia bianca, morbida, che si disperde ai quattro venti. Questa somigliava a quell
a che c' da noi, bagnata e fredda; e per giunta sporca.
Mi fa venire nostalgia di casa, esclam il cane-luna. proprio come quella roba che ve
niva gi nella citt dove stavo quando ero cucciolo... nel mondo, sai. Oh! Le cimini
ere, alte come gli alberi-luna; e il fumo nero; e i rossi fuochi delle fornaci!
A volte mi stufo un po' del bianco. arduo sporcarsi per davvero sulla luna.
Questo sta a dimostrare i gusti plebei del cane-luna; e poich non esiste-vano anc
ora citt del genere centinaia d'anni fa, non vi sar senza dubbio sfuggito come ave
sse allungato esageratamente il periodo di tempo trascorso dalla sua caduta oltr
e il limitare del mondo. Ma proprio in quel momento, un fiocco di neve particola
rmente grande e sporco lo colp
all'occhio sinistro, e cos cambi idea.
Credo che questa roba abbia sbagliato strada e cada gi da quel vecchio mondo besti
ale, osserv. Perdinci! E ci siamo persi proprio di brutto, in pi. Perdindirindina, c
erchiamo un buco per ripararci.
Impiegarono un bel po' di tempo per trovare un riparo qualsiasi ed erano gi tutti
bagnati e infreddoliti prima ancora di arrivarci: per la verit lo erano a tal pu
nto che s'infilarono nel primo posto che gli si par dinanzi, senza badare a preca
uzioni... che invece non si dovrebbero mai tralasciare quando ci si trova in luo
ghi sconosciuti sull'orlo della luna. Il rifugio in cui s'infilarono non era un
buco ma una caverna, e anche bella grande; era buia ma asciutta.
Che bel calduccio, esclam il cane-luna, e chiuse gli occhi e s'addorment quasi all'i
stante.
Oh! si lament non molto tempo dopo, svegliandosi di botto da un bel sogno, nella ti
pica maniera canina. Troppo caldo!
Balz in piedi. Sentiva che il piccolo Roverandom stava abbaiando in fondo alla ca
verna e quando and a vedere di che si trattava scorse un rivoletto di fuoco che s
i allungava per terra verso di loro. In quel momento non ebbe affatto nostalgia
per le fornaci di casa sua; afferr il piccolo Roverandom per la minuscola collott
ola e si fiond rapido come il lampo fuori della caverna, spiccando il volo verso
una vetta montuosa nei pressi. L i due rimasero nella neve a guardare, tremando d
al freddo: e questo fu molto sciocco da parte loro. Avrebbero dovuto continuare
il volo fino a casa, o verso un qualsiasi altro posto, e pi veloci del vento. Com
e vedete, il cane-luna non sapeva tutto della luna o avrebbe riconosciuto la tan
a del Grande Dragone Bianco: quello che aveva solo a met paura dell'Uomo (e neanc
he un po' quando era arrabbiato). Anche l'Uomo era un po' infastidito da questo
dragone. Quella draledetta7 creatura, cos la chiamava, quando doveva farvi cenno.
Come forse saprete, tutti i dragoni bianchi sono originari della luna; ma questo
era stato nel mondo e ne era anche ritornato, cos un paio di cosette
7 Cos si cercato di riprodurre dratted (maledetto) per rispettare l'allitterazion
e in dratted e dragon. [N.d.T.]
le aveva imparate. Ai tempi di Merlino aveva combattuto contro il Dragone Rosso
a Caerdragon, come potrete leggere nei pi aggiornati libri di storia: e dopo quel
lo scontro l'altro dragone divent Molto Rosso. Pi avanti fece ancor pi danni nei Tr
e Reami, e and a vivere per un po' in cima al monte Snowdon. Nessuno si arrampic f
in lass finch ci fu lui, a eccezione di uno che il dragone sorprese mentre stava b
evendo a canna da una bottiglia. L'uomo fin di bere talmente in fretta che lasci l
la bottiglia, e da allora molti hanno seguito il suo esempio. Questo accadeva mo
lto tempo fa, dopo che il dragone se n'era volato via a Gwynfa e dopo la scompar
sa di re Art, in un'epoca in cui le code di drago erano considerate una leccornia
prelibata sulle tavole dei re sassoni.
Gwynfa non tanto lontano dal limitare del mondo, e volare da l alla luna fu un'im
presa facile per un dragone dalla forza titanica e cos tremendamente cattivo com'
era diventato questo. Ora risiedeva sul confine della luna, perch non conosceva b
ene la potenza degli incantesimi e di tutte le pratiche magiche dell'Uomo-sulla-
Luna. Ciononostante, a volte osava interferire sull'intonazione dei colori. Quan
do dava una dragon-festa o aveva una crisi di nervi faceva uscire dalla caverna
vere lingue di fuoco verdi e rosse; e frequenti erano le nuvole di fumo. Un paio
di volte aveva fatto diventare tutta la luna rossa o l'aveva oscurata completam
ente. In situazioni cos difficili l'Uomo-sulla-Luna si chiudeva in casa (insieme
con il suo cane), e tutto quel che diceva era: Di nuovo quella draledetta creatur
a. Non spiegava mai di quale creatura si trattasse o dove abitasse; si limitava a
scendere nelle cantine, a sprigionare gli incantesimi pi efficaci e a risistemar
e tutto il pi in fretta possibile.
Ora sapete tutto; e se i cani ne avessero saputo quanto voi non si sarebbero mai
fermati in quel punto. Invece vi si fermarono proprio, almeno per tutto il temp
o che ho impiegato a raccontarvi del Dragone Bianco. Il quale, nel frattempo, er
a uscito dalla caverna completo di corpaccione bianco e occhi verdi, e verde era
il fuoco liquido che gli scendeva da ogni giuntura, mentre dalle nari soffiava
fumo nero come una vaporiera. Poi lanci il pi
mostruoso ululato. Le montagne tremarono e l'eco rimbalz da una parete all'altra
e la neve si prosciug; le valanghe precipitarono a valle e le cascate s'immobiliz
zarono. Quel dragone aveva le ali, proprio come le navi avevano le vele quando e
rano ancora navi e non vapori; e non disdegnava di uccidere qualsiasi cosa, da u
n topolino alla figlia dell'imperatore. Aveva intenzione di uccide-re i due cani
e glielo url diverse volte prima di levarsi in volo. E fu quello il suo errore.
I due schizzarono dalla vetta come razzi, e si allontanarono seguendo il vento a
una media di cui lo stesso Mew sarebbe stato orgoglioso. Il dragone li inseguiv
a, sbattendo le ali come un mulino a vento e mordendo rumorosamente l'aria a vuo
to, buttando gi le cime delle montagne e facendo tintinnare tutti i campanacci de
lle pecore, come se la citt stesse andando a fuoco (adesso avete capito perch avev
ano tutte una campana al collo).
Per fortuna, la direzione in cui soffiava il vento era la direzione giusta. Inol
tre uno stupendo razzo luminoso si alz dalla torre, quando lo scampanio delle pec
ore si fece disperato. Lo si pot vedere da ogni angolo della luna, simile a un om
brello dorato che poi si frantum in mille fiocchi d'argento, e poco dopo provoc un
'imprevista pioggia di stelle cadenti sul mondo. Serviva da guida per i due pove
ri cagnolini, ma voleva anche essere un avvertimento per il dragone. Questo per a
veva ormai troppo fumo negli occhi per farci caso.
Cos l'inseguimento continu senza tregua. Se avete mai visto un uccello che d la cac
cia a una farfalla e riuscite a immaginarvi un pi che gigantesco volatile che ins
egue due farfalline del tutto insignificanti fra le bianche montagne, allora pot
ete cominciare a figurarvi le sterzate, i serpeggiamenti, le schivate per un sof
fio, il pazzo zigzagare di quel volo di ritorno a casa. Pi d'una volta, prima per
sino che fossero a met strada, la coda di Roverandom fu bruciacchiata dall'alito
del dragone. Cosa stava facendo l'Uomo-sulla-Luna nel frattempo? Be', aveva espl
oso un razzo davvero magnifico, quindi aveva esclamato: Draledetta creatura! e anc
he: Draledetti cuccioli! Provocheranno un'eclissi prima del tempo. Poi se ne era a
ndato gi in cantina e aveva stappato un tenebroso incantesimo nero che sembrava g
elatina di miele e catrame (e puzzava di Guy Fawkes, legna bruciata e cavolo bol
lito).
Proprio in quel momento il dragone si sollev di colpo oltre il tetto della torre
e brand un enorme artiglio per colpire Roverandom e sbatterlo nel mondo del nulla
. Ma non ci riusc. L'Uomo-sulla-Luna scocc l'incantesimo da una finestra pi bassa,
e prese il dragone in pieno con uno schizzo nello stomaco (il punto pi vulnerabil
e di tutti i dragoni) facendolo ribaltare di piatto su un fianco. Quello perse l
a trebisonda e and a cozzare contro una montagna, prima di riprendere il controll
o direzionale. Difficile a dirsi se il danno maggiore lo riportasse il suo naso
o la montagna: erano entrambi ammaccati. I due cani s'infilarono nella torre dal
la finestra sul tetto, e ci volle un'intera settimana perch riprendessero fiato;
il dragone, tutto sbilenco, riprese lentamente la strada di casa, dove per mesi
and avanti a massaggiarsi il naso. L'eclissi seguente non riusc affatto perch il dr
agone era troppo intento a leccarsi il pancino per occuparsene. E non riusc mai a
cancellare gli schizzi neri dell'incantesimo che l'aveva colpito. Temo che gli
dureranno per sempre. Ora lo chiamano il Mostro Chiazzato.
III
Il giorno seguente l'Uomo-sulla-Luna guard Roverandom e disse: Ce l'hai fatta per
un pelo! Mi pare che tu abbia esplorato il lato chiaro proprio a dovere per un c
ucciolo. Credo sia arrivato il momento, non appena avrai ripreso fiato, di visit
are l'altro lato.
Posso venire anch'io? chiese il cane-luna.
Non ti farebbe bene, rispose l'Uomo, e non te lo consiglio. Potresti vedere cose ch
e ancor pi del fuoco e dei comignoli ti farebbero venire nostalgia, e che ti risu
lterebbero dannose come i dragoni.
Il cane-luna non arross perch non poteva; e non disse nulla, ma se ne and a sedere
in un angolo chiedendosi quanto sapesse il vecchio di tutto quel che avveniva ma
anche di quel che si diceva. Per un attimo si chiese anche cosa volesse dire es
attamente; ma non stette a pensarci pi di tanto: era un tipo un po' superficiale.
Riguardo a Roverandom, quando, qualche giorno dopo, gli fu tornato il fiato, arr
iv l'Uomo-sulla-Luna e lo chiam con un fischio. E poi insieme cominciarono a scend
ere; scesero le scale fin gi nelle cantine che erano state scavate nella roccia e
avevano certe finestrelle che dal lato del precipizio guardavano sulle grandi p
iane della luna; scesero poi gradini segreti che sembravano portare fin sotto le
montagne finch, dopo un lungo percorso, arrivarono in un luogo completamente bui
o e si fermarono, bench a Roverandom continuassero i vertiginosi capogiri provoca
ti da miglia e miglia di scale a chiocciola.
Nel buio totale l'Uomo-sulla-Luna splendeva pallidamente come una lucciola, ed e
ra quella l'unica luce di cui disponevano. Era sufficiente, tuttavia, per vedere
la porta... una grande botola nel pavimento. Il vecchio la tir su e mentre quest
a si sollevava sembr che l'oscurit scaturisse dall'apertura come una nebbia, tanto
che Roverandom non riusc pi a scorgere il leggero scintillio dell'Uomo.
Salta gi, da bravo cagnetto! gli ordin la sua voce dal buio. E voi non sarete affatt
o sorpresi di apprendere che Roverandom non fu un bravo cagnetto e non si mosse
neanche un po'. Retrocesse nell'angolo pi remoto del piccolo vano e tir indietro l
e orecchie. Aveva pi paura di quel buco nero che del vecchio.
Ma fu tutto inutile. L'Uomo-sulla-Luna lo sollev semplicemente e lo fece cadere d
i peso nel buco nero; e mentre continuava a precipitare nel nulla, Roverandom se
nt la sua voce, ormai gi lontana sopra di lui, che gridava: Lasciati cadere diritto
, e poi vola seguendo il vento! Aspettami all'altro capo!
Quelle parole avrebbero dovuto consolarlo, ma non ci riuscirono. In seguito Rove
random disse sempre che a suo avviso neanche il precipitare oltre il limite del
mondo avrebbe potuto sembrargli peggiore; che quella fu la parte pi sgradevole di
tutte le sue avventure e che, ogni volta che ci pensava, si sentiva ancora lo s
tomaco sotto i piedi. Potete vedere come ancora ci pensi quando, addormentato su
l tappeto davanti al camino, si lamenta e si agita nel sonno.
Comunque, la fine arriv. Dopo un tempo lunghissimo la sua caduta rallent gradualme
nte finch non termin del tutto. Per il resto del percorso dovette ricorrere alle a
li, e fu come andare sempre pi in alto in un'ampia canna fumaria sospinto da una
forte corrente. Fu molto lieto quando finalmente arriv in cima. Giacque respirand
o con affanno sull'orlo del buco all'altra estremit, in attesa obbediente e ansio
sa dell'Uomo-sulla-Luna. Dovette aspettare un pezzo prima che comparisse, e cos e
bbe il tempo di notare che si trovava in una valle cupa e profonda, circondata t
utt'intorno da basse colline scure. Nuvoloni neri sembravano riposarsi adagiati
sulle sommit e al di l delle nuvole si scorgeva solo una stella.
All'improvviso il piccolo cane sent tanto sonno; un uccello nascosto in un fosco
cespuglio l vicino cantava un motivo soporifero che gli sembrava strano e meravig
lioso ora che si era abituato agli uccelli muti sull'altro lato. Chiuse gli occh
i.
Sveglia, cagnetto, chiam una voce; e Roverandom balz su in tempo per vedere l'Uomo c
he sbucava fuori dall'apertura su una corda d'argento che un grosso ragno grigio
(molto pi grosso di lui) stava legando a un albero l accanto.
L'Uomo venne fuori. Grazie! disse al ragno. Ora puoi andare. E
quello se la fil, ben felice. Ci sono ragni neri sul lato scuro, ragni velenosi a
nche se non cos grandi come i mostri del lato chiaro. Odiano qualsiasi cosa sia b
ianca, diafana o luminosa, specie i ragni chiari, che detestano come si detestan
o quei parenti ricchi che non vengono mai a trovarti. Il ragno grigio s'infil nel
buco scivolando lungo la fune, e nello stesso momento un ragno nero cadde gi dal
l'albero.
Allora? grid il vecchio al ragno nero. Tornatene indietro. Questo
il mio ingresso privato, e non scordartelo. Per fammi una bella amaca fra quei du
e alberi di tasso e ti perdoner. una bella passeggiata su e gi dal centro della lu
na, disse a Roverandom, e credo che un po' di riposo prima che arrivino non possa
farmi che bene. Sono molto carini ma richiedono molta energia. Logico, potrei us
are le ali, solo che le consumo troppo in fretta; e ci implicherebbe anche dover
allargare il foro, visto che le ali della mia misura non c'entrerebbero di certo
; e poi io sono un provetto arrampicatore. Allora, che te ne pare di questo lato
? continu l'Uomo.
Scuro con un cielo chiaro, mentre l'altro era chiaro con il cielo scuro, cosa ne
dici? Una bella differenza, solo che non c' molto colore n qui n
l, non quel che io definisco colore, squillante e di pi tipi insieme. Ce n'
qualche accenno sotto gli alberi, se guardi bene, lucciole e scarabei diamante,
e falene rubino e simili. Troppo piccoli, ahim; troppo piccoli, come tutte le cos
e luminose su questo lato. E vivono una terribile esistenza, a causa dei gufi, c
he sono simili ad aquile e neri come il carbone, e dei corvi, che somigliano ad
avvoltoi e sono numerosi come passeri, e di tutti questi ragni neri. Ma quelli c
he mi piacciono meno di tutti sono i farfalloni nottuidi di velluto nero, che vo
lano a sciami. Non si tolgono nemmeno dalla mia strada; non oso neanche emettere
uno scintillio o mi si ingarbuglierebbero nella barba. Tuttavia, questo lato ha
le sue attrattive, cagnetto mio: e una di queste che nessun essere vivente e ne
ssun cane della terra l'ha mai vista prima - da sveglio - tranne te!
Poi l'Uomo balz improvvisamente sull'amaca che il ragno nero gli aveva intessuta
mentre lui stava parlando, e s'addorment in un battibaleno. Roverandom rest seduto
tutto solo a guardarlo, non perdendo di vista i ragni neri. Minuscoli scintilli
i di lucciole, rossi, verdi, oro e blu occhieggiavano spostandosi rapidi di qua
e di l sotto i cupi alberi senza vento. Il cielo era chiaro con strane stelle al
di sopra dei ciuffi di nuvole vellutate. Sembrava che migliaia di usignoli stess
ero cantando in qualche altra valle, appena oltre le colline l accanto. E poi Rov
erandom sent un suono di voci infantili, o forse l'eco dell'eco di quelle voci, p
ortata da una dolce brezza che d'un tratto aveva preso a soffiare. Si mise sedut
o e abbai quanto pi
forte pot da quando iniziato questo racconto.
Povero me! esclam l'Uomo, completamente sveglio, saltando dritto gi dall'amaca sull'
erba, quasi sulla coda di Roverandom. Sono gi arrivati?
Chi? domand Roverandom.
Ma se non li hai sentiti, che hai abbaiato a fare? disse il vecchio.
Vieni! La strada questa.
Scesero per un lungo sentiero grigio, segnato ai lati da pietre appena luminesce
nti e fiancheggiato da alti cespugli. Cammina e cammina, i cespugli divennero al
beri di pino e l'aria fu satura del loro profumo notturno. Poi il sentiero prese
a salire e dopo un po' arrivarono in cima al punto pi bas-so dell'anello di coll
ine che li circondava. Roverandom guard gi nella valle adiacente; e tutti gli usig
noli smisero di cantare, come se si fosse chiuso un rubinetto, mentre voci di ba
mbini si levavano nitide e dolci, e cantavano una bella canzone modulandone il s
uono.
Il vecchio e il cane vennero gi dalla collina di corsa e a balzelloni. Ragazzi, c
ome saltava da roccia a roccia l'Uomo-sulla-Luna!
Dai, sbrigati! incitava. Sar pure un vecchio capro barbuto, o una capra selvatica ma
non riuscirai a prendermi! E Roverandom era costretto a volare per stargli dietr
o.
Cos arrivarono all'improvviso a un burrone, non molto profondo ma scuro e lustro
come giaietto. Roverandom si sporse a guardare in gi e vide un giardino al crepus
colo; e sotto il suo sguardo il crepuscolo si trasform
nel luminoso splendore del sole pomeridiano, bench non si riuscisse a scorgere la
fonte di quella morbida luce che rischiarava quel luogo riparato senza superarn
e i confini. C'erano fontane grigie e vasti prati e bambini dovunque che danzava
no sonnolenti, camminavano come in sogno e parlavano tra s. Alcuni si muovevano q
uasi si stessero appena svegliando da un profondo sopore; altri correvano gi ben
desti e sorridenti: zappettavano, coglievano fiori, costruivano case e tende, in
seguivano farfalle, giocavano a pallone, si arrampicavano sugli alberi; e tutti,
proprio tutti, cantavano.
Da dove vengono tutti questi bambini? volle sapere Roverandom, perplesso e felice.
Dalle loro abitazioni e dai loro lettini, naturalmente, replic l'Uomo.
E com' che sono arrivati qua?
Quello non te lo dico proprio: e non lo scoprirai mai. Tu sei fortunato, cos come
lo sono tutti quelli che sono arrivati qui. Ma i bambini, a ogni buon conto, non
vengono per la tua stessa strada. Alcuni vengono spesso, altri di rado, e il so
gno glielo costruisco quasi tutto io. Alcuni sogni se li portano dietro, certo,
come si portano il cestino della colazione a scuola, e altri (mi spiace dirlo) l
i fanno i ragni... ma non in questa valle, e non se li sorprendo io. E ora andia
mo a unirci alla festa!
Lo sperone di giaietto scendeva ripido. Era troppo liscio perch potessero arrampi
carvisi i ragni... non che qualche ragno avesse mai osato provare, perch avrebbe
potuto scivolar gi e n lui n altri sarebbero mai riusciti a risalire. In quel giard
ino c'erano sentinelle nascoste, per non menzionare l'Uomo-sulla-Luna, senza il
quale nessuna festa era completa, visto che le feste erano sue.
L'uomo scivol dritto nel mezzo del giardino. Si sedette e si lasci andare - sbang!
- sparato in un crocchio di bambini, con Roverandom che gli rotolava addosso, d
imenticandosi di volare. O che un tempo aveva potuto volare: perch, quando si tir
su da terra, scopr che le sue ali erano scomparse.
Che fa quel cagnolino? chiese un bambino all'Uomo. Roverandom continuava a girare
su se stesso come una trottola, cercando di guardarsi la schiena.
Si cerca le ali, ragazzo mio. Crede di averle perse nella discesa precipitosa, ma
le ho in tasca io. Non sono permesse le ali, quaggi, nessuno va via senza permes
so, vero?
Sicuro, Pap-Barba-Lunga! esclamarono all'unisono venti bambini, e uno di loro affer
r la barba del vecchio e gli si arrampic fino alle spalle. Roverandom s'aspettava
di vederlo tramutato immediatamente in una falena o in un pezzo di caucci o in qu
alcos'altro.
E invece l'Uomo disse: Parola mia, sei un vero arrampicatore; ragazzo mio! Dovr da
rti qualche lezione. E lanci il bambino in aria. Quello non ricadde pi gi, neanche u
n pezzetto. Rimase su in alto; e l'Uomo-sullaLuna gli lanci una corda d'argento c
he si sfil di tasca.
Vieni gi! disse, e il ragazzino sdrucciol fin nelle sue braccia, dove gli fu fatto u
n amichevole solletico.
Ti sveglierai, se ridi cos forte, lo ammon l'Uomo, e lo mise gi
sull'erba e si allontan inoltrandosi tra la folla.
Roverandom fu lasciato a divertirsi per suo conto, e si stava giusto avvicinando
a una splendida palla gialla ("Proprio come quella che avevo a casa", pens) quan
do ud una voce che conosceva.
Ecco il mio cagnolino! diceva. Ecco il mio cagnolino! Avevo sempre pensato che foss
e vero. Strano che sia qui, dopo che l'ho cercato tanto sulla spiaggia e l'ho ch
iamato ogni giorno tante volte, anche fischiando.
Quando Roverandom sent quella voce si sedette sulle zampe di dietro, facendo fint
a di questuare.
Il mio piccolo cane mendicante! esclam il bambino Two (lui, naturalmente), e gli co
rse vicino per accarezzarlo. Dove eri finito?
Ma tutto quel che Roverandom riusc a spiccicare sulle prime fu: Riesci a sentire l
e mie parole?
Certo che ci riesco, disse il piccolo Two. Ma quando mammina ti ha portato a casa t
u non volevi ascoltarmi affatto anche se io ho provato a parlarti nel miglior ca
ninese che conoscessi. E non credo che tu abbia cercato di dirmi un gran che; se
mbrava che pensassi ad altro.
Roverandom gli chiese scusa, e raccont al bambino come gli fosse caduto di tasca,
e poi gli disse di Psamathos e di Mew e di tutte le altre avventure che aveva v
issuto da quando s'era perso. Cos il ragazzino e i suoi fratelli appresero dello
strano tipo sotto la sabbia e impararono un sacco di altre cose utili che altrim
enti avrebbero ignorato. Two trovava che Roverandom fosse un nome strepitoso. Ti ch
iamer cos anch'io, disse. E
non dimenticare che sei ancora mio.
Poi giocarono a palla, e poi a nascondino, poi fecero una corsa e una lunga pass
eggiata e una caccia-al-coniglio (senza alcun esito, naturalmente, tranne il div
ertimento: i conigli erano troppo irreali), poi andarono a sguazzare negli stagn
i e, una dopo l'altra, fecero tutta una serie di altre cose in un tempo infinito
, diventando sempre pi affezionati l'uno all'altro. Il ragazzino si rotolava sull
'erba rugiadosa, in una luce tipica dell'ora della nanna (ma in quel posto nessu
no badava alla rugiada o a quando si andava a letto), e il cagnolino si rotolava
con lui, rizzandosi sulla testa come nessun cane della terra aveva pi fatto dai
tempi del cagnolino morto di Mother Hubbard; 8 e il piccolino rideva come un mat
to finch... non svan
all'improvviso lasciando Roverandom tutto solo sul prato!
S' svegliato, tutto qui, comment l'Uomo-sulla-Luna, comparso di botto. tornato a casa
, e appena in tempo. Figurati, manca solo un quarto d'ora alla colazione. Dovr sa
ltare la passeggiata sulla spiaggia, stamattina. Bene, bene! Temo sia arrivato a
nche per noi il momento di andare.
Cos, piuttosto riluttante, Roverandom fece ritorno al lato chiaro con il vecchio.
Percorsero tutta la strada a piedi, e impiegarono moltissimo tempo; e Roverando
m non si divert come avrebbe dovuto. Videro ogni tipo di cose strane, ed ebbero m
olte avventure: in totale sicurezza, naturalmente, con l'Uomo-sulla-Luna cos vici
no. E meno male, perch c'erano tante brutte cose striscianti negli acquitrini, ch
e avrebbero afferrato e fatto rapidamente sparire il cagnetto. Il lato oscuro er
a umido quanto il chiaro era asciutto, e ricco delle pi straordinarie piante e cr
eature delle quali avrei potuto parlarvi se Roverandom le avesse appena appena n
otate: ma non lo fece, perch stava pensando al giardino della casa e al ragazzino
. Finalmente arrivarono al grigio limite, e guardarono attraverso una fes 8 Pers
onaggio di una nota filastrocca. [N.d.T.]
sura nella montagna verso la vasta pianura bianca e le cime risplendenti, oltre
le valli di cenere dove abitavano molti dragoni. Videro sorgere il mondo, una lu
na verde pallido e oro, enorme e rotonda sopra le cime delle Montagne Lunari; e
Roverandom pens: "Ecco dove sta il mio bambino!" La distanza sembrava enorme e te
rribile.
Si avverano mai i sogni? domand.
Alcuni dei miei s, rispose il vecchio. Alcuni, ma non tutti; e di rado subito, o pro
prio allo stesso modo in cui li abbiamo sognati. Ma perch ti interessano i sogni?
Mi stavo solo chiedendo... rispose Roverandom.
A proposito di quel bambino, disse l'Uomo. Lo pensavo. Poi estrasse di tasca un tele
scopio che divent lungo lungo. Un'occhiatina non ti far alcun male, credo.
Roverandom guard attraverso il telescopio, o meglio vi guard quando finalmente riu
sc a chiudere un occhio e a tenere l'altro aperto. Vide con chiarezza il mondo. P
er prima cosa scorse l'ultima parte del sentiero lunare precipitarsi nel mare; p
oi credette di distinguere lunghe fila sottili e sbiadite di gente piccola che v
i veleggiava rapida sopra, ma non ne era proprio sicuro. La luna piena scomparve
rapidamente. La luce del sole cominci ad aumentare; di colpo ci fu la caletta de
l mago della sabbia (ma non c'erano tracce di Psamathos: Psamathos non si conced
eva alle sbirciatine altrui) e dopo un po' comparvero i due ragazzini, che cammi
navano lungo la battigia tenendosi per mano. "Cercano conchiglie o cercano me?"
si chiese il cane.
Molto presto l'immagine cambi e Roverandom scorse il cottage bianco del padre del
ragazzino sulla scogliera, con il giardino che scendeva fino al mare. E al canc
ello vide - sorpresa sgradevole - il vecchio stregone che se ne stava seduto su
una pietra, a fumare la pipa, come se non avesse altro da fare che starsene l a g
uardare per sempre, con il vecchio cappellaccio verde all'indietro e il panciott
o sbottonato.
Che sta facendo il vecchio Arta-come-si-chiama al cancello? domand Roverandom. Crede
vo che mi avesse dimenticato gi da tanto. Non sono ancora finite le sue vacanze?
No, sta aspettando proprio te, cagnetto mio. Non ha dimenticato. Se ti fai vedere
da quelle parti adesso, vero o giocattolo che tu sia, ti far un altro sortilegio
in quattro e quattr'otto. Non che gli rincresca dei suoi calzoni - che sono sta
ti rammendati - ma molto stizzito per le interferenze di Samathos; e Samathos no
n ha ancora finito di fare i suoi piani per trattare con lui.
In quell'esatto momento Roverandom vide che il vento aveva fatto volar via il ca
ppello di Artaserse e Artaserse si precipitava a rincorrerlo. In bell'evidenza,
aveva una vistosa toppa ai calzoni, color arancione a macchie nere.
Credevo che uno stregone si sarebbe rattoppati i calzoni un po' meglio di cos! escl
am Roverandom.
Ma lui convinto di aver fatto un lavoro eccellente, ribatt il vecchio.
Ha strappato un pezzo dalle tende di qualcuno con un incantesimo: quelli si sono
fatti indennizzare dall'assicurazione, lui ha ottenuto il suo tocco di colore, e
ora sono tutti soddisfatti. Per hai ragione tu. sulla via del declino, mi pare.
triste, dopo tutti questi secoli, vedere un uomo che perde la propria magia: ma
forse per te una fortuna. Con un clic l'Uomo-sullaLuna chiuse il telescopio e rip
resero il cammino.
Rieccoti le tue ali, disse non appena furono arrivati alla torre. Ora va'
a farti un giro e divertiti. Non disturbare i miei raggi di luna, non uccidere i
miei bianconigli e torna quando hai fame o c' qualcos'altro che non va.
Roverandom vol a razzo a cercare il cane-luna per dirgli tutto del lato scuro; ma
l'altro era un po' geloso che a un ospite di passaggio fosse stato permesso di
vedere cose che a lui erano vietate, e fece finta di non essere interessato.
Si direbbe un posto abbastanza da schifo, grugn. Sono certo di non volerlo vedere. I
mmagino che ti annoierai ora nel lato bianco, con me solo per compagnia, senza t
utti i tuoi amici a due zampe. Peccato che lo stregone persiano sia cos insistent
e e tu non possa tornartene a casa.
Roverandom ci rimase piuttosto male, e ripet pi volte al cane-luna che era molto c
ontento di essere tornato alla torre e non si sarebbe mai stancato del lato bian
co. Tornarono subito a essere buoni amici e fecero tantissime cose insieme; eppu
re, quel che il cane-luna aveva detto quando era fuori dei gangheri si dimostr ve
ro. Non era colpa di Roverandom, e lui faceva del suo meglio per non lasciarlo t
rapelare, ma chiss perch nessuna delle avventure o delle esplorazioni gli sembrava
pi cos interessante come prima, e continuava sempre a pensare a come si fosse div
ertito nel giardino col piccolo Two.
Visitarono la valle dei candidi gnomi-luna (abbreviati in gnomuna) che cavalcano
i bianconigli e fanno frittelle con i fiocchi di neve e coltivano nei loro ordi
nalissimi orticelli minuscoli alberi di mele dorati, grandi come ranuncoli.
Sparsero frammenti di vetro e chiodini fuori dalle tane dei dragoni pi
piccoli (mentre quelli dormivano), e rimasero svegli fin nel cuore della notte p
er sentirli ruggire di rabbia: i dragoni hanno spesso il pancino ipersensibile,
come ho gi avuto occasione di dirvi, e vanno a bere ogni notte a mezzanotte, se n
on pi spesso. A volte i due cani osarono stuzzicare i ragni: mordicchiando le rag
natele, liberando i raggi di luna e scappando via appena in tempo, con i ragni c
he lanciavano loro i lazo dalla cima delle colline. Ma Roverandom continuava a s
tar di vedetta, in attesa del postino Mew e del giornale News of the World (per
lo pi assassini e partite di calcio, come sa perfino un cagnetto; ma qualche volt
a, in un angolino, c'
qualcosa di meglio).
Si perdette la nuova visita di Mew perch era intento a uno dei suoi vagabondaggi,
ma quando torn il vecchio stava ancora leggendosi le lettere e le notizie (e par
eva anche di ottimo umore, seduto sul tetto con i piedi penzoloni oltre l'orlo,
fumando un'enorme pipa di creta bianca, emettendo nuvole di fumo come una locomo
tiva e sorridendo a tutta bocca nel tondo viso rugoso).
Roverandom sent che non ce la faceva pi. Ho un dolore dentro, dichiar. Voglio tornare
dal piccolino, in modo che il suo sogno possa avverarsi.
Il vecchio pos la lettera (parlava di Artaserse, ed era molto divertente) e si to
lse la pipa di bocca. Devi proprio andare? Non puoi fermarti ancora?
stato un taale piacere conoscerti. Torna a trovarmi quando vuoi! disse, tutto d'u
n fiato.
Benissimo! prosegu poi in tono pi pacato. Artaserse bello che sistemato.
In che modo?? domand con veemenza Roverandom, che non stava in s dalla curiosit.
Ha sposato una sirena ed andato a stare negli abissi del Profondo Mare Blu.
Speriamo che gli rammendi meglio i calzoni. Una toppa d'alga verde ben s'intonere
bbe al suo cappello verde.
Caro mio! Lui s' sposato con un completo nuovo color verde alga, bottoni di corall
o rosa e spalline di anemoni di mare, e il cappellaccio gliel'hanno bruciato sul
la spiaggia! Ha combinato tutto Samathos. Oh, Samathos profondo, profondo come i
l Mare Blu, e mi aspetto che in questo modo voglia sistemare un sacco di faccend
uole a suo piacimento, e non solo la tua, cagnetto mio, ma molte di pi.
Mi chiedo come finir! Mi sembra che Artaserse stia entrando nella sua ventesima o
ventunesima infanzia, al momento; fa il difficile per le piccole cose. molto ost
inato, questo certo. Una volta era un mago piuttosto bravo, ma gli venuto un pes
simo carattere ed diventato un gran rompiscatole. Quando arriv a met pomeriggio a
tirar fuori dalla sabbia il vecchio Samathos con un badile di legno e lo estrass
e dalla sua tana prendendolo per le orecchie, il Samatista pens che avesse davver
o esagerato, e non me ne stupisco. "Tanto disturbo, proprio nel momento migliore
del mio sonno, e tutto per un povero disgraziato d'un cagnolino"; questo mi scr
ive, e non c' bisogno che tu arrossisca.
Allora, quando gli animi di tutti e due si sono un po' placati, lui ha invitato A
rtaserse a una festa di sirene, e tutto accadde cos. Hanno portato Artaserse a fa
re una nuotata al chiaro di luna, e quello non torner pi in Persia e nemmeno a Per
sici. Si innamorato della ricca figlia del Re del Mare, stagionata ma deliziosa,
e si sono sposati la notte seguente.
Tutto per il meglio, forse. da molto che nell'Oceano non c'era un Mago a tempo pi
eno. Proteo, Poseidone, Tritone, Nettuno e tutta quella genia, sono diventati fr
aguglie o cozze tanto tempo fa, e comunque loro non conoscevano molto le cose al
di fuori del Mediterraneo e non se ne curavano gran che: amavano troppo le sard
ine. Anche il vecchio Niord si ritirato da parecchio: riusciva a dedicarsi ai su
oi affari solo a met, naturalmente, dopo il suo stupido matrimonio con la gigante
ssa... ricordi, lei s'era innamorata di lui perch aveva i piedi puliti (una bened
izione per la casa), disamorandosi subito, ma troppo tardi, quando scopr che eran
o bagnati. Ora agli sgoccioli, mi han detto; e malfermo sulle gambe, povero caro
. Il carburante marino gli ha fatto venire una brutta tosse, e s' trasferito sull
a costa dell'Islanda per prendere un po' di sole.
C'era il Vecchio del Mare, naturalmente. Era mio cugino, ma non sono orgoglioso d
ella parentela. Era un vero peso: si rifiutava di camminare e voleva sempre esse
re portato, come avrai sentito. E fu la sua fine. Si sedette su una mina gallegg
iante (sai quel che voglio dire) un anno o due fa, proprio su uno degli spunzoni
! Neanche la mia magia pot fare qualcosa in quella circostanza. Fu peggio di quel
che accadde a Humpty Dumpty.
E Britannia? chiese Roverandom, che dopo tutto era suddito britannico; a dire il v
ero, era un po' stufo di tutto questo, e voleva sentir parlare ancora del suo st
regone. Credevo che Britannia dominasse le onde.
Lei non si bagna mai davvero i piedi. Preferisce accarezzare i leoni sul-la spiag
gia e rimanere seduta su un penny con un tridente in mano... e comunque, nel mar
e c' ben altro da dominare che le onde. Adesso hanno Artaserse, e speriamo che po
ssa essere utile. Trascorrer i primi anni cercando di far crescere persiche sui p
olipi, se glielo permetteranno; e sar pi
facile che non mantenere l'ordine tra la gente del mare.
Bene, bene, bene: dov'eravamo? Ma certo: puoi tornare a casa, adesso, se lo vuoi.
Anzi, per non essere troppo beneducato, sarebbe ora che te ne tornassi a casa i
l pi presto possibile. Per prima cosa farai visita al vecchio Samathos... e non s
eguire il mio cattivo esempio: non dimenticare le P
quando vi incontrate!
Mew si rifece vivo il giorno dopo con una consegna extra; un'immensa quantit di l
ettere per l'Uomo-sulla-Luna, e fasci di giornali: Il Settimanale Marino Illustr
ato, Articoli Oceanici, Posta del Mare, La Conchiglia, Il Tuffo del Mattino. Tut
ti avevano la stessa foto (in esclusiva) del matrimonio di Artaserse sulla spiag
gia al chiaro di luna, con Mr. Psamathos Psamathides, il ben noto finanziere (un m
ero titolo di rispetto), che sorrideva con tutti i denti nello sfondo. Ma erano
comunque pi belle delle nostre foto, perch almeno erano a colori, e la sirena semb
rava davvero bellissima (la coda era nascosta dalla schiuma).
Era giunto il momento dei commiati. L'Uomo-sulla-Luna sorrideva soddisfatto a Ro
verandom; e il cane-luna cercava di sembrare distaccato e indifferente. Lo stess
o Roverandom aveva la coda a penzoloni, e tutto quello che disse fu: Ciao, piccol
o! Abbi cura di te, non disturbare i raggi di luna, non uccidere i bianconigli,
e non mangiare troppo a cena!
Piccolo sarai tu! lo rimbecc il Rover lunare. E smettila di mangiare braghe di streg
oni! Tutto qui: eppure, secondo me, cominci subito a tampinare l'Uomo-sulla-Luna p
erch lo mandasse in vacanza a far visita a Roverandom. E da allora gli stato dato
il permesso pi volte. Dopo i commiati, Roverandom torn indietro con Mew, e l'Uomo
ridiscese nelle sue cantine e il cane-luna rest sul tetto a guardare finch non sc
omparvero alla sua vista.
IV
Soffiava un vento freddo dalla Stella del Nord quando arrivarono vicino al limit
e del mondo e i gelidi spruzzi della cascata li infradiciarono tutti. Il viaggio
di ritorno era stato pi duro, forse perch la magia del vecchio Psamathos se l'era
presa comoda; furono quindi lieti di fermarsi a riposare all'Isola dei Cani. Ma
poich Roverandom era ancora in misura ridotta per via dell'incantesimo, non si d
ivert molto. Gli altri cani erano troppo grossi e rumorosi e troppo sprezzanti; e
gli ossi degli alberi-di-ossi troppo grandi e ossuti.
Era l'alba del giorno-dopo-il-giorno-dopo-domani quando giunsero finalmente in v
ista delle scure scogliere dove abitava Mew; avevano il sole caldo sulla schiena
e le sommit delle collinette di sabbia erano gi chiare e asciutte quando atterrar
ono nella caletta di Psamathos. Mew lanci un gridolino e batt il becco su un legne
tto che era per terra. Il legnetto si rizz immediatamente in aria, diventando l'o
recchio sinistro di Psamathos, subito seguito da un altro orecchio e poi, rapida
mente, dal resto dell'orripilante testa e dal collo del mago.
Che volete voi due a quest'ora del giorno? bofonchi Psamathos. il mio momento prefer
ito per dormire.
Siamo tornati! annunci il gabbiano.
A quanto vedo, ti sei concesso di farti riportare indietro sulla sua schiena, diss
e Psamathos, rivolgendosi al cagnolino. Dopo che eri andato a caccia di draghi, c
redevo che avresti trovato facile il breve volo fino a casa.
Ma, signore, per favore, mormor Roverandom, le ali le ho restituite: non erano mica
mie per davvero. Piuttosto, mi piacerebbe tornare a essere un cane normale.
Oh, ma certo. Spero comunque che tu ti sia divertito come "Roverandom". Ora l'avv
entura finita. Puoi tornare a essere solo Rover, se lo vuoi veramente. E puoi an
dartene a casa a giocare con la tua palla gialla e dormire in poltrona quando ti
capita e accoccolarti in grembo ed essere di nuovo un rispettabile cane-bau.
E il bambino? chiese Rover.
Ma se sei scappato via da lui, sciocchino, andandotene addirittura sulla Luna! sbo
tt Psamathos, fingendo di essere stizzito e sorpreso, ma con un allegro scintilli
o negli occhi furbetti. A casa, ho detto, e casa intendo. Non farfugliare e non d
iscutere!
Quel tapino di Roverandom farfugliava perch stava cercando d'infilare un gentile S
ignor P-P-P-samathos. Alla fine ci riusc.
P-P-Per P-P-Piacere, signor P-P-P-samathos, disse in tono commovente, P-P-Per P-P-P
iacere, mi P-P-Perdoni, ma l'ho incontrato di nuovo; ora non scapper pi; e poi io
sono di sua propriet, no? Perci dovrei tor-nare con lui.
Ma che sciocchezze dici mai? Non sei suo e non ci devi tornare. Tu appartieni a q
uella vecchia signora che ti compr per prima e devi tornare da lei. Non si posson
o comprare cose rubate o soggette a incantesimo, come sapresti se conoscessi la
legge, sciocco d'un cane. La madre del piccolo Two ha sprecato sei soldi per te,
fine del discorso. E che cosa significa mai incontrarsi in sogno? concluse Psama
thos strizzando vistosamente un occhio.
Credevo che qualcuno dei sogni dell'Uomo-sulla-Luna si realizzasse, disse triste i
l piccolo Rover.
Ah davvero? Be', sono affari che riguardano l'Uomo-sulla-Luna. Quel che riguarda
me ora : farti tornare alle tue dimensioni giuste e rimandarti al tuo posto. Arta
serse partito verso altre sfere di utilit, cos non dobbiamo pi preoccuparci di lui.
Vieni qui!
Afferr Rover, gli fece passare la mano grassoccia sulla testa e subito... non ci
fu nessun cambiamento! Ripet tutta l'operazione daccapo, e ancora non cambi nulla.
Allora Psamathos venne fuori dalla sabbia e Rover not per la prima volta che avev
a le gambe come quelle dei conigli. Batt i piedi per terra e s'infuri e scalci sabb
ia per aria e soffi rumorosamente nelle narici come un carlino arrabbiato: e anco
ra non accadde nulla!
Raggirato da uno stregone d'alghe, gli venga una verruca! imprec.
Raggirato da un persiano mangiatore di persiche, possano appenderlo e impallinarl
o! url, e continu a urlare fino a quando non fu esausto. Allora si sedette.
E va bene, disse alla fine quando si fu calmato. Vivi e impara! Ma Artaserse molto
strano: chi avrebbe mai pensato che si sarebbe ricordato di te nel bailamme del
suo matrimonio o che avrebbe sprecato il suo sortilegio pi forte su un cagnetto p
rima di partire in luna di miele?
Come se il suo primo incantesimo non fosse gi pi di quanto non meriti un piccolo c
ucciolo sciocco! Roba da non crederci!
Be', a ogni buon conto non devo star l a riflettere su ci che conviene fare, continu
Psamathos. C' solo una possibilit. Devi andare a cercarlo e chiedergli scusa. Ma ti
do la mia parola che mi ricorder di questo suo affronto finch il mare avr il doppi
o del sale e la met dell'acqua. Adesso voi due andatevene a fare una passeggiata
e tornate fra una mezzoretta, quando il mio umore sar migliorato!
Mew e Rover se ne andarono lungo la spiaggia e su per la scogliera, Mew volando
molto adagio e Rover trotterellandogli dietro tutto triste. Si fermarono davanti
alla casetta del padre del piccolo; Rover entr dal cancello e si sedette in un'a
iola sotto la finestra dei bambini. Era ancora presto ma lui abbai forte, speranz
oso. O i ragazzini dormivano ancora o non c'erano, perch nessuno si affacci. Almen
o cos pens Rover. Aveva dimenticato che le cose nel mondo sono diverse da quelle d
el giardino sulla luna, e che l'incantesimo di Artaserse sulle sue dimensioni e
sul suo abbaiare durava ancora. Dopo un po' Mew lo riport tristemente alla calett
a. L lo aspettava una sorpresa del tutto imprevista. Psamathos stava chiacchieran
do con una balena! Una balena enorme, Uin, la pi anziana delle Balene Giuste. Al
piccolo Rover sembrava una montagna, con la grande testa riversa in una profonda
pozza vicino al bordo dell'acqua.
Mi spiace di non aver potuto procurare nulla di pi piccolo, cos sui due piedi, disse
Psamathos. Ma molto comoda!
Entra! disse la balena.
Arrivederci! Entra! disse il gabbiano.
Entra! disse Psamathos; e fa' in fretta! E non mordere o graffiare nulla all'intern
o; potresti far venire la tosse a Uin, e allora sarebbero guai.
Era un brutto momento - quasi come quello in cui aveva dovuto saltare nel buco g
i nella cantina dell'Uomo-sulla-Luna - e Rover indietreggi, cos che Mew e Psamathos
dovettero spingerlo dentro. Lo fecero senza tante moine; e le mascelle della ba
lena si chiusero con uno schiocco. L'interno era molto buio e sapeva di pesce. R
over rimase seduto a tremare; mentre stava l fermo (senza osare nemmeno grattarsi
le orecchie) sent, o gli sembr di sentire, il fruscio e il battere della coda del
la balena sulle onde; e prov, o gli parve di provare, la sensazione di andare sem
pre pi
gi, pi in basso verso gli abissi del Profondo Mare Blu. Ma quando la balena si fer
m e spalanc di nuovo la bocca (ben felice di farlo: perch le balene preferiscono vi
aggiare pescando a strascico con le mascelle spalancate, facendo ogni volta una
bella retata di cibo, anche se Uin era una bestiola molto riguardosa) e Rover oc
chieggi fuori, il mare era profondo, incommensurabilmente profondo, ma niente aff
atto blu. C'era solo una leggera luce verde soffusa, e Rover uscendo si trov su u
n sentiero di sabbia bianca che si snodava attraverso una foresta scura e fantas
tica.
Sempre diritto! Non devi andare molto lontano, lo avvert Uin. Rover continu sempre d
iritto, per quanto glielo permetteva il sentiero, e presto dinanzi a s vide il ca
ncello di un grande palazzo, che pareva fatto di pietra bianca e rosacea, scinti
llante d'una tenue luce propria, mentre dalle tante finestre uscivano limpide lu
ci verdi e azzurre. Tutt'intorno alle mura si levavano alti alberi marini, pi alt
i delle cupole del palazzo che si allargavano ampie e tonde, luccicanti nell'acq
ua scura. I grossi tronchi gommosi si piegavano e ondeggiavano come fili d'erba,
e l'ombra dei rami senza fine era affollata di pesciolini dorati, argentei, ros
si, blu e fosforescenti, simili a uccelli. Ma i pesci non cantavano. Cantavano i
nvece le sirene all'interno del palazzo. E come cantavano! E tutte le fate del m
are cantavano in coro, e la musica sgorgava dalle finestre, mentre i mille abita
nti del mare suonavano corni e flauti e lire di tartaruga. Al suo passaggio gnom
i marini ghignavano nel buio alla base degli alberi, e Rover affrett il passo qua
nto pot... ma scopr che i suoi passi erano lenti e pesanti sott'acqua a quella pro
fondit. Perch non annegava? Non lo so, ma credo che ci avesse pensato Psamathos Ps
amathides (lui sul mare sa molto pi di quanto la gente si immagini, bench non si b
agni nemmeno la punta dei piedi se pu evitarlo), mentre Mew e Rover erano andati
a fare un giro e lui era rimasto a farsi passare la rabbia e a escogitare un nuo
vo piano.
Comunque Rover non anneg: anche se, prima di arrivare alla porta, gi
desiderava trovarsi altrove, magari nella pancia bagnata della balena. Dai cespu
gli color porpora e dai ciuffi spugnosi ai due lati del sentiero lo fissavano ce
rti brutti ceffi dalle forme strane che lo facevano sentire molto a disagio. Fin
almente arriv al vasto portone... un arco dorato frangiato di coralli con una por
ta di madreperla adorna di denti di pescecane. Il batacchio era un enorme anello
incrostato di cirripedi bianchi con i loro nastrini rossi pendenti; naturalment
e Rover non ci arrivava, n sarebbe riuscito comunque a smuoverlo. Allora abbai, e
con sua grande sorpresa gli usc
un latrato piuttosto forte. All'interno la musica cess al terzo abbaiare, e il po
rtone si spalanc.
E chi credete lo aprisse? Artaserse in persona, vestito di velluto color persica
e calzoni di seta verde; aveva sempre una grossa pipa in bocca, solo che stavol
ta soffiava splendide nuvole color arcobaleno anzich fumo di tabacco; e non porta
va il cappello.
Salve! l'accolse. Cos sei arrivato! Pensavo che prima o poi ti saresti stufato del v
ecchio P-samathos. (come grufol su quell'esagerata P) Non pu fare proprio tutto. Be'
, perch mai sei venuto quaggi? Qui c' una festa e tu hai interrotto la musica.
Per favore, signor Artersarse, cio Ertasarse, esord Rover piuttosto agitato, cercand
o di essere il pi gentile possibile.
Lascia perdere la grafia esatta, io non ci bado! disse lo stregone in tono iroso. V
a' avanti con la spiegazione e sbrigati; non ho tempo per le lunghe tiritere. Si
dava arie di grande importanza (con i forestieri) dopo il matrimonio con la ricc
a figlia del Re del Mare e la sua nomina alla carica di Mago del Pacifico e dell
'Atlantico (la gente del mare, quando lui non era presente, abbreviava chiamando
lo PAM). Se vuoi parlarmi per una questione urgente, faresti meglio a entrare e a
d aspettare nell'ingresso; potrei dedicarti un minuto dopo il ballo.
Chiuse il portone alle spalle di Rover e se ne and. Il cagnolino si trov
in un immenso luogo buio sotto una cupola scarsamente illuminata. Tutt'intorno c
'erano archi a punta con tendaggi d'alghe, quasi tutti immersi nell'oscurit; ce n
'era uno solo ben illuminato e da l proveniva il forte suono d'una musica che sem
brava continuare all'infinito, senza mai smettere, senza mai ripetersi e senza m
ai interrompersi per fare una pausa. Rover si stanc presto d'aspettare, cos si avv
icin all'arco illuminato e spi dalle tende. Scorse un'amplissima sala da ballo con
sette cupole e diecimila colonne di corallo, risplendente per pura magia e colm
a di calda acqua frizzante.
Tutte le sirene dalle chiome d'oro e quelle dalle chiome brune intrecciavano dan
ze cantando... e non danzavano sulle code, ma nuotando in sincrono, avanti e ind
ietro, in su e in gi, nell'acqua limpida. Nessuno fece caso al naso del cagnetto
che faceva capolino tra le alghe dell'ingresso, cos, dopo aver guardato per un po
', Rover scivol dentro. Il pavimento era di sabbia d'argento con minuscole conchi
glie farfalla, che battevano lievi le ali spalancate al movimento dell'acqua; st
ava procedendo con precauzione, tenendosi rasente al muro, quando una voce disse
all'improvviso sopra di lui: Ma che bel cagnolino! un cane-terra, non un cane-ma
re, ne sono certa. Come avr fatto ad arrivare qui un essere cos piccino!
Rover guard in su e vide una bellissima signora-mare con un grande pettine nero n
ei capelli d'oro, seduta su una sporgenza poco sopra di lui. La tanto deprecabil
e coda le spenzolava all'ingi; stava rammendando uno dei calzini verdi di Artaser
se. Era, chiaramente, la neo signora Artaserse (in genere nota come Principessa
Pam; ed era molto benvoluta anche se non si poteva dire lo stesso del marito). A
l momento, Artaserse era seduto accanto a lei, e avesse o no il tempo per lunghe
tiritere, ora ne stava sentendo
una della moglie. O meglio, era stato a sentirla finch non era spuntato Rover. La
signora Artaserse interruppe tiritera e rammendo non appena lo vide e galleggia
ndo fin gi lo raccolse e se lo port fino al divano. Si trattava in realt di un sedi
le accanto alla finestra del primo piano (una finestra interna): non ci sono sca
le nelle case-mare e neanche ombrelli, e per lo stesso motivo. Non c' nemmeno una
gran differenza tra porte e finestre.
La signora-mare sistem presto la sua bella (e piuttosto grassoccia) persona comod
amente sul divano e si mise Rover in grembo: subito si lev un forte grugnito da s
otto il sedile.
Gi a cuccia, Rover! Fa' la cuccia, da bravo! disse la signora Artaserse. Ma non si
stava rivolgendo al nostro Rover, stava parlando a un bianco cane-mare che, nono
stante le sue parole, sbuc fuori ringhiando e bronto-lando, battendo l'acqua con
i piedi palmati, agitando la coda larga e piatta e soffiando bollicine dal naso
aguzzo.
Che orribile creaturina! bofonchi il nuovo cane. Guardate che codino miserevole! Gua
rdategli le zampe! E quella insulsa livrea!
Ma guardati tu, reag Rover, dal grembo della signora, e dopo non vorrai ripetere l'e
sperienza. Chi ti ha chiamato Rover? Sei un incrocio tra un'anatra e un girino c
he finge d'essere un cane! Dal che potete dedurre come fra i due fosse amore a pr
ima vista.
Presto per divennero grandi amici: forse non cos amici come lo erano stati Rover e
il cane-luna, ma solo perch il soggiorno sotto il mare fu pi
breve, e gli abissi marini per i cagnolini non sono un posto allegro come la lun
a, pieni come sono di recessi cupi e spaventosi dove la luce non mai arrivata n m
ai arriver, perch non saranno mai scoperti fino a quando la luce non sar scomparsa.
Laggi vivono orribili creature, troppo antiche perch le si possa immaginare, trop
po refrattarie agli incantesimi, troppo grandi per misurarle. Artaserse l'aveva
gi scoperto per conto suo. Il posto di PAM non era certo una sinecura.
Andate a farvi una bella nuotata adesso e divertitevi! raccomand sua moglie, quando
la zuffa tra i cani si fu placata e i due si stavano solo sniffando a vicenda. N
on disturbate il pesce-fuoco, non mordete gli anemoni di mare, non fatevi prende
re dalle vongole, e tornate per cena!
La prego, io non so nuotare, dichiar Rover.
Povera me, che disastro! si lament lei. Pam, guarda un po' - era l'unica finora che l
o chiamasse apertamente cos - c' qualcosa di concreto da fare per te, finalmente.
Certo, mia cara! rispose lo stregone, desideroso di compiacerla e lieto di poter d
imostrare di avere un potere magico reale e di non essere solo un inutile burocr
ate (attaccato come un'ostrica alla poltrona). Estrasse una piccola bacchetta ma
gica dalla tasca del panciotto - in realt era la sua penna stilografica, ormai in
utilizzabile per scrivere: la gente del mare usa uno strano inchiostro attaccati
ccio che non va bene per le stilografiche - e tracci dei segni ondeggianti su Rov
er.
Nonostante ci che qualcuno aveva detto, Artaserse era a suo modo un mago molto br
avo (o Rover non avrebbe mai vissuto queste avventure); la magia era un'arte min
ore, ma aveva bisogno di molta pratica. A ogni modo, dopo i primi segni, la coda
di Rover cominci ad appiattirsi, i piedi a diventare palmati e il suo mantello a
d assomigliare sempre pi a un impermeabile. A metamorfosi ultimata, Rover prese s
ubito dimestichezza con i cambiamenti; scopr che era pi facile imparare a nuotare
che a volare, quasi altrettanto piacevole e non cos stancante; a meno che non si
volesse scendere in profondit.
La prima cosa che fece, dopo una nuotata di prova intorno alla sala da ballo, fu
mordere la coda all'altro cane. Per gioco, naturalmente; ma, gioco o no, si acc
apigliarono quasi subito, perch il cane-mare era di temperamento molto suscettibi
le. Rover si salv solo allontanandosi il pi in fretta possibile: e dovette anche e
ssere agile e veloce. Ragazzi, che roba: una caccia vera e propria, dentro e fuo
ri delle finestre, lungo i passaggi bui, intorno alle colonne, fino in cima alle
cupole; in ultimo il cane-mare era esausto e anche il suo cattivo umore s'era e
saurito: si sedettero tutti e due a riposarsi sulla cupola pi alta vicino al penn
one. La bandiera del Re del Mare, un vessillo d'alga rosso e verde, costellato d
i perle, pendeva galleggiando dall'asta.
Come ti chiami? volle sapere il cane-mare dopo una pausa per riprender fiato. Rover
? esclam perplesso. Ma quello il mio nome, quindi non pu essere il tuo. L'ho avuto p
rima io.
Come lo sai?
Ma certo che lo so! Vedo che sei solo un cucciolo, e poi sei qui da appena cinque
minuti. L'incantesimo che mi hanno lanciato vecchio di anni e anni, centinaia d
'anni. Penso di essere stato il primo di tutti i cani Rover.
Il mio primo padrone fu un vero Girovago, girava per tutti i mari con la sua nave
, specie nei mari del nord. Era un tipo di galera normanna dalle vele rosse che
a prora aveva una polena intagliata a forma di drago; l'aveva chiamata Serpente
Rosso, e le voleva molto bene.
Io volevo bene a lui, anche se ero solo un cucciolo e lui non s'accorgeva quasi d
i me; non ero abbastanza grande per andare a caccia e lui non prendeva cani a bo
rdo. Un giorno mi imbarcai senza esser stato invitato. Stava salutando sua mogli
e; il vento soffiava e i suoi uomini stavano spingendo il Serpente Rosso sulle o
nde lunghe verso il largo. Il collo del drago era coperto di schiuma e io sentii
d'improvviso che se non avessi seguito il padrone non l'avrei pi rivisto dopo qu
el giorno. Cos mi intrufolai a bordo in qualche modo e mi nascosi dietro un baril
e d'acqua; quando mi scoprirono eravamo in alto mare e la terra si scorgeva appe
na all'orizzonte.
Fu allora che mi chiamarono Rover, quando mi tiraron fuori per la coda. "Ecco un
bel cane giramondo", disse uno. E un altro dagli occhi strani esclam: "Avr un dest
ino bizzarro, e non torner pi a casa". Infatti a casa non ci sono pi tornato e non
sono neppure diventato pi grosso, anche se ora sono molto pi vecchio... e pi saggio
, naturalmente.
Durante quel viaggio ci fu una battaglia in mare, e io corsi sul ponte di prua so
tto una pioggia di frecce, mentre le spade facevano risuonare gli scudi. Ma gli
uomini del Cigno Nero vennero all'arrembaggio e spinsero tutti i marinai del mio
padrone gi dalla nave. Lui fu l'ultimo. Stette ritto accanto alla testa di drago
e poi si tuff in mare con tutta la corazza: io mi tuffai dietro di lui.
Lui arriv sul fondo prima di me e lo presero le sirene; ma io dissi loro di riport
arlo presto a terra, perch molti avrebbero pianto se lui non fosse tornato. Loro
mi sorrisero, lo sollevarono e lo portarono via. Ora tra loro c' chi dice che lo
riportarono a terra, e chi scuote il capo dubbiosa. Non ci si pu fidare delle sir
ene se non per tenere un segreto: in quello sono pi
brave delle ostriche.
Penso spesso che lo abbiano sepolto nella sabbia bianca. Lontano da qui c' una par
te del Serpente Rosso che gli uomini del Cigno Nero fecero affondare; o almeno c
'era l'ultima volta che sono passato da l. Una foresta d'alghe gli cresce tutt'in
torno, tranne che sulla testa del drago. Chiss perch le conchiglie non gli si sono
attaccate e sotto c' un mucchietto di sabbia bianca.
Sono andato via da quei posti tanto tempo fa. Sono diventato a poco a poco un can
e-mare; a quei tempi le donne-mare pi anziane praticavano molto la stregoneria e
una fu molto buona con me. Fu lei a regalarmi al Re del Mare, il nonno dell'attu
ale sovrano, e da allora sono rimasto a palazzo e nei dintorni. Questa la mia st
oria. accaduta centinaia di anni addietro, e ho girato i mari in lungo e in larg
o, ma non sono mai tornato a casa. Ora parlami di te. Non che per caso tu proven
ga dal Mare del Nord? - in quei giorni lo chiamavamo Mare d'Inghilterra - o cono
sci qualcuno dei vecchi posti vicino alle isole Orcadi?
Il nostro Rover dovette confessare che non aveva sentito nominare altro che il ma
re prima, e neppure molte volte. Per sono stato sulla luna, disse, e raccont al nuovo
amico quanto riusc a fargli capire. Il cane-mare si gust moltissimo la storia, e
ne credette almeno la met.
Proprio una bella saga, osserv. La migliore che mi abbiano narrato da un bel pezzo.
Io l'ho vista, la luna. Salgo a galla di tanto in tanto, sai, ma non avevo immag
inato che fosse cos. Per, che sfacciato quel cane-cielo!
Tre Rover! Gi due sono troppi, ma tre addirittura impossibile. E non credo assolu
tamente che sia pi vecchio di me; sarei molto sorpreso se avesse cent'anni.
Probabilmente aveva ragione. Il cane-luna, come avrete senza alcun dubbio notato
, esagerava un sacco. E a ogni buon conto, prosegu il cane-mare, il nome se lo dato
lui da solo. A me l'hanno dato gli altri.
E anche a me, disse il nostro cagnetto.
Per senza alcuna ragione, e prima che tu avessi cominciato in qualche modo a guada
gnartelo. Mi piace l'idea dell'Uomo-sulla-Luna. Ti chiamer
anch'io Roverandom; e se fossi in te questo nome me lo terrei per sempre... vist
o che non sai mai dove andrai a finire dall'oggi al domani! Andiamo a cena.
Era una cena da pesci, ma Roverandom si abitu presto a quel genere di cibo; era i
n sintonia con le sue zampe palmate. Dopo si ricord il motivo per cui era sceso s
ino in fondo al mare e si lanci alla ricerca di Artaserse. Lo trov che faceva le b
olle e le trasformava poi in palle vere per far piacere ai piccoli bimbi-mare.
Per favore, signor Artaserse, la potrei disturbare per chiederle di trasformarmi.
..
Sci, va' via! disse lo stregone. Non vedi che non posso essere disturbato? Ora no, s
ono occupato. Era quel che Artaserse diceva troppo spesso a chi non riteneva impo
rtante. Sapeva fin troppo bene quel che voleva Rover, ma lui non aveva fretta. C
os Roverandom se ne nuot via e and a letto, o meglio si sistem per la notte in un mu
cchio di alghe che crescevano su uno scoglio del giardino. La vecchia balena sta
va riposando appena sotto; e se qualcuno vi dice che le balene non scendono fin
sul fondo del mare e non vi si fermano per ore a fare dormitine, non preoccupate
vi. La vecchia Uin era eccezionale sotto ogni aspetto.
Come va? gli chiese. A che punto sei? Vedo che sei ancora formato giocattolo. Che c
os'ha Artaserse? Non ce la fa o non vuole far niente?
Credo che ce la farebbe benissimo, disse Roverandom. Guarda il mio nuovo aspetto. M
a se cerco di portarlo sull'argomento dimensioni, continua a ripetermi che occup
ato, e non ha tempo per lunghe spiegazioni.
Uffa! fece la balena, e con un colpo di coda mise di traverso un albero; l'ondata
fece quasi cadere Roverandom dallo scoglio.
Non credo che il PAM avr un gran seguito da queste parti: ma se fossi in te non mi
preoccuperei. Prima o poi andr tutto a posto. Nel frattempo ci sono tante cose n
uove da vedere domani. Dormi. Ciao. E s'allontan nuo-tando nell'oscurit. Le notizie
che port nella caletta fecero infuriare ancora una volta il vecchio Psamathos.
Le luci del palazzo erano tutte spente. In quelle buie acque profonde non arriva
vano n stelle n luna. Il verde si faceva sempre pi scuro fino a diventare tutto ner
o, e non c'era nemmeno un luccichio, tranne quando qualche grande pesce luminoso
passava lento fra le alghe. Eppure Roverandom dorm profondamente quella notte e
la notte seguente e molte altre dopo. Il giorno dopo, e quello dopo ancora, cerc
lo stregone senza riuscire a trovarlo da nessuna parte. Una mattina, quando comi
nciava a sentirsi un vero cane-mare e si stava chiedendo se non fosse venuto lag
gi per rimanervi per sempre, il canemare gli disse: Che impiastro, quello stregone
! Ti dir, lascialo perdere! Salta un giorno. Andiamo a farci una bella nuotata!
E si allontanarono, e la bella nuotata divent un'escursione che dur parecchi giorn
i. Erano creature fatate, non dovete dimenticarlo, e c'erano poche cose normali
nel mare che potevano star loro a pari. Quando si stancarono dei picchi e delle
montagne del fondo o delle piste a media altezza, salirono sempre pi su, attraver
so l'acqua, per un miglio e oltre, e quando arrivarono in superficie non si vede
va traccia di terra. Il mare tutt'intorno era liscio e calmo e grigio. Poi, all'
improvviso, si incresp incupendosi a macchie sotto un vento freddo, il vento dell
'alba. Ma subito il sole guard in su dall'orlo del mare e lanci un grido, rosso co
me se avesse bevuto vino bollente; salt veloce nell'aria e cominci il suo viaggio
quotidiano, facendo diventare dorate le punte delle onde e verde cupo le ombre f
ra l'una e l'altra. Una nave stava veleggiando sul margine fra mare e cielo, e s
i diresse diritta nel sole, in modo che gli alberi parevano neri contro quel fuo
co.
In che direzione va quella nave? chiese Roverandom.
Oh, verso il Giappone o Honolulu o Manila o l'Isola di Pasqua o di Gioved o Vladiv
ostok, o da qualche altra parte, suppongo, rispose il cane-mare le cui conoscenze
di geografia erano un po' vaghe, nonostante le centinaia d'anni di millantati v
agabondaggi. Questo il Pacifico, credo; ma non so quale parte: una parte calda, s
i direbbe. una quantit d'acqua piuttosto notevole. Andiamo a cercare qualcosa da
mangiare.
Quando furono di ritorno, alcuni giorni dopo, Roverandom and subito a cercare lo
stregone; gli sembrava di avergli concesso un lungo periodo di riposo.
Per favore, signor Artaserse, potrebbe... cominci, come al solito.
No, non posso! rispose Artaserse, ancor pi seccamente del solito. Stavolta era davv
ero occupato. Le Lamentele erano arrivate per posta. Come ben potete immaginare,
molte cose vanno storte in mare e neanche il miglior PAM oceanico potrebbe impe
dirlo: anzi, con alcune di queste non dovrebbe nemmeno avere a che fare. Molti r
esti di naufragi precipitano a sorpresa sui tetti delle case-mare della gente; p
oi ci sono esplosioni sul fondo del mare (gi, hanno anche loro i vulcani e tutte
quelle seccature, proprio come noi) che fanno saltare in aria un pregiato branco
di pesci di qualcuno o una doviziosa coltura di anemoni di mare di qualcun altr
o, o l'unica inestimabile ostrica perlifera o un prezioso giardino di roccia cor
allina; o pesci selvaggi s'azzuffano per strada e feriscono bimbi-mare; o pescic
ani distratti entrano dalla finestra della sala da pranzo e rovinano il pasto; o
ppure innominabili mostri degli abissi profondi commettono orribili azioni malva
ge. Gli abitanti del mare hanno sempre sopportato tutto questo, ma non senza lam
entele. Provavano gusto a lamentarsi. Di solito scrivevano lettere a Il Settiman
ale Marino Illustrato, Posta del Mare, Articoli Oceanici; ma ora avevano un PAM,
cos scrivevano anche a lui e gli davano la colpa di tutto, anche se la loro arag
osta domestica gli mordeva la coda. Dicevano che la sua magia non era sufficient
e (e a volte non lo era) e che il suo stipendio andava decurtato (il che era ver
o, ma era ineducato parlarne); che si era gonfiato troppo d'orgoglio; e inoltre
ne dicevano tante altre che preoccupavano Artaserse ogni mattina, specie di lune
d. Il luned era sempre il momento peggiore (diverse centinaia di buste in pi); e po
ich quel giorno era luned, Artaserse lanci un sasso a Roverandom e quello se ne sci
vol
via come un gamberetto da una rete.
Fu molto lieto quando, uscito in giardino, scopr di non aver cambiato aspetto; e
oso dire che se non fosse stato veloce ad allontanarsi lo stregone l'avrebbe tra
sformato in una lumaca di mare, o l'avrebbe spedito Oltre l'Al Di L (dovunque ess
o sia), o perfino nella caverna di Pot (che in fondo al pi profondo abisso marino
). Roverandom era molto risentito e and a lamentarsi col cane-mare.
Io lo lascerei in pace finch non passato luned, a scanso di equivoci, consigli il can
e-mare; e, se fossi in te, in futuro eviterei i luned. Vieni, andiamo a farci un'a
ltra nuotata.
In seguito Roverandom lo lasci tanto a lungo in pace che cane e stregone quasi si
dimenticarono a vicenda... ma non proprio: i cani non dimenti-cano i sassi con
facilit. A giudicare dalle apparenze, Roverandom aveva deciso di diventare il ben
iamino stabile del palazzo. Era sempre in giro col cane-mare e spesso si univano
a loro anche i bimbi-mare. Secondo Roverandom, non erano cos carini e divertenti
come i bimbi veri a due gambe (ma Roverandom non apparteneva veramente al mondo
marino e non poteva essere buon giudice), tuttavia lo facevano felice; e avrebb
ero potuto trattenerlo per sempre, facendogli dimenticare alla fine il piccolo T
wo, se dopo non fossero accadute altre cose. Potrete decidere per conto vostro s
e Psamathos ebbe qualcosa a che fare con questi accadimenti, quando ne parleremo
.
A ogni modo, c'era un'infinit di bambini fra cui scegliere. Il vecchio Re del Mar
e aveva centinaia di figlie e migliaia di nipotini, e tutti abitavano nello stes
so palazzo. Erano tutti molto affezionati ai due Rover e anche la signora Artase
rse. Peccato che Roverandom non avesse mai pensato di raccontarle la sua storia:
lei sapeva come prendere il PAM, quale che fosse il suo umore. Ma in quel caso
Roverandom sarebbe tornato prima e si sarebbe perso molte bellezze marine. Fu co
n la signora Artaserse e con qualcuno dei bimbi-mare che visit le Grandi Caverne
Bianche dove sono ammucchiati e nascosti tutti i gioielli perduti in mare, molti
altri che nel mare ci sono sempre stati, e ovviamente perle su perle.
Un'altra volta andarono a trovare le fate marine pi piccole, che vivono in fondo
al mare nelle loro minuscole case di vetro. Le fate marine nuotano di rado, ma v
anno in giro sulle superfici lisce del fondo cantando, o viaggiano in carrozze d
i conchiglie trainate da minipesciolini, oppure cavalcano piccoli granchi verdi
con redini di fili sottili (che tuttavia non impediscono ai granchi di camminare
di traverso, com' loro natura); hanno qualche problema con gli gnomi marini che
sono pi grossi e brutti e turbolenti e non fanno che attaccar briga e cacciare pe
sci o galoppare sui cavalli marini. Questi gnomi possono vivere a lungo fuori da
ll'acqua e giocare nei frangenti vicino a riva durante le tempeste. Possono farl
o anche alcune fate, ma loro preferiscono le calde notti delle sere d'estate, su
spiagge deserte (e di conseguenza si vedono assai di rado).
Un altro giorno si ripresent la vecchia Uin e tanto per cambiare port i due cani a
fare un giro: a loro sembr di cavalcare una montagna in movimento. Stettero via
giorni e giorni; e tornarono dal limite orientale del mondo appena in tempo. Lag
gi, la balena sal in cima e soffi un getto d'acqua cos alto che per buona parte supe
r il mondo, oltre il bordo. Un'altra volta li port sull'altro lato (o quanto pi vic
ino pot) e quello fu un viaggio ancora pi lungo e interessante, il pi meraviglioso
tra tutti i suoi viaggi, come Roverandom doveva rendersi conto in seguito, quand
o era diventato pi vecchio e pi saggio. Ci vorrebbe almeno lo spazio di tutta un'a
ltra storia per raccontarvi delle loro avventure nelle Acque Inesplorate, delle
loro fuggevoli occhiate a terre ignote alla geografia prima che superassero i Ma
ri Fantastici e raggiungessero la grande Baia del Paese delle Fate (come lo chia
miamo noi), al di l delle Isole Magiche; e che vedessero lontano, nell'occidente
pi remoto, le Montagne della Casa degli Elfi e la luce del Regno delle Fate sulle
onde.
Roverandom credette di aver intravisto la Citt degli Elfi su una verde collina ai
piedi delle montagne, un bianco scintillio molto lontano; ma Uin si tuff di nuov
o cos all'improvviso che non ne fu molto sicuro. Se non si sbagliava, era una del
le rarissime creature, a due o a quattro gambe, che potevano andare in giro sull
e nostre terre dicendo di aver dato uno sguardo a quell'altra terra, per quanto
lontana essa sia.
Le prenderei, se questo si scoprisse! disse Uin. Nessuno di coloro che provengono d
alle Terre di Fuori dovrebbe mai venire qui; e infatti ci vengono in pochissimi.
Acqua in bocca!
Cosa ho detto a proposito dei cani? Che non dimenticano i sassi scagliati di mal
umore. Be', nonostante tutte le belle cose viste e questi viaggi strepitosi, Rov
erandom conservava sempre quel ricordo nel profondo della mente. E gli riaffiora
va alla memoria con prepotenza non appena tornava a casa.
Il suo primo pensiero era: "Dov' quel vecchio stregone? Perch mai dovrei essere be
neducato con lui? Gli roviner i calzoni di nuovo, se appena me ne si presenta l'o
ccasione".
Era in quell'ordine d'idee quando, dopo aver cercato invano di scambiare due par
ole a quattr'occhi con Artaserse, vide passare il mago lungo una delle vie reali
che partivano dal palazzo. Alla sua et era troppo orgoglioso per farsi crescere
una coda o delle pinne o per imparare a nuotare bene. L'unica cosa che faceva co
me un pesce era bere (anche in mare, quindi doveva aver sete); trascorreva molto
del tempo che avrebbe dovuto impiegare per gli incarichi ufficiali a preparare
sidro in grandi barili nei suoi appartamenti privati. Se voleva recarsi in frett
a in qualche posto, non andava a piedi. Quando Rover lo vide, stava guidando il
proprio espresso: una conchiglia gigante, a forma di cardio e tirata da sette pe
scicani. La gente si scansava veloce, perch i pescicani potevano mordere.
Inseguiamolo! propose Roverandom al cane-mare; e lo inseguirono eccome. Anzi i due
cattivelli fecero cadere sassi nella carrozza tutte le volte che passava sotto
le scogliere. Come ho gi detto, i due erano molto veloci, e si portavano avanti,
nascosti nei cespugli d'alghe, e scagliavano gi tutto quel che trovavano sottoman
o. Lo stregone era molto irritato e loro stavano bene attenti a non farsi scopri
re.
Artaserse era gi di pessimo umore prima di partire e dopo un po' cadde in preda a
tutte le furie, una furia non scevra da preoccupazione. Stava andando infatti a
controllare i danni provocati da un insolito vortice verificatosi all'improvvis
o, e in una parte del mare che a lui non garbava affatto; riteneva (e a ragione)
che in quella direzione ci fossero cose pericolose che era meglio lasciar stare
. possibile che voi abbiate indovinato di cosa si trattava, ma Artaserse non ave
va avuto dubbi. L'antico Serpente Marino si stava svegliando, o ci stava facendo
un mezzo pensierino. Aveva dormito sonni profondi per anni, ma ora si stava gir
ando. Una volta srotolate tutte le sue spire si sarebbe certamente allungato per
cento miglia (alcuni dicevano che sarebbe arrivato da un capo all'altro del mon
do, ma esageravano certo); quando tutto raggomitolato c' solo un'altra caverna ol
tre quella di Pot (dove risiedeva prima e dove molti si augurano che torni) tant
o vasta da contenerlo tutto, una caverna che si trova ahim a meno di cento miglia
dal palazzo del Re del Mare.
Quando distendeva un paio di spire nel sonno, l'acqua si gonfiava e sobbolliva e
piegava le case e disturbava il riposo della gente per miglia intorno. Ma era s
tupido mandare il PAM a indagare sulla faccenda, perch ovviamente il Serpente Mar
ino troppo enorme e forte e vecchio e idiota per essere controllabile da chicche
ssia (altri aggettivi usati nei suoi confronti sono: primordiale, preistorico, a
utotalassico, favoloso, mitico e stupido); e Artaserse lo sapeva fin troppo bene
.
Neanche se l'Uomo-sulla-Luna si fosse messo di buzzo buono a lavorare per cinqua
nt'anni di fila avrebbe potuto mettere a punto un incantesimo abbastanza grande
o lungo o forte per immobilizzarlo. Solo una volta l'Uomo-sulla-Luna ci aveva pr
ovato (dietro speciale richiesta), e come risultato almeno un continente era fin
ito in mare.
Il povero vecchio Artaserse and direttamente all'ingresso della caverna del Serpe
nte Marino. Era appena sceso dalla carrozza quando vide la punta della coda del
Serpente che spuntava dall'imboccatura: era pi grossa di una fila di giganteschi
barili d'acqua, e verde e viscida. Quella vista gli bast. Decise di tornarsene a
casa prima che il Serpente si girasse di nuo-vo... come tutti i serpenti fanno r
egolarmente, quando uno meno se lo aspetta. Fu il piccolo Roverandom a scombusso
lare tutto. Non sapeva nulla, lui, del Serpente Marino e di quanto fosse terribi
le. Il suo unico pensiero era quello di tormentare l'irascibile stregone. Quindi
, non appena gli si present l'occasione - Artaserse era immobile a fissare come u
no stupido la coda visibile del serpente, mentre le sue cavalcature non badavano
a nulla di particolare - s'intrufol a mordere una delle code dei pescicani, per
gioco. Gioco! E che gioco! Il pescecane balz in avanti e un balzo in avanti lo fe
ce anche la carrozza: Artaserse, che si era appena girato per salirvi, cadde all
'indietro. Poi il pescecane morse l'unica cosa in quel momento alla sua portata,
cio il pescecane davanti a lui, e quello morse l'altro vicino e cos via finch l'ul
timo dei sette, non vedendo null'altro da mordere - l'idiota - non and a mordere,
ahinoi, la coda del Serpente Marino!
Il Serpente Marino si rigir di nuovo improvvisamente. Ed ecco che i due cani si r
itrovarono scaraventati di qua e di l in un vortice di acque impazzite, andando a
sbattere contro pesci storditi e alberi roteanti, spaventati a morte in una nub
e di alghe sradicate, sabbia, conchiglie, lumache, littorine e carabattole varie
. E le cose andaron peggiorando perch il serpente continuava a rigirarsi. E il ve
cchio Artaserse stava l, attaccato alle redini dei pescicani, sbattuto anche lui
di qua e di l, imprecando pesantemente e prendendosela con loro. Con i pescicani,
voglio dire. Per fortuna di questa storia, non seppe mai quel che aveva fatto R
overandom. Non so come i due cani riuscirono a tornare a casa. A ogni modo, gli
ci volle un tempo lunghissimo. Prima furono scagliati a terra da una delle treme
nde maree provocate dai movimenti del Serpente; poi furono catturati da pescator
i dall'altro lato del mare e quasi mandati all'Aquarium (che destino disgustoso
sarebbe stato); sfuggiti per un pelo a quella sorte, dovettero ripercorrere la v
ia del ritorno da soli, fra continui sconvolgimenti sotterranei.
Quando finalmente giunsero a casa trovarono che anche l c'era gran trambusto. Tut
ta la gente del mare s'affollava intorno al Palazzo, gridando all'unisono: Fuori
il PAM! (Proprio cos lo chiamavano in pubblico, nulla di pi cerimonioso o pi dignito
so.) Fuori il PAM! FUORI IL
PAM!
E il PAM si nascondeva nelle cantine. Infine la signora Artaserse lo scov laggi e
lo costrinse a uscire. Tutti gli abitanti del mare urlarono, quan-do si affacci a
una finestra in alto: Ferma questo finimondo! Ferma questo finimondo! FERMA QUES
TO FINIMONDO!
Fecero un fracasso tale che le persone che si trovavano su tutte le spiagge in o
gni parte del mondo pensarono che il mare mugghiasse pi forte del solito. Eccome
se mugghiava! Intanto il Serpente Marino continuava a girarsi, cercando distratt
amente d'infilarsi in bocca la punta della coda. Ma
- grazie al cielo! - non era ben sveglio, altrimenti avrebbe potuto uscire dalla
tana e scuotere la coda per la rabbia, e allora un altro continente sarebbe sta
to sommerso. (Naturalmente, che un accadimento del genere risultasse pi o meno in
crescioso dipendeva da quale continente sarebbe affogato e da quale continente a
bitate.)
La gente del mare, per, non viveva su un continente ma, appunto, nel mare, e prop
rio nella parte pi affollata: e ancor pi si stava affollando. Insistevano che era
compito del Re del Mare obbligare il PAM a lanciare un sortilegio, a trovare un
rimedio o una soluzione per tenere fermo il Serpente Marino: loro non riuscivano
pi a portare le mani al viso per nutrirsi o per soffiarsi il naso, tanto l'acqua
era agitata; e tutti andavano a sbattere contro tutti; tutti i pesci soffrivano
il mal di mare, tanto l'acqua era ballerina; ed era cos torbida e piena di sabbi
a che tutti avevano la tosse; e nessuno ballava pi. Artaserse gemeva, ma era cost
retto a fare qualcosa. Si rec dunque nel suo laboratorio e vi si rinchiuse per un
a quindicina di giorni, durante i quali ci furono tre terremoti, due uragani sot
tomarini e diverse insurrezioni del popolo del mare. Poi usc e liber un incantesim
o prodigioso (accompagnato da una formula tranquillizzante) a una certa distanza
dalla caverna; e ciascuno torn alla propria casa e sedette nelle cantine, in att
esa; tutti tranne la signora Artaserse e il suo sfortunato consorte. Lo stregone
fu costretto a rimanere (a distanza, ma non di sicurezza) e a osservare i risul
tati; e la signora Artaserse fu obbligata a restare e a tener d'occhio lo strego
ne. Il suo incantesimo riusc solo a far scoppiare un tremendo mal di testa al Ser
pente, che sogn di essere tutto ricoperto da incrostazioni di conchiglie (cosa mo
lto irritante e in parte vera) e di essere rosolato a fuoco lento in un vulcano
(cosa molto dolorosa e purtroppo del tutto immaginaria). Fu questo a svegliarlo.
Probabilmente il potere magico di Artaserse era pi forte di quanto si pensasse.
Il Serpente Marino, comunque, per fortuna di questa storia, non venne fuori. Mis
e la testa dov'era la coda, sbadigli spalancando una bocca grande quanto la caver
na, e sbuff cos rumorosamente che lo sentirono tutti quelli che erano nelle cantin
e in tutti i reami del mare. E il Serpente Marino intim: Ferma questo FINIMONDO!
Poi aggiunse: Se questo idiota d'uno stregone non sparisce all'istante e se si az
zarda ad avvicinarsi al mare anche solo in canoa, io VERR FUORI: e per prima cosa
lo divorer e poi ridurr tutto in briciole sgocciolanti. Questo quanto. Buona nott
e!
La signora Artaserse port a casa il PAM privo di sensi. Quando torn in s - lo si fe
ce rinvenire senza tanti complimenti - rimosse l'incantesimo dal Serpente e fece
la valigia. Tutta la gente urlava:
Mandate via il PAM! Che liberazione! finita! Addio.
E il Re del Mare proclam: Non vogliamo perderti, ma riteniamo che faresti meglio a
d andartene. Artaserse si sent piccolo e poco importante (e questo gli serv di lezi
one). Perfino il cane-mare gli rise dietro. Ma Roverandom, stranamente, era scon
volto. D'altra parte, aveva sperimentato personalmente quanto fosse efficace la
magia di Artaserse. Era stato lui a mordere la coda del pescecane, no? E aveva d
ato inizio lui a tutto con quel morso nei calzoni. Dopotutto, anche lui apparten
eva alla terra e gli pareva che i tormenti inflitti dalla gente del mare fossero
eccessivi per un povero stregone terrestre. Tuttavia s'avvicin al vecchio e diss
e: Per favore, signor Artaserse...
S? rispose lo stregone, in tono quasi gentile (era cos contento di non essere chiama
to PAM, e non aveva sentito un Signore da settimane).
Be', cosa c', cagnolino?
Le chiedo scusa, davvero. Sono molto spiacente, sa. Non avevo l'intenzione di rov
inare la sua reputazione. Roverandom stava pensando al Serpente Marino e al morso
alla coda del pescecane; ma (per fortuna) Artaserse credette che si riferisse a
i suoi calzoni.
Su, su! disse. Non rivanghiamo il passato. Meno diciamo, prima emendiamo... o ramme
ndiamo! Penso che faremmo bene a tornarcene a casa tutti e due insieme.
Ma per favore, signor Artaserse, potrebbe prendersi il disturbo di farmi tornare
alla mia grandezza naturale?
Certo, acconsent lo stregone, felice di trovare qualcuno che ancora credeva nei suo
i poteri. Certo, ma finch siamo qui sei pi sicuro cos
come sei. Andiamocene prima via da qui. Adesso, sinceramente, ho troppe cose da
fare.
Ed era occupato per davvero. And nel suo laboratorio e raccolse e mise insieme at
trezzature, decorazioni, emblemi e simboli, appunti e promemo-ria, libri di rice
tte, filtri, congegni, borse e bottiglie di incantesimi diversi. Bruci tutto quel
che poteva nella sua fucina a tenuta stagna; il resto lo rovesci nel giardino su
l retro. In seguito l accaddero cose portentose: tutti i fiori impazzirono, le ve
rdure diventarono mostruose e i pesci che le mangiarono si trasformarono in serp
enti marini, gatti di mare, vacche marine, leoni marini, tigri marine, diavoli d
i mare, focene, dugonghi, cefalopodi, manati e calamit o furono semplicemente avv
elenati; e fantasmi, visioni, incubi, illusioni e allucinazioni sbocciarono cos f
requenti a Palazzo che nessuno ebbe pi pace e tutti furono costretti ad andarsene
. A dire il vero, cominciarono a rispettare il ricordo di quello stregone quando
lo avevano perduto. Ma questo accadde molto tempo dopo. Al momento stavano anco
ra urlando per farlo andar via. Quando tutto fu pronto, Artaserse prese commiato
dal Re del Mare... con un certa freddezza. Neanche i bimbi-mare sembrarono addo
lorati: in fondo era sempre stato molto occupato e le occasioni di far le bolle
(come quella che vi ho raccontato) non erano state frequenti. Alcune delle sue i
nnumerevoli cognate cercarono di essere gentili, specie se la signora Artaserse
era presente; ma, diciamo la verit, erano tutti impazienti di vederlo uscire dal
cancello, in modo da mandare un umile messaggio al Serpente Marino:
Il miserabile stregone se ne andato e non torner pi, Sua Signoria. La preghiamo di
continuare a dormire!
Naturalmente anche la signora Artaserse se ne and. Il Re del Mare aveva talmente
tante figlie che poteva permettersi di perderne una senza molto dolore, tanto pi
visto che si trattava della numero dieci. Le diede un sacco di gioielli e un bac
io umido sulla soglia di casa e ritorn sul trono. Ma tutti gli altri furono molto
dispiaciuti, specie la folla di nipotine e nipotini del mare, che erano anche r
attristati per la partenza di Roverandom. Il pi addolorato e triste era il cane-m
are: Mandami un rigo quando vai alla spiaggia, si raccomand, e io verr su in superfic
ie per vederti.
Non lo dimenticher! promise Roverandom. E si avviarono. La balena pi anziana era in
attesa. Roverandom sedette in grembo alla signora Artaserse e quando furono tutt
i sistemati sul dorso del cetaceo, partirono.
Ad alta voce tutti esclamarono: Addio! e a voce bassa, ma non troppo:
Ci siamo finalmente liberati di quella porcheria.
Fu quella la fine di Artaserse nelle vesti di Mago del Pacifico e dell'Atlantico
. Non so chi si sia occupato degli incantesimi, dopo di lui. Direi che il vecchi
o Psamathos e l'Uomo-sulla-Luna si saranno divisi tra loro quel compito: ne sono
pi che all'altezza.
V
La balena approd a una spiaggia tranquilla, molto ma molto lontana dalla caletta
di Psamathos: Artaserse era stato estremamente categorico in proposito. La balen
a e la signora Artaserse furono lasciate l mentre lo stregone (con Roverandom in
tasca) percorse il paio di miglia circa che lo separavano dal pi vicino paese sul
la costa per barattare il suo completo di velluto (che faceva sensazione nelle s
trade) con un abito usato, un cappello verde e del tabacco. Acquist anche una vas
ca a sedere per la signora Artaserse (non dovete dimenticare la sua coda).
Per favore, signor Artaserse, cominci ancora una volta Roverandom, quando si ritrov
arono tutti seduti sulla spiaggia quel pomeriggio. Lo stregone stava fumando la
pipa con la schiena appoggiata alla balena, sul volto un'espressione felice come
non aveva da tempo, e non sembrava affatto occupato. Pu pensare al mio aspetto gi
usto, se non le dispiace? E anche alle mie giuste dimensioni, per piacere?
Benissimo, esclam Artaserse. Credevo di poter schiacciare un pisolino prima di occup
armi di questo; ma non importa. Sbrighiamola, questa faccenda. Dov' la mia... E qu
i s'interruppe bruscamente. S'era di colpo ricordato di aver bruciato e gettato
via tutti i suoi incantesimi negli abissi del Profondo Mare Blu.
Era oltremodo sconvolto. Si alz e cominci a frugarsi nelle tasche dei calzoni, in
quelle del gil e in quelle della giacca, rovesciandole perfino, senza riuscire a
trovare in nessuna la bench minima traccia di magia. (Certo che no, vecchio scioc
co; era cos agitato che s'era perfino dimenticato di aver acquistato il completo
solo un paio d'ore prima in un monte dei pegni. Era appartenuto a, o almeno era
stato venduto da, un anziano maggiordomo, che prima aveva vuotato puntigliosamen
te tutte le tasche.) Lo stregone si sedette ad asciugarsi la fronte con un fazzo
letto color porpora, e un'espressione di nuovo tristissima. Sono davvero molto, m
a molto spiacente, disse. Non avevo nessuna intenzione di lasciarti cos
per sempre, ma ora non vedo come potr evitarlo. Ti servir di lezione per non morde
re i calzoni dei simpatici stregoni gentili.
Che ridicolaggini! esclam la signora Artaserse. Simpatico stregone gentile un corno!
Non puoi parlare di stregone simpatico e gentile se non restituisci subito aspe
tto e dimensione giusti a questo povero cagnolino; e per di pi io me ne torno sul
fondo del Profondo Mare Blu e non mi rivedrai mai pi.
Il povero vecchio Artaserse sembrava preoccupato almeno quanto lo era stato con
il Serpente Marino in subbuglio. Povero me! ripeteva. Mi dispiace tanto, ma dopo ch
e Psamathos (draledetto lui!) cominci a interferire con quel mio piccolo scherzo
personale, io cosparsi il cane col mio pi
potente preserva-incantesimi anti-rimozione, giusto per dimostrargli che non pot
eva fare tutto e che non avrei permesso a un qualsiasi Mag-coniglio da sabbia di
mettere il naso negli affari miei; quando ho sbaraccato laggi
ho dimenticato di conservare l'antidoto! Lo tenevo in una borsa nera appesa alla
porta del laboratorio.
Oh, povero me, spero che converrai che si trattava solo di uno scherzo, disse rivo
lgendosi a Roverandom, e il suo vecchio naso si fece pi
grosso e pi rosso per l'imbarazzo.
Continuava a ripetere: Oh, povero me, povero me! scuotendo il capo e la barba, sen
za notare che Roverandom non gli badava pi e la balena faceva l'occhiolino. La si
gnora Artaserse s'era alzata e s'era avvicinata ai propri bagagli e ora rideva,
mostrando una vecchia borsa nera che aveva in mano.
Ora piantala di agitare la barba, e mettiti all'opera! gli intim. Quando Artaserse
vide la borsa, fu tanto sorpreso da rimanere per un attimo l a guardarla con la b
occa spalancata.
Dai, muoviti! lo pungol la moglie. la tua borsa, no? L'ho presa io, insieme ad altre
cianfrusaglie che appartenevano a me, da quell'orribile mucchio che avevi fatto
in giardino. Apr la borsa per dare un'occhiatina all'interno, e subito salt fuori
la bacchetta-stilografica-magica dello stregone, insieme a una nuvola di insolit
o fumo che si attorcigliava in strane forme e facce curiose.
Allora Artaserse torn in s. Dammela qua! La stai sprecando! url, e, afferrato Roveran
dom per la collottola, lo infil nella borsa prima che potesse dire verbo, nonosta
nte scalciasse e abbaiasse. Poi gir tre volte la borsa, facendo ondeggiare la pen
na nell'altra mano, e...
Grazie! Questo sar sufficiente! disse, e apr la borsa. Si sent un forte bum! e - oh m
eraviglia! - la borsa era scomparsa, c'era solo Rover proprio com'era stato prim
a di incontrare lo stregone quella mattina sul prato. Be', forse non proprio ide
ntico: era un pochino pi grosso perch adesso aveva qualche mese di pi. inutile cerc
are di descrivere la sua emozione o come tutto gli sembrasse buffo e piccolo, pe
rfino la vecchia balena, n come si sentisse forte e feroce. Per un attimo guard vo
glioso i calzoni dello stregone, ma non voleva che la storia ricominciasse dacca
po, cos, dopo aver girato lungamente in tondo dalla gioia e aver abbaiato con qua
nto fiato aveva in gola fin quasi a perder la voce, torn a dire Grazie! e aggiunse
persino Molto lieto d'averla conosciuta, che fu proprio beneducato da parte sua.
Prego, figurati! disse di rimando Artaserse. questa la mia ultima magia. Andr in pen
sione. Quanto a te, faresti bene a prendere la strada di casa. Non ho pi incantes
imi con i quali farti arrivare, quindi dovrai andare a piedi. Ma sei un cane gio
vane e forte, non ti far male camminare.
Cos Rover salut tutti, la balena gli fece l'occhiolino e la signora Artaserse gli
diede una fetta di torta; fu l'ultima volta che li vide, per lungo tempo. Molti,
molti giorni pi tardi, mentre si trovava in una localit rivierasca dove non era m
ai stato prima, scopr che fine avevano fatto. Erano l: non la balena, naturalmente
, ma lo stregone in pensione e sua moglie. Si erano sistemati in quella cittadin
a sulla costa e Artaserse, con il nome di Mr. A. Pam, aveva messo su un negoziet
to di sigarette e cioccolato vicino alla spiaggia... stando bene attento a non s
fiorare l'acqua (nemmeno l'acqua dolce, il che non gli costava fatica). Poca rob
a per uno stregone, ma almeno cercava di pulire tutto il sudiciume che i suoi cl
ienti lasciavano sulla spiaggia; e faceva un sacco di quattrini con i Pam Rock,
i bastoncini di zucchero candito, rosa e appiccicosi. Forse avevano una lieve ma
gia perch piacevano tanto ai bambini che continuavano a mangiarli anche se erano
caduti nella sabbia.
Ma la signora Artaserse, o dovrei dire Mrs. A. Pam, faceva ancor pi
quattrini. Aveva un piccolo stabilimento balneare con tende e furgoni per bagnar
si, e dava lezioni di nuoto, tornando a casa in una vasca a sedere trainata da c
avalli bianchi. Nel pomeriggio indossava i gioielli del Re del Mare, e divent mol
to famosa, tanto che nessuno faceva allusioni alla coda.
Nel frattempo, Rover sta continuando ad avanzare per sentieri di campagna e stra
de maestre, seguendo il suo naso, che alla fine lo avrebbe condotto a casa come
fanno solitamente i nasi canini.
"Non tutti i sogni dell'Uomo-sulla-Luna si avverano, dunque... proprio come avev
a detto lui", pens Rover proseguendo nel suo cammino. "A quanto pare, il mio uno
di quelli. Non conosco nemmeno il nome del posto dove il bambino abita, che pecc
ato."
Scopr che il terreno asciutto spesso pericoloso per un cane quanto la luna o l'oc
eano, anche se pi noioso. Le auto lo sfioravano a velocit pazzesche, cariche (cred
eva Rover) della stessa gente, diretta tutta allo stesso posto con la stessa fur
ia, la stessa polvere, la stessa puzza.
Non credo che neanche la met di loro sappia dove sta andando, o perch ci sta andand
o, n lo sapr quando ci sar arrivata, brontolava Rover, mentre tossiva e gli mancava
il fiato; le zampe gli si stancarono su quelle strade dure, malinconiche e nere.
Cos tagli per i campi, ed ebbe molte amabili, innocue avventure con uccellini e c
onigli e pi di una gustosa zuffa con altri cani e molte volte dovette fuggire rap
idamente da cani pi
grossi di lui.
Cos finalmente, dopo settimane o mesi dall'inizio di questa storia (non avrebbe p
otuto precisarvi quali o quanti), si ritrov davanti al cancello del suo giardino.
E sul prato, intento a giocare con la palla gialla, c'era il piccolo Two. Il so
gno si era avverato, proprio come lui non avrebbe mai sperato!!
Guarda, c' Roverandom!!! url il bambino.
E Rover si accucci, in posa da questuante, e non riusciva a trovare la voce per a
bbaiare qualcosa, e il ragazzino gli diede un bacio sulla testa e si precipit in
casa ad annunciare, gridando: tornato il mio cane mendicante, ma grande e in carn
e e ossa!!!
Raccont tutto alla nonna. Come faceva Rover a sapere che lui prima era appartenut
o alla nonna del bambino? Quando era stato stregato, era da lei soltanto da un p
aio di mesi, in fondo. Mi chiedo invece quanto sapessero Psamathos e Artaserse d
i tutto questo.
La nonna (per la verit molto sorpresa vedendo che il suo cane era tornato con un
cos bell'aspetto e non menomato da una macchina o appiattito da un autocarro) non
capiva assolutamente di cosa stesse blaterando il nipotino, nonostante lui le s
tesse raccontando con grande esattezza tutto quel che sapeva, e glielo ripetesse
pi e pi volte. Lei aveva afferrato, ma con grande difficolt (naturale: era un tant
ino sorda!) che d'ora in poi il cane doveva chiamarsi Roverandom e non pi Rover,
perch l'aveva detto l'Uomo-sulla-Luna (Che idee bizzarre ha questo bambino, ma gua
rda un po'); che dopotutto non apparteneva a lei ma al piccolo Two, perch
mammina l'aveva portato a casa con i gamberetti (D'accordo, caro, se lo dici tu:
ma io credevo d'averlo comprato dal figlio del fratello del giardiniere). Non vi
ho riferito tutta la loro discussione, ovvio: fu lunga e complicata, come accade
spesso quando entrambi i contendenti hanno ragione. Tutto quel che dovete saper
e che Rover da allora in poi fu chiamato Roverandom, e che appartenne al piccolo
Two e che, quando la visita dei nipotini alla nonna si concluse, ritorn nella ca
sa dove una volta era stato messo sul cassettone. Cosa che, com' ovvio, non accad
de pi. Abit a volte in campagna, ma per lo pi nella casetta bianca sulla scogliera
a picco sul mare. Arriv a conoscere molto bene il vecchio Psamathos, mai cos tanto
da tralasciare la P, ma - divenuto un cane grande e dignitoso - a sufficienza d
a strapparlo al suo rifugio nella sabbia e al sonno per intrattenersi con lui in
molti e ripetuti conversari. Roverandom con l'et divenne molto saggio e acquist u
na vasta reputazione locale ed ebbe altre e diverse avventure (molte delle quali
furono condivise dal piccolo Two).
Ma quelle che vi ho raccontato furono probabilmente le pi curiose e le pi emoziona
nti. Solo Tinker dice di non crederne nemmeno una parola. Che gatta gelosa!
Note
pag.
10 dei giornali. Sul Times del 7 settembre 1925 si riferiva che A Whiteley Bay tu
tti i padiglioni del Luna Park e gli attracchi per le imbarcazioni furono distru
tti e la spiaggia disseminata di rottami di legno e di ferro... Le onde salirono
fino a 40 piedi d'altezza a Hornsea strappando le panchine sulla nuova passeggi
ata e invadendo i campi in un vasto raggio. Furono divelte le grandi lastre di c
opertura della piscina di South Beach a Scarborough... e cos via. Il bollettino me
teo aveva previsto solo occasionali acquazzoni.
11 cinque disegni fatti per illustrare il racconto. I disegni originali sono all
a Bodleian Library dell'Universit di Oxford, classificati come MS Tolkien Drawing
s 88, fol.25 ( Paesaggio Lunare); 89, fol. l (senza titolo, Rover arriva sulla lu
na); 89, fol. 2 ( Casa dove Rover inizi le sue avventure come giocattolo); 89, fol
. 3 ( Il Dragone Bianco d la caccia a Roverandom e al cane-luna); e 89, fol. 4 (
I giardini del pa- lazzo del Re del Mare).
13 nelle vesti di Babbo Natale. La maggior parte di queste lettere fu pubblicata
nel 1976 sotto il titolo The Father Christmas Letters, a cura di Baillie Tolkie
n.
16 quasi certamente questo il testo... La recensione di Rayner Unwin cita il nom
e Psamathos e il prezzo 6d (sei soldi), particolari che non entrarono nel testo di R
overandom se non nel secondo dattiloscritto (frammentario) e nel terzo (completo
).
17 Ci furono anche racconti... Vedi J.R.R. Tolkien: A biography di Humphrey Carp
enter (1977), pag. 161 segg.
31 penna blu infilata... Anche Tom Bombadil, protagonista di un precedente racco
nto di Tolkien nonch uno dei personaggi de Il Signore de- gli Anelli (1954-55), p
orta un cappello con una penna blu.
33 Solo dopo mezzanotte. L'idea fantastica che i giocattoli acquistino vita di n
otte e quando nessuno sta a guardare compare in molti racconti come Il soldatino
di latta di Hans Christian Andersen (1838) e La Bambola di Cera di E.H. Knatchb
ull-Hugessen (1869).
35 ora del t. Verso le ore 16, leggero pasto a base di t, pane, biscotti o torta e
cc.
36 Aveva tre figli. La mamma ovviamente Edith (la moglie di Tolkien), i tre raga
zzini sono John, Michael e Christopher. Michael quello con
una passione particolare per i cani in miniatura.
37 nel miglior linguaggio canino. Le fate eponime dei racconti di Lewis Carroll
in Sylvie e Bruno (1889-93), che Tolkien amava molto, parlano un ottimo caninese.
38 Rover fu posto su una seggiola. Nella prima stesura esistente di questa parte
(il primo dattiloscritto) Rover invece posato su un cassetto- ne. Tolkien pu ave
r pensato che si trattasse di un'altezza eccessiva da cui Rover avrebbe dovuto s
altar gi, anche se solo sul letto, per esplo-rare la casa, e che poi avrebbe dovu
to tornare a scalare prima del mattino. Rover era un cagnolino giocattolo, dopo
tutto, e piuttosto minuscolo (anche se a volte sembra pi grande). La frase vide Ro
ver sul piano del cassettone un residuo della stesura precedente, a cui Tolkien h
a aggiunto una spiegazione poco convincente dove l'aveva messo (o appoggiato) men
tre si vestiva. Tolkien qui lascia il riferimento alla casa dove una volta era sta
to messo sul cassettone (pag. 151).
38 la luna spunt... Pu trattarsi di un'invenzione originale di Tolkien, ma ha una
enorme somiglianza con il luminoso sentiero lunare che dalla terra oscura si sten
deva verso la luna... che troviamo in The Garden behind the Moon dello scrittore
e artista americano Howard Pyle (1895). Il personaggio principale del libro camm
ina dalla spiaggia lungo il sentiero di luce e va a far visita all'Uomo-sulla-Lu
na. In Roverandom Rover non cammina sul sentiero lunare ma lo percorre volando s
ul dorso del gabbiano. Vedi anche pag. 11.
39 il piccolo Two. Michael, il secondogenito di Tolkien.
42 Psamatisti. Nel primissimo testo (manoscritto) il Mago della sabbia
definito Psammead, un prestito diretto dal mondo fatato della sabbia che troviamo
in Five Children and It (1902) e The Story of the Amulet (1906) di E. Nesbit. Pr
oprio come lo psamatista di Tolkien lo
psammeade ha un carattere burbero e bizzarro e adora dormire quanto pi pu nella sabb
ia calda. Nel primo dattiloscritto Tolkien scrisse talvolta samyad per psammead
e di sfuggita defin Psamathos un nilbog (cio goblin, folletto, scritto al contrari
o). Nel secondo dattiloscritto Psamathos chiamato per nome, o solo lo psamatista.
42 Psamathos Psamathides. Psamathos, Psamathide e Psamatista contengono tutti la
radice greca psammos, sabbia. Psamathos, coerentemente con le abitudini di questa
creatura, deriva da sabbia del mare. Psamathides contiene il patronimico -ides, fi
glio di, e Psamathist il suffisso -ist, uno che dedica se stesso a un settore dell
a conoscenza (per esempio, medievalista); quindi, grosso modo, Sabby, figlio di Sa
bby, Psamatista esperto di sabbia.
43 si vedesse solo la punta... Le lunghe orecchie dello psamatista erano corna in tu
tte le versioni, finch non furono cambiate nel dattiloscritto finale. Lo psammead
e di Nesbit aveva gli occhi sulla punta di lunghe corna, come gli occhi delle lum
ache.
46 Sono Psamathos Psamathides... ogni P. Cfr. pag. 42 insistendo molto puntiglios
amente sulla pronuncia corretta. Tolkien scherza sul fatto che in Psamathos, Psam
athides e Psamathists, pronunciati correttamente, la P del Ps sarebbe muta. L' Oxf
ord English Dictionary sostiene che non pronunciare le p nelle parole che inizia
no con ps
uso affatto colto che spesso provoca ambiguit o un'errata interpretazione della co
mposizione della parola e quindi raccomanda di pronunciare la p facoltativa in tu
tte le parole di origine greca, a eccezione del gruppo derivato da psalm (salmo)
e psalter (salterio).
47 Artaserse. Nome molto appropriato, visto il paese d'origine dello stregone. S
i chiamavano cos tre re di Persia nel V e IV secolo a.C. e il fondatore della din
astia Sassanide nel III secolo a.C.
47 Persia... Persici... persico. In inglese Persia, Pershore, plum. Pershore una
cittadina nei pressi di Evesham nel Worcestershire. Tolkien ovviamente gioca su
i termini quasi omofoni Persia e Pershore; riveste inoltre qualche significato i
l fatto che la valle di Evesham sia celebre per le sue susine (compresa la varie
t Pershore) e che il fratello di Tolkien possedesse un orto e un podere ortofrutt
icolo vicino a Evesham, e che da molti anni si occupasse di susini.
51 Mew. Altro termine per gull (gabbiano).
52 alcuni speroni altissimi di nuda roccia... Nei pressi di Filey si trovano Spe
eton e Bempton, note rocce altissime dove nidificano innumerevoli uccelli di mar
e: ma sono rocce calcaree, non scure. Isole disabitate con scogliere simili sono
comuni lungo le coste settentrionali della Gran Bretagna.
55 l'Isola dei Cani. La vera Isola dei Cani una lingua di terra che si protende
nel Tamigi a sud-est di Londra. Il nome su cui Tolkien gioca deriva forse dal fa
tto che Enrico VIII o Elisabetta I tenessero l i propri cani quando risiedevano a
Greenwich, sull'altra sponda del fiume.
56 Ce n' almeno uno... Nel rispetto di alcune tradizioni: cfr. Shakespeare, Sogno
d'una notte di mezza estate, atto V, scena I.
59 un vecchio con una lunga barba argentea. In Il racconto del Sole e della Luna i
n Racconti ritrovati (Parte Prima) Tolkien scrisse del vascello lunare che navig
a nel cielo e che un anziano elfo con crine canuto ha sistemato e vi ha posto la su
a residenza nei secoli..., e sulla Luna ha costruito una piccola torre bianca e
spesso vi si arrampica e osserva i cieli, o il mondo in basso... Alcuni a dire i
l vero lo chiamano l'Uomo sulla Luna. Nel poema di Tolkien Why a Man in the Moon C
ame Down Too Soon (pubblicato nel 1923) l'Uomo vive in un pallido minareto / verti
ginoso e candido nell'altezza lunare / in un mondo d'argento (op. cit.). Un diseg
no di questa scena, con l'Uomo che scivola verso la terra lungo una corda di ragn
o (cfr. fili e corde d'argento tessuti e intrecciati dai ragni-luna in Roverandom)
riprodotto in J.R.R. Tolkien: Artist and Illustrator di Wayne G. Hammond e Chris
tina Scull (1995).
63 Lascia in pace i raggi di luna, e non uccidere i miei bianconigli... Una proi
bizione unita a un consiglio una caratteristica della favola tradizionale. La ra
ccomandazione dell'Uomo-sulla-Luna ripetuta in varie forme e in seguito riechegg
ia nelle parole della signora Artaserse: Non disturbare il pesce-fuoco ecc.
66 Doveva passare molto tempo prima che... A dire il vero non ci viene mai detto
perch Psamathos mandi Rover sulla luna. Nella prima stesura si legge: Non scopr ma
i tutto, perch spesso gli stregoni hanno motivi che intere generazioni di gatti -
per non parlar dei cani - non riescono a scoprire, e quel che scopr richiese mol
to tempo.
66 mosche-spada... reminiscenza di Attraverso lo specchio di Lewis Carroll (1872
).
66 cinquantasette variet. Riferimento alle cinquantasette variet di cibo in scatol
a Heinz.
67 lieve melodia. La musica contribuisce enormemente all'atmosfera di Roverandom
: si deve alla flora sul lato chiaro della luna, agli usignoli e ai bimbi nel gi
ardino sul lato scuro e alla gente sotto il mare. I nomi dei fiori (veri e di fa
ntasia) di questo capitolo suggeriscono musica e strumenti musicali: campane e c
ampanellini, fischietti e trombe, corni, viole e strumenti a fiato.
68 erano ricoperti... preannunciano forse gli alberi di Lothlrien in Il Si- gnore
degli Anelli (libro 2, cap. 6): Perch in autunno le foglie non cadono, ma diventa
no d'oro.
69 un enorme elefante bianco. Probabile riferimento a Sir Paul Neale, uno studio
so del XVII secolo che afferm di aver scoperto un elefante sulla luna per dichiar
are poi che gli si era infilato un topo nel telescopio, e lui l'aveva scambiato
per un elefante.
72 Le ciminiere... il fumo nero. Quando Tolkien era giovane, sia Birmingham sia
Leeds - dove abitava con la famiglia quando scrisse Ro- verandom -erano citt indu
striali sporche e piene di fumo: oggi sono molto pi pulite.
73 s'infilarono nel primo posto... senza badare a precauzioni. cfr. Lo hobbit, c
ap. 4, in cui ci si ripara in una caverna senza averla completamente esplorata p
rima: quello il pericolo delle caverne: non si sa, a volte, quanto siano profonde
o dove possa condurre un passaggio o quale sorpresa ci possa riservare il loro
interno.
74 Ai tempi di Merlino aveva combattuto contro il Dragone Rosso... Molto Rosso.
La leggenda dice che Vortigern, re britannico, cerc di costruire una torre vicino
al monte Snowdon per difendersi dai nemici, ma quel che si costruiva di giorno
era distrutto di notte. Il giovane Merlino consigli a Vortigern di scoprire la po
zza che era alla base della torre e di farla prosciugare. Nel fondo c'erano due
dragoni addormentati, uno bianco e l'altro rosso: svegliandosi cominciarono a co
mbattere. Quello rosso, disse Merlino, era il popolo britannico, mentre quello b
ianco erano i sassoni, che avrebbero vinto. Il dragone rosso allora sarebbe stat
o molto rosso per il sangue della battaglia perduta. Si presume che tutto questo s
ia accaduto presso Dinas Emrys, a Gwynedd, nel Galles, qui chiamato Caerdragon, c
astello (o fortezza) del dragone. Nel manoscritto troviamo Caervyrddin, forte di M
yrddin (Merlino) (cio Carmarthen, Dyfed), modificato in Caer- ddreichion; anche qu
esto fu cancellato e sostituito con l'equivalente Caerdragon del primo dattilosc
ritto.
74 Tre Reami. Nel testo Tre Isole, dal gallese Teir Ynys Prydein, in cui ynys (let
teralmente isola) significa reame, cio i tre reami della Gran Bretagna: Inghilterra,
Scozia e Galles.
74 Snowdon. La vetta pi alta del Galles, all'interno dello Snowdonia National Par
k, Gwynedd. La frase di Tolkien sull'uomo che lasci una bottiglia in cima allo Sn
owdon si riferisce al fatto che la montagna attragga i turisti e quindi il sudic
iume che questi si lasciano dietro. Nel primo testo, Tolkien parlava di chi visi
tava lo Snowdon fumando sigarette e bevendo gazzose e lasciando le bottiglie in g
iro.
75 Gwynfa... in un'epoca in cui le code di drago... sulle tavole dei re sassoni.
In gallese gwynfa (o gwynva) significa letteralmente luogo bianco (o felice) e po
eticamente paradiso. Non siamo riusciti a trovare un Gwynfa nelle leggende o nel f
olklore che s'accordi con l'uso in Roverandom. La sua connessione, qui, unita al
la scomparsa di re Art (nel primo testo si legge: morte di re Art), cio al suo spostam
nto in altrove (Avalon), suggerisce che Gwynfa sia un luogo del genere, non tanto
lontano dal limitare del mondo. Forse (cfr. Gwynvyd), il paradiso celeste della
tradizione gallese. O pu essere semplicemente che un luogo bianco semplicemente que
llo in cui un dragone bianco si recherebbe, interpretazione che permetterebbe an
che il gioco sulla parola Snowdon che vuol dire collina di neve. La notizia sulle
code di drago, bocconi prelibati, c' anche (pi o meno contemporaneamente) in Farme
r Giles of Ham (1949): C'era ancora la tradizione di servire code di drago alla t
avola del re durante la Festa di Natale. Ma quella storia ha luogo prima dei re s
assoni. Tolkien pare sottintendere che i dragoni siano andati via per evitare di
essere cacciati e uccisi per la propria coda. Inoltre il riferimento alle code
serviva anche a introdurre nel primo dattiloscritto un commento (poi cancellato)
sui re sassoni: Una razza fiera che alcuni francesi non credono sia mai esistita.
Christopher Tolkien ci ha fatto notare come questa frase possa essere una criti
ca allo studioso francese mile Legouis: certo nella storia della letteratura ingl
ese scritta da Legouis e dal suo collega Louis Cazamian e uscita in Inghilterra
nel 1926 (apparsa prima in francese) si dichiara che gli anglo-sassoni erano gen
te tranquilla, posata (e cio non una razza feroce e sanguinaria) e che
falso vedere nella loro letteratura un riflesso della barbarie germanica.
75 aveva fatto diventare tutta la luna rossa. Durante l'eclissi la luna a volte
diventa color rosso-rame.
76 Le montagne... le cascate... Nel testo finale, ma destinato a essere cancella
to, c': Nessuna motocicletta guidata da un giovanotto attraverso un sobborgo immer
so nel sonno avrebbe potuto fare di pi.
76 come le navi... Il dragone in The Faerie Queene di Edmund Spenser (1590) alat
o.
78 Guy Fawkes. Il cinque novembre, nella notte di Guy Fawkes, la Gran Bretagna cel
ebra, con fuochi d'artificio e fal, la scoperta di un complotto cattolico ordito
nel 1605 per far saltare il Parlamento. Il piano fu soffocato, e la festa ha pre
so il nome dal pi celebre tra i cospiratori.
79 L'eclissi seguente non riusc affatto. A questo proposito cfr. pag. 12. un mist
ero come l'Uomo-sulla-Luna riesca a coordinare la preparazione dell'eclissi da p
arte del Dragone Bianco in modo che rispetti i suoi piani (Provocheranno un'eclis
si prima del tempo! e il dragone era troppo occupato a leccarsi il pancino...). Ma
molto prima di Ro- verandom in varie mitologie c'era la tradizione che le ecliss
i fossero provocate dai dragoni che divoravano la luna o il sole, non limitandos
i a oscurarli.
87 un giardino al crepuscolo. Sulla somiglianza tra il giardino sulla luna e la
Casetta del Gioco Perduto in Racconti ritrovati, cfr. pag. 21, 22. In The Garden
behind the Moon di Howard Pyle, David, il protagonista, a casa dell'Uomo-sulla-
Luna visita anche il giardino sul retro, nel quale i bambini corrono, giocano e
urlano. Qui, come in Roverandom,
pare che i bimbi siano arrivati nel giardino addormentati, poich i loro veri corp
i restano sulla terra. David raggiunge il giardino in modo pi
prosaico di Roverandom: dalle scale sul retro nella casa dell'Uomosulla-Luna.
92 Finalmente arrivarono al grigio limite. In Roverandom la luna ha due lati ben
distinti, quello chiaro e quello scuro, e a quanto pare rimangono sempre cos: un lat
o scuro con il cielo chiaro l'altro
chiaro con il cielo scuro. La vera luna naturalmente ha il giorno e la notte (anch
e se si alternano con ritmo diverso da quello della terra), e il lato scuro non ta
le perch non riceve luce ma perch guarda dalla parte opposta alla terra da cui non
fu possibile vederlo fino a quando non si percorsero le orbite lunari. Anche se
la terra del racconto
piatta (cfr. pag. 23), la luna chiaramente una sfera: Roverandom precipita al su
o interno fino al lato scuro, e mentre torna a casa a piedi con l'Uomo-sulla-Lun
a vede sorgere il mondo, cio la terra. John Tolkien non ricorda che lui o suo fra
tello fossero disturbati da anomalie quando ascoltavano il racconto e fa notare
che Roverandom era stato scritto per bambini piccoli, per i quali questi dettagl
i sono solo parti della meraviglia del racconto.
97 News of the World un quotidiano britannico noto per la voglia di sbalordire.
99 Si innamorato della ricca figlia del Re del Mare. Riferimento all'operetta Tr
ial by Jury di Gilbert e Sullivan (1871).
99 Proteo, Poseidone, Tritone, Nettuno. Proteo e Poseidone erano divinit marine n
ella mitologia greca. Nettuno l'equivalente di Poseidone nella mitologia romana.
Tritone, figlio di Poseidone, era anch'egli una divinit del mare.
100 Niord. Divinit marina norvegese. Il suo stupido matrimonio si riferisce a un ra
cconto di Snorri Sturluson (1178/9-1241). Gli dei promisero alla figlia di un gi
gante che avrebbe potuto sposare uno di loro come compenso per l'uccisione del p
adre da parte di Thor, ma, prima che facesse la sua scelta, le fu permesso di ve
dere solo i piedi del suo futuro marito. Lei scelse i piedi pi belli, sperando di
ottenere in sposo Balder, il pi bello di tutti gli dei: ma i piedi erano quelli
di Niord. Ci sono state discussioni fra i critici per appurare il motivo per cui
i piedi di Niord fossero migliori di quelli di Balder; Tolkien dice scherzando
che la gigantessa scelse Niord perch aveva i piedi puliti (cos comodo in casa!) ma i
l collega di Tolkien a Leeds, E.V. Gordon, in una nota alla sua Introduction to
Old Norse (1927, nella quale ringrazia Tolkien per i suoi consigli) fece notare
che Niord aveva i piedi pi puliti perch era dio del mare (forse Gordon voleva dire
che erano lavati regolarmente).
100 Vecchio del Mare. Personaggio delle Mille e una notte incontrato da Sinbad i
l Marinaio quando fece naufragio durante il suo quinto viaggio. Il Vecchio chied
e di essere trasportato sull'altra riva del fiume, ma dopo che l'ha portato Sinb
ad non riesce a toglierselo di dosso. Se ne libera solo facendolo ubriacare e po
i uccidendolo con un sasso.
100 una mina... un anno o due fa... Una mina come quelle piazzate nei mari duran
te la prima guerra mondiale (si direbbe che il Vecchio avesse cercato di farsi t
rasportare da una di esse).
101 Humpty Dumpty. L'uovo di una celebre filastrocca infantile, che si rompe cad
endo da un muro e che nessuno riesce a rimettere insieme.
101 Credevo che Britannia dominasse... Nel popolarissimo inno Rule Britannia si pa
rla di una dea, simbolo della Gran Bretagna, che domina le onde. Rappresentata d
i solito seduta, con in mano scudo e tridente, e affiancata da un leone, effigia
ta su monete e medaglie sin dai tempi di Carlo II.
101 non dimenticare le P. Presa alla lettera, gli raccomanda di pronunziare le P
di Psamathos. In realt scherza sul suo comportamento con Artaserse, cui non avev
a detto per piacere.
102 almeno erano a colori. A quei tempi i giornali non avevano colori.
108 Uin, la pi anziana delle Balene Giuste. Cfr. pag. 22, 23. Nel gergo dei balen
ieri, una balena giusta quella del tipo giusto da uccidere, appartenente cio alla f
amiglia delle Balaenidae, facili da catturare e con i fanoni.
112 PAM. Riferimento al soprannome del famoso uomo politico inglese, Lord Palmer
ston, Primo Ministro (1784-1865).
116 ostrica. Anche nel senso figurato di qualcuno che s'attacca ferocemente a un
incarico e non lo molla.
116 un'arte minore, ma aveva bisogno di molta pratica. Tolkien suggerisce che l'
arte magica di Artaserse ha i suoi limiti. Nel primo testo, il brano che precede
va queste parole includeva una frase chiarificatrice, qui in corsivo: A suo modo
Artaserse era un bravo mago, tipo giochi di prestigio (o Rover non avrebbe mai p
otuto avere le sue avventure). Nel suo saggio On Fairy-Stories (pubblicato nel 19
47) Tolkien parl
con sdegno della prestidigitazione d'alto bordo, in opposizione alla vera magia (d
i cui erano capaci Psamathos e l'Uomo-sulla-Luna).
118 l'aveva chiamata Serpente Rosso. La storia del cane-mare deriva in parte dal
la saga del XIII secolo di Olaf Tryggvason in Heimskringla di Snorri Sturluson.
Olaf Tryggvason, re di Norvegia dal 995 al 1000, fu sconfitto in una battaglia n
avale. Si tuff dalla sua famosa nave, il Lungo Serpente, e secondo la leggenda no
n affog ma si salv a nuoto e infine mor monaco in Grecia (o in Siria). Nel dattilos
critto di Rove- random la nave si chiama Lungo Serpente, e Tolkien menzion la nav
e di King Olaf che aveva questo nome in una conferenza del gennaio 1938, tenuta
presso l'University Museum di Oxford. King Olaf aveva un cane famoso, Vige, che
mor di dolore quando il suo padrone scomparve.
119 lo presero le sirene. Secondo la leggenda, le sirene sono ansiose di portare
i mortali sotto le onde, dove trattengono prigioniere le loro anime. Tolkien fa
una distinzione fra sirene dai capelli d'oro e sirene dai capelli scuri, a esse pre
esistenti nella mitologia.
120 isole Orcadi. Arcipelago a nord-est della Scozia, occupato dai vichinghi nel
l'VIII e nel IX secolo e posto sotto la corona scozzese nel 1476.
125 esplosioni sul fondo. Nell'agosto del 1925, cio un mese prima che Roverandom
fosse raccontato per la prima volta, si era verificata un'eruzione sottomarina a
Santorini (Thera) nell'Egeo.
127 lo stregone l'avrebbe trasformato in una lumaca di mare... Nella prima stesu
ra si dice che Roverandom non sapeva che fino a quando il pi forte sortilegio di A
rtaserse era su di lui, lo stregone non poteva fargli altri incantesimi. Questo p
er non stava in piedi, poich Artaserse aveva stregato una seconda volta Roverandom,
trasformandolo in un cane-mare.
130 i Mari Fantastici... Cfr. pag. 22-23. Il primo testo dice: Fu la balena che l
i port alla Baia del Paese delle Fate al di l delle Isole Magiche, e loro scorsero
nella lontananza dell'ovest le Coste del Paese delle Fate, e le Montagne dell'U
ltima Terra e la luce del Paese delle Fate sulle onde. Nella mitologia di Tolkien
i Mari Fantastici e le Isole Magiche nascondono e custodiscono Aman (la Casa de
gli Elfi, e la Casa dei Vaiar, cio degli dei) dal resto del mondo. Una bella imma
gine di questa geografia, dagli anni Trenta, in Ambarkanta (La forma della Ter-
ra-di-Mezzo) di Tolkien (1986).
130 Terre di Fuori. Cfr. pag. 22, 23. Nelle precedenti stesure Tolkien aveva usa
to terre comuni.
132 L'antico Serpente Marino si stava svegliando... Un riferimento a Midgard, il
serpente della mitologia norvegese, che avvolge il mondo nelle sue spire; cfr.
anche il Leviatano in Giobbe, 4L.
133 autotalassico. Nato dal mare. L'elenco da primordiale a stupido una sintesi
delle conclusioni degli studiosi sui serpenti marini e ricorda un commento fatto
da Tolkien durante la sua conferenza del 1936, The Monsters and the Critics, a
proposito della babele conflittuale delle opinioni critiche su Beowulf.
133 almeno un continente... Forse Atlantide, poich nel 1927 Nmenor, l'isola sommer
sa, non era ancora entrata nella mitologia di Tolkien, e la frase citata era gi p
resente nella prima stesura di Roverandom.
136 cercando distrattamente d'infilarsi in bocca la punta della coda. Qui Tolkie
n ricorda l' ouroboros, antico simbolo di unit, rinnovamento, eternit sotto la for
ma del serpente che si mangia la coda.
140 serpenti marini... vacche marine... e calamit. Tolkien sembra suggerire che i
pesci, grazie alle arti di Artaserse, sono stati trasformati in creature non to
talmente marine (come lo stesso Artaserse). Nonostante i nomi, la maggioranza de
gli esseri citati fa parte della fauna marina.
144 Pu pensare al mio aspetto. I tredici paragrafi che seguono la richiesta di Ro
verandom sono per la maggior parte un'aggiunta della seconda stesura (primo datt
iloscritto). Nella prima stesura lo stregone sollev Roverandom e lo fece girare tr
e volte e poi disse "Grazie, questo basta". E Roverandom scopr di essere tornato
proprio com'era sempre stato prima d'aver incontrato Artaserse quella mattina su
l prato. Ma questo avrebbe fatto apparire Artaserse (che anche in questa versione
aveva distrutto tutti i suoi incantesimi) come qualcosa di pi di un semplice pres
tidigitatore; vedi anche la nota per pag. 116.
148 Pam Rock. Bastoncini di zucchero candito venduti tradizionalmente nelle citt
adine britanniche rivierasche. Il tipo pi comune bianco all'interno con un legger
o strato rosa appiccicoso all'esterno, e a volte reca il nome del luogo (forse i
n questo caso PAM) in un caramellato di colore contrastante.
148 stabilimento balneare con tende e furgoni. Negli anni Venti, per pudore, nes
suno si cambiava in spiaggia. Alcuni indossavano i costumi da bagno in tende, al
tri in furgoni portati al limite dell'acqua. Il bagnante entrava da una porta da
lla parte della spiaggia e usciva da un'altra che s'apriva sul mare.
149 Le auto... a velocit pazzesche, cariche... della stessa gente, diretta tutta
allo stesso posto con la stessa furia, la stessa polvere, la stessa puzza. In tu
tto Roverandom Tolkien mostra preoccupazione per l'inquinamento e l'effetto dell
'industrializzazione. L'uomo in cima allo Snowdon un semina-spazzatura; il carbu
rante provoca a Niord una tremenda tosse; Artaserse encomiato perch raccoglie car
tacce e quant'altro i suoi clienti lasciano sulla spiaggia; e qui il traffico ch
e - bench molto meno tragico ai tempi di Roverandom di quanto non sia oggi - era
sempre troppo per i gusti di Tolkien. Vedi il poemetto Progress in Bimble Town (
pubblicato nel 1931), che secondo Carpenter ( A biography) riflette quel che pro
vava Tolkien per Filey dopo esserci stato nel 1922.
FINE

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