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Cagliari medaglione di citta 1 lento corso dei secoli foggia il carattere alle citth: per il loro continuo aggiornamento, si genera una stratifica~ zione d'edilizia ¢ d'arte con l'impronta di nuove civiltd, che le rende sempre pid ricche ¢ attuali. Cosi, anche Ca- gliari, “citta storica”, con carattere definito, s'era andata acquistando, negli anni fra le due guerre mondiali, una fi sionomia di grande citti moderna. I massicci bombarda- menti aerei del 1943 ruppero l'equilibrio che andava lenta- mente raggiungendosi tra vecchio e nuovo, con gli inevita- bili compromessi comuni a tutte le veochie cittd. La tragica vicenda risolvette, nel giro di pochi giorni terribili, buona parte di quanto gli urbanisti auspicavano per il risanamento igienico dei vetusti quartieri e per migliorare le condizioni al traffico crescente, sempre pill congestionato. Se ill carat- tere delle strade strette, dalle case alte con sospesi balcon- cini barocchi in ferro battuto © panni al sole, ha perduto del suo fascino partenopeo, ne ha guadagnato di contro l’av- venire dei quarticri. Al primo sgomento, che aveva fatto disertare paurosamente la citta, segui una febbrile attivitt di ricostruzione, davvero imponente, ma senza una plina urhanistica che le avrebbe assai giovato, Caghiari simpernia tuttora su alcune impostazioni edilizie di fine e principio di seco!o, che costituirono Vorgoglio della citta umbertina ¢ alle quali — a torto o a ragione — i caglia- ritani sono pit che mai affezionati, Essi chicdevano con apprensione, nel doloraso esodo, se "il Bastione’” (quello di San Remy) avesse resistito alle bombe, se "il Mercato” fosse stato sventrato, se "'i] Municipio” mostrasse ancora il suo equilibrio statico: poiché i tre edifici, oltre ad imporsi per la mole ¢ la singolare architettura, tappresentano la crea- zione del lungomare porticato, la via Roma, e del vasto largo Carlo Felice, simile a una raméla spagnola, ¢ la sistemazio- ne delle pendici sud orientali del vecchio Castello: i punti nodali, cioé, della Citta. Se i secoli han dato a Cagliari una fisionomia che nean- che le bombe sono riuscite a modificare sostanzialmente, renderla grande € di sicuro avvenire @ il mare. Per la sua particolare posizione geografica nel Mediterraneo, essa ebbe fortuna fin dalla preistoria dell'Isola, ¢ le varie domina- ioni se la contesero allo scopo, quasi sempre, di neutraliz- zarne l'efficacia; con i] ritorno alla madrepatria, riacquistd la sua importanza ¢ i primi segni di prosperiti furono ap- punto i rinnovamenti edilizi di fine secolo, dovuti ai traf- fici_marittimi, soprattutto alla florente industria del sale. A chi givnge dal mare, nell'incanto dell'ampia curva del golfo degli Angeli, appare il luminoso profilo della citei: Te case ricoprono le pendici del colle su cui s'erge il vecchio Castrum Kalaris, il Castello, con le superbe torri medievali dell’Elefante e di San Pancrazio, e la cupola barocca della Cattedrale. S'indovina, da lungi, il prodigioso sviluppo: il graduale abbandono del colle, il formarsi, dalle villae, dei quartieri di Stampace, di La Marina, di Villanova ¢ dei nuovi grandi quartieri che hanno invaso le colline tutt’at- torno, dall'antico borgo di Sant’Avendrace a Bonaria, a San Bartolomeo, fino alla spiaggia del Poetto. Questo tendere sempre pid verso ill mare e guadagnare spazio colle ampie colmate, da subito I'idea esatta della cittd operosa, che trova nel mare il proprio benessere. juando ill forestier, raggiunto il punto pid alto della citta, dopo aver percorso le rumorose arterie che s'inerpi- cano, offrendo suggestive visioni scenografiche entra, da una a a oe ‘ PANORAMA VERSO IL, MARE DULLA CITTA DI CAGLIARE & DEL SUO PORTO PRIMA CHE { BOMDARDAMENT! DANNEGGIASSERO GkAveMASVTe LA CETTA. # CHIARAMENTE VISIBILE LUNGO IL MARE LA VIA ROMA, E PERPENDICOLAMENTE AD FSSA IL VIAL# REGINA MARGHERITA CHE San Pancrazio, nel famoso Museo Archeologico, ha il conforto di docementi plurimillenari alle sue fugaci impressioni; ed avverte, ammirando la co- spicua raccolta dei bronzetti nuragici (che il mon- do ha preso a conoscere ¢ ad apprezzare, si pud dite da appena un anno in mostre continentali) il singolare contrasto d’un mondo statico, diver- Cagliari, cuore pulsante della Sardegna, & in contrasto ancora col suo retroterra, con l'Isola intera, in virth del suo ruolo geografico. L'ac- fentramento degli uffici — a cui di recente si sono aggiunti quelli dell’Ente regionale — le attivitl economiche, le numerose linee di comu- piazzetta silenziosa all’ombra del torrione di FUNGE FIN SOTTO ALLA TERRAZZA UMMERTO 1 nicazione, fanno di Cagliari una citta dinamica, vivace; le vie acrec transcontinentali descrivono ogi, sul suo cielo, stelle di operosa civilt’. wee La terrazza del Bastione rappresenta il bari- centro della citta; tutt’attorno i quartieri: Stam. pace con le strade dritte ¢ parallele, avente ognu- na la chiesa da cui prende il nome, ¢ il vecchio Borgo con le casctte basse; i] Castello con le ser- peggianti vie spagnolesche; La Marina, confor mata a scacchiera con un'abbozzata diagonal ¢ le arterie basse popolate da chiassose osterie; Ts a PIANTA SCHEMATICA DI CAGLIART DEL SUO PORTO, LA CITA Si FORM PER L’UNIONE AL CASTELLO DET QUARTIERE BIA INARI E POPOLARI CHE SI STENDEVANO AI SUOI PIED!, VILLANOVA A EST, MARINA NEL MEZZO E STAMPACE A OVEST. Villanova, con la interminabile via San Giovanni ¢ il nuovo rione di San Benedetto. Le gradinate frequenti, le "scalette", raccor- dano le strade a diversa quota, arricchendo le scenografie; di quando in quando appaiono i Ba- stioni, e la vecchia punta del Balice, che si spin- ge avanti a mo’ di prora, s'intravede spesso fra Ie case dirute La citth si 2 espansa adagio adagio dal Ca- stello ¢ in epoca moderna pitt marcatamente "a macchia d'olio”. Se fino agli ultimi decenni del- POtocento s'era conservata medieval, contan- do circa trentamila abitanti, ossia un quarto qua- si della popolazione attuale, le cause sono da ricercarsi nei fattori storic’ che — come si 2 accennato — ostacolarono il suo moto naturale verso il mare. Alle casupole di artigiani ¢ mati nai succedettero i palazzi dei mercanti, man ma- no che i traffici progredivano, Le guerre di que- sto secolo hanno favorito Voperositi dei caglia- ritani, ¢ quella recente, che ha duramente scon- volto la citti, ha paradossalmente avviata a maggior benessere, a diventare una delle pit grandi citi del Mediterraneo. Il giocondo fischiettio dei facchini che spinge- vano earretti su i selciati striduli di La Marina, i frizzi spiritosi di "is piccioccus de crobi”, i frusciare delle sigaraic verso 11 Manifattura, 0 il raglio concorde dei numerosi somarelli che venivano avviati al Mercato sin dalle ore ante- Ivcane — macchiette inconfondibili, che contri- buivano a caratterizzare a citt’ nel suo primo risveglio operoso — sono stati sopraffatti dalle sirene delle navi e degli opifici, dallo stridere delle possenti gru del porto. Cagliari & presa da uno spirito di adeguamento moderno nelPedilizia, ma & legata nostalgica- mente al passato, all’epoca che ha segnato i suo DU cMIESK DI CAGLIARI: LA CATTEDRALE (8. CE. CILIA) ORIOINARIAMENTE IN FORME ROMANICO TOSCANE RIDOTTA BAROCCA NEL. XVITI SECOLO, MENTRE LA FACCIATA E STATA RECENTEMENTE RIPATTA ISPIRANDOSI ALLE LINEE ROMANICHE DELLA COSTAUZIONE PRIMITIVA; E 8. MICHELE, ELLA CHIESA BAROCCA DEL XVIII SECOLO. Fot. F. Pasta e Soprintendenza at Monuments ¢ Gallerie della Sardegna rinnovamento cconomico. (E notevole M'attacca- mento dei cagliaritani alla loro cittd, continua- mente migliorata per 'interessamento di ottimi amministratori). Ai comuni edifici "commercia- Ji, che soffocarono certi bei palazzetti sette- centeschi, € si moltiplicarono banalmente negli ultimi decenni, stanno oggi succedendo costru- wioni di buona architettura. Le numerose case popolari nei quarticri periferici rappresentano la redenzione dei tristemente famosi "sottani”, demoliti dal piccone o dalle bombe. Case vecchie € case nuove sono chiare, luminose; quelle pic- tte vive, bianche o brune o nere, che danno l'im- pronta inconfondibile agli altri centri sardi, a Cagliari si vedono raramente. Gli intonaci, con Je chiare tinteggiature, reagiscono all’annerimen- 39 to dei vapori di jodio che s'innalzano in copia dal mare. Il Caste!lo & ancora il veechio Palazzo di Cit- 18, ora sede del Conservatorio; fu abbandonato, perché angusto ¢ in posizione eccentrica, € si costrul quello nuovo (1897) gid, a pochi passi dalla Stazione delle FF.SS. (Le Reali, come si diceva allora), di fronte al porto commerciale. Diede inizio, con la sua loggia, alla serie di pa- lazzi porticati che formano la via Roma, La bella passeggiata a mare, che gli amministratori del periodo umbertino sognarono, & gia vittima dello sviluppo imprevisto del taffico portuale ¢ tegionale, Se il veechio polverone (alle limpi- de, tepide giornate con ciclo luminosissimo, si stisseguono molte giornate ventose) 2 stato debel- Th LARGO CARLO FELICE DALLA VIA ROMA SI PROLUNGA FINO At PIEDI DELLA COLLINA SU CASTELLO. UN ANGOLO DELLA PIAZZA YENNE CON LA COLONNA CH SEGNA LTINEZIO DALLA STRA DA CHE CONGIUNGE CAGLIARI CON PORTO ‘Tonnes, Soprintendenza ai Monn tment ¢ Gallerie dela Sardegna Fot. V. Mona VOTTOCENTeScO PALAZZO COMUNALE SULLA VIA ROMA RIPRENDE HCCLETTI- CAMENTR MOTIVE DEE MONUMENT! MB~ BIOBVALL. Fot, Soprintendense ai Mom- monte Gallerie della Sardexna lato con il vasto lastricato in granito della zona por- tuale, aggiungasi che la re- sinzione recentissima, non- ché la distruzione, duran- te Ia guerra, della bella alberatura che formava la quinta verde verso il ma re, hanno fatto perdere parecchio alla via del ruc: lo di classica passeggiata: come lo perdette in prece denza il yeechio corso Vittorio Emanuele, “la Passeggiata” per antono- masia dei nostri nonni, Si & test? ultimato di. ripri stinare il Palazzo Muni ale, che si voile, come il gusto eclettico di allora esigeva, un palinsesto del le forme architettoniche dei principali_ monument medievali della citta. G ampi saloni vennero_de- corati con opere significa- tive di artisti isolani, che tone agli anni della grande guerra, furono gli iniziatori del movimento artistico nell'Isola. Le pit ture del Figari, con lo sfa- villare dei colori dei co- stumi, raccontano I epo- pea ¢ la vita del popolo sardo, A prescindere dal Vimpostazione urbanistica € dal gusto d’allora — che non collima certamen te con quello attuale — il Palazzo Municipale di C: gliari resterh sempre un buon csempio di onesti costruttiva, © rappresente 12 ill simbolo. dell’epoca del risveglio di Cagliari ¢ della Sardegna tutta. Il largo Carlo Felice mostra ancora il monu. mentale Mercato di com mestibili, che la guerra sembrava si fosse portato via, Anch’esso @ una isti tuzione umbertina (1886) imponenti colonnati di granito e¢ grandi tettoie vetrate. E giustificato l'at- taccamento a questo”tem. pio del ventre”, perché le ‘ esposizioni quotidiane dei prodotti sono yeramente uno spettacolo: dai rari frutti di mare alle "grives”, ai tradizionali dolci di mandorle; tutte le qualiti di carne, di pesca to, di frutta c di verdura gridano gli spiritosi meccatini con la caden za strascicata tipica della parlata dialettale cagtiaritana. I rivendito ri gridano nel Mercato, non nelle strade: sono taciturni i polipari di Sant’Avendrace, le frittellare div via Garibaldi, i caldarrostari di via San Giovanni. Uno spettacolo in un certo senso affine a quello del Mercato, ma drammatico, costituiva fino a qual che Justro addietzo Patto dell'im arco. del bestiame: sembrava di assistere a scene bibliche, quando i preziosi animali dai capaci barce- i venivano immessi nelle stive del- Te navi. Ora, con la chiusura del porto, sono andati perduti con que- sto tutti gli spettacoli che esso of- friva, Il cagliaritano si sente come offeso dal provvedimento, che boc- cia tutta la sistemazione della via Roma, Sembra anche abbia perdu: ta a sua canorita, manifestazione tipica delle citt di mare. La caratteristica yia Manno, che Sinerpica a ghirigori, tutta densa di negozi, per Ia sua posizione di saldatura ‘dei vari quartieri, cont- nuerh per lunghi anni ancora ad essere la pia viva delle strade di Cagtiari, il vero centro cittadino. Da essa, che inizia dalla parte pit alta del largo Carlo Felice, si_per viene a monte nella piazzetta Mar- i ¢ nella piazza Costituzione, ove & un'altra gloria dell’urbanistica principio di secolo: il Bastione San Remy, "il Bastione” per eccellen- za, duramente colpito dalla gver- ta, Llampia Terrazza Umberto 1 forma di sotto la Passeggiata C perta, che ® anche la valvola di si curezza della citth: dopo ogni guer fa si murano le arcate onde otte- here spaziosi locali, per una pid ppratica destinazione; anche perché come “passeggiata coperta”, tipica- Mente ottocentesca, @ stata presto disertata, Oggi si preferisce passeg- glare alaperto ¢, quando piove, sotto i portici di via Roma. Le bel- Te passeggiate non difettano certa- mente: dalle magnifiche terrazze dei hastioni, il mare offre uno spet- a Fot. F. Pasta UN ASPETTO DELLA CITTA DALLA TENRAZZA UMUERTO 1 BARDAMENT! tacolo grandioso, con i monti oltre il golfo; a sinistra, il Capo SanvElia, la Sella del Diavolo ¢ Ia citta balneare del Poetto, il colle di Monte Urpinu coperto di pini ¢, in primo piano, il colle di Bonaria con in cima il Santuario famoso non pid solitario. Verso Villanova lo sguardo spazia nel Campidano, limitato dai monti dei Sette Fratelli, con la co stellazione di grossi villazgi che ormai son diventati i sob- borghi di Cagliari: un punteggiare bianco di case, in mezzo agli orti e ai vigneti. Dalla passeggiata del Terrapieno 2 una sequenza di piani interessanti: appare i] Monte Claro ¢ su, verso i giardini pubblici, il colle di San Michele, col vetusto Castello medievale sormontato dagli alti tralicci della radio. La salita al Castello @ faticosa, ma mostra scenografie d’inte- resse per le pittoresche case sul roccione a strapiombo; il pic 2 colo piazzale dell’Arsenale, diaframma dei due versanti, @ un dolce riposo. Perveacndo dalla PortaCristina alla passeggiata del Buoncammino, Yocchio spazia nuovamente dal Campidano pro- priamente detto agli stagni e di nuovo al mare. Da essa si godono meravigliosi tramonti, ar- ricchiti dalla presenza degli stagni. In primo piano, i tetti delle case dalle pitt strane forme, Te piccole costruzioni tipiche su le terrazze che non sono altane, ma casette pitt piccole, coperte a tetto a due faldes di quando in quando, cupo- lette, campanili a torre ¢ a yela fanno capolino. ‘Al di [A degli stagni, in fondo, come strani vil- lagi, brillano al sole le grandi bianche pirar di di sale: esse denunciano la maggiore indu- stria della citt). eee Dai primi doks che i Fenici quasi certamente istituirono e che i Cartaginesi_incrementarono per i loro traffici, Cagliari subi le decisioni di molte dominazioni: romans, bizantina (dopo una parentesi vandalica e un'altra, successiva, non continua, araba), genovese, pisana, aragonese, faustriaca, spagnola ¢ sabauda, Nel tessuto stra- dale ¢ nelle architetture si avvertono tutte que-~ ste fasi. 1] pid incisive segno della dominazione romana ¢ l'Anfiteatro, scavato in parte in una collina, ¢ la Tomba ipogeica di Atilia Pomptilla emana un soffio di poesia, espressa da esametri preci. Le zone archeologiche di Tuvixeddu e di Sant’Avendrace sono una immensa necropoli pu- nicoromana nella nda roccia calcarea, sulla quale le nuove costruzioni sistemazioni stanno cancellando il caratteristico ma triste spettacolo delle grotte e tombe trasformate in abituri uma- ni, che la guerra recente ha incrementato, Ca gliari medievale fu una piazzaforte, un grande baluardo soprattutto, L’aghitettura militare vi ha sctitto delle pagine fra le pid belle: dai ba- Tuardi pisani del XIII secolo ai bastioni cinque- settecenteschi. La cittd antica & pid conservata, nel quartiere di Castello ¢ la nobilt& per questo preferisce ancora le sue strettoie, Vi & il Duo- ino, il vecchio Palazzo Municipale, il Palazzo dei Vicer’, palazzetti goticorinascimentali ¢ fra { palazzi_sei-settecenteschi, quelli dell'Universi- the del Seminario, Ancora: il Palazzo Boyl, di felice impostazione, 1 bella chiesa di San Giu- seppe, in forme barocche romane. Le vie lon- pitudinali, disposte a fusg, sono interrotte da Piccoli spazi di riposo, da piazzette piene di fascino. T vari dominatori vi portarono soldati ¢ mer- cantis Varte vi prosperd poco, relegata quasi alle Chiese: dovuto al fatto che lontano vivevano gli aristocratici feudatari, Cagliari, che possiede il montmento forse pid interessante dell’Isola, Ia Chiesa pid antica della citt, dedicata ai SS. Co ‘CAGLIARI B UNA MODERNA CITTA LA CUI IMPORTANZA CoM CENTRO DI COMMERCE 2 NODO DI COMUNICAZION! CRESCE SEMPRE DI PID, HRSA PERO CONSERVA IN ALCUNT VECCHT QUARTIER! TL PITTORESCO ASPETTO DATOLE DALLE SUR TIPICHR ARCHITETTURE. For. P. Pasta ALTRI DUB FITToREScHI UMMERTO I B LE ANTICHE 44 sma ¢ Damiano (che, colpita duramente dalla guerra, la Soprintendenza ai Monumenti sta te- staurando con amore), non ebbe chiese medievali pari per splendore a quelle che ingemmano le altre contrade dell'Isola. 11 Duomo fu pid volte modificato, specie nel Sei-Settecento ¢ l’attuale arbitraria facciata @ stata eseguita da pochi de- cenni, E pid interessante la parte absidale, dal Terrapieno, fra le romantiche sistemazioni ¢ soprastrutture sull’alto roccione. Esso accoglic, fra l'altro, il bel dono della Repubblica Pisana, il prlpito che Maestro Gugliclmo aveva scolpito pet S. Maria di Pisa. Della pitt bella chiesa di Cagliari, San Dome- nico, la guerra ha fatto uno scempio tale da non permetterne la ricomposizione (si sta pro- cedendo alla conservazione delle strutture super stiti): del periodo gotico-aragonese, eccelleva per Je superbe volte stellari. Non ® pik nemmeno la chiesa de] Carmine, con aleune strutture del XV secolo. Di questo periodo, rimangono le chiese popolari di Bonaria, di Sant'Eulalia, di San Giacomo, la piccola Purissima, bell’esem- plare di gotico-aragonese. Sant’Agostino & l'uni- co esempio di Rinascimento in Cagliari. Le chiese barocche sono le pid importanti per nt- mero e per carattere: Santa Caterina de’ Ge- novesi & andata completamente distrutta; le pid notevoli di questo tempo sono San Michele, con pregevoli marmi, gid restaurata, ¢, in, via di ricostruzione, San Giuseppe; infine, San- t’Anna, del periodo piemontese, Le altre chiese, numerose, intcressano solo per qualche partico- lare 0 per 'arredo o per qualche tela o scuitura. Alla totale distruzione dei teatri, seguita, dopo la guerra, una fioritura di moderni locali di ritrovo; ma la nostalgia per il teatro a ferro di cavallo per i cagliaritani — che ne possede- vano uno neo-classico, il Civico, ¢ uno ottocen- tesco, il Politeama Margherita — 2 grande co- me fe altre nostalgic rimarcate, I teatro con logge ricorda I'vso dei balconi (ogni finestra della vecchia Cagliari aveva un balconcino, dal quale le ragazze amoreggiavano) ¢ il teatro il tempio uficiale per la registrazione dell’orec~ chio musicale, di cui i eagliaritani sono dotati. Tl grande tenore Mario de’ Candia nacqve a Cagliari, come il popolare Picro Schiavazzi, spentosi in questi ultimi anni, ‘Ai vecchi caffe ottocenteschi, Iungo "La Pas- seggiata”, si sono sostituiti modernissimi bar per i frettolosi vomini d’affari; numerosi ¢ as- sai frequentati, { cinematografi ¢ i sodalizi. (La citt2, dall'immediato dopoguerra vanta una vita intellettuale intensa, soprattutto per merito del- PAssociazione "Amici del Libro”). Restano, pe- 19, ancora, i salotti privati ¢ per esservi_am- messi, occorre un lungo tirocinio, che i fore- stieri, forse a torto, chiamano diffidenza. La scarsezza di fontane monvmentali rispec- chia Tannoso problema dell’approvvigionamen- to idrico: da quando i Cartaginesi costruirono i cisternoni nel Castello, fino aile odierne "ore’ di erogazione, Si fa uno sforzo per dotare di yerde la cittd, che ha due bei polmoni ottocen- teschi nei Giardini Pubblici, posti in localit un po’ eccentrica, ¢ nell’Orto Botanico. La guerra si portata via, coi teatri e i balconcini di fer- ro, anche Valberatura umbertina: i bei palmizi ¢ i monumentali, superbi esemplari di areucaria. I negozi sono stati novecentizzati, come i bal- coni delle case, ma la citth & ancora legata al periodo pre-e-umbertino, Nei vecchi quartieri % ancora provinciale; vi permangono vecchie usanze: nelle strade tortuose avverti, per esem- pio, di quando in quando, ancora lo scampanio di un ctocchio di ragazzi per rintracciare un bimbo smarrito. Capliari 2 rimasta ancora "monarchica, bigotta ¢ festaiola”, come scherzosamente la cantd un pocta sassarese di quell’et’ felice? Ai re sono intitolate strade ¢ bastion’. Le due piazze prin- cipali sono dominate da grandi statue: un re, Carlo Felice, sulla piazza Yenne, |i dove parte la strada che percorre tetta I'Isola, fino a Porto Torres, ¢ la Madonna del Carmine, nel!a omo- nima grande piazza ottocentesca, dirimpetto al trafficatissimo viale Trieste. La Madonna di Bo- naria, Sant’Efisio, San Salvatore da Horta, Bea- to Fra Ignazio da Laconi sono i santi venera- tissimi dai cagliaritani, nei loro frequentati San- wari, Appostati all’ingresso dei templi, trovi an- cora i caratteristici mendicanti che offrono im- maginette, veri "perdioseros” spagnoli. T cagliaritani frequentano allegramente le fe- ste popolari delle borgate ¢ dei paesi viciniori, affollano specialmente Pirri per la solenniti di Santa Chiara, e Decimo, per la sagra di Santa Greca. Ma specialmente nella ricorrenza del primo maggio, per la processione tradizionale di Sant Efisio (i! glorioso guerriero-martire caglia- ritano) che Cagliari tutta si scorda del suo av- venire di citt} moderna ¢ fa volenticri un tuffo nel passato: yuol godersi la pittorcsca caval- cata dei "Campidanesi” in costume, dei_rossi *Miliziani”, della compassata "Guardianla” dell’ "Alter-Nos”. La marea che si rovescia nelle strade di Stampace e di La Marina, fino a La Playa (la lingua di terra che separa lo stagno di Santa Gilla dal mare), lungo il percorso del singolare corteo, che accompagna il simvlacro alla lontana solitaria chiesetta di Capo Pula, & costituito da quella borghesia, che @ rimasta an- cora umbertina, che ha sentito la geografia e ha voluto il mirabile sviluppo di Cagliari. VIGO MOSSA

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