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COPYRIGHT ANITA DAGNOLO VALLAN 2013

ISBN 978-1-291-52417-8
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fotografie di copertina di Andrea Rubini


fotografia della prima di copertina: Bakthapur, Kathmandu, Nepal
fotografia dellultima di copertina: Pashupatinah, Kathmandu, Nepal
MANUALE
DI
PROGETTAZIONE SISTEMICA
PER INTERVENTI DI SVILUPPO
E RAFFORZAMENTO DEI DIRITTI UMANI

Anita DAgnolo Vallan


Sommario

BREVE INTRODUZIONE DELLA TEORIA DEI SISTEMI .............................................................................. 1


ISOMORFISMI FORMALI ........................................................................................................................ 4
1. IL CICLO DEL PROGETTO .................................................................................................................... 5
2. ANALISI.............................................................................................................................................. 6
2.1 Analisi degli attori ....................................................................................................................... 6
2.2 Analisi dei problemi................................................................................................................... 12
2.2.1 La lettura circolare dei problemi ........................................................................................ 12
2.2.2 I problemi connessi alla struttura relazionale dei sistemi .................................................. 16
2.2.3 I problemi connessi alla struttura organizzativa dei sistemi ............................................... 19
2.2.4 I problemi relativi alle violazioni di diritto .......................................................................... 21
2.3 Analisi degli obiettivi ................................................................................................................. 31
2.4 Analisi delle strategie ................................................................................................................ 31
2.5 Analisi dellanalisi ...................................................................................................................... 35
2.6 La fase dellanalisi per punti ...................................................................................................... 36
3. LOGICAL FRAMEWORK (Logframe) ................................................................................................. 38
3.1 Analisi dei bisogni e delle risorse dei sistemi in funzione degli obiettivi ................................... 45
3.1.1 Analisi di bisogni e risorse in termini di capacit dirette, tecnico scientifiche.................... 47
3.1.2 Analisi di bisogni e risorse in termini di capacit trasversali strutturali.............................. 48
3.1.3 Analisi dei bisogni e delle risorse per punti ........................................................................ 50
3.2.1 I tre concetti fondamentali in fase di elaborazione delle azioni: Lequilibrio dei sistemi,
lidentit e la relazione tra sistemi culturali differenti, la variabile costante del tempo. ............ 59
3.2.2 Elaborazione delle azioni di capacity building .................................................................... 77
3.2.3 Elaborazione delle azioni finalizzate a ridurre le violazioni di diritto .................................. 83
3.2.4 Il completamento del Logical framework ........................................................................... 85
4.IL CONCETTO DI PARTECIPAZIONE ................................................................................................... 87
5.LAPPLICAZIONE SINTETICA DELLAPPROCCIO SISTEMICO ............................................................... 99
GLOSSARIO DEI TERMINI ................................................................................................................... 101
BIBLIOGRAFIA.................................................................................................................................... 105
BREVE INTRODUZIONE DELLA TEORIA DEI
SISTEMI
La Teoria Generale dei Sistemi, fondata dal biologo austriaco Ludwig von Bertalanffy
(Teoria generale dei sistemi, 1968) e arricchita grazie alle applicazioni pratiche
condotte dallequipe di ricercatori del Mental Research Institute di Palo Alto,
costituisce, per eccellenza, la scienza delle strutture e definisce con estrema
chiarezza le propriet di un sistema. Essa ricorre al concetto matematico di funzione
(relazione di interdipendenza tra variabili diverse) sulla base del quale esamina i
rapporti che vengono a stabilirsi, di fatto, tra gli elementi diversi del sistema
considerato.

Con il termine Sistema si intende un insieme di oggetti e di regole relazionali ed


organizzative che ne determinano linterazione, tale che un cambiamento in uno
degli oggetti stessi comporta, in qualche modo, un cambiamento su tutti. Un sistema,
dunque, caratterizzato da due o pi elementi che interagiscono reciprocamente,
secondo un modello di circolarit in base al quale ciascuno condiziona l'altro ed da
esso, a sua volta, condizionato. Il significato di ogni singolo elemento non va
ricercato, pertanto, nell'elemento stesso, ma nel sistema di relazioni in cui inserito.

La Teoria Generale dei Sistemi ha analizzato e messo in luce le propriet trasversali


che sono comuni a tutti i sistemi esistenti (isomorfismi), svelando in maniera
estremamente chiara e concreta i meccanismi strutturali che determinano la nascita,
la sopravvivenza, la realt, le caratteristiche, il comportamento, la reazione agli
stimoli esterni, lequilibrio e il cambiamento di un sistema. Attraverso la Teoria dei
Sistemi possibile comprendere cosa conduca un sistema a raggiungere
determinati obiettivi e cosa a fallire, cosa a parit di condizioni di partenza porti
sistemi simili a ottenere risultati estremamente diversi, quali dinamiche mantengano
un sistema in equilibrio, rendendolo stabile, e quali lo portino al collasso, come
rendere possibile un cambiamento allinterno di un sistema e quali rischi e limiti
questo processo implichi.

Proprio per la sua estrema concretezza, efficacia e trasversalit (sfruttabili


indistintamente in qualsiasi settore) lapproccio sistemico (ovvero una modalit
dazione basata sulla considerazione di un sistema specifico e sulla conoscenza dei
suoi meccanismi di funzionamento) divenuto comune a gran parte delle scienze e
delle discipline che trattano di interazioni.

Ragionare in un ottica sistemica significa spostare il pensiero dal singolo elemento


allinsieme di cui esso parte, facendo riferimento costante alle regole strutturali che
ne determinano lesistenza e i comportamenti. Lidentificazione di questo insieme,
che corrisponde al sistema, avviene in relazione allo spazio in cui ci si muove e/o al
fenomeno al quale ci si sta riferendo. Un edificio costituisce un sistema, cos come lo
sono una coppia, una famiglia, una scuola, un ufficio, unassociazione, una squadra,
uno specifico ambiente naturale, il contesto legislativo o economico di un paese, e
cos via.

Ragionando in modo sistemico relativamente allindividuo, lo stesso comportamento


umano non trattato come una costante dipendente unicamente dalla natura
intrinseca del singolo soggetto, ma come la modalit che quel singolo soggetto

1
utilizza per muoversi, in quel momento, allinterno di quel contesto relazionale.
Nessun essere umano, infatti, vive decontestualizzato da un sistema ed pertanto
rischioso quanto fuorviante volerlo considerare come elemento singolo, a s stante,
poich tale attitudine implica un processo di astrazione e/o generalizzazione delle
sue caratteristiche, e azioni, che potrebbe portare alla perdita di informazioni
importanti, a volte determinanti per la comprensione di quanto accade.

Contestualizzare il fenomeno che si osserva allinterno del sistema in cui esso si sta
verificando costituisce unattitudine piuttosto usuale per chi si muove nel campo delle
discipline scientifiche, mentre in ambito socio psico antropologico prevale ancora
spesso la tendenza a isolare le variabili. Propensione pressoch dominante anche
nella vita quotidiana, dove raramente i problemi e i fenomeni di vario genere trovano
una collocazione spazio temporale sufficientemente ampia per essere letti e gestiti in
modo realmente efficace.

Pensare sistemico significa interrompere il processo di isolamento degli elementi per


allargare il campo di osservazione, in modo tale da vedere cosa significhino quegli
stessi elementi, che sono oggetto del nostro interesse, allinterno del sistema al
quale essi appartengono, cosa un loro cambiamento potrebbe produrre sul sistema
e, viceversa, come un cambiamento sistemico potrebbe, a propria volta, modificarli.

Secondo Watzlawick, Beavin e Jealkson, Un fenomeno resta inspiegabile finch il


campo di osservazione non abbastanza ampio da includere il contesto in il
fenomeno si verifica. Se losservatore non si rende conto del viluppo di relazioni tra
un evento e la matrice in cui esso si verifica, tra un organismo ed il suo ambiente, o
posto di fronte a qualcosa di misterioso, oppure indotto ad attribuire al suo
oggetto di studio certe propriet che loggetto non pu avere. In biologia un fatto
ormai accettato, mentre sembra che le scienze del comportamento umano
continuino in larga misura a basarsi sul metodo di isolare le variabili 1.

Allargare il campo dosservazione, dal singolo elemento al suo insieme, costituisce la


premessa di base dellapproccio sistemico. Una volta compiuto questo passo, la
teoria dei sistemi, attraverso lutilizzo degli isomorfismi, offre un insieme di strumenti
estremamente utili per capire che cosa accada allinterno del sistema identificato, per
analizzare il fenomeno o il problema in oggetto, e per mettere in atto un processo di
cambiamento sostenibile ed efficace.

Se immaginiamo, ad esempio, di dover intervenire per contrastare un certo tipo di


violazione in un determinato paese, potremmo approcciare direttamente i gruppi
interessati (violatori o vittime), oppure ampliare lo sguardo per comprendere come la
violazione in oggetto possa verificarsi allinterno del sistema in cui intendiamo
intervenire, cosa permetta che essa si verifichi ripetutamente nel tempo e quali
dinamiche siano determinanti nel favorire questo genere di crimine. Lapproccio
diretto alla violazione o ai gruppi violatori offre una serie abbastanza limitata di
possibilit di intervento e include lelevato grado di rischio di mettere in atto azioni
non adatte a quellambiente, oppure non sostenibili. Lapproccio al sistema moltiplica
gli spazi di intervento e la tipologia di possibili azioni per contrastare il fenomeno,
offre una panoramica di risorse disponibili nettamente maggiore, include tutti i

1
P. Watzlawick, J.H. Beavin, Don J. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana, Astrolabio 1971, Roma,
pag.14.

2
soggetti come attori attivi e responsabilizza lintero insieme rispetto a quanto accade,
rafforzando la fattibilit, lefficacia e la sostenibilit dellintervento.

E come quando guardiamo qualcosa con un solo occhio oppure con due. Nel
secondo caso, combinando le visioni di tutti e due gli occhi, otteniamo quello che si
chiama profondit di campo. (Gregory Bateson)

Agire in modo sistemico, dunque, amplia e rafforza il grado di consapevolezza


rispetto a come un determinato problema si sviluppi in un contesto specifico, a come
si possa eventualmente risolvere o gestire e a cosa le azioni messe in atto a questo
fine potrebbero produrre sullinsieme dei soggetti che ne sono parte. Lincremento
della consapevolezza, offre la possibilit di agire pi responsabilmente, amplia le
opportunit di scelta e permette di valutare il possibile impatto positivo o negativo
delle potenziali azioni, e la relazione che intercorre tra linteresse individuale (o il
pensiero soggettivo) e linteresse collettivo sistemico, nel fare o non fare qualcosa.

Lapplicazione della teoria dei sistemi allanalisi dei fenomeni umani e relativi
allinterazione tra uomo ed ambiente, si realizza attraverso tre fasi essenziali:

1) Lindividuazione del sistema di interesse per loggetto di studio, e, se


necessario, del suo ambiente o dei suoi sottosistemi.
2) Losservazione delle ridondanze dei sistema in oggetto, ovvero di tutti i
modelli di interazione e comportamento che regolano il sistema e lo
mantengono in equilibrio (quindi delle sue regole).
3) La considerazione degli isomorfismi formali nellapproccio al sistema (ovvero
alle modalit di funzionamento comuni a tutti i sistemi).

Nonostante nellarco di un certo numero di anni la Sistemica abbia illuminato e


conquistato molteplici settori delle discipline umane, essa resta pressoch
sconosciuta al mondo della cooperazione internazionale per lo sviluppo e per la
realizzazione dei diritti umani.

Il manuale che segue propone lapplicazione della Teoria dei Sistemi a tutte le fasi
della progettazione di un intervento di sviluppo, per costruire azioni pi efficienti,
funzionali, effettive e sostenibili, e per ridurre i costi e le risorse complessive
finalizzati al raggiungimento di obiettivi specifici.

Esso destinato e dedicato a tutti coloro che affrontano quotidianamente le sfide


della progettazione cercando di definire al meglio i confini, i problemi, gli obbiettivi,
ed i percorsi e gli strumenti per raggiungerli. Di soppesare con cautela la relazione
tra limpatto delle azioni ed il beneficio dei risultati prospettati. Di ridurre lo spreco di
investimenti sproporzionati agli obiettivi concretamente raggiunti. Di porsi domande
chiave e trovare risposte attente, di tutelare lidentit di ciascuno e limitare i danni
irreversibili di interventi che non tengono sufficientemente conto di due elementi
determinanti nei processi di cambiamento: la natura del contesto e dei soggetti
coinvolti.

3
ISOMORFISMI FORMALI
della Teoria dei Sistemi applicati alla progettazione2
1.Un sistema aperto un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti ed i loro
attributi dove ogni parte in rapporto tale con le parti che lo costituiscono che
qualunque cambiamento in una parte causa un cambiamento in tutte le parti del suo
sistema.

2.Quando si definisce un sistema importante definire anche il suo ambiente.


Lambiente di un dato sistema costituito dallinsieme di tutti gli oggetti che sono tali
che un cambiamento nei loro attributi influenza il sistema e anche di quegli oggetti i
cui attributi sono cambiati dal comportamento del sistema.

3.Un sistema non pu essere fatto coincidere con la somma delle sue parti, infatti,
lanalisi formale dei segmenti isolati artificialmente distruggerebbe loggetto stesso
dellinteresse. Questo perch un sistema non si comporta come un semplice
composto di elementi indipendenti, ma coerentemente come un tutto inscindibile.
(Princiopio di Non-Sommativit).

4.In un sistema aperto, laspetto che importante non il contenuto della relazione
in s, ma laspetto di relazione della comunicazione.

5.In un sistema aperto, i risultati (da intendersi come modificazioni dello stato dopo
un certo periodo di tempo) non sono determinati tanto dalle condizioni iniziali quanto
dalla natura del processo o dai parametri del sistema. I risultati possono avere origini
diverse perch ci che determinante la natura dellorganizzazione. Nei sistemi
aperti soltanto i parametri del sistema determinano lo stato che indipendente dalle
condizioni iniziali. Non soltanto condizioni iniziali diverse possono produrre lo stesso
risultato finale, ma risultati diversi possono essere prodotti dalle stesse cause".
(Princiopio di Equifinalit).

6.I sistemi variano con il variare del tempo ed al loro interno si modificano i bisogni.

7.Le qualit ed i comportamenti delle parti che compongono un sistema devono


essere letti come caratteristiche proprie del sistema stesso, sulla base delle quali si
regge il suo equilibrio complessivo.

8.Ciascun sistema tende a creare e mantenere al proprio interno una condizione di


stabilit ed equilibrio (omeostasi). Un sistema stabile rispetto a certe sue variabili
se tali variabili tendono a restare entro certi limiti 3.

9.E fondamentale che ogni processo di cambiamento preveda una sorta di stabilit
della variazione).

10.Lapproccio sistemico si basa su un movimento (sviluppo degli eventi, crescita,


ecc.) di tipo circolare.

2
Tratti dal testo: P. Watzlawick, J.H. Beavin, Don J. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana,
Astrolabio 1971, Roma. La selezione, numerazione e consequenzialit degli isomorfismi del tutto arbitraria ed
stata effettuata in tale modo, in questo manuale, per questioni di efficacia e funzionalit per la progettazione.
3
Idem, pag. 124.

4
1. IL CICLO DEL PROGETTO
Per ciclo del progetto si intende comunemente un processo articolato in sei fasi.

PROGRAMMING
Si tratta della programmazione
delle politiche di sviluppo
mirate ad un determinato
paese (Country Strategy
Paper) oppure ad uno specifico
settore.

EVALUATION IDENTIFICATION
Si tratta della produzione di Si tratta dellinsieme delle azioni
materiale relativo alla realizzazione che includono gli studi di pre-
del progetto, fondamentale per fattibilit lanalisi e lelaborazione
migliorare il progetto stesso, per stessa del progetto (Logical
elaborare progetti futuri, per Framework).
potenziare le politiche degli enti
finanziatori e per integrare le nuove
linee guida dei Country Strategy
Paper.

IMPLEMENTATION APPRAISAL
Si tratta della realizzazione concreta Si tratta dellultima fase
del progetto. In questa fase progettuale, una sorta di studio di
fondamentale il monitoraggio, fattibilit tecnica (tecnologia
necessario per permettere la messa necessaria), istituzionale (istituzioni
in atto di aggiustamenti, qualora di supporto o institution building),
necessari, dovuti a cambiamenti o economica (impatto economico
altre circostanze che possono locale e sostenibilit) e finanziaria
influenzare il progetto o mettere a (copertura totale dei costi) del
rischio i sistemi coinvolti. progetto.

FINANCIAL
Si tratta della fase di
finanziamento. Perch un
progetto possa accedere a
finanziamento necessario che:
1.Soddisfi le politiche generali dei
degli enti finanziatori;
2.Soddisfi i reali bisogni dei
sistemi target senza rischi per gli
equilibri locali;
3.Sia fattibile;
4.Sia sostenibile;

5
2. ANALISI
La fase di analisi si divide in cinque passaggi fondamentali: Analisi degli attori,
analisi dei problemi, analisi degli obiettivi, analisi delle strategie, ed analisi
dellanalisi.

2.1 Analisi degli attori


Lapproccio sistemico si rapporta a qualsiasi tipo di fenomeno considerandolo non
come elemento singolo, ma come parte di un tutto. Questo tutto il suo sistema
di appartenenza.

La fase di analisi di un progetto si apre con lindividuazione di quelli che sono gli
attori (gruppi) coinvolti nel fenomeno/problema che lintervento intende affrontare. A
questo stadio, il primo importante passaggio che lutilizzo dellapproccio sistemico
comporta consiste nello spostamento dellattenzione dai gruppi ai sistemi.

Perch tale passaggio sia possibile, fondamentale, innanzitutto, capire


esattamente che cosa sia un sistema e cosa significhi includerlo allinterno di un
progetto di sviluppo.

Un sistema aperto :

Un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti ed i loro attributi4 dove


ogni parte in rapporto tale con le parti che lo costituiscono che qualunque
cambiamento in una parte causa un cambiamento in tutte le parti del suo
sistema5

Esempio pratico 1.: Il valore aggiunto di lavorare con i sistemi.

Spostiamoci in Nepal e prendiamo come esempio il diritto allo studio, Articolo 26 della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani:

Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le
classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria.

Lobbligatoriet scolastica del ciclo primario costituisce, dunque, una condizione necessaria per la
realizzazione del diritto allo studio.

Qui, come in moltissimi altri contesti poveri, i bambini sin da piccoli, soprattutto nelle zone rurali,
partecipano in modo determinante alla sopravvivenza dei nuclei famigliari. Spesso le bambine si
fanno carico dei lavori domestici. La ricerca dellacqua, la raccolta di materiale combustibile, la
pulizia della casa e la cura dei fratelli minori, sono solo una parte dellincombente impegno che
spetta loro nellarco di una giornata. Inoltre, non capita di rado che bambine e bambini contribuiscano
anche alla realt economica dellintero nucleo, aiutando i genitori nella loro attivit oppure attraverso
un impiego remunerativo al di fuori delle mura domestiche. In Nepal, infatti, similmente a ci che
avviene in altri paesi in via di sviluppo, spesso i bambini trovano lavoro pi facilmente dei genitori,

4
P. Watzlawick, J.H. Beavin, Don J. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana, Astrolabio 1971, Roma,
pag.110.
5
P. Watzlawick, J.H. Beavin, Don J. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana, Astrolabio 1971, Roma,
pag. 113.

6
diventando lunica fonte di reddito nel sistema-famiglia. Se questa viene a mancare saltano gli
equilibri ed il nucleo famigliare pu doversi confrontare con scelte obbligate che potrebbero portalo al
suo stesso collasso, come lemigrazione forzata di alcuni componenti (generalmente uomini che
lasciano sulle donne tutto il carico famigliare) o il coinvolgimento in situazioni lavorative caratterizzate
da sfruttamento ed elevato grado di rischio (generalmente minori che cadono nelle reti del traffico di
esseri umani), con conseguenze nocive, a catena, sullintera comunit dappartenenza. La
realizzazione del diritto allo studio implica la frequenza scolastica obbligatoria da parte dei bambini,
ma la frequenza scolastica dei bambini pu trasformarsi, in casi come quello appena descritto, in un
obiettivo irrealizzabile, oppure in una concausa di collasso degli equilibri famigliari e,
successivamente, collettivi.

Risulta abbastanza chiaro, dunque, come un cambiamento radicale nella vita quotidiana del bambino
produca un grosso cambiamento sulla realt della sua famiglia dappartenenza, e come questultima,
a propria volta, possa viceversa favorire, limitare o contrastare la realizzazione e la sostenibilit del
cambiamento stesso nella vita del bambino. Se egli non verr alleggerito, dal suo nucleo famigliare,
di almeno parte dei compiti infra ed extra domestici a lui assegnati durante la giornata, difficilmente
riuscir a raggiungere e frequentare la scuola in modo regolare, studiare ed imparare. Se il nucleo
famigliare non sar in grado di sopperire alla riduzione del contributo lavorativo infra ed extra
domestico del bambino, dovuto al suo impegno scolastico, difficilmente riuscir a preservare la
propria stabilit, mantenendosi in equilibrio.

Pertanto, il coinvolgimento dellintero sistema famigliare fondamentale per la concreta


realizzazione di un cambiamento sostenibile nel lungo periodo.

Nonostante levidenza degli elementi sopra decritti, che concorrono a determinare questo tipo di
situazioni diffuse e ricorrenti, i processi/interventi per la realizzazione del diritto allo studio continuano
a focalizzare la propria attenzione prevalentemente su singoli gruppi (bambini, madri, ecc) estrapolati
dal proprio contesto sistemico (lintera famiglia in questo caso). Questo atteggiamento di base
spesso contribuisce al verificarsi di una delle due situazioni che seguono:

1. Labbandono scolastico da parte del bambino.


2. Il runaway (collasso) del suo sistema di riferimento (la famiglia).

Bench il tasso di iscrizione al ciclo primario, in Nepal, sia pi che soddisfacente (oltre al 95%),
quello relativo allabbandono scolastico permane su cifre estremamente elevate ed allarmanti. Il 50%
dei bambini, infatti, lascia la scuola durante i primi due anni di frequenza. Se si tiene conto che tale
dato corrisponde alla media nazionale e che nei centri urbani si tratta di un fenomeno poco
frequente, risulta evidente che nelle aree rurali (dove risiede l80% della popolazione nazionale) i
bambini esclusi dallistruzione raggiungono stime che superano l85%.

Statistiche di questo tipo hanno stimolato, negli ultimi anni, la realizzazione di numerosi interventi
finalizzati ad abbattere il tasso di abbandono scolastico nelle aree pi remote del paese.

La tipologia dei progetti realizzati si succeduta ed alternata a diversi livelli, rimanendo per
fondamentalmente circoscritta al:

1) Solo coinvolgimento di alcuni membri dei nuclei famigliari, che quindi non sono stati
approcciati nella loro interezza in quanto sistemi;
2) Cambiamento delle condizioni esterne ai nuclei famigliari (ad esempio la costruzione di
scuole), oppure interne (ad esempio il miglioramento della realt economica), ma che non
incidevano direttamente e/o necessariamente, sulle regole strutturali (relazionali ed
organizzative) dei nuclei stessi.

Questo tipo di approccio ha limitato fortemente il potenziale impatto finale delle azioni, lasciando, per
lo pi, i tassi di abbandono scolastico su livelli sostanzialmente invariati, con il conseguente spreco di
buona parte delle risorse complessivamente investite.

Per produrre un cambiamento reale, e di lungo periodo, fondamentale intervenire sui sistemi,
lavorando sulle strutture interne (organizzative e relazionali) che li regolano. Migliorare le condizioni
esterne ed interne di vita delle famiglie non significa, infatti, che automaticamente queste ultime
modificheranno le proprie regole strutturali implicite ed esplicite. Questo non vuol dire, ovviamente,
che aumentare il numero di scuole e/o ridurre il livello di povert dei nuclei interessati sia poco

7
importante, ma semplicemente che pu risultare solo parzialmente incisivo, come di fatto si spesso
dimostrato essere, se parallelamente non si supportano i sistemi in un processo di modifica delle
regole strutturali interne tale da favorire il reale raggiungimento dellobbiettivo finale, ovvero la
frequenza scolastica dei bambini.

Lallargamento del campo di osservazione a livello di sistema favorisce la possibilit di:

a. Valutare il possibile impatto complessivo che lapplicazione dellobbligatoriet


scolastica per il ciclo primario potrebbe avere sul sistema target e sul suo ambiente.
b. Identificare, in modo pi ampio ed integrato, i possibili ostacoli alla reale
applicazione della legge da parte del sistema target.
c. Identificare, in modo pi ampio ed integrato, i possibili rischi in cui potrebbero
incorrere il sistema target ed il suo ambiente.
d. Valutare i bisogni dellintero sistema target affinch esso possa favorire la
realizzazione della normativa sullobbligatoriet scolastica limitando i possibili rischi.

Lesempio qui riportato estremamente semplificato e ci potrebbe, ad una prima lettura, far
apparire alcuni di questi primi passaggi, che lapproccio sistemico implica, come scontati ed evidenti.
Ma in contesti dintervento maggiormente complessi (che poi di fatto corrispondono alla reale natura
di gran parte dei progetti) la possibilit di osservare e considerare un certo numero di elementi
chiave e le loro interconnessioni, non cos automatica, deduttiva n semplice, senza il supporto di
un metodo adeguatamente strutturato. Lapproccio sistemico fornisce questo tipo di struttura, e,
paragrafo dopo paragrafo, vedremo in che modo.

Partendo, dunque, dalla definizione stessa di sistema:

Un insieme di oggetti (individui) e di relazioni tra gli oggetti ed i loro attributi


(comportamenti) dove ogni parte (individuo) in rapporto tale con le parti che
lo costituiscono (altri individui) che qualunque cambiamento in una parte causa
un cambiamento in tutte le parti del suo sistema

Lapplicazione dellapproccio sistemico in questa fase iniziale di analisi implica:

1.Lidentificazione dei diversi attori/gruppi coinvolti nel fenomeno che si intende


affrontare:
2.Il collocamento degli stessi attori allinterno dei sistemi individuati come rispettivi
sistemi dappartenenza.
3.La definizione della relazione tra sistemi disponendoli graficamente in ambiente,
sistemi e sottosistemi.

Esempio pratico 2.: Come individuare i sistemi.

Con riferimento allesempio utilizzato nella Tabella B., relativa al fenomeno del traffico sessuale di
minori in Nepal, dallanalisi degli attori emergono alcuni gruppi chiave il cui ruolo risulta essere
particolarmente importante rispetto al problema in questione: il Governo, le autorit ed i servizi
pubblici, le organizzazioni nazionali e locali di societ civile, i servizi privati chiave, la polizia, i
trafficanti, le famiglie a rischio o vittime, i parenti attivamente coinvolti nel reclutamento delle
ragazzine, la polizia locale implicata (attraverso il coinvolgimento di singoli agenti) nel supporto ai
trafficanti, la popolazione locale, le minori.

I gruppi identificati (in quanto attori coinvolti nel fenomeno del traffico) vengono organizzati
allinterno di tre sistemi individuati come i loro sistemi dappartenenza: Il sistema Stato (Governo,
autorit e servizi pubblici, polizia, organizzazioni nazionali di societ civile, trafficanti
nazionali/internazionali), il sistema comunit (Popolazione locale, polizia locale, organizzazioni locali
di societ civile, trafficanti locali), il sistema famiglia (famiglie coinvolte e a rischio, i parenti

8
attivamente coinvolti nel reclutamento delle ragazzine, le minori).

Questi tre sistemi sono in stretta correlazione tra loro e tale relazione viene graficamente esplicitata
attraverso la realizzazione concentrica di sistemi e sottosistemi contenuti luno dentro laltro.

Sistema Famiglia:
Famiglie coinvolte e/o rischio
Parenti coinvolti nel reclutamento vittime
Minori

Sistema Comunit:
Popolazione locale
Polizia locale
CSO locali
Trafficanti locali

Sistema Stato:
Governo
Autorit e servizi pubblici
Polizia
CSO nazionali
Trafficanti nazionali/internazionali

Se prendiamo, ad esempio, i parenti attivamente coinvolti nel reclutamento delle ragazzine,


abbastanza evidente che essi appartengano anche ai sistemi Comunit e Stato, ma altrettanto
palese che limpatto delle loro azioni (sempre con riferimento ovviamente al fenomeno del traffico)
sia maggiormente diretto e determinante sulle famiglie i cui componenti cadono vittima dei loro
raggiri. Un cambiamento di comportamento da parte dei primi (quindi di famigliari che potrebbero
decidere di supportare i trafficanti nel reclutamento di ragazzine appartenenti al proprio nucleo,
traendone vantaggio economico, oppure di smettere di farlo) destinato ad apportare un
cambiamento radicale sulla vita dei secondi (quindi delle famiglie le cui minori cadranno o non
cadranno pi nelle reti del traffico sessuale). Limpatto comportamentale dei famigliari complici dei
trafficanti si riduce se ci si sposta al livello superiore di Sistema Comunit e, ancor pi, di Sistema
Stato, dove il fenomeno diventa rilevante solo nel momento in cui i famigliari stessi cominciano a
costituire gruppi relativamente numerosi. Ne consegue, pertanto, che i parenti coinvolti nel
reclutamento delle vittime debbano essere collocati nel sistema famiglia.

Per la definizione stessa di sistema, infatti, ciascun attore collocato allinterno di quel sistema in cui
i suoi comportamenti esercitano un impatto maggiormente diretto e determinante sulle altri parti che
compongono il sistema stesso. Ovviamente, il grado di impatto misurato rispetto al
problema/fenomeno che si sta affrontando.

Lapplicazione dellapproccio sistemico comporta, dunque, un primo cambiamento


importante nella struttura di un progetto, ovvero lo spostamento dellosservazione dai
gruppi stakeholder/target/beneficiari ai sistemi stakeholder6/target7/beneficiari8.

6
I sistemi stakeholder sono tutti quelli che, in un qualche modo, avranno una qualche relazione con il progetto.
7
I sistemi target sono quei sistemi che beneficiano direttamente e nel breve periodo dellimplementazione delle
azioni.
8
I sistemi beneficiari sono tutti quelli che beneficiano dellimplementazione delle azioni (direttamente o meno,
nel breve e nel lungo periodo. Al loro interno sono dunque inclusi anche i sistemi target). Quando si parla, per,
di beneficiari, si intendono comunemente i beneficiari finali, ovvero quei sistemi che beneficeranno nel lungo
periodo del progetto, ai quali si rivolge, generalmente, lobiettivo specifico.

9
Una volta individuati tutti i sistemi rilevanti rispetto al fenomeno in oggetto, si
potranno, infatti, definire con chiarezza i sistemi target (quelli a cui si rivolge
direttamente lazione), i beneficiari finali (i sistemi che traggono vantaggio
dallimplementazione delle azioni) e gli stakeholder (i sistemi che, in qualche modo,
sono coinvolti nel progetto).

Durante tutto il corso di questa dissertazione vedremo e capiremo cosa questo


implichi concretamente, sia nella strutturazione di un intervento, sia in termini di
valore aggiunto complessivo.

Dopo aver identificato i sistemi, fondamentale inquadrare lambiente a cui essi


appartengono, ovvero il loro contesto.

Quando si definisce un sistema importante definire anche il suo ambiente.


Sempre secondo Hall e Fagen: Lambiente di un dato sistema costituito
dallinsieme di tutti gli oggetti che sono tali che un cambiamento nei loro attributi
influenza il sistema e anche di quegli oggetti i cui attributi sono cambiati dal
comportamento del sistema9.

La definizione dellambiente importante per contestualizzare maggiormente


lintervento e quindi mantenere come riferimento costante il contesto nel quale le
azioni verranno implementate.

Lidentificazione dellambiente unoperazione estremamente flessibile, come del


resto lo lintero approccio sistemico, che varia in base alla natura dellobiettivo
finale e dei sistemi target individuati.

Riprendendo come esempio il fenomeno del traffico di minori in Nepal, una volta
individuati i tre sistemi di riferimento, se si volesse intervenire allinterno del sistema
famiglia e/o del sistema comunit (che diventerebbero quindi sistemi target), il
sistema stato potrebbe essere considerato come ambiente, quindi come riferimento
costante del contesto in cui ha luogo limplementazione un ipotetico intervento.

In un progetto finalizzato alleconomic empowerment delle donne in unarea


circoscritta di un dato paese, i sistemi target potrebbero essere, ad esempio, quello
famigliare e/o comunitario, mentre lambiente potrebbe coincidere con la realt
economica di quella stessa zona.

Lindividuazione iniziale di tutti i sistemi coinvolti nel fenomeno/problema che si


intende affrontare, ed il loro collocamento relazionale in qualit di ambienti, sistemi e
sottosistemi, fondamentale per diverse ragioni. Innanzitutto favorisce la possibilit
di definire in modo pi chiaro i sistemi stakeholder, target e beneficiari finali (che
saranno cos selezionati), chiarendo linterrelazione che sussiste tra essi. In secondo
luogo offre una panoramica completa degli attori coinvolti, permettendo di valutare il
possibile impatto delle azioni progettuali anche su quei sistemi che potranno non
essere considerati stakeholder, ma che hanno, comunque, un ruolo pi o meno
determinante sulla natura del fenomeno in oggetto e che quindi fondamentale
considerare in fase di analisi. Infine, fornisce una base di partenza per lanalisi dei

9
P. Watzlawick, J.H. Beavin, Don J. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana, Astrolabio 1971, Roma,
pag. 111.

10
problemi che, come vedremo nel paragrafo successivo, verranno distribuiti a diversi
livelli sistemici.

Come evidenziato, lapplicazione dellapproccio sistemico parte, quindi, dal


focalizzare lattenzione sui sistemi (e non pi su singoli gruppi), che in fase di analisi
significa individuare gli attori coinvolti nel fenomeno in oggetto ed i rispettivi sistemi
di appartenenza, ed organizzarli graficamente in un preciso rapporto relazionale
(ambienti-sistemi-sottosistemi), sulla base del quale verr successivamente
elaborato lo studio dei problemi, degli obiettivi e delle strategie.

Questo primo procedimento favorisce sin da subito lampliamento del campo


dosservazione perch permette di includere nellanalisi: attori che appartengono ai
sistemi dei gruppi target, ma che, non rientrando negli stessi gruppi specifici, non
sarebbero stati sufficientemente considerati; interi sistemi che non rientrano negli
stakeholder e che quindi, ugualmente, lapproccio tradizionale non prenderebbe in
considerazione.

11
2.2 Analisi dei problemi

2.2.1 La lettura circolare dei problemi


Lapproccio sistemico si basa su un movimento (sviluppo degli eventi,
crescita, ecc.) di tipo circolare10.

In una catena, levento a produce levento b, che produce levento c, che a


propria volta produce levento a.

Il movimento non si sviluppa pi, dunque, in senso lineare.

a b c

Labbandono del movimento lineare, a favore di quello circolare, comporta una serie
di conseguenze estremamente importanti in fase di analisi dei problemi.
10
Il concetto di circolarit si pone perfettamente in linea con il principio di interdipendenza dei diritti umani.
Ciascun diritto, per essere realizzato appieno, necessit della completa realizzazione dellinsieme di tutti i diritti.
Una grossa e persistente violazione di un diritto altamente probabile che implichi limpossibilit della piena
realizzazione di altri diritti, situazione che torner ad incidere negativamente sulla violazione iniziale.
In realt, il movimento circolare non si adatta perfettamente solo alla natura dei diritti umani, bens allintero ciclo
di sviluppo in un qualsiasi contesto. Anzi, sarebbe forse pi corretto dire che lo stesso sviluppo circolare.
Proviamo a partire dallistruzione, ad esempio. Se aumenta il livello di istruzione in un dato ambiente, ormai
ufficialmente dimostrato che si riduce il numero delle nascite ed aumentano le prospettive lavorative. Maggiore
istruzione, quindi, minor tasso di fertilit e potenziali maggiori risorse economiche. Se decrescono le nascite i
nuclei famigliari necessitano di meno risorse per sopravvivere e si riduce in questo modo limpatto delle comunit
sullambiente circostante in termini di sfruttamento, con il conseguente aumento delle risorse naturali a
disposizione ed il miglioramento delle condizioni di vita. Migliorando le condizioni di vita complessive cresce la
possibilit di accedere allo studio e quindi anche il livello generale distruzione. Ed il ciclo si innesca nuovamente.
Il premio Nobel indiano per leconomia, Amartya Sen, assimila il complesso concetto di sviluppo alla libert di
scelta di ogni individuo e di controllo sulla propria vita. Maggiori sono le possibilit di scelta ed auto
determinazione, maggiore il livello di sviluppo. Sempre secondo leconomista indiano, quelle che lui definisce
come freedom of choice and control of ones own life, sono determinate da uninsieme di fattori articolati,
strettamente interdipendenti tra loro ed interconnessi attraverso movimenti circolari.
Lo stesso life cycle project si struttura su un modello di crescita circolare che parte, si conclude e ricomincia nella
fase di Programming.

12
Innanzitutto nellanalisi dei problemi che concorrono allesistenza di un determinato
fenomeno in uno o pi sistemi, non sussiste pi un ragionamento logico di inizio e
fine da prendere in considerazione, ma una serie di eventi interconnessi e
determinanti gli uni sugli altri.

Questo approccio prende le distanze dalla concezione lineare deterministica,


secondo la quale gli eventi (fenomeni) si rapportano tra loro essenzialmente in una
relazione consequenziale di causa ed effetto. Nello studio sistemico degli eventi
(fenomeni), il concetto di origine e di causa scatenante perdono di interesse, mentre
lattenzione si concentra sulla natura delle dinamiche che rendono possibile
lesistenza del fenomeno dinteresse allinterno di un sistema (o di un ambiente) di
riferimento.

Quindi, le domande che orientano losservazione e lanalisi dei problemi dovrebbero


tendere il pi possibile a focalizzarsi su come il fenomeno in oggetto nasca
allinterno di un dato sistema, piuttosto che sul a causa di chi/cosa o perch tale
fenomeno abbia origine. Il come va inteso nel senso di quali meccanismi di quel
sistema determinano, al proprio interno, lo sviluppo del fenomeno in oggetto. In
questo modo, lanalisi dei problemi permette di osservare ed includere le regole
sistemiche strutturali pi rilevanti (dove la rilevanza valutata in relazione al
fenomeno in oggetto) a fini progettuali, e conoscere tali regole rappresenta la
condizione necessaria per poter individuare lo spazio allinterno del quale realizzare
un reale cambiamento che abbia un impatto sostanziale, durevole e sostenibile sul
problema in questione. Se il cambiamento, infatti, include la modifica di un certo
numero di regole chiave (che incidono sulla natura del fenomeno), tale modifica si
ripercuoter, direttamente, sulle strutture relazionali ed organizzative che reggono il
sistema. Se il cambiamento si limita, invece, a modificare le sole condizioni in cui il
sistema vive (ad esempio riducendo il livello di povert, incrementando laccesso ai
servizi o allinformazione, ecc), trascurando le regole interne e quindi le strutture
sistemiche, si riducono sia limpatto sul fenomeno in oggetto che la sostenibilit dei
risultati nel lungo periodo. Infine, una modifica allinterno delle strutture organizzative
e relazionali permette al sistema target di sviluppare e gestire un proprio processo
autonomo di crescita che si potr ripercuotere positivamente, nel tempo, anche in
settori diversi da quello strettamente interessato dallintervento.

Nonostante la circolarit costituisca un concetto fondamentale nei settori dello


sviluppo e dei diritti umani, essa rimasta fino ad oggi per lo pi confinata alla sfera
di approccio teorico, mentre, gli strumenti di uso pratico, in ambito progettuale, si
rifanno essenzialmente a modelli di tipo causale lineare.

Basti pensare, ad esempio, allalbero dei problemi (Tavole A.,C. ed E.). Esso uno
strumento unidirezionale, che si sviluppa dal basso verso lalto, e che dovrebbe aver
la funzione di individuare le cause e le conseguenze, in un dato contesto, del
fenomeno che si intende affrontare. Sulla base dellalbero dei problemi, viene
successivamente sviluppato lalbero delle soluzioni. Il grafico rimane invariato, ma
questa volta le caselle rappresentano la situazione ottimale rispetto a quel contesto
di studio. Lalbero delle soluzioni serve per individuare, con maggiore chiarezza,
quelli che vengono chiamati clusters, ovvero le strategie, le aree specifiche
allinterno delle quali si intende agire per produrre un cambiamento finalizzato a
migliorare le condizioni relative al fenomeno in oggetto. Lalbero dei problemi e
quello delle soluzioni si dipanano attraverso un movimento lineare, unidirezionale,

13
deterministico - causale. Bench la loro funzione sia quella di chiarire e semplificare
al massimo una certa situazione, per far luce su dinamiche non sempre scontate, la
traduzione di una realt in relazioni lineari di causa ed effetto pu comportare il
grosso rischio di omettere interrelazioni importanti, precludendo la possibilit di
utilizzo dellapproccio sistemico.

Come si pu facilmente evincere dal confronto tra le due metodologie di analisi del
traffico di minori in Nepal, la struttura dello studio muta radicalmente.

Lalbero dei problemi individua una serie di situazioni problematiche che sono
considerate la base del fenomeno che si vuole spiegare e che generano, in un
rapporto causale e temporale lineare, uninsieme di conseguenze determinanti, a
propria volta, il traffico sessuale di minori, graficamente rappresentato in posizione
pi o meno centrale. A partire da questultimo si succedono gli effetti negativi
principali del fenomeno in questione. La struttura si suddivide cos in due emisferi
distinti, quello delle cause e quello delle conseguenze, articolati su un unico piano
che vede rappresentati insieme attori e contesti estremamente differenti tra loro.

Il cerchio sistemico dei problemi (Tavole B., D. ed F.) si articola in modo molto
diverso:

- Suddivide gli attori direttamente ed indirettamente coinvolti dal fenomeno


allinterno dei sistemi individuati (in fase di analisi degli attori) come sistemi
dappartenenza;

- Organizza lanalisi dei problemi connessi al traffico su piani diversi che


corrispondono ai vari sistemi individuati allinterno dei quali tali problemi si
verificano;

- Lo sviluppo delle problematiche avviene in senso circolare secondo una


relazione di causa ed effetto. Ciascun elemento (o problema), dunque, agisce
determinando una serie di conseguenze dalle quali , a sua volta, influenzato.

Questo tipo di approccio favorisce la possibilit di:

A. Capire quali siano le regole, le dinamiche (relazionali ed organizzative) ed i


fattori chiave che, allinterno di ciascun sistema individuato, scatenano il
fenomeno in oggetto e che possono variare in maniera importante da sistema
a sistema. Questo permette, nella fase successiva (individuazione dei clusters
allinterno dei quali si vuole intervenire) di definire in modo chiaro a quali livelli
ci si deve muovere per affrontare quel tipo di problemi;

B. Definire i ruoli di ciascun sistema nel determinare lesistenza e la natura del


fenomeno in oggetto;

C. Individuare i problemi (caratterizzati dalla natura delle dinamiche relazionali


ed organizzative) che si ripetono a diversi livelli nei sistemi considerati, e che,
quindi, potrebbero risultare essere particolarmente importanti nella
determinazione del fenomeno in oggetto;
D. Definire in modo pi chiaro come un ipotetico cambiamento, in relazione ad
uno o pi problemi determinanti il fenomeno in oggetto, possa riflettersi sul

14
sistema e che tipo di impatto possa avere anche su quelle che nellAlbero dei
Problemi sono individuate come cause di base e che non forniscono quindi
indicatori di cambiamento;

E. Delineare in modo pi chiaro alcune sfaccettature importanti del fenomeno in


oggetto. NellAlbero dei Problemi, infatti, i limiti grafici e di contenuto portano
alla definizione delle problematiche connesse al fenomeno traffico di minori in
modo molto pi generico.

Esempio pratico 3.: Confronto tra Albero dei Problemi (Tavola A.C.E.) e Cerchio Sistemico dei
Problemi (Tavola B.D.F.) come strumenti di analisi per lo studio del traffico di minori a scopi
sessuali in Nepal.

Una volta realizzati gli Alberi dei Problemi e delle Soluzioni, si decide di focalizzare lattenzione, per
esempio, sulle problematiche relative allinformazione.

Dal grafico C. (Albero dei Problemi) emerge, effettivamente, che linsufficiente informazione della
popolazione costituisce un problema di base, e che sussiste anche una difficolt da parte della
polizia e delle autorit pubbliche nellottenere informazioni dalla popolazione stessa. Questa difficolt
sembra trovare origine nella scarsa relazione tra le parti coinvolte e nella mancanza di strumenti
appropriati da parte delle autorit pubbliche.

Dal grafico D. (Cerchio sistemico dei Problemi) emerge una situazione pi articolata: 1.La mancanza
di informazione si ripete su tutti e tre i livelli sistemici individuati, dimostrando, quindi, di essere un
fattore alquanto importante da considerare; 2.Nellambito del sistema famigliare essa sembra
connessa ad una condizione di vulnerabilit complessiva dei nuclei a rischio che limita il loro accesso
a strumenti e contenuti conoscitivi fondamentali per effettuare scelte di vita pi sicure. Canali di
informazione adeguati, quindi, non raggiungono la popolazione e la stessa non accede a strumenti
informativi importanti. Le potenziali vittime rischiano cos di cadere facilmente nelle reti del hard
trafficking che le catturano attraverso false promesse di lavoro o matrimonio. Su questo fenomeno,
per, incide anche linteresse di un certo numero di genitori o famigliari (che traggono un vantaggio
economico aiutando i trafficanti a reclutare le ragazze) nel mantenere alloscuro le potenziali vittime e
le persone ad esse vicine che potrebbero proteggerle. Questa situazione fortemente determinata
(e contribuisce a determinare in modo altrettanto importante) dal fenomeno del soft trafficking che
avviene proprio attraverso la complicit di un genitore o di un parente stretto il quale autorizza la
vendita della giovane, o fa da intermediario, e ne incassa il ricavato; 3. Nellambito del sistema
comunit, sulla scarsa informazione incidono fattori diversi. I mercanti del sesso modificano spesso
le traiettorie e le modalit dazione, per mantenersi nellombra il pi a lungo possibile. Questo
complica la possibilit di definire e descrivere il fenomeno, e quindi di conoscerne e riconoscerne i
meccanismi, favorendo cos lagire dei criminali. Inoltre, la relazione non buona tra comunit e polizia
(dovuta essenzialmente al coinvolgimento di alcuni agenti nel mercato dei minori ed alla poca fiducia
da parte della popolazione) limita fortemente la comunicazione e quindi il passaggio di informazioni;
4. A livello di sistema stato compaiono ulteriori elementi importanti, soprattutto in merito alla
relazione tra popolazione ed autorit (polizia) e strutture pubbliche chiave. Queste ultime non
possiedono strumenti adeguati per costruire una relazione di tipo collaborativo con la popolazione, e
tale mancanza di scambio e comunicazione incide negativamente sulla quantit e sulla qualit di
informazioni di cui la polizia e le autorit possono disporre per la lotta al fenomeno e la persecuzione
dei violatori.

La quantit e la tipologia di dettagli importanti che risultano dai due approcci palesemente molto
diversa. E, soprattutto, oltre a mettere in luce un problema importante, ovvero la mancanza di
informazione, il Cerchio Sistemico dei Problemi favorisce la possibilit di capire come la mancanza
di informazione si verifichi allinterno dei diversi sistemi e come esse contribuisca allo sviluppo del
traffico.

Grazie a questo tipo di analisi emergono, dunque, regole/dinamiche sistemiche organizzative e


relazionali importanti e differenti, ed al loro interno che ci si deve muovere per innescare un
cambiamento strutturale reale e sostenibile: Linformazione, cos come organizzata, non raggiunge

15
le famiglie a rischio; Alcuni famigliari organizzano la propria attivit di supporto al traffico anche
oscurando linformazione delle famiglie; I trafficanti modificano spesso le loro modalit dazione in
modo da poter agire nellombra, e quindi le informazioni di cui le comunit dispongono a questo
proposito rispecchiano solo relativamente la realt del momento; La relazione tra polizia locale e
societ civile inadeguata a contrastare il fenomeno del traffico; La relazione tra polizia e strutture
pubbliche nazionali, e la popolazione non favorisce collaborazione e passaggio di informazioni
reciproche.

In fase di analisi dei problemi, dunque:

1) E necessario concentrarsi il pi possibile su come il fenomeno in oggetto


venga ad esistere allinterno dei sistemi, attraverso quali regole e dinamiche
relazionali ed organizzative (che vedremo meglio nel dettaglio nei due
paragrafi successivi) esso abbia origine e si sviluppi.

2) I problemi individuati sono collocati allinterno dei sistemi (identificati in fase di


analisi degli attori) nei quali si sviluppano, secondo una relazione di causalit
circolare. Se emergono problemi specifici che non si riescono a collocare
allinterno dei sistemi individuati significa che durante lanalisi degli attori non
sono stati presi in considerazione tutti i sistemi realmente coinvolti dal
fenomeno, e che bisogna, quindi, procedere ad uno studio pi accurato. Uno
stesso problema potr emergere a pi livelli sistemici, ovviamente connesso a
meccanismi relazionali e/o organizzativi diversi. Viceversa, se non si riescono
a collocare specifici problemi allinterno di tutti i sistemi individuati in fase di
analisi degli attori, questo pu significare una delle due ipotesi che seguono: i
sistemi selezionati in fase di analisi degli attori (allinterno dei quali non
vengono individuate problematiche specifiche) non sono in realt connessi in
modo rilevante al fenomeno in oggetto; lanalisi dei problemi non completa o
sufficientemente dettagliata.

2.2.2 I problemi connessi alla struttura relazionale dei sistemi

Nel paragrafo precedente stata fatta luce su un aspetto fondamentale dellanalisi


dei problemi: ovvero limportanza di concentrare lattenzione sulle regole/dinamiche
che definiscono le strutture complessive dei sistemi individuati e che incidono, in
modo rilevante, direttamente o meno, sul fenomeno in oggetto.

Secondo lapproccio sistemico, ci che assume unimportanza centrale in questa


fase , infatti, linsieme delle regole/dinamiche sistemiche relazionali ed
organizzative che contribuiscono al fatto che quel fenomeno nasca e si sviluppi
allinterno di quel dato sistema.

Ciascun sistema, infatti, nasce e si mantiene in equilibrio sulla base di un certo


numero di regole chiave (che tendono a stabilizzarsi) che definiscono la natura delle
relazioni e dellorganizzazione delle parti che lo compongono. Tali regole
caratterizzano quel sistema ed originano, al suo interno, i comportamenti, le
abitudini, i modus vivendi, i punti di forza, i bisogni, i problemi, i fenomeni, ecc.

16
Il ruolo determinante dellaspetto relazionale dei sistemi (quello organizzativo verr
preso in esame nel paragrafo successivo) viene messo particolarmente in evidenza
dagli studiosi Hall e Fagen che definiscono il sistema come:

Un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti e tra i loro attributi 11 (dove gli
oggetti sono gli individui, gli attributi i loro comportamenti, e le relazioni tengono
insieme il sistema)

Al cui interno,

Laspetto che importante non il contenuto della relazione in s, ma


laspetto di relazione della comunicazione12.

Partendo, dunque, dal presupposto che il comportamento di ciascun individuo (o di


ciascuna parte) allinterno di un sistema in rapporto con il comportamento di tutti gli
altri membri (o parti), lattenzione alle regole ed alle modalit relazionali che
definiscono tale rapporto diventa cruciale.

Per tale ragione, in fase di analisi dei problemi, fondamentale individuare le


principali regole relazionali sistemiche che hanno interconnessioni, dirette o indirette,
con il fenomeno che si sta analizzando. La domanda di riferimento diventa, dunque:

Quali aspetti/regole/dinamiche relazionali dei sistemi individuati contribuiscono in


modo importante allesistenza del fenomeno in oggetto al loro interno?

Esempio pratico 4.: Limportanza delle strutture/regole relazionali sullo sviluppo del traffico di
minori in Nepal.

Nellesempio di studio sistemico riportato nella Tavola B., lanalisi delle relazioni ha permesso di far
emergere alcuni aspetti fortemente influenti sul traffico di minori in Nepal.

1) Sistema stato: La relazione tra autorit e strutture pubbliche ed organizzazioni nazionali di


societ civile inefficiente ed inefficacie, cos come quella tra gli stessi attori pubblici
(soprattutto servizi e polizia) e la popolazione. Questa scarsit di scambio ed interazione
influisce in modo incisivo sullisolamento della popolazione stessa e delle CSOs (che
sopravvivono generalmente prive di aiuti da parte del governo), sulla mancanza di un feed
back reale per le autorit pubbliche di quelli che sono i movimenti dei trafficanti, e
sullassenza di un programma nazionale comune e condiviso di lotta al fenomeno. Tale
situazione indebolisce il paese, contribuisce allo spreco di risorse e favorisce il crearsi di un
vasto spazio per lo sviluppo del traffico di minori.
2) Sistema Comunit: La relazione della polizia locale con le organizzazioni locali di societ
civile di reciproca sfiducia e scarsa considerazione, mancanza di collaborazione e scambio
di informazioni. Lo stesso avviene tra polizia locale e popolazione. La prima tende ad
accusare le famiglie delle vittime di supportare lo sviluppo del soft trafficking (che avviene
attraverso la vendita delle minori, da parte dei famigliari, ai trafficanti). Viceversa, la
popolazione ritiene che un gran numero di agenti sia coinvolto nel mercato delle minori,
come favoreggiatore dei mercanti del sesso, oppure come cliente abituale. Inoltre, pi in
generale, la popolazione teme possibili abusi di potere della polizia e tende a non rivolgersi
alle centrali locali in nessun caso di bisogno. Infine, le strutture culturali fortemente
discriminatorie in termini di genere, casta ed etnia, incidono a livello relazionale nei termini in
cui gli agenti tendono a considerare il traffico come un problema poco rilevante in quanto
concerne, di norma, giovani donne appartenenti a gruppi di intoccabili e considerati di

11
P. Watzlawick, J.H. Beavin, Don J. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana, Astrolabio 1971, Roma,
pag.110.
12
Idem, pag. 111.

17
scarso valore sociale. Tutto ci fa si che da un lato le denuncie di scomparsa di minori
siano estremamente esigue rispetto ai casi reali, limitando la possibilit, per la polizia, di
conoscere i caratteri e limpatto del fenomeno sul territorio, e dallaltro che questultima si
impegni efficacemente nella lotta ai trafficanti. In tale modo si crea, allinterno del sistema
comunit, uno spazio dazione che favorisce il soft trafficking (che agisce con la complicit
dei parenti delle vittime). Ma al tempo stesso, questa situazione complessiva mantiene le
comunit in una condizione di vulnerabilit estrema, poich da un lato esse sono
scarsamente protette dalle autorit pubbliche e, dallaltro, non ricevono le informazioni di cui
queste ultime sono in possesso. In tale modo cresce, allinterno del sistema comunit, lo
spazio dazione per lhard trafficking (che agisce attraverso il rapimento o linganno delle
vittime).
3) Sistema famiglia: Anche in ambito famigliare le rigide regole relazionali connesse al
patriarcato ed alla discriminazione di genere (in un contesto storico sociale in cui la
prostituzione fortemente radicata) incidono sullo sviluppo del traffico. I padri esercitano una
relazione di potere decisionale assoluto sulle figlie femmine (considerate un peso soprattutto
a causa della dote). Tale ruolo, di norma incontestabile ed incontestato, favorisce, nel
sistema famiglia, lo sviluppo del soft trafficking. Ma non solo. La relazione di superiorit
maschile, unita al concetto di fratellanza etnico-castale, lascia ampio margine dazione a
parenti lontani o conoscenti che, nellintento di favorire i trafficanti per interesse personale,
riescono facilmente ad ingannare i genitori (che possiedono poche o nulle informazioni utili in
merito ai rischi) con false promesse di lavoro e/o matrimonio. In questo modo si crea ampio
spazio, allinterno dei sistemi famigliari, per lo sviluppo del hard trafficking.

Tornando per un attimo allesempio riportato nel paragrafo 1.1.1 (esempio pratico
1.), in merito al sistema famiglia nel processo di realizzazione della legge relativa
allobbligatoriet della frequenza scolastica, se ne evince, in modo abbastanza
deduttivo, come e quanto la relazione tra le parti allinterno del sistema in oggetto
possa essere determinante per favorire il cambiamento auspicato attraverso la
rielaborazione di nuove regole e nuovi equilibri.

Anche a livello di sistema stato, nel processo di formulazione, approvazione e


messa in atto di una nuova normativa, ad esempio, la tipologia e qualit di relazione
tra le parti che lo compongono (qui esemplificate in autorit/strutture pubbliche e
societ civile) si dimostra essere centrale. Relazioni inadeguate possono portare a
meccanismi e risultati distruttivi, come ad esempio: Lo scarso coinvolgimento della
societ civile, con conseguente rischio di de-contestualizzazione della nuova legge,
quindi di forte discrasia tra normativa istituzionale e realt, con probabile elevata
violazione della prima e prevalere, tra la popolazione, di codici informali; Un alto
livello di disinformazione reciproca, con conseguente limitata applicazione/rispetto
delle nuove normative; Linsufficiente persecuzione delle violazioni, legata, tra il
resto, anche allinadeguatezza della collaborazione/interazione tra autorit pubbliche
e popolazione; La nascita o lacuirsi di conflitti interni scaturiti dallimplementazione
pratica della nuova normativa; e cos via.

Inoltre, la qualit della relazione tra le parti di un sistema risulta particolarmente


importante in contesti caratterizzati da condizioni generali di precariet ed instabilit
ambientale, politica o economica che sia. Comunit allinterno delle quali sussiste un
buon meccanismo relazionale possiedono strumenti maggiori per sviluppare
comportamenti collettivi di auto supporto/aiuto e far fronte a difficolt improvvise o
cambiamenti repentini (disastri naturali, mutamenti politici o di mercato, ecc) che
impongono la necessit di ripristinare nuovi equilibri, evitando il collasso. Al
contrario, laddove le dinamiche relazionali tra parti (a livello di comunicazione e
capacit dinterazione) sono deficienti, di norma linstabilit porta alla nascita o
allacuirsi di conflitti spesso rischiosi per la sopravvivenza del sistema stesso.

18
2.2.3 I problemi connessi alla struttura organizzativa dei sistemi

Uno dei principi basilari della Teoria dei Sistemi rappresentato dal Principio di
Equi-Finalit, secondo cui in un sistema aperto la natura della sua
organizzazione costituisce lelemento cruciale:

I risultati (da intendersi come modificazioni dello stato dopo un certo periodo di
tempo) non sono determinati tanto dalle condizioni iniziali quanto dalla natura
del processo o dai parametri del sistema. () I risultati possono avere origini
diverse perch ci che determinante la natura dellorganizzazione. () Nei
sistemi aperti soltanto i parametri del sistema determinano lo stato che
indipendente dalle condizioni iniziali. () Non soltanto condizioni iniziali
diverse possono produrre lo stesso risultato finale, ma risultati diversi
possono essere prodotti dalle stesse cause" 13.

Al di l dellutilit chiave del principio di equi finalit nei suo aspetti di applicazione
concreta in ambito progettuale, che vedremo a breve, importante tornare ad
evidenziare come questo approccio porti losservatore a spiegare un determinato
fenomeno non pi in termini di causalit lineare temporale (Tavola A.), ma spostando
lattenzione sullinsieme delle dinamiche organizzative che caratterizzano la natura
del sistema allinterno del quale il fenomeno avviene.

Esempio pratico 5.: Limportanza della natura organizzativa di un sistema.

Spesso, tra gli elementi che vengono individuati come cause scatenanti del traffico di esseri umani
c la povert. La povert incide sul soft trafficking perch lindigenza estrema porta alcune famiglie a
vendere le proprie figlie per ricavare un po di denaro e ridurre, al tempo stesso, il numero di donne
a carico di nuclei numerosi. Sempre la povert incide anche sul hard trafficking, poich lassenza di
prospettive e lo stato di miseria spingono le ragazze ad effettuare scelte lavorative rischiose (che di
norma comportano un allontanamento dai famigliari e quindi la perdita di protezione e di punti di
riferimento) o matrimoni forzati con sconosciuti. Molti progetti focalizzati sulla riduzione della povert
hanno dimostrato come lincremento del reddito delle madri aumenti il loro potere di contrattazione
allinterno dei sistemi famigliari ed un maggiore potere, quindi un ruolo diverso e pi importante,
significa spesso lelaborazione di nuove regole strutturali che apportano un aumento della protezione
e considerazione delle figlie femmine, abbattendo i rischi di coinvolgimento nel traffico.

Eppure, a parit di povert, anche allinterno di uno stesso paese, vi sono zone dove il traffico di
minori non si diffuso per nulla e zone dove, invece, esso si presenta come un fenomeno
allarmante. Questo perch, partendo da condizioni simili di indigenza complessiva, i sistemi hanno
sviluppato al proprio interno diverse strategie organizzative per affrontarle.

Lo stesso vale per labbandono scolastico. Sono ancora molti i bambini, nei paesi in via di sviluppo,
che dopo il primo o il secondo anno di frequenza lasciano la scuola per contribuire economicamente
alla sopravvivenza delle proprie famiglie, stremate dalla povert. Ma, in uno stesso paese, addirittura
in aree contigue e caratterizzate da condizioni socio economiche simili, la percentuale di abbandono
scolastico durante il ciclo primario pu passare dal 50 al 2%. Nel primo caso, lorganizzazione dei
sistemi si strutturata su modalit che non identificano nellistruzione un obiettivo primario. Quindi i
sistemi famigliari, ad esempio, continuano a gravare attorno al ruolo economico o lavorativo infra
domestico del bambino. Oppure i sistemi stato non investono omogeneamente in questo settore. Nel
secondo caso, invece, i sistemi hanno sviluppato una tipologia di organizzazione fondata, tra il resto,
sul principio delleducazione scolastica. Quindi essi hanno creato al proprio interno uno spazio

13
P. Watzlawick, J.H. Beavin, Don J. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana, Astrolabio 1971, Roma,
pag.117.

19
organizzativo adeguato affinch il bambino possa recarsi a scuola ed avere tempo per fare i compiti.
Oppure i sistemi stato hanno particolarmente favorito lo sviluppo del sistema scolastico.

Queste differenze sostanziali si vengono a verificare in quanto, a parit di condizioni di partenza, i


sistemi hanno sviluppato al proprio interno dinamiche e meccanismi organizzativi tali da ottenere
risultati molto diversi tra loro.

Un esempio, ormai divenuto un modello di riferimento mondiale, quello dello stato del Kerala, nella
parte sudoccidentale dellIndia. Nonostante il reddito pro capite nazionale resti complessivamente
basso, il Kerala ha saputo strutturare al proprio interno meccanismi e dinamiche organizzative tali da
raggiungere livelli di sviluppo sociale pari a quelli di un paese sviluppato. La mortalit infantile si
estremamente ridotta, mentre laspettativa di vita alla nascita ed il tasso di alfabetizzazione sono in
continua crescita. Grazie ad efficaci programmi di redistribuzione delle risorse, lintera popolazione
gode di un benessere materiale difficile da credere se paragonato allintroito della maggior parte dei
cittadini. Mentre lattivismo di massa, lelevata partecipazione politica a tutti i livelli ed il conseguente
cospicuo numero di leader concretamente impegnati, hanno rafforzato la struttura organizzativa
democratica e contribuiscono a mantenerla su piani decisamente elevati.

Inoltre, a parit di condizioni economiche, religiose, sociali e culturali di numerosi altri stati indiani, in
Kerala, dove listruzione delle donne e luguaglianza tra i sessi rappresentano da anni uno degli
obiettivi centrali del processo di crescita locale, si registra la stessa eccedenza di femmine (sui
maschi) degli Stati Uniti14.

Allinterno di sistemi con dimensioni minori rispetto a quelle del sistema-stato


riportato nellesempio del Kerala, la funzionalit e la centralit dellaspetto
organizzativo non mutano e restano determinanti sia sulla natura degli stessi sistemi,
sia sui processi di cambiamento che da essi vengono intrapresi.

Ci non significa, naturalmente, che i fattori ambientali (povert, risorse naturali,


territorio, realt politica ed economica, conflitti e guerre, ecc) non incidano sulla
realt dei sistemi, ma semplicemente che non sono cos determinanti sulla
costruzione delle loro strutture portanti, sulla possibilit di mettere in atto determinati
processi di crescita n, soprattutto, sulla tipologia dei risultati finali.

Spostando losservazione dalle condizioni complessive che caratterizzano gli


ambienti interessati alle regole/caratteristiche organizzative dei sistemi target che
vivono in questi stessi ambienti, lapproccio ai fenomeni che si intendono affrontare
cambia completamente, cos come cambiano gli spazi, i tempi e le possibilit
dazione.

Individuare nella povert una delle cause principali del traffico di minori limita
pesantemente il campo dazione, sia da un punto di vista concreto pratico, sia per
quanto riguarda il modo in cui i sistemi target riescono a recepire il problema ed
individuare delle possibilit di cambiamento funzionali.

Infatti, il potenziale di un qualsiasi intervento, finalizzato a ridurre il traffico di minori


allinterno di un dato sistema, ad esempio, si riduce enormemente se il fenomeno in

14
Amartya Sen ha individuato nella relazione numerica tra sessi un importante indicatore di discriminazione e
disuguaglianza. Sen not che, in circostanze normali, le donne vivono pi degli uomini, cosicch dovrebbero
esserci pi femmine che maschi. Tuttavia, nei paesi in cui le donne hanno uno status radicalmente diseguale
dagli uomini, esse spariscono risultando cos numericamente inferiori. La Cina ha 107 maschi ogni 100
femmine, lIndia ne ha 108, mentre il Pakistan addirittura 111. A livello globale manca un numero di donne
complessivo compreso tra i 60 ed 101 milioni. Annualmente, a causa della discriminazione, scompaiono circa 2
milioni di bambine.

20
oggetto viene messo in una relazione di connessione causale diretta con un
problema come la povert, quindi molto pi vasto, estremamente complesso e
difficile da affrontare in tempi relativamente brevi. Buona parte delle azioni andr a
focalizzarsi sullobiettivo di migliorare le condizioni economiche dei nuclei a rischio.
Se lobiettivo fallisce il traffico non verr minimamente scalfito dallintervento.
Qualora lobiettivo venga parzialmente o interamente raggiunto, difficile poter
affermare con certezza che, diminuito lo stato di indigenza, le famiglie target non
saranno coinvolte, comunque, nelle maglie dello sfruttamento sessuale in quanto le
loro regole relazionali ed organizzative potrebbero rimanere sostanzialmente
invariate. In ogni caso, se il problema centrale resta la povert, la speranza di
eliminare il traffico si trasforma in un fine quasi utopico, dai tempi estremamente
lunghi, ed il margine dazione delle comunit e delle famiglie target, rispetto a questo
fenomeno, si riduce fortemente, immobilizzando gli attori in una condizione di
causalit non direttamente dipendente da loro e quindi difficilmente modificabile se
non cambia tutto il contesto.

Nel momento in cui lattenzione si sposta sulla natura organizzativa (e relazionale,


come sopra analizzato) del sistema, i tempi, i margini dazione e soprattutto le
responsabilit, mutano radicalmente. Si possono strutturare meccanismi collettivi tali
da innescare dinamiche locali di lotta al traffico che mirano a risultati visibili in lassi
temporali limitatamente circoscritti.

Questo non significa non lavorare sul miglioramento delle condizioni economiche dei
sistemi target, qualora lo si ritenga necessario nella struttura di un intervento. Ma
importante che ci avvenga nellottica di unazione integrata, dove la natura e la
capacit organizzativa dei sistemi di riferimento, in funzione degli obiettivi finali,
siano considerate centrali.

Applicare il principio di equi-finalit in fase di analisi dei problemi significa individuare


le regole sulle quali si basa la struttura organizzativa dei sistemi che dimostrano
avere un certo grado di connessione con il fenomeno in oggetto, per capire come
tale struttura favorisca la nascita e lo sviluppo di determinate problematiche. La
domanda di riferimento, dunque, deve essere:

Quali aspetti/regole/dinamiche organizzative dei sistemi individuati contribuiscono in


modo importante allesistenza del fenomeno in oggetto allinterno degli stessi
sistemi?

2.2.4 I problemi relativi alle violazioni di diritto

Se lanalisi dei problemi si riferisce, in modo specifico, allo studio di violazioni di


diritto persistenti allinterno di dati sistemi, lapproccio sistemico suggerisce, in fase di
analisi, che la lettura di tali violazioni avvenga partendo dal Principio di Non
Sommativit:
Il principio di Non-Sommativit afferma che:

21
Un sistema non pu essere fatto coincidere con la somma delle sue parti,
infatti, lanalisi formale dei segmenti isolati artificialmente distruggerebbe
loggetto stesso dellinteresse 15.

Questo perch Un sistema non si comporta come un semplice composto di


elementi indipendenti, ma coerentemente come un tutto inscindibile16.
(Secondo isoforisma)

Il principio di non sommativit definisce in quale chiave debbano essere considerati


ed approcciati i sistemi identificati (allinterno dei quali ha luogo la violazione in
oggetto), ovvero come ununit costituita da parti che non possono in alcun
modo essere scisse n esaminate singolarmente.

Se lapproccio ai sistemi di riferimento avviene sempre considerandoli come un tutto


inscindibile, questo vale anche per lanalisi delle qualit e dei comportamenti delle
parti che li compongono, che non potranno essere estrapolati dal contesto sistemico
n attribuiti a singole parti.

Tali qualit e comportamenti devono, infatti, essere letti come caratteristiche


proprie del sistema stesso, sulla base delle quali si regge il suo equilibrio
complessivo (Sesto isoforisma).

Allo stesso modo, le violazioni sistematiche da parte di gruppi/parti (violatori) inflitte


su altri gruppi/parti (violati) di un medesimo sistema devono essere approcciate
come una caratteristica propria, come parte integrante della natura di quello stesso
sistema, come il risultato delle regole organizzative e relazionali, formali e/o
informali, sulla base delle quali esso si regge in equilibrio nel suo ambiente di
appartenenza.

Afferrare il concetto base di questo approccio estremamente importante perch


implica, in fase di analisi dei problemi relativi ad una violazione metodica, lo
spostamento dello studio della violazione dal gruppo che viola allintero sistema in
cui essa si verifica. Questo significa che i presupposti dello studio del fenomeno (e
quindi la conseguente formulazione di possibili interventi per arginarlo) non si
fonderanno pi principalmente su chi commette la violazione e perch, bens su
come la violazione avvenga e quali dinamiche ne favoriscano la realizzazione
allinterno di quel sistema.

Questo tipo di approccio favorisce la possibilit di:


a. Superare i concetti di colpa e di colpevole che spesso connotano gli
interventi (soprattutto quelli che mirano a limitare le violazioni di diritto) di
giudizi morali sottointesi i quali, bench spesso legittimi da un certo punto di
vista, si dimostrano, al lato pratico, poco funzionali rispetto al
raggiungimento degli obiettivi finali.
Focalizzarsi su colpevoli e vittime, identificando i primi con i concetti di
colpa, crimine e violazione, infatti, implica il fatto di porsi, allinterno dei
15
P. Watzlawick, J.H. Beavin, Don J. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana, Astrolabio 1971, Roma,
pag.115.
16
P. Watzlawick, J.H. Beavin, Don J. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana, Astrolabio 1971, Roma,
pag. 113.

22
sistemi in cui si intende produrre un cambiamento, in modo antiomeostatico
(conflittuale) rispetto a certe parti (leggi informali, abitudini e/o tradizioni),
correndo il rischio di:
Scatenare o acuire conflitti sociali;
Aumentare il prezzo complessivo del processo di cambiamento;
Pregiudicare il corretto raggiungimento degli obiettivi finali o limitarne la
portata e la sostenibilit ad aspetti parziali;
Scatenare una retroazione negativa (rifiuto) da parte del sistema
rendendo impossibile il cambiamento stesso.
Focalizzarsi sui meccanismi sistemici che portano allesistenza e alle
caratteristiche di tale fenomeno (violazione), senza presupposti conflittuali di
base, favorisce la possibilit di creare uno spazio funzionale al cambiamento
che si intende mettere in atto;
b. Considerare altri aspetti determinanti su questo tipo di fenomeno, i quali
potrebbero, apparentemente, non aver nessun legame diretto con le parti
che, secondo la concezione causale lineare, producono o subiscono la
violazione in oggetto;
c. Individuare le regole/dinamiche strutturali (relazionali ed organizzative) che
favoriscono lesistenza, allinterno del sistema, della violazione in oggetto. A
propria volta, lindividuazione di tali regole permette di identificare lo spazio
in cui il cambiamento deve essere realizzato, intervenendo cos in modo pi
determinante e riducendo, sul lungo periodo, le risorse e linvestimento
necessari per continuare a monitorare e limitare tali violazioni. Risultato
importante soprattutto in contesti caratterizzati da governi con scarsi
strumenti di controllo e persecuzione dei crimini, dove il rispetto delle leggi
dipende fondamentalmente dal loro grado di integrazione allinterno delle
strutture.

Esempio pratico 6.: Il significato della violazione allinterno del sistema.

Attraverso questo posto di confine vengono fatte passare migliaia di ragazze nepalesi nel loro
viaggio verso i bordelli di Kolkata, la citt pi nota col nome tradizionale di Calcutta. Esse sono
apprezzate per la pelle chiara, il bellaspetto, la docilit e lincapacit di parlare la lingua locale, cosa
che preclude loro ogni possibilit di fuga. Mentre Nick compilava qualche modulo al posto di confine,
molti nepalesi passavano in India senza compilare alcun documento. Seduto nella baracca, Nick
comincio a conversare con un funzionario indiano che parlava un inglese eccellente. Luomo disse di
essere stato inviato dal servizio informazioni per sorvegliare il confine. Che cosa sta controllando
esattamente? domand Nick. Stiamo cercando terroristi, o rifornimenti per terroristi disse luomo,
che in verit non stava controllando nulla molto attentamente, visto che cera un passaggio
ininterrotto di auto-carri. Dopo l11 settembre qui abbiamo intensificato i controlli. Inoltre stiamo
cercando anche merci di contrabbando e prodotti contraffatti. Se li troveremo, li confischeremo. E il
traffico di ragazze? domand Nick state controllando anche questa attivit? Ce ne dovrebbero
essere un bel po. Oh, si, un bel po. Ma non ce ne occupiamo. Non possiamo farci nulla. Come
no? Potreste arrestare i responsabili. Il traffico di ragazze non altrettanto importante della
contraffazione dei DVD?. Il funzionario del servizio informazioni rise cordialmente e alz le mani al
cielo. La prostituzione inevitabile, ridacchio. La prostituzione c sempre stata, in tutti i paesi. E
che cosa dovrebbe fare un uomo giovane da quando compie diciotto anni fino a trenta, quando si
sposa?. Va bene, allora rapire ragazze nepalesi e rinchiuderle nei bordelli indiani davvero la
soluzione migliore?. Il funzionario si strinse nelle spalle imperturbato. E una sfortuna ammise.
Queste ragazze vengono sacrificate per creare un equilibrio sociale cosicch le brave ragazze
possano essere salve. Ma anche molte ragazze nepalesi che vengono rapite dai bordelli indiani
sono brave ragazze. Si, ma sono contadine. Non sanno nemmeno leggere. Sono ragazze di
campagna. Cos le brave ragazze della classe media indiana non corrono rischi. Nick, che gi da un

23
po stava digrignando i denti, offr un suggerimento esplosivo. Ho capito! Sa, negli Stati uniti noi
abbiamo una quantit di problemi di equilibrio sociale. Allora dovremmo cominciare a rapire ragazze
della classe media indiana e costringerle a lavorare nei bordelli degli Stati uniti! Cos anche i giovani
americani potrebbero divertirsi, non le pare? In questo modo migliorerebbe sicuramente larmonia
nella nostra societ!. Ci fu un silenzio gravido di minaccia, ma infine il funzionario di polizia esplose
in una fragorosa risata. Lei sta scherzando disse sorridendo, molto divertente. A questo punto
Nick rinuncio.

Questo passaggio tratto dal testo Met del cielo 17, in cui la coppia di giornalisti americani Nicholas
Kristof e Sherley Wudunn racconta il proprio viaggio in Asia attraverso il mondo del traffico di minori
a fini di prostituzione, risulta particolarmente significativo.

importante, infatti, focalizzarsi sulla lettura del fenomeno del traffico di esseri umani da parte
dellagente di polizia che appartiene a quel sistema-stato dove lo stesso fenomeno si sviluppa. Egli
non solo non condanna tale pratica, ma la ritiene una sorta di strumento di equilibrio sociale,
funzionale a tutelare una parte specifica di attori (le brave ragazze indiane).

Se lobiettivo di un intervento consiste nellarginare un certo tipo di violazione, fondamentale


studiare il sistema allinterno del quale essa si verifica, per:

1) Capire come e attraverso quali meccanismi relazionali ed organizzativi interni tale violazione
sia resa possibile;
2) Capire come la violazione venga percepita dal sistema nel suo insieme o dalle sue parti;
3) Capire quale siano i ruoli di tale violazione nellequilibrio del sistema.

A prescindere dalle considerazioni morali, conoscere questi elementi assolutamente determinante


nellelaborazione di un processo di cambiamento volto a produrre risultati concreti, perch:

1) Favorisce la possibilit di modificare meccanismi determinanti in termini di violazioni,


producendo un reale cambiamento nel sistema attraverso la sostituzione di specifiche regole
strutturali (relazionali ed organizzative) disfunzionali;
2) Favorisce la possibilit di elaborare un intervento non antiomeostatico, cio non in diretto
conflitto con la visione che il sistema target ha del fenomeno in oggetto;
3) Favorisce la possibilit di considerare eventuali conseguenze, a livello sistemico, relative alla
riduzione della violazione/fenomeno e mettere in atto meccanismi preventivi di salvaguardia
degli equilibri.

Per ricollegarsi a quanto evidenziato nel paragrafo 3.4 (relativamente alla relazione tra la cultura
locale ed i contenuti/principi fondanti dellintervento che si intende realizzare) risulta evidente, inoltre,
come la posizione conflittuale di Nick rispetto alla visione che lagente di polizia ha del traffico di
minori, porti a difficolt di comprensione reciproca, allimpossibilit di mettere in atto un confronto
costruttivo e al fallimento di qualsiasi tentativo volto a modificare le rispettive vedute. Il cambiamento
, in questo caso, impossibile senza lintervento di unazione di forza dallalto verso il basso che
sarebbe, comunque, estremamente rischiosa (vedi paragrafo 3.3.1.1., la retroazione negativa).

17
Met del Cielo, Nicholas Kristof e Sherley Wudunn, ed. Corbaccio, Milano 2010.

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2.3 Analisi degli obiettivi
I risultati dellanalisi degli attori e dei problemi vengono graficamente raccolti ed
ordinati nel Cerchio Sistemico dei Problemi (Tavola B., pag. 24).

Sulla base del Cerchio Sistemico dei Problemi (che rappresenta la situazione reale)
si procede allelaborazione del Cerchio Sistemico degli Obiettivi (Tavola G., pag. 30),
che consiste nella trasformazione di ciascuna situazione negativa in soluzione,
espressa come risultato positivo.

Quindi, per esempio, Diminuisce linformazione, da parte delle comunit, sul traffico
e le dinamiche dei trafficanti si trasforma in Aumenta linformazione, da parte delle
comunit, sul traffico e le dinamiche dei trafficanti.

Il Cerchio Sistemico degli Obiettivi rappresenta quindi una situazione ideale.

Questo tipo di procedimento permette di definire in modo pi chiaro quali tipi di


intervento potrebbero avere un impatto determinante sul fenomeno di interesse,
come e con quali conseguenze, e a quale livello sistemico, e costituisce la base per
lanalisi delle strategie.

2.4 Analisi delle strategie


Lanalisi delle strategie (che avviene sulla base dellCerchio Sistemico degli Obiettivi)
rappresenta lultimo passaggio della fase di analisi generale (escludendo lanalisi
dellanalisi), prima di procedere allelaborazione del Logical Framework (Logframe).
Analizzare le strategie significa selezionare i cluster di intervento, ovvero quei gruppi
di obiettivi (selezionati sul Cerchio Sistemico degli Obiettivi) che il progetto decide di
voler raggiungere. Linsieme dei cluster selezionati costituisce la strategia.

La selezione delle strategie rappresenta il primo passo verso la definizione degli


obiettivi di progetto (Obiettivo generico, obiettivo specifico, risultati attesi o output) e
deve avvenire sulla base di priorit e criteri ben definiti quali: rilevanza, fattibilit,
priorit per gli stakeholder, probabilit di successo, budget, tempi richiesti, contributo
alla riduzione delle disuguaglianze, impatto ambientale, ecc.

La selezione dei cluster e dei sistemi che si intendono coinvolgere nel progetto deve,
ovviamente, corrispondere. Se si decide, per esempio, di lavorare con il sistema
famiglia, per arginare il traffico locale di minori in Nepal, e di includere nella propria
strategia i cluster legati allinformazione, fondamentale che vengano considerati gli
aspetti problematici informativi (espressi prima in termini di problemi e poi di obiettivi)
allinterno di quel sistema preciso. Viceversa, se si esclude di lavorare con il sistema
famiglia, le questioni legate allinformazione a questo livello sistemico non verranno
prese in considerazione. Se, invece, si decide di intervenire per migliorare
linformazione ad ogni livello, necessario che siano inclusi tutti i sistemi coinvolti nel
fenomeno.

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34
2.5 Analisi dellanalisi
La qualit dellanalisi, che precede lelaborazione dellintervento vero e proprio,
assolutamente fondamentale perch costituisce la base sulla quale si sviluppa
lintero progetto ed quindi estremamente importante, alla fine di questa fase,
verificare che il processo di studio si sia svolto il pi correttamente possibile.

Lanalisi deve rappresentare un processo di ricerca equilibrato che non si fermi ad un


pericoloso stadio di esemplificazione dei problemi.

() una spiegazione semplice ed immediatamente comprensibile di processi che in


realt costituiscono problemi assai complessi. Il pi delle volte tale spiegazione
fondata sullipotesi che ci sia un unico fattore causale: i problemi ambientali sono
dovuti allavidit di guadagno; () la guerra dovuta allimperialismo economico; e
cos via. Poich si tratta di questioni pressanti occorrono soluzioni immediate; le
soluzioni immediate non consentono analisi complesse.18

Come precedente accennato, un primo controllo, relativo alla qualit dellanalisi


effettuata, pu essere messo in atto attraverso il confronto incrociato dei risultati
ottenuti. Ad ogni sistema individuato devono, infatti, corrispondere specifiche
problematiche che contribuiscono a sviluppare il fenomeno di interesse al suo
interno. Se vi sono sistemi nei quali non rientrano problematiche specifiche, significa
che essi non sono rilevanti ai fini dello studio del fenomeno. Viceversa, tutte le
problematiche identificate, devono poter corrispondere ai sistemi selezionati. Se vi
sono problematiche che non rientrano in tali sistemi, significa che lanalisi degli attori
non ha incluso tutti i sistemi realmente coinvolti nel fenomeno.

In secondo luogo, occorre verificare la validit dellanalisi rispondendo ai quesiti che


seguono:

-Come stata realizzata lanalisi? (Attraverso quali modalit partecipative, raccolta


delle informazioni, ecc.)

-Quando stata realizzata o a quando risalgono le informazioni raccolte?

-Quali aspetti lanalisi ha incluso?

-Attraverso quale criterio tali aspetti sono stati selezionati rispetto ad altri ed inclusi?

-Quali altri aspetti avrebbero potuto essere inclusi e con quale valore aggiunto?

18
Elau Heinz, Reason and relevance-Reflection on a madness of our time, Student Lawyer, 1972.

35
2.6 La fase dellanalisi per punti
La fase di analisi costituisce la base sulla quale si struttura lintero progetto. Essa
fornisce informazioni assolutamente fondamentali a livello di sistemi, problemi e
regole interne, obiettivi e strategie, ed pertanto, come gi evidenziato,
fondamentale.

Attraverso lanalisi deve essere prodotto un materiale conoscitivo sufficientemente


ampio per poter delineare un profilo chiaro del fenomeno che si intende affrontare e
delle dinamiche e delle regole sistemiche che lo determinano.

Al termine di questa fase devono risultare chiari sia i sistemi target, beneficiari e
stakeholder dellintervento, sia le strategie che il progetto intende mettere in atto.

Analisi:

1. Individuare gli attori coinvolti nel fenomeno in oggetto;


2. Organizzare gli attori individuati distribuendoli nei rispettivi sistemi di appartenenza;
3. Organizzare graficamente la relazione tra sistemi in ambiente, sistemi, sottosistemi;
4. Sulla base dei sistemi individuati, definire i sistemi target, beneficiari e stakeholder;
5. Definire il loro ambiente;
6. Analizzare i problemi, per ciascun sistema individuato, attraverso unottica circolare
(Elaborazione del Cerchio Sistemico dei Problemi), focalizzando lattenzione principalmente
sulle regole/dinamiche relazionali ed organizzative, dei sistemi coinvolti, che risultano essere
particolarmente importanti nel determinare il fenomeno in oggetto (quindi orientando la
ricerca sulla base dellinterrogativo come ci avviene, piuttosto che perch). I sistemi
devono essere sempre considerati come ununit e non come insiemi di parti i cui
comportamenti possano essere estrapolati ed analizzati singolarmente;
7. Analizzare gli obiettivi (Traduzione del Cerchio Sistemico dei Problemi in realt ottimale,
quindi elaborazione del Cerchio Sistemico degli Obiettivi);
8. Identificare le strategie dellintervento;
9. Verificare lattendibilit dello studio attraverso lanalisi dellanalisi.

36
Lapproccio sistemico alla progettazione rispetto allapproccio classico.

In fase di analisi, le differenze che comporta lutilizzo dellapproccio sistemico nella progettazione,
rispetto a quello classico, sono le seguenti:

1. (Analisi degli attori) Lo spostamento dellattenzione da gruppi (target, beneficiari,


ecc.) a sistemi (concetto che verr messo in evidenza anche nel logframe).

2. (Analisi degli attori) La considerazione dei sistemi come unit e non come somme di
parti/gruppi.

3. (Analisi dei problemi) La lettura circolare dei problemi e ladozione del Cerchio
Sistemico dei Problemi (in luogo dellAlbero dei Problemi).

4. (Analisi dei problemi) La focalizzazione dellattenzione sulle dinamiche di tipo


relazionale, allinterno dei sistemi, che portano alla nascita del fenomeno dinteresse.

5. (Analisi dei problemi) La focalizzazione dellattenzione sulle dinamiche di tipo


organizzativo, allinterno dei sistemi, che portano alla nascita del fenomeno
dinteresse.

6. (Analisi dei problemi) Lanalisi delle violazioni come caratteristiche proprie della
natura dei sistemi allinterno dei quali esse si verificano, e non come comportamento
disfunzionale di singoli gruppi/individui.

7. (Analisi degli obiettivi e delle strategie) Lanalisi degli Obiettivi e delle Strategie
attraverso ladozione del Cerchio Sistemico degli Obiettivi (in luogo dellAlbero degli
Obiettivi).

8. (Analisi dellanalisi) La verifica della qualit dellanalisi effettuata attraverso lAnalisi


dellAnalisi.

37
3. LOGICAL FRAMEWORK (Logframe)
Dopo aver terminato la fase di analisi si pu passare allelaborazione del Logical
Framework che costituisce lo strumento per eccellenza (adottato dallUnione
Europea, dalle Nazioni Unite e dai maggiori donatori internazionali) per sviluppare e
rappresentare il contenuto di un progetto nel modo pi chiaro e comprensibile
possibile.

Il logframe costituito da quattro colonne verticali, dove si definisce cosa lintervento


intenda fare, e da quattro colonne orizzontali, dove si definiscono la misurazione
degli effetti concreti ed i possibili impedimenti sia alla realizzazione delle azioni che
al raggiungimento degli obiettivi preposti.

38
Logica dellintervento Indicatori Oggettivamente Fonti di Presupposti
Verificabili Verifica (Sono i fattori esterni al
(Sono i risultati raggiunti dal progetto, (Sono tutti i progetto che devono
espressi in modo concreto, tangibile documenti e verificarsi affinch
ed oggettivamente verificabile) le fonti dirette lintervento si possa
che servono realizzare nella maniera
per verificare prospettata. Lanalisi
in modo dei presupposti
obiettivo i risponde ad una
risultati domanda precisa: Quali
raggiunti) condizioni esterne al
progetto devono
realizzarsi per non
comprometterne
limplementazione delle
azioni, il
raggiungimento degli
obiettivi e la loro
sostenibilit di lungo
periodo?

Obiettivo Generico
(Definisce i risultati ed i
benefici di lungo periodo,
ottenuti grazie al progetto,
per i sistemi target e
beneficiari)

Obiettivo Specifico
(E il prodotto dei risultati
attesi, e contribuisce al
raggiungimento dellobiettivo
generico. Generalmente si
pu riferire ai sistemi target
e/o beneficiari finali)

Risultati Attesi
(Sono il prodotto delle azioni
implementate, e gli output
necessari per raggiungere
lobiettivo specifico.
Generalmente si riferiscono
ai Sistemi Target)

Azioni Mezzi (Sono tutte le risorse umane Costi


(Sono le attivit che devono e materiali necessarie per (Sono i costi
essere realizzate per implementare le azioni previste) relativi alle
raggiungere i risultati attesi) risorse
umane e
materiali)

Precondizioni
iniziali

39
Questo tipo di struttura segue una tripla logica di realizzazione.

1. La domanda che connette in modo consequenziale la struttura (verticale) del


progetto dallalto verso il basso (freccia rossa) , essenzialmente, come?:
Come si contribuisce al raggiungimento dellobbiettivo generico? Attraverso il
conseguimento di quello specifico; Come si raggiunge lobiettivo specifico?
Attraverso la realizzazione dei risultati attesi; Come si realizzano i risultati
attesi? Attraverso limplementazione delle azioni.

2. Viceversa (freccia azzurra), se si verificano le condizioni necessarie esterne al


progetto e se viene erogato il finanziamento, si dispone di un budget
prestabilito, grazie al quale si investe nei mezzi (risorse umane e materiali)
indispensabili per limplementazione delle azioni, la cui realizzazione
fondamentale per ottenere i risultati attesi. Il conseguimento dei risultati attesi,
a propria volta, necessario per raggiungere lobiettivo specifico attraverso il
quale si contribuisce alla realizzazione di quello generico.

3. La connessione logica (orizzontale) degli elementi progettuali da destra a


sinistra (freccia verde), e viceversa, presuppone la realizzazione di una serie
di condizioni indispensabili, dalle quali lintervento non pu prescindere. Se le
precondizioni iniziali sono soddisfatte, allora possono cominciare le attivit
(per la cui realizzazione sono necessari sia mezzi specifici, in termini di
risorse umane e materiali, sia le risorse economiche indispensabili per poter
disporre degli stessi mezzi). Se le azioni vengono implementate e si verificano
i presupposti, esterni al progetto, necessari a questo livello, allora si
ottengono i risultati attesi. Se si raggiungono i risultati attesi e si verificano le
condizioni esterne al livello corrispondente, si raggiunge lobiettivo specifico.
Infine, se si raggiunge lobiettivo specifico e anche a questo livello sono
soddisfatti i presupposti, allora si ottiene lobiettivo generico. Se le condizioni
esterne (presupposti), ad ogni livello, non dovessero essere confermate,
lesito progettuale potrebbe venire compromesso. Per questo motivo
indispensabile che tali presupposti siano debitamente presi in considerazione
in fase progettuale.

Sulla base delle strategie selezionate vengono definiti lobiettivo generico, lobiettivo
specifico ed i risultati attesi.

Lobiettivo generico: si riferisce, soprattutto, ai risultati progettuali di lungo periodo


ed evidenzia come lintervento sia congruo con le politiche settoriali del governo
interessato o degli enti finanziatori, ed in linea con i programmi di sviluppo
internazionale. Lobiettivo generico non viene raggiungo unicamente grazie al
corretto conseguimento del progetto, ma questultimo contribuisce alla sua
realizzazione. Lobiettivo generico non richiede necessariamente di essere espresso
in termini di risultati obiettivamente verificabili e, di conseguenza, non vi saranno
fonti di verifica. Anche i presupposti, di norma, non si esprimono in relazione a
questo obiettivo. Ne consegue che la prima riga potr contenere, come sola
informazione disponibile, unicamente lobiettivo generico.

Lobiettivo specifico: il risultato principale che lintervento intende ottenere, si


riferisce ad un problema chiave e deve essere espresso in termini di benefici
sostenibili per sistemi specifici (che possono essere i sistemi target o sistemi

40
beneficiari). Per ogni progetto esiste un solo obiettivo specifico. Nella seconda
colonna, lobiettivo specifico deve essere espresso in termini tangibili e
concretamente misurabili, mentre nella terza colonna vengono indicate le fonti di
verifica allinterno delle quali si potr trovare conferma di quanto prospettato nella
colonna precedente. Allobiettivo specifico corrispondono anche presupposti
specifici, ovvero condizioni esterne al progetto che si devono verificare affinch tale
obiettivo possa essere correttamente raggiunto.

I risultati attesi: sono gli obiettivi di breve periodo, necessari per conseguire
lobiettivo specifico. Essi indicano una serie di benefici generalmente a favore dei
sistemi target. Come per lobiettivo specifico, anche i risultati devono essere espressi
in termini concreti, oggettivi e tangibili e, per ognuno di questi termini deve essere
menzionata una o pi corrispondenti fonti di verifica. Allo stesso modo, perch si
possano realizzare i risultati attesi, necessario che siano soddisfatti determinati
presupposti esterni.

Lapproccio sistemico alla progettazione rispetto allapproccio classico.

Lapplicazione dellapproccio sistemico alla matrice logica sopra citata (Logical Framework)
non implica alcuna modifica di tipo strutturale rispetto a quello classico.

41
Esempio pratico 7.: La definizione degli obiettivi allinterno del logframe

Logica dellintervento Indicatori Oggettivamente Verificabili Fonti di Verifica Presupposti

Obiettivo Generico
Rafforzato il consolidamento del processo di democratizzazione e
rispetto dei diritti umani in Nepal

Obiettivo Specifico -Ridotte le violazioni dei diritti di donne e Human Rights Report della -I sistemi target comprendono
Fortificata la realizzazione ed il rispetto dei diritti di donne e minori del 2% su scala nazionale. National Human Rights limportanza degli strumenti acquisiti.
bambini in Nepal ....... Commission (NHRC) -I sistemi target rispondono
....... Central Child Welfare Board positivamente al principio di
....... Report, Ministry of Women, costruzione endogena, del processo di
Children and Social Welfare sviluppo e rafforzamento dei diritti di
Annual Report of Informal Sector donne e minori, su cui si basa
Service Center lintervento.

Risultati Attesi

1. Rafforzati gli strumenti della societ civile per diffondere, Un set di buone prassi per i media per Registri delle Federation of Nepal I media coinvolti rispettano gli accordi
incrementare e rispettare i diritti umani di donne e aumentare e migliorare linformazione Journalists e Press Council Nepal pattuiti
bambini, ed esercitare un ruolo attivo nella promozione nazionale e locale sui diritti di donne e Documenti di progetto Le condizioni di sicurezza rendono
di rispettive riforme presso le autorit pubbliche e le bambini viene elaborato dalla Federazione possibili gli spostamenti sul territorio
strutture maggiormente rilevanti in questo settore. Nazionale dei Giornalisti Nepalesi dal per la realizzazione dei corsi di
Press Council Nepal formazione
Le Organizzazioni di Societ Civile
reinvestono attivamente gli strumenti
200 impiegati presso i media nazionali e Registri dei media presso cui sono acquisiti durante gli interventi di
locali vengono formati in merito alle buone impiegati i soggetti formazione e di capacity building
prassi elaborate Documenti di progetto

La stampa nazionale svolge una Registri delle testate nazionali


campagna di informazione coinvolte
sensibilizzazione sui diritti umani di donne Materiale prodotto per la
e bambini campagna
Documenti di progetto

Il 20% della popolazione nazionale riceve Documenti di progetto


informazioni sui diritti di donne e bambini Share dei programmi TV e radio
realizzati
Tiratura delle testale nazionali
coinvolte nella campagna di
sensibilizzazione
Registri delle Organizzazioni
coinvolte

42
200 rappresentanti di Organizzazioni di Documenti di progetto (materiale
Societ Civile vengono formati per dei corsi, registri di frequenza)
promuovere il rafforzamento dei diritti di
donne e minori presso le autorit
pubbliche, e per contribuire attivamente al
processo di sviluppo locale in questo
senso
..
Le azioni di promozione dei diritti umani di Registri delle Organizzazioni
donne e bambini esercitate dalle coinvolte
Organizzazioni di Societ Civile presso le Registri delle autorit pubbliche
autorit pubbliche locali sono aumentate locali
del 50% nelle aree selezionate
2. Rafforzato il ruolo delle autorit locali e delle istituzioni
pubbliche locali nellimplementazione della legge, ..
realizzazione e protezione dei diritti di donne e bambini,
prevenzione e persecuzione delle violazioni, e supporto
dei soggetti a rischio.

3. Fortificate le capacit dirette tecnico scientifiche e


trasversali strutturali, delle organizzazioni impregnate
nella difesa dei diritti umani, per promuovere e
proteggere i diritti di donne e minori, supportare le
vittime, e promuovere lo sviluppo di politiche mirate
presso le autorit pubbliche.

4. Rafforzati gli strumenti specifici e le capacit dirette


tecnico scientifiche e trasversali strutturali della
polizia nazionale nellidentificare e combattere la
violazione dei diritti di donne e bambini.

Lobiettivo generico in linea sia con i piani programmatici di sviluppo del paese che con le priorit dei principali finanziatori mondiali.

Lobiettivo specifico descrive, in termini di risultato, qual il beneficio di cui godranno i beneficiari finali grazie alla corretta realizzazione dellintervento. I beneficiari finali corrispondono alle donne
ed ai bambini su scala nazionale (in questo caso senza nessun tipo di differenziazione per gruppo sociale, area o settore). Il sistema di riferimento (da considerare come sistema beneficiario) sar,
pertanto, la popolazione nepalese, da intendersi come societ civile in generale. Lambiente potrebbe , pertanto, corrispondere allinsieme delle regole e normative formali ed informali che
determinano in modo sostanziale la vita di donne e bambini in Nepal.

I risultati attesi descrivono come lintervento intenda raggiungere il proprio obiettivo e si riferiscono principalmente ai sistemi direttamente destinatari delle azioni (ovvero i sistemi target): Sistema
della Societ civile (popolazione, Organizzazioni, media) e sistema delle strutture pubbliche (autorit centrali, autorit locali, polizia, servizi chiave).

43
Lapproccio sistemico alla progettazione rispetto allapproccio classico.

Le differenze contenutistiche sostanziali, che si possono evidenziare allinterno del logframe,


tra lapproccio classico e lapproccio sistemico alla progettazione, consistono
essenzialmente nel:

1.Lo spostamento dellattenzione dai gruppi ai sistemi.


2.La suddivisione della capacity building a due livelli: diretta tecnico- scientifica e strutturale
trasversale.

44
3.1 Analisi dei bisogni e delle risorse dei sistemi in
funzione degli obiettivi
Una volta definiti gli obiettivi, fondamentale analizzare i bisogni specifici (dei
sistemi target e/o beneficiari finali) che devono essere soddisfatti affinch sia i
risultati attesi che gli stessi obiettivi di progetto possano essere concretamente e
correttamente raggiunti.

Lanalisi dei bisogni funzionali al cambiamento che si intende mettere in atto


indispensabile per definire buona parte delle azioni progettuali.

Bench nellorganizzazione di questo manuale lanalisi dei bisogni segua la


definizione dei risultati attesi, si possono verificare situazioni in cui necessario
procedere a tale tipo di studio in due fasi: prima di elaborare gli stessi risultati attesi e
precedentemente allidentificazione delle azioni. Nellesempio concreto 6., la
pianificazione dei risultati attesi presupponeva una conoscenza complessiva dei
bisogni dei sistemi target, in termini di capacit, che dovevano essere
imprescindibilmente soddisfatti per raggiungere lobiettivo specifico dellintervento.
Anche in questo caso, per, si tratta comunque di unidentificazione delle necessit
che rimane confinata ad uno stadio generico. Per la programmazione delle rispettive
attivit, invece, necessario poter disporre di una conoscenza molto pi dettagliata
dei bisogni e delle lacune locali in relazione agli obiettivi che il progetto intende
raggiungere.

In questa fase, lapplicazione dellapproccio sistemico presuppone, parallelamente


allanalisi dei bisogni specifici, anche lanalisi delle risorse di cui i sistemi interessati
dispongono, in funzione degli obiettivi progettuali. Individuare le risorse costituisce
un passaggio fondamentale e spesso trascurato.

Ciascun sistema, infatti, possiede un certo numero di risorse la cui inclusione,


allinterno di un intervento mirato, indispensabile per:

1. Lavorare in modo efficace e sostenibile a livello di empowerment degli stessi


sistemi interessati;
2. Ridurre linvestimento e le risorse progettuali necessarie;
3. Partire da strutture, elementi, strumenti, conoscenze, leggi formali ed informali,
regole, pratiche e principi culturali e/o religiosi, gi contestualizzati e consolidati
nei sistemi coinvolti.

Lo studio delle risorse deve includere, tra il resto, anche lindividuazione delle
principali regole formali ed informali, sulle quali si basa lequilibrio dei sistemi target,
che si dimostrano essere in linea con i contenuti fondanti e gli obiettivi del progetto.
Questo passaggio (come vedremo pi dettagliatamente nel paragrafo 3.3.1.2
Lidentit e la relazione tra sistemi culturali differenti) fondamentale anche per
costruire una relazione funzionale ed efficace tra la natura dei sistemi (e del loro
ambiente) e quella dellintervento.

Il secondo contributo importante che offre lapproccio sistemico, in questa fase


specifica, consiste nel considerare i sistemi sulla base delle indicazioni fornite dal
Principio di Non Sommativit (Un sistema non pu essere fatto coincidere con la
somma delle sue parti, infatti, lanalisi formale dei segmenti isolati artificialmente

45
distruggerebbe loggetto stesso dellinteresse. Questo perch un sistema non si
comporta come un semplice composto di elementi indipendenti, ma coerentemente
come un tutto inscindibile).

Analizzare i bisogni, anche quando riferiti specificatamente a singole parti (donne,


bambini, ecc) considerando comunque e sempre lintero sistema di riferimento,
costituisce un ulteriore punto di svolta importante rispetto allapproccio classico.

Questultimo, infatti, di norma valuta come termini principali di riferimento, in fase di


studio dei bisogni, unicamente i gruppi target e gli obiettivi dellintervento. Quindi
analizza i bisogni dei primi in funzione del conseguimento degli ultimi, senza
considerare in modo sufficientemente organizzato ci che sta loro intorno, ovvero il
sistema, con le sue strutture e le sue regole cardine. Questo approccio, dove
losservazione e lanalisi del contesto sono per lo pi rilegati, in maniera empirica,
allintuizione ed allesperienza di chi progetta, pu facilmente portare allelaborazione
di percorsi di sviluppo potenzialmente perfetti per la natura dei gruppi target e
assolutamente funzionali rispetto agli obiettivi, ma concretamente poco o
parzialmente efficaci, quando non addirittura controproducenti per gli equilibri locali
sistemici.

Spostare lo sguardo dai singoli gruppi ai sistemi rappresenta un primo passaggio


estremamente importante per rafforzare la fattibilit, la sostenibilit e lefficacia di un
intervento, e ridurre il pericolo di destabilizzare i sistemi target attraverso
limplementazione di azioni non appropriate alla loro natura ed allambiente di
appartenenza, ma ci non sufficiente.

Infatti, se si considerano i sistemi come somme di parti/gruppi, allora questo


significa che anche lanalisi dei bisogni avverr in relazione a ciascuno di questi
stessi gruppi, escludendo cos la dimensione relazionale ed organizzativa.

Approcciare separatamente i diversi gruppi/parti del sistema interessato non


permette la possibilit di vedere e conoscere le regole relazionali ed organizzative
attraverso le quali essi interagiscono nel loro ambiente, e quindi neppure i relativi
bisogni che necessario soddisfare a tale livello per realizzare un cambiamento
sostenibile.

Considerare i sistemi di riferimento come unit significa, al contrario, far emergere,


attraverso lanalisi di bisogni e risorse, una serie di informazioni e dati fondamentali
per contestualizzare lintervento e renderlo appropriato e concretamente efficace.
Vedremo pi dettagliatamente in che modo nei paragrafi seguenti.

Un aspetto fondamentale dellanalisi dei bisogni e delle risorse, consiste nello studio
delle capacit che i sistemi target possiedono, o non possiedono, per raggiungere e
sostenere gli obiettivi di progetto. Lapplicazione della Teoria dei Sistemi suggerisce
di suddividere tali capacit in due emisferi ben distinti, bench fortemente
interconnessi: le capacit specifiche dirette tecnico scientifiche e le capacit
strutturali trasversali.

Le capacit dirette tecnico scientifiche costituiscono linsieme delle conoscenze


teoriche e pratiche di cui alcuni attori del sistema necessitano per raggiungere e
gestire lobiettivo specifico dellintervento. Le capacit strutturali trasversali

46
costituiscono linsieme delle conoscenze teoriche e pratiche di cui il sistema
necessita per sviluppare e gestire un contesto interno favorevole alla realizzazione e
alla sostenibilit dellobiettivo dellintervento.

Le domande guida alla base di questo studio corrispondono in questo caso a:

Di quali capacit specifiche dirette, tecnico scientifiche, necessitano i sistemi target


(o parti di essi) per poter conseguire correttamente e rendere sostenibili gli obiettivi
dellintervento?

Di quali risorse specifiche dirette, tecnico scientifiche, dispongono i sistemi target (o


parti di essi) per poter conseguire correttamente e rendere sostenibili gli obiettivi
dellintervento?

Di quali capacit strutturali trasversali necessitano i sistemi target per poter


conseguire correttamente e rendere sostenibili gli obiettivi dellintervento?

Di quali capacit strutturali trasversali dispongono i sistemi target per poter


conseguire correttamente e rendere sostenibili gli obiettivi dellintervento?

3.1.1 Analisi di bisogni e risorse in termini di capacit dirette,


tecnico scientifiche

Lanalisi dei bisogni e delle risorse dirette tecnico scientifiche dei sistemi, consiste
nellindividuazione di tutte quelle conoscenze tecniche e pratiche di cui i sistemi
target (o parti/gruppi di essi) hanno bisogno e dispongono per raggiungere
correttamente lobiettivo finale del progetto. Sulla base dei risultati emersi da questo
tipo di indagine vengono definite le azioni di capacity building diretta, tecnico
scientifica, finalizzate proprio allacquisizione, da parte degli stessi sistemi target, di
capacit strategiche e strumenti mirati per soddisfare i bisogni individuati come limiti
al conseguimento degli obiettivi. Le risorse emerse durante lanalisi, di cui il sistema
gi dispone per raggiungere correttamente gli obiettivi di progetto, vengono utilizzate
come base di partenza e come riferimento costante durante lelaborazione delle
azioni e dei moduli di capacity building.

Lanalisi, in questo caso, viene realizzata in funzione di due elementi di riferimento:


lobiettivo finale del progetto ed il diverso ruolo delle parti che compongono il sistema
target nel concorrere al raggiungimento di tale obiettivo.

Allinterno di un sistema target non detto che tutte le parti che lo compongono
necessitino di uno studio di questo tipo.

Nellambito di un progetto finalizzato, ad esempio, alleconomic empowerment di un


certo gruppo di donne attraverso lavvio di micro imprese, le capacit dirette tecnico
scientifiche necessarie alla sua corretta realizzazione riguardano una sfera specifica
di competenze mirate, come lorganizzazione e la gestione di unattivit economica,
la produzione, conservazione, trasporto e vendita dei prodotti, ecc. Se in tale
contesto si stabilito che i sistemi target sono le famiglie (o le comunit) a cui le
donne appartengono, chiaro che non tutte le parti di tali sistemi debbano essere

47
coinvolte in questo tipo di studio specifico, in quanto nessun altro, a parte le donne,
sar direttamente responsabile delle imprese che si verranno a creare.

Tuttavia, anche in questo caso, bench lo studio di bisogni e risorse (relativi alle
capacit dirette tecnico scientifiche) si riferisca unicamente alle sole donne, esse
verranno sempre e comunque approcciate considerandole in relazione (come parte
di ununit) al sistema a cui appartengono, riconosciuto come sistema target di
riferimento. Ci favorir la possibilit di contestualizzare i bisogni e le risorse
individuati, in modo da costruire capacit realmente efficaci e praticabili in quei
contesti specifici, e da identificare punti di forza concretamente sfruttabili.

3.1.2 Analisi di bisogni e risorse in termini di capacit trasversali


strutturali
Lanalisi dei bisogni e delle risorse trasversali strutturali dei sistemi consiste nello
studio della natura organizzativa e relazionale dei sistemi stessi, e delle capacit che
da questo punto di vista devono essere costruite, o sono gi presenti, per elaborare,
favorire, gestire e sostenere il cambiamento che si intende innescare, formulando
nuove regole/dinamiche sulla base delle quali riassestare gli equilibri sistemici, in
funzione dellobiettivo finale. Attraverso lacquisizione di tali capacit, il sistema sar
in grado di costruire un ambiente complessivo interno favorevole ed indispensabile
alla realizzazione degli intenti progettuali.

Questo tipo di analisi si estende indistintamente a tutto il sistema proprio perch


linteresse centrale consiste negli aspetti strutturali che mettono in relazione le parti
che lo compongono e che determinano la natura delle regole organizzative e
relazionali endogene. Se i sistemi target sono pi di uno, a ciascuno di essi deve
poter essere riservata unanalisi specifica dei bisogni strutturali trasversali.

Tali bisogni emergono attraverso losservazione delle regole/dinamiche organizzative


e relazionali su cui gli stessi sistemi target si strutturano e mantengono in equilibrio,
e delle potenziali risorse che li caratterizzano, in funzione dellobiettivo finale. Si
riferisce, quindi, a come le parti del sistema interagiscono tra loro e a cosa, in queste
modalit di interazione, debba essere modificato e/o potenziato per favorire il
cambiamento che si intende ottenere.

Lanalisi dei bisogni trasversali strutturali funzionale alla creazione di moduli di


capacity building che hanno come obiettivo quello di far si che il sistema sia in grado
di favorire e gestire il cambiamento, elaborando regole specifiche ad esso funzionali
e riassestandosi su un nuovo equilibrio, senza rischiare il collasso interno.

Nellambito del progetto finalizzato, come nellesempio sopra riportato, alleconomic


empowerment di un certo numero di donne attraverso lavvio di micro imprese, le
capacit strutturali trasversali necessarie alla sua corretta realizzazione riguardano
tutte le parti del sistema target (sistema famiglia o comunit) e sono finalizzate a far
si che esso sia in grado di sviluppare nuove regole e di riorganizzarsi (in termini di
ruoli, compiti, responsabilit, tempi, ecc.) in modo tale da permettere alle donne di
avviare e gestire nel lungo periodo unattivit economica fuori dalle mura
domestiche, realizzando e rendendo sostenibili gli obiettivi dellintervento.

48
Pertanto, lanalisi dei bisogni e delle risorse strutturali trasversali riguarda
specificatamente lo studio delle regole relazionali ed organizzative, in funzione degli
obiettivi, che definiscono la natura dellinterazione tra le parti che compongono i
sistemi target.

3.1.2.1 Le regole relazionali

Individuare i bisogni e le risorse di tipo strutturale relazionale fondamentale al fine


di costruire capacit specifiche (capacity building strutturale trasversale)
indispensabili per realizzare il cambiamento e raggiungere lobiettivo finale del
progetto proteggendo lequilibrio sistemico.

Come gi osservato, i processi di cambiamento vengono spesso ostacolati/impediti


proprio dalla rigidit dei meccanismi relazionali allinterno dei sistemi e
dallincapacit, da parte dei sistemi stessi, di elaborare nuove regole che
favoriscano la crescita complessiva.

Sviluppare un certo di tipo di capacit dirette tecnico scientifiche, infatti, non significa
automaticamente che i soggetti siano in grado di metterle in pratica allinterno dei
propri sistemi, rendendole effettive e funzionali rispetto ad un obiettivo. Formare
gruppi di donne ad avviare e gestire micro imprese non implica necessariamente che
le stesse possano realizzare, successivamente alla formazione, lattivit economica
per la quale hanno seguito il corso. Il passaggio alla fase pratica, di fatto, richiede
che si verifichi, allinterno del sistema a cui le donne appartengono, una serie di altre
condizioni determinanti. Si deve cio creare uno spazio sistemico adeguato a tale
fine. Se limpegno lavorativo e la tipologia della mansione da svolgere entrano in
conflitto con le regole relazionali sulle quali si strutturano i sistemi famigliari in
oggetto indispensabile che gli stessi sistemi siano in grado di rielaborare o
riformulare nuove regole.

La capacit di rielaborare nuove regole non solo funzionale al cambiamento in s,


ma anche alla stabilit del sistema nel processo di realizzazione di tale
cambiamento. Come vedremo successivamente, i sistemi possono rispondere
affermativamente allo stimolo al cambiamento (attraverso una retroazione positiva),
ma non essere in grado di gestirlo al proprio interno in modo tale da ricostruire
equilibri relazionali funzionali attraverso la riformulazione di nuove regole
indispensabili alla sopravvivenza. In tale caso probabile che il processo di
cambiamento venga effettivamente messo in atto, ma porti, come risultato, alla sua
non sostenibilit e/o al collasso dei sistemi target.

Lanalisi delle regole relazionali che caratterizzano i sistemi target importante non
solo per definire i bisogni specifici sotto questo aspetto, ma anche i punti di forza.
Tutte quelle propriet, cio, in termini di relazioni sistemiche, che possono
rappresentare una risorsa chiave in funzione dellobiettivo finale e dalle quali partire,
come basi consolidate, sia per costruire i moduli di capacity building trasversale
strutturale, che per sviluppare le azioni progettuali.

49
La domanda specifica alla quale deve rispondere lanalisi dei bisogni e delle risorse
strutturali relazionali dei sistemi in funzione degli obiettivi, :

Di quali capacit relazionali il sistema target necessita o dispone per poter elaborare
nuove regole e stabilire equilibri che il processo di cambiamento richiede al fine di
raggiungere lobiettivo ed evitare ogni rischio di destabilizzazione interna o, peggio,
di collasso?

3.1.2.2 Le regole organizzative

Le strutture organizzative dei sistemi sono altrettanto importanti di quelle relazionali.

Il principio di Equi Finalit (In un sistema aperto, i risultati, da intendersi come


modificazioni dello stato dopo un certo periodo di tempo, non sono determinati tanto
dalle condizioni iniziali quanto dalla natura del processo o dai parametri del sistema.
I risultati possono avere origini diverse perch ci che determinante la natura
dellorganizzazione. Nei sistemi aperti soltanto i parametri del sistema determinano
lo stato che indipendente dalle condizioni iniziali. Non soltanto condizioni iniziali
diverse possono produrre lo stesso risultato finale, ma risultati diversi possono
essere prodotti dalle stesse cause") evidenzia, infatti, quanto la natura organizzativa
dei sistemi sia determinante ad influenzare e caratterizzare ogni processo di
cambiamento al loro interno.

In fase di studio dei bisogni e delle risorse dei sistemi target, risulta fondamentale,
pertanto, individuare le lacune organizzative, i limiti e le necessit, cos come i punti
forti del sistema, in funzione degli obiettivi dellintervento. I primi verranno a costituire
la base per sviluppare i moduli di capacity building strutturale trasversale (integrando
laspetto relativo alle dinamiche/regole relazionali). I secondi rappresenteranno la
base da cui partire per sviluppare le azioni progettuali.

La domanda specifica alla quale deve rispondere lanalisi dei bisogni e delle risorse
strutturali organizzativi dei sistemi in funzione degli obiettivi, :

Di quali capacit organizzative il sistema target necessita o dispone per poter


elaborare nuove regole e stabilire equilibri che il processo di cambiamento richiede
al fine di raggiungere lobiettivo ed evitare rischi di destabilizzazione interna o,
peggio, di collasso?

3.1.3 Analisi dei bisogni e delle risorse per punti

Analisi dei bisogni e delle risorse.

Effettuare lanalisi dei bisogni e delle le risorse dei sistemi target rispetto agli obiettivi di progetto:

1) Approcciando i sistemi target sempre come unit e mai come somme di parti.
2) Focalizzando lattenzione sui bisogni e le risorse sistemiche di tipo strutturale (quindi le
regole formali ed informali di tipo relazionale ed organizzativo).

50
3) Focalizzando lattenzione sulle capacit di cui il sistema necessita o che possiede.
4) Suddividendo lanalisi delle capacit a due livelli:
a. Capacit dirette tecnico scientifiche
b. Capacit strutturali trasversali

Lapproccio sistemico alla progettazione rispetto allapproccio classico.

In fase di analisi dei bisogni e delle risorse dei sistemi target in funzione degli obiettivi finali, le
differenze che comporta lutilizzo dellapproccio sistemico nella progettazione, rispetto a quello
classico, sono le seguenti:

1. Introduzione del concetto di risorsa come aspetto fondamentale dellanalisi.


2. Introduzione del concetto di relazione tra la natura/identit dei sistemi target e
natura/identit dellintervento;
3. Introduzione del principio di Non Sommativit delle Parti che compongono i sistemi
(ciascun sistema ununit e non una somma di parti i cui bisogni e risorse possano
essere analizzati singolarmente).
4. Inclusione dellanalisi di bisogni e risorse relativi alle capacit, di cui il sistema non
dispone o dispone, necessarie per la realizzazione del cambiamento prospettato.
5. Suddivisione dellanalisi di bisogni e risorse relativi alle capacit in: diretti tecnico
scientifici e strutturali trasversali.
6. Focalizzazione dellattenzione sui bisogni e sulle risorse strutturali di tipo relazionale
ed organizzativo, come elementi indispensabili per il buon conseguimento e
sostenibilit degli obiettivi, e per la tutela degli equilibri sistemici.

51
3.2 Elaborazione delle azioni
Dopo aver definito gli obiettivi ed i relativi indicatori, fonti di verifica e presupposti, si
passa allelaborazione delle azioni. A ciascuno dei risultati attesi, identificato con un
numero specifico, corrisponde una serie di azioni che devono essere realizzate per
ottenere il risultato stesso. Per ognuna di queste azioni, devono essere definite le
risorse materiali necessarie per metterla in atto, i rispettivi costi ed i presupposti
esterni al progetto indispensabili per la sua fattibilit concreta.

52
Esempio pratico 8.: Lelaborazione delle azioni nel Logframe

Logica dellintervento Indicatori Oggettivamente Verificabili Fonti di Verifica Presupposti


Obiettivo Generico
Rafforzato il consolidamento del processo di democratizzazione e rispetto
dei diritti umani in Nepal
Obiettivo Specifico -Ridotte le violazioni dei diritti di donne e Human Rights Report della National -I sistemi target comprendono
Fortificata la realizzazione ed il rispetto dei diritti di donne e bambini in minori del 2% su scala nazionale. Human Rights Commission (NHRC) limportanza degli strumenti acquisiti.
Nepal ....... Central Child Welfare Board Report, -I sistemi target rispondono
....... Ministry of Women, Children and Social positivamente al principio di costruzione
....... Welfare endogena, del processo di sviluppo e
Annual Report of Informal Sector rafforzamento dei diritti di donne e minori,
Service Center su cui si basa lintervento.

Risultati Attesi

5. Rafforzati gli strumenti della societ civile per diffondere, Un set di buone prassi per i media per Registri delle Federation of Nepal I media coinvolti rispettano gli accordi
incrementare e rispettare i diritti umani di donne e bambini, ed aumentare e migliorare linformazione Journalists e Press Council Nepal pattuiti
esercitare un ruolo attivo nella promozione di rispettive riforme
presso le autorit pubbliche e le strutture maggiormente rilevanti nazionale e locale sui diritti di donne e Documenti di progetto Le condizioni di sicurezza rendono
in questo settore. bambini viene elaborato dalla possibili gli spostamenti sul territorio per la
Federazione Nazionale dei Giornalisti realizzazione dei corsi di formazione
Nepalesi dal Press Council Nepal Le Organizzazioni di Societ Civile
reinvestono attivamente gli strumenti
200 impiegati presso i media nazionali e Registri dei media presso cui sono acquisiti durante gli interventi di
locali vengono formati in merito alle impiegati i soggetti formazione e di capacity building
buone prassi elaborate Documenti di progetto

La stampa nazionale svolge una Registri delle testate nazionali coinvolte


campagna di informazione Materiale prodotto per la campagna
sensibilizzazione sui diritti umani di Documenti di progetto
donne e bambini

Il 20% della popolazione nazionale Documenti di progetto


riceve informazioni sui diritti di donne e Share dei programmi TV e radio
bambini realizzati

53
200 rappresentanti di Organizzazioni di Tiratura delle testale nazionali
Societ Civile vengono formati per coinvolte nella campagna di
promuovere il rafforzamento dei diritti di sensibilizzazione
donne e minori presso le autorit pubbliche, Registri delle Organizzazioni
e per contribuire attivamente al processo di coinvolte
sviluppo locale in questo senso Documenti di progetto (materiale
.. dei corsi, registri di frequenza)

Le azioni di promozione dei diritti umani di Registri delle Organizzazioni


donne e bambini esercitate dalle coinvolte
Organizzazioni di Societ Civile presso le Registri delle autorit pubbliche
autorit pubbliche locali sono aumentate del locali
50% nelle aree selezionate
..
6. Rafforzato il ruolo delle autorit locali e delle istituzioni pubbliche
locali nellimplementazione della legge, realizzazione e
protezione dei diritti di donne e bambini, prevenzione e
persecuzione delle violazioni, e supporto dei soggetti a rischio.

7. Fortificate le capacit dirette tecnico scientifiche e trasversali


strutturali, delle organizzazioni impregnate nella difesa dei diritti
umani, per promuovere e proteggere i diritti di donne e minori,
supportare le vittime, e promuovere lo sviluppo di politiche
mirate presso le autorit pubbliche.

8. Rafforzati gli strumenti specifici e le capacit dirette tecnico


scientifiche e trasversali strutturali della polizia nazionale
nellidentificare e combattere la violazione dei diritti di donne e
bambini.
Attivit Risorse Costi Presupposti
1.1 Elaborazione, con la Federation of Nepal Journalists e il Press 1 consulente esperto in comunicazione n. di giorni per persona Gli affiliati alle federazioni giornalistiche,
Council Nepal, di un set di best practice da introdurre nei media coinvolti nellazione progettuale,
con il fine di migliorare la qualit dellinformazione ed aumentare recepiscono limportanza e lutilit pratica
la sensibilit pubblica rispetto ai diritti di donne e bambini.
dellelaborazione e della diffusione delle
buone prassi.

1.2 Campagna informativa di massa sui diritti di donne e bambini ed La situazione politica ed economica del
orientamento alle strutture ed ai servizi impegnati nel loro paese permette di mantenere uno spazio
supporto e protezione: adeguato, presso i media, per i diritti di
donne e bambini.

54
1.2.1 Realizzazione e pubblicazione di 100 articoli sui principali giornali
nazionali; Compenso forfettario per
1.2.2 Realizzazione di 240 interventi radio;
1compositore di spot radiofonici lincarico
2 attori di spot radiofonici Compenso forfettario per
lincarico
Sala di registrazione Costo orario
Spazio radio Costo per minuto

1.2.3 Realizzazione di 36 interventi televisivi;


1.2.4 Realizzazione e distribuzione di 75.000 brochure informative;
1.2.5 Realizzazione di 150 cartelloni informativi stradali.
..

2.1 Realizzazione, in collaborazione con il Ministry of Women, Children and


Social Welfare, ed il Ministry of Local Development, di un pirogramma di
formazione per le autorit/istituzioni pubbliche finalizzato a rafforzare ed
incrementare gli strumenti per aumentare la realizzazione dei diritti di donne e
bambini a livello locale.
.

55
Lelaborazione delle azioni avviene sulla base di un certo numero di criteri ed
informazioni strettamente interdipendenti ed interconnessi.

Numerosi fattori concorrono, infatti, alla definizione della natura dellintervento a


questo livello di progettazione.

Ci sono gli obiettivi ed i risultati da raggiungere, ci sono i diversi bisogni emersi da


soddisfare, ci sono risorse importanti da includere e da considerare come base di
partenza, c la natura complessiva dei sistemi coinvolti da valutare come punto di
riferimento costante, ci sono gli equilibri sistemici da proteggere, c un ambiente
(inteso in senso esteso) da rispettare, e ci sono dei parametri di politiche
internazionali ai quali attenersi.

La cornice dunque complessa ed fondamentale che questa complessit venga


costantemente tenuta in considerazione.

Uno strumento utile a questo fine sono i Key quality factors, ovvero quei fattori
chiave a cui fare riferimento durante la progettazione in quanto contribuiscono a
rendere le azioni efficaci, pertinenti, rilevanti e, soprattutto, sostenibili. I Key quality
factors devono costituire, dunque, un rimando cruciale in tutte le fasi di elaborazione
dellintervento, a partire dallanalisi, ed fondamentale che la definizione delle azioni
si riferisca, in modo costante, ai principi da essi identificati come indispensabili ed
imprescindibili.

56
Key quality factors

Si riferisce al livello di coinvolgimento e partecipazione


dei sistemi target che deve essere, in tutte le fasi, tale
1. Ownership dei sistemi target e da far si che essi percepiscano come proprio il
beneficiari progetto in modo da garantirne la sostenibilit nel lungo
periodo. I sistemi target/beneficiari devono pertanto
essere costantemente coinvolti attivamente.

Si riferisce alla qualit ed alla natura delle politiche locali


dalle quali potrebbe dipendere il raggiungimento, e
2. Supporto delle politiche soprattutto la sostenibilit, degli obiettivi progettuali. Le
politiche di progetto devono pertanto poter individuare
una corrispondenza locale a livello di ambiente.

Si riferisce alla scelta dellapparato tecnologico per


limplementazione del progetto, in rapporto al contesto,
sollecitando la riflessione sulla pertinenza delle decisioni
3. Tecnologia appropriata in tal senso, soprattutto in termini di fattibilit e
sostenibilit. La tecnologia deve pertanto essere
appropriata allambiente target.

Si riferisce alla relazione tra la natura del progetto e la


realt socio culturale locale. Il progetto deve pertanto
4. Aspetti socio culturali essere appropriato alle strutture socio culturali locali dei
sistemi/ambiente interessati.

Gli interessi di uomini e donne devono essere presi in


5. Uguaglianza dei generi eguale considerazione e l intervento deve contribuire a
ridurre gli aspetti di discriminazione e disuguaglianza

Si riferisce alla verifica di un potenziale impatto negativo


6. Tutela dellambiente (territorio) dellintervento sul territorio. Il progetto deve tutelare le
risorse naturali dellambiente interessato.

Si riferisce alle effettive capacit delle


agenzie/organizzazioni incaricate ad implementare
correttamente il progetto in tutte le sue parti. Il progetto
7. Capacit istituzionali e di gestione deve essere rapportato in tutte le sue parti alle reali
capacit di chi responsabile della sua gestione e
realizzazione.

Si riferisce alla relazione tra linvestimento economico


8. Fattibilit economica ed i risultati. Il progetto deve essere proporzionato in
termini di costi e benefici.

57
Lapproccio sistemico alla progettazione rispetto a quello classico.

In riferimento ai Key quality factors ed allapplicazione della Teoria dei Sistemi alla
progettazione importante soffermarsi per un attimo su due aspetti.

Innanzitutto, lapproccio sistemico, come pi volte evidenziato, si riferisce sempre a sistemi


target e beneficiari, e non a singoli gruppi.

In secondo luogo, il soddisfacimento di gran parte dei fattori chiave gi in buona parte
incluso, di prassi, nellapplicazione sistemica alla progettazione. Vediamo come:

1. Ownership dei sistemi target e beneficiari.


Come si vedr pi dettagliatamente nel capitolo riservato alla partecipazione, lapproccio
sistemico si fonda sulla visione di un intervento di sviluppo inteso soprattutto come azione di
costruzione di capacit e strumenti finalizzati alla realizzazione di un obiettivo specifico
concordato con i sistemi coinvolti. Il progetto, quindi, si pone il fine di mettere i sistemi target
nelle condizioni di poter sviluppare e gestire (dal punto di vista tecnico scientifico e
relazionale organizzativo) un proprio meccanismo di crescita interna, tale da ottenere e
sostenere nel lungo periodo i risultati prospettati. Si parla, pertanto, di un principio di sviluppo
endogeno dei sistemi target, dove i concetti di partecipazione e coinvolgimento sono superati
(perch i sistemi non partecipano, ma costruiscono, con il supporto del progetto, il proprio
meccanismo di crescita) e la propriet (ownership) delle azioni quindi assicurata.

2. Supporto delle politiche


Come evidenziato in fase di analisi degli attori e dei problemi, lapplicazione dellapproccio
sistemico implica non solo lo studio dei sistemi interessati nella loro totalit, ma anche
lindividuazione e la conoscenza dellambiente a cui essi appartengono, in termini di regole e
dinamiche rilevanti rispetto al fenomeno in oggetto. Pertanto, a seconda dellambiente di
riferimento identificato, le regole formali (quindi le politiche e la legislazione in vigore) ed
informali che lo caratterizzano rispetto al fenomeno dinteresse progettuale, saranno non
solo incluse nellanalisi, ma anche considerate come punto di riferimento centrale per tutto lo
sviluppo delle fasi progettuali successive. Inoltre, la Teoria dei Sistemi presuppone
lelaborazione di azioni non antiomeostatiche rispetto ai sistemi/ambienti di destinazione,
evitando dunque di sviluppare approcci conflittuali verso la realt target (quindi anche verso
le politiche che la caratterizzano). Infine, sia linclusione delle risorse chiave disponibili a
livello di sistemi ed ambiente (quindi anche delle risorse legislative), sia il principio di
sviluppo endogeno, garantiscono un elevato grado di corrispondenza tra il progetto e la
natura politica locale, nonch di sostenibilit delle azioni da parte di questultima.

3. Tecnologia appropriata
Lo spostamento dellattenzione dai gruppi ai sistemi, linclusione dellambiente in fase di
studio, lanalisi delle risorse in parallelo a quella dei bisogni e lapplicazione del principio di
sviluppo endogeno, favoriscono fortemente la possibilit di identificare ed includere
ladozione di una tecnologia appropriata al contesto e quindi sostenibile anche oltre il termine
di erogazione dei finanziamenti. La corretta applicazione della Teoria dei Sistemi alla
progettazione elimina praticamente ogni rischio che ci non avvenga.

4. Aspetti socio culturali


Le strutture socio culturali dei sistemi (quindi le regole che determinano le relazioni e
lorganizzazione interna) costituiscono un aspetto fondamentale per questo tipo di approccio.
Perch un processo di cambiamento sia efficace, concreto e sostenibile nel tempo, e perch
esso non comprometta lequilibrio dei sistemi interessati, necessario che siano modificate
e rielaborate un certo numero di regole sistemiche strutturali chiave. Affinch ci sia
possibile, qualsiasi progetto che intenda adottare la Teoria dei Sistemi deve includere al
proprio interno dei moduli specifici di capacity building trasversale strutturale finalizzati a
fornire strumenti e capacit specifiche tali da elaborare ed innescare un processo di crescita

58
sistemica strutturale. Inoltre, come vedremo successivamente nel corso di questo capitolo
(paragrafo 3.3.1.2), la relazione positiva tra i contenuti di progetto ed il sistema culturale
target costituisce un elemento cruciale da cui un intervento sistemico non pu prescindere.

5. Uguaglianza dei generi


Lo spostamento dellattenzione verso i sistemi, dai gruppi target, potrebbe apparentemente
sembrare un controsenso rispetto allevoluzione delle politiche di cooperazione allo sviluppo
che caldeggiano, oggi, linvestimento specifico degli interventi a favore delle parti sociali pi
deboli e maggiormente discriminate. Ma uno dei principi centrali dellapproccio sistemico
sostiene che per apportare un reale cambiamento, allinterno di un sistema, debbano essere
modificate alcune delle regole chiave che caratterizzano la natura delle sue strutture
relazionali ed organizzative, e questo pu avvenire solo tramite il coinvolgimento dellintero
sistema interessato. Nessuna parte, da sola, in grado, infatti, di modificare e controllare
lintero sistema, rendendo sostenibile il cambiamento. Quindi, se si vuole limitare il grado di
discriminazione di un dato sistema e rafforzare il ruolo delle donne al suo interno,
necessario che lo stesso sistema, nella sua totalit, sia messo nelle condizioni di voler e
poter modificare quelle regole chiave che fino a quel momento hanno impedito che ci
avvenisse. Pertanto, lapplicazione della Teoria dei Sistemi ai processi di sviluppo e crescita,
in termini di eguaglianza e pari opportunit, favorisce la possibilit di apportare reali
cambiamenti velocizzando il raggiungimento di risultati tangibili. Inoltre, il principio di
Interesse Collettivo (capitolo 4., paragrafo 4.1) impone che qualsiasi tipo di intervento
focalizzi particolare attenzione sulla costruzione di meccanismi di collaborazione, interazione
e solidariet tra le parti che compongono i sistemi interessati, favorendo il rafforzarsi del
ruolo dei gruppi pi svantaggiati.

6. Tutela dellambiente (territorio)


Lavorare su scala sistemica, contestualizzando i sistemi di riferimento in una cornice ben
definita che corrisponde al loro ambiente, favorisce la possibilit di analizzare e considerare
il possibile impatto che ciascuna azione potrebbe avere, nel breve e nel lungo periodo, a
livello locale. La Teoria dei Sistemi, inoltre, evidenzia limportanza del concetto di equilibrio
dei sistemi coinvolti nei processi di cambiamento, sollecitando la sua tutela come condizione
indispensabile affinch tali processi possano costituire una reale crescita senza rischi di
destabilizzazione n, ancor peggio, di collasso. Valutare, di prassi, lipotetico effetto di
ciascun intervento sullambiente target e preservare gli equilibri complessivi locali
considerandoli assolutamente funzionali e centrali per il corretto raggiungimento delle azioni
(a qualunque ambito esse appartengano), rappresenta un approccio decisamente importante
in termini di salvaguardia delle risorse ambientali e del territorio.

3.2.1 I tre concetti fondamentali in fase di elaborazione delle azioni:


Lequilibrio dei sistemi, lidentit e la relazione tra sistemi
culturali differenti, la variabile costante del tempo.

Nel procedere alla definizione delle azioni funzionali al conseguimento dei risultati
attesi e, quindi, dellobiettivo finale, fondamentale considerare attentamente tre
concetti perno attorno ai quali dovrebbe potersi strutturare un intervento:

1. Qualsiasi processo di cambiamento allinterno di un sistema richiede


lelaborazione e la messa in atto di nuove regole. Lelaborazione e la messa in
atto di nuove regole possono compromettere lequilibrio del sistema in
oggetto, nel breve e/o nel lungo periodo, portandolo al collasso. E pertanto
necessario che ciascun processo di cambiamento venga strutturato sulla base

59
di alcuni criteri chiave determinanti per tutelare lequilibrio e la sopravvivenza
dei sistemi coinvolti.

2. Qualsiasi processo di cambiamento allinterno di un sistema richiede


lelaborazione e la messa in atto di nuove regole, sostituendo quelle
disfunzionali con alternative efficaci. Ci significa che il sistema in oggetto
deve essere messo nelle condizioni di poter e saper elaborare e modificare
uno o pi aspetti della propria natura/identit, quindi parte dei comportamenti
relazionali ed organizzativi che lo caratterizzano. Rispetto a questo
presupposto, quando il cambiamento viene stimolato dallesterno, soprattutto
se da parte di sistemi culturalmente, socialmente, tradizionalmente e
storicamente diversi, necessario che il concetto di identit locale costituisca
un punto di riferimento costante e centrale durante tutta lelaborazione e
limplementazione delle azioni, al fine di tutelare gli equilibri sistemici e
garantire la sostenibilit dellintervento.

3. Qualsiasi processo di cambiamento allinterno di un sistema richiede


lelaborazione e la messa in atto di nuove regole. Nella fase di strutturazione
ed elaborazione di tale processo, fondamentale considerare la variabile del
tempo. Il trascorrere del tempo introduce, allinterno dei sistemi, variabili
indefinibili e non sempre prevedibili, sottoponendo i sistemi stessi a stimoli
esterni continui di cambiamento. E pertanto fondamentale, nel contesto di un
intervento di sviluppo, non solo raggiungere gli obiettivi preposti attraverso la
messa in atto di un processo di cambiamento ad essi finalizzato, ma anche
fornire gli strumenti chiave affinch il sistema target sia in grado di continuare
a rielaborare regole e ripristinare nuovi equilibri, in modo autonomo ed
indipendente, in base al mutare della realt attraverso lo scorrere del tempo.

3.2.1.1 Lequilibrio dei sistemi, lo stato di omeostasi e la


funzione gradino.

Ciascun sistema tende a creare e mantenere al proprio interno una condizione di


stabilit ed equilibrio (omeostasi):

Un sistema stabile rispetto a certe sue variabili se tali variabili tendono a


restare entro certi limiti19.

Questa stabilit, generalmente, rimane tale anche nei casi in cui le regole relazionali
ed organizzative generano situazioni patologiche, angosciose e controproducenti per
la serenit delle parti. I concetti di stabilit ed equilibrio, infatti, non sono
assolutamente assimilabili a quello di benessere, ma fanno riferimento a relazioni
sistemiche caratterizzate da una serie di regole relazionali ed organizzative, esplicite
o meno, che si ripetono con una certa regolarit indipendentemente dai loro
contenuti. Il ripetersi di tali regole costituisce la base indispensabile affinch un
sistema raggiunga uno stato di omeostasi senza il quale non potrebbe sopravvivere
nel lungo periodo.
19
. Watzlawick, J.H. Beavin, Don J. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana, Astrolabio 1971, Roma,
pag. 124.

60
Nessun sistema, infatti, pu riformulare continuamente la totalit delle proprie regole
e quindi anche le proprie strutture. Proprio perch lequilibrio costituisce una
condizione imprescindibile per lesistenza di un sistema, esso viene generalmente
considerato dalle sue parti come assolutamente prioritario su tutto, anche sullo stato
di benessere dei singoli soggetti (o dei gruppi) che lo compongono. Nel disequilibrio
(senza regole), qualsiasi sistema collassa. Questo spiega, in parte, perch spesso e
ovunque nel mondo gli attori concorrano a preservare sistemi violenti e pericolosi
anche quando si tratta di soggetti particolarmente vulnerabili ed esposti a tali aspetti.

Qualsiasi cambiamento sistemico comporta la modifica di specifiche regole che


definiscono parte delle sue strutture relazionali ed organizzative. Se tale modifica
non avviene rispettando determinati criteri, come il riconoscimento e la condivisione
delle nuove regole ad esempio, il sistema rischia di entrare in situazioni di instabilit
e/o conflittualit tali da portarlo al collasso. Il collasso del proprio sistema spesso
spaventa i soggetti che lo costituiscono pi del fatto di condurre al suo interno
unesistenza particolarmente difficile e dolorosa.

Di norma, gli interventi di sviluppo e supporto dei diritti umani mirano a produrre un
cambiamento allinterno di uno o pi sistemi, ed fondamentale che considerino,
con attenzione, sia cosa questo processo comporti a livello sistemico, sia le possibili
reazioni dei sistemi stimolati in tal senso.

Un sistema stimolato al cambiamento pu reagire essenzialmente in due modi.


Attraverso:

1.Una retroazione positiva. Ovvero risponde ai dati in ingresso (stimoli al


cambiamento) e li trasforma rendendoli parte di s. La retroazione positiva favorisce
il cambiamento il quale, a propria volta, da un lato permette al sistema di crescere
ed adattarsi alla variare delle condizioni interne ed esterne, ma dallaltro ne minaccia
la stabilit poich implica la necessit di riformulare nuove regole interne e
ripristinare un nuovo equilibrio. Nel momento in cui un sistema viene quindi stimolato
al cambiamento e risponde con una retrazione positiva, importante considerare
che:

a. Perch la retroazione positiva possa ridurre al massimo i rischi di collasso per


il sistema, il processo di cambiamento deve stabilizzarsi entro certi limiti.
Come pi volte accennato, ciascun cambiamento allinterno di un sistema
richiede la rielaborazione e la messa in atto di un certo numero di regole
condivise ed affinch questa fase di rielaborazione non comprometta
lomeostasi del sistema stesso fondamentale che essa avvenga allinterno di
limiti definiti, relativi a: 1.La durata del processo di cambiamento che si
intende mettere in atto (ovvero il lasso di tempo necessario dallinizio del
cambiamento per raggiungere gli obbiettivi finali). Un processo di
cambiamento troppo dilatato nel tempo potrebbe richiedere al sistema periodi
molto lunghi prima di poter ripristinare nuove regole ed equilibri interni. Un
processo di cambiamento troppo veloce potrebbe non lasciare al sistema il
tempo necessario per elaborare le nuove regole funzionali al suo equilibrio;
2.La portata/ampiezza del processo di cambiamento che si intende mettere in
atto (ovvero la quantit di settori coinvolti e di regole che il sistema dovr
riformulare). Intervenire in ambiti complessi e multi-settoriali potrebbe

61
implicare, per il sistema, la necessit di riformulare troppe regole
contemporaneamente, rischiando la perdita simultanea di una quantit
eccessiva di punti di riferimento chiave; 3.Il contesto in cui il processo di
cambiamento viene messo in atto. Intervenire in sistemi gi coinvolti in
importanti processi di cambiamento, ancora in atto, potrebbe richiedere, da
parte del sistema stesso, risorse non disponibili in quel momento. Lo stesso
potrebbe avvenire in situazioni di sistemi troppo deboli e vulnerabili per
affrontare un certo tipo di cambiamento. Capita che interventi di sviluppo
diversificati sotto ogni aspetto vengano realizzati contemporaneamente
allinterno di uno stesso sistema. Di norma, la complementariet di tali
iniziative viene considerata in termini positivi, ma di fatto non sempre cos.

b. Spesso il sistema reagisce allo stimolo al cambiamento con una retroazione


positiva se interpreta tale cambiamento come naturale per il proprio processo
di crescita, oppure vantaggioso, positivo e/o fattibile. Altre volte lo vive come
inevitabile, ma sente di poter, comunque, individuare o costruire al proprio
interno le risorse necessarie per affrontarlo. Affinch tali valutazioni possano
essere messe in atto, necessario che il sistema stesso abbia pienamente
condiviso e compreso il cambiamento che si intende innescare e che senta di
poterlo gestire. Se il sistema si trova coinvolto in un processo di cambiamento
che non corrisponde a quanto prospettato e/o dalla cui elaborazione stato
escluso, oppure che non in grado di capire e/o gestire, si rischia la rottura
del suo stato di omeostasi e, nuovamente, il runway del sistema stesso. Il suo
coinvolgimento, pertanto, risulta particolarmente indispensabile in tutte le fasi
progettuali.

2.Una retroazione negativa. Ovvero risponde allo stimolo esterno di cambiamento


con una reazione ed esso opposta, finalizzata a ristabilire o a mantenere invariata la
situazione di partenza. La retroazione negativa favorisce la persistenza, impedisce il
cambiamento e mantiene la stabilit degli equilibri interni. Le ragioni che possono
trovarsi alla base di una retroazione negativa, da parte del sistema in oggetto,
rispetto allo stimolo esterno al cambiamento possono essere innumerevoli. Il
mancato o non sufficiente coinvolgimento del sistema stesso durante lelaborazione
del processo di cambiamento, linadeguatezza degli strumenti di cui esso dispone
per gestirlo, il timore del collasso dei propri equilibri e la priorit di proteggerli, la
relazione conflittuale tra i contenuti del cambiamento e la realt/identit del sistema
stesso (o la mancanza di uno spazio relazionale tra i due), oppure la natura e le
caratteristiche del sistema medesimo, sono alcuni degli aspetti che possono
contribuire al verificarsi di una risposta di chiusura totale al cambiamento. Se il
sistema risponde negativamente agli stimoli, il cambiamento non pu avvenire
attraverso le modalit e/o i contenuti proposti in quel momento. Perseverare,
imponendo dallesterno o dallalto la stessa forma di cambiamento pu implicare
grossi rischi, come lo scatenarsi di conflitti difficilmente gestibili o il collasso degli
equilibri sistemici complessivi.

Come precedentemente messo in luce, nel caso di retroazione positiva necessario


che il processo di cambiamento avvenga entro determinati limiti.

Secondo la Teoria dei Sistemi, infatti:

62
E fondamentale che ogni processo di cambiamento preveda una sorta di
stabilit della variazione.

Pertanto, esso dove essere strutturato in modo da avvenire garantendo al sistema la


possibilit di riassestarsi su un nuovo equilibrio (attraverso la formulazione di regole
funzionali) in tempi sostenibili e con il minor dispendio possibile di energie,
mantenendo un certo grado di stabilit anche durante la fase di trasformazione.

Per la natura stessa del tipo cambiamento auspicato e/o del sistema, oppure a
causa del variare repentino delle condizioni interne o esterne al sistema target, pu
succedere che il costo complessivo per il corretto raggiungimento degli obbiettivi di
progetto diventi troppo elevato per le parti coinvolte. Un costo complessivo troppo
elevato pu facilmente pregiudicare la stabilit del sistema se non vengono
immediatamente attuate misure efficaci per evitarne il collasso.

Per mettere in atto tali misure cautelative, per, indispensabile analizzare e


comprendere in modo sufficientemente veloce e chiaro ci che succede.

Durante limplementazione di un intervento, pu capitare che parte delle azioni si


dimostri, al lato pratico, inadeguata rispetto alla realt/natura/bisogni del sistema
coinvolto. Oppure pu succedere che le condizioni ambientali subiscano un
cambiamento repentino importante. In questi casi, appare generalmente evidente
che il corretto raggiungimento degli obiettivi finali sia a rischio e che per non
comprometterlo debbano essere attuate delle modifiche (azioni di adeguamento)
nella struttura del progetto.

Non sempre, per, le situazioni sono cos chiare ed accade che, pur restando gli
obiettivi finali progettuali perfettamente raggiungibili, cresca esageratamente il costo
complessivo (in termini di tempo, risorse, energie, compromessi, gestione dei conflitti
e dei rischi, ecc.) che il sistema deve affrontare per realizzarli. Questo tipo di rischio
decisamente meno visibile del primo (e cio il non raggiungimento degli obiettivi),
ma pu comportare, comunque, una gamma ampia di conseguenze distruttive, come
limpossibilit di sostenere nel lungo periodo gli stessi obiettivi raggiunti, la nascita di
conflitti o di nuove problematiche allinterno del sistema, o addirittura il crollo degli
equilibri.

Perch questo tipo di rischio possa essere riscontrato in tempi utili e con maggiore
facilit, necessario integrare, negli strumenti progettuali di monitoraggio e
valutazione in itinere, una serie di indicatori (oltre a quelli tarati in relazione al
raggiungimento degli obiettivi finali) che possano mettere in luce il variare del grado
dellinvestimento che il sistema target deve fare, e/o sta facendo, per raggiungere gli
obiettivi finali, stabilendo dei margini limite rapportati alla natura stessa del sistema,
alle risorse disponibili ed alle condizioni del suo ambiente.

La domanda alla quale, in fase di implementazione delle azioni, i nuovi indicatori di


monitoraggio devono poter permettere di rispondere, con un certa regolarit rispetto
al variare delle condizioni interne ed esterne al sistema, essenzialmente la
seguente:

A quale costo e grado di investimento restano raggiungibili e sostenibili, per il


sistema target, gli obiettivi dellazione?

63
Se i parametri individuati si avvicinano ai margini limite prestabiliti durante
lelaborazione delle azioni (oltre ai quali linvestimento necessario da parte del
sistema pu diventare rischioso) sar indispensabile intervenire attraverso la
funzione gradino.

La funzione gradino favorisce la possibilit di ricalibrare il processo di cambiamento


e di regolarlo con un effetto stabilizzatore. Essa permette al sistema, attraverso un
aggiustamento delle azioni progettuali, di ridurre la retroazione negativa (Ovvero la
reazione del sistema a ci che in quel momento pu compromettere il
raggiungimento degli obiettivi preposti), quindi di alleggerire il lavoro ed il costo
necessari per conseguire lobiettivo, consentendo di ottenere effetti maggiormente
adattativi.

Interventi finalizzati allincremento della frequenza scolastica, ad esempio,


richiedono, come precedentemente visto, un certo di tipo di investimento a livello
famigliare. I nuclei dove di norma i bambini partecipano alla vita domestica o
economica devono potersi riorganizzare e stabilire nuove regole affinch venga
garantita una certa stabilit interna. Se questo non avviene, linvestimento che le
famiglie si trovano a dover fare per permettere ai figli di frequentare la scuola pu
diventare cos grande da compromettere la sopravvivenza stessa degli equilibri
complessivi. In ambienti in cui la realt lavorativa si struttura prevalentemente sullo
sfruttamento del lavoro minorile (fabbriche di tappeti, certi tipi di miniere, ecc), non
capita di rado che il contributo economico dei figli sia determinante per lintera
famiglia. Nel momento in cui essi smettono di lavorare per dedicarsi allo studio, gli
altri membri si possono dover trovare in condizioni di vulnerabilit eccessiva (non
adeguatamente considerata in fase di analisi o aggravatasi in fase di
implementazione a causa del variare di fattori esterni) e di fronte a scelte forzate,
come lemigrazione di certi componenti, il coinvolgimento delle ragazze in attivit a
rischio o la necessit di dover organizzare matrimoni precoci per ridurre il numero
delle persone a carico, ecc. In questo caso, si interviene per la realizzazione di un
diritto, pregiudicandone altri. Ci si muove a favore di un certo target, mettendo a
rischio altri soggetti o la stabilit stessa degli interi sistemi a cui i gruppi target
appartengono. Eppure lobiettivo finale pu rimanere comunque raggiungibile.
Effettivamente, non da escludersi che questo tipo di intervento riesca, entro i
termini previsti, ad incrementare il tasso di frequenza scolastica nella zona
interessata. Ma a che prezzo per i sistemi coinvolti? E se lequilibrio dei sistemi salta,
come potranno essere sostenuti nel lungo periodo gli stessi obiettivi raggiunti?
In un contesto come questo, adeguati indicatori inclusi negli strumenti di
monitoraggio e valutazione in itinere, potrebbero segnalare che limplementazione
delle azioni finalizzate allincremento della frequenza scolastica dei minori sta
mettendo a rischio gli equilibri famigliari perch lo sforzo che il sistema target deve
fare diventato insostenibile. A questo punto, devono subentrare delle azioni
adattative che permettano al sistema stesso di procedere nel percorso di
cambiamento iniziato mantenendosi entro limiti di sicurezza.

Gli esempi a questo riguardo potrebbero essere numerosi.

Alcuni interventi hanno focalizzato, in India, il proprio obiettivo finale sul recupero
socio sanitario di un certo numero di ragazze vittime del traffico di esseri umani a
scopi sessuali. Di norma, le vittime erano soggetti colpiti da un insieme di patologie

64
psico-fisiche permanenti e transitorie di notevole importanza. Dopo un periodo
limitato di permanenza presso strutture specializzate, il problema principale che si
presentava era quello di riuscire a prefigurare unipotesi di vita per queste giovani
spesso malate, spaventate, vulnerabili, a rischio, prive di qualsiasi genere di
formazione e, non di rado, analfabete. Si dunque deciso di rintracciare le famiglie
dorigine delle stesse ragazze e, dove fattibile, tentare un reinserimento. A fine
progetto tutti i nuclei famigliari selezionati avevano riaccolto le giovani. Lobiettivo era
stato conseguito, ma il costo pagato dai sistemi per ottenere questo risultato non
stato sufficientemente indagato.

I sistemi famigliari target vivevano, per lo pi, in condizioni di indigenza estrema ed


erano totalmente sprovvisti di strumenti adeguati per farsi carico di ragazze con
problemi cos importanti. I pregiudizi sul passato delle giovani donne hanno
contribuito ad isolare i nuclei coinvolti, rendendo difficili le loro relazioni con il resto
della comunit e lorganizzazione dei matrimoni per gli altri figli, soprattutto nel caso
di femmine. Infine, il propagarsi delle malattie di cui le giovani erano portatrici ha
influito sui livelli di salute complessivi di quelle aree. Linvestimento fatto ed il costo
pagato dai sistemi target per raggiungere gli obiettivi progettuali ha probabilmente
superato limiti che andavano definiti e prefissati a tutela degli equilibri sistemici, ed i
segnali di questo rischio sarebbero probabilmente stati riscontrabili, se indagati con
strumenti adeguati, in fase iniziale di studio dei problemi e durante il corso di
implementazione progettuale.

Monitorare in itinere il livello e la tipologia di investimento che i sistemi target


mettono in atto per raggiungere gli obiettivi preposti fondamentale per tutelare gli
stessi sistemi attraverso la messa in atto di funzioni gradino che possono implicare
la necessit di interventi di supporto (capacity building, networking, ecc.), di
frammentare il percorso di cambiamento in fasi minori, o semplicemente differenti, di
ricalibrare i tempi e gli obiettivi, di programmare un ulteriore successivo intervento
specifico ecc.

Le azioni di riassestamento nella struttura di progetti in corso di implementazione


non costituiscono certo una pratica sconosciuta agli interventi per lo sviluppo. Come
gi accennato, per, si tratta, di norma, di aggiustamenti finalizzati a ricalibrare la
relazione tra il contesto locale (ambiente, realt politica ed economica, gruppi target,
ecc.) e gli obiettivi finali, nei casi in cui la realt dei primi si dimostrati tale da
pregiudicare il corretto raggiungimento di questi ultimi.

Lapplicazione dellapproccio sistemico, attraverso la funzione gradino, suggerisce di


monitorare non solo la relazione tra contesto ed obiettivi, ma anche, e soprattutto,
lequilibrio tra i sistemi target e linvestimento in atto, o prospettato,
indipendentemente dal fatto che gli obiettivi stessi continuano a risultare
perfettamente raggiungibili o meno.

Tutelare lequilibrio dei sistemi.

1. In fase di analisi dei bisogni e delle risorse dei sistemi target fondamentale:

a. Assicurare la partecipazione attiva dei sistemi target;


b. Valutare che essi siano in grado, al di l della retroazione positiva, di gestire nel breve e nel
lungo periodo il cambiamento complessivo al quale mira lintervento;
c. Identificare i bisogni specifici essenziali e le risorse disponibili perch il processo di

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cambiamento auspicato avvenga senza rischi di collasso per gli equilibri dei sistemi;
d. Verificare e valutare lesistenza e la portata di altri processi di cambiamento in atto che
coinvolgono i sistemi target;

2. In fase di elaborazione delle azioni fondamentale:

a. Assicurare la partecipazione attiva dei sistemi target;


b. Elaborare un processo di cambiamento che abbia una durata e delle caratteristiche
proporzionali e congrue rispetto alle valutazioni emerse in fase di studio dei bisogni e delle
risorse, quindi rapportati alla reale natura e condizione dei sistemi target e del loro ambiente,
in modo da innescare un cambiamento gestibile e sostenibile;
c. Elaborare azioni non anti omeostatiche (conflittuali rispetto alla natura dei sistemi);
d. Elaborare azioni di capacity building strutturale indiretta affinch i sistemi siano in grado di
mettere in atto processi condivisi di riformulazione delle regole necessarie al cambiamento e
strutturazione di nuovi equilibri;
e. Definire degli indicatori funzionali a monitorare, in fase di implementazione, il grado di
investimento che i sistemi target devono fare per conseguire gli obiettivi preposti e stabilire
dei limiti di sicurezza.

3. In fase di monitoraggio:

a. Monitorare con regolarit il grado di stabilit interna del sistema durante il processo di
rielaborazione delle nuove regole necessarie per il cambiamento;
b. Monitorare con regolarit il grado di investimento che i sistemi target stanno mettendo in atto
per conseguire gli obiettivi di progetto. Se linvestimento supera i limiti prestabiliti o si
dimostra essere, comunque, rischioso, necessario elaborare un processo di adattamento
e calibrazione dellintervento.

4. In fase di valutazione:

a. Valutare il livello finale di stabilit interna del sistema e lefficacia delle nuove regole
elaborate funzionali sia alla sostenibilit del cambiamento che allequilibrio del sistema
stesso;
b. Valutare, in itinere ed in fase finale, che il livello di investimento dei sistemi target per
raggiungere gli obiettivi non abbia oltrepassato determinati limiti diventando rischioso. Se
linvestimento supera i limiti prestabiliti o si dimostra essere, comunque, rischioso in itinere,
necessario elaborare un processo di adattamento e calibrazione dellintervento. Se questo
avviene a fine progetto, necessario definire con attenzione lo stato di rischio attuale e
delineare i bisogni che devono essere soddisfatti affinch il sistema non collassi,
proponendo, qualora possibile, la realizzazione di interventi consecutivi di supporto specifico
per assicurare uno stato di equilibrio sistemico.

Lapproccio sistemico rispetto a quello classico.

Lapplicazione della Teoria dei Sistemi alla progettazione per lo sviluppo focalizza lattenzione
sullimportanza dellequilibrio dei sistemi target, sia in funzione del corretto conseguimento e della
sostenibilit degli obiettivi di un intervento, sia rispetto allimpatto dello stesso intervento sulla natura
dei sistemi locali.

Tutelare lequilibrio dei sistemi target costituisce un principio importante non solo per la buona
riuscita di un progetto, ma anche per limitare i danni che spesso, inconsapevolmente, le azioni
esterne producono, direttamente o meno, nei contesti di implementazione.

Nella progettazione e realizzazione di un intervento di sviluppo, pertanto fondamentale considerare


che:

1. I sistemi target esistono perch al proprio interno viene mantenuta una condizione di
equilibrio e, molto spesso, preservare questo equilibrio rappresenta per il sistema una

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priorit assoluta perch coincide con la sua stessa sopravvivenza;
2. Ciascun cambiamento mette in gioco lequilibrio del sistema allinterno del quale esso
si verifica;
3. Ciascun cambiamento, perch avvenga senza compromettere lo stato di omeostasi
del sistema, presuppone la rielaborazione condivisa di nuove regole funzionali e il
riassestamento del sistema stesso su un nuovo equilibrio;
4. I sistemi target possono rispondere positivamente (accettandolo) o negativamente
(rifiutandolo) ad uno stimolo esterno al cambiamento;
5. Perch il cambiamento auspicato avvenga e gli obiettivi di progetto siano
effettivamente raggiungibili, il sistema target deve rispondere allo stimolo esterno con
una retroazione positiva. Per favorire la possibilit di una retroazione positiva
importante che il cambiamento sia partecipato e quindi compreso nella sua totalit e
complessit da parte del sistema target e non si ponga in modo antiomeostatico
(conflittuale) rispetto alla natura dei gruppi che lo compongono;
6. Perch il cambiamento auspicato avvenga senza compromettere gli equilibri del
sistema e perch sia sostenibile nel lungo periodo, necessario considerare i tre
aspetti cruciali relativi alla durata, alla natura ed al contesto del processo di
cambiamento, qui sopra illustrati (punto 1.a Una retroazione positiva) e monitorare
con regolarit limpatto delle azioni sullo stato di omeostasi del sistema stesso.
7. Per tutelare gli equilibri di un sistema coinvolto in un processo di cambiamento
interno, occorre valutare con regolarit il grado di investimento che il sistema stesso
sta mettendo in atto per raggiungere gli obiettivi. Tale investimento non deve superare
dei limiti di sicurezza oltre i quali gli obiettivi raggiunti potrebbero non essere
sostenibili oppure il loro conseguimento potrebbe implicare il collasso del sistema;
8. Se il sistema risponde con una retroazione negativa allo stimolo di cambiamento,
fondamentale riesaminare tutti i contenuti ed i processi messi atto per la sua
elaborazione e considerare che unimpostazione esterna potrebbe compromettere la
sostenibilit dellintervento o, addirittura, gli equilibri del sistema stesso.

3.2.1.2 Lidentit e la relazione tra sistemi culturali differenti

Forse state pensando di pensare i vostri pensieri, ma non cos, state pensando i
pensieri della vostra cultura (Gregory Bateson).

La realizzazione di interventi di sviluppo presuppone spesso lincontro ed il confronto


tra identit culturali differenti: quella degli attori complessivamente responsabili
dellelaborazione, finanziamento e/o implementazione dellintervento, e quella dei
sistemi locali, che siano partner, target e/o beneficiari finali.

Laspetto di relazione tra i diversi sistemi culturali coinvolti, che vengono ad


incontrarsi per realizzare il processo di cambiamento prospettato dallintervento,
assolutamente fondamentale per raggiungere correttamente gli obiettivi di progetto e
garantirne la sostenibilit, nonch per tutelare lidentit e lequilibrio dei sistemi
coinvolti.

Al fine di definire e comprendere meglio questo aspetto, cos importante e cos


troppo spesso sottovalutato, utile rifarsi, per un attimo, allesempio degli interventi
che mirano in modo specifico alla realizzazione dei diritti umani ed al relativo dibattito
sulla questione dellidentit.

Uno dei principi fondanti dei Diritti umani consiste nella loro Universalit. Essi
devono essere applicati e realizzati, affinch ciascun cittadino del mondo ne possa

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pienamente godere, ovunque ed indistintamente, a prescindere dalla natura del
contesto in cui egli vive.

Per quanto lobiettivo planetario della loro piena realizzazione sia ufficialmente
condiviso, alcuni studiosi e pensatori stimolano a riflettere sul legame tra
universalit ed occidentalit degli stessi diritti umani e su cosa la loro piena
realizzazione possa implicare, nel concreto, in sistemi culturali non occidentali. Essi
sostengono, infatti, che, bench universali ed universalmente riconosciuti, i diritti
umani abbiano inconfutabilmente origine allinterno di un sistema culturale definibile
nei limiti di ci che chiamiamo Occidente e che tale origine non possa non essere
consapevolmente presa in considerazione.

Questo significa riconoscere che, a prescindere dalla legittimit della loro


applicazione, il processo di rafforzamento e realizzazione dei diritti umani in contesti
non occidentali implichi, per forza di cose, lincontro tra sistemi storico culturali
differenti e che, quindi, la qualit della relazione tra questi sistemi sia assolutamente
determinante sui risultati.

Gli interventi di sviluppo per la realizzazione dei diritti umani tendono molto spesso a
trascurare questo aspetto relazionale, interpretando il concetto di universalit come
un legittimo e naturale prevalere dei principi di base degli stessi diritti sulla natura di
qualsiasi contesto di implementazione possa da essi differire. Per semplificare
grossolanamente, il concetto di base che ciascun cittadino del pianeta debba poter
godere della piena realizzazione dei propri diritti, a prescindere dalla cultura, dalla
religione e dalla natura politica del luogo in cui vive e che questo sia prioritario su
qualsiasi altra considerazione di tipo contestuale.

Tale approccio, fondato sul concetto di universalit, porta generalmente


allelaborazione di interventi che non considerano sufficientemente una serie di
aspetti cruciali, dando per scontato che il processo di realizzazione degli stessi diritti
in un contesto non occidentale rappresenti un percorso di crescita pi o meno
naturale e che gli elementi (regole formali ed informali) culturali locali ad esso ostativi
e/o distanti debbano essere contrastati e, possibilmente, ridotti nel tempo ai minimi
termini.

Le critiche rispetto a questo approccio si soffermano proprio su questultimo aspetto.


Ovvero sulle regole formali ed informali che caratterizzano le strutture dei paesi non
occidentali, in via di sviluppo, destinatari degli interventi finalizzati alla realizzazione
dei diritti umani. Linsieme di tali regole definisce lidentit storica, culturale e
religiosa dei contesti in oggetto ed intervenire senza unadeguata considerazione del
loro significato, bench per un fine indiscutibilmente legittimo, suscita una serie di
problemi sia di ordine morale che pratico.

Laspetto morale si riferisce essenzialmente al concetto di identit e comporta il porsi


di domande relative alle conseguenze del processo di omogeneizzazione culturale
(che tende a modelli di origine occidentale) indubbiamente in atto a livello mondiale.

Laspetto pratico si riferisce soprattutto alla considerazione di come e quanto


linsieme delle regole formali ed informali che definiscono lidentit dei sistemi target
(indipendentemente dal loro grado di affinit con i diritti umani) siano fondamentali

68
per favorire e sostenere lequilibrio di questi stessi sistemi, soprattutto in ambienti
estremamente precari, vulnerabili ed a continuo rischio di collasso.

Il fine (la realizzazione dei diritti umani), dunque, non giustifica i mezzi, soprattutto
perch proprio tali mezzi (insufficiente considerazione del valore, ruolo e funzionalit
dei codici formali ed informali locali) costituiscono un potenziale rischio sia per il
corretto conseguimento e la sostenibilit del fine stesso, sia per la sopravvivenza dei
sistemi coinvolti.

Al di l di qualsiasi considerazione di ordine ideologico, infatti, la Teoria dei Sistemi


mette chiaramente in evidenza come lesistenza di ciascun sistema sia resa
possibile perch esso si trova in una condizione di equilibrio senza il quale
collasserebbe, ragion per cui lomeostasi sistemica viene ritenuta una priorit
assoluta dalle parti. Questo equilibrio mantenuto attraverso la messa in atto di una
serie di regole sistemiche interne precise che sono, quindi, indispensabili alla sua
sopravvivenza in quel momento.

Inoltre, la Sistemica illustra in modo estremamente chiaro come un qualsiasi


processo di cambiamento, perch possa avvenire allinterno di un sistema senza far
saltare il suo stato di omeostasi, debba prevedere la rielaborazione di un certo
numero di regole sulla base delle quali assestare un nuovo equilibrio. Tali regole
possono essere rielaborate solo se il sistema lo vuole e se in grado di farlo. Per
essere in grado di farlo esso devo possedere specifiche capacit interne di tipo
relazionale ed organizzativo. Se queste capacit non ci sono e la qualit delle
relazioni tra le parti e dellorganizzazione interna non sufficientemente efficace e
funzionale, altamente improbabile che un reale cambiamento possa avvenire
senza comportare il runway del sistema.

Se identifichiamo come sistema di riferimento la cultura di un paese non occidentale


coinvolto nel processo di realizzazione dei diritti umani, si pu facilmente immaginare
(applicando lapproccio sistemico) come tutte le regole formali ed informali che
definiscono la natura delle sue strutture famigliari, sociali e statali siano elementi
fondamentali per gli equilibri locali. Esse hanno, pertanto, non solo un valore
centrale rispetto al concetto di identit, ma anche un ruolo concreto determinante
per lesistenza e la sopravvivenza del sistema in oggetto, in quanto costituiscono la
base sulla quale lo stesso si mantiene in equilibrio.

Non considerare tali regole, o parte di esse, e la loro relazione con i contenuti
fondanti dei diritti delluomo, presupponendo che il processo di realizzazione di
questi ultimi implichi e/o necessiti una delegittimazione delle prime se ritenute
ostative, si dimostra altamente rischioso sotto molteplici aspetti.

Ma allora come supportare processi di cambiamento finalizzati alla realizzazione dei


diritti umani in paesi non occidentali senza compromettere gli equilibri sistemici e nel
rispetto dellidentit locale?

Proviamo ad applicare le regole fornite dalla Teoria dei Sistemi.

Individuiamo, quindi, nella cultura nazionale di un paese non occidentale il macro


sistema di riferimento (le cui parti sono costituite da tutte quelle normative, formali ed
informali, che regolano lo stato, le strutture religiose, famigliari e sociali, ed i

69
comportamenti individuali, sui quali la stessa cultura si fonda e mantiene in
equilibrio).

I processi istituzionali per la realizzazione dei diritti umani prevedono lemanazione,


da parte dei governi, di leggi in linea con gli standard internazionali. Mentre i
processi strutturali mirano allintroduzione ed allassimilazione dei principi fondanti
dei diritti delluomo allinterno delle strutture portanti (famigliari e sociali) dei paesi
stessi.

Definiamo dunque linsieme delle nuove regole formali (emanate dal Governo del
paese di riferimento per adeguarsi agli standard internazionali dei diritti umani) e dei
principi informali introdotti (attraverso azioni diversificate, tra cui sono inclusi gli
interventi esterni di sviluppo) dai processi strutturali finalizzati alla piena
realizzazione dei diritti delluomo nello stato in oggetto, come nuove parti.

Abbiamo, a questo punto, un sistema target rappresentato dalla cultura nazionale


di un dato paese non occidentale, allinterno del quale vengono identificate due parti:
le parti fondanti (ovvero tutte le leggi formali ed informali chiave che determinano la
cultura millenaria del paese e quindi anche la sua identit storico tradizionale) e le
nuove parti (ovvero tutte le leggi formali ed informali relative ai recenti processi
istituzionali e strutturali di realizzazione dei diritti umani).

Le nuove parti sono state introdotte allinterno del sistema in oggetto con lobiettivo
di realizzare un cambiamento finalizzato al rafforzamento dei diritti umani. Perch il
cambiamento avvenga necessaria, come pi volte evidenziato, lelaborazione di
nuove regole sulla base delle quali riassestare lequilibrio del sistema cultura
nazionale. Perch tali regole possano essere elaborate e lequilibrio raggiunto,
laspetto relazionale ed organizzativo delle due parti fondamentale.

Vediamo in che modo:

1) Se le parti fondanti sono in linea con i contenuti delle nuove parti sussiste
tra loro una relazione ad elevato grado di compatibilit e scambio, questo
significa che lintroduzione e lintegrazione di queste ultime allinterno del
sistema altamente probabile che avvengano in modo naturale, senza
destabilizzare gli equilibri sistemici esistenti, n scatenare particolari reazioni
di rifiuto o conflitto da parte del sistema stesso. Si tratta, per, di unipotesi
che si verifica abbastanza raramente. Se, infatti, le parti fondanti del sistema
cultura di un dato paese sono gi in linea con le nuove parti, questo vuol dire
che il processo di realizzazione dei diritti umani pressoch inutile, e non
presuppone alcun cambiamento fondamentale, poich gli stessi diritti sono gi
contenuti ed implementati allinterno del sistema.

2) Se le parti fondanti sono molto distanti, per contenuto e natura, dalle nuove
parti, e non esiste uno spazio di dialogo e riconoscimento reciproco, la
relazione tra le due potrebbe comportare una mutua disconferma, ovvero la
negazione delluna da parte dellaltra. Se lesistenza (e quindi lapplicazione)
delle prime implica lannullamento delle seconde, e/o viceversa, si creano
allinterno del sistema target due sottosistemi di riferimento: quello delle parti
fondanti (che, con il tempo e con il procedere dei processi di realizzazione
dei diritti umani, tende a coincidere con linsieme delle leggi e dei codici

70
informali tradizionali) e quello delle nuove parti (che invece tende a
coincidere con linsieme dei principi e delle leggi formali in linea con gli
standard internazionali dei diritti umani). La presenza, allinterno di un unico
sistema cultura, di due sottosistemi paralleli di riferimento che si escludono
reciprocamente pone continuamente le strutture ed i cittadini di fronte alla
necessit di effettuare una scelta: aderire ai cardini fondanti della propria
cultura, oppure rispettare i codici pi recenti. Per quanto possa sembrarlo, tale
scelta non cos semplice, scontata e neppure assimilabile allesperienza
occidentale dei processi di realizzazione dei diritti umani. Aderire ai cardini
della propria cultura significa proteggere codici e punti di riferimento
estremamente importanti e cruciali per gli equilibri locali, ma pu portare,
come di fatto molto spesso accade, alla cristallizzazione di realt
tendenzialmente discriminatorie che limitano profondamente lo sviluppo e
limplementazione dei diritti delluomo. Rispettare le nuove normative significa
costruire lo spazio necessario per favorire lo sviluppo e la piena realizzazione
dei diritti umani, ma comporta la perdita di codici e punti di riferimento che
sono estremamente importanti in paesi caratterizzati da un elevato grado di
vulnerabilit ed instabilit, e da una debole rule of law. Tale perdita, infatti,
pu portare allallentarsi di pratiche e sistemi autoctoni di auto protezione e/o
di protezione collettiva ed al conseguente aumento delle situazioni di rischio e
delle violazioni.

Una distanza incolmabile tra le parti del sistema cultura, inoltre, pu


comportare grosse difficolt di comprensione dei contenuti rispetto a tutto ci
che non appartiene alla tradizione (quindi le nuove parti), per la lettura del
quale buona parte del paese non dispone di strumenti adeguati. Questa
difficolt di comprensione, a propria volta, limita pesantemente il processo di
identificazione dellidentit nazionale con i principi fondanti che le nuove
parti supportano e promuovono.

Molto spesso i paesi in via di sviluppo sono caratterizzati proprio dal


coesistere di queste due realt parallele di riferimento, dove la prima (parti
fondanti) tende prevalere, di norma, nelle zone rurali, nelle aree urbane pi
deprivate e tra gli ambienti maggiormente conservatori, mentre la seconda
(nuove parti) caratterizza soprattutto i ceti cittadini maggiormente colti ed
aperti al cambiamento.

3) Se le parti fondanti sono in contraddizione con le nuove parti, la relazione


tra le due potrebbe risultare conflittuale. Se allinterno del sistema cultura si
instaura un tipo di relazione conflittuale tra le parti, altamente probabile che
due sole alternative si prospettino: il rifiuto delle nuove parti o il runaway del
sistema stesso. Il rifiuto delle nuove parti implica, come gi visto,
limpossibilit o la difficolt di sviluppare una cultura del diritto allinterno del
paese, che rimane cristallizzato in strutture rigide e limitanti per il
cambiamento. Il runaway del sistema (come conseguenza del
prevalere/imposizione delle nuove parti) implica, invece, una serie di effetti
dai riscontri tendenzialmente distruttivi sul lungo periodo, come la progressiva
perdita di modelli culturali essenziali di riferimento collettivo.

La relazione tra parti fondanti e nuove parti chiaramente determinante per il


processo di realizzazione dei diritti umani in un sistema-cultura di un dato paese non

71
occidentale. Tale relazione, pertanto, deve poter essere sufficientemente buona da
favorire la realizzazione dei diritti umani senza sacrificare i cardini culturali portanti
delle identit locali.

Il primo passo fondamentale, affinch questa condizione necessaria possa


verificarsi, consiste nellidentificazione di uno spazio relazionale allinterno del quale
sia possibile uno scambio tra le parti che costituiscono il sistema e che tale scambio
possa avvenire senza conflittualit. Questo spazio relazionale costituito dal terreno
comune, quello dove le parti in gioco (parti fondanti e nuove parti) hanno la
possibilit di condividere alcuni aspetti della propria natura, e quindi di comprendersi,
avvicinarsi, riconoscersi luna nellaltra e comunicare, anche solo per un attimo,
anche solo in unarea limitata e molto circoscritta.

Lindividuazione di uno spazio tra le parti indispensabile per costruire una relazione
funzionale ed efficace, grazie alla quale allinterno del sistema cultura le differenze
possano coesistere in modo non conflittuale. In tale spazio, infatti, si potenzia la
possibilit di comprensione ed identificazione reciproca. La costruzione della
relazione, quindi, deve partire imperativamente dal luogo in cui la comunicazione
possibile ed il conflitto tra le parti del sistema cultura ridotto ai minimi termini.

Esempio pratico 9.: Lindividuazione di uno spazio per il cambiamento tra identit culturali
diverse.

Per passare ad un terreno pi concreto, prendiamo lesempio della legge relativa alla schiavit in
Nepal.

Larticolo 4. della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani stabilisce che:

Nessun individuo potr essere tenuto in stato di schiavit o di servit; la schiavit e la tratta degli
schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

Il Governo nepalese ha emanato una normativa nazionale che si pone in linea con questo articolo,
vietando perentoriamente ogni forma di schiavit. Il diritto contro la schiavit stato dunque
istituzionalizzato dallo stato nepalese ed introdotto nellinsieme delle normative che regolano, o che
dovrebbero regolare, il paese. Tuttavia, questa legge non viene applicata in modo sistematico e, al
suo posto, tendono invece a prevalere, soprattutto in determinati contesti, regole informali legate alla
tradizione che legittimano il possesso di un essere umano da parte di un altro. Il risultato che, in
nome di una cultura secolare, centinaia di bambine ogni anno vengono ancora oggi ridotte in stato di
schiavit.

Allinterno dellattuale sistema-cultura del paese, la relazione tra la legge formale introdotta
abbastanza recentemente (a supporto del diritto alla libert di ciascun individuo) ed una parte delle
leggi informali che da secoli regolano alcune pratiche ed abitudini culturali religiose, di tipo
conflittuale. Questo conflitto si risolve il pi delle volte con lesautorazione della normativa
istituzionale da parte dei codici informali pi tradizionali.

Il caso delle Deuki potrebbe risultare abbastanza esplicativo a questo proposito.

In Nepal accade ancora che alcune famiglie piuttosto benestanti comperino bambine provenienti
dalle classi pi povere per regalarle ai templi al fine di accattivarsi le divinit. Qui le ragazzine
diverranno custodi (Deuki) della struttura e saranno costrette a sopravvivere attraverso la
prostituzione, poich la legge informale vieta loro di poter esercitare qualsiasi tipo di lavoro
ufficialmente remunerato che distoglierebbe attenzione, tempo ed energie dalla cura del luogo sacro.
Si tratta di una pratica che arreca un certo beneficio a tutte le parti coinvolte, tranne, ovviamente, alle
dirette interessate, che per non possiedono alcuno strumento di contestazione. Gli acquirenti
ritengono che, in questo modo, riceveranno grazie particolari dagli Dei, avendo fatto loro un dono
speciale. I genitori delle bambine ottengono del denaro e vengono contemporaneamente sgravati sia

72
dal peso di una bocca in pi da sfamare che dal problema, non indifferente, della dote.

La nuova legge formale che, in linea con gli standard internazionali, vieta la schiavit si pone in
modo completamente anti-omeostatico (conflittuale) con questo tipo pratica religiosa consolidata. La
prima, infatti, dal momento della sua entrata in vigore, vieta la messa in atto della seconda,
asserendo che si tratti di una prassi criminale e quindi perseguibile dalle autorit, ed attribuendo,
come conseguenza implicita, connotati negativi di colpa ed accusa alle divinit induiste che hanno
ricevuto per secoli tale dono, alle famiglie ricche che da secoli lo elargiscono, ed a quelle povere
che, sempre da secoli, cedono le proprie figlie al servizio dei templi e quindi della religione.

La relazione tra la nuova legge formale e la legge informale millenaria si dimostra essere di tipo
conflittuale ed antitetico, non favorendo cos la possibilit di innescare un reale cambiamento, o
comunque non in tempi brevi.

Aderire alla nuova normativa significa per la popolazione, in qualche modo, prendere posizione,
improvvisamente dal giorno della sua entrata in vigore, contro la propria cultura, giudicando come
violazione ci che fino a poco prima era comunemente intesa come una prassi di culto.

Bench sia incontestabile la necessit di contrastare tutte quelle pratiche che portano alla riduzione
di esseri umani in stato di schiavit, altrettanto fondamentale che il processo di realizzazione
dellarticolo 4. avvenga in modo concretamente efficace poich lunico obiettivo finale che conti
consiste proprio nella sua reale messa in atto. Non cos scontato che partire da un conflitto diretto
con quelle pratiche secolari informali che legittimano la schiavit risulti essere una tattica vincente,
anche se, forse, quella istintivamente pi logica ed apparentemente pi rapida. Ma lesperienza
nepalese contribuisce a dimostrare che la relazione conflittuale tra la normativa formale che
contrasta la schiavit e quella informale che la legittima ha portato a risultarti fallimentari. Soprattutto
perch gli strumenti legislativi che lo stato possiede per lapplicazione della legge sono
estremamente flebili.

Inoltre, non neppure cos scontato che la popolazione nepalese sia in grado di comprendere la
reale natura della nuova normativa, o il concetto stesso di schiavit cos come lo possiamo
comunemente intendere in questa zona del mondo, ed effettuare quindi la scelta consapevole di
porsi in contrasto con la propria tradizione in nome di un concetto probabilmente vago.

Per mettere in atto un processo di cambiamento che favorisca la piena realizzazione del diritto alla
libert di ciascun individuo, fondamentale evitare la conflittualit ed individuare uno spazio in cui le
due parti del sistema (leggi formali contro la schiavit e abitudini informali che al contrario la
legittimano) possano relazionarsi e porsi a confronto in maniera non antitetica. Lidentificazione di
uno spazio di raffronto non conflittuale in linea di massima sempre possibile, anche in situazioni in
cui i presupposti di partenza si dimostrino essere profondamente antitetici come in questo frangente.

La tradizione induista, sulla cui base si conformano buona parte dei comportamenti e delle abitudini
della popolazione locale, infatti, non contiene solo pratiche che presuppongono lutilizzo di un
individuo da parte di terzi contro la sua volont, ma caratterizzata anche da numerosi precetti che,
al contrario, avvalorano il diritto stesso alla libert di ogni essere umano, ponendosi in linea sia con i
diritti umani che con le leggi nazionali a loro sostegno.

Un riferimento valido a questo proposito potrebbe essere il concetto chiave di Mukti (liberazione)
definito dai Veda (raccolta in sanscrito vedico di testi sacri) come obiettivo universale ed ultimo a cui
tende tutto il genere umano.

Un famoso Sutra (elaborazioni, aforismi filosofici su cui si fonda linduismo) recita, infatti, in questo
modo:

"O Devi of the Kulas! The human body is the receptacle of piety, wealth, desires, and final liberation.
It should therefore never be the subject of purchase; and such a purchase is by reason of My
commands invalid"20 (140, Maha Nirvana Tantra).

Tali aspetti della cultura induista offrono la possibilit di individuare i concetti specchio,

20
O dio dei Kulas! Il corpo umano ricettacolo di piet, prosperit, desideri, e liberazione finale. Non deve mai
quindi essere loggetto di un acquisto; e questo tipo di acquisto per tale ragione reso nullo dai miei dettami.

73
indispensabili per fondare le basi di un dialogo interculturale non conflittuale, grazie ai quali la cultura
pi antica pu in questo caso riflettersi nei principi fondanti del diritto delluomo. Qui si inizia a
costruire la relazione. Qui lassenza di conflitto favorisce la dialettica, la possibilit di confrontarsi,
evolvere e cambiare. La popolazione non cos posta di fronte ad una scelta tra la propria cultura ed
unaltra ed il cambiamento proposto delle regole comportamentali si mantiene comunque allinterno
di confini identitari locali. Se il processo di cambiamento parte da elementi noti e comuni,
caratterizzanti la natura dei sistemi interessati, si riducono notevolmente i rischi di rifiuto, non
sostenibilit, conflitto e perdita di equilibri chiave. Ma non solo. La ricerca e costruzione di uno spazio
relazionale, allinterno del sistema cultura del paese/contesto dove si auspica la realizzazione di un
cambiamento, sono determinanti affinch lo stesso paese/contesto possa sviluppare e realizzare
appieno un processo di costruzione endogena dei diritti delluomo allinterno delle proprie strutture
portanti. Questo processo strutturale di costruzione endogena assolutamente importante che si
verifichi, parallelamente al percorso di istituzionalizzazione dei diritti. Esso, infatti:

a) Favorisce direttamente, e quindi non pi solo come riflesso del processo istituzionale, lo
sviluppo del concetto/principio di diritto allinterno delle strutture famigliari e socio culturali,
limitando in modo sostanziale i costi, a carico dello stato, necessari per garantire la reale
applicazione della normativa e perseguire le violazioni.
b) Riduce il rischio di non sostenibilit, sul breve e lungo periodo, del processo di cambiamento.
c) Riduce il rischio che il sistema cultura di tale pese/contesto rifiuti il cambiamento
desiderato/in atto (perch in conflitto con la propria tradizione, o troppo difficile da capire),
con la conseguente non applicazione delle leggi formali ed il prevalere di codici informali che
legittimano la violazione dello stesso diritto.
d) Limita il rischio di sacrificare i cardini di identit secolari (di tale paese/contesto),
connotandoli negativamente, o anche solo trascurandoli, a prescindere dalle loro
caratteristiche, ed inghiottendoli in un percorso (imposto dallesterno o dallalto) di
omogeneizzazione culturale universale fondato su modelli di base non locali.

Se si volesse intervenire con lobiettivo di apportare un cambiamento nella lotta alla


discriminazione di genere in un determinato contesto, allora si potrebbe partire dalla
ricerca degli elementi religiosi e culturali chiave della tradizione locale che
contengono principi in linea con leguaglianza tra i sessi.

Lo stesso per quanto riguarda il settore della salute. Azioni finalizzate a migliorare il
livello di salute riproduttiva di un certo target femminile, ad esempio, dovranno
selezionare i caratteri funzionali della tradizione locale in questo settore e partire
quindi dalle conoscenze, dai principi e dalle attribuzioni di ruolo in linea con i
contenuti e gli obiettivi del progetto, che la popolazione possiede e che sono quindi
ben radicati allinterno dei sistemi target.

In egual modo, gli interventi che mirano ad una maggior sicurezza alimentare in aree
rurali (o ad una pi equa distribuzione del cibo) fonderanno le proprie basi sul
bagaglio di esperienze, nozioni, strumenti e codici locali in linea con i contenuti del
progetto e funzionali al raggiungimento dei suoi obiettivi. A partire da questo spazio
comune, tra nuove parti e parti fondanti della cultura agricola locale, si potr
lavorare per elaborare percorsi di cambiamento finalizzati alla realizzazione dei diritti,
e/o allintegrazione di nuove conoscenze e/o tecnologie, senza compromettere
tradizione, equilibri ed identit dei sistemi target.

Questa tipologia di approccio non solo facilita il corretto raggiungimento degli


obiettivi, ma ne incrementa la sostenibilit ed abbatte notevolmente i tempi, i costi e
le risorse complessive necessarie per la realizzazione e durabilit del cambiamento
prospettato.

74
Costruire una relazione funzionale ed efficacie tra sistemi target ed intervento.

Per costruire una relazione tra progetto e sistemi target funzionale alla retroazione positiva del di
questi ultimi verso lo stimolo al cambiamento ed alla realizzazione di un processo di sviluppo
sostenibile, necessario:

1. In fase di analisi dei bisogni e delle risorse dei sistemi target:

a. Individuare le regole formali ed informali chiave che si dimostrano in linea con i contenuti
del progetto.

2. In fase di elaborazione delle azioni:

a. Favorire la realizzazione di azioni che permettano di costruire e rafforzare la relazione


tra le regole formali ed informali che caratterizzano la natura dei sistemi e sono in linea
con il progetto (1.a) ed i principi fondanti dellintervento. Questi spazi relazionali di
confronto strategico possono essere forniti da azioni di: training, capacity building,
sensibilizzazione, comunicazione e diffusione dellinformazione, tavole rotonde,
elaborazioni di piani locali di sviluppo, elaborazione di accordi locali, advocacy.
b. Elaborare le suddette azioni (2.a) modo che partano da e contengano sempre le regole
formali ed informali individuate, sulla base delle quali costruire percorsi di crescita e
sviluppo assonanti rispetto alla natura dei sistemi target. Lapproccio sistemico implica
levidenziazione e linclusione delle differenze come elementi di dialogo ed interazione,
non come conflitto. Perch il dialogo sia possibile necessaria la costruzione di uno
spazio apposito. Per questa ragione fondamentale che il progetto non si ponga mai in
posizione conflittuale e/o dissonante con quegli aspetti dellidentit locale che si
dimostrano particolarmente distanti dai principi e dagli obiettivi dellazione.

Lapproccio sistemico rispetto a quello classico.

Lapplicazione della Teoria dei Sistemi alla progettazione per lo sviluppo focalizza lattenzione
sullimportanza dellaspetto relazionale tra la natura dei sistemi target (e del loro ambiente) e la
natura dellintervento.

Se questo tipo di relazione non funzionale ed efficace:

1. Crescono o si mantengono elevati i costi complessivi per la realizzazione del


cambiamento.
2. Si mette a rischio il corretto raggiungimento degli obiettivi e la loro sostenibilit,
pregiudicando o rendendo impossibile il processo di cambiamento;
3. Non si tutela adeguatamente lidentit dei sistemi target e del loro ambiente, con
tutte le conseguenze di lungo periodo che questo comporta;
4. Si mette a rischio lequilibrio dei sistemi target.

75
3.2.1.3 Il tempo come variabile fondamentale del sistema

I sistemi variano con il variare del tempo e al loro interno si modificano i


bisogni.

Con il variare dei bisogni variano anche i diritti (per la stretta interrelazione che
sussiste tra diritti materiali e non materiali e bisogni materiali e non materiali). Questo
significa che, per garantire una corretta e costante realizzazione dei diritti allinterno
di un dato sistema (stato, comunit o famiglia che sia), essenziale costruire ed
innescare meccanismi di crescita e sviluppo flessibili, capaci di includere il concetto
di variabile come prassi nel proprio funzionamento.

A questo proposito interessante ricordare losservazione di J. Galtung:

Human needs are subtle. They are flexible, they vary in space and time, for
instance in tune with the life-cycle of individuals. They are not easily understood and
not easily met. And as they are met, new needs tend to develop. In short: a very
volatile concept21.

Se i sistemi target entrano in possesso di strumenti e modelli di crescita e sviluppo


rigidi, pre-impostati su schemi di riferimento precisi e poco flessibili, altamente
probabile che con il trascorrere del tempo crescano le loro difficolt sia a soddisfare
i nuovi bisogni, sia a far fronte ai cambiamenti interni ed esterni, aumentando i rischi
di conflittualit e di retroazione negativa.

Includere il concetto di tempo come variabile fondamentale del sistema significa:

1.In fase di elaborazione delle azioni:

a. Elaborare una struttura progettuale flessibile che sia in grado di adattarsi, durante la sua
implementazione, al variare delle condizioni interne al sistema e/o al suo ambiente;

b. Considerare sempre che le azioni di capacity building trasversale devono mettere i sistemi
target nelle condizioni di saper sviluppare, al proprio interno, meccanismi relazionali ed
organizzativi dinamici e flessibili, in grado di rispondere al variare dei bisogni complessivi e
riorganizzarsi su nuove regole condivise, funzionali allequilibrio sistemico ed alla
realizzazione dei processi di cambiamento.

21
I bisogni umani sono insidiosi. Sono flessibili e variano nello spazio e nel tempo, ad esempio in armonia con il
ciclo di vita degli individui. Essi non sono facilmente compresi e non facilmente soddisfatti. E nel momento in cui
vengono soddisfatti, nuovi bisogni si sviluppano. In breve: un concetto molto volatile. Johan Galtung, Human
Rights in another Key, Polity Press, UK, 1994.

76
Lapproccio sistemico rispetto a quello classico.

Lapplicazione della Teoria dei Sistemi alla progettazione per lo sviluppo mette in evidenza la
necessit di elaborare meccanismi di crescita flessibili, in grado di adattarsi ai cambiamenti apportati
dallo scorrere del tempo, a due livelli:

1. A livello di struttura del progetto stesso (elaborare interventi in grado di rispondere ed


adattarsi ai cambiamenti sistemici e/o ambientali, limitando il rischio di compromettere il
corretto raggiungimento degli obiettivi);
2. A livello di costruzione di capacit locali dei sistemi target per la gestione del proprio
processo di sviluppo (rafforzare quindi la capacit dei sistemi di rispondere ai cambiamenti
interni ed esterni, limitando il rischio di compromettere la propria stabilit).

3.2.2 Elaborazione delle azioni di capacity building

La costruzione delle capacit dei sistemi target rappresenta un aspetto


importantissimo nel contesto di un progetto di sviluppo. Costruire capacit significa
rafforzare le basi per un processo di crescita finalizzato, il pi possibile (in termini di
elaborazione, gestione e sostenibilit dei meccanismi) allautonomia,
autodeterminazione e responsabilit dei sistemi locali.

Lelaborazione delle azioni di capacity building avviene sulla base delle informazioni
ottenute grazie allanalisi dei bisogni e delle risorse a livello di capacit dirette
tecnico scientifiche (paragrafo 3.2.1) e di capacit trasversali strutturali (paragrafo
3.2.2), in funzione degli obiettivi da raggiungere.

Come precedentemente accennato, infatti, lapproccio sistemico prevede una


distinzione ben precisa delle capacit a due livelli: dirette tecnico scientifiche e
trasversali strutturali.

3.2.2.1 Capacity building diretta, tecnico scientifica

Bench lapproccio sistemico caldeggi la presenza, allinterno di un progetto, di


entrambi i livelli di capacity building, la costruzione delle capacit dirette tecnico
scientifiche resta, comunque, vincolata alla natura dellintervento e pu non essere
inclusa nella sua struttura, oppure essere destinata unicamente ad alcune parti del
sistema, o mirare a tutte le parti, ma in modo differenziato a seconda dei ruoli che
esse svolgono nel percorso per il raggiungimento degli obiettivi finali.

Nel caso di un progetto finalizzato a migliorare linformazione dei sistemi target sul
traffico sessuale di minori in Nepal, allinterno del sistema comunit-locale, ad
esempio, vi possono essere azioni destinate al rafforzamento delle organizzazioni di
societ civile (stampa, ONG), oppure interventi di diverso tipo destinati alla polizia,
con lobiettivo di costruire capacit chiave specifiche affinch, svolgendo la propria
funzione nel sistema a cui esse appartengono, le diverse parti siano in grado di
raccogliere, produrre e diffondere uninformazione pi efficace e di maggiore qualit,
innescando un cambiamento importante. Ciascuna parte del sistema pu, pertanto,

77
necessitare di un intervento diverso di capacity building, rapportato al proprio ruolo,
cos come non detto che tutte le parti ne debbano necessariamente essere
destinatarie. A seconda della natura del progetto, al suo interno potrebbero non
essere necessari interventi di capacity building diretta.

Come gi accennato in precedenza, il principio di Non Sommativit costituisce,


anche in questo caso, un rimando costante a non relazionarsi mai alle singole parti
del sistema (anche quando uniche destinatarie di azioni specifiche di capacity
building diretta) considerandole come entit a s stanti, bens sempre e comunque
come elemento di un insieme ben definito. Quindi, nel caso dellesempio sopra
riportato, le azioni di formazione specifica per le organizzazioni locali di societ civile
o per la polizia devono mirare a fornire conoscenze e strumenti concreti totalmente
contestualizzati al sistema allinterno del quale saranno riutilizzati.

Questo atteggiamento favorisce lelaborazione di contenuti formativi realmente


efficaci e funzionali, e riduce sia i rischi di infattibilit e non sostenibilit
dellintervento, sia di destabilizzazione dei sistemi target attraverso lintroduzione di
concetti e modalit operative non appropriati allambiente.

3.2.2.2 Capacity building trasversale strutturale (relazionale ed


organizzativa)

Le azioni di capacity building strutturale trasversale sono destinate a tutte le parti del
sistema in egual maniera e si pongono lobiettivo di costruire le capacit necessarie,
a livello relazionale ed organizzativo, affinch lo stesso sistema sia in grado di
sviluppare un ambiente interno confacente alla messa in atto tanto delle capacit
dirette tecnico scientifiche sviluppate nel contesto dellintervento, quanto del
cambiamento complessivo che il progetto mira a realizzare, modificando le regole
disfunzionali e potenzialmente ostative.

Se i sistemi coinvolti sono pi di uno, ciascuno di essi potr necessitare di un


intervento differenziato di capacity building, sviluppato sulla base delle diverse
caratteristiche strutturali che ne definiscono la natura.

Nel caso del progetto (sopra riportato come esempio) finalizzato a migliorare la
qualit e la diffusione dellinformazione dei sistemi target relativamente al traffico
sessuale di minori in Nepal, gli interventi di capacity building trasversale strutturale,
integrati a quelli di capacity building diretta tecnico scientifica, hanno lo scopo di
fornire al sistema conoscenze e strumenti per:

1. Facilitare la reale e concreta messa in atto, allinterno del sistema target, delle
capacit tecnico scientifiche fornite a determinati attori chiave;
2. Facilitare lelaborazione e la messa in atto di nuove regole organizzative e
relazionali efficaci, modificando quelle che in fase di analisi sono state
individuate come disfunzionali e limitanti la qualit e la diffusione
dellinformazione;
3. Facilitare la messa in atto, la gestione e la sostenibilit di un processo di
cambiamento che non destabilizzi gli equilibri interni e tuteli i cardini lidentit
sistemica.

78
Sviluppare e/o rafforzare specifiche capacit dirette tecnico scientifiche non significa
che, automaticamente, il sistema interessato sia in grado di farne uso, raggiungendo
gli obiettivi preposti ed evitando lo scatenarsi di derivanti conflitti interni o la
destabilizzazione degli equilibri oltre la soglia di rischio. E necessario, infatti, che le
strutture relazionali ed organizzative che regolano la vita dei sistemi siano adeguate
sia alla messa in atto degli strumenti e delle conoscenze acquisite, sia alla gestione
delle conseguenze che la loro introduzione comporta.

Anche in fase di elaborazione delle azioni di capacity building trasversale strutturale,


occorre fare comunque e sempre riferimento al Principio di Non Sommativit, la cui
applicazione implica lapproccio al sistema in quanto ununit. Secondo la Teoria dei
Sistemi, infatti, un processo di riorganizzazione efficace e sostenibile non pu
avvenire con il solo coinvolgimento di una parte dei componenti, poich nessun
soggetto (o gruppo) in grado di controllare lintero insieme a cui appartiene,
determinando e gestendo i risultati. Se gli attori vengono approcciati come entit
separate e indipendenti, oppure solo parzialmente inclusi, il numero di variabili
potenzialmente ostative alla corretta realizzazione dellobiettivo finale rimane
decisamente troppo elevato.

Investire sulla costruzione di meccanismi relazionali ed organizzativi sistemici


adeguati, significa:

- Favorire il corretto raggiungimento e la sostenibilit degli obbiettivi progettuali;


- Ridurre le risorse complessive necessarie al raggiungimento degli obiettivi
progettuali e quindi alla realizzazione del cambiamento;
- Ridurre il grado di conflittualit interna che spesso, a diversi livelli, caratterizza i
sistemi maggiormente vulnerabili nei processi di cambiamento, rendendoli
instabili e precari;
- Incrementare la capacit complessiva dei sistemi di far fronte al cambiamento, di
analizzare e risolvere le problematiche;
- Incrementare il ritorno degli investimenti progettuali. Lo sviluppo ed il
rafforzamento di specifiche capacit relazionali ed organizzative non , infatti,
funzionale unicamente a raggiungere gli obiettivi di progetto, ma anche a
rafforzare complessivamente sul lungo periodo il grado di autonomia,
responsabilit e autodeterminazione dei sistemi interessati, rendendoli meno
vulnerabili e pi stabili;
- Favorire, allinterno dei sistemi target, lo sviluppo di meccanismi di dialogo,
scambio, riconoscimento reciproco e confronto, che sono alla base dei diritti
delluomo, e che posti agli stessi sistemi, da parte di interventi esterni, in qualit
di concetti teorici estrapolati da una funzionalit pratica ad impatto riscontrabile
nel breve periodo, potrebbero risultare troppo distanti dalla realt e dalla
tradizione locale, quindi parzialmente o per nulla compresi, recepiti come
antiomeostatici e minacciosi per lequilibrio e lidentit dei sistemi stessi, e
pertanto rifiutati.

79
Esempio pratico 10.: Limportanza delle regole strutturali sistemiche relazionali ed
organizzative

Come gi accennato negli esempi iniziali, uno degli elementi che in Nepal indebolisce la lotta al
traffico di minori a fini sessuali, costituito dalla relazione conflittuale (e quindi dalla mancanza di
collaborazione) tra la polizia e la popolazione. Prendiamo come sistema di riferimento la comunit,
una qualsiasi, costituita dalla societ civile e dalle autorit pubbliche, in un ambiente che potrebbe
corrispondere a uno dei 75 distretti del paese. Identifichiamo come obiettivo finale di un possibile
intervento quello di voler diminuire sensibilmente, in una certa area del distretto, il numero di
bambine che vengono ogni anno rapite e trasportate allestero per diventare prostitute.

Attraverso lutilizzo dellapproccio sistemico, in fase di analisi (Tavola B.), emergono bisogni e
problematiche particolari, parte dei quali si dimostra essere di natura relazionale.

Dallanalisi delle relazioni tra le parti che compongono il sistema comunit22, emerge, ad esempio,
che le dinamiche relazionali tra gli agenti di polizia e la popolazione sono inadeguate rispetto ai
bisogni locali di attivare meccanismi collettivi per contrastare la crescita del traffico di minori.

Una parte di popolazione teme gli agenti di polizia, non nutre fiducia nelle loro modalit di esercizio
del potere, li percepisce come corrotti e non collaborativi poich complici proprio di attivit legate allo
sfruttamento minorile, nonch assidui frequentatori di bordelli. La polizia, a propria volta, ritiene che
la popolazione locale supporti il traffico di bambine, vendendole direttamente ad intermediari o
coprendo i trafficanti, al fine di trarne un vantaggio economico. Per quanto probabile che sussista
una certa verit in entrambe le affermazioni, la generalizzazione di fenomeni reali, ma certamente
non estesi alla totalit dei due gruppi, limita pesantemente la comunicazione tra gli stessi e
pregiudica qualsiasi forma di collaborazione reciproca efficace.

In questo modo, il soft trafficking (che agisce con la complicit dei genitori o di famigliari delle vittime,
le quali vengono cedute ai commercianti del sesso in cambio di denaro) rimane un fenomeno per lo
pi sommerso, difficilmente percepibile nella sua reale natura e portata da parte delle autorit
pubbliche. Chi direttamente coinvolto lo nasconde, il resto della popolazione tende a non segnalare
i casi di scomparsa per timore di ripercussioni e sfiducia nelle istituzioni. Per la polizia, ad oggi,
estremamente complicato riuscire ad identificare questo fenomeno ed intervenire in maniera
adeguata per arginarlo. Anche lhard trafficking (che agisce attraverso linganno delle vittime e dei
rispettivi famigliari con false promesse di lavoro o matrimonio, oppure direttamente attraverso il
rapimento delle ragazze) beneficia non poco di questa situazione. Mentre la polizia indaga sui
movimenti e sui percorsi dei trafficanti, le comunit restano in gran parte alloscuro delle dinamiche
chiave di tale fenomeno, cos come della sorte delle giovani che vengono portate allestero,
continuando ad affidare le proprie figlie ad estranei nella speranza di un futuro famigliare o
professionale migliore. Le denuncie ufficialmente esposte restano poche rispetto ai casi di
scomparsa segnalati dalle organizzazioni non governative locali. Il silenzio delle vittime, spesso, non
viene collegato da parte delle relative famiglie allipotesi di coinvolgimento in attivit connesse alla
prostituzione e, quando ci accade, estremamente difficile ammetterlo per i genitori, limitando cos,
nuovamente, la quantit di informazioni di cui la polizia dovrebbe poter disporre per intervenire
efficacemente.

Se non sono messe in atto azioni adeguate, a livello strutturale, per rafforzare la relazione allinterno
di questo sistema, difficilmente potr avvenire ed essere sostenuto un reale cambiamento in tempi
relativamente brevi. Eppure, nonostante levidenza del problema e la sua rilevanza sulla situazione
complessiva, molti degli interventi che sono stati realizzati contro il traffico di minori, hanno
focalizzato le proprie risorse essenzialmente sulla capacity building della societ civile, su azioni di
advocacy, empowerment delle donne a rischio (ragazzine e madri), formazione e costruzione di
capacit specifiche della polizia locale e di frontiera, e di miglioramento dei livelli di informazione
generale, ecc, trattando le diverse parti del sistema colpito da tale fenomeno come realt
tendenzialmente indipendenti tra loro.

Questo tipo di approccio ha portato al vanificarsi di parte dellinvestimento fatto dai progetti,
soprattutto per quanto riguarda le azioni di capacity building, con conseguente spreco delle risorse
investite. Senza la costruzione di uno spazio sistemico relazionale adeguato, il potenziale acquisito

22
Che qui nellesempio vengono semplificate per questioni di comprensione.

80
in termini di capacit dagli attori formati si dimostrato estremamente penalizzato e ridotto al
momento della messa in atto di tali capacit allinterno dei loro sistemi di appartenenza. Rafforzare
strumenti specifici della polizia funzionali alla lotta al traffico e migliorare alcune competenze psico-
pedagogiche degli agenti, determinanti nelle fasi di soccorso e primo approccio alle vittime o alle
famiglie a rischio, pu portare a risultati estremamente diversi se, parallelamente, si lavora o meno a
livello sistemico per costruire uno spazio relazionale tale da permettere la piena realizzazione di tali
capacit. Se la relazione con la popolazione rimane confinata allinterno di regole consolidate di
quasi totale non collaborazione e mancanza di scambio, buona parte del potenziale delle capacit
acquisite da parte della polizia andr perduto. Al contrario, la costruzione/rafforzamento di
meccanismi relazionali funzionali ed efficienti (rispetto agli obiettivi) possono invece accrescere
enormemente limpatto, sul territorio, delle azioni di capacity building destinate alla polizia. Se la
popolazione si rivolge alla polizia per denunciare, fornire informazioni, segnalare e/o chiedere aiuto,
le capacit acquisite dagli agenti nella gestione di questi momenti acquisteranno un valore
estremamente importante. Ma se, al contrario, i contatti tra le due parti restano sporadici e quasi
inesistenti, le capacit sviluppate rimarranno per lo pi relegate al livello di concetti teorici e solo
occasionalmente funzionali.

Molto spesso lattenzione dei progetti tende a non focalizzarsi sugli aspetti sistemici relazionali (che
qui nellesempio sono stati semplificati per ovvie ragione), limitando cos non solo i risultati
dellinvestimento degli interventi stessi, ma anche le risorse gi esistenti allinterno delle comunit
che potrebbero essere ottimizzate e produrre risultati decisamente pi importanti in contesti pi
caratterizzati da strutture pi efficaci.

Sebbene le iniziative internazionali si susseguano da anni, oggi il traffico di bambine in Nepal


continua ad aumentare ed a coinvolgere zone e strati di popolazione che fino a poco tempo fa nulla
avevano a che fare con esso. Le strutture relazionali ed organizzative sulle quali si reggono i sistemi
caratterizzati da questo fenomeno restano, tuttora, complessivamente trascurate ed immutate.

Come pi volte messo evidenza, il cambiamento comporta la modifica e sostituzione


delle regole disfunzionali rispetto agli obiettivi preposti, e affinch le regole in oggetto
possano essere modificate e sostituite in modo efficace e sostenibile, evitando
conflittualit e collasso degli equilibri, necessario che le parti del sistema
partecipino e collaborino al processo, condividendone i risultati finali. Partecipazione,
inclusione, collaborazione e condivisione sono aspetti integranti di un contesto
relazionale funzionale ed efficace.

Ugualmente, anche la natura delle dinamiche organizzative dei sistemi costituisce,


un elemento di centrale importanza per qualsiasi processo di cambiamento.

Sottovalutare laspetto organizzativo dei sistemi rappresenta un errore tanto


frequente nel contesto dei progetti a supporto dei diritti umani, quanto rischioso in
termini di efficacia e sostenibilit degli obiettivi finali. Molto spesso, i sistemi target (a
causa dello stato di vulnerabilit complessiva che li caratterizza e del limitato
accesso a risorse di qualsiasi genere, ma anche per la tipologia delle azioni
progettuali e la velocit dei cambiamenti che mettono in atto in tempi relativamente
brevi) sono sprovvisti di conoscenze e strumenti chiave per sviluppare e gestire una
propria struttura organizzativa interna funzionale al cambiamento. Se gli interventi
non valutano questo genere di bisogno, crescono in modo decisivo le probabilit
che:

1. Non si raggiunga correttamente lobiettivo finale o che esso non sia


sostenibile nel lungo periodo;
2. Aumentino o si mantengano elevati nel tempo i costi complessivi per la
realizzazione del cambiamento;

81
3. I sistemi non sviluppino un grado di autonomia, responsabilit ed
autodeterminazione tale da poter gestire il proprio processo di crescita, nel
settore di interesse progettuale, senza il supporto diretto dellintervento e
successivamente alla sua conclusione.

I progetti a sostegno della realizzazione del diritto allo studio (dei quali si fa cenno
nellesempio pratico n.11) finalizzati, nello specifico, alla riduzione dellabbandono
scolastico dei bambini attraverso leconomic empowerment delle rispettive madri, in
determinate comunit rurali indiane, ad esempio, richiedono necessariamente la
riorganizzazione dei sistemi famigliari. Le famiglie target corrispondono di norma a
nuclei abbastanza numerosi (da 6 a 10 componenti), organizzati sulla base di regole
pi o meno implicite che prevedono che le donne svolgano le mansioni domestiche e
si occupino della gestione di oltre l85% dei compiti legati allagricoltura, mentre i figli
contribuiscono sia in casa che con lavori esterni. La frequenza scolastica dei bambini
e il nuovo impegno lavorativo delle madri non possono prescindere, quindi, da una
riprogrammazione di parte degli aspetti della vita giornaliera dei sistemi coinvolti,
senza la quale gli obiettivi del progetto risulterebbero irraggiungibili.

La relazione tra le parti e la natura dellorganizzazione dei sistemi sono strettamente


interdipendenti. Una relazione funzionale ed efficace importante per sviluppare,
strutturare, gestire e quando necessario modificare, un sistema organizzativo
sistemico flessibile ed efficiente. Viceversa, una buona organizzazione interna
include adeguati meccanismi di comunicazione, riconoscimento reciproco,
interazione e scambio di informazioni tra le parti.

Proprio per la stretta correlazione che sussiste allinterno dei sistemi tra
organizzazione e relazione, le azioni connesse agli aspetti relazionali ed a quelli
organizzativi (analisi dei bisogni e delle risorse e capacity building) vengono messe
in atto attraverso una modalit integrata in tutte le fasi progettuali.

La qualit della natura relazionale ed organizzativa dei sistemi assolutamente


determinante affinch essi possano elaborare, gestire e sostenere i propri processi
endogeni di crescita e sviluppo, rafforzando il grado interno di autonomia, auto
responsabilit e autodeterminazione.

Elaborare azioni di capacity building.

1. Sulla base dellanalisi dei bisogni e delle risorse, elaborare azioni di capacity building diretta
tecnico scientifica con lobiettivo di costruire le capacit concrete specifiche necessarie per il
raggiungimento degli obiettivi di progetto, ricordando che:

a) Non tutte le parti del sistema target hanno bisogno di sviluppare capacit dirette tecnico
scientifiche. Tale necessit, infatti, dipende dal ruolo che le diverse parti ricoprono nel
conseguimento degli obiettivi finali. In ogni caso, sempre fondamentale mantenere
come riferimento il Principio di Non Sommativit, al fine di sviluppare capacit non solo
appropriate alle parti target e funzionali allintervento, ma anche realmente
implementabili allinterno del sistema in oggetto;
b) A seconda della natura dellintervento, le azioni di capacity building diretta tecnico
scientifica potrebbero essere o non essere necessarie.

2. Sulla base dellanalisi dei bisogni e delle risorse, elaborare azioni di capacity building
strutturale trasversale con lobiettivo di costruire capacit concrete affinch i sistemi target
siano in grado di elaborare al proprio interno regole relazionali ed organizzative funzionali al
progetto ed al cambiamento da esso prospettato, ricordando che:

82
a) Tutte le parti del sistema target devono essere coinvolte in questo tipo di azioni, sviluppate
sulla base del Principio di Non Sommativit;
b) Le azioni di capacity building trasversale strutturale sono fondamentali allinterno di qualsiasi
progetto, indipendentemente dalla sua natura.
c) La reale efficacia delle azioni di capacity building deve essere costantemente monitorata
attraverso la qualit della gestione del processo di cambiamento da parte dei sistemi
target.

Lapproccio sistemico rispetto a quello classico.

Lapplicazione della teoria dei sistemi introduce il concetto di capacit strutturali trasversali
come strumento fondamentale nel contesto di un intervento di sviluppo.

Ciascun intervento di sviluppo mira alla realizzazione di un cambiamento. Perch un cambiamento


possa avvenire in modo concreto e sostenibile, esso devo comportare la modifica di un certo numero
di regole relazionali ed organizzative allinterno del sistema target. Deve trasformare, quindi, parte
delle sue strutture. Affinch tale trasformazione possa avvenire senza compromettere lomeostasi del
sistema, e nel rispetto della sua identit, indispensabile che le parti che lo compongono siano
capaci di rielaborare e di gestire le regole necessarie, sulla base delle quali ripristinare un nuovo
equilibrio.

3.2.3 Elaborazione delle azioni finalizzate a ridurre le violazioni di


diritto
Nei capitoli precedenti (ed particolar modo nel paragrafo 2.2.4 I problemi relativi alle
violazioni di diritto) sono stati presi in esame alcuni concetti fondamentali della
Teoria dei Sistemi che utile riprendere nuovamente in questo contesto specifico:
a. Un sistema non pu essere fatto coincidere con la somma delle sue parti,
infatti, lanalisi formale dei segmenti isolati artificialmente distruggerebbe
loggetto stesso dellinteresse (Principio di Non Sommativit).
b. Ciascun sistema tende a creare e mantenere al proprio interno una condizione
di stabilit ed equilibrio (omeostasi), generalmente considerata prioritaria per
le parti.
Tutte le qualit ed i comportamenti delle parti che compongono un sistema, dunque,
devono essere approcciati e letti come caratteristiche e regole/dinamiche di
interazione (relazionali e organizzative) proprie del sistema stesso, sulla base delle
quali si regge il suo equilibrio complessivo.
Le stesse violazioni persistenti, pertanto, non dovranno essere trattate in quanto
forme di degenerazione di singole parti, ma come caratteristica integrante del
sistema allinterno del quale esse si vengono a verificare. Anche le violazioni
costituiscono, infatti, una parte dellinsieme delle regole/dinamiche organizzative e
relazionali che definiscono le modalit interne di interagire (e/o di rispondere a certi

83
stimoli e situazioni) del sistema in oggetto, sulla base delle quali lo stesso mantiene il
proprio equilibrio.
In fase di progettazione, questo tipo di approccio alla violazione estremamente
importante perche sposta lattenzione su alcuni aspetti assolutamente essenziali da
considerare se si vogliono innescare azioni realmente efficaci:

1. Gli attori che costituiscono il sistema in cui si verifica la violazione in


oggetto potrebbero non percepirla in quanto quale, connotandola
non come lesione di un diritto, bens come il risultato di un modo di
agire consolidato e legittimato, incluso nellinsieme delle regole
relazionali ed organizzative che caratterizzano le strutture interne e
lidentit locale;

2. I soggetti che allinterno del sistema subiscono la violazione in


oggetto potrebbero rifiutare di collaborare a qualsiasi azione volta a
combatterla, non percependosi come vittime, oppure ritenendo che
la stabilit e lequilibrio del sistema siano prioritari e temendo che
un cambiamento in questo senso possa metterli a rischio;

3. La violazione stessa, in quanto comportamento e regola sistemica,


svolge un ruolo equilibratore. Occorre, pertanto, considerare questa
sua funzione onde evitare che il suo contrasto e la sua riduzione
generino, a propria volta, altre violazioni o scatenino conflitti,
innescando un processo di peggioramento delle condizioni di
partenza.

Tali considerazioni, ovviamente, non hanno la finalit di proporre la violazione come


pi o parzialmente accettabile, e neppure di ridurne la percezione esterna del livello
di gravit, bens di intervenire, per arginarla, con una maggiore consapevolezza ed
efficacia, mettendo in atto azioni partecipate, contestualizzate, adatte e sostenibili.

Applicare la Teoria dei Sistemi in fase di elaborazione delle azioni specificatamente finalizzate
a contrastare una violazione di diritto significa:

1. Considerare la violazione come caratteristica del sistema in oggetto;


2. Considerare il ruolo della violazione in quanto regola di interazione sistemica consolidata e
quindi funzionale allo stato attuale di omeostasi;
3. Non approcciare mai la violazione in modo anti omeostatico n conflittuale, ma sempre
attraverso la creazione di un ponte e di uno spazio di dialogo tra lobiettivo del progetto e le
percezioni/regole/dinamiche/principi/contenuti chiave del sistema target;
4. Considerare che ridurre/eliminare la messa in atto di un violazione consolidata, significa, per il
sistema, affrontare un cambiamento che comporta la sostituzione della violazione stessa con
nuove regole relazionali ed organizzative garanti della realizzazione di un diritto. Perch tale
cambiamento possa avvenire ed essere sostenibile, e perch su di esso possa ripristinarsi un
nuovo equilibrio, le parti del sistema devono comprendere e condividere lobiettivo, ed essere
in grado di elaborare regole relazionali ed organizzative sostitutive. A questo fine sono
indispensabili le azioni di capacity building trasversale strutturale. Perch lazione sia
realmente incisiva e sostenibile, dunque indispensabile agire allinterno delle strutture
relazionali ed organizzative che determinano la natura dei sistemi.

84
Lapproccio sistemico rispetto a quello classico.

Lapplicazione della Teoria dei Sistemi introduce tre concetti estremamente importanti per
lelaborazione di azioni finalizzate alla riduzione delle violazioni e realizzazione dei diritti umani, che
siano realmente incisive, sostenibili e garanti della tutela degli equilibri locali e dellidentit sistemica:

1. Le violazioni di diritto non sono comportamenti anomali (o deviazioni) di singole parti o


gruppi, ma caratteristiche dei sistemi allinterno dei quali esse si verificano;
2. Contrastare una violazione pu suscitare una risposta di rifiuto da parte del sistema
interessato;
3. Contrastare una violazione pu portare allacuirsi di conflitti interni al sistema
interessato ed al collasso dei suoi equilibri;
4. Contrastare una violazione significa agire allinterno delle regole relazionali ed
organizzative che caratterizzano la natura dei sistemi in oggetto.

3.2.4 Il completamento del Logical framework

Una volta terminato il Logical Framework, si procede al controllo qualitativo finale,


rispondendo agli indicatori di verifica che seguono:

1. La logica verticale completa ed accurata;


2. Gli indicatori e le fonti di verifica sono accessibili ed affidabili;
3. La pre-condizioni iniziali sono realistiche;
4. I presupposti sono realistici e completi;
5. I rischi sono accettabili;
6. La probabilit di successo ragionevolmente forte;
7. Le questioni legate alla qualit sono state prese in considerazione e, dove
appropriato, tradotte in attivit, risultati e presupposti;
8. I benefici giustificano i costi;
9. Servono studi ulteriori;

A questo punto si passa allelaborazione del Gantt Chart23 (Timetable o


cronogramma), attraverso il quale viene definita la programmazione temporale delle
azioni, generalmente suddivisa per anni ed espressa in mesi.

23
Il diagramma di Gantt uno strumento di supporto alla gestione dei progetti, cos chiamato in
ricordo dell'ingegnere statunitense che si occupava di scienze sociali che lo ide nel 1917, Henry
Laurence Gantt (1861 - 1919). Wikipedia.

85
Anno 1
Attivit 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Attori/Esperti
2.1 Elaborazione di
un set di best
practice.

2.2 Campagna
informativa di
massa sui diritti
di donne e
bambini ed
orientamento
alle strutture ed
ai servizi
impegnati nel
loro supporto e
protezione:
.

Lapproccio sistemico alla progettazione rispetto allapproccio classico.

Lapplicazione dellapproccio sistemico a questo schema convenzionale progettuale non


implica alcuna modifica di tipo strutturale rispetto a quello classico.

86
4.IL CONCETTO DI PARTECIPAZIONE
Come ripetutamente evidenziato, ciascun intervento di sviluppo mira alla
realizzazione di un cambiamento allinterno di uno o pi sistemi. Perch tale
cambiamento possa verificarsi concretamente ed in modo sostenibile, necessario
che il sistema risponda positivamente allo stimolo (attraverso una retroazione
positiva) e rielabori un certo numero di regole strutturali (relazionali e/o
organizzative) sulla base delle quali fondare un nuovo equilibrio.

Risulta evidente, pertanto, come il coinvolgimento diretto e la partecipazione attiva


del sistema interessato siano determinanti, sia durante la fase di elaborazione del
processo di cambiamento che durante tutta la sua messa in atto. Solo se il sistema
interessato lattore principale di questo percorso, il processo di cambiamento sar
realmente tarato sulla natura dei suoi bisogni e delle sue risorse, quindi
comprensibile, efficace e sostenibile, riducendo al massimo il rischio di
destabilizzazione interna.

Lapplicazione della Teoria dei Sistemi al processo di coinvolgimento permette di


superare il principio stesso di partecipazione e di traslare loggetto del lavoro sulla
costruzione endogena, da parte dei sistemi target e/o beneficiari, del proprio
percorso di crescita (finalizzato ad un obiettivo specifico). Di conseguenza, il ruolo
del progetto si limita, il pi possibile, alla costruzione di capacit mirate, al supporto
tecnico e coordinativo complessivo, nonch a rafforzare il grado di autonomia,
responsabilit ed autodeterminazione locale.

Lutilizzo dellapproccio sistemico rispetto al concetto di partecipazione risulta


particolarmente interessante soprattutto per quanto riguarda il pi volte citato
Principio di Non Sommativit (Un sistema non pu essere fatto coincidere con la
somma delle sue parti, infatti, lanalisi formale dei segmenti isolati artificialmente
distruggerebbe loggetto stesso dellinteresse. Questo perch un sistema non si
comporta come un semplice composto di elementi indipendenti, ma coerentemente
come un tutto inscindibile).

Dunque, tornando allesempio del progetto finalizzato alleconomic empowerment


femminile in una certa area di un dato paese (attraverso lavvio di micro imprese), la
partecipazione finalizzata alla strutturazione ed allelaborazione dei contenuti
progettuali dovr prevedere non solo il coinvolgimento delle donne target, o di gruppi
che le rappresentino, bens degli interi sistemi di riferimento che potrebbero essere,
verosimilmente, le rispettive famiglie.

Generalmente, tra gruppi target, beneficiari, e stakeholder in generale, il numero


complessivo di soggetti e coinvolti in un progetto pu risultare particolarmente
elevato. In questo casi, ovviamente, il processo di partecipazione nel rispetto del
principio di non sommativit non pu prevedere linclusione di tutti gli attori realmente
implicati, ma avviene attraverso la selezione di rappresentanti che riuniti insieme
ricostituiscono lidentit del sistema.

In questo processo di selezione e partecipazione, importante ricordare sempre


che:

87
1. I soggetti selezionati non devono essere considerati come rappresentativi di
gruppi specifici (ad esempio donne, uomini, giovani, caste particolari, etnie,
religioni minori, disabili, ecc.) in un dato contesto, bens come rappresentanti
del sistema interessato, al quale essi appartengono, la cui natura
caratterizzata sia dalla loro presenza che dalla loro interazione;
2. Per rappresentare il sistema interessato necessario il coinvolgimento di
rappresentanti di tutte le parti che lo costituiscono (donne, uomini, giovani,
anziani, etnie e classi sociali, religioni, ecc). Un sottogruppo manchevole di
determinate tipologie di soggetti non potr considerarsi adeguatamente
rappresentativo del sistema;
3. Loggetto di interesse non costituito dalla natura dei diversi gruppi che
compongono il sistema, ma dalla loro interazione allinterno del sistema
stesso. Per questo motivo, fondamentale osservare, conoscere ed
approcciare il sistema nella sua totalit, quindi coinvolgendo i suoi
rappresentanti in luoghi e momenti comuni.

Lapplicazione del Principio di Non Sommativit estremamente importante.

Spesso i programmi di sviluppo, e tra essi in modo particolare quelli finalizzati alla
realizzazione dei diritti umani, non raggiungono in modo soddisfacente gli obiettivi
preposti e la loro sostenibilit tende vacillare nel tempo.

Gli esempi a questo proposito sono numerosi. Ci sono zone dove si investe da anni
per rafforzare i diritti legati alla salute riproduttiva delle donne, eppure, dopo un
determinato lasso di tempo dal termine delle azioni progettuali, sembra che le
condizioni complessive tendano a riproporsi in modo molto simile a quelle di
partenza, o si dimostrano migliorate di poco rispetto alla portata complessiva degli
interventi.

Una determinante chiave di parte di questi insuccessi costituita ancora oggi dal
grado di de-contestualizzazione delle azioni. Ovvero, la progettazione e la messa in
atto di meccanismi perfetti su carta, ma solo parzialmente attuabili, o sostenibili, dal
punto di vista pratico, oppure realizzabili ma portatori di risultati diversi rispetto a
quelli preventivati.

Addentrandosi pi nello specifico delle realt progettuali, il problema della de-


contestualizzazione risulta particolarmente evidente e critico soprattutto in relazione
ai processi di:

- Inclusione e partecipazione;
- Empowerment e capacity building.

I concetti di inclusione e partecipazione vengono generalmente estesi ai gruppi


target e, talvolta, ma non sempre, ai beneficiari finali, trascurando i rispettivi sistemi
di appartenenza. Lesclusione dalle dinamiche progettuali dei sistemi a cui
appartengono i gruppi target comporta una serie di conseguenze che possono
pregiudicare negativamente sia il corretto raggiungimento dei risultati preposti, sia la
loro sostenibilit nel tempo. Non considerare i sistemi dappartenenza, infatti,
preclude la possibilit di conoscere regole e dinamiche interne chiave su cui quegli
stessi sistemi si basano ed organizzano, nei cui meccanismi sono quindi
inscindibilmente coinvolti anche gli gruppi target. Se le regole sistemiche non

88
emergono in modo sufficientemente definito in fase di analisi e di progettazione,
risulta impossibile valutare a priori sia i possibili rischi ed elementi ostativi (che
affiorano spesso inaspettatamente durante e dopo limplementazione delle azioni
compromettendo la realizzazione degli obiettivi), sia i punti di forza potenzialmente
funzionali al raggiungimento degli stessi obiettivi finali. Ma trascurare i sistemi
dappartenenza, e quindi le regole basilari su cui questi si reggono, pu portare a
conseguenze ben pi gravi del mancato raggiungimento degli obiettivi progettuali, o
della loro non sostenibilit nel tempo. Apportare dei cambiamenti sulla vita di gruppi
che sono parti di sistemi specifici, senza considerare linsieme del contesto a cui essi
appartengono (sistema, ambiente), rischia, infatti, di compromettere sottili equilibri
vitali e/o scatenare conflitti interni devastanti. Infine, lelaborazione e messa in atto di
processi endogeni di crescita e sviluppo pu verosimilmente avvenire solo attraverso
il coinvolgimento di tutte le parti che compongono i sistemi implicati nel
cambiamento. Percorsi di cambiamento che interessano unicamente singoli gruppi,
infatti, richiedono grossi investimenti per ottenere risultati effettivi a livello locale e
periodi di realizzazione tendenzialmente molto lunghi, hanno di solito un impatto
parziale o limitato sul territorio o allinterno delle strutture, e provocano tensione ed
instabilit, soprattutto in contesti particolarmente vulnerabili e precari.

La divisione in parti una questione di convenienza, ma questo crea grossi limiti nel
vedere e capire linterazione che sussiste tra le parti stesse (Gregory Bateson).

Infine, la Teoria dei Sistemi mette in evidenza come nessuna parte sia in grado di
controllare lintero sistema. Perch un cambiamento possa avvenire realmente ed
essere sostenuto nel tempo quindi necessario il coinvolgimento di tutte le parti nel
processo di rielaborazione di nuove regole e ripristino degli equilibri.

Esempio pratico 11.: Limportanza di coinvolgere lintero sistema (lapplicazione del Principio
di Non Sommativit al processo di partecipazione)

Alcuni interventi di sviluppo realizzati in India, gi presi ad esempio nel corso della trattazione, si
sono posti come obiettivo finale quello di diminuire il tasso di abbandono scolastico dei bambini
iscritti al ciclo primario.

Il meccanismo strutturale scelto per raggiungere tale obiettivo stato lempowerment economico
delle madri (che quindi rappresentavano il target group), in modo da ridurre il livello di povert delle
famiglie e, di conseguenza, limportanza del contributo lavorativo dei bambini sul reddito famigliare
complessivo.

Sono dunque state realizzate accurate indagini di mercato, istituite forme di micro credito, coinvolti i
mariti delle donne target per raccogliere la loro opinione e creare un ambiente famigliare favorevole
alla buona riuscita delle azioni, attivati corsi di formazione e distribuito il materiale iniziale per lo start
up delle micro imprese.

Ma, a distanza di periodi di tempo relativamente brevi dal termine delle azioni, i limiti di gran parte di
questo tipo di interventi sono venuti alla luce in modo abbastanza evidente e tangibile.

Il coinvolgimento dei gruppi target avvenuto senza considerare il sistema famigliare a cui essi
appartenevano, nella sua interezza ed unit. Le famiglie sono state interessate solo parzialmente
(unicamente i mariti e non i figli pi grandi, ad esempio, o altri componenti come i nonni) e
considerando le parti in qualit di categorie distinte (mariti/uomini, mogli/donne), bench,
ovviamente, in relazione tra loro.

Tale tipo di approccio ha fatto s che in fase di elaborazione e progettazione dellintervento, e


programmazione delle azioni:

89
-Non affiorassero, in maniera sufficientemente chiara, le dinamiche relazionali ed organizzative sulle
quali si fondava la struttura dei sistemi di riferimento (quindi le modalit di interazione tra le parti).
Questo ha limitato la possibilit di conoscere alcune regole sistemiche chiave, impedendo che
emergessero, gi in fase di analisi, elementi potenzialmente limitanti rispetto allobiettivo finale (che
durante limplementazione delle azioni sono apparsi in modo irremovibilmente ostativo).
-Non emergessero i bisogni chiave del sistema che dovevano essere soddisfatti per realizzare e
rendere sostenibile il cambiamento prospettato. Ciascun bisogno chiave (dove il grado di importanza
valutato in relazione allobiettivo) non soddisfatto costituisce un potenziale limite al corretto
conseguimento ed alla sostenibilit degli obiettivi progettuali;
-Non emergessero le risorse sistemiche disponibili per realizzare e rendere sostenibile il
cambiamento prospettato;
-Non venissero elaborate azioni di capacity building strutturale trasversale per mettere il sistema
nelle condizioni di poter realizzare e gestire il cambiamento;
-Il modello di sviluppo proposto si strutturasse prevalentemente dallesterno in modo abbastanza
standardizzato, a prescindere dalla natura del contesto dimplementazione.

Gli uomini coinvolti (sempre come categoria distinta) non hanno messo in luce elementi antitetici ai
contenuti dellintervento. Eppure molti di essi, al lato pratico, si sono successivamente posti in
disaccordo con il fatto che le proprie mogli trascorressero cos tanto tempo fuori casa,
guadagnassero pi di loro (quindi aumentassero il potere di contrattazione allinterno della famiglia),
e, soprattutto, guidassero una bicicletta oppure un risci. Data la necessit di spostarsi nel raggio di
alcuni chilometri per la messa in atto di parte delle attivit commerciali previste, i progetti
prevedevano, infatti, anche la distribuzione di mezzi di trasporto facilmente conducibili. In fase di
coinvolgimento, per, gli uomini non si sono espressi chiaramente a tale proposito.

Di fatto, buona parte delle donne ha dovuto rinunciare alla nuova attivit lavorativa. Le famiglie non
sono state in grado di riorganizzarsi al proprio interno affinch questo tipo di cambiamento potesse
realmente avvenire. Alcuni uomini hanno imposto il divieto categorico alle proprie mogli di continuare
ad impegnarsi nel percorso intrapreso (con riportati casi di minacce e percosse in caso di
disubbidienza), mentre luso di biciclette e risci, culturalmente considerati oggetti di uso maschile, si
dimostrato per lo pi impraticabile.

Le micro imprese sono state avviate e poco dopo svanite, oppure si sono rivelate essere
scarsamente redditizie a causa dei limiti di movimento, mentre bici e risci sono passati, nel giro di
breve tempo dal termine dei progetti, alla propriet dei mariti. Inoltre, i conflitti scatenatisi allinterno
dei sistemi famigliari, tra uomini e donne, hanno contribuito ad aggravare ulteriormente il livello di
vulnerabilit e precariet dei nuclei.

Se il sistema fosse stato coinvolto nella sua interezza (quindi includendo anche le parti non
direttamente toccate dallazione) e nella sua unit (quindi non dividendo le parti in categorie e
momenti distinti), le regole e le dinamiche relazionali chiave (in vista dellobiettivo progettuale finale)
sarebbero emerse in modo decisamente pi chiaro, favorendo cos la possibilit di valutare
preventivamente i possibili rischi e limiti, i bisogni e le risorse, ed elaborando di conseguenza azioni
maggiormente pertinenti, efficaci e sostenibili.

Questo non significa che gli interventi realizzati senza lutilizzo dellapproccio sistemico portino
necessariamente a risultati fallimentari. Ma, certamente, la non applicazione del Principio di Non
Sommativit al processo di coinvolgimento comporta percentuali di rischio (di parziale
raggiungimento o non sostenibilit degli obiettivi, o di collasso degli equilibri sistemici) decisamente
pi elevate.

90
4.1 Linteresse collettivo funzionale.

Prima di concludere questo paragrafo, utile soffermarsi ancora su un concetto


basilare nei processi di cambiamento, ovvero il senso di collettivit, che il Principio
di non Sommativit della Teoria dei Sistemi permette di evidenziare e rafforzare.

Per essere pi chiari, torniamo, con un esempio generico, ai diritti umani.

Lobbiettivo assoluto dellinsieme dei diritti umani il benessere di tutti gli abitanti del
pianeta. Quindi la loro completa realizzazione nellinteresse di ogni individuo.

Nonostante ci, i percorsi di democratizzazione e rafforzamento dei diritti umani nei


singoli sistemi-stato (e/o sottosistemi comunit e famiglie) implicano spesso la
nascita di ostilit, veri e propri scombussolamenti che portano alla rottura di svariati e
secolari meccanismi di gestione del potere. Allinterno di questi meccanismi, le parti
coinvolte non si trovano tutte sullo stesso piano ed i loro interessi, in settori ed ambiti
specifici, sembrano risultare in contrasto. Il processo di realizzazione dei diritti
delluomo pu, dunque, acuire conflitti latenti o gi aperti, oppure innescarne di
nuovi, poich implica la necessit di mettere in questione tutta una serie di equilibri
storicamente e culturalmente consolidati.

Basti pensare, ad esempio, allapplicazione dei principi di uguaglianza e non


discriminazione tra classi allinterno di strutture sociali rigidamente suddivise come
quelle indiane. Risulta abbastanza evidente, che le caste pi elevate possano porsi
in contrasto con il concetto di eguale diritto, temendo di perdere il proprio ruolo di
supremazia locale ed i vantaggi ad esso collegati, non riuscendo neppure a
concepire leventualit di poter essere considerate a pari livello di gruppi
tradizionalmente giudicati indegni anche solo di essere avvicinati. Linteresse (e
quindi lobiettivo pratico) di introdurre e rispettare, allinterno della propria comunit,
concetti e leggi anti discriminatorie non solo in questi casi spesso non viene
percepito, ma pu essere vissuto come una vera e propria minaccia per lequilibrio
locale. Tali premesse comportano, di norma, la violazione dellinsieme, o di una
parte, delle leggi che in qualche modo favoriscono la realizzazione del principio di
uguaglianza, ed il prevalere di codici informali fortemente discriminatori, oppure lo
scaturire di lotte interne nel momento in cui, a sostegno di tale principio, vengono
imposte con la forza azioni dallesterno o da gruppi interni che, al contrario, nutrono
forte interesse nella sua implementazione. In un caso o nellaltro, il grado di conflitto
delle parti componenti il sistema comunque elevato poich entrano in gioco
interessi apparentemente in contrasto che ne pregiudicano la stabilit.

Perch questo accade se la realizzazione dei diritti umani , indiscutibilmente,


nellinteresse di ogni individuo?

Accade perch le parti del sistema si auto considerano e/o vengono considerate
dallesterno come segmenti isolati ed indipendenti, con interessi inconciliabili.
Questo tipo di percezione sociale si fonda sulla base del concetto di gruppo, ed
caratterizzata da regole, diritti e doveri chiari e ben diversificati a seconda
dellappartenenza, allinterno di comunit anche molto piccole.

91
Lapplicazione del Principio di Non Sommativit permette di spostare lo sguardo dai
singoli gruppi, con interessi specifici e di differenziati, al sistema a cui essi
appartengono che, inteso come ununit, detiene interessi comuni.

Se il sistema ununit, la crescita ed il rafforzamento di una delle sue parti


rappresentano crescita e rafforzamento per tutti. Al contrario, laddove un gruppo di
soggetti diventa sofferente, lintero sistema viene ad indebolirsi. Basta pensare al
corpo umano, quando uno dei suoi organi si ammala, oppure ad un edificio nella
situazione in cui un pilastro portante dovesse rischiare di cedere.

Nel caso specifico dellesempio sopra proposto, la possibilit per le caste


svantaggiate di godere di pari diritti rispetto alle altre, e quindi rafforzarsi dal punto di
vista dellaccesso alla salute, allistruzione ed alle risorse economiche, rappresenta
palesemente un grosso potenziale di crescita per lintero sistema comunit,
soprattutto nel caso di aree povere dove comunque, a prescindere dalla casta, la
popolazione nel suo complesso vive in uno stato di forte indigenza. Viceversa, il
degenerare, ad esempio, delle condizioni di salute di alcuni gruppi specifici pu
portare al proliferare di malattie infettive e pericolose per lintero sistema, o
comunque alla perdita di forza lavoro indispensabile.

Utilizzare tale approccio significa, dunque, mantenere ferma lattenzione sul concetto
di unit sistemica e quindi di benessere complessivo come vantaggio collettivo,
individuando obiettivi comuni a tutte le parti, il cui raggiungimento e la cui
sostenibilit rappresentano un beneficio per tutti.

Facciamo nuovamente riferimento alla societ indiana ed alle comunit rurali site
sulle sponde di grandi fiumi, continuamente esposte ad importanti rischi. Si tratta
spesso di comunit povere che sfruttano i terreni lungo gli argini perch di norma
appartengono allo stato e non corrono il rischio di essere allontanate con la forza
come invece avviene nel caso di suolo privato. Durante il periodo monsonico, di
norma, i fiumi esondano, allagando e spazzando via case e coltivazioni. Questo
avviene con una certa regolarit, ma per mancanza di strumenti, capacit e
conoscenze, le comunit non riescono ad impedire il verificarsi cadenzato di tale
disastro, o, quanto meno, a limitarne i danni o sviluppare azioni efficaci post disastro.
Gli strumenti, le capacit e le conoscenze dirette scientifiche, per, non costituiscono
gli unici bisogni che dovrebbero essere soddisfatti per garantire livelli di sicurezza e
stabilit maggiori. Esistono, infatti, allinterno di tali sistemi, limiti relazionali ed
organizzativi tali da pregiudicare ogni forma di collaborazione collettiva,
indispensabile per la protezione e la sopravvivenza di tutte le parti. Eppure, la
possibilit di riuscire a prevenire, ridurre, e/o gestire la violenza delle acque
rappresenta un interesse vitale per lintero sistema che, per, continua a percepirsi
come una somma di gruppi molto ben distinti e con interessi inconciliabili.

Proporre ai bramini di collaborare o interagire con le classi meno elevate, porter,


molto probabilmente, a risultati insoddisfacenti (rifiuto, conflitto, collasso del sistema-
comunit), poich tale richiesta si pone in contrasto con regole strutturali millenarie
che tendono ad essere preservate. Ma se, senza pressioni n atteggiamenti
antiomeostatici, si trasla la percezione dellinteresse dei singoli gruppi verso il
concetto e la visualizzazione del vantaggio collettivo concreto, finalizzato ad un
obiettivo specifico chiaro, come pu essere in questo caso la prevenzione o la
gestione di disastri naturali, la risposta altamente probabile che cambi.

92
Bench quella appena enunciata possa apparire come unaffermazione tanto banale
quanto di utopica applicazione, occorre considerare due fattori chiave che fanno
luce, al contrario, su come in realt entrambe le cose possano non dimostrarsi
affatto vere.

A questo proposito necessaria una breve digressione.

Il primo fattore ha a che fare con gli schemi di lettura dei fenomeni. Ciascuna
nazione, cultura, gruppo religioso o sociale, e singolo individuo, si rapporta a ci che
lo circonda attraverso schemi di lettura pi o meno rigidi e mutabili nel tempo, che
dipendono da una complessit di elementi combinati tra loro. Tali schemi
costituiscono il modo di osservare, descrivere ed interpretare i fenomeni, e
potrebbero essere paragonati ad una sorta di filtro/strumento attraverso il quale si
guarda e si spiega il mondo. Generalmente, essi sono inconsci ed inconsapevoli, e,
nonostante si parli comunemente di punti di vista, la loro funzione, assolutamente
fondamentale in tutti i campi che riguardano direttamente il genere umano, viene
molto spesso sottovalutata o addirittura del tutto trascurata.

Tali schemi di lettura, o premesse, costituiscono una sorta di cornice allinterno della
quale gli individui e le culture leggono ed interpretano ci che li circonda. Essa
funzionale a semplificare la realt, a proteggere i tratti dellidentit singola e
collettiva, alla persistenza al cambiamento, allequilibrio sistemico. Ma limita, proprio
perch funzionale alla persistenza, la possibilit di vedere oltre e quindi di trovare
soluzioni ai problemi innescando reali processi di cambiamento.

Le soluzioni che generalmente vengono individuate dai sistemi allinterno delle


proprie cornici di lettura, infatti, rendono possibile la realizzazione di un cambiamento
di livello 1 che lascia sostanzialmente invariata la realt dei sistemi stessi, non
modificando il reale stato delle cose. Il cambiamento di livello 2, al contrario,
comporta una concreta modifica dei sistemi in quanto interviene sulle regole
strutturali che determinano la loro natura.

Ora sappiamo che i gruppi restano immutati solo al livello di cambiamento1(), ma


sono soggetti al cambiamento a livello del cambiamento2 (cio al cambiamento nel
corpo di leggi compositive che regolano la loro struttura o ordine interno)24

Un sistema che pu passare attraverso a tutti i suoi possibili cambiamenti interni (a


prescindere da quanti siano) senza provocare un cambiamento del sistema, cio un
cambiamento2, si dice che preso in un gioco senza fine. Non pu generare al suo
interno le condizioni del proprio cambiamento; non pu produrre le regole per
cambiare le proprie regole.25

Perch un sistema possa mettere in atto un cambiamento di livello 2


fondamentale che:

24
Fish Richard, Watzlawick Paul, Weakland John H., Change, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1974,
pag.28.
25
Fish Richard, Watzlawick Paul, Weakland John H., Change, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1974,
pag.37.

93
1. Esso generi, al proprio interno, le condizioni per il cambiamento, e
questo pu avvenire unicamente attraverso:

a. Lo sviluppo della consapevolezza dei propri schemi di


lettura;

b. Lo sviluppo della consapevolezza dellesistenza di altri


schemi di lettura possibili, di altri scenari;

c. Lo sviluppo della consapevolezza che il cambiamento di


livello 2 pu essere individuato unicamente allinterno di
altri scenari, diversi rispetto ai propri schemi di lettura.
Sono le premesse, infatti, che impediscono la possibilit
di riconoscere la soluzione (per quanto essa possa
apparire banale dallesterno del sistema) ed innescare il
cambiamento.

d. La scelta e la messa in atto di comportamenti alternativi


condivisi.

2. Esso possieda gli strumenti per modificare le regole strutturali


interne necessarie alla realizzazione del cambiamento di livello
2 (e quindi alla scelta e messa in atto di comportamenti
alternativi).

Affinch si vengano a verificare le due condizioni appena descritte, sono


indispensabili la costruzione e lo sviluppo di capacit specifiche strutturali trasversali
allinterno dei sistemi. I moduli di capacity building devono partire dalla
considerazione che:

-Le soluzioni ai problemi in oggetto focalizzate sul principio di interesse collettivo (in
questo caso specifico, mettere in atto un modello organizzativo efficacie e funzionale
a proteggere i villaggi dalle esondazioni dei fiumi e dalle conseguenze che ne
derivano), forse apparentemente banali e scontate per chi osserva la situazione
dallesterno del sistema, potrebbero non essere sempre visibili dal sistema stesso (e
quindi impossibili da considerare da parte dei suoi componenti) poich,
semplicemente, non appartengono alle premesse (schemi di lettura) interne;

Infatti, generalmente:

Il cambiamento 2 introdotto nel sistema dallesterno e quindi non appare


famigliare n comprensibile nei termini delle vicissitudini del cambiamento 1. Ma
visto dallesterno del sistema non altro che un cambiamento delle premesse che
regolano il sistema come un tutto. 26

-Se il sistema riesce a superare i propri schemi di lettura e valutare alternative


possibili e maggiormente efficaci, si crea al loro interno lo spazio per considerare
linteresse collettivo come prioritario rispetto a quello castale, stimolando il sistema in
26
Fish Richard, Watzlawick Paul, Weakland John H., Change, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1974,
pag.38.

94
oggetto a elaborare e mettere in atto un processo di cambiamento e modifica delle
regole interne focalizzato su un obiettivo comune: la maggiore sicurezza e minore
precariet della comunit site lungo i fiumi.

Sviluppare conoscenze e strumenti interni di analisi e risoluzione dei problemi di tipo


sistemico, quindi incentrati sul concetto di unit e improntati sullobiettivo del
benessere collettivo, non significa che, automaticamente, i sistemi target optino per
ed accettino questo tipo di approccio allo sviluppo.

In ogni caso, anche qualora, successivamente agli interventi di formazione, la


risposta dovesse essere quella di una retroazione negativa (rifiuto), essa
rappresenterebbe, comunque, il risultato importante di una scelta. Laddove un
sistema pu scegliere, infatti, significa che possiede le capacit di analisi ed
autodeterminazione necessarie per farlo. Di conseguenza, sebbene il prodotto finale
rimanga il medesimo (ovvero lanteposizione delle strutture relazionali ed
organizzative tradizionali allinteresse collettivo), le condizioni che lo hanno generato
sono profondamente diverse e denotano un livello di sviluppo e quindi di libert
decisamente maggiori rispetto alla situazione di partenza.

Esempio pratico 12.: Costruire capacit funzionali, per il sistema, a vedere i propri schemi di
lettura ed ipotizzare altri scenari possibili.

A partire dalla fine degli anni 70 inizi una campagna internazionale contro la mutilazione dei genitali
femminili che, dopo lunghe battaglie, port quindici paesi africani ad adottare leggi per contrastarla
attraverso punizioni severissime nei confronti di chi mettesse in atto tale pratica. La Guinea stabil una
condanna a vita ai lavori forzati e, in caso di decesso della vittima, la pena di morte. Nonostante ci,
ad oggi, si stima che il 99% delle donne guineane abbia subito la mutilazione dei genitali. Anche in
Sudan la legge si oppose alla tradizione in modo ferreo, eppure il 90% delle donne sudanesi ha
vissuto direttamente questo tipo di esperienza.

N lentrata in vigore di leggi nazionali chiare a questo proposito, n i molteplici interventi realizzati da
associazioni locali e straniere, soprattutto americane, si sono dimostrati validi a limitare realmente tale
tipo di violazione. Lapproccio conflittuale nei confronti della tradizione, adottato in questa battaglia sia
dei governi africani implicati, sia delle varie organizzazioni internazionali e non governative, ha infatti
suscitato nelle popolazioni reazioni di persistenza e prefigurato il cambiamento come una minaccia
per gli equilibri locali, in quanto portatore di contenuti troppo distanti e incomprensibili. Il presupposto
di base si dimostrava essenzialmente quello di dimostrare alla gente i rischi che la mutilazione
comportava, facendo riferimento ad un concetto di giustizia e di diritto per lo pi estraneo, senza
fornire strumenti concreti alle comunit per intravedere e scegliere autonomamente e
responsabilmente comportamenti alternativi.

Le denuncie internazionali delle mutilazioni genitali femminili provocarono violente reazioni difensive,
conducendo i gruppi tribali a raccogliersi in difesa delle mutilazioni sessuali femminili come tradizione
locale attaccata da stranieri.27

Questa la nostra cultura! Dichiar irosamente una levatrice sudanese quando le ponemmo
domande sulle mutilazioni genitali femminili. Noi tutte le abbiamo volute, cosa centra lAmerica? .28

Tra le varie associazioni impegnate su questo fronte, lorganizzazione senegalese Tostan si distinse
con vigore, adottando una metodologia di intervento radicalmente diversa dalle altre. Nei villaggi
inclusi nel suo programma triennale, la Tostan inviava un insegnante che aveva il compito di fornire
alla popolazione locale informazioni e conoscenze pratiche estremamente importanti in merito ai diritti

27
Kristof Nicholas e Wudunn Sherley, Met del Cielo, ed. Corbaccio, Milano 2010, pag.308.
28
Kristof Nicholas e Wudunn Sherley, Met del Cielo, ed. Corbaccio, Milano 2010, pag.307.

95
umani, alla democrazia, al problem solving, alligiene ed alla salute, ed alla capacit di gestione ed
amministrazione. Lazione, dunque, non consisteva nellesercitare pressione diretta sulla scelta di non
praticare la mutilazione genitale, bens su un lavoro di medio periodo finalizzato ad ampliare gli
strumenti operativi affinch le comunit avessero la possibilit di considerare altri scenari ed opzioni
possibili.

Si sforza di rimanere positivo, di preparare la gente a prendere le proprie decisioni (), ma non
consiglia mai ai genitori di smettere di far praticare le mutilazioni sulle loro figlie.29

Nel 2008 il governo senegalese constat che la Tostan fosse lunico programma che stava
conseguendo risultati significativi ed adott il suo approccio come modello nazionale.

Se il primo fattore ha a che fare con gli schemi di lettura, oltre i quali molto spesso i
sistemi non riescono ad andare per mancanza di strumenti e non per volont, il
secondo riguarda proprio la considerazione di quanto sia indispensabile costruire
conoscenze specifiche e concrete affinch gli stessi sistemi possano rafforzare la
propria capacit di analisi delle situazioni e risoluzione dei problemi, autonomia,
responsabilit ed autodeterminazione, ampliando cos le possibilit di scegliere
comportamenti alternativi e maggiormente efficaci.

Ampliare la libert di scelta significa sviluppo.

Leconomista indiano, premio Nobel, Amartya Sen, evidenzia per primo la stretta
interconnessione circolare che sussiste tra il livello di benessere complessivo di un
dato contesto ed il grado di libert di scelta individuale dei cittadini che ne sono
parte.

Freedom of choice, or control of ones own life, is itself a central aspect of most
understandings of well-being30

Come visto nel caso della Tostan, contro le mutilazioni genitali femminili in Senegal,
aumentare il livello complessivo di informazione allinterno dei sistemi ha ampliato la
possibilit, per le popolazioni locali, di intravedere altri scenari e, di conseguenza, di
poter prediligere opzioni diverse, pi in linea con i criteri di salute e sicurezza,
rispetto dellindividuo e dei diritti umani.

Nonostante questa digressione in merito agli schemi di lettura abbia allontanato la


dissertazione dal concetto di interesse collettivo, essa era necessaria affinch non si
incedesse nellerrore di considerare il senso di unit sistemica ed interesse collettivo
banale e scontato, o tantomeno di utopica realizzazione (quando contestualizzato e
finalizzato ad un obiettivo concreto specifico).

Nel momento in cui i sistemi, attraverso interventi di capacity building ad hoc,


entrano in possesso di strumenti che permettono loro di considerare nuove
alternative possibili rispetto ai propri comportamenti e schemi di lettura, intravedendo
linteresse collettivo ed i vantaggi complessivi che questo comporta, si pongono le
basi per un reale processo di sviluppo endogeno. In questo modo, in numerosi paesi
africani una parte della popolazione ha deciso di interrompere la pratica delle
mutilazioni genitali femminili, rinunciando al controllo ed al potere maschile che ne

29
Kristof Nicholas e Wudunn Sherley, Met del Cielo, ed. Corbaccio, Milano 2010, pag.311.
30
Michal P. Todaro, Stephen C. Smith, Economic Development, ninth edition, Pearson, Harlow 2006.

96
derivavano, in considerazione del fatto che ridurre i rischi di mortalit delle ragazze,
migliorarne le condizioni igienico sanitarie e rispettarne corpo, costituissero dei
benefici per lintera comunit.

Lidentificazione di un obiettivo comune a tutto il sistema e la comprensione di come


la natura della sua struttura relazionale ed organizzativa sia determinante sulla
possibilit di raggiungerlo, modificando le regole ostative, costituiscono un
passaggio cruciale per sviluppare e costruire quel senso di unit sistemica
fondamentale nei processi di cambiamento.

E abbastanza ovvio che, al lato pratico, non si tratti di passaggi cos diretti e veloci
da mettere in atto. Rimane tuttavia indiscutibile la necessit di poter usufruire di
strumenti adeguati per rafforzare, e dove necessario costruire, i cardini di una cultura
della coesione collettiva, senza i quali qualsivoglia intervento di crescita e sviluppo
risulterebbe fortemente pregiudicato.

Lapplicazione concreta della teoria dei sistemi impone, dunque, che il sistema target
venga approcciato e trattato come unit, in tutte le fasi di analisi dei bisogni
trasversali, coinvolgimento, partecipazione, definizione degli obiettivi e delle azioni
per raggiungerli, e costruzione di capacit specifiche. E altrettanto fondamentale,
inoltre, che lo stesso sistema target impari a percepire se stesso come elemento
unitario. Questo non significa, ovviamente, la pretesa che scompaiano regole
informali, codici, pregiudizi, rancori, ostilit e conflitti interni, ma, come gi ribadito,
che possano passare in secondo piano nelle fasi determinanti di scelta e
cambiamento.

Tale spostamento di prospettiva funzionale, nel breve periodo, al raggiungimento


degli obiettivi progettuali, mentre contribuisce, in spazi temporali pi ampli, al
radicarsi di concetti e principi essenziali per sviluppare ambienti sistemici favorevoli
alla realizzazione dei diritti umani.

Partecipazione e costruzione endogena.

1. In tutte le fasi progettuali i sistemi target e/o beneficiari devono poter ricoprire il ruolo
di attori principali;
2) Il coinvolgimento dei sistemi significa linclusione di tutte le parti che li costituiscono;
3) Se per ragioni di fattibilit il coinvolgimento dei sistemi avviene attraverso la
selezione di rappresentanti, per ciascun sistema interessato dovranno essere inclusi
rappresentati di tutte le parti che lo compongono al fine di ricrearne la reale identit
interrelazionale;
4) I sistemi coinvolti, o i loro rappresentanti, dovranno essere approcciati e considerati
sempre ununit. Ci che conta, in tutte le fasi di progetto, non la loro natura
decontestualizzata, bens la loro realt ed interazione allinterno del sistema
dappartenenza;
5) I sistemi coinvolti, o i loro rappresentanti, dovranno potersi percepire, a propria volta,
come ununit;
6) Ad ogni stadio progettuale fondamentale mantenere ferma lattenzione sul principio
di interesse collettivo;
7) Il principio di interesse collettivo pu non essere scontato n visibile per i sistemi
target, ed dunque necessario che essi entrino in possesso di strumenti adeguati
(attraverso azioni di capacity building strutturale trasversale) per poterlo prendere in
considerazione e, se ritenuto valido, metterlo in atto come strumento funzionale al
raggiungimento dellobiettivo finale.

97
Lapproccio sistemico alla progettazione rispetto allapproccio classico.

Lapproccio sistemico introduce alcuni concetti fondamentali a questo proposito:

1. Linclusione di tutte le parti del sistema interessato, indipendentemente dal loro


ruolo rispetto allintervento;
2. La considerazione dei gruppi come parti di un tutto e mai come categorie di un
dato sistema;
3. Il coinvolgimento delle parti ricreando sempre quel tutto, anche attraverso dei
rappresentanti;
4. Il superamento del concetto di partecipazione a favore del principio di costruzione
endogena, da parte dei sistemi target e/o beneficiari, del proprio processo di
crescita;
5. La definizione del ruolo degli interventi allinterno di spazi prevalentemente limitati
alla costruzione di capacit, al supporto tecnico e al coordinamento;
6. Lintroduzione del principio di interesse collettivo come strumento chiave;
7. La considerazione degli schemi di lettura dei sistemi;
8. La considerazione della capacity building strutturale trasversale dei sistemi come
azione indispensabile ad accrescerne le possibilit di scelta, fondamentali per la
gestione autonoma dei processi di sviluppo.

98
5.LAPPLICAZIONE SINTETICA DELLAPPROCCIO SISTEMICO

LE FASI DEL PROGETTO

ELABORAZIONE del LOGICAL


ANALISI PARTECIPAZIONE
FRAMEWORK

Analisi degli attori: Definizione degli obiettivi Selezione dei gruppi rappresentanti
dellintervento: dei sistemi interessati (se il
1.Individuazione degli attori coinvolgimento di tutti i sistemi e di
coinvolti nel fenomeno di 1.Definizione dellobiettivo generico. tutte le parti che li compongono non
interesse. 2.Definizione dellobiettivo specifico, fattibile):
2.Collocazione degli attori dei rispettivi indicatori Obiettivamente
individuati allinterno dei sistemi Verificabili, delle Fonti di Verifica e dei 1.Identificazione di tutte le parti (o
identificati come sistemi di Presupposti. categorie) che compongono i sistemi
appartenenza. 3.Definizione dei risultati attesi, dei interessati.
3.Organizzazione grafica dei rispettivi indicatori Obiettivamente 2.Selezione di rappresentanze per
sistemi in sottosistemi ed Verificabili, delle Fonti di Verifica e dei tutte le parti identificate.
ambiente. Presupposti.
4.Selezione dei sistemi target, Approccio ai gruppi rappresentanti
beneficiari e stakeholder. dei sistemi interessati (se il
coinvolgimento di tutti i sistemi e di
Analisi dei problemi: Analisi dei bisogni e delle risorse in tutte le parti che li compongono non
APPLICAZIONE funzione degli obiettivi: fattibile):
della TEORIA 1.Studio dei problemi attraverso
unottica circolare e non causale 1.Analisi dei bisogni e delle risorse 1.Coinvolgimento delle parti
dei SISTEMI lineare. complessivi/e. approcciate sempre come unit, quindi
2.Ricerca dei meccanismi 2.Analisi dei bisogni e delle risorse in insieme, e mai come categorie distinte,
sistemici che producono la termini di capacit dirette, tecnico quindi in luoghi e momenti diversi.
nascita e lesistenza del scientifiche. 2.Coinvolgimento delle parti in quanto
fenomeno in oggetto. 3.Analisi dei bisogni e delle risorse in attori principali.
3.Focalizzazione della ricerca termini di capacit trasversali strutturali 3.Costruzione del senso di unit del
sugli aspetti problematici (in (relazionali ed organizzative). sistema e focalizzazione sul principio
funzione del fenomeno in di interesse comune.

99
oggetto) delle strutture relazionali
ed organizzative dei sistemi Definizione delle azioni
coinvolti. dellintervento:
4.Collocazione dei problemi
emersi allinterno di ciascun 1.Elaborazione delle azioni
sistema in cui gli stessi si complessive (con particolare
verificano, quindi elaborazione attenzione allequilibrio dei sistemi
del Cerchio Sistemico dei interessati, allidentit dei sistemi
Problemi interessati ed allinclusione del
concetto di flessibilit dei meccanismi
Analisi degli obiettivi: e delle regole) delle risorse e dei costi
per la loro implementazione e dei
1.Elaborazione del Cerchio presupposti esterni.
Sistemico degli Obiettivi. 2.Elaborazione, nello specifico, delle
azioni di capacity building diretta,
Analisi delle strategie: tecnico scientifica.
3.Elaborazione , nello specifico, delle
1.Selezione delle strategie azioni di capacity building strutturale
attraverso il Cerchio Sistemico trasversale (relazionale ed
degli Obiettivi. organizzativa).

Analisi dellanalisi:
Completamento del Logical
1.Controllo incrociato tra sistemi Framework:
e problemi individuati.
2.Verifica della validit 1.Identificazione delle Precondizioni
dellanalisi. Iniziali.
2.Applicazione degli indicatori di
verifica.
3.Elaborazione del Gantt Chart.

100
GLOSSARIO DEI TERMINI

Albero Sistemico degli Obiettivi Rappresentazione circolare grafica della situazione futura
ottimale una volta che i problemi, definiti nel Cerchio
Sistemico dei Problemi, sono stati risolti.

Albero Sistemico dei Problemi Rappresentazione circolare grafica dei problemi che
concorrono allesistenza del fenomeno in oggetto e delle
loro interrelazioni.

Analisi degli attori Identificazione degli attori coinvolti nel fenomeno in oggetto
e collocamento nei sistemi individuati come rispettivi
sistemi di appartenenza. Selezione dei sistemi target,
beneficiari e stakeholder dellintervento.

Analisi dei problemi Identificazione dei problemi (intesi come dinamiche) che
contribuiscono in modo determinante alla nascita del
fenomeno in oggetto allinterno di ciascun sistema
individuato. Collocamento dei problemi allinterno dei
sistemi. Elaborazione del Cerchio sistemico dei Problemi.

Analisi degli obiettivi Trasformazione del Cerchio Sistemico dei Problemi in


situazione ottimale. Elaborazione del Cerchio Sistemico
degli Obiettivi.

Analisi delle strategie Selezione degli obiettivi che si vogliono raggiungere


attraverso la realizzazione dellintervento.

Analisi dellanalisi Verifica delle qualit e completezza del processo di analisi.

Appraisal Ultimo step che precede la richiesta di finanziamento di un


progetto. Controlla la fattibilit e lappropriatezza
dellintervento rispetto ai sistemi target e beneficiari ed al
loro ambiente.

Approccio sistemico Con il termine approccio sistemico ci si riferisce alla


dimensione metodologica generale della Sistemica, per cui
considerando un problema esso si analizza ed affronta
allinterno della cornice definita dalla Teoria dei Sistemi.

Attivit Sono le azioni che devono essere realizzate per ottenere i


risultati attesi.

Beneficiari Sono i sistemi che beneficiano, in qualsiasi modo,


dellimplementazione del progetto. Essi possono essere: i
partner dellintervento, i sistemi target, o i beneficiari finali.

Beneficiari finali Sono i sistemi che beneficiano nel lungo periodo


dellimplementazione del progetto.

Capacity building Costruzione di capacit specifiche necessarie per la


realizzazione del progetto ed il corretto raggiungimento
degli obiettivi. Si dividono in capacit dirette tecnico

101
scientifiche e capacit strutturali trasversali (relazionali ed
organizzative).

Ciclo del Progetto E la vita di un progetto, dallidea iniziale al completamento


della sua realizzazione.

Country Strategy Papers Sono lo strumento per guidare, gestire e correggere i


programmi di assistenza e sviluppo.

Criteri di sostenibilit Corrispondono ai Key Quality Factors.

Efficacia Caratteristica dalla quale un progetto non pu prescindere.


Definisce la relazione tra i risultati attesi e lobiettivo
specifico. Quanto i primi possano realmente contribuire alla
realizzazione di questultimo, e quanto i presupposti
possano effettivamente limitarne il raggiungimento.

Efficienza Caratteristica dalla quale un progetto non pu prescindere.


Definisce il grado di relazione tra la qualit dei risultati ed il
loro costo. Quanto bene, quindi, gli strumenti impiegati e le
attivit implementate si traducono in risultati.

Evaluation Periodica valutazione dellefficienza, efficacia, impatto,


rilevanza e sostenibilit del progetto, in relazione ai sistemi
target/beneficiari, al sistema ambiente ed agli obiettivi da
raggiungere.

Fattibilit Caratteristica dalla quale un progetto non pu prescindere.


Definisce se e quanto gli obiettivi di progetto possano
realmente essere raggiunti.

Fonti di verifica Costituiscono la terza colonna del logframe ed indicano


dove, sotto quale forma e con quali scadenze, reperibile
specifico materiale che dimostri e misuri il corretto
raggiungimento dellobiettivo generico e di quello specifico
e dei risultati attesi.

Gantt Chart (Timetable) Organizzazione temporale delle attivit previste.

Impatto E leffetto del progetto sui sistemi


target/beneficiari/stakeholder e sul sistema ambiente.

Implementazione Quinta fase del ciclo del progetto, durante la quale le azioni
vengono realizzate e monitorate e lintervento procede
verso il raggiungimento degli obiettivi.

Indicatori obiettivamente Indicatori misurabili che dimostrano se gli obiettivi definiti


verificabili nei primi tre livelli del logframe siano stati raggiunti o meno.

Isomorfismi formali Modelli concettuali applicabili a fenomeni diversi. I ambito


sistemico con isoforismi formali si indicano le
caratteristiche comuni a tutti i sistemi aperti.

Logical Framework (Logframe) La matrice attraverso la quale vengono presentate la logica

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dellintervento, i presupposti, gli indicatori obiettivamente
verificabili e le fonti di verifica.

Logical Framework Approach E un metodo di pianificazione, gestione e valutazione di un


progetto.

Mezzi Sono le risorse materiali e fisiche necessarie per la


realizzazione delle azioni.

Monitoraggio Sistematico controllo, raccolta ed uso di informazioni,


durante limplementazione, relative alla realizzazione del
progetto e finalizzate alla sua corretta gestione ed alla
messa in atto di eventuali, necessari, aggiustamenti.

Obiettivo generico Chiarisce limportanza del progetto nel contesto di


implementazione, in termini di benefici di lungo periodo per
i beneficiari finali diretti ed indiretti. Inoltre lobiettivo
generico importante per contestualizzare il progetto sia
nelle politiche locali e nazionali dei governi interessati, sia
nei programmi di sviluppo dei donatori. Come, cio,
lintervento contribuisce alla realizzazione di tali politiche e
programmi.

Obiettivo specifico E lobiettivo centrale del progetto. Esso indirizzato ad un


problema centrale ed definito in termini di benefici
sostenibili per i sistemi target. Per ogni progetto sussiste
un unico obiettivo specifico.

Precondizioni Sono le condizioni necessarie che devono essere


soddisfatte affinch il progetto possa avere inizio.

Presupposti Sono le condizioni esterne al progetto che devono essere


soddisfatte affinch le attivit possano essere
implementate, ed i risultati attesi e gli obiettivi raggiunti.

Progetto Una serie di attivit finalizzate al raggiungimento di obiettivi


in un tempo limitato e prestabilito.

Quality factor Criteri che devono essere presi in considerazione durante


la progettazione di un intervento perch hanno un forte
impatto sulla sua sostenibilit. Essi sono principalmente:
lownership da parte dei beneficiari, le politiche di supporto,
fattori economici e finanziari, caratteristiche socio culturali,
questioni di genere, tecnologia appropriata, aspetti
ambientali, capacit istituzionale e di gestione.

Rilevanza Caratteristica dalla quale un progetto non pu prescindere.


Definisce lappropriatezza degli obiettivi del progetto
rispetto ai problemi reali che lo stesso intende affrontare,
rispetto ai bisogni ed alle priorit dei gruppi target e dei
beneficiari, e rispetto al contesto ambientale e politico di
implementazione.

Rischi Sono i fattori esterni che devono essere presi in

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considerazione per la formulazione dei presupposti, in
quanto potrebbero influenzare la realizzazione del progetto.

Risultati attesi Sono il prodotto della realizzazione delle attivit.


Definiscono i risultati (ed i benefici per i gruppi target) che
necessario ottenere, nel breve periodo, per raggiungere
lobiettivo specifico.

Sistema Un sistema aperto un insieme di oggetti e di relazioni tra


gli oggetti ed i loro attributi dove ogni parte in rapporto
tale con le parti che lo costituiscono che qualunque
cambiamento in una parte causa un cambiamento in tutte le
parti del suo sistema.

Sistemica Con il termine Sistemica si fa riferimento ad un'estensione


concettuale, metodologica e culturale, della Teoria Generale
dei Sistemi. Si riferisce in sostanza ai concetti, principi,
applicazioni e metodi basati sul concetto di sistema,
propriet sistemiche, interazione, auto-organizzazione ed
emergenza con riferimento alla scienza della complessit.

Stakeholders Sono tutti quei sistemi che possono avere una relazione
con il progetto (che possono quindi influenzarlo o essere da
esso influenzati).

Sostenibilit Caratteristica dalla quale un progetto non pu prescindere.


Definisce le probabilit che i benefici ed i risultati ottenuti
possano essere mantenuti nel lungo periodo anche dopo il
termine del progetto.

Swot analisi Analisi dei punti di forza, debolezza, delle opportunit e dei
rischi di unorganizzazione. Pu essere utile in qualsiasi
fase del ciclo del progetto.

Target Sono i sistemi che beneficiano del progetto nel breve


periodo ed ai quali sono indirizzati i risultati attesi.

Teoria generale dei sistemi La teoria dei sistemi, pi propriamente teoria del sistema
generale (definizione originale di Bertalanffy) detta anche
teoria generale dei sistemi e ancora generalizzata in
sistemica (systemics), un'area di studi interdisciplinari
che si occupa della costituzione e delle propriet di un
sistema in quanto tale. Essa fu fondata da Ludwig von
Bertalanffy (Von Bertalanffy, 1968).

Workplan Catalogazione delle attivit e delle risorse necessarie per


raggiungere i risultati attesi e gli obiettivi.

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BIBLIOGRAFIA

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Bertalanffy Ludwig von, General System theory: Foundations, Development,


Applications, New York1968 (paperback, revised edition).

Fish Richard, Watzlawick Paul, Weakland John H., Change, Casa Editrice
Astrolabio, Roma 1974.

Helmick Beavin Janet, Jackson Don D., Watzlawick Paul, Pragmatica della
comunicazione umana, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1971.

Kristof Nicholas e Wudunn Sherley, Met del Cielo, ed. Corbaccio, Milano 2010.

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operation Office, March 2001.

Project Cycle Management Guidelines, EuropeAid Co-operation Office, March 2004.

Project Cycle Management Handbook, EuropeAid Co-operation Office, February


2001.

Todaro Michal P., Smith Stephen C., Economic Development, ninth edition, Pearson,
Harlow 2006.

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