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Ibn Rud (Averro) Ricostruita molto schematicamente, la teoria dell'intelletto di Averro si pu

ridurre alle seguenti tesi: l'uomo costituito di un'anima sensitiva individuale,


Il "monopsichismo" e i rapporti fra religione e filosofia unita al corpo e corruttibile; l'intelletto agente unico e separato e svolge funzioni
sia cosmologiche ( l'ultima delle intelligenze che muovono i cieli) sia
Vissuto fra Cordova (ove nacque nel 1126), Siviglia e Marrakesh (ove mor nel gnoseologiche (attualizza gli intellegibili presenti potenzialmente nell'anima
1198), Ibn Rud autore di numerose opere filosofiche, astronomiche, giuridiche sensitiva e astrae gli universali dai particolari); l'intelletto possibile pura
e mediche, ma raggiunse la fama soprattutto grazie ai suoi imponenti commentari recettivit e passivit, quindi privo di forma (altrimenti la sua forma
ad Aristotele, autore per il quale nutriva un'ammirazione sconfinata, tanto da impedirebbe la ricezione delle altre) e ha natura diversa da ci che riceve
definirlo con iperbole da prendersi meno alla lettera di quanto spesso non si (altrimenti riceverebbe se stesso); l'intelletto possibile non pu quindi essere
faccia "regola in natura ed esemplare che la natura ha escogitato per mostrare corpo, n funzione di un corpo, non ha alcuna natura se non "la natura della
l'ultima perfezione umana". Questi commenti (divisibili in tre gruppi: grandi, possibilit", non capacit individuale di pensare ma pura predisposizione a
medi e abbreviazioni o parafrasi) coprono quasi tutte le principali opere dello pensare comune a tutto il genere umano, ritenuto con Aristotele eterno; di
Stagirita, con la sola, notevole, eccezione della Politica, sostituita dalla conseguenza l'intelletto possibile esso stesso eterno, realmente separato
Repubblica di Platone. Tradotti in latino nel XIII secolo da Michele Scoto, dall'uomo; la conoscenza individuale si realizza nell'uomo grazie alla mediazione
Guglielmo di Luna, Pietro Gallego ed Ermanno il Tedesco, poi ripetutamente dei "fantasmi" (le immagini ricavate dall'esperienza sensibile), resi intellegibili
ritradotti nel corso del Rinascimento, essi esercitarono per secoli una dall'intelletto agente; questa conoscenza, detta "intelletto speculativo",
notevolissima influenza sulla cultura europea, ove Ibn Rud generalmente individuale e distruttibile, proprio perch dipende dalle immagini sensibili;
chiamato "Averroes" si impose come "il Commentatore", l'interprete per tuttavia la sua realizzazione rende possibile l'unione fra l'intelletto agente e
antonomasia di Aristotele. l'intelletto possibile, che formano insieme l'intelletto acquisito (adeptus); in
Disgraziatamente di molte opere di Averro andato perduto l'originale arabo questo stato di connessione o congiunzione (copulatio) dell'anima individuale con
e ci restano solo versioni ebraiche o latine. questo il caso di uno dei suoi l'intelletto separato consiste la felicit dell'uomo, la sua ultima perfectio.
commentari aristotelici pi famosi, il gran commento al De anima, che Jean Jolivet ha parlato in proposito di un "decentramento del soggetto":
conosciamo esclusivamente grazie alla traduzione latina di Michele Scoto: una malgrado il fondamentale ruolo attribuito da Averro alle immagini sensibili
traduzione di difficilissima comprensione sia per l'incostanza a volte la individuali, il singolo uomo non pare il "soggetto" del pensiero, non pare tanto
stravaganza della terminologia, sia perch il commento di Averro, nella forma "avere" il pensiero ma semmai "partecipare" a un pensiero trascendente; la piena
originale sulla quale Scoto lavor, dipendeva da versioni arabe del De anima che attualizzazione di ci che rende l'uomo "veramente" uomo, cio la razionalit,
in molti casi divergono profondamente dal testo aristotelico come noi lo finisce cos per essere garantita dalla possibilit di "connettersi" con un intelletto
conosciamo; ma soprattutto perch il confine fra ci che Averro riferisce, sovraindividuale, che si serve della specie umana per pensare attualmente ed
attribuendolo a qualche predecessore greco o arabo, e ci che afferma in prima eternamente tutto il pensabile.
persona spesso assai sfuggente. Agli inizi del Settecento, Leibniz defin significativo che, di recente, diversi studiosi abbiano suggerito interpreta-
"monopsichisti" i fautori della dottrina, attribuita ad Averro, secondo cui "non vi zioni della noetica di Averro che si rifanno a modelli di tipo informatico.
in verit che un'unica anima che sussista". Vi sono per aspre controversie non Emblematico, in questo senso, un passo di Augusto Illuminati: "L'intelletto agente
solo sul significato, ma sulla presenza stessa nel gran commento di Averro di gioca una funzione direttiva, distributiva e propulsiva. Il singolo soggetto, che
questa dottrina, e pi precisamente della tesi che non solo l'intelletto agente, ma detiene una frazione dell'intelletto materiale, fa login sull'intelletto agente (se
persino l'intelletto possibile (chiamato anche "ilico", "materiale", "passibile" o "in addirittura non trascinato a "navigare" da quest'ultimo) per accedere a tutti i siti
potenza"), sia una sostanza separata, eterna e unica per tutti gli uomini. In effetti dell'intelletto materiale contenenti gli intellegibili in potenza. La singola
Averro avanza quest'ipotesi con prudenza, disperdendola in vari luoghi, e in operazione deve chiudersi a un certo punto, mentre solo la metarete eterna e
particolare nei commenti 5 e 36 al III libro del De anima, di cui qui sotto si danno permanentemente attiva".
ampi estratti. Non pu stupire che, quando verso la met del XIII secolo i teologi cristiani

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incontrarono questa dottrina, la considerarono eretica, in quanto contraria invitare i "capi dei musulmani" a vietare la circolazione di opere come quelle di al
all'immortalit dell'anima individuale e inscindibilmente legata all'idea, anch'essa Ghazl, d'altro lato egli afferma che "colui il quale proibisce a chi ne ha la facolt
inaccettabile per il credente, dell'eternit del mondo, delle sostanze separate e di studiare i libri dei filosofi con la scusa che ci sar poi gente che lo accuser di
della specie umana. Giudicato da Tommaso il "depravatore" anzich il deviare dalla retta via simile a colui che impedisce a un assetato di bere del-
"commentatore" di Aristotele, Averro venne considerato un pensatore empio, l'acqua fresca, fino a farlo morire, con la scusa che avrebbe potuto rimanerne
pronto a negare sul piano filosofico le verit religiose che dichiarava di accettare. soffocato".
In realt, nel Trattato decisivo sull'accordo della filosofia con la religione
opuscolo purtroppo rimasto ignoto al medioevo latino Averro difende l'unicit Le pagine che seguono sono tratte da: 1. Averrois Cordubensis Commentarium
del vero ("il Vero non pu contrastare col Vero") e sostiene che filosofia e Magnum in Aristotelis de anima libros, III, 5, 36, tr. it. di A. Illuminati, in Averro
religione rivelata esprimono un identico messaggio attraverso linguaggi diversi, e l'intelletto pubblico. Antologia di scritti di Ibn Rushd sull'anima, Manifestolibri,
che si adattano alle inclinazioni naturali, al livello culturale e sociale delle diverse Roma 1996, pp. 138-146, 167-169; 2. Ibn Rud, Fasl al Maql, tr. it. di M.
"classi" di uomini. Vi sono infatti uomini che si accontentano di favole, racconti e Campanini, Averro, Il trattato decisivo sull'accordo della filosofia con la
argomenti retorici; uomini portati per natura o per formazione a utilizzare religione, Rizzoli, Milano 1994, pp. 45-49, 55-63, 89-93.
argomenti dialettici, incapaci di approfondire i significati riposti dei Testi Sacri;
infine una minoranza di uomini capaci di intendere e usare argomenti
dimostrativi, cio i filosofi. Averro convinto che la seconda classe sia non solo
inutile, ma potenzialmente nociva. I "dialettici" etichetta dietro ai quali facile
scorgere i teologi mu'taziliti e ash'ariti, e in particolare al Ghazl sono per lui i [ 1. L'unit dell'intelletto]
campioni di un uso fuorviante degli argomenti filosofici: da un lato disorientano Il secondo problema come l'intelletto materiale sia uno di numero in tutti gli
le masse incolte, trasformando l'esegesi allegorica in un allegorismo uomini, non generabile n corruttibile, mentre l'intelletto speculativo, che ha in s
incontrollabile che alimenta controversie religiose, intolleranza e fanatismo; gli intelligibili in atto esistenti al suo interno, numerato secondo il numero di
dall'altro deformano l'autentico pensiero dei filosofi, dandone interpretazioni del tutti gli individui, generabile e corruttibile secondo la generazione e corruzione
tutto infondate (come la lettura neoplatonizzante di Aristotele), dettate degli individui estremamente difficile e ambiguo. Se infatti ammettessimo che
esclusivamente da esigenze teologiche. invece opportuno che il volgo ignorante, l'intelletto materiale moltiplicato secondo il numero dei singoli uomini,
capace di comprendere solo figure e simboli, si attenga alla lettera del Corano, dovrebbe essere qualcosa di individuale, o corpo o facolt in un corpo. Se fosse
mentre i filosofi, capaci di risolvere con l'esegesi razionale le apparenti tale, sarebbe un'intenzione intelligibile in potenza: questa sarebbe per il soggetto
contraddizioni del testo e svelarne il senso profondo, possono interpretarlo in che muove l'intelletto ricettivo, non il soggetto mosso. Se dunque ammettiamo
modo conforme a quelle verit razionali che hanno dimostrato. Essi per devono che l'intelletto ricettivo sia qualcosa di individuale, ne conseguir che una cosa
guardarsi bene dal divulgare le loro idee sul carattere allegorico delle affermazioni ricever se stessa: il che, come dicemmo, assurdo. Anche se lo ammettessimo, si
dei Testi Sacri che, fraintese da chi non possiede adeguata preparazione in- riceverebbe in quanto diversa. Ma cos la facolt dell'intelletto coinciderebbe con
tellettuale, potrebbero generare miscredenza e minare la fede del volgo nella quella del senso o non vi sarebbe alcuna differenza tra l'essere della forma dentro
religione, con gravi conseguenze morali e politiche. o fuori dall'anima. La materia individuale, infatti, non riceve forme se non
La filosofia viene in tal modo legittimata come forma di sapere scientifico, determinate e individuali. uno dei casi che ci provano come Aristotele pensasse
non solo compatibile con le credenze religiose popolari, ma addirittura prescritta che questo intelletto non un'intenzione individuale. Se ammettessimo poi che
dalla "Legge religiosa": quest'ultima infatti "rende obbligatoria la speculazione e non si moltiplica secondo il numero degli individui, ne conseguir che il suo
l'indagine razionale sugli esseri esistenti" e, di conseguenza, impone anche "lo rapporto con tutti gli individui esistenti nell'ultima loro perfezione nella
studio dei libri degli antichi", fonti di un sapere che il filosofo deve accogliere con generazione sia lo stesso, per cui necessariamente se uno di loro acquisisse
un atteggiamento tanto aperto quanto critico. Di qui l'indicazione di una "politica qualche intelligibile tutti gli altri lo farebbero. Se allora la congiunzione di quegli
culturale" condotta su un doppio binario: mentre da un lato Averro non esita a individui dipende da quella dell'intelletto materiale con essi, come la

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congiunzione dell'uomo con l'intenzione sensibile si realizza mediante quella della compia attraverso quella dell'intenzione intelligibile (i fantasmi immaginativi),
perfezione prima del senso con il sostrato che la riceve, cos la congiunzione cio per congiunzione della parte di essi che sta in noi come quasi-forma. Pertanto
dell'intelletto materiale con tutti gli uomini esistenti in atto, in un qualsiasi tempo dire che il fanciullo intende in potenza pu significare due cose: o che le forme
nella loro ultima perfezione, deve essere la stessa: nulla infatti diversifica tali immaginate in lui sono intelligibili in potenza o che l'intelletto materiale, atto per
rapporti. Stando cos le cose, inevitabilmente se tu acquisisci un qualche natura a ricevere l'intelligibile di quella forma immaginata, ricettivo e congiunto
intelligibile anch'io lo acquisirei il che assurdo. Sia che l'ultima perfezione a noi in potenza.
generata in qualsiasi individuo (quella mediante cui si unisce l'intelletto materiale) Abbiamo visto che la prima perfezione dell'intelletto differisce dalle prime
sia soggetta a questo intelletto e quasi-forma separabile dal sostrato con il quale si perfezioni delle altre facolt dell'anima e anche che il termine "perfezione" viene
congiunge, sia che la perfezione consista in qualche facolt dell'anima o del impiegato per esse in modo equivoco, al contrario di quanto pens Alessandro di
corpo, in entrambi i casi si hanno conseguenze assurde. Pertanto bisogna Afrodisia. Pertanto Aristotele defin l'anima prima perfezione del corpo naturale
ammettere che, se esistono degli esseri animati la cui prima perfezione una organico, ma non ancora chiaro se il corpo si perfeziona per tutte le facolt nello
sostanza separata dai suoi sostrati come pensiamo dei corpi celesti stesso modo o se vi sia una qualche facolt per cui il corpo non si perfeziona o lo
impossibile che nelle loro specie si trovi pi di un solo individuo. Se infatti nella fa in altro modo. La preparazione che nella facolt immaginativa simile a
medesima specie si trovasse pi di un solo individuo come in un corpo che quelle che sono nelle altre facolt dell'anima, cio alle loro perfezioni prime,
mosso da uno stesso motore allora il loro essere sarebbe inutile e superfluo, poich tutte sono generate con la generazione degli individui e si corrompono per
giacch il loro moto sarebbe determinato da un unico fine, come vano che un la loro corruzione e universalmente si numerano secondo gli individui.
solo pilota abbia molte navi in uno stesso tempo o un operaio pi strumenti di una Differiscono in ci, che l'una preparazione nel motore a essere motore, ossia
medesima specie. Questo il senso di un passo del primo libro De coelo et risiede nei fantasmi immaginativi; l'altra preparazione nel ricevente, ed quella
mundo: se vi fosse un altro mondo vi sarebbe un altro corpo celeste, che a sua che si trova nelle perfezioni prime delle altre parti dell'anima. Per tale similitudine
volta avrebbe un altro motore numericamente distinto e in tal caso quest'ultimo tra due tipi Avempace pens non esservi alcuna preparazione per intendere un
sarebbe materiale e numerato secondo il numero dei corpi celesti, poich as- oggetto se non quella esistente nei fantasmi immaginativi. Ma le due preparazioni
surdo che un solo motore lo sia di due corpi diversi. Perci l'operaio non si serve differiscono quanto la terra dal cielo: l'una infatti dispone il motore a essere
di pi d'uno strumento, da cui non potrebbe scaturire che una sola azione. Si motore, l'altra il mobile a essere mosso e ricettivo. Pertanto si deve ritenere
ritiene universalmente che le assurdit in oggetto derivino dal porre l'intelletto in come mi parve evidente dal discorso di Aristotele che nell'anima vi siano due
habitu come uno di numero. Molte di esse le indic gi Avempace nell'epistola parti dell'intelletto, delle quali una ricettiva (e il suo essere qui chiaro) ma
intitolata Continuatio intellectus cum homine. Qual allora la via per risolvere l'altra agente, grazie a cui le intenzioni che sono nella facolt immaginativa da
questo difficile problema? moventi in potenza dell'intelletto materiale divengono moventi in atto, come
Manifestamente l'uomo non comprende in atto se non per il congiungimento vedremo dopo in Aristotele constatando che le due parti non sono generabili n
con lui dell'intelligibile in atto; del pari materia e forma si uniscono corruttibili e che l'agente rispetto al paziente una quasi-forma rispetto alla
reciprocamente in modo che il risultato della loro commistione sia unico materia. Per questo Temistio pens che noi siamo intelletto agente e l'intelletto
(soprattutto l'intelletto materiale e l'intenzione intelligibile in atto). Infatti il loro speculativo congiunzione di agente e materiale. Ma le cose non stanno cos, anzi
composto non un terzo diverso da essi, come accade per gli altri composti di bisogna credere che nell'anima vi siano tre parti dell'intelletto, una ricettiva, la
materia e forma. La congiunzione dell'intelligibile con l'uomo non pu seconda attiva e la terza prodotta. Due sono eterne l'attiva e la ricettiva mentre
determinarsi se non per la congiunzione con lui di una delle due parti, la terza in un senso generabile e corruttibile, in un altro eterna.
precisamente di quella che in lui quasi-materia e di quella che nell'intelligibile Visto che l'intelletto materiale unico per tutti gli uomini e inoltre la specie
quasi-forma. Risultando chiara dalle precedenti obiezioni l'impossibilit che umana eterna, com' detto altrove, ne dobbiamo concludere che l'intelletto
l'intelligibile si congiunga con ognuno degli uomini e che sia moltiplicato per il materiale non mai privo dei principi naturali, comuni per natura a tutta la specie
loro numero, per la parte di esso che quasi-materia (l'intelletto materiale), umana, cio delle prime proposizioni e dei concetti singolari comuni a tutti;
rimane solo la possibilit che la congiunzione degli intelligibili con noi uomini si poich siffatti intelligibili sono unici in rapporto all'intelletto che li riceve e

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molteplici in rapporto all'intenzione recepita. In quanto unici devono essere eterni, questo non intenderebbe nulla [III 5; 430 a, 23-25]. Con "intelletto passivo" egli
dal momento che l'essere non si separa dal sostrato ricevuto o motore, che si riferisce alla facolt immaginativa, come si dir appresso. In generale si
l'intenzione dei fantasmi immaginativi, e non vi alcun ostacolo da parte del consider immortale l'anima, cio l'intelletto speculativo. Platone disse infatti che
sostrato ricevente. Essi non sono generabili e corruttibili se non in quanto gli universali non sono generabili n corruttibili ed esistono fuori della mente.
molteplici e non in quanto unici. Se pertanto rispetto a un individuo si corrompe L'affermazione vera in questo senso, ma falsa se presa alla lettera (ed quanto
qualcuno dei primi intelligibili, a causa della corruzione del suo sostrato per Aristotele cerc di confutare nella sua Metafisica). Siffatta concezione dell'anima
mezzo del quale unito con noi ed vero, quell'intelligibile sar incorruttibile in in parte vera nelle proposizioni probabili che attribuiscono all'anima l'uno o
senso assoluto ma corruttibile solo rispetto a ogni singolo individuo. In questo l'altro essere, ossia mortale e immortale; le formulazioni probabili, infatti, non
senso possiamo affermare che l'intelletto speculativo uno solo per tutti gli possono essere del tutto false. Su questo c' un generale accordo degli antichi. Si
uomini. risolve cos il terzo problema, se cio l'intelletto materiale sia un ente, poich non
Se consideriamo invero gli intelligibili in assoluto e non rispetto ai singoli una delle forme materiali e neppure la materia prima. Lo si deve ritenere un
individui, giustamente essi si dicono eterni e non sono intelligibili ora s ora no, quarto genere di essere. Come infatti l'essere sensibile si divide in forma e
ma sempre. Il loro essere in certo modo intermedio fra il transeunte e l'eterno in materia, cos l'essere intelligibile si divider in due parti simili a queste, cio una
quanto, a seconda del grado diverso che avranno rispetto all'ultima perfezione, simile alla forma e una simile alla materia. Ci deve verificarsi in ogni
sono generabili e corruttibili, mentre in quanto unici sono eterni. Questo intelligenza separata che intenda qualcosa di altro da s; se cos non fosse, non vi
avverrebbe se non si affermasse che la disposizione nell'ultima perfezione sarebbe molteplicit nelle forme separate. Si afferma nella Metafisica che non
dell'uomo identica a quella che negli intelligibili comuni a tutti, che cio esiste forma assolutamente priva di potenza se non la prima forma, la quale non
l'essere del mondo non separato da quello dell'individuo singolo. Che questo sia intende nulla fuori di s, ma la cui esistenza la sua quiddit; mentre nelle altre
impossibile non dimostrato, anzi chi lo sostiene pu avere una ragione forme si distinguono quiddit ed esistenza in qualunque modo. Se non vi fosse il
sufficiente e soddisfacente. Infatti, poich possibile che il sapere e le arti genere di enti che abbiamo conosciuto con la scienza dell'anima, non potremmo
ineriscano all'uomo come qualcosa di proprio, si ritiene impossibile che intendere la molteplicit delle cose separate, nello stesso modo in cui, se non
all'universo abitato non ineriscano la filosofia e le arti naturali. Se infatti a qualche conoscessimo la natura stessa dell'intelletto, non saremmo in grado di intendere
parte del mondo diciamo al quarto settentrionale della terra non inerissero le che le virt motrici separate devono essere intelligenze. Ci sfuggito a molti
arti naturali, non ne sarebbero invece privi gli altri quarti della terra, poich stato moderni, al punto che essi sono giunti a negare quello che Aristotele ha detto nel
provato che ci sono abitanti nella parte meridionale come nella settentrionale. La libro XI [= XII] della Metafisica: che di necessit le forme separate che muovono
filosofia, dunque, si trover forse realizzata nella parte maggiore di un soggetto i corpi celesti sono tante quanti i corpi celesti. Pertanto la scienza dell'anima
considerato in ogni tempo, allo stesso modo in cui l'uomo si realizza dall'uomo e necessaria alla metafisica e l'intelletto ricettivo deve poter intendere l'intelletto in
il cavallo dal cavallo. L'intelletto speculativo, per questo rispetto, non generabile atto. Se infatti intende le forme materiali tanto pi deve intendere le immateriali;
n corruttibile. il fatto di intendere le forme separate, cio l'intelletto agente, non gli impedisce di
L'intelletto agente che crea gli intelligibili come quello che distingue e intendere quelle materiali.[...]
riceve. Nello stesso modo in cui, infatti, l'intelletto agente non cessa mai per s di Una volta che l'intelletto materiale si perfezionato unendosi con l'agente,
generare e creare, anche se dalla generazione sfugge qualche soggetto, cos accade allora noi siamo uniti con esso e tale disposizione detta "acquisto" [adeptio] e
per l'intelletto che distingue. A ci si riferiva Aristotele nella prima parte di questa "intelletto acquisito" [intellectus adeptus], come si vedr in seguito. Con questa
trattazione [De Anima 14; 408 b, 25-27] scrivendo: anche il pensare e l'esercizio concezione della natura dell'intelletto materiale si risolvono tutti i problemi
del conoscere si spengono quando qualche altra cosa interna si corrompe, connessi con la nostra precedente affermazione, che l'intelletto uno e molteplice.
l'intelletto per incorruttibile. Per qualche altra cosa intende le forme Giacch se l'intelligibile in me e in te fosse lo stesso per tutti gli aspetti, ne
immaginative dell'uomo. Per pensare, intende la ricezione che sempre conseguirebbe che conoscendo io un oggetto anche tu lo conosceresti e molte altre
nell'intelletto materiale, della quale comincia a discutere quando dice: e noi non assurdit. Se affermassimo che esso molteplice, ne conseguirebbe che lo stesso
ricordiamo perch impassivo, mentre l'intelletto passivo corruttibile e senza intelligibile in me e in te sarebbe uno nella specie e due negli individui, si darebbe

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cos un altro intelligibile di un intelligibile e via all'infinito. Sarebbe anche per suo mezzo alcunch. Ma quando arriver a essere nostra forma in atto (nella
impossibile che il discepolo impari dal maestro, se la scienza del maestro non sua congiunzione in atto), allora intenderemo per suo tramite tutto quanto
fosse virt generante e creatrice di quella del discepolo, nello stesso modo in cui intendiamo e agiremo per suo tramite l'azione che gli propria. Appare cos che la
un fuoco ne genera un altro simile per specie il che assurdo. Il fatto che il sua intellezione qualcosa che non appartiene alle scienze speculative, ma piutto-
conosciuto lo stesso nel maestro e nel discepolo ha fatto credere a Platone che la sto partecipa dei processi naturali nella disciplina delle scienze speculative. Perci
scienza fosse un ricordare. Se ammettiamo invece che l'intelligibile in me e in te non strano che gli uomini si dilettino in questa impresa, come fanno nelle
molteplice rispetto al sostrato secondo cui vero (cio le forme scienze speculative. Ma bisogna trovare qualcosa che derivi dalle scienze
dell'immaginazione) e uno rispetto al sostrato secondo cui un ente intelligibile speculative, non da altro. Infatti assurdo che intelligibili falsi entrino in una
(cio l'intelletto materiale), tutti i problemi vengono risolti perfettamente. congiunzione, in quanto non stanno in un corso naturale ma sono un che di in-
[...] comprensibile, come il sesto dito o una creatura mostruosa.
Quando gli intelligibili speculativi sono connessi con noi mediante le forme E anche evidente che, se ritenessimo l'intelletto materiale generabile e
immaginative e l'intelletto agente connesso con gli intelligibili speculativi (chi corruttibile, non troveremmo alcuna via per cui l'intelletto agente potrebbe
infatti li comprende lo stesso, cio l'intelletto materiale), allora l'intelletto agente connettersi con l'intelletto in abito per congiunzione propria, cio simile a quella
deve connettersi con noi attraverso la congiunzione degli intelligibili speculativi. di forme e materie. Se non presupponiamo tale congiunzione, non ci sarebbe
Quando tutti gli intelligibili speculativi esisteranno in noi in potenza, chiaramente differenza tra la posizione dell'agente rispetto all'uomo e rispetto a tutti gli enti, se
l'agente sar connesso con noi in potenza. Quando tutti gli intelligibili speculativi non per diversit della propria azione in loro. Secondo questo modo il suo
esisteranno in noi in atto, esso sar connesso con noi in atto. Quando alcuni lo rapporto all'uomo non sar altro che di agente all'uomo, non rapporto di forma, e
siano in potenza e altri in atto, esso sar connesso in parte s e in parte no; allora si ci rinvia alla questione di Alfarabi nel commento all'Etica Nicomachea. Infatti la
dir che ci muoviamo verso la congiunzione. fiducia nella possibilit di congiunzione dell'intelletto con noi sta nell'acclarare
Quando tale movimento sar completato, allora all'istante questo intelletto sar che il suo rapporto all'uomo quello di forma e agente, non soltanto di agente.
connesso con noi in tutti i modi. anche evidente che il rapporto di lui a noi in Cos per ora ci appare la questione. Se ci verr qualche altra idea, ne scriveremo.
tale disposizione come quello dell'intelletto in abito a noi. Se cos, necessario
che l'uomo intenda mediante un intelletto proprio a s tutti gli enti e che compia [2. L' accordo fra religione e filosofia]
un'azione a s propria in ogni ente, come intende mediante l'intelletto in abito tutti Ordunque: il fine di questo scritto indagare, dal punto di vista dello studio
gli enti per intellezione propria, quando sia stato congiunto con le forme della Legge religiosa, se la speculazione filosofica e le scienze logiche siano lecite
immaginative. secondo il shar' o proibite o obbligatorie, sia perch commendevoli sia perch
L'uomo in questo modo, come afferma Temistio, assimilato a Dio in quanto necessarie.
tutti gli enti in qualche modo e in qualche modo li conosce; infatti gli enti non E quindi diciamo: ogni attivit filosofica altro non che speculazione sugli
sono altro che la sua scienza, n la causa degli enti altro che la sua scienza. esseri esistenti, e riflessione su come, attraverso la considerazione che sono creati,
Quanto mirabile questo ordine, quanto straordinario questo modo dell'essere! si pervenga a dimostrare il Creatore: infatti, gli esseri esistenti sono prodotti, per
Sar cos verificabile l'opinione di Alessandro quando afferma che l'intendere le cui dimostrano di avere un produttore. Tale conoscenza relativa alla produzione
cose astratte accade per congiunzione di questo stesso intelletto con noi; non che delle cose, tanto pi completa quanto pi consente una conoscenza completa di
l'intendere si trovi in noi dopo che non c'era, in qualit di causa nella Colui che le ha prodotte. La Legge religiosa autorizza, e anzi stimola, la
congiunzione dell'intelletto agente con noi, come pensava Avempace, bens causa riflessione su ci che esiste, per cui evidente che l'attivit indicata col nome [di
dell'intendere la congiunzione, non il contrario. filosofia] considerata necessaria dalla Legge religiosa, o, per lo meno, ne
Si risolve cos il problema di come una sostanza eterna [antiquum] intenda autorizzata.
mediante nuova intellezione. del pari manifesto perch non siamo congiunti con Che la Legge religiosa chiami a un'indagine intellettuale sugli esseri esistenti e
questo intelletto sin dal principio ma da ultimo. Laddove infatti sia nostra forma richieda (di pervenire) a una conoscenza su di essi, appare chiaro da parecchi
in potenza, sar congiunto con noi in potenza e in tal caso impossibile intendere versetti del Libro di Dio Benedetto ed Eccelso, tra i quali per esempio il seguente:

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"Riflettete, o voi che avete occhi a guardare! ". Questo versetto certifica la caso reperissimo presso i nostri predecessori, appartenessero pure a popoli pi
necessit dell'uso del ragionamento intellettuale, ovvero, contemporaneamente, antichi, qualcuno che ha gi approfondito l'analisi e l'esame della realt esistente
del ragionamento intellettuale e di quello giuridico-legale. Dice ancora il Corano: applicando le regole previste dalla dimostrazione, ci preoccupiamo di studiare le
"Non han forse studiato il regno dei cieli e della terra e le cose tutte che Dio ha affermazioni contenute nei loro libri. E ci che costoro hanno detto di conforme
creato?". Questo versetto induce chiaramente a speculare sugli esseri esistenti alla verit, lo accetteremo con gioia e gliene saremo grati; mentre ci che hanno
nella loro totalit. Iddio Altissimo ha insegnato che tra quelli, in particolare, cui detto di difforme dalla verit, lo evidenzieremo e ne diffideremo, pur
stato concesso l'onore di possedere la scienza vi Abramo su di lui la pace! e perdonandoli per l'errore commesso.
infatti ha detto: "E cos mostrammo ad Abramo il regno dei cieli e della terra Da ci chiaro che lo studio dei libri degli antichi obbligatorio per Legge,
perch fosse di quei che solidamente sono convinti". Ha inoltre affermato poich il loro fine identico a quello cui ci sprona la Legge. Chi proibisce a
l'Altissimo: "Ma non guardano dunque gli uomini al cammello, come fu creato, e qualcuno che ne avrebbe la capacit, cio a qualcuno che possiede intelligenza
al cielo, come fu innalzato?"; e ancora: "I quali... meditano sulla creazione dei naturale unita a integrit religiosa e a virtuosa dirittura sapienziale e morale, di
cieli e della terra". Ed esistono innumerevoli altri versetti simili a questi. applicarvisi, sbarra la porta attraverso la quale la Legge chiama gli uomini alla
Siccome si stabilito che la Legge religiosa rende obbligatoria la speculazione conoscenza di Dio. E poich si tratta della porta dello studio teoretico, l'unica che
e l'indagine razionale sugli esseri esistenti, e poich tale indagine non consiste in conduce a un'autentica penetrazione della verit divina, tale proibizione
altro che nella deduzione e nella derivazione dell'ignoto dal gi noto e questo costituisce un atto di ignoranza e di estraniazione dall'Altissimo.
ci che si chiama sillogismo, ovvero ci che si ottiene per mezzo del sillogismo , Quindi non affatto lecito a un tale, se da parte sua erra o falli sce nell'impresa
pure obbligatorio che ci rivolgiamo allo studio della realt esistente per mezzo dello studio filosofico, o per carenza di capacit o per indisciplina logica o per
del ragionamento razionale. inoltre evidente che questo tipo di analisi cui la eccesso di passionalit o per non aver trovato un maestro capace di educarlo e
Legge religiosa chiama e incita, la specie pi perfetta di studio collegata alla informarlo o per tutte queste ragioni messe insieme , non gli lecito, si diceva,
specie pi perfetta di ragionamento, cio a quella che si chiama "dimostrazione proibire a qualcun altro che ne in grado di adoperarsi in ci in cui egli ha fallito.
[apodittica] [...] Infatti, questo fallimento (nello studio filosofico) accidentale rispetto alle sue
Se la questione si pone in questi termini, e se tutto ci di cui si ha bisogno per cause, e non sostanziale; cosicch non v' ragione per cui ci che utile per sua
lo studio del ragionamento razionale gi stato indagato attentamente e nel modo natura e pregio venga trascurato a causa di qualche aspetto presente in esso per
migliore dagli antichi (filosofi), opportuno che avidamente ne prendiamo in accidente. Perci, quando un uomo, cui il Profeta aveva consigliato di curare la
mano i libri e approfonditamente ne esaminiamo le opinioni. E se ci risultano ve- diarrea del fratello col miele, si era lamentato che, anzi, la diarrea era aumentata
re, le accetteremo; ma se qualcosa ci sembrer falso, lo rileveremo. dopo la somministrazione del miele, il Profeta su di lui la pace! rispose: "Dio
Quando avremo concluso questo esame e ci saremo impadroniti delle ha ragione! A mentire il ventre di tuo fratello".
metodologie con cui potremo ottenere retta considerazione degli esseri esistenti e Cos, noi diciamo che, colui il quale proibisce a chi ne ha la facolt di studiare
determinare che sono stati prodotti - ch chi non conosce la produzione non i libri dei filosofi con la scusa che ci sar poi gente che lo accuser di deviare
conosce il prodotto, e chi non conosce il prodotto non conosce il produttore , dalla retta via, simile a colui che impedisce a un assetato di bere dell'acqua
allora sar necessario rivolgersi all'analisi degli esseri esistenti secondo fresca, fino a farlo morire, con la scusa che avrebbe potuto rimanerne soffocato.
quell'ordine e quella disposizione che avremo inferito dalla conoscenza ottenuta Infatti, morire per un'acqua malamente ingurgitata accidentale, mentre morire di
per mezzo del ragionamento dimostrativo. sete secondo sostanza e necessit. [ ... ]
inoltre chiaro che il fine che perseguiamo [con lo studio] degli esseri Avendo stabilito tutto ci, ed essendoci persuasi, in quanto musulmani, che la
esistenti perseguibile con un progresso a tappe successive dell'indagine, e che il nostra divina religione vera, e che essa ci incita a perseguire quella massima
successore deve garantirsi, a tal scopo, l'aiuto dei suoi predecessori, analogamente felicit che consiste nella conoscenza di Dio Potente ed Eccelso e delle sue
a quanto accade nelle scienze matematiche. creature, ne deriva che per ogni musulmano, secondo il suo temperamento e la sua
[...] natura, prescritto un particolare tipo di assenso a tali verit. Infatti, i caratteri
Se tutto ci [che si detto finora] vero, necessario per noi [filosofi] che, nel degli uomini si diversificano qualitativamente riguardo a questo assenso,

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essendovi chi lo presta alla dimostrazione razionale, chi alle dispute dialettiche prefiggendosi lo scopo di conciliare l'intelletto e la tradizione rivelata.
con la stessa intensit di chi crede alle dimostrazioni e ci perch la sua natura Di pi: noi sosteniamo che di tutte le espressioni delle Scritture, il cui senso
non gli consente altrimenti , e chi lo presta ai discorsi retorici, pure con la stessa letterale contrasta con le conclusioni dimostrative, se si ha la pazienza di
intensit di chi crede alle dimostrazioni. esaminare il Testo Sacro e di indagarlo attentamente in tutte le sue parti, si
Quindi, poich la nostra divina religione chiama gli uomini a s secondo troveranno altre affermazioni parallele che porteranno testimonianza, proprio col
queste tre vie, l'assenso prestatovi generalizzato, e ne resta escluso solo chi loro senso letterale, alla [correttezza] dell'interpretazione allegorica, o almeno ci si
pretende ostinatamente di combatterla a parole, o chi, per sua propria negligenza, avvicineranno moltissimo.
rifiuta di abbracciare la strada pi adatta che lo porta a Dio. Per tale ragione, i musulmani sanno che non obbligatorio intendere tutte le
[...] espressioni delle Scritture secondo il loro senso apparente, n sempre forzarle
Ora, dal momento che la nostra religione vera e incita a un'attivit servendosi dell'interpretazione allegorica. Essi piuttosto hanno opinioni differenti
speculativa che culmini nella conoscenza di Dio, noi musulmani non possiamo riguardo quale passo rivelato sia opportuno sottoporre a interpretazione e quale
che essere fermamente convinti del fatto che la speculazione dimostrativa non pu no.
condurre a conclusioni diverse da quelle rivelate dalla religione, poich il Vero []
non pu contrastare col Vero, ma anzi gli si armonizza e gli porta testimonianza. La causa del fatto che nella religione siano presenti un significato essoterico e
Stando cos le cose, se la speculazione dimostrativa conduce alla conoscenza uno esoterico dipende dalla diversit delle opinioni degli uomini e della loro
di qualche essere reale, non si sfugge al presupposto che tale essere reale o disposizione naturale all'assenso. E la causa del fatto che nelle Scritture esistano
menzionato o sottaciuto dalle Scritture. Se sottaciuto, non si presenta alcuna passi reciprocamente contraddittori che in tal modo vengono risvegliate le
contraddizione (tra religione e filosofia), poich tale caso sarebbe identico a capacit esegetiche degli studiosi, che possono adoperarsi a riconciliarli.
quello del giurista che, non reperendo qualche principio legale nelle Scritture, [...]
costretto a dedurlo per via analogica. Se invece i testi religiosi ne parlano, delle Per quanto riguarda invece gli uomini che non fanno parte della classe dei
due l'una: o il senso apparente della conclusione filosofica si accorda o contrasta sapienti, per loro obbligatorio aderire al senso letterale (dei Testi Sacri), ch
con quei testi. Se si accorda, nessun problema. Ma se contrasta, si presenta la l'interpretazione allegorica, per vero, per essi miscredenza, in quanto li conduce
necessit di un'interpretazione allegorica delle Scritture. Interpretazione allegorica alla miscredenza. Ecco perch pensiamo che la gente comune abbia il dovere di
significa trasporto dell'argomentazione da un piano reale a un piano metaforico prestar fede al senso letterale, mentre l'interpretazione allegorica (per essa)
senza con ci derogare dalle norme linguistiche arabe nell'uso della metafora , in autentica miscredenza, inducendola alla miscredenza. Chiunque dei sapienti si
modo da definire qualcosa o con un sinonimo o facendo riferimento alla sua causa permettesse di propalare l'interpretazione allegorica presso la gente comune,
o al suo effetto o a qualcos'altro che gli si pu porre a confronto, o insomma a sarebbe un propagandatore di miscredenza; e chi propaganda la miscredenza,
tutte quelle particolarit che sono reperibili nei vari tipi di discorso metaforico. egli stesso un miscredente.
Se operare in questo modo lecito al giurista nella maggior parte degli Per ci necessario che solo i libri scritti in stile dimostrativo contengano
argomenti che attengono alla Legge, quanto pi ne ha diritto colui che segue la interpretazioni allegoriche, poich tali libri sono letti solo da coloro che sono
scienza della dimostrazione! E infatti il giurista si serve di un ragionare basato esperti nella dimostrazione. Mentre se (le interpretazioni allegoriche) sono
solo sull'opinione soggettiva, mentre il sapiente di un ragionare basato sulla contenute in libri non dimostrativi e di esse si fa uso per ragionamenti legali,
certezza. retorici o dialettici, come per esempio si comporta Aba Hmid (al-Ghazl), si
Quindi con forza noi affermiamo che, se una conclusione cui si perviene commette un errore gravissimo tanto verso la Legge religiosa quanto verso la
attraverso la dimostrazione contrasta col senso apparente delle Scritture, questo filosofia, anche se l'intenzione buona. Infatti, anche se si volesse moltiplicare il
senso apparente a necessitare di un'interpretazione allegorica, secondo beninteso numero dei sapienti, si finirebbe in realt per moltiplicare il numero degli
le regole dell'esegesi linguistica araba. Questo fatto non posto in discussione ignoranti! Il risultato sarebbe che alcuni getterebbero discredito sulla filosofia,
da nessun musulmano, n contestato da alcun credente. In tal modo, infatti, si altri sulla Legge religiosa, e altri ancora cercherebbero di sintetizzarle insieme.
accresce la certezza di coloro che si applicano ed esercitano l'esegesi, Questo pare sia uno dei fini principali dei libri (di al-Ghazl); la dimostrazione di

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come egli mirasse a sollecitare le disposizioni naturali (dei singoli lettori) che esseri viventi.
non aderiva completamente a qualche dottrina, ma si professava ash'arita con gli un fatto di giustizia verso la specie pi eccellente degli esseri esistenti che ne
Ash'ariti, mistico con i sf e filosofo con i filosofi. [...] riconosca il valore solo chi pronto a prestare tale riconoscimento, cio la specie
Invero, sarebbe indispensabile che i capi dei musulmani proibissero la lettura pi eccellente degli uomini. E tanto pi nobile l'essere esistente quanto pi
dei libri (di gente come al-Ghazl) che contengono elementi di scienza, tranne a grande l'offesa che gli si fa non conoscendolo adeguatamente. Perci ha detto
coloro che sono esperti di scienza. Analogamente, i capi dei musulmani devono l'Altissimo: "L'idolatria iniquit somma".
proibire tutti i libri che contengono ragionamenti dimostrativi, tranne a coloro che Questo ci che abbiamo pensato di dover evidenziare analiticamente, cio [la
sono addestrati a questo tipo di argomentazione. Tuttavia il male insito nei libri possibilit] di dialogo tra la Legge religiosa e la filosofia, e le condizioni [di
filosofici pi lieve (di quello insito nei libri che mescolano dimostrazione e liceit] dell'interpretazione allegorica nelle Scritture. Se non fosse per la
dialettica) perch tali libri sono presi in mano, per la maggior parte dei casi, solo diffusione che questi problemi hanno presso la gente comune, non ci saremmo
da persone che hanno un'attitudine naturale a giovarsene; e costoro possono essere permessi di scriverne parola; n avremmo avuto bisogno di scusarcene presso gli
sviati solo da carenze di virt morali ovvero da letture condotte senza metodo o "addetti ai lavori", poich il tipo di questioni che abbiamo affrontato lo si discute
senza la guida di maestri adatti. Proibire in assoluto i libri filosofici significa, [di solito] nei libri di filosofia.
d'altra parte, ostacolare la via indicata della stessa Legge religiosa, poich si Dio la guida e Colui che garantisce di pervenire alla verit.
tratterebbe di un'azione ingiusta nei confronti della specie migliore di uomini e di

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