Sei sulla pagina 1di 4

Storia

Il Fascismo in Italia
I parte
Nonostante lItalia fosse uscita vittoriosa dalla guerra alla
fine di questultima il paese dovette affrontare i gravi
problemi politici e sociali che il conflitto aveva aggravato.
La grande industria aveva lavorato moltissimo e i
proprietari ci avevano guadagnato molto grazie alle
commesse dello stato. Occorreva ora per riportare la
produzione a scopi pacifici e dare lavoro a milioni di
reduci che ritornavano dal fronte. Questultimi faticavano
a ritornare alla vita civile ed erano per la maggior parte
disoccupati. Molti di loro erano mutilati e perci costretti
alla pubblica assistenza. Tra i reduci cerano anche molti
giovani borghesi che dopo esser stati ufficiali di guerra
aspiravano a mantenere lo stesso ruolo di prestigio in
societ, ma trovarono anche loro molte difficolt a
reinserirsi nella vita professionale. Gli operai che durante
la guerra erano stati sottoposti a una durissima disciplina
adesso volevano lavorare al giorno per sole otto ore e
volevano un aumento del salario. Molti di loro pensavano
di fare come in Russia, cio di affidare la direzione delle
industrie a consigli di operai. I contadini meridionali che
avevano dato il maggior contributo allesercito volevano
una rivoluzione agraria che permettesse loro di avere
come possedimento la terra che coltivavano. Le donne
avevano lavorato nelle fabbriche o negli ospedali perci
volevano che la loro importanza venisse riconosciuta dalla
societ.
Il trattato di pace aveva attribuito all Italia i territori del
Trentino, dell alto Adige, di Trieste, della Venezia Giulia
e dellIstria. Erano state bloccate per le pretese italiane
sulla Dalmazia, che era entrata a far parte della
Iugoslavia, e sull ampliamento delle colonie. Inoltre
restava aperta la questione di Fiume, citt ai confini
orientali dellIstria rivendicata sia dagli italiani che dalla
Iugoslavia e che era abitata da italiani e da slavi. I
nazionalisti erano indignati a causa di tutto ci e
affermarono che la vittoria dellItalia era stata
mutilata.
Nel settembre 1919 Gabriele DAnnunzio form un gruppo
di volontari e occup la citt di Fiume dichiarandola
annessa allItalia e instituendo un governo provvisorio.
Laccaduto fu un gravissimo atto di ribellione contro il
governo e il parlamento italiano e rischi di aggravare le
tensioni gi esistenti tra Italia e Iugoslavia. Il governo
italiano fortunatamente decise di risolvere in modo
diplomatico cos nel novembre 1920, Giovanni Giolitti
firm con la Iugoslavia il trattato di Rapallo che faceva
della citt di Fiume uno stato indipendente. Reparti
regolari dellesercito obbligarono DAnnunzio e i suoi a
lasciare la citt. Limpresa di Fiume fall ma mostr al
mondo tutta la debolezza dellItalia che era stata tenuta
in scacco per pi di un anno da un gruppo di rivoltosi.
Il 1919 fu un anno denso di avvenimenti nella politica
italiana. Nel gennaio la formazione del partito popolare
segn linizio di un impegno diretto dei cattolici nella
vita politica italiana. Il partito era guidato dal sacerdote
Luigi Sturzo. Il partito popolare era diffuso soprattutto
nelle campagne ed aveva come rivale il partito socialista
diffuso nelle citt e nelle regioni industriali. Questi due
partiti si contendevano la guida delle masse popolari e la
loro organizzazione. Alle elezioni del 1919 tutti e due i
partiti erano alla pari perci non si poteva formare un
governo senza uno o laltro. Ma entrambi i partiti all
interno erano divisi perci la loro azione politica fu
debole e incerta. Nello stesso anno Benito Mussolini form
un movimento accesamente nazionalista detto I Fasci di
combattimento.
Gli anni 1919-1920 vennero segnati da grandi agitazioni
tanto da essere definiti biennio rosso. Nel agosto del 1919
masse di contadini occuparono terre nella campagna
romana e meridionale. Erano organizzate da leghe rosse
socialiste, leghe bianche popolari e associazioni di reduci
di guerra. Nelle grandi industrie del nord ci furono ondate
di scioperi quasi senza interruzione. Impauriti gli
industriali chiusero le fabbriche nell agosto 1920. Gli
operai risposero con loccupazione delle fabbriche e cos
ottennero un aumento del salario e un orario lavorativo di
sole otto ore.
L esito delle battagli operaie deluse i socialisti che
speravano di iniziare una rivoluzione proprio grazie a
questultime. Cos nel gennaio 1921 un gruppo di socialisti
di sinistra guidati da Antonio Gramsci e Amedeo Bordiga
fond il partito comunista che ader alla terza
internazionale. I comunisti accusavano i socialisti di
limitarsi a mobilitare i lavoratori con vaghe promesse di
rivoluzione. Il loro obbiettivo era organizzare un vero
partito rivoluzionario prendendo come modello il partito
bolscevico di Lenin e Trockij.
I liberali al governo erano in difficolt e come stretti da
due fuochi. Da una parte cerano i ceti conservatori che
volevano che ritornasse la quiete, mentre dallaltra
cerano i partiti di massa che lottavano per grandi
cambiamenti sociali e politici. Abituati a risolvere i
problemi in parlamento i liberali non sapevano come
fermare gli scioperi e le manifestazioni.
II Parte
Durante il clima di scontro sociale nel dopoguerra si
sviluppo il fascismo. Dopo esser stato fondato nel 1919,
nel 1921 il movimento dei fasci combattenti divenne il
partito fascista. Il capo del partito fascista, Benito
Mussolini, era un uomo politico spregiudicato e ambizioso.
Chiamato alle armi, raggiunse il grado di caporale ed
esalt lesperienza di guerra in un diario dal fronte. Per i
suoi seguaci egli era il duce. Il programma del partito era
piuttosto vago, ma prometteva di far tornare lordine in
Italia e dichiarava di proporsi il bene della patria. I
fascisti erano ostili ai partiti borghesi rappresentati in
parlamento, ai socialisti e ai bolscevichi.

Potrebbero piacerti anche