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HL VALORE DELLE PROVE Ge, 1:2-12 INTRODUZIONE Come ho gid fatto qualche settimana fa, anche ogi voglio parlare sulf'epistola di Giacomo. ‘Questa epistola, scritta molto prohabilmente da Giacomo, il fratello del Signore, sara fargomento che io esporré per le prossime settitmane e mesi, Abbiame gia detto che il carattere di questa lettera ‘& saprattutto pratico ed il suo scopo principale é quello di stimolare i credenti ad agite, a vivere una fede pil concreta e coerente, Pur essendo una lettera breve, cio® non molto lunga, parecchi sono li argomenti trattati, Laseguente lista ce ne da una conferma: prove, sageerza, fede, poverta, ricchezza, tentazione, doni, nuova nascita, umilta, ira, imparzialita, liberta, opere, maestri, lingua, contese, amicizia, dubbio, conversione, del gindicare, del pianificare, della pazienza, del giurare, della malattia, della preghiera eo. Per sommi capi toccheremo tutti questi argomenti, cercando di approfondire cid che & pid utile per-noi nel momento in cui se ne parla, Ma Targomento principale che ogai tratteremo é quello delle prove a cui sono connesse riflessioni sulla costanza, sulla saggezza, sulla preghiera, sulla fede, sul dubbio, sulla poverta ¢ la ricchezza. Questo é un tema molto importante ¢ lo si capisce dal fatto che Giacomo lo mette in cima alla lista, come 1° argomento da tattare. Leggiamo il testo. Leggendo questo testo sirimane colpiti anzituito da una cosa, ¢ cioé dall’esonazione del v.2, che ci invita a considerare le prove come "una grande gioia"! "Argomento di completa allegrezza" traduce il Luzzi, menixe la Bibbia cattolica della C.E.L traduce "Considerate perfetta letizia.te prove". La questione & come considerate le prove una grande gioia? Come posso rallegrarmi molto ‘© poco della perdita di un parente, di una grave malattia, di un fallimento economico, della perdita del lavaro ece.? Ad un prima impatto tutto questo ci sconcerta, ci stupisce, ci rende perplessi, ci fa die che € assurdo, Le prove sono un argomento di riflessione, questo si, ma proprio di "gioia", ‘questo &strano, Eppure Giacomo non é stato il primo e certamente non il solo a fare questo insolito accostamento tra prove e gioia. Prima silui @ stato Gesi, il quale diceva ai suoi discepoli: "Beati voi, quando vi insulteranno e, mentendo diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia Rallegratevi e giubilate" (Mt. 5:11-12). Gli Ati deeli Apostoli ci riportano che Pietro e Giovanni 'se ne andarono via dal Sinedrio, rallegrandasi di essere ritenuti degni di essere olwageiati per il nome di Gesd" (A15:41). Lapostala Paolo dice addiritura "ci gloriamo nelle afflizioni" (Rom.5:3) lo scrittore agli ebrei dice dei suoi lettori: "accettaste con gioia la ruberia dei vostri beni" (Eb. 10:34). Ma cotn’é possibile tutto questo? E Giacomo stesso-che ce lo spiega, Dicendo che le prove vanno considerate come un argomento di gioia, ci sta dicendo che esse hanno un gran valore. Intuendo perd, che non é:mai stato facile seorgere il valore delle prove, lui si fa avanti e ce lo spiega. ‘Cida i we seguenti motivi, 1 MOTIVLPER CUI LE PROVE HANNO UN GRANDE VALORE (v.3-4) A. Costituiscono una “prova difede" Che Giacomo stia cercando di motivate Fesortazione del v.2 lo si capisce dal termine “sapendo". E' "sapendo" quanto sta per dite che la nostra opinione sulle prove cambia ed esse possono diventare quello che dice Giacomo "argomento di completa allegrezza", E la prima cosa cche Salta agli oochi in questo processo di motivazione é il passageio dal plurale "prove svariate” al singolare "prova delta vostra fede", Non si patla pitt di "prove svariate", ma di “prova della vostra fede". In questo modo € con questa espressione, Giacomo ci sta dicendo cosa sono veramente le prove e a cosa servono, quindi, qual é il loro: valore, Le prove, di qualsiasi segno ¢ tipo siana, non ‘sono solo una fonte di sofferenza, di dolore e di lactime, ma sono una "prova della nosira fede", In genere le prove in cui veniamo a trovarci sono legate alla nostra condizione temporale, ai nostri affetti, ai nostri aveti, alla nostra salute e segnano una perdita, un fallimento, un insuccesso in ciascuna di queste aree. Questo significa imbattersi in prove svariate. Parlare di "prova della nostra fede" significa perd dire qualcosa di pid. Significa che le nostre prove sono legate a qualoosa di etemo che non perisce € non si perde. Significa che le nose prove non sano solo una perdita, ma anche fottenimento di qualcasa di preziaso, Questa cosa che non perisce, questa cosa preziosa che cotteniamo attraverso le prove ¢ la "fede", E’ Tapostolo Pietwo che ci aiuta a capire questo, quando dive: "E' necessario che siate afflitti da svariate prove, alfinché la voswa fede, che viene messa alla prova, cche é ben pitt preziosa dell'oro che perisee, ¢ tutlavia @ provato con il fuoce, sia motive di lode, di gloria e di onore” (1P1.1:6-7). E fapostolo Pietro parla anche di "coloto che hanno ottenuto una fede ‘preziosa® (2P1.1:1). Per rallegrarci nelle nostre prove, dobbiamo essere consapevoli che esse hanna a che fare tutte quante con la nostra fede, Tutti i nostri problemi, le nostre difficalta, le nostre battaglie, le ingiustizie subite, gli insuccessi, i fallimenti, le perdite avute, le delusioni, tutio questo dabbiamo ‘metterlo in relazione con la nostra fede, Niente @ successo o succede a caso! "Tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio" (Rom.8:28), diceva Tapostolo Paolo. Tutto quello che ci succede, anche fa pit minima difficolta ¢ una prova della nostra fede, Non @ una prova e basta! Non solo una delle tante! E' una prova della nostra fede! E questa ¢ una consapevolezza che il cristiana deve sviluppare sin dallinizio se vuole restare in piedi. Cosa faceva Tapostolo Paolo con i suoi nuovi convertititi? Faceva ire cose; 1° "Fortificava i loro animi"; 2° "Esoriava a perseverare nella fede"; 3° "Diceva loro che dabbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tvibolazioni" (Av. 14:22). Questa € una consapevolezza che ci deve accompagnare sempre, ad ogni istante: tutto & una prova della nastta fede, Ed Istacle nel deserto ce ne da la conferma, Essi deciseto e fallirono il loro ‘cammino di fede proprio su cose banali: sulle pictanze da mangiare ¢ sulle quantita di manna da raccogliere (Es.16). Essi non siresero conte che anche quella banalita era una prova della loro fede (v.4). Proprio in queste minime cose essi mostarone un cuore caparbio € capriccioso che li ha povtati alla rovina. Sia questo un monito che ci tarmenti che le prove di qualsiasi genete ‘costituiscono una prova della nostra fede. Questa consapevolezza ci aiuta ad avere un diverso atteggiamento verso Ie prove, Questo atteggiamento édescritto da Giacomo col termine "costanza". B, Producono costanza Alcuni hanno pensato che qui Giacomo stesse parlando della pazienza che bisogna avere davanti alle prove, quella che comunemente chiamiamo "la pazienza di Giabbe". La parola greca qui usata per®, richiede un vocabolo pit forte che indichi un atteggiamento pid attivo, pitt tisoluto, insomma meno passivo della pazienza. Pet quesio, nella nesira versione della Bibbia abbiamo la parola "costanza". Costanza vuol dire fermezza, tenacia, tenete la posizione, tenere duro, resistere, non indietreggiate, avere il coraggia di osare, opporsi. Se vagliansa date unvimmagine che in qualche modo ci aiuti a distinguere la costanza dalla pazienza, pet quanto possibile, possiamo dire che Tuomo paziente é paragonabile all'agricoliore, che “aspetta il frutta prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia" (Ge.5:7), mentre dobbiamo paragonare [uomo- ccostante al soldato che sia nella trincea e deve far di tutto pet non perdere la posizione, E' evidente che deve sviluppare un attezgiamento deciso, tenace, duro, fermo, deve resistere e per resistere deve combattere, La vita cristiana possiamo paragonarla ad una vita di tincea: per non soccombere davanti alle prove, bisogna essere tenavi, costanti, animati da uno spirito di sactificio, avere la forte consapevolezza che sei lasciamo andare perdiamo qualcosa di molto pil prezioso. ‘Avere la consapevolezza che le prove non sono fine a se stesse, ma sono una prova della nostta fede ci aiuta a sviluppare un afteggiamenta su misura, un atteggiamento adatto, un atteggiamento tenace, vieile, attento. E col tempo, questlatteeeiamento diventa parte di noi, del nostro essere, del nastra carattere. E'a questo che si riferisce il 3° motivo per cui le prove hanno un grande valare. C. Cirendono perfetti R.W.Tasker ha scritio che la cosianza "deve provvedere Tatmosfera in cui abbiano la possibilita di creseere le alte vii". L'Ecclesiaste dice che c'é un tempo pet ogni cosa (3:1) € ‘qualcun altro ha detto che agni opera buona ha bisoeno di tempo. Si racconta che una famosa scena del film "Luci della citta", Charlie Chaplin Fabia girata ben 342 volte. Ecol tempo, con la ‘continuita e la perseveranza che la costanza assicura, che possiamo sviluppare tute le altre virt, Gest ha detto che "quelli che ritengono la parola in un cuore onesto e buono, poriano frutio con perseveranza" (costanza - Le.8:15). Questo pud voler dire che “non cessano di portare frutto", ma pud anche voler dire che portano frutto con perseveranza" (C.E.L). Il Signore vuole che noi possediame non solo un atteggiamento cristiano, ma un vero e praprio carattere cristiano e per ‘questo ci vuole tempo, continuitd e perseveranza malerado le prove. Qui sulla tera non ci @ chiesta la perfezione, ma lo sviluppo verso di essa si, e le prove ne rappreseniano il miglior tirocinio e la miglior scuola, Per questo dobbiamo rallegrarci delle prove ed imparare a viverle nel giusto modo, rispettando le condizioni che la Scrittura ci pone. Esistono alcune condizioni che dobbiamo rispettare se vogliamo trionfare sulle prove e Giacomo ce le indica nei seauenti versi II. LE CONDIZIONI PER TRIONFARE SULLE PROVE (w.5-8) A. La saggezza Questa é la prima e la principale condizione da ricereare: te altre due (preghiera e fiducia) sono subordinate al conseguimento della saggezza. Cos'é la sagwezza in questo caso? Essa & strettamente legata alla consapevolezza (""sapendo") di cui si parlato nei versetti precedenti, Essa ci aiuta a capite perché stiamo soffrendo, perché siamo provati, e sopratiutio cosa fare quando si & nell'afflizione, come attraversarla restando indenni. "Il segno pid evidente della saggezza & la continua allegria" diceva Montaigne, Con la saggezza noi impariamo a sorridere dei nostri mali senza per questo essere pazzi, Con la saggezza noi acquisiame un‘intelligenza che va olie le scircostanze, che ci pone al di sopra di esse e ci aiuta a vederle alla luce del cielo e dell'eternita, Tanti ‘oli astronauti sono-d'accordo nel direi che le cose viste da lassi hanno-un aspetio diverso, Elevarci, aintarci a prendere le distanze dai problemi, aiutarli a vederli in modo pitt obiettive e, sopraitutio aiutarci a vederne il loro valore eterno, questo @ il compito della saggezza. Non abbiama bisogno di andare ai carabi per prendere le distanze dai nostvi problemi, ma abbiamo bisogno di sazgezza. Da dove viene questo tipo di saggezza? Essa é tanto frutto dell'esperienza, quanto un dona del Signore, Proverbi 2:6 dice: "Il Signore da la saggezza"! E Dio la fonte di questa saggezza, Ea Lui che bisogna andare per averla! E per andare a Dio non bisogna salire su una navicella spariale, ma bisogna pregare! B. La preghiera Tl modo. migliore per avere la saggerza che ci manca é chiederla a Dio in preghiera."Chiedete © vi sara dato" diceva Ges), Nella Bibbia abbiamo Teccellente esempio di Salomone che chiedeva saggerza a Dio e Dio gliela ha data, Non é che Salomone era stupido 0 poco saggio. Gid il fatto di aver richiesto saggezza quando poteva richiedere ricchezze ed alte cose simili lo colloca ad un livello di saggezza sopra la media. Pero, per il compito che lo aspettava aveva ‘bisogne di una saggezza particolare. Cosi, chi sta nell'afflizione e chiede saggezza a Dio, non lo fa perché é meno intelligente degli altri, ma perché la sua condizione di sofferenza richiede una sangezra particolare. Non vergognamoci di chiede a Dio saggezza o di far si che altri la chieda per noi, Paolo pregava per i Colossesi affinehé fossero "ricolmi della profonda conoscenza della volontd di Dio con ogni sapienza ¢ intelligenza spirituale2 (Col.1:9). ‘Tuttavia bisogna pur saper pregare. E per saper pregare non intendo saper parlare, o saper fare belle preghiere, artisticamente rifinite di concetti religiosi e belle parole. Per saper pregare intendo Tavere il giusto-atteggiamento, che altri non é se non quelle della fiducia in Dio C. La fiducia in Dio Ti nostro brano ci spiega molto bene cosa qui si intenda per fiducia in Dio, Anzitutto, Dio & visto come un “donatore allegro", uno che dona saggezza a tutti generosamente senza rinfacciare. Non ha limiti il dono di saggezza che dio ci vuol dare. La sageezza abbiamo visto, é una qualita indispensabile per la vita cristiana e Dio non aspetta altro che di darcela a piene mani, Avere fiducia vuol dire pregare Dio con questa consapevolezza e questa certezza, che Egli accoglie la nostra preghiera. E’ matematico che Egli accolga la preghiera di chi chiede saggezza, perché la Sua Parola ce lo dice. Il contrario di questa fiducia e di questa certezza é il dubbio, dice Giacome. Il dubbio qui contemplato non é invertezza dourinale o imelletuale, ma un atteggiamento insicuro verso Dio. Abbiamo difficoltd a fidarci di Dio, Forse lo vediamo come la fonte delle nostre prove, come un tentatore ed un persecutore. Da un lato cerchiamo di rivolgerci a Lui in preghiera, ma dall’altro siamo respinti verso il dubbio, il sospetto, Tamarezza, la depressione spiritual ¢ psicologica, Giacomo paragona questo stato ad "un onda del mare, agitata dal vento e spinta qua ela". In un tale stato non. ¢@ ne integritd, ne coerenza, ne stabilita, Cé una scissione della vita spicituale; in parte si conta su Dio ed in parte su se stessi; questo vuol dire "di animo doppio"; non vuol dire necessariamente ipocrisia, ma insicurezza, indecisione, incapacitd di aver fede vera ed integra. Liinstabilita di un tale stato non si ferma soltanto alla nostra vita interiore, ma influenza tutta la nostra condotta € le nostre azioni ("vie"), Questo vual dire che, avende cessato di avere vera fiducia in Dio, diventiamo a nostra volta inaffidabili e perdiamo facil mente il rispetto ¢ la fiducia degli altri, ‘Questo ¢ il destino amaro di chi non confida in Dio. Giacomo dice: “un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal signore", V'é nell'espressione "un tal uomo" una sorta di disprezzo, un prendere le distanze da una condizione misera che non onora il Signore ed inoltre oscura la dignita di tale individuo, La preghiera di un "tale uomo" non pud essere aocolta dal Signore, perché manca Taspetto fondamentale, cioé la fiducia, Molte preghiere restano inascoltate ed inefficaci, non perché Sone sbagliate, ma perché sotto fatte in modo sbagliato. E qui si ttatta di questo caso! Spesso succede che i dubbi si nutrono di pregiudizi e di falsi presuppasti. E forse é qualeuno di questi che Giacomo ha in mente quando qui passa a parlare dei poveri e dei ricchi (v.9-11), Non é facile stabilire un collegamento fra questi versetti ed il resto del brano, tanto che qualcuno ha addirittura rinunciato a scoprirlo, Perd, il fatto che al v.12 si continui a parlare di "prova" vuol dite ‘motte probabilmente che ariche i versi'9-L1 fanno parte dell'argomenta, Sola che bisogna capire in che modo ne fanno parte. E probabile che la lore alta considerazione della ricchezza e dell'uemo: ricco (2:2-3,6) li abbia condoti in errore non solo nel fare favoritismi, ma anche nell'avere dei pregiudizi in merito alle prove, E° probabile che hanno iniziata a vedere la ricchezza come un vantaggio, un aiuto per affrontare e superare le prove. Pil della poverta! La poverta é solo uno svantaggio, qualcosa che non aiuta in nessun senso, qualeosa da disprezzare. Ma ecco cid che ‘Giacomo risponde. IIL FALSI PRESUPPOSTI 0 PREGIUDIZI (v.9-11) A. La povertit non 2 uno svantaggio (Cé qualcosa per cui, anche il povero pud andar fiero, cioé "la sua elevazione". Di cosa si ‘watta? Molto probabilmente si sta riferendo alla loro vocazione cristiana ed alla ricca eredita spirimale che con essa hanno ticevuto (2:5). Il Signore li ha benedetti in questa senso e di questo devono andar fieri, Non riconoseere questo, essere iniconoscenti ed ingrati di cid, significa diventare "due volte poveri" hadetio qualcuno: “costreiti a soffrire le angosce dell'indigenza, il loro ‘cuore non possiede le speranze e le eonsolazioni del Vangelo" B, La ricchezza é solo un‘apparenza Non é vero che il risco sia pid avvantaggiato del povero davanti alle prove della vita, La ricchezza viene paragonata da Giacomo “alla bella apparenza di un fiore d'etba, che il calore ardenie del sole fa seccare e cadere", Con questa efficace immagine, Giacomo sia dicendo che neppure Tuomo ricco con le sue ricchezze pud reggere davanti alle prove della vita. Liuso di questa immagine ci da la conferma che anche qui Giacomo sta continuando a parlare di prove. Nella Scrittuza, le prove vengono spesso paragonate ad un fuoco che brucia le scorie ed affina il metallo affinché diventi pit puro ¢ prezinso, Qui, il calore ardente del sole pud essere paragonato a questo fuoco di prova, che brucia ed estingue tutto eid che & inconsistente e vuota, seppur bella apparenza. E la ricchezza, dice Giacomo é una di queste cose. E vero che essa illude e chi la possiede & spesso tentato di considerarsi invulnerabile (Lc.12:19), ma Gest chiamava questo "linganno delle ricchezze" (M1.13:22). Le ticchezze non mettono al riparo: dalle prove della vita ed anzi, spesso sono esse stesse causa di gravi problemi, basti pensare agli ultimi fatti di cronaca (La scomparsa della contessa Augusta ed il tragico fatio di Novi Ligure, maturato in una famiglia alquanto benestante), Bisozna perd precisare che qui Giacomo non sta parlando contro fuomo ricco, ma contro [illusione che la icchezza lo metia al riparo; sta smoniando quesio pregiudizio, Probabilmente, i riechi a cui si rivolge in questi versi sono dei eristiant ("il fratello") e Tesortazione che rivolge a loro é di non essere tanto fieri delle loro ricehezze, quanto della loro “umiliazione", Cosi un commentatore descrive questa umiliazione: "Il gloriarsi del cristiano ricco implica il riconoseere la vanitd dei beni estemni di fronte al valore infinito dei beni spiriwali; il proclamare apertamente che il possess ‘iemporaneo della ricchezza non castituisce alcuna superiorita reale; il dimostrarlo a fatti con tutto il tenore di vita; con Fastenersi dal lusso, dall'ostentare la propria agiatezza, dal tratiare come inferiore chi non tha, con fuso cristiano dei beni a sosteeno di ogni opera buona eve." ‘CONCLUSIONE Giacomo conclude quesio argomento delle prove, cost come lo ha iniziato: collegande la prova alla beatitudine, alla felicita, alla gioia, Dice peré qualeosa in pitl, Dice che chi supera la prova "riceverd la corona della vita" (v.12). Molto probabilmente qui non si parla della corona della gloria che riceveranno colore servono ¢ portano frutto per il Signore (1Cor.9:25). Non é un premio per opera svolta, ma il dono della vita etema. Dio non da la vita etema sole a chi crede, per il solo fatto di aderire intelletwalmente alla fede, Dio da la vita eterna a chi persevera, superando ogni sorta i prove, Ecco il valore delle prove: superandole, esse rendono ceria la nosira fede e la nosira vita tema, Da qui deve scaturire Fallegrezza la gioia: non viviame in un mondo assurdo e dominate dal caos, ma in un mondo deve ogni cosa che dio permette é per il nostro bene eterno, Che possiama avere questa consapevolezza, questa certezea, questa gioia sopratutta nelle are pit) drammatiche della nastra vita

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