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I requisiti ambientali 1
o Il comfort termico..1
o Il comfort visivo.. 7
o Il comfort acustico. 11
o La qualit dellaria interna14
Orientamento e ubicazione. 28
Forma e composizione 29
Environment Park s.p.a., Via Livorno 60, 10144, Torino, tel. 0112257536 bioedilizia@envipark.com
Sezione 2 Materiali e tecnologie costruttive
Opere di muratura 40
o Laterizio porizzato..40
blocchi in laterizio porizzato con materiale di origine naturale.. 42
blocchi in laterizio porizzato con materiale di origine inorganica..44
laterizio porizzato con materiale di origine non naturale 46
o Laterizio.48
Blocchi di laterizio rettificati.. 48
Blocchi in laterizio-sughero. 50
o Mattoni in terra cruda 52
o Legno52
Mattoni in legno.54
Blocchi in legno mineralizzato. 56
o Calcestruzzo. 58
Blocchi in calcestruzzo alleggerito con argilla espansa.58
Blocchi in calcestruzzo alveolato autoclavato. 60
o Malte..62
malta di calce aerea..64
malta di calce idraulica 65
pozzolana... 66
malta di gesso.. 67
Legno 68
o Legno per usi strutturali..69
legno massiccio. 69
legno lamellare 69
o Materiali derivati del legno 70
pannelli di fibre di legno70
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Materiali impermeabilizzanti. 111
o Materiali impermeabilizzanti di origine sintetica
112
guaine in polietilene traspiranti
112
guaine in poliacrilico. 114
o Materiali impermeabilizzanti di origine minerale115
guaine bentonitiche. 115
o Materiali impermeabilizzanti di origine vegetale.116
carta kraft.. 116
carta oleata.. 117
0
Vetro.118
Metalli.119
o Acciaio119
o Alluminio.121
o Rame..123
Tecnologie costruttive
Fondazioni125
125
o Scavi e rinterri..
127
o Fondazioni in pietrame
Scantinato. 128
o Solaio rialzato con cupole in plastica rigenerata128
o Solaio rialzato con travi portanti. 130
Muri perimetrali..132
o Muro in blocchi di laterizio 132
muratura massiccia in laterizio porizzato 133
pareti con isolamento termico esterno con pannelli di fibre
di legno mineralizzate 135
pareti con isolamento termico esterno ventilate con
rivestimento in legno 138
pareti ad intercapedine portanti. 141
pareti ad intercapedine in strutture a telaio.. 143
pareti con isolamento termico interno intonacate 145
147
pareti con isolamento termico interno rivestite in cartongesso.
o Pareti in legno 149
pareti in legno massiccio esterne 149
pareti di tamponamento multistrato in legno 152
o Pareti in terra cruda154
muri in terra cruda leggera (pis).. 154
muri con mattoni in terra cruda (adobe).. 156
o Muri in pietrame. 158
o Pareti in blocchi a cassero in legno mineralizzato.. 160
o Costruzioni in balle di paglia 162
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Muri divisori.164
o In laterizio.... 164
o In terra cruda... 167
o In gesso e cartongesso.....169
o In legno... 171
o In calcestruzzo alveolare autoclavato.....
171
Solai.. 175
o Solaio in legno e laterizio..... 175
o Solaio con pignatte in legno cemento.. 177
o Solaio con pannelli in legno mineralizzato...
179
o Solaio in legno.... 181
o Solaio in legno con pignatte.. 182
Coperture 183
o Tetto ventilato in legno.... 183
con tavolato e isolamento termico...184
con isolamento termico intermedio... 186
con isolamento termico intermedio e controsoffitto... 188
tetto appesantito con mattonelle di terra cruda...190
o Tetto verde...191
Finestre e porte.193
o Finestre in legno... 194
o Finestre in alluminio..196
o Finestre in legno-alluminio198
Pavimenti. 199
o Pavimenti a secco in legno..34
199
o Pavimenti a secco in ceramica..
202
o Linoleum naturale. 205
o Moquette in lana di pecora....
207
Rivestimenti... 208
o Intonaci.... 208
a base di calce. 209
termoisolanti....210
in argilla.... 211
di gesso e anidrite.212
o Gesso e cartongesso... 213
o Legno... 215
o Pitture... 217
a calce..218
alla caseina.... 219
220
alle resine vegetali...
221
tempera al latte/uovo....
o Trattamenti del legno.. 222
cere. 222
olio. 223
mordenti..... 224
o Carte da parati.. 225
216
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Sezione 3 Gli impianti tecnici
Impianto idraulico
Fitodepurazione.229
o Sistemi a flusso orizzontale. 229
o Sistemi a flusso verticale 230
o Sistemi a flusso superficiale. 230
Impianto di riscaldamento
I combustibili. 244
o Legna.245
o Biomassa..245
o Gas naturale..248
I corpi scaldanti.256
o Parete radiante ad ipocausto.. 257
o Parete radiante in mattoni cavi. 257
o Parete radiante con tubi capillari..258
o Parete radiante con tubi in rame. 258
o Convettori a battiscopa259
La pompa di calore..260
o Le differenti pompe di calore.262
o Applicazioni della pompa di calore.263
o Dimensionamento dellimpianto.263
o Convenienza di una pompa di calore.. 265
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Impianto elettrico
287
Impianti di cogenerazione..
o La cogenerazione 288
288
o Tipologie di impianto..
289
o La micro cogenerazione..
Celle a combustibile291
291
o A bassa e media temperatura
o Ad alte temperature293
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I requisiti ambientali
S = M - W - Esk Rres - C - R - Ck
dove:
S = variazione di energia termica interna corporea nellunit di tempo [W]
M = potenza termica prodotta dal corpo umano per effetto del metabolismo [W]
W = potenza meccanica scambiata tra corpo a lambiente [W]
Esk = potenza termica ceduta per effetto dellevaporazione attraverso la pelle [W]
Rres= potenza termica ceduta per effetto della respirazione [W]
C = potenza termica ceduta per convezione [W]
R = potenza termica ceduta per irraggiamento [W]
CK = potenza termica ceduta per conduzione [W]
1
Filippi M. (a cura di), Serra V., Schede di fisica tecnica ambientale: climatizzazione, Dispensa del corso di Fisica
Tecnica Ambientale, Politecnico di Torino, Facolt di Architettura, Dipartimento di Energetica, Politeko, Torino, 2002
1
I parametri del benessere termoigrometrico
Lequilibrio termico indispensabile ma non sufficiente per il raggiungimento della condizione
di benessere termoigrometrico che dipende da un insieme variabile di fattori: un individuo pu
essere ugualmente soddisfatto al variare delle combinazioni dei parametri termoigrometrici, se
svolge differenti attivit di lavoro e adotta differenti tipi di vestiario.
Secondo la teoria introdotta da P.O. Fanger, il benessere termoigrometrico funzione di sei
parametri, dei quali due sono legati al comportamento dellindividuo nellambiente (parametri
soggettivi) e quattro dipendono dalle condizioni microclimatiche (parametri ambientali).
I due parametri soggettivi sono rappresentati dal metabolismo energetico M e dalla resistenza
termica dellabbigliamento Icl.
Il metabolismo energetico dipende unicamente dallattivit svolta dallindividuo e quindi dalla
quantit di energia potenziale chimica che, prodotta dallassunzione di cibi, si trasforma in
energia termica. La potenza metabolica M viene riferita allunit di superficie corporea [W/m2]
o pi frequentemente viene misurata tramite lunit incoerente met (1met = 58,2
W/m2).
ENERGIA
METABOLICA
ATTIVIT
[W/m2]
[met]
Disteso 46 0,8
Seduto, rilassato 58 1,0
Attivit sedentarie
70 1,2
(ufficio, casa, scuola, laboratorio)
Attivit leggera in piedi
(compere, laboratorio, industria 93 1,6
leggera)
Attivit media in piedi
(commesso, lavori domestici, lavori 116 2
a macchina)
Camminare
2 km/h 110 1,9
3 km/h 140 2,4
4 km/h 165 2,8
5 km/h 200 3,4
Tab.2.2 Valori di metabolismo per diverse attivit fisiche
(secondo la norma UNI EN ISO 7730 del 1997)
La resistenza termica dellabbigliamento dipende dal tipo di vestiario indossato dallutenza. Gli
abiti formano, infatti, una barriera agli scambi che avvengono per irraggiamento, convezione e
conduzione tra il corpo umano e lambiente circostante. Generalmente la resistenza che i capi
di vestiario oppongono agli scambi di calore viene misurata con lunit incoerente clo (1 clo =
0,155 m2 C/W).
2
R. TERMICA
ABBIGLIAMENTO
ABBIGLIAMENTO
[m2 C/W ]
[clo]
Nudo 0 0
Pantaloncini 0,015 0,1
Abbigliamento tropicale 0,045 0,3
Abbigliamento leggero estivo 0,08 0,5
Abbigliamento da lavoro leggero 0,11 0,7
Abbigliamento invernale per
0,16 1,0
ambienti chiusi
Abito tradizionale pesante da
0,23 1,5
ufficio alleuropea
I quattro parametri ambientali sono rappresentati dalla temperatura dellaria ta, lumidit
relativa dellaria interna , la temperatura media radiante tmr, la velocit dellaria va.
La temperatura dellaria [C], ovvero la temperatura dellambiente attorno alla persona,
importante ai fini della dispersione di calore per convezione dalluomo allambiente.
Lumidit relativa dellaria [%] un parametro climatico importante per gli effetti che pu
avere sugli organismi biologici dal momento che influenza gli scambi di vapore acqueo tra
lorganismo stesso e lambiente. Lumidit relativa definita come il rapporto tra il contenuto
di vapore acqueo presente nellaria secca ed il massimo contenuto di vapore acqueo che
questa pu contenere (il massimo contenuto di vapore acqueo rappresentato dal 100%)3.
La temperatura media radiante [C] rappresenta la media delle temperature delle sei pareti
interne (le 4 pareti laterali, il soffitto ed il pavimento). Allinterno di un ambiente confinato il
corpo scambia calore per irraggiamento con le superfici che lo circondano e con le eventuali
sorgenti calde concentrate. Il concetto su cui si basa la temperatura media radiante consiste,
dunque, nel semplificare un ambiente radiante complesso riducendolo ad un valore unico di
temperatura.
La velocit dellaria [m/s], e di conseguenza la ventilazione di un ambiente, agisce
direttamente sia sul benessere termico degli individui (le correnti daria provocano situazioni di
discomfort), sia sulla qualit dellaria interna e quindi sulle condizioni di salute degli occupanti.
La semplice valutazione dei sei parametri non fornisce, per, indicazioni rilevanti nella
valutazione globale del comfort o discomfort termico in cui si trova un soggetto. Nella realt gli
ambienti confinati non sono stazionari, i sei parametri individuati dallo scienziato danese sono,
infatti, dipendenti dal tempo, pertanto anche le variazioni temporali delle variabili possono
essere causa di discomfort.
2
Filippi M. (a cura di), Serra V., Schede di fisica tecnica ambientale: climatizzazione, Dispensa del corso di Fisica
Tecnica Ambientale, Politecnico di Torino, Facolt di Architettura, Dipartimento di Energetica, Politeko, Torino, 2002
3
Parisi E., Salute e benessere nellambiente costruito, in CD rom allegato al corso di Architettura Bioecologica, WWF
Piemonte e Valle dAosta, Centro studi Sereno Regis, Torino, 2000
3
Gli indici di discomfort globale
I diversi parametri che influenzano il comfort termoigrometrico non producono sui diversi
individui le medesime sensazioni. Molti studi sono stati condotti al fine di sviluppare un metodo
empirico che mettesse in relazione il benessere
SCALA PSICOFISICA DEL fisiologico con il funzionamento del corpo umano, al
BENESSERE fine di fornire un indice di valutazione globale del
SENSAZIONE comfort.
PMV Negli anni Settanta gli studi condotti da P.O.
Fanger, a seguito di unindagine sperimentale
Molto freddo -3
condotta su 1300 soggetti, portarono allo sviluppo
Freddo -2 della ricerca sul comfort termoigrometrico. Lo
Leggermente freddo -1 scienziato danese introdusse un indice globale di
Benessere termico 0 valutazione, il PMV (Predicted Mean Vote), in grado
di considerare contemporaneamente i quattro
Leggermente caldo +1
parametri ambientali ed i due soggettivi. Il voto
Caldo +2 medio previsto , pertanto, una funzione
Molto caldo +3 matematica che mette in relazione i sei parametri
ed esprime il valore medio dei voti di un campione
Tab.2.4 Scala per la misura della sensazione
termica (secondo la norma significativo di persone su una scala di sensazione
UNI EN ISO 7730 del 1997) termica. Tale sensazione misurata tramite una
scala psicofisica del benessere, grazie alla quale
possibile prevedere quale sar la risposta di un soggetto che svolge una data attivit, vestito in
un dato modo, in un dato ambiente caratterizzato dalle quattro variabili ambientali.
Allindice PMV correlato lindice PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied), parametro che
esprime la percentuale di persone insoddisfatte delle condizioni climatiche riscontrate. Infatti il
voto medio previsto, essendo un indice medio relativo ad un gruppo di individui, anche se
fosse pari a zero non significherebbe che tutti i soggetti provano una sensazione di benessere
termico.
PPD 80
60
40
30
20
10
5
PMV
-0,2 -1,5 -1,0 -0,5 0 0,5 1,0 1,5 2,0
Lindice PMV ha una buona applicabilit negli ambienti termicamente moderati4. Infatti, nel
caso di ambienti severi nessun utente si riterr soddisfatto delle condizioni
termoigrometriche. Risulta quindi consigliabile luso di questo indice quando i suoi valori
variano tra 2 e +2 (riscontrabili in ambienti termicamente moderati) e i sei parametri
principali sono compresi entro gli intervalli riportati in tabella.
4
Si definiscono termicamente moderati gli ambienti confinati, quali scuole, residenze, uffici, negozi, in cui lobiettivo
il raggiungimento delle condizioni di benessere termico. Questi si distinguono dagli ambienti termicamente severi nei
quali non si possono raggiungere condizioni di benessere termoigrometrico. Risulta pertanto necessario preoccuparsi
principalmente della tutela della salute degli operatori, soggetti a stress termici; ne sono un esempio gli ambienti
industriali, i laboratori artigianali, i cantieri, etc.
4
INTERVALLI DI
PARAMETRI
APPLICABILITA
Metabolismo Da 0.8 a 4 met
Abbigliamento da 0 a 2 clo
Temperatura dellaria Da 10C a 30 C
Temperatura media
Da 10C a 40 C
radiante
Velocit relativa dellaria da 0 a 1 m/s
Umidit relativa dellaria dal 30% al 70%
Tab.2.5 Intervalli di accettabilit (secondo la norma UNI EN ISO 7730 del 1997)
Oltre agli indici di sensazione PMV e PPD esistono anche indici di temperatura, anchessi in
grado di valutare il discomfort globale.
Il discomfort locale
Le grandezze microclimatiche ambientali finora considerate consentono di determinare la
sensazione di benessere termoigrometrico provata da un soggetto allinterno di un ambiente.
Nonostante ci, anche nel caso in cui i valori medi delle grandezze microclimatiche siano tali da
garantire le condizioni globali di benessere, pu succedere che in alcuni punti dellambiente tali
condizioni non siano rispettate a causa di disuniformit locali.
Sono in particolare quattro le cause che provocano discomfort locale:
- elevata differenza verticale di temperatura;
- elevata asimmetria della temperatura media radiante;
- pavimento troppo caldo o troppo freddo;
- correnti daria.
PPD [%] 80
60
40
30
20
10
8
6
4
5
Lasimmetria della temperatura piana radiante consiste nella differenza tra la temperatura
piana radiante di due superfici opposte allinterno di un ambiente. Nello specifico caso in cui
lattivit degli occupanti sia di tipo sedentario, il soggetto esposto ad una radiazione termica
asimmetrica prova una sensazione di disagio termico, soprattutto se lasimmetria dovuta a
soffitti caldi piuttosto che pareti fredde.
P.O. Fanger ha stabilito una correlazione mediante la quale possibile determinare la
percentuale di persone insoddisfatte (PPD) in funzione dellasimmetria della temperatura piana
radiante.
2
Asimmetria della temperatura
1
radiante tpr [C]
0 5 10 15 20 25 30 35
Il pavimento troppo caldo o troppo freddo provoca, attraverso lo scambio termico che
avviene sulla pianta dei piedi, una disuniformit di temperatura del corpo del soggetto. Per
evitare sensazioni di disagio dovute ad unalta o bassa temperatura dei piedi rispetto al resto
del corpo, necessario che la temperatura del pavimento sia compresa tra i 20C ed i 30C.
Anche in questo caso esiste una relazione tra la percentuale di persone insoddisfatte e la
temperatura del pavimento.
PPD [%] 80
.
60
40
20
10
2
1 Temperatura del
pavimento [C]
5 10 15 20 25 30 35 40
Le correnti daria rappresentano una delle cause pi ricorrenti di discomfort locale, in quanto
possono provocare il raffreddamento indesiderato di alcune parti del corpo (quali il collo e le
caviglie).
Nella valutazione del discomfort provocato da correnti daria, il fattore pi immediato
sicuramente la velocit dellaria stessa; non meno trascurabili sono fattori quali la
temperatura della corrente che investe il soggetto e lintensit della turbolenza.
6
Il rischio di disagio dovuto alle correnti daria pu essere quantificato in termini di percentuale
di persone insoddisfatte secondo unequazione applicabile a soggetti sedentari e con
sensazione termica prossima alla neutralit:
Con il termine comfort visivo si intende la "condizione di soddisfazione delle esigenze di ordine
visivo espresse dall'utente"5. Tale condizione di comfort perseguibile tramite un corretto
utilizzo di luce naturale ed artificiale, che tenga conto degli effetti e dei vantaggi che la
componente naturale, ottenuta dalla combinazione di radiazione solare diretta e diffusa dalla
volta celeste, ha sugli individui. La luce naturale, infatti, la sorgente luminosa che pi si
adatta ai bisogni ed alle reazioni visive dell'uomo.
5
Filippi M. (a cura di), Aghemo C., Pellegrino A., Schede di fisica tecnica ambientale: illuminazione, Dispensa del
corso di Fisica Tecnica Ambientale, Politecnico di Torino, Facolt di Architettura, Dipartimento di Energetica, Politeko,
Torino, 2002
7
I parametri e gli indici di valutazione
Un ambiente luminoso pu essere definito confortevole quando i parametri che lo influenzano
rientrano in determinati limiti o corrispondono a determinate esigenze qualitative. I parametri
di valutazione del comfort visivo sono:
- il livello di illuminamento,
- l'uniformit di illuminamento;
- la distribuzione delle luminanze;
- l'abbagliamento;
- la resa del contrasto e direzionalit della luce;
- la colore della luce;
- la resa cromatica.
Il livello di illuminamento, ovvero la quantit di luce che raggiunge il piano di lavoro sul
quale viene svolto il compito visivo, stato uno dei primi fattori ad essere preso in
considerazione quando si iniziato a studiare il problema del comfort visivo. Dipende dalle
caratteristiche dell'attivit, dalle caratteristiche del compito visivo e dall'attitudine visiva del
soggetto.
In generale in un locale il valore degli illuminamenti non lo stesso in tutti i punti (varia da un
minimo ad un massimo) e quindi di norma l'illuminamento al quale ci si riferisce
rappresentato da un valore medio in corrispondenza di un piano orizzontale (o verticale) ad
una certa altezza dal pavimento (in generale a 0.8 m dal pavimento).
Numerosi enti normativi hanno pubblicato delle raccomandazioni indicando i livelli standard di
illuminamento richiesti in funzione della diversa attivit svolta. Nella seguente tabella sono
riportati i valori dell'illuminamento orizzontale (con particolare attenzione agli edifici scolastici)
secondo la norma UNI 10380 "Illuminazione di interni con luce artificiale".
Illuminamento d'esercizio
TIPO DI LOCALE, COMPITO
Valore medio
VISIVO O ATTIVIT
[lx]
ABITAZIONI E ALBERGHI
- zone di passaggio
50-100-150
- cucina
200-300-500
- bagno, illuminazione generale
50-100-150
- camere, illuminazione
50-100-150
generale
AUDITORI
- teatri e sale da concerto 50-100-150
- multiuso 150-200-300
AMBIENTI SPORTIVI
- palestre 300-500
- piscine 300-500
BIBLIOTECHE
- tavoli di lettura 300-500-750
NEGOZI E MAGAZZINI
- aree di circolazione 150-200-300
- esposizione merci 300-500-750
- vetrine 500-750-1 000
OSPEDALI
- corsie, illuminazione generale
50-100-150
- corsie, circolazione notturna
3-5-10
- chirurgia, illuminazione
10 000-30 000-100 000
localizzata
SCUOLE
- classe, illuminazione generale 300-500-750
8
- classe, lavagna 300-500-750
- laboratori artistici e scientifici 500-750-1 000
- aule universitarie,
illuminazione generale 300-500-750
- aule universitarie, lavagna 500-750-1 000
- aule universitarie, banchi per
dimostrazioni 500-750-1 000
- laboratori, officine e sale per
l'istruzione d'arte 300-500-750
- sale per assemblee 150-200-300
UFFICI
- uffici generici, dattilografia,
sale computer 300-500-750
- uffici per disegnatori e per
progettazione 500-750-1 000
- sale per riunioni 300-500-750
Tab.2.7 Valori di illuminamento orizzontale raccomandati per varie applicazioni (UNI 10380)
Fino a questo momento l'illuminamento stato inteso in termini assoluti e quindi come la
quantit di luce prodotta dall'impianto di illuminazione artificiale all'interno degli ambienti
confinati. Dal momento che la luce naturale varia nel tempo e i suoi cambiamenti non sono
facilmente prevedibili, il calcolo dell'illuminamento interno risulta poco significativo se svolto in
termini assoluti.
Per quantificare l'illuminazione naturale viene, pertanto, generalmente utilizzato un indice
denominato fattore di luce diurna (FLD), definito come il rapporto tra l'illuminamento di un
punto nell'ambiente considerato e la radianza del cielo, misurato nelle stesse condizioni di
tempo e di luogo.
dove:
Eint = illuminamento di un punto interno all'ambiente;
Eest= illuminamento di un punto esterno, misurato su una superficie orizzontale,
illuminato dall'intera volta celeste senza irraggiamento diretto del sole.
6
Moncada Lo Giudice G., de Lieto Vollaro A., Illuminotecnica, Masson, Milano, 1996
9
Nel caso di sorgenti luminose indirette, per un completo controllo delle luminanze in ambiente
importante considerare, oltre al loro livello di illuminamento, il fattore di riflessione luminosa
delle superfici che delimitano il campo visivo.
Il fenomeno dell'abbagliamento comporta una situazione di disturbo quando nel campo visivo
viene riscontrata una marcata disuniformit delle luminanze. Infatti, quando nel campo visivo
del soggetto rientra una sorgente luminosa con luminanza elevata rispetto al valore medio
riscontrato nellintorno, si verifica una situazione di disturbo in grado di ridurre la prestazione
visiva fino ad arrivare ad una perdita temporanea della visibilit.
A seconda dellentit del fenomeno si parla di abbagliamento molesto (discomfort glare)
quando questo provoca nel soggetto un fastidio che causa un disturbo psicologico, o di
abbagliamento perturbatore (disability glare) quando questo provoca riduzione della capacit
visiva.
Labbagliamento pu essere diretto o riflesso a seconda della causa che lo provoca: il primo
dovuto alla presenza di una sorgente luminosa di elevata luminanza allinterno del campo
visivo; il secondo alla riflessione della luce su una superficie lucida orizzontale o verticale.
Il comfort visivo connesso allo svolgimento di attivit di lettura e scrittura dipende in modo
particolare dal contrasto relativo di luminanza: ad un abbassamento eccessivo di questo
fattore corrisponde una diminuzione della prestazione visiva.
C = (Lf Lc) / Lf
dove:
Lf = luminanza dello sfondo
Lc= luminanza del carattere
La resa del contrasto dipende dal tipo di superficie delloggetto osservato e dallangolo di
incidenza della luce (direzionalit della luce). Al fine di determinare le riduzioni di contrasto
causate dalle riflessioni di velo7 (veiling glare) la norma UNI 10380 introduce un parametro
definito fattore di resa del contrasto (CRF).
CRF = C / CRIF
dove:
C = contrasto di luminanza di un compito visivo in una data condizione di
Illuminazione
CRIF = contrasto di luminanza, pari a 0.91, in una illuminazione di riferimento
(illuminazione completamente diffusa e non polarizzata)
Alcuni studi hanno rilevato che la percezione visiva risulta meno affaticante quando il colore
della luce che illumina lambiente si avvicina a quello della luce naturale: la luce di diversa
composizione spettrale rispetto a quella naturale pu, infatti, provocare disordini del
metabolismo e disturbi di natura nervosa.
Esiste uno stretto legame tra sensazione termica e percezione dei colori e, quindi, una
correlazione tra il livello di illuminamento e temperatura di colore di una sorgente luminosa,
ovvero tra laspetto quantitativo e qualitativo della luce: per basse temperature di colore
(colori caldi) conviene associare bassi livelli di illuminamento, mentre per le alte temperature
di colore (colori freddi), lambiente risulta pi gradevole con livelli di illuminamento maggiori.
La resa cromatica di una sorgente esprime il grado di fedelt con cui essa restituisce, e quindi
permette di percepire, i colori degli oggetti illuminati. Il suo valore varia da 0 a 100 e risulta
ottimale quando gli oggetti sono osservati in presenza di luce diurna anche perch locchio
umano si adatta molto bene a questa sorgente di luce.
7
Le riflessioni di velo si verificano quando su una superficie lucida del compito visivo si creano riflessi dovuti a
sorgenti o superfici luminose.
10
I requisiti ambientali Ambiente acustico
8
Filippi M. (a cura di), Astolfi A., Schede di fisica tecnica ambientale: Acustica, Dispensa del corso di Fisica Tecnica
Ambientale, Politecnico di Torino, Facolt di Architettura, Dipartimento di Energetica, Politeko, Torino, 2002
11
In tabella9 vengono riportati i livelli tipici di rumore di fondo di alcuni ambienti.
LIVELLI TIPICI DI
TIPO DI AMBIENTE RUMORE DI FONDO
(dB)
Civili abitazioni
- camere 30
- soggiorno 40
Uffici
- dirigenti 35
- impiegati singoli 40
- aree aperte al pubblico 45
Ospedali e cliniche
- camere di degenza 30
- corsie 40
- sale operatorie 35
- corridoi 40
- aree aperte al pubblico 40
Scuole
- aule 30
- palestre, piscine 45
Biblioteche 40
Sale conferenza 30
Studi per registrazione, sale da 25
concerto
Sale cinematografiche 35
Ristoranti, bar, negozi 45
Tab. 2.10 Livelli tipici di rumore di fondo di alcuni ambienti
La buona ricezione dipende dalla presenza di un sufficiente livello sonoro e dalla percezione
ottimale delle onde dirette e riflesse dalle superfici dellambiente. In particolare, nel caso di
ascolto del parlato, la presenza delle onde riflesse deve contribuire al rinforzo del livello sonoro
diretto, senza che una durata troppo lunga della coda sonora mascheri i segnali successivi.
Il parametro oggettivo tramite il quale si valuta una buona ricezione il tempo di
riverberazione, definito come il tempo, espresso in secondi, necessario affinch il livello di
pressione sonora presente nellambiente decresca di 60 dB dal momento dellinterruzione del
rumore prodotto dalla sorgente.
Il fenomeno della riverberazione presenta aspetti positivi e negativi: da un lato contribuisce al
rafforzamento del suono diretto, ma dallaltro un valore eccessivo della coda sonora ne
peggiora la qualit , rendendolo impastato. I valori ottimali del tempo di riverberazione
tengono conto di questi due aspetti e variano in base alla frequenza, al volume dellambiente
e al tipo di attivit svolta.
9
idem
12
In tabella10 vengono riportati i valori tipici del tempo di riverberazione per diversi tipi di
ambienti.
TEMPO DI
TIPO DI RIVERBERAZIONE
AMBIENTE OTTIMALE
[s]
Sala conferenze <1
Audutorium 1.5 - 2.5
Chiesa 2.0 - 4.0
Tab. 2.11 Livelli tipici del tempo di riverberazione di alcuni
ambienti
10
Filippi M. (a cura di), Astolfi A., Schede di fisica tecnica ambientale: Acustica, Dispensa del corso di Fisica Tecnica
Ambientale, Politecnico di Torino, Facolt di Architettura, Dipartimento di Energetica, Politeko, Torino, 2002
13
I requisiti ambientali La qualit dellaria interna
I primi studi rigorosi relativi alla qualit dellaria negli ambienti confinati ad uso civile risalgono
agli anni Settanta. Fino ad allora le condizioni di benessere di un ambiente venivano valutate
principalmente dal punto di vista termoigrometrico, trascurando spesso il problema del
ricambio e del movimento dellaria11.
Esistono oggi diverse norme che danno indicazioni sulla qualit dellaria interna. Per lo
Standard ASHRAE 62/1989, ad esempio, la qualit dellaria interna considerata accettabile
quando in essa non sono presenti inquinanti in concentrazioni dannose, secondo quanto
stabilito dalle autorit competenti e quando una notevole percentuale di persone (80% o pi)
non esprime insoddisfazione verso di essa12.
SORGENTI INQUINANTI
TIPO DI INQUINANTI
Fonti Dispositivi Altre fonti
esterne delledificio interne
11
Piccablotto G., Principi del benessere termico, olfattivo, visivo, acustico, e tecniche di misura, Dispensa del corso di
Fisica Tecnica Ambientale, Politecnico di Torino, Facolt di Architettura, Dipartimento di Energetica, Politeko, Torino,
1998
12
ASHRAE, Ventilation for acceptable indoor air quality, ASHRAE Standard 62/1999, American Society of Heating,
Refrigerating and Air Conditioning Engineers Inc., Atlanta, 1999
14
Emissioni Processi di Attivit
combustione metabolica del
Anidride carbonica
corpo umano
(CO2)
Fumo di
tabacco
Ossido di carbonio Gas di scarico Apparecchi a Fumo di
(CO) di autoveicoli combustione tabacco
Ossidi di azoto Gas di scarico Apparecchi a Fumo di
(NOx) di autoveicoli combustione tabacco
Impianti di Attivit svolte
ventilazione dagli
Inquinamento occupanti
atmosferico Apparecchi a
Particolato Gas di scarico combustione
aerodisperso di autoveicoli Arredi,
Sorgenti materiali
Inquinanti industriali edilizi
chimici Fumo di
tabacco
Solventi,
vernici, colle,
materiali
Composti organici isolanti,
Apparecchi per
volatili (VOC) schiume
ufficio
(formaldeide - poliuretaniche
(fotocopiatrici,
(HCOH), benzene, Arredi Fumo di
stampanti)
stirene) tabacco
Respirazione
degli
occupanti
Aria esterna Apparecchi per
Ozono (O3) ufficio
(fotocopiatrici)
Inquinanti Suolo (crosta Materiali
Radon Rn -
fisici terrestre) edilizi
Microrganismi
(batteri, funghi,
Impianti di Persone,
Inquinanti muffe, acari) Piante
ventilazione materiali
microbiologici Materiale organico animali
condizionamento edilizi, arredi
di origine animale o
vegetale (polline)
Tab.2.16 Tipi e fonti degli inquinanti principali prodotti allinterno degli edifici
15
orari daria, diventano quindi gli elementi fondamentali in grado di garantire unadeguata
qualit dellaria interna.
Due sono gli approcci con i quali possibile determinare la portata daria esterna: quello
prescrittivo e quello prestazionale.
Lapproccio prescrittivo consiste nel determinare la portata volumica daria esterna per
persona (o talvolta riferita allunit di superficie calpestabile del locale o al numero di ricambi
orari) in funzione della categoria delledificio e della destinazione duso dei locali. Di questo tipo
di approccio si d un esempio, in relazione agli edifici scolastici, nella seguente tabella, tratta
dalla Norma UNI 10339.
Qop13
CATEGORIA EDIFICIO
(m3/h
Edifici adibiti ad attivit scolastiche
persona)
Lapproccio prestazionale consiste invece nel determinare la portata daria esterna in grado
di mantenere la concentrazione dei singoli contaminanti al di sotto di una soglia di
accettabilit. Lapplicazione di questa procedura, per, presuppone lidentificazione di tutti gli
inquinanti presenti allinterno dellambiente confinato, del loro limite massimo di
concentrazione e dei tassi di emissione delle sorgenti contaminanti.
13
Per Qop si intende la portata specifica di aria esterna per persona.
14
Per quanto concerne la portata daria esterna nei servizi degli edifici scolastici si rinvia ai decreti specifici; il numero
di ricambi orari comunque varia da 3 a 8 Vol/h.
16
Analisi delle condizioni contestuali
Lanalisi dei fattori climatici e fisici che caratterizzano un luogo svolge il ruolo fondamentale di
favorire sia lutilizzo delle risorse ambientali disponibili ai fini della progettazione architettonica,
sia un corretto insediamento degli edifici nel contesto ambientale.
Lapproccio bioclimatico allarchitettura prevede lanalisi puntuale di tutte le informazioni
relative alle componenti climatiche e topografiche del luogo. Tutti gli aspetti legati al clima di
una data zona, dalla conformazione ed dalle caratteristiche del territorio, dalla presenza di
estese masse dacqua, fino al tipo ed alla quantit di vegetazione, assumono unimportanza
rilevante in relazione alla futura qualit ambientale degli spazi esterni e confinati di un edificio
ed a fattori correlati al risparmio energetico ed economico.
Il clima pu essere definito come leffetto risultante dalla combinazione dei vari parametri
metereologici in grado di caratterizzare un dato luogo in un determinato periodo dellanno. Per
poter progettare un edificio con un approccio bioclimatico si devono quindi conoscere le
condizioni climatiche del luogo, valutarle e stabilire linfluenza dei singoli fattori: temperatura
dellaria, umidit relativa, regime dei venti, radiazione solare, stato del cielo, pressione
atmosferica e precipitazioni.
Olgyay1 con i suoi studi basati sulla relazione tra clima e comfort, a cui larchitettura
bioclimatica fa riferimento, pervenuto allindividuazione di quattro tipi climatici tramite
lanalisi comparata di tutti i fattori metereologici:
- climi freddi, caratterizzati da temperature medie annuali inferiori ai 10oC, con
temperatura minima del mese pi freddo inferiore -15oC, umidit relativa annuale
inferiore 60%, scarse precipitazioni;
- climi temperati, caratterizzati da temperature medie annuali che possono oscillare tra i
10 ed i 20 oC, con escursioni termiche annue che possono variare in un intervallo molto
ampio di temperature (da 30 oC a +37 oC), con umidit relativa difficilmente superiore
all80%, precipitazioni annue comprese tra i 500 ed i 2000mm che possono avvenire
durante tutto larco dellanno;
- climi caldo-secchi, caratterizzati da temperature medie annuali superiori ai 20oC con
escursioni termiche giornaliere molto ampie con temperature massime che possono
raggiungere i 45oC, bassa umidit relativa, scarse precipitazioni annuali;
- climi caldo umidi, caratterizzati da temperature medie annuali variabili tra i 20 ed i
30oC, elevati valori di umidit relativa, precipitazioni annuali molto frequenti perlopi
sotto forma di acquazzoni.
1
Olgyay V., Design with Climate, Princeton University Press, Princeton, New Jersey, 1969
15
Al fine della progettazione sia di un singolo edificio sia a livello urbanistico, pertanto, i sistemi
climatici di interesse specifico sono il clima locale ed il microclima, dove per microclima si
intende il clima tipico dellintorno edilizio, per unestensione orizzontale di qualche centinaio di
metri, e verticale corrispondente allaltezza media delle piante, in zone extra-urbane, e degli
edifici in zone urbane2 e dipendente da tutti i fattori topografici del luogo stesso.
Ovviamente le analisi relative ai parametri climatici dovranno essere tratte dalle medie annuali
di una sequenza temporale molto lunga di dati metereologici (un periodo non inferiore ai 10
anni) per ottenere un campione statistico significativo.
Le rilevazioni dei dati metereologici vengono effettuate presso le stazioni pluviometriche, le
stazioni termopluviometriche, gli osservatori. In Italia sono diversi gli enti preposti al
rilevamento:
- il Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori Pubblici;
- lUfficio Centrale di Meteorologia del Ministero dellAgricoltura;
- il Servizio Meteorologico dellAeronautica Militare.
Un utile strumento per il reperimento dei dati climatici dato anche dalla Norma UNI 10349
Riscaldamento e raffrescamento degli edifici - Dati Climatici; questultima fornisce i dati
climatici convenzionali necessari per la progettazione e la verifica sia degli edifici sia degli
impianti tecnici per il riscaldamento ed il raffrescamento. I dati da essa forniti riguardano:
- valori medi mensili della temperatura media giornaliera dellaria esterna;
- le coordinate geografiche dei capoluoghi di provincia (altitudine, latitudine, longitudine);
- lirradiazione solare giornaliera media mensile diretta e diffusa sul piano orizzontale;
- irradiazione solare globale su superficie verticale esposta a S, a E-O, a N-O e N-E, N;
- velocit giornaliera del vento su media annuale con direzione prevalente;
- temperatura dellaria ed ampiezza massima estiva.
Durante la progettazione di un edificio o di un complesso di edifici, non bisogna trascurare
anche elementi che non riguardano esclusivamente le caratteristiche climatiche del luogo ma
che tengono conto di parametri che possono influenzare la futura qualit ambientale allinterno
ed allesterno delledificio in progetto. Ne sono un esempio fattori quali il pericolo di esposizioni
a campi elettromagnetici, lanalisi del clima acustico, della qualit dellaria e dellacqua di una
data zona.
In presenza di sorgenti elettriche ravvicinate determinate, ad esempio, da linee aeree o
interrate di alta o media tensione, sar necessario valutare, anche attraverso prove
sperimentali sul campo, il livello di esposizione ai campi elettromagnetici.
Per minimizzare lesposizione degli individui ai campi elettrici dovranno essere rispettate le
fasce di sicurezza dagli elettrodotti realizzati con conduttori nudi in modo da ottenere
esposizioni trascurabili.
Valutare le condizioni acustiche che investono una data zona consente di garantire un livello di
comfort acustico accettabile per i futuri fruitori delledificio. Ci pu essere fatto analizzando le
fonti di rumore presenti nelle vicinanze dellinsediamento tramite monitoraggi sul campo ed
individuare le sorgenti di rumore presenti o limitrofe allaerea di studio come strade ad intenso
traffico attivit produttive ecc.
La tipologia delledificio in progetto dovr, inoltre, adattarsi alle tipologie costruttive presenti
nel luogo e tenere in considerazione le specie vegetali autoctone
Pur separando i diversi fattori topografici e climatici che caratterizzano una zona, non bisogna
dimenticare che i parametri sono sempre concomitanti tra loro e che si influenzano
vicendevolmente; la scelta delle soluzioni architettoniche e tecnologiche devono tenere in
considerazione la somma di tutti i fattori, per garantire un comfort adeguato degli spazi interni
ed esterni con il minor impatto ambientale possibile.
2
Grosso M., Il raffrescamento passivo degli edifici, Maggioli Editore, Rimini, 1999
16
Analisi delle condizioni contestuali Irraggiamento solare
Il flusso di energia emesso dal sole viene detto radiazione solare. Solo una parte della
radiazione emessa dal sole raggiunge la superficie terrestre (radiazione solare diretta), la
restante parte viene in parte riflessa nello spazio, in parte diffusa in tutte le direzioni ed in
parte assorbita dallatmosfera. La radiazione solare che raggiunge la superficie terrestre viene
anchessa in parte assorbita ed in parte riflessa dando origine al cos detto effetto albedo3. La
quantit di energia assorbita, trasformandosi in calore, d
origine ad un innalzamento della temperatura sia dellaria
sia di tutti gli oggetti che lambisce. Una qualunque
superficie, comunque orientata, situata sulla superficie
terrestre, riceve la radiazione solare diretta, quella diffusa, e
la quota di radiazione solare diretta e diffusa che viene
riflessa dal terreno e dagli oggetti circostanti.
La posizione del sole viene identificata attraverso la
definizione del suo azimut e dalla sua altezza. Laltezza H
precisata dallangolo che lasse interposto tra losservatore
ed il sole forma con lorizzonte. Lazimut langolo
.formato
Fig.2- Azimut ed altezza del sole dalla proiezione sul piano dellorizzonte dalla
.congiungente terra-sole con il sud geografico4.
La quantit di radiazione solare che raggiunge il suolo viene espressa attraverso due
parametri: la quantit totale di radiazione ed il soleggiamento.
La quantit di radiazione solare incidente varia in funzione della latitudine, della quota, della
stagione, dellora e dallo stato del cielo. Lo strumento grazie al quale si rileva questo
parametro il piranografo, la sua unit di misura pu essere espressa in kW/m2 o in kcal/m2
giorno o in kcal/m2h.
Sia lorientamento sia la collocazione del manufatto architettonico dovranno essere tali da
favorire una buona ricezione della radiazione solare.
Grazie allanalisi dellesposizione delledificio al sole si possono prevedere gli effetti di
soleggiamento ed ombreggiamento durante tutto larco della giornata, ottenendo in questo
modo dei dati diagnostici in grado di anticipare eventuali situazioni di comfort o di discomfort
allinterno delledificio in progetto.
Un edificio orientato nord-sud riceve la massima radiazione solare nel solstizio dinverno,
scaldando ed illuminando naturalmente lambiente interno.
I sistemi di schermatura dovranno garantire un efficace controllo del soleggiamento riducendo
gli effetti della radiazione solare incidente.
In zone densamente edificate lassorbimento e la riflessione della radiazione solare dipendono
da molti fattori concomitanti tra loro quali laltezza degli edifici, la loro geometria, il colore e la
dimensione delle facciate nonch la distanza che intercorre tra i fabbricati.
A differenza di ci che accade in zone vegetate, la radiazione in ambienti densamente costruiti
si trasforma in calore sensibile riscaldando laria circostante.
3
Per effetto albedo si intende la quantit di radiazione solare che viene riflessa dal terreno. Lalbedo pertanto il
rapporto tra la quantit di energia diffusa da una superficie e la quantit di energia totale che lha investita. Ogni tipo di
suolo presenta valori caratteristici di albedo.
4
Benedetti C., Manuale di architettura bioclimatica, Maggioli Editore, Rimini, 1994
17
La scelta dei materiali che si utilizzano per la pavimentazione delle zone esterne, il
rivestimento delle facciate e delle coperture degli edifici, come gli elementi di arredo e vegetali
costituiscono un metodo per controllare le interazioni termiche di tali materiali con lambiente
esterno. Tramite la definizione della temperatura superficiale dei diversi materiali, infatti,
influenzata dalle condizioni di irraggiamento delle superfici e dal coefficiente di emissivit
(dipendente dal tipo di materiale, dal colore e dal tipo di trattamento superficiale), possibile
prevedere il futuro livello di comfort termico dellambiente in progetto.
In tabella vengono riportati, a titolo esemplificativo, i valori di irraggiamento solare nella zona
di Milano nei diversi mesi dellanno espressi in KWh/m2.
Inclin./ Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Media
orien
Orizzontale 0.92 1.70 3.00 4.49 5.14 5.83 6.07 5.26 3.82 2.45 1.14 0.86 3.40
10 Sud 1.06 1.92 3.28 4.73 5.26 5.91 6.21 5.49 4.12 2.78 1.32 1.00 3.60
30 Sud 1.27 2.22 3.61 4.89 5.17 5.67 6.06 5.59 4.44 3.23 1.59 1.22 3.76
Latitudine 1.36 2.32 3.65 4.71 4.80 5.19 5.61 5.32 4.41 3.38 1.71 1.31 3.65
60 Sud 1.37 2.30 3.51 4.32 4.25 4.50 4.92 4.82 4.17 3.34 1.73 1.34 3.39
Sud vert. 1.21 1.94 2.74 3.00 2.72 2.75 3.02 3.22 3.12 2.79 1.53 1.20 2.44
SO/SE vert. 0.98 1.64 2.47 3.07 2.96 3.15 3.40 3.38 2.94 2.36 1.25 0.97 2.38
O/E vert. 0.59 1.09 1.89 2.75 2.91 3.31 3.45 3.13 2.38 1.61 0.77 0.56 2.04
18
Analisi delle condizioni contestuali Temperatura dellaria
Localit Altitu Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
dine C C C C C C C C C C C C
Torino 239 0.4 3.2 8.2 12.7 16.7 21.1 23.3 22.6 18.8 12.6 6.8 2.0
Milano 122 1.7 4.2 9.2 14.0 17.9 22.5 25.1 24.1 20.4 14.0 7.9 3.1
Roma 20 7.6 8.7 11.4 14.7 18.5 22.9 25.7 25.3 22.4 17.4 12.6 8.9
Napoli 17 10.5 10.6 13.2 16.0 19.5 24.1 26.7 26.5 23.8 19.6 15.5 12.1
Palermo 14 11.1 11.6 13.1 15.5 18.8 22.7 25.5 25.4 23.6 19.8 16.0 12.6
Tab.2- Valori medi mensili della temperatura media giornaliera in alcune citt italiane
19
Analisi delle condizioni contestuali Precipitazioni
Per precipitazione si intende la caduta fino al suolo del vapore acqueo condensato
nellatmosfera sia allo stato liquido (pioggia, rugiada) sia allo stato solido (grandine, brina).
La misurazione delle precipitazioni viene effettuata nelle stazioni pluviometriche attraverso la
determinazione della quantit e della frequenza con cui si presenta il fenomeno. La quantit
viene normalmente espressa in millimetri: 1 mm di altezza equivale ad un litro dacqua su una
superficie pari a 1m2, per ipotesi, perfettamente piana in cui non si verificano processi di
assorbimento n di evaporazione.
La frequenza viene indicata giornalmente; lanalisi delle precipitazioni per periodi pi lunghi
semplicemente ottenuta dalla somma algebrica dei dati giornalieri.
In ambito architettonico la conoscenza della quantit di precipitazioni d la possibilit al
progettista sia di concepire linvolucro edilizio in funzione dellumidit derivante dalle
precipitazioni sia di predisporre impianti volti a raccogliere, nel caso di zone piovose, le acque
meteoriche per poterle riutilizzare.
In zone molto piovose e ventose, le precipitazioni possono bagnare i muri esterni. In questi
casi preferibile progettare linvolucro edilizio in modo che uno strato esterno protegga gli
ambienti dalla pioggia mentre quello interno conferisca una protezione termica alledificio.
Nel caso in cui il progetto preveda delle coperture orizzontali, si deve tenere presente che
lacqua pu ristagnare creando gravi problemi di infiltrazioni, pertanto anche le superfici piane
dovrebbero avere una leggera pendenza.
Si riportano in tabella, a titolo esemplificativo, le quantit di precipitazioni ridotte in acqua del
complesso delle precipitazioni (nebbia, pioggia, neve, grandine) e la frequenza con cui si
presentato il fenomeno negli anni tra il 1982 ed il 1986 in alcune citt italiane.
20
Analisi delle condizioni contestuali Umidit relativa
21
Analisi delle condizioni contestuali Regime dei venti
Lenergia del vento legata al movimento di masse daria che si spostano al suolo da aree ad
alta pressione atmosferica verso aree adiacenti a bassa pressione, con velocit proporzionale al
gradiente di pressione. Lo strumento di misura con il quale si rileva la velocit del vento
lanemometro. La determinazione del vento che investe una zona avviene attraverso la
definizione di tre parametri caratteristici: la velocit espressa in m/s o Km/h, la direzione
determinata attraverso lutilizzo della rosa dei venti, ed infine la frequenza data dalla
periodicit con cui si presenta il fenomeno.
Gli aspetti eliotermici di una data zona variano in funzione di diversi parametri quali la
corrugazione del territorio, la presenza di bacini dacqua, di zone edificate, di vegetazione.
I rilievi influiscono sia sulla velocit sia sulla direzione dei venti; il vento aumenta, infatti, la
sua velocit quando passa al di sopra di un rilievo ed il suo flusso viene deviato sia in senso
orizzontale sia verticale.
V V V
I bacini dacqua producono le cos dette brezze costiere, causate dalla variazione ciclica di
pressione derivante dalle differenti temperature che si riscontrano tra lacqua ed il terreno. Le
brezze costiere soffiano dallacqua verso lentroterra di giorno ed invertono la loro direzione
durante la notte e possono raggiungere una velocit pari a 10Km/h (fig.6).
In zone densamente edificate il
comportamento dei flussi daria
a) b) pu variare notevolmente in
relazione allaltezza degli edifici,
alla distanza tra di essi, alla
differente larghezza delle vie ed
alla loro conformazione. Se la
velocit del vento viene ridotta
negli spazi interstiziali che
separano gli edifici si riduce
proporzionalmente
Fig.6- Brezze costiere riscontrabili durante il giorno (a) e durante la la sua
notte (b)
capacit di agire sullumidit
dellaria e del suolo e pertanto di
raffrescare laria.
Utilizzare la vegetazione al fine di controllare i flussi daria pu risultare un metodo efficace
per ridurre, ad esempio, lesposizione degli edifici ai venti invernali. Per questo motivo diviene
fondamentale avere una conoscenza approfondita di tutti i venti che investono una data zona
sia nel periodo estivo sia in quello invernale.
I venti e le brezze se usati nella progettazione come elementi attivi del progetto possono
influenzare la temperatura dei locali, raffrescando gli edifici tramite ventilazione naturale e
garantendo pertanto labbassamento della temperatura nei periodi pi caldi. Lefficacia della
ventilazione naturale sia portata dal vento sia per effetto camino dipende anche da fattori
architettonici e tecnologici quali la distribuzione degli spazi interni e le caratteristiche delle
chiusure esterne permeabili allaria.
Non va trascurato che il vento in grado di trasportare sia sabbie sia polveri anche in grande
quantit, in molti casi consigliabile, pertanto, creare delle barriere frangivento che riducano il
fenomeno.
22
Di seguito vengono riportate le denominazioni dei venti secondo la velocit e la direzione di
provenienza.
0 Calma 0-1
1 Bava di vento 1-5
2 Brezza leggera 6-11
3 Brezza tesa 12-19
4 Vento moderato 20-28
5 Vento teso 29-38
6 Vento fresco 39-49
7 Vento forte 50-61
8 Burrasca 62-74
9 Burrasca forte 75-88
10 Tempesta 89-102
11 Fortunale 103-117
12 Uragano oltre 118
23
Analisi delle condizioni contestuali Analisi delle ombre
Nella fase di analisi della progettazione bioclimatica di sito possibile utilizzare strumenti
grafici che consentono di valutare le condizioni al contorno, e quelle create dalle soluzioni
progettuali di intervento, quelle per quanto riguarda le potenzialit (positive e negative) degli
apporti termici dovuti allirraggiamento solare, nonch quelle di ventilazione e di
raffrescamento dovuti allincidenza dei venti. Tali strumenti consentono di determinare:
1- lindice di soleggiamento in un punto mediante proiezione stereografica delle maschere
dombra (metodo sincronico)
2- le proiezioni dombra orarie in giorni significativi dellanno (quali i solstizi) (metodo
diacronico)
24
La carta solare la proiezione stereografica, sul diagramma polare (Fig.8), del percorso
apparente del sole nel giorno tipo di ogni mese dellanno ed caratteristica di una data
latitudine.
La maschera dombra ovvero la proiezione stereografica sul P.O. dalla parte di cielo apparente
non vista dal punto O, per la presenza di ostruzioni, viene elaborata come segue:
1- reperisce una mappa del sito, ad una scala sufficiente da includere la proiezione dei
punti di massima altitudine dellintorno e se ne individuano i pi significativi, siano essi
determinati dalla topografia del terreno o dalla sagoma visiva degli edifici prossimi al
sito in progetto, nel settore da NE a NW passando per il Sud (Fig.9).
25
2- Si determinano, per ogni punto, le coordinate angolari (altezza) e (azimuth),
goniometricamente o trigonometricamente (Fig.10).
3- si determina la posizione sul P.O. di ognuno dei punti individuati nella fase 2, attraverso
lintersezione, sul diagramma polare, tra la circonferenza ed il raggio corrispondenti,
rispettivamente , alle coordinate e del punto stesso. Nel caso in cui i valori di e
siano diversi da multipli di 10, se ne determina la proiezione operando per
interpolazione grafica. Unendo i punti di proiezione cos individuati con una linea
continua, si ottiene la proiezione stereografica dello skyline, rispetto ad O, ovvero la
maschera dombra, raffigurante la parte di cielo non vista dal punto O (Fig.11).
4- Sovrapponendo la carta solare delle localit alla maschera dombra cos ottenuta, si
possono determinare, per il giorno tipo di ogni mese dellanno, le ore soleggiate e
quelle ombreggiate dalle ostruzioni dellintorno, nel punto analizzato, e, quindi, il
relativo indice di soleggiamento.
26
DETERMINAZIONE GRAFICA SINCRONICA DELLE PROIEZIONI DOMBRA
Il metodo della determinazione grafica sincronica delle proiezioni dombra complementare al
precedente (diacronico): mentre questultimo, infatti consente una valutazione della dinamica
del soleggiamento nellarco dellintero anno, ma in un solo punto, il metodo sincronico
permette il tracciamento dellombra istantanea, ma sullintera area di influenza di un ostacolo.
Attraverso iterazioni successive, tale metodo consente unanalisi della dinamica
dombreggiamento di un sito, nelle diverse ore di giorni significativi dellanno (ad esempio, i
solstizi). Il metodo diacronico utilizzato, preferibilmente, per la valutazione del
soleggiamento in un sito ad orografia complessa, a piccola scala; o, anche a grande scala, per
analisi del soleggiamento nel baricentro elle chiusure trasparenti, ai fini di un loro corretto
orientamento. Il metodo sincronico, applicato nel giorno pi sfavorevole (solstizio invernale),
utile per una valutazione dei limiti di distanza reciproca tra edifici ai fini dellaccesso al sole
invernale; esso , altres, applicato per la determinazione, unitamente allanalisi delle scie di
vento, della matrice microclimatica di sito, finalizzata alla valutazione della vocazione del suolo
allo svolgimento di determinate attivit.
Il metodo sincronico fa uso dei profili dombra, rappresentazioni delle proiezioni dombraorarie
sul piano orizzontale, relative ad un giorno tipo dun mese allanno, di unasta verticale di
altezza unitaria. La lunghezza e la direzione della proiezione dombra sono in funzione della
latitudine , dellora, del giorno e del mese dellanno (Fig.12).
Fig.12- Profili
dombra per
latitudini 45
Il metodo descrivendo una situazione temporale istantanea, necessita di una lunga serie di
iterazioni per rappresentare dinamiche pi ampie di una giornata.
La determinazione grafica delle proiezioni dombra di un ostacolo, quale un edificio, avviene
attraverso una serie di operazioni (Fig.13)
Fig.13-
Situazione
esemplificativa
per la
determinazion
e dellombra
portata di un
edificio al
solstizio
dinverno
27
1- si localizza, sulla planimetria del sito su cui si vogliono determinare le ombre portate, il
diagramma del profilo dombra corrispondente alla latitudine della localit in esame e lo
si orienta in relazione alla posizione dei punti cardinali del sito.
2- Si individua, sul diagramma dei profili dombra, la curva e la linea retta, corrispondenti,
rispettivamente, al mese ed allora in cui si vuole tracciare lombra e se ne congiunge
lintersezione con il punto indicante la proiezione a terra dello gnomone: la lunghezza
risultante indica lombra proiettata da unasta di altezza unitaria.
3- Si moltiplica laltezza degli spigoli delimitanti le sagome delle ostruzioni per la lunghezza
prima determinata, ottenendo gli estremi in planimetria delle ombre portate sul P.O.
Orientamento ed ubicazione
In diversi ambienti, caratterizzati da differenti situazioni climatiche, anche la scelta del sito in
cui edificare influenza la qualit del futuro edificio.
In zone fredde, dove lobiettivo principale la conservazione del calore, sono preferibili siti
protetti.
In zone in cui il clima temperato, i requisiti di ubicazione non sono cos stringenti come per le
zone fredde. Essi hanno per una portata pi ampia, in quanto bisogna correlare le esigenze
per i periodi sovra e sottoriscaldati.
Nelle zone caldo secche, lesigenze di disperdere calore predominano sulle esigenze dei periodi
freddi. Una soluzione di tipo a corte coincide con lesigenza di catturare laria raffrescata
durante la notte e di proteggere le facciate principali dalla radiazione solare diretta.
Nelle zone caldo umide, il movimento dellaria ed il suo utilizzo costituisce la principale risorsa
per creare uno stato di comfort allinterno degli ambienti. Sono preferibili i siti fuori dalla
direzione prevalente del vento ma esposti alle aree di alta corrente daria vicino alla cresta di
una collina o in localit elevate sul lato sopravvento vicino ad una cresta.
5
Olgyay V., Design with Climate, Princeton University Press, Princeton, New Jersey, 1969
28
Forma e composizione
La valutazione delle condizioni climatiche e fisiche del sito hanno lo scopo di portare il
progettista a definire tutti i requisiti in relazione alla forma ed alla distribuzione degli spazi che
ledificio dovr avere.
Le sollecitazioni termiche stagionali devono avere un ruolo fondamentale nella progettazione di
un edificio. Ad esempio, in zone in cui si riscontrano temperature generalmente basse, gli
edifici dovranno essere il pi possibile di forma compatta, mentre in zone soggette ad un forte
irraggiamento solare le forme tenderanno ad allungarsi verso lasse est-ovest.
Sui consumi energetici incidono soprattutto la forma delledificio e la sua compattezza, cio il
rapporto tra superficie esterna e volumetria (S/V). Tanto minore sar il rapporto S/V tanto pi
si ridurr la superficie disperdente.
Allo scopo di risparmiare energia, sarebbe opportuno suddividere ledificio in zone fredde e
zone calde. I locali che devono essere riscaldati ed illuminati maggiormente dovranno essere
orientati verso sud ed essere dotati di estese superfici vetrate.
Al contrario in climi caldi in cui lesigenza primaria quella di ventilare e di proteggere spazi
interni dalla radiazione solare diretta, per non incorrere in un aumento eccessivo della
temperatura dei locali e garantire un abbassamento della temperatura dellaria, lo schema
planimetrico pi adatto quello di un edificio chiuso verso lesterno in cui i vani si aprono si
una corte interna ombreggiata.
Nella figura esemplificativa vengono riportate schematicamente le zone di unabitazione
suddivisa in ambienti caldi e freddi in relazione al loro utilizzo giornaliero.
29
Sistemi solari passivi
Per sistemi solari passivi si intendono tutti quei sistemi in grado di sfruttare lenergia solare
senza lutilizzo di impianti speciali ma semplicemente grazie allutilizzo di idonei accorgimenti
architettonici in grado di captare e i raggi solari ed accumularli sotto forma di calore allinterno
delledificio.
Il metodo pi semplice per per sfruttare lenergia solare per il riscaldamento delgi ambienti
quello a guadagno diretto. Le radiazioni solari dirette e diffuse penetrano, infatti, attraverso le
superfici vetrate delgi edifici e vengono assorbite dai differenti elementi che compongono
lambiente (pareti, pavimenti, arredi). Nelle ore notturne, questi cedono il calore accumulato
riducendo notevolmente le oscillazioni di temperatura.
Sia con radiazione diretta sia diffusa il funzionamento continuo del sistema lo rende adatto a
molte latitudini ed a molte condizioni climatiche. Inoltre, questo tipo di intervento non richiede
particolari costi aggiungivi per la costruzione delledificio ma solo unaccurata progettazione
dimensionale degli elementi architettonici.
Lelemento pi comune per la captazione in un sistema passivo diretto la tradizionale finestra
verticale, la captazione funzione di diversi parametri geometrici di cui i pi importanti sono:
linclinazione e lesposizione.
Per quanto riguarda lesposizione la migliore risulta sempre quella a sud mentre per quanto
riguarda linclinazione la scelta influenzata dalla latitudine e dal periodo dellanno
considerato. Ad esempio lutilizzo dei lucernari allinterno di un edificio consentono
lintroduzione della radiazione solare anche dal tetto garantendo una distribuzione pi uniforme
allinterno delledificio stesso. Possibili modifiche possono essere anche apportate su edifici
esistenti con lo scopo di :
- incremntare artificialmente mediante riflessioni le superfici captanti durante il giorno e
lefficacia dellisolamento notturno, durante il eriodo di riscaldamento;
- schermare parzialmente o totalmente la superficie vetrata durante lestate1.
1
Calderaro V., Architettura solare passiva. Manuale di progettazione, Edizioni Kappa, Roma 1981
30
termoaccumulatore. La radiazione solare viene, cio, assorbita dal muro di fondo della serra,
convertita in calore, ed una parte di esso viene poi trasferito alledificio.
Per questo motivo, particolare attenzione va posta ai materiali di quelle parti deputate in primo
luogo allaccumulo del calore e successivamente alla cessione di esso nelle ore fredde come il
pavimento e le pareti, che devono avere una buona inerzia termica. preferibile che le vetrate
della serra siano sempre apribili per garantire la regolazione della temperatura si ain estate sia
in inverno.
Nella progettazione di una serra solare si dovr tenere in considerazione:
- la serra deve essere orientata verso sud, con una tolleranza di pi o meno 30/40 gradi.
Sono assolutamente da evitare gli orientamenti Est ed Ovest che provocherebbero
surriscaldamenti difficili da controllare ed eliminare. Una esposizione a Nord non pone,
ovviamente, problemi di surriscaldamento, ma riceve nei mesi invernali radiazioni solari
in quantit molto limitate;
- la serra deve essere ventilabile. Per evitare il surriscaldamento nelle stagioni intermedie
e soprattutto destate, laria calda, che si forma allinterno della serra, deve essere
espulsa e sostituita con aria esterna. Di conseguenza, la struttura della serra deve
essere quanto pi possibile apribile, consentendo unaccentuata variabilit di assetto:
da molto chiuso in inverno a molto aperto in estate (in questa stagione si pu
prevedere anche la temporanea dismissione degli infissi vetrati);
- la serra dovrebbe essere munita di schermature mobili per la protezione delle superfici
trasparenti, in particolare quelle orizzontali e quelle verticali con esposizione ovest, dai
raggi solari nei periodi caldi. Tali schermature possono essere di moltissimi tipi quali
tende, veneziane, pannelli, vegetazione. Affinch siano efficaci, opportuno che siano
collocate allesterno delle superfici trasparenti e che siano di colore chiaro. Per
assicurare un buon comportamento termico e per ridurre il pericolo di condensa
superficiale raccomandabile luso di vetro camera.
- I telai possono essere realizzati in vari materiali, come per le finestre. Sempre per
ridurre le dispersioni di calore ed i problemi di condensa consigliabile lutilizzo di profili
con taglio termico;
- la copertura della serra costituisce la parte pi delicata dellintero sistema: le superfici
orizzontali sono quelle che ricevono la maggiore quantit di radiazioni solari nei mesi
estivi e quindi devono essere schermate e possibilmente apribili. La schermatura si pu
ottenere mediante tende da sole avvolgibili, che scorrano su guide appoggiate alla
struttura, allesterno delle lastre trasparenti. Per consentire il deflusso delle acque
piovane la copertura non potr essere orizzontale, ma presentare uninclinazione verso
il bordo esterno, dove sar presente una gronda di raccolta. Nel caso di pannelli
scorrevoli se il movimento attuato manualmente, tale inclinazione non dovr superare
il 5-6 %. Nel caso di movimentazione motorizzata si potranno utilizzare anche
inclinazioni maggiori2.
2
www.costruireabitaresano.it
31
Sistemi solari passivi Muri Trombe
Il sistema di parete prende il nome dal suo inventore Felix Trombe il quale negli anni 60 ha
ideato e sperimentato un collettore solare a parete.
Questo costituito da una muratura massiccia, in laterizio, in pietra o in calcestruzzo (massa
di accumulo) con una superficie annerita e protetta da una lastra a doppio vetro posta a 5-10
cm di distanza.
La radiazione solare intrappolata per effetto serra dietro il vetro, viene trasformata in calore
poi ceduto al muro termico vero e proprio e parte allaria dellintercapedine.
La parete, generalmente dipinta di colore scuro per favorire lazione solare, dotata di
aperture, in alto e in basso, per permettere il passaggio dellaria. Laria calda, che tende
sempre a salire, entra allinterno delledificio passando dai fori superiori, richiamando
nellintercapedine laria fredda dellinterno.
Dinverno, le aperture, spalancate durante il giorno, vengono chiuse la sera e, nella notte, la
parete restituisce il calore accumulato durante la giornata. Destate, durante il giorno restano
chiuse le aperture e viene invece aperta una parte della vetrata, mentre nelle ore notturne
vengono aperti i fori e laria calda dellinterno entra nellintercapedine dallalto. Si raffredda e
ritorna nellappartamento uscendo dal basso.
In generale le oscillazioni della temperatura dellaria interna diminuiscono allaumentare dello
spessore del muro termico. Non bisogna trascurare, per, che il rendimento del muro aumenta
allaumentare della sua conduttanza, e quindi al diminuire del suo spessore, esiste pertanto
una fascia ottimale di spessore per ogni materiale superata la quale ulteriori incrementi dello
spessore non producono sostanziali benefici3.
3
idem
32
Sistemi per il raffrescamento passivo
33
accorgimenti quali lintroduzione nellinvolucro esterno di bocchette di adduzione
dellaria e ladozione di dispositivi di estrazione naturale (aeratori, camini,
ecc.)
- ventilazione meccanica: la soluzione impiantistica che consente il movimento dellaria
allinterno delledificio attraverso ventilatori ed utilizza una parziale canalizzazione dei
percorsi daria. In relazione alla funzione volta dallimpianto la ventilazione meccanica si
classifica in:
- ventilazione per estrazione in cui limpianto di estrazione aspira laria dai locali da
mantenere in depressione come i bagni e le cucine, e laria esterna, non trattata
viene immessa direttamente in ambiente;
- ventilazione per immissione in cui laria esterna trattata viene immessa allinterno
degli ambienti da un ventilatore di mandata mentre lesplulsione avviene per
diffrenza di pressione;
- ventilazione bilanciata in cui limpianto garantisce sia limmissione sia lestrazione
dellaria non creando differenza di pressione tra interno ed esterno;
- ventilazione ibrida, ovvero una soluzione intermedia tra la ventilazione naturale e quella
assistita da un impianto meccanico; questo entra, infatti, in funzione soltanto quando le
condizioni climatiche non sono idonee a garantire portate daria adeguate.
Mentre i sistemi di ventilazione puramente meccanica presentano un limitato livello di
interferenza con ledificio, essendo in genere sufficiente garantire spazi tecnici adeguati per il
passaggio delle condotte dellaria e per linstallazione delle unit di trattamento, nel caso della
ventilazione naturale e ibrida il progetto deve per definizione integrare laspetto architettonico
e quello impiantistico: infatti, il movimento dellaria avviene in larga misura attraverso parti
delledificio o elementi architettonici specifici quali atrii, cavedi, camini, ecc.
I principali sistemi di ventilazione naturale e di raffrescamento ventilativo sono:
- ventilazione passante (orizzontale o verticale)
- ventilazione a lato singolo (singola apertura o apertura multipla)
- ventilazione combinata vento - effetto camino
- ventilazione ibrida (immissione daria a vento ed estrazione assistita da ventilazione
meccanica)
Si schematizza di seguito il funzionamento di tali sistemi, ad eccezione di quelli ibridi, con
alcune indicazioni sui limiti dimensionali relativi allefficacia di ventilazione.
Si definisce ventilazione passante orizzontale il flusso daria che attraversa uno o pi locali, con
immissione e uscita dellaria da aperture collocate su pareti opposte o adiacenti (ma non
complanari), collocate alla stessa altezza dal piano di pavimento (in caso di altezze differenti,
si aggiunge al vento la componente effetto camino). La portata daria realizzabile con tale
tecnica proporzionale allarea netta di apertura, allangolo di incidenza del vento sul piano
dellapertura e alla differenza di pressione tra le due aperture. Tale differenza massima per
aperture collocate, rispettivamente, quella dingresso dellaria sul lato sovrappressione, e
quella duscita, sul lato in depressione (generalmente, ci accade quando le aperture sono
collocate su pareti opposte), con angolo dincidenza del vento compreso tra la perpendicolare e
30.
La ventilazione a lato singolo , invece, il ricambio daria prodotto in un vano quando vi sono
unicamente una o pi aperture collocate sulla medesima parete esterna. Il tasso di flusso, in
tal caso, discontinuo e legato prevalentemente ad un effetto di pulsazione dellaria,
dipendente dalle variazioni di velocit e direzione che caratterizzano il vento negli intervalli
brevi. La portata daria complessiva oraria generalmente molto ridotta, soprattutto nel caso
di una singola apertura. Se le aperture sono pi duna, la portata aumenta: per effetto camino,
se esse sono collocate ad altezze diverse; per linnesco di flusso da vento semi-passante, se le
aperture sono collocate alla stessa altezza.
In entrambe le configurazioni, lefficacia della ventilazione dipende, altres, dalla profondit del
vano libero in rapporto allaltezza del vano stesso e dalla eventuale presenza di partizioni, che
aumentano la resistenza al flusso, riducendo ulteriormente la portata daria. In Figura 12 sono
riportate le massime profondit di vano, al di sopra delle quali lefficacia di ventilazione per
sistemi sia a lato singolo, sia passante risulta notevolmente ridotta.
34
Limiti di profondit di vano per garantire efficacia di ventilazione, nei sistemi di
ventilazione a lato singolo e passante
35
anche prevista la ventilazione passante verticale, come avviene nella torre del vento iraniana.
Nel primo caso, il vento rappresenta unagente dausilio alla generazione del flusso daria, che
determinata prevalentemente dalleffetto camino. Nel secondo caso, la torre, generalmente
suddivisa in pi condotti interni, funziona, alternativamente in relazione al periodo e alla
presenza, o meno, di vento come elemento di captazione o di estrazione dellaria.
Esiste, infine, anche la possibilit di combinazione spaziale ossia con funzionamento
contemporaneo delle due modalit, come avviene nellesempio sopra riportato del Qaa
egiziano. In tal caso sono necessari due vani verticali per la movimentazione dellaria: luno in
immissione (malkaf), con direzione discensionale, laltro in estrazione (torrino o lanternino),
con direzione ascensionale.
Normalmente, la valutazione della dispersione termica delle pareti di un edificio viene eseguita
in condizioni di regime stazionario, ovvero ipotizzando che le temperature dellambiente
interno e di quello esterno siano costanti nel tempo. In tal caso si identifica il parametro K
trasmittanza definita come il flusso di calore che, in condizioni stazionarie, attraversa una
parete per m2 di superficie e con una differenza di temperatura di 1C.
In realt durante la giornata le temperature variano secondo leggi approssimabili a sinusoidi
introducendo parametri diversi dal caso di regime stazionario. Di conseguenza insufficiente
basare i ragionamenti in materia di isolamento sulluso della trasmittanza.
Temperatura
Temperatura esterna
Temperatura interna
(parete leggera)
Temperatura interna
(parete passante)
ore
24 ore
36
In condizioni di regime stazionario si attribuisce alla resistenza termica la regolazione del
passaggio di calore trascurando la capacit termica dellinvolucro esterno dovuta a diverse
disposizioni dei materiali o al rapporto massa-conducibilit. In realt i due fenomeni si
combinano generando sulla parete leffetto di inerzia termica.
Temperatura
75
45
15
ore
15 21 3 15 3 9 15 21 3
Come possibile notare in figura la parete genera uno smorzamento della temperatura,
definito come il rapporto adimensionale tra lampiezza dellonda esterna e quella interna.
Si nota inoltre uno sfasamento tra londa esterna e quella interna. La parete, infatti, possiede
la capacit di ritardare allinterno gli effetti termici esterni. Lazione combinata dello
smorzamento e dello sfasamento che la parete garantisce genera unattenuazione ed un
ritardo delle condizioni termiche esterne.
37
intrappolato in prossimit delle finestre pu generare un micro effetto serra che se non
opportunamente valutato pu creare discomfort termico allinterno degli edifici.
I sistemi parasole possono essere divisi in sistemi fissi e sistemi mobili. I sistemi fissi come i
vetri parasole, sporti di gronda, risultano poco adattabili a diverse condizioni di soleggiamento
a differenza dei sistemi mobili, persiane, tende a banda, tende alla veneziana, fogli riflettenti.
Sono in fase di studio e sperimentazione materiali con propriet ottiche variabili (cromogenici),
a comportamento passivo (fotocromici), sensibili alla temperatura (termogeici).
Anche la vegetazione pu essere utilizzata per schermare ledificio.
Le schermature naturali sono costituite normalmente da piante con foglie caduche e piante
rampicanti su pergolati. Durante la stagione estiva le fronde ombreggiano ledificio, mentre in
inverno a fronde spoglie consentono il passaggio dei raggi solari permettendo il riscaldamento
delledificio.
38
I requisiti dei materiali ecocompatibili
I materiali da costruzione, per tutto il loro ciclo di vita, hanno un impatto sia sulluomo sia
sullambiente.
Gli effetti che i diversi materiali hanno dipendono da diversi fattori come lorigine del materiale
il ciclo di lavorazione dello stesso ma anche ladeguatezza del materiale stesso una volta
posato in opera. Il ciclo di vita dei materiali viene valutato dallorigine del materiale stesso,
ovvero dallestrazione delle materie, fino alla fine della sua vita utile valutando tutti gli effetti
di questo sulla salute delluomo e sulla salvaguardia dellambiente.
Promuovere la produzione e la commercializzazione di prodotti aventi un minor impatto
ambientale durante lintero ciclo di vita del prodotto significa pertanto valutare:
- estrazione e lorigine delle materie prime;
- la produzione del materiale;
- la lavorazione e la messa in opera;
- la permanenza nelledificio, manutenzione, sostituzione,
- rimozione, demolizione, smaltimento e riciclaggio.
I requisiti essenziali che i prodotti da costruzione dovranno avere seguendo un approccio bio-
ecologico sono1:
- risparmio energetico e ritenzione di calore;
- igiene, salute, ambiente;
- pulizia e manutenzione;
- assenza di sostanze pericolose nella composizione che possono comportare il rilascio di
natura chimica (gas, composti organici volatili VOC) o di natura microbioologica
(putrescibilit, formazione di muffe, funghi, virus, batteri) ed il rilascio di polveri, fibre o
particelle radioattive;
- bassa emissivit ed ionquinamento ambientale nelle diverse fasi del ciclo di vita del
prodotto;
- uso di materie prime abbondantemente disponibili;
- riciclabilit e la smaltibilit delle materie prime impiegate limitando i rischi ambientali;
- sicurezza per i lavoratori nella fase di produzione e per gli utenti nella fase di esercizio;
- sicurezza in caso di incendio;
- resistenza meccanica;
- protezione contro il rumore.
Attualmene non esistono normative o leggi che obblighino i produttori a dichiarare tutti i
componenti dei prodotti da loro commercializzati. Inoltre non vengono mai date indicazioni
sulle modalit di produzione dei prodotti stessi, diviene pertanto difficile, attualmente,
identificare un prodotto realmente naturale da uno ottenuto semplicemente da sostanze
naturali.
1
Direttiva CEE 89/106 in materia di prodotti da costruzione
39
Opere di muratura
I materiali pi comunemente usati per realizzare opere in muratura sono: laterizio, blocchi in
cemento alleggerito, blocchi di argilla espansa, pietre naturali, terra cruda e malte.
I laterizi per murature vengono classificati a seconda del grado di foratura e delle dmensioni in
:
MATTONI PIENI generalmente non forati con al massimo una
foratura fino al 15% dellarea
Massa volumica (densit) compresa tra 1300
e 1600 kg/mc.
dimensione uni 5,5x12x25
MATTONI SEMIPIENI Foratura tra il 15% e il 45% dellarea
Massa volumica (densit) tra 800 e 1000
kg/mc
dimensione uni 5,5x12x25
BLOCCHI SEMIPIENI Foratura tra il 15% e il 45% dellarea
Massa volumica (densit) tra 800 e 1000
kg/mc
dimensione doppio uni 12x12x25
BLOCCHI FORATI Foratura tra il 45% e il 55% dellarea
Massa volumica (densit) tra 700 e 800
kg/mc
dimensione doppio uni 12x12x25
I blocchi possono avere anche dimensioni differenti a seconda del produttore e dellutilizzo che
se ne deve fare
I mattoni pieni e semipieni grazie alla loro maggiore densit ed inerzia termica sono buoni
accumulatori di calore e possiedono un elevato potere fono isolante.
Esistono poi i laterizi FORATI E ALLEGGERITI (DETTI LATERIZI PORIZZATI) che si ottengono
aggiungendo al normale impasto dargilla sostanze che, durante la cottura, sviluppano dei gas
e rilasciano nella massa dei piccoli pori che aumentano le caratteristiche termoisolanti rispetto
al laterizio normale.
Vengono utilizzati per murature perimetrali portanti e di tamponamento.
Le dimensioni sono uguali a quelle del laterizio normale e si distinguono a seconda del grado di
foratura e della massa volumica in:
40
:BLOCCHI SEMIFORATI Foratura < 45%
Massa volumica (densit) tra 800 e 900
kg/mc
BLOCCHI FORATI Foratura tra il 45% e il 55% dellarea
Massa volumica (densit) tra 700 e 800
kg/mc
Riferimenti normativi
R.D.16/11/39 N 2233 Norme per laccettazione dei laterizi
DM 30/05/74 ALL. 7 Norme per laccettazione dei laterizi
Norme UNI vigenti UNI 5632 65
UNI 5631 65
UNI 2105 07
D.M. 20 novembre 1987, Norme tecniche per la progettazione,
esecuzione e collaudo degli edifici in muratura
e per il loro comportamento.
41
Opere di muratura Blocchi in laterizio porizzato con materiale di
origine naturale
Informazioni tecnico-descrittive
I materiali di origine naturale che vengono usati per creare la porizzazione del materialesono:
- la pula di riso: cascame della trebbiatura del riso costituito dalle brattee (glume e
glumette) che avvolgono il granello, ( generalmente usata per imballaggi e in aggiunta
ai mangimi);
- la sansa di olive: residuo solido dellestrazione dellolio dalle olive, costituito da detriti di
buccia, polpa e nocciolo. ( generalmente usata come alimentazione del bestiame,
concime o combustibile);
- la farina di legno: ottenuta dalla macinazione degli scarti della prima lavorazione del
legno quindi senza la presenza di collanti, vernici, etc.;
- la cellulosa; ottenuta dal riciclaggio della carta.
Unit di
[cm] [kg/mc] [W/mqK] [Adim.] [dB] [kg/cmq]
misura
Dati tecnici 38 850-750 0,45 8 49 50
Dati tecnici 35 850-700 0,55 8 48 50
Dati tecnici 30 800-700 0,7-0,8 8 47 50
Dati tecnici 25 800-700 0,85-1 7 45 35
Dati tecnici 20 655-450 1 7 42 < 30
42
Prestazioni generali della muratura
Energia incorporata 1300 KWh/m3
Resistenza al fuoco REI 180
Prezzo 90-50 al m3
Assemblabilit Normale
Riciclabilit Alta
Sviluppo fumi in caso di incendio Non emette fumi opachi e gas tossici
43
Opere di muratura Blocchi di laterizio porizzato con materiale di
origine inorganica
La porizzazione avviene in questo caso aggiungendo
allimpasto di argilla sabbia e acqua sostanze inorganiche.
Principalmente viene usata la perlite espansa.
La perlite inglobata nella massa di argilla stabile, non subisce
quindi cambiamento di stato durante la cottura del laterizio, la
cui struttura risulta compatta, senza cavit. Rispetto agli altri
laterizi porizzati, i blocchi, pur con alte prestazioni termiche, si
presentano privi di fori superficiali.
Informazioni tecnico-descrittive
La perlite una variet specifica di roccia vulcanica effusiva che possiede la propriet di
aumentare sino a venti volte il proprio volume quando viene sottoposta a trattamento termico
ad alta temperatura. (850-100 C). Priva di metalli pesanti, la roccia costituita da silicato di
alluminio contenente oltre il 60 % di sodio e potassio e acqua fissata chimicamente (tra il 2 e
il 6 %) imprigionata nella massa a causa del rapido raffreddamento del magma giunto in
superficie.
La roccia, finemente macinata ed essiccata, viene sottoposta ad elevate temperature a
contatto con la fiamma di un forno di espansione; lacqua contenuta nel granulo si dissocia e si
trasforma in vapore, che gonfia le pareti vetrose del granulo stesso. Tale processo,
irreversibile, determina la formazione di microcavit che conferiscono alla perlite espansa un
notevole potere isolante.
Priva di metalli pesanti, la roccia costituita da silicato di alluminio contenente oltre il 60 % di
sodio e potassio e acqua fissata chimicamente (tra il 2 e il 6 %) imprigionata nella massa a
causa del rapido raffreddamento del magma giunto in superficie.
44
Assemblabilit Normale
Riciclabilit Alta
Sviluppo fumi in caso di incendio Non emette fumi opachi e gas tossici
45
Opere di muratura Blocchi di laterizio porizzato con materiale di
origine non naturale
Informazioni tecnico-descrittive
Il polistirene espanso sinterizzato (EPS) un materiale plastico ottenuto per polimerizzazione
dello stirene derivato dal petrolio.
Esso composto da atomi di carbonio e di idrogeno.
Mediante un processo industriale, dal petrolio si ricavano piccole perle trasparenti di
polistirene, a cui viene aggiunto pentano, un idrocarburo che funge da gas espandente.
Mettendo poi in contatto le perle con il vapore acqueo, a temperatura superiore ai 90C, il
pentano in esse contenuto le fa espandere fino a 20-50 volte il loro volume iniziale.
Il polistirene espanso sinterizzato ha generalmente massa volumica compresa fra 10 e 40
Kg/mc, ed quindi mediamente costituito dal 98% di aria e solo dal 2% di materiale
strutturale di puro idrocarburo.
46
Resistenza al fuoco 180 REI
Prezzo 75-50 al m3
Assemblabilit Normale
Riciclabilit Alta
Sviluppo fumi in caso di incendio Non emette fumi opachi e gas tossici
47
Opere di muratura Blocchi in laterizio rettificati
Informazioni tecnico-descrittive
A seguito delluso dei blocchi rettificati sono stati rilevati:
un consumo di malta inferiore,
una incidenza praticamente nulla dei ponti termici ,
un isolamento termico superiore del 20%,
un tempo di posa inferiore del 50%,
una resistenza a compressione superiore rispetto agli altri materiali e una resistenza ai
carichi diagonali superiore del 200%.
48
Riciclabilit Alta
49
Opere di muratura Blocchi in laterizio-sughero
Informazioni tecnico-descrittive
Lo strato di sughero isolante contribuisce a realizzare un taglio termico completo in quanto
posizionato in modo da sporgere di 1 cm rispetto al laterizio, sia in senso verticale, sia in senso
orizzontale, per garantire un taglio termico completo anche sui giunti di malta. Il
posizionamento dell'isolante nella sezione esterna della parete elimina i ponti termici e
garantisce un'elevata inerzia termica
Il sughero viene prodotto dalla corteccia di una pianta mediterranea, la quercia da sughero
(quercus suber). Questa pianta ha la particolarit di produrre una corteccia composta da un
tessuto cellulare spugnoso, morbido e resinoso costituito da milioni di alveoli che si stratificano
lentamente. La corteccia, una volta asportata, si riproduce nellarco di 10 anni.
Dalla polpa pulita della corteccia si ricava un granulato che, con diverse sezioni, pu essere
utilizzato senza ulteriori lavorazioni come ottimo materiale coibente in intercapedini di
murature, pavimenti e coperture oppure, legato con calce o vetrificanti minerali specifici, nei
massetti sottopavimento.
Il granulato di sughero pu altres essere agglomerato in pannelli per leffetto combinato del
calore e della compressione.
Il sughero se utilizzato in pannelli non deve essere legato con colle sintetiche che oltre alla loro
pericolosit (cessione di formaldeide) riducono fortemente le qualit principali del materiale ma
deve essere realizzato esclusivamente con sughero macinato e compresso a caldo. La
pressione e la temperatura del processo produttivo provocano la fuoriuscita della parte
resinosa del sughero, la suberina che funziona da autocolllante sciogliendosi al calore e
legando i granuli a raffreddamento avvenuto.
I pannelli realizzati con questo procedimento si riconoscono per il loro colore bruno (pannelli di
sughero tostato e autocollato) rispetto al colore biondo dei pannelli di sughero incollati con
prodotti sintetici; hanno ottime capacit coibenti, non impiegano colle sintetiche ma lalta
temperatura a cui la materia prima viene sottoposta brucia la suberina e il tannino liberando
benzopirene prodotto naturale ma tossico e dallodore sgradevole.
50
Prestazioni per spessore di muratura
Trasmittanza Resistenza
Resistenza Isolamento
Spessore Massa con 1,5 cm. caratteristica
Prestazione alla diffusione acustico a
muratura volumica intonaco est. della
del vapore 500 Hz.
e int. muratura
Unit di
[cm] [kg/mc] [W/mqK] [Adim.] [dB] [kg/cmq]
misura
Dati tecnici 38 800 0,461 10 50 60
Dati tecnici 30 840 0,421 10 49 60
Sviluppo fumi in caso di incendio Non emette fumi opachi e gas tossici
51
Opere di muratura Mattoni in terra cruda
Informazioni tecnico-descrittive
I blocchi sono sostanzialmente mattoni crudi, fabbricato o artigianalmente secondo i metodi
tradizionali delladobe (tecnica che prevede la realizzazione di mattoni di terra cruda formati
a mano con o senza stampo e lasciati essiccare naturalmente), a partire da un impasto di terra
sabbiosa o terra e paglia, che viene poi essiccato; oppure pu essere realizzato con metodi pi
evoluti di compressione manuale e meccanica, o infine per estrusione secondo il metodo
industriale utilizzato anche per la fabbricazione dei laterizi. La posa in opera avviene per mezzo
di diverse tecniche costruttive che possono variare in considerazione della terra utilizzata,
granulometria e composizione, e delle esigenze di tipo statico e termico
Unaltra tecnica diffusa di origini molto antiche ma oggi tecnologicamente evoluta, quella del
pis o terra battuta che consiste nel compattamento meccanico della terra dentro
casserature. Ci consente di realizzare pareti portanti di grande inerzia termica, che pu
essere sfruttata per lapplicazione di sistemi solari passivi.
Minimo Massimo
52
Prestazioni per spessore di muratura
Trasmittanza Resistenza
Resistenza Isolamento
Spessore Massa con 1,5 cm. caratteristica
Prestazione alla diffusione acustico a
muratura volumica intonaco est. della
del vapore 500 Hz.
e int. muratura
Unit di
[cm] [kg/mc] [W/mqK] [Adim.] [dB] [kg/cmq]
misura
Dati tecnici 16 1000-1600 1,7-2,3 7 45 < 30
Sviluppo fumi in caso di incendio Non emette fumi opachi e gas tossici
53
Opere di muratura Mattoni in legno
Informazioni tecnico-descrittive
Le murature realizzate con questo sistema sono traspiranti e diffondenti alle propriet del
legno e degli isolanti naturali. Pareti realizzate con questo tipo di sistema costruttivo non
necessitano di barriere al vapore, profili e membrane di tenuta. La regolazione di temperatura
ed umidit avviene attraverso i pori del legno massiccio come avviene per la cute umana. In
inverno la parete massiccia funge da accumulatore di calore, in estate mantiene gli spazi
interni freschi.
I moduli sono estremamente maneggevoli e molto stabili in quanto i pannelli che lo
compongono sono composti da cinque strati di legno massiccio incollati che rendono il blocco
indeformabile; Lincastro contribuisce ad aumentare la stabilit della parete.
Lintercapedine interna pu essere sfruttata per il passaggio di impianti e tubazioni.
54
Assemblabilit Molto facile
Riciclabilit Molto alta
55
Opere di muratura Blocchi cassero in legno mineralizzato
Errore.
Il legno viene macinato, poi mineralizzato con laiuto del
cemento portland; limpasto cos ottenuto, tramite una
blocchiera viene trasformato in blocchi solidi. In questo modo
la struttura porosa, che molto importante per la
traspirazione della muratura, non viene distrutta.
I blocchi a cassero vengono posati a secco, eliminando in
questo modo i diversi inconvenienti causati dallutilizzo della
malta, successivamente riempiti in calcestruzzo, garantendo
in questo modo unottima struttura portante.
Informazioni tecnico-descrittive
La mineralizzazione una tecnica di fossilizzazione artificiale nella quale linfa e resine
(sostanze organiche, deteriorabili e infiammabili ) vengono eliminate e la lignina residua viene
intrisa di cemento portland apportando un notevole grado di coesione e compattezza
strutturale.
Una doppia maschiatura sia in senso verticale che orizzontale, impedisce al momento del getto
qualsiasi movimento dei blocchi, eliminando nello stesso tempo i ponti termici delle giunture.
La notevole leggerezza del blocco, le dimensioni (8 pezzi per mq.), la sua facile lavorabilit (si
taglia con una normale sega) consente alloperatore una non faticosa e veloce esecuzione della
parete.
Linserimento di pannelli in polistirolo aumenta la capacit termoisolante del prodotto. Il
processo di mineralizzazione delle fibre risulta inoltre irreversibile, il che non rende possibile il
recupero dei singoli componenti. Lunica possibilit offerta quindi dal reimpiego diretto dei
blocchi oppure dal loro utilizzo come inerte per lalleggerimento di calcestruzzi, magroni, ecc.
Osservazioni ambientali e precauzioni
Per la produzione dei blocchi si utilizzano esclusivamente legni di recupero (vecchi pallets e
bancali), cemento Portland puro al 99%, ed inoltre i prodotti difettosi e gli scarti di fresatura
degli stessi, vengono macinati e reinseriti nel processo produttivo, quindi non rimane
assolutamente alcun rifiuto
Per larmatura verticale ed orizzontale inserita allinterno della parete (indispensabile per avere
una struttura antisismica), si pu utilizzare dellacciaio austenitico..
Il processo di mineralizzazione delle fibre risulta inoltre irreversibile, il che non rende possibile
il recupero dei singoli componenti, che possono tuttavia essere reimpiegati come inerte per
lalleggerimento di calcestruzzi, magroni, ecc.
56
Unit di
[cm] [kg/mc] [W/mqK] [Adim.] [dB] [kg/cmq]
misura
700-
Dati tecnici 30 0,47 12 53 50
1000
700-
Dati tecnici 25 0,46 12 51 50
1000
Sviluppo fumi in caso di incendio Non emette fumi opachi e gas tossici
57
Opere di muratura Blocchi in calcestruzzo alleggerito con argilla
espansa
Errore.
Il calcestruzzo un materiale composito ottenuto impastando i
leganti idraulici con sabbia, inerti grossi (ghiaie e pietrischi) e
acqua. Nel caso del calcestruzzo alleggerito linerte costituito
per la maggior parte da argilla espansa i cui granuli sono
ottenuti mediante cottura a circa 1200 C, in forno rotante, di
granuli di argilla di cava.
la forma e la disposizione delle camere daria sono studiate per
conferire alla muratura ottimi valori di isolamento termico,
acustico, elevata inerzia termica, salubrit ambientale e buone
caratteristiche meccaniche.
Informazioni tecnico-descrittive
Le sostanze organiche presenti nellargilla, essendo volatili, prima di essere completamente
eliminate dallalta temperatura di cottura, creano una pressione interna che induce i granuli a
dilatarsi.
Il legante pi utilizzato il cemento di tipo Portland, ottenuto per cottura a 1450 C circa di
una miscela di polvere di calcare e di argilla, ai quali viene aggiunta talvolta una percentuale
minore di altre sostanze minerali ( bauxite e pirite) per correggere la composizione delle due
materie prime principali.
Lacqua e il cemento costituiscono la parte attiva che, indurendo, collega fra loro in un blocco
monolitico gli inerti.
Osservazioni ambientali e precauzioni
Luso estensivo del calcestruzzo comporta un elevato impatto ambientale sia a causa della non
rinnovabilit delle fonti (eccessivo sfruttamento delle cave di roccia in particolare degli alvei dei
fiumi), sia a causa dellinquinamento prodotto dagli impianti di produzione dei cementi, a ci
va aggiunto la scarsa riciclabilit del blocco.
Talvolta per modificare alcune propriet degli impasti vengono aggiunte piccole dosi di additivi,
che agiscono su determinate caratteristiche del calcestruzzo
Informazioni sulle prestazioni
Prestazioni generali dei blocchi
Minimo Massimo
Formati s/l/h 25x25x20 cm 30x25x20 cm
Percentuale di foratura 25% 30%
Peso 11 kg 30 kg
Conducibilit 0,5 W/mK 2,21 W/mK
2 2
Resistenza a compressione Tamponamento < 45 kg/cm Portante 130 kg/cm
58
Prestazioni generali della muratura
Prestazione Unit di misura Valore
Energia incorporata [KWh/mc] 2700
Resistenza al fuoco REI [minuti] 180
Prezzo [ al mc] > 90
Assemblabilit [] Normale
Riciclabilit [] Bassa
Sviluppo fumi in caso di incendio Non emette fumi opachi e gas tossici
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Opere di muratura Blocchi calcestruzzo cellulare autoclavato
Informazioni tecnico-descrittive
La muratura realizzata con tale tecnologia caratterizzata da una buona resistenza termica e
da una elevata permeabilit al passaggio del vapore acqueo; due fattori di estrema importanza
per la regolazione microclimatica e per il contenimento della proliferazione di inquinamento di
natura biologica. Il ricorso per la posa in opera a uno speciale collante a base cementizia non
comporta fattori di emissione una volta che la parete sia stata ultimata.
Anche in caso di incendio la natura del materiale in s non d luogo a esalazioni
potenzialmente pericolose, ma in grado, se mai, di esercitare un effetto barriera nei confronti
della propagazione dellincendio. nti.
60
Prestazioni generali della muratura
Energia incorporata 2700 kWh/m3
Resistenza al fuoco REI 180
Prezzo 120 al m3
Assemblabilit Normale
Riciclabilit Bassa
Sviluppo fumi in caso di incendio Non emette fumi opachi e gas tossici
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Opere di muratura Malte
Per malta si intende il prodotto ottenuto dalla miscela di un legante, ovvero un prodotto
inorganico sotto forma di polvere fine, addizionato ad acqua e sabbia.
Esistono molti tipi di malte in commercio in relazione alla loro applicazione le malte si
distinguono in:
- malte per intonaci:
- malte per applicazioni di rivestimenti sia a parete sia a pavimento;
- malte di allettamento per murature;
- malte per impermeabilizzazioni, stuccature, sigillature.
In relazione alla natura del legante e del processo di presa e di indurimento le malte si
distinguono in:
- malte a base di grassello di calce,
- malte a base di grassell e di materiali pozzolanici;
- malte a base di gesso;
- malte a base di leganti idraulici;
- malte a base di leganti argillosi;
- malte a base di leganti organici;
- malte a base di pi leganti.
Gli aggregati possono essere costituiti da sabbia (di fiume, di cava, di litorale), rocce
frantumate, materiali rocciosi a comportamento idraulico (pozzolana), cocciopesto, frammenti
di malte da reimpiego.
Altri componenti di natura organica e/o inorganica possono essere presenti eventualmente per
conferire allimpasto caratteristiche particolari: paglia, pula, crine animale, carbone, pomice,
etc..
Le malte impiegate nelledilizia, per influenzare positivamente il microclima abitativo e
consentire linterazione uomo-edificio-ambiente, devono possedere i seguenti requisiti:
naturale porosit, il rapporto tra volume dei vuoti e il volume totale del materiale deve
consentire unadeguata traspirabilit
buona traspirabilit, capacit di avere un elevato scambio igrometrico con lambiente in
grado di regolare le variazioni di umidit
capacit igroscopica, potere di assorbire il vapore acqueo o umidit dellaria e di cederlo
allesterno
buona inerzia termica, capacit di non disperdere il calore accumulato
protezione acustica protezione dai rumori in generale, con particolare riguardo alla
risonanza, alla riflessione sonora ed al riverbero
riciclabilit possibilit di riutilizzo delle materie prime impiegate
atossicit assenza di sostanze tossiche nella composizione che possono essere rilasciate
nellambiente
basso inquinamento e ridotto consumo energetico durante tutto il processo produttivo e
nella fase di post-vita
salvaguardia delle risorse naturali
manutenibilit
I leganti sono materiali in grado di indurire a contatto con laria o con lacqua in relazione a
questa caratteristica le malte vengono definite malte aeree o idrauliche.
62
Malte addittivate: le malte precedenti pi un addittivo plastificante, impermeabilizzante,
antigelo, etc.
In relazione al tipo di applicazione della malta, dovr essere scelta, inoltre, la granulometria
della sabbia.
Utilizzo
Malte per murature: tutte le malte sopraelencate
Malte per intonaci: tutte le malte sopraelencate con una sabbia di granulometria ridotta
Malte per sottofondi: malte composte con prevalenza di calce idraulica ed aerea, nel caso di
pavimeni rigidi e resistenti; si impiegano malte cementizie per la posa di rivestimenti flessibili.
Lacqua dimpasto delle malte e dei calcestruzzi assicura idratazione al legante, conferisce alle
malte ed al calcestruzzo lavorabilit e plasticit per la messa in opera del prodotto, partecipa,
inoltre, alla coesione del materiale indurito. Il tenore di acqua presente nelle miscele in grado
di intervenire sulle propriet meccaniche, fisiche e chimiche in tutte le fasi di vita del
conglomerato.
Osservazioni ambientali e precauzioni
Da evitare sono tutte la malte a base cementizia oltre ad essere poco porose e quindi poco
permeabili al vapore acqueo non sono consigliabili nellimpiego per intonaci, e richiedono,
inoltre, enormi dispendi energetici in fase di produzione.
Il legante che meglio risponde ai requisiti di compatibilit Ambientale la calce.
Riferimenti normativi
L. 595 26 maggio 1965 Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti
idraulici.
DM 3 giugno 1968 Norme per laccettazione delle calci
DM 20 novembre 1984 Norme per laccettazione dei leganti idraulici
DM 31 Agosto 1972 Norme per laccettazione dei leganti idraulici
R.D. 16 novembre 1939, n 2230, Norme per laccettazione delle pozzolane e
dei materiali a comportamento pozzolanico.
UNI 6782 Gessi per ledilizia
UNI 5371, Pietra da gesso per la fabbricazione di
leganti. Classificazione, caratteristiche e
metodi di prova.
UNI 7044, Determinazione della consistenza delle malte
cementizie mediante limpiego di tavola a
scosse.
UNI 7121, Malta normale. Determinazione del
contenuto di aria.
UNI 8020, Rivestimenti esterni ed interni. Analisi dei
requisiti.
UNI EDL 297, Istruzioni per la progettazione e lesecuzione
dei rivestimenti di pareti con intonaco
NORMAL (Normativa Manufatti Lapidei) 23/86 Definizione di una malta in base ai caratteri,
e 23/87, alle propriet, alle funzioni."
63
Opere di muratura Malta di calce aerea
La calce viene prodotta a partire da rocce calcaree le quali, riscaldate ad una temperatura di
circa 900C. subiscono un processo di carbonatazione, con levaporazione dellacqua in esse
contenuta. Con la cottura si formano calce viva (ossido di calcio) ed anidride carbonica.
La calce viva cos ottenuta un materiale instabile e deve essere spenta attraverso un
processo di estinzione che consiste nellidratazione della calce viva e nella sua trasformaione
in calce spenta.
La calce aerea, ottenuta da calcare molto puro con un tenore di argilla inferiore al 5%,
rappresenta il legante pi tradizionale tra quelli tuttora impiegati. Originariamente era
utilizzata quasi esclusivamente sotto forma di grassello di calce spento e stagionato, dopo aver
combinato con acqua in eccesso lossido di calcio prodotto per calcinazione di minerali
ricchissimi di carbonato di calcio (calce viva).
Viene normalmente chiamata con vari nomi: calce idrata, fiore di calce, calce grassa.
La malta di calce aerea, a base di grassello di calce normalmente si ottiene con laggiunta di
inerti silicei o calcarei.
Informazioni tecnico-descrittive
Lindurimento e quindi la presa della calce aerea pu avvenire solo a contatto con laria, in un
processo di carbonatazione (cessione di acqua) a contatto con il carbonio contenuto nellaria.
Questo processo di cessione continua di umidit a contatto con laria garantisce la costante
asciuttezza dei muri.
La sua elevata alcalinit determina una ottima capacit antibatterica e anti muffa.
In sacchi chiusi pu essere conservata per sei mesi, mescolata con acqua pu conservarsi per
parecchi mesi a patto di essere mantenuta al riparo dallaria.
Lindurimento del materiale avviene con una contrazione del volume, ma utilizzato sotto forma
di malta il ritiro si distribuisce tra i granuli della sabbia evitando delle dannose fessurazioni.
Uno dei maggiori problemi di questo tipo di malta riguarda il dilavamento che degrada molto in
fretta le malte costituite da calce aerea.
La malte a base di calce non rilasciano sostanze nocive e non contengono sostanze dannose
per la salute. Non si verificano pertanto, emissioni tossiche in fase di posa di esercizio e di
dismissione.
64
Opere di muratura Malta di calce idraulica
La calce idraulica ottenuta dalla cottura in forni alla temperatura di 1000-1200C di marne
naturali o di calcari con un alto tenore di argilla silicea. (5-8 % calci debolmente idrauliche; 8-
14% calci mediamente idrauliche; 19-22% calci fortemente idrauliche).
Contrariamente alla calce aerea fa presa in due tempi, un prima presa idraulica ( carbonata a
contatto con lacqua) e una seconda presa aerea.
Informazioni tecnico-descrittive
Le calci idrauliche iniziano la presa non prima di unora dallinizio dellimpasto e la compiono
entro 48 ore. La presa diventa stabile solo dopo sei mesi.
Le malte idrauliche hanno caratteristiche di resistenza meccaniche superiori rispetto alle malte
aeree, possono essere anche impiegate come allettamento per muri notevolmente sollecitati.
un prodotto con buone caratteristiche di coibenza termica ed il suo lento indurimento
favorisce la resistenza agli sbalzi termici ed una buona adesione ai supporti quando viene
impiegata come intonaco.
I maggiori problemi il materiale li crea avendo scarsa resistenza al gelo e scarsa
impermeabilit al vapore acqueo.
Il prodotto in fase di dismissione pu essere riciclato ed utilizzato come inerte ed impiegato per
sottofondi del manto stradale, contenimenti, ecc.
In molti casi i produttori commercializzano malte realizzate con calce idraulica e cemento che
conferisce al prodotto finito migliore resistenza meccanica.
65
Opere di muratura Pozzolana
Le malte a base di calce aerea realizzate con grassello o calce idrata possono essere rese
idrauliche aggiungendo, al momento dellimpasto, frazioni di pozzolana o di cocciopesto.(calce
idraulica naturale).
La scoperta della pozzolana segn un rivoluzionario progresso nelle antiche costruzioni in
calcestruzzo grazie alla capacit della miscela calce-pozzolana, non solo di indurire in assenza
di CO2, ma anche con velocit molto maggiore di quella richiesta dal processo di
carbonatazione della calce. Oggi sappiamo che la pozzolana un materiale di natura
inorganica, prevalentemente costituito da silice (SiO2) e da allumina (Al2O3) mal cristallizzate o
completamente amorfe. Essa in grado di provocare lindurimento della calce e di rendere il
conglomerato indurito resistente allazione dellacqua grazie alla formazione di silicati di calcio
idrati (C-S-H) e alluminati di calcio idrati (C-A-H) per reazione della calce con la silice e
lallumina della pozzolana.
La pozzolana, inizialmente estratta dalle cave di Pozzuoli, un prodotto di origine vulcanica
costituito prevalentemente da silicati idrati di alluminia, da silice al 70%, ossido di potassio,
sodio e magnesio. La pozzolana si pu considerare un inerte poich, combinandosi con la calce
e lacqua, d origine a malte che hanno propriet cementanti. Limpiego della pozzolana, grazie
alla sua composizione reattiva consente alla malta aerea di acquisire caratteristiche
meccaniche superiori e di ridurre i tempi di indurimento che, normalmente sono abbastanza
lunghi.
66
Opere di muratura Malta di gesso
Il gesso dovr essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare
residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate
per estinzione spontanea. Il gesso dovr essere conservato in locali coperti e ben riparati dallumidit.
Inoltre dovranno essere approvvigionati in sacchi sigillati con stampigliato il nome del produttore e la qualit
del materiale consigliato. Non andranno comunque mai usati in ambienti umidi n in ambienti con
temperature superiori ai 10 C. Non dovranno inoltre essere impiegati a contatto di leghe di ferro. I gessi per
ledilizia vengono distinti in base alla loro destinazione ( per muri, per intonaci, per pavimenti, per usi vari).
Le loro caratteristiche fisiche (granulometria, resistenze, tempi di presa) e chimiche (tenore solfato di calcio,
tenore di acqua di costituzione, contenuto di impurezze) vengono fissate alla norma UNI 6782 73 gessi per
ledilizia.
Il gesso dovr provenire direttamente da cava, senza aver avuto precedentemente altri utilizzi che ne
abbiano alterato lecologicit e non dovr essere additivato con nessuna sostanza di sintesi chimica e
contenere quantit non superiori al 25% di sostanze naturali estranee al solfato di calcio (evitare
accuratamente i gessi daltoforno). Deve essere conservato in locali coperti, asciutti e ben riparati
dallumidit e trovarsi al momento dellimpiego, in perfetto stato di conservazione.
I gessi si dividono in:
Informazioni tecnico-descrittive
Il gesso solubile in acqua, pertanto, la malta a base gesso pu essere utilizzata solo
allinterno degli ambienti con un contenuto valore di umidit.
Lindurimento del gesso avviene soltanto allaria pertanto un legante aereo.
67
Legno
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Legno per usi strutturali Legno massiccio
Per luso strutturale vengono principalmente impiegati tre tipi di legno: il legno massiccio, il
legno lamellare e il legno massiccio incollato a pettine.
Le essenze pi utilizzate a tale scopo sono: abete, castagno, cipresso, faggio, larice, pino.
Nelle segherie i tronchi dalbero vengono trasformati in travi ed in tavolame di varia
dimensione e lunghezza sfruttando al massimo la sezione dei tronchi.
I segati sono classificati:
- a spigolo vivo (classe A);
- a spigolo rotondo (classe B)
- a spigolo sgrossato (classe C).
Gli elementi in legno massiccio pi utilizati in edilizia sono:
- legni tondi con diametro medio di 25 cm;
- travi sgrossati con sezione 12/12cm;
- travi a spigolo vivo con sezione rettangolare;
- morali e moraloni con sezione 5/5 cm fino a 12/12 cm;
- tavolame con spessori dai 20 ai 100mm1.
Il legno lamellare costituito da tavole di legno massello piallate ed incollate tra loro. Il legno
lamellare associa ai pregi estetici del legno massello qualit fisico meccaniche derivanti dalla
sezione dei legnami ed una tecnica di realizzazione che lo rendono controllato e garantito.
Le prestazioni del legno lamellare ed i pregi rispetto al legno massello riguardano la
lavorazione del materiale stesso con la possibilit di ridurre le imperfezioni intrinseche come
sacche di resina e nodi. Lelemento che si ottine pertanto pi omogeneo e riesce a garantire
levate prestazioni meccaniche. Per questo motivo il lamellare nelle grandi strutture consente di
ottenere luci molto ampie con pesi assai contenuti.
Rispetto alle travi in legno massello, le travi lamellari possono essere realizzate in lunghezze
minori, con un rapporto base altezza pi favorevole ai fini della resistenza meccanica e con
forme non necessariamente rettilinee.
Dal punto di vista della resistenza al fuoco il legno lamellare combustibile ma possibile
valutare i tempi di combustione degli elementi strutturali e procedere al loro dimensionamento
con lobiettivo di garantire una durata prestabilita in caso di incendio.
La resistenza al fuoco delle strutture in legno lamellare condizionata dalla presenza dei giunti
metallici, piastre, bulloni e chiodi che iniziano a perdere le loro caratteristiche meccaniche gi a
300C.
Il lamellare, in relazione al suo processo di produzione, risulta meno sensibile del legno
massiccio alle aggressioni biologiche causate da insetti e funghi e presenta una maggior
resistenza ali agenti corrosivi.
Anche il lamellare come il legno massello richiede le accortezze costruttive tipiche del legno:
deve essere protetto dagli agenti atmosferici, progettando i dettagli costruttivi in relazione alla
caratteristica dl materiale (come il ristagno di umidit nellattacco a terra).
Un aspetto fondamentale, per, che riguarda lutilizzo del legno lamellare, lutilizzo di collanti
spesso con elevati contenuti di formaldeide.
1
Wienke U., Manuale di bioedilizia, DEI
69
Materiali derivati dal legno Pannelli in fibre di legno
In commercio esistono molti materiali che derivano dal legno utilizzati per differenti scopi,
quali la produzione di pannelli per la realizzazione di arredi, o per il termo-fonoisolamento degli
edifici.
Per ottenere pannelli in fibra di legno vengono normalmente utilizzati scarti di legno da
lavorazioni. Le fibre del legno vengono semplicemente sminuzzate e pressate senza laggiunta
di collanti particolari, ma solo con lignina.
I pannelli cos ottenuti sono traspiranti e antistatici presentano un basso velore di conducibilit
termica, quindi sono termoisolanti e isolano anche acusticamente (12 cm di legno
corrispondono in termini di isolamento termico a sei volte quello del mattone e a dodici volte
quello del cemento, con una corrispondenza in spessori pari a 60cm di muro in mattoni e 120
cm di muro in cemento).
Riferimenti normativi
DM 20 ottobre 1912
UNI 3253 11 52 Prove sul legno, elenco prove, norme
generali
70
Materiali impermeabilizzanti
111
Materiali impermeabilizzanti Guaine in polietilene traspiranti (origine
sintetica)
Il polietilene una paraffina che si ottiene polimerizzando l'etilene. A seconda del grado di
polimerizzazione, e quindi del minor o maggior peso, il polietilene pu essere liquido, ceroso o
solido. I polietileni solidi sono usati per la fabbricazione di materiali elettrici, per la
preparazione di film, per avvolgere prodotti alimentari, per realizzare filamenti sottili, tubi ecc.
Nel caso delle guaine impermeabilizzanti durante la fabbricazione viene prodotto un filato di
fibre sottilissime che viene successivamente rinforzato mediante pressione e calore.
Durante il processo di produzione linsieme dei filamenti di polietilene che si creano a contatto
con lossigeno vengono raccolti , distribuiti uniformemente e pressati a caldo fino ad ottenere
una superficie uniforme simile ad un foglio.
Gli interstizi presenti tra una fibra e laltra permettono il passaggio della molecola di vapore ma
non quella dellacqua che di dimensioni maggiori.
Il polietilene un materiale riciclabile in una svariata gamma di applicazioni: panchine da
parco, contenitori di alimenti, pattumiere, vasi per piante, ecc.
Il polietilene un materiale da classificare come prodotto che rispetta lambiente data la sua
riciclabilit in una svariata gamma di applicazioni: panchine da parco, contenitori di alimenti,
pattumiere, vasi per piante, ecc.
Rispetto ad altre materie sintetiche e esente da esalazioni di sostanze tossiche, pertanto viene
considerato ecologicamente pi sostenibile.
Durabilit
Stabilit ai raggi Garantita per 4 mesi ma non ai raggi UV
112
Durata Garantita per lintera vita delledificio
113
Materiali impermeabilizzanti Guaine in poliacrilico (origine sintetica)
Informazioni tecnico-descrittive
Le guaine traspiranti in poliacrilico garantiscono una buona resistenza ai raggi UV ed
illimitatamente idoneo allesposizione degli agenti atmosferici, la guaina resistente agli urti
ed percorribile durante le fasi di lavorazione e di manutenzione del tetto. La posa delle
guaine avviene in modo tale da rendere ermetico ledificio le giunzioni avvengono attraverso
lutilizzo di colle ad azione rapida .
Durabilit
Stabilit ai raggi Garantita ai raggi UV
114
Materiali impermeabilizzanti Guaina bentonitica (origine minerale)
Informazioni tecnico-descrittive
La guaina bentonitica un materiale pi ecologico sia delle guiane in polietilene traspiranti che
di quelle in poliacrilico in quanto costituita essenzialmente di bentonite. Le bentonite sono
argille generalmente derivate da alterazioni di rocce tufacee, con la propriet di assorbire
acqua allinterno del reticolo cristallino aumentandi, finoa 10 volte e pi, il prorpio volume.
La guiana bentonitica si ottiene aaccoppiando la bentonite ad un geotessile in polipropilene in
grado di controllare lespansione.
Le guaine bentonitiche sono composte da due strati geotessili con allinterno uno strato di
bentonite sodica naturale in polvere. La coesione meccanica tra gli strati assicurata
dallinteragugliatura, durante il processo produttivo delle piastre con migliaia di speciali aghi
uncinati in un veloce movimento alternato fanno passare parte delle fibre del tessuto-non-
tessuto superiore attraverso lo strato centrale di bentonite e le ancorano al geotessile dello
strato inferiore di supporto. In questo modo la bentonite rimane stabilmente confinata in
posizione.
115
Materiali impermeabilizzanti Carta Kraft (origine vegetale)
La carta kraft una carta molto resistente allo strappo e viene utilizzata al di sotto di materiali
granulosi e sciolti (granuli di sughero, fibra di cellulosa sfusa, ecc.), al fine di frenare la caduta
di polvere. Lapplicazione ideale quella dei tetti in legno al di sopra del primo tavolato e al di
sotto dello strato isolante. La carta non adatta ad essere posata in luoghi non perfettamente
asciutti.
Le barriere al vento sono indispensabili nelle strutture in legno con pareti e tetti che
possiedono molti giunti attraverso i quali il vento pu spingere l'aria all'interno. Le comuni
barriere al vapore sono anche efficienti contro il vento, ma nei casi in cui una barriera al
vapore non sia necessaria, possono essere utilizzate anche le diverse carte Kraft.
Informazioni tecnico-descrittive
La guaina di carta kraft pu essere utilizzata come:
- barriera anti-vento e anti-polvere sotto il materiale isolante;
- protezione dai parassiti sui tavolati di tetti e solai;
- impermeabilizzante traspirante sui tetti ventilati;
- protezione per le teste dei travi inseriti nella muratura.
Osservazioni ambientali e precauzioni
Le carte devono essere resistenti allo strappo e alla lacerazione, nonch mantenere la loro
forma anche nel caso di permanenti sollecitazioni atmosferiche.
Bucate non adempiono pi alla loro funzione. Molte carte e cartoni commercializzati come
ecologici non possiedono questi requisiti
116
Materiali impermeabilizzanti Carta oleata (origine vegetale)
Informazioni tecnico-descrittive
La guaina di carta kraft oleata pu essere utilizzata come:
- freno al vapore;
- strato separatore tra massetto e materiale termoisolante.
Dovr garantire resistenza allacqua, sar idrofoba e molto resistente allo strappo. Si pu
utilizzare sia come guaina protettiva sottocoppo nel tetto ventilato, che come strato di
divisione per interni ed esterni, come protezione contro il vento in costruzioni che non hanno
bisogno di una barriera al vapore. La carta oleata impiegabile come copertura del materiale
termoisolante prima della gettata del massetto galleggiante. E da applicarsi con giunti sfalsati
per evitare la penetrazione della malta nel materiale isolante
Dati tecnici: peso 167g/mq, spessore 0,19 mm. Per lapplicazione deve sovrapporsi minimo 10
15 cm, nel caso serva nel tetto come barriera al vento, si fissa con la puntatrice (con puntine
antiruggine) e si incolla..
117
Vetro
Negli edifici con estese superfici vetrate pi che in altre situazioni, le tipologie di vetri utilizzate
rivestono unimportanza molto rilevante in quanto possono essere causa di dispersioni
termiche molto elevate e di surriscaldamento estivo.
I vetri basso-emissivi sono resi riflettenti allinfrarosso lungo, mediante il deposito di metalli o
di sali-metallici semi-conduttori ottenuto per polverizzazione catodica. Le vetrate cos trattate
possono ridurre le dispersioni fino al 40% rispetto a quelle tradizionali. I vetri basso emissivi
sono caratterizzati anche da un elevato fattore solare e unelevata trasmissione luminosa che
da un lato limita la fuoriuscita del calore, dall'altro favorisce l'ingresso di luce e "calore solare",
con conseguente vantaggio sul bilancio energetico e quindi economico.
Esistono, inoltre, pellicole per il risparmio energetico che possono essere applicate alle vetrate
esistenti: le pellicole consistono in uno strato isolante che applicato al vetro crea una barriera
ai raggi del sole. Un vetro normale senza pellicola fa passare l82% dellenergia solare che lo
colpisce, lo stesso vetro trattato con pellicola solare far passare solo il 20% dellirraggiamento
solare, riducendo anche il fenomeno dellabbagliamento.
Il problema delle estese vetrate non riguarda soltanto il risparmio sul condizionamento dei
locali ma anche la possibilit che la merce esposta, nel caso si tratti di spazi adibiti al terziario
commerciale, subisca delle alterazioni di colore dovute ai raggi ultravioletti ed alla radiazione
solare diretta. Le pellicole in molti casi possono anche ridurre questo inconveniente.
Per accrescere il risparmio energetico vanno sempre utilizzate i vetrocamera (costituiti da pi
vetri separati da camera daria) e non i vetri singoli, questi possono essere anche corredati da
un sistema tendine montate all'interno di due lastre di vetro il cui scorrimento avviene in un
ambiente sigillato, isolate dalla polvere, tale da evitare qualsiasi problema di pulizia e
manutenzione. I movimenti di sollevamento e orientamento possono essere azionati mediante
l'accoppiamento di un motore esterno, e da un motore interno, o manualmente.
Metalli Acciaio
Informazioni tecnico-descrittive
Lacciaio pu degradarsi in due forme distinte: per ossidazione o per corrosione. Nel primo
caso gli atomi superficiali del materiale reagiscono con lossigeno formando un ossido. Lo stato
di ossido risulta poco aderente al materiale sottostante, pertanto, il processo pu proseguire e
non riguardare soltanto lo strato superficiale del metallo. Lossidazione avviene in assenza di
umidit. Il processo di corrosione del materiale avviene invece in presenza di umidit; in
questo caso il processo genera sul materiale zone portatrici di cariche positive e negative. Tutti
gli ambienti umidi risultano pertanto corrosivi nei confronti dellacciaio.
Nellambito edilizio lacciaio inossidabile sta assumendo sempre pi un ruolo di primo piano nel
settore delle costruzioni sia civili che industriali e nel consolidamento delle strutture portanti
degli edifici monumentali. Questo dovuto soprattutto alle garanzie di durata e di resistenza
alla corrosione tradizionalmente riconosciute e ad altre specifiche propriet. Progettisti,
architetti e tecnici del settore danno oggi sempre pi importanza anche ad altre doti di questi
materiali; in particolare alle elevate caratteristiche meccaniche, di resistenza al fuoco e
allassenza di manutenzione nel tempo che consentono grandi vantaggi nelle applicazioni
strutturali.
Osservazioni ambientali e precauzioni
Lutilizzo dellacciaio va ridotto a funzioni pertinenti alle sue propriet in quanto nel processo
produttivo viene richiesto un dispendio energetico notevole e le attivit minerarie hanno un
notevole impatto ambientale.
Gli impatti ambientali legati alla produzione di acciaio, riguardano anche i trattamenti
superficiali cui il materiale viene sottoposto per migliorarne le caratteristiche meccaniche,
estetiche e funzionali.
Aspetti ambientali di questi trattamenti superficiali cui il materiale viene sottoposto sono la
produzione di fanghi contenenti metalli o lemissione di composti organici volatili. Lacciaio
viene comunemente recuperato e riutilizzato, in molti casi per in relazione al tipo di
applicazione del materiale il recupero del materiale risulta difficile e oneroso.
Lacciaio da utilizzare in eventuali getti in c.a. o per le strutture in acciaio dovranno essere
realizzate secondo le indicazioni di progetto, impiegando esclusivamente acciaio diamagnetico
a struttura austenitica inossidabile per non creare alterazioni di campo magnetico terrestre, e
per eliminare qualsiasi interferenza di tipo magnetico.
119
Modulo di elasticit tangenziale G 27000 N/mm2
Caratteristiche medie di acciai in funzione del tenore di carbonio
Tenore di carbonio basso medio alto
Resistenza a trazione (MPa) 400 520 610
Limite elastico (MPa) 300 350 380
Modulo elastico (GPa) ~210 ~210 ~210
Allungamento (%) 37 30 20
120
Metalli Alluminio
Informazioni tecnico-descrittive
Lalluminio un materiale leggero duraturo e facilmente lavorabile. A parit di volume,
l'alluminio pesa solamente un terzo dell'acciaio, pertanto, nelle applicazioni meccaniche, si
possono ottenere risparmi significativi di peso.
Il materiale sviluppa velocemente una pellicola impermeabile di ossido sulle superfici esposte
allaria, questa estremamente resistente alla corrosione atmosferica anche in ambienti
marini. Questa caratteristica dellalluminio di passivarsi, ossia di ricoprirsi (quando esposto
ad esempio allaria umida) di un sottile strato di ossido estremamente aderente ed
impermeabile che lo protegge dallulteriore attacco, conferisce al materiale durevolezza;
normalmente anche se lo strato protettivo viene asportato o localmente interrotto,
immediatamente se ne riforma un altro1.
Il materiale presenta una buona conducibilit elettrica e termica; queste caratteristiche fisiche
lo rendono adatto ad applicazioni per il riscaldamento ed il raffrescamento. Diviene
problematica la sua applicazione nei serramenti che disperdono il calore durante i mesi
invernali e non isolano sufficientemente gli ambienti in quelli estivi. Pertanto nella
fabbricazione dei serramenti spesso vengono inseriti dei tagli termici allinterno del serramento
stesso.
L'alluminio pu essere modellato, con tutte le comuni tecniche di lavorazione, pi facilmente
della maggior parte degli altri metalli. E' facile da colare, o pressocolare, in forme precise e
complesse. Pu essere forgiato, laminato fino ad ottenere un foglio sottilissimo, estruso in
profili complessi o piegato.
1
Nicodemi W., Metallurgia, ed. Masson, Milano, 1997
121
Coefficiente di dilatazione termica lineare 24x10-6 l/l C
Calore specifico 0,921 kJ K/kg
Modulo di elasticit longitudinale E 69000 N/mm2
Modulo di elasticit tangenziale G 27000 N/mm2
122
Metalli Rame
Informazioni tecnico-descrittive
La distinzioni dei diversi tipi di rame fatta in relazione alla quantit di ossigeno presente nel
metallo e alle conseguenze che la presenza dellossigeno ha sulle propriet e le caratteristiche
del materiale.
La presenza di un alto tenore di ossigeno allinterno del metallo2 lo rende pi fragile se scaldato
ad una temperatura superiore ai 400C in ambiente contenente idrogeno.
Il materiale presenta una buona resistenza alla corrosione, per questo viene spesso impiegato
in edilizia per la realizzazione di facciate, coperture ed altri elementi decorativi. La sua capacit
di non deteriorarsi a contatto con gli agenti atmosferici, ma al limite di modificare solamemnte
la sua colorazione, rende inutili i trattamenti di verniciatura protettiva .
2
Lossigeno presente allinterno del materiale sotto forma di ossidulo Cu2 O
123
Modulo di elasticit tangenziale G 42000N/mm2
124
Murature perimetrali
Tipologie
132
Muri in blocchi di laterizio Muratura massiccia in laterizio porizzato
Le materie prime utilizzate nella realizzazione dei blocchi in laterizio alleggeriti in pasta non
presentano, al termine del ciclo produttivo e in condizioni di permanenza in opera, particolari
rischi per la salubrit degli ambienti interni. Come per i laterizi tradizionali, il contenuto
radioattivo, per quanto variabile, risulta essere tendenzialmente contenuto, mentre altre
impurit possono essere costituite da ossidi di ferro, residui oleosi oppure essere associate alla
qualit del combustibile utilizzato nei processi di cottura.
Informazioni tecnico-descrittive
Rispetto alla produzione di laterizi di tipo tradizionale il processo produttivo dei blocchi di
laterizio porizzato (o alveolato) prevede laggiunta allargilla cruda di una determinata quantit
di materiali combustibili di varia natura (quali perle di polistirene espanso, segatura di legno,
sansa di olive) che durante la cottura lasciano cavit vuote (alveoli), tra loro non comunicanti,
che alleggeriscono il manufatto e ne migliorano le prestazioni termocoibenti. Le propriet
termocoibenti dipendono, oltre che dal tipo di materiale anche dallo spessore della muratura.
Un contributo alla capacit di isolamento dei blocchi pu essere dato anche dal disegno della
foratura, che, presentando un elevato numero di file di fori molto stretti nella direzione
perpendicolare alla direzione del flusso termico, impedisce moti convettivi dellaria allinterno
del blocco o della muratura. Il potere fonoisolante della muratura alto per il maggior peso del
blocco in laterizio termoisolante.
In alternativa vengono miscelate anche sostanze inorganiche quali la perlite espansa, nel qual
caso non si hanno pi alveoli, ma inclusione di materiali leggeri
Le murature realizzate con blocchi in laterizio alveolato conservano le buone caratteristiche di
permeabilit al passaggio del vapore acqueo dei laterizi tradizionali, nei confronti dei quali
presentano inoltre un vantaggio dato dalla migliore resistenza termica (con ricadute positive
sul controllo dellumidit di condensa e quindi della proliferazione di inquinanti di natura
biologica). In caso di incendio la natura del materiale in s non d luogo a esalazioni
potenzialmente pericolose.
Il laterizio oltre ad essere facilmente reperibile in natura, mantiene le sue caratteristiche
prestazionali sempre elevate nel tempo. E facilmente recuperabile o riciclabile; una buona
applicazione per intonaci e pavimenti , ad esempio, il cocciopesto realizzato con argilla cotta
frantumata.
133
Trasmittanza W/m2K(*) 0,65 - 0,70
Conduttivit equivalente W/mK 0,23 - 0,25
Potere fonoisolante della muratura (Indice di
43
valutazione a 550 Hz) dB (*)
Resistenza al fuoco R.E.I. 180
Reazione al fuoco Classe 0
134
Muri in blocchi di laterizio Pareti con isolamento termico esterno con
pannelli di fibre di legno mineralizzate
Il sistema di isolamento termico
Malta adesiva Intonaco in gesso
dallesterno ad intonaco sottile, (detto
anche sistema a cappotto), consiste
nellapplicazione, sullintera superficie
esterna verticale delledificio, di pannelli
isolanti che vengono poi coperti da uno
spessore sottile, protettivo, di finitura
realizzato con particolari intonaci.
Si tratta di un sistema di isolamento che
ha preso piede in Europa negli ultimi 30
anni.
La coibentazione dall'esterno non altera i
volumi interni degli ambienti e diminuisce
Intonaco
speciale l'effetto dei "ponti termici" (per esempio,
causati da travi o pilastri su muri esposti
2 strato di
a nord) evitando cos il formarsi di muffe
intonaco
da condensa del vapore.
Rete E una soluzione particolarmente indicata
portaintonaco
nel caso di ripristino di superfici verticali,
1 strato di il cui rivestimento sia in fase di avanzato
intonaco Strato isolante degrado, ma anche per interventi ex-
novo.
Per ottenere un sistema a cappotto efficace, bisogna prestare la massima attenzione alle
caratteristiche dei singoli componenti, in particolare del materiale isolante.
La coibentazione risulta economicamente conveniente e rallenta il naturale processo di degrado
degli edifici.
Informazioni tecnico-descrittive
La coibentazione pu essere realizzata incollando e/o fissando con tasselli lastre d'isolante,
senza rimuovere il vecchio intonaco, oppure aggiungendo uno strato (3 - 5 cm) d'intonaco
isolante, operazione che riduce le oscillazioni di temperatura accrescendo anche la capacit
termica dell'edificio.
Molto adatti ad essere intonacati sono i pannelli in trucioli di legno mineralizzati, ancorati a
secco, in quanto costituiscono un eccellente supporto per lintonaco. Lancoraggio a secco
preferibile per evitare che lapplicazione degli stessi con colle sintetiche, successivamente
coperti con intonaco aggrappato su rete di armatura, e rivestito da uno strato di finitura,
impedisca alla superficie muraria di traspirare. Questa soluzione possibile se si dispone di
materiali isolanti aventi ottime caratteristiche meccaniche e tecniche per resistere agli agenti
atmosferici e per consentire una posa adeguata.
135
- non richiede lallontanamento degli inquilini durante lesecuzione dei lavori;
- rallenta il processo di degrado degli edifici offrendo una protezione totale;
- risolve il problema delle crepe e delle infiltrazioni di acqua meteorica;
- permette la realizzazione, in ununica fase, dellisolamento e della finitura con evidenti
risparmi.
Bench la conducibilit termica dei pannelli in fibra di legno mineralizzata (=0,093 W/mK) sia
meno elevata rispetto ad altri materiali termoisolanti, il rivestimento di un muro in laterizio con
questi pannelli spesso gi sufficiente per ottenere un soddisfacente isolamento termico. Un
muro in mattoni pieni dello spessore di 25cm, rivestito su un lato con pannelli dello spessore di
6cm e intonacato su ambedue le facce, possiede un valore K di 0,74 W/mK; dal suo peso
complessivo di 480 Kg/m2 risulta una propriet fonoisolante di 53dB circa.
Applicazione a strisce o a
punti per lincollaggio dei
pannelli
136
Posa dei pannelli isolanti Posa dei pannelli isolanti Prima mano di rasatura
137
Muri in blocchi di laterizio Pareti con isolamento termico esterno
ventilate con rivestimento in legno
138
ottenere questo effetto l'intercapedine d'aria deve avere spessore tra i 5 e i 7 cm, poich uno
strato maggiore causerebbe moti convettivi fastidiosi per la circolazione dell'aria.
In estate il fenomeno di ventilazione naturale creata dallintercapedine porta alla diminuzione
della trasmissione di calore fra interno ed esterno, migliorando il comfort termico.
In inverno invece si potrebbe verificare la diminuzione della temperatura sulla superficie del
coibente interno allintercapedine, riducendone la prestazione, ma tale effetto penalizzante
risulta essere limitato dalla lieve differenza di temperatura tra aria esterna e intercapedine, che
diminuisce leffetto camino pur mantenendo gli altri aspetti positivi quale la traspirabilit al
vapore della parete o leliminazione dei ponti termici. Lopportuno dimensionamento
dellisolante pu migliorare le prestazioni della facciata nella stagione invernale poich
consente di mantenere la superficie del coibente ad una temperatura il pi possibile simile a
quella dellaria esterna, evitando il flusso daria allinterno dellintercapedine.
Le principali caratteristiche tecniche sono:
- ottimo isolamento termico e acustico: rispetto infatti a sistemi di facciata "tradizionale",
la facciata ventilata assicura un notevole miglioramento per quanto riguarda la
dispersione della quantit di vapore interna alla parete in muratura (sia proveniente
dall'interno dell'edificio sia depositatasi all'interno della muratura stessa in fase di
costruzione) attraverso l'effetto camino, con conseguente beneficio per la durabilit del
muro stesso;
- facilit di installazione: applicabilit anche a muri non esattamente a piombo, grazie alle
compensazioni consentite dalle strutture di ancoraggio (ideale pertanto per
ristrutturazioni di edifici);
- facilit di manutenzione: facile sostituibilit degli elementi rotte o usurati, grazie al
sistema costruttivo a secco;
- garanzia di prolungata efficienza dello strato di materiale isolante, mantenuto
perfettamente asciutto dal continuo ricircolo di aria in prossimit della sua superficie:
migliore resistenza rispetto ai sistemi di rivestimento tradizionali agli shock termici
prodotti dall'ambiente esterno ed agli assestamenti strutturali dell'edificio, grazie
all'utilizzo come paramento esterno di pi elementi fissati in modo indipendente alla
sottostruttura. In tal modo infatti i singoli elementi sono in grado di assorbire le
dilatazioni termiche e le deformazioni prodotte dall'edificio, senza che insorgano
tensioni nel rivestimento in grado di generare fenomeni di degrado della facciata, con
conseguenti esigenze di manutenzione e ripristino;
- ottima valenza estetica.
139
Esempi di posa in opera
140
Muri in blocchi di laterizio Pareti a intercapedine portanti
Informazioni tecnico-descrittive
Nelle murature a doppia parete con intercapedine, sempre consigliabile adottare un
dispositivo che garantisca un minimo di aerazione (dellintercapedine) per lo smaltimento di
eventuale umidit dovuta a fenomeni di condensa, o a infiltrazioni meteoriche causate da
difetti esecutivi. A tale scopo sufficiente prevedere, nella parte bassa della muratura, degli
sfoghi che possono essere realizzati sia mediante griglie metalliche collocate in sostituzione di
un mattone (ogni due metri circa), oppure non stilando con malta alcuni giunti verticali della
prima fila di mattoni (almeno uno ogni tre).
141
Informazioni sulla posa in opera e sulla manutenzione
I mattoni faccia a vista dovranno essere disposti a fascia con sfalsamento di 1/2 mattone, con
giunti di malta verticali e orizzontali ben costipati e a profilo rasato (rotondo) della stessa
composizione della malta di allettamento specifica per muratura faccia a vista.
Le due pareti dovranno essere mutuamente collegate mediante ancoraggi metallici in acciaio
inox da posizionarsi in corrispondenza dellultimo corso di muratura sottostante al cordolo
solaio ad una distanza di 50 cm.
Esempi di posa in opera
142
Muri in blocchi di laterizio Pareti a intercapedine in strutture a telaio
Informazioni tecnico-descrittive
Il materiale isolante da utilizzare potr essere scelto tra i pannelli di origine minerale, vegetale
o animale forniti dalla produzione ed avere caratteristiche di resistenza meccanica e rigidit nel
caso in cui il coibente sia posato nella parte interna del tamponamento esterno, lasciando una
lama daria dello spessore di qualche centimetro verso linterno. Questo consente di proteggere
la parete interna da eventuali infiltrazioni dacqua e contribuisce in parte alla resistenza
termica della parete.
Nel caso in cui lisolante sia poggiato sulla parete interna, fondamentale che abbia un ottimo
comportamento nei confronti della diffusione del vapore acqueo e dellumidit, questo perch
molti di questi materiali assorbono facilmente umidit e quando si inumidiscono perdono le loro
propriet. La muratura fresca, infatti, sempre umida e trasmette la sua umidit ai materiali
termoisolanti contenuti nellintercapedine. Pertanto, bene costruire intercapedini ventilate
che permettono a questi materiali di asciugarsi. La ventilazione si ottiene tramite opportune
aperture nel paramento esterno. La propriet termoisolante del muro dipende quindi
principalmente dal paramento interno e dallo strato termoisolante. Il problema dei ponti
termici, tipico del tamponamento di strutture a telaio, facilmente risolvibile facendo passare il
paramento esterno e lo strato termoisolante davanti ai pilastri e al solaio.
143
uno strato di malta, ma il fattore preponderante che rende impermeabile allacqua la
parete rappresentato dallintercapedine daria;
- miglioramento del comfort ambientale invernale eliminando la possibilit di condensa
superficiale poich la presenza dellisolante fa aumentare la temperatura superficiale
della parete interna;
- abbattimento efficace del rumore alle differenti frequenze grazie alla struttura della
parete che presenta due strati di chiusura con diversa massa. Lisolante interposto
incrementa le prestazioni fonoisolanti della struttura pluristrato.
- Riduzione delle dilatazioni termiche causa della maggior massa del mattone (per
paramenti facciavista) e pertanto riduzione delle sollecitazioni nei punti di contatto fra
struttura e tamponamento.
144
Muri in blocchi di laterizio Pareti con isolamento termico interno
intonacate
Lisolamento termico posto sulla faccia interna della
2 strato di intonaco interno
Intonaco esterno parete pu essere considerato come una soluzione
migliorativa da praticare solo in caso di interventi su
edifici la cui facciata debba rimanere a vista. Questa
tecnica infatti comporta inevitabilmente una
riduzione della superficie di calpestio, dovuta
allispessimento delle murature perimetrali verso
lambiente interno. Lintervento da valutare in
funzione della conducibilit termica del muro
preesistente, che potr essere corretta, ove i valori
ne indichino la necessit, dalla posa in opera del
Rete materiale isolante. Una soluzione possibile quella
armatura
portaintonaco di impiegare un intonaco termoisolante che svolga
Strato isolante la funzione di coibente termico, tenendo presente
per che tale materiale tende ad assorbire lumidit
Pasta adesiva
incorporata nella parete.
Unaltra soluzione quella di impiegare pannelli costituiti da materiale isolante, sui quali viene
posto uno strato di finitura su rete portaintonaco. La soluzione comporta per un maggiore
spessore rispetto alla precedente, con un maggiore dispendio di superficie calpestabile.
Informazioni tecnico-descrittive
La tecnica di isolamento termico posto sulla faccia interna della parete pu essere realizzata in
due modi:
mediante intonaco termoisolante. Questa tecnica permette di ottenere spessori complessivi
molto ridotti, pari a circa 4 -5 cm, ovviando cos alla riduzione della superficie di calpestio
dei locali. Lintonaco per possedere caratteristiche termoisolanti deve contenere materiali
inerti leggeri, miscelati con leganti idraulici quali calce o cemento. Le superfici da
intonacare si devono presentare sane, pulite e devono essere esenti da polvere, tracce
d'olio, efflorescenze saline o fuliggine. Le sporgenze eccessive vanno rimosse ed i difetti di
planarit devono essere ripresi. Parti incoerenti o in via di distacco devono essere asportate
e ripristinate.
mediante pannelli coibenti incollati sulla faccia interna del muro, e successivamente
intonacati su rete porta intonaco. Anche in questo caso necessario procedere alla pulizia
della superficie muraria prima di procedere alla posa in opera del pannello, o effettuare
operazioni di risanamento e eventuale consolidamento ove necessario. Rispetto alla prima
soluzione questultima comporta uno spessore complessivo maggiore e un maggior tempo
di posa in opera rispetto alluso della sola malta termoisolante, ma consente di ottenere
migliori prestazioni dal punto di vista termico.
In entrambe le soluzioni possibile limpiego di materiali isolanti naturali: nel primo caso sotto
forma di granuli naturali (sia di origine minerale che vegetale) impiegati come inerti per la
preparazione dellintonaco (perlite espansa, vermiculite, granulato di sughero), nel secondo
caso in pannelli (di origine vegetale o minerale) come pannelli in fibra di cocco, juta, canapa,
vetro cellulare,ecc.
145
Informazioni sulla posa in opera e sulla manutenzione
La posa in opera dellintonaco termoisolante viene eseguita in due strati: il primo, quello con
propriet termoisolante, contiene leganti minerali (calce, cemento) e inerti costituiti da
materiali leggeri (perlite espansa, vermiculite, granulato di sughero); il secondo invece un
intonachino di finitura.
Lintonaco fresco va protetto dal gelo e da una rapida essiccazione. Essendo lindurimento
dellintonaco basato sulla presa idraulica del cemento, una temperatura di +5C viene
consigliata come valore minimo per lapplicazione e per un buon indurimento della malta. Al di
sotto di tale valore la presa verrebbe eccessivamente ritardata e sotto 0C la malta fresca o
anche non completamente indurita sarebbe esposta allazione disgregatrice del gelo.
Le superfici da intonacare si devono presentare sane, pulite, le sporgenze eccessive vanno
rimosse ed i difetti di planarit devono essere ripresi. Parti incoerenti o in via di distacco
devono essere asportate e ripristinate. Su queste superfici, dopo l'esecuzione delle fasce ed il
posizionamento dei paraspigoli, si procede alla posa dellintonaco manualmente o con
intonacatrici.
Anche per la posa in opera del sistema costituito da pannelli termoisolanti sar necessario
procedere, prima di ogni lavorazione, alla pulitura e alleventuale consolidamento della parete.
Successivamente si procede alla posa dei pannelli isolanti incollati avendo cura di accostare
molto bene i giunti per poter successivamnte procedere allintonacatura finale su rete
portaintonaco.
Taglio dei pannelli Preparazione della pasta Spalmatura della pasta Posa del pannello
adesiva adesiva sul pannello
isolante
146
Muri in blocchi di laterizio Pareti con isolamento termico interno
rivestite in cartongesso
Le pareti con isolamento posto sulla faccia
Muratura perimetrale 25 cm
interna, rivestite in cartongesso, fanno uso di
una tecnica che consente di accostare a pareti
Intonaco con elevata trasmittanza termica contropareti
esterno 2 cm
isolanti costituite da lastre o pannelli rigidi.
Questa soluzione consente di eliminare i ponti
termici tra gli spigoli verticali e tra parete e
serramenti, ma non consente di eliminare il
ponte termico che si forma fra soletta e
parete. Si tratta di una soluzione piuttosto
economica e di facile esecuzione, soprattutto
se si deve intervenire su preesistenze e se
necessario mantenere inalterato laspetto della
Pannello in facciata. Il vantaggio di porre lo strato isolante
cartongesso allinterno quello di non esporlo a potenziali
13 mm agenti di degrado, ma non elimina i fenomeni
Montante in di condensa per evitare i quali consigliabile
legno 6/8 cm l'uso di una barriera al vapore sulla faccia
Pannello di
sughero 6 cm
interna della controparete. Questo tipo di
intervento aumenta lo spessore della parete
Intonaco di calce preesistente, riducendo la superficie di
1,5 cm
calpestio dei locali.
Informazioni tecnico-descrittive
Un sistema molto diffuso costituito da pannelli di materiale coibente (pannelli costituiti da
fibre vegetali o minerali) preaccoppiati a lastre di cartongesso.
Le lastre vengono fissate alla parete mediante sistemi meccanici, quali inchiodatura o
avvitatura su listelli in legno preventivamente fissati al supporto e disposti a tutta altezza ad
un interasse di 1,20 m.
Le lastre in cartongesso che costituiscono il paramento esterno sono costituite da gesso di cava
reidratato rivestito su ambedue le facce da fibra di cellulosa, opportunamente stuccate per
offrire una superficie piana adatta alle opere di finitura.
147
Per questo tipo di soluzione si dispongono montanti, ancorati al supporto murario mediante
elementi metallici, ad un interasse di 1,20 m. Successivamente si procede alla posa del
pannello isolante (nel caso in cui non si usi il componente preaccoppiato al cartongesso) e in
ultimo alla lastra in cartongesso. Una volta avvenuto il fissaggio si proceder alla stuccatura di
tutti i giunti e alla posa degli strati di finitura.
148
Pareti in legno Pareti in legno massiccio esterne
Informazioni tecnico-descrittive
Le pareti di queste case sono composte da tronchi dalbero (normalmente abete rosso),
squadrati o lasciati leggermente tondi i quali,opportunamente ammorsati nelle tre direzioni
spaziali, rendono la struttura staticamente efficiente, specialmente nei confronti delle azioni
orizzontali come quelle esercitate dal vento e dal sisma.
Questi elementi, opportunamente scanalati, vengono montati luno sullaltro e, agli angoli, uniti
ad incastro. Lo spessore delle pareti varia da 6 a 20 cm. Quelle con spessori inferiori a 14/16
cm sono troppo leggere per soddisfare i requisiti termoacustici richiesti per una normale
abitazione e richiedono un ulteriore rivestimento.
Gli elementi strutturali in legno massello sono completamente riutilizzabli o riciclabili in nuove
strutture.
Pareti in legno massiccio esterne con isolamento interno
Il rivestimento di una parete in legno massiccio consiste normalmente in uno strato di
materiale termoisolante e un tavolato in legno. Inoltre conviene linserimento di una barriera al
vento(carta kraft). I materiali termoisolanti pi adatti sono i pannelli teneri in fibre di legno, i
materassini in fibra di cocco e i pannelli in trucioli di legno mineralizzati.
Il principale inconveniente di queste pareti, con o senza isolamento, consiste nel ritiro del
legno massiccio. Il ritiro in asse perpendicolare alle fibre molto pi elevato rispetto a quello
in asse del tronco, infatti, il ritiro di un elemento orizzontale dellaltezza di 20cm di 2-3 mm,
il ritiro dei pilastri invece molto inferiore, cio 2-3mm su una lunghezza di 3 m. Di questo
ritiro si deve tenere conto nella costruzione di porte, finestre, scale, canne fumarie ed
installazioni. Sopra le finestre e le porte deve rimanere un adeguato spazio, riempito con fibre
di cocco o con un altro materiale fibroso, per consentire lassestamento, altrimenti le pareti
non risultano pi a camera daria.
149
Prima dellacquisto di una casa prefabbricata in legno ci si deve informare presso il produttore
sugli eventuali trattamenti antiparassitari subiti. , comunque preferibile, acquistare case non
pretrattate e di trattarle con propri prodotti innocui. I problemi legati alla qualit dellaria sono
ascrivibili, infatti, alla necessit di protezione del materiale nei confronti dellaggressione
biologica e di protezione nei confronti del fuoco, pertanto anche in questo caso la questione si
sposta principalmente nei confronti della natura dei prodotti utilizzati per i relativi trattamenti.
150
151
Pareti in legno Pareti di tamponamento multistrato in legno
152
Caratteristiche tecniche di una parete di tamponamento multistrato in legno
Spessore complessivo 21 cm
Peso superficiale 50 kg/m2
Trasmittanza termica 0,30 W/m2K
Potere di accumulo di calore 45 kJ/m2K
Resistenza al fuoco 30 REI
Potere fonoisolante Rw 42 dB
153
Pareti in terra cruda Muri in terra cruda leggera (pis)
Informazioni tecnico-descrittive
Per la tecnica del Pis, utilizzata per murature portanti e non, si usa una terra piuttosto magra
(sabbiosa) e poco umida. Alle terre troppo grasse viene aggiunta sabbia per ottenere una
granulometria pi adatta e per evitarne la fessurazione durante il processo di essiccazione. I
lavori cominciano con lestrazione della terra argillosa, sempre reperibile direttamente sullarea
di costruzione, e la sua stagionatura durante la quale le zolle si sbriciolano. Il materiale
accumulato deve conservare la sua plasticit e quindi conviene coprirlo con teli bagnati per
evitare lessiccazione e per proteggerlo contro le piogge. Per renderla meglio lavorabile, la
terra viene impastata ed pronta alluso quando tutti i suoi componenti sono ben amalgamati
e limpasto diventa plasmabile. Il materiale viene inserito nelle casseforme in strati di 5-12 cm
e battuto (a mano o con lausilio di una macchina) fino ad arrivare a strati alti di circa 80 cm
(si possono costruire tre strati al giorno). Agli angoli, gli strati vengono uniti per dentatura; lo
spessore minimo dei muri portanti di 50 cm. Le aperture delle finestre e delle porte si
ottengono tramite apposite controintelaiature, le architravi sono da rinforzare con listelli di
legno. La tecnica consente la costruzione di edifici alti fino a due o tre piani. E buona regola
erigere i muri in terra cruda su uno zoccolo di pietra e proteggerli contro lumidit ascendente;
i muri esterni devono essere protetti da un intonaco contro la pioggia.
154
Caratteristiche tecniche di un muro in terra cruda leggera (spessore 50 cm) con
telaio in legno
La terra cruda un buon isolante termico ed acustico, ha eccellenti propriet di regolazione
Spessore complessivo 54 cm
Peso superficiale 647 kg/m2
Trasmittanza termica 0,78 W/m2K
Resistenza al fuoco 180 REI
Potere accumulo di calore 748 kJ/m2K
Potere fonoisolante Rw 56 dB
termo-igrometrica dell'aria dell'edificio, protegge le strutture lignee con cui viene in contatto
dall'attacco di parassiti e funghi, non produce rifiuti di nessun genere ed sempre riutilizzabile
Le principali caratteristiche riconosciute alla terra cruda sono:
- la reperibilit del materiale;
- la lavorabilit;
- il livello di risparmio energetico nella sua elaborazione;
- lalto livello di isolamento termico e acustico;
- la facilit di dismissione e di riciclo dei materiali alla fine della vita utile delledificio;
- la capacit di regolare il livello di umidit allinterno degli ambienti;
- la facilit di apprendimento delle tecniche costruttive da parte di chiunque;
Le principali controindicazioni imputate sono legate, ad esempio, allo spessore dei muri, che
riduce sensibilmente la metratura utile degli edifici, aspetto non trascurabile nelle aree urbane,
oppure alla necessaria protezione dei muri dalla pioggia e dallumidit proveniente dal terreno.
155
Pareti in terra cruda Muri con mattoni in terra cruda (adobe)
Informazioni tecnico-descrittive
Il mattone crudo un prodotto ottenuto dallimpasto di argilla, limo e sabbie, a volte mista a
paglia, in percentuali variabili, versato in stampi in legno e lasciato essiccare al sole.
Largilla contenuta nel terreno agisce da legante e conferisce la giusta coesione fra le particelle
dellimpasto. Solitamente viene utilizzata la terra estratta al di sotto dello porzione arabile,
evitando strati contenenti sostanze putrescibili e con scarsa resistenza meccanica. Ideale per la
realizzazione del mattone crudo la terra grassa e sabbiosa. Se il contenuto di limo alto ben
si presta ad impasti con la paglia.
Le dimensioni del mattone sono uguali a quelle del mattone storico. Per avere mattoni di
maggiore dimensione necessario utilizzare argilla magra da miscelare a paglia triturata,
usate per pareti non portanti. La paglia, infatti, conferisce maggiore leggerezza al mattone
rendendolo pi adatto alla realizzazione di tamponature.
La produzione artigianale pu essere effettuata direttamente in cantiere e consiste nella
modellazione dei mattoni effettuata pressando manualmente limpasto negli stampi in legno.
Una volta tolti dallo stampo i mattoni vengono disposti allaria aperta per essere essiccati
naturalmente, per un periodo che va da due a quattro settimane, a seconda delle stagioni.
La produzione industriale avviene attraverso lestrusione e il taglio, seguendo lo stesso
procedimento impiegato per la produzione dei normali laterizi, di cui i mattoni crudi possono
essere considerati un sottoprodotto. In questo caso, per, si ottiene un mattone fabbricato non
appositamente per limpiego a crudo, ma con composizione pi adatta alla cottura, per cui il
prodotto cos ottenuto va usato con maggiore accortezza.
156
basso coefficiente di conducibilit termica, con buone propriet termoisolanti. Importante
caratteristica la capacit di regolare lumidit dellaria allinterno dei locali, quando essa
troppo secca o troppo umida, contribuendo al miglioramento del comfort abitativo.
Limpasto di argilla, Il mattone viene I mattoni vengono lasciati Il mattone, una volta
limo e sabbia viene successivamente tolto stagionare allaria per un essiccato, pu essere
pressato a mano negli dallo stampo e disposto periodo che va da due a posato in opera mediante
stampi in legno allaria per asciugarsi quattro settimane, a malta di calce o malta di
seconda della stagione argilla
157
Muri in pietrame Muri in pietrame
Informazioni tecnico-descrittive
Le rocce possono essere raggruppate in tre categorie ben distinte a seconda della loro genesi:
rocce ignee o magmatiche quali graniti, porfidi, basalti, tufi vulcanici, ecc.
rocce sedimentarie a loro volta classificate in:
rocce clastiche o detritiche: arenarie, argille, marne, ecc.
rocce organogene: come calcari e dolomie
rocce di origine chimica: come travertini, gessi, caolini
rocce metamorfiche derivate dalla trasformazione di altre rocce (ignee o
sedimentarie) che originano marmi e gneiss.
I muri in pietrame vanno costruiti selezionando rocce con caratteristiche idonee, data lestrema
variabilit delle rocce stesse.
Le pietre vive utilizzabili per questo tipo di muratura provengono dal gruppo delle rocce
sedimentarie e metamorfiche. Risultano infatti essere meno adatte le rocce ignee perch dure
e fragili perch dure e fragili, ma soprattutto per la modesta capacit di legarsi alle malte.
La struttura muraria in pietra viva, come qualsiasi altro tipo di muratura, va difesa dallumidit
capillare ed esterna (per rendere pi semplice la scelta del tipo di pietra viva bene
determinare la sua resistenza agli agenti atmosferici e il mantenimento del suo colore
originario).
Gli elementi lapidei costituenti la muratura devono soddisfare i seguenti requisiti:
- provenire di norma da abbattimenti di rocce;
- essere resistenti al gelo;
- non contenere sostanze in soluzione o residui organici;
- non presentare parti alterate o facilmente rimovibili;
- avere sufficiente resistenza sia allacqua che al secco;
- avere buona adesivit alle malte.
Il riuso di elementi lapidei provenienti da vecchie murature subordinato ai requisiti sopra
indicati ed alla pulitura e lavaggio delle superfici.
Le condizioni di rischio per la salute dovute allimpiego di pietre naturali per la realizzazione di
murature sono sostanzialmente associate al potenziale contenuto radioattivo d origine;
questo il caso, ad esempio, del tufo di origine vulcanica, il cui uso vietato per la possibile
158
emissione di radon mentre il tufo marino e sedimentario non mostra segni di radioattivit.
Ulteriore elemento da valutare dato dal potenziale di rilascio di polveri a seguito di usura nel
caso che la muratura sia lasciata a vista. In caso di incendio la natura del materiale in s non
d luogo a esalazioni potenzialmente pericolose.
Lutilizzo di pietre naturali per la realizzazione di murature portanti non comporta un costo
energetico elevato per le fasi di prima lavorazione del materiale. Da valutare tuttavia, in
relazione al luogo di provenienza del materiale, lincidenza delle fasi di trasporto e
movimentazione. Il materiale al termine della vita utile si presta a essere reimpiegato in modo
diretto o frantumato.
159
Pareti in blocchi a cassero in legno Pareti in blocchi a cassero in legno
mineralizzato mineralizzato
160
blocco una buona resistenza al fuoco, rendendo il materiale quasi inerte con il raggiungimento
di valori REI 180. Anche lanima interna portante, costituita da calcestruzzo possiede ottima
capacit di resistenza al fuoco.
Spessore complessivo 30 cm
Peso superficiale (parete intonacata) 330 kg/m2
Trasmittanza termica 0,28 W/m2K (per blocco con 8 cm di isolante)
Resistenza al fuoco REI 180
Potere fonoisolante Rw 53 dB
Blocco in legno Posa in opera del Posa in opera degli altri corsi Ogni 6 corsi in altezza viene
mineralizzato con primo corso di blocchi completamente a secco fatto il getto in CLS
strato di isolamento
161
Costruzioni in balle di paglia Costruzioni in balle di paglia
Informazioni tecnico-descrittive
Luso delle balle di paglia in edilizia pu avvenire secondo due tecniche costruttive che le
impiegano per la realizzazione di strutture portanti oppure per muri di tamponamento. Nel
primo caso la muratura di paglia poggia su di una fondazione in cemento armato, pietra,
mattoni o legno in modo tale che il primo corso di balle risulti ancorata ad essa tramite barre di
acciaio. Ogni due file le balle vengono trafitte da pali di legno, canne di bamb o barre
metalliche per impedirne lo spostamento e garantirne la stabilit. Risulta importante prestare
particolare attenzione a collegare con barre di acciaio filettate su entrambe le estremit gli
angoli e i controtelai di porte e finestre. Si potranno ottenere con questa tecnica abitazioni di
un solo piano. Sulla sommit della muratura necessario predisporre un cordolo in legno
collegato alle barre metalliche al quale verr ancorata la copertura leggera.
Nel secondo caso le balle di paglia vengono utilizzate per realizzare i muri di tamponamento in
strutture in legno costituite da un telaio portante della stessa profondit delle balle impiegate.
In entrambi i casi la prima fila deve essere protetta dallumidit di risalita dal terreno mediante
una strato impermeabile, vista la deteriorabilit della paglia. I muri cos ottenuti devono essere
rifiniti con uno strato di intonaco spesso 3-4 cm, necessario per preservarli dalle fiamme in
caso di incendio.
162
avere particolari danni per sufficiente fare uso di uno strato di intonaco piuttosto
consistente.
Informazioni sulla posa in opera e sulla manutenzione
Prima di procedere alla posa in opera della prima fila di balle di paglia necessario disporre
sulla fondazione uno strato di cartone bituminato. Le balle vanno collegate alla fondazione, con
barre di acciaio e vanno fissate tra di loro ogni due file con canne di bamb, aste di legno o
acciaio, se usate per la realizzazione di muri portanti. In ogni caso la muratura va rivestita da
una rete metallica che serve sia per la protezione da eventuali roditori, sia come supporto per
lo strato di finitura, migliorando laderenza dellintonaco alla superficie.
Esempi di posa in opera
163
Muri divisori In laterizio
Informazioni tecnico-descrittive
Prodotti sia in laterizio normale che alleggerito in pasta, presentano dimensioni che variano dai
5,5 x 12 x 25 ai 25 x 25 x 35 centimetri. A seconda del livello prestazionale che si intende
ottenere (protezione termica ed acustica), tali elementi possono essere assemblati in unico o
doppio strato, con l'eventuale inserimento di materiale termoisolante.
I divisori tra differenti alloggi dovrebbero possedere un potere fonoisolante di almeno 57 db,
valore che si pu raggiungere con un muro a due paramenti costruiti in mattoni dello spessore
di 12 cm ciascuno e con una intercapedine daria di 4 cm.
I muri doppi costruiti in laterizio forato hanno invece un potere fonoisolante massimo di 48 dB
circa. Questi divisori sono molto leggeri (120 140 Kg/mq) ed hanno un potere fonoisolante
che spesso non raggiunge i 42 dB richiesti.
Un potere fonoisolante maggiore lo possiedono i muri costruiti in mattoni semipieni o pieni. Un
muro costruito con mattoni semipieni intonacato su entrambe le facce pesa 180 200 kg/mq
circa e ha uno spessore di 16 cm con un potere fonoisolante di 45 dB circa.
164
Tipologie
Muro omogeneo in mattoni
1) Muro in laterizio
semipieno
2) Intonaco di calce
1) Blocco in laterizio
2) Intercapedine daria
3) Intonaco di calce
165
Parete in laterizio con rivestimento fonoassorbente
166
Muri divisori In terra cruda
Informazioni tecnico-descrittive
La posa in opera avviene per mezzo di diverse tecniche costruttive che possono variare in
considerazione di granulometria e composizione della terra utilizzata, e delle esigenze di tipo
statico e termico del muro che si deve costruire. La tecnica pi utilizzata per realizzare divisori
interni quella del mattone crudo, il quale pu essere fabbricato artigianalmente secondo i
metodi tradizionali delladobe, a partire da un impasto di terra sabbiosa o terra e paglia, che
viene poi essiccato; oppure pu essere realizzato con metodi pi evoluti come la compressione
manuale e meccanica, o infine per estrusione secondo il metodo industriale utilizzato anche per
la fabbricazione dei laterizi.
Un importante argomento a favore dellimpiego di terra cruda per costruire lalto livello di
riutilizzabilit. Una volta messa in opera come materiale da costruzione la terra cruda non
cambia la sua struttura di base, tanto da potere essere in ogni momento riportata nella sua
forma originaria.
Spessore complessivo 16 cm
Massa volumica 1000-1600 Kg/m3
Trasmittanza termica (con 1,5 cm di intonaco 1,7-2,3 W/m2K
interno ed esterno)
Resistenza alla diffusione del vapore 7
Isolamento acustico a 500 Hz 45 dB
Resistenza caratteristica della muratura < 30 kg/cm2
167
Tipologie
Parete interna in terra cruda
168
Muri divisori In gesso e cartongesso
Informazioni tecnico-descrittive
I bordi dei blocchi sono conformati con una sorta di scanalatura che facilita la sovrapposizione
degli elementi e lottenimento della planarit della parete: la posa in opere avviene con un
apposito collante, fornito insieme al blocco, che viene esteso in piccolo spessore sulla superficie
di contatto.
Linserimento delle canalizzazioni degli impianti elettrici e idrosanitari pu essere eseguito con
speciali frese, sigillando le tracce con lo stesso collante additivato con fibre. La finitura della
parete pur non richiedendo lapplicazione di intonaci, si conclude con la stesura di uno strato
sottile di gesso per pareggiare perfettamente tutta la superficie.
Spessore complessivo 8 cm
Peso superficiale 80 Kg/m2
Trasmittanza termica 2,4 W/m2K
Potere di accumulo di calore 67 KJ/m2K
Resistenza al fuoco 60 REI
Potere fonoisolante Rw 37 dB
Tipologie
Parete interna in elementi in gesso
169
Parete interna in cartongesso
170
Muri divisori In legno
Informazioni tecnico-descrittive
Il loro potere fonoisolante relativamente basso (3640 dB). Nelle costruzioni in telaio i
divisori consistono in una sottile intelaiatura (listelli di legno 5/5, 6/6 cm) rivestita su ambedue
le faccie con pannelli truciolati e pannelli di cartongesso, riempiendo lo spazio vuoto allinterno
con materiali fonoisolanti.
Tipologie
Parete leggera con telaio in legno
171
Parete in legno in costruzione a telaio
172
Muri divisori In calcestruzzo alveolare autoclavato
Informazioni tecnico-descrittive
La muratura realizzata con tale tecnologia caratterizzata da una buona resistenza termica e
da una elevata permeabilit al passaggio del vapore acqueo; due fattori di estrema importanza
per la regolazione microclimatica e per il contenimento della proliferazione di inquinamento di
natura biologica. Il ricorso per la posa in opera a uno speciale collante a base cementizia non
comporta fattori di emissione una volta che la parete sia stata ultimata.
Anche in caso di incendio la natura del materiale in s non d luogo a esalazioni
potenzialmente pericolose, ma in grado, se mai, di esercitare un effetto barriera nei confronti
della propagazione dellincendio.
Spessore complessivo 20 cm
Massa volumica 450 kg/m3
Trasmittanza termica (con 1,5 cm di intonaco 0,52 W/m2K
interno ed esterno)
Resistenza alla diffusione del vapore 3
Isolamento acustico a 500 Hz 41 dB
Resistenza caratteristica della muratura < 30 kg/cm2
173
Tipologie
Parete interna in calcestruzzo alveolare autoclavato
174
Solai Solaio in legno e laterizio
Informazioni tecnico-descrittive
Il solaio realizzato con struttura portante in legno e laterizio una struttura molto leggera che
pertanto non garantisce un sufficiente isolamento acustico e termico.
In fase di dismissione gli elementi lignei risultano
completamente disassemblabili dalla restante struttura e
quindi recuperabili. Ci avviene pi difficilmente per le parti
in laterizio su cui viene effettuato il getto di completamento
in calcestruzzo.
Lorizzontamento non necessita dellutilizzo di un
controsoffitto per nascondere le tavelle in laterizio, se
queste risultano adeguatamente sabbiate possono, infatti,
essere lasciate a vista.
Le tavelle hanno normalmente dimensioni 50x20x5 e sono
Esempio di tavella in laterizio
pedonabili. Se queste presentano una conformazione a
maschio e femmina la posa in opera risulta facilitata:
laggancio meccanico tra gli elementi garantisce stabilit durante le operazioni di getto ed
impedisce la possibile colatura dellacqua di impasto del calcestruzzo.
175
Terminata la posa delle tavelle verr posizionata la rete metallica superiore appoggiata sui
bracci sporgenti del traliccio metallico ed eventuali armature integrative di appoggio; quindi si
effettuer il getto della soletta collaborante di 4-5 cm e del cordolo di bordo in calcestruzzo.
Esempi di posa in opera
Posa delle travi in legno sulla Particolare di innesto tra trave e Posizionamento delle tavelle in
struttura portante muratura portante laterizio sulla travi in legno
176
Solai Solaio con pignatte in legno cemento
Informazioni tecnico-descrittive
Questo tipo di tecnologia pu essere utilizzata sia su edifici con struttura a parete portante sia
a struttura puntiforme. Gli elementi, essendo prefabbricati e quindi di dimensioni prestabilite
non consentono una grossa versatilit nella progettazione degli spazi.
Lutilizzo del legno allinterno dei blocchi favorisce un buon isolamento acustico tra i solai
interpiano allinterno delledificio. La realizzazione di questo tipo di solaio necessita dellutilizzo
di uno strato isolante di almeno 3mm, per poter rispondere ai requisiti termici ed acustici
previsti dalla legge.
Grazie al processo di mineralizzazione del legno lelemento risulta impermeabile allacqua.
177
Informazioni sulla posa in opera e sulla manutenzione
La posa in opera del solaio non richiede manodopera specializzata. Trattandosi di pannelli
preassemblati la realizzazione dellintero solaio risulta facilitata e pi veloce. I blocchi vengono
gi predisposti con larmatura inserita allinterno degli elementi ed un getto parziale di
calcestruzzo che a maturazione avvenuta ancora il travetto allelemento pignatta. La posa in
opera pertanto particolarmente semplice in quanto non occorre predisporre ulteriori elementi
di casseratura.
Dopo aver posato gli elementi sulla struttura portante, si predispone la rete elettrosaldata e,
per completare la posa, viene gettato il calcestruzzo.
La collaborazione tra il getto di completamento ed il travetto gettato in stabilimento
assicurata dal traliccio, che dovr sporgere dal getto di prima fase di almeno 4 cm.
Una volta posato il solaio questultimo dovr essere intonacato con almeno 1,5 cm di intonaco
con lutilizzo di una rete portaintonaco.
Esempi di posa in opera
178
Solai Solaio con pannelli in legno mineralizzato
Lutilizzo dei pannelli risulta ottimale anche nel caso di ristrutturazioni di vecchi solai in legno:
il peso specifico contenuto della nuova soletta collaborante (800,1000 Kg/m3) ha il vantaggio
di non gravare sulla vecchia struttura portante.
Informazioni tecnico-descrittive
I solai costruiti con questa tecnologia offrono una resistenza a flessione e a taglio maggiore
rispetto ad un solaio costituito solo da elementi in legno massello. Grazie al processo di
mineralizzazione del legno i pannelli non risultano facilmente attaccabili da insetti e muffe
dovute alleccessiva umidit, garantendo prestazioni isolanti proprie del legno, sia dal punto di
vista acustico sia termico.
Il pannello, inoltre, garantisce un ottimo comportamento al gelo e al disgelo ed permeabile al
vapore nonostante venga usato il cemento come legante.
Il pannello migliora, inoltre, le prestazioni di un solaio in legno conferendo alla struttura un
maggiore resistenza alla flessione e al taglio.
Il comportamento al fuoco risulta buono.
Il prodotto non contiene metalli nocivi, non sviluppa gas tossici e non radioattivo. Lintera
struttura ha un peso ridotto (intorno ai 200 Kg/m2 ),variabile in relazione alle dimensioni delle
travi che si utilizzano.
179
Esempi di posa in opera
180
Solai Solaio in legno
Informazioni tecnico-descrittive
Gli elementi lignei che compongono lorizzontamento, se non adeguatamente trattati, possono
essere facilmente attaccati da insetti e muffe; degradandosi possono compromettere la
stabilit dellintera struttura. Questa deve prevedere un adeguato isolamento termoacustico
con materiali isolanti, in quanton essendo molto leggera, non isola sufficientemente gli
ambienti dai rumori aerei e da calpestio. Le caratteristiche di trasmissione dei rumori, infatti,
sono pi alte rispetto ad altre tipologie costruttive.
Gli elementi in legno possono essere facilmente disassemblati e totalmente riciclati in caso di
smantellamento del solaio.
Spessore complessivo 30 cm
Peso superficiale 145 kg/m2
Trasmittanza termica 0,83 W/m2K
181
Solaio in legno con pignatte
Informazioni tecnico-descrittive
Il grande vantaggio di questo solaio riguarda la capacit di eliminare i ponti termici che si
riscontrano normalmente in un solaio in latero-cemento, garantendo anche buone propriet
fonoisolanti. Inoltre grazie alla sostituzione delle travi in cemento armato con quelle in legno la
struttura risulta complessivamente pi leggera.
Leliminazione delle travi in cemento armato riducono le caratteristiche negative del materiale
come la scarsa traspirabilit e lelevata conducibilit termica.
Spessore complessivo 35 cm
Peso superficiale 285 kg/m2
Trasmittanza termica 1,02 W/m2K (escluso il controsoffitto)
Resistenza al fuoco 120 REI
182
Coperture Tetto ventilato in legno
Gli elementi principali della struttura portante in legno consistono in due ordini di ossatura
realizzate in legno massello trattato o in legno lamellare. Lossatura principale (grossa
orditura) quella resistente. Gli elementi appoggiano sulla struttura portante e creano la
pendenza delle falde e il volume della copertura. Sullorditura secondaria posizionata
ortogonalmente a quella principale si realizza la struttura che accoglie gli strati isolanti o/e il
manto di copertura.
La ventilazione, creata tra il manto di copertura e lo strato isolante, apporta numerosi benefici
tecnico-funzionali tra i quali:
- diminuire enormemente la quantit di calore trasmesso dalle tegole (che nelle nostre
regioni raggiungono, nei mesi estivi, una temperatura superficiale di circa 70C) alla
struttura sottostante;
- smaltire il vapore acqueo che trasmigra dagli ambienti sottostanti prima che esso
condensi sullintradosso freddo delle tegole;
- espellere e asciuga eventuali infiltrazione dovute alla concomitanza di forti piogge e
vento o allassorbimento caratteristico delle tegole.
Lisolamento termico pu essere posto sopra le travi o interposto ad esse. La scelta tra le due
soluzioni dipende da due fattori: laltezza delle travi (che deve essere tale da consentire la
realizzazione dello spessore dello strato isolante e del supporto) e dallaspetto desiderato dello
strato inferiore.
In zone soggette ad un elevato inquinamento acustico i tetti possono essere appesantiti per
aumentarne il potere fonoisolante con modalit e materiali del tutto simili a quelli usati per i
solai.
Nelle schede seguenti si illustrano alcuni esempi di tetti in legno isolati e ventilati.
183
Coperture Tetto ventilato in legno con tavolato e
isolamento termico
Informazioni tecnico-descrittive
Le travi e il tavolato di legno, inchiodato o avvitato su di esse, rimangono a vista e sono
piallati. Lisolamento termico viene steso direttamente sul tavolato di legno.
Sono diversi i materiali isolanti che possono essere utilizzati come pannelli in sughero o
pannelli di canna. Questi isolanti di origine vegetale sono buoni isolanti termici e sono in grado
di incrementare la capacit fonoisolante della copertura. Sono resistenti allacqua e traspiranti
al vapore, leggeri e facili da maneggiare. Il sughero ha anche la qualit di essere resistente al
fuoco ed in caso di incendio si autoestingue, non cola e non produce gas tossici.
Il telo di polietilene o polipropilene realizzato in filato di fibre sottilissime conferisce allo strato
isolante la protezione necessaria in sostituzione al PVC.
La rigidezza del tetto pu essere aumentata con un doppio tavolato uno dei quali messo in
diagonale.
184
4. posa della seconda listellatura parallelamente alla linea di gronda per accogliere gli
elementi del manto di copertura;
5. posa dellelemento parapasseri sulla linea di gronda per evitare lingresso di insetti,
roditori o piccoli volatili;
6. realizzazione delle grondaie. Durante la posa della grondaia necessario prestare
attenzione affinch non ostruisca lapertura dellintercapedine di ventilazione
ostacolando cosi il deflusso dellaria;
7. realizzazione del manto di copertura in coppi.
Esempi di posa in opera
Posa della struttura portante Posa dei pannelli di sughero Strato impermeabilizzante
sottomanto
185
Coperture Tetto ventilato in legno con isolamento
termico intermedio
Fiocchi di
cellulosa
Tavolato grezzo
Controlistellatura
Trave Listellatura Carta Kraft
Informazioni tecnico-descrittive
Lo strato isolante pu essere realizzato con uno strato di fiocchi di cellulosa
oppure tramite materassini in fibra di cocco o di cotone. Questi materiali
sono buoni termoisolanti e possono svolgere un ruolo importante nella
regolazione dellumidit assorbendola e rilasciandola per equilibrare le
condizioni igrometriche nellambiente. Essi offrono buone capacit
fonoisolanti (nella fattispecie il cocco) ma non sono resistenti allacqua e
necessitano un telo impermeabilizzante protettivo. Per incrementare la loro
scarsa resistenza al fuoco (classe B1 per la cellulosa e B2 per il cocco) questi
isolanti devono essere trattati con sali borici.
Tra lisolamento termico e il tavolato in legno viene posto uno strato di
membrana antipolvere traspirante (carta Kraft) che funge da barriera al Materassino di cocco
vento e da freno al vapore e impedisce la fuoriuscita di polvere e di fibra.
La membrana non risulta impermeabile allacqua. necessario pertanto posizionare uno strato
impermeabilizzante sotto il manto di copertura.
Le superfici in legno che rimangono a vista vengono piallate.
186
Peso superficiale (senza tegole) 60 kg/m2
Trasmittanza termica 43 W/m2K
Resistenza al fuoco 30 REI
187
Coperture Tetto ventilato in legno con isolamento
termico intermedio e controsoffitto
Fiocchi di
Tavolato piallato cellulosa
Cartongesso
Tavolato Carta kraft
Listellatura grezzo
Informazioni tecnico-descrittive
Lo strato isolante pu essere realizzato con uno strato di fiocchi di cellulosa e deve, in tal caso,
essere completo di pennellatura superiore morbida (o rigida) fissata con listelli alle travi, per
evitare la dispersione dei fiocchi. Lisolante viene posto sullintradosso del controsoffitto
nellinterasse delle travi. Se il controsoffitto realizzato con tavolato grezzo necessario
interporre uno strato di carta Kraft tra esso e lisolante.
188
Informazioni sulla posa in opera e sulla manutenzione
Nella realizzazione di questo tipo di struttura il tavolato di legno che sostiene lo strato isolante
viene inchiodato direttamente alle travi. Segue la posa del materiale isolante e le membrane di
protezione. Si completa la copertura come descritto in precedenza terminandola con il
montaggio dei panelli di chiusura del controsoffitto tramite listelli inchiodati alla parte inferiore
delle travi.
Esempi di posa in opera
189
Coperture Tetto ventilato in legno appesantito con
mattonelle di terra cruda
2 strato di
ventilazione
Isolamento
termico
Mattonelle di
Listellatura terra cruda
Trave
Tavolato piallato Tavolato
cartongesso grezzo
Informazioni tecnico-descrittive
Per lo strato termoisolante posto sullo strato pesante si possono impiegare svariati tipi di
pannelli morbidi quali fibra di legno, sughero o materassini di cocco o di cotone. Sono
disponibili pannelli morbidi o semi rigidi emulsionati con bitume o lattice per renderli resistenti
allacqua. La fibra di legno offre ottime prestazioni termoisolanti e fonoisolanti e possiede una
buona inerzia termica, ma teme lacqua che pu comprometterne le prestazioni
termoigrometriche e richiede, pertanto, una protezione adeguata da entrambi i lati.
Il controsoffitto pu essere realizzato tramite panelli di cartongesso o con tavolato di legno.
190
Coperture Tetto verde
Informazioni tecnico-descrittive
La composizione del tetto verde biocompatibile consiste nei seguenti strati:
191
Informazioni sulle prestazioni
Lo strato terroso conferisce alla copertura maggiore inerzia termica e ha la capacit di
trattenere lacqua piovana impedendo il surriscaldamento della copertura destate. Se
limpermeabilizzazione eseguita con cura esso contribuisce anche ad allungare la vita media
dei materiali isolanti, infine ha unottima capacit fonoassorbente e arriva ad abbattere fino a 3
db allesterno e 8 db allinterno.
Il substrato impedisce la fuoriuscita di calore dalledificio evitando shock termici alla struttura.
Il manto verde conferisce pregevoli qualit ambientali ed estetiche e, nel caso di una copertura
piana, crea nuove superfici fruibili gradevoli, specialmente in ambienti urbani carenti di zone
verdi.
192
Finestre e porte
Il benessere e la qualit degli ambienti indoor influenzata anche dalla scelta dei serramenti.
Le porte e le finestre devono garantire diverse prestazioni quali:
- controllo della condensazione superficiale;
- controllo dellilluminazione naturale;
- permeabilit allaria;
- potere fonoisolante ai rumori aerei;
- resistenza alle aggressioni chimiche;
- resistenza ai carichi (resistenza al vento, resistenza meccanica);
- resistenza al fuoco;
- sicurezza alle intrusioni;
- tenuta allacqua;
- trasmittanza lineare;
- trasmittanza termica1.
Attualmente una tendenza diffusa quella di realizzare infissi che riducano il pi possibile il
passaggio dellaria e quindi i ricambi daria allinterno degli edifici. In realt la funzione di
aerazione portata dal serramento risulta molto utile per mantenere un adeguato livello di
qualit dellaria non agevolando la formazione di muffe.
Le prestazioni di un serramento dipendono non soltanto dal profilo che si decide di utilizzare
per la sua realizzazione (legno, alluminio, legno-alluminio) ma anche dal tipo di vetro che si
decide di inserire nel profilato. I vetrocamera sono quelli che danno i migliori risultati da un
punto di vista energetico e sono composti da almeno due o pi lastre separate da
unintercapedine riempita d'aria o di gas ed uniti con una cornice, di solito metallica,
contenente sali igroscopici in grado di assorbire leventuale umidit ed incollati
perimetralmente con prodotti che ne assicurano la tenuta. E' possibile ottenere moltissime
tipologie di vetrocamera variando le caratteristiche della lastre interna od esterna per
sfruttarne le differenti prestazioni ed esaltare le doti di isolamento termico ed acustico.
1
Amerio C., Canavesio G., Tecniche ed elementi costruttivi, SEI - Societ Editrice Internazionale, Torino, 2000
193
Finestre e porte Finestre in legno
Informazioni tecnico-descrittive
Il legno utilizzato per la realizzazione di serramenti deve garantire una buona stabilit
dimensionale, questa dipende da diversi fattori quali la corretta essiccazione a cui viene
sottoposto il materiale dal metodo di taglio e dal tipo di legno.
Anche la scelta del tipo di legno deve essere studiata in relazione a diversi fattori quali:
- prediligere essenze legnose reperibili nel luogo;
- utilizzare essenze resinose pi resistenti agli sbalzi di
temperatura se si impiegano i serramenti in zone fredde e
umide;
- prediligere le essenze poco nodose in quanto risultano pi
stabili a lavorazione terminata.
Attualmente esistono in commercio infissi in legno con lanima in
sughero, questi serramenti garantiscono una buona tenuta allaria,
all'acqua, e resistenza al vento, incrementando le caratteristica
termiche ed acustiche del serramento ottenendo ottimi risultati
nell'abbattimento del rumore esterno ed un migliore scambio
termico.
In fase di dismissione del serramento per i due elementi risultano
difficilmente disassemblabili non consentendo il recupero
differenziato dei materiali stessi. Serramento in legno e
sughero
194
Per la realizzazione di serramenti in legno preferibile lutilizzo di legni nazionali o europei,
dotati di buona resistenza meccanica e di indeformabilit nelle diverse condizioni climatiche. I
pi usati nella produzione industriale sono:
Castagno latifoglie (distribuzione geografica estesa sul territorio nazionale nella fascia
montana)
Propriet:
- resistente
- durevole
- ritiro medio-basso
- durezza media
- buona resistenza meccanica
taglio: 7/10 Kg/cm2 flessione: 100/110 Kg/cm2 trazione: 85/100 Kg/cm2
- colore bruno dorato
195
Finestre e porte Finestre in alluminio
Esistono svariati tipi di profilati in lega di alluminio, questi possono essere suddivisi in base
alle modalit con le quali garantiscono la tenuta allacqua, allaria, e lisolamento termico:
- profilati inseriti nelle alette di battuta;
- profilati con guarnizioni inserite in posizione centrale, detti a giunto aperto o con
camera di decompressione;
- profilati a taglio termico.
Informazioni tecnico-descrittive
Gli infissi costruiti con telai in alluminio risultano molto robusti e resistenti agli agenti
atmosferici. Lelevata conducibilit del materiale, per, favorisce le dispersioni termiche;
questa caratteristica fa s che si creino anche fenomeni di condensa dovuti allumidit
contenuta nellaria a contatto con una superficie a bassa temperatura. I serramenti a taglio
termico con membrana termoisolante sono in grado di sigillare termicamente linfisso
migliorando, inoltre, le caratteristiche acustiche degli Materiale isolante rigido
ambienti favorendo il maggior assorbimento delle
vibrazioni sonore. Essi sono basati sul principio di
creare uninterruzione tra lambiente esterno e quello
interno riducendo notevolmente la trasmittanza
termica dellelemento.
Esistono dei processi di verniciatura delle leghe
metalliche che consentono di proteggerle
maggiormente aumentando la loro resistenza alla
corrosione e quindi la loro durata2.
Durante la permanenza in opera, nonostante i Schema di un profilo a taglio termico
trattamenti subiti, non rilasciano sostanze tossiche
in ambiente. sulle prestazioni
Informazioni
In tabella vengono riportati valori medi di serramenti in alluminio
Trasmittanza termica del telaio
- con taglio termico 3.1-3.7 W/m2K
- senza taglio termico 7.0 W/m2K
Permeabilit allaria classe A3
Tenuta allacqua classe E3
Resistenza al vento classe V3
2
Lanodizzazione un processo a cui vengono sottoposti i metalli o le leghe per aumentare la loro resistenza alla
corrosione.
196
Informazioni sulla posa in opera e sulla manutenzione
I serramenti in alluminio sono molto durevoli, non richiedono pertanto interventi di
manutenzione straordinaria.
197
Finestre e porte Finestre in legno-alluminio
Informazioni tecnico-descrittive
Il profilo combinato, presenta una buona capacit termoisolante e fonoassorbente, la struttura
interna in legno elimina il surriscaldamento per irraggiamento nei mesi estivi, aumentando il
comfort abitativo ed il risparmio sul condizionamento.
La struttura in legno massiccio, inoltre, consente un maggior isolamento acustico rispetto ai
sistemi in metallo realizzati con profili estrusi.
La dilatazione longitudinale di una struttura in legno molto limitata. Nei serramenti in
alluminio invece, a causa dellelevato coefficiente di dilatazione termica proprio del materiale,
vengono inseriti nei profili una serie di giunti di dilatazione che possono provocare rumori
dovuti allassestamento soprattutto durante i periodi estivi in cui si riscontrano elevate
escursioni termiche tra il giorno e la notte.
Il serramento pu mantenere una sezione ridotta del profilo garantendo comunque una bassa
trasmittanza termica e quindi alte prestazioni isolanti.
198
Pavimenti Pavimento a secco in legno
Informazioni tecnico-descrittive
Lo spessore del parquet in legno maschiato variabile dai 14-22mm, questo viene inchiodato a
un pannello rigido in fibre di legno di 16mm e su un pannello in sughero di 10mm che
conferisce migliori propriet di isolamento ai rumori da calpestio.
Sono diversi i vantaggi di questo tipo di tecnologia:
- una buona stabilit nel tempo;
- notevoli qualit di isolamento termo-acustiche;
- per la posa non sono utilizzati collanti nocivi per la salute;
- si riducono notevolmente tutti i tempi di installazione non dovendo realizzare sottofondi
in cemento;
- garantisce morbidezza al camminamento;
- risolve ed annulla tutti gli inconvenienti legati alla realizzazione di un sottofondo
cementizio quali umidit, spessori ridotti, miscelazione della sabbia-cemento non
idonea, attesa per la completa asciugatura del sottofondo.
Inoltre, in caso di perdite di tubazioni idrauliche o di sostituzione dellimpianto idraulico a
pavimento tutti i componenti possono essere smontati senza che
si debbano sostituire parti del pavimento che, non essendo
incollato, non viene danneggiato a seguito di questa operazione.
Sono diversi gli isolanti termoacustici che possono essere utilizzati
nella posa: feltro di juta, fibra di canapa, fibra di cocco, fibra di
gesso, fibra dura di legno, sughero naturale. Esempio di rimozione parziale
Il legno utilizzato per la realizzazione del pavimento deve essere del parquet
scelto fra essenze di rovere, abete, larice o comunque essenze
nazionali e non in via di estinzione, con umidit caratteristica non
superiore al 10-12%. Il legno deve essere privo di nodi fenditure, tasche di resine e tarlature.
199
Capacit termica 1,67 kJ/kgK
Resistenza al vapore acqueo 80
200
SUGHERO 03.P09. B09
FIBRA DI LEGNO 03.P09. B11
Pavimenti in legno
POSA FLOTTANTE 03.P08.A01-A02
Impermeabilizzazione e guaine
CARTA KRAFT 03. P10.A02
Trattamenti del legno
03.P12.D
201
Pavimenti Pavimenti a secco in cotto o ceramica
Granulato minerale
Informazioni tecnico-descrittive
Il cotto un materiale durevole, resistente allabrasione, igienico, facilmente lavabile,
resistente alla luce, innocuo in caso di incendio pu essere utilizzato anche per pavimentazioni
esterne ed da considerare sano purch venga trattato con prodotti superficiali naturali.
Il cotto presenta una buona inerzia termica questo lo rende adatto a questo tipo di posa
soprattutto se presente un impianto di riscaldamento a pavimento. Sia il cotto sia la
ceramica, inoltre, presentano elevate capacit di accumulare calore.
In questo caso la posa del pannello in fibra di gesso garantisce:
- buon isolamento al rumore da calpestio;
- protezione in caso di incendi;
- resistenza allumidit;
- resistenza alla compressione.
A differenza del pavimento in legno, con lutilizzo del cotto o della ceramica non possibile
rimuovere parte della pavimentazione per interventi di manutenzione straordinaria
sulleventuale impianto di riscaldamento a pavimento; nonostante il costo pi elevato rispetto
ad un sottofondo cementizio, limpiego della posa su sabbia preferibile grazie alle sue
caratteristiche di ecocompatibilit dei componenti.
202
Informazioni sulla posa in opera e sulla manutenzione
La posa in opera di questa tipologia del sottofondo avviene in modo analogo a quella per il
parquet:
1) sulla soletta in calcestruzzo armato, realizzati tutti gli impianti elettrici ed idraulici viene
stesa e rigonata la sabbia asciutta;
2) sulla sabbia vengono posati in successione il pannello in fibra dura di legno e due fogli
di fibre di gesso dello spessore di 10mm ciascuno;
3) viene infine posato il pavimento in cotto o ceramica dopo la stesura della malta adesiva.
La malta deve anchessa essere composta da materiali naturali come la calce idraulica
naturale, il caolino calcico, la farina di calcare ecc.
Loperazione di posa deve avvenire dopo aver asportato tutta la polvere o le parti
incoerenti eventualmente presenti sulla superficie. buona norma non stendere il
collante con la parte dentata della spatola, ma stendere inizialmente il prodotto con la
parte liscia, questa operazione assicura un contatto completo con il sottofondo.
Allinizio della posa necessario verificare che la percentuale di contatto collante-
piastrella sia sufficiente (almeno il 70%).
Manutenzione
Il cotto molto poroso, tende pertanto ad assorbire umidit e le sostanze che accidentalmente
possono cadere sul pavimento, causando macchie a volte permanenti sulla superficie. Se non
viene trattato con apposite resine risulta molto delicato. Tali resine sono normalmente di
origine sintetica ed oltre a ridurre la caratteristica igroscopicit del materiale sono fonte di
inquinamento indoor. Seppur meno diffuso, preferibile il trattamento delle superfici con olio
di lino diluito o balsamo di trementina e, per ultimo, con cera1.
Le superfici smaltate delle pavimentazioni in ceramica non richiedono particolari trattamenti
superficiali.
Esempi di posa in opera
Stesura della sabbia asciutta Rigonatura dellinerte Posa del pannello in fibra di
legno
Posa del primo foglio in fibre di Fissaggio a secco del secondo Posa del pavimento in cotto o
gesso foglio in fibre di gesso ceramica tramite lutilizzo di
malta adesiva
1
Uwe Wienke, Manuale di bioedilizia, DEI 2000
203
Trattamenti del cotto 03.P12.F 01
204
Pavimenti Linoleum naturale
205
Informazioni sulle prestazioni
Caratteristiche medie di un pavimento in linoleum
Densit 1000 kg/m3
Coefficiente di conduzione termica 0,17 W/mK
Capacit di accumulo di calore 1500 kJ/m3K
Capacit termica 1,5 kJ/kgK
Resistenza al vapore acqueo 500
206
Pavimenti Moquette in lana di pecora
Informazioni tecnico-descrittive
Le moderne tecniche di realizzazione e di posa ne fanno un prodotto pratico e resistente con
caratteristiche antistatiche e regolatrici dell'umidit dellaria.
Nonostante lelevato effetto decorativo, come tutte le fibre tessili, la moquette tende ad
assorbire odori e trattenere la polvere; pu provocare, pertanto, problemi legati ad allergie su
soggetti sensibili agli acari ed alla polvere.
la tipologia di pavimento che presenta il maggior potere fonoisolante ai rumori aerei ed il
rivestimento in assoluto pi isolante, capace di ammortizzare efficacemente i rumori. E,
inoltre, il rivestimento per pavimenti pi sicuro: grazie alla sua struttura tessile ammortizza i
colpi in caso di caduta e riduce al minimo il rischio di scivolare.
In caso di posa di un pavimento tessile in lana di pecora necessario verificare i processi che
subisce la materia prima: in generale la lana per diventare lavorabile subisce diversi
trattamenti chimici, inoltre, per proteggere il prodotto finito dallaggressione di insetti, questo
viene trattato con prodotti biocidi.
Il prodotto non adatto ad essere utilizzato in ambienti con alto tenore di umidit.
207
Esempi di posa in opera
Stiratura manuale Taglio dei teli in prossimit delle pareti e di pavimentazioni adiacenti
dei teli
208
Rivestimenti Intonaci
208
Rivestimenti Intonaci a base di calce
Informazioni tecnico-descrittive
Gli intonaci a base di calce, per garantire tenuta nel tempo, hanno sempre bisogno di fondi
molto assorbenti e ruvidi, inoltre devono essere privi di polveri, oli e parti non ben aderenti. Se
il fondo non garantisce unadeguata portanza si deve preventivamente applicare un pannello di
canna che assolve la funzione di rete portaintonaco.
La forte alcalinit della calce fa s che i microrganismi come funghi e muffe non possano
sopravvivere al suo interno.
Grazie al buon potere termoisolante che caratterizza il materiale con lapplicazione di intonaci a
base di calce si annulla il rischio di formazione di condensa. Inoltre, la completa assenza di sali
solubili evita la formazione di efflorescenze sulla superficie.
Lintonaco a base di calce in alcune condizioni pu presentare alcuni inconvenienti come la
debole resistenza meccanica, ed il tempo di indurimento relativamente lungo.
209
Rivestimenti Intonaci termoisolanti
Tali intonaci sono composti da leganti aerei o idraulici , sostanze aeranti ed una composizione
di inerti che caratterizzano il prodotto a seconda della funzione richiesta. Nella scelta degli
inerti, oltre ad una percentuale convenzionale di sabbie, sono aggiunti i cos detti inerti leggeri
come inerti minerali espansi che garantiscono allintonaco una struttura microporosa capace di
soddisfare i requisiti di isolamento. Questi realizzano isolamenti termici, del tipo a cappotto,
sono in grado di assicurare rivestimenti monolitici, di assoluta stabilit dimensionale,
fonoassorbenti resistenti al fuoco.
Informazioni tecnico-descrittive
Le caratteristiche tecniche di questi prodotti sono prevalentemente di natura termica, luso
indicato per:
- impedire che il calore attraversi per conduzione la parete;
- impedire che la parete perda calore per irraggiamento;
- ottenere una buona inerzia termica;
- procurare un isolamento continuo, senza lasciare ponti termici in corrispondenza delle
solette e dei pilastri;
- ottenere un alto potere di igroscopicit e idrorepellenza in modo da garantire una
difesa continua contro lumidit;
210
Rivestimenti Intonaci in argilla
Informazioni tecnico-descrittive
Largilla ha la capacit di accumulare calore ed umidit. Essa assorbe molto velocemente
lumidit dellaria, la accumula e poi la cede nuovamente, regolando in questo modo il clima
interno naturalmente.
Lapplicazione degli intonaci a base di argilla molto efficace nel caso in cui vengano impiegati
riscaldamenti a parete in quanto il materiale termoaccumulatore e termoregolatore.
Grazie alla sua capacit di assorbire umidit dai materiali adiacenti questo tipo di intonaco in
grado di contribuire alla conservazione del legno: la capacit propria del materiale di
accumulare umidit fa s che si creino difficilmente funghi e muffe allinterno del legno stesso.
Essendo molto sensibile allumidit, sconsigliabile impiegarlo allesterno di un edificio se non
adeguatamente protetto dalla pioggia.
Posa della stuoia di canna Applicazione dellintonaco a Rasatura dello strato di Lavorazione superficiale con
macchina intonaco con la staggia frattazzo in legno
211
Rivestimenti Intonaci di gesso e anidrite
Informazioni tecnico-descrittive
Le malte a base di gesso hanno un vasto utilizzo per gli intonaci interni. Il gesso indurisce
molto velocemente a contatto con laria, pertanto per allungare i tempi di presa consigliabile
aggiungere nellimpasto malta di calce.
Il gesso utilizzato per la produzione delle malte pu essere naturale o sintetico. Nel primo caso
viene estratto da miniere o cave, macinato e poi cotto ad una temperatura di 200C. Nel caso
del gesso sintetico questo pu essere ottenuto come prodotto finale da sistemi di
desolforazione1 dei fumi di combustione di centrali termoelettriche. Anche il gesso sintetico pu
essere considerato un prodotto ecologico in quanto deriva dal recupero di materiale e non
emette sostanze tossiche allinterno degli ambienti.
Gli intonaci a base di gesso non possono essere applicati in esterno in quanto il gesso
solubile in acqua.
1
I fumi esausti vengono trattati in apposite torri di abbattimento dove vengono a contatto con una sospensione acquosa
di calce con la quale lanidride solforosa (SO2) contenuta nei fumi reagisce trasformandosi in solfato di calcio.
212
Rivestimenti Gesso e cartongesso
Informazioni tecnico-descrittive
Il gesso un materiale naturale che non emette sostanze tossiche n durante la permanenza
nelledificio e n durante la produzione, garantisce un buon comportamento in caso di incendio
(il gesso sottoposto a temperature superiori ai 200C sprigiona acqua).
I pannelli in gesso o certongesso non sono applicabili su pareti esterne in quanto il gesso
solubile in acqua. Le contropareti trovano ideale applicazione per risolvere problemi di
isolamento termico ed acustico di pareti interne e perimetrali che non presentano una
sufficiente coibentazione, sono adatti per ricoprire muri irregolari o in cattivo stato, e risolvere
problemi di passaggio di impianti.
Il cartongesso un prodotto ecologico e se ne possono distinguere diverse tipologie, di tipo
standard per la realizzazione normale, di tipo ad alta flessibilit per la realizzazione delle
superfici curve, di tipo antifuoco trattate con vermiculite o cartoni ignifughi resistenti al fuoco,
di tipo idrofugo con elevata resistenza all'umidit o al vapore acqueo, di tipo fonoisolante o ad
alta resistenza termica che, accoppiate ad un pannello isolante in fibre naturali, servono per
creare delle contropareti di tamponamento che permettono di risolvere i problemi di condensa
o umidit, consentendo il miglioramento delle condizioni climatiche dei vari ambienti.
Il cartone utilizzato per la produzione dei pannelli dovrebbe essere ottenuto da carta riciclata.
Lo spessore dei pannelli pu variare tra i 13 ed i 15mm.
Lastre di gesso
Densit 1000 kg/m3
Coefficiente di conduzione termica 0.47 W/mK
Coefficiente di resistenza alla diffusione del vapore 5-10
Capacit di accumulo di calore S 840 kJ/m3K
Capacit termica c 0.84 kJ/KgK
Consumo di energia primaria per la produzione 465 kWh/m3
213
La posa in opera dei pannelli in cartongesso pu avvenire a secco o tramite collante.
Il prodotto in lastre pu essere fissato con viti ad una struttura metallica in lamiera di acciaio
zincato mentre nel caso di contropareti, viene fissato direttamente sulla parete esistente con
colla e tasselli, le giunzioni sono sigillate e rasate con lutilizzo di stucchi.
A posa ultimata si ottengono superfici perfettamente lisce e pulite, pronte a ricevere
tinteggiatura, tappezzeria e rivestimenti di ogni tipo.
Esempi di posa in opera
Posa del pannello in gesso Stuccatura dei giunti tra i Pannelli posati
pannelli
214
Rivestimenti Legno
Informazioni tecnico-descrittive
Inserito in ambienti asciutti il legno non necessita del trattamento con prodotti in grado di
difendere il materiale dallaggressione dei parassiti. Essendo un materiale con elevate
caratteristiche di isolamento termico ed acustico in grado di regolare il comfort degli ambienti
interni sia se applicato sulle pareti esterne sia su quelle interne.
Legno (latifoglie)
Densit 800 kg/m3
Coefficiente di conduzione termica 0.20 W/mK
Coefficiente di resistenza alla diffusione del vapore 80
Capacit di accumulo di calore S 1336 kJ/m3K
Capacit termica c 1.67 kJ/KgK
Consumo di energia primaria per la produzione 750 kWh/m3
215
Esempi di posa in opera
Posizionamento delle Taglio dei pannelli da Montaggio dei pannelli Rivestimento in legno
fasce di sostegno in posizionare sulla parete sulle fasce di sostegno posato
legno
216
Rivestimenti Pitture
Le pitture , che hanno una funzione principalmente protettiva e decorativa, sono composte da
leganti, solventi, pigmenti ed altre sostanze additive. I leganti incollano i pigmenti tra loro e la
pittura sul supporto; i solventi rendono le pitture lavorabili (facilmente stendibili); i pigmenti
danno il colore e gli additivi conferiscono paticolari caratteristiche.
I leganti pi comuni sono la calce, colle (ceseina, amido), olii (olio di lino), resine naturali
(dammar, gommalacca); i solventi possono essere acqua, alcoli e idrocarburi naturali(olio di
trementina, olio citrico, alcool); i pigmenti possono essere terre colorate e pigmenti vegetali.
Gli additivi sono sostanze che facilitano la formazione della pelllicola (pellicolanti), che
migliorano la lavorabilit (plastificanti, emulsionanti), impediscono la formazione di muffe
(conservanti), accelerano lessicazione (siccativi).
Molte dei componenti le vernici comunemente usati nella produzione industriale causano
problemi ambientali in termini di emissioni di composti organici volatili (VOC) nei solventi e di
metalli pesanti nei pigmenti.
I VOC sono composti che evaporano durante e dopo lapplicazione causando problemi di
irritazione alle mucose; alcuni di loror sono neurotossici e cancerogeni.
Per questa ragione l, particolare cura deve essere posta nella scelta di pitture da utilizzare per
internie ed esterni, che per essere compatibili con lambiente devono avere le seguenti
caratteristiche:
tinteggiature naturali a base di calce , tempera, gesso e pitture per esterni a base di calce
e silicati che siano traspiranti, igieniche e normalmente esenti da effetti collaterali.
Vernici bioecologiche a base vegetale e minerale in dispersione naturali ( emulsionate in olii
vegetali e acqua), di composizione biodegradabile e fornite di schede tecniche complete
della formula dei componenti.
217
Rivestimenti Pitture a calce
Una delle pitture naturali pi comuni e naturali quella a base di calce. Questa contiene acqua
e grassello di calce invecchiato, filtrato e macinato, carbonati di calcio amorfi e/o cristallini,
talco, mica, caolino, baritina, borace, addensanti come bentonite, multicellulosa, amido o
farina di guar, leganti organici animali come uovo(tuorlo e/o albume), latte, cera dapi, grassi
vegetali, olio di lino ed infine oli essenziali2.
La calce funge nello stesso tempo da legante, da pigmento e da disinfettante in quanto
lelevata acidit del materiale ha un effetto battericida ed antimuffa.
Informazioni tecnico-descrittive
Questa pittura presenta una notevole resistenza allumidit, in grado di assorbire gli odori,
ma poco durevole e richiede di essere applicata ciclicamente una volta ogni 2-3 anni.
La sua applicazione preferibile su superfici non troppo lisce in modo che sia garantita la sua
aderenza al sottofondo. Laderenza pu essere inoltre migliorata aggiungendo un legante come
la caseina nellimpasto.
Anche se molto fine la pittura a calce conserva una ruvidit che non la rende molto adatta ad
essere utilizzata su superfici perfettamente lisce come il cartogesso.
Per colorare le pitture devono essere utilizzate esclusivamente terre naturali.
2
Mosca R., Le finiture naturali per nuove opere, ristrutturazioni, restauri, Maggioli editore, Rimini, 2001
218
Rivestimenti Pitture alla caseina
Sono diverse le materie prime agricole utilizzate per la produzione di vernici murarie. La
caseina, ad esempio, una proteina del latte che viene utilizzata nelle vernici come adesivo e
fissativo per il colore. Questa si ottiene tramite un processo di acetificazione che avviene
miscelando latte fresco con succo di limone o aceto, poi decantata e solubilizzata con una
soluzione di acqua e di calce.
Durante lessiccazione del prodotto verniciante la caseina si contrae e ad essiccazione avvenuta
il prodotto risulta resistente allacqua. Una pittura muraria alla caseina pu, pertanto, essere
applicata sia su pareti interne sia esterne.
Le vernici alla caseina sono normalmente costituite da acqua, il legante (la caseina), inerti e un
pigmento, normalmente la calce spenta.
Informazioni tecnico-descrittive
Il caseinato un composto di calcio insolubile in acqua, questo rende il prodotto adatto ad
essere utilizzato in ambienti con alto contenuto di umidit.
Nelle vernici a base di caseina possibile che si creino delle muffe, questo fa s che in
commercio si trovino prodotti ai quali vengono aggiunti dei conservanti.
Per evitare la formazione di muffe in modo naturale possibile aggiungere della calce.
Con laggiunta di grassi animali o vegetali il prodotto risulta lavabile.
Per conferire al prodotto pi elasticit ed idrorepellenza possono essere aggiunti nella
composizione della pittura altri leganti come uovo ed olio.
Le pitture alla caseina risultano pertanto:
- facili da lavorare;
- particolarmente espandibili;
- particolarmente coprenti grazie al miscuglio di diversi tipi di polvere di marmo
applicabili pi volte;
- pulibili e, con l'aggiunta di oli, anche lavabili;
- antimuffa grazie al loro pH elevato.
219
Rivestimenti Pitture alle resine vegetali
La base di queste vernici lolio di lino che funge sia da pellicolante che da legante, ad esso
viene aggiuno come solvente olio di trementina, olio citrico e altri olii naturali.
Una delle principali caratteristiche delle pitture a base di resine vegetali, a differenza di altre
vernici naturali, riguarda il loro aspetto brillante.
Gli smalti prodotti con oli e resine vegetali sono adatti a tutti i tipi di superficie sia in legno, sia
in metallo, per pavimentazioni e superfici in cemento.
Informazioni tecnico-descrittive
La cottura a cui vengono sottoposti gli oli conferisce alle vernici ed agli smalti notevoli
caratteristiche di adesivit di resistenza negli ambienti esterni e veloce essiccazione.
Le resine vegetali, e quindi i prodotti vernicianti, sono ricchi di solventi vegetali che risultano
altamente infiammabili.
220
Rivestimenti Tempera al latte/uovo
La tempera un prodotto adatto per le tinteggiature di interni sia su muri sia su pareti o
tamponamenti in cartongesso. Le tempere contengono principalmente gesso con collanti
vegetali (colofonia, amido), oppure colla alla caseina. Le tempere a base di leganti vegetali
risultano meno attaccabili dagli insetti e dalle muffe e non tendono a fermentare. Le tempere
possono assumere diverse colorazioni tramite lutilizzo di coloranti minerali.
Le tempere possono essere applicate su intonaci a base di calce, o misti o misti calce e
cemento ed anche su fondi con idropitture traspiranti.
Informazioni tecnico-descrittive
La tempera, a differenza di altri tipi di vernice, non lavabile e teme lumidit, la sua
applicazione possibile, pertanto, solo in ambienti con un basso tenore di vapore acqueo.
La composizione della pittura pu disperdere polveri di gesso nellambiente se non viene
adeguatamente miscelata.
Il tuorlo duovo utilizzato per la realizzazione di pitture come legante grazie al suo potere
tensioattivo naturale.
possibile unire alla tempera terre naturali per ottenere diversi effetti di colore, il colore
bianco si prepara mescolando gesso con leganti vegetali, oppure tramite laggiunta di caseina.
Le tempere alluovo vanno conservate in ambienti con temperature inferiori ai 30C.
Le tempere a base di latte o uova sono altamente traspiranti.
221
Rivestimenti Trattamenti del legno: cere
In molti casi al legno non serve alcun trattamento in quanto la sua durabilit suoeriore a
quanto si pensi e lunica protezione che pu migliorare le sue qualit naturali, senza alterarle,
limpregnazione con olii e cere naturali.
Il trattamento del legno ha lo scopo di rendere meno assorbenti le superfici porose, conferendo un
elevato grado di protezione nei confronti di tutte quelle sostanze che tendono ad alterare le
caratteristiche estetiche e strutturali del materiale, ne facilitano la manutenzione, migliorano lo
stato di conservazione nel tempo e possono conferire alle superfici effetti cromatici diversi.
Il legno pu essere trattato sia con le cere sia con le vernici.
Le cere mantengono inalterate le caratteristiche naturali di traspirabilit del legno nel
contempo lo preservano dal deterioramento facilitando la sua manutenzione straordinaria.
Inoltre possono essere facilmente rinnovate, quando si usurano, semplicemente dilucidando la
superficie.
Le vernici, invece, pur proteggendo il legno dallo sporco e dall'usura in maniera assolutamente
efficace, ne alterano le caratteristiche di traspirabilit sigillandolo. La vernice inoltre soggetta
ad usura; pertanto per preservarla il pi a lungo possibile necessario proteggerla con
appropriate cere liquide.
Informazioni tecnico-descrittive
La cera d'api viene sciolta e purificata, in tal modo perde il suo caratteristico odore di miele, ed
in seguito mescolata con olio di lino. Pu essere usata su superfici interne in legno trattate ed
particolarmente indicata per mobili, porte e rivestimenti in legno. Stesa in uno strato sottile,
la cera d'api pu anche essere utilizzata per la cura di superfici verniciate o laccate.
La cera dapi presenta diverse caratteristiche che la rendono un buon trattamento per il legno:
- non contiene solventi;
- facile da applicare;
- ha una buona capacit di espansione;
- protegge dallo sporco e dall'acqua;
- antistatica;
- conferisce alla superficie lucentezza.
La cera d'api liquida pu essere colorata senza problemi con pigmenti terrosi e minerali in
percentuale non superiore al 20-25%.
222
Rivestimenti Trattamenti del legno: olio
Esistono in commercio svariati tipi di oli vegetali per trattare il legno. Questi hanno il compito
di proteggere il materiale lasciando sulla superficie una patina che non pregiudica la capacit
del materiale di traspirare.
I componenti di questi protettivi per il legno sono: olio di lino cotto (senza piombo), la
trementina naturale, laceto di vino, la propoli.
I pigmenti utilizzati per la colorazione di questi prodotti derivano principalmente da terre
naturali ed ossidi.
Informazioni tecnico-descrittive
Gli impregnanti hanno principalmente lo scopo di colmare le porosit caratteristiche del legno
evidenziando le sue venature.
Lapplicazione di questi trattamenti consigliabile sia per interni sia per esterni in quanto non
temono lacqua e lumidit.
Il prodotto pu essere applicato su tutti i tipi di superficie: legno poroso quale abete rosso,
pino silvestre, pioppo, faggio. Molti oli vegetali possono essere utilizzati anche su superfici di
diversa natura come intonaco di cemento, sughero, pietra non trattata, malta di calce,
intonaco di argilla, gesso.
Le superfici dovranno essere assorbenti e dovranno essere eliminate patine dovute a
trattamenti antecedenti se necessario anche con trattamenti abrasivi.
L'impregnante ha una buona capacit di espansione, protegge dallo sporco e impermeabilizza,
penetra in profondit e costituisce un'ottima base un trattamento successivo con prodotti
vernicianti. Oltre a queste propriet, l'impregnante ha il vantaggio di essere composto da
materie prime naturali e rinnovabili.
223
Rivestimenti Trattamenti del legno: mordente
Il mordente (velatura) un colorante che viene applicato su legno per conferirgli un colore
particolare o semplicemente per scurirlo. Il mordente penetra nelle fibre del legno, conferendo
a quest'ultimo una colorazione, ma lasciando le fibre stesse chiaramente visibili.
I mordenti sono, in generale, costituiti da aniline che si acquistano sotto forma di polveri o in
grani e che possono essere disciolte, secondo il tipo, in acqua, alcool o olio per essere applicate
su legno.
Ogni tipo di soluzione presenta svantaggi e vantaggi. Indipendentemente dal tipo di mordente
applicato, la superficie da trattare deve essere ben liscia e spolverata, eventualmente
sgrassata con una soluzione di acqua e ammoniaca che, tra l'altro, ha la propriet di allargare i
pori del legno e favorire la successiva penetrazione del mordente.
Informazioni tecnico-descrittive
Mordente ad acqua facile da stendere, ma presenta il problema che le varie zone del legno
possono assorbire in modo diverso l'acqua e quindi assumere una colorazione pi o meno
intensa. Pertanto un mordente all'acqua da usare su legni poco porosi e quindi poco
assorbenti.
Mordente ad alcool asciuga molto rapidamente ma bisogna fare attenzione quando si applica
poich, passando una seconda volta su una zona gi trattata, questa risulter pi scura di
altre, quindi la tecnica di applicazione deve essere pi accurata. La superficie trattata con
mordente ad alcol risulta molto brillante.
Mordente diluito in olio facile da stendere, ha un assorbimento pi lento e quindi pi
uniforme su tutta la superficie, bisogna attendere alcuni giorni prima di passare a fasi ulteriori
di finitura in quanto l'asciugatura avviene in tempi molto lunghi.
224
Rivestimenti Carte da parati
225
Sistemi per la riduzione del consumo di acqua potabile
226
Sistemi per il recupero dellacqua piovana
Lo sfruttamento delle acque piovane una delle strategie maggiormente efficaci per la
riduzione dei consumi di acqua potabile. L'impiego di questultima pu essere talmente
eccessivo da metterne in crisi la disponibilit in rapporto al ciclo naturale.
Una volta determinato il volume della cisterna si possono introdurre ulteriori accorgimenti
perch il suo funzionamento sia ottimale.
Innanzitutto deve essere munita di un'entrata calmata, in modo da non riportare in
sospensione eventuale materiale sedimentato e di un sifone di troppo pieno. Per quesultimo si
pongono all'utente diverse possibilit:
- l'acqua pu essere convogliata direttamente ai collettori recettori attraverso una
valvola di non ritorno;
- l'acqua pu essere convogliata ai collettori fognari attraverso una valvola di ritegno
posizionata sul sifone. La portata in arrivo ai collettori viene in questo caso laminata
consentendone un pi facile smaltimento da parte della condotta fognaria;
- l'acqua pu essere dispersa nel terreno. La dispersione evita il sovraccarico delle
condotte fognarie e dei depuratori qualora la canalizzazione sia mista. L'introduzione
anche in questo caso di una valvola di ritenzione permette al terreno di smaltire
gradualmente l'acqua in arrivo.
Filtri
227
dell'impianto. Un esempio di filtro autopulente riportato in figura. Il sistema autopulente
richiede minima manutenzione: il materiale grossolano trattenuto dalla membrana filtrante
viene asportato direttamente da una frazione di acqua che viene dispersa a questo scopo.
L'acqua da addurre al serbatoio viene ad esso convogliata attraverso una seconda condotta.
Le soluzioni impiantistiche possibili sono diverse e dipendono dalla disponibilit di spazio: il
serbatoio pu trovarsi in cantina (nei pressi della stazione di pompaggio) cos come in giardino
(dove pu essere interrato o no); il filtro pu trovarsi in un pozzetto a parte o essere introdotto
nel serbatoio.
Quadro Normativo
A livello nazionale non esiste una norma unitaria che regolamenti la progettazione e
l'installazione di sistemi di recupero e riutilizzo dell'acqua piovana. Si fa particolare riferimento
alla normativa tedesca "DIN 1989 - Impianti per l'utilizzo dell'acqua piovana".
228
Fitodepurazione
229
Fitodepurazione Sistemi a flusso verticale
230
Pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria
231
Pannelli solari per la produzione di I componenti dellimpianto
acqua calda sanitaria
1
I trattamenti per aumentare la selettivit della piastra sono:
- Trattamento elettrochimico che consiste in un deposito di cromo nero su nickel della piastra
- Trattamento sottovuoto effettuato mediante vapori ossidi di titanio
- Trattamento per pigmentazione attraverso vernici metalliche
2
Per efficienza di un collettore solare sintende il rapporto tra lenergia (o meglio la densit denergia) assorbita dal
fluido termovettore e lenergia (densit denergia solare) incidente sulla sua superficie.
232
funzionamento sia vincolato da una temperatura ambiente almeno di 20C.
Tale soluzione viene normalmente adottata per il riscaldamento nella stagione estiva di piscine
scoperte e per il riscaldamento dellacqua nei campeggi, negli stabilimenti balneari e simili.
Il principio di funzionamento abbastanza semplice, lacqua passa, infatti, direttamente
allinterno dei tubi del pannello, dove viene riscaldata dai raggi solari ed pronta alluso.
I collettori a concentrazione
Si tratta di un collettore solare in cui i raggi solari vengono
concentrati e focalizzati. E ad altissimo rendimento con
temperature che arrivano fino a 250 gradi, il suo utilizzo
pu avvenire in comunit isolate dato che fornisce servizi
di base quale ligienizzazione dellacqua per uso potabile, il
riscaldamento della stessa per usi sanitari e la cottura dei
cibi.
Poich inoltre questi collettori utilizzano solo la radiazione
diretta, devono essere dotati di dispositivi meccanici che
orientino sempre lelemento captatore verso i raggi solari.
233
I collettori ad aria
I collettori ad aria sono collettori del tutto simili ai normali pannelli vetrati ma in questo caso il
fluido vettore aria, anzich acqua, che pu circolare fra vetro e assorbitore oppure fra
assorbitoree e fondo del pannello.
In genere l'assorbitore alettato in modo da rendere lento e
tortuoso il percorso del flusso. Questo perch l'aria scambia
calore con pi difficolt dell'acqua e bisogna quindi assicurare
una sua maggiore permanenza all'interno del pannello per far si
che assorba maggiormente la radiazione solare.
Una tipologia particolare di pannelli solari ad aria sono i pannelli
di rivestimento, applicabili alle pareti di tamponamento in edifici
industriali, commerciali e residenziali. Non sono vetrati ma
hanno una superficie esterna metallica che funge da assorbitore
e riscalda l'aria che passa all'interno. Questa, circolando
all'interno dell'intercapedine che si forma tra pannello e parete,
pu poi essere immessa all'interno degli ambienti tramite un
apposito sistema daspirazione, contribuendo al riscaldamento e
al ricambio d'aria degli ambienti serviti.
Per dimensionare un pannello solare piano, adibito alla produzione dacqua calda sanitaria, in
un unit abitativa, necessario avere a disposizione una serie di dati relativi alle esigenze degli
utenti e alla potenzialit del pannello.
I primi sono, in genere, reperibili da indagini statistiche, gli altri vengono forniti dai costruttori.
Occorre conoscere il numero delle persone che vive nella struttura abitativa, il consumo
giornaliero per persona dacqua calda (ad una temperatura di circa 45C).Attualmente
questultimo dato oscilla tra 70 e 80 litri.
Occorre poi conoscere la potenzialit dell'impianto, ossia la quantit dacqua calda prodotta per
ogni mq di pannello in un intervallo di tempo compatibile con le esigenze degli utenti. Si deve
inoltre tenere conto che la potenzialit varia in funzione delle condizioni metereologiche e delle
stagioni.
La temperatura massima
raggiunta dall'acqua in
estate all'incirca 70C,
mentre in inverno questo
valore si riduce a 40C.
Secondo una stima
approssimata, per scaldare
l'acqua contenuta nel
serbatoio sono necessarie
sei ore di sole in estate e
dieci ore in inverno.
Ovviamente questa stima
corretta se il volume del
serbatoio correlato
all'estensione superficiale
del pannello: ad ogni metro
quadrato di pannello deve
corrispondere un volume
del serbatoio pari a 60-70 litri.
In generale sono necessari:
1,2 metri quadrati di pannello solare per ogni persona per l'Italia Settentrionale, 1 metro
quadrato per ogni persona per l'Italia Centrale 0,8 metri quadrati per ogni persona per l'Italia
del Sud. 50-70 litri di serbatoio per ogni metro quadrato di pannelli solari installati.
234
Quindi occorrono circa 4 metri quadrati di pannelli solari e 200-280 litri di serbatoio per una
famiglia di 3-4 persone del Nord Italia, mentre bastano circa 3,2 metri quadrati di pannelli
solari e 150-200 litri di serbatoio per la stessa famiglia di quattro persone nel Sud Italia.
Mettere un pannello in pi, rispetto a questi calcoli, pu essere sicuramente consigliabile per
aumentare la resa dell'impianto in maniera efficace durante i periodi freddi, o per aumentare il
grado di comfort personale ( pi acqua calda a disposizione delle varie persone ), mentre per i
periodi caldi un dimensionamento di questo genere considerabile pi che sufficiente.
Sovradimensionare l'impianto chiaramente possibile, entro certi limiti, altrimenti si rischia di
avere un eccessivo calore all'interno del circuito solare che pu causare dei danni; in linea
teorica, oltre ad aumentare il numero dei pannelli, si dovrebbe anche aumentare la capacit
del serbatoio daccumulo.
Mentre se si vuole sovradimensionare il serbatoio per tutelarsi maggiormente nei confronti del
periodo freddo o delle giornate piovose, conservando cos l'acqua calda per pi giorni, non
bisogna comunque dimenticare di aggiungere anche un po di pannelli solari, in modo da
aumentare comunque il rendimento generale.
Dimensiona
mento
dellimpianto
235
In estate invece, non risulta necessario il preriscaldamento della caldaia poich la temperatura
raggiunta risulta sufficiente (anche 60-70C).
Nei sistemi a circolazione naturale, se non si impiegato un pannello con serbatoio integrato,
laccumulo dellacqua deve essere sempre posizionato pi in alto del pannello ed a breve
distanza dal medesimo, con una leggera pendenza delle tubazioni di collegamento per facilitare
il trascinamento e lespulsione dellaria. Comunque esistono in commercio anche sistemi a
circolazione naturale con il serbatoio posizionato dietro il pannello
E buona norma privilegiare linstallazione di sistemi a circolazione naturale in tutte le situazioni
in cui non vi sia un chiaro impedimento tecnico.
3
In generale ci avviene quando il sistema non viene utilizzato per un lungo periodo.
236
Tale impianto presenta un serbatoio di drenaggio aggiuntivo che rende possibile il deflusso, ad
impianto fermo, del liquido termovettore, che evita in tal modo il surriscaldamento o il gelo.
Schema
dimpianto a
circolazione
forzata a
svuotamento
Per quanto riguarda invece la produzione dacqua calda attraverso impianto termico-solare per
i condomini, per esemplificazione possiamo rifarci a tre modelli essenziali:
237
1) Impianto monoblocco a circolazione naturale. Tale sistema
presenta alcune serie problematiche.
Innanzitutto si pu creare un disservizio legato alle lunghe
attese nel ricevere acqua dal boiler solare posto sul terrazzo
con inevitabile spreco idrico.
Ogni pannello fornisce inoltre acqua ad un solo appartamento
non consentendo in tal modo un uso razionale della
disponibilit dacqua fornita dallimpianto stesso.
Per ovviare a queste problematiche si possono utilizzare altre
tipologie dimpianto.
Impianto monoblocco
238
3)Impianto con circolatore solare
In questo caso invece, il boiler solare unico, ed il parco dei
collettori viene dimensionato sullutenza prevista.
La centralina elettronica anche in questo caso lavora su una
temperatura prestabilita; quando, infatti, la temperatura
rilevata superiore alle impostazioni date, viene sfruttata
lenergia dei pannelli.
Questa tipologia dimpianto, riesce a garantire unautonomia
(talora parziale) nei mesi estivi, primaverili ed autunnali, in
inverno la caldaia a gas o il boiler elettrico sopperir alle
eventuali mancanze.
Il vantaggio di questa tipologia dimpianto limmediatezza,
per tutti i condomini, della distribuzione dellacqua; il sistema
appare poi economicamente pi vantaggioso (uno o due
boiler contro uno ad appartamento), senza considerare la
maggior funzionalit. Qualora, infatti, limpianto venga usato
solo da alcune utenze, si allunga il periodo dautosufficienza.
239
Gli impianti idroelettrici
240
Gli impianti idroelettrici Micro-ydro
Microcentrale a 600W
Microcentrale a 200W
1
Per net metering si intende il sistema attraverso cui, qualora la produzione di energia elettrica si di esubero rispetto alle
necessit del produttore, possibile venderla al Gestore mediante lutilizzo di appositi contatori reversibili.
241
Gli impianti idroelettrici Le microturbine
Miniturbina Francis
E una turbina a reazione che si
installa di norma nelle micro centrali
con potenza intorno ai 100 kW.
Il salto disponibile viene interamente
sfruttato, fino al canale di scarico.
Questa turbina presenta tuttavia
alcune problematiche tecniche, cosa
che la rende sconsigliabile per
impianti di piccole dimensioni.
Microturbina Pelton
Pu essere ad asse verticale o orizzontale ed consigliata per salti di poche centinaia di metri.
Sono le turbine usate maggiormente per il micro-ydro poich sfruttano interamente il
potenziale legato a portate limitate.
Microturbina Turgo
E di norma utilizzata con portate la cui intensit si variabile nellanno in funzione di parametri
ambientali ed in genere si adatta a salti da 30 a 300 metri.
Esistono inoltre turbine adibite a recupero energetico; applicate ai sistemi idrici tradizionali,
consentono di sfruttare quella parte di acqua che normalmente viene dispersa a valle per
regolare e controllare la portata dellimpianto.
La convenienza di un micro-ydro installato su un idrolelettrico di grandi dimensioni conviene in
funzione del salto disponibile.
242
Gli impianti idroelettrici Progettazione di un micro-ydro con potenza
inferiore a 20kW
Una corretta progettazione di un micro-ydro deve tener conto dei seguenti parametri:
- disponibilit idrica
- salto disponibile
- portata idrica
- potenza dellimpianto
- verifica delle autorizzazioni
- fattibilit economico-finanziaria di intevento
- gestione e manutenzione dellimpianto.
Per impianti di potenza inferiore ai 20kW, non vi imposizione fiscale.
Il costo medio del kWh degli impianti mini-hydro varia da 0,045 a 0,065 , in funzione delle
caratteristiche del sito (salto e portata).
Alcune turbine per impianti micro-hydro hanno costi compresi fra 800 e 1300 Euro/kW nella
classe da 10 a 60 kW.
Un possibile incentivo alla realizzazione degli impianti, ipotizzati per le aree urbane e/o
suburbane, potrebbe venire dalla loro integrazione in sistemi DPS (piccoli impianti distribuiti di
accumulo a mezzo pompaggio) del tipo proposti da REYNOLDS (1995) ed in questo caso tali
impianti potrebbero, significativamente, partecipare al miglioramento della qualit del sistema
di distribuzione elettrica a livello locale, specie nelle aree appenniniche della penisola.
243
I combustibili
Per combustibile si intende qualsiasi sostanza capace di dar luogo a reazioni di combustione: in
particolare sostanze che bruciano rapidamente in presenza di ossigeno, emettendo grandi
quantit di calore.
La combustione presuppone la contemporanea presenza in giuste proporzioni di tre elementi
fondamentali: il combustibile, il comburente e la temperatura. In assenza anche di uno solo di
questi fattori la combustione non ha luogo, mentre se le proporzioni non sono rispettate si
parla di combustione incompleta.
Dal punto di vista termodinamico, la combustione un processo di conversione dellenergia
chimica del combustibile in calore.
Lenergia termica recuperata viene utilizzata per
riscaldamento o per processi produttivi industriali
oppure per generare elettricit grazie a cicli a gas o a
vapore.
Con la combustione di qualsiasi combustibile, si forma
un gas molto tossico: l'ossido di carbonio (CO), dovuto
alla non perfetta combustione.
L'analisi dei fumi ha rilevato che l'ossido di carbonio
tende a diminuire con l'aumentare del rendimento
termico e a scomparire man mano che la combustione
tende ad essere completa.
Poich l'ossido di carbonio un gas combustibile che
miscelato con aria a temperature elevate brucia, nel
bruciare il CO presente nei fumi generati dalla
combustione primaria si ha la postcombustione.
I vantaggi di questa tecnologia sono la riduzione dei gas
tossici immessi nell'ambiente, laumento del rendimento
termico di circa il 10%, il risparmio economico ed
energetico.
Il caldo si pu diffondere per irraggiamento (1) o per convezione (2).
1. La fonte di calore emette onde infrarosse e propaga il caldo senza provocare movimenti
d'aria, proprio come avviene con i raggi del sole.
Poich consente di non seccare l'aria e di evitare la circolazione di polveri, l'irraggiamento un
sistema che garantisce un miglior livello di comfort termoigrometrico.
2. Il calore si propaga scaldando l'aria.
Per sfruttare questo principio, le stufe e i camini moderni sono dotati di una ventola che
distribuisce uniformemente il caldo nell'ambiente.
L'aria, se opportunamente canalizzata, pu essere portata nei locali attigui attraverso appositi
condotti.
Lefficienza del combustibile si esprime attraverso il potere calorifero1;tra le varie tipologie di
combustibile presenti allo stato attuale, di grande rilevanza ai fini del risparmio energetico
sono la legna e la biomassa vegetale2.
Di seguito verr proposta una analisi circa le caratteristiche principali delle differenti fonti
energetiche, corredate da una descrizione sintetica delle modalit duso.
1
Il potere calorifero misura la quantit di energia termica o calore, rilasciata da una determinata massa di combustibile
che brucia in condizioni standard. Si pu distinguere tra potere calorifero massimo e minimo.
Lunit di misura il Joule/kg per combustibili solidi e liquidi, il Joule/m3 per i combustibili gassosi.
2
La legna viene considerata una fonte energetica non pulita in realt, poich nella sua combustione vengono prodotti
inquinanti come la fuliggine o lossido di azoto; per quanto concerne invece la produzione di CO2, la legna produce
tanta anidride carbonica quanta ne pu assorbire lalbero, rientrando dunque in un ciclo naturale.
244
I combustibili Legna
Il legname rappresenta una risorsa ampiamente disponibile sul territorio italiano, di cui ne
rappresenta circa un terzo. E una risorsa rinnovabile, seppure con una tempistica che
potrebbe sembrare lunga. In realt infatti, il volume degli alberi cresce di 3 m3 allanno, e ne
viene raccolto soltanto 1 m3 circa.
Inoltre la moderna selvicoltura naturalistica
non costituisca per nulla attivit lesiva o
distruttiva delle zone boschive.
Si distingue poi in legna dolce, ottenuta da
abete, castagno, ontano, pino, pioppo e
salice che brucia rapidamente e con fiamma
lunga, di norma utilizzato in forni che
richiedono un lungo giro di fiamma.
Esiste anche la legna denominata forte, di
faggio, frassino, leccio, olmo e quercia, che
brucia lentamente con fiamma corta ed
utilizzata principalmente nel riscaldamento
domestico.
Per la generazione di energia attraverso la
legna, da rilevare come allo stato attuale,
la risorsa non sia di certo sfruttata al meglio,
n a livello monetario, n a livello ambientale.
Esistono essenzialmente due differenti modalit dimpiego:
1. il caminetto;
2. la stufa.
I combustibili Biomassa
S'intende per biomassa ogni sostanza organica derivante direttamente o indirettamente dalla
fotosintesi clorofilliana
Attraverso questo processo le piante assorbono dall'ambiente circostante anidride carbonica
(CO2) e acqua, che vengono trasformate, con l'apporto dell'energia solare e di sostanze
nutrienti presenti nel terreno, in materiale organico utile
alla crescita della pianta. In questo modo vengono fissate
complessivamente circa 21011 tonnellate di carbonio
all'anno, con un contenuto energetico equivalente a 70
miliardi di tonnellate di petrolio, circa 10 volte l'attuale
fabbisogno energetico mondiale. E biomassa tutto ci
che ha matrice organica, con esclusione delle plastiche di
origine petrolchimica e dei materiali fossili, es. petrolio e
carbone che esulano dallargomento in questione.
Le pi importanti tipologie di biomassa sono i residui
forestali, gli scarti industriali della trasformazione del
legno (trucioli, segatura, etc.), gli scarti delle aziende
zootecniche, gli scarti mercatali, le alghe e colture
acquatiche e, non per ultimi i rifiuti solidi urbani.
Il settore delle biomasse per usi energetici probabilmente la pi concreta ed immediata fonte
di energia rinnovabile disponibile.
Le principali applicazioni sono:
1. produzione di energia (bioenergia);
2. sintesi di carburanti (biocarburanti);
3. sintesi di prodotti (bioprodotti).
Il biossido di carbonio emesso dagli impianti termici alimentati a biomasse lo stesso che
viene assorbito dai vegetali per produrre una quantit uguale di biomassa.
245
Nel ciclo energetico della biomassa il bilancio del biossido di carbonio in pareggio-equilibrio
Come risultato dei progressi tecnologici la maggior parte dei motori dei veicoli attualmente in
circolazione nell'Unione europea in condizione di usare una miscela contenente una bassa
percentuale di biocarburante senza inconvenienti.
I pi recenti sviluppi tecnologici permettono di utilizzare.percentuali pi elevate di
biocarburante nella miscela; alcuni paesi utilizzano gi miscele contenenti il 10%, e oltre, di
biocarburante.
I principali vantaggi delle biomasse sono:
- abbondanza;
- facilit di estrazione energetica;
- economica;
- rigenerante terre desolate;
- sviluppabile in aree inutilizzate e creare occupazione;
- non contribuisce all'effetto serra;
- basso tenore di zolfo e quindi non contribuisce alla produzione di piogge acide;
- rinnovabile;
- il suo fine ciclo costituisce potenziale fertilizzante.
Ad oggi, le biomasse soddisfano il 15% circa degli usi energetici primari nel mondo, con 55
milioni di TJ/anno (1.230 Mtep/anno).
Lutilizzo di tale fonte mostra, per, un forte grado di disomogeneit fra i vari Paesi: i Paesi in
Via di Sviluppo, nel complesso, ricavano mediamente il 38% della propria energia dalle
biomasse, con 48 milioni di TJ/anno (1.074 Mtep/anno), ma in molti di essi tale risorsa
soddisfa fino al 90% del fabbisogno energetico totale, mediante la combustione di legno, paglia
e rifiuti animali.
Nei Paesi Industrializzati, invece, le biomasse contribuiscono appena per il 3% agli usi
energetici primari con 7 milioni di TJ/anno (156 Mtep/anno); in particolare, gli USA ricavano il
3,2% della propria energia dalle biomasse, equivalente a 3,2 milioni di TJ/anno (70
Mtep/anno); lEuropa, complessivamente, il 3,5%, corrispondenti a circa 40 Mtep/anno, con
punte del 18% in Finlandia, 17% in Svezia, 13% in Austria, lItalia, con il 2,5% del proprio
fabbisogno coperto dalle biomasse, al di sotto della media europea.
Limpiego delle biomasse in Europa soddisfa, dunque, una quota abbastanza marginale dei
consumi di energia primaria, rispetto alla sua potenzialit.
Allavanguardia, nello sfruttamento delle biomasse come fonte energetica, sono i Paesi del
centro-nord Europa, che hanno installato grossi impianti di cogenerazione e teleriscaldamento
alimentati a biomasse.
La Francia, che ha la pi vasta superficie agricola in Europa, punta molto anche sulla
produzione di biodiesel ed etanolo, per il cui impiego come combustibile ha adottato una
politica di completa defiscalizzazione.
La Gran Bretagna invece, ha sviluppato una produzione trascurabile di biocombustibili, ritenuti
allo stato attuale antieconomici, e si dedicata in particolare allo sviluppo di un vasto ed
efficiente sistema di recupero del biogas dalle discariche, sia per usi termici sia elettrici.
La Svezia e lAustria, che contano su una lunga tradizione di utilizzo della legna da ardere,
hanno continuato ad incrementare tale impiego sia per riscaldamento sia per
teleriscaldamento, dando grande impulso alle piantagioni di bosco ceduo (salice, pioppo) che
hanno rese 34 volte superiori alla media come fornitura di materia prima.
Nel quadro europeo dellutilizzo energetico delle biomasse, lItalia si pone in una condizione di
scarso sviluppo, nonostante lelevato potenziale di cui dispone, che risulta non inferiore ai 27
Mtep.
La combustione di biomassa associata a cicli a vapore non sempre consente di ottenere ottimi
rendimenti di generazione elettrica. Valori tipici per impianti di potenza medio grande (nel
caso delle biomasse, ci significa almeno dellordine dei 10 MW elettrici) si aggirano intorno al
25% come rendimento elettrico netto, mentre, sono nettamente inferiori in caso di impianti di
piccola taglia. La combustione di materiali poveri, inoltre, presenta alcune problematiche
dovute, sostanzialmente, a scarsa applicazione di essiccamento e condizioni ottimali di
stoccaggio al fine di diminuire il contenuto di umidit, basso punto di fusione delle ceneri (in
funzione del tipo di biomassa considerata).
Tali problematiche possono essere in parte o del tutto affrontate con sistemi di cippatura,
bricchettatura o pellets, sistemi attualmente in fase di sviluppo e sperimentazione.
246
Anche alcune tipologie di scarti dell'industria del legno (segatura, polveri ) possono essere
utilizzate per produrre combustibili ecologici quali pellet, bricchetti o cippato.
Il pellet
Il pellet si distingue per la bassa umidit (inferiore al 12 %) , per la sua elevata densit nonch
per la regolarit del materiale. Il presupposto per l'utilizzo di questo prodotto l'impiego di
legname vergine, non trattato cio con corrosivi, colle o vernici. I pellets sono prodotti con la
polvere ottenuta dalla sfibratura dei residui legnosi, pressata da apposite macchine in
cilindretti che possono avere diverse lunghezze e spessori (1,5-2 cm di lunghezza,6-8 mm di
diametro). La compattezza e la maneggevolezza danno a questa tipologia di combustibile
caratteristiche di alto potere calorifico (p.c.i. 4.000-4.500 kcal/kg) e di affinit ad un
combustibile fluido.
E' molto indicato quindi, per la sua praticit, per piccoli e medi impianti residenziali.
Si utilizzano in stufe a pellets, simili a normali stufe o camini da
incastro. Nate in Canada gi da molti anni, si sono diffuse un po'
dappertutto. si tratta di stufe ecologiche ad alto rendimento, poco
inquinanti. Sono diventate molto affidabili con l'utilizzo
dell'elettronica. Hanno il grande vantaggio rispetto alle tradizionali
stufe a legna di poter dosare il combustibile a piacimento e quindi
consentono un preciso controllo della temperatura.
Hanno il grande vantaggio rispetto alle tradizionali stufe a legna di
poter dosare il combustibile a piacimento e quindi consentono un
preciso controllo della temperatura.
L'accensione pu essere automatica e possono essere regolate in
temperatura tramite normali termostati o cronotermostati.
Necessitano di poca manutenzione e sono molto pratiche.
La maggioranza di queste stufe sono automatiche: accensione,
regolazione alimentazione, quantit di aria o acqua calda sono
automatiche, se manca la corrente elettrica la stufa si ferma e riprende a funzionare
automaticamente quando torna.
Vengono gestite da un microprocessore e possono avere in dotazione un telecomando.
Sono disponibili con capacit di riscaldamento da 70 a 200 mq. con una autonomia che va da
15 a 45 ore secondo i modelli. Esistono modelli sia ad aria calda che ad acqua collegabili in
serie o in parallelo all'impianto di riscaldamento a termosifoni.
Esistono agevolazioni fiscali che promuovono la loro installazione a livello regionale presso i
vari assessorati energia e ambiente.
I brichetti
Con residui e polveri pi grossolane vengono prodotti i bricchetti, che sono dei tronchetti
pressati, in genere di 30 cm di lunghezza e 7-8 cm di diametro.
L'utilizzo assimilabile a quello del legno in ciocchi.
I processi per la produzione di pellets e bricchetti non richiedono l'uso di alcun tipo di collante,
poich la compattazione avviene fisicamente e con l'alta temperatura generata nel processo.
La compattezza e la maneggevolezza danno a questa tipologia di combustibile caratteristiche
di alto potere calorifico (p.c.i. 4.000-4.500 kcal/kg), li rende indicati per impianti medi e
grandi, ma si presta anche all'uso in piccoli impianti anche residenziali.
Il cippato.
Cippato deriva dall'inglese Chips "pezzettini";sono pezzettini di legno ricavati dagli scarti di
segherie che lavorano piante prive di sostanze inquinanti quali vernici, ecc.
Il cippato ottenuto pu essere di tre tipologie:
1. verde, quando sono presenti anche le foglie ( il caso della sminuzzatura della pianta
intera, o delle ramaglie);
2. marrone, se sono cippati rami e tronchetti con corteccia;
3. bianco, se il materiale da cippare stato preventivamente scortecciato.
E' un ottimo combustibile che usato in apposite caldaie o stufe sprigiona una potenza calorica
di Kcal/h 3000/3500 a seconda del grado di umidit.
I combustibili sin ora descritti sono competitivi nei confronti del metano, non solo per le
necessit di calore ma in alcuni casi, con i sistemi adeguati, anche per la produzione di energia
elettrica.
247
Uno dei maggiori inconvenienti della combustione di tali prodotti l'alto tenore di emissioni,
soprattutto di CO, soprattutto nei piccoli impianti residenziali dove pu anche dar luogo ad
intossicazioni dato che tale gas altamente tossico.
Vi sono tuttavia impianti, anche residenziali, che adottano la tecnologia della post-
combustione.
Impianti a cippato
Questo genere di impianti viene utilizzato da anni per il riscaldamento di edifici di medie o
grandi dimensioni, stabili industriali o interi quartieri attraverso reti di teleriscaldamento, a
piena soddisfazione degli utenti.
Grazie agli enormi progressi tecnici compiuti negli ultimi anni in questo settore, oggi esistono
impianti a cippato adatti anche al riscaldamento di edifici di dimensioni contenute.
Le caldaie pi piccole possono fornire una potenza regolabile a partire da 5 kW e sono quindi
idonee al riscaldamento di case mono o plurifamigliari o piccoli stabili artigianali.
Nelle moderne caldaie a cippato di una certa dimensione possibile utilizzare senza problemi
sia cippato umido (fresco) sia a cippato secco.
Il gas naturale, comunemente detto metano, deriva dalla trasformazione di residui organici di
esseri viventi, piante, batteri, alghe e altri microrganismi coperti da sedimenti marini.
Il petrolio ed il gas si formano quando viene prodotto pi materiale organico di quanto non ne
venga decomposto dalla degradazione naturale.
Queste condizioni si verificano nei depositi, in cui la produzione
di materiale biogenico (essere viventi, piante, ecc.) elevata (ad
esempio nella fascia costiera dei mari, dove prosperano grandi
quantit di organismi) e lapporto di ossigeno negli strati acquosi
vicini al suolo e nei sedimenti non sufficiente per decomporre
per ossidazione tutto il materiale organico.
Queste due condizioni sono soddisfatte in numerose aree
sedimentarie costiere continentali. In queste aree e in misura
minore anche nei delta fluviali e nei laghi il materiale organico
ricoperto, e quindi sottratto alla decomposizione, rapidamente.
Se il materiale organico resta racchiuso in profondit per milioni
di anni, a causa delle temperatura elevate si verificano delle
reazioni chimiche. Una parte del materiale organico cos
progressivamente trasformato in composti di idrogeno e carbonio liquidi e gassosi, gli
idrocarburi, che costituiscono le componenti combustibili del petrolio e del gas naturale.
Lestrazione del materiale avviene sfruttando la bassa densit del materiale stesso
che sale negli strati superiori e viene poi stoccato in cosiddette trappole per gas. Lestrazione
del gas naturale resa possibile da trivellazioni nei giacimenti (pozzi di produzione). Il metano
si trova nel sottosuolo sotto forte pressione: quando la sonda raggiunge la sacca dove si
accumulato il gas, fuoriesce con grande violenza.
248
Dai pozzi di produzione il metano viene trasportato ai luoghi di consumo per mezzo di grandi
condutture, dette gasdotti o, pi comunemente, metanodotti.
Il gas naturale non contiene impurit non tossico ed privo di residui di combustione,
bruciando, infatti, produce solo vapore acqueo e anidride carbonica. Il suo potere calorico
molto elevato rispetto a quello ricavato dalla distillazione del carbone.
Poich il metano incolore e inodore prima di essere distribuito viene addizionato ad un
particolare additivo che possa rendere percepibile la presenza di fuoriuscite di gas e quindi
evitare il pericolo di esplosioni.
I settori di impiego pi comuni dellutilizzo di metano sono quello industriale per usi termici e
quello domestico. Il gas naturale pu essere utilizzato, infatti, per la produzione di energia
nelle centrali termoelettriche e nelle centrali a turbogas. Inoltre impiegato per produrre
energia termica nell'industria, negli usi domestici e civili (cucine a gas, riscaldamento),
nell'industria chimica e nell'autotrazione.
Dal 1996 al 2000, il consumo di gas naturale in Italia cresciuto da circa 56,2 miliardi di metri
cubi a circa 70,4 miliardi, aumento dovuto principalmente allo sviluppo del settore della
produzione termoelettrica, nel quale i consumi sono raddoppiati.
249
I generatori di calore
Lefficienza del generatore di calore uno degli elementi di primaria importanza del sistema
edificio-impianto ai fini del contenimento dei consumi e delle emissioni in atmosfera.
Tra i generatori di calore eco-compatibili particolare rilievo assumono le caldaie a
condensazione e le caldaie a temperatura scorrevole.
Caminetto ventilato
E un caminetto aperto, sostanzialmente un caminetto tradizionale
cui sono abbinate soluzioni per il riscaldamento dellaria.
Pu essere a circolazione naturale o forzata, quando cio al sistema
di base si associa un ventilatore finalizzato alla migliore diffusione
dellaria calda.
Il funzionamento prevede delle lastre interne atte a creare
intercapedini nelle quali laria, circolando, si riscalda e fuoriesce
dalle bocchette.
Il rendimento non tuttavia particolarmente elevato giacch la
maggior parte del calore prodotto viene comunque disperso
unitamente ai fumi.
250
bassi1 (circa due terzi dei caminetti tradizionali aperti).
Il rendimento del caminetto migliore se si sfruttano i gas di combustione che cedono calore
ad un fluido intermediario (acqua o aria), il quale a sua volta viene utilizzato per il
riscaldamento indiretto o diretto degli ambienti.
Si parla comunque di risparmi variabili dal 50 al 60%.
Il flusso daria che serve alla combustione viene prelevato dalle bocchette
esterne, come il flusso daria che serve al riscaldamento (viene prelevato
anchesso da bocchette esterne), che entra nello scambiatore e fuoriesce
dalle bocchette stesse.
I termocaminetti con fluido vettore acqua, a circolazione forzata, sono
costituiti essenzialmente da una struttura portante in acciaio con pareti
laterali, parete posteriore, piano del fuoco e cielo del focolare bagnati
ovvero costituiti da intercapedine o tubazioni percorse da acqua ( cosa che
non avviene con il termocaminetto ad aria ovviamente ), una griglia al
piano del fuoco con cassetto per la raccolta della cenere, una chiusura
frontale, una cappa di raccordo degli scarichi fumi.
La circolazione dellacqua viene attuata attraverso apposite pompe che
possono in tal modo convogliare lacqua in qualsiasi ambiente.
Possono lavorare sia a legna sia a gas in modo combinato. Si possono
collegare in parallelo allimpianto di riscaldamento a termosifoni,
abbinandoli a caldaie a gasolio o a gas, ma possono lavorare anche da soli.
Alcuni modelli possono anche disporre di uno scambiatore di calore per la
produzione dellacqua calda sanitaria, avendo dunque il gruppo idraulico
come optional.
La stufa a legna
La stufa sopperisce all'inadeguatezza del camino come mezzo per il riscaldamento soprattutto
nelle regioni pi fredde e nelle zone di montagna.
A differenza del camino la stufa ha il grande vantaggio di poter essere collocata in ogni luogo
all'interno della casa e collegata alla canna fumaria attraverso opportuni tubi per
l'incanalamento dei fumi.
Sebbene le stufe si differenzino molto tra loro, i componenti
principali sono:
- presa daria per lafflusso daria al focolare;
- camera di combustione;
- giri di fumo tra il focolare ed il raccordo fumario;
- intercapedini che riscaldano aria per contato e la immettono
nellambiente per convenzione.
1
I consumi variano a seconda delle dimensioni dellambiente da riscaldare: in linea teorica, per riscaldare un locale di
circa 80 mq occorrono circa 5 kg di legna allora, mentre per riscaldare 200 mq occorrono circa 11 kg di legna allora,
ipotizzando un rendimento dell80%.
251
12. Scambiatore
13. Battifumo
14. Coperchio scambiatore
15. Ceramica refrattaria
Le stufe possono funzionare essenzialmente per:
- conduzione2
- convezione3
- irraggiamento4
Segue una rapida carrellata delle tipologie principali di stufe a legna, di seguito elencate:
1. stufa in muratura intonacata.
2. Stufa in maiolica- kachelofen
3. Stufa in pietra ollare.
4. Stufa-camino in ghisa ed acciaio con rivestimento in ceramica.
5. Stufa-camino tradizionale combinati.
2
Quando due corpi, di cui uno pi caldo rispetto ad un altro, si ha passaggio di calore dal corpo pi caldo a quello pi
freddo; questo passaggio avviene per conduzione quando i due corpi a diversa temperatura sono a contatto tra loro. Ad
esempio, il passaggio di calore che avviene attraverso una parete quando le due facce siano a temperature diverse.
3
La convezione quel particolare modo di propagazione del calore per mezzo del movimento di un fluido che funge da
veicolo.. Si affida la trasmissione del calore al riscaldamento dell'aria ambiente in cui si trova la stufa. L'aria fredda a
contatto con la stufa si riscalda e salendo verso l'alto cede calore e si raffredda iniziando un nuovo ciclo. Appartengono
a questa categoria quelle stufe-caminetto ad aria calda in cui sono previste particolari canalizzazioni per portare l'aria
calda nei vari locali di una casa.
4
L'irraggiamento l'emissione di radiazioni elettromagnetiche di varie lunghezze d'onda (infrarosso) da parte di una
sorgente. Un esempio di riscaldamento per irraggiamento quello del Sole.
Le stufe che sfruttano questo principio (come le stufe in maiolica o quelle in pietra ollare) hanno una camera di
combustione dove viene prodotto calore ad alta temperatura che scalda le pareti della stufa, che accumulano cos una
grande quantit di calore restituito lentamente all'ambiente circostante. L'irraggiamento un sistema di riscaldamento
sano, naturale, igienico e confortevole, che provoca poco movimento dell'aria, non secca l'aria e permette di godere dei
benefici effetti dei raggi infrarossi sul corpo umano
5
Il coefficiente di irradiazione per il mattone di circa 4,61 kcal/m2h, mentre per la piasterella di 4.3-4.4 kcal/ m2h.
252
La stufa costruita in modo da essere auto aspirante per un perfetto tiraggio e non vi alcuna
perdita di fumo al fine di generare una forte immediata combustione a garanzia della veloce
scottatura del giro dei fumi.La forte combustione comunque sempre garantita da legna secca
e sminuzzata o spaccata in parti al fine di consentire il miglior attacco possibile al legname da
parte del fuoco.
Stufa piena con inserto
Funzionamento per irraggiamento e convenzione.
La tecnica moderna permette inoltre di realizzare stufe a sistema misto di irraggiamento e
convenzione.
Di fatto viene inserita nella stufa sopra una camera di combustione in ghisa con o senza vista
fuoco (inserto) che permette un immediato riscaldamento dell'aria per convenzione naturale; il
calore generato viene poi convogliato verso apposite bocchette di uscita della stessa stufa.
Ci permette di accorciare notevolmente i tempi di riscaldamento di partenza dell'ambiente ove
viene posta la stufa, e di aumentare fortemente la potenza della stessa pur se con un aumento
ragionevole dei consumi di legna.
L'inserto pu avere un cristallo per la vista del fuoco con ulteriore beneficio estetico ed
irraggiante6.
Stufa ad aria calda e giri di fumo in ghisa.
Questa stufa funziona principalmente per convenzione.
E' dotata di una superficie di giro dei fumi di grandi dimensioni per consentire immediato
scambio di aria calda per convenzione e minor durata, legata alle superfici minime di accumulo
della maiolica.
Rispetta tutti i principi delle stufe precedenti, accumulo escluso, ed chiaramente ideale per
ambienti ove necessario un riscaldamento rapido.
Tuttavia, tale stufa non sembra sufficiente a garantire la salubrit
dellaria; laria, a temperatura pi elevata, trascina le polveri e riduce
lumidit relativa.
3) Stufa in pietra ollare7.
Inizialmente la stufa in pietra ollare fu molto diffusa in Finlandia e nel
Nord Europa dove la steatite molto abbondante e utilizzata anche
come materiale da costruzione; la casa stessa veniva costruita
intorno alla stufa.
In Italia purtroppo le cave di steatite sono rare.
Le stufe vengono costruite utilizzando lastre di pietra ollare di grosso
spessore al fine di migliorare la capacit di accumulo del calore.
Acquista importanza la direzione del taglio della pietra. Infatti, la
pietra pu essere tagliata in direzione parallela o verticale la venatura
della fibra. In questo modo cambiano le propriet termiche della
pietra stessa favorendo a seconda del taglio la propriet di accumulo
o quella di diffusione del calore. Le stufe in pietra ollare appartengono
alla categoria delle stufe a irraggiamento, cio riscaldano attraverso
calore radiante a luce infrarossa, invisibile ad occhio umano. Le
caratteristiche di accumulo termico che contraddistinguono la pietra
ollare consentono di disperdere la minor quantit di calore possibile,
6
L'inserto un sistema di fuoco a doppia combustione ecologica ove di fatto, oltre alla camera di combustione ove
posta la legna, realizzata una seconda camera di post combustione ove l'altissima temperatura presente favorisce
l'incendio delle parti incombuste presenti nel fumo derivante dalla prima combustione della legna, con beneficio di
aumento della temperatura di combustione e pulizia dei fumi dal residuo umido.
7
La pietra ollare, detta anche pietra saponaria o pietra da sarto una variet di talco, formata dalla composizione
mineraria di magnesite e talco, caratterizzata dalla squamosit e dalla compattezza. Viene usata al posto del gesso per
disegnare sulla lavagna, ma molto pi dura e resistente.
La pietra ollare presenta molte caratteristiche peculiari: resiste al fuoco e al freddo, oltre che agli acidi e alle liscive, non
teme sbalzi di temperatura.
La pietra ollare anche tenera e facilmente lavorabile, motivo per cui viene usata come pietra ornamentale e per
preziosi rivestimento di interni. Presenta un comportamento termico molto buono riuscendo ad accumulare molto pi
calore rispetto ad altri materiali naturali o artificiali e ci ne decret il successo nel campo del riscaldamento. Questo
grazie al suo peso specifico molto elevato (2980 Kg per metro cubo).
253
poich l'aria arriva alla canna fumaria solo dopo aver ceduto buona parte del calore.
Questo garantisce un risparmio energetico elevato.
Infatti soltanto 2-4 ore di fuoco portano la pietra ollare a raggiungere la massima capacit di
accumulo, dopodich la stufa emetter costantemente il calore accumulato per altre 6 - 10 ore,
sotto forma di calore radiante.
La temperatura nella stanza rimane costante ed il calore radiante della pietra ollare genera una
piacevole sensazione di comfort.
4) Stufe-camino a convenzione naturale.
La stufa a caminetto riesce a coniugare le caratteristiche del
caminetto a quelle di una stufa. Pu funzionare dunque per
irraggiamento o per convezione. La diffusione dellaria calda avviene
attraverso griglie o aperture ricavate nella stufa stessa mentre
lafflusso dellaria avviene sia dallesterno sia dallinterno.
Funziona a doppia combustione.
5) Stufe-camino a convenzione forzata.
Vi sono allinterno elettro-ventilatori che migliorano la diffusione del
calore nellambiente e generalmente delle sonde termostatiche che
attivano il sistema di ventilazione meccanica.
Se nelle caldaie tradizionali, a seconda del rendimento medio, buona parte del calore prodotto
viene disperso, con la condensazione si in grado di ridurre in modo evidente il calore
sensibile residuo rendendolo disponibile per il riscaldamento.
Anche il calore di vaporizzazione (il calore latente contenuto nei fumi) pu essere recuperato e
trasmesso allacqua di caldaia.
Ne consegue un rendimento maggiore associato ad un
consumo energetico inferiore8.
Il calore di condensazione riutilizzabile e la condensa
ottenibile variano in funzione dellumidit dellaria, della
temperatura dellaria per la combustione, della
temperatura del sistema di riscaldamento e dellindice
deccesso daria.
La tecnica della condensazione risulta sfruttata appieno
nel riscaldamento a pannelli radianti, poich lavorando
con temperature dellacqua molto basse9, si ottengono
maggiori quantit di condensa.
Leccesso daria nella combustione incide nel processo
produttivo poich il punto di rugiada del vapore dacqua
varia in funzione delleccesso daria e dunque del
contenuto di CO2 nei fumi10.
La caldaia a condensazione ha un costo decisamente pi
alto di quella tradizionale (deve essere resistente alla
8
Il rendimento considera come valore di riferimento il potere calorifico inferiore ovvero, il potere calorifico superiore
meno la quantit di calore di evaporazione presente nel gas di combustione.
Dunque, ne risulta, per le caldaie a condensazione, un rendimento effettivo superiore al 100%.
La differenza tra p.c.s. e p.c.i. varia in funzione del contenuto di idrogeno del combustibile. Tanto pi elevata la
differenza tra i due valori quanto pi possibile sfruttare il calore di condensazione.
Per fare un esempio, una caldaia a condensazione con combustibile metano aumenta il rendimento di circa il 14%. Ne
deriva un rendimento del 104-106%.
La temperatura di condensazione del metano di 10 C superiore a quella del gasolio; ne consegue un maggior
sfruttamento del calore di evaporazione.
Il metano, poi, durante la combustione, non emette anidride solforosa SO2.
La tecnica della condensazione risulta meglio sfruttata (sotto il profilo economico ed ecologico) con il metano.
9
30 40 C di norma.
10
Leccesso daria inversamente proporzionale al punto di rugiada del vapore acqueo.
254
corrosione ed avere una superficie di scambio termico liscia e senza alette, e disposta in modo
tale che la condensa possa defluire al neutralizzatore o alle acque reflue di scarico).
Il sistema di scarico fumi necessita di calcoli particolari per il tiraggio ( possibile una
ventilazione ausiliaria).
Lo smaltimento della condensa risulta complicato giacch la condensa leggermente acida11.
In Italia le caldaie a condensazione non hanno avuto un grande successo commerciale sia per
le problematiche legate allo smaltimento della condensa sia per la complessit del sistema.
Tuttavia ha avuto un buon riscontro nellambito terziario ed in quello condominiale.
11
Non pu, infatti, essere sempre scaricata nelle acque reflue o nella rete fognaria, come prescrivono le normative di
alcuni Paesi europei.
255
I corpi scaldanti
Per ottenere una situazione di benessere termico allinterno di un ambiente, tanto importante
la quantit di calore prodotto quanto la sua qualit.
Ai fini del raggiungimento del comfort termico, lorganismo privilegia lo scambio di calore per
irraggiamento rispetto a quello per convezione o conduzione.
Nonostante ci, la maggior parte dei sistemi di riscaldamento presenti ad oggi nelle case
italiane, utilizzano lo scambio per convezione, scaldando prevalentemente laria che ci
circonda.
I sistemi tradizionali sono di norma costituiti da radiatori in cui circola acqua calda ad una
temperatura compresa tra i 60 e gli 80C. Gli elementi che compongono il radiatore si
scambiano vicendevolmente il calore per irraggiamento, riscaldando tuttavia laria che li
circonda.
Soltanto una minima parte del calore prodotto arriva allambiente per irraggiamento; inoltre,
con questo sistema aumenta la circolazione delle polveri, il consumo di combustibile, e si
riduce lumidit dellaria.
Per sopperire alle carenza, stato introdotto un nuovo sistema basato su elementi radianti
piatti, detti anche piastre radianti.
In questi radiatori circola acqua a temperature inferiori ai 60C riducendo in tal modo i moti
convettivi dellaria. Pi del 50% del calore prodotto viene trasmesso per via radiante.
Esistono tuttavia altri sistemi per la diffusione del calore, i corpi scaldanti.
Il riscaldamento avviene prevalentemente per irraggiamento di calore e non per circolazione di
aria calda in modo che il sistema di riscaldamento non pregiudichi in alcun modo il comfort
ambientale.
Vengono di seguito descritti alcuni sistemi alternativi di riscaldamento:
- la parete radiante ad ipocausto;
- la parete radiante in mattoni cavi;
- la parete radiante con tubi capillari;
- la parete radiante con tubi in rame;
- convettori a battiscopa.
250
I corpi scaldanti Parete radiante ad ipocausto
Le pareti radianti possono essere realizzate anche mediante tubi in rame o particolari plastiche
in cui circola il fluido termovettore riscaldato.
Esistono attualmente due differenti tipologie di pareti radianti in mattoni cavi, che saranno di
seguito illustrate.
La prima prevede speciali mattoni in argilla scanalati in modo tale da
potervi inserire un tubo di piccole dimensioni.
Il mattone inoltre fornito di foro nella parte inferiore per poter far
passare le canalizzazioni elettriche o idriche.
Di norma la parete radiante pu essere costruita a ridosso di una
muratura perimetrale che presenti buon isolamento termico, oppure
pu costituire la parete divisoria tra due ambienti in modo tale da
fornire il riscaldamento ad entrambi gli ambienti.
Il sistema cos composto di tubo e mattone, viene ricoperto con una
speciale malta che garantisce la trasmissione del calore.
La temperatura dellacqua nella parete pu in linea teorica andare
oltre i 50C senza problemi di asimmetria della temperatura che pu
essere controllata da un termostato.
Per quanto concerne limpiantistica, per ottenere la resa termica
effettiva, ogni parete radiante viene collegata da apposita tubazione di andata e ritorno con
associati tubi di diametro adeguato alla portata. Tali tubazioni fanno capo a collettori di
distribuzione.
Laltro sistema di riscaldamento a parete in mattoni cavi, prevede invece un tubo di rame
piegato a serpentina, fissato ad incastro su un pannello isolante.
Il tubo in rame viene ricoperto da una speciale malta e su di esso sar posizionata la rete porta
intonaco, e successivamente lintonaco di calce o gesso o le piastrelle.
251
I corpi scaldanti Parete radiante con tubi capillari
1
Questa norma specifica i requisiti, le prove, i metodi di prova e le condizioni di fornitura per i tubi in rame. Essa
applicabile ai tubi tondi di rame senza saldatura con diametri esterni da 6mm fino a 267mm per:
- reti di distribuzione di acqua calda e fredda;
- sistemi di riscaldamento ad acqua calda compresi i pannelli radianti;
- distribuzione domestica di combustibili liquidi e gassosi;
- acque di scarico degli impianti sanitari.
La norma anche applicabile ai tubi tondi di rame senza saldatura destinati ad essere preisolati prima delluso in
qualsiasi delle suddette applicazioni.
252
I corpi scaldanti Convettori a battiscopa
Un sistema di riscaldamento molto usato soprattutto nei Paesi nordici quello a battiscopa che
formato sostanzialmente da un tubo di rame di circa 25mm di diametro, posto nell'angolo tra
il pavimento e la parete pi fredda, infilato in tante lamelle radianti, distanti tra loro uno o due
centimetri.
La striscia di parete dietro il tubo isolata.
All'interno scorre acqua con temperatura che va dai 50C agli
80C, idonea all'accoppiamento con pannelli solari.
L'aria sale in strato laminare a contatto con la parete
riscaldandola e riuscendo ad ottenere una situazione di
equilibrio termico all'altezza di un metro e mezzo - due.
Si evita in questo modo la dispersione di calore a livello del
soffitto con la conseguenza di un risparmio energetico di
circa il 20%.
La parete rester pi asciutta evitando la formazione di
muffe ed aumentando il potere di isolamento.
Gli aspetti negativi sono la lentezza di entrata in esercizio e
la possibile formazione di campi elettromagnetici su percorsi metallici con acqua corrente.
253
La pompa di calore
Il nostro pianeta assorbe circa il 47% dellenergia che riceve dal Sole (pi di 500 volte
lenergia di cui il genere umano necessiti ogni anno) e la mantiene in forma di energia pulita
e rinnovabile.
Un modo per sfruttare tale energia costituito dalla pompa di calore, che rende possibile il
condizionamento dellaria con un ridotto impatto
ambientale.
La pompa di calore una macchina in grado di
trasferire calore, da un corpo a temperatura pi
bassa (sorgente fredda) ad un corpo a temperatura
pi alta (pozzo caldo);opera per la produzione
d'acqua calda con lo stesso principio del frigorifero e
del condizionatore d'aria.
Sono definiti sorgente fredda1 il mezzo da cui si
estrae calore, e pozzo caldo laria o lacqua da
riscaldare.
Genericamente il calore reso dalla pompa di calore
pari allenergia fornita alla macchina per il suo
funzionamento (generalmente ad energia elettrica)
sommato al calore trasferito (o pompato) dalla
macchina stessa dall'esterno all'interno.
L'efficienza di una pompa di calore misurata dal
coefficiente di prestazione "COP", dato dal rapporto
tra energia resa (calore ceduto al mezzo da
riscaldare) ed energia elettrica consumata.
Per fare un esempio, un valore di COP pari a tre vuol
dire che per ogni kWh d'energia elettrica consumato,
la pompa di calore render 3 KWh d'energia termica
all'ambiente da riscaldare ( dei tre resi, uno sar
prodotto da energia elettrica, i restanti due prelevati
invece dallambiente esterno).
Tenendo conto della gratuit dell'energia prelevata
dall'ambiente esterno, si pu facilmente affermare
che l'efficienza della pompa di calore del 300 per
cento.
In realt, per una valutazione pi corretta, occorre
ovviamente considerare anche l'energia necessaria a
produrre il chilowattora consumato dall'apparecchio,
tenendo conto dei rendimenti della catena di
produzione, trasporto e distribuzione dell'energia
elettrica.
1
Tra le sorgenti fredde ricordiamo laria o lacqua
260
Questa energia proviene in parte da fonti rinnovabili e, per la maggior parte (70% circa),
dalle centrali termoelettriche che bruciano combustibile.
Comunque la pompa di calore offre la possibilit di
utilizzare le differenti fonti energetiche, con
rendimenti complessivi medi annuali compresi tra il
110 ed i 140 per cento (gli attuali impianti a caldaia
presentano rendimenti di produzione medi stagionali
inferiori all80%).
Il COP di una pompa di calore funzione del modello,
delle condizioni climatiche e del funzionamento
dell'impianto ed tanto maggiore quanto pi bassa
la differenza di temperatura tra l'ambiente da
riscaldare e la sorgente di calore.
Il rendimento ha valori prossimi a 3 quando si
utilizza l'aria esterna, a temperature non inferiori ai
4-5C e valori pi elevati quando si utilizzano
l'acqua, il terreno, o anche laria interna prima di
aver effettuato il ricircolo.
Nel calcolare il COP effettivo di un impianto sono inoltre da computare i consumi elettrici dei
dispositivi ausiliari come pompe, ventilatori e resistenze di sbrinamento.
Le moderne pompe di calore hanno la possibilit di considerare, a seconda delle esigenze,
uno stesso ambiente sia come pozzo caldo sia come sorgente di calore.
Sono utilizzabili tanto in estate quanto in inverno e rappresentano il sistema da preferire
senz'altro quando si desidera, o necessario, il condizionamento estivo.
La pompa di calore formata da un circuito chiuso,
percorso da uno speciale fluido frigorigeno che, al
mutare delle condizioni di temperatura e di
pressione, assume lo stato liquido o di vapore.
Il fluido frigorigeno viene fatto evaporare in una
serpentina posta nella sorgente fredda dalla quale
assorbe il calore necessario all'evaporazione.
Successivamente viene compresso ed in questo
processo la temperatura del fluido aumenta fino a
raggiungere un valore pi alto di quello del pozzo
caldo, (in questa fase si cede energia alla pompa).
Il fluido viene poi fatto condensare nella serpentina
posta nel pozzo caldo al quale cede il calore assorbito
dalla sorgente fredda, sommato al calore che ha
ricevuto durante la compressione.
Il fluido, allo stato liquido, passando attraverso una
valvola d'espansione si trasforma parzialmente in
vapore e si raffredda, raggiungendo una temperatura
pi bassa di quella della sorgente fredda.
Ritornato a questo punto nell'evaporatore, completa
l'evaporazione e ricomincia il ciclo.2
2
Essa si compone essenzialmente di un circuito sigillato all'interno, nel quale un gas, normalmente Freon R22,
compie un intero ciclo termodinamico, detto di Carnot, che consiste in pratica in una compressione quasi adiabatica
(a volume praticamente costante) avvenendo in un compressore volumetrico di tipo ermetico.
Il motore elettrico di trascinamento e il compressore sono inglobati in un unico contenitore ermetico,
completamente isolato termicamente, in modo da ridurre le dispersioni di calore verso l'esterno; naturalmente il
contenitore ermetico contiene anche l'olio per la lubrificazione del compressore medesimo.
261
Nell'utilizzo della pompa di calore per riscaldamento ambiente, le principali sorgenti fredde
dalle quali estrarre il calore gratuito sono:
L'aria
- esterna al locale dove installata la pompa di calore;
- estratta dal locale dove installata la pompa di calore.
L'acqua
- di falda, di fiume, di lago, presente in prossimit dei locali da riscaldare e a ridotta
profondit;
- accumulata in serbatoi e riscaldata da collettori solari.
Il terreno nel quale possono sotterrarsi apposite tubazioni collegate all'evaporatore.
A seconda delle combinazioni delle sorgenti fredde disponibili e del fluido (acqua o aria)
usato per la distribuzione del calore negli ambienti, si possono avere pompe di calore:
1. aria-aria;
2. aria-acqua;
3. acqua-aria;
4. acqua-acqua;
5. terra-aria;
6. terra-acqua.
L'aria come sorgente fredda ha il vantaggio d'essere disponibile ovunque; tuttavia la
potenza resa dalla pompa di calore diminuisce con la temperatura della sorgente fredda.
Nel caso si utilizzi l'aria esterna, necessario (intorno ai 4-5C), un sistema di sbrinamento
che comporta un ulteriore consumo d'energia elettrica.
In definitiva l'efficienza della pompa di calore si abbassa quando la temperatura dell'aria
esterna scende al di sotto di 5C fin quando potr rendersene conveniente lo spegnimento.
Pi vantaggioso, naturalmente, l'impiego dell'aria interna, viziata ma tiepida, da
rinnovare.
Durante la prima fase del ciclo, detta compressione, il freon aumenta di pressione e di temperatura con un
incremento del proprio contenuto entalpico; nella seconda fase il freon attraversa uno scambiatore, detto
condensatore, nel quale viene a contatto con l'acqua o l'aria, cedendo loro in contro corrente il calore immagazzinato
nelle due fasi precedenti.
L'acqua o l'aria cos riscaldate sono utilizzate come fluido vettore per il riscaldamento di locali o di acqua sanitaria.
Nella terza fase del ciclo termodinamico, il freon attraversa una valvola di espansione ove subisce un processo di
"laminazione" ed una conseguente riduzione di pressione e quindi un calo della temperatura. Questo cambiamento di
stato da gas a liquido utilizzato nell'evaporazione (quarta fase) dove il freon si trover a temperature molto basse,
tali da permettergli di assorbire calore dal fluido vettore esterno apportatore di energia.
Nel caso questo sia aria, essa viene aspirata a temperatura ambiente e convogliata sull'evaporazione mediante un
ventilatore, preferibilmente assiale. L'aria viene cos raffreddata di 4 - 6 centigradi ed espulsa, mentre il freon ne
assorbe il calore evaporando nuovamente e torna al compressore per riprendere il ciclo descritto.
Riassumendo:
1) nella fase di evaporazione il freon assorbe calore sottraendolo all'aria o ad altro mezzo;
2) nella fase di compressione il freon (stato gassoso) assorbe ulteriore calore per conversione di lavoro
meccanico-termico.
3) nella fase di condensazione il freon cede il calore assorbito nelle due fasi precedenti, all'acqua o all'aria
vettori;
4) nella fase di espansione il freon riduce la propria pressione e temperatura (stato liquido).
(FONTE ISES)
262
L'acqua, come sorgente fredda, garantisce ottime
prestazioni della pompa di calore, senza risentire delle
condizioni climatiche esterne; il suo utilizzo pu richiedere
un leggero costo addizionale dovuto al sistema
d'adduzione.
Anche il terreno, usato come sorgente fredda, ha il
vantaggio di subire minori sbalzi di temperatura rispetto
all'aria. Le tubazioni orizzontali vanno interrate ad una
profondit minima da 1 a 1,5 m per non risentire troppo
delle variazioni di temperatura dell'aria esterna e
mantenere i benefici effetti dell'insolazione. Questa
soluzione per costosa sia per il terreno necessario sia
per la complessit dell'impianto.
263
Lo schema sottostante pu fornire unidea approssimativa dei sopracitati fabbisogni.
264
La pompa di calore Convenienza di una pompa di calore
265
Il riscaldamento del condominio
1
Per potenza termica si intende la quantit di energia che il combustibile sviluppa in unora nella camera di
combustione.
2
Per potenza termica utile si intende lenergia trasferita al fluido termovettore nellunit di tempo (ora).
3
La normativa prevede un valore minimo del rendimento utile sia per il funzionamento a regime sia per un
funzionamento al 30%.
4
Se poste allinterno dellabitazione, tali caldaie non devono in alcun modo essere installate in bagno o in camera da
letto.
5
Si sottolinea, a tal proposito, che i modelli pi recenti sono, appunto, dotati di alette e setti interni atti ad aumentarne la
superficie di scambio.
6
Questo aspetto infatti andrebbe debitamente calcolato ai fini dellestimo immobiliare.
266
principali differenze tra le due tipologie di riscaldamento, che rendono tutto sommato
preferibile limpianto centralizzato.
In modo molto schematico si analizzano i vantaggi del centralizzato rispetto allautonomo:
- il costo di un unico impianto, sebbene di dimensioni maggiori risulta minore;
- negli impianti centralizzati possibile far ricorso a fonti energetiche differenti (quali per
esempio metano, gas liquido o gasolio) mentre in un impianto autonomo lunico combustibile
che si adatti risulta essere il metano.
- il rendimento termico di una caldaia centralizzata migliore della sommatoria di ciascuna
caldaia, stesso discorso per la potenza termica necessaria7;
- le spese di manutenzione risultano essere minori in un sistema centralizzato e la vita utile
della caldaia pi lunga;
- limpianto pi sicuro e la responsabilit e gestione sono delegati allamministratore dello
stabile.
Esiste tuttavia una terza possibilit che integra i due differenti sistemi; si parler
dunque di contabilizzazione individuale del calore con la possibilit di gestire
autonomamente le temperature dellappartamento.
Senza la presenza di una caldaia, possibile provvedere alla regolazione della
climatizzazione interna, con la possibilit di variare le temperature sino a 20C
nellarco delle intere 24 ore.
Risulta dunque ben pi conveniente procedere allinstallazione dei contabilizzatori
piuttosto che convertire lintero sistema da centralizzato ad autonomo.
Come nel caso del riscaldamento individuale, si paga esclusivamente in
riferimento ai reali consumi.
Anche i condomini con impianti a colonne montanti possono convertire limpianto
ed inserire la contabilizzazione attraverso un ripartitore di calore che registra il quantitativo di
calore emesso nel tempo.
Si applica sui radiatori assieme ad una valvola termostatica che
consente la regolazione termica degli ambienti.
Qualora invece ledificio sia di pi recente edificazione e preveda
unimpiantistica a zone ( o orizzontale ) , si applica un contatore di
calore alla cassetta del collettore di ciascuna utenza, che misuri
lenergia termica consumata non pi dal singolo radiatore ma dalla
intera unit immobiliare.
7
Per potenza termica si intende il lavoro prodotto nellunit di tempo da una fonte di calore.
267
Impianto a colonne montanti Impianto orizzontale
Nonostante vi sia la ripartizione dei costi, esiste tuttavia una quota fissa, indipendente dalla
quantit di energia consumata. L incidenza di tale costo fisso pu variare tra il 20% ed il 50%
del costo totale delledificio del riscaldamento.
Laliquota viene stabilita dai condomini.
Il contatore di calore un apparecchio elettronico applicato,
come si diceva precedentemente, ai singoli collettori ed
formato da una unit volumetrica che rileva il valore della
portata dacqua dellimpianto ( sul tubo di ritorno ), due
sonde di temperatura ( da installare su entrambi i tubi di
mandata e di ritorno ) che rilevano la differenza di
temperatura, ed infine da una unit di calcolo che elabora i
dati ed esprime i valori dellenergia fornita dallimpianto. In
genere si usa anche una valvola motorizzata a tre vie
comandata da un cronotermostato ambiente.
Il ripartitore di calore invece, come precedentemente
illustrato, viene applicato al radiatore di cui ne contabilizza
lenergia e consente la lettura su display della quantit
termica utilizzata. Al suo interno vi un dispositivo di autodiagnosi che rileva il funzionamento
del ripartitore stesso.
La lettura dei consumi pu essere effettuata nei seguenti modi:
- lettura diretta;
- lettura centralizzata via radio con una memory card che rileva i
dati di tutti i singoli apparecchi;
- lettura centralizzata via radio con modem.
Sia negli impianti centralizzati sia in quelli autonomi poi
possibile riuscire a programmare in modo pi efficace la
temperatura nellarco della giornata attraverso il cronotermostato che riesce a mantenere la
temperatura costante indipendentemente dalla temperatura esterna.
Esistono delle valvole termostatiche, collocate sui radiatori al posto delle tradizionali valvole
manuali, che regolano l'afflusso di acqua calda in base alla temperatura selezionata. Tale
valvola si chiude quando la temperatura quella richiesta e dirotta lacqua calda verso i
radiatori con temperatura inferiore.
A livello di condominio questo sistema tende a distribuire la temperatura; quando infatti la
temperatura dei piani superiori arriva a 20C, le valvole chiudono i radiatori consentendo un
268
maggior afflusso da acqua calda i piani freddi. Il risparmio di calore che si pu ottenere con
luso delle valvole termostatiche pu raggiungere e superare il 20%.
Le valvole termostatiche
Le valvole termostatiche sono composte da:
1. un elemento idraulico che si installa in luogo della tradizionale
valvola dintercettazione del radiatore.
2. un elemento che aziona la valvola che modula lapertura
dellotturatore in modo che la temperatura media del corpo
scaldante provochi unemissione termica in equilibrio con le
dispersioni termiche localizzate.
3. una sonda che misura la temperatura e mette in funzione la
valvola.
269
Il contratto servizio energia
Il Contratto Servizio Energia uno strumento contrattuale, previsto dal DPR 412/93 che ha
come obiettivo lo sviluppo e la promozione del risparmio energetico nellambito del
riscaldamento degli edifici.
Tale normativa unisce il concetto di comfort e risparmio energetico, vedendo nel risparmio
energetico uno strumento per la creazione del comfort stesso.
In ragione di ci al contratto servizio energia si applica laliquota ridotta del 10%.
Per poter applicare tale aliquota ridotta il contratto servizio energia deve possedere alcuni
requisiti, riportati di seguito schematicamente.
Obiettivo- La nuova soluzione adottata deve garantire il miglioramento del processo
produttivo energetico con lammodernamento dellimpianto termico, luso razionale dellenergia
prodotta, il comfort termico desiderato dallutenza, la riduzione dellinquinamento ambientale e
non per ultimo gli standard previsti dalla legge.
Requisiti dellimpresa- Limpresa, per poter stipulare il contratto energetico di cui sopra, deve
diventare terzo responsabile della centrale termica, possedere adeguate capacit tecniche,
organizzative ed economiche, unitamente allabilitazione professionale; non pu fornire il
combustibile e deve estendere la sua attivit e responsabilit sullintero ciclo produttivo (
produzione, distribuzione, emissione e regolazione ).
Acquisto del combustibile-Il combustibile della centrale termica acquistato dallimpresa
titolare del contratto energetico.
Misurazione e contabilizzazione del calore-Con il contratto servizio energia il condominio
acquista dal Gestore lacqua calda ( o laria calda ) prodotta nella centrale termica delledificio,
misurando i consumi con contatori di calore.
Il contatore di calore lo strumento fiscale di controllo e dunque il gestore deve garantirne
laffidabilit ( ovviamente deve avere taratura iniziale ) e la conformit alle normative vigenti.
Aree antagoniste-Si formano due aree di interesse antagoniste che contribuiscono ad evitare
sprechi e speculazioni. Queste due aree sono:
- Area del gestore che produce il calore.
- Area degli utenti che utilizzano il calore.
Come si evince entrambi i soggetti (condominio e gestore) hanno interesse nel risparmio
energetico.
Determinazione della tariffa del calore consumato- La tariffa viene determinata dal seguente
rapporto:
Tariffa = costo annuale del combustibile / kWh annuali di calore consumati=EURO/kWh.
Diagnosi energetica delledificio-Per effettuare il contratto servizio energia obbligatoria una
analisi preventiva delledificio sotto il profilo energetico. Tale analisi risulta fondamentale per
conoscere il comportamento termodinamico delledificio e risulta indispensabile per valutare la
redditivit degli investimenti.
Coefficiente di consumo specifico- Al termine del primo anno di gestione, limpresa deve
stabilire il coefficiente di consumo specifico che servir da benchmark per i consumi e gli
interventi sul risparmio energetico.
Interventi sul sistema edificio-impianto- nel capitolato dappalto devono essere previsti gli
interventi atti ad incrementare il sistema energetico.
Annotazioni sul libretto di centrale degli interventi effettuati- Esiste ovviamente lobbligo di
annotare gli interventi effettuati a disposizione degli organismi di controllo. E un documento
fiscale nonch la prova documentale dellavvenuta e corretta esecuzione degli interventi.
Negli anni precedenti sono stati redatti alcuni contratti, simili apparentemente al contratto
servizio energia da cui per, in realt, si discostano molto ( non si applica infatti la aliquota del
10%).
Per citarne qualcuno:
Contratto forfettario: il Gestore propone una quota annua di riscaldamento alledificio
determinata rispetto agli anni precedenti. Sono compresi nella quota il combustibile, la
manutenzione e la responsabilit civile e panale assunta dal Gestore.
Contratto a gradi giorno: in questo caso la tariffa proposta dal Gestore espressa in
gradi/giorno. La spesa finale sar la risultante della quota di gradi/giorno consumata
moltiplicata per la tariffa concordata.
Contratto a ore calore: si parla in questo contratto di euro/ore di calore. Sono compresi i costi
del combustibile ma non quelli di manutenzione e responsabilit.
270
Il contratto servizio energia si applica al riscadamento per uso domestico o assimilato alluso
domestico (qualora non si possa distinguere tra uso domestico ed uso domestico assimilato si
applicher laliquota abituale del 20%). Tra il domestico assimilato sono annoverati:
1. scuole
2. asili
3. caserme
4. case di riposo
5. conventi
6. istituti correzionali
Nellambito dei condomini giacch le perdite di calore si localizzano sia a monte sia a valle, per
migliorare la situazione possono essere fatti i seguenti interventi migliorativi:
- miglioramento dellefficienza della centrale termica;
- introduzione di contabilizzazione individuale e termoregolazione;
- integrazione della centrale termica attraverso fonti di energia rinnovabili;
- utilizzo di sistemi tecnologici innovativi sia quanto a produzione sia quanto a
distribuzione/utilizzo;
Il costo dellinvestimento, come visto in precedenza, si ripaga in primo luogo con la riduzione
dellaliquota IVA al 10%, in secondo luogo, con il risparmio energetico.
Nella successiva tabella, verr evidenziato come per avere 100 si debba acquistare tre volte
tanto (300); dopo gli investimenti migliorativi per avere 100 lacquisto sar soltanto di 130.
I 173 punti percentuali rappresentano lammortamento disponibile al condominio per
linvestimento effettuato.
271
Illuminazione ad alta efficienza
1
Unit di misura del flusso luminoso, corrispondente al flusso emesso, per unit di angolo solido, da una sorgente
puntiforme, avente nelle direzioni comprese in tale angolo solido lintensit luminosa di una candela. (Zingarelli 2003).
2
Si definisce luce calda quella luce avente temperatura di colore compresa tra i 2000 e 3000 K.
Le luci a tonalit bianca hanno invece temperatura di colore compresa tra 3000 e 500 K, mentre le luci a tonalit fredda,
hanno una temperatura di colore superiore a 5000K.
E consigliato luso di tonalit calde o bianche; se si fa ricorso a quelle a luce fredda buona norma sovradimensionare
i valori di illuminazione richiesti
272
Per contro, la loro luce abbastanza inquinante poich composta da emissioni di tutte le
lunghezze donda nel visibile e nelle bande vicine, sebbene di potenze non elevate.4
Una lampadina ad incandescenza da 150 watt emette circa 2000 lumen ovvero 13 lumen per
ogni watt assorbito(efficienza luminosa)5.
La durata di vita media ridotta ed equivale a circa 1000 ore6.
Sebbene questo tipo di lampada abbia il minor costo iniziale, in unottica di lungo periodo
risulta essere linvestimento meno redditizio giacch, come evidenziato precedentemente,
lefficienza luminosa appare abbastanza bassa.
Limpiego delle lampade ad incandescenza pu diventare economicamente vantaggioso solo
quando sono richieste frequenti accensioni di brevissima durata, per tempi complessivi non
superiori a circa 100 ore/anno. In tali casi, il maggior consumo perde importanza rispetto al
minor costo di acquisto ed installazione.
Tra la lampade ad incandescenza sono annoverate anche lampade a
riflettore incorporato.
Si differenziano dal modello sopra descritto in quanto una parte
dellampolla del tutto coperta da uno strato di speciali sostanze
che riflettono la luce emessa dal filamento di tungsteno
incandescente.
Esiste una grande variet di tali lampade, per citarne qualcuna, si
trova la tipologia a vetro soffiato e quella a vetro pressato, che
differiscono per resistenza meccanica; la tipologia a fascio
largo(flood) oppure a fascio stretto (spot).
Una corretta scelta tra le differenti tipologie, sulla base dellintensit
luminosa del flusso, consente di ottenere nella zona desiderata lo stesso illuminamento con un
consumo di energia decisamente minore.
La vita media delle lampade a riflettore incorporato oscilla tra le 1500 e le 2000 ore.
Anche le lampade alogene rientrano nella tipologia ad incandescenza e dunque sfruttano il
medesimo principio.
Nel bulbo sono introdotte piccole quantit di alogeno( normalmente iodio) che danno luogo ad
un processo in cui si forma un composto gassoso che ricadendo, riporta il tungsteno
volatilizzato direttamente sul filamento, creando in tal modo un processo di rigenerazione7.
Esistono in commercio svariati modelli, anche con dimensioni ridotte o con attacco alla Edison,
o anche alimentabili a bassa tensione.
In questo caso le alogene possono essere dotate anche di specchio ellittico, parabolico o
dicroico.
Anche le lampade alogene hanno accensione immediata, non richiedono apparecchiature
ausiliarie ( possibile tuttavia far ricorso ad un variatore) ed hanno unottima resa dei colori
(IRC=100).
Hanno una efficienza luminosa superiore alle normali lampade ad incandescenza (16/25
lumen/W) ed una vita doppia (2000 ore), ma hanno un costo decisamente pi elevato ed una
maggiore temperatura di funzionamento.
La temperatura di colore va dai 2900 ai 3000K (luce a tonalit calda).
3
Lindice di resa cromatica (Ra) definisce in che misura la luce emessa da una sorgente luminosa consente di
apprezzare le sfumature di colore degli oggetti illuminati. Una resa cromatica tra 85 e 100 viene considerata ottima,
buona se compresa tra 85 e 70 e discreta tra i 50 ed i 70.
4
Per completezza bene ricordare che per le norme antinquinamento, ove previste, le lampade ad incandescenza sono
state vietate nellilluminazione notturna.
5
Lefficienza luminosa appunto il rapporto tra il flusso luminoso e la potenza elettrica assorbita.
Due lampade di diverso tipo possono assorbire la stessa potenza ma emettere un flusso luminoso differente.
Quella che emette un flusso luminoso maggiore ha una maggiore efficienza luminosa.
6
Per durata di vita media economica si intende il periodo, espresso in ore di funzionamento, dopo il quale,
considerando un numero medio di accensioni/spegnimenti medi pari ad 8 nelle 24 ore, il 70% delle lampade presenta un
decadimento del flusso luminoso o addirittura cessa di funzionare.
7
Nelle lampade ad incandescenza tradizionali invece il tungsteno volatilizzato va a depositarsi sul bulbo annerendolo.
273
Nel caso di potenze non
troppo elevate (intorno ai 100
watt o anche meno) e per
illuminazione diretta, le
alogene hanno anche un
minor consumo energetico;
negli altri casi, generalmente
il consumo maggiore poich
si da tradizionalmente ricorso
ad illuminazioni indirette.
274
Lampade fluorescenti tubolari
In base al tipo di sostanza fluorescente varia la qualit della luce emessa: generalmente
queste lampade sono sconsigliate per applicazioni domestiche o in uffici poich il costo della
lampada direttamente proporzionale a quello del fluorescente utilizzato appunto.
Quanto allefficienza invece, le lampade a fluorescenza tubolari sono molto vantaggiose poich
presentano un rendimento di circa 90 lumen/watt.
Anche la durata di vita media risulta essere quasi imparagonabile ad una lampada ad
incandescenza tradizionale, dato che di circa 10000 ore.
Inoltre per lalimentazione, questo tipo di lampada necessita di un reattore per limitare il
valore della corrente e di uno starter per facilitare linnesco della carica creando una tensione
di innesco.
La durata risente del numero di accensioni e le basse temperature possono ridurne
sensibilmente il flusso.
Lampade tubolari fluorescenti ad alta frequenza
Prendono il nome dal reattore che le alimenta che in questo caso elettronico ad alta
frequenza.
La durata di vita media di circa 12000 ore e lefficienza luminosa di circa 100 lumen/watt.
Il risparmio energetico del sistema, rispetto ad una lampada convenzionale, del 25% circa,
altri vantaggi sono sicuramente lassenza di sfarfallamento, laccensione istantanea senza
lausilio di uno starter e la possibilit di regolare il flusso luminoso attraverso un dispositivo-
dimming. La regolazione pu essere manuale attraverso un potenziometro oppure automatico
attraverso fotocellule; questultimo consente di mantenere un illuminamento prestabilito sia al
variare della luce durante il giorno, sia di adeguare lilluminamento al progredire della vita utile
della lampada.
Lampade fluorescenti compatte e lampade fluorescenti compatte integrate elettroniche
Le apparecchiature ausiliarie, di tipo elettronico, fanno parte integrante della lampada stessa,
che pu essere avvitata come una normale lampada ad incandescenza.
Lefficienza luminosa (da 40 a 60 lumen/watt) e la durata (10000 ore) sono simili a quelle delle
lampade fluorescenti normali, tuttavia le dimensioni notevolmente inferiori, poich il tubo
appare ripiegato su se stesso pi volte.
In questo modo oltre ad abbattere sensibilmente i consumi energetici, si ha un risparmio
massiccio (circa il 70%) rispetto ad una lampada ad incandescenza.
Questa tipologia, poich accensioni/spegnimenti superiori alle 10 volte nelle 24 ore possono
ridurne sensibilmente la durata, indicata laddove vi sia necessit di uso prolungato senza
accensioni troppo frequenti, sia in ambito domestico (cucine) sia in spazi di lavoro.
Non possono essere utilizzate con regolatori di luce.
275
Lampade ad alogenuri metallici
Di seguito sono elencate in modo molto schematico alcune delle
caratteristiche di queste lampade che, per complessit non rientrano
nella trattazione.
- Lampade al sodio a bassa pressione:
efficienza luminosa di 200 lumen/watt, la tipologia di lampada che
raggiunge la migliore efficienza ma non consente la percezione dei
colori.
- Lampade al sodio ad alta pressione:
efficienza di 130 lumen/watt, sono tuttavia inquinanti.
- Lampade agli joduri metallici
- Lampade ai vapori di mercurio
276
Illuminazione ad alta efficienza Le lampade ad induzione
Presentate dalla Philips nel 1990 saranno probabilmente le lampade del futuro.
Sono basate, ancora, sulla scarica di gas, per, la ionizzazione avviene senza la presenza di
elettrodi ma grazie ad un circuito alimentato da un generatore elettronico ad alta frequanza
(2.65 MHz).
Al loro interno contenuta una miscela di mercurio e gas raro.
Hanno periodi di funzionamento dellordine di 60.000 ore.
Pregi delle lampade ad induzione:
- accensione rapida;
- durata elevatissima (10 volte circa le altre lampade);
- possibilit di regolazione del flusso luminoso;
- eliminazione di qualsiasi disturbo e eventuale
indipendenza dalla rete di distribuzione;
- eliminazione del fenomeno di "sfarfallamento" della
luce.
Difetti delle lampade ad induzione:
- costo elevato;
- efficienza luminosa non elevata (64 lm/w).
Le lampade solari
A differenza delle lampade convenzionali questa tipologia di luci usa tecnologia LED (diodi
luminosi) anche usati nella tecnologia dei semiconduttori. Questo significa:
- vita lunghissima (circa 100,000 ore);
- robustezza alle basse temperature;
- robustezza agli urti;
- basso consumo energetico;
- efficienza incrementata fino al 50%.
Durante il giorno l'energia del sole usata per ricaricare la
batteria del lampioncino senza costi. Di notte la lampada si
accende automaticamente grazie ad un sensore crepuscolare
Lo stato di carica della batteria dipende infatti dall'intensit della
luce solare.
E' possibile agire sul selettore per abbassare la luminosit della
lampada quando il cielo coperto o in inverno. Cos l'energia
accumulata viene erogata fino a 4 ore.
Il modulo fotovoltaico staccabile permette di posizionare il
lampioncino dove serve illuminare e di spostare la cella solare fino a distanze notevoli.
Il collegamento avviene per mezzo di un cavetto..
Il modulo fotovoltaico composto da potenti celle solari. L'orientamento ideale per la massima
efficienza il sud; inclinare il modulo fotovoltaico verso il sole sull'orizzonte permetter di
captare anche il raggio pi debole.
Per una pi rapida comprensione del risparmio economico fornito dalle differenti tipologie di
lampade, viene di seguito riportato uno schema sintetico dove sono comparate le varie scelte
progettuali.
277
278
Illuminazione ad alta efficienza Apparecchi illuminanti
Gli apparecchi illuminanti costituiscono linvolucro che contiene la sorgente luminosa ed hanno
due funzioni essenziali:
a) indirizzare in modo opportuno il flusso emesso dalle sorgenti luminose:
si ottiene realizzando lapparecchio con opportune forme geometriche e sfruttando
adeguatamente le propriet ottiche di riflessione, rifrazione e diffusione possedute dai
materiali costituenti.
b) proteggere le sorgenti luminose dagli agenti esterni (polvere, acqua, ecc.)
Gli apparecchi illuminanti sono costituiti fondamentalmente da 3 parti: la carenatura, il gruppo
elettrico ed il gruppo ottico.
La carenatura, in metallo o materiale plastico, ha la funzione di proteggere le lampade dagli
agenti atmosferici e dalla polvere. Il grado di protezione espresso mediante un indice (IP)
costituito da 2 numeri indicativi, rispettivamente, dalla tenuta alle infiltrazioni di polvere (da 0
a 6) e a quelle dellacqua da (da 0 a 8).
Il gruppo elettrico la parte funzionale dellapparecchiatura. E formato dalla lampada, dal
portalampada, dagli eventuali ausiliari di alimentazione (reattore, accenditore), dal
condensatore di rifasamento, dal fusibile e dalla morsettiera.
Gli apparecchi per illuminazione stradale sono anche dotati di dispositivo che permette di
regolare in maniera semplice e rapida la posizione delle lampade, in funzione della potenza e
delle dimensioni.
Il gruppo ottico ha invece la funzione di indirizzare il flusso luminoso emesso dalla lampada
sulla superficie da illuminare. Fanno parte del gruppo ottico il riflettore e il rifrattore-diffusore o
la coppa di chiusura.
Dalla qualit del gruppo ottico dipende il rendimento luminoso dellapparecchio di
illuminazione.
Le caratteristiche illuminotecniche generalmente fornite dai produttori sono le seguenti:
- curva fotometrica;
- diagramma isolux;
- rendimento luminoso.
Curva fotometrica
Rappresenta il diagramma polare dellintensit luminosa (cd) al variare della direzione, su un
determinato piano. A titolo desempio, per gli apparecchi dilluminazione stradale, avendo
questi distribuzione luminosa asimmetrica, si fa riferimento alle curve fotometriche sul piano
verticale parallelo alla strada, su quello ortogonale alla stessa e sul piano dove si ha lintensit
luminosa massima).
Diagramma isolux
La curva che unisce i punti del piano orizzontale con un medesimo illuminamento detta curva
isolux.
Il diagramma isolux di un apparecchio di illuminazione costituito dallinsieme di curve isolux
relative a quellapparecchio, supposto installato ad una data altezza, con un certo angolo a sul
piano orizzontale e con un flusso luminoso F. Mediante dei fattori correttivi, che tengono conto
dellaltezza di installazione effettiva e del flusso luminoso effettivo, si pu poi ricavare il
diagramma isolux reale della specifica applicazione che si sta considerando.
Con i diagrammi isolux si pu calcolare lilluminamento di un punto considerando lapporto di
centri luminosi adiacenti.
Questo si ottiene sovrapponendo le curve isolux e sommando i valori di illuminamento nel
punto.
Rendimento luminoso
E il rapporto tra il flusso luminoso (lm) reso dallapparecchio ed il flusso luminoso (lm) emesso
dalla lampada.
279
Energia eolica
Gli aerogeneratori
280
Rotore
Moltiplicatore di giri
Il generatore
Trasforma lenergia meccanica in energia elettrica. La potenza del generatore viene indicata
in chilowatt (kW).
Il sistema di controllo
Il sistema frenante
La torre e le fondamenta
281
Negli aerogeneratori di media e grossa taglia garantito da un servomeccanismo (sistema di
imbardata) mentre nei piccoli aerogeneratori viene impiegata una pinna direzionale.
Nel sistema di imbardata un sensore (banderuola) indica lo scostamento dellasse della
direzione del vento e aziona un motore che riallinea la navicella.
Wind Farm
Una fattoria del vento costituita da 30 aerogeneratori da 300 kW luno in una zona con venti
dalla velocit media di 25 Km/h, pu produrre 20 milioni
di kWh allanno. Vale a dire quanto basterebbe a soddisfare le esigenze di 7.000 famiglie.
Il raggiungimento dello stesso risultato con una centrale a carbone comporterebbe lemissione
in atmosfera di 22 mila tonnellate di anidride carbonica, 125 tonnellate di anidride solforosa e
43 tonnellate di ossido di azoto.
282
Impianti Offshore
283
Impatto ambientale
Gli aerogeneratori e le opere a supporto (cabine elettriche, strade) occupano solo il 2-3% del
territorio necessario per la costruzione di un impianto.
Nelle fattorie del vento, a differenza delle centrali elettriche convenzionali, la parte del
territorio non occupata dalle macchine pu essere impiegata per lagricoltura e la pastorizia.
Impatto visivo
A causa delle proprie dimensioni, gli aerogeneratori sono visibili in ogni contesto ove vengono
inseriti. E pertanto opportuno effettuare una scelta accurata della forma e del colore dei
componenti, per armonizzare la presenza degli impianti eolici nel paesaggio.
Rumore
Il rumore emesso da un aerogeneratore dovuto allattrito delle pale con laria e dal
moltiplicatore di giri. Pu essere attenuato migliorando linclinazione delle pale e lisolamento
acustico della navicella.
Il rumore proveniente da un aerogeneratore deve essere inferiore ai 45 decibel in prossimit
delle vicine abitazioni. I moderni aerogeneratori soddisfano questo requisito a partire da una
distanza di 150/180 metri.
E possibile che avvenga un impatto tra gli uccelli e il rotore delle macchine.
Il numero di uccelli che muoiono comunque inferiore a quello dovuto al traffico
automobilistico, ai pali della luce o del telefono.
284
Interferenze sulle telecomunicazioni ed effetti elettromagnetici
Emissioni evitate
Se si considerano i 700 MW di impianti eolici che saranno realizzati in Italia nei prossimi anni,
nellipotesi che lenergia annua prodotta sia pari a 1,4 TWh, le emissioni annue evitate sono del
seguente ordine:
- 1,4 milioni di tonnellate di CO2
- 1.960 tonnellate di SO2
- 2.660 tonnellate di NOX
In Italia landamento dei venti nel corso dellanno varia da regione a regione a causa della
conformazione del territorio.
Si pu contare su venti di buona intensit (maestrale,tramontana,scirocco, libeccio)
soprattutto nelle zone mediterranee meridionali e nelle isole.
285
I costi dellenergia eolica
286
Gli impianti di cogenerazione
Nellottica di risparmio energetico, in linea con la stipula del Protocollo di Kyoto del 1997,
ampio risalto viene dato alla cogenerazione, sistema con cui si pu generare
contemporaneamente pi fonti di energia secondarie partendo da ununica fonte primaria.
La cogenerazione consente sia un notevole risparmio energetico, sia una riduzione degli agenti
inquinati prodotti.
1
Va anche detto che a vantaggio della cogenerazione vi anche labbattimento delle perdite energetiche dovute al
trasporto e per la distribuzione.
2
Il D.P.R. 412/93 prescrive infatti al progettista di valutare le fonti rinnovabili e la cogenerazione come soluzione
prioritaria per soddisfare il fabbisogno energetico degli edifici di propriet pubblica o adibiti ad uso pubblico.
287
Gli impianti di cogenerazione Tipologie di impianto
288
Impianti di cogenerazione a ciclo combinato
Un ciclo combinato una
combinazione di una turbina a gas ed
una turbina a vapore, in cui il gas di
scarico del turbogas viene usato per
generare vapore.
Lenergia termica viene prodotta nello
stesso modo descritto per gli impianti
di cogenerazione con turbina a
vapore.
I cicli combinati possono essere
realizzati anche con microgeneratori,
ma risultano meno diffusi.
Il principale vantaggio di questa
tipologia dimpianto rispetto a quelle sopre descritte il maggiore rendimento nella produzione
di energia elettrica.
I combustibili di norma utilizzati nella cogenerazione sono idrocarburi liquidi o gassosi, di
norma preferiti poich presentano minor impatto ambientale.
Lefficienza non costituisce lunico vantaggio della cogenerazione, vi sono altri benefici che
opportuno sottolineare:
- diminuzione delle emissioni termiche prodotte, con conseguente abbattimento
dellinquinamento termico;
- tempi di ammortamento interessanti, pur con un costo iniziale pi alto;
- rende possibile il decentramento della produzione termica, evitando sprechi energetici
dovuti a trasporto e distribuzione;
- consente una strategica copertura dei fabbisogni elettrici, evitando i rischi di black-out
della rete;
- contribuisce alla liberalizzazione del mercato energetico.
Sotto il profilo economico, la potenza minima degli impianti di cogenerazione di circa 20 kWT
con una potenza di punta di circa 150 kW.
Se ne evince che gli impianti di cogenerazione non sono adatti, n possono essere applicati a
piccoli edifici residenziali. Parliamo in questo caso di microgenerazione.
289
Come si evince da quanto scritto sopra, la cogenerazione pu essere applicata anche nel
residenziale; di seguito verranno proposti in figura, due schemi di utenze pre e post impianto
di cogenerazione nei condomini per poter fornire un quadro schematico dellimpiantistica.
E da sottolineare comunque come questa tecnologia, sebbene altamente vantaggiosa, non
abbia trovato la diffusione attesa finora; la ragione essenzialmente legata a questioni
burocratiche, tecniche ed economiche.
290
Celle a combustibile
1
Il prototipo di cella a combustibile si deve a William Robert Grove ( 1811-1896 ) che nel 1839 riusc a generare
energia elettrica da una cella contenete acido solforico e nella quale erano stati immersi come elettrodi, due sottili fogli
di platino su cui arrivavano idrogeno ed ossigeno.
Era una batteria a gas voltaico
2
Questa sezione risulta non necessaria quando si utilizza idrogeno, se vengono impiegate celle ad alta temperatura o nel
caso di celle a metanolo diretto.
291
Le celle a combustibile rivestono oggi notevole interesse per la produzione di energia elettrica
in quanto hanno caratteristiche particolari:
- rendimento elettrico elevato ( 40-50%);
- possibilit di utilizzo con unampia gamma di combustibili;
- modularit, che consente di ingrandire limpianto con il crescere della domanda
energetica;
- efficienza indipendente dal carico e dalle dimensioni dellimpianto;
- ridotto impatto ambientale;
- possibilit di cogenerazione.
Esistono differenti tipologie di celle a combustibile, che saranno di seguito analizzate. In modo
schematico possono essere suddivise in base allelettrolita utilizzato o in base alla temperatura
di funzionamento. La seguente classificazione prevede una suddivisione in base alle
temperature e distingue quindi:
1. Celle a combustibile a media e bassa temperatura.
2. Celle a combustibile ad alta temperatura.
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Lefficienza, di un impianto da 200kW del 40% circa e possono essere utilizzate anche per la
produzione di acqua calda ed il riscaldamento domestico.
Sono relativamente usate negli Stati Uniti o in Giappone per aeroporti, scuole ed ospedali.
Celle ad elettrolito polimerico solido
Lavorano ad una temperatura di esercizio di 90C.
Per il corretto funzionamento devono essere dotate di catalizzatore per avviare la reazione e di
un impianto di raffreddamento perch lacqua presente non evapori troppo velocemente.
Hanno avuto applicazioni di nicchia, quali per esempio vetture cittadine o autobus, ma il loro
impiego previsto a breve per la generazione di energia per il settore commerciale ed
industriale, e non ultimo nel residenziale, a sostituire i tradizionali sistemi diesel.
Celle a combustibile ad alte temperature
293
Letichetta energetica degli elettrodomestici
I consumi energetici in Europa sono determinati su larga scala dalle apparecchiature elettriche;
secondo stime del CECED (il consorzio europeo dei produttori di elettrodomestici), si tratta
infatti di circa un terzo dellenergia totale consumata.
Secondo lENEA (ente per le nuove tecnologie, lenergia e lambiente), ogni anno in Italia
vengono consumati 26 miliardi di kWh1 soltanto per lalimentazione degli elettrodomestici.
Tale utilizzo massiccio di energia elettrica, non solo genera una produzione eccessiva di
emissioni di CO2,ma rappresenta anche un costo eccessivo per il consumatore.
Dal 1994, per affrontare correttamente la questione, stata introdotta a livello europeo
letichetta energetica per gli elettrodomestici alimentati da rete elettrica.
Anche lItalia ha recepito le varie direttive europee sopra menzionate che prevedono appunto,
per i grandi elettrodomestici, limpiego di una etichetta che riporti una serie di informazioni
sulle loro performance e sulle loro caratteristiche energetiche.
In Italia lapplicazione di tale normativa resa obbligatoria, per il momento, per le seguenti
classi di elettrodomestici:
- frigoriferi e congelatori;
- lavabiancheria ed asciugatrici;
- lavastoviglie;
- forno elettrico;
- condizionatori daria;
- lampadine.
Tutte le etichette energetiche sono suddivise in settori; comuni a tutte le classi di
elettrodomestici sono il consumo energetico, la rumorosit, e la suddivisione in classi (sette,
dalla A alla G, in ordine decrescente).
Le altre voci saranno ovviamente differenti a seconda della funzione dellelettrodomestico
stesso.
Si analizzeranno di seguito, a livello esemplificativo, le etichette energetiche relative a
frigoriferi e lavastoviglie , sperando in tal modo di poter offrire una adeguata panoramica circa
il principio di fondo delletichetta stessa2.
1
Consumo che corrisponde a livello monetario a circa 5 miliardi di annui.
2
E da sottolineare come letichetta energetica debba essere esposta al pubblico perch possa comparare i differenti
modelli. Tuttavia, insieme alla documentazione tecnica allegata a ciascun elettrodomestico, obbligatorio fornire una
scheda informativa che riporti in forma descrittiva quanto scritto in modo sintetico sulletichetta.
294
Letichetta energetica degli Elettrodomestici del freddo
elettrodomestici
Viene di fianco riportata letichetta energetica dei frigoriferi, dei congelatori e dei frigo-
congelatori (alimentati a rete elettrica).
Come si pu notare, la sua lettura piuttosto intuitiva; divisa in cinque settori che saranno
di seguito analizzati.
Settore 1
Identifica lapparecchio con il modello ed il produttore.
Settore 2
Vengono riportate le classi di efficienza energetica,
rappresentate da frecce di lunghezza decrescente,
ognuna di colore differente. Ad ogni freccia infatti
associato un colore che visivamente riporta ad un
semaforo. Alla classe A abbinato il colore verde, alla
classe G per contro, abbinato il colore rosso.
In termini di risparmio economico, si sottolinea come il
consumo della classe superiore sia meno della met di
quello dellultima classe.
Viene di seguito presentata una tabella ove si mostrano
i differenti indici di efficienza energetica.
In questo settore si potr anche trovare il simbolo dellECOLABEL, letichetta assegnata dalla
Comunit Europea ai prodotti compatibili con lambiente (etichetta che tuttavia non
obbligatoria).
Settore 3
Viene indicato il consumo di energia, espresso in kWh annui.
Si ricorda tuttavia che il dato fornito in realt un dato di laboratorio, ottenuto attraverso
prove di laboratorio ed ovviamente con un utilizzo standard.
Il dato potrebbe dunque discostarsi da quello reale; con particolari accorgimenti duso
comunque possibile contenere il consumo energetico entro la soglia indicata.
Settore 4
In questo settore vengono fornite le specifiche prestazionali dellelettrodomestico. Nel caso dei
frigoriferi e dei congelatori saranno:
- volume utile complessivo, espresso in litri, degli scomparti per la conservazione del cibo
fresco, ovvero tutti gli scomparti senza stelle, la cui conservazione ha temperatura di
norma superiore ai -6C
- volume utile complessivo degli scomparti per la conservazione dei cibi surgelati o per
congelare cibi con temperatura di conservazione uguale o inferiore ai -6C
- tipo di scomparto a bassa temperatura presente nellapparecchio secondo la
codificazione a stelle, codice internazionale che indica la temperatura e la tempistica di
consumo.
295
Settore 5
Indica la rumorosit dellapparecchio
Avverte inoltre che a disposizione dellutente/consumatore una scheda particolareggiata
contenente le specifiche prestazioni dellapparecchiatura.
A partire dal luglio 2004, le etichette dei frigoriferi e dei congelatori hanno subito alcune
modifiche.
E stata prevista lintroduzione di due nuove classi energetiche, la A+ e la A++ i cui consumi
sono ovviamente pi bassi.
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Letichetta energetica degli Elettrodomestici per il lavaggio e lasciugatura
elettrodomestici della biancheria
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Lavasciuga:
1. manca il settore 5 relativo alla centrifugazione;
2. nel settore 6 sono distinte la capacit dellapparecchiatura con o senza la fase di
asciugatura;
3. nel settore 3 viene distinto il consumo energetico per un ciclo completo di lavaggio,
centrifugazione ed asciugatura, dal consumo denergia per il solo lavaggio e centrifuga.
Va ricordato infine che, alla base di tutte le considerazioni fino ad ora fatte, ogni
elettrodomestico deve avere un marchio riconosciuto a livello europeo che ne riconosca la
sicurezza per la salute delle persone.
298
Anche da un punto di vista ambientale si ha un vantaggio dunque, giacch meno energia
elettrica consumata rappresenta meno emissioni di anidride carbonica.
Anche per le apparecchiature da ufficio stata prevista una etichettatura dellefficienza
energetica attraverso luso del logo energy star; i prodotti etichettabili sono:
- monitor;
- stampanti;
- computer;
- fax;
- affrancatrici;
- fotocopiatrici;
- scanner.
299
Manuale per ledilizia eco-compatibile
In tal senso stata avviata una collaborazione tra Environment Park e lIstituto Tecnico per
Geometri Giobert di Asti finalizzata alla realizzazione di un testo sulla bioedilizia, rivolto ai
docenti e studenti delle scuole superiori, con lobiettivo di favorire lintegrazione delle tematiche
relative alledilizia eco-compatibile negli attuali programmi dinsegnamento.
La struttura del testo, Manuale per ledilizia eco-compatibile, stata concepita a moduli,
ognuno dei quali composto da pi schede tematiche per facilitarne la consultazione e limpiego
pratico nelle attivit di docenza.
BIBLIOGRAFIA
Le immagini
Le immagini contenute in questo manuale, sono tratte dai siti internet e dalla documentazione dei
produttori che sono stati selezionati nellambito della ricerca di mercato per la redazione del prezziario
dei materiali bioedili, contenuto nel Prezziario di riferimento dei Lavori Pubblici della Regione Piemonte
aggiornamento 2003.
Ciascuna scheda, che compone, questo manuale contiene un riferimento alle voci di prezziairo
corrispondenti.
Le tabelle
La maggior parte delle tabelle riguardanti gli isolanti sono state tratte da :
Alcuni valori, come le trasmittanze di alcuni solai, sono stati appositamente calcolati.
LINK UTILI
SOLAI
http://www.blocchiisotex.it solai con pignatte in legno ceme
http://www.celenit.com/posa_mixlam.asp Pannelli in fibra di legno
mineralizzata
http://www.bonellispa.com/docs/ita/standard.html Strutture in legno
http://www.habitatlegno.it/html/llear.htm Strutture in legno
http://www.rdb.it/VediMacro.phtml?IdPreview=1109 RDB laterizi
www.tecnaria.com
http://www.ziliosolai.com/
PAVIMENTI
http://www.gali.it/pagine/costruzioni_a_struttura_in_legno/ solai con pignatte in legno ceme
sottofondi_elastici_asecco.htm
http://www.corkvogue.it/chisiamo.htm
http://www.obi.at/at/infoundberatung/bauen/boden/teppichboden/
index.html
http://www.itcgfermi.it/leonardo/costruzioni/particol.htm
http://www.solarica.it/soloparquet/finitura.html
http://www.tolin.it
RIVESTIMENTI
http://www.idealmontaggi.com/contropareti.html
http://www.obi.at/at/infoundberatung/bauen/wand_u_decke/
SERRAMENTI
http://www.art-legno.com/infissi/dual.htm
http://www.coserplast.it/normativa.php
http://www.arx.org/starpur.htm#Considerazioni%20tecniche