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La costante minaccia di un olocausto nucleare che da pi di 70 anni continua ad incombere

sullumanit sembra ignorata, o forse rimossa, da gran parte dellopinione pubblica, assorbita forse
dallimpresa della quotidiana sopravvivenza. Si potrebbe dire che la societ umana stretta tra
lalternativa di cuocere lentamente per il riscaldamento globale, secondo la metafora della rana
bollita, oppure essere incenerita, o per lo meno regredire allet delle caverne per lo scoppio di una
guerra nucleare.
RICHIAMARE QUESTA minaccia non fare terrorismo: il Science and Security Board
dellautorevole Bulletin of the Atomic Scientists, che monitora limminenza di questo rischio
valutando la gravit delle tensioni mondiali, e regola il simbolico Doomsday Clock (Orologio
dellApocalisse), proprio allinizio del 2017 ha avvicinato le lancette di mezzo minuto alla fatidica
Mezzanotte, a soli 2 minuti e mezzo, rispetto ai 3 minuti dello scorso anno (erano 5 minuti nel
2012), dalla possibile apocalisse. Solo nel 1953 la minaccia era stato pi vicina in occasione della
Guerra di Corea. Il Board ci avverte: I pubblici ufficiali saggi dovrebbero agire immediatamente,
allontanando lumanit dallorlo del baratro. Se non lo faranno, cittadini saggi devono farsi avanti e
guidare la strada.
LA NOTIZIA INCORAGGIANTE che questo sta accadendo, in un tombale silenzio dei media
italiani e la conseguente indifferenza dellopinione pubblica, con la storica risoluzione
dellAssemblea generale delle Nazioni unite del 23 dicembre scorso, che a grande maggioranza
(113 Stati membri hanno votato a favore, 35 contrari e 13 astenuti) ha indetto un negoziato nei
prossimi mesi di marzo e giugno-luglio per arrivare a un nuovo trattato che stabilisca effettive
misure legali per leliminazione delle armi nucleari. Questo storico evento il punto darrivo di un
processo avviato nel 2006 dal Ippnw (International Physicians for the Prevention of Nuclear War),
che lanci liniziativa globale Ican (in inglese Io posso, ma acronimo di International Campaign
to Abolish Nuclear Weapons) per mobilitare la societ civile su questo obiettivo: pi di 440
organizzazioni aderenti alla campagna in un centinaio di paesi hanno esercitato una forte pressione
sui rispettivi governi. Questo processo approd il 7 dicembre 2015 alle Nazioni unite, che fece
proprie le finalit della campagna e istitu un apposito organismo (Open-ended Working Group),
incontrando la radicale opposizione degli Stati nucleari e dei paesi dellAlleanza atlantica.
Ma nellAssemblea generale del 23 dicembre la Cina e la Corea del Nord si sono astenute, mentre
lItalia ha sorprendentemente votato a favore (dopo il voto contrario nella precedente Commissione
il 17 ottobre): ma ha evidentemente subito poi una strigliata dalla Nato, tanto che il 2 febbraio
stata costretta da due interrogazioni del M5S a dare pubblicamente una smentita che ha
dellincredibile, cio si trattato di un errore dovuto alle circostanze in cui avvenuta la
votazione, a tarda ora della notte del 23 dicembre.
OCCORRE INSISTERE sullassoluta novit di questo processo. Fino ad ora vige un regime
internazionale di non proliferazione nucleare fittizio fondato sul Trattato di Non Proliferazione
(Tnp) del 1970. Il Tnp fu voluto soprattutto da Stati uniti e Urss, che avevano il solo scopo di
limitare lulteriore proliferazione delle armi nucleari, obiettivo che non ottenne poich gli arsenali
statunitense e sovietico continuarono a crescere spaventosamente fino alla met degli anni Ottanta
(circa 70.000 testate complessive), e dopo il 1970 gli Stati che hanno acquisito larma nucleare sono
aumentati da 5 a 9. Il Tnp, insomma, era ispirato e gestito secondo gli interessi degli Stati nucleari,
soprattutto Usa e Urss, che non avevano la minima intenzione di dare lavvio alleliminazione di
queste armi. Tant vero che lArticolo VI del trattato impegnava i firmatari a concludere in buona
fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari e
per il disarmo nucleare, come pure per un trattato sul disarmo generale e completo sotto stretto ed
efficace controllo internazionale: impegno evidentemente sempre disatteso.
ATTUALMENTE ESISTONO sul Pianeta quasi 15.000 testate intatte, anche se solo circa 3.500
sono schierate e operative di Usa e Russia, pi quasi mille degli altri 7 Stati nucleari. Ancora pi
grave il fatto che i missili nucleari statunitensi e russi sono, come ai tempi della Guerra fredda, in
stato di allerta per il lancio immediato su allarme (Launch on Warning), e di falsi allarmi hanno
portato a sullorlo di una guerra nucleare per errore abbonda la storia, anche con casi recenti.
Inoltre il Trattato di Non Proliferazione non ha impedito agli Stati uniti di schierare testate nucleari
a caduta nei paesi europei dellAlleanza atlantica: anche dopo recenti riduzioni ne rimangono una
settantina nelle basi di Aviano e di Ghedi Torre.
LASSOLUTA MALAFEDE degli Stati nucleari confermata dal fatto che tutti indistintamente
stanno sviluppando progetti pluri-miliardari e pluri-decennali di ammodernamento degli armamenti
nucleari (nuovi missili, bombardieri, sommergibili). Tra questi anche il sostanziale
ammodernamento delle testate B-61-12 schierate in Italia e in Europa.
IN QUESTA ALLARMANTE situazione necessario costringere il governo italiano a fare la sua
parte. Lapprossimarsi dei negoziati dellOnu a marzo impone di indurre il governo ad esigere il
ritiro (e leliminazione) delle testate schierate in Italia, e ad impegnarsi attivamente nella conferenza
delle nazioni unite di New York per dare un contributo attivo ai negoziati che porteranno alla messa
al bando degli ordigni nucleari.
MA LA GRANDE NOVIT del processo che stato avviato anche, come precisato in
precedenza, la partecipazione della societ civile. Diventa quindi urgente dare uno scossone alla
distratta opinione pubblica italiana, diffondere capillarmente le informazioni sui rischi che
incombono e la posta in gioco per la sopravvivenza stessa dellumanit. Dall11 febbraio per
concludersi oggi sabato 18 febbraio, stata indetta una settimana internazionale di azione nucleare
perch, per lo meno, si avviassela diffusione di uninformazione ed una sensibilizzazione che fino a
oggi in Italia sono state molto carenti. Se non negate del tutto.

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