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PROIEZIONE BUIO

Prima vennero per gli ebrei


e io non dissi nulla perch
non ero ebreo.
Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perch
non ero comunista.
Poi vennero per i sindacalisti
e io non dissi nulla perch
non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto pi nessuno
che potesse dire qualcosa.

CORO
VOI CHE VIVETE SICURI
NELLE VOSTRE TIEPIDE CASE
MEDITATE CHE QUESTO E STATO

LETTORE 1
( JANINA BAUMAN VARSAVIA 1926 LEEDS 2009)
Eravamo destate quando uscita la legge che obbligava gli alunni ebrei a
lasciare la scuola.. Non me lhanno fatto capire subito. Per verso lautunno
mamma un giorno mha detto, col tono di quella che racconta una cosa senza
importanza: Sai, il prossimo anno andrai in unaltra scuola dove ci saranno
tutti bambini ebrei. Per me stata una doccia fredda. Linizio stato
abbastanza difficile, per ho fatto amicizia coi nuovi compagni, poco per volta
ho poi voluto bene alla maestra. Ad ogni modo A Gennaio io aspettavo con
grandissima ansia il giorno in cui ci sarebbe stata la premiazione. Avevo
meritato un premio, perch ero brava a scuola. Il giorno prima della
premiazione suonarono alla porta di casaEra la bidella della scuola che portava
un pacchetto contenente un libro.-: La signora direttrice manda questo premio
per la bambina Elena O.; non deve venire domani alla premiazione per non
profanare le scuole del Regno dItalia. Ho pianto e urlato, e pianto e urlato. E
stato il pi grande dispiacere, il mio primo grande dispicere.

CORO
VOI CHE VIVETE SICURI
NELLE VOSTRE TIEPIDE CASE
MEDITATE CHE QUESTO E STATO

LETTORE 2 (JANINA BAUMAN


Il 22 luglio 1942, cominci la deportazione in massa (Aktion) degli ebrei del
ghetto [].[Dopo qualche giorno] non cerano pi mendicanti sdraiati sui
marciapiedi e non si sentivano pi implorazioni daiuto. I rifiuti umani erano
stati spazzati via e messi sui treni durante i primissimi giorni dell Aktion. Anche
gli orfanotrofi del ghetto, i ricoveri per gli anziani e i precari alloggi dei profughi
erano stati a poco a poco svuotati. Ora i nazisti con laiuto sollecito delle truppe
ucraine e lettoni, oltre che della polizia ebraica, lanciarono una caccia
sistematica casa per casa.
La casa [] venne circondata e isolata allalba. Dal nostro appartamento al
quinto piano udimmo lo strepito dei soldati che irrompevano nel cortile, il suono
lacerante del fischietto, e quindi lordine assordante: Tutti gli ebrei fuori, in
fretta, in fretta, tutti gli ebrei gi. Poi lo scalpiccio di decine di piedi che si
precipitavano gi, gi verso la rovina. E quindi urla, gemiti, fischi, lamenti, dal
cortile Due soli spari Un confuso agitarsi di violenza e disperazione.
(inverno nel mattino janina bauman)

CORO
VOI CHE VIVETE SICURI
NELLE VOSTRE TIEPIDE CASE
MEDITATE CHE QUESTO E STATO

LETTORE 4 (NEDO FIANO FIRENZE 1925)


Dovevamo dare risposte monosillabiche, ma tranquillizzanti, ai deportati che
arrivavano e ripulire i loro vagoni per eliminare ogni traccia di quanto vi era
accaduto. Esposti inermi al freddo, alla fame, alla violenza, agli SS e ai loro cani
assassini, al fango e alla pioggia, eravamo tutti candidati ad una morte
precoce. Politici, musicisti, scrittori, contadini, militari, sacerdoti, gente
comune, zingari, omosessuali, tutti condividevano le nostre pene e il nostro
destino.
Dove siamo? Dove ci portano? Cosa ci faranno?, erano le domande
angosciate di ognuno. Non vi accadr niente. State tranquilli, andrete a fare
una doccia. Ci sentivamo non solo coinvolti, ma anche colpevoli . E se
avessimo detto loro la verit? Cosa sarebbe cambiato? Alla fine del mio turno,
mi accadde un giorno di incrociare un gruppo di deportati. Dal gruppo si sollev
una voce: Ciao, Nedo, dove ci stanno portando?. Subito riconobbi un
impiegato della comunit ebraica di Firenze che conoscevo molto bene. Non ti
preoccupare, Bruno, vi stanno portando alla doccia. Stai tranquillo! Credo di
avergli dato un po di coraggio. Per il dubbio rimase. E se gli avessi detto la
verit? Linterrogativo rimane ancora. Non riesco ad assolvermi e neppure ad
incolparmi. ()

CORO
VOI CHE VIVETE SICURI
NELLE VOSTRE TIEPIDE CASE
MEDITATE CHE QUESTO E STATO

LETTORE 5 (PRIMO LEVI - TORINO 1919 1987)


In Lager si entrava nudiLa giornata del Lager era costellata di innumerevoli
spogliazioni vessatorie: per il controllo dei pidocchi, per le perquisizioni degli
abiti, per la visita della scabbia, per la lavatura mattutina; ed inoltre per le
selezioni periodiche, in cui una commissione decideva chi era ancora atto al
lavoro e chi invece era destinato alleliminazione. Ora, un uomo nudo e scalzo
si sente i nervi e i tendini recisi: una preda inerme. Gli abiti, anche quelli
immondi che venivano distribuiti, anche le scarpacce dalla suola di legno, sono
una difesa tenue ma indispensabile. Chi non li ha non percepisce pi se stesso
come un essere umano, bens come un lombrico: nudo, lento, ignobile, prono al
suolo. Sa che potr essere schiacciato ad ogni momento.

CORO
VOI CHE VIVETE SICURI
NELLE VOSTRE TIEPIDE CASE
MEDITATE CHE QUESTO E STATO

LETTORE 8 (ELISA SPRINGER VIENNA 1918- MATERA 2004)


Terminata la selezione, divisero uomini e donne e ci fecero entrare in due
baracche diverse. Qui avvenne la nostra orrenda metamorfosi. Il nostro
processo di spersonalizzazione iniziava da quella baracca.Costrette a spogliarci
completamente nude, fummo fatte poi sdraiare su dei lettini, come quelli in
dotazione ai medici, e fummo completamente rasate in tutte le parti del corpo.
Le guardine di fronte a noi ci schernivano ridendo e brandendo il bastone, per
accrescere la nostra paura ma, ormai, non era pi necessario. Eravamo ebrei,
esseri immondi da eliminare: questa la ferrea logica del Reich.I nostri indumenti
furono accatastati su carrelli nel corridoio, mentre noi, costrette a passare in
una grande sala attigua, fummo sottoposte a una doccia di gruppo: eravamo
circa in trecento, pressate come le sardine. Mi sentivo impazzire.Possibile che
fosse tutto vero? Possibile che stesse accadendo a me?.Asciugate con enormi
ventole che emanavano aria calda, fummo successivamente rivestite con
stracci, senza biancheria, e con zoccoli disuguali. Quella condizione estrema,
indirizzava irrimediabilmente il nostro cammino verso la camera a gas. []

CORO
VOI CHE VIVETE SICURI
NELLE VOSTRE TIEPIDE CASE
MEDITATE CHE QUESTO E STATO

LETTORE 9 (RUTH WEBBER OSTROWIEC 1935)


E poi l'idea che saremmo tutti diventati uno sbuffo di fumo divent una
realt, perch la gente arrivava... un trasporto arrivava con tanti prigionieri che
poi andavano da una certa parte e sparivano. Non uscivano pi. Allora capivi
che era successo loro qualcosa e vedere il fumo uscire senza interruzione dai
camini, specialmente dopo l'arrivo di un convoglio - insomma, anche alla mia
et ero capace di fare due pi due e capire che, s, l era dove andavi, dietro
quei... quel reticolato, dove le coperte appese e gli alberi nascondevano ci che
succedeva; insomma, capivi che andavi l dentro e non uscivi pi. Cosa
accadesse esattamente non lo so; tutto quello che so che venivi fuori dal
camino. E quando i crematori erano in funzione lasciavano un sapore dolciastro
in bocca, cos forte che non avevi neanche pi voglia di mangiare. In quei
momenti posso dire che veramente, a volte, non avevo neanche pi fame,
tanto era nauseante.
(IMMAGINI MIGRANTI)

Voi che vivete sicuri


Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza pi forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

LETTORE 11 ABDEL

Mi chiamo Abdel B.M., sono di origine eritrea e ho ventanni.


Quando sono arrivato qua non sapevo cosera lItalia ma avevo speranza. Poi
due poliziotti mi hanno chiedono i documenti e mi hanno portato in questura.
Ho dormito una notte in una specie di carcere sotto terra. Cera freddo, non
avevo nientesolo una coperta, e basta.
Poi mi hanno trasferito a Bologna.
I finestrini del pullman erano oscurati.
A Bologna siamo arrivati al centro. E una carcere, quello. Una galera. Vera e
propria. Appena sono arrivato ho visto, fuori dalla camerata, uno tutto tagliato,
pieno di sangue. Voleva scalare il muro per scappare, era caduto. Non avevo
mai visto una cosa del genere. Mi hanno portato allinferno, ho pensato. Non mi
hanno detto niente. Mi hanno dato una coperta. Stavo l senza saper nulla. N
dovero, n perch stavo l. Non ho ucciso nessuno, non ho rubato niente.. Tutto
il giorno in una cella piccola, girando insieme cosa facciamo? Eh? Tutto il
giorno camminare, camminare mezzora a giocare pallone, poi di nuovo in
stanza, poi mangiare E poi dormivo, si dormiva tantissimomai dormito cos
tantocera qualcosa nel cibo, per forza, perch tutti i ragazzi nella stanza si
addormentavano si svegliavano a mezzogiorno, poi si mangiava, poi si
riaddormentavano di nuovo. Dormire, non voler vedere, non voler sentire.

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