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Per capire cosa determina la domanda di beni occorre scomporre la produzione aggregata dal
punto di vista dei beni prodotti e dal punto di vista del tipo di consumatori.
La composizione della produzione aggregata in genere e
Consumo ( C ): Beni e servizi acquistati dai consumatori. Pane, biglietti aerei etc..
Investimento (I): chiamato anche investimento FISSO, Esso e la somma dell'investimento
non residenziale - impianti, computer, macchinari, etc- da parte delle imprese, e
dall'investimento residenziale -case, appartamenti, etc..- da parte degli individui. In
entrambi i casi la decisione di acquistare dipende dai servizi che questi beni renderanno in
futuro.
Spesa Pubblica in beni e servizi (G): Beni acquistati dallo stato o da enti pubblici -aeroplani,
cancelleria, stipendi, etc- G non include i trasferimenti come l'assistenza sanitaria,
pensioni, interessi sul debito pubblico, anche se esse sono spese statali.
LA SOMMA DELLE PRIME TRE VOCI RAPPRESENTA LA SPESA IN BENI E SERVIZI DA PARTE
DEI RESIDENTI. LA SPESA TOTALE IN BENI E SERVIZI NECESSITA DI ALTRE VOCI
Esportazioni nette (NX): Detto anche saldo commerciale. Esso si calcola come differenza
tra
Esportazioni (X): Beni Nazionali acquistati all'estero
Importazioni (IM): Beni esteri acquistati in nazione.
Investimento In scorte: Esso e la differenza tra la produzione e la vendita di beni e servizi.
Ci che non viene venduto rimane in magazzino per essere venduto in futuro. Ovviamente
se la produzione eccede le vendite le scorte aumentano viceversa diminuiscono.
La domanda di beni
Indichiamo con Z la domanda di beni rappresentata dall'equazione Z= C+I+G+X-IM poie
consideriamo l'investimento in scorte nullo(ossia uguale a zero). Dobbiamo ora introdurre delle
semplificazioni fondamentali
Tutte le imprese producono in solo bene usato indifferentemente da consumatori imprese
ed enti pubblici . In questo modo si studia un solo mercato.
Assumiamo che le imprese siano disposte a fornire qualsiasi quantit del bene ad un dato
prezzo. Questa ipotesi ci permette di focalizzarci sul ruolo della domanda.
Assumiamo che l'economia sia chiusa e quindi che X=IM=0 d quindi l'equazione della
domanda aggregata diventa
Z= C+I+G
IL CONSUMO (C )
Dipende dal reddito disponibile Yd che il reddito Y al netto delle imposte T, T indica le imposte
al netto dei trasferimenti ricevi dal governo; quindi
YD= Y-T
Con il consumo trascrivibile come funzione del reddito disponibile
C=C(YD)
+
Tale equazione viene chiamata funzione del consumo il segno + sotto ad Yd indica che
all'aumentare del reddito disponibile Yd anche i consumi aumentano. Tuttavia necessario
utilizzare la formula funzionale del consumo
C=C0 +C1YD
Stiamo assumendo che la funzione sia lineare.
C1 chiamato propensione al consumo ed esprime l'effetto, sul consumo, di un euro di
reddito in pi disponibile Se c1 =0,6 allora un euro in pi di reddito disponibile aumenta il
consumo di 60 centesimi. 0<C1 <1 Il significato di tale valore che i consumatori vogliono
risparmiare, pro futuro, una quota di reddito.
C0 Rappresenta il consumo desiderato quando il reddito disponibile Nullo. La gente
dovr pur mangiare! Se Yd=0 allora C=C0. Il consumo quindi anche in questa situazione
positivo, questo perch si ipotizza che per sopravvivere i consumatori attingano al prestito
o ai risparmi.
L'equazione del consumo, tenendo conto di tutto ci che abbiamo detto sar
C= C0 + C1 (Y-T)
Il consumo una funzione del reddito disponibile che dipende dal reddito e dalle imposte. Un
reddito pi elevato aumenta il consumo ma meno che proporzionalmente. Imposte pi elevate
diminuiscono il consumo ma meno che proporzionalmente.
Mettendo insieme tutte le relazioni fin qui studiate e sostituendole nell'equazione della
domanda di beni otteniamo
Z=C0 + C1 (Y-T) + I + G
La domanda di beni dipende positivamente dal reddito e negativamente dal livello delle
imposte. Le imposte inoltre dipendono positivamente dalla spesa pubblica e dall'investimento.
Detto cio, dai nostri studi di microeconomia sappiamo che la condizione di equilibrio dei mercati
e che la domanda deve essere uguale all'offerta(produzione), se indichiamo con Y la produzione,
avremo che in equilibrio i mercati avranno
Y=Z
Se ci fosse investimento in scorte, e quindi le scorte fossero positive, avremo che la produzione
potrebbe non essere, necessariamente, uguale alla domanda. Le aziende potrebbero attingere
alle scorte effettuando cosi degli investimenti negativi in scorte. Possono anche rispondere a cali
della domanda aumentando le scorte. Noi ora ipotizzeremo che l'investimento in scorte sia nullo
e quindi vale la relazione appena presentata. In equilibrio, considerando quanto detto sopra
otteniamo
Y=C0 + C1 (Y-T) + I + G
In equilibrio la produzione e uguale alla domanda che a sua volta dipende dal reddito Y che e
uguale alla produzione. Il motivo per cui Y indica sia la produzione che il reddito e che essi sono
due modi equivalenti di guardare al PIL e quindi sono identici. Vediamo ora che cosa succede se
varia una delle componenti del modello
Il termine (C0 + I + G - C1T ) rappresenta la spesa autonoma ossia quella parte della domanda che
non dipende dal livello della produzione. E molto probabile che la spesa autonoma sia positiva
poiche solo le imposte T sono negative. L'unico modo che la spesa autonoma avrebbe per essere
negativo e che le imposte sono insolitamente negative tanto da compensare gli effetti delle altre
variabili. Un altro caso e quello in cui T=G se C1 < 1 allora G-C1T e positivo e quindi anche la
domanda autonoma.
Il Termine 1/(1-C1) viene detto moltiplicatore della spesa autonoma, ricordando che 0<C1<1,
allora il moltiplicatore e un numero maggiore di 1. Il moltiplicatore moltiplica l'effetto delle
variazioni della spesa autonoma. Se esso e pari a 2,5 e c' stato un aumento della spesa
autonoma di un MLD, l'effetto complessivo sul mercato sara di 2,5 MLD, a prescindere di quale
componente della spesa autonoma vari. Per stabilire quale sia la variazione, se ipotizziamo che a
mutare sia la spesa pubblica, allora tale variazione sara
^Y=(1/(1-C1) )^G con ^= Delta
Equivalentemente questo escamotage puo essere utilizzato per studiare le variazioni delle altre
componenti. Da cosa deriva l'effetto del moltiplicatore? Un aumento di C0 fa aumentare Z e
quindi Z genera aumenti di Y. Tali aumenti portano ad aumenti del reddito di pari misura che a
sua volta aumenta C che aumenta Z e cosi via fino a quando non si stabilizza.
Che spostano l'equilibrio dal Punto A al punto A'. Studiamo il meccanismo di un aumento di C0
A seguito di questo aumento i consumatori aumentano la spesa C di un ammontare pari alla
variazione di C0. A questo punto, per ogni valore del reddito Z e piu alto di un ammontare pari
alla variazione. La domanda e ora rappresentata dalla ZZ', curva parallela alla ZZ ma piu alto di
^C0. La Produzione di equilibrio aumenta da Y ad Y' e possiamo notare che questo incremento
Si ricordi che ^ = DELTA
^Y>^C0 proprio per l'effetto del moltiplicatore. Sul grafico si hanno questi passaggi
Y dipende da Z che a sua volta dipende dal reddito che e uguale ad Y. Incrementi di Z (per
esempio per G) fa aumentare produzione e reddito. L'aumento del reddito a sua volta fa
aumentare Z e quindi la produzione e cosi via. Alla fine il risultato e un aumento della
produzione superiore all'aumento della variabile che e mutata (abbiamo ipotizzato fosse G). Tale
Ricordiamo
S=Y-T-C
Ma C puo essere riscritto
S= Y-T-C0 - C1(Y-T)
E quindi riordinando i termini
S= -C0+(1-C1)(Y-T)
Qui(1- C1) e la propensione marginale al risparmio e ci dice quanta parte di un incremento
unitario di reddito viene risparmiata. La propensione al risparmio e anch'essa compresa tra 0 ed
1 in virt di quanto detto e quindi C1 e compreso tra zero ed uno quindi il risparmio privato
aumenta all'aumentare del reddito disponibile ma meno che proporzionalmente.
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