Le linee generali del meccanismo di formazione dei complessi metallici in soluzione sono note fino
dagli inizi degli anni 60, quando Eigen e Tamm scoprirono che soluzioni acquose di solfato di
magnesio assorbono in maniera anomala ultrasuoni di frequenze particolari1.
Fig. 1.1 Spettro di ultrasuoni di MgSO4 in soluzione acquosa. In ordinata riportato lassorbimento
acustico, in ascissa la frequenza (scale logaritmiche). I punti sperimentali coprono un campo di
concentrazioni da 10-2 a 10-1 M.
In particolare lo spettro di ultrasuoni di Figura 1.1 mostra due massimi che rivelano come
linterazione tra magnesio e solfato sia un processo a due stadi.
Studi successivi2 estesi ai solfati dei cationi divalenti della prima serie di transizione hanno mostrato
che il massimo a pi alta frequenza (5.108Hertz) indipendente dalla natura del catione, mentre il
massimo a frequenza pi bassa si sposta al variare del catione, da un valore intorno a 104Hertz per
Ni2+ a 3.106 Hertz per Mn2+ (Figura 1.2).
Fig. 1.2 Spettri di ultrasuoni di alcuni solfati divalenti a 20 C. Per ogni specie la concentrazione 0.5 M.
Questi risultati hanno portato1 a formulare il meccanismo a due stadi rappresentato nello schema
1.1.
OH2 OH2 OH2
H2O OH2 Kos H2O OH2
k* H2O L
M + L M L k -1 M + H 2O
H2O OH2 H2O OH2 H2O OH2
OH2 OH2 OH2
OH2 OH2
OH2
H2O
* kH2O H2O OH2
(1.2)
M + H2O M + H2O*
H2O OH2 H2O OH2
OH2 OH2
Schema 1.2 Il processo di scambio di solvente nella sfera di coordinazione di uno ione metallico.
Lo schema (1.2) rappresenta la sostituzione di una determinata molecola di acqua coordinata, H2O*,
con una molecola di acqua non coordinata. La costante cinetica di questo processo, kH2O, pu essere
determinata con la tecnica di risonanza magnetica nucleare5 ed il suo valore, dipendendo fortemente
dalla natura del catione, ne indica la labilit.
Cu2+
Ca2+ Cr2+
10
Log kH O Mn2+ Co2+
2
8
6 3+
Zn2+
Ti
4
2 V3+ Ni2+
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-2
3+
-4 Co
-6
Cr3+
-8
numero di elettroni d
Fig. 1.3 Dipendenza della costante di velocit del processo di scambio di H2O dal numero di elettroni d di cationi
differenti6.
La Figura 1.3 mostra la variazione del logaritmo di kH2O con il numero di elettroni d di differenti
ioni metallici6. Si vede chiaramente che Cr3+ e Co3+ sono inerti mentre gli ioni bivalenti Cr2+ e Cu2+
sono i pi reattivi. E stato osservato sperimentalmente che soprattutto nelle complessazioni dei
metalli bivalenti il valore di k* associato al processo dello schema 1.1 coincide, entro limiti
ragionevoli, con il valore di kH2O associato alla reazione dello Schema 1.2.
Le tecniche maggiormente usate per lo studio delle reazioni di complessazione sono la tecnica del
flusso arrestato (stopped-flow) e la tecnica del salto di temperatura (T-jump). Il loro tempo di
risposta non sufficientemente breve da consentire di misurare la velocit del primo dei due stadi
dello Schema 1.1 per cui la cinetica di formazione di un complesso tra uno ione metallico ed un
legante monodentato verr evidenziata da un singolo segnale, generalmente esponenziale, la cui
costante di tempo, 1/, sar legata alle concentrazioni dei reagenti attraverso la relazione:
1 K OSk *C M
= + k 1 (1.3)
1 + K OSC M
che valida in condizioni di pseudo primo ordine (CM >> CL), ossia in eccesso di metallo (CM)
rispetto al legante (CL). Se non possibile con le tecniche sopra menzionate valutare le costanti di
velocit dello stadio di formazione del complesso a sfera esterna, tuttavia possibile valutarne la
costante di stabilit KOS attraverso lequazione (1.3). Infatti riportando in grafico 1/ contro le
concentrazioni di metallo CM si ottiene una curva che tende asintoticamente al valore (k* + k 1).
Lintercetta sullordinata fornisce k 1 mentre la pendenza del tratto iniziale pari a k*KOS.
Nelle condizioni in cui KOSCM<<1, condizioni che si verificano nelle reazioni tra ioni dello stesso
segno, lequazione (1.3) si riduce alla forma pi semplice:
1 (1.4)
= K OSk *C M + k 1
I diagrammi di 1/ in funzione di CM sono lineari con intercetta pari a k 1 e pendenza pari a KOSk*
che indicheremo con k. Nei casi in cui vale la relazione
k = KOSk* (1.5)
k* = kH2O (1.6)
fornisce un criterio importante per lassegnazione del meccanismo di reazione. Nei sistemi in cui
viene verificata, essa indica che lenergia del secondo stadio dello schema 1.1 racchiusa
essenzialmente nel processo di indebolimento del legame M-OH2 che porta un dei gruppi H2O
coordinati lontano dalla sfera di coordinazione del paio ionico. Viene cos a crearsi nella sfera di
coordinazione un sito vuoto che viene occupato dal legante. Questo meccanismo ha un carattere
essenzialmente dissociativo e viene indicato con la sigla SN1IP o Id (interscambio dissociativo). Le
iniziali IP (Ion Pair) nel primo acronimo indicano che la dissociazione del solvente si produce nel
paio ionico. Gli ioni bivalenti della prima serie di transizione si complessano secondo il
meccanismo SN1IP con leccezione del vanadio(II) e del manganese(II).
Bibliografia
N.B. Lequazione (1.1) qui presentata la forma completa dellEquazione di Fuoss, valida a
qualsiasi forza ionica (I). Il contributo di I compreso nel secondo e ultimo termine esponenziale.
A lezione invece stata presentata la forma ridotta dellequazione dove non compare il secondo e
ultimo termine esponenziale. Con lequazione ridotta si calcola KOS a I = 0 M. E stato poi spiegato
che tale valore pu essere trasformato in quello valido a I 0 M tramite un opportuno utilizzo dei
coefficienti di attivit, calcolati a I 0 M tramite lequazione limite di Debye-Hckel (oppure sue
forme analoghe).