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32 ARCHIVIO ROMANZO 32

Nella stessa collana: La Fondazione Ezio Franceschini nata a Fi-


Il ritrovamento fortuito di cinquantasei fogli di pergamena dimenticati nella
19. N. Morato, Il ciclo di Guiron le Courtois. soffitta di una villa signorile consente oggi di leggere il Lancellotto, lunica tra- renze nel 1987 come centro di ricerca e di
Strutture e testi nella tradizione manoscritta, 2010, LANCELLOTTO formazione superiore sulla cultura medievale,
duzione in antico italiano a noi pervenuta del Lancelot propre. Il ciclo della Vul-
pp. XXX-438. in particolare latina. Dal 1998, con lacquisi-
gata ebbe diffusione vastissima nella Francia dei secoli XIII e XIV, ma la sto-
20. LirIO. Corpus della lirica italiana delle origini
ria dellamore di Lancillotto e Ginevra e della ricerca del Santo Graal travalic LANCELLOTTO zione della biblioteca e dellarchivio di Gian-
su CD-ROM. 1. Dagli inizi al 1337. A cura di L. A CURA DI franco Contini, la Fondazione ha allargato il
Leonardi et alii, 2011, pp. X-54. ben presto le Alpi per giungere in Italia, e qui diffondersi in maniera capillare,
L. CADIOLI VERSIONE ITALIANA INEDITA proprio campo dinteresse alla tradizione
21. La tradizione della lirica nel Medioevo roman- sia in lingua originale sia in traduzione: possediamo infatti le versioni dellE-
romanza, avviando anche in questo settore
zo. Problemi di filologia formale. Atti del Conve- stoire del Saint Graal, della Queste del Saint Graal e della Mort Artu. Mancava DEL LANCELOT EN PROSE progetti di ricerca, pubblicazioni, convegni e
gno internazionale (Firenze-Siena, 12-14 no- per, fino ad oggi, una traduzione italiana del nucleo fondativo del ciclo.
seminari.
vembre 2009). A cura di L. Leonardi, 2011, pp. Il lungo frammento ritrovato (ora conservato nella Biblioteca della Fonda-
VIII-476.
Allinterno di tale attivit si colloca la pro-
zione Ezio Franceschini) tratto da un codice allestito a Firenze alla fine del EDIZIONE CRITICA
mozione della collana Archivio romanzo:
22. S. Carrai, Dante e lantico. Lemulazione dei sec. XIV; composto da otto quaderni non rilegati, e tutti i fogli risultano A CURA DI
classici nella Commedia, 2012, pp. XXVIII-144. diversamente dalle benemerite iniziative edi-
palinsesti, provenienti da almeno quattro diversi manoscritti di ambito giuri- toriali di larga divulgazione dedicate in Italia
23. Vita e Passione di santa Margherita dAntio- dico-notarile. Il testo tramanda una parte delle Suites de la Charrette e una del- LUCA CADIOLI
ai testi del Medioevo volgare, la collana inten-
chia. Due poemetti in lingua doc del XIII secolo. lAgravain, secondo la versione lunga del romanzo. La traduzione dal francese
A cura di M. S. Lannutti, 2012, pp. CXX-162. de offrire uno spazio riservato alla ricerca filo-
procede in maniera letterale, e la lingua abbonda di gallicismi e calchi dal fran- logica, ospitando in primo luogo edizioni cri-
24. Bonagiunta Orbicciani da Lucca, Rime. cese. Ledizione critica del romanzo, inquadrata dallo studio delle fonti france-
Edizione critica e commento di A. Menichet- tiche, ma anche analisi linguistiche e interte-
ti, 2012, pp. XCVI-338. si e delle modalit di traduzione e copia del testo, apre cos un importante stuali, repertori di testi e manoscritti, archivi
nuovo capitolo nella storia della tradizione arturiana in Italia. elaborati con strumenti informatici, e comun-
25. LirIO. Corpus della lirica italiana delle origini
su CD-ROM. 2. Dagli inizi al 1400. A cura di L. que ricerche in cui la dimensione testuale sia
Leonardi et alii, 2013, pp. VIII-100. prevalente.
LUCA CADIOLI (Monza, 1982) ha conseguito il dottorato di ricerca in Filologia romanza
26. Giovanni Boccaccio, Rime. Edizione criti- Uno spazio aperto alle collaborazioni pi
allUniversit di Siena, ed assegnista presso la Fondazione Ezio Franceschini di Firenze.
ca a cura di R. Leporatti, 2013, pp. CCXCIV-426. diverse, senza vincoli di scuola o di sede uni-
Partecipa dal 2013 alle ricerche del Gruppo Guiron, occupandosi in particolare del
27. Formes et fonctions de la parodie dans les litt- versitaria, purch si riconoscano nel valore
Roman de Meliadus. I suoi ambiti di studio, oltre ai romanzi in prosa italiani e francesi, sono
ratures mdivales (Zrich, 9-10 dcembre la lirica provenzale e Andrea Cappellano. della filologia, intesa come quel rapporto ne-
2010). Textes runis par J. Bartuschat et C. cessario tra ecdotica e ermeneutica che, an-
Cardelle de Hartmann, 2013, pp. XII-244. che e soprattutto grazie allopera di Contini,
28. Les aventures des Bruns. Compilazione guiro- continua a caratterizzare la migliore tradizio-
niana del secolo XIII attribuibile a Rustichello ne italiana nel quadro della romanistica inter-
da Pisa. A cura di C. Lagomarsini, 2013, pp. nazionale.
XVIII-620.
29. Franco Sacchetti, Le Trecento Novelle. Edi-
zione critica a cura di M. Zaccarello, 2014, pp.
CCX-650.
30. Giovanni Boccaccio, Teseida delle nozze
dEmilia. Critical Edition by E. Agostinelli
and W. Coleman., 2015, pp. CXXXII-416.
31. N. Tonelli, Fisiologia della passione. Poesia
damore e medicina da Cavalcanti a Boccaccio,
2015, pp. XVI-253. 2016

Di prossima pubblicazione: FIRENZE


LEcclesiaste in volgare. Edizione critica e studio EDIZIONI DEL GALLUZZO IN COPERTINA:

delle quattro traduzioni medievali, a cura di S. PER LA FONDAZIONE EZIO FRANCESCHINI Lancelot et les enchanteresses, Bibliothque nationale
Natale. ISBN 978-88-8450-718-1 2016 de France, Ms. Franais 122, f. 120r ( BnF )
ARCHIVIO ROMANZO
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FONDAZIONE EZIO FRANCESCHINI
FONDO GIANFRANCO CONTINI

ARCHIVIO ROMANZO
Collana a cura di Lino Leonardi
LANCELLOTTO
VERSIONE ITALIANA INEDITA
DEL LANCELOT EN PROSE

EDIZIONE CRITICA
A CURA DI

LUCA CADIOLI

FIRENZE
EDIZIONI DEL GALLUZZO
PER LA FONDAZIONE EZIO FRANCESCHINI
2016
Opera realizzata anche con il contributo
del Ministero dei beni e delle attivit culturali e del turismo

Fondazione Ezio Franceschini ONLUS


via Montebello 7 I-50123 Firenze
tel. +39.055.204.97.49 fax +39.055.230.28.32
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SISMEL EDIZIONI DEL GALLUZZO


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www.sismel.it www.mirabileweb.it

ISBN 978-88-8450-718-1
2016 - SISMEL Edizioni del Galluzzo e Fondazione Ezio Franceschini ONLUS
SOMMARIO

VII Prefazione di Lino Leonardi


XI Premessa

INTRODUZIONE
3 1. LANCELLOTTO RITROVATO
7 1.1. Lancellotto tra i romanzi arturiani della penisola
14 2. DESCRIZIONE DEL MANOSCRITTO. FIRENZE, BIBLIO-
TECA DELLA FONDAZIONE EZIO FRANCESCHINI, MS. 1
( SIGLATO L )
22 3. STUDIO DELLE FONTI FRANCESI DELLA TRADUZIONE
24 3.1. La versione lunga
26 3.2. Rapporti di L con i manoscritti del Lancelot
42 4. LA TRADUZIONE E LA COPIA
42 4.1. Modalit di traduzione
52 4.2. Modalit di copia
62 4.3. Mancato accordo di genere e numero
67 5. NOTA LINGUISTICA
68 5.1. Grafia
73 5.2. Fonetica
86 5.3. Morfologia
100 5.4. Cenni conclusivi
102 6. RESOCONTO DEGLI EPISODI PRINCIPALI

110 7. NOTA AL TESTO


110 7.1. Criteri di trascrizione
113 7.2. Criteri di edizione

115 LANCELLOTTO

387 NOTE DI COMMENTO FILOLOGICO E LETTERARIO

419 GLOSSARIO

v
SOMMARIO

443 BIBLIOGRAFIA

461 INDICE DEI NOMI DI PERSONAGGI, LUOGHI E ISTITU-


ZIONI ARTURIANE NEL LANCELLOTTO

vi
PREFAZIONE

P er la seconda volta in pochi anni, questa collana ha il privilegio di acco-


gliere leditio princeps di un importante inedito della letteratura arturia-
na. Dopo le Aventures des Bruns, ampia compilazione di materiali trat-
ti dal ciclo di Guiron le Courtois che Claudio Lagomarsini ha attribui-
to a Rustichello da Pisa, la volta di un testo finora ignoto, conservato in
un manoscritto di cui non si conosceva neanche lesistenza. Si tratta di un
grosso frammento, pari a 8 fascicoli, di quello che doveva essere un codice
ben pi esteso (la cartulazione arriva al numero 296), contenente una tra-
duzione italiana del Lancelot-propre (la parte conservata cade tra le Sui-
tes de la Charrette e lAgravain). Un testo fondativo per la letteratura
arturiana in Francia, di grande diffusione nellItalia trecentesca, ma che
non risultava aver goduto dei favori di una traduzione, come invece le altre
branches del ciclo di Lancelot-Graal, o in misura ancora maggiore il suc-
cessivo Roman de Tristan. Gli ampi scavi sulla presenza in Italia di tutti
i romanzi del ciclo cosiddetto della Vulgata, sia per la trascrizione di mano-
scritti francesi sia per la composizione di traduzioni e adattamenti in lin-
gua di s, non registravano finora se non una traccia semisommersa, in un
registro di prestito estense di met Quattrocento, di un Lancillotto in
taliano (per correggere il quale si sarebbe ricorsi ad un altro Lanzalo-
to in franzese): un fantasma della filologia arturiana, ora finalmente
materializzatosi.
Un inedito assai significativo dunque, in grado di ridisegnare i contorni
della ricezione italiana della letteratura cavalleresca doltralpe. La scoperta
del codice miraggio di ogni filologo si deve a Luca Cadioli, che ha dedi-
cato allo studio del manoscritto e alledizione del testo la sua tesi di dotto-
rato a Siena, suscitando uneco di interesse in sede nazionale e internazio-
nale (mi limito a citare la segnalazione in Medioevo romanzo, XXXVIII
(2013), pp. 178-83, e sul Journal of the International Arthurian Society,
II (2014), pp. 63-9). Il volume che ora si pubblica riprende e amplia quel
lavoro, offrendo quindi per la prima volta la descrizione del frammento e la
presentazione e ledizione del testo, con note di commento e glossario.
Non stato un lavoro facile. La descrizione si dovuta confrontare con
la natura interamente palinsesta del codice, pur predisposto nella mise en
page per accogliere un apparato decorativo importante, almeno nella parte

vii
PREFAZIONE

dovuta alla prima delle due mani riconosciute. Cadioli riuscito a iden-
tificare diversi brani della scriptio inferior, da testi giuridici a protocolli
notarili, che potranno offrire indizi circa le coordinate geografiche e crono-
logiche della confezione materiale del codice. Se, per la data, lanalisi
paleografica conduce intanto con ragionevole approssimazione verso lulti-
mo quarto del Trecento, per il luogo risulta determinante lanalisi lingui-
stica, vlta a discernere sia la patina del copista, definibile come fiorentina
di met Trecento, sia significativi elementi di stratigrafia, che potrebbero
indicare forse una provenienza toscano-occidentale, ma che a questa altez-
za cronologica possono pi probabilmente essere compatibili con la scrip-
ta adottata a Firenze.
Lo scavo comparativo nella tradizione testuale, alla ricerca della possibi-
le fonte della traduzione italiana, o meglio al fine di una sua colloca-
zione allinterno della galassia ricezionale del Lancelot, stato fruttuoso,
nonostante la trasmissione del romanzo francese sia ramificata e dinamica,
e sia stata solo a grandi linee ricostruita dai lavori di Alexandre Micha pro-
pedeutici alla sua edizione, peraltro notoriamente parca di materiale di col-
lazione ricavabile dagli apparati. In questa situazione, Cadioli ha potuto
non solo dimostrare che oggetto della traduzione la versione lunga del
romanzo, ma anche individuare indizi di congiunzione in errore, o quan-
to meno in lezioni innovative, che collegano il testo italiano ad alcuni
manoscritti delloriginale francese, per lAgravain in particolare al fr. 333
della Bibliothque nationale de France. Di notevole interesse infine la pre-
senza di brani nei quali la traduzione italiana presenta un testo pi este-
so e ricco di dettagli rispetto a tutta la tradizione nota del romanzo fran-
cese, aprendo una pista di ricerca circa una possibile attivit rielaborativa
attribuibile al traduttore stesso (o alla sua fonte particolare).
Ledizione si avvale dunque del puntuale riscontro con il testo francese,
funzionale per decifrare non pochi passi del testo e per definire le modalit
della traduzione, che nella sua letteralit produce un esito di notevole spes-
sore anche sintattico. Con il suo corredo di apparati, commento e glossario,
che fa reagire il nuovo testo con il patrimonio lessicale dellitaliano antico e
con la speciale lingua delle traduzioni dal francese, ledizione di questo
importante inedito offre cos anche loccasione per illuminare le procedure
messe in atto dallanonimo traduttore, nel contesto delle altre numerose
esperienze analoghe nella Toscana trecentesca.
Non ultimo motivo di soddisfazione, al momento di accogliere questo
volume nella collana della Fondazione Ezio Franceschini, che il codice
oggi conservato nella sua Biblioteca, dove ha assunto il numero 1 del Fondo
Manoscritti. La storia della scoperta di questo eccezionale frammento, dif-
fusa a suo tempo dalla stampa italiana, ad alcuni lettori sembr inventata,
mentre risponde esattamente alla realt: stato trovato per caso al momen-

viii
PREFAZIONE

to dello sgombero della soffitta di una casa di campagna, dove giaceva in un


vecchio cassetto, allinsaputa dei proprietari. Dobbiamo alla loro generosit
e lungimiranza, e alla loro antica discrezione che mi impedisce di nomi-
narli, se il reperto stato donato alla Fondazione, che si impegnata a
custodirlo, a pubblicarlo e a renderlo disponibile per le ulteriori ricerche degli
studiosi. A nome quindi di tutto il mondo degli studi desidero ringraziare
i donatori anche da queste pagine, assicurando loro che la Fondazione
intende onorare questo dono continuando e incrementando il suo impegno
per lo studio dei testi e dei manoscritti medievali, soprattutto tramite la for-
mazione e il coinvolgimento di giovani studiosi.

Lino Leonardi

ix
PREMESSA

S olo il caso ha voluto che il manoscritto oggetto di questo studio


giungesse tra le mie mani, sul finire dellestate del 2011, e che
potessi dunque osservare sulla mia scrivania lunica copia per ora
pervenuta di una traduzione italiana del Lancelot propre, il Lancellot-
to. Il ritrovamento del manoscritto si deve infatti a una mia paren-
te che lo ha materialmente estratto dalla soffitta di una casa signo-
rile di un piccolo paese alle porte di Savona, dove giaceva tra vec-
chie carte e oggetti in disuso. Devo dunque ringraziare lei, stru-
mento della fortuna, e i proprietari del codice, che mi hanno con-
cesso di disporre liberamente del manoscritto, se ho avuto la pos-
sibilit di studiare linedita traduzione. Entravo allora nel mio terzo
anno di dottorato, e conducevo unindagine sulla storia della tra-
dizione della Queste del Saint Graal. Di comune accordo con Lino
Leonardi, direttore della mia ricerca, e il collegio docenti, decisi di
abbandonare la Queste per dedicarmi al Lancellotto. In poco pi di
un anno compilai la tesi, a cui il presente volume deve molto, ma
che stata ampiamente rivista, soprattutto nella sezione delledi-
zione del testo.
Il codice ora conservato presso la Biblioteca della Fondazione
Ezio Franceschini di Firenze; i proprietari del manoscritto infatti,
dimostrando unattenzione e una sensibilit non comuni ai valori
della cultura e della sua diffusione, hanno deciso di donare il testi-
mone alla Fondazione, cos da renderlo disponibile a tutti gli stu-
diosi interessati. E la Fondazione, a sua volta, ha messo a disposi-
zione i propri spazi e le proprie risorse per dare degna ospitalit al
codice, con limpegno a una sua completa digitalizzazione.
Alcune riproduzioni in alta definizione del manoscritto sono
per gi disponibili: al fine di agevolare la consultazione della
descrizione del manoscritto, si deciso infatti di inserire nella trat-
tazione alcuni QR code (Quick Response Code) che contengo-
no le immagini oggetto della descrizione. un esperimento, sem-
plice, certamente migliorabile, ma se non ci si inganna mai tentato
in altra sede filologica, che consente con un banale smartphone o

xi
PREMESSA

tablet, una connessione internet e una qualsiasi applicazione di


riconoscimento codici (scaricabile gratuitamente), di verificare
costantemente sul manoscritto i dati presentati nel volume; lo stru-
mento, nel caso del testimone del Lancellotto, come vedremo costi-
tuito interamente da fogli palinsesti, si rivela tanto pi utile poich
consente di osservare le immagini delle scritture inferiori illumi-
nate con la lampada di Wood.
Unattenzione mediatica inusuale per le vicende filologiche
accompagn la scoperta, annunciata anche su alcuni dei maggiori
quotidiani nazionali: se i dati furono in parte piegati a comprensi-
bili, per la stampa, fini sensazionalistici ( il manoscritto letto da
Dante!, ci si affrett a titolare), linteresse dei media ebbe il meri-
to di far emergere la notizia dalla nicchia dello specialismo acca-
demico. Pur abbandonando il sensazionalismo in favore della
scientificit, ci si augura che ledizione qui proposta sia in grado di
rivolgersi anche ai non filologi di professione. Con unavvertenza:
molti dei problemi che pongono il testo e il manoscritto riman-
gono aperti, e richiederebbero ulteriori approfondimenti. Passati
ormai alcuni anni dal ritrovamento, si per preferito non indu-
giare oltre e mettere a diposizione il romanzo a tutti coloro che
vorranno cimentarsi nel suo studio e nella sua lettura.

La realizzazione di questo volume non sarebbe stata possibile


senza i contributi, vari e molteplici, ma tutti fondamentali, di cui
mi sono potuto avvalere. Un ringraziamento particolare va a Lino
Leonardi, che ha accolto con pragmatico entusiasmo la notizia del
ritrovamento, incoraggiando fin da subito il lavoro di edizione,
seguendone attentamente lo svolgimento, e infine ospitando il
volume nella collana Archivio Romanzo da lui diretta. Ad Arianna
Punzi, che durante i suoi corsi universitari a Roma per prima mi
ha condotto tra le pagine del Lancelot, e che stata fonte continua
di motivazione di fronte alle inevitabili difficolt del lavoro, rivol-
go un pensiero di particolare gratitudine. I miei ringraziamenti
vanno anche ad Alessio Decaria e ai lettori anonimi della collana,
per la rilettura attenta e puntuale e per i preziosissimi suggerimen-
ti: inutile ricordare che ogni errore da imputare a chi scrive. Ho
potuto discutere delle questioni linguistiche con Fabio Zinelli e
Pr Larson; di quelle attinenti gli aspetti materiali del codice con
Teresa De Robertis, Marco Cursi e in particolare con Gabriella
Pomaro; di quelle inerenti le fonti francesi con Richard Trachsler,
Nicola Morato e Claudio Lagomarsini: stato un privilegio, e a
loro vanno tutti i miei ringraziamenti. Non meno importante

xii
PREMESSA

stato il confronto con i dottorandi e gli studenti ai quali ho sotto-


posto problemi legati alledizione del Lancellotto in occasione delle
varie edizioni del Seminario di filologia romanza organizzato dalla
Fondazione Franceschini: ringrazio caramente anche loro. Infine,
un ringraziamento di cuore va agli amici, prima ancora che colle-
ghi, del dottorato di Siena, della Fondazione Franceschini e del
Gruppo Guiron: alle lunghe discussioni, non necessariamente filo-
logiche ma sempre stimolanti, ai momenti di evasione e al soste-
gno costantemente dimostratomi, questo libro deve molto.

xiii

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