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2 FEBBRAIO 2017 CARTEGGI LETTERARI

Giulio Maffii recensisce Altissima miseria, di Claudia Di Palma

Mentre mi stavo gustando Ottativo, libro di Daniele Poletti edito dalla mitica Edizioni
Prufrock spa di Luca Rizzatello, mi sono incrociato silenziosamente con una opera prima,
Altissima Miseria di Claudia Di Palma (Musicaos editore). Ricordando che sabato 4
febbraio dalle 19 in adelante presso lex forno MAMbo in via Don Giovanni Minzoni 14 a
Bologna si terr il Prufrocks party con libri, dj set di SuperBarbecue on AIR e le
illustrazioni di Davide Baroni, spero che Poletti non se ne abbia a male se lo accantono un
attimo, questoggi, parlando della Di Palma. La lettura di questa miseria sorprendente.
Nella prefazione al testo Alessandro Canzian, deus ex machina, della Samuele Editore
vede e colloca la poesia della Di Palma nel contesto di testimonianza ed invenzione. Su
ci non si pu che concordare ma soprattutto Canzian coglie anche ci che scorre sotto
lapparato, maturo e coinvolgente, della raccolta : il senso mistico. Ecco nei versi scorre
una venatura religiosa ma una venatura laica, profonda, interrogativa e spiazzante. Il
senso della scrittura della Di Palma proprio questo, scoperchiare attraverso
dissacramenti continui, le consapevolezze flebili del lettore. Il lettore un lettore-dio a cui
lopera diretta, non ci ingannino i riferimenti ad un sacro che non c. Un lettore terrestre
protagonista, suo malgrado, delle belle invenzioni piene di altissima miseria umana.
Sono incinta dellevento,
di ci che a venire.
E mi fido, spalanco il grembo
e gli occhi a ci che sar figura
adesso ancora buio.
Adesso lalba, il gesto annuncia.
E io cammino sicura
con le mie membra di spavento.

Ti gonfi come un temporale


e la tua doglia rassicurante
tuono, gioia che ti cresce dentro
con la voglia di venire fuori.
La vita si apre, si snoda dal tuo
gomitolo stretto, casca, si sbuccia,
sembra matura come una parola nuova
sulle labbra appena increspate,
le tue labbra spoglie e diroccate.
Ogni parto un trapasso,
non ti riempie ma ti fora la parola.

Eterna gola di gloria: parola


appena giunta sul molo, appiedata
ma con piedi di polvere dopo onde
e naufragi, sempre rediviva, ti
lascio incensita e per questo divina.
Forse frutto del seno del mare che
sempre materno si gonfia e si svuota,
segno perennemente varcato.
Ti leggo come fossi scrittura postera.

http://www.carteggiletterari.it/2017/02/02/flashes-e-dediche-39-miseria-e-religiosita-di-claudia-di-palma/

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