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LA SCIENZA

DELLA LEGISLAZIONE.

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LA SCIENZA

VOLUME PRIMO.

FIRENZE.
FELICE LE MONNIER.
\

86 4

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INTOIWO

TEMPI ED AGLI STUDI

Al

DI GAIlTiiilO Fir AM bIKIU.


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I,

Chi volesse fare


troverebbe,

di pari

la storia degli scrittori politici, si

passo, condotto a fare

societ; perch in essa


tori

ed essa

il

form

si

il

si

la storia della

mento

degli scrit-

soggetto intorno a cui versa tutta

scienza politica. La societ

nuamente,

la

si

la

svolge e modifica conti-

presenta sotto aspetti

sempre nuovi; onde

mille sistemi nascono, non solo perch le opinioni e

pensare degli autori

mutano

si

ch muta continuamente f indole e

forma

materia

la

e,

quasi direi,

Ne l medio evo, una


anche

Tutto

possibile.

tore o

si

la

ma
la

ancora pi per-

natura di ci che

sostanza della scienza.

teorica della societ non era

riduceva a sapere, se lImpera-

Papa doveva avere quel dominio universale

il

mondo, che ambedue agognavano. E cosi si perdeva


tempo a formare dei grandiosi disegni, in cui si voleva che uno solo governasse tutti quanti i popoli della
terra, perch un Dio solo governa il mondo. In questo
modo, si vagava in cerca dun ideale elio non era suggerito n dalla ragione n dalla esperienza ma da una
del
il

specie di

dommi che

nevano.

Il

per tutto ;

la

la

societ divenne teocratica

ridusse a scolastica.
politica,

Chiesa o le ^adizioni antiche impo-

papato riusc, per un tempo, a trionfare quasi

quando

la

Come

la

filosofia si

poteva sorgere una scienza

comunanza

civile

non aveva ancora

coscienza della sua indipendenza, della sua personalit?


Filanttri.

I.

I.NTORNO AI TEMPI EU AGLI STUDI

!!

|T'V

!/

La

jjjfrn

|#

ca, la societ civile si ribella

non

si

pi

.contenta

XV

secolo

politica incomincia nel

Machiavelli. La ragione scuote allora

contro

teocrazia,

la

sillogismi

d infilare

con Niccol

giogo della

il

scolasti-

la

scienza

per esporre

verit date e ricevute senza esame. Si comincia a do-

mandar
non

sia

studio

ragione di tuito

la

provato, ed

uomo

dell'

non

11

nulla che

accetta

si

Machiavelli fonda

il

e sulla storia.

la politica

sullo

suo ingegno pratico

e positivo non soccupa pi di creare teoriche e sistemi

che restano in aria; raccoglie, invece,

fatti

ed osser-

vazioni provate dalla storia e dalla esperienza.

Ma questa

scienza, ora per

prima volta risorta dopo

la

Aristotele, si

risente anchessa delle condizioni dei tempi in cui nata.


Il

medio evo,

duto altro che

la

in

tutta

mano

di

la

Dio.

storia,

Gl

non aveva ve-

imperi cadono e

glimperi sorgono, esso diceva, perch


tana o avvicina

Non

o disvuole.
la

civilt

Iddio

eroi, le

allon-

societ, le

vi sono che

la

due

civilt

cattolica; lutto

secolo

Il

XV,

il

nel

mondo,

resto tene-

invece, volle vedere

una fede eccessiva nelle proprie forze. La poesia,

pittura

le

rattere, cui

ed

gli

solamente luomo; perch esso aveva acqui-

nella storia

la

mano;

sua

ebraica e

bre o illusione.

stata

la

appariscono o spariscono, perch Iddio vuole

istituziori

scienze e

le lettere

Tedeschi dettero

nome

pigliarono quel
di

umanismo.

Romani vennero *in grande onore,

spesso preferiti

Leggendo

le

ai Cristiani,

Storie o

non che

ca-

Greci

e furono assai

agli antichi

Discorsi del Machiavelli,

si

Ebrei.
trova

che, per lutto, alla Provvidenza vien sostituito luomo.

d un soldato romano promuove le irruzioni


barbariche il capriccio d un pffpa d origine alle cro-

La gelosia

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UI

aiate;

GAETANO FILANGIERI.

Ili

religioni, glimperi, le repubbliche furono e

le

debbono essere fondate da un uomo solo. Romolo fece


bene ad ammazzare il fratello Remo, perch a fondare
L autore non solaun imperio bisogna essere soli.
mente pone da ondato la 'mano della Provvidenza; ma
forza delle religioni, delle idee, dei principii,

la

delle istituzioni

la

la

vita

volont impersonale dei popoli

pocoo punto considerala. E cosi la societ diviene per


lui come un corpo morto nelle mani del politico o delt

uomo

di Stato. Essa

non solo priva

duri fide provvi-

ma ha prduto ogni fine e volont e dovere


,
suo proprio. Il politico pu dirigerla dove egli vuole,
alla libert o al dispotismo, tutto
al bene o al male
quistione di mezzi e di abilit. Il bene di certo prefe-

denziale

male;

ribile al
i

mezzi, con

ma

la

politica

occupa solo

quali raggiungere

fine

il

proposto. La scelta di questo fine


I

insegnarvi

ad

essa estranea.

suoi consigli vanno ugualmente a chi vuole distrug-

gere ed a chi vuole fondare una libert

spegnere
giure.

11

il

ma

a chi -vuole

tiranno ed a chi vuole difendersi dalle con-

Machiavelli non d forma di principii generali

a queste sue premesse, che son quasi


i

che voi vi siete

su di esse fonda sempre

le

sempre

sottintese;

sue dottrine, da esse de-

rivano molti degli errori che furono notati nelle sue


opere. Egli arriva alle ultime conseguenze, senza mai
!

indietreggiare, senza spaventarsi


a cercare
e

nei suoi scritti, secondi

ed inutile andare
tini

o scopi segreti

nascosti. Egli si spiega assai chiaro; ci che dice nel

libro del Principe, lo ripete


nelle

Legazioni e

Ed
privata

non solo nei Discorsi,

invero, bisogna pure ricordarsi che


e

la

la

la

morale

pubblica non poterono mai procedere di

pari passo, e che neppure oggi le

che

ma

nelle Lettere Familiari.

norme

di giustizia

coscienza individuale ci afferma indubitabili ed

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li

VI

1NT01UV0 Al XElifi

IV

Eli

AGLI STUDI

sempre da coloro che reggono i


tempo di Niccol Machiavelli la

eterne, sono rispettate


destini dei popoli. Al

differenza era anche maggiore, e le difficolt spesso insuperabili nella pratica.

grandi Stati

formavano

si

dagli

avanzi del medio evo. Uomini che appartenevano a terre


sino allora separate e nemiche, ordini di cittadini che
fra loro

s'odiavano es erano voluti distruggere,

vavano ora

si

tro-

un solo governo. La formazione


una necessit poliiica per la civilt
a riunire quelle membra sparse non

uniti sotto

dei grandi Stati era

ma

del mondot;

era spesso altra via, che lastuzia e

umana

contro

larsi

Machiavelli, perch

il

che volta disgusta, ed

confonde ci che

la

con ci che

la

bile,

il

cipi su cui

cesco
al

suo cinismo qual-

umana rende

malvagit

ragione

la

inevita-

coscienza possono

che

egli

il

ha cercalo

Ma-

prin-

fondava una politica, che per pi di due

si

vedemmo

prevalere in quasi tutta Europa

Ferdinando

di Enrico

il

suo linguaggio^troppo spesso

chiavelli, bisogna ricordarsi

secoli

forza e linganno.

Tuttavia, prima di gridare contro

giustificare.

corti di

la

coscienza ha avuto giusta cagione di ribel-

il

nelle

Cattolico e di Alessandro Borgia,

Vili e Caterina de Medici, di Carlo V,

Fran-

e Carlo IX. Molli degli scrittori che successero

Machiavelli furono suoi seguaci; pi tardi vennero

ma non riuscirono quasi


un fondamento morale alla scienza politica. La
domina universalmente", verso la fine del

alcuni che tentarono spesso,

mai

a dare

dottrina che

secolo XVII, quella del contratto sociale, nel quale


diritto
lo

non ha

schiavo

il

altro

fondamento che

la

volont

popolo oppresso debbono accettare

misera condizione, perch

il

contratto

il

umana:
la loro

sociale

ve

li

obbliga. Se da questa dottrina noi volessimo cavare le

sue ultime conseguenze,

non poca violenza

vedremmo come anch'essa

alla giustizia

ed

alla

fa

morale.

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GAETANO FILANGIERI.

1)1

in.

Ma nel secolo XVIII ogni cosa rapidissimamente musi and formando come una nuova societ ed una
;
nuova scienza, luna aiutando ed accelerando a vicenda
la trasformazione dell altra. La Francia era il centro di
questo gran moto, e dava la sua letteratura, le sue idee
a quasi tutto il continente dEuropa, clic sembrava
trascinare in uno stesso molo politico. Un comune
tava

aveva
medesimi bisogni, e quindi

indirizzo della civilt

le

stesse idee.

in

brani per

baronali,

Le

dove;

ogni

statuti delle

gli

fatto

nascere per tutto

medio evo cadevano

governi

arti

accettavano facilmente

si

istituzioni del

locali,

diritti

mestieri perdevano

monarchia cercava per tutto accentrare ogni cosa nelle sue mani, ed in niun luogo
vera cosi bene riuscita come in Francia. Ivi, ln dai
vita e vigore;

la

tempi di Luigi XI,

era cercato sollevare

il

popolo a

danno dellaristocrazia; e questa politica fu continuata


con cosi uniforme costanza, che tutti quanti i re di
Francia sembravano aver giurato un medesimo pro-

gramma

In questo

politico.

modo,

lendo, uscivano dal popolo,


dallaristocrazia,
di

cittadini

che

colo XVIII era

Si

come

la Francia. In esso

ligenza

la

in

esso

era

fra quelli che,

sa-

scendendo, venivano

chiam terzo stato , e che nel seil corpo e l anima di tutta quanta

erano
s

o,

formato quel nuovo ordine

industria,

accumulavano

attivit e lintel-

nuove ricchezze

pi parte degl impieghi politici o amministrativi

erano venuti nelle sue mani. Perduto lassoluto dominio

quando non sabbandonavano


nell esercito o nella mare avevano, quindi, steso la loro rete dammini-

dei loro feudi,


all'

ozio

rina.

nobili,

pigliavano un posto

a*

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INTORNO

Vi

strazione su tutta

medio
Da un

celo, e cosi
lato

AI

TEMPI ED AGLI STUDI

Francia, per

la

mezzo d impiegati del


come due societ.

erano formate

rottami del feudalismo e delle istituzioni

medio evo ingombravano quasi il suolo di tutta la


da un altro lato la nuova amministrazione,
;

del

Francia

giovane e potente, sostenuta dal re e dal favore del popolo, trovava ad ogni passo nuovi ostacoli, negli avanzi
di quelle istituzioni

esistere.

Quando

popolo pagava
le

che avevano perduta ogni ragione

di

suo feudo,

il

barone governava

il

il

sudava a coltivare gratuitamente


terre del suo signore, e non si lamentava perch il feule tasse,

datario faceva amministrare

dava

la

giustizia, costruiva

strade, ed era agli occhi della moltitudine

le

eguaril

vero

sovrano. Ma quando aveva perduta ogni autorit politica,

per conservare solo


legio di

il

diritto di riscuoter tasse,

non pagarne, lodio contro

ed

il

privi-

tulle le istituzioni

feudali crebbe ogni giorno, e presto divenne irrefrenabile.

IV.

Si

cominci, quindi, a ragionare per tutto sui

e sulla uguaglianza degli

passioni sorgeva

distruggere
dinare

la

il

la

uomini, e

mezzo

in

filosolia del secolo XV11I.

diritti

a queste

Bisognava

feudalismo, bisognava ricostruire e rior-

societ sopra principii pi semplici, e metterla

in

accordo

ci

colla

ragione, colla giustizia, colla

morale.

sembrava che fosse, coll'uguale ardore, desiderato dalla monarchia e dal popolo
lutti volevano
:

riforme,

tutti

volevano distruggere

non che esso era

stato nel

assai vigorosa, che


ciet,

per darle

la

aveva

il

feudalismo. Se

medio evo come una pianta


allacciata tutta

quanta

la

so-

propria forma. La Chiesa, Io Stato,

le associazioni particolari,

il

diritto pubblico e privalo

GAETANO FILANGIERI.

DI

VII

avevano preso una forma feudale. Quindi che, a volerlo davvero tirar fuori della sociel, bisognava smuoverla e sconvolgerla tutta quanta
steso

le

sue radici per

s affretta

va no

che ogni altro,

tutto.

filosofi,

sconvolgimento

tale

re,

il

popolo

il

nuove

cui

le

perch esso aveva

Ad un

fa talmente

ora

e, pi

dottrine erano

in mezzo a questi nuovi bisogni. Esse


un tempo, effetto e cagione del mutamento

nate appunto

erano, ad
sociale che

si

Quando
quando
da

tutti;

avvicinava a gran passi.

terzo stato, nuo vamenuf sorto, diveniva

il

onnipotente, e

pubblica opinione voleva comandare;!

la

privilegi erano odiali, e


allora

la

uguaglianza voluta

aveva finalmente acquistato

societ

coscienza della sua unit e personalit morale; voleva

governare se stessa, mettersi

accordo

in

colla ragione,

Niuno

e chiamarsi responsabile delle proprie azioni.

lerava pi
cosi

pure

arriva a trovare in se stessa una

proprio

operare.

nuovi sistemi
gine

di

un

Era quindi

politici

tale stato

si

morale solo quando

norma e

assai

riscontrasse

come

un comune

indirizzo.

che nei
1

ma

sensismo era

Il

bene inteso

la

serbavano
la

filosofia

loro morale;

loro scrivere era chiaro, preciso, facile, popolare

vano saputo dare

alla letteratura

disinvoltura e sveltezza che

la

imma-

Essi, infatti, sorgevano

di cose.

di quegli scrittori; lutile

regola del

naturale

da ogni parte sotto mille forme diverse;


tutti

tol-

perch siccome lindividuo,

altrui tutela,

sociel diventa persona

la

il

ave-

francese quella nuova

fecero diffondere in tutta

pi in

di essi si vedeva sempre il deuna forma di societ pi semplice,


armonia colla natura delluomo e colla ragione;

vera

la

aveva

il

Europa. In ognuno'
siderio di trovare

ci

viva

convinzione
diritto

che nop

ed

il

dovere

ardente,
di

che luomo

distruggere

lutto

apdava daccordo con questi principii;

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INTIMINO Ai TEMPI EU AGLI sTL'Ut

Vili

vcra

bisogno e

il

a metter daccordo

monarchia

di

verno,

la

speranza di riuscire finalmente

la

politica e la morale. Di repubblica

questa o di quelli* riforma allora

di

poco; perch, nel fondo,


altre basi. Tutti

vano

stato di natura,

voleva unaltra societ sopra

origine.

contratto

a cercare colla fantasia

bisogno

il

una nuova forma

tulli

lo

andare lontano

Men-

di societ.

tre poi v era tanto bisogno djj ibert, e si

pere

sociale,

per lIndia ed anche per

in altri

China; tutto ci accusava

la

11

lammirazione esagerata in alcuni per

Roma, ed

Sparta e per

si

go-

di

parlava

si

pregi e difetti di questa scuola ave-

medesima

la

quella forma

di questa o di

volevano rom-

vincoli, e gli economisti con plauso univer-

lasciate fare
lasciate passare ; non si
sale gridavano
aveva ancora bastante fiducia in s stessi, e si voleva
ogni cosa dal governo, ogni cosa dallo Stato. Si deside:

mano

rava che una

quanta

tutta
s

polente quasi rimpastasse e rifacesse

la societ.

in questa discussione le

erano talmente inebriate, che

zione era

alle porte,

il

ancora. Savvicinava

il

regno

menti

turbine della rivolu-

per ingoiare ogni cosa, e

si

discuteva

del terrore colla

sua man-

naia inSanguinata, e gli scrittori avevano sognato


colo

oro della ragione e della giustizia. Non

ricordati che

la

e da una societ vecchia ne esce


\

seminata

Ca'

il

se-

erano

una nuova, non

di tjori.

via per cui le idee si attuano nei fatti,

V Min

V.

Intanto

queste dottrine

francesi,

straripando, in-

vadevano lEuropa, e venivano per tutto accolte con


si mutava, e per ogni

grandissimo favore. La societ

dove

si

deploravano

simi desiderii

;]

gli

stessi

mali, v erano

mede-

quelle dottrine trovavano perci una

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GAETANO FILANGIERI.

DI

grande fortuna, e

Ira

paesi che

le accolsero vi fu lItalia. Esse

come una mara

IX

prima e pi facilmente

savanzarono tra di noi

crescente; ed appena giunte,

quasi

per incanto sparivano le tradizioni delle vecchie scuole,


gi decadute o che pi non rispondevano ai bisogni dei
tempi, e lutto sembrava rivestire una stessa forma,
le

medesime

teorie, le

stesse parole

particolari

idee e, quasi direi,

Se non che,

tutto.

Secchio e del nuovo

dalla mistura del

zioni

medesime

udivano per

le

in Italia

e dalle condi-

provincia italiana, sera

a ciascuna

formato come un impasto, che doveva lentamente moper fare pi tardi rifiorire

dificarsi

trine nazionali.

Se, infatti, noi gettiamo


tori che

sorgevano allora

ratteri che

li

innanzi lutto glitaliani, generalmente

parlando, non accettano


alle

in

dottrina del sensismo sino

la

sembra che

ultime sue conseguenze

Locke e

tafisica di

colore delle dot-

distinguevano gi dai Francesi, che eran pure

loro maestri.

il

v
uno sguardo a tutti gli scritItalia, vi troveremo due ca-

di Condillac

pi

piglino la

idee filosofiche, che

sono
si

alla

morale e

come una vera

del loro

cuore ripugni

sto si

il

vede pi specialmente negli

per antica tradizione portati

Se non che

ff .

utile

la

medesima

bene

loro

scienza, allora
il

sentimento

ridurre veramente

dovere ad un

le

Quando

dottrina.

alle applicazioni della

direbbe che lindole del loro ingegno o

sensazioni, e

me-

come un metodo

mirabilmente adatto a render chiare e popolari

le

inteso.

idee a

E que-

scrittori napoletani,

alle astrazioni speculative.

qualit riesce in essi qual-

che volta un pregio, e qualche volta un

difetto.

sempre come

in

didee, che toglie

ogni unit

sistema di quei

al

una doppia corrente

filosofi italiani

Noi siamo

mentre

Mancesi, poste le loro premesse, vanno rapidamente


ile

ultime conseguenze. Non sarrestano, non hanno

Ljr"'

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INTORNO

bisogno di ripieghi

TEMPI

AI
il

Da un

forza della logica.

Et)

AGLI STUDI

libro trascina

lettore colla soia

il

altro lato, per, se

sem-

nostri

brano qualche volta contraddirsi, possono sempre

rivol-

gersi a passioni pi nobili, a sentimenti pi temperati.

ci riusciva ad essi di

mente

non piccolo vantaggio,

osserviamo che

se

quale scrivevano,
quelle fra cui

trovavano

si

-yLa Francia
medio evo
forme s erano

falle;

in cui le difficolt

ma

come

sera

la

esaltali

punto. Le condizioni
piccoli Stati

feudalismo
ri-

pure giunti ad un punto,


lato,

non

si

rivoluzione. Quindi gli scrit-

ed allontanati dalla realt; non


altro, che ad

un ideale da

dell'abisso che stava per aprirsi sotto ai

al di l

loro piedi, e di cui non

il

gravissime, sorte da ogni

vedevano n accennavano ad
trovarsi

Francesi.

era profondamente radicato. Molte

potevano superare senza


tori serano

uguali a

tutto

in

era una gran nazione, dove

nel

special-

condizioni del paese pel

le

non erano poi

sembrava che

d' Italia

si

preoccupassero

erano, invece, assai diverse.

presentavano minori

difficolt, e le tra-

dizioni repubblicane, che in molle parli

avevano

lasciato

una maggiore uguaglianza civile e minori privi


agevolavano la via alle riforme. A ci s aggiungev
fortuna di principi riformatori e di buona

cora

la

onde

gli scrittori

che nascevano fra queste condizio

cose, accettando dalla Francia


generali,

le

teoriche ed

dovevano venire immediatamente

prim

alle ap,

zioni pratiche, e scriver principalmente per esse.

incominciava

>

la

parte nuova ed originale dei loro se

e quella maggiore temperanza dopinioni e d idee,


non sempre andava d accordo con le loro teorie,
vava non poco a rendere pi accettabili le loro proposte.
In mezzo al gran turbino didee, che aveva invaso luti
gli

animi,

essi dettero

pratico, che

prova mirabile di quel

abbond sempre

negli scrittori politici

DI
liani

GAETANO FILANGIERI.

un ardente desiderio

del

bene,

XI

uno

oabile a cercare di rendere gli

uomini pi

Cosi merilarono

rara

buoni.
d

avere rinnovato
pi

dei nostri

la

paesi

recenti

nei

e pi

speculare su

vollero

dell Italia

felici

invidiabile

vissero. Alcuni

quali

storici

sarebbe stato

quello che

gloria

zelo istan-

se la rivoluzione

francese non fosse venula ad invadere e travolgere ogni

non

cosa,

affrettare,

riforme.

interrotto,

avesse

per

noi, lasciando da un laLo queste

mente

zioni sopra eventi possibili solo nella

possiamo certamente. affermare che


del secolo XVIII
cesi,

come

malo;

non

di

dei filosofi,

nei filosofi italiani

da moULstranieri viene ingiustamente affor-

le

debbono quelle sapientissime

Maria

quali

Carlo IH rinnovarono

regno

specula-

tutto copiato o imitalo dai Fran-

e che~a3* essi si

forme, con

troppo

volerlo

pacifico sviluppo delle nostre pi temperate

il

Ma

la

Lombardia,

la

Toscana ed

il

Napoli, fra le benedizioni dei loro sudditi e

lammirazione dellEuropa

civile.

Quindi che

co-

noscere bene questi scrittori non basta esaminare


molte idee che presero dalla Francia, da cui anche
stile e la

ri-

Teresa, Pietro Leopoldo e

lingua son quasi sempre imitati;

ancora considerare ciascuno di essi

ma

le
lo

bisogna

nelle condizioni della

provincia in cui visse e per cui lavor, se

si

vuol

ri-

trovare ci che veramente ha di proprio e di origiuale.

Quesleconsiderazioni
e perch la scuola dei

gran

nome

il

ci

nuovi

faranno vedere ancora,


filosofi, fra cui

come

acquist

si

Filangieri, fosse in Napoli pi fiorente che

altrove, cosa che potrebbe apparire strana ed inesplicabile a chi ricorda le

misere condizioni

in cui sera tro-

vato quel paese. Devastato per due secoli dal dominio

'

INTORNO

XII

TEMPI ED AGLI STUDI

AI

volevano solo cavarne

di padroni stranieri e lontani, che

danari, erano in esso


a segno, che

mal

si

sato rapidamente d

esse aveva portato

accumulate

miseria ed

la

il

disordine cresciuti

potrebbero descrivere a parole. Pas-

una

in unaltra dinastia,

nuove leggi

alle antiche. In

nuove

modo

ognuna

di

che serano

tasse,

che nel secolo XVII

vi-

fra di noi contemporaneamente la legislazione


romana, longobarda, normanna, angioina, sveva, ara-

gevano

gonese, spagnuola, canonica e tedesca, oltre

le

consue-

tudini locali. V erano tasse sulle industrie, le vesti, le

persone,

piaceri,

il

vivere, ogni cosa;

ma,

disposte

modo, che si vedevano comuni ricchissimi pagar


meno d altri poveri d ogni cosa. E trovandosi per tutto

per

esenzioni feudali ed ecclesiastiche, ne seguiva che

polo era eccessivamente gravato, ed

pi sopperire

Ed

alle

po-

spese dello Stalo.

invero, a Napoli,

fin dal

tempo

dei

serano cominciali a radicare profonda mente


abusi ecclesiastici e feudali,

vilegi, gli

il

non poteva

fisco

il

Normanni,
tutti

pri-

quali perci vi si

trovavano ora pi generali e pi radicati che altrove. La


Chiesa ricchissima era fra noi esente dalle imposte , go-

deva esenzioni

vavano

locali

reali e personali.

orti, nei forni

sestendevano, non solo


alle

serve,

immunit personali

grandissimo numero dei preti

al

squadre dei vescovi ,

ai servi, alle

preti.

malfattori tro-

che erano a contatto colle chiese. La cu-

ria ecclesiastica era onnipotente, e le

ma

asilo nelle chiese e conventi, nelle case, negli

alle

agli esattori delle

donne che coabitavano con

nella sola provincia di Napoli, fra quattro

lioni dabitanti, si

decime
i

mi-

contavano 112,000 preti, che erano

padroni di circa due terzi deUintera provincia. Le terre


feudali erano

baronale,

al

pure esenti da quasi

tutte le tasse; la curia

pari della ecclesiastica, voleva

scere le sue giurisdizioni

; i

sempre

cre-

nobili e le persone tenute vi-

DI

GAETANO FILANGIERI.

XIII

vere nobilmente, cio senza professione, andavano libero


Se poi

alle tasse personali.

ra

2,705

le

si

considera

nel 1734,

clic

regno, sole 50 non erano feudali, e

citt del

he in questi feudi

vassalli

vivevano come selvaggi;

comprender quanto fosse infelice la condizione


Lo storico Galanti, viaggiando le province,
narrava fatti che a lui stesso parevano incredibili. Nel
feudo di San Gennaro di Palma, a poche miglia da Naallora si

di quel paese.

poli, trov abitare nelle case solo


il

ministri del barone;

resto, 200,000 uomini, stavano

o nelle grotte

gliai,

sotto graticci e pa-

bestie.

vicer spagnuoli, governando

vano venduto quasi


duto

come

titoli,

essendo

la

il

a questi

feudali ed

privilegi

lamministrazione, sollevare

mali sarebbe stato ab-

ecclesiastici
il

avevano tentato invano

Dove sera

danno dei
rosa e

nobili ?

numerosa

imitare

Toledo,

di

la

Una

come

lin-

vicer

politica dei re di

distrutta lindustria,

ogni professine libera,

riordinare

popolo, ridestare

dustria; ma, fino dai tempi di Pietro

Francia.

il

popolo sapevano a quale partito pi ap-

Unico rimedio

pigliarsi.

avevano ven-

impieghi, magistrature, ogni cosa, fino a che,

miseria di privata divenuta pubblica, n

governo, n
battere

giornata, ave-

alla

tutte le citt in feudo;

il

sollevare

sola professione

commercio,
popolo

il

era sorta vigo-

dal disordine stesso del paese, e questa

era quella degli avvocati. Fra quella moltitudine di leggi


le

liti

eterne,
glia, se

moltiplicavano
si

molliplicit delle leggi

alcune

allinfinito;

trasmettevano

in eredit

ne parlava per lutto

il

di

sunivano

le

divenivano

famiglia in fami-

regno.

E quando

contese fra

rie diverse, allora si richiedeva a discuterle

conoscenza del diritto canonico,

feudale,

bisognava del pari essere abile ed accorto

le

alla

cu-

una vasta

romano

ec.;

nella interpe-

trazione storica, c nel paragone delle leggi. Quella proFilangeri.

I.

INTORNO AI TEMPI ED AGLI STUDI

XIV

fesslone

per

era

sola

la

che offerisse

grossi gua-

dagni, e desso qualche considerazione; quindi

\
\

ingegni e pi ambiziosi

intraprendevano.

la

volsero allora a proteggere

zo a frenare
Chiesa.

Fu

la

avvocati,

vicer

come unico mez

alterigia dei baroni, e le pretensioni della

professione dei curiali dichiarata nobile;

loro furono dati

Fro vennero

gli

miglior

gli

impieghi; lautorit e

dignit del

la

governo con ogni mezzo protette.


medio ceto, il quale altrove
il

dal

cos ne seguiva che

sera formato di tutte quante le professioni libere, in


Napoli

si

compose unicamente

avvocali. Essi creb-

di

bero e moltiplicarono a dismisura; furono superbi,


avidi

loquaci e riottosi

acume ed una

ma

pure acquistarono un

pratica maravigliosa nell interpetrare e

conoscere linfinito numero di legislazioni che avevano


vigore nel regno. In sul principio, fu un semplice empi-

rismo

uomini

nati e

consumali

fra le liti;

cuni di pi eletto ingegno sollevarono


quell

empirismo, e sorse

in Napoli

ma

poi al-

di

scienza

grado

una scuola

di valenti

giurisperiti, che va posta fra le pochissime glorie che

illustrarono

paese sotto

il

dominio vice-reale.
decimo settimo, di fatto, ven-

il

In sulla fine del secolo

nero

in Napoli alla luce vaste

trattati, nei quali gi

a fiorire;

ma

compilazioni di leggi, lunghi

cominciava

rito d

Si

la

uomo

di

chissimo,

dottrina

dei

per

la

raccoglievano

ancora non

Andrea

il

idea di sollevare a

curiali

molto ingegno e

ma

ma

deve a Francesco

aver concepito

gnit

interpetrazione storica

che ingegno

preziosi materiali alla scienza,

minciavano.

la

erano lavori che dimostravano piuttosto

pazienza e perseveranza

la

piil

alla di-

napoletani. Egli era

di vasta dottrina

co-

raro me-

un

scrisse po-

fermezza e bont del suo carattere

acquist tanta autorit nel Fro e nella magistratura,

cilene fu

come

il

centro. Eolia sua parola, coi suoi in-

DI

GAETANO FILANGIERI.

XV

coraggiamenti sollev a pi nobile ambizione

animo

dei cariali; e cosi incominci fra di essi una gara di

ed una vita scientifica che

studi

non vera

da

stata

gran tempo. Se nonch, fu raggiunto un fine diverso da


quello che egli
la

era proposto. Alla sua morte

scienza disertava rapidamente

il

le liti

guadagni

vide che

Fro, per salire nelle

amavano

cattedre della Universit. Coloro che

abbandonavano

si

il

vero,

della curia, nella quale

restavano solo quelli in cui poteva pi lamore delloro.

E cosi si formava una nobile scuola di veri scienziati;


ma tribunali ricadevano nel vecchio empirismo.
i

Sono molti

nomi

di cui

terarii di quella scuola.

illustrano gli annali let-

Marciano, Aulisio, Capasso e

moltissimi altri dimostrarono ingegno c vasta dottrina;

ma

fermeremo

a ricordarne tre, che bastereb-

soli alla gloria di

un paese. Giovan Vincenzo Gra-

noi ci

bero

vina, nella sua opera sulle Origini del Diritto, port

inlerpetrazione storica della scuola napoletana

alla

la

sua

maggior perfezione. Egli seppe raccogliere con ordine,


precisione e chiarezza, tutte quante le conoscenze che si

avevano

allora

sul

romano;

diritto

e indovinando

nesso delle varie parli, riempiendo qualche volta

cune, pot ricostruirne linsieme, in


stific
gli

pienamente appresso

dettero

il

le la-

che giu-

fama che

quella

suoi contemporanei. Se alcuni avevano,

come Domenico
ritto

ai posteri

modo

Aulisio, unito alle conoscenze del di-

e delle antichit greco-romane lo studio ancora

delle cose

orientali; ed altri erano,

passo, valenti nella conoscenza dei

come

del diritto canonico e di tutta

siastica;

il

perch

alla

nome

di Pietro

INiccol Ca-

Santi Padri,

Goncilii,

la

dei

storia eccle-

Giannone divenne

illustre,

conoscenza del diritto romano, canonico e

feudale uni quella ancora del diritto municipale, e con

raro ingegno, dette

al

mondo

il

primo saggio

jjf

una

sto-

^-Oigitized by

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INTORNO

XV!

AI

ria civile. Egli si fece

TEMPI KD AGLI STUDI

anche ardito sostenitore dei

dello Stalo contro le pretensioni della Chiesa

diritti

e cos, alla

vasi ita della dottrina essendosi unite le ingiuste persecu-

zioni dei preti, la sua

fama divenne cara agli amici della


mezzo a questi studi fra tali

scienza e della libert. In

,/

uomini risplendeva duna luce ancora pi viva lingegno


immortale di Giovan Ballista Vico. Immerso nello studio del diritto, ne cerc il fondamento unico ed eterno;
meditando

giurisprudenza romana, scoperse che

sulla

una legge costante

la

faceva percorrere per tre et

di-

verse; ed allora, -allargandosi a ricercare quella mede-

sima legge

in tutti gli

elementi di cui costituita lumana

societ, creava la Scienza

Nuova.

Si disse che Vico era

un ingegno solitario, che non aveva avuto alcun raptutti si volgevano al materialismo. Ma questo un errore nato dall esser generalmente poco o punto conosciuta la storia degli studi, che

stato
5

porto col suo tempo, in cui gi

allora fiorivano a Napoli. Mutati colla rivoluzione fran-

cese

costumi e

la

societ, distrutte le leggi sino allora

vigenti, cessarono ad

nascere

fatto

la

un tempo

le

cagioni che avevano

scuola dei nostri giuristi,

utile pratico

che poteva derivare dalla lettura delle loro opere, e


quindi ogni desiderio di conoscere quelli che, fra di

erano

essi,

stali

minori ingegni. 'tosi avvenne che so-

pravvisse quasi unicamente

la

fama dei pi

furono appunto Gravina, Giannone e Vico,

vero a molti come una pleiade

illustri,
i

mentre s era in essi concentrala la luce


una moltitudine di minori pianeti. E cos ancora

nosi

che come

ultima parola,

la sintesi di tutta la

fu chiamato ingegno solitario.

che

quali par-

isolala di tre astri lumi-

7^

<

di tutta
il

Vico,

scuola,

DI

GAETANO FILANGIERI.

Si

XVII

vii.

nuove idee arrivavano in Napoli insieme


con una nuova dinastia. Disputato il reame tra le due
case dAustria e di Spagna, venne finalmente per la fortuna delle armi sotto il dominio diretto di Carlo III
di Borbone. Un principe nuovo, giovane, ambizioso,
che fondava un regno indipendente, si trovava trasciIntanto le

riforme dalle necessit stesse del suo governo.

nalo

alle

Egli

aveva bisogno

ristorare

di

la

finanza, ordinare

E amministrazione, creare un esercito ed unarmata


di mare. Tutti aspettavano da lui grandi cose, egli
aveva capito le necessit nuove dei tempi; e gi fra
gli sfoggiati

vedeva

la

uniformi

de suoi

generali e cortigiani

si

modesta, il vestire e il
Bernardo Tanucci, stalo profes-

figura semplice e

portamento rimesso

di

sore di Diritto a Pisa

ora auditore militare. Egli ve-

niva di Toscana, tutto pieno delle dottrine che avevano


apparecchiato le riforme leopoldine, ed era destinato a

sedere nei consigli della corona, per molli anni primo

ministro, ed iniziatore
nel

nuovo regno.
Ed infatti, subito

si

principalissimo delle riforme

mano

pose

all

opera.

Il

primo

pensiero fu di formare addirittura un nuovo codice,


che. si volle chiamar Codice

Carolino.

Ma dopo molto

discutere e tentare, bisogn abbandonare


lavoro, e procedere,

invece,

accrebbe, in luogo di scemare,

pose mano

mento

alle

alla
il

il

cominciato

spicciolata;

numero

il

che

delle leggi. Si

con qualche altro muta-

leggi penali,

parziale e secondario, lasciando la tortura,

il

processo inquisitorio, larbitrio dei magistrati. Quindi

ne risult pi male che bene.


del secolo, si

delitti che, nel principio

numeravano a 150 lanno,

e parevano molti,
b*

Digitized

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INTORNO

XVIII

TEMPI EU AGLI STUDI

AI

salirono dun tratto a 1000;


gli

i ladri
ascesero a 30,000;
avvelenamenti moltiplicarono per modo, che fu ne-

cessario creare

un nuovo magistrato,

dei veleni. Appena


titudine,

essa

eccesso. Tuttavia

allentava

credeva

si

re ed

il

il

il

vedevano che

duceva a stringersi pi uniti intorno


i

onde

essi

buoni,

al

le

quali,

grandi difficolt

applaudivano vivamente

cat-

con-

unendo

conoscenza del paese

la

deli-

il

li

governo. Erano

seguaci delle nuove dottrine,

desiderio delle riforme

sue leggi, vedevano

ad ogni

nuovo ministro erano

tivo successo, lungi dallo scoraggiare

al

di Giunta

trascorrere

berati a continuare oltre; perch

gi molli

nome

col

freno alloppressa mol-

lecito

dell

al re, e lo

e delle

impresa

aiutavano.

Con il loro aiuto e consiglio si fond un tribunale di


commercio, si fecero molti trattati con lontane potenze;
e si vide subito ravvivato il commercio da un assai
maggior numero di navi che entravano ed uscivano
dal porlo. Quest primo successo fece volgere 1 animo
dei governanti a maggiore impresa, e fu posto mano
ad abbattere coraggiosamente
roni

si

lasciarono

le

privilegi feudali. Ai ba-

ma

loro entrale;

furono revocate

molle giurisdizioni, sottomesse ad appello


dei loro giudici, che furono diminuiti di
nati da leggi.

Fu

indebolito

strumento principale

della

favorite le ragioni dei

il

mero

Si
Il

pose

mano

le

comuni

sulle terre feudali. Molti

portarono lusso e

province pi sollevate.

finalmente

re Carlo portava

della

la

alle

riforme ecclesiastiche.

sua religione fino

alla supersti-

mano

le figure

capanna dijGrjsto, e assai spesso serviva pubbli-

camente
i

e fre-

e misto imperio,

zione; voleva ogni anno modellare di sua


:

sentenze

tirannide baronale; vennero

nobili, invitali dal re nella capitale, ci

danaro, lasciando

le

numero

la

messa

nella chiesa dei

tempi trascinavano

alle

Pellegrini. Tuttavia

riforme, e coi privilegi feudali

Digitized

1)1

GAETANO FILANGIERI.

XIX

dovevano cadere gli ecclesiastici. Si riusc, quindi, a


fare un concordato con Roma, nel quale venivano ristrette quasi tutte le

immunit.

Il

diritto d asilo

dotto alle chiese, e solo per piccoli


possessi furono sottomessi alla

met

fu

nuovi

nascondevano

furon distinte, e definito

ri-

antichi

gli

dei tributi,

allintero; le propriet laiche che si


le ecclesiastiche

falli

tra

lo stato ecclesia-

stico, ristretta la giurisdizione dei vescovi. Nella pratica

poi

cercava ogni mezzo per diminuire

si

curia laica

il

numero

dei

nuovi acquisti, accrescere autorit alla


a danno della ecclesiastica. Per tulle queste

preti, vietare

riforme essendo divenuto indispensabile un catasto, vi


fu posto

mano;

pure

videro subito quasi triplicale

si

e sebbene fosse fatto male ed in fretta,


le

entrate del-

erario.

Per ogni dove

udivano applausi a queste

ri-

forme napoletane. Principi e scrittori stranieri esaltavano il re e suoi ministri; il popolo benediceva il nome
i

di Carlo;

cresceva nel

torijihe avevano

mondo

aiutato

il

la fama di quegli scrij.governo ed illuminato il

popolo. Ed invero fu prova evidentissima che lutto

il

paese era entrato con ardore nella nuova via aperta da


Carlo,

il

vedere che, quando per

le

nuove successioni

di regno egli dovette tornare nella Spagna,

medesima

continu

la

uscito di

minore

anche allora

il

politica.

Tanucci ed

mico

si

della

IV,

regno;

un re, che

dimostr tanto diverso da Carlo, tanto nee de' suoi popoli. Cos nei primi

libert

anni del regno di Ferdinando, furono cacciati


e

il

suoi amici poterono conti-

nuare lopera loro, dominando l'animo


pi tardi

reggenza

la

E quando Ferdinando

et, cominci a governare

Gesuiti,

loro beni incamerati e destinati alla pubblica istru-

zione.

Furono decretate scuole

in

ogni

comune, un

convitto di nobili in ogni provincia e nelle citt princi-

Digitzed

by

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XX

INTORNO

AI

TEMPI EU AGLI STUDI

pali, fu riordinata lUniversit,

pi

eletti di

parve maravigliosa,

allora la prosperit del paese

perch
Carlo,

chiamandovi glingegni

Napoli.

gli effetti delle


si

rendevano

riforme cominciate e condotte da

visibili a tutti.

Fioriva

delle scienze e delle lettere, e quella

data sugli scavi

tempo

erano cominciali. Non appena

illustrate

accademia
fon-

che da poco
scoprivano

si

venivano cosi sapiente-

quelle antichit maravigliose,

mente

nuovamente

Ercolano e Pompei,

da valenti archeologi

che

loro

nomi

furono celebrati in Europa. La tipografia fiorente an-

poneva di continuo
vedevano ammirate oltre

eh essa,
si

lingue.

in luce
1

opere che spesso

Alpi, e tradotte

in

pi

nuova
abbiamo pi

questi scrittori facevano parte di quella

famiglia di filosofi c politici italiani, di cui

sopra accennato. In

tutti

nostri scrittori politici di quel

si trovano i medesimi pregi e difetti; ma a Napoli


dimostr ancora una maggiore forza speculativa, ed

tempo
si

una cognizione pi vasta e solida delle antichit e del


diritto romano. Queste qualit venivano dall indole degl ingegni
e dalle tradizioni non anche spente degli
studi che erano fioriti nel paese; esse aggiunsero gran

pregio agli scrittori, che sorsero tra


tane e
essi,

le

promossero. Ricorderemo

prima

di venire a

L abate Antonio
fisico della

le
i

riforme napole-

nomi

d alcuni di

Gaetano Filangieri.

Genovesi

si

pu chiamare

il

meta-

scuola, che egli rappresenta assai bene per

la variet delle

cognizioni,

bont

la

dell

animo,

la chia-

rezza nella esposizione delle sue idee, e lincertezza del

suo sistema. Quasi materialista

nella filosofia teoretica, i

trasforma in caldo spiritualista, quando viene

alla filosofia

pratica, e specialmente alla morale. Valente in


politica

che insegn a Napoli

questa scienza

istituisse in

economia

prima cattedra che di


Europa. Si volse con grandalla

zed by

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DI

GAETANO FILANGIERI.

XXI

dissidio ardore a rendere popolare quasi ogni parte delle

scienze politiche e morali;

si

fece pubblicamente tempe-

ratoma tenacissimo sostenitore

dei diritti dello Stato con-

questo modo, uno dei pi va-

tro la Chiesa, e fu, in

nuovo progresso

sociale. Il Galiani ebbe


minore dottrina; ma dimostr nei suoi lavori economici
maggiore acume, e un certo brio che rende assai pi
agevole la lettura de suoi scritti. Il Galanti ed il Pagano
son fra quelli, che serbano ancora una maggior parte delle

lidi

sostegni del

vecchie tradizioni della scuola napoletana.


lasciate descritte

Il

primo

le

studi nel regno di Napoli al suo tempo.

Il

Pagano, dot-

idee francesi che aveva

di

riusci di mettere insieme

In

Gaetano Filangieri

vengono

della scuola
la

vero e

Nuova ; onde

molta dottrina;

egli pot

ma

non

tutti

quanti

u
rc>

O^ Ui

'

egli

Lamore

/"

ne
del

patria furono le due grandi passioni della


pi lardi vennero le affezioni domestiche a
brevemente una giovent gi logora e constudio.

La sua biografia

si ristringe,

per-

a Na-

18 d Agosto 1752, era terzogenito duna fami-

glia nobile, che a


il

pregi e difetti

assai chiaramente in luce

ci, quasi tutta nellesame de suoi scritti. Nato


il

un sistema.

pi compiuta personificazione.

sumSl^allo
poli

gli

Ila

suavi^B
<M

nuove

le

pure adottate, contrastavano

lrppdci pri n cip i f d e fi T Scie nz

dare 'prova'"d'ingegno e

po-

scritti

ma

e giuridici continuare lopera del Vico;

forse

ha

condizioni della societ e degli

tissimo nella giurisprudenza, voleva nei suoi


litici

ci

con molla ingenuit, e con ingegnose

ed acute osservazioni

cinque anni pensava gi ad ottenergli

grado dalfiere in un reggimento;

ceva indossar

la

divisa.

Ma

presto

li anni

suoi parenti

si

gli fa-

dovet-

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AGU

INTORNO AI TEMPI ED

XXII

tero accorgere che

geva altrove.

anima

del

STUDI

giovane Filangieri

Studiava, con ardore

la

denza e

pojilica. Essi se

di

pareva che

vol-

si

matematica, e

leggeva avidamente opere di stria,

classici,

di

ne aulissero, perch

loro

continua solitudine, in cui quel giovane

la

ma

sera chiuso, fosse prova di poco sveglialo ingegno;

invece, con

giurispru-

sua precoce intelligenza egli aveva gi

la

intrapreso vaste ed ordinate letture


diosi disegni di opere. Egli stesso

e meditava gran-

sentiva cosi

si

fatta-

mente trasportato da questo entusiasmo, che cercava


frenarlo,

interrompendo

Rousseau con saggi


Demostene, alcuni

dopo

carte

di

lettura

la

solitudine e veniva a caso fra

un discorrere

me,

si

sua morte. Ma quando

la

Montesquieu e

di

traduzioni da Tacilo, Aristotele,

dei quali saggi

gli

trovaron tra

cosi continuo ed ardente di

delluomo,

di diritti

di

le

sue

abbandonava la
uomini, allora trovava
egli

nuove

rifor-

progresso sociale, che era

ricondotto subito ai suoi progetti dopere grandiose.

19

anni sera gi messo a scrivere un Trattato di pubblica e

privata educazione

ed una Morale dei Principi, fon-

dala sulla natura e V ordine sociale. Con pi maturo


consiglio,

da banda.

Filangieri rifuse una parte sola di questi

il

scritti nella
1

Scienza della Legislazione, lasciando

Ma

il

lindirizzo che

preso
I

titolo stesso di
la

educare

il

sua mente e

popolo

mettere d'accordo

al

la politica

morale,

la

la

scienza; illuminare e persuadere

si

opera di rigenerazione sociale

tutta la

s'

la

sociale;

societ e

principi

a que-

era

fine di

tale

il

sua vita.

Intanto
lizia,

resto

avevano

suoi studi

nuovo progresso
e

il

quei lavori dimostra gi

parenti, vista

la

sua avversione

erano decisi dindirizzario

e per lo avviarono prima al Fro.

avvocati, perduta

alla

alla

mi-

magistratura,

Ivi trov che gli

antica dottrina, erano ricaduti nel-

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GAETANO FILANGIERI.

DI
1

empirismo, e

tenevano fuori

si

rente che trascinava tutti

plaudivano

alle

riforme

al

miglioramento

toccati

levavano
li

le liti

al cielo

ma

invece, cre-

se,

scemati

loro privilegi o

allora

verno

sociale. Ap-

solamente quando credevano

che ne venissero moltiplicate

devano

XXIII

nuova cor-

della

guadagni,

importuni clamori; onde

il

go-,

chiam, qualche volta, perfino nei pubblici bandi,)

cavillosi, ignoranti, scostumati.

volle

caso che

il

ap--

punto quando il Filangieri cominci a frequentare il Fro!,


una nuova legge sollev grandi clamori. Era nella nostra
magistratura invalso

uso di pubblicar

le

sentenze senza

ragionarle, e dar forza di legge anche alle opinioni dei


dottori.

giudici

essendo sicuri

di

esprimevano

si

in

forma doracoli, ed

non poter pronunziare alcuna sentenza,

fosse pure stranissima, che non trovasse appiglio nell'autorit di qualche dottore, decidevano ad arbitrio. Per

mettere un argine a questo disordine, fece

ministro

il

Tanucci, nel 1774, pubblicare una legge che ordinava


ai

giudici di

ragionare

le

sentenze,

sullespressa autorit delle leggi, in

toccasse

decidere

rono altamente

al

sovrano.

offesi,

dissero

fondarle

di

mancanza

dichiara-

calpestata la

indipen-

denza e dignit loro# volevano dimettersi; e


vocati, facendo con essi causa
citt di laraenii.

Il

solo

delle quali

si

magistrati

gli

comune, empivano

avla

Filangieri fu sdegnato di questa op-

posizione contro una legge tanto savia e giusta; onde,

sebbene avesse

soli

22 anni, pure dette

opuscolo in difesa del governo, col

alla

titolo:

luce

un

Riflessioni

politiche sull' ultima legge del sovrano.

Verso suoi avversava fece uso di tutta quella temperanza che era richiesta dalla sua et; ma pure espresse
i

con forza e franchezza

le

sue ragioni. Dove

la

volont

dei giudici, egli disse, senza freno,

ivi arbitrio;

e dove arbitrio,

giustizia. Port

ivi

non

libert

INTORNO, I TEMPI ED ACLI STUDI

XXIV

lesempio. dei Romani

non permisero mai

vano

dall'

allungar

ragionar

il

durala delle

la

nuova

oppositori della

gli

giudici d allontanarsi dalle

Aggiunse che

leggi stabilite.

lungi

quali, finch restarono liberi,

ai loro

liti,

diminuita. Conoscendosi dal pubblico


s

appoggiavano

le

le

sentenze,

come

pretende-

legge, lavrebbe assai

ragioni su cui

le

scemalo assai

sarebbe

sentenze,

numero di appelli, die allora ingombravano


tribunali. E infatti, messa in vigore la nuova legge,

linfinito
i

tutte

osservazioni del Filangieri

le

ed

stificate,

il

gerato;

ma

spariva un

trovarono giu-

si

suo nome, per questo opuscolo, divenne

assai noto nel paese.

Il

suo

stile

era spesso gonfio ed esa-

parve eloquente, perch

in quelle

pagine

animo sinceramente innamorato del vero

bene. La sua dottrina, per

tra-

e del

giovanile et, era vastissima;

la

e di tanto in tanto lampeggiavano idee che facevano presagire


T
\

uno splendido avvenire

consacro,

egli

diceva,

al

nuovo

solennemente

ci

dunque questa benefica madre


le fo di non vivere che per lei.

scrittore.

Io

alla patria, e

consacro nei primi anni della mia

vita....

mi

mi,

Riceva

il

giuramento che io

E mantenne

la

sua

promessa.

TX.

Nel 1780, quando il Filangieri aveva soli 28 anni,


venivano alla luce i due primi volumi della sua Scienza
della Legislazione
i

in essi egli

opera, e ne esponeva

getto di

un

tale

lavoro

ardua che non sembrava


Il

tutte

il

piano di tutta
il

sog-

parrebbe impresa molto pi

agli scrittori del secolo XVIII.

metodo storico ha frenato

litici;

dava

principii generali. Oggi

ci

assai

voli degli scrittori po-

noi riscontriamo colle severe indagini della storia

quante

le

teorie che

ci

vengono esposte. Non pos-

egli

XXV

GAETANO FILANGIERI.

DI

siamo,

vero, e non potremo mai

far

come

il

fenomeno sfesso di
possiamo vedere
se nella storia del genere umano
fatti confermano o
contrastano alle dottrine che ci vengono insegnate. Quindi

chimico o

fsico

il

che producono

cui vogliono riscontrare

la

legge

il

ma

bisogna procedere assai cauti, e rinunziare

al

sogno

di

Ma il secolo di Filanscienza, come nei fatti. Non

creare a priori sistemi universali.


gieri era pi
v'

audace nella

era scrittore che non credesse di conoscere

della societ, del linguaggio, delle religioni, e

avesse

le

sue teoriche intorno

Pareva che

mondo

il

grande esuberanza

di

governi ed

ai

ringiovanito

fosse

vita; e

societ

la

origine

che non

alla politica.
,

v era

una

umana avendo

nuova coscienza di s, e nuovo ardore nelle


proprie forze, un moto accelerato di eventi politici e
di nuove teorie affaticava lanimo e la mente di tutti.
Montesquieu e Rousseau si possono considerare^
acquistala

come duecapiscuola
i

Il

degli scrittori politici di quel tempo.

primo era un grande ed acuto osservatore, che aveva

mondo c la storia, studiando le istituzioni e


gli uomini come sono, come vengono modificali dai
climi, dal tempo, dalle razze, ec.; ma non sera sollepercorso

il

valo ad un concetto fondamentale unico, non aveva tentato di costruire

un sistema.

che, studiando quel che

le

Egli

neppure aveva visto

societ sono, ne risulta

un

concetto pi generale, e

come un

savviano, c da cui

cava quel che esse dovrebbero

essere.

si

Faceva anzi poco conto

di

ideale verso cui tutte

queste teorie astratte;

che avevano dati;

studiava

le istituzioni

sciava

resto ai filosofi pi ambiziosi di lui.

il

secolo XVIII non

gli

risultati

rese giustizia.

Epper

Cosa importa

lail

a noi,

dicevano allora, lapologi o la spiegazione del feudalismo che noi vogliamo distruggere? Che stima dobbiamo
noi fare d

uno

Filnngeri.

l.

scrittore che

ci

descrive

le

societ esic

INTORNO

\*VI

TEMPI ED AGLI STUDI

AI

che parla, come se un popolo po-

stenti senza giudicarle;

un fine qualunque , la libert


armi e come se tutto si ridu-

tesse ad arbitrio proporsi

il

commercio o

le

cesse a trovare una istituzione per raggiungere questo

Noi vogliamo sapere quel che

fine arbitrario.

deve fare,

come deve

davvero suipnneipii

mo.

E questo era appunto


non

che

condanna quel

societ slata; vuol rifarla su nuovi principii,

la

rimetterla

su nuova base.

tire

la libert di

non

fa

tutti;

il

La

deve garan-

societ

contralto sociale nullo

scopo

questo

raggiungere

non pu rinunziare alla


sua qualit di uomo. La

libert

perch

del popolo

deve governare;

la

se

uomo

senza rinunziare

alla

oramai uscita

mi-

societ

noranza, divenuta padrona di s stessa;

il

fonda

rivolu-

lo scrittore della

occupa del passato

si

indirizzo preso dal Rous-

l'

seau, che per fu chiamato


zione. Egli'

la societ

essere ordinala quella che

della ragione e sui diritti dell'uo-

la

di

volont

maggioranza popolare

sovrano legittimo ed inappellabile. Questi son

solo

principii dettati dalla ragione, fondali sulla natura del-

luomo;

sono veri

essi

dicono quello che

ci

la

in ogni

tempo ed

in ogni luogo,

societ deve essere,

sempre e

per tutto.

Ma

fra ci

che

la

societ e ci che

deve essere,

pure quel che essa pu essere. Di questo specialmente


s'occupavano allora gli scrittori italiani, e pi di tutti
il

Filangieri.

ma

Il

suo scopo non era scientifico solamente,

pratico ancora

perch

voleva migliorare

egli

societ in cui viveva. Quindi incomincia

fdirci,

come

soluta, o

le leggi e le istituzioni

sia

razionale; ed

dipende dalle

mente

fa

il

la

suo libro col

hanno una bont

as-

indipendente dai tempi e dai luoghi, tutta

una bont che egli chiama relativa, perch


condizionijnjmi nata. E qui assai abil-

vedere come

climi,

governi,

le

razze,

GAETANO FILANGIERI.

01

tempi modificano

compreso che

Filangieri abbia

il

codici,

nascono, fioriscono e decadono. Parrebbe quasi

egli dice,

che

XX\ll

valore relativo delle leggi.

il

le leggi,

vente, che

si

tutte le istituzioni,

come un organismo

intera

societ

la

svolge e tende continuamente verso

vi-

suo

il

Sembra volerci dire che la bont relativa delle


cammina verso la bont assoluta, senza mai rag-

ideale.

leggi

giungerla; e che

concetto di ci che

il

pu

societ

la

mdo

essere, e del
risulta dall

avere

possiamo migliorarla,

in cui noi

tempo

stesso

nello

chiara

un idea

e generale della societ, e dello sviluppo storico e reale


di essa.

Ma , ad un

come

/bont assoluta delle leggi,


vi fosse alcun rapporto.

perizia

gli

abusi

bont relativa

tratto, egli salta dalla

se fra luna e laltra

Dopo averci

descritti

alla

non

con molla

ingiustizie e le contraddizioni dei

le

passati tempi, spiegandoli colle condizioni della civilt in

cui nacquero egli viene poi a dirci


;

Noi siamo adesso in

iun era novella, in cui deve attuarsi

la

bont assoluta

debbono scomparire affatto. Ma


potrebbe chiedere: Come siamo dun tratto

delle leggi, e gli abusi

qui

gli

si

Come

usciti fuori della storia ?

vere nel secolo doro?

gno

di

provare

a noi soli toccher vi-

Filangieri

Il

non sente

sua asserzione; lafferma

la

fatto indisputabile.

Che oggi,

come

filosofo a sostenere,

gi fece

egli
il

dice,

il

biso-

come un
venga un

Machiavelli, che

principi possono mentire, ingannare, tradire; e

la

pub-

il compenso che meOra la politica e la morale, la societ e la ragione


debbono metter daccordo. Chi non vede che tutti

blica indignazione gli dar certo


rita.

si

vogliono distruggere

desiderano

le stesse

drona del mondo,

filosofi

giustizia trionfan per tutto.

dosi

al

abusi? Principi e popoli

gli antichi

riforme;

suo entusiasmo,

il

la

la

pubblica opinione pa-

guidano,

Ed

allora

la
,

ragione e

la

abbandonan-

Filangieri volge enfatiche pe-

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intorno

xxviu

ai

TKMPt ed agli sturi

rorazioni ai principi ed ai popoli. Queste beate illusioni

erano

la

fede del secolo XVIII, e questa fede fece cosi

rapidamente progredire quel secolo.

immaginarsi come con

facile

possibile

comprendere

vita ed

la

il

idee

tali

non era

valore delle istitu-

hanno per Filangieri una bont


relativa, e allora bisogna mutarle; o hanno una bont
assoluta, e allora sono perfette. Quando egli si pone a
meditare sulla costituzione inglese, che il Montesquieu
aveva cos mirabilmente esaminata, si spaventa del

zioni

sociali; esse o

feudalismo ancora vigoroso, delle mille condraddizioni


che vede, degli opposti poteri che

si

Inghilterra prossima ad

equilibrano; e

una rivoluzione.

grida che

l'

Non vede

quel potente spirito nazionale che d vita

alle

istituzioni, le crea e le ricrea continuamente, c le

pone
armonia fra loro, svolgendole. Anzi a lui sembra un
grave scandalo, appunto questo, che la costituzione inglese
in

non

immutabile; quel continuo sconvolgersi e cre-

sia

scere,

gli

pare che debba fra poco precipitare

terra in un abisso. Leva

la

Inghil-

voce altissima per annun-

ziare questi futuri mali ai popoli della Gran Bretagna;

non savvede che l' Italia e la Francia son vicine ad


una rivoluzione, ben pi reale e terribile di quella
che egli annunzia, una rivoluzione da cui, invece, solo
c

Inghilterra sapr salvarsi.

tutti questi scrittori del secolo

singolare

desiderano e

affrettano

avvenire pacificamente.

Il

il

vedere

come

XVIII sono vicini ad una

generale trasformazione della societ;

annunziano,

la

eppure credono che ci possa


terreno gi sapre sotto ai loro

piedi, ed essi credono ancora dormire sopra

un

letto

di rose.

XFilaflgieri per era alquanto scusabile, perch in


Italia,

e a Napoli specialmente, era gi cominciala e pro-

cdeva rapida e tranquilla quella trasformazione sociale

DI GAETA.NO FILANGIERI.

che

\V

ti

va
il

XXIX

vagheggiava. Il governo deve pigliare


tutto; un principe buono, consigliato dai

egli
di

migliore dei governi possibili

questo

e desiderava, e questo sembrava che

il

liniziafilosofi,

egli

'

diceva

regno di Napoli

avesse gi ollenulo. Ma qui una nuova sorgente di


molti e gravissimi errori in tutta

la

Scienza della Legi-

La teorica che il governo dun solo sia migliore


quando il principe buono, una teorica antica, ma falsissima. Lasciando da un lato, che non possibile trovare un uomo che sia capace di raccogliere in
slazione.

'di tutti,

s tutta quanta

prenda

tutti

la

vita

duna libera nazione, e che .com-

bisogn i diin popololi soddisfi tutti, e

1 movimenti e mutamenti delia vita naquando pure quest uomo si trovasse, l affidare

segua sempre
zionale;

\elle sue mani tutto

un chiudere

la

il

governo

una societ, sarebbe

strada ad ogni progresso

un avviare

il

popolo ad una decadenza inevitabile. Vi sono, 6 vero,


dei tempi in cui
lutare, perch

il

dispotismo 6 necessario ed anche sa-

pu salvare dallanarchia; vi sono dei


il seco lo XV III chiamava prin-

tempi, nei quali quelli che

possono iniziare

cipi illuminati,

gimento d'una nazione, e


zioni in cui

si

trovava allora

il

progresso e

erano appunto

tali

regno

il

fondare su questa necessit temporan ea

il

di Napoli.
.

risor-

condi-

le

Ma

il

passeggier, e

che bisogna cercare di far presto dileguare, una dottrina


politica, questo funesto alla vera libert.

La

societ

resterebbe in quella continua tutela da cui, invece, essa

deve cercare con ogni sforzo di liberarsi. Anzi


notare, che pi
egli

il

pu ambire

dirizzo di tutta

la

di Napoleone, di

nazione, e pi riuscir funesto.

da

Le

in-

vite

Cesare, di Alessandro posson darci

molti di questi esempi.


il

egli

principe intelligente ed operoso, pi

di raccogliere in s solo le forze e

Le

leggi

le istituzioni

buone ed

buon governo noi apprezziamo perch sono segni e

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XXX

lXTOKpiQ AI TEMPI EU AGLI STUP

risultati dellattivit dei popoli,

governando

quali, solo

s stessi e trovandosi responsabili del loro operato, si

educano

libert

alla

ed acquistano un carattere ed un

valore morale. La societ ritrova

quando esce

ralit solo

(padrona

di tutela,

E come

di s stessa.

la

sua personale mo-

ed ha lorgoglio

le

opere dellingegno noi ammiriamo, perch


la

forza morale o intellettiva che


leggi o

delle

istituzioni o

societ diverse.

lo

strumento,

ma

statua,

lartista.

la

societ

politica,

che

Ma

il

le

produce; cosi pure

attivit

delluomo stesso; non

lo-

adopera; non la
la mano che
E come un artista non potrebbe
l

facesse per lui

il

suo lavoro;

non pu essere soddisfalla, se quella vita


pi valido mezzo ad educare e miglio-

il

rare se stessa, venga invece trasferila


cipe,

il teorica

esser

rivelano

governi che troviamo nelle

ma

esser contento, se altri


cosi

le

ci

vero risultato che noi cerchiamo in

sempre

tutto ci,

diamo

Il

d*

azioni delluomo e

nell

ottimo prin-

Filangieri ha cosi fattamente abbracciata la

che tutto debba venire dallalto, ed ogni cosa

debba esseLLilta-pe^ il popolo

e nulla daljjopolo; che

essa librala in ogni parte della sua opera, ed ca-

gione dei suoi principali errori.


Cos

secondo libro, dove

nel

egli esce dalle

ge

neralit per venire a parlare delle leggi intorno alleco-

nomia

sebbene segua

politica;

all

azione

gli

economisti francesi,

lasciate fare, lasciate passare

cui divisa era:

la

del

governo un importanza

che distrugge ogni principio

di

libert

pure

eccessi\a

economica. La

ricchezza nasce, secondo lui, dalla popolazione e dal-

governo deve quindi occuparsi di far


leggi e trovare ogni mezzo per moltiplicare
matrimonii, deve anche dar premio a coloro che hanno molli
figli. Nello stesso modo, bisogna rimuovere
gli osta-

agricoltura;

il

coli al

progresso

dell

agricoltura ed incoraggiarla

ma

DI

sempre

GAETANO FILANGIERI.

X.\Nl

governo die apre la via, incoraggia, spingo


innanzi. Non vede il Filangieri che la libert il pi
grande incoraggiamento, e che la societ, quando non
il

infiacchita e corrotta, trova


stessa.

Se non che, allora

maggiori stimoli

appena da una secolare schiavit e corruzione;


ziativa del

governo era necessaria, e

Filangieri,

che considerali astrattamente

raccomandava una serie

Egli

gli.

di

lini-

principii del

riuscivano poi nella pratica a dare

nei,

in s

societ napoletana usciva

la

sono
utili

erroconsi-

provvedimenti, che

dovevano essere di grandissimo vantaggio al paese:


minuire le esorbitanti ricchezze dei preti, dividere
pr opric

sce mare le tass e, abolire

privilegi,

dila

scio-

gliere le corporazioni d arti e mitlrl^ cosrvTa d-

scorrendo. Questi che furono pregi grandissimi del suo


libro, gli

procurarono

della libert;

ma

lodi e riconoscenza dagli

amici

odio dai nobili e dai preti, che suni-

rono per muovergli una guerra,

quale fortunata-

la

mente riusc vana. 11 governo che lo aveva gi chia-j


malo alla corte, lo colm di nuovi onori, e si valse
sempre pi de suoi consigli.^
Nel 1783 usciva alla luce il terzo libro, e forse il
migliore della sua opera. In asso
leggi e della procedura penale,

autore trattava delle

dimostrando una vasta

dottrina nella materia del diritto, e qualche volta anche

idee

nuove ed

originali.

Un

altro Italiano per, Cesare

Beccaria, aveva prima di lui trattato

il

getto con plauso universale in Europa.

tengono

alla

medesima scuola,

medesimo

Ambedue

danno aTfli ritto

sog-

appardi

pu-

nire uno stesso fondamento, nel contratto sociale. In esso


gii

uomini

lutti;

si

sono spogliati

quindi che

offeso,

la

di lutti

diritti

a favore di

societ deve vendicare colui che

in forza del diritto

che

egli le

ha ceduto. La

pena una vendetta sociale ed un esempio; essa deve

KNIOHiNO Al TEMPI EU AGLI STUDI

XXXli

essere proporzionata

al delitto,

e deve essere data in

modo

ma

oghi eccesso inutile

da spaventare

contrario

che

la

alla giustizia sociale.

Noi oggi diciamo, invece,

societ punisce per dovere

colpevole

ma

che

le

dessere

primo

il

non

ven-

la

Queste

sociale sia ristabilita.

dottrine del secolo di Beccaria e di

Filangieri. Lautore dei Delitti e delle

a parlare. Poste le

corse rapidamente

il

suo esempio non

il

vogliamo nondimeno,

la giustizia

non erano

tuttavia

di giustizia, e se

fosse celato a tutti, c

si

potesse nuocere,
detta,

rei;

Pene ebbe lonore


sue premesse,

egli

conseguenze ultime, con una

alle

chiarezza ed un vigoro di logica ammirabile; quel che


egli disse, lo disse a tutti e

quisitorio e
della

la

oppositore che
vile.

Ma

la

si

pena

di

morte ebbe

Il

processo

in lui

facesse ascoltare in tutto

il

ai
il

in-

colpi

primo

mondo

ci-

Filangieri, senza la rapidit e la stringente ar-

gomentazione

Beccaria, aveva unassai maggiore

del

conoscenza del diritto


battuti erano

scorrere
trattato

per sempre.

tortura non potevano resistere

sua logica

il

sempre

compiuto

vedendo come gli abusi comnon si content di di-

in vigore,

soggetto per

sommi

capi

ma

volle dare

un

di diritto penale.

In questo terzo libro egli dimostr di conoscere ogni

parte del diritto e della procedura penale, esponendone

abilmente

principii e la storia.

Lo sentiamo discorrere

con singolare perizia del giuri inglese, e mentre ne

raccomanda

laccettazione al

inosservati fra

suo paese, scopre rapporti

questa maniera di giudizi e quelli che

avevano vigore presso i Romani. Egli va dai tempi anlichi ai moderni, dai popoli pi civili ai pi barbari ; e
la

sua erudizione

dare che non tutta


d
ll

le
la

sue osservazioni

ci

<

fanno ricor*

dottrina dei discepoli di Francesco

Andreas era allora perduta in Napoli. Egli non crede ne-

cessariala compiuta abolizione della pena di morte, che


j

Digitiz

DI

GAETANO FILANG1EHI.

XX.VIll

purel&vuole ridotta
solo a pochissimi casi eccezionali, che debbono ridursi
a sempre minor numero. Espone minutamente e combatte lutti gli abusi nel diritto e nella procedura. La toranzi in certi cadigli pare inevitabile;

tura,

il

processo inquisitorio,

vengono da

la

lungaggine dei giudizi /

evidenza e calore. Prova come


sato innocente, torturato per

da cui non poteva sapere

ai suoi

un

come

tempi un accu-

delitto a lui ignoto, e

difendersi

assai spesso in condizioni peggiori

trovava

si

dun reo, che sapeva

almeno quali risposte e confessioni evitare. E qui


e conduce

si esalta,

udire

il

rumore

e in tutto

delle catene e

tempo singolarmente

gemiti

dell

/')
!

patetico e teatrale.

Molte parti di Questo terzo libro

un uomo

>

innocente,

sono anche oggi

tenute in gran pregio dai cultori della scienza,


vi trovano

egli

principi a visitare le carceri, fa

capitolo v qualche cosa che nello stesso

il

che senza dimenticare

quali

lo studio

del diritto positivo, sollevava le quistioni a principii ge-

nerali, e scendeva poi alle applicazioni con molto sennp


pratico. Tuttavia bisogna notare

come, ancora qui,

egli

u topie. Q uella

opi-

si lasci

di tanto in tanto trascinare alle

nione che

gli

pienamente

la

faceva credere giunto

il

tempo da attuare

bont assoluta delle leggi,

gli

faceva anche

ricercare istituzioni e leggi state in vigore presso

mani e i Greci, o anche presso


rava daltuarle fra

Ro-

glindiani o Chinesi, e spe-

suoi contemporanei. Cos egli vuole

dare ad ogni cittadino

il

diritto ed

il

dovere di rendersi

pubblico accusatore, senza pensare ai danni che porte-

rebbe fra

di

port presso

noi una
i

|
;

abilmente descritti, e combattuti con

lui

tal

costumanza,

Romani, come era

stato

quelli

clic

dallo stesso

Montesquieu mirabilmente osservato. Quel bisogno che


portava gli uomini ad allontanarsi dalla societ che li
circondava, che faceva vagheggiare uno stato di natura

l.NTOHNO AI TEMPI ED AGLI STUDI

XXX IV
fra

selvaggi, e faceva ritirare

reste, portava ancora gli

Rousseau

il

uomini

nelle fo-

a lodare troppo spesso

popoli e costumi, che ad essi sembravano imitabili, solo

perch lontani e diversi da quelli

fra

quali vivevano.

La China, infatti, appunto perch meno conosciuta,


uno dei paesi pi esaltati ed ammirati dagli scrittori
del secolo XV11I. Quell imperatore descritto come un
principe sensibile ed illuminato, che coltiva egli stesso
la
l

terra, per insegnare ai suoi sudditi a tenere in pregio

agricoltura; ed proposto a modello ai principi dEu-

ropa.
il

11

Filangieri che non dei pi esaltati, e combatte

preteso stato di natura

filosofi,

come

strana invenzione di

pure non riesce sempre a liberarsi da questi

errori, anzi essi nelle ultime parli della sua opera di-

vengono maggiori.
Questo terzo libro rese celebr

Europa

in tutta

il

'

suo nome. La societ economica


riputata, lo

di Berna, allora assai

nomin con grandi elogi suo socio onorario;

Beniamino Franklin gli scriveva da Parigi lettere piene


ammirazione; ma i suoi nemici riuscirono appunto

<Ji

romano, cosa

allora a far mettere la sua opera allIndice


*di cui egli si

preoccup assai poco.

per logorata
di confortare

la
il

sua salute; onde

suo spirito con

Il

troppo studio aveva

egli sentiva

il

bisogno

domestiche.

le affezioni

Nel 1783 sposava una nobile ungherese. Maria Frendel,

mandata

Teresa

dalla imperatrice Maria

trice dei figli del re

narsi dalla corte,

si

e chiesto

il

ritir nella

25 miglia da Napoli, per ristorare


lena a continuare la sua opera.

erano esauste, e

come educa-

permesso
campagna
la

Ma ormai

le altre parti del

di

allonta-

della

Cava,

salute e prender
le

sue forze

suo libro decadevano

insieme colla sua salute.


Nel 1785 venne alla luce
della

il

quarto

libro,

che discorre

educazione ed istruzione. Egli persuaso che solo

Digitzed

by

GAETANO FILANGIERI.

DI

XXXV

una buona educazione pu rigenerare un popolo, e que-

anima

sto nobile e generoso pensiero

Ma innamorato

Sparta

di

una grande societ

in

dare collegi e scuole per tutte


condizioni. Determina

le

lo Stato

et, le professioni e le

lezioni,

le

l'igiene, ogni cosa; e tutto ci

imposto ed eseguilo.

tutto quel libro.

vuole trasformare

istruzione pubblica. Vuol fon-

orario,

deve essere

sonno,

il

dal

governo

suoi principii pedagogici non reg-

gono perci allesperienza assai meglio progredita del


nostro secolo.Noi miriamo, specialmente nella prima et,
non tanto alle cognizioni che diamo, quanto allo sviluppo
che con esse otteniamo

nell intelligenza

vogliamo svolta contemporaneamente


colt, perch esse saiutano e
Il

giovanile

sarmonizzano

sue

in tutte le

la

fa-

a vicenda.

Filangieri, invece, soccupa principalmente delle co-

gnizioni

e considera,

dall altra;

ed

crede che

a quella

mente

le facolt della

in

isolate luna

ogni et una sola di esse

si

svolga,

vuole allora unicamente mirare. Tuttavia

quel lavoro valse a


nel suo paese; egli

promuovere la pubblica istruzione


raccomand la matematica, le scienze

naturali e gli studi positivi, che nelle nostre pubbliche

scuole erano ancora assai trascurati.

N meno severi possiamo essere verso


che

ci

resta

sola parte

la

ultimo libro di quest opera

dell

dove

lautore discorre intorno alle religioni. Qui troviamo

confusamente abbozzate
aveva intorno

le

idee

che

a quel soggetto; v

accresce poca luce

alle

opinioni

il

secolo

XVIII

una erudizione che

dell

autore

le

quali

mentre partono da una metafisica tutta del sensismo e


dellutile, si mutano ad un tratto, quando egli ci viene
a parlare della

che deve essere

necessit d una sola e vera religione


il

Cristianesimo.

Ma

doveva discorrere questo tema, che


di mano.

fu
la

appunto quando
penna

gli

cadde

INTORNO

XXXVI

TEMPI ED AGLI STUDI

AI

ut ii (>

-ofi

*t..q 'Iiptr

IXMUHXwi1

'

N.

II

lavoro eccessivo e

mente un volume dopo


Egli era in qualche

le

abbreviarono

altro, gii

mente laura popolare, ma


tare

pubblicare rapida-

la fretta di

modo

la vita.

scusabile, perch non sola-

pi assai

il

bisogno di

riforme nel suo paese, dove

il

governo ed

polo davano grande ascolto

sue parole,

alle

affretil

po-

lo costrin-

sero ad un lavoro penoso e prolungato in modo, che non

poteva reggervi nessuna fibra umana. Dopo quattro anni

23 marzo 1787,

di dimora alla Cava, fu con decreto del

chiamato

in Napoli a far parte del Consiglio

Supremo

non mai interrotto per la


sua opera s univa quello necessario a promuovere nelT amministrazione del regno lattuazione de suoi principii. Egli non era tale da pigliar questa impresa con
delle finanze.

cosi, al lavoro

freddezza; aiut efficacemente a riordinare


la

finanza, a

ma

promuovere

ben presto

la

industria ed

il

le

imposte e

commercio;

sua salute lobblig a lasciar

la

capitale.

Nel 1788, ritiratosi nella vicina campagna di Vico Equense, fu nel

medesimo anno

maligna, che lo faceva cessar di


danni 36 non ancora

una febbre putrida e


vivere il 21 luglio, in et

assalito da

finiti.

Lasci tre

universalmente compianto, perch


illustre,

uomo

sebbene appena nascente,

in cui la

bont

animo

e fu da lutti

era una gloria

suo paese; ed un

e un vero patriottismo

sollevavano a maggiore altezza

La pi parte

figli;

egli

del

il

suo nobile ingegno.

de suoi fogli e della sua corrispon-

denza and smarrita nei saccheggi del 99 , quando la libreria e quadreria del Principe dArianello, suo padre,
fu distrutta; v erano saggi di traduzioni dal greco e latino, appunti delle sue vaste

riguardavano

la

letture, molli dei quali

storia ecclesiastica e

il

diritto canonico.

DI

GAETANO FILANGIERI.

XXXVIt

Su questo soggetto doveva, infatti, versare il sesto libro


delj^ua opera, nel quale egli voleva ampiamente trattare
la

gmc disputa delle relazioni fra

la

Chiesa e lo Stalo.

c^rtp, la sua vasta dottrina e le tradizioni della scuola

'di

nap'Sltana lo avrebbero assai bene soccorso, ed avrebbe


forsq^iacquistato quei pregi, che negli ultimi libri erano

scemati non poco.


Si

una

trovarono ancora abbozzati

delle

scienze

doveva essere

quali

disegni di

intitolata

due opere,

Scienza delle

e di questa facilmente ci sarebbe stato assai

poco a sperare, considerala

la

natura del soggetto e

gli

studi dellautore. Maggiore importanza avrebbe avuta,


di certo, laltra opera che egli voleva intitolare Storia
civile

uni versale e perenne. Si proponeva

cavare dalla storia universale


tilosofica dell

uomo

ed

istituzioni

delle

uomo, la societ e le istitumodo essi sono, a vicenda, causa


dello sviluppo degli altri. questo

rapporti che passano fra


zioni, e

in essa di

una storia
esaminando i

principii d

notando in che

effetto, gli

uni

un concetto che basta a dimostrare quanto


tesse levarsi

il

concittadino del Vico, e

teso tutta limportanza del


s

metodo

po-

alto

come avesse

storico, di cui

in-

non

era saputo abbastanza giovare nella sua Scienza della

Legislazione. In questa, egli era incalzato dal bisogno ur-

gente di promuovere

le

doveva spesso perdere


scienza, e scendere

riforme del suo paese


la

dall

e quindi

impassibilit speculativa della

altezza dei principii a quislioni

minute e particolari. Se non che, i bisogni della societ


erano allora, quasi per lutto, i medesimi; onde il suo

un

libro riacquistava da

che perdeva

importanza

fama se ne

dilat rapi-

tutto, e in

otto edizioni diverse

mania,

lato quella generale

dall altro. Infatti la

dissimamente per
nella

Fitangeri.

fu tradotto in

Svizzera,
i.

poco tempo ne uscirono

nella

Francia

Spagna.

in Ger-

Ed anche

oggi

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INTORNO AI TEMPI ED AGLI STUDI

XXXVIII

resta

un

libro che si legge da tutti con profitto

una

lettura che d molte cognizioni, suggerisce molte -jj^e,

quando

giunti allultima pagina,

si

animo

si

migliore.

Ma quando incominci
lo XVIII, e

dopo daver sempre

scritto in

quel tempo,

la

fama

del Filangieri

tuna. Si lod

il

si

reazione contro ikraeo-

la

esaltato tutto ci

altro

suo carattere, per dare aria

facevano della

e molti

ciecamente questo giudizio. Furono

costituzione inglese

deboli del suo libro

le quali,

le

sue pagine intorno

se non sono fra

son certo fra

E Beniamino Constant,

vero.

for-

maggiore

di

Francesi non vollero vedere in lui niente

da molti lodate principalmente

si

che un cattivo imitatore del Montesquieu

Italiani accettarono

medesima

alla

imparzialit alle esagerate critiche che

sua opera;

ch^era

volle tutto biasimare; allora

and soggetta

col

le

pi

pi lontane dal

suo Contento sulla

Scienza della Legislazione , fece un buon libro;

una esposizione n una buona

alla

le parli

ma non

critica del Filangieri. Par-

tendo dalla sua dottrina del costituzionalismo, che non

vuol dare alcuna ingerenza

al

governo, quando

il

Filan-

gieri gliene d troppa; contrappone quasi ad ogni capitolo della Scienza della Legislazione
tolo, in cui

detto

I chi

ha

viene a dire lutto

letto

senza alcuna
critica

il

un

altro

capi-

contrario di ci che ha

autore che egli pretende di comentare. In tal modo,


il

Filangieri, potrebbe da s stesso rifare,

fatica,

quasi tutto

il

Comenlo. Se non che

non deve contrapporre lavoro

teorica;

la

a lavoro, teorica a

ma deve, colla storia dei tempi e coi principii della


il suo posto. Che direbbe
suo libro sulle religioni, ci

scienza, dare a ciascuna dottrina


il

Constant se, per giudicare

il

contentassimo di mettergli accanto


filologia e dalla

progressi

mitologia comparala,

strutte quasi tutte le sue ipotesi?

il

quali

fatti dalla

hanno

di-

suo Costituziona-

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GAETANO FILANGIERI.

DI

Hsmo

XXXlX

politico oggi accettato dalla Scienza senza restri-

zioni. Si direbbe che per lui

il

governo non

sia parte

che mentre tutto cammina, e

della societ, e

privati,

compagnie debbono avere iniziativa, e


muoversi, e spingere innanzi il corso della societ ; solo
il governo debba stare a vedere, e contentarsi di levare
ostacoli, ed impedire che uno invada i diritti dell altro.
La sua teorica, che parte pure da un principio vero,
cos fattamente esagerata, che pu trovare riscontro solo
nei libri. Nella storia non v stato n vi sar mai un
governo che rinunzi a promuovere attivamente la istrule associazioni, le

zione,

la

beneficenza e mille altre cose.

inutile esage-

razione dicendo che sempre ed in tutto fanno meglio


privati,

quando

le

possono

fare.

vede ogni giorno che molte cose, in

si

molti tempi, in tutti

paesi,

se in

non

privati

un tempo

le

fu pi che

sanno n

mai neces-

saria lazione del governo, questo era appunto quello in

cui visse Gaetano Filangieri. Egli consider

come

condi-

zione permanente della sopiet, ci che era solo uno


stato passaggiero;ed
di credere le

sempre

il

Constant cadde nellopposto errore,

pure teoriche

della

sua scienza applicabili

e senza restrizioni.

Di certo, non v dubbio che


in molti errori

e che sia

il

Filangieri sia caduto

un seguace

francesi, dei quali imita lo stile, sguje

come

degli

scrittori

avvenuto del

le idee,

Montesquieu;

anche troppo enfatico, e

scorrettamente

egli
la

propria lingua.

principii, e qual-

che volta anche copia

gli

scrive

M pure aveva

dalla

natura avute non poche qualit di scrittore; una gran


nobilt di sentire, e molte idee elette ed elevate ispirano
tutto

il

suo

libro. In lui

pratico, che spesso

erano
di

stati

filosofo

manca

suoi maestri

una temperanza ed un senno


a quegli scrittori francesi che

perch

del secolo XVIII

egli

univa

alle qualit

quelle ancora di giurispe-

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INTORNO

XL

AI

TEMPI ED AGLI STUDI EC.

rito napoletano di quella Scuola da cui

Vico, e ditaliano che sorgeva fra


--

venne anche

primi, quando

il

la

patria si ridestava.

tempo che

si

renda finalmente giustizia a questa

famiglia di scrittori italiani, troppo lodati una volta, e

troppo dimenticati adesso. Ricordiamoci che con questa

uomini cominciata a Napoli , a Milano


a Firenze la nuova Italia. A Beccaria, Verri e Filangieri
succedono Alfieri, Canova, Foscolo; ed a questi, Gioberti, Niccolini e Manzoni. Ricordiamoci che quando le
generazione

vicende politiche
Italia, e

dell

Europa portarono

la

reazione in

Ferdinando IV che, consigliato dal Tanucci e

dal Filangieri, era stato benefico iniziatore di riforme,


lascialo a s stesso

si

trasform in carnefice dei suoi

compagni sopravvissuti al Filangieri


dimostrarono coi fatti quel che veramente erano e quel
-

popoli; allora

che volevano. I

filosofi, alla testa

tempo Mario Pagano, ascesero

dei quali

il

si

trov in quel

patibolo, e furono mar-

eroi della libert. La storia deve dunque rendere ad essi il proprio posto. Sotto la imitazione
straniera era pure nascosto il germe fecondo d una dottiri della patria,

trina, che sorgeva dalle viscere della nazione, e che pi


tardi svolgendosi

cominci unet nuova nella vita del

pensiero italiano. Quei

filosofi

avevano pur

fatto della

scienza strumento di risurrezione politica, e molti di

\
.

seppero, nellora del cimento, suggellare col sangue j


fede nei loro principii. Essi vgnno perci onorali

essi
la

come benemeriti

della scienza e della patria

loro primeggia

nome

il

di

e -fra di

Gaetano Filangieri.
P. Villarj.

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RIFLESSIONI POLITICHE
SULL ULTIMA
Cile

LEGGE DEL SOVRANO

RIGUARDA LA RIFORMA DELL* AMMINISTRAZIONE


DELLA GIUSTIZIA.

Nec

vitia nostra

nec rrmedia pati possumut.

Livio

Ftlangcri.

i.

liti. 1.

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A Sua Eccellenza

MARCHESE TANUCCI,

SIGNOR

IL

Cavaliere dell insigne Ordine di San Gennaro


Consigliere e Primo Segretario di Stato dulia Maest del Re dello Doe-Sicilie,
7

dei Ripartimento di Stato, degli Affari Esteri,


Casa Reale, Siti Reali, suo Gentiluomo di Camera,
e Soprintendente generale delle Poste.

Ogni uomo destinato dalla Provvidenza ad illuminare

una nazione

co'

suoi talenti, e ad ornarla colle sue virt,

nel dritto desigere gli omaggi del cittadino dabbene, e del

vero patriota.

uomo, e simile a

Io veggo in voi, o signore, quest'

vani guerrieri dell antica

Roma,

gio-

quali o/frivano a Generali

per pegno del loro valore quei giavellotti e quelle corone, che
quei Generali istessi avean loro donate sul campo di battaglia;

giovane ancor
verit si legge
tai

io offro
,

a V. E. un picciol libro, dove se alcuna

nacque prima nel vostro petto, e quindi lascol-

da voi con quel nobil trasporto,

non sogliono pronunciare che


I pomposi
dello Stuto

ministro, e

le

speranze

Vanirne grandi

alle

prime cariche

che suole ispirare V amicizia d!

un

ambizione e

sono alcune molle, che non sogliono urtare

il

filosofi.

Misero quello scrittore


traffico

col quale

la verit.

un uomo innalzato

tutti gli altri sterili ritrovati dell

dell' interesse ,

cuore de

titoli d

infame

dell

che fa dell arie di pensare un

adulazione. Io

mi

protesto co' secoli

awe-

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i
nire, che ricordando al pubblico chi voi siete,

non
la

di far

pi

utile

l'

elogio d

mio oggetto

il

una lezione

di scrivere

per gli Stati, e per tutta intera V umanit.

cosa facile

richieggono per un
le

ma

un uomo,

il

un ministro

ritrovare in

uomo

La

di Stato.

talenti che si

natura, provvida in tutte

sue creazioni, ci offre con splendidezza questi esseri, de quali

l'umanit ha bisogno. La Francia ha veduto


cento Richelieu, e cento Mazzarini;

ma

sotto il suo cielo

quest istessa nazione

pu appena contare un Sully, ed un Colbert. Questo addivie r

ne, perch la virt, come dice uno scrittore

abita

filosofo,

\ rar volte tra il tumulto. Essa si nasconde nella solitudine,


dove gode di vivere in silenzio; e per possederla bisogna, per
cos dire, esiliarsi dall universo

sione

immensa

de' secoli, si

Non per

tanto fra V esten-

veggono da tempo in tempo alcuni

genii rari, che fra le cure penose del governo degli Stati

un commercio sublime con

tenuto

hanno

essa.

Tale fu nella capitale del mondo quel Console altrettanto virtuoso, che eloquente; tale in Inghilterra

Bacone, che super

la strada, che dovevano seguire; tale in

De

che fece
lier D

il

vostro a questi celebri

cancellier

il

eloquente

Thomas

descrivendoci

ministro, che unisca

virt private

denza non

si

un

le

compiace

d'

virt del cancel-

Duca

di Sully
il

la

di Stato

Provvi-

che a que principi che

benefico Arrigo merit

il

Colbert parve che fosse nato per render pi

secolo di Luigi

a cambiar d'aspetto

e questi nostri

sotto il

governo

hanno ottenuto un ministro, che


macchina,

Il

un uom

un dono, che

accordare

V han

a' talenti d'

cittadino *

meritalo colle loro virt.

grande

non

nomi, non altrimente

Aguesseau.

Un

Francia

lHopital, e tale siete ancor voi, o signore, giacch io

temo di unire

le

cancellier

il

suo secolo, e mostr a secoli avvenire

il

due Regni destinati

di' due

principi virtuosi,

tutto corrisponde alla

eh essi volevano innalzare.

gran

Bisogna dire, che quella

forza che fa gravitare gli astri gli uni verso gli altri, agij

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sce

anche su

le

grandi anime, e fa che esse

si

attraggano a

vicenda nella Toro' sfera

Quando
come ora

io

ho detto, che voi foste

lo siete di

deve finire

il

il

ministro di Carlo,

Ferdinando, debbo tacermi, perch qui

vostro elogio

che

indrizza un

cittadino che

vuol esser grato al benefattore della patria.

Di V. E.
Ornili, devoti, erro

Il

cavaliere

GAETANO FILANGIERI.

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LEGGE DEL NOSTRO SOVRANO


CHE RIGUARDA LA RIFORMA NELL' AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA.

Continue essendo contro

tribunali le querele de

liti-

ganti, o prevenuti dal proprio diritto, o impegnati a prolun-

gare

giudizi,

efficace riparo,

ed

alla

ha finalmente risoluto
ed

il

il

Re

di darvi

nione del pubblico

Vuole adunque

pi

pi proprio per togliere alla malignit

qualunque pretesto, ed assicurare

frode

il

la esattezza

Re anche

nell opi-

e religiosit de magistrati.

esempio e

uso de'

tri-

bunali pi rinomati, che in qualunque decisione, che

ri-

guardi o

la

il

causa principale o

lunque tribunale

di

spieghi

la

si

da qua-

la facolt di decidere,

o sieno

motivi

su quali

Incaricando Sua Maest per rimuo-

possa da giudizi larbitrio,

ed allonta-

che

le decisioni

nare da giudici ogni sospetto


si

sull

incidenti, fatta

che abbia

ragion di decidere

la decisione appoggiata.

vere quanto pi

gli

Napoli, o collegio, o giunta, o altro

giudice della stessa capitale


si

sull

di

parzialit,

fondino non gi sulle nude autorit de dottori, che hanno

pur troppo colle loro opinioni, o alterato, o reso incerto, ed


arbitrario

muni

il

dritto,

e quando

tratta, e si abbia

ma

non

sulle leggi espresse del

vi sia

sione della legge, vuole

il

Regno, o co-

legge espressa pel caso di cui

da ricorrere

all

si

interpetrazione, o esten-

Re che questo

si

faccia dal giu-

dice in maniera che le due premesse dell argomento sieno

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sempre fondate
caso

decidersi

lora vuole

dere

nelle leggi espresse e letterali

sia in tutto

il

colla legge,

Re che

il

coll

al

decisioni cosi ragionate

le

sato ancora al
faccia la

col

pagamento

quando

di

un

decisione

la

porzione

decreto de magistrati col risolvere ed ordi-

minor dispendio

di

non

uno o pi

passi

fogli

il

mezzo

quando

faranno gratis per

gli atti si

volendo che se

si

la

far gratis;

quale non sia cosi stampata,


abbia per

che per

cos stampati

e cos a prodi copie

povert del litigante

la

non

non

fatta

il

Re che

le

la

anche

decisione

faccia passaggio in cosa

e dichiarando ancora

solennit delle notifiche di

debbano

ed affinch questa sovrana risolu-

zione sia esattamente osservata, vuole

si

foglio

e colla prevenzione ancora che

deve spiegare in fondo della decisione

la qual cosa si

maggior numero

e di

alle parti,

giudicata e

stampino, ha pen-

carlino per ogni dieci copie stampate,

che bisognassero

stampa

si

delle parti

stampa privativamente dalla sua stamperia reale

ne

Maest

fen-

sovrano oracolo. Nel tempo stesso poi che Sua Maest

nare che

la

il

della legge, al-

Maest Sua per

alla

riferisca

si

argomento

ha proveduto

la

o quando

nuovo, o totalmente dubbio, che non possq^

stampe essere

tali

Sua

decreti

sottoscritte

dal

giudice, o dal commissario della causa, e dallo scrivano, o


atlitante.

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RIFLESSIONI POLITICHE

SULLULTIMA LEGGE DEL SOVRANO


cbe riguarda la riforma
della

dell

amministrazione

giustizia.

PARTE PRIMA.

INTRODUZIONE.

Non

questa la prima volta che le migliori istituzioni


abbiano urtata la pubblica opinione. L' istoria piena di simili

avventure. Niuna cos apparve pi insopportabile


ni, dice Tacito, che

il

tribunale di Varo.

di voler ristabilire fra gli

di Licurgo, cost la vita al re Agis;

un progetto

II

Germa-

semplice disegno

e non vi volle altro, che

di riforma nellamministrazione del governo, per

rendere odioso

Cartaginesi

mura

nome

il

Annibaie, e per ban-

un uomo, che aveva portata la guerra fin


La libert istessa parve insop-

dire dalla patria


sotto le

Spartani losservanza dalcune leggi

del Campidoglio.

portabile alle nazioni, allorch per istabilirla bisognava estir-

pare alcuni disordini, che

tempo

il

e linteresse

avevano

introdotti.

Roma

oppressa dal giogo della tirannia cercava anche

Due
non era pi in istato n
Romani avrebbero voluto

spesso con trasporto la libert de suoi padri.


offerirono

gliel

scerla,

beri in

mezzo

ma

essa

di riceverla.

a disordini del

Questo era

lo stato di

principi
di cono-

esser

li-

dispotismo pi oltraggioso.

Roma

sotto

1*

imperio di Traiano

non sia anche questa la nostra


governo del pi buono dei principi ?

e di Marco Aurelio. Chi sicch

condizione sotto

Lo
*

il

Stato deplora contro

Tacito, in Morib.

* Plut., in

Vita

amministrazione della

giusti-

Germ.

Agis.

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA GIUDICIALE.

10

Le querele

zia.

dei

principe

al

Le sue mire sono meno

prevenirne

sono giunte sino

cittadini

ministro filosofo propone


no.

le cagioni

male,

fi

generosamere^^^^

docile sovrano

'1

Un
oppor^^^

al trono.

rimedio pi

il

dirette a curare

determina a farlo eseguire.

La

folgore scoppiata

scuotimento

la

percussione

si

comunica *10

sentire dappertutto; l'edificio forense

fa

si

prima

crollato; la magistratura stata richiamata alla

tuzione;

sovrano impero delle leggi

il

si

isti-

fortunatamente

ristabilito; e la sorte de cittadini s gi fissata.

Ma molto

lontano dalle speranze del sovrano

che mai deplora;

la

disperazione

porzione dei cittadini

si fa

volgo pi

il

vedere sul volto duna

e non so quale strepito ha di nuovo

risvegliata la classe dei declamatori.

fanno eco

soli filosofi

a questa voce salutare, e spargono dappertutto

gli elogi del

primo a proferirla.
Io non far dunque altro che unire la mia voce a quella

principe, che stato

il

di questi cittadini benefici, facendo

ma

si

parla,

che pochi hanno intesa.

st

vedere in queste poche

questa legge della quale tanto

riflessioni futilit di

da sperarsi, che

il

pubblico non vorr leggere que-

operetta collo spirito della satira.

solo oggetto che

Il

propongo, deve almeno prevenire in mio favore

gli

mi

amatori

della libert civile.

Le mie mire sono


d ottenere la pubblica

pure.

ladulazione, n la speranza

approvazione mi hanno indotto a

scri-

vere. Ogni autore, che urta un opinione ricevuta dalla maggior parte,

Stato

non pu meritare questo rimprovero.

la sola

11

causa di questa produzione. In ogni nazione

vi sono alcuni momenti, nei quali

cittadini, incerti della loro

sorte, gustano la sete dell istruzione. In questi

momenti un

che mostra loro la verit, pu produrre

filosofo,

bene dello

gli effetti

pi salutari.

La morte
Bruto

avvidde

stati docili alla

sibulo
1

di

liber

Pausania.

Lucrezia rendt|

Roma

che in quell istante

voce

Atene

la libert,

dell

perch
'

cittadini sarebbero

dell istruzione. Dell'istessa

maniera Tra-

oppressione dei trenta tiranni ; e

'

PARTE PRIMA.

li

mia pauna
benefica mano ci offre una specie di libert, che noi non sapconoscere,
della
esser
privi,
piamo
e
quale potremmo
per un
della maniera istessa io spero di

mostrandole

tria

rendermi

suoi interessi in

utile alla

un tempo,

nel quale

effetto della nostra ignoranza.

mi consacro solennemente

Io

allo Stato, e

mi

ci

consa-

cro quasi nei primi anni della mia vita, anni di floridezza, e
di fatica.

Non mi hanno potuto

arrestare le voci confuse della

moltitudine, che anzi han fatto che maffrettassi a rendere


alla patria questo picciol sacrificio fra
ni.

corso di pochi gior-

Riceva dunque questa benefica madre

ora

le fo di

non viver che per

giuramento che

il

lei.

Quest operetta sar divisa in due parti. Nella prima far

vedere come tutte

le parti di

questa legge sono dirette a pro-

teggere la libert sociale. Nella seconda poi io risponder alle

mi

obiezioni che

potranno addurre riguardo

si

alla

sua ap-

plicazione.

Nei governi

I.

Spirito di questa legge.

uomini comandano , nei governi moderati comandano le leggi , diceva uno Spartano
ad un Satrapo di Persepoli, che paragonava il governo di
Persia a quello d una monarchia bene istituita. Questa semplice verit proferita da un anima libera il solo oggetto
dispotici gli

ultima legge del nostro Sovrano, che riguarda la riforma

dell

nell

amministrazione della giustizia.


In una legge cosi semplice, e cos chiara, cosa troppo

facile

il

penetrare nelle mire del Legislatore.

L arbitrio giudiziario quello che

Bisogna dunque trre

ora

cerca d' estirpare.

si

magistrati tutto quello che

superiori alle leggi. Ecco

il

fine di questa legge

li

rende

vediamone

mezzi.

Il

Re vuole, che

un

tutto si decida secondo

che

il

che

egli parli allorch esse

linguaggio del magistrato sia

il

testo espresso:

linguaggio delle leggi

parlano, e

si

non parlano, o almeno non parlano chiaro che


;

Lautore ha dovuto compire quest* operetta

taccia allorch esse

fra

interpetra-

Io spazio d*

un mese.

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA GIUDICIALE.

12

zione sia proscritta

autorit dei dottori bandita dal fro,

magistrato costretto ad esporre

pubblico la ragione

al

della sentenza.

Questi sono
il

Sovrano ha inalzati contro


Dovendo dunque ragionare di que-

gli argini,

torrente dell arbitrio.

che

il

sta legge, io comincier dal premettere alcuni principii fon-

damentali dai quali

dedurr come per conseguenza

si

cessit che ci ne governi

moderati di estirpare

giudiziario, e

mezzi che

efficacia dei

il

la ne-

arbitrio

Sovrano ha impie-

gati per ottener questo fine.

'II.

Principii fondamentali.

recar meraviglia se la maggior parte degli uo-

Non deve

mini quasi sempre

inganna nella ricerca del vero.

nare a posteriori stato in


gica volgare. Io

tutti

abbandono dunque

tempi

il

Il

ragio-

difetto della lo-

metodo;

volentieri questo

e penetrando nei principii fondamentali della politica, procurer di sviluppare quelle conseguenze, che isolate sembrano
paradossi alle menti non avvezze a calcolare.

Due cose compongono la libert politica dei cittadini in


La sicurezza, e 1 opinione di questa
Luna nel fatto, e l'altra nell immaginazione.*

ogni specie di governo.


sicurezza.

Or queste due

parti

componenti

la libert dei cittadini

sono

non si potrebbe separar


senza distruggere la libert istessa. Che
luna
gioverebbe ad un uomo il non poter esser molestato da persona , se egli fosse sempre agitato dal timore di perdere in

cosi strettamente unite fra loro, che


dall altra,

ogn istante

Questo

nel nostro
legge:

sua vita, la sua roba, e

la

ii

fro,

deve intendere

c he

questo

si

suo onore?

gi dellinterpelrazione litterale.

non

Ecco

vi sia legge espressa pel caso di cui

Quando non

bia da ricorrere

dell interpetraxione arbitraria

all

interpetraxione

faccia dal

Giudice

cosi frcguenle

le

si

parole della

tratta, e

si

ab-

o estensione della legge, vuole il Re,


che le due premesse delin maniera
,

largomento siano sempre fondate sulle leggi VP resse * lilterali.


S Tutti i politici convengono in questo punto, e sarebbe inutile aggiuvalenti scrittori, e
gnere altre prove ad una verit gi dimostrata da tanti

particolarmente
cap.

3 , A,

dall

autore

immortale

dello

Spirito

delle

leggi

Lib.

XI,

6.

Digitiz

ay

Google

PARTE PRIMA.
Per ottenere questo
ebbero ricorso

fine,

alle leggi, le quali

13

primi istitutori delle societ

mostrando

ai cittadini

loro

doveri, e costringendoli ad adempierli colla minaccia delle

pene, ispirano nel tempo istesso quella placida confidenza,


che nasce dall opinione di non poter esser molestati, ope-

rando secondo

vengo

il

loro dettame. Premessi questi principii, io

conseguenze.

alle

Conseguenza

III.

prima. L'arbitrio giudiziario

incompatibile colla libert civile.

/
\

Se

il

la libert de cittadini

non

leggi,

poggiata su la gran base delle

vi vuol molto a vedere, che quanto

maggiore sar

loro vigore, altrettanto crescer la forza della libert istessa.

Ma

arbitrio de magistrati contradittorio alla forza delle

leggi (poich cosa arbitrare, se

modificare quello che

la

non dispensare, o almeno


dunque la libert

legge ordina?);

de cittadini sar minore, a

misura che

arbitrio giudiziario

sar maggiore.

Ma

io

preveggo, che questa semplice conseguenza dedotta

da un principio egualmente semplice non far verun urto


nell
il

animo

sommo

di

coloro che, avvezzi a sentire di continuo che

dritto rare volte disgiunto

credono che lequit


vere del magistrato

da una somma ingiuria,

sia diversa dalla giustizia, e

sia di

supplire

coll

che

il

do-

equit al giusto rigore

delle leggi. Questo misterioso ritrovato, atto a nascondere le


ingiustizie pi manifeste,

si

ora fatto vedere dai filosofi in

tutta la sua deformit. La filosofia ha gi da gran tempo dimostrato che lequit inseparabile dalla giustizia, e che

quello che non giusto non pu mai divenir equo.


Ma questa specie dequit, inseparabile dalla giustizia,

non
il

che l ambizioso magistrato si fa gloria di sePer distendere i limiti del suo potere, per nascondere

quella

guire.

sacrilego attentato che si fa alle leggi, bisognava che egli

chiamasse in soccorso un'equit arbitraria,


sibilit della

quale fosse atta a ricever tutte

la

le

comoda

fles-

impressioni

della sua volont.


Filangtri.

i.

SI

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA GIUDICIALE.

Or questa
gole

specie d'equit, che incostante nelle sue re-

per cosi dire, una bilancia particolare, ed un peso

si fa,

proprio in ogni causa, quella dalla quale

maggior parte

la

delle nazioni stata cosi funestamente tradita; e questa equit

Roma

quella che Tullio rinfacciava ai magistrati di


l

epoca fatale della decadenza della libert.


dice questoratore filosofo,

ti,

tempo

nel

e vi
1

si

stesso che le oppressioni

il

Regola generale: dove


ci

arbitrio,

Un occhiata
di

nel-

nostri magistra-

in bocca lequit,

fan sentire dappertutto,

si

fecero sentire da che questo pernicioso istrumento del-

arbitrio de giudici penetr

dove

hanno sempre

Roma

non

ci

fro di

Roma.

tale equit,

pu esser

ci

arbitrio; e

ci

libert.

filosofica gittata sull istoria de

primi secoli

baster per ricrederci dell' implacabile dissonanza

dell arbitrio colla libert.

Nei tempi posteriori alla monarchia, allorch

senato

il

vidde nellarbitrio
il despota de Romani,
mezzo pi sicuro per conseguir le sue mire. Le

voleva rendersi
giudiziario

il

leggi regie, la cognizione delle quali era presso

erano divenute

soli patrizi,

istrumento di questo fatale arbitrio.

stero col quale essi le tenevano nascoste al popolo,

renduti non solo necessari in tutte

dato loro

agitavano fra

si

il

Non
ria di

le

gli

cercavano in

di leggi che fosse palese a tutti


si

nome

che riguarda

del popolo

cittadini.

pu leggere senza fremito questo

Roma

di tutte le

loro oppressioni.

senato eluse per lo spazio di pi anni le

preghiere de tribuni, che

un codice

mi-

aveva
aveva

cittadini, senza che que-

avessero potuto n anche conoscere

Ecco perch

Il

li

ma

magistrature,

mezzo per giudicare arbitrariamente

il

controversie che
sti

le

tratto dell' isto-

epoca della incertezza del dritto.

in un racconto che mi farebbe inutilmente


mi contento solo di dire, che il dispotismo de-

Per non perdermi


dilungare, io
gli

ottimati

si

era renduto cosi insopportabile

era in istato d invidiare


dello stesso Tarquinio.

leggere in Dionisio

che

sua condizione sotto

Per ricredersi

il

il

popolo

governo

di questa verit, basta

un
tempo della prima secesMonte Sacro. Noi non abbiamo mai sof-

la

risposta data ai legati del senato da

plebeo chiamato Lucio


sione della plebe nel

la

G ionio,

nel

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PARTE PRIMA.

15

ferie simili oppressioni ,

da Tarquini istessi

diceva questo plebeo, n da re, n

1
.

10 finisco questa importante verit con una breve

rifles-

sione, che appena voglio accennare, per fare che colui che
1

legge

esamini, e ne deduca quelle conseguenze che

il

buon

senso sar per ispirargli. Quale quella causa, che rende i


governi dispotici incompatibili colla libert de' cittadini? Larbitrio del despota.

Datemi dunque un governo, nel quale

magistrati possono arbitrare, e voi mi darete nel tempo istesso

un corpo

di despoti,

il

quale render

il

peggiore del dispotismo assoluto, quanto

supera quello

strati

l'

non

il

numero

de magi-

cosa facile ritrovare un de-

quasi impossibile di

ritrovare

in un corpo intero di magistrati; e quenumero, ma anche perch le cause che pos-

moderazione

istessa

sto

dell unit.

uomo da bene ; ma

spota

governo altrettanto

solo pel

sono indurre un magistrato ad abusare del suo ministero, sono


presso a poco infinite, in confronto di quelle che possono
agire nella persona d

un despota.

Tribunale Supremo degli Efori stabilito in Sparta una

11

pruova

di questa verit. Questo tribunal,

posto da pi rispettabili cittadini di

qualche tempo

La

arbitrare.*

quale

si

il

quantunque com-

Sparta, divenne dopo

Tribunale delle oppressioni, perch poteva

pi ingiusta sentenza, dice Plutarco,

condannava a morte

il

colla

re Agis, fu proferita ed ese-

guita alla presenza degli Efori.

Seconda conseguenza. L arbitraria interpretazione


IV.
delle leggi si oppone a principii della libert sociale.
Ecco

l'

altra

conseguenza che

io

deduco da principii che

ho premessi. Se la sicurezza de cittadini non solo, ma lopinione ancora di questa sicurezza costituiscono la libert so-

Dionisio

Imperi!
li

vissimia
*

Antiq.

tempore

Rom.

Lih.

VI

Nostra Respubliea

nihil detrimenti Plebis accepit a Regibus,

toto

illitis

prsescrtira no-

Questo Tribunale non aveva leggi Esse,

alle

quali avesse dovuto uni-

formarsi.
* In

Vita Agis.

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA GIUDICIALE.

16

come mai

ciale,

quando

potr ottenersi questa opinione,

ognuno conscio, che

la

sua tranquillit pu esser turbata

dalla venale interpetrazioue d

un

giudice, o dallignoranza

dun magistrato? Luniformit e leguaglianza sono i cainteressanti delle leggi. Or supponiamo i magi-

ratteri pi

egualmente giurisperiti, ed

strati

ruttibili,

non per questo

il

giudici

egualmente incor-

dritto d' interpretare lo spirito della

distruggere questa uniformit tanto neces-

legge lascer di

saria per la libert sociale.

La maniera

di pensare degli uo-

mini varia in mille modi. Le nostre cognizioni e


idee

hanno un reciproco ligame. Ma

queste idee nasce una


cata di quella che
de
l

numeri

effetto d

presumere
il

di risultati

una

le

nostre

combinazione

di

molto pi compli-

aritmetica fa nascere dalla combinazione

interpretazione dunque

1*

somma

dalla

di queste

di serbare

combinazioni.

della

Or

legge

sarebbe

chi potrebbe

mai

uniformit nelleffetto senza prevenire

divario presso a poco infinito delle cause che lo producono?

dimando: se

Io

conseguenza una

la

la

volont del legislatore una, e*per

legge, da che poi deriva che noi

due tribunali che

di continuo

tenze che a vicenda

si

si

si

distruggono? Io

peto: un errore egualmente in morale


distinguere

vediamo

contradieono, e due sen-

annullano e

lo ri-

che in politica

il

equit dalla giustizia. Quello che giusto equo,

e quello che ingiusto non pu mai divenire equo.

Allorch Francesco Primo re di Francia


della Savoia,

novelli magistrati che vi stabil

si

impadron
allontana-

rono alquanto dalla lettera della legge, facendo sempre valere


sudditi, che cominciarono a sentirne

peso, pre-

lequit.

garono

re di proibire a' suoi magistrati d' esser equi.

A
della

il

dire

il

vero,

il

il

ma

linguaggio fu improprio,

domanda era troppo

il

senso

ragionevole. Equit, interpretaj

zione, arbitrio,

non sono

altro che voci stnonime, allorch si

vogliono considerare rapporto agli

effetti, e ci

un concate-

namento cosi reciproco fra loro, che se la politica potesse


sempre ridursi a calcolo, 1* aritmetico ne farebbe nascere una
progressione, il primo termine della quale sarebbe lequit,
e

estremo

il

dispotismo.

Ciro, nella sua fanciullezza, fu punito per aver giudicato

PATITE PRIMA.

di alta statura

un

tuto con

meno

giovano

alto di lui, la veste del quale era

sua persona, gliela tolse, e lo covri colla

la

Dopo questo cambio

vano

Un

che aveva una corta veste, essendosi imbat-

altro

troppo lunga per


sua.

17

..

ingiustamente una controversia fra due cittadini.

due

le

vesti perfettamente risponde-

alla statura di ciascheduno.

giovane Ciro destinato a giudicare di questa azione,

Il

giovane che aveva tolta

credette doversi assolvere

il

tro la veste, seguendo

principii

dellequit. Allora

all' alil

suo

dopo averlo acremente ripreso, gli diede un insegnamento che dovrebbe rimanere impresso nella memoria di
direttore,

sacro ministero della giudicatura. Ri-

coloro che esercitano

il

cordatevi, o signore,

gli

convenienza ,

ma

disse, che

la sola giustizia

della propriet delle cose


*

Io

che

si

la

V.

Riflessioni su

mi confermo sempre

combaciano

nei quali

non n lequit, n

quella che deve decidere

1
.

Roma

Romani.

ne' miei principii, allorch

vggo

colle vicende di questo popolo. Ne tempi,

era libera, le leggi erano inviolabili. Ogni mo-

dificazione, ogni picciola alterazione era proibita amagistrati,


il

ministero de quali era semplicemente diretto alla cogni

'

zione del fatto, ed alla litterale applicazione della legge. Cosi,

anche ne ragiona

il

Bon

dotto

1
.

Pi: io veggo nelle finzioni di legge , cosi frequenti presso


Romani, una pruova di questa verit. Essi si contentavano
finger quel che non era, che di alterare, o almeno di modificare la legge con una interpetrazione,
che poteva discostarsi dal senso espresso delle parole. La
legge, per esempio, prescriveva che il testamento non potesse
i

alle volte piuttosto di

Diod. Sic., Lib.

Et

durum

xv.
ipsis videalur,

ex justa ejus interpretatione

pulant
ti

lum

curie

ipsis fuerit

ea

quod

vel

in lege est

omnia

ipsi

>

Joan.

Bon

vcl

Hinc cernitimi quanjurisprudentia amovere, quibus Geret,


praderant legi

ut incerta interpretatio certis rrgulis prteferretur

" detraheretur.

expressum,

descendit, non tamen ab eo (ibi discedendum

propriam ralioncm

ne

in

Prctf.

aut aliqnid ipsis legibtis

ad parltm jurUprudenliiv G. G.

Leibnilii.

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA GIUDICIALE.

18

aver vigore di legge, se non quando

romano

1
.

Or

si

sa che tutt

il

testatore era cittadino

prigionieri lasciavano d esser

tempo della loro prigionia. Dunque durante questo tempo essi non potevano testare. Ma siccome il sistema
delle leggi romane era l incoraggire i cittadini alla guerra,
cittadini nel

era

facil

cosa

Repubblica.

interpetrare lo spirito di questa legge, sup-

ponendo che

ella

non poteva comprendere

nella regola

ge-

che erano divenuti prigionieri difendendo

nerale coloro

Ma

questa interpetrazione avrebbe alterato

il

la

senso

espresso delle parole della legge. Al contrario l'interesse pub-

testamenti avessero vigore, per non

blico voleva che questi

dare al soldato una ragione di temere maggiormente

mali

che porta seco la prigionia. Or per prevenire luno e laltro

ebbe ricorso ad una finzione, colla quale si fingeva che il testamento fosse anteriore alla prigionia, e che
il soldato fosse morto nel momento nel quale cadde fra le
disordine,

mani

si

degl inimici.

Ecco come

piuttosto di finger quel che

Romani

non era, che

si

contentavano

di ricorrere

interpetrazione, che avrebbe potuto alterare

il

ad una

senso della

legge.

VI.

Altre

ragioni, per

le

quali larbitraria interpe-

trazione delle leggi deve essere proibita a magistrati

'**

ne governi moderati.

Molto mi sta a cuore di rassodare questa verit. Di tutte

parti

che compongono

questa sia

la legge del

pi interessante, e

la

viamo dunque

sotto

un

la

Sovrano,

meno

io

credo che

conosciuta. Osser-

altro aspetto questa importante verit.

Dalla costituzione istessa de governi moderati io dedurr la


necessit che

ci

di proibire

magistrati

interpetrazione

arbitraria delle leggi.

Tutte

verno

La

si

le

diverse operazioni del corpo politico d ogni go-

comprendono

sotto tre classi, che io

chiamo

facolt.

facolt legislativa, la facolt esecutiva delle cose che di1

Leggasi

il

Veggasi

la

primo e secondo Capo della Legge Falcidia.


Legge Cornelia sotto il titolo: Quibiis non esl fermissimi

facete lestamentnm.

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PARTE PRIMA.
pendono dal

19

dritto delle genti, eia facolt esecutiva di quelle

che dipendono dal dritto civile, o sia

Ognuno

la facolt di giudicare.

sa, che la diversa costituzione de governi

mo-

derati dipende dalla diversa distribuzione di queste facolt

portano seco una serie

le quali

che sono di loro natura incomunicabili.

Ho

prerogative,

di dritti, e di
*

detto incomunicabili, poich siccome la costituzione

de governi moderati richiede che queste facolt sieno sepa-

rate

separati dovranno ancora essere

che ne na-

diritti

mi spiego in tutti i governi moderati la facolt di


non pu essere unita alla facolt legislativa. 1 Sarebbe inutile dimostrare questa verit dopo che tutti i politici 1 hanno adottata come un principio incontrastabile. Nelle
monarchie, per esempio, ove lemanazione delle leggi fra
le mani del sovrano, i magistrati non possono esser nel tempo
istesso legislatori, perch sono giudici. Dunque neppure i
dritti che si competono al sovrano come legislatore, possono appartenere a magistrati come giudici. Or fra la somma
de dritti che competono al sovrano come legislatore, ci
scono. Io

giudicare

particolarmente quello

che

egli stesso

dunque non

si

interpetrare

ha emanate, quanto
potr trasferire

le leggi,

le anteriori.

tanto quelle

Questo dritto

magistrati, senza urtare la

costituzione istessa del governo, e senza ledere

dritti del

sovrano.

han bene intesa larte del governo, han


conosciuta questa verit, e fin dal nono secolo Carlo Magno
conobbe quanto larbitraria interpetrazione delle leggi, unita
principi che

alla facolt di giudicare, offendeva

Dopo

espulsione deTarquini,

tervalo, era piuttosto

il

veri dritti del principe

governo di Roma, come

un dispotismo che una repubblica,

timati aveva fra le mani la facolt di giudicare.


si

Ma

tempo

istesso legislatori

e giudici.

Ot-

non

In quelli essi erano

li

nobili erano nel

padroni

padroni de Corniti. La libert non

Roma,

listitutione de Corniti Tribali, ne quali

te

gislativa

non che dopo

si

la classe de privati cittadini. Allora fu che


cominci ad esser separata dalla facolt di giudicare.

Ejns

est legem interpretati

de suffra-

fere vedere in

gi, ed in questi erano

rappresentavano che

os-

li

corpo degli

finche la sovranit

rappresentava che ne Corniti per Centurie e per Curie

non

Patrizi

la facolt

cujus est legem condere. Questa

le-

la

massima dedotta dal Dritto Romano.

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA GIUDICIALE.

20

cittadino. Nella riforma

e la libert del

legislazione de Longobardi

legge era oscura,

Quale sar dunque


che

il

che

egli fece della

volle che ne casi,

ne' quali la

ricorresse al sovrano per interpetrarla.

si

il

ministero de magistrati? Quello

nostro Sovrano ha con tanta

chiarezza

determinato

nella legge, della quale io ragiono. Cognizione del fatto, ap-

plicazione litterale della legge

ecco a che

si

riducono

tutti

doveri d un giudice.

Ragioni

VII.

gerc

il Sovrano a costruir
, che hanno indotto
magistrati d esporre la ragione della sentenza,

e di mettere in

istampa

loro decreti. Utilit di questa

determinazione dedotta dagl istcssi principii.

Ecco un altro rimedio contro

arbitrio de magistrati.

Quando il giudice sa di dover esporre la ragione della sentenza, quando sa che questa ragione deve esser dedotta dalla
legge, quando sa che questa legge non pu esser interpetrata a capriccio, io non trovo un velo che possa nascondere
l ingiustizia della sua sentenza. Ma oltre a questo ci un altro vantaggio. Se

opinione della propria sicurezza

della libert sociale,

nione relativa alla

come

dimostrato,

si

somma

all

che un cittadino deve superare per violare


cittadino, io

la

base

e se questa opi-

intensit

degli

ostacoli

dritti d un altro
non trovo mezzo pi opportuno per fomentare

questa salutare opinione riguardo


di costringerli a

dar ragione

al

magistrati, quanto quello

pubblico della giustizia delle

Ho detto al pubblico, poich non ad altro ogSovrano ha determinato che le sentenze dovessero
esser date alle stampe, se non per maggiormente richiamare
lattenzione de magistrati nellesercizio d un ministero, dal
loro decisioni.

getto

il

quale dipende

la sorte e la tranquillit de cittadini.

Non

una persona sola che deve esser persuasa dalle fallaci induzioni d un giudiqe corrotto , ma un pubblico intero, inesorabile ne suoi giudizi, che deve esaminare le sue decisioni.
1

Anche

nell

Ordinanza

ilei

1667, Tit. 1,

articolo VII,

si

prescrive

istrsso.

IL

Digitlzed

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PARTE PRIMA.

21

Niuna cosa ha dato tanto da temere anche


trepidi quanto la pubblica censura.

agli

animi pi

in-

Da che dunque deriva, che questa determinazione del


Sovrano ha trovati tanti contradittori? Saranno forse costoro
eccitati dallignoranza de magistrati? Io mi guarderei bene
dal proferire una simile calunnia,, che mi renderebbe esecrabile nel tribunale della verit.

Il

corpo de nostri magistrati

da' pi rispettabili cittadini dello Stato, nel dritto

composto

desigere la pubblica venerazione. Bisogna pure confessarlo.

La

veduto ne suoi ministri tanta

giustizia ha rare volte

Le

tezza, e tanta integrit.

frono

un

culto piacevole

loro

sacro deposito delle leggi, essi


le.

Cosa dunque

esat-

mani pure ed innocenti

of-

suoi occhi. Destinati a serbare

di pi facile

si

il

fanno un delitto d ignorar-

per un magistrato di quest

in-

dole, che di sostenere la sua sentenza col soccorso di quelle


leggi, dalle quali dedotta?

Che poi questa parte


quando si
pur troppo

Sovrano abbia pi
non deve recar me-

della legge del

delle altre incontrati tanti contradittori,

raviglia,

riflette al solito

stata

destino della novit, che

oggetto della derisione della maggior

parte degli uomini.

La legge del Sovrano sarebbe stata inonseguenle


Vili.
se non si fosse bandita dal fro l autorit de Dottori.
Un gran numero
l

di

privati ed oscuri interpetri,

umanit vidde nascere ne'

secoli dell ignoranza, quasi

che

sem-

pre opposti tra loro, formano quel caos infinito dopinioni,

che rendono cosi dubbia e cosi


della

maggior parte

Ma

dell

incerta la giurisprudenza

Europa.

a questo punto uno spettacolo che dovea


sione de

filosofi.

Era senza dubbio cosa umiliante

questi secoli illuminati

nome

hanno offerto fino


muovere la compas-

nostri tribunali particolarmente ci

di Bartolo, farsi

il

vedere in

un magistrato chinare il capo al solo


un delitto di ripetere ad un paradosso

dAgeta, ed ascoltare con tanta venerazione unopinione di


Claro, con quanto rispetto uno Spartano avrebbe in altri

tempi consigliati

gli

oracoli della sacerdotessa d Apollo.

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA GIUDICIALE.

22

Quali mali non ha prodotti nel nostro fro questo erro-

neo sistema

giudicare ? Io lascio volentieri a' politici pi

di

pazienti e pi moderati quest

trare in

un

esame, che mi farebbe innolnon saprei contenermi;

dettaglio, nel quale forse

dico solo, che la legge del Sovrano

sarebbe stata inconse-

guente, se non avesse bandita del fro lautorit di quest' in-

Ed

terpetri.

in fatti io

non so intendere come mai

si

potrebbe

trre da tribunali larbitrario giudiziario, senza proscriverne

prima

causa, che lo protegge e lo nasconde. Volete voi

la

un

gittarc a terra

edificio? estirpatene le pietre angolari, e

Or

voi lo vedrete subito crollare.

angolari dell arbi-

le pietre

trio giudiziario,

sono lautorit de Dottori.

loro opinioni d

sempre

gliava

che

fossero bruciati

si

La

diversit delle

magistrato un velo da nascondere

al

sue oppressioni. Ecco perch

le

immortale Leibniz consi-

tutt

farraginosi

volumi di

quest interpetri.

Noi sappiamo
lio

Cesare proib

dritto.

Le

dell istoria della

giurisprudenza, che Giu-

giureconsulti di rispondere in materia di

decisioni erano divenute arbitrarie sotto la prote-

zione di quell' interpetri.

N
questo imperatore non fece che impedire per poco

Ma
tempo

progressi del male.

impero

disordini riacquistarono

il

di

sulti nellantico possesso,


I

loro

Augusto, il quale rimise i giureconquantunque con qualche restrizione 1


mali che nacquero da questa fatale libert durarono fino

vigore sotte

tempi di Giustiniano,

il

quale finalmente istruito dall espe-

commentare

rienza, volle che a niuno fosse lecito di

corpo del dritto da


mentari non

si

lui

promulgato.

Ma

il

il

nuovo

fanatismo de com-

svilupp mai con tanta forza, quanto dopo

quest'utile proibizione. LItalia, la Francia,

la

Spagna, e

commenromane inventa-

particolarmente la Germania, viddero nascere tanti


tatori,

quali nell illustrazione delle leggi

rono tante limitazioni, eccezioni ed amplificazioni, che diedero

Augusto

pi celebri

non permise

di

esser

cosa

di

rispondere

giureconsulti del tempo.

questo imperatore.

mire

utile

unire

Non

in
ci

materia

interessi

il

suo

coloro che

dritto,

di

vuol molto

Per meglio rassodare

ne suoi

se

non

penetrare nelle

dispotismo

godcano

cred

de vantaggi

delia pubblica opiuione.

blCoogle

PARTE PRIMA.

23

mezzo d eludere il vero senso di queste leggi.


Io non so dunque intendere, come debba parer strano ad ala

magistrati

cuni, che
lire

il

il

il

nostro Sovrano,

oggetto del quale di ristabi-

vigore delle leggi, seguendo le mire dellistesso Giu-

stiniano, abbia tolto ogni peso


tri.

Un

all

autorit di quest interpe-

principe illuminato, che ha avuta l'arte di rendere

egualmente glorioso

il

suo

re gabinetti de pacifici

questa verit, ed

nelle reggie de principi che


,

ha da pi anni conosciuta

suoi sudditi han gi gustati gli effetti salu-

tari della filosofia.

nome

filosofi

PARTE SECONDA.
Si risponde ad alcune obbiezioni

cbe

si

possono addurre

riguardo allapplicazione di questa legge.

I.

Prima obiezione, che riguarda la lentezza


de giudizii.

Se questa legge ha. vigore, dicono alcuni,

il

magistrato

dovr impiegare maggior tempo per interporre una sentenza.


Io lo concedo;

ma

Solone proibiva
giorno.

sar forse questo un

a giudici di

male? Una

render pi giudizi

legge di

nell istesso

Questo legislatore conosceva benissimo quanto

temersi l'errore nella persona

un

sia

da

giudice, e quanto una

certa lentezza negiudizi sia da preferirsi ad

una

fretta

appor-

tatrice di rovine e d intrighi.

dirla poi

credere, che

la

come penso, non

cos volentieri

legge del nostro Sovrano sia

del disbrigo delle cause.

Il

il

minduco a

fatale intoppo

dover decidere secondo lespresse

parole delle leggi, l'operazione pi facile per up magistrato,


1

tare

Federigo re di Prussia, allorch eman il suo Codice , proib di ciprensione di questo


l autorit de Dottori. Leggasi la

oc processi civili

Codice, 28, num. 9.


*

Nano jndex eadem

die

duo reddat judicia.

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA GIUDICIALE.

2i
*

o versatissimo nel dritto, o pieno di buona volont a voler

imparare quello che non sa


che formano tutta
i

in quei libri della civile sapienza,

un popolo

legislazione d

la

Gl' intoppi

della giustizia sono le inutili procedure, e le scaltre inven-

mostro della Cicana,

zioni de patroni delle cause. Lorribil

e non

nuova legge

la

ben pasciuti

del Sovrano, quello che

difensori delle

pu rendere

ed alimentare l'insaziabile

liti,

ingordigia di pochi uomini, colle sostanze di pi migliaia di

Per deplorare un simile disordine

cittadini.

non

vi vuole al-

tro che avere un anima.

Un gran

re, che visse per accrescere lo splendore al suo

regno, conobbe questo male, e ne cerc

rimedi. Nel 1667

il

gran Luigi pubblic un ordinanza, che forma una parte del


suo codice, nella quale vien compreso lo stabilimento d una
procedura uniforme, e molto accorciata in tutto
Francia.

Lo

propose

al

Ma

stesso

ha

fatto

re di Prussia in

il

mi

un altra riflessione

Se permesso

alla politica di

il

regno della

un piano

chegli

'

suo gran cancelliere.

si

presenta in questo punto.

penetrare nell' avvenire con un

presagio fondato sopra alcuni dati, de quali non


bitare, io ardisco di presagire, che

litigi

si pu dudureranno meno,

se questa legge sar religiosamente osservata.

Due sono particolarmente


ne nostri

tribunali

gli ostacoli,

disbrigo

il

una

de rimedi, de quali

delle cause

delle parti

pu

nulla la sentenza, e la moltiplicit delle


Io dimostrer

prima

d ogn altro

che impediscono
:

far

la

moltiplicit

uso per render

liti.

che in molti casi

il

meno frequente, e quindi far


numero delle liti, se questa legge

ricorso a questi rimedi sar

vedere, che

si

scemer

il

avr vigore.

Per tre ragioni

si

ricorre a questi rimedi.

perch uno

de litiganti crede che la sentenza sia ingiusta, o perch spera


di

ritrovare giudici piu parziali, o finalmente perch crede

che

gli

renda conto

di dilungare

di queste tre ragioni

prima istanza
*

Leggasi

il

corso della

lite.

Or niuna

pu oggi indurre un attore, escluso nella

dalla sua pretensione, a farne uso, allorch la

Formcy

zione delta giustizia del

nel

Saggio del Piano di riforma

ntW amministra-

Gran Federigo.

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PAUTE SECONDA.

25

causa dipende immediatamente dal dritto. Basta ricordarsi di


quel che

detto riguardo alle circostanze che secondo

si

la

legge del Sovrano debbono accompagnare ogni sentenza, per


ricredersi quanto sia impossibile al magistrato d arbitrare in

questi casi. In quelle cause, nelle quali la controversia nasce


dal fatto, il magistrato pu nascondere la sua ingiustizia, alterando , o ravviluppando il fatto istesso. Ma in quelle che dipendono assolutamente dal dritto, o la legge parla chiaro, ed
allora il magistrato non pu alterarla ; o la legge oscura

tanto che

l'

ambiguit del senso darebbe luogo

allora dovendosi

non pu

che dedurre

terpetrazione che ne dar


10

all'

ricorrere allautorit suprema,

far altro

il

la

sentenza

dall

arbitrio

il

ed

magistrato

espressa in-

sovrano. Premessi questi dati,

non so intendere quale speranza possa

allora indurre

tore a ricorrere a quei rimedi che la legge

Ecco come nelle

gli offre,

at-

per ren-

che dipendono dal

der nulla

la sentenza.

dritto,

corso delle cause spesse volte anzi saccelera, che

il

liti,

si ritarda.

Riguardo poi alla moltiplicit delle liti, vi vuol poco a


vedere quanto questa legge debba necessariamente scemarne
11 numero. Una costante c trista esperienza ci .ha pur troppo
istruiti col fatto,

che

la

maggior parte

che

dell azioni

tentano ne nostri tribunali, sono piuttosto poggiate su

de e
le

intrigo, che su la semplice verit.

molte

liti

sieno

s in-

la fro-

voler dire, che

temperamento nazionale, un

effetto del

linguaggio, che dovrebbe mal comportare


stri cittadini.

Il

Basta osservare

la

placidezza de'no-

costumi delle nazioni, per

ri-

credersi che questo disordine regna dappertutto, dove lam-

ministrazione della giustizia cosi difettosa,

come

lo era la

nostra prima di questa salutare riforma. La Pomerania, dice

Formey

che

litigi

veniva chiamata terra

in quella provincia si

Federico ebbe perfezionato


ricredersi

de vantaggi

il

che

litigiosa,

le

liti

continui
il

gran

come

quella nella

erano pi frequenti. L esecuzione corrispose

Formey, Erposition abrg e

la jnitice,

gli

racchiudeva volle che questa

provincia fosse la prima a sperimentarlo,

quale

per

promovevano. Appena

suo piano di riforma, che per

tiri

Pian

dii

Boi pour

la

alle

Biforme de

VI.

Filangeri.

I.

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA G1UDIC1ALE.

26

speranze del sovrano, e

divennero in ogni giorno pi

le liti

rare.

languore delle leggi,

Il

la forza della cabala, e

l'

tezza del dritto, sono quelle fangose vene donde sorge

torrente delle

minare

incer-

il

che legge

Io lascio volentieri a colui

liti.

gran

esa-

che ragione dovr diminuirsi presso di noi il numero delle liti dopo una riforma diretta a ristabilire il vigore
in

delle leggi, a bandire la cabala, ed a render pi sicuro

un

dritto, che l'autorit degl interpe tri forensi, pasciuti di bar-

barie,

II.

aveva renduto cancellante ed

Obiezione che

si

alterato.

fa riguardo a casi

non compresi

nella legge.
0

Io sento dire dappertutto

Se

all infinito.
all

suprema,

autorit

la

nostra legislazione crescer

Sovrano ha voluto che


si

magistrato ricorra

il

vedranno nascere tante

colari, quanti casi si ritroveranno

non compresi

leggi parti-

nelle leggi

anteriori.
Io rispondo a questa obbiezione

regola generale,

colla

che nella necessit de mali bisogn sempre scegliere

ma

nore La moltiplicit delle leggi un male;


gistrati

il

dritto di decidere de' casi

il

non compresi

dare

il

mi-

ma-

nella legge,

certamente un male maggiore.

La pi

ingiusta

sentenza mette sempre

giudice ingiusto, quando non ha

la

il

possa tollerare nella societ. Date anche


la sicurezza di

rimaner impunito, e voi

schio di divenire

uomo

il

al

coverto un

legge che lo diriga.

sicurezza dell impunit certamente

Or

peggior male che


all

pi corrotto e

si

ri-

pi malefico.

Nel tempo della teocrazia degli Ebrei

uomo

metterete nel

lo

la

pi onesto

Mose dopo aver


un tribunale composto di sette giudici,
ne quali essi non potevano essere con,

stabilito in ogni citt

volle che

ne casi,

leggi, ricorressero al sinedrio,

dotti dalle

sviluppati

loro dubbi .

Mos era senza dubbio

Loggetto

di

il

quale avrebbe

questo stabilimento di

diretto a prevenire labuso che

un

giudice corrotto poteva fare del silenzio delle leggi ; e questo


*

Joseph

Antiq-,

liti.

X,

cap. ult.

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Geogle

PARTE SECONDA.

27

anche lo spirito di questa determinazione del nostro So-

vrano.

gran Federigo ha prescritto

Il

vedere nella prefazione del suo codice.

ho detto che

Io

la moltiplicit

come

istesso,

pu

si

'

delle leggi

un male,

che conviene tollerarlo per iscansarne uno maggiore, quale


quello di permettere

mente de'

casi

magistrati

non compresi

rimedio atto a prevenir

1'

di

nelle leggi.

uno e

giudicare arbitraria-

Ma

ci

sarebbe mai un

disordine

altro

voglio

un rimedio, onde supplire al difetto delle leggi, senza


moltiplicarne il numero ? Questa utile ricerca sar l oggetto

dire

del seguente articolo.

III.

Necessit di un Censore di Leggi.

L intendimento
ra.

Un

mente
luppa

umano

si

ristringe dentro

oggetto complicato difficilmente


dell

rit. Il

riempie

uomo con

si

una certa
Il

tempo

di

Gassendo rassodato

dall

immortale Newton

lo spirito di cognizioni e di sapere.

Un sistema

vimenti della natura. Questo


plicate, fra

il

numero

il

mo-

destino delle scienze com-

delle quali la scienza della legislazione

primo luogo.

il

legislatore che

nanzi agli occhi tutti

prendere

erro-

universo non contenga niente, mette

questo genio creatore in istato di ridurre a calcolo tutti

Un

svi-

intrigo, e spesso gli errori aprono la strada alla ve-

vuoto

neo che vuole che

ottiene

sfe-

rappresenta alla

sua chiarezza.

tutta la

emana una

legge, pu egli avere in-

casi particolari che vi

si

debbono com-

Al contrario, non vi vuol molto a vedere che uno

di questi casi

che sfugga dagli occhi del legislatore,

la

rende

imperfetta.

La

disordine.
d

non ha ancora
Basta por mente su

politica

ritrovato
'1

un rimedio a questo

sistema presente de governi

Europa, per vedere quanto noi siamo ancor lontani dal

ri-

trovarlo.

Se un disordine

nuova legge

si

si fa

appena sentire in una nazione, una

emana. Essa non ha per oggetto che quel caso


compreso in una

particolare, che potrebbe essere facilmente


4

Prefatione al Codice di Federigo, 29.

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA GIUDICIALE.

28

legge anteriore, alla quale


role per accennarlo.

Ma

il

non mancano che due o

rere sempre innanzi, senza

causa

immenso numero

dell'

mai

rivolgersi indietro. Ecco la

opprimono

delle leggi, che

bunali d Europa, e che rendono lo studio

denza simile a quello delle cifre de Cinesi,


studio di venti anni appena

Quale sarebbe dunque


difetti

delle leggi, senza

al

tri-

quali dopo uno

hanno imparato a leggerle.


mezzo da riparare a necessari
all

infinito

un Censore,

il

numero

cura del quale

la

supplire al difetto delle leggi, rendendole applicabili

a quei casi che

dere

giurispru-

della
i

il

moltiplicare

delle leggi particolari? Stabilite


sia di

tre pa-

destino delle legislazioni di cor-

il

legislatore

non ha prevenuti, e

perch divenute

inutili

necessarie vicende delle cose umane.


eviterete la moltiplicit delle leggi

sono pieni

nostri codici, metterete

effetto necessario del loro

di far ve-

dovrebbero

legislatore vivente quali sono quelle che

esser derogate,

o perniciose per le

Con questo mezzo


particolari,

un ostacolo

antinomia ,

gran numero, e ritarderete

cadenza del codice; come quella che viene pi

voi

delle quali

all

la de-

d ogni altro

accelerata dall inutilit delle leggi antiche.

IV.

Mi

Riflessioni su

Romani.

permetta una brieve digressione molto opportuna

si

per dar maggior peso ad una verit cosi interessante come


questa.
Io

ho detto, che

la

cura di questo Censore non dovrebbe

esser soltanto diretta a supplire

che a mostrare

al legislatore

ma

al difetto delle leggi,

an-

vivente quali sono quelle che

dovrebbero esser derogate, perch divenute

inutili

o perni-

un effetto delle necessarie vicende delle cose umane.


Per meglio sviluppare questa verit, io ricorro allistodun popolo, le leggi del quale, superando gli ostacoli del

ciose, per

ria

tempo e

della filosofia,

maggior parte
I

conservano ancora

il

loro vigore nella

delle nazioni europee.

Romani avevano un censore

bero dovuto anzi avere un censore

da costumi
di leggi.

La

essi

avreb-

loro legisla-

zione, ammirabile nel tutto, era difettosa nelle parti. Questi

Digitzed

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PARTE SECONDA.
non venivano curati

difetti

quale

20

e questa

la

ragione per

la

erano spesse volte in contradizione co loro

le loro leggi

costumi, e collo stato della nazione. Le leggi suntuarie de' Ro-

mani nel tempo di Cesare avrebbero potuto convenire a Romani del secondo e terzo secolo, e pure esse facevano una
1

porzione del codice della nazione, nel tempo che cinquanta-

dramme appena bastavano per somministrare le spese


d una cena, che Cicerone e Pompeo chieggono a Lucullo,
mila

avendolo clto

all

improvviso. Fra lo strepito d una truppa

che formavano laccompagnamento giornaliero

di servi,

Roma,

tadini di

le

leggi prescrivevano

Romani disprezzavano,
potevano
dere

tollerare.

Un

decit-

una frugalit che

non

e che le ricchezze della nazione

censore avrebbe sicuramente fatto ve-

necessit che ci era di derogare queste leggi, e di

la

emanarne altre pi adattabili allo stato nel quale era in quel


tempo la nazione.
Le leggi agrarie e le leggi che regolavano le usure appresso quel popolo, mi aprirebbero la strada a mille altri
esempi atti a meglio sviluppare listessa verit, se io non temessi di stancare chi legge, al quale ho per costume di lasciar
sempre qualche cosa da pensare.

V.

Le nostre

Altra obiezione.

leggi, dicono alcuni, sono piene dantinomie,

e di contradizioni. Dovendosi decidere secondo

mezzo

a tanti intrighi

come potr

il

la

legge

in

magistrato trovare la

verit ?

questa obiezione

io

rispondo con un canone della

lo-

gica legale. Ne casi d'antinomia, la legge posteriore deroga

sempre lanteriore.
Se

sovrani

si

appartiene

il

dritto di derogare le leggi;

quando una legge posteriore si oppone ad una legge anteriore,


deve supporre, che il legislatore abbia tacitamente dero-

si

gata

antica.

Le

leggi

Orchia, Fannia, Didia, Licinia.


3

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RIFLESSIONI SULLA RIFORMA GIUDICIALE.

30

Trovata lepoca delle due leggi


T intrigo
10

scioglie, e

si

non so se qui

che

si

contradicono,

antinomia dispare.

possa pronunciare impunemente

si

il

quod erat demonslr andavi dei matematici.

VI.

A Ura obiezione.

Linterpetrazioni de Dottori sono di molto soccorso


gistrati nellapplicazione delle leggi;

Ma

verle?

ma-

perch dunque proscri-

questa obiezione nasce da una falsa supposizione,

tutta aliena dallo spirito della legge del Sovrano.


11

re proscrive

ne proscriva
blioteca

di

il

quando

consigliare,

lo studio

forense

gli

ma non credo che


Che immerso nella bipure un dovere di
polverosi volumi di Bartolo
loro interpetrazioni, non

autorit de Dottori,

e la

lettura.

magistrato

si

piaccia,

Baldo. Per profittare delle

faccia

necessario di dire: io decido cosi perch questa lopinione


de Dottori.

VII.

Dopo aver
d'

Conchiusione.

analizzate tutte le parti di questa legge; dopo

aver fatto vedere come tutte queste parti stabiliscono e

proteggono
cile

la libert sociale, e

per ricredere

altro,

Ma

racchiude.

il

cammino

molto lento. Essa non

si

il

pubblico dell

la fa-

della

verit, dice

utilit eh essa

un

filosofo,

propaga che con alcune ondolazioni

quasi insensibili. Se un sasso


le

dopo averne dimostrata

applicazione nel nostro fro, io non credo che vi biso-

gnerebbe

si fa

cadere nel centro

un

lago,

acque, separandosi nel punto del contatto, formano un

cerchio,

il

quale subito racchiuso in un altro pi grande, e

questo egualmente circondato da

da momento in

momento

altri

cerchi pi estesi,

quali

moltiplicandosi ed ingrandendosi,

vanno finalmente ad urtare nella riva, dopo aver comunicato


il moto a tutta la massa dell acqua*.
Ecco

gli effetti

che questa legge del Sovrano ha prodotti

La pietra cadutaci primo cerchio si forma


termine demali che opprimevano lo Stato troppo

nella nostra patria.


dafllosofl.ll

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PARTE SECONDA.
piacevole, per

una

31

classe duomini cos sensibile. Essi spar-

gono dappertutto i vantaggi che quest# legge porta seco, ed


a misura che la loro voce si propaga, i cerchi concentrici si
moltiplicano,

vortici

si

riproducono, e la verit

si fa

meglio

conoscere. Per accelerare questo moto io ho date fuora queste riflessioni.

Chi sa se esse saranno per produrre

effetto

che

si

de-

sidera? Io lo spero, e questa speranza non leffetto d un ardita presunzione. Allorch

un corpo

in moto, ogni picciolo

urto che concorre alla sua direzione, pu molto accelerane


la velocit.

Giovani
della vita

infelici,

non

destinati a

rampare

ne migliori anni

vi arrestate alle confuse voci di coloro, che

vinducono a tacere, allorch si tratta di sostenere la causa


del sovrano e della patria. Se essi vi diranno, che la giovent dovrebbe rassomigliarsi a quella scuola de filosofi, dove
con un silenzio di pi anni si comprava il dritto di parlar
bene

in tutto

parlare

il

resto della vita, rispondete loro, che debbono

giovani allorch tacciono

vecchi.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

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35

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE

INTRODUZIONE.

Quali sono i soli oggetti, che hanno Ano a questi ultimi


tempi occupati sovrani di Europa? Un arsenale formidabile,
un artiglieria numerosa, una truppa ben agguerrita. Tutti i
calcoli, che si sono esaminati alla presenza de principi, non
sono stati diretti che alla soluzione d un solo problema trovar la maniera di uccidere pi uomini nel minor tempo posi

sibile.

per oggetto di premio

Si proposta

Non

evoluzione pi micidiale.

si

scoverta d una

la

pensato a premiare T agri-

coltore, che ha tirati due solchi nel mentre che gli altri

ne tirano che un solo: ma


gliere

che ha avuta

si

raddoppiato

arte di caricare

di quattro secondi. Noi

ci

lo

siamo

umanit

ci fa

La

perfeziono

vedere senza dubbio

vizio nel sistema universale de governi.

pi^d un

m$zzo

secolo, che la filosofia

un mezzo

(luestajm ania militare, pi d


si

in istato di distruggere

spazio di pochi minuti.

dell arte la pi funesta all'

un

non'

all arti-

fra lo spazio

siamo addestrati tanto in un me-

stiere cosi distruttore, che noi

ventimila uomini fra

soldo

il

un cannone

affaticano per richiamare le

pi

utili;

e dopo Montesquieu,

non abbia intimata


nella legislazione

un grand uomo,
da ci che

stretti

agli

Quasi

declama ^contro

secolo che

mire de principi

uomini

non

ci

filosoA

agli oggetti

stato scrittore che/

la necessit

tutti gli scrittori d

un

una riforma
secolo

dice

poeti, oratori e filosofi, sono trascinati e rili

circonda.

La natura

in ogni epoca itnpri-

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

36

me, per cosi dire, il medesimo suggello a tutte le anime, e i


Lmedesimi oggetti ispirano loro le medesime idee. La legislo' zione oggi questo oggetto comune di coloro che pensano. Gli
i

errori della giurisprudenza ci circondano

cura di rilevarli, e da unestremit


si

sente altro che una voce,

Lazio non giovano pi

all

la

ogni scrittore pro-

Europa

dell

quale

all

altra

non

dice che le leggi del

ci

Europa.

Queste tante voci riunite, questo strepito universale, que sto grido della
fin o a' troni

rita

pginnr fl della filanda


Cn scena si mutata, ed !

conoscere che

ciato" a

la

finalmente giunto

principi

vita e la tranquillit degli

maggior rispetto; che

ci

un

altro

nan cornitiuomini me-

mezzo indipendente

dalla forza e dalle armi, per giugnere alla grandezza; che le_

buone

leggi

sono lunico sostegno della

nazionale; che

felicit

fia Bont delle leggi inseparabile dall uniformit., Cecile qne

tra Io spazio di

pu ritrovare in una legislazione, fatta


ventidue secoli, emanata da diversi legisla-

tri, in diversi

governi,

non

sta uniformit

tutta

si

nazioni diverse, e che partec ipa di

grandezza de' liumani e

la

di tutta la

barbarie de'Xon-

gobardi.

sarebbe senza dubbio dato un gran passo nello spazio

Si

della felicit de popoli,

legislazione merita

passq che pi
j
i

II

dimostrando solo

una riforma. Ma

interessa

si

sono

si

tolti

sovrani, che

popolo non pi schiavo, ed i nobili non n sono pi


11 dispotismo ha bandita nella pi gran parte del-

tiranni.

Europa lanarchia feudale, ed

il

dispotismo. Se prima non

si

costumi hanno indebolito

urtava

la

gran macchina de' feu-

di, niuna riforma utile era da sperarsi nelle leggi. Nel

che

la

pi gran parte del genere

nel mentre che tutti


il

la

anche dato un altro

gli ostacoli.

dritti

umano

era

la

erano incerti, che

la

mentro

pi avvilita;

spada teneva

le oppressioni regnavano da per


dovevano ubbidire alle leggi, erano

luogo della giustizia, che

tutto, perch coloro che

pi

forti di colui

che lemanava; nel mentre che

vitabili tra vicini gelosi e deboli,

attorcile

11

principio della Irgistaiione

furono emauale

te leggi delle

gli odii ine-

mettevano da per

tutto gli

si pu calcolare dallanno 303 di


XII Tavole.

Roma

INTRODUZIONE.

37

mentre che ogni


citt, ogni paese era separato, come si sarebbe mai potuto
intraprendere una riforma nelle leggi ? come maneggiare tanti
ed impedivano

argini,

la

comunicazione

nel

un governo militare, superstizioso e feroce di mirare un oggetto


cosi complicato? chi avrebbe potuto combinare tanti rapporti?
I re privi della maggior parte delle loro prerogative, erano
interessi opposti? chi avrebbe ardito fra le tenebre d

troppo deboli per sostenerla. I nobili, che avevano rotto quel


nodo che gli univa allo Stato, erano troppo potenti per soffrire una riforma che doveva prima d ogni altro cadere su
i

che

diritti

erano usurpati

si

resto do cittadini degradato

ed avvilito era troppo ignorante per ispirarla e per dirigerla.

Siccome

lo Stato era allora diviso in tante porzioni

per

quanti feudi conteneva; siccome ciascheduna di queste parti

era isolata

talento, privo della comunicazione,

il

geva in una certa sfera

restrin-

si

di cognizioni e di lumi, nella quale

era costretto a fermarsi. La picciolezza medesima degl interessi

doveva
si

allora indebolire glingegni, ed impedire che le idee

La

estendessero.

doveva dunque essere un oganima avnon quello che l aveva


specie di governo, n altri interessi,

legislazione

getto troppo sublime e troppo complicato, per un

vezza a non conoscere altro

veduto nascere n
,

se

non

altra

cielo, se

un tiranno che l'opprjmeva. in questo stato *

quelli d

non sarebbe nato n un Montesquieu n un Locke,


n alcuno di quegli uomini necessari allo stato che debbono
di cose

precedere e dinga^
togliere

dunque

gnvpj-nj nelle grandi intraprese.

delevazione che un lavoro cosi

che

gran sovrani e

diffcile

richiede, bisognava

re cominciassero dal formare alcuni

corpi da tante masse disperse, bisognava ristabilire


tra gli uomini, bisognava soprattutto che gli

sero d essere schiavi, poich


di

pensare

P er

questi argini, per dare agl ingegni quel grado

la

uomini

legami
lascias-

natura ha proibito allo schiavo

1
.

Tolto questo primo ostacolo, bisognava superarne un


altro.

Lutilit pubblica richiedeva che si estirpasse

quello che
*

si

Omero

giorno che lo

fa

opponeva

tutto

progressi de lumi e delle cognizioni,

dice, che Giove toglie

la

met

dello' spirito ad

un uomo, nel

schiavo. (Iliade.)

Filanrjcri.

\.

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(jOOgle

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

38

senza de' quali ogni riforma, e particolarmente quella delle


leggi, sarebbe stata difettosa e funesta. Indebolito

dunque prima

de nobili, bisognava

cuni errori che

troppo

facile

il

il

potere

d ogni altro dissipare al-

fanatismo aveva consacrati, e

clic

lignoranza,

ad esser sedotta, aveva ricevuti. Per ottener


filosofia venuta in soccorso de' govern i, ed

questo fine

la

ha prodotti

gli effetti

pi salutari: La Superstizione pi non

Questa nemic a dichiarata d ogni utile riforma

esisto.

sta leva die agita lallTa,

R^andiTrTsuo punto

ne cieli; questa tiranna degl ingegni che in tutti

que-

appoggio
secoli

ha

dichiarata una guerra a coloro che per fortuna degli altri,

ma

Che per loro propria disgrazia

ad esser grandi uomini

natura ha condannati

la

che nella Grecia condann Socrate a

morire, caric di catene Anassagora

esili

Demetrio Falerno

che in Olanda innalz un rogo per sacrificare

un ministro imbecille

al zelo d

Inghilterra perseguit Bacone;

come mago,

e turb sino

perpetuando tra

gli

opere

all

obblio,

di Descartes;

ed

che in

che in Francia accus, Gerbet

ceneri di que solitari restauratori

le

morale

delle scienze e della

le

ec.; la superstizione, io dico,

uomini lignoranza e

gli

errori,

che

avrebbe

per sempre impedita o rcnduta funesta ogni riforma nelle


leggi, stata proscritta

e la religione, che

il

fanatismo aveva

per pi secoli imbrattata col sangue delle nazioni e colla miseria de popoli, divenuta quale

nella sua origine,


sociali.

Gi

il

vincolo della pace o

sacerdozio pi non

il

Stato pi tranquillo, e

Tutto

si

deve essere e quale stata

mutato

si

la

idee politiche istesse

quel carattere di ferocia e dintrigo che


ciose, in

vece

base delle virt

mescola col governo. Lo

altare meglio servito.

di renderle utili.

Pi non

sime se non insegnate, almeno messe

si

in

le

hanno perduto

rendeva perni-

sentono quelle mas-

unequivoca veduta

da un politico che ha ottenute le Iodi degli uomini, quantuna


que abbia compromesso contro
loro dritti. jChe un nuov o
i

Machiavelli ardisca oggi di dire che un principe che vuol


tenersi
il

deve imparare

bisogno

lo

richiede

Roggiero Bacone.*

Machiavelli.

man-

non esser virtuoso, se non quando


deve custodir con cura i suoi

eh egli

INTRODUZINE.

39

boni particolari e profondere quelli del pubblico

deve adempire

alla,

che deve mostrare

ligioso, iha

uomini, perch

umano

umanit e contro

suo spirito, secondo

soffia

senza allontanarsi dal bene, finch


farsi

fedele, giusto e re-

tutto ci che fa passare per buoni gli altri

bisogni dello Stato lobbligano spesse volte

ad operare contro
il

non deve esser virtuoso, ma appad esser

che deve imparare ad.tesser lopposto; che egli

non pu osservare

piegare

non

promessa, se non quando pu farlo senza

arrecarsi svantaggio; che


rirlo;

eh egli

la religione

che dee

vento della fortuna,

il

ma

pu,

si

anche senza

uno scrupolo di commettere- il male, quando

gli

giova;

che questo nuqvo Machiavelli procuri finalmente di stabilire


il

vizio accanto a troni; tutta

umanit

scaglier contro

si

di lui, e la pubblica disapprovazione sar

il

giusto premio

della sua bassezza.

Era

una riforma nelle leggi in un tempo, nel quale coloro che dovevano proporla e dirigerla, pensavano e scrivevano a questo modo? Ma a tutti questi vantaggi se ne aggiunge un altro, forse il pi necessario, ma il
pi difficile ad ottenersi. Questo il dritto di poter proferire
impunemente la verit a' principi.
Si sa che in questi ultimi tempi un suddito d un gran
forse desiderabile

re dell'Europa, destinato a parlare

augusta cerimonia dello Stato, nel


nazione; momento, nel quale in
catene de popoli, in questo

suo principe nella pi

al

momento

altri

tempi

momento,

dito coraggioso ard di chiamare

il

si

della sua coro-

stringevano

le

questo sud-

io dico,

suo re innanzi

al

tribunale

della pubblica opinione, ricordandogli che questo tribunale

dovrebbe un giorno giudicarlo, ed ebbe


gli in

e cominciano

guaggio che

fin

coraggio di mostrar-

suoi indispensabili doveri.

da che

la

divenuto

che se

il

il

linguaggio

nascondere

Su questo tuono

nunciata

alla

non

si

comune

Questo

Grecia decaduta , da che

lasciato d esser libera, pi

il

picciola distanza quel punto, nel quale finiscono

dritti,

suoi
lin-

Roma ha

inteso fra gli uomini, oggi

de filosofi

la verit a principi

degli scrittori

stata sempre

la

lavorata la celebre orazione del vescovo di Aia, pro-

presenza di Luigi

XVI

nel giorno della sua coronazione a ileims.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE

40
causa

ha perpetuati

clic

stato in tutti

secoli

mali degli uomini

se

una riforma nella

delle leggi antiche e contep

un

il

Tolti

adunque

intraprendjgre
l

non stato
abbiamo superato, arrocon una libert che

alle nazioni;

felicit degli

non

tutti questi ostacoli, altro

ri/nrma^iiella

la

mano che

ultima

principi che la soffrono, ed a coloro

che ne sanno far uso.

sia

inopportunit

dritto di pensare e di scrivere

egualmente ono/e

fa

mali che un amministrazione

ed imbecille ha cagionato

picciolo ostacolo quello che noi

gandoci

legislazione, bi-

sognava prima d ogni altro scagliarsi contro


difettosa

silenzio

il

garante delia tirannia e de disordini

il

se finalmente per ottenere

if

gi^.inne

uomini; par che

la

ci

JPflrc

resta a dare, per compiere

resta che

che questa
oprTcllla

situazione istessa delle cose

labbia preparata.

L Europa divenuta per undici secoli

il

teatro della guerra

e della discordia, lEuropa schiacciata sotto le rovine dell'im-

pero

di

Roma ;

misera e fuggitiva innanzi alle armi

d Attila,

occupata e divisa a vicenda dagli stabilimenti de barbari,


dallincursione de

Normanni, dallanarchia

guerre sacre delle crociate

de feudi, dalle

dal contrasto continuo del sacer-

dozio e dell impero, dalle dispute religiose che hanno alterata

morale e perpetuata

la

ignoranza ; oppressa finalmente dalla

tirannia di tanti piccioli despoti, coverta di fanatici e di guer-

ed accesa

in ogni parte dal fuoco distruttore de par-

rieri

titi,

oggi divenuta

La

stabilit delle

la

sede della tranquillit e della ragione.

monarchie, che

la

confederazione e

lega

la

ha prodotta, mette un argine allambizione de principi, e


costringe

sovrani a badare a veri interessi delle

nazioni.

Gi ne troni non si parla d altro che di leggi e di legislazione. Gi in


1'

favore di questa porzione dell' umanit, che

Europa contiene, una

pacifica ri voluzi one

ordini che lopprimono, srsofo mostrali

si

prepara.

dis-

governi con tutta

deformit. Pi lontani di quello eh erano prima dallo

la loro

strepito delle armi, essi

hanno inteso

gemiti e le lagrime

d'una turba di vittime che, una legislazione artificiosa, oscura,


1

licei.

Rara
*

temporum

Tac., Hist

felicitato

lib. I.

ubi sentire quae vclis, et qurc senlias licere

INTRODUZIONE.

Il

complicata e non adattabile allo stato presente delle cose, saogni giorno Gi da per tutto

si

rimedio a questo male, e da per tutto

si

crifica in

un
un fermento
germe le-

cerca di porre
sente

salutare che ci fa sperare prossimo lo sviluppo del


gislativo.

Ardir

io

dunque

una mano per

d alzare

affrettare

questa produzione sublime.

La

gloria dell

uomo

scrive, di preparare

clic

mate-

non hanno il
temn o d Istruirsi. Costretti ad operare, un gran movimento
gli agita, e la loro anima non ha il tempo di fermatasi sopra s
medesima. Essi debbono confidare ad altri la cura di cercare
riali^ utili

a coloro che governano.

mezzi propri per

verit

a pacifici

principi

facilitare le utili intraprese. A ministri della


filosofi

si

appartiene dunque questo sacro

ministero.

vero chejnon so per quale funesto destino

lettere

non sempre ammesso a discutere

in

quella rispettabile assemblea,

per fissare

la

sorte de cittadini.

altroch confidare

la

Il

ove

uomo

di

grandi interessi

non pu penetrare

dello Stato alla presenza de principi. Egli

sovrano presiede,

il

libero filosofo

non pu

far

sua anima ad alcuni scritti, interpreti

muti de suoi sentimenti. Ma

si

pu

none

nel quale lo spirito di lettura

tutto sperare in

un secolo,

incompatibile collo spirito

un secolo, nel quale il corso rapido delimmaginazione non vien trattenuto dagli ostacoli che il dispotismo vi suole opporrej Ora questa speranza quella che
di sovranit, ed in

mi

fa

intraprendere un lavoro cos

Scrivendo

la

diffcile

scienza della legislazione,

il

ccosi complicato.

mio

fine altro

non

che di facilitare a sovrani di questo secolo l'intrapresa di


i

una nuova

legislazione.

cosa strana

fra tanti scrittori

allo studio delle leggi, chi

che

si

sono consacrali

ha trattata questa materia da solo

giureconsulto, chi da filologo, chi anche da politico,

prendendo
cio; chi,

di

mira che una sola parte

di

come Montesquieu, ha ragionato

ma non

questo immenso

edif-

piuttosto sopra quello

dovrebbe fare; ma niuno


ci ha dato ancora un sistema compiuto e ragionato di legislazione, niuno ha ancora ridotta questa materia ad un* scienza

che

si

fatto, che sopra quello che

sicura ed ordinata, unendo

si

mezzi

alle regole,

la teoria

4*

42

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

alla pratica.

Questo quello che

quest opera che ha per titolo

io

La

Principi che regnate, se a voi

miei principj e

la

intraprendo di fare in

Scienza della Legislazione.


si

appartiene

esame dei

censura delle mie idee, io vi prego

coll

im-

mortale Montesquieu, di non condannare colla lettura di po-

momenti unopera

chi

di fanatico

anni; e di risparmiare

il

nome

novatore o progettista ad uno scrittore che oltre-

passa qualche volta


car

di pi

confini della cieca consuetudine per cer-

uomo

utile nella novit. L

istruito dalle scoverte de suoi

padri, ha ricevuta leredit de loro pensieri. Questo

un de-

posito, chegli nell obbligo di trasmettere a suoi discen-

denti, aumentato con alcune idee sue proprie. Se la maggior

parte degli uomini trascura questo sacro dovere, io mi protesto di volerlo adempire, allontanandomi egualmente dalla servile pedanteria di coloro che niente voglion

arrogante stranezza

di coloro

esporranno

condo

si

le

mutare, e dalla

che vorrebbero tutto distruggere.

Quest opera sar divisa in sette

libri.

Nel primo libro

regole generali della scienza legislativa

parler delle leggi criminali

nel quarto libro

si

si

nel se-

parler dello leggi politiche ed economiche; nel terzo

si

svilupper

quella parte della sciertza legislativa che riguarda leducazione,

costumi e

istruzione pubblica

nel quinto libro

delle leggi che riguardano la religione

riguardano
si

la

parler di

si

parler

nel sesto di quelle che

ed ultimo libro finalmente


quelle leggi che riguardano la patria potest, ed
propriet

nel settimo

buon ordine delle famiglio. La moltiplicit degli oggetti,


che riguarda quest opera mi obbliga a premetterne un piano.
il

Questa sar una dipintura complicata, nella quale

saranno piccolissime,

ma

distinte. Io

le figure

prego coloro che vor-

ranno leggere questo libro, di non trascurare questo piano;


giacch mi pare necessario per far conoscere il sistema e

ordine

dell'

parti che

mi pare

opera, e per dare un idea generale di tutte

compongono limmenso

nel caso di pubblicare per ora altro che


di quest opera.

lo

edificio della legislazione;

non sono
primi due volumi

altrettanto pi necessario, in quantoch io


i

43

PIANO RAGIONATO DELL OPERA.

In ogni facolt bisogna premettere alcuni dati che sono

come

base dell edificio che

la

si

vuole innalzare.
I

CONSERVAZIONE E TRANQUILLIT.
Questo

primo dato, e questo, e non

il

altro, loggetto

unico ed universale della scienza della legislazione.


Da smplici principii della riunione degli uomini, e dalla
dell uomo noi dedurremo questa verit preliminare che nella scienza del governo quel punto, al quale
debbono andare a finire tutti i raggi che si vogliono tirare dalla

natura istessa

circonferenza del cerchio.

Ma

uomo non pu

#
conservarsi senza mezzi, n pu esser

tranquillo, se non sicuro di


sibilit

dunque

non poter essere molestato. Pos-

d esistere, e d esistere

con agio ; libert

d ac-

crescere, migliorare e conservare la sua propriet ; facilit


nell acquisto de generi necessari o utili pel comodo della vita ;

confidenza nel governo ; confidenza ne magistrati; confidenza


negli altri cittadini; sicurezza di

rando secondo

il

non poter

esser turbato ope-

dettame delle leggi: questi sono

risultati del

principio universale della conservazione e della tranquillit.

Ogni parte della legislazione deve dunque corrispondere ad

uno
uno

di questi risultati.
di questi

Ogni legge che non reca

bene fidi dunque

alla societ

inutile.

Premessi questi dati, noi passeremo rapidamente a sviluppare colla maggior brevit possibile quelle regole generali,
senza delle quali

la scienza della legislazione

principii fissi e sicuri, e sarebbe nel

incerta.

tempo

sarebbe priva di
istesso

vaga ed

Cominciando dal distinguere

la

bont assoluta delle leggi

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

41

dalla bont relativa ;

determinando

e dell altra; distinguendo

l' idea precisa


dell una
armonia che deve avere la legge
deve avere

co principj della natura, dal rapporto che essa

emana; sviluppando i
dipendono da questo doppio carat-

collo stato della nazione alla quale si


principii pi generali che

deve avere ogni legge

tere di bont che

seguenze che ne derivano

deducendone

osservando

gli

le

con-

errori delle leggi,

lopposizione anche frequente delle

la diversit necessaria,

legislazioni, le vicende de codici, la necessit di correggerli,


gli ostacoli

che rendono

difficili

queste correzioni,

zioni che fanno svanire questi ostacoli:


di

mira

tutti questi oggetti, noi

precau-

le

prendendo, io dico,

non faremo

altro che dare

un idea generale della teoria della bont assoluta delle leggi

e disporci allo sviluppo della teoria molto pi complicata della


loro bont relativa, che , per cosi dire, laggregato di tutte
le regole generali della

scienza della legislazione.

Se questa bont consiste nel rapporto delle leggi collo


vengono emanate, bisogna ve-

stato della nazione alla quale

dere quali sono

remo

componenti

di questo stato.

Noi

li

trove-

nella natura del governo, e per conseguenza nel prin-

cipio che lo fa agire;

nt^ genio e nell indole de popoli, nel

clima, forza sempre attiva e sempre nascosta, nella datura


del terreno, nella situazione locale

nella maggiore o

minore

estensione del paese, nellinfanzia o nella maturit del popolo, e nella religione, in questa forza divina che, influendo

su

le

prime cure del

dovranno maravigliare coloro

che leggeranno

costumi de popoli, deve richiamare

legislatore.

Non

si

questo libro, se vedranno trattati alcuni di questi oggetti,

dopo che l autore dello Spirito delle leggi ne ha cos diffusamente parlato. Quando essi perverranno a questa parte della
mia opera, si avvedranno che lo scopo che io mi propongo
tutto diverso da quello di quet amore.
Montesquieu cerca in questi rapporti lo spirito delle
ed io vi cerco le regole. Egli procura di trovare in

leggi,

essi la ragione di quello

durne

le

stessi

saranno per

che

si

regole di quello che


lo

fatto, ed io procuro di desi

deve

fare.

pi diversi da suoi;

le

miei principii
cose saranno

PIANO RAGIONATO DELLOPERA.


considerate sotto
quello che
il

un

mi giova, e lasciando

decoro e

fasto

45

altro aspetto, e contento di cercare solo

scientifico

volentieri tutto quello che

potrebbero usurpare sopra

quella specie di sobriet, che deve risplendere ne lavori consacrati

contento, io dico, di questa so-

pubblico;

all utile

briet derudizione, io restringer in poche carte una teoria

richiederebbe molti volumi.

che, maneggiata diversamente,

Non
a

voglio per lasciare di confessare, che io debbo molto

sudori di queslo grand uomo. Questo tratto di gratitudine

un uomo che ha pensato prima


errori islessi mi ha istruito, e mi ha

un tributo che io offro ad


di

me,

e che coi suoi

insegnata
Dall

strada per ritrovare

la

esame dunque

del

rapporto che debbono aver

dedurremo

sar

parte di questa scienza che ne render applicabile


tutti

governi, in

tutti

climi, in

<

tutti

tempi,

le

regole ge-

le

scienza della legislazione. Questa

della

la verit.

leggi con questi diversi oggetti, noi

nerali

quella

uso in

in tutte le

circostanze particolari della posizione, dellestensione, della


fertilit d

un paese, del culto, del genio, dellinfanzia o


d'un popolo. Questa sar laggregato di quei
a quali i particolari che saranno quindi

della maturit
principii

generali,

debbono costantemente

sviluppati,

che generalizzando

la

Questa quella
vedere diversi
i

tuono diverso che deve prendere

il

popoli,

legislazione ne diversi popoli, o negl i stessi

tempi

ne diversi

che

ci

costituzioni de governi,

diversit de rimedi

duce

il

moto

una legislazione

rito

de secoli, e

pel quale

si

che

sterilit,

la

la

far

diversi vizi che vi sono uniti, e la

qualunque
si

ma

vedere nella diversit delle

principio unico d azione

che pro-

societ civile, e la diver-

deve dare

a questo principio unico

influenza che deve avere nello spirito

genio universale delle nazioni, e lo spigenio e lindole particolare del popolo

quella che vi deve avere

gli effetti,

allorch sono

vedere, come

il

emana

per secondarne
starli

il

politico in

sit della direzione

ne diversi governi;
d

riferirsi.

le idee legislative, ci far

oggetti, le diverse mire,

il

clima, sia

allorch sono utili, sia per contra-

perniciosi; questa quella che

natura del terreno,

sua estensione,

la

la

sua

fertilit,

ci

la

far

sua

sua posizione, debbono rego-

/
i

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

46

lare la parte economica della legislazione, e qual diversit

debba produrre nella parte morale


false religioni

de

falsit

la

e la loro perfezione della vera

dogmi

come

popolo ingombrato da primi, bisogna sostenere con una


quello cbe

si

urta collaltra, e

come

in

delle

un

in

mano

un popolo illuminato

da secondi, bisogna garantirli dagl impostori che gli alterano,

e da miscredenti che

li

discreditan

questa sar quella parte

finalmente della scienza della legislazione che facendoci conoscere le diverse et de popoli, e

diversi periodi della loro

vita, ci mostrer come la legislazione debba seguire questi


come debba adattarsi alla loro fanciullezza,
come debba seguire 1 effervescenza della loro pubert, come

diversi periodi,

debba aspettare e profittare

dell'

epoca favorevole della loro

maturit, e come prevenire quella della decrepitezza e della

morte.

Ecco quali saranno

le

prime vedute

queste vedute generali non

ci

di quest opera.

Ma

darebbero che un idea confusa

del tutto insieme, o per meglio dire, della sola superficie di

questimmenso
varne

le parti

edificio.

Per ben conoscerlo bisogna osser-

bisogna vedere

esse dev avere colle altre,

composte,

fondamenti su

rapporti che ciascheduna di

materiali de quali debbono esser

quali debbono essere innalzate.

Per riuscirvi, noi cominceremo dunque a scomporre la


gran macchina della legislazione per considerarla distinta-

mente nelle parti che la compongono. Tutto si ridurr ad un


minuto esame, e gli oggetti pi nascosti e meno conosciuti
non saranno per questo trascurati, poich nel governo, non
altrimenti che nella natura, le fibre pi oscure delle piante,

nascoste nelle viscere della terra, sono propriamente quelle

che alimentano
leggi politiche

Due sono

Lo

ricchzze.

boschi pi maestosi. Noi cominceremo dalle

ed economiche.
gli oggetti di

queste leggi,

relativo alla loro felicit. Questi


la felicit

la

le

gli

le

uomini han

numero sempre
due oggetti che compongono
Il

loro

nazionale, son dunque reciprochi.

richiamer

popolazione e

Stato ha bisogno di uomini, e

bisogno di mezzi per alimentarsi.

La popolazione

prime nostre cure.

Dopo alcune brevi

riflessioni sul

sistema della legista-

PIANO RAGIONATO DELL OPERA.


zidne degli antichi, e propriamente degli

47

Ebrei,

de Persi,

Romani, noi dimostreremo che tutto inutile


la popolazione, quando non si' tolgono gli
La maggior parte de legislatori sono urtati in questo
polverosi ed infiniti
scoglio. Se noi anderemo rivolgendo
volumi che contengono il caos della legislazione dell Europa,
governo
che
non
abbia
troveremo
un
riserbate alcune
noi non
prerogative a padri di famiglia, che non accordi alcuni privilegi ed esenzioni a quei cittadini che han dato un certo
numero di figli allo Stato, e che non abbia leggi dirette ad
de Greci e de

per incoraggiare

ostacoli.

accrescere

numero

il

della

rilit

natura

de coniugi.

perpetua;

si

Ma con
la

tutto questo la ste-

procreazione lenta;

matrimoni sono rari nel seno stesso della volutt ; una larga
tomba, ove una generazione intera si seppellisce con tutta la
sua posterit,

meno

per lo

contenere.

si

apre in ogni giorno, e all'Europa mancano

cento milioni d abitatori di pi che essa potrebbe

Dopo

questi fatti, che saranno da noi dimostrati

coi calcoli pi esatti, chi

quest oggetto un vizio


Io

d utilit;

ma

essi

non sono

che potrebbero forse accelerare

quando non

vi

si

fin

ora adoperali da le-

popolazione,

la

ci sia in

nel sistema delle legislazioni?

non nego, che questi mezzi

gislatori per incoraggiare

grado

potr dubitare che non

enorme

abbiano

qualche

altro che tanti piccioli urti,

moto

della

generazione,

opponessero alcuni ostacoli,

la resistenza

de quali supera infinitamente

il

intensit della loro azione.

Bisogna dunque cercare questi ostacoli, c ritrovare

mezzi per superarli.

questi due oggetti

noi ridurremo

quella parte della scienza legislativa che riguarda la molti-

plicazione della specie.

Osservando

le

sciagure de popoli, e lo stato infelice dcl-

agricoltura;

eccesso dell opulenza in pochi

nella

il

campagne;

lusso delle corti, e la miseria delle

maggior parte ;

immenso numero

picciolo

il

difetto della sussistenza

numero

de proprietari , e

de fondi riuniti in poche

non proprietari ; la
mani, e labuso che

reni; la stranezza

leggi, e lavidit della finanza; la

de

delle

perpetuit delle truppe, e

che cagiona ne' popoli

il

moltiplicit
si

celibato de guerrieri

loro mantenimento, e

il

fa

la

de ter-

miseria

vuoto che

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

48

lascia nella generazione

il

celibato;

loro

doppio ostacelo

il

che questo abuso cagiona alla popolazione, e lo spavento che


reca alla libert del cittadino; osservando
l

incontinenza pubblica e

nascere, e

che

gono, e

gli

progressi del-

povert che

la fa

la sterilit

errori della giurisprudenza che la proteg-

che n

conseguenza; osservando, io

la

mali che opprimono lEuropa,

dico, questi ed altri simili

noi

la

celibato violento d alcune classi de cittadini

il

fomenta,

la

sua origine,

la

non stenteremo molto a trovare

ostacoli che

impediscono

nazioni che

vere cause e

le

veri

progressi della popolazione nelle

abitano, e non stenteremo molto per conse-

guenza a trovare

opportuni rimedi, che una savia

gli

legisla-

zione vi dovrebbe opporre.

Sviluppata con questo

metodo e con questi principii


politiche ed economiche che riguarda

quella parte delle leggi


la

moltiplicazione della specie,

all altr

rivolgeremo

noi

sguardo

lo

oggetto di queste leggi; noi cominceremo a parlare

delle ricchezze.

Se questo era un oggetto


ne quali la povert

secoli,

uomo

dell

sterile

era

il

per

la politica d

alcuni

primo grado della virt


il primo principio

e del cittadino, oggi 6 divenuto

della felicit delle nazioni. Questa riflessione ci

trasporter

esame d una verit che c interessa molto di sapere cio,


che noi dobbiamo tutto alla corruzione, e che per giugnere
alia grandezza noi abbiamo dovuto abbandonare quelle virt,
all

che vi

facevano pervenire

ci

volubilit degli uomini

le arti, tutti

gli antichi.

L industria,

il

Strano prodigio dell

commercio,

il

lusso

questi mezzi che altre volte contribuivano ad

indebolire gli Stati, e ebe forse resero Tiro la preda d Ales-

sandro, e Cartagine quella

di

Scipione, sono oggi divenuti

pi fermi appoggi della prosperit de popoli.

che

il

tempo

della fondazione e del

perii passato; da che

quale
tinui
si

la terra

che

perpetui

si

ritrova pi T

in fatti

uomo

taceva; da che le nazioni, dopo

sono finalmente

a cercare

non

Ed

da

rovesciamento degl' iminnanzi al


urti con-

gli

contrasti dellambizione e della libert,


fissate in

uno stato

di riposo

che

induce

agio piuttosto che la grandezza e la gloria

oro divenuto

la thisura di tutto;

da che

la

da

grandezza

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PIANO RAGIONATO DELL OPERA.


degli

Stati

le

49

nazioni commercianti cd

le

privativa d una derrata,

la

nromo, e da che
nuto

da che

hanno alzato un trono su le nazioni guerriere da


il commercio esclusivo d un

agricole

che

calcola

si

il

trasporto della cannella dall Indie dive-

causa delle guerre pi sanguinose

la

ricchezze non corrompono pi

sono pi

frutto della conquista,

il

da che finalmente

popoli, poich esse non

ma

premio

il

assiduo, e di una vita interamente occupata


10 dico,

ricchezze e

le

ragione divenute

il

di

un lavoro

da questepoca,

canali che le trasportano, sono con

primo oggetto

della legislazione.

Quali saranno dunque- le cure del legislatore su quest og-

due

getto cos interessante? Noi le divideremo in

sogna richiamare
tirle,

che

le ricchezze nello Stato

classi. Bi-

bisogna ben ripar-

equabilmente diffonderle. Quali saranno dunque

deve impiegare per ottenere

la legislazione

il

mezzi

primo

di

questi effetti, e quali quelli che deve impiegare per ottenere


11

secondo? Se l'agricoltura,

le arti,

il

commercio sono

le

tre sorgenti delle ricchezze, quale la specie di protezione

che loro conviene, quale di queste merita


quali

leggi,

sono

questa preferenza?

le

preferenza delle

la

che debbono decidere di

circostanze

Come combinare

come proteggere

progressi dell una con

agricoltura in un paese
suoi
come combinare
progressi con quelli del commercio, come distendere le vedute dell agricoltore sul commercio e del negoziante sulla
coltura, come unire 1 une all altre con rapporti seguiti e

quelli dell altre,

senza

agricola

continui? Quali sono


abusi

dell

governo

trascurare le arti,

gli ostacoli

amministrazione,

dalla stranezza

che loro

si

oppongono dagli

dalla soverchia

delle leggi civili

ingerenza del
dalla barbarie

de codici feudali, dagli avanzi dellantico spirito di pastura

e di caccia de nostri barbari padri, dagli

attentati

legali

la

propriet reale, e contro la propriet personale,

dal corso

giudiziario, dagli abusi del credito pubblico, dal-

contro

lalienazione delle rendite del principe, da debiti nazionali,


da privilegi esclusivi, dalle corporazioni, dalle false
di politica, dal sistema presente de

erroneo
l

fa nel

tempo

istesso la

agricoltura, dellindustria e del


Filnngeri.

!,

massime

dazi? Se questo sistema

rovina della popolazione, del-

commercio;

se allontana
5

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

50
gli

uomini dal coniugio, spopola

braccia dell artiere, chiude

campagne, scoraggisce

le

porti delle nazioni

viaggiatore di riposo e
1

uno e F

delitti colle proibizioni,

dalle

citt

le

da' villaggi

scordia tra

citt,

figli

proteggerlo,

il

se priva
;

se

il

espone

coi delitti; se
i

villaggi

guerra e semina

di

d un istessa

da coloro

uomo

la di-

sudditi d

patria; se fa che

stessi

un
il

che dovrebbero

uomo

del principe, e quelli del negoziante dal

se in una parola da

pene

le

dritti del cittadino dal cittadino, quelli dell'

dello Stato dall

finanziere

istesso corpo, tra

dritto delle genti sia violato

sideri

di propriet

borghi da borghi,

mette uno stato

se

membri dun

impero, tra

istesso

le

se spaventa

altro a tutte le insidie d una legislazione artificiosa

che semina
separa

mercadante

uomo;

la sicurezza del cittadino e la libert dell

qualunque aspetto che si consi trover sempre esser la


,

sistema presente de dazi

causa prossima della rovina delle nazioni, della miseria e


dell

oppressione

P umanit
zioni

de popoli

di coloro

che

questoggetto? quali
la

li

malgrado

governano

la

moderazione

quali saranno le corre-

che la scienza legislativa deve proporre riguardo a


i

la

i quali deve esser /ondata


i
quali debbono
immediatamente pagargli?

principii, su

gran teoria de' dazi; quali

cadere; quale

oggetti su

gli

classe che deve

popolo? come livellarli


nazione? come conoscere
come diminuire il numero de contribuenti diretti, rendendo nel tempo stesso pi facile lespansione del tributo? come combinare in un diverso sistema di

come proporzionarli

alle facolt del

sul prodotto netto delle rendite della

questo prodotto netto?

contribuzioni una giusta ripartizione

dispendiosa e

meno

colla pi facile,

arbitraria percezione

il

meno

sollievo del po-

polo collopulenza del corpo politico, la prosperit dellagricoltura, delle arti, del

commercio,

la

ricchezza della nazione

colla ricchezza del

sovrano? come

la diffusione delle

ricchezze? quali sono

pediscono questa diffusione, quali

facilitare

gli urti

con questo mezzo

gli ostacoli

che im-

che potrebbe

rice-

vere dal lusso? sotto quale aspetto deve questo esser considerato dal legislatore?
libert del cittadino?

cesso

dell

come deve dirigerlo senza offendere la


come prevenire col suo soccorso 1 ec-

opulenza che

suol

condurre

all

eccesso

della

PIANO RAGIONATO DELLOPERA.


miseria? in quali casi anche quello che

51

alimenta col soc-

si

come un
alla prosperit d uno Stato? quali sono
Europa che avrebbero dovuto vedere nel lusso

corso dell industria straniera, dev esser considerato

istrumento necessario
le nazioni in

passivo
del loro

il

sostegno della loro agricoltura, della loro industria,

commercio?

Ecco in abbozzo le serie de pi principali oggetti, che si


prenderanno di mira nel secondo libro di quest opera, dove
si

parler delle leggi politiche ed economiche. Noi passeremo

quindi alle leggi criminali.

Se

popolazione e

la

leggi politiche

sono

lo

ricchezze sono

le

ed economiche,

la

gli

sicurezza e

oggetti delle

la tranquillit

scopo delle leggi criminali. Quelle tendono alla con-

servazione, e queste alla tranquillit de cittadini


si

detto, sono

due oggetti, intorno

a quali si

che come

raggira tutta

la scienza della legislazione.

Sviluppando

che debba intendersi per tranquillit,

ci

noi troveremo che questa inseparabile dalla sicurezza, e che

questa sicurezza non pu essere altro che

coscienza, o sia

la

l'opinione che un cittadino deve avere, di non poter esser


turbato, operando secondo

il

dettame delle

leggi.

Or questa

specie di libert politica che rassicura tutte le classi, tutte

condizioni, tutti

ordini della societ civile, che mette

gli

freno al magistrato, che d

al

pi debole cittadino

di tutte le forze della nazione

le

un

aggregato

questa voce che dice

al po-

tente, tu sei schiavo della legge, e che ricorda al ricco che

povero

gli

uguale

azioni dell

uomo

l'

il

questa forza che equilibra sempre nelle

interesse che egli potrebbe avere nel vio-

non
pu essere che il risultato delle leggi criminali. Sopra questo
piano dunque, noi tratteremo quella parte della facolt legislativa che riguarda l emanazione di queste leggi. Noi cominceremo dall esaminare, come dovrebbe dirigersi in una nuova
lare la legge, collinteresse che egli ha nell osservarla,

legislazione

esser

accusa

c la difesa giudiziaria

ordine de giudizi criminali

quali

quale dovrebbe

principii e le re-

procedura; quale la natura e la


forma degli atti che dovrebbero costituirla ; quali sarebbero
mezzi pi opportuni per estirpare da una nazione il germe
gole per determinarne la

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

52

delle calunnie; se converrebbe adottare alcune leggi

fatale

degli Ateniesi dirette all istess oggetto; se la lentezza de giudizi favorisca la libert de cittadini

libert preziosa

il

se sia contrari a questa

sistema di stitscinare in un carcere

ac-

cusato prima di assicurarsi del delitto, e di ritenervelo finch

dura

il

giudizio

se la legge possa privare

il

cittadino della

sua libert personale per assicurarsi della sua innocenza; se

possa supporlo reo, perch accusato

prima

di

condannarlo; se ne

perch qualunque pena


sicurezza

impedirne

si

si

se possa

ma

si

libert

potrebbe

necessario in questo caso,

minacciasse

all

accusato, qualunque

cercasse da lui, sarebbero sempre insufficienti a

la

fuga; se in tutti

gli altri casi

converrebbe adot-

tare la legge dell' habeas corpus degl Inglesi


zioni

oltraggiarlo

soli delitti capitali si

venire a questo passo violento,

quali modifica-

potrebbero dare a questa legge, cosi in favore della

come

personale del cittadino,

rezza pubblica

in quali circostanze

in favore della sicu-

dovrebbe esigere

si

confessione del reo, ed in qual maniera cercarla da lui

sarebbe finalmente pi giusto e pi conseguente

il

la

se

trascu-

rarla, che di strapparla dalle sue labbra col soccorso de tor-

menti.

Dall'esame de principii, co quali

in

una savia

legisla-

ordine della procedura crimi-

zione converrebbe dirigere

nale, e dellaccusa e difesa

passando a quelli
natura delle azioni che la legge

che dovrebbero stabilire

la

dovrebbe considerare come

giudiziaria,

delitti,

la

maniera

di punirle,

noi distingueremo, quali siano quelli che dovrebbero considerarsi

rare

come pubblici, e quali quelli che si dovrebbero considecome privati, quali quelli che offendono la divinit, il

sovrano,

il

governo, lordine pubblico,

dritto delle genti, e quali quelli

privata del cittadino,


la

sua propriet,

mineremo quindi
la

pena adattata

la

la

sua casa,

in qual
alla

sua vita,
i

la fede

che offendono
il

suo onore,

pubblica,
la
i

il

sicurezza

suoi beni,

suoi preziosi dritti. Noi esa-

maniera

la

legge dovrebbe trovare

natura di ciascheduna specie di delitto;

come proporzionarla

alla

gravezza del reato,

in qual

ma-

niera la sanzion legale dovrebbe distinguere la persona del

delinquente,

le

circostanze del delitto, la facilit di

eommet-

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Goegle

PIANO RAGIONATO DELL OPEnA.


terlo,
l

danno che reca

il

impunit che ispira

il

53

maggiore o minore speranza delmaggiore o minore urto che il cit-

la

tadino pu avere nel commetterlo; come, quando, e con qual


moderazione il legislatore debba far uso delle pene capitali ;
a quali delitti converrebbe prescrivere la pena d' infamia;

come queste pene dovrebbero

seguire lopinione pubblica, e

non distruggerla; con quanta riserba, con quale solennit,


con qual economia il legislatore dovrebbe servirsene; come
l

infamia

si

scemi

come dovrebbero

misura che cresce

numero

il

degl infami;

esser prescritte le pene pecuniarie; se questo

potrebbero anche aver luogo nel piano


zione criminale;

volendosi

se

una buona

legisla-

uso di queste pene,

far

si

debb avere ugualmente di mira alle ricchezze dell' olTensore,

che alla condizione


le

pene che privano

che

li

rendono

le altre;
il

dell offeso,

se fra

legislatore

rei dal

utili

alla

natura del delitto; se

consorzio degli

altri cittadini,

de debuti

non deve punire;

se ne delitti

Acuiti

proporzione colle pene possa essere alteraT per

speranza

dell'

impunit che questi

delitti di fellonia,

non

gi in quelli a' quali

moderazione, come

de Dei; se finalmente

si

nascondevano

impunit

la

la

sia

il

loro

maggior

delitti ispirano; se ne

dato questo nome, convenga mettere per un


sulla

da preferirsi tolte
ve ne si^no alcuni che

alla societ, sieno

somma

la

ed

veri

dispotismo ha

momento un

velo

altre volte le statue

effetto necessario del-

leccessivo rigore delle pene, e se la sicurezza di una pena

mediocre abbia maggior forza ad allontanare gli uomini


da delitti che il timore d una pena molto pi grande, quando
questo timore viene unito alla speranza di rimanere impunito.
Tutti questi oggetti richiameranno le nostre cure nel terzo
libro di questopera,

dove

si

parler delle leggi criminali.

Noi passeremo quindi alle leggi che riguardano leducazione,


i

costumi e

quarto

Se

la

pubblica istruzione, che saranno comprese nel

libro.
le leggi

criminali impediscono

mente

far

germogliare

le virt.

Quella specie d onest nega-

tiva che deriva dal timor delle pene,

sua origine. Essa

fe

spaventando il
non possono sicura-

delitti

cittadino colla minaccia delle pene, esse

si

risente

sempre

della

pusillanima, vile, languida, incapace

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

54

di quei sforzi

che richiede

la virt, ardita

e libera allorch

ispirata dalle grandi passioni.


Il
ti

timore potr dunque diminuire

ma non

far

mai nascere

il

numero

dirette tutte a quest oggetto

come prima

rata

di

de delinquen-

Questa produzione su-

gli eroi.

blime non pu derivare che dal conoarso

di varie altre forze

comune. L' educazione considele prime nostre

queste forze, richiamer

cure. Essa , o pubblica o privata. Quella riserbata al go-

verno, e questa

Le

a padri.

non possono

leggi

dirigere che

prima. Esse non possono, n dovrebbero mai penetrare

la

mura domestiche. Tra queste

nelle

strato,
de

il

il

padre

il

re,

legislatore in tutto quello che riguarda

il

magi-

educazione

educazione

figli.

La

legge

non potendo dunque dirigere che

'

pubblica, e non potendo che da questa sola sperare un unifor-

mit distituzione,

massime,

di

rare di non abbandonare

nor parte possibile

all'

di

sentimenti, deve procu-

educazione domestica che

la

mi-

Per ottener questo fine, noi


proporremo un piano deducazione pubblica per tutte T classi
de cittadini.

dello Stato. Io preveggo che al

considerata

cerche

come un

uno

primo aspetto, quest idea sar

tratto d una di quelle lente e penose

sterile filosofo,

picciolo vortice di pensieri che lo circondano.


sto piano si

vedr sviluppato, allorch

metterlo in esecuzione e allorch

sono

pi semplici e

pi

si

si

si

Ma allorch que-

daranno

mezzi per

trover che questi mezzi

facili, allora io

giudicher diversamente, e che


1

ri-

che crede di veder tutto in quel

spero che se ne

confesser per

onore del-

autore, che questo tutt altro che un vano progetto.


Dalla direzione delleducazione, passando alla direzione

delle passioni, noi

verremo

allanalisi della

seconda forza pro-

duttrice delle virt; senza la conoscenza, senza

uso della

sempre il lavoro pi informe, pi


inutile, pi pernicioso anche, che pu uscire dalle mani delluomo. Questa sar una delle parti pi interessanti di questopera,
perch da questa dipende la soluzione di tutti i problemi moquale

la

rali della

legislazione sar

scienza legislativa

futazione di alcuni errori, che


i

perch da questa dipende


la politica

la

con-

del secolo ha, malgrado

suoi progressi, funestamente adottati; perch da questo di*

PIANO RAGIONATO DELLOPERA.

55

una verit che c interessa di sapere


che ha bisogno di essere molto ben
sviluppata, come quella che urta contro una prevenzione
comune.
Si crede da tutti che la virt non possa allignare in mezzo
allopulenza d una nazione. Funesta opinione, alla quale noi
dobbiamo forse lo stato ilifelice della presente legislazione.
Sar dunque cosi infelice 1 umanit, che essa debba essere o
pende

lo stabilimento d'

pi di tutte

le altre,

ma

povera, o viziosa? Oggi che


(

ricchezze sono necessarie alla

le

conservazione ed alla prosperit degli Stati,

virt dovr

la

forse essere esclusa dalle societ civili? Lagricoltra, le arti,


il

commercio non potrebbero


,

virtuose?

mani

forse essere esercitate da

lusso istesso, che oggi necessario per la diffu-

Il

sione delle ricchezze, sar forse incompatibile co buoni costu-

mi? Lo

spirito feroce della guerra degli antichi, perch unito

allo spirito di frugalit,

doveva

forse esser pi analogo alla vir-

t che lo spirito pacifico e laborioso de moderni, perch unito

lusso? Questa

allo spirito di

de moralisti

ma

invero

noi ci prenderemo

lopinione

comune

ardire di dimostrare

che questo piuttosto il loro errore comune. Noi faremo vedere che la sola ignoranza delle diverse strade nell apparenza opposte tra loro,
istesso principio, e

ma

che

in

conducono ad un

realt derivano
istesso fine,

dare origine ad un errore cosi rattristante per

da un

ha potuto

umanit

;-n

come una savia legislazione servendosi


umano, dando una direzione ana-

noi faremo vedere,

del gran mobile del cuore

loga allo stato presente delle cose, a quella passione principale, dalla quale tutte

sione che nel

tempo

le altre

istesso

il

dipendono, a quella pas-

germe fecondo

e di tanti mali, di tante passioni

utili

e di

di tanti beni

tante passioni

perniciose, di tanti pericoli e di tanti rimedi, servendosi, io


dico, dell

amor

proprio, potr introdurre

chezze de' moderni,


legislazioni

Sviluppata

la

dalla quale dipende

sguardo

all

prender

di

coll istesso

introdussero tra

mezzo

virt tra

le ric-

gran teoria della direzione delle passioni,


la

direzione de costumi, noi volgeremo lo

istruzione pubblica, che

mira

la

col quale le antiche

le legioni degli antichi.

in questo

quarto

il

libro.

terz oggetto

che

Chi non vede

si

in-

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LA SCIENZA' DELLA LEGISLAZIONE.

56

fluenza, che ha questa sulla prosperit de popoli, sulla loro


libert, su

loro costumi stessi? Se

dalla ragione, opera con

za o

il

uomo

diretto e persuaso

maggior energia che allorch la forsenza che egli sappia dove con,

timore lo spingono

dotto; se

tempi

ignoranza, sono stati sempre

d'impostura; se

ferocia, dintrigo, di bassezza e

mettendo un velo sopra tutte

de' lumi,

le

tempi di
il

difetto

cose, rendendo in-

massime e i dogmi, ha imbrattato di sangue troni e gli altari,


ha fatto nascere tiranni e ribelli, ha dato agli errori tanti
certi tutti

pervertendo

dritti, alterando, foggiando,

le

martiri, alla verit tante vittime, al fanatismo tanti rogfti,


agl impostori tanti seguaci, alla religione tant ipocriti e tanti

inimici

mezzo

se in

curo del popolo,


rispetto

timore,

il

all

ignoranza

il

principe

non mai

popolo non mai sicuro del principe,

siil

non altro che vilt, lobbedienza non altro che


l impero non altro che forza, la magistratura ar-

bitraria, la legislazione incerta, gli errori

nerati, le correzioni pericolose e derise,

disprezzata, P amministrazione

il

sono eterni e ve-

P opinione pubblica

patrimonio degli adulatori

il trono e che tradiscono il principe con una


e la nazione coll altra; se la vera sapienza sempre accompagnata dalla giustizia , dall umanit dalla prudenza non
invita mai gli uomini a delitti; se sicura dottenere presto

che circondano

mano

o tardi

il

trionfo che merita, essa

non ha bisogno, come P im-

postura, di comprarlo col sangue e colle sciagure de mortali;


-

se la filosofia
t,

enunciando con intrepidezza e con zelo le veriagli uomini i tragici effetti della tirannia, della

mostrando

superstizione, de delirii de re, de pregiudizii de popoli, del-

P ambizione de grandi, della corruzione delle corti; se scovrendo a principi i loro veri interessi, facendoli anche qualche volta arrossire de loro difetti , non ha mai acceso il
fuoco della discordia, non ha mai prodotte le fazioni negli
Stati, non ha mai, come lignoranza, impugnato il coltello
regicida; se, in una parola, tanto coloro che comandano,
quanto coloro che sono comandati,
interessi ne progressi della ragione

della legislazione

non

si

tutti
;

taccia su d

trovano

loro veri

giusto che la scienza

un oggetto

cosi interes-

sante, troppo trascurafixfoer altro ne nostri codici; giusto

57

PIANO RAGIONATO DELLOPERA.

che essa esamini quali sieno gli ostacoli che si oppongono


a questi progressi ; quale il metodo da tenersi per dissiparli ;
quale

direzione che

la

si

dovrebbe dare

chiamarli allo studio della patria sotto

gli

a talenti;

come

ri-

auspicii della libert

come distraerli dalle occupazioni pi fastose che utili; come


ottenere che le meditazioni de filosofi precedessero sempre le
operazioni del governo , che
sero

strada

la

guarda

per disporre
t

come

gli

ministri della ragione preparas-

ministri de principi in tutto quello che ri-

interesse pubblico

l'

animi

come

servirsi del loro ministero

alle necessarie

riforme, alle

della discussione,

profittare

utili

madre feconda

novidelle

verit'; discussione che la diversit delle opinioni produce, al-

lorch

autorit

ritarda

il

non spaventa

la

penna dello

corso delle sue speculazioni

scrittore, e

come guidare

non

tutti

uomini a un oggetto comune; come instesse a pagare un tributo all utilit pub-

talenti diversi degli

durre

le belle arti

blica;

come trovare

e moltiplicare le strade, per le quali

potrebbero diffondere nelle province


si

potrebbe rendere pi comune

cognizioni;

il

si

lumi delle capitali, e

prezioso deposito delle

come ottenere finalmente, che

utili

cittadini stessi,

occupati nelle arti pi subalterne, sapessero ci che essi debbono a Dio, a loro stessi, alla famiglia, allo Stato; che essi

avessero

le

vere idee

bastantemente

dell

istruiti

prio carattere, e

uomo

e del cittadino, e che fossero

per conoscere tutta

rispetto che gli

il

si

la

dignit del pro-

deve.

Questioni troppo interessanti son queste per non essere


trascuraci

in.

quest opera, loggetto della quale di analiz-

zare

tutti

granelli che compongono quella mila legislazione deve condurre gli

stqiy^a catena^dk. quale

lamini

alla felicit^ti verrerno quindi alla religione.

cipii, co quali

deve

zione che riguarda

e$s(?$ regolata quella

il

c^Mo

prin-

parte della legisla-

e la religione de popoli, sar

com-

presa nel quinto libro di questopera.


>

Lordine pubblico,

la tranquillit

del cittadino richiedendo che la legge

sapere, di voler tutto vedere

privata, la sicurezza

non cerchi

di

voler tutto

esigendo che V autorit

si

fermi

innanzi alla porta della sua casa, che rispetti quest asilo della
sua pace e della sua libert, che non cerchi d indagare i suoi

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

58

pensieri, le sue intenzioni, che lasci libero


siderii,

che

lo consideri -come

suo reato non

il

zione della legge tutto quello che occulto

tempo

nel

un

istesso che

il

suoi occhi, esige

un

altro tribunale,

un

altro giudice,

altro codice regolino le azioni occulte del cittadino, spaven-

tino

suoi secreti trasporti, incoraggiscano le sue occulte virt,

dirigano al
{

sabili,

altro freno supplisca a questo suo ne-

cessario difetto, esige che

un

corso de suoi de-

innocente, ancorch reo, purch

manifesti, segregando in una parola dallispe-

si

comun bene

suoi desiderii stessi che

obblighino finalmente

il

non sono

pale-

cittadino ad esser giusto, onesto

e virtuoso, anche in que luoghi, in que

momenti,

in quelle

circostanze, nelle quali egli lontano dagli occhi della legge e

de suoi

ministri.

Ecco lopera della religione, allorch non

indebolita dalla irreligione, o

non alterata

dalla supersti-

due estremi, de quali una costante esperienza


insegna che il primo sempre la conseguenza del secondo,

zione. Questi
c

uno

questi due estremi,


forza e

altro

ne

fa

de quali toglie alla religione la sua

istrumento

di que delitti, di quelle in-

giustizie, di quegli orrori, de quali per

nit risuonano pur troppo

ne; questi due estremi,


prevenuti dalle

vergogna

dell urpa-

sanguinosi della superstiti

fasti

debbono essere egualmen%

io dico,

leggi.

dunque diretti
proporremo a sviluppare in questo

quest oggetto generale saranno

principii che noi ci

Noi esamineremo dunque, quale dovrebbe essere


tura della protezione che

ed

alla religione

dere

da

al

lui

gl' indiretti ,

dovrebbe accordare
mezzi diretti che dovrebbe
due estremi de quali si, parlato,
quali le prerogative che dovrebbe concei

sacerdozio, e quale la dipendenza


quali

dritti

na-

la legislazione

al culto; quali

impiegare per prevenire


e quali

tutt

libro.
la

che dovrebbe dare

magistratura che dovrebbe invigilare,


farebbero; con quali principii

si

crfe

dovrebbe esigere

a suoi capi, e

sull

quale

la

uso che essi ne

dovrebbe dirigere larticolo

dell immunit ecclesiastica

fin dove dovrebbe giugnere l im;


munit reale e personale; quali restrizioni si dovrebbero dare
immunit locale, e quale l incoraggiamento che questa d
a delitti ; quali i requisiti che la legge dovrebbe cercare in

all

ciascheduno individuo del sacerdozio, e quale la misura che

PIANO RAGIONATO DELL OPERA.

59

dovrebbe regolarne il numero ; quali le classi sacerdotali cho


dovrebbero meritare la parzialit della legge, e quali quelle
che dovrebbero essere o abolite o riformate
quale 1* et
che si dovrebbe cercare in coloro che si consacrano al sacro
;

ministero, e quale

la

dovrebbe dare dalle


quale finalmente il metodo da

direzione che

leggi alla loro predicazione

si

tenersi per provvedere a loro bisogni, oggetto interessante

pel quale infinite riforme

sono

non

ma

pubblicati,

riforma non

si

sono tentate,

infiniti scritti si

che rester sempre

penser a curare

si

si

informe,

finch

male nella sua origine, finch

il

la

far cadere sulla natura stessa delle rendite

del sacerdozio.

Sviluppati
si

deve

al

sguardo

comprese

con tutto quel rispetto che

tutti questi articoli

santuario ed a suoi ministri, noi volgeremo Io

che riguardano

alle leggi

propriet, che saranno

la

nel sesto libro di quest opera.

uomo

(Lib. VI). Ogni dritto che ha un

di disporre d

una

cosa esclusivamente da ogni altro,

si chiama propriet. Quenon pu passare n per sempre n per un dato tempo


ad un altro, senza il suo libero consenso. Questo consenso ,

sta

o espresso o tacito o presunto. Garanti della propriet di


ciaschedun cittadino,
colla

le leggi

evitano la violenza ed

minaccia delle pene, evitano

determinare

consenso, per esser creduto valido. Da qui derivano


nit che

si

ricercano, allorch espresso,

sano, allorch tacito,


lorch presunto

congetture che

le

da qui

nella persona che lo d;

le

diversi

dritti

titoli co

vore de minori e
;

da qui

prescrizioni;
de testamenti

qui, in

che

si

di tutti quelli

che

la

le lesioni

da qui lorigine,

la

al-

ricercano

quali pu, o per

in

contratti; da qui

rimedi contro

supporre,

favore d

che nascono da questi diversi

tra patti e

le solen-

segni che lo pale-

diverse obbligazioni che ne derivano;

renza legale

tali

lo fan

requisiti legali

diversi

sempre o per un dato tempo, disporne


tro,

furto,

il

linganno col

la frode e

circostanze che debbono accompagnare questo

le

da qui
i

un

titoli,

la

ragione

privilegi in fa-

legge considera

da qui

al-

diffe-

la

come

teoria delle
la

solennit

da qui quella delle successioni ab intestato /da

una parola,

tutti

rimedi inventati dalle leggi per ga-

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

60

ranlire la propriet di ciaschedun individuo dalle insidie della


frode, e tutt

mezzi impiegati da esse per distinguere

dritti della propriet dalle secreto

Ecco ridotto

in

un

Europa,

le quali

smarriscono

il

sacri

usurpazione.

dell

compongono

quelle innumerabili leggi che


dell

rapine

solo punto di veduta

motivo

il

oggi

di .tutte

codici civili

loro scopo

per averlo

voluto troppo minutamente cercare. In questa parte dunque


della scienza legislativa, noi

non proporremo

altro che ridu-

Sviluppando questa teoria, spogliandola da quelle piante

zione.

esotiche che la ravviluppano, riducendo tutte quelle teorie


particolari, delle quali composta, a pochi principii generali,

noi cercheremo di far vedere

quale

si

a legislatori

la

colla

facilit,

potrebbe con poche leggi rassicurare quella propriet

che sar sempre precaria, sempre incerta, sempre male appoggiata, finche

le

armi che son destinate a difenderla saranno

superiori alle forze di coloro che debbono maneggiarle; finch


la

moltiplicit delle leggi, la loro oscurit,

ed

il

linguaggio

nel quale sono scritte, le terr nascoste al popolo, finch gli

Temi avranno bisogno

non
venga una mano diligente ed ardita la quale, dopo aver colte
quelle poche rose che si ritrovano sparse tra bronchi innumeoracoli di

d interpetri

rabili della presente

giurisprudenza,

rogo per immolarlo

al

ammucchi

finch

il

resto in

un

Dio della giustizia e della civile con-

cordia.

Dopo aver

parlato della propriet, noi

porremo finalmente

termine a quest opera con un breve saggio sulle leggi che


riguardano la patria potest , ed il buon ordine^jfelle famiglie.
(Lib. VII). Siccome

il

ben essere di qualunque corpo

di-

pende dal ben essere delle parti che lo compongono, cosi il


buon ordine dello stato dipende dal buon ordine delle famiglie.
Or siccome una societ non potrebbe reggere senza un capo
che

la

governi, della maniera istessa una famiglia, che non

6 altro che una societ pi picciola,

(he

la diriga.

Questo capo

rato sotto questo aspetto


dritti sugl individui
la politica

che

T umanit

vit domestica,

si

il

ha bisogno dun capo

padre della famiglia. Conside-

bisogna dunque che egli abbia dei

la

compongono. Oggi che

la religione,

sono unite per proscrivere

membri

la

schia-

della famiglia sono la moglie ed

PIANO RAGIONATO DELL OPERA.


i

figli.

Noi esamineremo dunque quali sono

dritti

Ct
che

la legge

dovrebbe dare al padre della famiglia sulla prima, e quali sono


secondi. Il solito trasporto dequelli che dovrebbe dargli su
gli uomini per gli estremi ha cagionato una opposizione infii

nita

antiche legislazioni e la

tra le

famiglia;

ma

chi

anche troppo?

Il

moderna su questarticolo.

sicuramente troppo

Gli antichi legislatori dettero

padre di

al

pu dubitare che i moderni gli han tolto


si trova egualmente nella prodigalit

vizio

dt^ primi che nell avarizia degli ultimi.

La dimostrazione

di

questa interessantissima verit, sar, per cosi dire, lesordio di questo settimo libro nel quale dando una scorsa rapida
sul sistema delle antiche e

remo

colla

moderne

maggior imparzialit

legislazioni, noi rileve-

errori dell une e delle

gli

altre su quest oggetto.

Noi faremo vedere che se


c la morale

risentivano de dritti dati da primi legislatori

si

delle nazioni a padri di famiglia; che se

carono d innalzare

morte de

figli

che se

il

trono che essi cer-

padre nel seno della sua famiglia, era

al

troppo indipendente
della

interesse pubblico

la giustizia, l

dritto di disporre della vita c

il

era un attentato pericoloso che

che se

alla pubblica autorit;

il

faceva

si

dritto d esporli e di venderli,

era un oltraggio recato alla natura sotto la protezione islessa


della legge; che se

il

potere dato da essi

al

marito sulla moglie

era troppo esteso, che se questo era piuttosto una propriet

che una preeminenza;


il

fare che

il

che se era un ingiustizia manifesta

contratto istesso destinato alla moltiplicazione

della specie, desse ad

uno

de contraenti

il

dritto di disporre

della vita dell altro; che se era scandalosa la legge di

ehe dava. al marito ne primi tempi della Repubblica


di uccidere la moglie per aver bevuto
d

un liquore,

marito; che se

il

dritto del divorzio dato presso la

al

maggior

marito, faceva che que-

al

potesse tutto sulla moglie, senza che la moglie potesse al-

meno avere un
*

*
alla

dritto

abuso istesso del quale non era interdetto

parte degli antichi esclusivamente


sti

Roma,

il

anche con moderazione

rimedio contro

Traosihant in

Mancipium

abuso della sua autorit

viri. Cicer.,

pr Muren.

vero, che presso molte nasioni nel progresso del

moglie

il

diritto di cercare

Fi lungi ri.

I.

il

divoralo;

ma

le

cause per

tempo
le

1
;

si

estese

anche

quali esse potevano

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62

SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

LA.

che se,

una parola,

in

antichi legislatori oltrepassarono

gli

determinare

limiti del giusto e dell onesto nel

della patria potest


i

moderni sono meno condannabili pdr averla

mente

dire con verit, che

la tranquillit

non

sentita pi del difetto che


terni dritti.

Lamore naturale

gran preservativo contro


e

il

si

ri-

de padri verso

era

figli,

un

funeste conseguenze d un auto-

le

timore istesso che essa spirava, doveva

rendere molto rare le occasioni d


vano essere molto meno frequenti

mano sempre armntp per


la

cosi dispotica-

pubblica e privata

risenti dell eccesso de pa-

si

esercitarla. I delitti

dove-

nelle famiglie, allorch si

rifletteva alla forza, alla vicinanza

potere e

estensione

o per meglio dire distrutta. Si potrebbe anzi

ristretta,

rit cos estesa

non per questo

noi faremo vedere che

ed

all

indipendenza della

L estensione

punirli.

dunque del

condizione della persona che ne era investita, po-

tevano restringerne l'uso, ed evitarne labuso;

mento, essendo

come

Dove trovare

come quella,

che non avesse bisogno n

detto, porta anche

si

quella de padri, potesse agire in tutt

vigore; che potesse,

un autorit che

di assistenza

per far rispettare

un

fidare P esecuzione de suoi decreti ad


cosi vicino alla bocca che gli

suoi ordini

che potesse con-

braccio che fosse

emana; che non ammettesse n

prevenzione nel giudice, n lentezza


i

come

tempi e col medesimo

tutto vedere, tutto sapere;

suoi ordini, n di formalit per trasmetterli

tesse ottenere che

qual islru-

potest distrutta, potrebbe riparare

la patria

al disordine delle famiglie che,

seco quello dello Stato?

ma

appena conosciuti eseguiti; che

nell

appena
fissata

esecutore; che po-

dati, fossero conosciuti,

finalmente che fosse una

volta della legge ne giusti confini, ne quali dovrebbe raggirarsi,

non

Da queste
rebbe

unusurpazione da temere dalla parte di

ci fosse

ne sarebbe investito.

colui che

ragioni noi

di rialzare

cercarlo, e gii ostacoli che vi


il

beneficio della legge

cap

13

8, c^p.

si

alle

Tutto questo

la necessit

opposero, furono tanti e

basta leggere la novella

e cap. 14, per vedere

quanto doveva costare


del marito.

dedurremo

edificio della patria potest

si

mogli

il

XXII.

quanto fosae

cercare

il.

tali,

che

che
gli

che quasi eludevano

cap. 16, e la novella

difficile

ci sa-

antichi

presso

CX VII,

Romani,

divoralo, e quanto facile dalla parte

osserver a suo luogo.

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PIANO RAGIONATO DELL OPERA.

03

avevano troppo ingrandito, e che una mal fondata


diffidenza ha quindi quasi interamente distrutto. Ma su quali
fondamenti, con quali materiali, con qual ordine dovrebbe
esser costrutto? Quali dovrebbero essere i dritti della nuova
magistratura de padri? Quali quelli de mariti? Fin dove dovrebbero estendersi le loro cure? Quali dovrebbero essere i
legislatori

confini della loro giurisdizione? Quale

rit? Quali

uso della loro auto-

rimedii per prevenirne labuso? Quale lin-

fluenza che questa novit potrebbe avere sull ordine sociale?

Quale quella, che potrebbe avere su


ostacoli che

si

costumi? Quali

gli

opporrebbero a quest intrapresa dal sistema

presente delle successioni ? Quali quelli che

gli si

opporreb-

bero da alcune leggi feudali in quelle nazioni, ove esiste ancora io spettro squallido di questo colosso antico?
Questi saranno gli oggetti delle nostre discussioni nel

settimo ed ultimo libro, e questo

quale io offro

primi due volumi

il

piano

dell

al pubblico.

opera, della

Materia troppo

<

vasta e troppo delicata questa , per esser maneggiata dalle


mie mani, io lo confesso: essa superiore alle mie forze,

mie cognizioni, a miei talenti ma ardisco di dire che


mio zelo. A traverso degli errori che vi si troveranno forse sparsi, a traverso della bassezza, colla quale saranno esposte le pi grandi verit, a traverso deglinfiniti
difetti che vi si potranno incontrare, comparir sempre il
alle

inferiore al

mio cuore che lambizione non ha contaminato, l'interesse


non ha sedotto, il timore non ha avvilito. Il bene pubblico
il

solo oggetto. di questopera,


il

suo unico ornamento. Ecco

ranze,^ c< JJf! tlo^ che

mi d

il

zelo col quale scritta

fondamento

il

il

vero dritto

voi tutti

quali affidato

il

scrittori,

sacro deposito delle cognizioni

se volete vivere, se volete che

il

vostro

nel tempio della memoria, se volete che


i

mie spe-

delle

alla gloria.

Savii delia terra, filosofi di tutte le nazioni

nome venga
l

+-

scolpito

immortalit coroni

vostri lavori, occupatevi in quegli oggetti che fra duemila

leghe di spazio, e dopo venti secoli, interessano ancora.


scrivete mai per un

uomo, ma per

gli

gloria agl interessi eterni del genere


lenti posseduti cos spesso

uomini; unite

umano

la

Non

vostra /

abborrite que

ta-

da quelle anime schiave che bru-

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

Ci

ciano un incenso servile sullaltare dell adulazione, fuggite


quello spirito timido e venale che non conosce altro sprone

che linteresse, n altro freno che

volgo, e

del

applausi efimeri

timore; disprezzate

il

gli

riconoscenze mercenarie

le

de grandi, le minacce della persecuzione, e le derisioni dell

ignoranza; istruite con coraggio

con libert
la

quale voi mostrate loro la

felicit, della

ascolteranno con trasporto

strada,

vi

grata

vostri sudori

vostri fratelli, e difendete

loro dritti; ed allora gli uomini interessati per

speranza della

teche; allora n

la

distinguer

allora

la

posterit

vostri scritti nelle biblio-

rabbia impotente della tirannia, n

mori interessati del fanatismo, n


n le censure dellignoranza, n

cla-

sofismi dellimpostura,
furori

dellinvidia po-

tranno discreditarli o seppellirli nellobblio; essi passeranno

da generazione in generazione colla gloria del vostro nome ;


essi saran lotti, e forse bagnati dalle lagrime di quei popoli
che non

vi

avrebbero altrimente mai conosciuto, ed

genio sempre utile, sar allora


l'et, ed

il

cittadino di tutti

il

contemporaneo

il

vostro

di

tutte

luoghi.

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65

filli

HO PRIMO.

LEGISLATIVA.
DELLE REGOLE GENERALI DELLA SCIENZA

CAPO

I.

Oggetto unico ed universale della Legislazione,


dedotto

dall origine delle societ chili.

Qualunque fosse
mazione delle societ

uomini, prima della forqualunque fosse lepoca di queste

lo stato degli
civili,

riunioni, qualunque la loro primitiva costituzione, qualunque


il

piano sul quale esse furono foggiate, non

si

pu dubitare,

causa che le produsse, uno il principio che le


lamore della conservazione e della tranquillit.
Io non sono cosi strano, per supporre uno stato di natura

che una fu

la

fece nascere:

anteriore alle societ civili, simile a quello de selvaggi,

come

pretendono; n cosi ignorante


mia specie, e de caratteri che la distin-

alcuni misantropi sofisti lo


della natura della

guono

dalle altre, per credere che

uomo

ne boschi, o che lo stato di societria

per

sia

nato per errare

uno stato

di violenza

lui.

Molto lontano

ronea,

io

dall esser

sedotto da un opinione cosi er-

ardisco dire che lAutore

della

natura sarebbe

stato inconseguente nella pi augusta delle sue produzioni, se

non avesse fatto l uomo per la


dargli una ragione, la quale non

societ.
si

Ed

in fatti,

perch

sviluppa che colla comu-

nicazione e colla societ degli altri uomini? perch al grido


del

sentimento che forma tutto

giungervi

il

il

linguaggio de bruti, ag-

dono esclusivo della parola? perch dargli

vantaggio inestimabile d attaccare tutte

i;

idee possibili ae

alcuni segni di convenzione, necessari per trasmetterle agl'


altri? perch privarlo d

un

istinto,

tutte le azioni de bruti, e far che

il

quale regola e rassicurt

luomo

solo

si

determin?
c*

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

60

per un atto libero della sua volont,

la

quale, per non ingan-

narsi nella deliberazione de diversi partiti che

non

ricerca un istruzione che

societ? perch avvezzarlo alla

perch non dare a


d'industria, di

tutti

uomini

gli

si

presentano,

pu acquistare fuori della


societ con una lunga infanzia?
si

gl istessi

gradi di forza,

perch renderli disposti a diverse

talento?

occupazioni, a diversi mestieri? perch dar loro diversi de-

sidero, diversi bisogni, appetiti


1

uomo

suscettibile d

non sarebbero

della societ

diversi?

una moltitudine

perch render

di passioni

d alcuno uso, e che

che fuori

non possono

convenire ad un essere solitario? perch ispirargli lambizione di piacere

simili, e di avere

suoi

cuore

il

germe

di

della compassione, della beneficenza, dell ami-

una parola,

cizia, in

senso morale

di tutte le passioni

anima ben nata, e che

d un

singolare di spargere sopra

gli

esistenza? perch finalmente

che abitano

tutti gli altri esseri

che dipendono dal

danno

ci

bisogno

il

una parte della nostra

non restringere

nella soddisfazione de bisogni

uomo che per

altri

tutti

suoi ap-

nella quale sono ristretti qaelli di

petiti nella stretta sfera,

all

un impero su

o almeno sulla loro opinione? perch piantare nel suo

essi,

la superficie del

globo, cio

quali non offerendosi


momenti, lasciano dietro di

fisici,

intervalli e per

loro un vuoto che ci avverte della loro insufficienza per pro-

durre

nostra

la

sono da

lui

felicit,

come

suoi bisogni

il

e che

credo che queste poche

lo

ci

annunzia che lanima ha

corpo, e che questi bisogni non

si

pos-

soddisfare senza darsi in preda alle affezioni sociali?

vedere sulla terra

riflessioni

la societ cos

antica

basteranno, per farci

come

uomo, e per

vedere nel selvaggio che erra nei boschi, non gi luomo

farci

naturale;

ma

uomo degenerato, luomo che vive

suo istituto, contro


rovina e

la

la

contro

sua destinazione; in poche parole,

degradazione della specie umana, piuttosto che

il

la
il

simulacro vivente della sua infanzia.


Io sono
*

ha

L* autor

variali

dunque

il

della natura,

primo a credere che


avendo destinato l'uomo

la societ sia

nata

a convivere co'suoi simili,

desiderj e le inclinazioni, per impedire che queste venissero a cadere

sopra un oggetto, che sarebbe unico;

possono turbare

la

societ: trahit

la

qual cosa moltiplicherebbe

sua quemque voluptas

maliche

LIBRO

PRIMO.

67

/colluomo. Ma questa societ primitiva, questa societ della


(quale io parlo, era tutt altro che una societ civile.

Non

da presumersi che gli uomini destinati a vivere

insiemo, abbiano

pendenza prima
questo

principio rinunciato alla loro indi-

fin dal

di

sperimentare

bisogno e

il

la

necessit di

Questa societ primitiva dunque non poteva

sacrificio.

essere una societ civile. Questa doveva essere una ^soci et

pura mente na turale, una societ nella quale erano ignoti

nomadi

nobile e di plebeo, di padrone e di servo, ignoti

magistrati, ignote

pene e

le leggi, le

una societ, nella quale non

si

pesi civili. Questa era

conosceva altra disuguaglianza

che quella che nasceva dalla forza e dalla robustezza del corpo, altra legge che quella della natura, altro vincolo che quello

Questa era una sonon avevano ancora rinunciato

dell amicizia, de bisogni e della parentela.

ciet,

membri

della quale

alla loro naturale

indipendenza, non avevano ancora deposi-

tata la loro forza tra le

vano ancora affidata a


avevano ancora messo
vita, la loro roba,

il

mani duno o pi uomini, non avenon

questi la custodia de' loro dritti,

sotto la protezione delle leggi la loro

loro

onore^ Questa era una

societ,

io

/dico, nella quale ciascheduno era sovrano, perch indipen-

dente; magistrato perch custode, ed interpetre della legge

che portava scolpita nel suo cuore

jeh arbitro de

litigi

ivindicp de torti che

giudice finalmente, per-

che nascevano tra


gli

venivano

lui

Sfa infelicemente per la nostra specie,

fatta
la

non poteva durare lungo tempo

natura non abbia data che

per meglio dire


l

dono piacevole

di

una societ

tra gli uomini.

a soli castori

cosi

Paro che

arte difficile, o

combinare

la societ col-

indipendenza. Quella disuguaglianza di forza e di robustezza,

della quale
si

il

e gli altri soci e

fatti.

si

parlato, questa disuguaglianza unica che

non

poteva estirpare da queste primitive societ, doveva col-

andare del tempo e collo sviluppo delle passioni produrre

i-

maggiori disordini. Leguaglianza morale, non potendo reggere a fronte della disuguaglianza

fisica,

doveva necessaria-

mente soccombere sotto la preponderanza della forza. L uomo


pi debole doveva necessariamente essere esposto a capricci
del pi forte, finch gli attentati della forza erano meglio ap-

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

08

La sua
doveva spesso divenire

poggiati e meglio sostenuti de dritti della debolezza.

sussistenza

frutto de suoi sudori

oggetto della rapina

re, la sua vita istessa

maner

uomo

lui. Il suo onoerano beni precari, do quali poteva ri-

dell

pi forte di

privo in ogni istante, semprech uno spirilo malefico

si

univa ad un corpo pi robusto del suo. La diffidenza, lincertezza,

timore dovevano dunque turbare

il

un

solo. Si

vidde che non

fisica,

pace

queste primi-

di

un rimedio. Non se ne trov che

tive societ. Bisognava opporvi

glianza

la

poteva distruggere

si

la

disugua-

senza rinunciare alleguaglianza morale. Si vidde

che per conservarsi, e conservarsi tranquilli, bisognava non


essere indipendenti. Si vidde che bisognava creare una forza
pubblica che fosse superiore ad ogni forza privata. Si vidde

che questa forza pubblica non

poteva comporre che dall'ag-

si

gregato di tutte

le forze private. Si vidde che ci era bisogno


una persona morale che rappresentasse tutte le volont che
avesse tra le mani tutte queste forze. Si vidde in fine che
questa forza pubblica doveva esser unita ad una ragione pub-

sviluppando

blica, la quale interpretando e


fissasse

dritti,

regolasse

la

legge naturale,

doveri, prescrivesse

le

di ciaschedun individuo colla societ intera e co


la

componevano; che

tadino adattando

le

creasse e custodisse
tra

una norma,

stabilisse

alla

obbligazioni

membri che
quale

il

cit-

sue azioni, non avesse di che temere; che

un ordine

atto a

mantenere

equilibrio

bisogni di ciaschedun cittadino co mezzi per soddisfarli;

finalmente che compensasse

il

sacrificio dell

indipendenza e

della libert naturale collacquisto di tutti gl istrumenti propri per ottenere la conservazione e la tranquillit di coloro
i

quali per questoggetto solo se n erano spogliati.

Ecco

lorigine ed
l'

origine ed
il

il
motivo delle societ civili, ecco
motivo delle leggi, ed ecco per conseguenza

oggetto unico ed universale della legislazione.

Se

>

que

la

conservazione e

la

tranquillit de cittadini dun-

oggetto unico ed universale della legislazione, prima

di passare innanzi,

esaminiamo

questo principio generale, e

ci che si

comprende

sotto

le conseguenze che ne derivano,


per vedere quindi, come ogni parte della legislazione deve
corrispondere a questo fine comune.

LIBRO PRIMO.

CAPO
Di ci che

si

comprende

sotto

il

G9

IL

principio generale delia tranquillit

e della conservazione, e de resultali che ne derivano.

La conservazione riguarda
riguarda
(

esistenza, e la tranquillit

Per esistere

la sicurezza.

ci

bisogno de mezzi, e

per essere sicuro bisogna conGdare.


I

mezzi

che riguardano
che mettono

riducono a due

dell esistenza si

il

classi.

quelli

bisogni indispensabili della vita, ed a quelli

cittadino in istato di gustare

una certa specie

di felicit inseparabile da una certa quantit d agio e di co-

modo

non intendo per agio, o comodo pubblico

pubblico. Io

le ricchezze esorbitanti d

lo stato di coloro che

fomentare questo

alcune classi di cittadini, molto

immersi

vizij)

nell ozio,

meno

possono impunemente

destruttore della societ.

Le

ricchezze

esorbitanti d alcuni cittadini, e lozio d alcuni altri suppone


l

infelicit e la

miseria della maggior parte. Questa parzialit

civile contraria al

bene pubblico. Uno Stato non

ricco e felice che in

un

un lavoro

a suoi bisogni,

si

pu dire

solo caso; allorch ogni cittadino con

discreto d alcune ore,

pu comodamente supplire

ed a quelli della sua famiglia. Un lavoro

duo, una vita conservata a stento non mai una vita

Qaesta era
i&tiite

Lo

la

era per

misera
lui,

stato bisogna

condizione dell infelice

perch

li

dovea

dunque che

assi-

felice.

Sisifo.

Niun

tutti al lavoro.

sia ricco e che le ricchezze

vi sieno bene distribuite; ecco quello che riguarda la

con-

servazione.

Ma

uomo non vuole


tranquillo. Or per esser

questo non basta. Si detto che

solo conservarsi,

ma vuol conservarsi

tranquillo bisogna che egli confidi

governo,

il

quale non usurper

che confidi dunque nel

suoi dritti; che confidi nel

magistrato che, destinato alla custodia delle leggi, non abuser


di
tri

questo sagro deposito per opprimerlo; che confidi negli


cittadini; che sia sicuro che la sua pace

bata, che la sua vita protetta dalle leggi

al-

non pu esser turgli pu esser

non

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

7U

che in un solo caso, allorch

tolta

perdere

il

suoi delitti gli

hanno fatto

dolce dritto di conservarla; che sia sicuro che

una

propriet pervenutagli per giusto titolo una propriet pr-'


tetta

da tutte

propriet senza violare


sagri e che

il

nazione; che acquistando nuove

le forze della
i

dritti degli altri,

suoi acquisti

sono

lavoro istesso delle sue mani difeso dalla pub-

blica forza.

Questi sono

risultati del principio universale della

con-

servazione e della tranquillit. Ogni parte della legislazione


sar dunque destinata a recare alla societ uno di questi benefici i.

Ecco perch ( come si osservato nel piano che ho premesso) io divido le leggi in varie classi, distinguendole pi
dall effetto che debbono produrre, che secondo i diversi rapporti che esse possono avere tra di loro.

Ma prima

di parlare di

queste leggi in particolare, prima

dentrare in questo caos, dove


gli oggetti

sono tanti che

metodo per non

intrigarsi,

ci

la

materia confusa e dove

bisogne^ di tutta

la

forza del

conviene premettere alcune regole

generali, senza delle quali la scienza della legislazione sar

sempre vaga ed incerta. Questo sar l oggetto di questo


primo Libro. Io comincer dunque dal dimostrare la necessit di queste regole.

capo
La Legislazione, non altrimenti che
le

sue regole

ni.
tutte le altre facolt,

suoi errori sono

sempre

deve avere

pi gravi flagelli

delle Nazioni.

pi

geometria

cosa descrivere una curva che una retta. La


d molte pegole per tirare una perpendicolare,

facil

ci

la pittura, la scoltura,
fisse, fuori delle quali

regola la retta che

si

in una curva; senza

architettura hanno certe proporzioni

non

si

ritrova lesattezza: senza una

vuol descrivere, degenerer facilmente


il

quadrante, volendo tirare una perpen-

dicolare, voi tirate forse unobliqua; senza le regole che ci

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LIBRO PRIMO.

71

additano le proporzioni che debbono avere


e eoi tutto,

il

le parti tra di

loro

pittore e lo statuario farebbero spesso de

mo-

stri, e larchitetto

sarebbespesso deluso e nella

solidit e nella

vaghezza de suoi edifzi.


L' indole dunque dell uomo incompatibile coll'esattezza
0 perfezione arbitraria. Ogni facolt ha dovuto avere le sue
regole, ed a proporzione che
le facolt si

forse

Fu un
che

sono perfezionate

si

linguaggio del dispotismo e della tirannia

che cambiano

rivoluzioni
l

aspetto delle societ

aver alcuni principii


la

dire

il

regola della legislazione la volont del legislato-

la sola

re; ed un errore dellignoranza il'credere che

le regole,

sono migliorate. La scienza della legislazione sar

eccezione d un principio cosi universale e costante?

la

fissi,

di

continuo

m mezzo alle

natura degli

la

scienza della legislazione

affari

non possa

determinati ed immutabili.

Lo Stato, vero, una macchina complicata, le ruote che


compongono non sono sempre ristesse, e le forze che la fanno
non prova che le regole

agire, sono anche diverse; ina questo

che

ci

fanno conoscere queste diverse ruote, queste diverse

forze, e

la

diversa maniera colla quale conviene maneggiarle,

non possano essere sempre fisse e costanti.


A Dio non piaccia che una scienza, dalla quale dipende
lordine sociale, e nella quale ogni errore pu essere pi pernicioso alle nazioni

de pi gravi flagelli del cielo, dovesse

esser priva di principii

fissi

La

e di regole, vaga ed incerta.

diversa maniera di pensare degli uomini,

le infinite

ed oscure

combinazioni delle nostre idee derivate da alcuni dati spesso


falsi, a quali
1

ciaschedun

pregiudizi e le

dimostrano
spazi

la

immensi e

Quanti mali
fosse

uomo

si

consacra,

diversi rapporti

massime diverse, sono tante prove che ci


non traviare negli

necessit d una guida per


difficili
si

sempre avuta

della legislazione.

sarebbero risparmiati

uomini, se

agli

e consultata questa guida

si

Niuna cosa

pi facile che urtare in un errore di legislazione,

ma

niente

pi difficile a curarsi, niente pi pernicioso alle nazioni.

Una

provincia perduta, una guerra male intrapresa, sono flagelli


di

pochi momenti.

pu compensare

Un

istante felice,

le sconfitte di pi

una

anni

vittoria d'

ma un

un giorno

errore politico.

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

72

un errore di legislazione pu produrre l' infelicit


e pu preparare quella de secoli avvenire.

un secolo,

Sparta tante volte oppressa dalle armi de suoi vicini,

si

vidde sempre risorgere pi formidabile. La celebre sconfitta

Canne non serv che a rendere i Romani pi coraggiosi ;


ma una trista esperienza ci ha fatto pur troppo vedere, come
un solo editto mal calcolato sopra le finanze, ha rese sterili
le campagne pi fertili, ed ha tolte migliaia di cittadini alla
patria ; e come un solo errore nella legislazione politica dun
popolo stato bastevole a chiudere i porti d una nazione , ed
di

ha trasportate altrove

le

ricchezze dello Stato.

Quale spettacolo non

offrono in questi ultimi tempi gli

ci

annali p olitici dell Europa

Noi abbiamo veduto in

meno

di

due

secoli, quattro

cinque potenze a vicenda dominare ed esser dominate, e pas-

un istante dalla grandezza all avvilimento. Se noi


onderemo in cerca della causa di questo turbine politico, noi
non la troveremo altrove che nel difetto della legislazione di
questi popoli. C ominciando dalla Spagna, noi troveremo che
sare in

queslTnazione, che sotto Carlo


dal quale partiva tutto

il

il capo
Europa; che
prima ad innalun nuovo emisfero, aveva

era, per cos dire,

gran movimento

questa nazione, la quale, per essere stata


zare

avuta

trofei della

la sorte

conquista in

unica di unire

dell

la

vantaggi della pi

felice posi-

zione e del terreno pi fertile nell Europa, col dominio dei


paesi pi ricchi dellAmerica; che questa nazione che avrebbe

potuto essere la pi felice e

la

pi ricca del globo, che avrebbe

potuto dar la legge alla terra e che avrebbe potuto trovare

dentro di s

materiali propri per gittare

fondamenti eterni

grandezza; noi troveremo, io dico, che la Spagna


deve non solo all'espulsione deglindustriosi Mori, seguita
dall accrescimento istantaneo ed insopportabile delle contridella sua

buzioni e de dazii,
falso principio

ma

deve forse pi dogni altro ad un

deconomia, ed

agli errori

che questo princi-

pio erroneo ha cagionato nella sua legislazione, la perdita di


tutti questi

vantaggi

e lo stato deplorabile della sua agricol-

tura e della sua industria, della sua popolazione e del suo

commercio, dal quale

gli sforzi gloriosi della

presente

ammi-

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*
LIBRO

PRIMO.

73

Astrazione, non hanno potuto ancora sottrarla.

suoi legis-

poco illuminati, e poco cosmopoliti

latori

non avendo conoSpagna era dipendente dalla


non avendo prevedu-

sciuto che la prosperit della

prosperit delle altre nazioni europee;

che senza far crescere

to,

ricchezze de suoi vicini, essa

le

non poteva conservar le proprie ; che senza diffondere nel reEuropa una porzione de suoi metalli, essa non poteva

sto dell

conservarne

altra;

che aumentandosi di continuo

la

somma

del suo numerario, senza che quello delle altre nazioni euro-

pee crescesse in proporzione, la sua agricoltura e

oppresse dallesorbitanza de prezzi de loro prodotti

stria

non potendo reggere


l

sua indu-

la

concorrenza

alla

dell

agricoltura e del-

industria straniera, sarebbero fuggite dallo Stato, e per con-

seguenza avrebbero seco


de quali,

per

come

si

loro

trasportati

tutti

detto, andava sacrificata

que tesori

una porzione

conservazione dellaltra; non avendo, in una parola,

la

1 oro
e 1 argento era un dono
Spagna non poteva ritener tutto per s,

conosciuto che

dell

che

ma che doveva

la

America,

contentarsi di ritenerne quella sola quantit che bastava per

che

fare

la

suoi

il

resto per

suoi vicini;

importantissima

colle loro leggi, dirette tutte

ad impedire che

uscissero dallo Stato, rovinata


lindustria,

il

commercio

dal

non avendo

questa

conosciuta

legislatori

hanno

ricchezze relative pendesse

bilancia delle

canto suo, e lasciare

verit,
i

metalli

agricoltura, la popolazione,

di questo paese,

U quale per

la

sua

soverchia sete dell oro e dell argento, divenuto un corpo


idropico che non pu pi ritener

saputo .bere con moderazione.


j

Passando dalla Spagna

che nella legislazione

la

le

acque, delle quali non ha

alla

Francia, noi troveremo an-

causa della decadenza di questa na-

Europa come la
Spagna, divenuta come quella vittima degli errori, delle
zione, che dopo essere stata dominante nell

sue leggi e della stranezza de suoi legislatori.


dettato dalla superstizione e dal fanatismo di

Un

solo editto

un principe vec-

chio, negli ultimi anni della sua vita, che sogliono per lo pi

alla

Nel decorso di quest* opera

Spagna, come

riguardo

alla

si

si

svilupper meglio questa verit, riguardo

svilupperanno anche meglio quelle che sono per accennare

Francia.

Filangeri.

t.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

7i

un

essere quelli dell imbecillit, ed un

ministratile cambi tutto

sue accademie,

bri, le

re,

come

solo errore d

Francia che non

alla

di vittoria,

han fatto

le

suoi guerrieri cele-

suoi grandi uomini, cosi nelle lette-

nelle arti, e la sua dispotica influenza nell Europa.

primo, esiliando dalla patria una porzione de suoi

11

tadini, che lerrore


tale alla

delle

de tesori

ed

della natura

arti

priv nel tempo istesso

che quegl

nella fertilit

loro

il

interesse nell acco-

fidando pi nelle mani de suoi cittadini che

suo paese, tolse dalla terra

del suolo del

rieri delle stoffe

mode, e

e precaria, che

han

progressi dell'industria europea

poverirla, arricchendo loro stesse.


fittare di questi

gli

manifattu-

diede alla Francia una prosperit lusinghiera

sparire, ed insegn con questo alle altre nazioni

il

fa-

Stato

prodotti dellarte a quelli

agricoltori per farne glinventori delle

cederle

lo

esuli offerivano alle

infelici

videro

quali

le

ma

secondo, preferendo

il

cit-

avea traviati, non solo diede un colpo

sua popolazione,

altre- nazioni,
glierli;

tanto

un suo

sistema della sua legislazione eco-

il

nomica, han fatto pi male


di bene i suoi quarant anni

lumi fu

primato.

Ma

tempo dominato

Ed

infatti la

fatto

arte d

im-

prima a pro-

Inghilterra, e la Francia dovette

dopo aver per

quest istessa nazione


in tutti

mari, intutt

porti, in tutte

Europa,
commercio de due emisferi, oggi allorlo della sua rovina per non avere avuto un buon legislatore che le abbia fatto conoscere che una madre che ha pochi
figli, non deve somministrarne ad altri; che la Gran Brettagna con dieci milioni d abitanti non era in istato di popolare
tante colonie; che la sua popolazione non era suscettibile di
le

spiagge, dopo aver umiliati tutt

dopo avere

padiglioni dell

influito sul

tanti sacrifici;

donare
loro

la

che invece

suoi cittadini ad abbandovevano mettere un argine alle

d eccitare

loro patria, le leggi

frequenti emigrazioni; che doveva contentarsi di quelli

commer-

stabilimenti che erano assolutamente necessari pel suo


cio; e finalmente,

che mossa dalla mania universale

di

domi-

nare nel nuovo mondo, doveva almeno ricordarsi che un uomo,


che abbandona
lascia

la

sua patria per servirla

d esser cittadino;

ingiusta,

quando viene

al di l de

mari, non

che l'oppressione altrettanto pi


dalle

mani

di

un popolo

libero;

che

LIBRO PRIMO.
moderazione

la

che obbligare

le

colonie ad un

commercio esclusivo

diritto di esser

che privarle del


giurati

75

unico garante delle possessioni segregate;


colla capi-

un'ingiustizia che doveva di continuo inasprirle;

era

tale,

era

da propri

istesso che diminuire la loro confidenza nel go-

l'

alle contribuzioni arbitrarie,

verno; che condannarle


attentato che

sempre giudicate

si

era un

faceva alla loro libert; che toglier loro

diritto di tassarsi

il

da loro stesse, era privarle d una preroganon pu mai perdere in qualunque parte

tiva che un Inglese


della terra

conservarla,

una prerogativa che forse il solo


una prerogativa die per

ritrovi,

si

garante della libert


i

dell Inghilterra,

suoi

cittadini

loro sangue, e detronizzati

han tante volte versato


Finalmente un buon

loro re.

il

le-

gislatore avrebbe preveduto che queste colonie divenute ric-

che avrebbero un giorno lasciato d aver bisogno della loro


madre, e che per conseguenza bisognava governare e dirigere
colla maggior moderazione un popolo che avrebbe ben presto
ritrovato

il

suo interesse

nell

indipendenza.

Un

altro disor-

dine avrebbe anche prevenuto questo legislatore; se alla te-

governo brittannico ci fossero stati in questi ultimi


tempi un Locke o un Penn, questi due legislatori celebri avrebbero fatto vedere alla loro patria, che labuso chella ha
sta

del

fatto e fa tuttavia del suo credito,


la

somma

accrescendo di

desuoi debiti nazionali, e moltiplicando

la circolazione delle carte rappresentanti


esiste,

dovea,

si

continuo

all infinito

un danaro che non

per lavvilimento del numerario, come per

cesso delle imposizioni, accrescere a dismisura

il

opere e de' lavori, accrescimento che doveva recare


ghilterra

un grandissimo svantaggio

lec-

prezzo delle
all

In-

nella concorrenza di qua-

lunque altra nazione, e che non doveva tardar molto a cagionare la rovina della sua industria. Queste semplici riflessioni,
che una savia legislazione non avrebbe senza dubbio trascurate, sfuggite dagli occhi deglinglesi,

vina

una nazione che

interessi.

Funesta

fin

possono cagionare

la ro-

ora stata la pi avveduta ne suoi

riflessione

!|

Le nazioni non

altrimenti che gli

uomini hanno i loro momenti dimbecillit. LInghilterra


rimbambisce; essa moltiplica le sue contribuzioni invece di di-

76

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

'

minuirle; essa perde

sua influenza nell Europa per averla

la

voluta troppo distendere nellAmerica; essa sar ben presto


priva dell una e dell altra; e lo scettro dellEuropa, dopo esser passato dalla

Spagna nella Francia e

dalla Francia nel-

lemanideMobuone leggi lo chiamano. Ci rester forse per


lungo tempo , e gli Europei dovranno forse un giorno ricever
tutta la legge da questa sobria nazione? Il codice di Caterina
l

Inghilterra, pare che oggi sia per fissarsi tra

scoviti,

ove

le

mi d pi da pensare che

sua

la

spedita nell Arci-

flotta

pelago.

Per venir dunque

alle regole, delle quali si

per evitare

la necessit;

funesti effetti

io

gli

errori, de quali

si

dimostrata

sono dimostrati

comincio dal distinguere la bont assoluta,

delle leggi dalla bont relativa. Nello sviluppo di questo dop-

pio carattere di bont, che deve avere ogni legge,

si

conten-

gono tutte le regole generali della scienza della legislazione. Io


parler prima d ogni altro della bont assoluta.

CAPO

IV.

Della bont assoluta delle leggi.

Io

chiamo bont assoluta

zioni, a tutti

equo

in tutti

le

sue

leggi.

casi.

facile

il

loro

armonia

a tutte

climi.

le

Il

na-

dritto

vedere quanto questa

la legislazione.Jfliun

Esse non sono

sime de moralisti, n delle


Queste sono

la

comuni

principii immutabili di ci che giu-

sorgente sia feconda per


rare

leggi

governFTetnidattabili in tutti

della natura contiene

sto ed

delle

universali della morale,

co'principii

risultali

sterili

uomo pu

igno-

ambigui delle mas-

meditazioni de

filosofi.

dettami di quel principio di ragione universale,

di quel senso

morale del cuore, che l'Autore della natura ha

impresso in

tutti gl individui della nostra specie,

come

la

mi-

sura vivente della giustizia e dell onest, che parla a tutti


gli

medesimo linguaggio,
medesime leggi; che pi

uomini

tempi

le

delle citt,

il

de popoli,

prescrive in tutti

antico, dice Cicerone,

de senati; che ha

una voce pi forte

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LIBRO PRIMO.

che inseparabile dalla natura degli esseri

di quella de Dei, e

che pensano, sussiste e sussister sempre, malgrado

gli sforzi

di tutte le passioni che lo combattono, malgrado i tiranni che


vorrebbero annegarlo nel sangue, e malgrado glimpostori

che avrebbero voluto annientarlo nella superstizione.


11

Taita sente cos bene -che- Locke, che una fiera uccisa

da un altro, non pu esser sua; che

prodotti del suolo

un altro, non gii possono appartenere senza il


consenso del proprietario, e che la sola difesa pu dare ad
un uomo il diritto sulla vita d un altro uomo. Ecco come la
morale decide, ecco il dritto della natura, ecco la prima
norma delle leggi.
Ma i legislatori hanno sempre consultata questa guida?
Anche quelli che han fatto maggior pompa di moderatezza,
non lhanno essi qualche volta trascurata? Io compiango la
miseria dell umanit, allorch veggo un Platone che pensa
della maniera istessa che penserebbe un ignorante tiranno.
Se un servo (dice egli) nel mentre che si difende, uccide
un uomo libero ch&gli si era scagliato addosso per ucciderlo,
sia punito come parricida. La propria difesa diverr dunque-^
un delitto nella persona dun servo? e cosa un servo, se
non che un uomo che ha avuta la disgrazia di cadere fra le
mani d un altr uomo per difendere la sua libert, la sua patria,
suoi diritti? Le antiche legislazioni, e particolarmente
quella de Romani, erano scandalose riguardo a quest'oggetto. I legislatori gli negarono anche il nome di uomo. La legge
Aquilia condannava all istessa pena luccisore dun servo,
coltivato da

che

uccisore del cane o del cavallo altrui.*

Tiranni politici, sono queste


felici,

ove sono

vostri

le

dritti?

vostre leggi? Uomini inla

vostra

rebbe forse a questo segno degradata, se

si

specie

fosse

si

sa-

sempre con-

sultata la natura? Listesso Licurgo, che ha fatta la maraviglia dellantichit,


ciulli

che avevano

avrebbe
la

egli

condannato a perire que' fan-

disgrazia di nascere

poco robusto e gracile, se avesse

Piai

de

2 Digest.

dun temperamento

letto nel santo libro della

fiep.

Iil>.

IX.

lit.

-,

Leg.

2.

ad

I.eg.

Aquilm.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

.78

natura

dogma inalterabile

il

Avrebbe

permesso

egli

della conservazione della specie?

adulterio, allorch

si

faceva per or-

vero che ognuno pu dare quello che


somma de dritti che possono competere ad

dine del marito?*

ma

suo;

nella

un uomo, ce ne sono molti che non sono


ferimento e di cessione: tale

sono per natura

dritti

il

che porta seco

baldo re di Borgogna , nella quale

ordinava che se

di

Regesvindo che permetteva

adultera di accusarla e di mettere alla

della casa.

Ecco due

distruggono
Il

rispetto e

natura quella che

amore

filiale

ne sono

centi che

piacere di vederli nascosti.

vuole che

manda

si

il

svelino,

di celarli.

una

dell'

coll'

costumi,

ma

costu-

primi dettami.

che per

eccitano

servi

la

altrettanto orrore nello svelare

c ispira

delitti de nostri padri,


ci

a figli

tortura

che per conservare

leggi,

natura, dalla quale traggono origine

la

mo-

la

delitto, fossero ridotti in ischiavit. Egli

il

ne rapporta un'altra

mi.

si

che aveva commesso qualche furto, non

figlio di colui

il

avessero rivelato

dell

tali

matrimonio.

il

signor di Montesquieu* rapporta una legge di Gonde-

11

glie o

suscettibili di tras-

dellesistenza:

dritto

la

delitti stessi.

natura ce

Non sarebbe una

follia

energia dell altra?

Sono

Mala legge

lo proibisce,

paragonare

il

suoi ac-

ci co-

la

forza

sentimenti della natura

prevalgono sempre a q uelli de lla forza. Le leggi non debbono


debbomKmzMtynentarli. Essi non sono altroch

distruggerli,

tanti argini contro

torrente de

il

delitti.

esempio, un sentimento della natura


dia, che allontana

li

uomini da

delitti.

La vergogna

figlio della

Una

per

verecon-

legge che procu-

rasse di distruggerla sarebbe perniciosa. Tale era una legge di

Arrigo

II

che condannava a morte una donzella,

getum, quos Apothetas nuncupabant


esset a primordio ad
vere.

parto della

cjuasi

bonum babitum, neque

nec

illi

ipsi,

nec Ci vitati

Tay-

qui non

ad robur comparalus, expediret vi-

Plutarco nella Vita di Licurgo.

**

bum

il

Debilem et distortum amandabant in locum voraginosum prope

Nam viro natu grandiori, cui florens cctate erat Conjux, si quem proprudentem adolescente carum baberet probaretque, jus erat eam huic

>

et

jungere, et

quum

impleta esset egregio semine, sibi vindicare partum. Plut

ibid.
3 V.tprit
4

des

J.ois , lib.

Questa lrggo

c nel

XXV

f,

cap, 4.

Codice de Visigoti,

lib. Ili, tit. 4,

13.

LIBRO PRIMO.

79

quale fosse morto, in caso che questa non avesse rivelata


sua gravidanza

Dio non piaccia che

enorme

di quelle

della natura

io voglia

trasporti. Io prego solo

lettore

il

zione a queste riflessioni che

Non sono
grado

io

le pi

il

delitto

sacrosante leggi

fanciulli le vittime de loro

prestare qualche atten-

di

sono per dettare.

forse le leggi quelle

infamia

qui difendere

Medee, che violando

rendono quei miseri

la

al magistrato.

che appongono un certo

l pudore
fomentano questa vergogna salutare. Non dunque una contradizione il pretendere che una giovanetta sveli al magistrato

il

suo delitto?

11

a parti

clandestini? L opinione e

fine della legge di

Arrigo

II

era la conserva-

zione del parto. Essa avrebbe potuto ottenerlo senza servirsi


d

un mezzo

cosi violento

>

e contrario alla natura. Bastava

un probo uomo di sua conoscenza,


che avesse avuto cura della conservazione del fanciullo. A
obbligarla d avvisarne

che dunque punire

Pe^h

rale?

una giovane 1' effetto del pudore natula morte del fanciullo, cagionata dalla

in

confondere

deficienza di que soccorsi,

ha impedito

fallo

ch privare

alla

del fanciullo che

legittima?

due

muore, e

dantemente supplire

che

madre

lo Stato di

il

timore

della

palesare

il

suo
Per-

tempo, cio

madre che potrebbe abbon-

a questa perdita

altrettanto

di

di dargli, coll infanticidio?

cittadini nell istesso

tirannico

con una propagazione


esigere da una donzella

laccusa de suoi trasporti, che di comandare ad un

uomo

di

Una legge di quest indole non


pu serbare neppure un grado di quella bont che io chiamo
uccidersi colle proprie mani.

assoluta.

Questa legge dArrigo II, che malgrado i progressi della filosofa conserva ancora il suo vigore nella Francia , somministr un occasione opportuna
1

alla Contessa

Duharry,

favorita dall

ultimo defunto Re di questa nazione, di ino*

la prima volta alcuni tratti di beneficenza in persona d una giola quale era stata gi condannala a morire, perch inciuta da un suo
abort dun fanciullo morto senz aver rivelata la sua gravidanza al magiSiccome la senleffa di morte era gi stata confirmata dal Parlamento, e la

strare forse per

vanetta,

amico
strato.

delinquente era vicina ad essere appiccata, un Mo*chetticro nero, chiamato M. de


Mandeville, mosso da un sentimento di compassione implor
favorita,

prevedendo che questo

L* evento

delitto

giustific la sua condotta.

conto del Moschettieio,

la

protezione della

non dovea per niun riguardo

inorridirla.

La Contessa Dubarry commossa

dal rac-

scrisse la seguente lettera al Cancelliere, la quale

ci

fa

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

80

r
(
(

Ma vediamo un
morale possono in

poco se questi principii universali della

certi easi esser modificati

dalle

leggi.

un dogma della natura il reciproco soccorso del marito e della


Una legge degli Achei toglieva questo peso al marito
dell adultera. Il precetto della natura non veniva sicuramente

\ moglie.

alterato in questa legge, era per modificato, e la modifica-

zione era utile.


Il matrimonio era presso i Greci un contratto che obbligava da due lati. Dopo ladulterio, la legge non vedeva nel

Le sue mire erano

marito e nella moglie che due cittadini.


tutte politiche.

damento

obbligava

legislatore conosceva benissimo che

Il

una nazione sono


figli

di nudrire

loro padri oppressi dalla mise-

neccettuava quelli che erano nati da una prostitu-

ria; essa

la pudicizia de quali

ta; quelli,

era stata esposta dal padre

con un commercio infame;' e finalmente neccettuava


a

quali

fon-

costumi. Una legge di Solone

padre non aveva

il

figli,

imparare alcun arte, onde

fatto

potersi alimentare.*
vedere quanto

grande

sia

eloquenza , che nasce dal cuore. Io

la

rapporto qui

fedelmente.

u Signore. Io non conosco


sono ingiuste
h

all*

fanciullo

umanit,

qui

vi

se

le

vostre leggi,

ma

so

benissimo cbe queste

esse sono coutrane alla politica, alla ragione

e barbare;

fanno appiccare un* infelice donzella, che

morto , sena* aver dichiarata

acchiudo, saprete che questo

Pare che ella

la
il

si c

abortita d*

ed

un

sua gravidanza. Dal memoriale clic

caso della supplicante.

non sia condannata, se non per avere ignorata la legge, o


un effetto del pudore il pi ragionevole, lo rimetto lesa-

per averla violata per

me

Io vi chieggo almeno una

dell* affare alla vostra equit,

ter
teriti

il

resto. Io

ma

quest* infelice merita qualche indulgenza.

commutazione

ho lonore

e*.

da un* anima poco avvezza

di

pena. La vostra sensibilit vi del-

Questi sentimenti di verit

a dirla e

cbe spesso

la

Principe sull* altare del piacere, nou lasciarono di fare


nell

animo

delinquente.

None

la

faceva

quantunque preimmolare dal suo

pi grande impressione

quale facendo riesaminare l'affare, fece assolvere la


peraltro da credere, che 1* avvocato della fanciulla avesse

del Cancelliere,

il

l' islesse verit, ma 1* eloquenza della favorita era pi proil Cancelliere, cbe quella dell'avvocato. Or chi potr proibirmi,
dopo questo racconto, un sentimento di compassione pjr la sorte d* una nazione,
dove un segreto, ispirato dal pudore naturale, e punito di morte; e dove uoa

trascurato di rilevare

pria a persuadere

semplice lettera di una favorita basta per

far rivocare

una sentenza confirmata da

un Parlamento intero? La pena e l'assoluzione mi rivoltano egualmente.


4 Samuele
Pelilo, Leggi A diche lib. VI. De Connubiit . Tit. V. De pue r or ut/t ani ori bus, et prodnetione et scori is.
,

Leggavi Plutarco nella l'ita di baione.

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LIBRO PRIMO.
Il

81

signor de Montesquieu riflettendo in un luogo 1 su que-

sta legge degli Ateniesi, dice: che nel

primo caso

legge

la

considera, che essendo incerto

il padre, egli aveva resa


precaria la loro obbligazione naturale; che nel secondo egli
aveva denigrata quella vita che loroavea data; e che avea

loro recato

y>

il

peggior male che

si

possa fare ad un

figlio,

d privandolo del suo carattere; e finalmente nel terzo caso

il

aveva resa a figli insopportabile una vita, che essi


trovavano tanta difficolt a sostenere.
Tutte queste eccezioni non son altro che tante utili mo padre

dificazioni del precetto naturale d'alimentare

padri.

L altro oggetto della bont assoluta delle leggi

la Rice-,

lozione. Se questa lo sviluppo e la modificazione de principii universali della

morale,

le leggi

non debbono distruggerla

n alterarla. Questo sarebbe urtare un edificio innalzato da'


un essere che ha primi dritti alla nostra ubbidienza. Essa
deve anzi servir di guida alla legislazione. Il solo Decalogo
contiene in pochi precetti quello che appena cento codici di
i

morale potrebbero racchiudere.


Dio, verso s stesso e verso

damente

definiti.

Il

doveri delluomo

verso
uomini vi sono splendi-

gli altri

culto interno ed esterno che vi

pre-

si

scrive, tutto pieno di purezza e di piet. Ivi la superstizione

egualmente proscritte. La pace privata delle


famiglie, lonest coniugale e la pubblica tranquillit ne sono
e

l'

idolatria sono

come

le

conseguenze. Chi non vede

alla legislazione
d

umanit e

un modello

Se qualche tratto

legislazione dellEuropa,

errori della presente

un

beneficio che noi riconosciamo


la

quanto utile pu essere

vede risplendere a traverso de-

gli

religione,

di

cosi perfetto?

di beneficenza si

quale sviluppando

zion reciproca, ed eguagliando a pi dell altare


degli

questo

dallo stabilimento di

una

principii naturali dellafle-

uomini, ha messo un suggello

le

condizioni

di pi alla libert del-

uomo, proscrivendo la schiavit domestica. Questa quercia


annosa, lombra della quale ha in tufi* i tempi coverta la
terra da un polo all altro, ha lasciato d ingombrare T Europa
l

dopo

la

stabilimento del cristianesimo. Noi possiamo con ra-

gione disputare
1

nostri padri

Spirilo delle Leggi,

lib.

il

primo posto accanto

al

trono

XXIII.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

82

dellumanit e della ragione. N l'egizia, n

romana giurisprudenza pu essere messa


nostra, riguardo a quest oggetto. Noi noi)
ria di questi popoli
prescrittibili

diritti

in

la

greca, n la

confronto colla

troveremo

nell'isto-

un legislatore che abbia rispettati gl imdella libert dell uomo, e che ne abbia

l inalienabilit. Noi non ne troveremo uno che abneppur supposto, che nel codice della natura non ci alcun titolo che possa render legittima la schiavit, n un prezzo

adottata
bia

che possa pagarla.

La

ferrea logica che da

sulla vita del vinto,

un supposto

diritto del vincitore

ne deduce un dritto anche pi falso, quale

quello di privarlo della libert, compensando colla schiavit


non pi ammessa nel moderno
il preteso dono della vita,
dritto delle genti, come non sono ammesse nel moderno dritto
civile le vendite della propria libert, o della libert defigli.

Finita la guerra, le catene de prigionieri


vincitore restituisce al
suoi beni.

Il

meno la teme il cittadino.


Un figlio infelice non

Le

va a riporre

leggi

hanno

la

ed

sua patria,

il
i

schiavit, e molto

la

come

esposto,

pericolo d esser venduto dal padre per

mentarlo.

sciolgono,

si

vinto la sua libert,

guerriero non teme pi

lo era in Roma, al
non avere come ali-

innalzati gli asili, ove lindigenza

fruiti de suoi piaceri.*

La vendita della propria libert non mai valida presso


come lo era in alcuni casi presso i Romani.* 11 citta-

di noi,
4

Se questa generosit non

deriva, perch

con costoro

si

usa coi pirati delle coste dell*Africa, questo

lo stato di guerra perpetuo.

a Padri un dritto illimitato su i figli,


davano loro anche quello di venderli. Leggasi Golofrtd in fragni, ad LL. 12
tab., lib. I, tali. 4. Queste vendite furono quindi condannale con leggi correttone delle antiche tavole. Leggasi la legge abdicatio C. de patr. potest. Ma finalmente dopo qualche tempo si stabil, che 1* eccezione deila necessit rendesse le3

Le

leggi delle

XII Tavole, daado

gittime queste vendite. Leggasi la legge 2.


3

In Atene

per esamiuare

si

commetteva un*

de Palrib. qui filios


Vi

altra barbarie.

la nascita de* cittadini.

Se alcuno

ec.

un tribunale espresso

era

trovava non essere legittimo,

si

cio non esser nato da legittimo conjugio, era privato della libert, e venduto

Archeologia Grasca lib. I, cap. IX.


La vendita della propria libert era valida presso i Romani, allorch un
mascherando la sua condizione, si faceva vendere da un mentito padrone; venum se dari passus est Leggasi la legge liberis 3 g. Si quis minor ff,
de liberal, cans

come

servo. Leggasi Puttero,

uomo

libero,

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LIBRO PRIMO.
dino non ha n

il

dritto

83

bisogno

il

unica prerogativa. Le leggi stesse, che


contratto oltraggioso,

Finalmente

il

gli

di

privarsi della sua

gii

proibiscono questo

olirono la sussistenza e la libert.

debitore insolvibile condannato dalle leggi

delle XII Tavole, o a divenire schiavo del suo creditore, o ad

essere sbranato nel caso della pluralit de creditori , 1 non deve


far altro che dichiarare la cessione de suoi beni con una ceri-

monia pi impropria e sconvenevole che


presso

sua libert e

di noi la

delle genti e

sua pace

la

dalla religione. Piacesse al Cielo che

sero sempre adattate


stizione

non avrebbe

La barbarie

Ecco come

dritto

il

nostri legislatori aves-

le loro leggi a suoi principii.

sporcati di sangue

schiavit proscritta dall Europa

dolorosa, per ottenere

dritto civile stato ingentilito, e migliorato

il

di rendere

il

La super-

nostri codici, e la

non sarebbe andata

a stabi-

debitore insolvibile schiavo del creditore, non

XII Tavole. Questa inumana istituzione ha

stala ispirata dalle sole leggi delle

avuto vigore presso la maggior parte de popoli dell* antichit Gli Ateniesi, per
quel che ce ne dice Plutarco nella Vita di Solone 1* avevano adottata, e i Germani per quel che ce ne dice Tacito (De morib. Gertnan.) 1* adottarono ancb*essi,

mal grado il loro trasporto per la libert. Ma non si ritrova che nelle sole leggi
XU Tavole legittimalo latto pi atroce, che 1 umana ferocia abbia potuto

delle

inventare. Se

il

1*

sono pi creditori (dicono esse), che questi taglino in pezzi

vi

debitore. Se essi tagliano pi o

loro piace,

lo

vendano

al di l

espresse parole della legge)

meno, che questo si faccia senza frode. Se


Al si plures erunt rei (queste sono

del Tevere.
teitiis

nundinis partes secanto. Si plus minusve

secuermt, sinc fraudo esto. Si volent, ultra Tiberini peregre venumdando.

tempo nascondendoci

Il

leggi, ci

pi vergognosi
10

un

regolamenti, che

trovavano in queste

si

della stranezza de* loro legislatori.

celebre Binchcrsoeck, ed altri

il

senso diverso dalla lettera

Orat

uomini,
a

moderni Giureconsulti han

questo frammento

hb. XIII, cap. 6,) e molti

altri

Ma

io trovo,

che Quinti-

antichi han

scrittori

preso

testo di questa legge nel suo senso naturale. Io veggo in Aulo Gcllio (Notti

fiche ,
1*

della ferocia degli

non ignoro, che

dato

liano (fnstit.
11

tanti bei

ha funestamente conservato qusto frammento, eh* uno de* monumenti

lil>.

approva,

XX,
e

cap. 1)
1*

un

uno nc

filosofo

laltro vi

finalmente Tertulliano, che

romane

che

la

condanna, ed un Giureconsulto

suppongono

vi si scaglia

la

menoma

contro, mostrando

allegoria. Io
1*

At
che

veggo

imperfezione delle

leggi (Ter tuli. Apologeta cap. IV); in ragione di prossimit, lopinione

degli antichi deve prevalere.


3

La cerimonia,

colla quale

suoi beni, presso di noi pi alta

duce

il

cia, nel

il

debitore insolvibile dichiara

muovere

debitore vicino ad una colonna

il

riso

che

mentre che un araldo grida Cedo Bonis y ed un

palesa agli spettatori

le

la

la

cessione dei

compassione. Si con-

questofficio destinata, egli


altro gli

sue natiche. Finita questa cerimonia

il

1'

abbrac-

alza le vesti e

debitore c messo

in libert.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

81

America sotto

lirsi in

lavevano da noi
sarebbero

prezzo

protezione di quelle leggi stesse che

Le barbare sponde del Senegai non


Europei vanno a comprare a vii

gli

dritti inviolabili dell

umanit e della ragione. Lava-

ed insaziabile, non anderebbe a traverso de nau-

rizia ardita

comprar

fragi a

la

esiliata.

mercato, ove

il

tra

arene e

le tigri dell

vittime della sua cupidigia, e


rossore di vedere

sanno preferire

gli

umane

Affrica le

Europei non avrebbero

loro navigli spesso carichi di Catoni

indipendenza alla vita,

la

morte

il

che

alla schia-

vit.

Ma

chi Io

crederebbe? nel mentre che

sentire nell'

Europa

nostre leggi

si

il

Cristianesimo

fa

mentre che

le

suoi benefici indussi, nel

dichiarano in favore della libert delluomo, nel

mentre che lumanit reclama da per tutto suoi


i

dritti,

lAme-

non solo si
ma ne protegge il commercio infame; e
limmenso spazio di questo vasto continente, non si
ritrova che una sola picciola regione d Eroi che ha voluto

rica europea coverta di schiavi; la legislazione

tace su questabuso,
in tutto

ed allo scandalo
non ha pi schiavi.

sottrarsi a rimorsi di quest ingiustizia,

posterit.
I

La

sola Pensilvania

de troni, ci fanno sperare che

resto delle nazioni.

il

suo esempio sar imitato dal

nostri codici saranno allora pi analoghi

a'principii della natura e della rivelazione, e

su

gli

il

loro trionfo

antichi sar allora pi deciso.

lo scorro

sempre

di

rapidamente sopra questi oggetti, perch temo

urtare nell errore di coloro che

si

distendono inu-

tilmente nel dimostrare alcune verit, nelle quali

mini convengono. Preferirei volentieri


la

della

progressi de lumi e della filosofia, uniti alle virt

il

natura del lavoro che ho intrapreso e

tutti gli uo-

partito di tacerle, se
le leggi del

non me lo proibissero.
Dopo aver dunque date alcune idee generali

metodo,

della bont

assoluta delle leggi, io passo alla bont relativa.

Diqilucd by

Googlc

85

LIBRO PRIMO.

CAPO

V.

Della bont relativa delle leggi.

La

diversit de caratteri, del genio e dellindole degli

uomini, e

la

loro incostanza

allrimente che
nazioni non

rassomigliano

si

comunica

corpi politici,

comunicano

difetti delle parli si

si

rassomigliano alle nazioni,

a'

governi. Pare che

la

ai tutto.

non
Le

governi non

avida

natura,

di

si

mo-

sua grandezza nella variet delle sue produzioni

strare la

egualmente

fisiche, voglia

far risplendere

suoi prodigii nella

diversit de corpi morali.

Ogni governo ha

ma

agire;

sue molle particolari che

lo

fanno

quelle che lo fanno agire in un tempo, lo lasciano

nell inazione in

un

altro.

costumi d un secolo non sono mai

secolo che lo precede, n dt quello che Io

del

quelli

le

Gl interessi delle nazioni si

mutano come

segue.

generazioni, e

le

pochi anni di tempo o un meridiano di distanza bastano per


in un tempo o in un luogo, quello che era
tempo o in un altro luogo.
dunque, debbono o no seguire questa incostanza

render pernicioso
utile in

Le

un

altro

leggi,

e questa

Un

prodigiosa variet de corpi politici ?

fatto solo

Basta per risolvere questa interessantissima questione.

Un

legislatore odia le ricchezze; bandisce

pubblica loro e largento; proibisce

il

sua re-

dalla

commercio; procura

di stabilire un eguaglianza di condizioni, e per conservarla

regola

le doti e dirige le successioni;

vuole che

le terre

goderne

a ciaschedun

in qualit di usufruttuario;

duce una specie

di gloria e di

cittadino libero

riguarda
Egli

la

le

di famiglia,

si

coltivi da servi, e

l.

che

arte della guerra.

suoi cittadini in un ozio guerriero, e per

funeste conseguenze, regola tutte

Filangeri.

per

lusso, intro-

il

altra occupazione che quella che

robustezza del corpo e

immerge

prevenirne

non abbia

padre

condanna

onore nella frugalit; avvilisce

le manifatture; vuole che la terra

un

distrugge ogni propriet;

siano della repubblica, e che questa ne di-

una porzione

stribuisca

le

loro azioni.
R

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

86
I

loro cibi,

il

bono cadere

pu

loro pranzo, sino gli

oggetti su

fortificare

ballo e la corsa, la lotta, o tutto ci

Il
il

previene

egli

che

corpo, e disporlo alle fatiche della guerra,

diviene loggetto de pubblici spettacoli e


tadino

quali deb-

loro discorsi ne pubblici portici, sono determi-

nati dalla legge.

il

gran decoro del

cit-

dissolutezza de due sessi col soccorso

la

dun rimedio che pare che dovrebbe fomentarla. Egli vuole


che le donzelle vadano sempre col volto scoverto, e che dell

intutto nude, combattano co giovanetti negli esercizi pub-

blici,

persuaso che

della natura d

Levento

rimedio pi sicuro contro

il

avvezzare

Un

sua

la

felicit e la

sistema della sua legislazione,

il

sua repubblica diviene

e la

conserva

impressioni

le

sensi al suo spettacolo.

giustifica tutto

ammirazione

sua forza per

dell

universo, e

sei secoli.

legislatore d unaltra repubblica, separata dalla

da uno spazio di poche leghe


leggi

proteggono

scono

1'

pensa tutto

promuovono

agricoltura,

ogni parte

il

opposto.

all

commercio, animano

il

le arti

prima
Le sue

incoraggi-

travaglio e richiamano

da

Conscio della sterilit del suolo della

le ricchezze.

sua repubblica, questo legislatore chiama in soccorso lindustria.

Egli vuole che ciascheduno de suoi cittadini eserciti

mestiere; dispensa

dre che non

gli

un

obbligo d alimentare un pa-

figlio dall

il

ha insegnata alcunarte, onde poter vivere;

e d ad un congresso de pi rispettabili cittadini la cura dinvigilare su

mezzi, da quali ciaschedun individuo della re-

pubblica raccoglie la sua sussistenza.


Egli vuole che tutti sieno occupati,

prescriva ad alcuno

il

mestiere,

ma non

la scelta del

pendere interamente dal suo arbitrio, e d


artieri

esteri che

vengono a

si

la

vuole che

si

quale deve di-

cittadinanza agli

stabilire colla loro famiglia

nella citt per esercitarvi la loro arte; la libert,

il

bisogno,

la legge, tutto favorisce le arti in

questa repubblica. Lozio

punito come un delitto;

istesse

le

donne

debbono esser labo-

riose o sedentarie, perch la legge vuole che lo siano;


legislatore crede di poter respinger la corruttela de

e di poter sostenere

chezze che

ed il
costumi

onest de due sessi in mezzo alle ric-

egli cerca di

richiamare, e del lusso che deve es-

#-

LIBRO PRIMO.

seme

effetto, eoi solo

appoggio della

87
fatica.

La sua repubblica

diviene col soccorso di queste leggi felice, ricca e potente, e

se non pu conser var

ha

in

compenso

la

le

sue leggi per sei secoli

come

la

prima,

gloria singolare di sopravvivere alla sua

libert.

Quale di queste due legislazioni

domanda

io

L effetto

di

la

migliore?

questa

rispondo che Sparta non poteva avere una miglior

legislazione di quella di Licurgo, e

Atene

queste due legislazioni fu

di quella di Solone.
l

istesso,

malgrado

L'una e l'altra erano


due repubbliche, alle quali furono

lopposizione e la diversit delle cause.

opportune

allo stato delle

date, e questa opportunit, questo rapporto tra


stato della

nazione che

le

riceve, e quello che io

le leggi e lo

chiamo bont

relativa.

^
CAPO

VI.

Della decadenza de' codici.

Se

la

miglior legislazione quella che

allo stato della nazione, alla

stretto

quale

rapporto consiste tutta

la

se due legislazioni opposte tra loro

si

la

pi adattata

ehinna; se in questo

bont relativa delle leggi


,

possono essere entrambi

due nazioni diverse; se lo stato d una islessa nazione


pu mutarsi, cambiandosi le circostanze che lo compongono;
se una nazione pu passare dalla miseria alle ricchezze, e
utili a

dalle ricchezze alla miseria; se

una provincia perduta, o una

provincia acquistata possono far cambiare daspetto glinte-

un popolo, e se ogni picciola alterazione nella costituzione del governo pu produrne una nel carattere della nazione chi potr dubitare che la miglior legislazione di questo
mondo pu divenire la peggiore, e che la pi utile per un
popolo in un tempo, potr divenire la pi perniciosa per
l istesso popolo in un altro tempo ? L istoria di Roma e delle
sue leggi ce ne offre una prova.
ressi d

Roma nata per perire nell aurora istcssa de suoi primi


Roma egualmente incapace di soffrire le catene del di-

giorni;

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

88
spotisraoche

Roma

di

godere de' vantaggi d una libert tranquilla; 1

che appena discacciati

che

alle civili discordie,

1'

Tarquinii,

si

dette in preda

opposizione eterna de due partiti

irreconciliabili della nobilt e del popolo,

esponeva

di conti-

nuo a tutti pericoli dellanarchia; Roma doveva necessariamente combattere per non perire; doveva cercar la guerra al
di fuori per conservar la pace dentro le sue mura.
i

Isuoisavii legislatori conobbero questa verit, e su questo piano innalzarono tutto

La conquista

fu

loro legislazione era

il

l'

sistema della loro legislazione.

il

grande oggetto delle loro leggi, e

nire a Romani. Essi cercarono d interessare tutti

il

cittadini,

repubblica nella guerra. A 'soldati era

tutti gli ordini della

distribuito

la

unica che' poteva in quel tempo conve-

bottino; a cittadini

che restavano in citt,

sii

dava una porzione di frumento a conto de tributi che si pagavano dalle nazioni soggiogate. La gran molla de pramii e
degli onori fu

anche compressa. Le corone, questornamento

della divinit, del sacerdozio e dellimpero, furono in

Roma

destinate al valore, alla vittoria, alla conquista. Si sa che essi


n

ebbero diverse, e

quella di lauro che

confirmata
si
t

la

si

si

sa anche che la

meno pregevole era

dava a coloro che avevano

pace cogl inimici.

Lo

trattata,

spirito della legislazione

osserva ammirabilmente nella destinazione di questo pre-

mio.

Il

procurare

la

pace alla patria era

miala dalla legge, perch

la

meno

Bisognava quindi interessare

azione

meno

pre-

desiderata.
i

consoli nella guerra. Si

dunque che essi non potessero ottenere gli onori del


non dopo una conquista o una vittoria.
il sacerdozio istesso, il sacerdozio cosi avido
Roma, come in tutt paesi ove il fanatismo ha preso il

stabili

trionfo, se

Finalmente

in

lungo della religione,

Siccome

guerra.
1

trovava anche

la

suo interesse nella

Nec totani libertatem, nec tolam servitutem pati possunt. Tacito.


La corona trionfale era anche di lauro ma questa non si dava che al g
o conquistata qualche provincia. Questa
e forse per maggiormente distinguerla dalla corona di lau

cerale che avea data qualche battaglia


era

il

Dei delle nazioni soggiogate erano adorati

pi onorevole,

ro, che

si

dava

derata;

il

Console Claudio Pulcherio,

d* indorare

il

a hi

aveva trattata

la

la meno desiRoma, introdusse 1 uso

pace cogl'inimici, che era


nell*

anno 56D

di

cerchio della corona.

by

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LIBRO PRIMO.

gli

oltraggi fatti

Dei che lo

agli

89

Romani credevano

compensare
alle, nazioni, coll introdurre un nuovo culto
proteggevano; il sacerdozio vedeva moltipli-

nel Campidoglio; siccome

carsi insieme colle conquiste

Dei,

di

tempii e le offerte, tre

sorgenti fecondissime delle sue ricchezze.

Coloro dunque che ubbidivano, coloro che comandavano,


quelli che

numi,

maneggiavano la spada, e quelli che incensavano


vedevano nella guerra il fondamento delle loro
i

tutti

speranze. Questa combinazione sublime, questa prodigiosa


unit neglinteressi di tute

tener sempre aperta


il

popolo

cittadini,

guerra

doveva senza dubbio


sempre tranquillo

al di fuori e

perch sempre occupato e distratto


anche mettere un giorno i Ronon aver pi nemici da combattere. Essi

nell interno,

dalla conquista;

mani

la

ma doveva

nello staio di

in fatti vi pervennero, ed allora la loro


stata fino a quel

momento

loro domestica

pace e

la

la

legislazione

che era

pi opportuna per garantire

la

loro libert sotto gli auspicii della

guerra, priva di questo istrumento, divenne incompatibile col

nuovo

stato della repubblica,

la

quale immersa di nuovo

non potevano pi evitamezzo a bollori dellanarchia.


dunque avere le loro vicende
che hanno prodotta la grandezza e lopu-

nelle civili discordie che le sue leggi


re, perd la sua libert in
I

migliori codici possono

SU^tttesse

leggi

llMRm popolo,

possono essere

inefficaci a

conservarlo in

queSmfltalo. Noi abbiam osservato questo fenomeno nella

Koma. Noi potremm osservarlo anche

gislazimie di

gelazione di alcune nazioni moderne, come

lo

le-

nella le-

faremo nel de-/

corso di quest opera. Bisogna soltanto distinguere che qualche


volta

il

difetto nelle parti, qualche volta nel tutto.

Qualche

volta dunque basta riparare lantica legislazione, qualche volta

bisogna mutarla interamente. La prima di queste intraprese

non molto

diffcile.

Ma

quanti ostacoli

incontrano nella

seconda ?
*

Niuno pi

di

Locke ba conosciuta questa

ebe destinato ad essere


si fusse

cambiata

la

il

legislatore della

verit.

Carotina

sua legislazione. Cosi pensano

Egli nera cosi persuaso,

volle

ebe dopo cento auni

legislatori 61osofi.

Google

90

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

CAPO
Degli ostacoli che sincontrano nel
d

Se

VII.

cambiamento

un popolo, e de mezzi per

della legislazione

superarli.

opera allorch persuade; se

la legislazione

pubblico non sono indifferenti per

le leggi; se

il

voti del

loro vigore

inseparabile da quel convincimento degli spiriti che cagiona


un obbedienza libera, piacevole e generale; se tutte le novit

non basta che nascano

ma

dal bisogno,

debbono essere

ispi-

rate da una specie di grido pubblico, o almeno accordarsi col

voto generale; se agire senza consultare

volont de popoli

la

e senza raccogliere per cosi dire la pluralit de suffragi nell

opinione pubblica, un errore che aliena

che

riti,

fa tutto discreditare

finalmente questo

che
i

in

diffcile

ogn altro, supposti

cuori e gli spi-

anche il buono e l onesto; se


ad ottenersi nel caso nostro pi

sospetti dell ignoranza, supposti

clamori degl interessi privati che

debbono urtare, sempre

si

pi strepitosi e pi seducenti delle grida dell interesse pubblico; supposte le congiure dell invidia; supposta finalmente

la cieca

venerazione del volgo in favore

di tutto

suo irritante disprezzo per tutto

antico, e

'v

vo, anche pel bene istesso che

si fa

sotto

non saranno

sto tutto questo, io dico,

quello^

suoi oqffflBfcflpo-

piccioli gli

\ la

politica

ci

offre

a superare,

allorch

un popolo per

lantica legislazione d

si

jwMdiche

tratta di abolire

sostituirgliene unaltra

pi adattata allo stato presente della nazione che deve riceverla.

Queste interessantissime
gione e

medi

dall esperienza,

atti

riflessioni,

comprovate dalla ra-

m inducono a proporre qui

a dissipare o almeno a diminuire

la

alcuni

ri-

resistenza di

questi ostacoli.
Il
il

primo passo che

si

deve dare

pubblico desideri questa riforma.

bisogna che

pu

fare in

gli

un

animi
istante.

si

di fare in maniera che


Per ottener questo fine

preparino. Quest apparecchio non si

Fa duopo

far sentire acittadini linef-

LIBRO PRIMO.

91

Acacia delle antiche leggi. Questo pu ottenersi attribuendo

cause de disordini, e questo uno

alla legislazione tutte le

de casi ne quali

penna degli
strada alla

governo deve ricorrere

il

scrittori diretta

nuova

dall

al genio. Allora la

amministrazione aprir

legislazione. Essa istruir

il

la

pubblico negli

errori delle antiche leggi e ne mali che ne derivano. Essa far

vedere a cittadini la necessit che ci di abolirle. Allora


Analmente la voce dell istruzione unita alle mire del governo,
dissiperanno uno de maggiori ostacoli,

qual

il

cieco tra-

sporto della moltitudine per lantica legislazione. Nello stato

presente delle cose, questa preparamento di gi fatto.

Le

migliori penne

si

sono impegnate a scuotere

ranza pubblica su questo articolo.


slazione della maggior

Lo

igno-

stato informe della legi-

parte delle nazioni europee stato

Composta dalle leggi dun popolo


prima libero e poi schiavo, compilate da un giureconsulto
perverso sotto un imperatore imbecille, accoppiate ad un imdipinto co colori pi vivi.

menso numero

di leggi particolari

che

si

contradicono, di de-

cisioni del fro che leludono, di usi e di consuetudini gros-

solane fondate su

capricci dell ignoranza e della stupidezza

nella notte dell' anarchia feudale, ed incompatibili coi cambia-

menti sopraggiunti
stra legislazione

molta fatica
l

il

in tutti

generi; composta io dico, la no-

da tante parti eterogenee, non doveva costar

discreditarla. Essa in fatti cosi decaduta dal-

opinione pubblica che se se n eccettua

il

sacerdozio desti-

nato a custodire e consultare questi misteriosi


billa,

non

ci

cittadino che

non desideri

la

libri della

Si-

riforma de nostri

codici.

Dato questo primo passo, bisogna farne un altro; non basta persuadere

il

pubblico contro lantica legislazione, bisogna

prevenirlo in favore della nuova. Gli argomenti per ottenere

questa necessaria prevenzione debbono essere

debbono nascere

un errore

il

dall

sensibili. Essi

opinione istessa. Sarebbe per esempio

far credere a cittadini

che questo gran lavoro

sia

conAdato ad un solo. Le continue radunanze degli uomini che


sono in maggiore stima presso la moltitudine, mettendo un
argine contro

il

torrente dell invidia, fomentano nel tempo

stesso la conAdenza,

il

rispetto e

amore per

le

nuove

leggi.

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92

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

Presso tutte

le

mezzi non

sti

nazioni in tutti governi, in tutte let, que-

sono trascurati.

si

nuova legge non

In Atene una
polo, se

il

si

potea proporre al -po-

senato non lapprovava. Preceduta quest'appro-

vazione, essa

leggeva

si

all

assemblea del popolo, e se ne

affiggeva una copia a piedi delle statue de' dieci eroi

ch

tutti

questo tempo ogni privato cittadino aveva


al

senato

affin-

avessero potuto leggerla ed esaminarla. Durante

le

il

dritto di esporre

sue riflessioni sulla nuova legge. In unaltr as-

semblea essa era

di

nuovo

popolo,

letta al

il

quale trovandola

plausibile eleggeva col consiglio de Pritani, che presedevano


in quel giorno,

che dovevano
nuova legge doveva aver vigore 1

Nomateli, o sia

sovranamente decidere

se la

legislatori

Questi Nomoteti dovevano esser scelti

tra quei giudici che


avevano dato il giuramento Eliastico, ne quali (come si sa)
5
il popolo aveva la massima confidenza
II senato, il popolo,
i
pi savii giurisperiti dovevano dunque aver parte in una
nuova legge in Atene. Lo stabilimento degli Ateniesi stato
imitato da Veneziani. Prima di proporsi una nuova legge alla
.

grande assemblea degli ottimati, deve esser approvata da'


vii,

quantunque

la sola

sti

savii

sa-

approvazione de primi bastasse a dar

vigore ad una legge in una repubblica aristocratica.

sono in Venezia quello che erano

Nomoteti

Ma quein

Atene,

le persone, le quali godono la maggior opinione del volgo che


non saprebbe dubitare di ci che stato da essi approvato 3
Se si riflette sulla storia politica delle nazioni, si vedr
che legislatori pi savii han fatto sempre uso di certe so.

lennit misteriose per procacciarsi lopinion del volgo.


ci

dice che Minos


Leggasi

legum
s

il

andava

in ogni

nove anni

Omero

antro di Gio-

Intinto di Pelilo sulle leggi Attiche de Legibus

lib. I, tit.

I.

rece n sio.

Leggasi Polluce,

e leggasi ci

lib

Vili, cap. IO. Stefano Bizantino nella voce lottata

che Samuele Petito

i.stesso

ci

dice del giuramento, che

da* giudici in Alene, e particolarmente di ci che

mento Eliastico.

Si chiamava con questo

allorch dovevano eseicitare

luogo

nell

gli officj del

si

comprendeva

nome, perch coloro che

loro ministero,

dovevano

si

dava

nel giuralo

davano,

riunirsi in

un

a cielo scoverio esposto al sole.

Wittena-gemot degli Anglosassoni era il consiglio de* Savj di Venezia.


Questo era una specie di Senato, dove si esaminavano le leggi che si dovevano
proporre alla grande assemblea della nazione.
3

1)

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LIBRO PRIMO.

93

ve, dove faceva credere che questa divinit

emanava

leggi che egli quindi

e Zeleuco in Locri,

a' Cretesi.

'

gl

ispirava quelle

Zamolxi

in Tracia,

vollero egualmente appoggiare ne Cieli

le loro leggi.

Licurgo conobbe della maniera istessa

la

necessit che ci

era di servirsi dell ignoranza e della superstizione del volgo

per guadagnarne lopinione;

Sono finalmente

lo.*

egli attribu le

sue leggi ad Apol-

Roma i nomi del


Romolo e Numa Pompilio

celebri nella storia di

dio Conso e della ninfa Egeria, che

facevano credere come

gl ispiratori delle loro leggi.

Ci differenza tra una nazione che nasce, ed una nazione

adulta.

Romolo e Numa seppero trovar

la

moneta, onde com-

prar

1
opinione dal popolo nascente, e i loro successori se|>pero mutarla, allorch si doveva comprare da un popolo

Ed in
Romani che

adulto.

tempi pi illuminati, fu stabilito tra

fatti, ne

consoli,

tribuni del popolo e tutt'

magistrati

superiori non potessero ne Comizii proporre alcuna legge,

senz' aver prima consigliati


po.

pi savii giureconsulti del tem-

Questa forse fu una delle cause del rispetto che

ebbero per
tare

la

le loro leggi, lo

non ho

fatto

dunque

Romani

altro che imi-

condotta di questi savii legislatori, allorch ho fatto

vedere, quanto interessi

che sono

in

che intrigate

il

far credere al volgo

grande opinione presso


nella

nuova

la

che

le

persone,

moltitudine, sieno an-

un trono del settenla maggior comparsa

legislazione. In

trione, presso una nazione che oggi

fa

sul teatro dell universo, questi lumi non giugneranno nuovi.

Caterina nell intrapresa del nuovo codice, intrapresa an-

che pi augusta di quella di dar la legge ad un vicino che


ignorava che tesori e gli schiavi sono un argine troppo deil
genio ed il valore, nell' intrapresa di questo
i

bole contro

codice, .io dico, Caterina ha chiamati da tutte

Stato

gli

uomini pi degni

di

le parti

* Ecco
perche Omero lo chiama Evveopos 8'.o$ jjLf'fax
Novennalis Legislator Supremi Nttminil. Plat. in Min.
3 Erodoto, 11>. IV, n. 94 e 95.
5 Eliano, Var. tistor. HI. II, e. 97
lib. XIII, cap. 24.
j e
4 Plut. nella Vita di Licurgo.

Gravina,

De

dello

questo lavoro. Essa ha fatto an-

Origine Juris Civili s.

lil. I,

apiSTJS

cap. 29.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

94

che di pi, ha lasciato


slatori.

suoi sudditi la scelta de loro legi-

Miei

figli,

ha essa detto

suo vasto impero; miei

a deputati di tutte Je citt

della nazione; facciamo che la

con

discutete

figli,

mano

me

del

glinteressi

della libert sia destinata

un popolo intero nella bilancia della giumembri dello Stato abbiano incerta
beneficio che loro si prepara formiamo dun-

a pesare la sorte di

facciamo che

stizia;

maniera parte

al

tutt

que, insieme un corpo


felicit

pubblica, e che

che stabilisca solidamente

di leggi
fissi

per sempre

la sorte de vostri

la

con-

cittadini.

Con

questi felici auspicii, con questi esordii

per imporre e per guadagnare


le

sue leggi non esser unite

la

pi propri

moltitudine, potranno forse

acclamazione ed

all

voti del

pubblico? Ci sar forse un cittadino che dubiter dellutilit

nuovo codice, e che esiter un momento


nuove leggi alle antiche?

del

Si, voi

corrisponderete alla loro espettazione, legisla-

augusta delle Russie, voi farete

trice

patria degli Sciti, e preparerete col

Europa

dell

nel preferire le

la felicit dell

antica

vostro esempio quella

intera.

Finalmente lultimo mezzo, e forse

il

pi efficace, per con-

mettere neLmaggiore aspetto

quistare lopinione del volgo,

il

quelle leggi che prevengono

disordini pi conosciuti e pi

deplorati dalla moltitudine.

Conobbe questa verit -un principe

filosofo

ultimi tempi ha reso egualmente glorioso

il

che in questi

suo

reggie de principi che ne gabinetti de pacifici


altre savie istituzioni che egli

v' aggiunse anche


liti,

ropa

nelle

quelle che impedivano

la

Alle

lunghezza delle

male che opprime la maggior parte delle nazioni dEuche tutt popoli deplorano. Un processo passando per
, e
i

tre istanze

non pu durare pi

di

due anni negli

sto principe. Questo solo stabilimento basterebbe


altri

nome

filosofi. *

racchiuse nei nuovo codice,

per prevenire
4

Ciascheduna

aver parte
a

al

nuovo

gli

citta

ha mandalo

stati di

que-

presso noi

in favore della

nuova

suoi deputati, e questi deputati

debbono

animi del volgo

codice.

Federigo He di Prussia.

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LIBRO primo.
legislazione,

avvenuto in Prussia. Il popolo vedendosi


un peso che di mal animo sopportava, non po-

tr non benedire
nuova legislazione

Queste sono
prevenire

95

come

allora privo d

la

mano che

glielo

e la preferir

le

all'

precauzioni che

disordini

che

il

ha

tolto. Egli

la

politica

cambiamento

cispira

ritardare

la

decadenza istessa de

CAPO

la

per

della legislazione

potrebbe produrre in uno Stato. Vediamo ora se

mezzo da

amer

antica.

ci

mai un

codici.

Vili.

Della necessit d un censore delle leggi, e de doveri


di questa
'

nuova magistratura.

La decadenza de codici una rivoluzione politica, ma


una rivoluzione che si fa lentamente, che cammina con passi
quasi insensibili, e che ha bisogno di secoli per giugnere

al

suo termine. Non dunque istantanea, n pu esserla che in


un solo caso: quando una nazione passasse in un istante da

una forma di governo ad un'altra; r questo difficile ad avvenire, quando non sincontrino nellistesso tempo e nell istessa nazione un Tarquinio, una Lucrezia, un Bruto e un
popolo intero amante della libert e mal contento del governo. Toltone dunque questo caso, la legislazione non potr decadere che lentamente. Essa potr dunque essere riparata.
Quest oggetto cosi interessante, quest oggetto cosi trascurato

m induce qui a dimostrare la necessit che vi saun censore delle leggi. Questa magistratura, compo-

da governi,

rebbe

sta da pi savii e pi illuminati cittadini dello Stato, potrebbe

avere
le.

la

maggiore influenza su

la

perpetuit dell ordine lega-

Comincia una legge ad essere in contradizione

coi costumi,

col genio, colia religione, colla opulenza ec. della nazione?

censore destinato
sti

alla

il

perpetuit ed alla conservazione di que-

rapporti, far subito vedere la necessit che

ci

di rifor-

marla. Pi: ogni legislazione per ammirabile eh essa sia, deve


suoi vizi ed i suoi difetti. Questi sono i compagni
i

avere

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

96

umane. Il tempo ce li fa conotempo che pu dissiparli, e che pu toglierli. Il governo quasi sempre 1 ultimo ad avvedersene.
Distratto dalle altre occupazioni, egli non si avvede, n pu
inseparabili dalle produzioni

ma non

scere,

il

avvedersi che tardi, degli errori della giurisprudenza. Intanto


i

popoli soffrono,

filosofi

declamano, e

la

legislazione corre

a gran passi alla sua rovina.

Un

censore delle leggi dissiperebbe tutti questi disordini:

consacrato di continuo alla loro custodia, istruito dello stato


della nazione, attento ad analizzare tutte le cause de' disoril primo ad avvedersi degli errori delle legmale e la causa del male, il rimedio sem-

dini, egli sarebbe


gi.

Conosciuto

pre pi

il

facile e

pi opportuno. 1

Rivolgiamoci per poco allistoria dun popolo,


del

quale superando

conservano ancora

il

nazioni d Europa. Ricorriamo a

un censore

tempo e

gli ostacoli del

le leggi

della filosofia,

maggior parte delle


Romani. I Romani avevano

loro vigore nella

de costumi. Essi avrebbero dovuto anzi aver

un

censore delle leggi. La loro legislazione, che fino ad un certo

tempo
ti.

per

fu

ammirabile nel

tutto, fu

sempre

difettosa nelle par-

Questi difetti non venivano curati, e questa


la

quale

co loro

le

loro leggi erano spesse volte in

la

ragione

cos'adizione

costumi e collo stato presente della nazione*. Le leggi

Romani nel tempo


Romani del secondo

avreb-

suntuarie, per esempio, de

di Cesare

bero potuto convenire

e terzo secolo,

e pure esse facevano una porzione del codice


nel

della nazione

tempo che cinquantamila dramme appena bastavano per

somministrare

la

spesa d una cena che Cicerone e

chieggono a Lucullo avendolo colto


strepito d

una truppa

di servi

all

Pompeo

improvviso. Fra lo

che formavano l'accompagna-

mento giornaliero de cittadini di Roma, le leggi prescrivevano una frugalit che i Romani disprezzavano, e che le ricchezze della nazione non potevano tollerare. Un censore
avrebbe sicuramente fatto vedere la necessit che ci era di
4

Si avverta

che

Magistratura

la

che io propongo

che consultiva. Essa lederebbe altrimenti

la

non dovrebbe essere

principale prerogativa della facolta

legislativa.
3 l.e Leg*i

Orchiti

Fannia, Didia Lacinia


,

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LIBRO PRIMO.

tempo

stato, nel quale era in quel

Finalmente

1'

97

ed emanarne altre pi adattabili

abolire queste leggi,

allo

nazione.

la

ultimo vantaggio che

<

da questa Magistratura, sarebbe un rimedio contro la moitidelle

plicit

egli

Un

leggi.

legislatore che

avere innanzi agli occhi

luti

emana una

debbono comprendere? Al contrario, non


dere che uno

di questi casi

tore, la rende imperfetta.

un rimedio

legge, pu

particolari che

casi

potrebbe raccorre

si

vi

si

vuol molto a ve-

ci

che sfugga dagli occhi del legisla-

La

politica

non ha ancora ritrovato

a questo disordine.

Basta por mente sul sistema presente de governi dEuropa, per vedere quando noi siamo ancor lontani dal ritrovarlo.

Se un disordine si fa appena sentire in una nazione, una


nuova legge si emana. Essa non ha per oggetto che quel caso
particolare che potrebbe essere facilmente compreso in una
legge anteriore,

o tre parole

la

quale con due o tre parole

con due

di pi,

meno potrebbe comprenderlo. Ma

di

il

destino

sempre innanzi senza mai rivolgersi indietro. Ecco la causa dell immenso numero delle leggi
che opprimono tribunali d Europa, e che rendono lo studio
delle legislazioni di correre

della giurisprudenza simile a quello delle cifre de Cinesi,

quali dopo uno studio di venti anni, appena

Agli altri doveri

aggiugnere quello

dunque del censore,


supplire

di

applicabili a quei casi che

dole

hanno impa-

le

rato a leggere.

senza moltiplicarne inutilmente

si

potrebbe anche

al difetto delle
il
il

leggi, renden-

legislatore non ha prevenuti


numero. Cosi la legislazione

di continuo riparata, riformata e supplita nelle sue parli, potrebbe acquistare un certo grado di stabilit e di perfezione,

atto a garantirla dagl'insulti dei tempo e dal torrente delle

vicende che agitano

mutare
tante

corpi politici, e che fanno di

laspetto della societ;

leggi deccezione per

cosi

non

una sola legge

si

continuo

vedrebbero pi

di principio,

tante

leggi interpetrative per una sola legge fondamentale , n tante


*

Queste

istesse verit si

scritto pochi anni

fa,

del Re, che riguarda


Fdaiigeri.

troveranno sviluppate in un picciolo libro

che ha per titolo


la
i.

riforma

nell*

Ri flessioni

Politiche

Hit

me

sn lultima legge

amministrazione della Ginstitia.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

98

nuove che

leggi

si

contradicono colle antiche; cosi finalmente

codici delle leggi che oggi sono

confusione, potrebbero divenire

del disordine e della

libri

monumenti

del

buon ordine

e laggregato di molti principii uniformi concatenati e diretti

ad un oggetto comune.
Gli Ateniesi

conobbero

che avesse sempre

la necessit

una magistratura

occhi aperti sulla legislazione. Noi sap-

gli

piamo che quest era la principale funzione de Tesmoteli. Essi


dovevano di continuo rivedere la legislaiione, esaminare se
ci

era contradizionc tra


oggetto, se

all' istesso

in

delle

sue

erano pi leggi dirette

le leggi, se ci

era ambiguit nel loro linguaggio,

ci

dovevano in ogni anno istruire il popolo


correzioni che credevano doversi fare nel corpo delle

una parola,
leggi.

essi

Oltre la loro particolare ispezione, in ogni

anno

undecimo giorno della prima Pritania, si dovevano rileggere al popolo tutte le leggi, a si doveva esaminare dallassemblea , se conveniva o no correggerle, riformarle o
farvi qualche addizione. Se si trovava in qualche parte difettosa la legislazione, si rimetteva l esame di quest affare al1 ultima
assemblea dell istessa Pritania, durante il quale
tempo i Nomoteti erano incaricati desaminare loggetto della
quistione, per palesare quindi al popolo ci che ne pensavano, ed il popolo, istruito da essi, deliberava.* Ecco la manell

niera di prevenire la decadenza de codici.

CAPO

IX.

Della bont relativa delle leggi, considerata riguardo agli oggetti

che costituiscono questo rapporto.

Dopo aver

in

questa maniera esposto

rale della bont relativa

questo principio
1

Eschino

io

le

delle

leggi;

il principio genedopo aver dedotto da

cause delle vicende de codici, dopoesser-

Ctesiphontem

Putlcro,

Archeologia:

Greca,

lib.

I,

eap. 26.
*

Lfgga*i Samuele Patito nel trattato delle leggi Attiche. Lib.

hus. Tit.

I,

legnili recensio.

Questo stabilimento fu di Solone.

de Irgi-

9 lJ

LIBRO PRIMO.

mi

disteso a rischiarare alcune verit utili che

vano trascurare,
rapporto, ed

si

dove-

passo rapidamente a sviluppare colla

io

maggior brevit possibile

non

gli oggetti

che compongono questo

principii e le regole che

Si detto che la bont relativa

ne derivano.

delle

loro rapporto collo stato della nazione

leggi

alla

consiste nel

quale

promul-

si

gano. Or varie cose

queste

la

slazione vi

compongono questo stato. La prima fra


natura del governo. Vediam dunque come la legisi

deve adattare, e quali sono

le regole

che

la

scienza legislativa deve dedurre dallo sviluppo di questo pri-

mo

oggetto del rapporto delle leggi.

CAPO
Primo oggetto

di

X.

questo rapporto:

la

natura del governo.

*
Vi sono diverse specie di governi. Io non curo di numen di definirli, poich lidea che ne hanno gli uomini
anche meno istruiti , basta per conoscerne la natura. Ognuno
sa quanto il governo popolare diverso dall aristocratico e
niuno ignora gli spazi infiniti che separano la repubblica dalla
monarchia.
Supposta questa diversit nella loro indole, non ci vuol
molto a vedere, come le leggi proprie per uno di questi governi non possono convenire ad un altro. Il popolo, per esemrarli,

pio, nella democrazia in certi

Egli

ma

momenti monarca,

in certi

suddito.'

altri

fa le leggi, egli

crea

magistrati, egli elegge

egli quindi deve ubbidire anche

non volendo

giudici;

a queste

leggi, e deve esser condannato o assoluto, anche non volendo,

da questi magistrati, da questi giudici. Le leggi dunque che


debbono dirigerlo in questi due aspetti, sarebbero inutili nelle
il popolo non che

aristocrazie e nelle monarchie, nelle quali

suddito.
<

indivisbile verit

mi obbliga

a seguire qui, riguardo alle repubbliche

alcuni de priocipj adottali da Montesquieu,


tri

e stabiliti

prima di

lui

da molti

al-

politici.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

100

Siccome nelle democrazie il potere supremo tra le mani


della nazione intera; siccome la sovranit, racchiusa altrove
tra le mura d un palazzo, non si rappresenta in questi governi che nella piazza pubblica; siccome finalmente dove il

ma

popolo regna, ogni cittadino niente da s solo,


unito agli altri; non vi vuol molto a vedere,

come

tutto

primo

il

oggetto delle leggi in questi governi sar di regolare le as-

semblee e

di stabilire

il

numero

e la condizione de cittadini

che debbono formarle; regolamento che trascurato in

come

fu,

Roma,

sa, la causa feconda di tanti disordini.

si

Nelle monarchie e nelle aristocrazie la semplice cittadi-

ma nelle democrazie una

nanza non che un beneficio;


questo carattere,

sono

ma

uniti;

un uomo che

Nelle due prime

sovranit.

della

non

fa

che partecipare

vantaggi che vi

ultima un intruso che

nell

parte

investe di

si

mescola nel-

lassemblea del popolo, per alzare una mano, per dare una
voce, dalla quale pu dipendere

dunque

Ne governi popolari

la

rovina della repubblica.

legge deve essere pi vigi-

la

lante ad evitare questo disordine; pi avara nell accordare


la cittadinanza;

pi austera nel punire colui che se ne frau-

dolentemente investito.'

determinare

Il

un

frago,

modo,

il

col

quale

si

debbono dare

suf-

go-

altro oggetto principale delle leggi in questi

verni. Alloith questi soapubblici, sono

sempre pi

giusti

JP*
In Atene la cittadinanza

lla

doveva esser

ratificata

non

poteva dare, che dal popolo intero,

si

da una seconda assemblea, nella quale dovevano

intervenir sei mila cittadini. (Oemost. Orat. in Naeram.)

Non

que-

almeno

bastava esser nato

che uno de* due genitori almeno


due fossero liberi. L'adozione poteva anche dare la
padre adoratore era cittadino. Si sa con qual Telinone si

nella repubblica per esser cittadino. Bisognava

fusse cittadino, e rhe lutti e

cittadinanza,

conservava
jjLaretov,

quando

il

rivedeva dal Prefetto di ogni quartiere

si

sia

il

libro che conteneva

spaventevole fosse per

gli

Ateniesi

nomi

il

X*r,iapx t>{0V

de* cittadini. Si sa anche

quanto

l'accusa detta Tris ^SVtGCS, cio dell estra-

Questa cadeva sopra quelli che si avevano arrogati i dritti di ciltad.nanza.


Se laccusa costava, il reo era annoveralo tra la classe de'servi, e come tale venduto Leggasi Polluce, lab. Vili, e Pottero, Archeologia Gracce .lib. I, cap. 9.
Sigonio cidiceche la principale funzione d alcuni magistrati chiamati -^3pio$t-

neit.

xat

era d'istruirsi in ogni

fussero ascritti
lilo sulle

alle

mese

pubbliche

leggi Attiche

lib

del

nome

de*

tavole. Leggasi
,

de Legib.

de* peregrini, per evitare

figli

pi d'ogni

tit. Ili

altro

il

trattato di

de civibus aboriginibus

che
Pe,

et

adscilitiis.
'

Digitizc

Google

LIBRO PRIMO.
allorch son pubblici,

da principali cittadini

ha un freno

finalmente,

la

li

son pochi uomini che sappiano arrossire innanzi

umanit

propri occhi delle loro debolezze. Spesso

pudore ci che non


certo.

in

le

segno che

il

massimo scon-

sono un indizio del difetto di libert

una repubblica, perch dove

tamente, segno che

scrive senza

si

pronuncierebbe senza

si

suffragi secreti

de cittadini

garantiva da giusti rimproveri,

pi grandi ingiustizie. Per disgrazia del-

le

ci

verit e la patria.

Roma. Una gran porzione

abusava del secreto che

per commettere

deve delibe-

lagnava con ragione d un metodo contrario

si

stabilito ne comizi in
si

si

plebe regolata

la

contenuta dalla gravit de pi savi

per non tradire

di pi

Cicerone

101

discute su quello che

si

rare; allorch son pubblici

la

la

verit non

si

pu dire aper-

virt timida, e che la forza preva-

intrigo e la cabala ha parte nelle assemblee;

segno finalmente che una

mano occulta, ma

la bocca della libert, per

non

tirannica, chiude

far sentire le grida dellinte-

resse pubblico.

Regolali
in

certe classi,

cura de

suffragi, le leggi

debbono dividere

oggetto che ha sempre richiamata

legislatori

che contribu tanto

alla

il

la

popolo

prima

grandezza di Ate-

sempre avuta la maggiore influenza sulla stabilit ed il buon ordine delle democrazie.
Esse debbono determinare come e da chi si debbano prone,

e che ha

porre

le leggi al

quisiti che

popolo che deve approvarle. Quali sieno

deve avere un cittadino per poter parlare

re-

all as-

semblea del popolo, quali gli oggetti, su i quali deve cadere


il suo discorso, quali i rimedi per evitare le seduzioni
d' un
oratore sospetto o corrotto, e quali i mezzi per combinare
questa specie di libert col buon ordine dglle assemblee. *

Esse debbono

inoltre

rimediare alla lentezza inseparabile

da governi popolari; lentezza spesse volte


affari

utile,

ma che negli

che han bisogno di una risoluzione istantanea, potrebbe


V'*-

'

Cicerone, lib. I e III, t/t; legib.


2 Dionisio dAlicarnasso nell* elogio d* Isocrate.
3

Le

leggi degli Ateniesi

gasi Petito nelle feggi Attiche,


tit. Ili,

non trascurarono alcuno di questi oggetti. VcgHI, tit Senatu Quingentorum f et Condotte,

lib.

df Oratoribtis.
y*

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

102
cagionare

rovina della repubblica, e che per prevenirla fu-

la

rono creati in Sparta

Roma

due re,

Atene

in

arconti ed in

gli

dittatori.

Finalmente

popolo, non altrimente che

il

monarchi, ha

bisogno di esser condotto da un consiglio o da un senato; egli

ha bisogno

avere

Le

un capo che

d'

debbono dunque

deve

nella guerra, egli

lo guidi

magistrati ed

suoi

leggi

suoi giudici, egli deve digerii.

fissare la

maniera, colla quale egli

deve procedere in questa elezione; esse debbono distinguere


le cariche

che

si

debbono dare per

scelta,

da quelle che con-

viene dare per sorte; giacch ne governi popolari conviene


lasciare ad ogni cittadino

una speranza ragionevole

ha

Ma

in qualche maniera la sua patria.

di

servire

quest elezione per sorte

pu esser funesta alla repubblica. Le


debbono dunque trovare un mezzo atto a prevenire i

suoi pericoli; essa

leggi

disordini che potrebbero nascere da questa specie d elezione,

come

fece Solone. Egli volle che

che sopra que cittadini che


popolo;

stessi al

ma

si

elezione non potesse cadere

sarebbero presentati da loro

che quello che sarebbe stato eletto, sa-

rebbe stato esaminato da giudici, e che ogn'uno avrebbe


potuto accusarlo d esserne indegno. L istesso araldo che av-

visava

popolo del

il

la sorte,
st

nome

domandava ad

del candidato sul quale era caduta

alta

elezione partecipava nel

voce: chi vuole accusarlo?- Que-

tempo

stesso de vantaggi della

sorte e della scelta.

Questi sono

principali oggetti che costituiscono

il

rap-

porto delle leggi colla natura del governo democratico, e queste

sono

riguarda

aristocrazia.

In Atene

per

regole che ne derivano.

le

suffragi

Graca,

liti.

distinguevano

si

da
I,

xJtripuTot

cip.

Vediamo ora quello che

cio

Magistrati detti ^stporovilTai


eletti

per sorte.

Poller,

cio creati

Archceologiit

H.

* Ti; (3aJ.eT<xt xaTTifopeiv.

Leggasi

loratiooe

di

Demostene de falsa

legatione, ed Bachino nell orazione contro Ctesifonte.


5

Da

quel che

si

detto, si

perfetta de-

pu facilmente dedurre, che una

mocrasia non pu aver luogo, che in un picciolissimo Stato. Seia repubblica


%

ingrandisce, se dopo d* essere stata una citt

sogna interamente mutare

la

diventa una naaione

allora

o bi-

costituzione, o bisogna ricorrere alla rappresenta-

zione. Ciascheduna citt, Ciaschedun villaggio

deve nominare

suoi rappresen-

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LIBRO PRIMO.
In questa specie di governo,

mani

un certo numero

d'

quello che
eseguire;

1*

103

autorit sovrana tra le

persone;

di

fa le leggi,

il

corpo degli ottimati

ad

quieu, quello che nelle monarchie sono


loro

quello che

istesso corpo

resto del popolo riguardo

il

monarca. Ma questa proporzione non

narchie

sovrano lascia

il

nelle aristocrazie

fa

le

Montes-

essi, dice

sudditi riguardo al

esatta. Nelle

mo-

sudditi la facolt esecutiva;

ma

popolo non n legislatore n esecuto-

il

Tuttr le tre facolt sono riunite tra le mani de nobili. Si


vede benissimo che questa distribuzione cos parziale deve
re.

popolo contro il corpo che rappresenta


debbono dunque dargli un compenso ;
debbono dare ad ogni cittadino
la speranza d entrare nel corpo degli ottimati o in premio di
qualche servizio reso alla patria, o per mezzo d una certa
di continuo inasprire

Le

la sovranit.

debbono

le leggi

somma

il

leggi

placarlo. Esse

determinata, come

questa speranza
Ci

un

fa tutta la

vero che laristocrazia


che

numero

il

oggi in Genova; questadito,

si fa

1
prosperit di questo popolo.

altro vantaggio in questa determinazione.

famiglie aristocratiche

indebolisce e

che

la

possibile; se la migliore aristocrazia del


si

avvicina pi alla democrazia,

tanti,

quali eserciteranno

trebbe pi unirsi

Allorch
allorch

come

mondo

nome

potere legislativo in

quella che

quella che stabili Anti-

del

popolo, che non po-

come prima.

le citta dell'Italia

furono incorporate

cittadini di queste citta

to, che dopo quest* epoca


1*

il

Se

si corrompe a misura
compongono, si scema; se le
debbono esser popolo per quanto

de nobili

avevano anche

accompagn

l'

il

alla

Roma

cittadinanza di

dritto del suffragio,

il

tumul-

elezioni, e le deliberazioni popolari,

impossibilit di distinguere colui che aveva

il

dritto di dare la sua voce,

da

colui che non l'aveva, e tutti gli altri disordini che nacquero da questa incorporazione, somministrarono,

comesi

opportuna per distruggere

la

sa, a

Mario,

a Siila, a

Pompeo,

Cesare l'occasione

libert della patria, e per rovesciare la

repubblica.

Vedi Appiano, de bell civil lib. I. Velleo Patercolo, lib. II, cap. 15, i, 17.
* La legge, dalla quale ha avuto origine quest'uso in Genova
, anche
molto pi giusta, e molto pi adattata alta natura di questo governo. Essa stabilisce

che

in

ogni anno

per incorporarla
legge tra

le

si

debba prendere una famiglia dalia classe del popolo,

quella de nobili. Ci anche lalternativa stabilita da questa

famiglie plebee della citt, e della riviera. Questa legge per non

osserva in tutta

la

sua estensione. La scelta oou pi annuale

si

fa

senza

si
il

denaro, o senza un gran merito.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

104

patro in Atene

se finalmente

il

tempo distrugge

e distruggendole distrugge l'aristocrazia istessa,

le famiglie,

che

le leggi

suppliscono a queste perdite, e che prevengono questi mali,

saranno

pi necessarie e le pi adattate alla natura di que-

le

sto governo.

Finalmente, giacch Io spirito dell' aristocrazia non permette di lasciare al popolo niuna parte del governo, le leggi
debbono invigilare, affinch queste parti siano almeno bene

debbono diil corpo

distribuite nell istesso corpo degli ottimati. Esse

stinguere quello che

appartiene di fare da tutto

si

de nobili, da quello che

che

appartiene

si

il

appartiene

il

senato, e da quello

al

Senza questo metodo, senza

a magistrati.

questa distribuzione
stocrazia sar

si

disordine regner da per tutto, e lari-

peggior governo di tutti, poich lanarchia

pi funesta del dispotismo istesso.

debbono conservar-

Fissata questa distribuzione, le leggi


la.

Esse debbono creare una magistratura destinata a conser-

vare

equilibrio nelle diverse parti del governo. In tutte le

come democratiche bene

repubbliche cosi aristocratiche,


dinate, questo rimedio

non

una dello

tal

il

rimedio non

peggiore del male,

sia

maniera limitare e combinare


*

Ma

per evitare

debbono in

ci

governo piu vitioso di quello

Questo
Vasa.

fos-

autorit divisa senta

era

lo

ove

de cittadini

dei

Re,

il

che

grado

che se

le

appartiene.

Gustavo

Sveltesi prima del governo di

stato deplorabile degli

Le pretensioni opposte

XV 111.

lih.
,

que-

dramme, non

Non

di

dritti

Egli volle che lutti que cittadini, che avcano duemila

sero esclusi dal diritto del suffragio. Diodoro,


s

autorit e

niuna potest dello Stato sappia precisamente

incom-

terribili

le leggi

benze del consiglio de pregati in Venezia.


che

or-

trascurato. Questo era loffi-

si

cio degli efori in Sparta, e questa

del sacerdozio, della nobilt, deile citt

formavano una specie di caos

che avrebbe cento volte cagionata la

rovina del regno, set popoli vicini non fossero

stati

immersi nella medesima

barbane. Gustavo Vasa riunendo nella sua persona una gran parte di questi diversi poteri

felici sotto il

Se in

strascin

rebbe stato onnipotente


soppresse durante
pello

al

fenato,

il

popolo, non

Claudio

e*

governo nel dispotismo,

il

ma

meno

Svetzcsi furono

in-

dispotismo di Gustavo, che sotto lantica anarchia.


Roma vi fusse stata questa magistratura, il decemvirato non sa,

la

consolare,

la

governo di questi dieci


si

sarebbe sospeso

il

tribunicia potest
legislatori,

non

si

non

si

sarebbero

sarebbe tolto lap-

corso delle altre magistrature

suoi compagni non avrebbero fatto impallidire nel

tempo

ppio

istesso

il

nobili, c la plebe.

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LIBRO PRIMO.

105

'

sta magistratura che

anche volendo essa non possa abusarne.


Unautorit esorbitante data ad un cittadino in una repubblica,

il

peggiore de mali; essa

fa,

provveduto
stituzione

alla costituzione

istessa

del

o vi

si

le

leggi

sono accomodate. La co-

governo frena

repubblica, ove un cittadino

una mohanno

dice Montesquieu,*

narchia, o pi che uifa monarchia. In questa

monarca; q|in una

il

dare un potere esorbitante,

si fa

l'abuso di questo potere pi grande, perch le*leggi che


non 1 hanno preveduto, non possono neppure frenarlo.

Tra

tutt

mezzi per prevenire questo male,

cace di restringere quanto

si

pu

stratura. In tutte le cariche la legge

la

pi

il

effi-

durata di questa magi-

deve compensare

lesten-

sione del potere colla brevit della sua durata.

Le romane
getto.

Il

leggi

erano ammirabili riguardo a quest og-

dittatore, al quale la sorte della repubblica era affi-

non riconosceva alcun capo, alcuna autorit superiore alla sua, il dittatore, nelle mani del quale
P assassino istesso diveniva legittimo, 5 il dittatore non regnava che finche il bisogno lo richiedeva presso i Romani. 3
data,

il

dittatore che

Esprit des Lois,

II,

liti

cap. 2.

8 Ricordiamoci di ci che avvenne sotto la dittatura di Papirio


delia
, e
memorabile azione del suo luogotenente Servilio Aliala. Livio, dee. I. Lib. IV

cap,

8.
8

Purch

prima de

la

guerra, o

mesi; giacch

sci

la

essere pi di sei mesi, scorso

laffare

pel quale era stato Dominalo, terminasse

maggior durata
il

qual tempo,

il

di questa magistratura

non poteva

Dittatore doveva disfarsi del suo

potere. Se laffare terminava prima de* sei mesi, egli

ma

si dismetteva da s stesso,
questabdicazione era volontaria, non derivava dalla legge. Ecco quello che

ha dato origine

all opinione d alcuni istorici e pulitici, i quali credono di vedere nella Diliatura una carica spaventevole, giacch dicono essi, la sua durata

dipendeva dalla volont di colui, che ne era investito.

Ma

essi

han confusa

la li-

non erano scorsi i


supposto diritto di non poterne essere dimosso, scorso questo tempo. Per ricredersene, basta che si legga Dionigio d Alicarnasso, lib. V, pag. 331.
bert che

il

Dittatore aveva di testare nella sua carica, finch

sei mesi, col

Dione Cassio,

lib

questi politici, io

XXXVI,

pag. 18, B.

Ma

per confutare in tutto lopinione di

mi fo un dovere di rapportare le parole della leg. 2 , 18 ff.


Populo deinde aucto, cum crebra orirentur bella, et quredain
interdum, re exigeme, placuit msjnris potesiatis
,
,

de

orig. jaris

seriola a finitimis infcrrentur

magistratura conslitui

itaque Dictatores proditi sunt, a quibus nec provocandi

jus fuil, et quibus etiam ca pitia animadversio data est: hunc Magistralum, quo-

uiam

summam
Da

potestatem habebat, non crat

queste ultime parole

si

fas ultra

sestum mensem retinere.

vede chiaramente che non era in potere del Dii-

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

100

Egli non aveva n


l

tempo

il

di concepire grandi speranze, *n

ozio per servirsi del suo potere per renderlo pernicioso alla

ed

libert

alle leggi.

censore al contrario,

11

del quale richiedeva pi austerit che talenti;

aveva pi impero su
delle f<^e pubbliche;

il

Finalmente

conservava per cinque anni

consolato, la pretura ed

il

nato erano annuali,^perch

poteva

farsi

un

Cretesi,

ministero

censore che

censore che incuteva pi timore

tadini che alla repubblica,

autorit. *

il

il

costumi, che influenza nella direzione

la loro

a cit-

sua

la

tribu-

il

magistratura era tale che

partito nella repubblica.

non contenti

questo preservativo contro

di

labuso dellautorit, ebbero ricorso alle insurrezioni. Subito

che questi magistrati supremi cominciavano ad abusarsi dcloro

una porzione de

dritti,
li

cittadini si sollevava,

li

degradava e

obbligava a ritornare nella condizione privata. Quest atto

era considerato legittimo, e quantunque pernicioso in ogni altro governo, fu utilissimo in Creta, si per la natura della sua

costituzione,
dini.

come

pel patriotismo

che regnava ne suoi

citta-

Questi sono

principii generali, queste sono le regole

che

derivano dal rapporto delle leggi colla natura del governo aristocratico. Io passo finalmente alla monarchia.

non deporre la carica giacch quella spirava


Qualche volta il Senato prolung questa durata

tatare di
legge.

co tei mesi subititi dalla

ad un anno,

fino

fece in persona di Camillo, per quel che ce ne dice Livio, lih. VI. cap. 1

tarco in Cantillo , pag.

444

come
e

Piu*

E. Cos non avesse introdotto mai quest* abuso per-

La prolungazione degl'imperi, dice Machiavelli, fece serva Roma.


prima deca di Livio lib. Ili, cap. 34.
4
Siila fu il primo a render la dittatura coolinua , e Cesare a renderla perpetua nell'islessa persona. Ma questa fa un' usurpazione, e non lesercizio duu
nicioso.

Machiavelli, Discorsi sulla

dritto che

le

leggi espressamente

Lipsio,
9

ci fu

alla dittatura.

Ed

in fatti

lib. I,

Leggasi Aristotele nella Politica,

in certa

maniera

il

da che

si

pi libert nella Repubblica. Leggasi

Comm.) in lib. 1, A tinnitimi, Tacita pag. 1. num. 3.


Mamerco Dittatore la restrinse a diciotto mesi. Leggasi

scorso sulla prima deca di Livio ,

rono

negarono

non

rovesci questo stabilimento,

Machiavelli, Di-

cap. 49.
lib. II,

cap. 10.

Le

leggi d' Atene imita-

sistema de* Cretesi. Esse permettevano ad ogni cittadino

duccidere colui, che avesse attentato conira

la libert della

tando qualche magistratura. Pelilo, Leggi Attiche


gen tortini et Concione. Tit. II, de MagistratPms .

lib.

repubblica, eserci-

HI, de Scnatu Quia-

.ar

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LIBRO PRIMO.

107

chiama monarchia quel governo, ove regna un solo,


ma con alcune leggi fondamentali. Queste leggi fondamentali
suppongono necessariamente alcuni canali, pe quali il potere
Si

comunica, ed alcune forze reprimenti che ne conservino


moderazione e lo splendore.

si

la

La natura dunque della monarchia richiede che \i sia tra


il monarca e '1 popolo una classe o un rango intermedio destinato non ad esercitare alcune delle porzioni del potere, ma a
mantenerne piuttosto 1 equilibrio, e che vi sia un corpo depositario delle leggi,

mediatore

fra

sudditi e

compongono questo rango intermedio, e

nobili

'1

principe. I

magistrati

questo corpo depositario delle leggi.

Le

uni e

gli

debbono dunque

leggi

fissare

privilegi e

de-

dritti

funzioni degli altri; esse debbono fissare

le

limiti

di ciascheduna autorit nello Stato; esse

debbono dichiarare

quello che infelicemente in quasi tutte

monarchie

ropa

della corona e quale

dritti

le

Eu-

dell

ignora, debbono dichiarare, io dico, quali sieno

veri

ministero dell individuo che la

il

porta; esse debbono determinare

fin

dove debba estendersi

il

potere legislativo, e dove debba cominciare e finire lesecuti-

vo,

le

suddivisioni di questo,

diversi ordini delle magistra-

ture, le loro dipendenz|3 lordine delle appellazioni,

le loro

rispettive incombenze, tutto deve esser determinato e stabilito dalle leggi.

dipende

Se da quest ordine, se da questa ripartizione

sicurezza del cittadino nelle monarchie ;.se ogni

la

acquisto, ogni usurpazione dall una delle parti che

sempre una perdita per

narca vuol

far

lo Stato

da giudice, o

il

se subito che

si

faccia

il

mo-

giudice vuol far da legislatore,

non ci pi n libert n sicurezza nella nazione; se finalmente il dispotismo, o sia ne magistrati, o sia ne nobili, o
sia nel capo della nazione, sempre un dispotismo, non vi
vuol molto a vedere quanto questi articoli debbano richia-

mare
sti

le

cure del legislatore e

la

precisione delle leggi in que-

governi.

Ma

io Io

ripeto, in una materia cos interessante, in una

materia cos delicata,


nella

moderna

distinguere

il

tutto incerto, equivoco, indefinito

legislazione.

11

talento pi esercitato

pu appena

sofisma dal vero, l'usurpazione dal dritto,

la

LA

108

DELLA LEGISLAZIONE.

SCILA' ZA

violenza dall equit. Noi vediamo nelle controversie, che in

uomini

ogni giorno

si

istruiti nel

pubblico dritto essere strascinati da volgari pre-

giudizi;

agitano su questi oggetti,

ricorrere

ne costumi antichi delle nazioni gli

per regalare
luso,
l

pi

stessi

esempi o

propri

fatti

loro giudizi; confondere finalmente la forza,

Ma n

lusurpazione istessa col dritto.

possesso,

il

istoria,

carie

gli

per cercare nelle decisioni;#

all istoria

uso, n

possono dare

esempi, b

gli

a re,

n le
un dritto

concessioni,

le

magistrati

a nobili,

che contrario alla libert del popolo, alla sicurezza del cittadino,

all

interesse della nazione, la felicit della quale

sempre essere

la

suprema

meno che

ne, non

deve

legge. Questa parte della legislazio-

le altre,

deve da questo solo principio esser

regolata, deve a questo solo oggetto esser diretta.

Or

la libert

del popolo, la sicurezza del cittadino, la prosperit' dello Stato

richieggono che nelle monarchie

il

monarca garantisca

la

na-

zione dagli esteri inimici, col disporre della guerra, della pace
e di tutto ci che dipende dal dritto delle genti, e stabilisca
e conservi

il

buon ordine, e

con
magi-

la tranquillit nellinterno

leggi generali, precise, semplici e chiare; che lasci a

ladattare queste leggi a casi particolari; che questi

strati

non arbitrino sulle leggi, ebe non le interpetrino


non si allontanino, cl pretesto dellequit
che il cittadino non vegga nel legisuo giudice, n nel suo giudice il suo legislatore;

magistrati

capriccio; che

da loro espressi dettami

slatore

il

che vi sieno alcuni rimedi

stabiliti dalla

legge,

atti

ad

assi-

curarlo della giustizia de suoi decreti; che egli sia persuaso

che

la legge quella

favore o
della

lo

assolve o lo condanna, e

odio del giudice/flnalmente

monarchia richiede che vi

rifletta sulla

il

monarca ed

che questi due corpi


dati da

dunque

si

il

il

decoro e

un corpo

di nobili,

il

ordine

quale,

il

il

li

gli

urti

deve
sue mire, per adattare le sue

separa.

legislatore dirigere le

prevenire

popolo, indebolisca

potrebbero dare, se noif lessero ritar-

un mezzo che

leggi alla natura del

sia

non

nazione lo splendore che egli riceve dal trono, e

che situato tra

vizi,

che

tutti questi oggetti

governo monarchico e per correggere


mali

a' quali

esposta questa specie di

costituzione.

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LIBRO PRIMO.

non entro

109

de mezzi che
deve impiegare per riuscirvi, giacch, come
Io

nel dettaglio

servare nel piano che ho premesso,

io

varii luoghi di quest opera,

la

mie idee mi

ci

ne quali

la legislazione
si

potuto os-

ne debbo parlare
distribuzione

in

delle

trasporta. Quello che ne ho detto qui basta per

dare un idea generale degli oggetti che costituiscono

rap-

il

porto delle leggi colla natura del governo monarchico, e del

gran principio, col quale debbono essere ideate e dirette.

Ma

oltre questo tre specie di governi, de quali si par-

ve n unaltra,

lato,

quale non assolutamente n mo-

la

ma

narchia, n aristocrazia, n democrazia,


tutte queste tre diverse costituzioni,

uu misto di

che quando non ben

riparata dalle leggi, partecipa pi de vizi inerenti a ciasche-

duna

di esse,

che dei vantaggi che vi sono uniti; eh stata

pi lodata da politici del secolo che analizzata; che Montes-

quieu istesso non ha conosciuta a fondo, e che esposta ad

un pericolo che non sovrasta


spotismo, senza che

la

alle altre, cio di

cadere nel di-

costituzione ne venga alterata, di sog-

giacere ad'una tirannia reale, senza perdere una libert apparente.

Questo
sta

il

governo

parte richiama a

s.

una nazioitb che da un secolo a que-

tutti gli

sguardi dell Europa, e che

oggi stata nel procinto di richiamarne

le

lagrime; questo

Gran Brettagna, dove il principe non pu


niente senza la nazione, ma pu tradirla sempre che vuole;
dove il voto del pubblico quasi sempre contrario alla pluralit
il

governo

della

de suffragi di coloro che lo rappresentano;

dove

si

prendono

per sintomi di libert, quelli che infelicemente non son altro


che compensi delloppressione; e dove per disgrazia de suoi
abitatori

ci

principii e

le

pi licenza che libert. Esaminiamo dunque i


regole che derivano dal rapporto delle leggi colla

natura di questa specie di governo, che comunemente si chiama misto, e vediamo come la legislazione potrebbe correg-

gerne

Io
ricerca.

difetti e

mi

scansarne

pericoli.

perdoni questo difetto in favore della no-

si

vit delle idee, che


4

distender forse pi di quel che dovrei in questa

Che mi

Polibio,

lih.

Fitngeri.

VI
I.

non posso
dice,

clic la

fare a

meno

di

ben sviluppare.'

miglior forma di governo [Uflla

nella

10

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

ilo

CAPO
Proseguimento

dell istesso

XI.

oggetto su

una specie

di

governo

die chiamasi misto.

La

moltiplicit e la diversit delle costituzioni che sono

o con ragione o abusivamente, chiamate con questo

state,

nome, non mi permette


st

di generalizzare le

mie idee su que-

oggetto.

Questa

richiederebbe

ricerca

a parte, ed
esame del rapporto

unopera

un opera diffusa e voluminosa. Siccome

dun governo, non altroch Tesarne

delle leggi colla natura

de principii e delle regole che fan conoscere al legislatore


difetti della

quale

riuuiscono tutte

si

minando

rimedi propri per correggi--

forme He* governi semplici e moderati. Ma delcrgoverno, egli chiama con questo nome il

le tre

egli lidea di questa specie di

governo, che
narchia

sua costituzione, e

stabil

Licurgo

dell* aristocrazia

in

S pinta.

Dopo

aver accennati

democrazia,

della

egli

mo-

duetti dell

dice: A* TTpopLtvoi

AuxoOpyos, ov% aTT/rjv , ovi [xovotitri ouvesyj'jaTO ttqv 7ro).iTSiav, aX*ot


ras pera;, xai ras tdtOTrjTas twv apitfwv
Tra^ras opov
7T0).iTgu/Ay.7MV. m Avendo prevedute queste coso Licurgo , egli non istitu una
repubblica semplice ed uniforme

ma

riun in una tulle le virt e le propriet

Ma io domanderei a Polibio,
democrazia semplice. Forse quella, nella

di ciascheduna delie migliori forme di governo.

che cosa intendeva


quale

egli sotto

popolo nel tempo

il

nome

il

di

istesso Legislatore, Magistrato, Senato,

Giudice,

Con-

dell* esercito in tempo di guerra? Se questa era secondo lui una semdemocrazia , 1* esistenza di questa specie di governo un impossibile poliegli poi chiamava democrazia semplice quel governo, nel quale il poter
sovrano e tra le mani del popolo ; quello , nel quale il popolo fa le leggi, crea i

duttivo
plice
tiro.

Se

magistrati, forma

un senato de' pi

che debbono dirigerlo negli


lislessa famiglia, in
zia, e

autorit in Sparla in

tempo

da un Consiglio, che

de

il

si

uno o pi capi

rispettabili cittadini, sceglie

affari della

questo caso

guerra, o perpetua quest'onore nel-

governo di Sparta era una semplice democra-

non un governo misto. I due Re, quantunque

ereditar),

di pace. Nella guerra istessa essi

non avesano alcuna


dovevano dipendere

procurava di formare de' loro maggiori inimici. Arist.

lep., lih. II, pag. 331. Ci che si faceva dal senato,

1*

non
monanhia

suoi decreti istessi,

avevan vigore, se non erauo approvati dal popolo. Dove dunque

dove

la

aristocrazia ?

Polibio dunque

fa

elogio della democrazia di Sparta

non

del

governo

misto in generale.
Nell' istesso errore urt

sulla

prima Deca di Livio ,

il

lib.

Secrelario Fiorentino. Leggansi

suoi

Discorsi

I,cap. -.

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* ./

V*

LIBRO PRIMO.

non

io

li;

immergermi

potrei, senza

simo, conseguire questo

fine, se

forme

Ili

mi proponessi di parlare in
di governo, cho posche generalmente cliia-

questo capo di tutte

le

sono annoverarsi tra

la classe di quelli

possibili

Non potendo dunque

iqansi misti.

ho creduto dover dirigere

le,

governo, nel quale pi che in

combinazione

un dettaglio minutis-

in

le

parlare di tutte in genera-

mie mire ad una specie

tutti gli

altri

di tutte le tre costituzioni

debbono presso a poco andare a


compresi sotto

il

nome

di

si

di

manifesta la

moderate,

quale

al

riferirsi tutti gli altri

che son

governi misti, e nel quale

final-

mente trovandosi una perfetta analogia col governo pi conosciuto dell'Europa, io posso combinare la ragione collesperienza, ed unire la forza de raziocinii allevidenza
de fatti.

governo brittannico sia dunque il modello di questo goio mi determino di ragionare in questo capo.

11

verno, sul quale


Si

cominci dal definirlo.


Io

chiamo qui governo misto quello nel quale il potere sosia la facolt legislativa, tra le mani della nazio-

vrano, o

ne, rappresentata da un congresso diviso in tre corpi, in noo sieno patrizi, in rappresentanti del popolo,* enei re,

bilt
i

quali d accordo tra loro

debbono

esercitarla; ed

il

potere

esecutivo, cosi delle cose che dipendono dal dritto civile,


di

quelle che dipendono dal dritto delle genti, tra le

del solo re,

dente.

il

Or considerato
sono

tre

sotto questo aspetto

un governo misto,

vizi inerenti alla sua costituzione. Lindipendenza di

colui che deve far eseguire dal corpo che deve

corpi che rappresentano la sovranit; e

costituzione.
4

La

legislazione

daltri rappresentanti, scelti della


3

(|uesto

leggi

maniera

e sostituiti

istessa dal

nell* esercizio delle


la

due

incostanza della
l'

essenza della

dopo questo tempo

popolo.

La legge ha dovuto, dice Blackstone, considerare


governo

l'

non deve mutare

popolo per un dato tempo,

Scelti dal

pendente

comandare

pericolosa influenza del principe ne' congressi

la segreta e
de

in Inghilterra

ha saputo

fi parare a

il

re indi-

facolt a lui afldale, altrimeote sparirebbe da

parte monarchica. Veggasi

la

sua opera deComeotarj sulle

dInghilterra. Noi osserveremo nel decorso di questo capo,

istessa

come
mani

quale nell esercizio delle sue facolt indipen-

questa indipendenza senza distruggerla.

come

la

legge

LA SCIENZA DELLA J.EGISL AZIONE.

112

costituzione, deve solo correggerne

dunque dipendenti

difetti.

Tutti principii

rapporto delle leggi colla natura di

dal

questo governo, debbono esser diretti alla scelta de* mezzi


proprii, per prevenire le funeste conseguenze di questi tre vizi.

Ma prima

di

venire alla ricerca de rimedii, assicuriamoci

dell esistenza de mali.

In tutte

le tre

diverse forme de governi, dlie quali

si

parlato nellantecedente capo, le diverse porzioni del potere,

sono distribuite secondo

la loro

natura, sotto ripartite nelle

diverse mani destinate a porle in azion; ma queste mani


non sono indipendenti 1 une dall altre; e le loro mosse non
possono essere che uniformi alfa loro direzione comune. Una
la sorgente dalla quale scaturiscono una la ruota principale che comunica il moto a tutte le altre. In questi governi,
se il sovrano che fa la legge, non listrumento che la fa
eseguire, se egli deve riporre tra le mani de magistrati la fa:

colt giudiziaria, egli ha per presso di s la forza pubblica,

e per conseguenza

istrumento proprio per far rispettare

suoi ordini, e per obbligare

magistrati a

nn allontanarsi

da loro dettami.

Ma

in questo

governo misto

magistrato unico incari-

il

mani
sia il congresso che
emanar leggi come vuole; ma
non solo indipendente, ma

cato dell esecuzione della legge, quello che ha tra le


tutte le forze della nazione.

rappresenta
colui che

la

deve

Il

sovranit, pu
farle eseguire,

sovrano, o

anche pi forte del sovrano che


la sua

negligenza? come punire

degli ottimi

che vuole,
disprezza

il

le leggi,

emana. Come spaventare

sue infrazioni?

o che arbitrariamente dispone della vita

e delle sostanze de cittadini.


il

re, e

il

re istesso considerato

cordo tra loro

verno,

popolo, nelle aristocrazie

nelle

magistrato

le

il corpo
monarchie il monarca pu disfarsi, sempre
un magistrato che si abusa del suo potere, che

Nelle democrazie

Ma

in questo

governo, ove

sovrano lassemblea, nella quale

come uno

debbono esercitare

io dico, presso di chi

la

dei tre corpi,

il
il

che dac-

sovranit, in questo go-

pu risedere

il

diritto e la

forza

di punirlo?

In Inghilterra

il

parlamento pu

egli detronizzare

il

suo

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LIBRO PRIMO.
re? Ha

egli

113

drittone la forza di farlo?

il

lesso sottoscrivere

Non dovrebbe

decreto della sua condanna per

il

re

il

legitti-

marlo? Non dovrebbe egli stsso dirigerne l esecuzione? Non


forse una massima fondamentale di questo governo, che il
re infallibile, che niuna giurisdizione sulla terra pu avere
il

dritto

giudicarlo,

di

di punirlo;

istesso avesse questo dritto,

la

rebbe ad usurpare

che se

facolt legislativa ver-

la

dritti dell esecutiva, la

parlamento

il

costituzione nazionale ver-

rebbe ad essere distrutta, perch

quale per

na-

la

tura di questo governo indipendente?

Non

forse

una legge fondamentale presso questa nazio-

ne, quella che dichiara che

la

persona del re sacra , ancor-

ch egli si faccia lecito di commettere delle azioni tiranniche

ed arbitrarie?

del

Gli scrittori

hanno

polo inglese, e che

non quello delle insurrezioni


Per legittimare l atto che tolse
si

avesse rinunciato
egli avesse

non ha previsto

la libert politica del

questo caso non

in

dio, se

anglicana, non

non

dritto pubblico di questa nazione,

forse dovuto confessare che la legge

caso d un re che voglia distruggere

ci

de Cretesi?
a

il

po-

sarebbe altro rime-

Giacomo

la

II

corona

dovette forse supporre che questo principe


al

trono, fuggendo fuori dello Stato, e che

volontariamente deposta una corona, che niuna

potenza poteva togliergli legittimamente dal capo, malgrado


gli attentati

la

che

egli

aveva commessi contro la costituzione,


egli avea dichiarata alla libert della

guerra aperta che

nazione?

L indipendenza

dunque

della facolt esecutiva dalla le-

gislativa, questo vizio particolare della costituzione di questo


governo, questo vizio fondato sopra una prerogativa che
non si potrebbe distruggere senza distruggere la costituzione,

il

primo male che

come

si

la legislazine

deve riparare.

Il

secondo,

detto, la secreta influenza del principe ne con-

gressi che rappresentano la sovranit.


*

Blacksionc

scrittore celebre

il

tomo I cap. 7 , pag. 353, 354 355. Si osservi che quello


pi grande apologista della costituzione del suo paese.
,

3 Blaj- kstone, ibid.


* Blackstone, ibid.

10 *

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LA SCIENZA DELLA

114

LE(iISLAZIO.NE.

Ne governi misti di questa natura,


influenza in questi congressi.

corpi che

colta negativa,

il

due corpi,

degli altri

esige

cio

re ha una doppia

come un

alle

tenesse al re,

si

perch, se questo dritto non

potere legislativo,

il

dritti.

Questa influenza legittima e necessaria

come

le cariche, cosi civili

come

il

pu distruggere

la

come

mano

lunico amministrala

quell influenza secreta

tremare

mano che

la
il

in

moneta per com-

compagno

opprime. In

per fare

lorgano de suoi
e pericolosa

libert del popolo, senza

zione ne venga alterata; che pu opprimere

timore

re con-

il

la pluralit de suffragi, e

del congresso che rappresenta la nazione,

Or questa

ma

distributore unico di tutte

militari, e

tore delle rendite nazionali, ha in

prare, sempre che vuole,

monarca

il

appar-

quale non troverebbe alcuna resistenza

siderato ne governi misti

il

si

potere esecutivo potrebbe esser distrutto dal

il

nell'usurpazione de suoi

far

governo

che questi tre corpi d accordo tra loro esercitino

potere legislativo,

voleri.

determinazioni

la costituzione del

perch

de' tre

giusto che egli abbia la fa

dritto^ di opporsi
s

il

Considerato

compongono, troppo

li

la

che

che

la costitu-

nazione, senza

governi

tutti gli altri

Se

inseparabile dell oppressore.

una monarchia assoluta vuol stringere

le

un

catene

rompere quepatti coquali salito sul


trono, se vuol opprimere sudditi con un dazio insopportabile,
ha sempre innanzi gli occhi il furore del popoloche lospaventa,
vede vacillare il suo trono sotto i suoi piedi, e vede il pericolo, al quale espone la sua esistenza istessa. Ma ne governi misti il re, che pu servirsi del braccio del congresso per opprimere la nazione, pu farlo senza tanti timori. Sa che il congresso
gar sempre responsabile alla nazione sa che i furori del popolo non verranno mai a piombare sulla sua persona. Egi ha
dunque un istrumento di pi, e tanti ostacoli di meno per divenire un oppressore. Egli lo diverr facilmente, se alla vode suoi popoli, se vuol

lont di esserlo unisce

distrugga di propria
sta

che rispetti

disporne,
1

egli

talenti per riuscirvi. Basta

mano

dritti del

far

Allorch Augusto

si

contenti di

sempre quel che vuole senza


ristaiti?! 1*

che non

apparenza della costituzione; ba-

congresso; basta che

autorit del senato, egli vidde

pericolo.
,

che

il

un

LIBRO PRIMO.
Se Giacomo
bilire

il

avesse avuto ricorso

II

115
parlamento per

al

catlolicismo; se per richiamarlo egli

quegl' istromenti stessi

de quali

si

serv

como

suo avo, e

di

Carlo

fosse servito di

si

uno desuoi anteces-

sori per proscriverlo; se invece di seguire

lesempio di Gia-

suo padre, egli avesse imitato

dArrigo Vili e di Elisabetta; se avesse saputo co-

la politica

fare del

in essi,

rista-

ma

parlamento

esecutore cieco, non solo dei

non avesse
commesso un attentato aperto contro la costituzione, emanando nuove leggi, e distruggendo le antiche senza 1 autorit del parlamento, la corona d' Inghilterra non sarebbe anvoleri,

de capricci stessi della corona; se egli

data a posarsi sul capo del principe d Oranges, e

non

sarebbe scagliata contro

si

anglicana avrebbe

al

il

suo

pi bruciate

mentario, e tutto sarebbe

la

nazione

re. Il partito della


le

Chiesa

case di qualche parla-

regno d Arrigo Vili

finito. Il solo

non forse una prova incon|rastabile di questa verit?


Che non fece egli sotto gli auspicii del parlamento? Quqli
attentati non commise contro la libert del popolo, contro la
sicurezza pubblica, contro
santit

egli innalz

amore
colle mani

del pi

decoro de costumi, e contro |a


fu

patiboli,

trono andavano ad espiare


all

il

Non

della religione?

mento che

la

forse col braccio del parla-

ove

le

madri degli eredi del

disgrazia d avere acconsentito

abbominevole degli uomini

Non

fu forse

due Camere che egli accese i roghi , dove i


loro
migliori cittadini dello Stato andavano a terminare
giorni? Non fu forse il parlamento quello che stabili che la
delle

semplice volont del re avrebbe vigor di legge?

'

Tutte

le be-

stemmie della tirannia , non furono forse adottate dal parlamento come tanti principii di giurisprudenza sotto il suo regrande oggetto doveva essere Li poter disporre di quest* assemblea e non l'indeTutto intento a nascondete io mesto alle nubi il suo onnipotente trono;
,

bolirla.

tutto intento ad involare allo sguardo de'suoi sudditi l'irresistibile sua forza,
egli volle comparire
ti,

il

egli vi trov

il

un ostacolo

alle

sue mire, cd un contrapeso

sostegno della sua segreta onnipotenza,

rezza. Persuadiamoci;

otto

ministro del Senato, e l'esecutore de'suoi supremi decre-

quali per altro venivano da lui medesimo dettati. Molto lontano dal vedere

in quest* assemblea

non

ci e

dispotismo peggiore

il

velo della libert. Osservisi Gravina,

Statuto

e lo
li

De Domano

alla

scudo

sua autorit,

della sua sicu-

quello ebe nascosto

Imperio.

3 d' Arrigo Vili. eap. 8.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

116

gno? La somma de' delitti di fellonia, non divenne forse pi


numerosa e pi bizzarra nel codice anglicano, che nella giurisprudenza deNeroni e de' Tiberi? La mania comune
de tiranni di dominare sugli spirili come su i corpi, questa mania che costata tanto cara al genere umano, non fu
forse legittimata da questaaugusta assemblea ? Qual differenza

passa tra

istoria di

questo principe e quella de mostri pi

spaventevoli che hanno imbrattato di sangue


quali sedevano, se

non che

mante quello che Arrigo


lombra del parlamento?
Nel difetto

di

dell istoria della

gli

su

troni

ultimi han fatto con

mano

tre-

maggior sicurezza sotto

fece colla

qualunque altra ragione, questo tratto solo

Gran Brettagna

dovrebbe bastare a per-

ci

suaderci che nei governi misti di questa natura,

re potr

il

opprimere la nazione
senza alterare la costituzione, epnza esporre ad alcun rischio
la sua persona, basta che abbia larte di corrompere l assem-

sempre

fare quel che vuole, potr anche

blea che rappresenta la sovranit. Egli ne ha

dunque impedirgliene luso senza distruggere

la

mezzi.

Come

costituzione?

Ecco il second oggetto della legislazione considerato nel suo


rapporto colla natura di questo governo.
L ultimo vizio finalmente inerente alla costituzione di

questo governo quella continua fluttuazione di potere tra disi dividono 1 autorit, fluttuazione difficile a

versi corpi che

prevenirsi, fluttuazione che in ultimo risultato produce lin-

Non

costanza della costituzione.

ci

vuol molto ad assicu-

rarsene.

In tutt

mutare

governi del

le leggi

mondo

lautorit di creare, abolire,

fondamentali della nazione, un dritto pri-

vativo della nazione stessa. Questo potere dunque non


unito alla sovranit che in quesoli governi, ne quali

vranit

tra

le

mani

verni popolari, e ne
zione istessa;

della

soli

nazione intera. Or ne

governi misti,

il

in questi due governi soltanto

dunque mutare o

alterare,

sempre che vuole,

Ne governi popolari lesercizio


sere molto raro, perch

mire, dinteressi

tra

non

ci

la

so-

soli

gona-

sovrano
il

la

la

sovrano

pu

costituzione.

di questautorit

deves-

un opposizione di forze, di

diversi corpi, tra

quali sono distri-

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LIBRO PRIMO.
buite le diverse parti del potere.
diversi corpi, tra

Ma

117
ne governi misti, ove

data, e

dove

il

quali divisa lautorit, sono in una per-

petua gara di estendere quella porzione che stata loro

corpo che rappresenta

la

affi-

sovranit, e che pu

disporre della costituzione, ha sempre un interesse nell alte-

come

rarla, o per estendere la porzione del potere che ha

vrano, o per diminuirla in favore


pensare i suoi membri

un

di colui

sacrificio,

poco: ne governi misti,

io dico, di

zione non

stabile,

pu

alterazioni,
fa,

mai

esser

so-

che pu ben ricom-

che costa ad essi molto

questa natura,

la costitu-

essa deve soffrire continue

giacch ogni alterazione giova o

corpo che

al

la

o a' suoi membri.


LInghilterra che mi ha somministrate tutte

fatto delle

anche

in

mie proposizioni

in

questo capo,

me

prove

le

di

ne offrirebbe

abbondanza per quest ultima verit, se

io

non

te-

messi di dilungarmi pi di quel che conviene. Mi contento soltanto di dire che


l

istoria delle

del re ha

istoria di questa

nazione

per cosi dire,

vicende della sua costituzione; che

sempre dato

il

il

carattere

tuono alla sua costituzione; che sotto

un principe debole, per la povert de suoi talenti, o inceppato dalle circostanze le pi infelici, le due Camere hanno
sempre usurpato sulla prerogativa regia; ma che sotto un
principe avveduto ed ardito, han sempre venduta una gran
porzione della loro; che chi avesse osservato questo governo
Carlo I, non 1' avrebbe riconosciuto
Giacomo II; che il vigor presente del paruna causa soda e permanente, ma

sotto gli antecessori di


sotto

successori di

lamento non
d

effetto d

alcune circostanze passeggiere che

finalmente basterebbe che lerede


lo fosse

lo

di

rendono precario; che


Giorgio

III

soltanto de suoi talenti e della sua corona,

Annover
ma non

un regno turbato
duna porzione de suoi stessi
un regno di pace; che 1 obbligo di

delle sue virt e della sua moderazione; che


dalle guerre e dalla discordia
cittadini, fosse seguito da

trattare dolcemente

sudditi della corona, per indurli a pa-

gare fino laere che respirano, per somministrare di che sostenere una guerra vergognosa co loro stessi fratelli, venisse
a svanire; basterebbe, io dico, che queste circostanze accom-

pagnassero sul trono della Gran Brettagna

erede

di Gior-

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

118

gio III, per vedere

come

diverrebbero unaltra

perderebbe

il

pretese catene della reai dignit

le

volta

come

flessibili;

suo vigore; e come

il

trono

Cromwell, e
zione

parlamento

il

renderebbe unal-

si

avvenne sotto

tra volta onnipotente. Ricordiamoci di ci che

ascendente subitaneo che riprese sulla na-

dell

ombra medesima

usurpatore assoluto.

della corona, fissatasi sulla testa

dun

L incostanza dunque della costituzione

terzo vizio

il

inerente alla costituzione di questa specie di governo, che la


legislazione deve riparare. Persuasi della loro esistenza, cer-

chiamo ora

mezzi che dovrebbe impiegarvi.


il primo di questi vizi l indipendenza di

Si detto che

colui che

deve fare eseguire dal corpo che deve comandare;

detto che questa indipendenza dellessenza della costi-

si

tuzione.

La

legislazione

non pu dunque distruggerla. Ma po-

trebbe essa modificarla senza distruggerla? Si: in una sola

maniera, distinguendo

la facolt

esecutiva dalla giudiziaria.

mi spiego.
In un governo misto bene organizzato

Io

costituzione che

ma non

il

re abbia tutto

il

sonalmente questo potere in tutta


lo eserciti

nome

dell

essenza della

potere esecutivo delle leggi;

dell essenza della costituzione che egli eserciti per-

da

s,

la

sua estensione.

o che lo faccia esercitare da

e colla sua autorit,

altri

che

in

Suo

natura della costituzione sar

la

sempre l istessa. Tutto quello che io fo fare ad un uomo in


mio nome e colla mia autorit, si suppone come fatto da me.
Supposto questo, non sar dunque contrario alla natura
di questo governo che il re abbia de tribunali fissi ed immutabili, i quali senz avere alcun potere appartenente ad essi,
ma esercitandone uno, che non altro che unemanazione
,

della sua autorit, esercitino, io dico

m Nessuno Stato

si

pu ordinare

in

nome

del re, e colla

(dice Machiavelli), che sia stallile, se

o vero principato, o vera repubblica: perche

due sono defettivi. La ragione chiarissima

tutti

perch

non

governi posti intra queati


il

principato ha solo una

via

alla

sua resolusione,

la

quale scendere verso

n pubblica ha solo una via da resolversi

la

la

quale salire verso

Siati di mezzo hanno due vie potendo salire verso


verso

repubblica, c cos la re-

repubblica, d* onde nasce la loro instabilit .

il

il

principato. Gli

principato, e scendere

suo fliscorso
*opra la riforma dello Sialo di Firenze fatto ad istanza di Leone
la

Leggasi

il

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LIBRO PRIMO.

119

il potere giudiziario. Or se resistenza di questi


non distruttiva della natura di questo governo,
sar neppure il dovere imposto al principe di non po-

sua autorit,
tribunali

non

lo

ter far

uso del potere giudiziario che

tribunali stessi.

organo di questi

coll

quantunque costretto a

Il re,

servirsi de suoi

potere giudiziario, non perder

tribunali nell esercizio del

niente della sua prerogativa, finch questi tribunali saranno


considerati

come

organi de suoi voleri. Separata in questa

gli

maniera

la facolt giudiziaria dallesecutiva,

nel fatto

ma non

nel dritto,

indirandenza che

gli

separata, io dico,

malgrado linvulnerabilit

re,

il

accorda

costituzione del governo,

la

non potr con questo eludere la legge, non potr arbitrariamente giudicare della vita, dell'onore e delle sostanze de suoi
cittadini. Se egli indipendente, se non ci persona che
possa chiamarlo in giudizio, n potenza legittima che
possa giudicarlo, non cos de suoi tribunali e de membri
che li compongono. Le determinazioni dun tribunale possono esser esaminate e contraddette da un tribunale superiore. Un Cittadino oppresso da un magistrato, pu accusarlo ad
un giudice competente, ed il magistrato pu esser punito.
Niuna di queste procedure sarebbe contraria alla costituzione
del governo. L' indipendenza del re non verrebbe ad esser diad esser modificata in favore della

strutta, verrebbe soltanto

sicurezza pubblica.

La

legislazione anglicana

questo rimedio, e

ha conosciuta

la necessit di

ha adottato. Ne tempi ne quali

la

costituzione era molto pi difettosa di quel che oggi ,

soleva spesso decidere da s solo

e giudicare

t, loro processi.

subito conoscere

Fu dunque
esercitato
i

membri

che

stabilito

in

nome

solo

di

il

potere giudiziario fosse

re da suoi tribunali; e che

del

si

tolse

anche

di questi tribunali a

che aveva cercato

di

mettere tra

le

al re

il

dritto di de-

suo capriccio. La legge

mani

de magistrati leser-

cizio del potere giudiziario per potere spaventare


1

re

questo dritto fece

depositari immediati delle leggi. 1

Ne tempi posteriori
porre

Luso

sua
il

controversie de cittadini,

funeste conseguenze che ne potevano de-

le

rivare.

sempre

questi fossero

le

DIackstone, ibid

l'

ingiusli-

p 387, 3S8.

igitized

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

1:20

oppressione nell' esecutore delle leggi, volte quindi

zia e

l 1

assicurare anche

la

loro esattezza.

Guglielmo HI, dice che

Lo Statuto

incumbenza

13, cap. 2, di

de magistrati

durer

adempiranno con esattezza al loro ministero quamdiu bene se gesserintj non finch piacer al re durante benefinch

placito .

Ecco come

potrebbe riparare

la legislazione

al

primo vi-

zio inseparabile dalla costituzione di questi governi.

La

legi-

slazione anglicana ammirabile riguardo a questo prim oggelto;

ma

de quali

si

essa egualmente riguardo agli altri

lo

due vizi

parlato? Qual rimedio ha essa opposto allinfluen-

za secreta del principe ne parlamenti? Essa ha pre^, vero,

alcune misure, per fare che t elezione de membri, che com-

pongono

camera

la

comuni, non venga

de

.a

cadere sulle

persone che sono pi apertamente consacrate

al principe. Essa
ha dichiarato, vero, incapaci dessere scelti per sedere in
questassemblea de comuni, colori) che sono impegnati in
una porzione di quelle cariche, la provvista delle quali di-

pende dai solo arbitrio del principe. Tutti i pensionisti del re


ne sono, vero ,#t&cl usi ; 1 ma questo solo a che giova? Upa
volta che vi sono entrati,

di

non -cono

forse nel caso di sperare

ottenere quello che non avevano prima di entrarvi?

speranza e

La

ambizione non sono sempre pi attive della

gratitudine e della riconoscenza?

Ma supponiamo
1

non ; supponiamo che questo

ci che

ri-

Blackstone, ibid. Questo stabilimento unito alla soppressione della camera

Stellata assicura in una certa maniera in Inghilterra

impero delle
leggi. La camera Stellata a differenza degli altri tribunali , che non riconoscono
per legge altro che la comune legge o sia la legge immemorabile c gli atti del
il

-,

parlamento, riconosceva
lareva

il

le

la

1*

ne

piatita esotica alligffva nella

co-

proclamazioni particolari del Consiglio, del re

motivo de suoi giudizj Finche questa

stituzione Britannica

vigore e

protezione delia legge

non

bastava a garantire l'inno-

cenza del cittadino.


8

Blackstone

ibid

tomo

1,

pag. 251, 252. lo

consulto possa vedere in questi stabilimenti

non so come questo giure-

baloardi inespugnabili della liberili

per
potrebbero evitare i pennou un vincolo di pi, che unisce colui
la camera bassa c sempre piena di per*
sone in cariche, le quali tutte sono discendenti dal principe. Le cariche eccettuate sono mollo poche in confronto di quelle che non lo sono.
della sua nazione.

quelli che sono

sionisti occulti?

Per quel che riguarda

compresi mila

La

pensionisti del re, questo ba luogo

lista civile.

Ma come

si

loro amovibilit

che r ottiene col ministero? Finalmente

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LIBRO PRIMO.

121

trovato potesse essere di qualche vantaggio


l'

membri

imparzialit de

medio

camera

della

de'

legislazione anglicana ha opposto

la

per assicurare

comuni ; qual
all

principe nella camera de pari, la quale per

ri-

influenza del

perpetuit

la

membri e perla loro condizione ha sempre una parte


maggiore nelle deliberazioni? Invece di diminuire questa pede suoi

ricolosa

non lha

influenza,

essa dato al principe


le;
I

un

il

vescovi, o sieno

ture del principe ?


crati a lui?

Non

ci

Non ha

essa fomentata?

Non sono

questi altri ventisei voti conse-

principe nellEuropa che abbia tante

cariche da dare, tanti benefici da compartire, quanto

La

Inghilterra.

re in

il

legislazione invece di restringere la sua

Un

lha resa inesauribile.

nificenza,

forse

dritto di creare quanti lordi egli vuo-

non

sempre un voto di pi pel re?


lord spirituali, non sono forse tutte crea-

lord creato,

rare dal suo re,

ma non pu

mu-

Inglese pu tutto spe-

sperare cosa alcuna dal parla-

mento.

Lasciamo dunque
ci offre

la legislazione

anglicana, la quale

di

proporne uno, che per

semplicit e per la facilit d impiegarlo, mi pare

Non

si

pu

in

un governo

provista di tutte

un dritto che
tutto

il

non

alcun rimedio opportuno contro questo vizio della sua

costituzione. Contentijynoci

le

gli

di questa

il

cariche, cos militari

come
la

al re la

civili.

quale

sua

migliore.

natura negare

deriva dalla costituzione,

la

Questo

gli affida

potere esecutivo, cos delle cose che dipendono dal

come

dritto civile,

di quelle

che dipendono dal dritto delle

genti.

Noi sappiamo quanto poco

ed in

profitt in Polonia

si

Svezia dalla diminuzione della prerogativa regia riguardo a


quest oggetto.

Non pensiamo dunque ad

nuire un dritto che

la

costituzione istessa del governo rende

inseparabile dalla corona.

deve, n pu distruggere
a suoi difetti, a suoi vizi.

11

pu

re

pag. 'Jt7.

La legislazione; io lo ripeto, non


deve solo riparare
Lasciamo dunque al re la libert

la costituzione;

creare guatili Lordi vuole

leggati

Giaciutone, ibid.

tomo

I,

ha

- Il le

atone, ibid.

o a dimi-

abolire,

il

drillo esclusivo di

pag. 40.), 403.

Fila "ger.

nominare

a tuli

Vescovadi

leggasi Black-

l.
(

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

122

tutte le cariche dipendenti dalla doppia facolt

di disporre

esecutiva a lui affidata. Cerchiamo soltanto di bilanciare

in-

fluenza che potrebbe dargli questo dritto, col darne degli


altri all

assemblea che rappresenta

la

abbia quella specie di munificenza die

Che questa

sovranit.
1

propria.

Come

so-

vrana essa sola pu disporre de membri della sovranit. Qual


cosa pi strana del dritto dato al re in Inghilterra, di creare
cosi

come temporali? Non sono

lordi spirituali,

membri

questi tanti

della sovranit? ed

re non essendo sovrano per la

il

natura di questo governo, pu

comunicare

egli

agli altri

quel

che non ha?

Non

questo

un

sacrificio

assurdo e pernicioso, fatto dalla

Non

facolt legislativa in favore dellesecutiva?

mezzo da privare

il

realisti perversi?

Nou

duti per
la

sempre

porzione la pi rispettabile della facolt legislativa vien

contrario,

ma

della natura

assemblea che

d ornarla di

rappresenta

non
abbia

sovranit

il

diritto

qualche individuo degno di esserne a parte, che


1

autorit privativa

concedere in premio delle grandi azioni e de servizi resi

alla patria, a coloro

nella

camera

che ne creder degni,

emanazioni del principe,

sedere

un membro perpe-

diplomi di nobilt non sieno

ma

dritto di

il

degli ottimati, o di divenire

tuo di quella del popolo; che


l

non
che

solo

questa costituzione,

di
la

questa abbia dunque prima d ogn altro


di

un

debbono forse considerare come perprincipii d una libera costituzione, allorch


si

creata dalla potenza esecutrice? Se dunque

questo

popolo de suoi tribuni per farne tanti

sieno

documenti

di gratitu-

dine che quest augusta assemblea mostra ad un cittadino che


si

distinto, o per le sue virt, o pe suoi

suo zelo mostrato ne congressi

al

congresso

la

o pel

urtando con libert contro le

pretensioni ingiuste della corona

vamente

utili talenti,

che

si

appartenga esclusi-

destinazione di tutti

onori, o sia

gli

de premi fondati sull opinione, qualche volta pi lusinghieri

e pi desiderati in una nazione libera, che


quelle cariche mercenarie che
tali

portano per

servit

che tra

lo

il

principe

altri dritti

quello di esiliarne que

dell

membri che

le

lo

pu dare,

pi impresso su di esse

gli

non
il

sono tutte
e che

come

suggello della

assemblea

ci sia

anche

sono divenuti sospetti.

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LIBRO PRIMO.

123

che quest espulsiooe renda per sempre colui che

indegno di servir

tata

la

patria

e che

ha meri-

escluda anche da

quelle cariche che potrebbe ottenere dal principe; che

mero

queste sia ristretto, quanto

di

parlamentaria che riguarda

nu-

e di questa autorit

premiare o

il

il

pu, dalle leggi; che

si

questa munificenza,

nellesercizio di

il

punire

suoi

membri, basti il concorso de due corpi delle due camere,


anche a fronte della negativa del re per legittimarne gli atti.*
Che

finalmente non

la legislazione

nire la corruttibilit de

ma

membri

conienti solo di preve-

si

questa augusta assemblea,

di

che cerchi anche di prevenirla ne loro elettori; che col

soccorso delleducazione, de premi, degli onori perfezioni


i

costumi, risvegli lamor della gloria sempre unito allen-

cittadini. Quando questi non faranno un traffico infame de loro suffragi, quando essi non
cominceranno dal vendere la loro libert a' loro rappresentanti, quando il solo merito avr parte nella scelta, quando

tusiasmo patriottico ne suoi

la legge

per assicurarsi

der dal corpo degli

venalit;

dell

elettori

imparzialit dellelezione eselul

indigenza sempre sospetta di

allora la virt sostenuta ne congressi dalla spe-

ranza, dal timore e da costumi, richiamer con costanza

la

pluralit de suffragi in favore dellinteresse pubblico, allora


la

nazione sar veramente libera, e

si

persuader

di esserlo,

ed allora finalmente si conoscer la possibilit di sostituire


un assemblea di cittadini ad un congresso di cortegiani.
Messo con questi ed altri simili mezzi un ostacolo al1*

influenza che

principe potrebbe avere in questi governi

il

sulle deliberazioni dell assemblea che rappresenta la sovranit,


all'

la

nazione; la legislazione deve rivolgere

ultimo vizio

di

questo governo,

all

suoi sguardi

incostanza della co-

stituzione.
'

Non

desercitare

uno

lJ

de tre corpi, che


*

*-

}f

sarebbe questo contrario alla costituzione


la facolt legislativa, nella

Secondo

la

compongono

quale

il

giacche qui non

si tratta

Principe deve aver parte,

come

lassemblea.

legge fatta sotto Arrigo VI,

cittadini

che possono dare

il

loro suffragio nellelezione de* rappresentanti del popolo, debbono possedere un

due

fondo

di terra di

terra

persuaso che venti lire sterline

lire sterline di rendita.

ad un privato cittadino

Chi

sa lo stato

presente dellInghil-

neppure bastano per uon

far

conoscere

indigenza in questo paese.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE,

124

Si detto che

fondamentali che

il

la

si

pu

le leggi

togliere al con-

natura istessa della costituzione.

la

Bisogna dunque pensare a rendergliene


si

mutare

dritto di alterarla o di

determinano, non

gresso senza distruggere

difficile luso.

pu ottenere determinandosi che allorch

Questo

tratta di alte-

si

rare, o di abolire, o di creare una legge fondamentale,


basti ia
si

pluralit

per ammettere

de suffragi

propone dintrodurre nella costituzione;

la

ma

non

novit che

che

si

debba

richiedere la pienezza de voti per renderla valida e legittima.

Questorimedio non toglierebbe

all

assemblea quel dritto che

non pu mai perdere, ma garantirebbe nel tempo istesso la


costituzione dalle continue vicende che la rendono pericolosa
ed incostante. Il combinare tutte le volont de membri che
la compongono, un' intrapresa cos difficile, che non pu
riuscire che in un solo caso, allorch i vantaggi che potrebbero risultare dalla novit che

si

propone, fossero troppo uni-

versali per non essere da tutti desiderati, troppo evidenti per


non essere da lutti conosciuti, ed in questo caso la costituzione non verrebbe ad esser alterata, ma perfezionata. Ecco
il

in

solo caso nel quale

una repubblica
Questi sono

opporre

liberum veto potrebbe divenir utile

rimedi che una savia legislazione potrebbe

inerenti

a vizi

questi sono

il

1
.

questa specie di costituzione; e

principii che derivano dal rapporto delle leggi

colla natura di questo governo.

Per assicurare

il

vigore e

Io credo d averli bastante-

durata di questo interessantissimo

la

mento bisognerebbe introdurre una nuova formola


ciaschedun

membro

di giuramento, colla

stallili'

quale

del parlamento nell apertura che se ne fa, promettesse di

suo voto in favore di lutto quel che pu riguardare la revocazione di questa legge , e bisognerebbe fare un piccolo codice a
parte delle vere leggi fondamentali, che determinassero la vera natura della co-

non proporre

n di dar mai

il

corpi, e non
i dritti e i limiti dell autorit di ciascheduno de* tre
ammettessero, n interpetrazione , n ambiguit. In questo codice ci dovrebbero
essere soltanto le vere leggi fondamentali, non gi quelle alle quali abusivamente

stituzione,

nome.
non ho parlato del dritto di tassare o d* imporre nuovi datj , o di acLa natura istessa della costituzione d questo dritto al congresso che rappresenta la sovranit e non gli si potrebbe togliere senza distruggerla. Ma da quel che si detto, si pu vedere che questo Palladio della libert
de* governi misti inutile, finch i vizj , de* quali si parlato , non saranno da.

si

dato questo
2 Io

cordare de sussidj.

una

savia legislazione riparati.

Lo

stato presente dedazj della

Gran Drettagna ne

by

Coogle

LIBRO PRIMO.

125

mente sviluppati; ma porr io termine a questa ricerca col rimorso d' aver mostrato poco rispetto verso una nazione che
ha pi

di tutto le altre

No,
a male

mira, ardisce
la

dritto d esigerlo?

il

dell'Europa, venerandi Inglesi, non prendete

filosofi

la libert colla

quale un

di parlare del

vostra salute, scovrendo

uomo che

vi

venera e vi am-

vostro governo. Io non cerco che

vostre piaghe.

le

Vergognatevi daver illuminata, istruita, sorpresa lEuropa colle vostre invenzioni, co capi d opera delle vostre
produzioni, colle vostre scoverte, e d aver nel tempo istesso

Com-

cosi vergognosamente trascurata la vostra legislazione.

posta di ci che

barbarie de vostri padri aveva di pi as-

la

surdo, di ci che l'antico sistema feudale aveva di pi strano

e di pi contrario

libert, della quale

alla

possesso; di tanti usi e di tante consuetudini,

vi

credete in

origine istessa

delle quali vi ignota, di tante leggi nuove che contrastano


colle antiche, di tante decisioni de tribunali che han vigore
di legge,

tanti stabilimenti utili uniti a tante leggi perni-

di

ciose, di tanti mali e di tanti rimedi, di tanti garanti dellin-

dipendenza e di tanti sussidii del dispotismo, essa offre agli


occhi d un filosofo un centone informe che non pu n rimediare a difetti della vostra costituzione, n assicurare per
sempre la vostra libert. Che vostri talenti si determinino
i

dunque una

volta a questo sublime lavoro. Create una

legislazione, nella quale

riparati; tutt
(issati;

sente

tutti

gli

usi

corona,

come

del parlamento,

antichi incompatibili collo

delle cose, aboliti;

avere una

nuova

vizi della vostra costituzione sieno

dritti, cosi della

stato

in tanti secoli, in tante diverse

circostanze, in tanti periodi diversi della vostra sempre

rata, sempre riformata,

che richiami

pre-

che abbia quellunit che non pu

legislazione fatta

ma mai

alte-

perfezionata costituzione;

nella vostra patria quella virt, senza della quale

non ci pu essere libert, que costumi, senza <fe quali non


ci pu esser patriotismo, quelleducazione, senza della quale
non ci possono esser costumi; che premiando zelo, punendo
il

una incontrastabile prova. Che importa al ro di non poler imporre nuovi daij,
n tassare suoi sudditi, quando ha il mesto da farli imporre, c tassare dal parlamento , come e quando egli vuole ?

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

126
la

frode e

corlegianimo , rendendo finalmente incorrutti-

membri del parlamento, souna libert soda e durevole ad una licenza pericolosa e precaria, che suol essere la vigilia dellanarchia o del

bili per interesse, e per virt

stituisca

dispotismo; cercate in una parola ci che non impossibile ad


ottenersi,

che

ci

il

vostro entusiasmo pel bene pubblico,

unito alla profondit de vostri talenti, vi render anche fa-

un codice

cercate, io dico, di conciliare in

cile;

pace e

la

ragione: allora

si

vostra gloria

a fasti della

che non

CAPO

Prima

fa

agire

la libert, la

sar che aggiugnere

XII.

Secondo oggetto del rapporto


che

ci

1
.

delle leggi

principio

il

cittadino ne diversi governi.

il

di ricercare

caratteri di questo rapporto e le re-

gole che ne derivano, conviene fissare quale sia questo principio. In

ogni forma di governo, dice Montesquieu,

diverso principio d azione:

V onore
sti

nelle

monarchie ,

timore negli stati

ci

un

dispotici ,

diversi principii motori.

Ma

sopra quali prove, dice un celebre pensatore, 5 Montes-

quieu, poggia

egli

timore, lonore e

componenti

questo sistema? Sar forse vero che

la

virt sieno realmente

sono

della giurisprudenza anglicana

combinato degli Anglo-Sassoni


e

il

la virt nelle repubbliche, sono que-

aumentalo da Guglielmo

il

e de*

le

seguenti

Danesi raccolto da Eduardo

Conquistatore;

il

forze motrici

questo c ci, che

il

si

Il

dritto

Confessore

chiama dritto

.comune. 2 Le. decisioni parlamentarie , c queste van comprese sotto il nome d


statuti. 3 Le carte delle citt , che si chiamano dritto particolare. 4 Le leggi
forestali. 5 Le militari le quali non han vigore che in tempo di guerra. 6 W 11
,

dritto

romano seguito

nella corte

dcirAmmiragliato. 7

guito dal Clero in tulio ci che non ripugna

all'

11

dritto canonico se-

autorit del re

ed alle leggi

del regno.

Da questo, che
non ha che cedere
2 Elvezio,

tori

si

e detto,

si

pu vedere che

la

giurisprudenza anglicana

in confusione ed in multipliciiu a quella del resto

De

l*

Damme tic

che han confutato

il

mio, senza pensare a contrastare

il

dellEuropa.

La molliplictlk degli scritminduce a stabilire qui il

Sez. IV, Gap. XI.

sistema di Montesquieu,
suo.

JIQHIZ60

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LIBRO PRIMO.
de diversi governi?

Non

ma

che una causa unica,

tempo

stesso

il

si

potrebbe

127
al

contrario dimostrare

varia nelle sue applicazioni, nel

comune d attivit
amor del potere? Se

principio

e che questa causa

l'

in tutti

governi,

vero che

del piacere e lavversione al dolore sono le

amor

due molle che

fanno agire luomo, non vi vuol molto a vedere come Yamordel


potere sia
quest

vero principio dazione

il

amor

del

che

sia possibile; ogni

si

governi; giacch

uno dunque desidera daver

un potere che obblighi


le loro forze alla

in tutti

la sua origine nell amore


Ogni uno desidera d essere il pi felice

potere prende

istesso del piacere.

sua

gli altri

tra le

e questa la ragione per

felicit,

mani

uomini a contribuire con tutte


la

quale

desidera di comandarli. Questa dunque una passione che

nasce

coll

uomo, che

inseparabile dalla sua natura, e che

essendosi resa pi attiva collo sviluppo de sociali rapporti,

divenuta

il

vero e comune principio

in tutti corpi civili,

qualunque

Ma
per

uomini

azione degli

sia la loro particolare costi-

tuzione. Io potrei dimostrare fino

all

evidenza questa verit.

questa dimostrazione sarebbe inutile. Io non scrivo

n per

solitari,

loro che vivono in

vedere in loro

gli

oscuri misantropi. Io scrivo per co-

mezzo alle

stessi la

citt, e

che possono

vera causa che

li

in ogn istante

spinge ad agire. Ogni

uno che legge, pu giudicarne da s solo senz aver bisogno


Che esamini il suo cuore, che analizzi le sue

daltra prova.

voglie, ed allora, se avr

il

coraggio, che dica che questo

si-

stema erroneo. Ma come mai possibile, mi si opporr, che


listesso principio possa agire egualmente in tutte le specie
de governi, la natura de quali cosi diversa? Per distruggere questa obbiezione, basta por mente a quello che son per
dire. In ogni nazione

il

potere supremo o tra

le

mani

un

solo, o d una certa porzione de cittadini, o distribuito nel


corpo intero della nazione. Relativamente a queste diverse

distribuzioni dell' autorit

si

vede benissimo che

tutt'

citta-

dini ne diversi governi possono contrarre alcuni abiti e costu-

mi diversi, e nulladimeno proporsi

tutti

il

medesimo

oggetto,

cio a dire quello di piacere alla potest suprema, di rendersela favorevole, e d ottenere

con questo mezzo qualche por-

zione o emanazione della sua autorit.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

128

mezzo dunque sempre l istesso, ma gli effetti sono


diversi. L istesso amore del potere, che in una repubblica libera e bene ordinata rende il cittadino virtuoso e amante
della patria, lo fa divenire un mostro in un governo dispotico.
Egli far nascere nel tempo istesso un Curzio, un Decio, un
Il

Fabio in

Roma,

e nellAsia

nascere nell istesso paese,

pi vile degli schiavi. Egli far

il

ma

in diversi

tempi, in diverse

un Cincinnato, un Papirio, un Cleandro, un Perennio ed un Sejano.


Premesse queste idee generali non vi vuol molto a vedere, come tutto quello che Montesquieu attribuisce a suoi
principii, non in fatti che il risultato dell amore istesso del
circostanze,

potere considerato ne diversi governi.

Per esempio: dove


virt. Io lo concedo;

dispotismo, dice egli, non ci

ci

ma

perch? Perch quando

puramente arbitrario, quando

mani dun tiranno, per

lo pi

raglio e fra gl intrighi d


rotti, egli

ch

non

non

vizio,

il

le

ser-

cor-

le

fautori de suoi vizi. In questo

mai ad ottenere una porzione


che lemanazione

mura

un

loro virt e de loro talenti

delle

governo

di cortegiani avidi e

educato tra

una truppa

vedr n un Aristide, n un Cimone, perch

si

corso

il

autorit sovrana tra

sceglier sicuramente per suoi ministri, senoc-

complici o almeno

di potere

non

si

perverrebbe

che non pu essere

dell autorit del pi corrotto degli

lindecenza,

la

paese

col soc-

uomini.

crapula, la dissolutezza, le vo-

luttvergognose, loppressione, lingiustizia,

la rapina,

la

frode, la bassezza, sono onorate, approvate, autorizzate, ri-

compensate dal potere supremo, applaudite dalla voce pubblica, legittimate, per cosi dire, dal consenso tacito duna societ
che non ardisce di reclamare. L
l

eroe.

il

uomo

finalmente

il

favorito superiore al-

traditore della patria diviene

tadino dello Stato.

colui che

il

pi potente cit-

non oppressore

oppresso.

virtuoso procura di nascondere le sue virt.


il

pi coraggioso procura di comparire

il

pi vile,

perch il valore e la virt sono niente, ove il despota tutto.


Per meglio sviluppare questa verit io ricorro ad un fenomeno
politico. Supponiamo che salga sul trono di questa nazione un
despota

uomo da

bene. Voi vedrete in

un

istante le cose

cam-

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LIBRO PRIMO.
biare d aspetto. Ogni
blico, e tutta la

uno cercher

di

129
rendersi utile

destrezza dell ambizione

si

ridurr a rendersi

o almeno a mostrarsi degno delle cariche alle quali

La voglia

piacere alleroe

di

pub-

al

si

aspira.

passeggier che sul trono,

former, vero, una quantit dipocriti in questa nazione,


perch la virt non ha il tempo di distendervi le sue radici,

ma

quest istesso

rende

un omaggio

glorioso ed utile che

non

e colui che
parirlo.

il

vizio

onorandosi anche delle sue apparenze.

virt,

alla

virtuoso romper quel velo col quale nascondeva

procurer

lo era,

Ecco come

la

di divenirlo

cero cambiar daspetto

L amore dunque

o almeno dap-

virt ha qualche volta onorata anche

come Trajano e
Roma.

sede del dispotismo. Ecco

due Antonini

Il

sue virt,

le

del potere la vera causa che

la

fe-

determina

cittadino ad operare, e quest istessa passione quella che

il

divenir virtuoso ne governi liberi e popolari.

10 fa

Dove

il

popolo regna,

la

nazione intera

il

despota. Essa

non pu desiderare che il bene della maggior parte. I servizi


dunque resi alla patria sono soli mezzi che possono mettere
i

11

cittadino in istato d' ottenere una porzione di potere in pre-

mio
sti

de suoi ineriti. L

amore

del potere

governi necessariamente spingere

della

per pi secoli

il

deve dunque

prodigi del valore uniti

in

que-

cittadino allamore

e della pairia. Si sa che in

giustizia

a'

Roma

si

videro

prodigi della vir-

Roma era un
quando duraun
merito per pervenire al consolato ed alla dittatura. Ma appena
che la libert cede il suo luogo alla tirannia, appena che la
t.

Si

sa

che per pi tempo ogni cittadino di

Fabrieio, un Regolo e un Cincinnato.

rono questi prodigii? Finche

il

Ma

valore e

fino a

la

virt furono

guardia pretoriana e

le legioni cominciarono a decidere del


merito di coloro che dovevano comandare la terra, appena

che

introdusse nel Campidoglio un commercio infame di ca-

riche e di delitti, la virt divenuta inutile disparve,


si

mutarono

in delatori,

spetti a degli

poche parole, non

Noi abitiamo

il

gli

eroi

senato divenne listrumento de so-

vi fu pi

che doveva ispirare


1

il

odii del tiranno, e finalmente,

patria

maggiore

per dir tutto in

nel paese

dell

universo

affetto a suoi abitatori.

nellistoria delle nazioni barbare, che

vennero

In

a devastare

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

130

ogni governo dunque in generale

cittadini

saranno sempre

quello che

lamore del potere

alle leggi

dirigere questa passione per renderla utile.

il

far essere.

li

questa direzione dovr forse essere sempre

forme in

lutt

Si appartiene

Ma

ed uni-

istessa

governi? Questo non pu avvenire. Siccome

questo principio unico ed universale variano

gli effetti di

come varia

la

natura de governi ne quali agisce,

sic-

dire-

la

zione delle leggi deve della maniera istessa variare. Questo


quello che

mi

io

esaminare con distinzione, giac-

affretto di

ch tutto quello che finora

si

mio

detto, sarebbe estraneo al

argomento, se dovendo parlare del rapporto delle leggi col


governi, io avessi potuto sviluppare le
principio che anima
i

regole che derivano da questo rapporto, senza prima

minare

il

principio che n

deter-

dunque

oggetto. Io comincio

dalle democrazie.

Nelle democrazie le leggi debbono lasciare al popolo reiezione de suoi magistrati e de suoi ministri. Quest

mezzo per rendere

in questi

governi

amore

il

miglior

una

del potere

sorgente feconda di grandi virt e di gran meriti.

Un

pubblico

corrompe; ma un senato
pu facilmente essere ingannato e corrotto. Sono sempre infinitamente maggiori i rapporti che un cittadino pu avere
intero diffcilmente singanna e

membri

co

si

un senato che col corpo intero della nazione.


si pu sperare qualche cosa dal senato.

di

Senza un gran merito

lEuropa, un monumento troppo vivo

un inimico
Bomano. Hoc

noi vogliamo insultare

noi lo chiamiamo

m dacii,
*

della degenerazione de*

Romani. Allorch

dice Luitprando, e dargli un

nome odioso
men-

solo, id est quidquid luxurire, quidquid

quidquid vitiorum est, compreheudens. Luitprand. presso

Seript. ital.

rat.

immo

Voi. 2, parte

1,

Ma-

pag. A, VI.

non nego che anche in que* governi, ne* quali l'amor del potere spinge
non ci possano essere alcuni uomini dabbene, che preferiall* ambiziosa voglia di dominare col socvizj. Nel mentre che Catilina coi suoi furiosi complici condannava a

Io

cittadini al vizio,

scano

le

corso de*

occulte delizie della virt

molte colui che avesse ardito di proferire da Romano


patria, Tito Labieno fu
tre

che Cesare

nia,

un cittadino

al

popolo

il

dolce

nome

un uomo da bene, ed un eroe:

sulle rovine della libert gittava

Catone parl

e nel

della

men-

fondamenti della pi dura tiran-

Catone fugg in Utica, Catone

si

uccise colle proprie

mani, per non vedere la sua patria priva (fella primeva libert. Ma simili eccenon possono distruggere una regola generale, poich non solo due, ma

zioni

cento cittadini da bene sono infinitamente picciolo rapporto ad un pubblico intero depravato e corrotto.

LIBRO PRIMO.

ma

senza un gran merito non

13

pu sperar niente dal popolo.


L istoria di Roma e di Atene mi oltre una prova di questa
verit. Si sa che in Roma, dopo che il popolo ottenne con tanto
strepito il diritto di potere innalzare alle cariche i plebei, non
poteva risolversi ad eleggerli;* ed in Atene, quantunque per
una legge di Aristide si potessero scegliere magistrati da tutte
1
che la plebe
le classi, non avvenne giammai, dice Senofonte,
domandasse quelle che potevano interessare la sua salute e la
sua gloria. Ci un altro vantaggio nell elezione del popolo. 11
popolo non esamina talenti o le virt private ed occulte; in
questa ricerca si potrebbe ingannare. Egli non si determina,
dice Montesquieu, che dalle cose che non pu ignorare, e dai
si

che cadono sotto

fatti

suoi occhi.

Egli sa, per esempio, che un

che ha

alla guerra,

difesi

gli basta

per dargli

Egli sa che

il

uomo

con coraggio

della patria, che riuscito in

una o

comando

stato spesse volte


dritti della libert

in pi intraprese: questo

delle truppe.

un giudice assiduo, che molti ritornano dal


di lui, che non stato ancora convinto

suo tribunale contenti

di corruzione: questo basta per fare che lo elegga pretore.

Egli sa finalmente che un cittadino ricco, egli vede

sua magnificenza, costui dir allora, deve esser


cittadino

dunque sar

che porzione

di potere,

ledile.

deve acquistare lopinione del popolo,

e che per acquistarla deve servirlo, deve impiegare

per

lenti

farli

Chiedendo

il

popolo che
si

ammessi

plebei fossero anche

come

consolato,

al

nobili. Allorch si venne all* elezione

Onde

troppo noto l'espediente preso da Pacuvio Calano

sedizione

che era per scoppiare

dopo aver minutamente


che

Livio

eventus docuit alios animos in contentione liberta-

honoris, alios secundum deposita certamina in incorrupto judicio esse.

tis et

Quorum comitiorum

le

creassero quattro Trillimi con potest consolare!

quali potessero essere cos plebei,

di questi Tribuni, furono tutti e quattro presi dalla classe de nobili.

dice:

suoi ta-

conoscere, deve finalmente far risplendere

fu stabilito, per placarlo, che

la

Ogni

allora persuaso che per ottenere qual-

se

il

popolo

in

in

Capoa per prevenire

questa citt contro

descritto questo avvenimento, ne

il

Senato.

la

Machiavelli

deduce una gran verit


l inganna mai nel
:

inganna qualche volta nel generale, non

particolare; che egli pesa colla vera bilanciai meriti di coloro, a quali vuol con*
fidare qualche carica

sone. Leggansi
3 Senof.

che rare volte

suoi Discorsi sulla

inganna nel giudizio che

prima deca di Livio ,

lib. I,

pag 691, edizione di Wecbelio dell'anno 1596

fa

delle per-

cap. 48.

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

132

sue virt colie azioni

come

si

Penn,

filosofo

utili

e co bene fidi resi alla patria.

fan nascere gli eroi: ecco

per costume,

come

uomo degno

ne' quali gli uomini erano pi poveri,


islesso pi grandi, legislatore
di

di

il

Ecco

celebre e virtuoso

vivere

ma

in que secoli,

erano nel tempo

che avrebbe oscurata

la glofia

Licurgo e di Solone, se fosse nato venti secoli prima; ecco

come

celebre

il

Penn

rese la Pensilvania, (questa fortunata

regione dell America, perch destinata ad obbedire ad

uomo che non abbandon


dico,

io

bert e

un

primi

grand oggetto della legislazione di

al

damenti

la patria degli eroi, lasilo della li-

vide che

il

privati

universo.

vide che lunico

co pubblici; egli

riuscire in questa intrapresa ne governi liberi, era

popolo

egli ottenne
di

il

la

distribuzione delle cariche; egli lo fece,

suo fine, egli gitt a questo

modo

primi fon-

una repubblica che oggi chiama a s gli sguardi


fasti della filosofia non lasceranno di ren-

di tutta la terra,e

dere immortale

ma

dell

gl interessi

dare

patria che per mostrare

ammirazione

mezzo per
di

Pensilvania

la
1

Egli

unir

la

beneficenza e dumanit nel nuovo emisfero) rese,

tratti di

la

memoria

un uomo che port per la pritempo nel quale lEula strage e la mi-

volta la felicit nellAmerica in un

ropa tutta pareva congiurata per portarvi


seria.

La prima legge dunque che protegge, dirige


amor del potere ne governi liberi e popolari,

lascia al

popolo intero

la scella di

confidare qualche porzione della sua autorit.


quella che d ad ogni cittadino

il

e rende utile
quella

che

coloro a quali egli deve

dritto

di

La seconda

poter pervenire

prime cariche dello Stato, pqrch per qualche delitto, che


deve esprimere, non ne sia escluso. La necessit di
questa legge da per s stessa evidente. Essa non altro che
un risultato degli antecedenti principii. Se ogni cittadino serve

alle

la legge

la

sua patria a misura de beneficii che in ricompensa questa

gli offre;

se

lamor

del potere

lunico oggetto di queste

speranze; se finalmente

i diversi gradi d autorit che si possono conferire ad un cittadino, sono la sola moneta colla
quale egli vuol esser pagato de suoi meriti, supposto tutto

questo, non

ci

vuol mollo a vedere che subito che una por-

jgigitized

by

Goo^leJ

LIBRO PRIMO.

133

zione de cittadini viene in tutto o in parte esclusa da questo


drillo, la repubblica

si

vedr divisa

due

in

classi: in coloro

che non hanno alcuno o picciolo interesse nel bene della patria,

ed in coloro che hanno tutto

interesse nel servirla.

Chi non vede quanto questa parzialit civile offende

il

principio del governo, altera lequilibrio, distrugge legua-

non

glianza,

gi quell eguaglianza metafisica desiderata ne so-

gni de' politici,

ma

quelleguaglianza che lanima de go-

verni popolari, che non ha per oggetto


e che alterata

truppa

d a

d iloti in

un paese

di

ma

dritti,

Spartani? La legge dunque che

cittadini nelle democrazie eguali dritti per le cauna delle pi necessarie per proteggere, fomentare e

tutti

riche,

dirigere

le facolt

nascere lo schiavo accanto alleroe, ed una

fa

principio del governo.

il

L ultima

legge finalmente diretta

all

istesso oggetto,

quella che impedisce labuso del potere. Siccome labuso del

potere quasi sempre unito

al

potere istesso; siccome questo

abuso pernicioso da per tutto pi d ogn altro fatale ne governi liberi e popolari, le leggi debbono prevenirlo.
Questo era, come si sa, l oggetto dell ostracismo presso
gli

Ateniesi.

La legge che

lo

prescriveva, racchiudeva un

doppio vantaggio. Essa impediva labuso del potere, esiliando


que cittadini che per
alla repubblica; essa

del

la

loro autorit erano divenuti sospetti

proteggeva nel tempo istesso

governo, perch siccome non

ma

desidera,

il

lopinione del potere;

il

principio

potere soltanto che

si

un cittadino credeva

daver bastantemente conquistata questa piacevole opinione,


quando i suoi meriti lo facevano esiliare dalla patria. Ecco

come 1 ostracismo divenne un premio in Atene. Ecco come


una savia legislazione pu, maneggiando le passioni degli uomini, mutarne, per cosi dire, la natura, sino a far loro desiderare

la

perdita delle cose pi care, de parenti, degli amici,

della patria.

Ma senza

ricorrere

all

ostracismo , che a primo aspetto

sembra un rimedio violento e tirannico,

le leggi

impedire labuso del potere col soccorso

dell

potrebbero

amore

istesso

del potere.

Che

la

legge disegni

Filangcrt.

i.

la

strada per la quale

si

vede

pcr-

12

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

134
venire

primi posti, e

la

durata di ciascheduna magistratura;

che essa stabilisca un certo ascenso, una certa graduazione ;


che lesercizio duna carica serva per cosi dire di probazione
e di merito per ottenerne un altra pi luminosa, ma che ci
sia sempre un interstizio tra l'una carica e laltra; che durante quest interstizio indispensabile,

terminata

la

ci sia

magistrato che ha

il

sua incumhenza, sia ridotto nella privata condi-

zione, affinch

il

cittadino poss accusarlo senza spavento; che

un tribunale destinato

a ricevere tutte le accuse che si

faranno contro qualunque magistrato, ad esaminarne


dotta e ad informarne
l

ostracisino

popolo; ed allora

il

amore

istesso

la

con-

vedr se senza

si

potere pu prevenirne

del

abuso.

Queste sono

le leggi

che proteggono e dirigono l amore


Vediamo ora quali sono quelle

del potere ne governi popolari.

proteggono nelle aristocrazie. Laristocrazia, come

elio lo

veduto, riguardo

guardo

al

popolo.

La

a nobili

confidare una porzione di potere

corpo degli ottimati, per


zie

si

che

quello

dunque

scelta

democrazia

istessa ragione che nelle

l'

deve fare dal popolo intero.

potere diverr allora utile, perch metter


obbligo di esser giusto e di servir

la

Pi: siccome in questi governi

popolo niente, siccome tutto

il

nobili

il

bene della patria? qual oggetto pu

del potere, se
togliere
dritti d

non quello

di distruggere

quella distinzione

un cittadino con

rendere

la

amore del

cittadino nel-

sono tutto, ed
le

inani

il

degli

popolo a cooperare
in lui

avere lomor

laristocrazia e

di

abbominevole ed umiliante fra

quelli

dritti de nobili e quelli del

il

sua patria.

potere tra

ottimati, qual principio potr spingere


pel

il

democra-

merito avr allora mag-

Il

giore influenza nella distribuzione delle cariche e

si

ri-

deve

deve fare da tutto

si

la

di coloro, a quali si

dun

altro

cittadino,

fra

popolo? Questo male che potrebbe

costituzione de governi aristocratici la peggiore di

tutte, e la pi soggetta alle civili discordie,

rato dalle leggi. Senza ledere


esse potrebbero placare

il

bene con due mezzi: con

la

pu essere ripa-

natura di questo governo

popolo ed interessarlo nel pubblico


lasciargli

adito ad alcune cariche

subalterne c con dare ad ogni cittadino

il

dritto di poter c-

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LIBRO PRIMO.

135

sere ascritto nella classe degli ottimati,


in lui tutte quelle circostanze e

quando

uniranno

quei ineriti che

la legge deve
Questo stabilimento racchiude un doppio vantaggio.
il principio del governo
nella classe del
popolo, il quale senza questa speranza non avrebbe interesse

(issare.

Egli eccita e dirige

alcuno nel servire

la patria,

e inette nel

tempo

istesso

un

ar-

gine a trasporti della plebe, perch i pi potenti e i pi ragguardevoli cittadini di questa classe, vedendosi gi vicini, o

almeno

in istato di essere

trovano

bili,

perch

un giorno

corpo de no-

ascritti al

loro interesse nel difenderei loro dritti.

il

patrizi in

Roma

Ecco

trovarono qualche volta nei tribuno

un difensore della loro causa.


Io termino finalmente questo capo, col dare alcune idee
generali su i mezzi proprii, de quali le leggi debbono far uso
della plebe

per proteggere

amor

del potere nelle monarchie.

In questi governi ogni porzione d autorit che

si

confida

ad un cittadino, non pu essere che 1 emanazione del potere


supremo, depositato tra le mani del monarca. Il sovrano
quello che d le cariche. Il sovrano quello che distribuisce
diverse porzioni d autorit tra

le

suoi sudditi.

cittadino

Il

dunque
si

in questi governi, spinto dall amor del potere, non


proporr altro oggetto, se non quello di piacere al sovra-

no, e

renderselo favorevole per ottenere da

di

porzione
stati.

Ma

sotto

il

d autorit in

governo

un principe dabbene,

dadulatori e di schiavi sotto


cille e corrotto.

pu riempiere

il

governo

Che possono dunque

lo

gli

pi utile e pi sicura

all

amor

ha pre-

Stato deroi

pu riempierlo
un monarca imbe-

cosi
d

fare le leggi per preve-

nire questo male e per dare nelle monarchie una

la distribuzione delle cariche

qualche

lui

ricompensa de servizi che

quest oggetto, siccome

direziono

del potere? Togliere al sovrano

sarebbe un ledere

suoi dritti e

alterare la costituzione del governo. Sottoporla allapprova-

zione del pubblico sarebbe un rimedio ineseguibile c non de-

gno

del decoro della sovranit.

Il

solo

e non distruttivo nel tempo istesso de

rebbe quello

avran

di

mezzo

utile allo Stato

dritti del

sovrano,

sa-

assegnare alcune cariche per quei cittadini che

prestali alcuni servizi alla patria, espressi e determi

nati dalle leggi, e

di stabilire in tutte le altre

meriti che

si

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

36

debbono avere per ambirle. Questo solo stabilimento fa da pi


secoli tutta la prosperit d una nazione, ove ogni virt reca
qualche vantaggio, ogni talento utile diviene dominante; dove
la nobilt non una sola rimembranza ereditaria, ma una ricompensa personale; dove colui che ha lumi e virt, sicuramente preferito a colui che non ha altro che avi illustri; e
dove non il solo arbitrio del principe, non sono favori dun
cortigiano, n le cabale, o gl intrighi della corte, ma la legge
i

quella che distribuisce le cariche; la legge quella che

propone allemulazione
che

assegna non

di tutti

le

cittadini; la legge quella

uomo, non

all

al

rango,

ma

ad alcune

Con questo meuna famiglia nel pi vasto


metodo le leggi animano e di-

azioni utili e virtuose. Io parlo della China.

todo

conserva

si

impero

buon ordine

il

della terra; con questo

rigono nella China lamor del potere, questo principio unico

ed universale
I

di tutti

governi.'

moralisti, in questo paese,

principii della vera

come

morale e della vera

ove

in tutti quelli
filosofia

sono

stabiliti,

non condannano nelluomo lambizione di dominare, se non


quando questa unita alla voglia dopprimere. Persuadiamoci: Y amor del potere pu avere diversi aspetti. Egli una
virt in un' anima che si sente bastantemente forte per far un
gran numero di felici. Egli un vizio in coloro che non sanno
.

che nuocere.
L ambizioso in un governo libero

non altro che un citcome un mezzo le-

tadino dabbene, che desidera una carica


gittimo per far
altri.

la

propria felicit, contribuendo a quella degli

Egli uno schiavo avveduto sotto un tiranno, uno schiavo

che cerca

d uscire dalla classe degli

oppressi, per entrare in

quella degli oppressori.

L ambizioso in

dove una savia

un governo moderato,

in

un governo

legislazione ha saputo dirigere questa passio-

ne, un eroe che desidera tanta autorit, quanta ce ne

per far osservare

le leggi,

per difendere

la patria,

per

vuole

manper

tenerla ne suoi dritti, per conservarla nella sua libert, e


1

Per quel che riguarda

dente capo, ove


al

si

governi misti, io rimando

fatto vedere,

come

le leggi

il

lettore

potrebbero interessare

allantecei

cittadini

bene pubblico colla direzione di quest universale principio d'azione.

Digitize

LIBRO PRIMO.

cittadini,
felicit.

137

richiamarsi con questo mezzo


i

quali

si

la

stima e

la

riconoscenza de'suoi

sforzeranno a gara di contribuire alla sua

Egli un mostro in un governo dispotico che desidera

di godere

regole della giustizia,


gl infelici,

impunemente

del dritto infame di violare


di

dopprimere

disprezzar

le

la patria, e di

tutte le

leggi, di calpestare

rendere pi pesanti

!c

catene che la stringono.

Che
contro

la

morale non

amore

governo, contro
st

urto

del

nell inerzia.

spinge verso

dunque contro

societ

la

si

Con questo urto, con questa forza mal


un moto, ma questo un moto che

ci

la societ si

riempie deroi,

muove acquistando sempre maggior

si

il

corpi politici peri-

sua rovina. Con quest urto finalmente, con

la

vigore,

la

avvicina sempre pi alla sua perfezione.

Dal principio che anima


l

ambizione,

scagli piuttosto contro

si

questa forza ben diretta dalle leggi

societ

che non sanno dirigerlo. Senza que-

sarebbero senza moto,

diretta nella societ


la

scagli

potere; che

le leggi

le societ

rebbero

si

governi, io passo

al

genio e

al

indole de popoli.

CAPO

XIII.

Terzo oggetto del rapporto delle leggi


e

Il

genio e

il

genio

indole de popoli.

indole de popoli

si

pu considerare sotto due

rapporto a quello spirito universale che in ogni et

aspetti

anima

la

ma ggior

parte delle nazioni

e rapporto a quell in-

clinazione ed a quell indole propria di quel popolo in parti-

vengono promulgate. Sotto 1 uno o


consideri, quest oggetto deve avere una

colare, al quale le leggi


l

altro aspetto che

si

grande influenza sul sistema della legislazione. Io cercher


prima d ogni altro di far vedere quella che vi deve avere lo
spirito

universale del secolo, e quindi

l'

indole ed

il

genio

particolare del popolo che deve riceverla.

L incostanza che accompagna tutto ci che ha rapporto


all

umanit,

si

mostra ancora nel genio dominante delle nati*

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

138

cambiamento
le

tempi.

ne' diversi

zioni

Lo

spirito

de secoli si

cambia

col

delle circostanze che concorrono a formarlo; e

vicende che

il

tempo cagiona nel

nel morale e nel politico de popoli.

fisico, le

La

cagiona ancora

legislazione potrebbe

forse trascurarle?

Per persuadersi

di

questa verit, basta gittar

sullistoria delle nazioni e de secoli. Cosa

rassomigli agli antichi? Cosa ha di


la

gli

occhi

abbiam noi che

comune

il

ci

nostro genio e

nostra indole colla loro ? Dov quel trasporto per la guerra

e per le conquiste?
tutti gli spiriti,

Dove quel genio

che armava tutte

belligerante che invasava

e che alterando

le nazioni,

sentimenti istessi della natura, rendeva

meno

cara

la

vita e

morte? Dove sono quei prodigii di valore e di virt? Dove quei giuochi ove il Greco ed il Romano
faceva pompa della sua forza e della sua destrezza innanzi ad
un popolo immenso, dove col soccorso de premii e delle acclamazioni si nudrivano i vivi sentimenti della gloria, e dove
il piacere istesso pagava un tributo alla forza ed al coraggio?

meno spaventevole

la

Oggi questo coraggio e questa forza istessa divenuta inutile.

uomini combattono senza

Gli

guere chi

gli

uccide.

elastica eguaglia

il

toccarsi, e

muoiono senza distin-

Una materia combustibile,

pi debole al pi forte, e

solfurea

ed

pi coraggioso al

pi vile. L oggetto istesso della guerra diverso. Una volta


le

nazioni

gni

si

armavano per distruggere, o per fondare i rei dritti naturali dell uomo. Si combatte

6 per vendicare

oggi perla presa dun porto, per la conquista duna miniera,

per

esclusiva d un atomo, o pel capriccio di qualche

potente. Queste guerre, per lo pi fatte da

acque dellOceano, sono meno


fanno sulla terra ferma

uomo

lontano e sulle

sensibili alle aazioni.

Quelle

sono lente e rare. I nostri paun continuo


siamo in pace in mezzo ad un milione e duecentomila uomini armati di continuo. Uno spirito
di permuta e di commercio agita la terra, e da per tutto non

che

dri,

si

senza truppa

fissa

e mercenaria, erano in

stato di guerra, e noi oggi

pensa ad altro che ad essere in pace ed arricchirei. Chi non


vede qual diversit di principii deve produrre nel sistema

si

della legislazione questa prodigiosa rivoluzione nell interesse,


nell indole e nel

genio de popoli? Che ne sarebbe oggi d

una

LIBRO PRIMO.

139

come

repubblica, le leggi della quale bandissero


l

oro e

argento, proibissero

avvilissero

la

navigazione ed

il

agricoltura e le arti, ed attaccassero

in Sparta

commercio,

un

certo ca-

rattere dinfamia alla mercatura che altre volte contribuiva

decadenza degli Stati,

tanto alla

ma

che oggi divenuta

sostegno e lanima delle nazioni? Che ne sarebbe oggi


ghilterra e dell Olanda con queste leggi?

il

dell In-

Amsterdam

e Ro-

terdam sarebbero allora nell Oceano quello che oggi sono Bel
Mediterraneo Tunisi ed Algieri; quello che furono un tempo
i Danesi e gli antichi abitatori della Norvegia; quello che furono nellAmerica

Filibustieri; e quello che

maggior parte de' popoli barbari che


scere su

lidi

del

la

sono

natura ha

stati
fatti

mare; esse sarebbero due repubbliche

la

na-

pira-

tiche condannate a raccorre la loro sussistenza dall ingiustizia e dalla frode; esse

non ha mai

sarebbero povere, perch

la pirateria

arricchito alcun popolo; esse sarebbero

vacillanti, perch

sempr esposte

alla

sempre

giusta vendetta

delle

nazioni, nel mentre che oggi con un sistema opposto di legislazione, trasportando presso tutte

natura e delle

le

e dando allune

arti,

dominano da per

esse

tutto

nazioni
il

tesori

superfluo

della

deli altre,

dove vi mare, e s'arricchiscono

col consenso de popoli, de' quali accrescono la felicit molti-

plicandone

bisogni.

Ricordiamoci per poco della maniera di pensare degli ane paragoniamola a quella de moderni

tichi,

vuole che

non

le arti

sieno, se

ci

politici.

Platone

non si perfezionino, e che nella repubblica


non quelle che sono essenzialmente necessarie

per

la vita. Egli rifiuta di dar le leggi agli Arcadi ed aCoronesi


sapendo che questi due popoli erano ricchi ed amanti delle

ricchezze; e Focione che vede nelle ricchezze dAtene


della

sua rovina, vuole che

gli artieri

la

causa

sieno considerati

come

schiavi, e per conseguenza privi de dritti della cittadinanza.

Tutta
*

la classe de politici

Egli voleva che

fossero fatte in

un

le

e degl istorici dellantichit

dipinture, che

solo giorno, e

si consacravano netcmpj de* Dei,


non ne accordava che cinque agli scultori per

costruire un tumulo. Plat. de Repub. Per persuadersi del consenso degli antichi

riguardo

a funesti effetti delle

ricchezze, leggasi Plutarco nella vita di Pericle

e Seneca nelle sue lettere, 8, 17, SO, 94 e ilo.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

140

rt

attribuiscono la decadenza delie nazioni alle ricchezze che vi

sono penetrate; e

le leggi di

Licurgo che seppero tenerle lon

mura di Sparta per pi secoli, sono state da essi


come il capo dopera della politica, e l modello

tane dalle

considerate
d

una perfetta legislazione.


Persuasi de' vizi che portavano seco loro

le

ricchezze,

persuasi degl istrumenti di corruzione e di servit che lopulenza e

lusso offrivano alla tirannia

persuasi in una parola

compatiscono Solone, il qualead allontanarsi da questi principi!, emanando le

de vantaggi della povert, essi

fu costretto

sue leggi agli Ateniesi; e


istesso
egli

conosceva

non aveva

ci

fan vedere che questo legislatore

sua istituzione, dicendo che

difetti della

ma

dettate le migliori leggi agli Ateniesi,

le

migliori tra quelle che essi erano nello stato di ricevere.


Cosi

pensavano

gli

greca e della romana politica.

conservare colla povert


il

coraggio,

Questo era

antichi.

sistema della

grand oggetto era di

loro

11

la frugalit,

il

e colla frugalit la forza,

tolleranza della fatica e la rigidezza de co-,

la

stumi. Rivolgiamo ora lo sguardo a moderni. Molto lontani


dal credere la povert

un bene,

cerca che di ricchezze e di tesori.

essi

dicono

a sovrani,

nostri politici

loro voti sono diretti a pre-

popoli, se volete esser

che

al

fuori

di

dello Stato; la vostra corona sar


il

commercio. Siate ricchi,

vostro trono sempre vacillante,

esposte alle rapine de vostri vicini

un gran superfluo, se

tranquilli

finch

vostri sudditi sa-

legge a vostri vicini;

ma

vostro

il

sar temuto, la vostra alleanza sar desiderata,

la

interno

sempre

vostre province

ranno nellindigenza. In mezzo allopulenza


rispettati, le vostre pretensioni

nell

sempre male appoggiata,


le

Procurate, dicono

felici.

vostri sudditi abbiano

volete esser rispettati

non vanno in

gressi dell agricoltura, delle arti, del

nome

vostri dritti

bene appoggiate, voi darete

essi la

daranno a voi, se voi siete

pi poveri di loro.
Qual

dunque

la

causa

di

dire, di questa opposizione di


politici Si

delle

questa diversit, o per

mire tra

dovr forse supporre

gli antichi

inganno e

meglio

moderni

errore in

una

due scuole, o dobbiamo piuttosto ammirare e gli uni e


per aver adattate le loro massime allo spirito ed al

gli altri

:ed by

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LIBRO PRIMO.

141

genio dominante del secolo, nel quale hanno parlato? Listoria

non

dell antichit

ricever

la

ropa non

vedere

fa forse

ci

legge da pi poveri, e
fan forse vedere

ci

popoli pi ricchi

annali moderni dell Eu-

gli

opposto? Ci sarebbe forse niente

da temere nello stato presente delle cose da una repubblica,


che avesse listesso principio, ristesse mire e ristesse
tuzioni di quella di
si

mutata.

ma

il

Non

Roma?

Io

ho detto:

isti-

natura delle cose

pi forte che d la legge al pi debole,

il

pi ricco quello che domina

tempo, nel quale con due legioni

si

ad una nazione intera. Ci Vogliono


tere, e gli eserciti

la

han bisogno

pi povero.

il

finito

il

andava a muovere guerra


eserciti oggi per combatDugento e pi mila

di tesori.

uomini armati per dare o per ricevere


e pi milioni di lire, sono stati oggi

casa dAustria ha dovuto appoggiare

la

morte, e cinquanta

documenti su quali

la

sue pretensioni sopra

le

pochi palmi della Baviera.

Le ricchezze sono dunque divenute

il

primo islrumento

della guerra, e loro e largento sono gli argini

veicoli

delle conquiste.

Secondo questi principii incontrastabili, per-

ch fondali su

fatti

che passano sotto

nostri occhi, secondo

dobbiamo rivolgere
America presso
Europa, ma che
sua madre, presso questo

questi principii, iodico, altrove che noi


i

sguardi timorosi. In un angolo

nostri

un popolo
l

libero e

commerciante,

oppressione ha reso inimico della

popolo,

io dico, s'

dell

figlio dell

innalza una voce che

ci

dice: Europei,

se

per servirvi noi siamo venuti nel nuovo mondo, sappiate che
oggi

le

nostre ricchezze e

acquistare,

non

la

cognizione di quelle che possiamo

soffrono pi una servit oltraggiosa che

pu

essere permutata con una specie di libert che non tarder

molto a metterci nello stato

di darvi la legge, ne

che vi far

un giorno pentire d essere siati gli artefici delle vostre cateLa nostra indipendenza, frutto delle vostre ingiustizie e

ne.

del nostro risentimento,

vantaggi della nostra posizione,

pu avere il nostro commercio, la facilit di


chiamare a noi con un solo atto di volont le ricchezze e

celerit che

agi de' due emisferi,


sciuta nel

tempo

la
ri-

gli

progressi della nostra popolazione accre-

stesso e dalla moltiplicit de

matrimoni che

lopulenza pubblica produce, e dal concorso degli stranieri

H2

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

che

speranza

la

di

migliorar fortuna richiamer sulle nostre

raggi d una nascente libert; tutti questi

rive ridenti per

che d agli Stati ed agli uo-

vautaggi uniti alla superiorit

mini

vigore della giovent, accoppiato

il

al

sentimento della

prosperit, ci render gli arbitri del destino dell' America e

Europa: noi potremo con

della sorte dell

mani le sorgenti
menso che ci, separa da
dalle

delle

voi,

facilit

permetter di compire

parativi delle nostre invasioni,

prima che

lo strepito

pervenuto ne' vostri climi; noi potremo scegliere

campo

'1

momento

nostra situazione

ci

strapparvi

vostre ricchezze; lo spazio im-

ci

delle nostre vittorie;

pre-

ne

sia

nemici,

il

nostri tesori e la

assicureranno sempre della

felicit delle

i
nostri navigli vittoriosi compariranno
sempre innanzi alle coste che non possono essere n ben cun ben difese da potenze lontane; vostri soccorsi
giugneranno sempre tardi; le vostre colonie finalmente, o di-

nostre intraprese;

stodite,

verranno le.nostre provincie, o spezzeranno


soccorso della nostra

alleanza che noi

le

loro catene col

non negheremo mai,

allorch ci ar richiesta dalla voce della libert contro la

ti-

rannia. Privi allora dell'America, e per conseguenza dellAsia

che non

v%|p

nell oscurit

cerca che del nostro argento, voi ritornerete


e

nella barbarie,

dalla quale siete usciti, e la

vostra solatio verta potr garantirvi dalle nostre giuste,

non

ma

profittevoli vendette.

Questa
possono fare

intimazione funesta che

all

le

colonie anglicane

Europa, e un popolo come questo, e non gi

una repubblica di Romani poveri e guerrieri, pu oggi dive1 oggeMq.de suoi timori.
Conchiudiamo: se lo spirito ed il genio dominante del se-

nir

colo lacquisto delle ricchezze, se la superiorit

non oggi

dalla parte della forza, del coraggio e delle virt guerriere,

ma
le

dalla parte dellopulenza; se le nazioni le pi ricche

pi

felici

nellinterno e le

sono

pi rispettate e temute al di

commercio, allacquisto,
alla conservazione, alla ripartizione delle ricchezze dovranno
dunque oggi dirigersi le prime cure del legislatore, una volta
impiegate interamente a formare un animo coraggioso in un
fuori;

all

agricoltura,. alle arti, al

corpo robusto ed

agile.

Dfgitized

le
.

unno
Questa

U3

primo.

grande influenza che

la

genio e lo spirito do-

il

minante del secolo deve avere sul sistema della legislazione,


e questo il gran principio legislativo che i deduco dall esa-

me

rapporto delle leggi col genio e

del

indole de popoli,

considerato riguardo a questo primo aspetto. Consideriamolo

ora sotto

avere

il

secondo aspetto; vediamo

il

influenza che vi deve

genio e lindole particolare di quel popolo al quale

viene emanata.

Malgrado

tante cagioni che concorrono oggi per distrug-

le

gere ogni differenza tra

il

genio,

indole e'1 carattere rispet-

tivo delle nazioni europee; malgrado la comunicazione conti-

nua che hanno


lorigine quasi

tra

loro

popoli

che

comune che hanno avute

governi; malgrado

le

le

abitano;

malgrado

costituzioni de loro

conseguenze dellantico sistema feudale

che si stabili presso a poco cogl islessi principii in quasi tutta


1 Europa, e che per conseguenza ha
dovuto egualmente imprimervi le sue massime, le sue distinzioni, i suoi cavallereschi pregiudizi,

la

sua galanteria, la sua giurisprudenza della

spada, il suo capriccioso ed inconseguente codice delle leggi


dell'onore; malgrado finalmente larmonia delle massime
della morale derivata da una religione

comune,

la

quale se

stata alterata presso alcune di queste nazioni, rimasta sem-

pre l stessa , circi quella parte de suoi precetti che influiscono su costumi; malgrado, io dico, tutte queste cause, il
i

carattere,

non
non

il

genio e lindole delle diverse nazioni europee

rassomiglia; ci

si

cosi grande,

de secoli eroici,
si,

almeno

come
li

si

ci

quali

osserva ancora una differenza, se

era tra quello degli antichi popoli

non

tale che basta per

si

avvicinavano che per uccider-

non poter essere trascurata dal

legislatore e per dover avere una grande influenza nello spirito delle loro legislazioni.

Io

non

solo gli

cerco

effetti. Io

zione vivace,

la

causa di questa differenza, ne osservo

veggo, per esempio, ne Francesi una na-

attiva, facile allinvenzione, raffinata nel gusto,

che ha nella sua vanit uno sprone incredibile per le arti e


per le manifatture; questo mi basta per dedurne che in quenazione pi che in ogn altra, la legislazione deve inco-

sta

raggiare

agricoltura,

larte penosa della quale lontana da

144

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

tutto ci che

pu lusingare

vanit, ha bisogno in Francia

la

pi che in qualunque altra nazione, di un soccorso particolare


delle leggi per

non essere abborrita e trascurata. Senza un

forte incpraggiamento, le manifatture e le arti di gusto fiori-

ranno' sempre in questa nazione; essa dar sempre

tuono

il

moda, essa decider della maniera colla quale gli Europei debbano vestirsi, ornarsi, addobbare le loro case, deformare fino le loro femmine, le quali perdono nelle caricature
della moda quella bellezza che la natura non permette che si
alla

ritrovi fuori della semplicit. Tutto questo


cesi senza

un

raggiamento

si

otterr da Fran-

ma

senza un forte inco-

campagne resteranno

deserte, esse langui-

forte incoraggiamento;

le loro

ranno, come languiscono, per difetto

di coltivatori.

Se

gran

il

Colbert avesse conosciuta questa verit, egli non avrebbe sa-

a^e

crificata lagricoltura

combinati

vantaggi

dell

promovendo

arti;

una e delle

la

prima, avrebbe

suo

altre, e la gloria del

ministero non sarebbe ancora indecisa.

Dando un passo
io

fuori della Francia, versoli Mezzogiorno,

trovo diverso genio, diversa indole, ed un carattere tutto

diverso;

lo'.tfeggo nello. Spaglinolo

una certa onest che risplende


si palesa nella sua
veggo anche una certa ruvi-

ne suoi discorsi, nelle

sue amicizie, che

maniera di contrattare;

dezza

di

io ci

maniere, un certo attaccamento particolare a suoi


unanima disposta alla superstizione, ed un certo

antichi usi,

comparir

spirito d orgoglio che gli fa

per dedurne che

basta

profittare, riguardo

il

vile la fatica.

deve

legislatore

ad alcuni

Questo

in questa

mi

nazione

oggetti, dell indole e del carat-

tere de suoi cittadini, e correggerla negli altri.

pu servirsi, per. esempio, della loro onest e della


buona fede per promuovere e facilitare il commercio incontratti da una gran

Egli
loro

terno ed esterno; egli pu sbarazzare

porzione di quelle solennit che

hanno dovuto altrove opporre


*

La loro buona Ode

Giustino,
-

liti.

Non

araltere del

XLIII, loda

ritrova

si

la

il

ritardano,

ma

frode ed

che

all

leggi

le

inganno.

lodata anche dagli Storici dell' antichit.

loro fedelt nel conservare

sarchile questa la

popolo

li

alla

prima volta, che

far le veci della loro

depositi.

le leggi lasciano al

genio

salmone. Noi sappiamo, che

ed al
>

Ho-

LIBRO PRIMO.
Egli

pu

della loro ruvidezza nelle

servirsi

45

maniere, come

un sostegno per la rigidezza de costumi. Il loro attaccamento particolare agli antichi usi, deve avvertirlo del disprez-

zo, nel quale potrebbero cadere anche le pi utili novit;

deve

avvertirlo che in questa nazione pi che in ogn altra, queste

debbono esser molto ben preparate e con molta sobriet intraprese. La loro disposizione alla superstizione dovrebbe far
vedere al legislatore che la Spagna avrebbe piuttosto bisogno
d'un inquisizione contro

la

soverchia credulit e contro glim-

postori che ne profittano, clic d un' inquisizione contro

religione alla quale

vrebbe mostrargli che

progressi de lumi e

ir-

delle cognizioni

(questargine universale della superstizione)


in questa

Spagnuolo non pare disposto, e do-

lo

si

dovrebbero

nazione pi che in ogni altra accelerare. Finalmente

quello spirito dorgoglio che fa loro comparir vile la fatica,

dovrebbe

fargli

conoscere che nella Spagna non basterebbe

solo che le leggi rendessero profittevole la fatica per

verla.

ma

quell istesso spirito d orgoglio

che oggi

la

disprezza, per farla

desiderar da tutti, rendendola onorevole. Che non

ponga
sibile

promuo-

che dovrebbero nobilitarla, dovrebbero impiegare

la solita

mi

op-

si

obbiezione dellimpossibilit. Niente impos-

ad un savio

legislatore.

Se

lesilio dalla patria,

come

si

osservato poc anzi, divenne un onore presso Greci; se una


buona legislazione seppe render desiderabile l ostracismo; so
i

questera lultimo voto che lAteniese illustre dirigeva agli


Dei in

compenso

delle sue

grandi azioni; se un legislatore

de nostri tempi ha saputo dare nel Settentrione dellEuropa

un nuovo tuono

alla

sce pi, da che

Gustavo

sua nazione; se
salito sul

la

Svezia non

si

ricono-

suo trono; se una rivo-

luzione universale nella costituzione del governo, ne costumi


e fin nella

maniera

di vestire de suoi sudditi, stata prepa-

rata e perfezionata in pochi anni da questo giovane principe;

mani per molto tempo non ebbero leggi particolari contro il peculato, e quando
questo delitto cominci a comparire in Roma fu creduto cos infamante ebe la
,

lib.

XII.)

come una gran pena.


XXXVIII. Platone (De legihus 9
dice che Radamante che governava un popolo pieno di religione non

semplice restituzione di ci che


Leggasi ci

si

era preso

che dice Livio di L. Scipione,

fu considerata

lib.

esigeva per prova, che

Filanfjsri.

il

i.

giuramento.
13

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

146

sar forse impossibile farne una cos facile nella

mio grande oggetto

fosse di fare

questa sola nazione, farei vedere


re, glistrumenti che

questoperazione;

un piano

la

Spagna? Se

il

per
dovrebbe tene-

di legislazione

strada che

si

dovrebbero impiegare, e la facilit di


questo il mio assunto. Io non ho

si

ma non

parlato in questo capo della Francia e della Spagna, che per

mo-

strare in qual maniera deve influire sul sistema della legisla-

zione

il

genio,

indole e

carattere del popolo che deve rice-

quale mi pare

verla. Contento della chiarezza colla

sviluppate
fluirvi

mie

le

L' opposizione de
st

aver

ad esaminare come debba in-

idee, io passo

clima.

il

oggetto;

filosofi

no, allorch

si

e de' politici

riguardo a que-

dare qualche chiarezza ad una que-

la difficolt di

stione cosi oscura

come questa;

e gli ostacoli che

vogliono generalizzare

principii

incontralegislativi

che ne derivano, mi faranno dilungare pi di quello che vorrei in quest

esame. Io spero che questo difetto sar compen-

sato dalla novit, dallimportanza e dallevidenza de risultati.

CAPO

XIV.

Quarto oggetto del rapporto delle leggi:

il

clima.

Si creduto, e si

stato

il

primo

crede forse ancora, che Montesquieu sia

a parlare dell influenza del clima. Quest

un

Si sa che prima di lui quest oggetto non fuggi dalla


penna del delicato ed ameno Fontenelle Chardin, uno de' viaggiatori che ragionano, fa molte riflessioni circa linfluenza del
clima sul fisico e sul morale degli uomini. L abate Dubos sostenne e svilupp i pensieri di Chardin, e Bodino, che aveva

errore.

forse letto nelle opere di Polibio che


il

colore ed

costumi delle nazioni

il

clima forma

ne aveva gi

del suo sistema nella sua repubblica e nel


l

istoria,
*

la

figura,

fatta la

base

suo metodo del-

cento cinquanta anni prima di loro. Prima

di tutti

Machiavelli parla anche dell* iuflueosa del clima sul fisico e sul morale

de popoli in varj lughi delle sue opere.


2

* Septemtrionales populos, dice egli nel

* dilos {ere io officio coitlinere


requitate et imperio rationis.

lib.

V, cap.

I,

australe* rc\igjonis ac numinis

vi et arrais sul>-

melu

celer*

LIBRO PRIMO.
questi scrittori Ippocrate,

samente parlato nel suo

il

147

divino Ippocrate, ne aveva diffu-

trattato celebre Dellaere, delle

acque e

de' luoghi. Viene finalmente lautore dello Spirito delle leggi,

e senza

non

citare alcuno di questi autori,

che alterare

fa

principii d Ippocrate e spingere pi in l le idee di Dubos, di

Chardin e

di Bodino. Egli volle far credere al pubblico d es-

il primo a parlar di questo, ed il pubblico lo credette. Bisogna per altro perdonare questa frode ad un genio creatore,

ser

il

quale avvezzo a pensare da s, credeva dinventare anche

quando copiava. A

pensieri di questi celebri scrittori io ar-

disco di aggiungere anche


tis

non

miei, giacche

difficile inveii-

addere.
Io lascio volentieri

all

autore dello Spirito delle leggi

tutte le sue osservazioni sulla lingua


ciole

eminenze vestite

dun

d alcuni peli o

irco coverta di pie-

da una specie di lanu-

gine, ed intermezzate d alcune piramidi che formano nella

parte superiore alcuni piccioli pennelli che spariscono subito

che questa lingua

duce

maggiore o

il

meno grande
tieri

si fa

gelare, principii da' quali

autore de-

diversi gradi di sensibilit, di forza e di coraggio,

minor urto
per

delle passioni

il

il

trasporto pi o

piaceri ne diversi climi. Io tralascio volen-

queste osservazioni che sarebbero meglio collocate in

un' istoria del microscopio , che in una

credo che

si

debba estendere tanto in

ricerca
l

politica;

morali e politici, come

fa

influenza del clima,

fino a crederla la causa universale di quasi tutti

questautore celebre,

il

fenomeni
quale in

questa ricerca ha mostrato pi bizzarria, pi genio, che esattezza d osservazioni e verit di conseguenze. Io mi guarderei

bene

bene

rienza,
*

dall' urtare nelli stessi suoi difetti, e

dall

abusare

come

mi guarderei

dell istoria e della sacra fiaccola dell espe-

egli fa.

Potrei io, per esempio, asserire coll autore dello Spirilo

delle leggi che


trionali

il

clima quello che

abbiano sempre soggiogati

fa

che

popoli setten-

popoli pi meridionali,

allorch trovo altrettante prove nell istoria per contrastare

questopinione, quante se ne possono trovare per sostenerla ?


I

Romani che furono

soggiogati da' popoli del

tempo, non soggiogarono

Nord in un
tempi?

essi ristessi popoli in altri

*
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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

48

Le

de Brettoni?

non port
I

non trionfarono forse de Sarmati e


Tamerlano partendo dalle sponde dell'Indo,

loro armi vittoriose

forse la conquista fin ne climi gelati della Siberia?

Peruani non soggiogarono forse molti popoli

situati al Set-

tentrione del loro paese? Gli stendardi superstiziosi delle Cro-

non furono

ciate

forse messi in pezzi da valorosi Saraceni?

Quest istesso popolo, uscendo dalle arene ardenti dellArabia,

non soggiog forse molte nazioni, non trionf degli Spagnuoli,


non port la desolazione fin nel centro della Francia? Gli Unni
non abbandonarono forse le paludi Meotidi per caricar di catene molti popoli situati al nord del loro paese?

furono forse
quale

Roma

oggetto del terror di

Romani non avevano ancora

in

Parti

non

un secolo, nel

niente perduto del loro

antico coraggio? Tra popoli pi guerrieri che abbia avuta la


terra, non ci stato forse un tempo
numerare gli Elamiti e gli Egizi? Il

tano dalla

nel quale vi
sole era

Persia ne bei giorni di Ciro?

oggi da pi timidi schiavi,

e degli eroi ?

forse

il

non

clima quello che

fa

che non

si

Potrei in oltre asserire coll istesso autore che


fa

che

lon-

ritrovino

Roma?
il

clima

popoli settentrionali sieno pi amanti della

libert de popoli meridionali,


bilire

pi

fu forse la patria de guerrieri

pi Focioni in Alene, Pelopidi in Tebe, e Decii in

quello che

potevano

si

forse

La Laconia abitala

egualmente

il

quando veggo

il

dispotismo sta-

suo trono nelle arene infocate della Libia

e nelle foreste gelate del settentrione; ne piani fertili dellIn-

dostan e ne deserti della Scizia? Potrei


poli pi settentrionali

sieno

fatti

io

credere che

po-

per esser liberi, quando

veggo la feudalit distendere le sue radici nella Russia, nella


Danimarca, nella Svezia, nell Ungheria, in Polonia ed in quasi
tutta lEuropa? Potrei io credere che il clima caldo condanni

luomo alla schiavit, nel mentre che veggo lArabo vagabondo eludere per tanti secoli il giogo del dispotismo che opprime il Perso, lEgiziano ed il Moro suoi vicini? Sotto l istesso
parallelo, per cosi dire, non vediamo noi il Tartaro indomabile e'1 Siberiano
.

schiavo?

Potrei finalmente attribuire al clima la frequenza de'sui-

cidii in Inghilterra, nel


infelici

darsi la

morte

mentre che veggo pi di cinquanta


mani in un solo anno a

colle proprie

LIBRO PRIMO.
Parigi,' nel mentre che in Ginevra

anno, 6 nel mentre che in

saicidii in ogni

non

coli

149
contano dieci o dodici

si

Roma

conobbe altro suicidio che quello

si

quindi nello spazio di pochi anni, senzach

mutato. Catone, Bruto, Cassio, Antonio e


questo fatale esempio al mondo?

non

Io

la

la finirei

mai

per sette se-

Lucrezia, e

clima

si

fosse

tanti altri diedero

se volessi passare sotto rivista tutti

che Montesquieu attribuisce

gli effetti

di

il

ragione e lesperienza

ci

al

clima,

ma

che in

fatti

obbligano ad attribuire ad altre

cause, se non in tutto, almeno nella pi gran parte da esso


indipendenti.

Il

lettore potr dirigersi all' opera celebre del

Hume, 4

il

quale ha saputo colla vastit delle sue cogni-

sig.

profondit de' suoi

zioni, e colla

pubblico da questi paradossi,

epigramraiche
t.

Ma

siccome

raziocinii disingannare

a' quali

leloquenza e

le

Montesquieu avevano data un aria

di

il

grazie

di veri-

estremi sogliono esser sempre viziosi, io

gli

credo Se questi due autori celebri sieno ugualmente condannabili, l'uno per aver dato troppo al clima,
gli

tutto negato. Scegliendo

di dire:
gli

lche

la

fisico

altro per averio

mi contento

e sul morale de-

ma mai come

uomini, come causa concorrente,

soluta ; 2 che

l'

mezzo,

via di

clima pu influire sul

il

causa as-

sua influenza sensibile, grande ne climi


che sono o estremamente caldi o estrema-

la

forti, cio in quelli

mente

ma

freddi;

che appena

perati; 3 che non

la sola

si

pu discernere ne climi temdun paese riguardo

posizione

al sole quella che ne deve determinare

lunque

sia la forza della

sere trascurata dal legislatore,


allorch sono

utili;
>

Io prego

favorevole
po, prima
dannarmi

il

al

clima; 4 che qua-

il

es-

quale deve riparare agli

allorch sono perniciosi; deve profittarne,

effetti dei clima,

rnti.

il

sua influenza, questa non deve

deve

allorch sono indiffe-

rispettarli,

<wilfcT46 oott

lettore a

non precipitare alcun giudizio poco

metodo che son

d averlo

costretto a tenere in questo ca-

interamente letto;

di superfluit,

vedendo che

Nell anno 1774.


9 Essais
ormi x, Essai 34,

io lo

io

prego a non con-

m impegno

in alcune

<

e particolarmente nel discorso III.

e leggasi

P Esprit

di Elveiio in tutta lopera,

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

150
questioni che

al

primo aspetto pare che sieno estranee

unico oggetto. Allorch


queste

sono

fila, egli si

di fissare

al

mio

vedr dove vanno ad unirsi tutte

egli

persuader della necessit, nella quale

con precisione

lutti

questi

io

per venire

dati,

quindi allo sviluppo de' principii legislativi da essi dipendenti.

Per rischiarare dunque queste proposizioni coll istesso ordine, col quale le ho esposte, io comincio dalla prima.

Non
morale

pu dubitare che il clima influisca sul fisico e sul


uomo. La materia ignea, sparsa sulla superficie

si

dell

del nostro globo, senza dubbio una delle forze della natura,

e questa forza non pu rimanere senza attivit. Essa deve far


sentire

suoi urti cos sopra

mali. L

uomo, quantunque

tuali, riparare in parte agli effetti di

tiva,

ma non pu

scarsezza

di

Luomo

che produce o

il

calore o

dunque riparare

ma non

in

la

di

parte a questo caldo

calore derivalo dall aspetto

rendendole pi delicate; deve, agitando

gli

le

sue fibre,

umori, snervare

suo corpo con traspirazioni troppo copiose; deve finalmente

diminuire
si

la

freddezza del

del sole, o da una causa locale, deve rilasciare

il

at-

potr distruggerne interamente

Un grado estremo

azione.

questa forza sempre

sicuramente distruggerla. Leccesso o

potr

o a questo freddo;
l

gli ani-

facolt intellet-

questa materia sparsa nellatmosfera, nella quale

egli vive, quello

clima.

come sopra

vegetabili,

distinto da questi per le perfezioni

anima, pu, facendo uso delle sue

della sua

il

suo calore naturale,

dimostrato,

sempre

clima. Posto questo,

la

in

il

quale,

come

da' fisiologi

ragione inversa del calore del

parte morale delluomo potrebbe

esser sensibile a questa alterazione che

si

non

cagiona nella sua

parte fisica? Per noi che viviamo ne climi temperati,

quando

un caldo eccessivo sopravviene, non vediamo noi la nostra


memoria illanguidirsi? Non ci vediamo noi sull'orlo dell imbecillit? Pare che un velo ci nasconda le nostre idee; pare
che una forza straniera opprima tutte
lettuali;

Sono

pare che noi abbiam perduto

tanti e cosi forti

corpo, che
l

le

percosse

altro risentirsi.

le

nostre facolt intel-

il

dritto di

disporne.

rapporti del nostro spirito col nostro

dell

uno debbono necessariamente dal-

una stranezza dunque il credere che il*


fisico o sul morale degli uomini;

ma

clima non influisca sul

9
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Go

LIBRO PRIMO.

non

minore stranezza

151

pretendere che questa forza sia

il

lunica che agisca sulluomo.

Se Iq spirito deve soggiacere agli urti del corpo, il corpo


deve anche soggiacere agii urti dello spirito. La dipendenza
reciproca che hanno tra loro, gli obbliga a questa legge. L'educazione, le leggi, la religione, lo spirito, le massime e prini

governo, sono tante forze che agiscono di continuo

cipi! del

uomo

sull

Queste accelerano o ritardano

civile.

promuovono, o frena-

delle sue facolt intellettuali, queste o

no, o dirigono

le

sue passioni; queste fanno che egli

o coraggioso, amante della

o insensibile

libert

sviluppo

lo

sia

o vile

peso delle

al

catene del dispotismo; tutte queste cause morati unite alle

cause fisiche, tra

le

quali

clima ha qualche volta

il

concorrono a modificare
fanno che

egli sia quello

cisamente quali sieno


ste forze

ma

uomo

che

civile

difficile

in generale

la

dire che presso una societ di selvaggi,

un

le

questione,

verit.

hanno

Mi piace

per far vedere quanto

tratto di questo scrittore celebre

potr

si

cause fisiche hanno

incivilita, lo

Niuno pi dIppocrale conobbe questa

morali

le

di rapportare

il
1
.

qui

miei principj sieno

a* suoi analoghi.

odiano

determinare pre-

gradi d attivit di ciascheduna di que-

riducendo

primato, e presso una societ pi


*

il

io dico,

queste cause

tutte

primo

il

luogo e qualche volta lultimo, tutte queste cause,

Esaminando

gli

motivi, pe* quali quasi tutti

cipalmente

la

cagione alla natura del loro

popoli dellAsia

ma ne attribuisce pringoverno Dopo aver accennati motivi

guerra, egli non ne esclude, vero,

la

il

clima,

Baici, egli dice; Propter quas sane caussas imbelle universum

Asianorum gcAsia pars sub


m regibua est Ubi autem non in sua potestate vivunt homines, ncque sui juris
m sunt , sed dominis subjeeti , ibi non mullum curiosi sunt, quo modo se ad
* bollura apparent, imo magia hoc curant
bellicosi videantur. Pericula
, ut ne
enim eis non mqualia instant. Nani hi in militiam proficisci laboresque per-

m nus

exsislit

atque adhuc amplius propter leges.

Maxima enim

mortem oppetere pr dominis

domi
quidem viriliter, et feliciter bel*

lum gesserini dominis inde commoda accedunt, eorumque facultatcs inde


augenlur, verum ipsis praeler pericula, et crcdrs mini demetitur. . At quod
Terre, ac
liberi

uxoribus ac reliquis amicis

suis coguntur, relictis interim

atque

si

ilemque Barbari dominis non subsunt sed jure suo


omnes laborcs lucrifaciunt , illi bellicosissimi omnium

Unde liellicosiores quoque Europeei exstaot, non oh banc solani


existunt.
causano ( allude al clima), sed et propter leges. Non enim rigibus obediuot.
quemadmodum Asiani. Ubi enim sub regibus vivitur, ubi necesse est, homines

quicunque

degunl

in Asia Gricci

sdii ipsisque
.

m Umidissi mos^esse , quemadmodum et supra ostendi.


ribus, aqnis et locis, 39, 40, 41, 64.

Ippocrale

De

ae.

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

152

clima dunque

Il

influisce

sul

uomini come causa concorrente,

Ma

sul

morale degli

ma mai come

causa assoluta.

fisico

tutte le altre cause uguali, agisce egli in tutti

luoghi col-

listessa forza? Eccoci pervenuti alla seconda proposizione.

influenza del clima sensibile, grande


ne climi forti, cio in quelli che tono o estremamente caldi, o
detto che

Si

ma

estremamente freddi;

mi

che

si

pu appena discernere ne

cli-

temperati. Esaminiamolo.

uomo, secondo

osservazione

1*

de fisiologi,

non su-

che dun grado determinato di calore. Questo calore

scettibile

composto del suo calore naturale, e del calore atmosferico del paese, dove egli vive. A misura dunque
che il calore atmosferico maggiore, il suo calore naturale

non

altro che

il

sar minore; e viceversa, a misura che

sar minore,

temperati

il

il

calore atmosferico

suo calore naturale sar maggiore. Ne climi

calore naturale ordinariamente

il

si

equilibra

col

ci qualche differenza, questa


pu dire essere quasi insensibile, se non
nella sua intensit, almeno ne suoi effetti. Ma ne climi forti,

calore dell atmosfera, o se

cosi picciola che

si

neclimi o estremamente caldi, o estremamente freddi, questa


differenza deve essere molto grande, deve essere necessaria-

mente molto

sensibile. Se, per

esempio,

atmosferico supera di due terze parti


in
il

un

altro paese

il

calore atmosferico;

1*

canismo degli abitanti


opposta, che

il

un paese

in

il

calore

calore naturale; e se

calore naturale supera di due terze parti

gli effetti

alterazione che

di questi

si

produrr nel mec-

due paesi,

cos grande., cosi

che deve produrre cos nello sviluppo

delle loro facolt fisiche,

come

delle loro

facolt

morali da

quelle in gran parte dipendenti, debbono necessariamente palesarsi

anche

all

occhio dell' osservatore

meno avveduto. Chi

non vedrebbe nella Groenlandia o nel Senegai l' influenza del


clima sul temperamento, su costumi, sulla maniera di vivere
degli abitanti di questi due paesi? Ma chi potrebbe avvedersi
di questa influenza in Parigi, in

stantinopoli? Io

non dico che

bia alcuna influenza

cosi insensibile che ci bisogno d

vorevole

al

Genova, in Napoli,

in questi paesi

il

in Co-

clima non ab-

dico solo che questa cos picciola

una prevenzione molto fa-

sistema di Montesquieu per avvedersene. Ne climi

V
*

LIBRO PRIMO.

dunque

forti

l'

manda:
clie

la sola

determina

153

influenza del clima grande, sensibile,

ne climi temperati appena

la

ma

pu congetturare. Ma, si doun paese riguardo al sole quella

si

posizione d

natura del suo clima ? Sotto

istesso paral-

non si potrebbe forse trovare un clima estremamente caldo, ed un clima estremamente freddo; un clima temperato,
ed un clima forte? Questa la terza proposizione che ci siam
lelo

proposti d esaminare.
Io mi contento d' illustrarla col fatto. Se la sola posizione
un paese riguardo al sole dovesse determinare la natura

del suo clima, per calcolarne

non

si

dovrebbe

gradi del caldo o del freddo

far altro che osservare

de minuti che separano

il

il

parallelo, sotto

numero

de gradi e

quale situato,

il

dallequatore. Questoperazione sarebbe molto facile;

geografo

chfe la farebbe,

non dovrebbe.far

ma

altro che salire

il

su

d* una monta gn'vicina o discendere verso una vicina spiaggia del

mare

conoscerne

goder

situata precisamente nell' istessa latitudine, per

la fallacia.

situati sotto

Egli troverebbe che tra dugenlo paesi

istesso parallelo,

dell istesso

meno

versit pi o

appena due o

tre

potrebbero

clima; egli troverebbe negli altri delle di-

misura che

sensibili,. a

le

circostanze

lo-

cali sarebbero pi o meno diverse; egli vi troverebbe anche


qualche volta un opposizione decisiva. Sotto l istesso paralle-

lo, nel quale lAffrica bruciante, le Cordeliere del

sono forse sempre coverte


fredda non

si

di

neve? Tutto

diffonde forse nel

quella che per

la

il

nuovo mondo sopra

sua posizione riguardo

Per non

rigore della zona

al sole,

la

met

di

dovrebbe es-

ser temperata? Terranuva, una parte della nuova Scozia e


del Canad sono paesi situati nel medesimo parallelo di quello
che passa per la Francia; il paese degli Eskimaux, parte di
Labrador, e i paesi situati nella baia meridionale di Hudson
sono sotto il medesimo parallelo della Gran Brettagna; e nulla

di

meno qual distanza


Non dunque la

infinita tra loro climi .

sola posizione d

sole quella che deve determinarne

sce

la

natura del clima

d*

il

un paese,

un paese riguardo

il

grado costante di ca-

lore o di freddo che vi regna nellatmosfera;


I

Robertson

htoria

dell

America,

lib.

al

clima. Ci che costitui-

IV.

e questo non

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

154

dipende solo dalla latitudine,

molte altre circostanze

locali,

ma pu
1

come

dipendere anche da

dallelevazione del paese

mare; dallestensione del continente; dalla natura del

sul

suolo; dalla vicinanza deboschi; dallaltezza e posizione delle

montagne adiacenti;

da venti che vi spirano con frequenza e

da molte altre simili circostanze


Persuasi

me

da

dunque

della verit delle tre

prime proposizioni

esposte, io vengo alla quarta che quella che pi inte3

mio argomento.

ressa al

che qualunque sia la forza

detto

Si

del clima, questa


il

non deve

quale deve riparare agli

dell

influenza

essere trascurata dal legislatore ,

effetti del

clima, allorch sono per-

niciosi ; deve profittarne, allorch sono utili; deve rispettarli,

allorch sono indifferenti. Ecco dove vanno ad unirsi tutte le


linee che

si

sono

fin

ora

tirate.

Noi abbiam detto* che, sebbene

uomo come
nulla di meno
sull

causa assoluta,
suoi influssi

come

cosi sul fisico,

sul

il

clima non influisca mai

ma come

causa concorrente,

debbono necessariamente agire

morale degli uomini.

Il

legislatore

potrebbe dunque trascurarli?


Si detto inoltre

pre

istessa;

sentire;

che

che
la

che

non semfanno dove pi c dove meno,

influenza del clima

suoi influssi

si

sua influenza ne climi

ne climi temperati lo molto

deve produrre nel sistema

forti

mollo grande,

meno. Qual diversit dunque

legislativo questa diversa forza del

clima ? Esaminiamolo.

Riguardo a climi, la massima generale che gli estremisi


si avvera. Ne climi estremamente caldi e ne climi
estremamente freddi, lo sviluppo delle facolt morali dell' uomo viene egualmente impedito dal clima. Il calore naturale

toccano,

dell

uomo, come

si

osservato,* essendo sempre in ragione

inversa del calore del clima, viene estremamente diminuito

estremamente caldi, ed estremamente accresciuto


climi estremamente freddi. Queste due cause fisiche oppo-

ne climi
ne

Vedi Varenio, Geopr.iphiar genfalis

Nella prima proposizione.

Nella seconda proposizione.

Nell*

esame

della seconda proposizione*

Capo XXVI, Prop.

I.

LIBRO PRIMO.
ste

producono

ugualmente

naturale meccanismo

il

mente impedire
possono

Io

uomo

nell

155

istesso effetto morale.

Siccome esse alterano

dell

uomo, debbono ugual-

sviluppo delle sue facolt morali che non


essere indipendenti dal suo

simo rilasciamento delle

fibre,

mas-

fisico. Il

tenuissimo attrito de

il

moto dellanimale

fluidi,

estremamente caldi, rendono l uomo d una estrema debolezza , d una sensibilit tenuissima, e per conseguenza d una stupidit grande.
Dell istessa maniera ne climi estremamente freddi la massima
lentezza del

la

rigidezza e tensione delle fibre,

somma

la strettezza

il

ne climi

massimo

de vasi sanguigni,

attrito de fluidi,

un sangue crasso ed

infiammabile debbono necessariamente produrre

torpore e

il

Che ne deriva da questo? Ne deriva che gli urti


debbono essere tanto ne climi estremamente caldi,

la stupidezza.

delle leggi

quanto ne climi estremamente freddi, ugualmente


ottenere

gli effetti

moto

politico

parlato,

si

che

si

legislatore di

ster al

per

forti

desiderano. Ne' climi temperati ba-

trre

che d vita

gli

alle societ;

non basta trre

gli

produrre quel

ostacoli, per

ma

ne climi, de quali

ma

ostacoli,

ci

bisogno de-

Grandi premii, grandi minacce,

gli urti e degli urti fortissimi.

uneducazione pi robusta, unemulazione risvegliata con

massima energia
dalla libert,

mi

temperati per portarla

animata anche
i

dalle leggi, unindustria animata

al

massimo grado

dalla munificenza del

mezzi co quali

il

legislatore

clima, allorch sono perniciosi.

pu qualche

che non

al sole quella

governo

la sola

locali

il

la lor

vicinanza delle

gl

tolti
'

clima,

parte.

ma

ri-

che

Or queste

le

cir-

sono molte volte riparabili. Se esse dipendono

maremme

delle

la

la legisla-

popolazione e lagricoltura,

boschi tagliati, vedr asciugate le

impedimenti che trattenevano

Nella lerza proposizione.

acque, dalla

o da altre simili cause,

zione in questi casi, favorendo


i

Questi sono

posizione d un paese

che ne determina

dalla moltiplicit de' boschi, dal ristagno

vedr

ma

d attivit,
ec.

pu riparare agli effetti del


Ma vediamo un poco s' egli

circostanze locali vi hanno anche

costanze

la

solo

volta riparare alla causa istessa.

detto

Si

guardo

non

beneficii della quale basterebbero ne' nostri cli-

il

maremme,

vedr

corso delle acque;

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

156

vedr, in una parola, diminuirsi

sopprimono

che

si

Non

questa

biamo

rigori del clima a

misura

cause che concorrevano ad inasprirlo.

le

una vana ed

Noi ne ab-

astratta speculazione.

infinite esperienze

come

cosi nell' antico,

nuovo

nel

emisfero. Listoria delle vicende fisiche del nostro gloho,

somministra

esempi,

infiniti

ci

avvenute

dell alterazioni locali

ne climi di molti paesi, derivate da progressi o dalla deca-

denza della popolazione e


abitate.

La dolcezza

dopo che
armi

co loro

che

dell industria de popoli

del clima dItalia

barbari venuti dal nord

costumi e colle loro

non

hanno

riconosceva pi,

si

devastarono colle loro

la

La popolazione e

leggi.

in-

dustria degli Olandesi animata dalle loro savie leggi e dalla


loro libert, ha corretti

rigori dellantico clima deBatavi.

L istesse cause han prodotti


della

gl istessi

molti paesi

effetti in

Germania, nellInghilterra e nella Pensilvania.

Gli eroi

che abitano quest ultima regione han sapulo sottrarsi con


ugual gloria da rigori del

della loro antica metropoli.

Una buona

que qualche volta temperare


facilit

potr dunque profittarne allorch son utili?

Ne nostri climi temperati, ne quali


ritardare accelera nell

dove

la

uomo che

la

tellettuali;
stini

pu dunpu sempre
con quanta

legislazione

rigori del clima;

allorch sono perniciosi;

ripare a suoi effetti,

maggior

clima che dalle oppressioni

loro

uomo

moderata

lo

la

natura

in

vece di

sviluppo delle sue facolt in-

elasticit dell aere pare

che de-

respira a godere del dono esclusivo di spie-

gare rapidamente tutta

la

sua attivit

dove n

soverchia

la

rigidezza e tensione delle fibre derivate da un estremo freddo,

il

soverchio loro rilasciamento derivato da un estremo cal-

do, non cagionano


sibilit;

la

stupidezza, n diminuiscono

dove lenergia

de' corpi, al vigore degli

della

la

sua sen-

volutt unita alla robustezza

uomini,

alla fecondit delle

femmine

promuoverebbe infinitamente la popolazione, se le cause morali non rendessero per cosi dire inutili gli sforzi favorevoli
fisiche; ne nostri climi finalmente, ove la dolcezza dell aere offre all' industria un campo che non ha confini; ove tutte le arti e tutte le manifatture, cosi quelle che han
delle cause

bisogno dellaria aperta,

come

fuoco, cosi quelle che richieggono

quelle che
il

han bisogno del

genio, come quelle elio

157

LIBRO PRIMO.
richieggono

forza

la

negli artefici, tutte possono essere

ugual fortuna coltivate; ne nostri climi

con qual

facilit la legislazione

con

temperati, io dico,

potrebbe ottenere

progressi

della popolazione, dellindustria, delle arti, delle manifatture, dell istruzione pubblica? Io lho detto: per ottenere queste

cose ne climi

forti, ne climi

estremamente freddi

estremamente

caldi, o ne climi

vogliono degli urti e degli urti fortis-

ci

simi; per ottenere queste cose ne climi temperati, per otte-

nerle per esempio nella nostra Italia, basterebbe trre


ostacoli. Sforzi piccioli si richieggono

legislatori di queste felici regioni.

spianata

la

strada, per

quale

la

condotti alla prosperit. Sono

le

dunque da voi) o

la

gli

felici

natura quella che ha

vostri popoli possono esser

vostre leggi quelle che l'han

riempiuta di sassi, di bronchi, dimpedimenti vergognosi.

Rimettete dunque questa strada nello stato nel quale


tura

aveva

nare

la

abbandonate a

lasciata, e

lei la

cura

la

na-

di perfezio-

sua opera.

Ecco come

il

clima allorch son

pu profittare degli effetti del


vediamo ora come debba rispettarli,

legislatore
utili;

allorch sono indifferenti.

Tra

gli

effetti

del clima ve

perniciosi, n utili;

ma

ne sono alcuni che non sono

che sono indifferenti. Contrastare

in questi casi colla natura uno sforzo inutile che non pu

produrre mai alcun bene,

ma

che spesso pu cagionare de di-

sordini molto perniciosi.

Se una specie dindustria per esempio, se alcune arti,


se alcune manifatture sono contrarie
il

legislatore

al

clima

una nazione,

promuovendole, non urterebbe forse

rore grossolano? Questindustria, queste

arti,

in

un

er-

queste mani-

non rimarrebbero forse sempre imperfette? Non sarebbero forse sempre poco profittevoli a
coloro che lesercitano? Le braccia sacrificate a queste occupazioni, non potrebbero forse con maggior profitto degli artefatture ad onta delle leggi

fici

e dello

Stato essere impiegate a quelle manifatture, a

quelle arti, a quella specie dindustria che

chiede? non potrebbe

la

il

clima soffre e

ri-

nazione col superfluo di queste abbon-

dantemente provvedersi di quelle che il clima le nega? Se


un arte ha bisogno di molto fuoco, potrebbe ella esser coltivata
Filangrri.

l.

IV

,
I

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

158
con profitto

un paese ove

in

clima estremamente caloroso ?

il

e se ha bisogno dell aria aperta, potrebbe ella esser esercitata

con vantaggio in un paese estremamente freddo? Che dovrebbe


dirsi d'

un

legislatore che volesse stabilire

nel Zanguebar, o

un commercio

arte de cristalli

navi sulle

di costruzione di

spiagge gelate della Lapponia ? Troppo lontano o troppo vicino

equatore, in un clima molto caldo, o in un clima

all

molto freddo,

uomo pu

esser inabile ad alcuni lavori, ed a

certe occupazioni, nelle quali riuscirebbe con felicit

un

in

clima dfverso.

Non omnis
Questo

si

pu dire anche

fer

omnia

dell*

tellus.

uomo. Opporsi

questi casi una bizzarria inutile e perniciosa.

tore

dunque

ciosi,

che ne

profitti allorch

sono indifferenti, e che imiti


Ebrei,

il

son

utili,

la politica

quale proib di mangiare

senza squama e senza

ali, stabil

natura in

Che

il

legisla-

la

che

rispetti allorch

li

legislatore degli

del

carne di porco,

pesci

alcune lavande purificatone,

ma non

uso
ad un popolo che viveva sotto un cielo caloroso, ed
il clima rendeva perniciosa questa spe-

ordin T astinenza ed
dell olio

alla

ripari agli effetti del clima allorch sono perni-

il

digiuno

prescrisse

mai

in un paese nel quale


cie di

condimento

Dal clima

io

a suoi abitatori.

passo

all altr

oggetto fisico del rapporto

delle leggi: alla natura del terreno.

CAPO XV.
Quinto oggetto del rapporto delle leggi :
o

rilit

la fertilit

la sterilit dei terreno.

terreni considerati relativamente alla loro fertilit

possono ridursi in tre diverse

classi.

uomo;

ne quali la generosit della natura relativa

all

coloro che

sempre

li

quantunque

innaffiati dal

tatori. Sotto questi diversi aspetti

il

steil

iu quelli

industria di

coltivano; ed in quelli finalmente che

sterili,

In quelli ne quali

suolo d tutto con picciolissimo soccorso dell

rimangono

sudore de loro abi-

legislatore

deve conside-

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LIBRO PRIMO.
rare

il

159

terreno della sua nazione. Nel primo di questi casi,

siccome

un piccolo numero
pu con meno pericolo proteggere
perch in un terreno cosi fertile,

classe produttiva richiede

la

persone,

legislatore

il

manifatture e

arti:

le

classe de manifatturieri

non sar mai

cosi

di
le

la

numerosa da poter

togliere alla terra quelle poche braccia che essa richiede per

raccorre

sua

frutti della

Nel secondo caso

al

fertilit.

contrario,

molte braccia per coltivarla,

quando

la terra

richiede

soverchia moltiplicazione della

la

classe degli artieri e de manifatturieri deve esser prevenuta


dalle leggi; facendo esse l'opposto e moltiplicando le arti e gli
artisti a spese dell agricoltura

recherebbero un doppio male

allo Stato. Esse trascurerebbero

sono

i benefcii dell agricoltura che


prime sorgenti della ricchezza delle azioni, senza per

le

altro giovare alle manifatture, poich

rate derivato

non

il

prezzo caro delle der-

consumazione,

dall eccesso della

ma

fetto della produzione, senza giovare a' proprietari,

necessariamente diminuire

alzando

il

bert.

lo

dal di-

dovrebbe

smaltimento delle manifatture,

prezzo de lavori. Questo fu l'errore del celebre Col>

quando il terreno
non produce niente col maggior soccorso deldebbono eccitare all industria, alle

Nella terza supposizione finalmente,


cosi sterile che

luomo,

allora le leggi

arti, al traffico quelle braccia che

rifiuti del

suolo scoraggi-

scono, per compensare cojde produzioni delle mani lavarizia

come Itene divenne il paese dell abbondanza su le arene del Pireo: ecco come Tiro e Sidone chiamarono l opulenza ne paesi della sterilit: ecco come lOlanda
sotto un cielo tempestoso e sopra un terreno vacillante ed
della natura. Ecco

esposto di continuo agl insulti del mare, ha innalzata

grandezza
bert.
4

vedere

Non
la

la

sua

commercio, altretquando sono uniti a benefcii della liLa natura del terreno non dunque un oggetto da
co benefcii dell industria e del

tanto pi profittevoli

si

dovranno maravigliare coloro ebe

veloeitk, colla quale io scorro sopra

leggeranno questo libro, nel

questi oggetti,

quali pare

che

dovrebbero richiedere un esame pi distinto : ma siccome questi principi dovranno essere sviluppati nel seguente libro di questopera, io non ho voluto far
qui altro che accennare le cose pi generali, j>er dare unidea deprincipj che
derivano dal rapporto delle leggi colla nature del terreno.

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

160

trascurarsi nell intrapresa de codici.

zione e

Non

la situa-

XVI.

Sesto oggetto del rapporto delle leggi

Se

meno

'

CAPO

la

la situazione locale

estensione de) paese.

situazione e

estensione d un paese influiscono


di quel

genere proprio dellindustria

sul

lo

estensione del paese.

l'

popolo che labita,

debbono necessariamente influire anche sul sistema della sua


legislazione. Supponiamo, per esempio, che una nazione sia situata su

lidi

del mare, che sia provveduta di canali di

comu-

nicazione e di porti, che abbia d intorno nazioni sprovvedute


di arti e di mestieri, e per conseguenza obbligate a ripetere

altronde

reno

frutti dell industria,

sia cosi picciola

abitanti; questo stato

che

estensione del suo ter-

che non possa supplire

avr allora tutte

le

bisogni de suoi

apparenze che pos-

sono eccitare un popolo ad essere manifatturiere e commerciante, e le leggi

debbono in questo caso secondare

disegni

della natura.

Tutte queste circostanze sincontrarono


lorch

gli

abitanti delle province unite scossero

zione spagnuola
Il

nell

Olanda, al-

domina-

la

e cominciarono a pensare a loro interessi.

mare che bagna questa

libera regione, offeriva loro le pro-

duzioni di tutta la terra e la comunicazione coll universo.


sterilit del
le

suo terreno,

la

La

picciolezza della sua estensione

acque che ne nascondevano

il

suolo nel tempo istesso

e
che

facilitavano la comunicazione nell interno, lobbligavano a cer-

care altrove

mezzi della loro sussistenza. L'Europa, nella

quale essa occupava un posto cosi infelice, era ancora nell

ignoranza.

La maggior parte

delle nazioni che l'abitavano,

separate dalla guerra e dalla discordia,

si contentavano di ci
che loro offeriva un terreno mal coltivato, e un traffico che

non

si

estendeva pi in

l de limiti di

ciascheduna provincia.

Tutto dunque invitava, o per meglio dire, obbligava gli

commer-

Olandesi a formare un popolo di manifatturieri e di


cianti. Essi

videro nel corrfmercio

che forse per

maggior

la

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LIBRO PRIMO.

parte delle nozioni non 6 che un interesse accessorio,

1*

appoggio della loro libert, della loro vita e della loro


stenza. Senza terra e senza produzioni essi

dunque
la

loro educazione, le loro

sistema
st

finalmente della

si

trovano da per tutto

Quando Pietro
fatto pi se

avesse

sussi-

che dalla

loro prosperit particola-

la

massime

di

governo, tutto

il

legislazione fu diretto a que-

loro

unico oggetto, e levento ha giustificata

Ma non

unico

determinarono

di far valere quelle degli altri popoli, sicuri

prosperit universale nascerebbe


re,

si

la

loro condotta.

le istesse disposizioni.

Grande, questo principe che avrebbe

il

meno intrapreso, quando

de, io dico, intraprese

Pietro

gran progetto di eccitare

il

poli alle manifatture, alle arti

ed

al

il

Gran-

suoi po-

commercio; quando

egli

volle creare una marineria formidabile per facilitare e proteg-

gere questo commercio, non

si

avvide che

la

situazione e

estensione del suo paese si opponeva a questo disegno. Un


impero che racchiude, considerato nella sua maggior estenuno spazio di duemila e dugento leghe di lunghezza, e

I'

sione,

di ottocento di larghezza, un impero cosi sprovveduto di uo-

mini che, per calcolo

fatto,

non pu contare che

sei

uomini per

ogni lega quadrata, potrebbe senza distruggere interamente


l

agricoltura torre

tante braccia dalla coltura

della terra,

per destinarle alle manifatture, alle arti, alla nautica? Ma


quando anche la sua popolazione fosse stata proporzionata alla
sua estensione, e quando

mettere questo sagrificio,


tuazione.

una e

l'altra avessero potuto per-

glielo

avrebbe impedito

La Russia ha poche

sono abitate, molte sono

coste,

la

la

sua

si-

maggior parte non


sprovveduta di

inaccessibili, essa

porti, e quell istesso di Cronstadt che serve di porto a Pie-

troburg, uno de pi

infelici

e de

meno

sicuri dell

Europa.

due mari che bagnano questo vasto impero, sono, come si


meno favorevoli alla navigazione ed al commercio.
Finalmente la sua vicinanza collInghilterra, collOlanda
e co Danesi doveva far. coni prende re a questo principe, che
il commercio di propriet e di' produzione doveva solo con

sa, de

venire a questa gran monarchia, e che conveniva nelle circostanze nelle quali erano allora

le

cose, di lasciare a suoi vi-

cini quello di trasporto.

n*

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

162

La concorrenza era quella che

doveva promuovere,

egli

un
mani de soli
compre come nelle

e quest' quella che fu trascurata. Si lasciato per quasi

secolo intero
Inglesi

vendite.

commercio

il

che han data

La grand

della Russia tra le

legge, cosi nelle

la

arte consisteva non nel formare una mari-

neria commerciante,

ma

e le nazioni istesse del

nell invitare

Danesi,

gli

mezzo giorno a concorrere

Olandesi

coglinglesi

commercio. La Russia avrebbe allora venduto pi e


comprato a meno. Ala queste riflessioni non bastarono per disa questo

togliere

il

zar Pietro dalla sua intrapresa. Egli vide

fiorire sotto gli auspicii della

diversit

alla

infinita

Olanda

sua armeria. Egli cred di po-

tere ottenere listesso fine coglistessi mezzi, senza

badare

delle circostanze. Questa funesta igno-

ranza dellarte pi interessante per chi governa, dellarte, io


dico, di combinare,

zione di Pietro
utile.

Ed

il

in fatti,

accompagn infelicemente lamministrala rese pi brillante che

Grande, ci che

qual vantaggio rec egli

Con tutta il suo genio, con


che togliere alcuni

tutti

piccioli mali,

suoi

sudditi?

sudori che sparse, non fece

ma mise

il

suggello a pi

grandi. Egli diede alla Russia pittori, statuarii, manifatturieri


e piloti;

ma

accrebbe

il

numero

minciare da quello dove doveva

deglinfelici. Egli volle


finire;

co-

cerc di ripulire la

sua nazione, prima di farla uscire dalla miseria; cerc di ri-

formare

nalmente
glesi in

costumi, prima di riformare


di

la

costituzione; cred

fi-

poter far nascere un popolo d Olandesi e d In-

mezzo

al

dispotismo ed alla feudalit de Russi.

Ecco perch tutte le sue leggi, il suo zelo, suoi viaggi


non furono utili che per Pietroburgo, ed adornando questa produzione delle sue mani, non fece altro che richiamare alla
memoria degli uomini l' idea di quel colosso mostruoso che
aveva una testa d oro sopra un busto di fango. Regola generale: bisogna cominciar sempre dal principio e contrastare
quanto meno si pu colla natura. per questa ragione appunto che la siluazione, lestensione del paese e la natura
i

del suo terreno sono tra


santi, co quali
l

il

intrapresa di un

il

numero

legislatore

nuovo

degli oggetti pi interes-

deve combinare

le

sue mire nel-

codice.

Ogni picciola differenza

in

questo genere di cose pu pro-

1G3

LIBRO PRIMO.

interessi delle nazioni, e per con-

durne una grandissima negl

seguenza nel sistema della loro legislazione economica.


Nel seguente libro

si

svilupperanno meglio tutte queste

verit che io non ho fatto qui che accennare, per dedurne

Non

principii generali di questa scienza.

tanto, quanto
tit d idee

ci

cosa che io tema

dir troppo. Io rigetto in ogni capo una quan-

il

che mi

si

presentano. Questo un sacrificio che

fo alla sobriet, virt necessaria per chi scrive,


infiniti sforzi per acquistarsi.

voluto dimostrare

in

Tra

ma

io

che costa

verit che io avrei

le altre

questo capo, e che lesame del rapporto

delle leggi coll estensione del paese avrebbe resa opportuna

all'argomento che ho per


bilit d

le

mani,

ideare un buon piano di

ci

era quella della possi-

legislazione

anche pel pi

vasto impero della terra.

Un

errore, del quale lautore dello Spirito delle leggi

stato forse T origine, e che da una falsa esperienza ha ricevuta

un apparenza di verit, ha sedotto una gran porzione de modomini di granderni politici. Si crede generalmente che
i

destensione non sieno Suscettibili d altro governo che del


dispotico, e che

il

problema

d'

una buona legislazione non

sia

risolvibile che ne piccioli Stati.

di

La grand estensione d un paese dovr dunque privarlo


questo beneficio ? Dovranno dunque grand imperi languire
i

sotto

il

grandi

giogo del dispotismo? Sar forse vero che


in

natura sieno

perfezionare un colosso,

corpi pi

pi imperfetti, e che larte non possa

come perfeziona una

picciola statua ?

Questopinione sarebbe troppo funesta, troppo


stante per

rattri-

umanit, per non essere oppugnata. Ma io lascio


il far ravvedere lumanit

allaugusta istitutrice delle Russie

da questerrore, e

il

mostrarle col fatto

intrapresa. Nel caso che

st
all*

il

questo somministrer una prova


nione di questi

immensa
han

dell

fatti della

delle sue leggi.

politici, io

li

impero
moderazione
della

la possibilit di

que-

suo codice non corrisponder

espettazione dell Europa, ed

al

suo zelo; nel caso che

di pi

in

favore dell opi-

prego di ricordarsi dellestensione


China e degli elogi che essi stessi
del suo

governo e della saviezza

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

IGI
'

V;

'.

X'

'

C.:$ : .V

V.

c-vro xvii.
Settimo oggetto del rapporto delle leggi

Niun oggetto ha tanto richiamata


quanto

legislatori della terra,

il

paese.

la religione del

cura de pi celebri

la

rapporto delle leggi colla re-

ligione del paese.


Nell infanzia delle

presso

nazioni,

popoli nascenti, la

un culto che un aggregato di dogmi.


Si erigeva un altare, simmolava una vittima, si spargevano
alcuno libazioni per ottenere qualche favore da numi, 0 per
placarli, e questo era quello che si chiamava avere una reli-

religione stata piuttosto

gione.
Si

cominci quindi a credere che

premiare

virt e punire

le

Dei dovevano un giorno

Ma

delitti.

idea di queste virt

e di questi delitti era vaga e spesso erronea.


volte ordinava quello che

la

religione alle

morale ordinava. Tra questi contrasti tra

che

la

morale, tra questi errori, tra

la

La

morale*probiva, e proibiva quello


la

religione

nozioni de delitti e delle

le

dovevano interporsi per


sostenere con una mano quello che si urtava coll'altra. I Dei
viziosi del paganesimo non potevano sicuramente prescrivere
a mortali una morale che le loro pretese azioni avrebbero contradetta; n un culto che non si risentisse delle loro follie e
di que loro delitti istessi che la cieca e stupida credulit aveva
imparatola venerare insieme co sognati mostri che li avevano

virt, del bene e del male, le leggi

'

Allorch

il

rispetto per gli antichi usi

la

semplicit

la

supersliiione

hanno stabilito in una repubblica alcuni misteri , o alcune cerimonie che offendono il pudore, allora, dice Aristotile ( Polii ., lib. VII, cap. 17), la legge deve
permettere che
per

le

padri di famiglia vadano

loro mogli e

pe" loro

figli.

Svctonio

che Augusto proib a'giovani dell'uno

cerimonie notturne
corrervi nudi. Noi

mettevano
a
le

agli

che ristabilendo

sappiamo

stranieri

di

e
le

al
(

Tempio
in

feste

Lupercali, proib

filialmente che le leggi nel

tempo

si

misteri
ci

dice

ad alcune
giovani di

istesso

onorare Cibile colle frigie cerimonie,

di mescolarvisi; ed allorch da' Romani


cerimonie indecenti ed oscene erano proscritte.

Romani

a celebrare questi

Angusto, cap. XXXI,)

dell' alito sesso d'assistere

che per-

proibivano

celebrava questa festa, tutte

LIBRO PRIMO.
commessi.

li

Greco ed

Romano

ii

poteva

farsi

un dovere

religione, di credere agli oracoli o a sogni, di regolare

05
di

sue

le

anioni colle profezie della Pizia, col volo degli uccelli, coll'appetito de polli sacri, colle osservazioni degli auguri

aruspici;

ma non

poteva sicuramente

farsi

un dovere

o degli
di reli-

gione d esser casto, sobrio e moderato. Nel mentre che colui

che aveva rapita

era da
egli

venerato come

lui

vedeva che

delitti

Europa e

la bella
il

il

giovane Ganimede,

padre de numi

mentre che

nel

pi vergognosi non avevano impedita

lapoteosi dalcuni uomini che egli aveva imparato a

vene-

come numi; nel mentre che gli emblemi di Venere, delle


Grazie e degli Amori risvegliavano la sua volutt, ed accenrare

devano

suoi viziosi desiderii; nel mentre che

degli orli e del vino esigeva

il

il

Dio osceno

suo culto; nel mentre che

la

dea onorata con egual fanatismo e con eguale indecenza in

Amatunta,

non

in Citer

in

Pafo, a Gnido ed in Idalia pareva che

volesse altro incenso che quello che

pori della volutt, che non


di quelli del

si

si

compiacesse d

mescolava

co' va-

altri sacrificii

che

pudore, che non esigesse altro culto che quello

delle passioni; in una parola, nel

mentre che

il

credulo

poli-

suoi
vedeva circondato da Dei che proteggevano
suoi piaceri; in questo mentre, io dico, i costumi,
mollo lontano dall ottenere un soccorso dalla religione, ne ricevevano le pi fatali scosse. Il loro unico punto d appoggio
teista

si

vizi e

doveva esser
rare

saviezza delle leggi,

la

mali che

la religione

religione istessa,

la

le

quali

dovevano ripa-

cagionava, senza distruggere

quale era riguardo ad

la

altri oggetti assolu-

tamente necessaria al buon ordine della societ. Non ci vuol


molto a vedere quanto dovess essere difficile cosa, il riuscire
in questa intrapresa. Ma non si pu dire l istesso nello stato
presente delle cose.

Oggi che nellEuropa si profcssa una religione divina;


una religione che non altera, ma che perfeziona la morale; che
non distrugge, ma che garantisce la societ e lordine pubblico; che alle minacce delle leggi contro

delitti

aggiugne quelle

un giudice giusto, contro del quale non giovano n le tenele mura domestiche; una religione che frena e dirige
tutte le passioni; che non gelosa soltanto delle azioni, ma

bre, n

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

>06

dei desideri e de pensieri; che unisce

il

suddito

al

sovrano; che disarma

mentre che ordina

il

cittadino al cittadino,

piano

la

magistrato di vendicare

al

<Jell
i

offeso, nei

suoi torti; che

prescrive un culto, che ordina alcune pratiche religiose, dalle


quali

luomo dispensato

subito che

bisogni dello Stato lo

richieggono; una religione, io dico, di questindole non deve

molto imbarazzare un

Basta che

legislatore.

egli la garantisca

daglinsulti della miscredenza e della superstizione; basta che

conservarla nella sua purezza, purezza che

egli procuri di

pu essere alterata

da suoi

nemici,

come

da suoi ministri;

basta ottener questo per poter tutto sperare dalla religione

niente temere da suoi abusi.

Ecco

la

gran differenza che

colle false religioni,


I

ed

ii

ci

il

rapporto delle leggi

rapporto delle leggi colla vera.

principii che derivano dal

cipii di

tra

primo, debbono essere prin-

correzione, e quelli che derivano dal secondo,

debbono

essere di semplice protezione: di semplice protezione, iodico,

giacch tutto quello che previene

gli

abusi della religione fra

di noi, giova pi d' ogn altro alla religione istessa.


di leggi,
stici

per esempio, che limitasse

che cercasse di proporzionarlo

il

numero

gione, che impedisse egualmente a

membri

Un corpo

degli ecclesia-

a veri bisogni

di

della reli-

questo sacro

corpo, di nuotare nell' opulenza che davvilirsi nelle miserie;

che privando una porzione del sacerdozio de fondi e de do-

mimi, che stanno male impiegati tra le sue mani, sottraesse


tempo istesso laltra dalla* umiliazione drandar mendii mezzi della sua sussistenza, costituendo, come si os-

nel

cando

server altrove, alle propriet della prima, ed alla mendicit

un

della seconda,

salario proporzionato alla gerarchia, alle

funzioni, agli obblighi di ciaschedun ministro del santuario

un corpo di

leggi di questa natura,

prevenendo una gran poril pi

zione degli abusi che macchiano la religione, ne sarebbe

fermo sostegno ed

tempo

istesso

il

il

miglior garante; egli favorirebbe nel

decoro della religione e la prosperit dello

Stato. Questo evidente.


fosse ristretto,

quando

religione, allora

il

Quando

il

numero

degli ecclesiastici

fosse proporzionato a veri bisogni della

sacerdozio potrebbe trovare maggior rigi-

dezza di costumi e maggior perfezione ne suoi individui; ai-

LIBRO PRIMO.
lora lagricoltura, le arti,

il

167

commercio conterebbero tante

braccia di pi, che oggi intruse nel santuario discreditano la

comu-

religione, e son di peso allo Stato; allora nella nostra

nione pi che in ogn altra, ove


zio, a misura che

il

celibato unito al sacerdo-

verrebbe a diminuire

si

il

che dovrebbero reggere a quest astinenza

gnore
la

si

numero di
la

servono,

pace delle famiglie e

la

coloro

del Si-

onest coniugale sareb-

bero meno turbate da ministri dellaltare, e


si

mensa

vedrebbe meno macchiata dalle sozzure di coloro che

meno

risentirebbe

del sacrificio che essi

la

popolazione

fanno della loro

virilit.

Della maniera istessa, quando

scerebbero n

gli ecclesiastici

col loro fasto,

non cono-

eccesso delle ricchezze in una parte, n lec-

cesso della povert nell altra, essi non irriterebbero


si

richiamarebbero

il

uomini

gli

loro disprezzo colla

loro miseria.

Finalmente quando

le Stato intero, e

non

la

privata carit

de' fedeli, provvedesse al loro sostentamento, allora la loro lin-

gua, destinata a predicare


della morale, non

si

le verit della religione

di ripetere dallo Stato

una

richiesta, o

divenir sospetta

dogmi

che servono;

allora la verit che essi predicano, non essendo pi


d

degraderebbe col mendicare una sussistenza

che essi hanno un dritto

il

titolo d

esordio

una prestazione, lascerebbe

allora finalmente

impostura e

zione fuggirebbero lontano dal santuario, non potendo pi

venire una sorgente di ricchezze.


Ecco come dovrebbe esser protetta
e questi sono

di

la superstidi-

la religione cristiana,

principii generali che derivano dal rapporto

delle leggi colla religione dell Europa. Per non cadere in ripetizioni inutili io mi riserbo di sviluppare questi, e di esami-

nare
st'

gli altri

meno

opera, dove

si

generali principii nel sesto libro di que-

parler delle leggi che riguardano la

reli-

gione.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

16 S

CAPO

XVIII.
\

Oliavo oggetto del rapporto delle leggi

la

maturit del popolo.


v

Tutti

cominciano

Stati

tempo intorno
forza

"l

popoli cominciano dall esser fanciulli


dall esser, deboli. Essi vacillano

cune,

alle loro

prima

gli

per molto

d acquistare

per abbandonarle. Durante questo tempo

debbono necessariamente

tutti

bastante

le loro leggi

risentirsi delia loro debolezza e della

loro infanzia. L inconseguenza e la leggierezza di questa et

deve necessariamente trasparire a traverso de loro codici,


come si palesa nella loro maniera di pensare, ne loro usi,
ne loro costumi, nel loro culto.

Essi cominciano quindi ad uscire da questa fanciullezza.

Quasi insensibilmente

loro corpi

si

sviluppano; essi acqui-

stano una giusta estensione. L effervescenza della pubert, seguita dal vigore della giovent

Lorgasmo, nel quale sono

fa

loro tutto intraprendere.

allora tutte le loro fibre, gli ob-

come per

bliga ad agire. Questa per gli Stati,

gli

uomini,

let delle passioni, de desiderii, delle speranze, de pericoli;

questa Y et, nella quale o essi soccombono alle loro intraprese,

o sarricchiscono collindustria, q singrandiscono


Qui comincia la maturit de popoli, e questo

colle conquiste.

il

tempo

della rifazione de loro codici.

Finch durava

la loro fanciullezza,

infanzia della legis-

lazione era propria dello Stato nel quale essi erano. Allorch

cominciavano ad agire, allorch l azione divenne per essi un


bisogno, allorch gli avvenimenti si succedevano colla massi-

ma

rapidit, allorch laspetto della societ

si

cambiava in

ogni giorno col cambiamento degl interessi, de rapporti, collacquisto o di nuove province, o di

nuove sorgenti di ricchezze; durante questo tempo una savia amministrazione


doveva supplire al difetto delle leggi, doveva contentarsi di
ripararle come poteva; ma doveva aspettare che la sorte del
popolo cominciasse a fissarsi; doveva riserbare ad un tempo
di

maggior quiete

la

grande intrapresa

tico edificio delle leggi

di gittare a terra

lan-

che nella prima et del popolo era forse

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LIBRO PRIMO.

169

'

opportuno, e che nella seconda non poteva esser che

ripa-

rato.

Questo tempo
la sorte d

quale
sto
i

di

maggior quiete; questo tempo nel quale

un popolo comincia

a fissarsi; questo

veri interessi della nazione

tempo finalmente nel quale

materiali proprii per gittare

si

si

fondamenti

tempo

nel

possono conoscere; que-

manifestano a chi governa


stabili e durevoli

derivata da una serie d' avvenimenti


potrebbe senza di questi esser che precaria;
, non
questo tempo, io dico, quello che chiamasi maturit d' un
popolo. Lepoca dunque della maturit dun popolo dovrebbe
d

una prosperit che

fortunati

esser quella della rifazione del suo codice.

Quest epoca venuta per

la

maggior parte dalle nazioni

europee: ne hanno esse profittato? hanno esse pensato a questa necessaria rifazione?

Ahi
zia.

Le

-,

nostri codici sono ancora quelli della nostra infan-

che

leggi

ci

dirigevano dieci secoli fa, seguitano an-

cora a dirigerci. Noi eravamo nella nostra fanciullezza cacciatori e pastori

e noi lo siamo ancora ne nostri codici .

creduto doversi
questi codici,

tempo
queste nuove leggi
fare da

delle antiche, dalle quali


d allontanarsi

e che

si

Se

si

tempo alcune addizioni a

si

sono fabbricate sul piano

nostri governi

in

non hanno ardito

lasciano sussistere tutte insieme.

questa raccolta immensa, a questo mosaico

di

centomila pietre

di diversi colori accozzate senza ordine e senza proporzione


si dato

il

nome

giurisprudenza. Nel tempo della nostra

di

maturit noi non abbiamo fatto altro che moltiplicare

mero

di

queste pietre.

La massa

cresciuta in

il

nu-

volume ed

in

deformit.
Questi sono
la

monumenti

maggior parte de popoli

renza colla quale

innalzati alla giustizia presso

Europa, e questa l indiffehan messo mano al granQual meraviglia dunque che la

dell

loro governi

d edificio della legislazione.

loro prosperit sia stata cosi precaria, e che la loro maturit


sia stata seguita cosi presto

da una decrepitezza che

gli

avvi-

cina alla morte?


1

Per poco che

si

ahhia cogoiaione della presente giurisprudenza

non

si

premi ci a per enfatica quest* espressione.


Filutigeri.

l.

Io

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n
LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE;.

170

Popoli, non disperate.


di

mente

scorso. Se

Il

tempo

vostri governi

di riparare a

questo

di-

questa negligenza, non ancora intera-

supplire a

fetto,

han lasciato passare

la sta-

gione pi propria e pi opportuna per la vegetazione di questa


pianta salutare della legislazione, sappiate chcjla saviezza,
zelo ed

che

talenti di coloro

la filosofia

che oggi

ha loro dati,

li

libri

compongono,

luminosi

il

soccorsi

che sono com-

parsi su tutti gli oggetti che interessano la felicit pubblica,

prevenzione istessa del volgo contro

la

c di

sicurezza, formano un concorso

disordini

esistono, e contro la giurisprudenza che

che oggi

priva di propriet

ci

di circostanze cosi favo-

revoli per la rifazione de' vostri codici, che non si sarebbero


sicuramente incontrate prima di questo tempo. Se i governi
vi si determinano, se essi vogliono profittarne, se non sdegne-

ranno

di

chiamare in soccorso la ragione e i suoi ministri per


le loro ommissioni, la loro antica oscitanza,

questo lavoro,
la perdita

dun tempo pi opportuno, sar sicuramente com-

pensata

centuplo; voi non vedrete soltanto

al

pitezza sparire,

ma

speranza istessa

dell'

Con questo

la

vostra decre-

acquisterete col vigore della giovent la

immortalit. 1

felice

augurio

io

termino questo libro, nel


regole generali della

quale non ho fatto altro che sviluppare

le

scienza della legislazione. Sviluppando

principii generali della

esaminando

bont assoluta delle leggi e della bont relativa ,


<

Io potrei a questo proposito dire, ci che Demostene ditte agli Ateniesi,

per indurli a non disperare

nell infelice loro situaiione. Ateniesi

disse egli,

non

disperate, io vi prego, rifleitendo sulla vostra sorte presente, per quanto funesta possa questa apparire agli occhi vostri.

deve oggi essere

gente
stri

il

fondamento

delle vostre sperante.

colla quale si

indifferente

La causa

maneggiano da

come

si

conveniva

le

forse la vostra negli-

voi gli affari

fJ.it

ra

ya p

ei )aipi$ov

causa de* vo-

sono

ope-

allora

al

ouv oux aflo/trire

cctSpti AOnvatot. roit notpouai npcr/p-xiiv, ou $ ei navi

Soia

la

poich, se avendo

cose fossero nello stato nel quale ora

che non ci resterebbe niente da sperare. Ilpurov

Non

maliT Quest* istesso dunque vi deve incoraggiare

rato

sventure

istessa delle vostre

fxvot e^ttv
, raro tepoq

aurcov ex tu 7rapeXr)Xu0OTOs 3(poeti

raro rt ooSer, a avSpef


Aflrjvaioi, tov Si iivtwv ttoioovtojv juuv, xaxog ra Ttpayp-ara *x tl
eneiTOiye et navfl npoarixf nparrorror i rat tijftv,
av XlttS vi*
aura fiiXriu yevteOat. Demostene nella prima Filippica. Il pessimo stato
/teXXovra (SsAtijov nae^et -Ttsuv

della

nostra

nccessarj.

legislatione

Correggiamo

le

ci

fa

vedere

s;c

che

mali

che soffriamo non

nostre leggi, e noi sarenvguariti.

sono

LIBRO PRIMO.

sti

che costituiscono questo rapporto, cercando in que-

rapporti

diversi stati delle nazioni, e per conseguenza la

differenza che

non ho

ci

deve essere nel sistema delle loro

fatto altro

perficie di

che osservare

questo immenso

sguardo, volgiamo ora

le

il

miche saranno
Queste saranno

le
l'

il

Approssimiamo ora

lo

nostre mire alle parti che lo comle leggi politiche

prime a richiamare

la

ed econo-

nostra osservazione.

oggetto del seguente libro che sar compreso

nel seguente volume di quest opera.


Qui Coiva

leggi, io

tutto insieme e la sola su-

edificio.

pongono. In questa nuova ricerca,

ITI

gli oggetti

primo volume

della ediaiooe originale.

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172

LIBRO SECONDO.
DELLE LEGGI POLITICHE ED ECONOMICHE.

CAPO

I.

Delle leggi degli antichi, e particolarmente de Greci e de

riguardo

Due sono, come


gli

si

alla

Romani,

popolazione.

veduto nel piano di questopera,

Politiche ed Economiche: la popolanon vi societ, e senza


sussistenza non vi sono uomini. Ognuno vede lo

oggetti delie leggi

zione e

mezzi

ricchezze. Senza uomini

le

di

stretto rapporto di

prima

d ogni

promesso,

io

questi due oggetti

tra loro. Io parler,

Fedele a ci che ho

altro, della popolazione.

comincio questo libro

brevit ci che

si

esporre colla maggior

dall

pensato dagli antichi legislatori, e parti-

colarmente da Greci o da Romani, per incoraggiare


Ogni ragione

lazione.

di

la

metodo richiede che prima

popo-

di

dire

Penetriamo dunque nell antichit. Dimentichiamoci de secoli che


la dividono da noi, ed erigiamoci in censori di ci che si

quel che

si

deve fare,

pensato, di ci che

per

si

si

parli

di

quel che

operato presso

si

fatto.

nazioni pi culte

le

moltiplicazione della specie.

la

Presso tutte

governo,

le

di

zione ha richiamata

et

legislatori

mini un bisogno
Ebrei.

in ogni specie di
han veduto nella moltiplicit degli uoprima necessit. Ecco perch la popola-

nazioni, in tutte

la

prima loro

cura.- Io

non parlo degli

troppo noto in quale abominio era presso questo

Era il rispetto per l opinione


pubblica che obbligava un Ebreo a riprodursi, era il timore
dell infamia che lo costringeva a secondare il voto della napopolo

il

celibato e la sterilit.

tura. In niuna nazione, dice


1

il

dotto Seldeno, 1

il

crescite et

mul-

Giovanni Seldeno nel Diritto del/a natura a delle genti fecondo la di -

tciplina degli Ebrei. Lib. V, cip. 6.

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L
tiplicamini,

presso

si

l II

0 SECONDO.

173

osservato con maggior religione, quanto

Ebrei. Noi leggiamo nelle sacre carte

gli

loro popolazione.

gressi della

Le

le

pi ammirabili, ri-

guardo a questoggetto? Ma lasciamo da parte


le.

Le sue

rapidi pro-

emanate dalla

loro leggi

sapienza infinita, potevano non essere

il

popolo d'Israe-

leggi son troppo note per obbligarmi a

in questo luogo la
le altre nazioni:

memoria. Vediamo quel che

si

rinnovarne

fatto presso

cominciamo da Persiani.

In ogni anno, dice Strabone,

re di questa fertile regio-

ne, propongono premi a que cittadini che daranno pi


Questera, come

allo Stato.*

si

pu vedere

in

figli

Erodoto,

il

grand oggetto delle leggi di questa nazione. La loro religione


istessa, le

loro

massime

morale,

di

contribuiva a questo fine comune.

gione de maghi, che era


po, insegnava che

le loro

Uno

de

la religione della

opinioni

dogmi

tutto

della reli-

Persia in quel tem-

azione pi grata alla divinit era di fare

un

figlio, di coltivare un campo, di piantare un arbore. Se


Abuie di Sun Pietro avesse voluto creare una setta, non
avrebbe sicuramente potuto predicare un dogma pi utile di
1

questo.

Mi piace di riportare qui


loro Sadder, che e

Zenda
e

il

decimo nono

articolo

del

deLcelebre ed antico libro del

ristretto

Prendi una moglie nella tua giovent: questo

Vesta.

mondo non
gua,

il

che

un

passaggio; bisogna che

il

tuo figlio

ti se-,

che la catena degli esseri non sia interrotta. Qual mi/

Basta leggere netta Bibbia listoria delle guerre di questo popolo per per-

popolatone Noi aliLiamo nel lib. I, de Paralip XXI,


i combattenti, toltone te trib di Levi e di Beniamino, erano 1 ,570,000.
Supponendosi dunque in queste due trib un numero uguale d Ebrei
alla guerra, bisogna dire che questo popolo aveva 1,601.000 persone in
istato di portar larmi lo che suppone una popolaiiooe di 6,764,000 uomini.
Questa popolanoue ci sembrer altrettanto straordinaria, quando osserveremo,

suaderci dell eccessiva sua


5. 6, che

idonei

che

Palestina, per quel che ne dice

la

il

dotto Templan, non destensione, ehe

la sesta parte dell Inghilterra.

Basta leggere

Ebreo

c.

(lib

III,

de Bell Jnd.

la

descriiione che ci

lib.

LXIX.

lib.

XV.

TiOsaii

iri

fa

Giuseppe

3.), della Galilea, per convincerci della mera-

vigliosa popolasione della Palestina. Leggasi anche ci che ne dice

/.xi oi ftoiaiXtif

xdXx

it oiurexviKj

xoct

Dione Cassio

ut o{-

Strali.,

pag. 733.

3 Lib.

I,

cap. 135.

13*

by

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

I7i

mezzo potevano adoperare

glior

incoraggiare
rale,

dogmi e

legislatori della Persia per

popolazione che di chiamar in soccorso

la

la

Ma

religione?

mo-

la

se la religione de Persiani

era ammirabile per promuovere la popolazione, quella della

maggior parte delle repubbliche della Grecia non lo era meno.


In tutta la Grecia, dice Musonio, non si poteva essere
celibe

impunemente. Le
1

tro sesso.

premi pe' pa-

leggi stabilivano mille

dri di famiglia, e la sterilit era

Siccome era un

punita nell uno

delitto

il

e nell' aldisporre della sua vita,

cosi era un delitto il disporre della sua posterit. La legge


vedeva egualmente nel suicida, che nel celibe un uomo che
abusava de suoi diritti, un cattivo cittadino, un distruttore
della societ. Bisognava adunque allontanar 1 uomo da questo delitto, bisognava animarlo alla virt opposta. Ecco lo spirito di tutte quelle leggi greche relative al coniugio ed al
celibato. L istoria non ci ha tramandate che quelle dgli

Ateniesi e degli Spartani che giova qui rapportare. 8

In Atene, dice Dinarco,* n gli oratori,

potevano essere ammessi

dellesercito,

pubblica prima di aver


dice

Ebano,

figli;

bastava aver tre

bligo di far la guardia, e

bero da

tutti

ed

in
figli

al

comandanti
della re-

per quel che ne

per esser esente dall ob-

botava averne cinque per esser lisiccome nell una

pesi della repubblica. Pi

e nell altra repubblica

governo

Sparta,

il

celibato

era

punito,

introdus-

In
ugamia, o 9ia

sero alcune formole d accuse proprie per questo delitto.

Atene, dice Polluce,


del celibato;

si

chiamava

ed in Sparta

all

accusa

dell

accusa del celibato vi aggiun-

sero anche quella della opsigamia e della cacogamia, cio di

Tnjv

*
HopoOtro itoXwzoiiftai et a?ap -/ cp. /.ai avtfet /ai yu*aizi, /ai
aTTaiiiav tiri?J/iio/ /ars? >)<Tav Leg. Muson aprii! Stobnum,ttrn\. 73.
9 Io non so come queste riflessioni sodo sfuggite dalla penna del celebre
,

Montesquieu.

Che

si rifletta

per che

io

ragiono qui sulle massime de'Greci,

quali

non

guardarono mai il celibato cogli occhi della religione.


5 Dinarchus, Invertiva in Demoslh.
4

N epos

eiav
var. fiistor.,
egli
i

tov 7ra/wc<rx^/Jtevov
rps i$, are
nsyre, 7ra*wv twv ).irw/;ytwv asioOai. .Klian.

Tot; litapitcf.Tcu^

ypvptt-S* T0 7
lib. VI, cap. 6 . L* istesso riferisce Aristotile colla differenza

credeva che bastassero anche quattro

figli

per esentare

pesi della Repubblica. Arist., lib. II. Politic. cap. 9.

che

un cittadino da tutti

UDR SECONDO.?!

jjM

...

che

coloro

tardi

ivr

175

-7

prendevan moglie, o che

prendevan

la

male.

L unione legittima de due sessi era dunque un dovere


presso gli Spartani

ma

disfare,

un dovere che non bastava solo

che bisognava sodisfarlo bene, ed

opportuno. Tutti

misura che

della generazione, s indeboliscono a

vecchia.

Il

di sod-

un tempo

in

organi del corpo, quelli particolarmente

gli

ma

coniugio di due vecchi inutile;

uomo

quello

s in-

dun

vecchio con una giovane, o d un giovane con una vecchia

doppiamente pernicioso; perch nel primo caso

un campo che potrebbe essere coltivato,

colto
si

perdono a secondare un terreno

lascia in-

si

e nel secondo

sterile quelle

acque che

potrebbero essere con maggior profitto 'impiegate in un

reno pi

mia
che

Queste

fertile.

pene contro

riflessioni fecero

e della cacogamia,

condanna, che

il

gli

altri simili disordini,

buon ordine

civile

ter-

Spartani alle

quelle dell opsiga-

oggetto non avevano

le quali altro

prevenire questi ed

di

che

agamia aggiugnessero anche

non

che

la

natura

soffre, e che le leggi

debbono punire.* Ma con quali pene erano puniti questi delitti? Le leggi ebbero ricorso all' infamia, questo rimedio
il pi opportuno per prevenire
delitti in una repubblica,
nella quale
cittadini non hanno ancora imparato a disprezzarc l'opinione pubblica? La pena dei celibi, dice Plutarco, 3
i

xi

ASiivaioi nopiaov t >]v ayaum ypaprv jrapa


hcr.xt$xip.ono'Jt
lyauiH, xat xaxeyajuuov. Julius Pollua? in Onomastico, lib. Vili,
,

oi|>

cap. 6.
3

dini.

Le

Uno

leggi romane, non lasciarono di mellere ostacoli a quest istessi disor-

de capi della legge Papia

Poppe

aveva questoggetto: Xexagenario masculo

della quale

si

parler in appresso,

quinquagenaria /emina nuptias


Papiam Popp. comm.,

contraltare jus ne esto. Leggasi Einercio ad leg. Jul. et


lib. I, eap. 5. pag.

81, 82.

Nel Senatusconsulto Pisciano

quagenaria,

licei injerinl

si

anche , ut srxagenarit , et quinpanis lamen cahbatus subsinl per-

stabili

malrimonium

petuo. Eineccio ibid

P/utarchus

in vita

lycur. Lo

stesso autore ci apporla

un

fatto, dal

quale si pu dedurre che all altre pene,minacciate in Sparta contro il celibato


aggiugneva quella di privare il vecchio celibe da quegli ossequi che la gio-

vi ai

vent

gli

doveva. Pervenendo in una picciola assemblea un vecchio e rinomato

capitano, un giovane ebe vi si trovava


seduto, dicendogli: Tu non me ne hai
verterlo

Ouf/ctp cp.01

O'J

non volle cedergli il banco sul quale era


sostituito uno, che debba un giorno a me
tov Uirei?sVTK yeysvvjjra;. Questa risposta arro,

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

176

e di dover andar

era di essere esclusi da giuochi gimnici,

nudi nellinverno per

piazza pubblica, cantando un inno

la

pieno di derisione per

li

cio di coloro che tardi

si

ne dice Ateneo

ara, e d esser quivi battuti dalle donne. L istoria

vicino

all

non

parla delle

ci

ammogliavano, era, per quel che


condotti in un giorno di solennit

d' esser

Quella poi degli opsigaini,

celibi.

pene minacciate contro

meno

da presumersi che non erano

Queste erano

le

cacogumia,

la

ma

oltraggiose.

due repubbliche dominanti

leggi delle

della Grecia per incoraggiare la popolazione. Quelle dell altre

repubbliche

sono perdute co

si

che erano foggiate


lo

vedere chiaramente. Nel mentre che Epami-

fa

colpo mortale era per morire,

Amico,

nonda,

io

ne

gli si fa

muori cps senza

tu

due:

lascio

Mantinea sono

della storia ce

fatti

rapportato da Diodoro f

gli altri

nonda generale de Tebani, dice quest


dice:

peraltro da credersi

piano. Molti

sull islesso

fanno congetturare; uno fra

Siculo, ce lo

secoli.

due

figli

che

fortunata repubblica, dove

da un

innanzi Pelopida e

figli?

vittoria

la

islorico, ferito

gli

No, rispose Epami-

di Leuctri e

io lascio alla patria .

quella

di

Felice et,

primo dovere
del cittadino, e dove un uomo che muore senza figli, ha bisogno di due vittorie per lavare questa macchia 3
Dalla Grecia io passo finalmente Roma. Io veggo presso
questo popolo le leggi per promuovere la popolazione incominriproduzione

la

il

ma

gante Don solo non Tu punita,


aveva in Sparta per
I

Athen.,

re

XV,
*

tv

XIII, pag. 655.

farci

il

dispreaao che

ai

Atuxrpuit

Ma

Aia /ttv, aX/a xaraXeiiro duo 0u yxai ti>v tv Mavrivta. Diodor. Sic.

vi xqv,

cap. 87.

La

moltiplicit delle colonie greche atabilile tulle cotte dell'Italia

lAiia e dellAfrica, Del difetto di

per

fu applaudita; lauto ara

relibi. Piai. ihid.

Ori Tteuraj artxvofj

rtpaj,
lib.

lib.

conoarere

la

qualunque

altra

prova,

ci

, deldovrebbero battere

tavietxa delle leggi de Greci dirette alla molliplicaaiooe

della tpecie. Dione, lib. XII,


avendo perduti molti ciltadioi

Tucidide,

non ebbero

lib. Ili, ci

dicono che

a far altro

loro metropoli per ottenerne 10.000, e riempir coti

il

Trachiniensi

che ricorrere a Sparta

vuoto della loro*popola-

aione; e Plutarco nella Vita di Tiinomone ci dire ebe Timoleone avendo cacciato Dionitio da Siracuta, eil avendo truvata quetta citt e quella di Selinuniio,

ealremameote spopolate, invit


sone che ne accettarono

ramente ad

altri.

Greci a

lofi'erta.

stabilirvisi, e tubilo

Una madre che ha pochi

60,000 pernon ne da sicu-

trov

figli

LIBRO SECONDO.
dare con

Roma

giori prerogative

con questo mezzo

ed

la

padri su

si

veduto,*

uomini, ed

d attivit in tutti gli

il

popolo fecero

non allignasse
zi,

figli

Numa

5
:

io lo

veggo andare

ad ottener da padri

venere, che rendono insopportabile


il

quindi ne tempi

gusto

piaceri

io

li

posteriori stabilita la

veggo obbligare

niaria chiamata la

<

Geli

lib.

XVII.

Dionis. dAlic.,

Lib

Dion.,

I,

il

dell'

censori scagliarsi di continuo contro

popolazione;

re,

il

prendere.

e per allontanarli da sediziosi

che han perduto

specie di gover-

senato ed

le

migliori

prostituzione, inimica della popolazione,

Roma

in

per eccitare

mogliarsi ,

la

del

continuo regolamenti per -determinare

di

matrimonio.* Io veggo

misure, affinch

amore

gran principio

aringa rapportata da

Dione, che ne primi tempi della repubblica

cittadini al

dell

il

in tutte le

no. Io sento Augusto che dice nella sua

77

mag-

le

maggiori diritti
ed incoraggiare

figli;*

popolazione col soccorso

che, come altrove

potere,

veggo Romolo accordare

padri di famiglia; dare

mariti sulle mogli

Io

istessa.

multa uxoria

7
.

il

il

mezpermesso dam-

in cerca de'

piaceri della

vaga

matrimonio

a coloro

innocenza.

Io

veggo

censura; io veggo

celibato e favorire la

celibi

ad una pena pecu-

Io leggo in

Gellioun fram-

cap. G

liti.

II.

pag. 96.

cap. 12.
lib

56.

Era costume presso i Romani che te novelle spose, nel mentre che ti
faveva il sacrificio a Giunone Dea protettrice delle notte, ne toccassero lara;
onde ne venne, che tangere arnm Junonitel nubere erano la cosa istessa. Numa
dunque, per allontanare le donne dalla prostituiione, volle che colei che si fosse
anche per una sola volta prostituita con un marito altrui, non potesse partecipare
a questonore, se prima non avesse offerto un sacrificio JsaXX*TTSxov , cio
despiasione a questa Dea, vessila in abito di lutto, e colla manierala pi umiliante del mondo. Leggasi Eineccio nrl suo Comm. ad leg Juliam, et Papiam
Poppen m lib. I, cap II. Le parole di questa legge di Numa ci sono state tutte
conservate da Pesto Pelle* aram Junonis ne tagito, tei tagit, Junonei crenebit
*

demiseis ac fon fceminam esectilo. a Leggasi Festo nella voce pellex.


8 Egli virile che un padre che avea dato ad un figlio il permesso di

non

ammo-

avesse pi

il diritto di venderlo. Queste toltole parole di Plutarcor


uiov avy/uptiust yvvxixa ayayt-jQai... ptixtTi t>) eftmav
ervac Tot 7rocT,si ttwXsiv tov uiov Plutarco in Numa pag. 71. Non ci vuol
molto vedere quanto questo stabilimento dovesse muovere i figli ad ottenere

gliarsi,

Exv

7rocr](S

il permesso di ammogliarsi.
Leggasi Festo nella voce uxorem.

da padri
1

Censores (dice Valerio

Massimo)

illos

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

178

mento

si

solo

punire

di

Io

veggo

ma

celibato,

il

e per conseguenza privi per legge del diritto

chiamati in testimonio.

dal

conten-

figli

alla re-

confidenza pubblica,

celibi esclusi dalla

si

che accordava mille

che avevano somministrati

a que cittadini

pubblica

non

rileva con certezza che la censura

quale
tava

premi

di P. Scipione Africano censore,

d un orazione

poter esser

di

veggo finalmente colla maggior mel abborrimento


de Romani pel

Io

raviglia ne' tempi posteriori

matrimonio

in

mezzo a

tante leggi che lo proteggevano, e

sotto gli occhi de censori che pareva che

oggetto che di moltiplicare

servono

gli

servono

le leggi,

urti,

fittarne?

quando
quando i

che serve

numero

il

ostacoli sono

gli

cittadini

censura

la

non avessero

Ma

de coniugi.

non sono

maggiori?

altro

a che

che
pro-

in istato di

'quando

corruzione

la

Noi sappiamo a qual eccesso era giunto il lusso


donne romane, quale era la loro corruzione, quale era

universale.
delle
il

deloro ornamenti, e quanti erano

fasto

loro volutt. L istoria ci ha conservati

ornatrici, delle vestiplici,

de cinifloni,

ministri della

lussuosi

nomi

delle

delle psecadi, delle

tessitrici , delle untatrici, e di tanti altri esseri fastosi, "che

lusso de
le

Romani rendeva un oggetto

donne. Noi sappiamo

nenza pubblica
ci

sono noti

sforzi

di

la

il

prima necessit per

progressi che aveva

Roma ; 3

in

gli

fatti

inconti-

moltiplicit de servi

ci

nota;

dell'Asia,

e di tutte le

dell Affrica,

province per rimpiazzare questa infelice classe di uomini destinata

ad essere

islrumento,

pascolo e

il

la

vittima del

cselibes pervenerant A. E. R. A. pceoa nomine in


a rariuni deferre jussiiie. Lib. IL cap. 9.
* a Animadvertimus
quarti censor
( dice Gellio ) in oralione P. Scipionis,

m omnes, qui ad seneclutem

a habuit ad populum,
a

tuta Geredt

-a inter

inter ea, quee reprehendebat,

id etiam euro culpasse

quod

prtemia patrum prodesaet. Gellio,

La prima questione

giuramento

era questa

Ex

filius

quod

conira

majorum

inali*

adoptivus patri adoptatori

V, cap. 14.
che si faceva a coloro che si presentavano per far
animi lui senlentia, tu rqtinm habet, tu uxortm
lib.

habest Sala tua fede, ci assicuri tu davere un cavallo, davere una moglie!
Senza questo doppio requisito la legge credeva che non si potesse prestar fede
a colui che giurava.
4 Si parla

de tempi della decadenza della Repubblica.

d Augusto rapportata da

naggio de' Romani.

Dione,

lib.

Leggasi l'aringa

46, nella quale egli rimprovera

il

liberti-

LIBRO SECONDO.
lusso e dellozio de Romani.

languiva nellItalia;

che

179

Noi sappiamo che

l'

agricoltura

campagne abbandonate

le

intera-

da cittadini liberi, non erano abitate che da schiavi, *


la terra irrigata dal sudore di quest infelici, aveva perduta sotto le loro mani servili la sua antica ubert. Noi sappiamo che le civili discordie, che gli spaventi della tirannia,

mente
e che

che

sospetti,

timori e

vendette dellambizione, che

le

contrasti sanguinosi del nascente dispotismo colla moribonda

involavano di continuo una porzione numerosa di


cittadini alla patria, e privavano 1 altra di sicurezza e di
libert,

tranquillit.

\V

Che potevano produrre

deboli sforzi delle leggi, contro

Ed

lazione destruttrice di tutte queste forze combinate?

Cesare

fatti

Tutti

di schiavi in

gli

ed Augusto,
scrittori antichi ci

Roma, che venivano

Minore,

dall' Asia

Deio

in

quali vedevano che la popola-

dicono che

ci era

un* immistione continua

Cappadocia,

dalla Siria, dalla Cilicia, dalla

dalla Tracia e dallEgitto. Strabone, lib.

in Cilicia furono venduti diecimila schiavi in

14,

dice

ci

un solo giorno. Un

che

tristo av-

venimento fece conoscere che un solo palazzo in Roma conteneva 400 schiavi.
Questi furono messi a morte per non aver impedito lassassinio del loro padrone.
Tacito, Armai, lib. XIV, c. 43. A misura che Roma si popolava di schiavi, si
spopolava di cittadini.
8 Oli Autori de tempi

decadenza
cap.

>

Augusto,

de seguenti secoli,

lib. JII, cap. 34. Svetotiio,

compiangono

Lcggansi Colutnclla, nel proem.,

dell agricoltura nellItalia.

Od. 15. Vairone,


In vit. Augnai, cap

17. Orazio, lib. 2,

lib.

Ili,

lib.

la

I,

rap. 1. Tacito, Armai.

XLU.

9 Partem Halite (dice Livio) ergasi ula a solitudine vindicant. E Seneca,


m Controvers. V, lib. 5, dice: Arata quondam populis rura, siogulorum ergam stulorum sunt. At nunc eadem dice Plinio, lib. XVII I, cap. 3, vincti pedes,
m damnattc manus, inscripti vultus exercent. Mi si domander (dice Livio in un
)

IV) dove i Volaci abbiano potuto ritrovar tanti soldati per


h far la guerra, dopo essere stati tante volle vinti? Bisognava che vi fosse una
popolazione immensa in queste contrade
che oggi non sarebbero altro che
*
m deserti, se pochi soldati e pochi schiavi romani non labitassero.
#

altro luogo, lib.

Leggasi Appiano,

Cesare dopo

la

De

bell, civile lib. II.

guerra civile avendo voluto fare

il

censo,

non

si

trovarono

che 150 mila cittadini Romani. Leggasi lepitome di Floro sulla XII Deca di
Vita di Cesare cap. XLl. Appiano, ibid. Plutarco nella

Livio. Svetonio nella

Vita di Cesare.
Chi ha

letto in

Livio

la

descrizione degli anteriori censi

de' colpi fatali che aveva sofferta


si parla.

Se

il

racconto divFabio

cap. 17, non esageiato

mani

sotto

il

la

popolazione di

come pare che

sesto re, superava

Roma

nel

si

tempo

persuader
del quale

Pittore, che egli rapporta, Dee. I,

almeno

del

lo sia,

il

numero

lil.

1,

de' cittadini ro-

doppio quello de tempi di Cesare;

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

180
zione

indeboliva di continuo e che

le

cause, scemarne

gli effetti

matrimonii divenivano

ed entrambi s'impegnarono a

trovare nuovi urti per indurre

che

senza per altro distruggere

in ogni giorno pi rari, vollero,

quello appunto

cittadini

abborrivano, cio a divenir padri e

essi pi d ogni altro

mariti.

Essi ristabilirono la censura e vollero essere essi mede-

simi censori ;

duno Stato,
versi

ma

egli

un censore pu conservare i costumi


non pu giammai ristabilirli. Essi fecero di-

regolamenti,

se

ma

inutili.

tutti

Cesare destin varie

ri-

compense a coloro che avevano molti figli 4 Egli proib alle


donne che avevano meno di quarantacinque anni, e che non
avevano n marito, n figli, di portar gioielli, e di far uso
5
metodo eccellente, dice Montesquieu 4 d urdelle lettighe ,
tare il celibato col soccorso della vanit. Augusto fece anche
di pi. Egli impose nuove pene a coloro che non erano ammogliati, e accrebbe i premi per coloro che lo erano e che
avevano figli. Ma queste leggi andavano troppo direttamente
.

al loro scopo, esse incontrarono in fatti mille ostacoli. Noi


sappiamo che cavalieri romani ne cercarono la rivocazione
8
alcuni anni dopo Questa oltraggiosa richiesta diede occasione a
quella celebre aringa d Augusto rapportata da Dione, * la
i

quale spira da per tutto

gravit

la

dJ nn censore e

lo

stato

deplorabile d una repubblica che una lenta febbre insensibil-

mente consuma e distrugge. Quest aringa lunghissima. Io


non ne rapporto qui che le ultime parole. Dopo aver egli dimostrata

necessit della popolazione; dopo aver fatto ve-

la

giacche egli ci dice hec nel censo di Servio Tullio


nello stalo di portar l'armi.

verisimiie
di

Roma

si

fa

esaminano

se si

fino

al

Ma
i

settimo secolo,

menzione ne'

libri

200 mila ;
i

tre

Dione,

350

si

di Livio e nell'epitome de' perduti

mila, e due

400

200 mila;
mila.

Svetonio, Vita di Cesare

cap.

20

5 Eusebio, nella sua Cronica.


*

Spirito delle Leggi

Dione,

Dione, ibid.

lili.

LXl.

lib.

uomini
non pare

XL111.

lib.

trovarono 80 mila

cominciando dal quarto secolo


trover che tra diciotto censi, de 9 quali

quello fatto da Cesare, tutti passarono


i

si

lasciando da parte questo censo, che

censi posteriori

XXIII, cap 11.

sette

rhe precedettero

250 mila

cinque

LIBRO SECONDO.
dere

bisogno che

il

che

dita di quei cittadini

181

era de matrimoni per supplire alla per-

guerra,

la

malattie e

le

le

civili

discordie toglievano alla patria; dopo aver attribuito alla loro

corruzione

abborrimento eh

game; dopo aver loro


padri

essi

rinfacciati

avevano pel pi dolce lii premi che egli aveva de-

matrimonio; dopo avere assicurato

stinati al
a

essi

il

famiglia, e la parzialit che avrebbe

di

suo amore
sempre per

avuta nella distribuzione delle magistrature,

quindi

a' celibi: egli fa

come debba

vedere

chiamarli.

il

perch niun segno, di virilit apparisce


posso chiamarvi Romani,

la

volere de

meno
i

voi private Io Stato di quei cittadini

Numi?

buon animo che


periscano? Vi chiamer io

soffrite di

io

empj

giacch disubbi-

Vi chiamer io sacrileghi, giacch


le

immagini e

nomi

de maggiori

perfidi, giacch cercate di desolare

e di privarla di abitatori?

la patria

Molto

voi.

in

repubblica. Vi chiamer io

che potreste generare? Vi chiamer


dite al

volge

perch dal canto vostro voi fate

maggiori sforzi per distruggere

dunque omicidi, giacch

si

suo imbarazzo nel sapere

Voi non siete uomini, dice loro,

Ma

nomi non

tutti questi

basterebbero per dichiararvi per quello che in

voi

fatti

sie-

mi amate, e se non

Uscitejunque-da questo stato, se


ma per onorarmi, mi avtT dato

te

per adularmi,

padre, prendetevi una moglie, procreate de

il

nome

di

avr

al-

figli: io

lora parte in questo beneficio che voi arrecherete alla patria,

e mi render con questo mezzo degno di questo nome sublime. t> Cos termina questa aringa d Augusto, dopo della

quale

egli

eman

lia, e Papia
1

la

celebre legge chiamata col suo

Poppea dal nome

de consoli d

nome

una parte

Giu-

di quel-

anno. La grandezza del male compariva nella loro elezione

istessa.

Dione

ci dice

che essi non erano ammogliati e che non

avevano figli. 1
Io non intraprendo
portare

comentare questa legge, n a rap-

diversi capi da quali ella composta. Quest intra-

presa mi strascinerebbe fuori del mio soggetto. Io rimando


4

Io non

ho tradotto

lilleralmente questo tratto,

testo greco per osservare che

non bo

ma

baster leggere

* Dionr, ibid.

Filangeri.

il

lasciato per questo d esser fedele all* ori-

fe

ginale.

16

LA SCIENZA DELLA. LEGISLAZIONE.

182
volentieri
cio,

il

lettore alla profondissima opera del celebre Einec-

che ha illustrata questa legge col soccorso della pi vasta


Mi contento solo di dire
si possa desiderare.

erudizione che

'

Augusto furono inutili, e che Romani seguitarono ad abborrire il matrimonio ed i figli come prima.
Questo quello che voleva dire Tacito, allorch parlando
de costumi de Germani, scrisse: Numerum liberorum finire,
autqucinquam ex agnatis negare flagitium habetur, plusquam

che

ibi

gli sforzi d

boni mores oalrnl,

dubitare

che Tacito

quam

bona

alibi

leges

Non

pu

si

questo luogo voleva alludere

in

al

co-

non incorrere nelle pene minacciate dalla legge Papia Poppea contro coloro che non aveano
figli, si ammogliavano, e dopo aver procreato un solo figlio,

stume

de

Romani,

ripudiavano
si

la loro

avvedevano

quali per

la facevano abortire subito che


aveva concepito. Essi avevano trovato

moglie, o

eh ella

questo infame rimedio per eludere quel capo della logge Papia

Poppea che proibiva

a coloro che

non erano ammogliati,

di

ricevere cosa, o per eredit, o per legato dagli estranei, e che

met a coloro che erano ammogliati,


3
figli.
Ecco perch Plutarco disse che
Romani si ammogliavano per esser eredi, non gi per aver
4
eredi.
1 premi dunque e le pene stabilite da Augusto per incoraggiare la popolazione non giovarono a Roma. Il male era

non ne accordava che


ma che non avevan

superiore

rimedi, e

la

gli

ostacoli erano maggiori degli urti.

Germani, come labbiamo veduto nel luogo rapportato di Tapene e senza premi vedevano nel matrimonio il
primo dovere del cittadino, e nella procreazione de figli il

cito, senza

maggior beneficio

del coniugio.

Romani

Leggasi lopera di Eineccio che ha per titolo:

al contrario,

Ad legem

quan-

Jufi am, et Pa-

pi am Poppea m commentanti s.
* De morib. Germ. 6.
5 Questa determinaaione e compresa ne* capi XXXVI e XXXVII nella
legge Papia Poppea. Calibe* , Disi intra centum dies huic legi parueriat
ncque legatum ex testamento, nisi proximorum , ca-

w neque hereditatem,

m piunto.
* Si quiscoojugum, masculus

(ultra

XXV annum),foemina (ultra vicesi mum)

orbi erunt, semissem relictorum tantum capiunto. Leggasi Eineccio,

ad

feg.
*

Jul

et

Papiam Popp.

Comm.

lib. I, cap. 5.

Plutarco , nelle Opere Morali , dove parla dello amore de* padri pe'6gli

LIBRO SECONDO.
tunque

costretti dalle leggi,

gli altri.

Qual giudizio faremo dunque noi

$to? Furono esse


legge

183

abbonivano l'uno e temevano

atta a produrre

queste leggi d'Augu-

dirsi

effetto

non
per una legge. Che

tore vuol conseguire? e

stanza indifferente

di

Non pu mai

migliori?

le

quando non

stata

inutilit

se

il

buona una

che

il

legisla-

mai una

circo-

giudicare dagli

un cattivo sistema, questa regola pu aver luogo in


altro, fuorch nella legislazione. Ecco perch, dopo aver

effetti

tutt

io

esposto ci che

animare

la

pensato dagli antichi legislatori per

si

popolazione, per giudicare quindi dello stato pre-

sente della legislazione riguardo a questoggetto, per vedere


se

leggi presenti dell"

le

zione sieno

mini,

io

le

Europa che riguardano

pi proprie per accrescere

ricorro agli

effetti.

dizio, io

mi propongo

popolata

come potrebbe

di

popola-

la

numero

il

degli uo-

Per formare dunque questo giu-

esaminare, se oggi

l'

Europa sia

cosi

essere.

Questa ricerca molto interessante per

la scienza fella le-

gislazione, sar loggetto del seguente capo.

CAPO

II.

Stato presente della popolazione

dell

Europa.

non entro qui ad esaminare la questione celebre agitata


lEuropa sia stata in altri tempi molto
pi popolata di quel che oggi lo . Malgrado il soccorso che presterebbe alle mie mire lopinione di coloro che si son dichiarati in favore della maggior popolazione dell antichit, nulla
di meno la buona fede, della quale io fo professione, non mi
Io

da

tanti scrittori, se

permette
*

di

tradire

Leggasi Plinio,

lib.

ed Ammiano Marcellino,

il

IV,

lib.

mio sentimento riguardo a


lett.

XIV,

15

liatesso

cap. 19,

era conservato fino asuoi tempi, e ci dice

il

quest og-

Tacito negli zinnali,

quale

ci fa

Vile Lune

vedere che

il

lib.

XV,

male

Rome existimalum

ai

quid-

m quid extra urbis pomeeria naturo fuisset prreter orbos et ceelibes, oec credi
M posse qua obsequiorum diversitate culti sinl bomioes sine liberis, t hi , qui
,

v*

patres fuerinl,

tamquam

iu capita

mendicorum

caelibes

dominareotur. *

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

184

Per poco che

getto.
i

loro scritti,

si

si faccia

sio e del

uso della buona

critica leggendo

vedr facilmente quanto sieno

su quali essi poggiano

fallaci

dati

loro calcoli chimerici. Quelli' del Vos-

Wallac ristuccano ogni lettore

buon

di

senso. Se

questi due scrittori, quanto eruditi, altrettanto poco

filosofi

poco sinceri, avessero ottenuta una procura ad defendendum

non avrebbero potuto dimenticarsi cosi vergognosamente di tutte le regole della critica, n tanto abusare
dell' istoria come han fatto, mossi solo dallo spirito di sistema e da quella mania cos comune a filologi ed agli oratori,
di far pompa de loro talenti nell intrapresa d una cattila
dallantichit,

causa.

Dopo
soggetto,

i
1

lumi che

il

celebre

Hume

non pi da mettersi

in

ha sparsi sopra questo

dubbio che, malgrado

diminuzione che ha ricevuta nel particolare


aleunjj'e^ioni dellEuropa, nulla di

meno

la

la

popolazione in

nel

tutto

essa

piut9Stow:resciuta che diminuita.

Ma

essa nello stato nel quale potrebbe

e nel quale

dovrebbe essere? Ecco un altra questione molto pi

ma

sante della prima, molto pi facile a risolversi,

conduce ad alcuni

risultati

pericolosi per chi

interes-

che

ci

enuncia, ed

umilianti per coloro che ne sono le cause.

un

L indicio pi sicuro dello stato della popolazione cf

paese senza dubbio

lo stato della

sua agricoltura. 5 Se questa,

per esempio, molto lontana da quel grado di perfezione, al


quale avrebbe potuto pervenire; se una porzione del territopaese non coltivata, e 1 altra, per difetto di
non produce quello che potrebbe produrre; se masi avrebbero potute disseccare, nascondono una parte del suo suolo; se molti boschi inutili non si sono

rio di questo

coltura,

remma
recisi

micidiali, che

se terreni ubertosi, che potrebbero esser coverti di spi-

ghe, sono per mancanza di coltura condannati ad offrire

una languida pastura


si

osserva che

tura molto
1

le loro

gli abitanti di

meno

di quello

Hume, Discorsi

politici.

erbe selvagge;

che essa potrebbe

Qui non

si parla

che de* paesi

agricoli.

ad

una parola,

offrire alla

Discorso X, Sul numero degli abitanti

alcune nazioni antiche .


2

se, in

questo paese esigono dalla

naloro

presso

LIBRO SECONDO.

185

industria, senza andare in cerca dell enumerazioni

ed altre vane congetture,

coli,

che

si

de cal-

pu asserire con certezza

sua popolazione molto indietro. Questa verit cosi

la

chiara, cosi evidente, che sarebbe una stranezza

impegnarsi

a dimostrarla. Stabiliamola dunque come un dato sicuro,


stiamo quindi un occhiata

egit-.

Europa.

filosofica sullo stato dell

Quale , io domando, quella nazione europea che possa


gloriarsi d aver portata, non dico al massimo grado di perfe-

ma

zione,

semplice mediocrit

alla

quella che

sua agricoltura? Qual

non vegga una met, o una terza parte almeno


o incolti, o coverti da boschi

de suoi terreni

inutili,

o da

acque ristagnate, o da pascoli superflui? Qual quel popolo


in Europa che possa dire cogli industriosi Chinesi, la terra
che noi abitiamo tutta impiegata a provvedere
sussistenza, noi non dividiamo colle liere
ziosi,

che

riso

il

il

nostro vasto impero;

superficie del

nostra

alla

suoi prodotti pre-

primo nostro alimento, cuopre tutta


le

la

acque de fiumi sono

quando ci permesso, le nostre mobili abitazioni; noi abbiam costruiti su di esse nostri
villaggi nuotanti, per non defraudare la coltura di quella porpiani, su quali noi innalziamo,

zione di

trove
i

terra che occuperebbero le case:

ammucchiano

si

gli

gli alberi

che

al-

uni su degli altri, e che cuoprono

terreni pi fertili, sono da noi con una savia economia distri-

buiti in que luoghi- che sarebbero disadatti ad ogni altra pro-

duzione:
stretta
in

la

terra che in altre parti si lascia

da nostri

ogni

anno;

la

sforzi vigorosi a darci

generosit

in

ozio,

fe

co-

suoi doni tre volte

della natura, in

una parola,

proporzionata alla moltiplicit delle braccia che noi impie-

ghiamo a soccorrerla. Ahi che molto lontani dal potere usare


un simile linguaggio sono popoli dell Europa se noi n eccettuiamo qualche picciolo Stato dell Italia; se noi n eccettuiamo
1

alcune poche repubbliche,


ciolo che

biamo
Stati,

sulle

non

si

far altro

il

territorio delle quali cosi pic-

pu mettere neppure a

calcolo. Noi

non dob-

che allontanarci dalle capitali de nostri grandi

dove una gran consumazione anima

la

coltura delle vi-

*
Si sa, che vi sono nelle China popolaiioni numerosissime, le quali abitano
1
acque de fiumi in alcuni cdificii falli a guisa di piccoli bastimenti.

16

LA SCIENZA DELLA LGISLAZIOftE.

180

cine terre, per vedere, a misura che da esse ci discostimo,


lo spettacolo funesto della sterilit.

Lo

stato

dunque

Europa

dell agricoltura dell

ci assicura

dello stato infelice della sua popolazione.

Qual

la

Noi dobbiamo dedurre che

Europa, giacch, come

difettosa nell

conseguenza che noi dobbiamo dedurre da que-

riflessione?

sta

la legislazione ,

detto, in

si

politica

bisogna sempre dagli effetti giudicare del merito delle cause.


Nel corso ordinario delle cose

la

natura umana tende a mol-

uomo ha

prodigiosamente. Sempre che un

tiplicarsi

alimentare senza stento una moglie ed una famiglia,

conda

il

voto della natura.

posterit e

di

che

egli se-

piacere di perpetuarsi nella sua

condizione delle nozze cosi seducente che, a

la

meno che non

Il

vi sia ljmpossibilit di supplirne a' bisogni, ogni

medesima natura. Questa

cittadino vi viene guidato dalla

una

verit.che alcune mani maestre han dimostrata fino all'eviden1

za ,

e che l'esperienza di tutti

secoli ha resa incontrastabile.

In ogni Stato, dunque, ove senza uno straordinario flagello del


cielo la popolazione

non

cio

colla

non

si

aumenta, o

aumenta lentamente,

si

proporzione della naturale fecondit, convien


J

dire che vi sia tanto difetto di politica, quanta la distanza

da quel che a quel che potrebbe essere

Europa

nell

si

il

numero

degli

ammogliati

Che

paragoni

si

numero

de celibi,

giudichi quindi da questo solo calcolo, quali sieno

della nostra politica e

zione.

vizii distruttori della

han conosciuto
cause, ne hanno essi

nostri legislatori

essi conosciute le

ora, che

il

trovati

fatto

un medico, allorch, non conoscendo

fin

vuole impedirne

si. fa

gli effetti. Si stabiliscono

trimonio ed alla paternit;

si

ma

difetti

ne hanno

la

rimedi? Che

che

causa del male,

alcuni premi al

ma-

danno alcune tenui esenzioni a

numero

quei cittadini che han dato un certo


si

presente legisla-

male;

tuttavia per curarlo? Quello

si

fa

to;

1
.

col

privano d alcune prerogative

celibi,

di figli allo

si

Sta-

lasciano in-

tanto sussistere gli ostacoli che impediscono alla maggior parte


1
Leggati il Saggio sulla natura del Commercio del citato Hume. Parte I,
cap.15. I* Ami des Hommes e molti altri scrittori economici.
8 Vedi lOpera del Conte Verri, cbe ha per titolo
Meditazioni sull* Eco,

nomia

Politica t

XXI.

Google

LIBRO SECONDO.,.
uomini

degli

sto

prendere una moglie e

di

che inalbare

istesso

187

'

di divenir padri.

Que-

terreno senza seminarlo.

il

Toglietegli ostacoli, e non vi curate degli urti e de pre-

mi. La natura ha dato un sufficiente premio

per aver bisogno d

non

dia niente,

sca,

ma

ma

che non uccida; ed

dunque

In vece

Che

altri soccorsi.

pensare

di

Essa deve esaminare quali sono

gono

matrimonio,

al

principe, -dice Plinio,

nasceranno da per tutto

figli

premi,

alle

ricompense,

deve rivolgersi

urli, la scienza della legislazione

si

il

la

toglierli

.agli

impedimenti che

gl

progressi della popolazione, e quali sono

debbono impiegare per


si deve ridurre

due oggetti

che riguarda

che non tolga niente; che egli non nudriagli

ostacoli.

si

oppon-

mezzi che

o per superarli.

1
.

questi

tutta quella parte di questa scienza

moltiplicazione della specie. Per andar con or-

din^ in questa ricerca, premettiamo qui un principio generale

che stato adottato come un assioma da

nomici e

sussistenza, tende a diminuire la popolazione.

CAPO
Picciolo

numero

di proprietarj

La propriet
quello che

il

filios

cittadino, ed

suolo

il

cittadino che vive alla

matrimonio perch teme

Atque ideo nihil largiatur Princeps,

Il

dum

nibit auferatj

figli.

non

alat,

Un
dum

concupiscane Plinio, net Panegirico

principio incontrastabile, che ho premesso,

primo rango

degli gstacoli

cause che impediscono

pediscono

all

agricoltura

che

allearti,

queste cause tendono a rendere pi


cose mi

astengo qui

si

oppongono

al

commercio

numero

delle

pi

popolazione

a
,

mettere
tutte

le

di prosperare, giacch tutte

diffcile la sussistenza.

in appresso, per

forti

Ma

siccome

io

non confondere lordine

di considerarle- distintamente sotto

basta di aver accennato in questa nota, che esse


il

m indurrebbe

alla

progressi delle ricchezze nazionali, cio quelle che im-

di queste diffusamente parlare

tra

il

Un

non proprietarj

Traiano.
*

nel

di

popolazione.

quella che genera

m non occidatt nec deerunt qui


di

alla

unisce alla patria.

giornata, abborrisce
*

III.

immenso numero

primo ostacolo

scrittori eco-

tutti gli

Tutto quello che tende a render

politici del secolo:

difficile la

debbo
delle

questo aspetto. Mi

debbono anche

essere annoverale

cause spopolatrici.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.


ogni nuovo braccio
l' uno e gli altri;

proprietario desidera

dolce speranza di

e la
un beneficio della Previdenza,
vecchiezza, ed un erede
acquistare un soccorso per la sua

per

lui

della

procreare una
lui il vivo desiderio di
dimostrare coll istoria
Ci vorrebbe poco per
secoli, questa
i
tutti
di
esperienza
coll'
di tutte le nazioni, e
sono
allontanarmi da principi, che s.
verit. Ma io non voglio
a render piu
tende
che
premessi. Si detto che tutto quello
la popolaziodiminuire
a
anche
tende
difficile la sussistenza,
possessori e l immenso numero
ne, Or il picciolo ninner de

sua propriet, eccita in


robusta
.

'

de

prole.

produrre questo
non possessori deve necessariamente

fetto. Io lo

ef-

dimostro.

leggete il gran libro


Osservate lo stato di tutte le nazioni,
divise in due partiti irreconcidella societ, voi le troverete
liabili. I

proprietari e

loro.

Invano

non proprietari, o

sia

moralisti han

mercenari:

classi di cittadini infelicemente

sono queste due

mimicho

cercato di stabilire

condizioni diverse:
di pace fra queste due

il

un

tra

trattato

proprietario

dal mercenario la sua opera


cercher sempre di comprare
sempre d. venpossibile, e questi cercher
al minor prezzo
che puote. In questo negoziato
dergliela al maggior prezzo
evidente, la
Questo
?
succumber
quale delle due classi

pi numerosa.

comune

dell

qual'

Europa

lo

la

pi

numerosa? Per

per un difetto enorme

la

disgrazia

di legislazione, la

un numero infinitamente picciomercenari. Or da questa funesta


relativamente a quella de
nella magdifetto della sussistenza

classe de proprietari

.proporzione deriva

non

che

il

che son quelli che


gior parte de cittadini,
classe de

nasce
mercenari. La concorrenza che

compongono
dalla loro

la

mol-

avvilire il prezzo delle loro


titudine deve necessariamente
Quindici, o al pi venti grana,
opere. Essa l avvilisce in fatti.
quale si paga presso di noi il lasono il prezzo ordinario, col
agricoltore, il quale non trova
voro d un giorno intero d un
si pu
mesi dellanno. Questo prezzo
a lavorare che in alcuni
perch per lo meno in una
sicuramente scemare d un terzo,
trova da impiegare le sue bracnon
egli
anno
dell
terza parte
con dieci
supplire a bisogni d una famiglia
cia.' Andate ora a

o dodici soldi por giorno.


I

LIBRO SECONDO.
Ecco

189

causa della miseria della maggior parte

la

speranza e

mezzi

ecco

il

non proprietari: ecco

difetto della sussistenza nella classe de

quello che toglie alla maggior parte de cittadini


la

il

desiderio,

di riprodursi col soccorso d

un ligame

incompatibile colla miseria, e funesto allorch

la

produce e

laccresce.

Che non mi

la facilit di

tesquieu, che

poveri in

opponga,

si

parlare, e

han

prego,

io

fatto e

il

ad alcuni che pi

fatto dire

uno Stato, pi

hanno molti

le

gl

Ma

sono nel caso de popoli nascenti

dre d insegnare

sua arte

la

cittadini

sono

famiglie sono numerose. Coloro

concedo.

lo

io

figli:

esperienza.

impotenza desaminare, dice Mon-

che non hanno assolutamente niente, come

essi

a suoi figli,

Ma

istrumenti di quest arte istessa.

mendicanti,

questo deriva, perch

non

costa niente al pa-

quali nascendo sono

coloro che non sono

poveri, se non perch privi di propriet,

opera delle loro

mani, avvilita dalla concorrenza, non somministra loro quello


che

richiede pel

si

mantenimento

dico, daranno pochi


il

una famiglia; costoro,

allo Stato. Essi

figli

loronudrimento: come potrebbero

essi

io

non hanno neppure


pensare a dividerlo?

non posson curarsi nelle loro malattie: come potrebbero


mai allevare i loro fanciulli che sono m una malattia perpeEssi

tua, qual

infanzia?

Abbandonatele

capitali, dir taluno, penetrate nell in-

terno delle provincie, osservate

dove per

feudale,

lo pi

il

paesi soggetti

barone

il

al

dominio

solo proprietario dei

terreni; voi vedrete in questi la maggior parie degli uomini


costretti a ripetere la loro sussistenza da una tenue e giornaliera

mercede che

Voi vedrete
nel loro

li

condanna

alla

pi spaventevole miseria.

indigenza dipinta nel loro volto, voi la vedrete

letto istesso:

ma

voi troverete rare volte questo letto

un solo. Ciascheduno di quest infelici vuol avere


una compagna alle sue pene, e cerca di compensare cogl inriscaldato da

nocenti piaceri della natura


seria.
t, se

Ma
i

io

domando

dovrebbe forse

Da che

la

irritante molestia della sua mi-

a quest ostinato partigiano della pover-

matrimoni fossero

in questi paesi cosi frequenti,

non

loro popolazione crescere in ogni giorno?

deriva che a misura che noi

ci

allontaniamo dalle ra-

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

190

troviamo

pitali, noi

deriva che

loro

la

campagne? Da che

desolazione nelle

la

popolazione in vece di crescere,

sensibilmente diminuire? Bisogna dunque dire, o che

non vero, oche

figli

che nascono da quest

periscono nell aurora istessa de' loro giorni, o che

si

vede

il

fatto

coniugi,

infelici

germe

il

fecondatore sterile, allorch inaridito dalla miseria.

Ritorniamo dunque

nostro assunto. Io credo d aver

bastantemente dimostrato, come


prietari e

immenso numero

grande improporzione che

due

classi di cittadini,

pi numerosa

il

della popolazione.

deve necessariamente produrre nella


conseguenza

Vediamo ora quel che

che converrebbe oggi


Tutte

Le

le societ

si

pensato da le-

male; vediamo quello

di fare.

han cominciato dalla distribuzione delle

leggi agrarie

poli nascenti. Il

sono state sempre

prim oggetto

le

prime

vesse

di

leggi de po-

queste leggi stato d asse-

di

gnare a ciaschedun cittadino una egual porzione


secondo stato

de pro-

difetto della sussistenza, e per

gislatori pi celebri per prevenire questo

terre.

numero

picciolo

il

non proprietari, e come la


Europa si osserva fra queste

de

nell

terreno;

di

il

procurare che questa distribuzione rice-

minore possibile alterazione. Per ottener questo fine


la resti fazione de fondi in ciaschedun anno del

la

Mois ordin
giubileo.

Un Ebreo non poteva


La vendita de

spogliarsi della sua propriet

fondi

in perpetuimi.

iempus. L anno del giubileo era

che

legge non

la

permetteva

era allora obbligato di restituire

sua famiglia. Questa legge


cie di donazioni

si

il

il

fondo

al

Il

farsi

il

che ad

compratore

venditore o alla

estendeva anche a tutte

che riguardavano

serv Mois per impedire che

non poteva

termine di questo tempo,

d oltrepassare.

le

spe-

mezzo si
non proprietari

fondi. Di questo

numero

de

crescesse molto nella sua nazione, e che le sostanze di molti


si

mani di pochi.
pu dubitare che questo

riunissero nelle

Non

si

istesso fosse

quelle leggi degli Ateniesi che proibivano


stare;
'

Mi.

che prescrivevano che

oggetto di

a cittadini di te-

eredit paterna

si

dividesse

'iJPJfi
t

Leggasi Zepper nellOpera che ha pr titolo:

Formuli m Expanntio,
*

lib.

Legum Mosaicarum

IV, rap. 23. pag. 609, 610.

Solone dispens da questa proibiiione coloro cbe morivano senea

Die

figli.

LIBRO SECONDO.
per uguali porzioni

persona

vano
l

di

consanguinea e non

di

spo-

e che obbliga-

di pi. Egli proib le doti; egli volle

porzione del

beni di colui che moriva senza

figli

si di-

avevano
Germani, per quel che ce ne dice Tacito, distrussero

stribuissero a coloro che ne

la

pi.

per moltiplicare il numero de possessori


,
La nazione che era T unico proprietario perpetuo di
li distribuiva in ogni anno a padri
di famiglia.

propriet

de' fondi.

questi fondi

La

ripartizione

al

numero

all

uterina;

partecipassero egualmente alla

figli

loro padre, e che

sino

che permettevano

istessa

Licurgo fece anche


tutti

all

pi prossimo parente per parte di padre a sposare

il

ereditiera.

che

191

che non permettevano

succedere a due eredit;

la sorella

sare

tra figli;

ripeteva in ogni anno, per proporzionarla

si

de cittadini che poteva crescere o diminuire, ed

estensione del territorio che per

getto alle giornaliere vicende.

popoli guerrieri sog-

Leggasi Plutareo nella sua Vita, e Pottero Archeologiat Grecar


Egli permise anche

al

padre di sostituire degli eredi

a' figli,

ljb.

IV, cap. 15.

nel caso che questi

fossero morti prima del ventesimo anno della loro vita. O, ri av yvrj'jtwv ovrwv
viwv b 7raTTj p dtaOmrat, eav aTroOtxvwTiv ouuecg, 7T/?tv e7rtdiCTS$ wj3av,
t>)V tu TtctTpo^ ta0r)xr v xvptav eivai Heredes a patre testamento suhslituti
liberi*, si liberi ante annum rtatis sua? vgesimum decesserinl, heredes sunto.
Demosthenes in Stephanum Tester Orai. B.
4

Arravras th;

uis ivopoipvs etvai

m leghimi dii hereditalem pateroam

De

H eredi
2

t.

ei

porzioni di terra, e quello delleredit fosse sempre


Polii.

twv 7raTpv. Omnes

(equo inter se herciscunto.

tal.

Is?eus,

P/iiloctemonis.

Filolao di Corinto fu quello che stabil in Atene, che

II, cap.

listesso.

12. Montesquieu, Spirito delle Leggi

numero

il

delle

Leggasi Aristotele,

lib.

V. Cap. 5.

5 Eet)lai

ya/xgiv ras tx.Trar


v.otX yas; sororem ex parte patris
m in matrimonio habere jus esto, Petit. Leg. Attic lib. VI, tic. 1, De con~
ntibiis. Sposando la sorella consanguinea non si poteva succedere che alla sola
.

ma sposando

porzione del padre;


nel

tempo

iste&so

luterina,

si

poteva succedere

due porzioni

quella del padre dello sposo, ed a quella del padre della

sposa.
4

Myj efevat rati iTTiy.Xvpoiq efw rrjg ony/igucc; ya/*iv, ocXXoc


auvo
irpiriy.ov civai aurata p.ir<x, tov
l/*arv tw eyyuraTa
xev. * Virgo dotalis extra cognationem ne eouhito; sed agnato proximo nu>
bito, et omnia sua bona ib dotera adferto. - Petit ihid .
5

Plutarco, Vita di Licurgo.

Tacito,

De

m ab inverila per

morib. German. m Agri

vices

occupantur, quoa

( die' egli

mox

inter ae

pr numero cultorum
secundum dignafionem

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

102

veggo finalmente

Io

guardano

primi tempi di Roma.

questo popolo conobbero

moltiplicare in una nazione

conservarlo. Per ottenere

primi

ri-

le-

bisogno che vi era di

il

numero

il

primo

il

ciaschedun cittadino una porzion

condo

oggetto nelle leggi che

istess

le successioni ne

gislatori di

de proprietari

e di

assegnarono a

essi

fine,

di terra,

per ottenere

il

se-

essi vollero che non


le successioni
due specie di eredi stabiliti dalla legge, i figli
discendenti che vivevano sotto la patria potest che

ne regolarono

essi

vi fossero che

e tutti

chiamavano eredi suoi, ed in mancanza di questi,


pi
per parte di maschio che si chiamavano agnaparenti per parte di femmina, non poteti.
I cognati, o sia

si

stretti parenti
1

vano succedere, perch questi avrebbero trasportati

beni in

un altra famiglia.

non permetteva a figli di


succedere alle madri, n alle madri di succedere a figli. I
beni della madre andavano agli agnati della madre, e i beni
4
Per l istessa ragione
de figli andavano agli agnati de figli
Per

islessa ragione, la legge

finalmente
i

nipoti per parte di figlio

nipoti per' parte di figlia

brer forse strano.


della legge, e

Ma

mutaci

succedevano

succedevano

pubblica richiedeva che

utilit

il

numero

partiuntur

gli

8
.

all

avo, e

Questo sem-

lutilit pubblica era lunico oggetto

stasse nelle famiglie e che

minuisse.

non

propriet re-

la

de proprietari

non

si di-

facilitateci partimeli

et superest ager;

camporum

nec enim

cum

'apatia prmstant.

rva per annoi

liberiate, et amplitudine soli labore

contendunt, ut pomaria conserant, et prata sepiant,el hortos rigent, sola

teme

Tra gl' Irlandesi fino al secolo passalo subito che moriva


un padre di famiglia, il capo della Trib divideva di nuovo tutti i beni a tutte lo
famiglie della medesima. Il urne. Istoria Inglese.
4
Framm. delle Leggi delle XII Tavole in Ulpiano, tit. ultim. De
seges imperatur.

fragment.
5 Leggansi
tit.

viveva,

Institutiov.

ma dopo

asuoi agnati. In

Frammenti

delle

leggi

delle

XII

Tavole, in Ulpiano,,

XXVI, 8

XXVII,

lib.

non
vano
*

si
,

lib. Ili, tit

la sua morte
una parola
,

1,
i

le

15.

La

beni paterni non

allorch

Ma come

alla

al

padre, finche essa

andavano

donne (dice Montesquieu

cap. unico) succedevano presso

opponeva

succedeva

figlia

a'

suoi

figli ,

ma

Esprit, des Loie,

primi Romani, allorch questo

legge della divisione delle terre; ed esse

non succede*

loro successione si opponeva a questa distribusione.


combinare questo spirito delle prime leggi deRomani , che

la

ri-

LIBRO SECONDO.

Per moltiplicarlo

193

poi furono fatte le leggi agrarie. Si sa

che queste regolavano la distribuzione delle terre de' vinti.

guardavano

mente da

successioni ah intestato, colla libert infinita data contemporanea-

le

esse al

per suo erede?

padre di famiglia di testare

Non

tesquieu

(iliid

inconseguenti

Xtl

Tavole che prescrivevano


jus esto?

rei, ita

Mon-

riflettendo sopra questa apparente ronlradixione condanna da


Decemviri, come quelli che distruggevano con una mano quello

Ma mi

che cercavano i sostenere coll'altra

mento

qualunque cittadino

e di scegliere

erano ristesse leggi delle

Paterfamilias uti legassit super pecunia, tutelave soie

si

permetta di far qui per un mo-

da giureconsulto, e di difendere questi savj legislatori

un* imputa-

da

zione niente ragionevole. In un* opera di questa natura condonabile all'autore

una digressione
lo

nella quale

corso delle sue idee, quasi involontariamente

il

conduce.
Ci stata controversia tra* giureconsulti

vole ci fosse stato l'uso de* testamenti in


testoni.
e

XIII, Tomasio, Dissert. de

De init.

Trecchellio.

senso di molti

success, testoni

init.
,

prima

se

delle decemvirali

Roma. Eineccio, Dissert. de


success testoni.

I,

fino

al

ma

cap. Il, 4, credono di si;

ta-

orig.

Vili,
e

il

dis-

Uri giureconsulti, e molte ragioni convincentissime, delle quali

non mi

lecito

bitare che

prima

suetudine

qui di parlare, c'inducono

promulgazione

della

Romani credevano

dubitarne.

Non possiamo per du-

di queste tavole, o per legge,

o per con-

di poter fare un'alienazione della loro propriet,

che cominciasse ad aver luogo dopo della loro morte. Da ci che

si

molti luoghi di Livio, di Dionisio d* Alicarnasso

vede hiara-

e di Plutarco,

si

rileva

da

mente che frequentissime dovevano essere queste specie d'alienazioni, le quali


istorici chiamate col nome di Testamenti Queste
alienazioni quantunque da' testamenti diversissime nel diritto, producevano per
abusivamente furono da quest*

altro gl* istessi effetti

non essendo
quelle leggi

cio di alterare

la

distribuzione delle terre.

sovrani legislatori del popolo,

ma

gli

mente potuto indurre

Romani

a spogliarsi

dun

Decemviri

drillo che cos caro ail'uomo,

cio di disporre della sua piopriet anche in quel


sce di non potetla pi ritenere per
anche dopo della sua morte Tutta

dergliene

autori sempticemente di

che dovevano dal popolo estere approvate, non avrebbero sicura-

difficile

le

nel quale conomaniera sulla societ

loro aite poteva

dunque

meno

quella distribuzione

uso, per render

terre che essi, regolando

Per ottener questo

momento,

e d* influire in certa

s
la

alterabile

consistere nel ren-

successioni, avevano tanlo cercato

di

delle

conservare.

Decemviri introdussero i Testamenti. La libert infidavano al padre di famiglia di disporre col testamento

fine

nita che le loro leggi

delle sue. propriet, soddisfaceva quella naturale inclinazione dell'uomo, della


si parlato: al contiario le solennit difficili, che dovevano accompagnare
quest' atto per esser creduto valido , ne rendevano cosi difficile l'uso, che rare

quale
volte

il

cittadino poteva valersi del diritto th

Se non

si

la

legge gli dava.

fosse dalla legge richiesta altra solennit

testamento innanzi alPassemblea

del popolo, ed alla

che quella di

fare

il

presenza de* pontefici che

dovevano approvarlo quella jpla solennit bastava per far morirr ab intestato
pi di tre quarte parti de Romani. Io non posso qui rapportare tutte le autorit
che appoggiano questi fatti: io dico solo, per far conoscere quali furono le
mire de'Decemviri nell' introdurlo , che' delie due maniere che ci erano di far
,

Pilangeri.

i,

17

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

194

Una met era venduta in beneficio della repubblica, e laltra


met la legge voleva che si distribuisse a pi poveri citta

dini.

Quest quello che

si

tiplicasse troppo in

per prevenire

La

gi fatto.

il

pensato da primi legislatori degli

numero de non proprietari si moluna nazione. Ma questi rimedii sono utili

uomini per impedire che


male,

il

ma non

giovano allorch

male

il

di

restituzione, per esempio, de fondi prescritta da

Mois, nello stato presente delle cose, in vece di diminuire

numero

non proprietari, l'accrescerebbe. Oggi che

de

mano

fondi sono in

d alienarli, si

pochi

di

metterebbe

se

di quel

una bont

che

si

rimedi. Ricor-

La bont

detto altrove.

delle leggi

rapporto

di rapporto. L oggetto di questo

Lo

Le circostanze

suggello al male.

il

sono diverse; diversi debbono dunque essere


diamoci

il

tutt'

togliesse a questi la libert

si

lo stato

Europa
mani di pochi. Bisogna fare che
il tutto sia fra le mani di molti. Ecco a che deve dirigersi
il
rimedio che si desidera. La ricerca di questo rimedio sar
loggetto del seguente capo, dove considerandosi
gran proprietari come un ostacolo alla popolazione, io andr in cerca
della nazione.

che

il

tutto

si

stato presente delle nazioni dell

ritrova fra le

Europa
mani

loro

che concorrono per far crescere nel-

quelle cause

tutte

di

il

numero

di questi, e

che perpetuando

tari

che,

come

testamento presso

si

non proprie-

dimostrato, la rovina della popolazione.

XII

con quelle che regolavano

le

prima

la

queste riflessioni io lascio

era tra quelle leggi delle

tesa inconseguenza

quella de

Greci, lima innanzi allassemMea del popolo

nanzi ad un magistrato, essi scelsero

Dopo

beni nelle

conserveranno per sempre questa funesta spropor-

zione fra la classe de proprietari e

Tavole

al
,

lettore

come
il

la

pi

che regolavano

V autore

laltra

in-

ad eseguirsi.

successioni legittime,

le

testamentarie, e lascio a lui

della quale

difficile

giudicare dellarmonia che ci

il

dello Spirilo delle

giudicare della pre-

Leggi

le

accusa.

195

LIBRO SECONDO,

CAPO

IV.

Molli gran proprietari, pochi proprietari piccioli: secondo ostacolo


alla popolazione.

Quest ostacolo una conseguenza dell antecedente.

Quando

una nazione

in

vi

sono molti gran proprietari e

pochi proprietari piccioli, bisogna che


prietari.

spazi non sono

Gli

suppone

solo

infiniti:

ci

sieno molti non pro-

la gran propriet d' un

difetto di propriet di molti,

il

che ne paesi, ove

la

non altrimenti

poligamia ha luogo e dove

numero

il

femmine non maggiore di quello degli uomini, un uomo che ha dieci mogli suppone nove celibi, I gran proprietari moltiplicando dunque la somma de non proprietari,
debbono, in vigore delle premesse, essere un ostacolo alla
delle

popolazione

1
.

Ma non colla

sola

diminuzione de proprietari che questi

gran proprietari impediscono i progressi della popolazione.


Essi la ritardano maggiormente coll abuso che fanno de terreni.

Se in vigore de principii che si sono premessi, la popocresce a misura che si moltiplica la sussistenza; se due

lazione
moggi

di terra tolte alla coltura tolgono forse

una famiglia

dallo Stato, qual vto non debbono lasciare nella generazione


tutti

quei boschi immensi che questi gran proprietari

sacrifi-

cano alla caccia, e tutte quelle ville superbe e fastose, la veduta delle quali, destinata a sollevare lo spettatore ozioso,

sembra
si

interdetta al popolo e nascosta a suoi occhi,

temesse

No, non

di

tra

mani

di costoro

ziona; non sono questi pochi

immenso

come

se

mostrargli un furto fatto alla sua sussistenza?


le

di miseri, che

che lagricoltura

felici,

compongono

circondati da
la felicit

si

perfe-

uno stuolo

nazionale; non

sono i gran proprietari quelli che costituiscono la ricchezza


d una nazione. L' agio comune della maggior parte de cittadini,

il

ben essere

barometro
4

della

maggior parte delle famiglie,

della prosperit d

Laudato

uno Stato e

ingeutia rura (diceva Virgilio)

il

vero

unico veicolo della

exiguutn colito

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

i'JO

In questo sublime equilibrio, in questa mediocrit

fecondit.
di fortune

germe

Greci e

della

rio, colui

Romani de' primi secoli trovarono il


un cattivo cittadino, diceva Cu-

generazione.

che riguarda come picciola una porzione di terra

che basta per alimentare un uomo.

Come dunque

moltiplicare

come smembrare

tari;
I

tempo ha

il

numero

de piccoli proprie-

oggi queste grandi masse, alle quali

una consistenza che

fatto acquistare

il

rende pi

le

pesanti a ppoli che ne sono oppressi? Quale rimedio a questo

male?
nio

Si

dovr forse

far

uso di quello che

tagliando colla sua canna

dino?

Dio non piaccia -che

io

addit Tarqui-

ci

papaveri pi

suo giar-

alti del

un rimemio tempo,

voglia qui proporre

dio peggiore del male. Io avrei perduto in

vano

il

se ardissi di predicare la tirannia, e se avessi la stupida pre-

sunzione di render

gli

uomini pi

felici colle

massime

despota. Si pu rimediare a questo male senza ledere

un

diritti

pu anzi rimediare moltiplicandoli e rendeue pi sacri. Togliete prima d ogn' altro le pri-

d alcuno; vi si
i

doli pi giusti

mogeniture, togliete

fedecommessi. Sono queste

la

causa

delle ricchezze esorbitanti di pochi e della miseria della

mag-

gior parte. Sono


al

le

primogeniture che sacrificano molti cadetti

primogenito duna famiglia, sono

cano molte famiglie ad una


all infinito il

pa, e

una e

numero
l

sola. 1/

le sostituzioni

che

una e laltra diminuiscono

de proprietari nelle nazioni dell

mali derivano da una sola legge ingiusta e parziale

che non pu avere che un solo

non averne che un


cit

che

de
si

figli.

ottiene

Il

solo. Egli

infelicit d

figlio

voto della natura

un erede.

che

vede negli

una casa

si

si

sia

avevano un
il

diritto

Un padre

vorrebbe

ricco,

per

la

calcola dalla mollipli-

crede sodisfatto subito

sangue sono rotti

da un altro fratello del

che godevano nella casa patema, non veggono in


usurpatore che li opprime, e li spoglia d un bene
ledicono

Quanti

altri tanti pesi

sacri vincoli del

dall interesse. I fratelli privati

essi

Euro-

altra sono oggi la rovina della popolazione.

Quanti disordini nascono da un istesso principio

sua famiglia. L

sagrifi-

lui

comodo
che un

al

quale

comune. Costretti a mutilarsi, essi mali ha veduti nascere e la leggere li

momento che

degrada.

Di

Google

LIBRO SECONDO.

197

Tanti cadetti privi di propriet, e per conseguenza del

dammogliarsi, obbligano altrettante fanciulle a rimaPrive d uno sposo, costrette da padri queste in-

diritto

ner

celibi.

sono spesse volte loro malgrado obbligate a chiudersi in

felici

un

dove

chiostro,

col loro corpo esse seppelliscono per

sem-

pre la loro posterit.


nostri posteri saranno sorpresi nell osservare

tradizione cosi grande tra


politici e le

maniera

la

loro leggi; tra le

pensare de nostri

di

massime,

una con-

colle quali

si

nostri governi, e le determinazioni de loro codici.

dirigono

Uno

spi-

antimonachismo penetrato in tutti


gabinetti del1 Europa. La diminuzione
di questi asili del celibato e della
sterilit divenuta uno desili oggetti pi serii dell amministrazione. Il ministero vede da per tutto con dispiacere il vto
che lascia nella generazione il monachiSmo de due sessi. Egli

rito d

fa

maggiori sforzi per restringerlo,

aperta

la

sorgente che lalimenta.

ma

lascia nel

I chiostri

tempo

istesso

racchiuderebbero

forse tanti frati e tante vergini se in una gran porzione delle

famiglie dello Stato non fosse


al

coniugio? Senza

razione?

il

solo

maggiorati

tra' suoi ministri e tra le

primo a nascere destinato


vedrebbe forse

la religione

sue vestali tante vittime della dispe-

chiostri senza questa barbara istituzione, racchiu-

dendo meno uomini e meno schiavi, non racchiuderebbero


forse pi virtuosi ?

Queste sono

funeste conseguenze delle prhnogeniture,

le

oggi rese altrettanto pi micidiali, quanto che sono pi frequenti.

Non

ci

cittadino che abbia tre o quattrocento scudi

non

di rendita che

istituisca

bilitare la sua famiglia

un maggiorato. Egli crede

di no-

con una ingiustizia autorrizzata dalla

legge e dal costume de grandi.

Il

numero

de

non proprietari

aumenta intanto sempre di pi; le sostanze si riuniscono


sempre pi nelle mani di pochi, e quelle istesse leggi che so-

si

stengono

primogeniture e

le

incoraggiare
all

la

le sostituzioni,

credono

di

poter

popolazione con una tenue esenzione accordata

onest de Padri. Esse formano un vulcano, e pretendono

quindi d impedirne

mutilano

la

moltiplicar

le irruzioni

maggior parte
il

numero

con un argine di vetro. Esso

de cittadini, e

pretendono quindi di

col dispensare da pesi della societ


17

un

'

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

l'J8

ha dodici

padre che

figli.

Misera imbecillit degli uomini e

de legislatori, tu sei pi funesta della peste istessa, perch

sue stragi non fanno che accelerare

ma

le tue

sibile la perdita.

morte

numero

il

grandezza

la

il

numero

moltipli-

smembrare queste grandi


pochi su

di

molti, sarebbe di abolire le primogeniture, ed

che paiono due istituzioni

Europa

sen-

de proprietari e per

masse che innalzano

nell

le

degli uomini,

primo passo dunque che dovrebbe darsi per

Il

care

la

impediscono di nascere e ne rendono meno

la

rovina

di

fedecoipmessi

espressamente per diminuire

fatte

de proprietari e degli uomini.

Un altra legge converrebbe abolire presso di

noi.

Questa

quella che preferisce nella successione de feudi la figlia del


primogenito a suoi fratelli. Questa legge dettata dalla passio-

ne e dallamore duna voluttuosa regina, questa legge che


trasporta

un

beni d una casa in un altra, e che impoverisce

per arricchire un estraneo, questa legge quella


la rovina della famiglia dell autore e che ne
v
nome.
Questa la prammatica Filangeria. 1 La legge Voconia
proibiva distituire per erede una donna;* e noi che abbiafratello

che ha cagionata
porta

mo

il

adottati gli errori istessi della

romana giurisprudenza,

ci

Regno di Napoli , lib. XXV, cap. 8,


e la collezione delle nostre Prammatiche sotto il titolo De Feudi* y Pramm. I.
Si avverta, che questa Prammatica non ha luogo per i Feudi che sono de jure
Longobardornm.
8 II Frammeoto di questa legge
nel quale si stabilisce: ne quii heredem
virginem, neve mulierem faciat ci vien rapportato da Cicerone , Orat. II, in
Verrem , da ci che egli ne dice, e da un luogo di Sant* Agostino, De Civit.
1

Leggasi Giannone

Istoria civile del

Dei Iti.
compresa
,

niano,

si

Ili, apparisce

che

non solo

in questa proibizione.

Nel

la

figlia,

lib, li, tit.

parla dun capo di questa legge

ma anche

22

la

figlia

unica era

delle Islituiioni di Giusti-

che restringeva

la

facolt di legare.

Pare che questo fosse stato un rimedio trovato dalla legge per evitare che
testatore

non potesse dare ad una donna, come

legataria, quello

il

che non avrebbe

potuto darle come ereditaria.

La speranza
i

fedecommessi

in

di eludere questi stabilimenti della legge

Roma.

Si istituiva per erede

Voconia

introdusse

una persona che poteva esserlo

per legge, e questa veniva dal testatore pregata di rimettere leredit ad un'altra
persona, chela legge aveva esclusa. Questera una preghiera, e non un

comando

che avesse vigore di legge. L* esempio di P. Sestilio Rufo ne una prova. Leggisi Cicerone,

Ve Finib*bonor

et

malor

lib. II.

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Llimo SECONDO.

l'J'J

siamo poi allontanati tanto da questi suoi pi antichi principii,


che abbiamo in alcuni casi preferite le femmine agli uomini.
Io

mi

taccio sopra questo oggetto, perch temerei d

del sacro ministero che

mento duna vendetta

mi d

la filosofia,

abusarmi

rendendola listru-

duna vanit puerile. Mi concause die concorrono ad impedire

inutile o

tento solo di dire che fra

le

tra noi la moltiplicazione de proprietari, questo barbaro sta-

bilimento non deve aver P ultimo luogo. Non minore lostacolo che vi oppone

Se

il

la

proibizione dalienare

fondi feudali.

sistema de feudi potesse mai combinarsi colla pro-

sperit de popoli, colla ricchezza degli Stati, colla libert degli

uomini, questa sola istituzione basterebbe per renderlo

Un

pernicioso e funesto.

che

resti

tratti

supposto interesse del principe

immutabilmente segregata

una gran porzione

fa

dalla circolazione de con-

del territorio dello Stato. Tutto quello

che terreno feudale non

pu n vendere, n dare a censo

si

perpetuo, n alienare. Questi sono per lo pi terreni oziosi che

potrebbero dare un gran prodotto allo Stato, se


proibisce

lalienazione

de fondi feudali,

non

quella coltura che sempre languida, che non


attiva,

quando non

legge che

la

privasse di

li

pu mai essere

unita a preziosi diritti della

propriet.

Molti terreni incolti sarebbero coltivati, molte braccia merce-

narie diverrebbero proprietarie, se

il

Fisco, abolendo questa

legge perniciosa, facesse allutilit pubblica un tenue sacrifizio, del quale egli sarebbe

primo a risentire

il

nella devoluzione de feudi

egli

vantaggi. Se

perderebbe come uno,

egli

guadagnerebbe come cento ne progressi della popolazione e


della agricoltura, sempre relativi a progressi della propriet.
.

Finalmente

comuni, non sono

mero

fondi demaniali, questi fondi che, essendo


d

alcuno, non lasciano di diminuire

il

nu-

de proprietari in quelle nazioni nelle quali questavanzo

dell antico spirito di pastura,

che spira a traverso delle nostre

barbare leggi, sussiste ancora, malgrado levidenza de disordini

che questa fatale istituzione cagiona. Noi ne parleremo

da qui a poco, esaminando


gressi dell agricoltura.
oltre

demanii, oltre

la

Ma

gli ostacoli

che

si

oppongono a proei maggiorati,

oltre le sostituzioni

vietata alienazione de fondi

feudali,

oltre la legge che preferisce nella successione de feudi la figlia

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

200

non so

del primogenito a suoi fratelli, che

adottata dalle altre nazioni,

numero

sale nell'

Europa che diminuisce

che pi

di

questa

parler nel seguente capo.

si

tutte

le

se sia stata molto

unaltra causa quasi univer-

ci

il

de proprietari, e

altre diminuisce quello degli uomini. Di

CAPO

V.

Ricchezze esorbitanti ed inalienabili degli ecclesiastici:


terzo ostacolo alla popolazione.

il Porfirio, non furono


11 padre riuniva i suoi figli in mezzo duna campagna per rendere alla Divinit questomaggio. Non vi erano
allora n tempii n altari. Laperta campagna era il tempio,
poche zolle di terra ammucchiate erano lara, ed un fascio di

primi sacrifica degli uomini, dice

che derba.

spighe q poche frutta era lolocausto che

uomo

offeriva

al-

lautore della natura. Per un culto cosi semplice ciascheduno

poteva esser pontefice nella sua famiglia.


II

quindi

desiderio naturale
le

piacere alla Divinit moltiplic

di

cerimonie. Lagricoltore non pot pi

allora esser

sacerdote. Si consecrarono alla Divinit alcuni luoghi particolari

bisogn che vi fussero alcuni, ministri destinati a pren-

derne cura; lattenzione continua che richiedeva


nistero obblig la

un corpo

maggior parte depopoli a fare

il

loro

mi-

del sacerdozio

separato. Questo corpo alieno da tutte le occupazioni

domestiche bisognava che fosse nudrito a spese della societ.


Gli Egizii,

Persiani, gli Ebrei,

rono alcune rendite

La

Greci e

al sacerdozio.

Ma

Scrittura ci parla in molli luoghi, e

delle prestazioni

che

si

facevano

Hyde, De Ufi. Pcrs.,

Romani assegna-

presso niuna religione

particolarmente nel Levitico,

a* Leviti.

cap.

XI X,

ci

da conto delle ricchezze de

maghi,

capo chiamato Balach che erano i sacerdoti della Persia.


Riguardo a'Greci,da ci che ci rimasto delle loro leggi si pu facilmente
si provvedeva presso di loro alle spese del culto e a bi-

e del loro

vedere in qua! maniera

sogni del sacerdozio. In Atene


dini, stabiliva

la

legge,

dopo aver

ebe una porzione di queste

regolate le oblazioni de citta-

fossi ro

destinate al

sostentamento

de ministri della religione.

^Ta

U 7toXi 7ro/xsv TVJ 5 Ouaiocs T;tpeas >pi/3avetw,Reliquaex sacri

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LIBRO SECONDO.
questa giusta obbligazione dalimentare

'201

ministri dellaltare

fu trasportata pi in l quanto nella nostra, che la pi aliena

La divozione diede

dall avidit e dall' interesse.

so,

dell altare,

spese

primo

pas-

servivano laltare dovevano vivere

Ma

e quest era giusto.

sacerdoti,

giona, che viveva

in

Questa massima profetica


un tempo nel quale tutti i

estinti,

e una gran parte de principii

quello de beni e delle ricchezze .

mezzo allignoranza, ed

semi della ragione erano

rei*

la

esigeva prima dogn altro

sacrifico,

di

non co

cominciarono quindi a predicare che

tenti di questo,

in

il

fanatismo lo distese quindi a dismisura. Si disse da prin-

il

cipio che coloro che

della morale erano corrotti, fece la pi grande impressione.


I

avevano concentrate

nobili che

mani

nelle loro

tutte le pro-

moavevano usur-

priet, cominciarono a disporre in favore de preti e de


naci. I re stessi diedero al elencato quello che

victimis sacerdotibus ceduDto.

sacri g (tdihus, festis


da'pubhlci campi

Leg. Alt.,

tit. I.

De Deorum

Alene una porzione del frumento ebe

sacrarti.

cap 4,

lib. II,

in

era destinata all'istesso fine.

frumentam

sia il

Grdo.

Petit.,

culla

et Indis.

Noi sappiamo ebe

Questo

si

ai

raccoglieva

chiamava ItpOi cito?

Vedi Polluce, lib. VI, cap. 7. Pottero, Archeologi


che il costume delle Decime sacre era in alcuoi

ci dice,

casi, generalmente ricevuto presso

Riguardo finalmente

a*

Greci.

Romani, Dionisio dAlicarnasso, nel

lib. II.

pag. 82,

che Romolo prima di distribuirete terre a'suoi cittadini, ne avea


messa da pari* una porzione che doveva aver luogo di dominio dello Stato, ed

ci assicura

unaltra pel mantenimento de tempii e de loro ministri; e Tito Livio,


cap. 20, ci parla de fondi stabiliti per listesso oggetto da
4

ligioni

in tutti

Sadder , che

paesi

il

bocca di Zoroastro
ranza

Non

in

le stelle

lutti

tempi. Basta leggere


Zertda

le

I*

foglie

l esta

ingordo profeta dePersiani) che


degli alberi,

del firmamento.

le

stille

della

le

re-

ottavo articolo del


,

per trovare nella

insegnamenti de nostri preti de' tempi

glistessi

basta (dice

opere superino
n mare

ristretto dellantico libro del

lib. I,

Numa.

linguaggio delia superstizione stato sempre ristesso in tutte

II

le

dell'

vostie

pioggia, le

Affinch vi sian giovevoli,

igno-

buone

arene del

necessario

che

Destar (il sacerdote ) si degni di approvarle. Voi non potete ottenere un


se non pagando fedelmente a questa guida della salute la de,
cima de vostri beni, delle vostre terre, del vostro danaio, di quanto, in una
parola , possedete. Se il Destar sodisfatto , 1 anima vostra eviter
toril

tale favore

i*

menti dellinferno, sarete in questo

altro uneterna felicit. I

alcuna

tutti gli

che rimanga ad
uomini.

mondo

Destar sono

essi

ricolmati d'elogi, e goderete nel-

gli oracoli del

nascosta, cd

Cielo; non

vi

cosa

eglino sono quelli che liberano

Digitzed

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

202
pato

popoli .

Esenti da tutte le cariche della societ, di-

spensati da tutt'i tributi, arricchiti a vicenda dalle donazioni

e dalle offerte, essi divennero, per cosi dire,


tari dell

proprie-

soli

Europa.

Squarciato finalmente

il

velo della superstizione, dissipate

le tenebre dell ignoranza, combattuti gli errori del fanatismo,


gli

uomini

religione

Ma

sono avveduti che fra

si

non

stato

ci

male era

il

della nostra santa

arricchirne

ministri.

e se le offerte sono mancate,

maggior parte delle propriet


d'

dogmi

mai quello

di gi fatto,

tutta via rimasta tra le

la

mani

una societ che non pu perire n disporne. Basta scorrere

perle campagne per vedere che due terze parti de fondi sono

mani

tra le

degli ecclesiastici.

In questo stato di cose

zione nello Stato, giacch

come

potr mai fiorire la popola-

progressi di questa derivano dalla

moltiplicazione de proprietari? Se

sono contrari

rati

mero

alla

de proprietari

fatale disordine

duna

ohe

fa di

famiglia? Se

sola

fedecommessi e

maggio-

popolazione, perch restringono

qual ostacolo non


quasi tutta
i

progressi della popolazione,

l'abbiam detto, sono relativi

a'

il

nu-

deve opporre questo


Europa il patrimonio

ci

progressi

come

dellagricoltura,

come potr mai questa

fiorire tra le mani d un beneficiato che


non pu avere alcun interesse nel migliorare un fondo che non
pu trasmettere ad alcuno, n a seminare o piantare per una
posterit che non gli appartiene? Come migliorer mai lagricoltura tra le mani duno che in vece dimpiegare una por-

zione delle sue rendite per migliorare


piuttosto

deteriorare

il

il

suo fondo, arrischier

suo beneficio per aumentare quelle

rendite che non sono per lui che passeggiere? Queste funeste

conseguenze degli
ecclesiastici

si

Olii

esorbitanti

ed inalienabili dominii degli

sono finalmente mostrate

deformit.

la loro

La

crederebbe ebe

filosofia

successori degli Apostoli avrebbero avuto

arrogato

il

diritto di

darne

monaci

sii stilo
f

la

la

uo-

dito insieme

Chi avrebbe creduto

dell investiture, e

Chi avrebbe creduto che

ranza avessero potuto fino a questo segno deturpare


plice religione del

governi con tutta

in favore degli

osceno diritto del cunnatico

co feudi i molti vescovi, a molti abati, a molti

che

ha parlato

si

avessero

snperitinone e l'igno-

pi santa,

e la

pi sem-

mondo?

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Goigle

LIBRO SECONDO.
mini, e

voce penetrata

la

santi

religione istessa, e vi ha trovate le armi per difen-

libri della

dere

203
Essa ha aperto

fino ne troni.

de popoli contro

la felicit

avidit

de suoi

ministri.

Da per

tutto

leggi si

sono emanate riguardo a questoggetto. Lo scopo

cercato di urtare contro questabuso. Molle

si

di

queste leggi stato d oppilare quella sorgente perenne che

portava tutte

mancanza
sti

sono

le

acque in questo fonte immenso dove, per

di scolo, si

stati

putrefanno e marciscono.

sciato di essere le miniere del sacerdozio.

non ha pi

il

nuovi acqui-

han

proibiti agli ecclesiastici. 1 testamenti

barbaro diritto

di

placare

la-

Un padre che muore,

la

Divinit con

gato che trasmette ad un convento di frati una

un

le-

porzione di

non pu pi godere e sulle


acquistato un diritto. Ma funesta-

quelle sostanze, delle quali

egli

suoi figli hanno gi


mente governi non si sono impegnati fin ora che ad impedire
i progressi del male. Il disordine se non pu pi ingrandirsi,

quali

restato peraltro in tutta la sua antica estensione. Se le loro

cure

si

fussero dirette alla radice dell' albero, essi avrebbero

estirpata

la

pianta con maggior facilit e con minore strepito.

Disordini infiniti, conseguenze necessarie di tutti


liativi, si

ne,

gli

sarebbero risparmiati;

scandali dellignoranza e

rimedi pal-

clamori del sacerdozio

sarebbero con ugual gloria prevenuti;

possedeva e che sono tuttavia tra

calunnie della superstizio-

le
i

fondi

immensi che

si

egli

sue mani immortali,

le

sa-

rebbero gi rientrati nella circolazione de contratti; e questa


classe

esigere

di
il

uomini cosi necessaria

allo Stato,

e cosi degna di

rispetto del governo, sarebbe stata la

plaudire alla vigilanza delle leggi

quando

la

prima ad apriforma fosse

caduta sulla natura delle sue rendite e non sulla sola proibizione d aumentarle.
Il

rigore del metodo mi obbliga a lasciare qui sospesa la

curiosit del lettore sulla scelta

de

mezzi,

quali

coi

si

do-

vrebbe perfezionare quest intrapresa. Dal piano che ho premesso,

si

pu vedere che

queste mie idee sar


ler

delle

leggi

il

il

luogo opportuno per sviluppare

quinto libro di quest opera

che riguardano

la religione,

dove

si

par-

e dove, distin-

guendo sempre questa dall abuso che se n fatto, non mi


dimenticher mai del rispetto che si deve all' altare ed a suoi

Digitizi

by

Google

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

204

Mi basta

ministri.

di

aver qui considerato

come uno
Ma che deve dirsi del

delle ricchezze degli ecclesiastici

popolazione.

coli alla

della

nostra religione, per poterla qui passare sotto

lenzio. Tutti

moderni

politici

celibato de preti, e molti


la

lo stato presente

de pi forti osta-

loro celibato?

troppo parlato in questi ultimi tempi di questa pra-

Si
tica

spopolazione presente

Per me,

io

hanno
dell

si

sono scagliati

contro

siil

attribuito a questa sola causa

Europa.

ardisco di dire che sono di contraria opinione.

che se il numero de preti fosse cosi ristretto, come


dovrebbe essere, il picciolissimo vto che il loro celibato laIo credo

scierebbe negli spazi della generazione, non sarebbe da paragonarsi col disordine che produrrebbe ogni novit in questo

genere di cose. Non sarebbe poi questa

la

prima volta che

popolazione ha fiorito in uno Stato in mezzo

la

al celibato del

sacerdozio.

La

Frigia stata senza dubbio molto pi popolata di quel

che oggi , nel tempo che


chi, e la Siria

mentre che

non

sacerdoti

si

un paese popolatissimo, nel


mutilavano, ed ardivano di

un paese dove si adorava la


chiamiamo Priapo. Non ci sono forse

della loro virilit in

spogliarsi

figura di quello che noi

un milione di Bonzi consegrati


la

sacerdoti di Cibele erano eunu-

lasci d essere

suoi

Non
ficio

che

distogliamo dunque

China?
Europa.

al celibato nella

China sola pi popolata di tutta


i

essi offrono all Altissimo di quel

permettiam loro

pure

ministri dellaltare dal sacri-

che

ci

di pi caro

di rinunciare a pi vivi piaceri della natura,

mensa

mani meno imbrattate e collo spirito pi puro. Facciamo che la riforma venga
piuttosto a cadere sul loro numero, e pi d ogni altro sulle
loro ricchezze. Questo il vero ostacolo che il sacerdozio opper accostarsi

pone oggi

alla

del Signore colle

progressi della popolazione in quasi tutta T

ropa, e questo quello che

si

Eu-

deve estirpare.

han conosciuta questa verit.


Essi perfezioneranno, io spero, la riforma che han cominciata; ma dopo d aver riformata il sacerdozio, o per meglio
dire, la natura delle sue rendite, resta ad essi ancor molto da
fare. Essi debbono riformare loro -stessi, se vogliono che la
I

nostri augusti legislalori

LIBRO SECONDO.
popolazione fiorisca ne loro domimi.

20.5

Lo

ricchezze e de domimi del sacerdozio

ma

pediscono di prosperare;

l'

la fan languire,

tributi eccessivi,

violenza colla quale

portabili, la

stato presente delle

esigono

si

im-

dazi insop-

distruggono,

la

annientiscono.
N*

capo
Tributi eccessivi

da/j insopportabili

maniera violenta

quarto ostacolo alla popolazione .

d esigerli

S#

duno

societ ha

la

membri deve

de suoi

),

suoi vantaggi

partecipare,

compenso per,

quale

al

a quali ciasche-

cosi

ella

ha

suoi

ciascheduno abbia parte. Questo

giusto che

a quali

pesi,

Siccome

Vi.

tutti

glindividui della societ sono

obbligati a contribuire, deve esser proporzionato al beneficio

che ciascheduno

ne riceve, ed

essi

di

questa proporzione lordine sociale,


loro condizione,

la

sarebbe maggiore del beneficio, e


effettivamente

peggiore di

il

Secondo questi
l

alle sue frze.

vece

in

di

lo

staio di

Senza

migliorare

renderebbe infinitamente peggiore;

il

la

danno

societ sarebbe

tutti.

principii

che

la filosofia,

come

interesse, ha inutilmente considerati

meno

forte del-

primi dogmi

della morale de governi, secondo questi principii, iodico, che

diremo noi

dello stato presente de dazi e de tributi della

parte delle nazioni d

gior

Europa? Dov oggi questa

porzione cosi necessaria tra quello che


riceve, fra

sorte

il

tributo che

straniera
si

si

pro-

d e quello che

si

che

lo

esige e le fortune di colui

Io non ardirei forse di scrivere sopra quest* oggetto, se non avessi

di vivere io

un

paese,

ove

il

cercano co' loro sforzi vigorosi

non

si

mag-

dominaz one

pu

pi

umano

Alcuni crepusroli consolanti

none molto

che una

avevano introdotti. Questa riforma

e un'antica anarchia

fare che lentamente

l'aurora de nostri bei giorni

la

de*re, unito a*piu zelanti ministri,

di liberare lo Slato dagli antichi flagelli

lontena.

Il

moto

si

ci

annunciano che

e gi comunicato

all'acque che una lunga quiete aveva putrefatte. Noi siamo in uno stato di crisi.
1

sintomi di questa, molto lontano dallo spaventarci

nostri mali saranno

un giorno

Provvidenza che accresca


Filanger.

i.

riparali. Si

ci

debbono

fare sperare

che

appartiene a noi d' implorare dalla

giorni a colui che deve guarirci.

18

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

206

paga?

meno

pagato pi, e forse


testino

tempo

stato mai

Ci

nel quale gli uomini abbiano

ottenuto dalla societ? Che ce lo

clamori de popoli,

miseria delle provincie,

la

lenze della esazione; che ce lo attesti pi d ogn altro


tiplicil

su

delle

mol-

contribuzioni. Tasse, capitazioni, catasti, dazi

fondi, dazi su

dazi

nifatture,

at-

le viola

prodotti, dazi su

generi, dazi sulle ma-

braccia, dazi allorch

sulle

allorch sestrae, dazi allorch

si

altro foraggi, sussidi, diritto de passi, io

se volessi individuare tutte

le

immette, dazi

trasporta da un luogo in un

bocche

non

la finirci

di quest idra

mai,

spavente-

chiama col nome generale di contribuzione.


Premessa dunque questa confusa dipintura dello stato
presente delle contribuzioni della maggior parte delle nazioni
d Europa, io vengo alle conseguenze. Se la misura della sussistenza la misura della popolazione, come potr mai questa
far progressi nelle nazioni europee, quando si vede che il cittadino deve trre dalla propria sussistenza quello che lo Stato
esige da lui, quando si vede un infelice strappare il pane dalla
bocca de figli per soddisfare un appaltatore, un percettore
del fisco che col braccio del governo va spargendo la desolazione nello Stato? Quante volte non si semina e si lascia in
vole che

ozio

la

si

natura, perch quella porzione di frumento, a stento


la riproduzione, viene occupata dallesattore del

serbata per
fisco?

viene

Quante volte
il

teatro,

la

capanna

dell

ove lesazione va

innocente agricoltore di-

a far

pompa

della sua avi-

dit, della sua ingiustizia, della sua ferocia?

Se

T abita, non ha come pagarla, invano oppone

egli

infelice

che

leccezione

della necessit alla determinazione della legge; invano egli

sforza di giustificare
de figli,

sua impotenza colla

la

collaccrescimento

delle forze: tutto inutile.

gior favore che gli

si fa,

rante questo tempo,


fatica
l

diminuisce

il

de bisogni,

Il

fisco

diminuzione

vuol esser pagato.

dalla

capanna raddoppia

suo alimento;

istessa ingiustizia, e lascia alla

egli

moglie

condanna

la

miseria aveva

lasciati al

bisogno;

il

letto

aveva pochi giorni indietro dato un cittadino

magDu-

la
figli

sua
al-

vendere
mobili che

cura di

tutto ci che vi nel desolato tugurio; quei vili


la

Il

di dargli una breve dilazione.

uomo

si

moltiplicazione

colla

sul

quale essa

allo Stato;

quella

LIBRO SECONDO.

207

ruvida veste colla quale essa cercava di nascondere la sua miseria nel giorno destinato ad assistere alla mensa del Signore,
e

quando

lutto questo

stessi del lavoro.

Stato sodisfa

dello

non basta,

vendono

si

gl

istrumenti

Ecco come una gran porzione de' cittadini


a pesi

questo prezzo

si pagano
campagne dell Europa beneficii della societ.
No, non sono queste le lenere descrizioni del Tasso e

fiscali: a

nelle

dell

Ariosto; questi sono

rano, che

per non turbarne


di

principi

soli

igno-

ministri fingono di non sapere, che la destruttiva

procura

politica d alcuni cortegiuni

la

che forse

fatti

brio;

il

continuo sotto

ma

che

il

tener lontano da troni

di

vede

resto degli uomini

suoi occhi, e che turbano in ogn istante

pace del sensibile filosofo

il

quale troppo lontano dalle

regie de principi per potervi porre un rimedio.

Non
stalo

lusinghiamo dunque

ci

nel

finch

dazi resteranno nello

quale ora sono, finche quello che

obbligati a dare al sovrano assorbir

il

la

contribuzione,

dell' agricoltore
la

popolazione

der

non baster per assicurare

la

dopo

sussistenza

dellartiere, sino a questo tempo, io dico,

Europa non ander mai innanzi; essa on-

dell

indietro,

anzi

subordinata

sono

cittadini

prodotto delle terre

e quello del lavoro, o finch quella porzione che ne resta

giacch

la

popolazione costantemente

mezzi della sussistenza. Bisogna persuadersi:

dovunque un uomo ed una donna hanno di che sussistere


senza stento, ivi la specie si propaga. Dovunque manca questo appoggio, ivi la specie diminuisce. La natura e il ben essere sono due forze che spingono

gli

quell' istessa energia, colla quale la


gl

uomini

a riprodursi

dellOlanda e

le fertili

campagne

indussero, a relazione del celebre

con

miseria e loppressione

inducono a distruggersi. Quelle rendono popolate

le

lagune

della Pensilvania, e queste

Drake, alcuni popoli

lAmerica a fare lesecrabile voto

di

del-

non avere alcun com-

mercio colle loro mogli, per non moltiplicare

le

vittime del-

P avidit del conquistatore. Questa funesta congiura contro

natura e contro

mento
moria

di

il

pi dolce de suoi piaceri,

questa specie che

degli uomini,

si

annali dell Europa, se

istoria

la

unico avveni-

ha tramandato

alla

me-

forse un giorno anche negli


moderazione de principi che oggi

legger
la

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

208
la

reggono

trascurer di sollevarci da

nostre forze, e che non

si

un peso superiore

alle

portato fino a questo tempo che

a spese della popolazione.

La riforma dunque

de dazi e de tributi necessaria nel-

lEuropa; necessaria anche una riforma nella natura


contribuzioni e nella maniera d esigerle.

non sar trascurato

ressante

poco

di qui a

in

Un

delle

oggetto cosi

inte-

quest opera. Io ne parler

in quest istes-o libro,

dove

la

teoria de dazi

sar trattata ex professo. Mi basta qui di prevenire un obbie-

zione che mi

si

potr fare. Mi pare gi di sentirmi dire: que-

un male necessario.

stq

bisogni delle nazioni sono cosi

grandi, che tutte queste contribuzioni


per provvedervi.

non bastano neppure

maggior parte delle nazioni


una prova. Come dunque diminuirle ? Funesto
raziocinio derivato da una falsa supposizione. Quali sono, io
I

debiti della

ne sono

domando, questi

bisogni dello Stato, per provvedere a quali

queste insopportabili contribuzioni diyengono un male necessario? Si pu forse chiamar bisogno

che

s'

quale

intraprende, per

si

vantano alcuni

tiche usurpazioni?
tutto quello che

e per alimentare

si
i

Si

la

dello Stato

una guerra

conquista d una provincia, sulla

diritti antichi poggiati

sopra alcune an-

pu forse chiamar bisogno dello Stato

spende per rendere pi risplendenti

vizi e la

mollezza d una turba

troni

cortegiani

di

Non sarebbe meglio per le nazioni che vi fosmeno schiavi e pi cittadini; meno adulatori e pi filosofi?

avidi e fastosi?

sero

Spargere

tesori della societ e

il

fruito de sudori de popoli

sopra alcuni uomini che. molto lontano dal servirla, non sono

ordinariamente che

un furto

mano

istrumento della sua rovina, non forse

un ingiustizia

istessa

un peculato commesso da quella

che dovrebbe punirlo? Un sovrano colmando di

doni e di ricchzze un indegno ministro, un adulatore che gli

nasconde

stringe egli

suoi difetti, un favorito che lo tradisce,


il

non co-

suo popolo ad onorare e pagare quelle adula-

zioni, quelle frodi, que tradimenti, que cattivi consigli,


vizii e quelle follie

deli

Si

agnello

quei

che riducono questo medesimo popolo alla

mendicit? Questo non forse

istesso che

vendere

la

lana

per pagare colui che deve condurlo al macello?

pu finalmente chiamar bisogno dello Stato

il

manteni-

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209

LIBRO SECONDO.
*

mento

di centomila combattenti

guerra anche
nazione,

che fan vedere

orrori della

gli

che in vece

alla pace, e

difendere

di

la

spopolano col loro celibato e co loro vizi, con

la

quello che

mezzo

in

consumano

quale sono condannati

tenimento? Lo Stato

popoli per provvedere al loro

opprime

si

nazione

la

alimentare tanti spopolatori. Sono questi

meno

Sarebbero forse

zioni, se si ristabilisse

sto quello che

si

miseria alla

senza riprodurre, e colla

sicuri
l

meno

popoli e

man-

spopola

si

per

bisogni dello Stato?

tranquille le na-

economia militare degli antichi? Que-

esaminer nel seguente capo, dove

si

con-

Europa , come uno

siderer lo stato presente delle truppe dell


de pi forti ostacoli alla popolazione.

'

CAPO

VII.

-Stato presente delle truppe d

Europa quinto ostacolo


:

alla popolazione.

Un milione

e dugento mila uomini

compongono

ordinario delle truppe dell' Europa, quando


ce.

mini destinati

spopolare

Europa

guerra, e col celibetato durante

impoveriscono
fuori,

ma

Stati.

gli

opprimono

l'

truppe nel tempo

di

Essi

mondo.

colle

stato
in pa-

armi nel tempo

la pace. Essi

di

sono poveri, ed

non difendono le nazioni al di


Noi manteniamo piu

nell' interno.

pace che non ne mantenevano

conquistatori allorch facevano


del

lo

mondo

il

Questi non sono altro che un milione e dugento mila uo-

la

guerra a tutte

popoli sono per questo pi sicuri e

pi gran
nazioni

le

confini delle

nazioni sono forse meglio difesi? Questo un errore di cal-

Ogni principe ha accresciute

colo.

che

suoi vicini

brate,

come

dieci mila

lo

le

sue truppe a proporzione

hanno aumentate. Le forze

erano prima. Una nazione,

alla

si

sono equili-

quale bastavan

uomini per difendersi, bisogna che ora ne abbia

il

doppio, perch del doppio cresciuta

la

contro della quale vuol garantirsi.

vantaggi dunque della

maggior sicurezza sono

ridotti

al

nazione

forza della

zero: leccesso

non

si ri-

trova che nelle spese e nella spopolazione.


'

Olire

le

truppe di mire: leggami

gli Stali

miti lari dell Europa.


18

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io

SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

LA.

Non

era

questo

sistema

il

Grecia, che urt e vinse tutte

N la
n Roma,

militare degli antichi.


forze dell'Asia;

le

finch fu libera, 1 n Filippo, n Alessandro che portarono da

per tutto

dietro

la vittoria

Barbari che disfecero

la

della

Persia fino

China,

per distendere

tutta

di

dotto innmzi allinimico, durante

esserlo allorch

11

Rus-

ebb8 mai

pace quell esercito che

veniva soldato allorch

Indostan,

dico, di questi popoli guerrieri,

io

di questi conquistatori celebri

servare in tempo

dell

Europa congiurata
sua monarchia e per fondare

della

limiti

quella de Papi; niuno,

dal fondo della Co-

met

le frontiere della

gran Tartaria; n Carlo Ma-

la

gno finalmente che combatt con

niuno

la

Eufrate,

all

Casan, Astracan e tutta

sia,

Attila,

impero di Roma; n
Germani
di Varo e delle sue legioni; n

l'

Timur-Beg, n Gengis Kan che partendo


rea, soggiog la met

quasi tutta

passi delle loro falangi;

che vinsero e trionfarono

la

guerra.

idea

egli

con-

di

aveva con-

cittadino di-

Il

bisogno lo richiedeva, e lasciava di

bisogno finiva.* Questeconomia militare,

il

La guardia pretoriana fu il primo corpo di truppa oziosa che si conobbe


da* Romani, e questo abuso non * introdusse, che nella decadenza della repubblica e della lihrrl; e noi sappiamo quanto ne accelero la rovina. Il loro nu-

mero

fu da principio*

li

9 in IO mila. Vitcllio lo port fino

16 mila, e sotto

lImperator Severo giunse fioo a 50 mila. Vedi Giusto Lipsio [De magnitudine

romana
tre

Lib.

I,

cap.

4)-,

Krodiaoo (Lib.

Ili,

coorti di queste guardie nella capitale

presso

la

sua persona: passo fatale, che

Non

pag

ma

13<). Augusto non lascio che

Tiberio citiamo

decidere

fin di

Iella

corpo intero

il

sorte dellUniverso,

ombra della libert. Leggasi Tacito (danai.

Svetunio (fila (V Augusto cap. 49).

e rhe sparir fece fino

cap. 2, 5.),

si

I*

potevano chiamar col

nome

di

truppa oziosa

le

Lib.

IV,

legioni che erano

nelle province. Si sa rhe queste non abitavano nelle citt, che esse rimanevano
sempre accampale, e che erano perpetuamente in moto, o per le nuove conquiste,
o per conservarsi un dominio sempre contrastato, e che teneva il vinto io uno
stato di guerra tacito

ma

perpetuo.

2 Le nazioni antiche erano pi libere delle moderne, perch esse erano


armate Ogni cittadino era soldato; il campo era la sua citt; egli cingeva al suo

lato

il

spese

ferro che assicurava


la

patria

la

sua libert. Egli difendeva ordinariamente a sue

Ne* bei giorni di

classe di cittadini che

joma

luso delle armi era riserbato a quella

dovevano necessariamente

interessarsi per la patria, e

avevano un patrimonio da difendere. Dionigi d'Alicarnasso,


assicura rhe

il

deva pi di novecento

numerano

era

lib-

IV, cap.

pi povero soldato che militava in questi tempi io


lire,

somma molto

considerabile in un

Roma,

tempo

che

17, ci

posse-

nel quale

il

cosi scarso

Nelle Repubbliche della Grecia niun cittadino poteva esentarsi dalla guerra,

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211

LIBRO SECONDO.
adottata in tutte let e prsso tutte

esempio

Roma,

de' tiranni di

Francia sotto

il

governo

tando del eredito che

per

le
la

fu

avevano

fatto acquistare le

torie sopra gl' Inglesi, e profittando

nell'animo de suoi sudditi, riusc

suoi predecessori

Sotto

pretesto d

il

il

fatale

sue vit-

egualmente delle impres-

sioni di terrore che questi spaventevoli inimici


pite

dopo

Carlo VII. Questo principe, profit-

di

gli

nazioni

prima volta alterata nella

avevano

scol-

in un intrapresa

che

non avevano neppure ardito di tentare.


avere alcune forze sempre in piedi per di-

fendersi da qualche incursion

non preveduta, che gl'inglesi

avrebbero potuta fare ne suoi Stati, congedando le altre sue


truppe, si conserv un corpo di novemila uomini di cavalleria
1

e di sedicimila d' infanteria.

Questa novit, che diede


de Francesi

il

primo urto

alla libert civile

cagion una rivoluzione universale nel sistema


si cred

militare del resto dell' Europa. Ciaschedun principe


allora costretto

difendersi da una nazione

In vece di collegarsi tutti contro colui che

si

sempre armata.

era messo in uno

stato di guerra perpetua, in vece di obbligare Carlo


sfarsi di

queste truppe che

affrett d' imitarne

VII a di-

aveva riserbate, ciascheduno

si

si

esempio.

di mantenere un esercito sempre in piedi fu


Il sistema
in un istante adottato in tutte le nazioni d Europa. Ciaschedun popolo si arm, non per essere in guerra, ma per vivere

in pace.

Questo disordine, nato nella Francia, si accrebbe quindi


si accrebbe nel resto del-

nella Francia istessa, e per contatto

XIV questa

lEuropa. Noi dobbiamo a Luigi

te

non colui che o

dalla legge era

per qualche privilegio accordato


era altrimenti privalo di tulli

phontem
essi

alla

sua et, o per qualche altro requisito ; egli


Vedi Escbine In Ctesi-

diritti della citlad-nan*a.

Demostene, In Timocratent. Non altrimenti che

andavano

gasi Poller,

primi Romani,

loro spese alla guerra.

Ateniesi che introdusse

eccessiva molti-

privato di quest onore, o ne era dispensato

il

costume

A rcheo/ogite

di pagare

Grctcae

Robertson, Istoria di Carlo

Iib.

il

XIV,

tom.

soldato
cap.

durante

II.

Introduzione.

la

guerra. Leg-

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

212

plicazione di truppe, che


nel seno istesso

ci

offrono lo spettacolo della guerra

pace, e che han fatto di quasi lulta

della

Europa un quartiero d inverno, ove il soldato foraggia, sta


in ozio e consuma.
Per mantenere questo corpo inutile l Europa oppressa
e la popolazione languisce. Si consumano le sostanze de' popoli
per alimentare un milione e dugentomila celibi sempre esistenti che non si riproducono, e che bisogna rinnovare di conl'

tinuo con altri celibi che

si

Non

tolgono alla propagazione.

questa un 'antropofagia mostruosa che divora in ogni generazione una porzione della specie
tro

il

Si

declama tanto con-

celibato de preti, e pure tra preti ci sono

vecchi, e

soffre poi con indifferenza

si

esseri

che sono

finche

il

to

umana?

nel

il

sistema militare

quale ora ,

il

dell

Europa

si

celibato delle truppe

il

tempo

nel

quale

oggi

le

soli feudatari,

prietari delle terre facevano a loro spese

il

Ma
sta-

un male neces-

pi

impotenti

conserver nello

sario.

Non

gl

celibato di tanti

il

giovent e della robustezza.

flore della

soli pro-

servizio militare;

truppe non sono composte che di mercenari che non

hanno altro bene che il loro soldo, il quale appena basta pel
loro mantenimento. Chi nudrirebbe le loro mogli e i loro figli ?
Che se non tanto il celibato delle truppe, quantQ la miseria,
che cagiona nello Stato il loro mantenimento, quella che impedisce

progressi della popolazione, quest'ostacolo, in vece

di diminuire, crescerebbe

molto di pi, se per mettere

dato in istato di ammogliarsi,

gli si

Le truppe dunque saranno

narie, e saranno mercenarie finch saranno perpetue.


latore

il

sol-

aumentasse il soldo.
finch saranno merce-

celibi

Un

legis-

potrebbe forse porre un rimedio a questo male? po-

trebbe egli torre

questo doppio

ostacolo alla

popolazione?

potrebbe forse anche nello stato presente delle cose imitare

leconomia militare degli antichi senza esporre a niun rischio


la

sua nazione? Vediamolo.

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LIBRO SECONDO.

j!13

Progetto di riforma nel sistema militare presente.


^

Non

questa una digressione inutile o estranea all argomento che ho per le mani. Io perderei invano il mio tempo,
10
i

non

sarei altroch

un declamatore importuno, se rilevando

mali che opprimono

di cercare

nestare
d

gli

uomini,

ad

io lasciassi

altri la

cura

ri<Mi propri per guarirli. Questo sarebbe un fusenza soccorrerla, un delitto nella persona

la societ

filosofo, ed un impertinenza nella persona dun cittaVediamo dunque quale sarebbe il sistema da prendersi
al doppio ostacolo che oppone alla popolazione
sistema militare presente; vediamo prima dogn altro, se

un

dino.

per rimediare
11

questo sistema necessario.


Io
.

non so se ci sia mai stato un tempo, nel quale il mand' un esercito sempre in piedi
abbia potuto esser

lenimento

necessario per

sicurezza de' popoli. La troppo

la

troduzione di questar- perpetuit delle truppe


tare.

Quello che indubitabile

tempo,

il

nostro non

lo

si ,

che se

li

principi

recente

me

ne

fa

in-

dubi-

mai stato questo

sicuramente. Oggi che

zione de popoli universale; oggi che


occhi stranieri che

ci

la

comunica-

hanno mille

guardano; oggi che una nazione non pu

armare un bastimento da guerra, senza che tutta lEuropa


dopo pochi giorni ne sia informata; oggi, io dico, le incursioni
istantanee,

le

guerre non prevedute, sono mali che non

vrastano e da quali inutile

ci

so-

garantirsi. Questo panico spa-

il

vento non pu dunque oggi autorizzare

l'

uso delle truppe

perpetue.

Molto meno potr scusarlo


per

la

truppa, non

il

primo a sostenere

il

il

cittadino contro

sovrano.

principi che oggi


del popolo,

il

il

vantaggio che se ne ricava

interna dello Stato.

la tranquillit

questa non

il

ci

il

ribelle, allorch

La

governano,

governi.

miglior garante di

oppressione armer

giustizia
il

umanit dei

vero scudo contro

vero sostegno de' troni, e

bono maneggiare

Il

soldato che spesse volte sar

furori

unica arma che deb-

Le soldatesche e

le

guardie,

di-

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

214

ceva Marco Antonino, sono


scere

inutili

ad un principe che

suoi popoli che ubbidendo a lui

giustizia

ed

Rendete

felice

ed

egli

tutto

il

popolo

la

vittima

trovarli,

che serve dunque innalzare un

Non

argine contro un torrente che non pu nuocevi?

F indurre

interesse,

oggi Io sono per loro sola virt?

Senza

guardia pretoriana Tiberio avrebbe forse proscritta


de
di

Romani,

forse

principi ad esser giusti ed ttpiani per proprio

come

cono-

diverr giustamente

gli riuscir di

lui,

della pubblica indignazione.

utile

fa

essi ubbidiscono alla

una nazione. Uno spirito sedizioso non tro-

ver compagni, e se

sarmer controdi

'

alle leggi.

e Caligola avrebbe forse fatta

Tiberio? avrebbe egli fatto impallidire

un abuso della politica e dell


mezzo per garantire F oppressioni ?

forse

piangere
il

la

met
morte

la
la

Senato? Non

autorit

cercare

il

penna

lo lascio alla

un
di

Machiavelli questa oltraggiosa ricerca che, se non fosse equi-

voca, discrediterebbe per sempre

la

memoria

questo gran-

di

uomo. Il mio fine di garantire la felicit de' popoli e non


F oppressioni dun despota. Un principe sempre armato pu
divenire, quando vuole, il padrone as-toluto dun popolo did'

sarmato.

Ma

questo

vero interesse dun principe? Un espe-

il

rienza, antica quanto la societ, non

ci

ha forse fatto vedere

che questo dominio assoluto, che questautorit senza freno e


senza limiti, alla quale una gran parte de re son pervenuti,

o han cercato

di

che F ambizione

pervenire; che questa onnipotenza dispotica,


d'

un ministro

offre al principe

incontrastabile, che

treno in
dati ha

nome

lo

scopo

superstizione santifica e colloca sul

la

degli Dei, che la stupidezza de popoli degra-

qualche volta applaudita e difesa, non altro che

una spada a due


la

come

mostra come un diritto

della sovranit, che ladulazione gli

tagli

simpre pronta

a ferire

F imbecille che

maneggia.

Augusto circondato

dalle sue coorti pretoriane, persuaso

della fedelt delle sue legioni,


*

Erodiano

gurth.) ilice: u

nella

Non

Vi<a

di

vedeva nulladimeno

Marco Antonino

Sallustio

nell

esten-

De Bello Jn -

etercilu, ncque thesauri regni presidia %unt

quo* ncque armi* cogere, neque auro parare queaut, officio


tur.

et

veruni amici,
fide

paran-

LIBRO SECONDO.
dei

sione

suo potefD

motivo

il

215
spaventi. Egli sa-

de suoi

peva che se queste potevano renderlo sicuro contro gli sforzi


impotenti d unaperta ribellione, non potevano sicuramente
garantirlo dal pugnale dun repubblicana risoluto. Egli sapeva

che

Romani che veneravano

la

memoria

di

Bruto, avrebbero

lodato l'imitazione della sua virt. Egli non trov che nellap-

parente diminuzione della sua autorit,

sua sicurezza.

mico

I*

unico scudo della

solo suo interesse lo rese da principio

Il

della repubblica, e lo

ini-

determin quindi a dichiararsene

padre.

il

Persuadiamoci: non
della virt, dell

sicurezza per

ci

amore de

principi

fuori

popoli, della moderazione del go-

verno, della saviezza delle leggi e della loro religiosa osser-

vanza 1 Il solo tiranno, privo di questi mezzi, ha bisogno


una truppa di mercenari che lo difenda da un popolo sem.

d'

ma

pre irritato e sempre oppresso;


difensori?

deve esserne o

Egli

chi lo difender

lo schiavo

le

sue guar-

come un nuChe lesempio

Dal loro capriccio dipende di farlo venerare

die.

me, o

come un

di farlo strascinare

Roma

de dominatori di

sia la

malfattore.

prova di questa verit. Le loro

statue erano adorate, l'adulazione e


gli

da suoi

vittima. Per

la

essere adorato da suoi sudditi, egli deve adorare

onori divini;

spariva,

l'

ma

queste statue

adorazione

si

cambiava

no, subito che cessava

timore offeriva loro

rompevano,

si

timore, subito che

il

la divinit

ed

in disprezzo

il

in ischer-

tiranno era

ucciso. Listcssa guardia pretoriana che le faceva adorare, le

faceva

sempre che voleva. Divenuta

calpestare

il

solo soste-

Ijgno della sovranit e del trono, essa pi spesso l'insanguin

che
il

lo difese.

popolo,

le leggi;

periva. Sotto

tremava

Col suo soccorso

all

ma

finalmente per

aspetto de soi

venerato, finch

Qui

redit.

le

le

il

difensori.

senato,

sue mani istesseegli


Egli

ma

era nel

pi vile agli occhi della nazione, ed


le coorti

pretoriane lo voleano.

fnedaglie, lapoteosi erano

tasma che

tiranno calpestava

suoi auspici egli faceva tutti tremare,

istesso loggetto

* rem

il

dunque

Le

delle coorti e

egli

tempo
il

pi

statue, le

non del

fan-

otteneva.

serpi ra

duro sscvus imperio

restii

timet liinCDtes; nietus in aucto-

Seneca.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

216

Finalmente, se per sostenere


petue,

il

sistema delle truppe per-

ricorre a vantaggi che un qerpo disciplinato ed ad-

si

destrato nellarte di combattere, ha nella guerra sopra una

truppa di cittadini che non han lasciato


che pochi giorni prima di combattere,

la
io

zappa e

aratro

rispondo che questi

vantaggi sono molto compensati dalla mollezza che lozio


delle guarnigioni ispira al soldato, e che

neggiamento

due o

mesi di ma-

tre

armi basteranno per addestrare un agrico^ore'


al lavoro, nel mentre che tre settimane

robusto ed indurito
di fatica

distruggeranno in una guerra

Ma che diremo

l legioni intere de sol-

quando questi non sono avvezzi

dati agili e disciplinati,

vaglio ed al rigore delle stagioni


noi del

al tra-

1
.

valore? Io son d' opinione che

questo sentimento, che nasce dalla cognizione della propria


!

pu allignare in tutti gli animi; ma che il soldato


mercenario indebolito dallozio ne sar sempre meno suscet-

forza,

robusto. Tutta

tibile dell agricoltore

istoria

una prova di

questa verit, e noi ne abbiamo un attestato domestico nellultima guerra contro

casa dAustria, sostenuta con tanta

la

gloria dallaugusto padre del nostro sovrano per la difesa di

questi regni. Quelli che resistettero col maggior coraggio all

inimico,

primi ad esser esposti e

sacrificati

furono

reggi-

In Svezia, ove ciaschedun soldato e agricoltore, ove egli vive a spese di

quel
zia.

campo che
iodico,

soffrire

il

il

governo

gli

d per alimentarsi, che

meno

soldato non

agguerrito,

disagi della guerra. Toltine dieci

ma

si

chiama

B a steli

io Sve-

pi robusto e pi alto a

reggimenti stranieri che vi sono,

il

resto della truppa di Svezia, che ascende a ottantaquatlro mila uomini, sono a

modo

questo

mantenuti.

corpo nel tempo

Lo

iste&so

Stato ne ha doppiamente profittato

perch questo

che rende rispettabile questa potenza

un* estensione immeusa di terreni che fino

all

ha

coltivato

epoca di questa savia istitu-

zione erano rimasti incolti.

Probo rimasto celebre

nella storia di

plina delle truppe a lui affidate


legioni nel coprire di

vigne

le

sterili,

asciug molte lagune, e

pubblici in quei paesi che

le

sue

ridusse

Vedi Aurei Vittor In Brob.

Probo non fu il solo tra* Romani a conoscere


Le mani vittoriose de soldati di Roma spesso

uom

la disci-

colle agrarie occupazioni. Egli esercit le

stema.

1*

aver conservata

ubertose colline della Gallia e della Pannouia.

Egli ridusse a coltura molti terreni


ricchi pascoli.

Roma, per

il

vantaggi di questo si-

si

occuparono ne* lavori

loro valore aveva occupati.

un avanzo dellantico

spirito de* nostri

barbari padri,

di guerra debba o combattere o stare in osio.

il

credere che

LIBRO SECONDO.
menti provinciali formali

'217

zappa poche

d' agricoltori tolti dalla

settimane prima dellazione, lo non so, se quest

av-

istessi

vezzi oggi alle mosse sceniche della tattica moderna (giacch


il

gusto frivolo del secolo

combattere), non so,

bero oggi

La
oppone
ed

il

io

mescolato anche nell arte di

si

dico, se questi reggimenti mostrereb-

istesso coraggio.

miseria
alla

dunque che cagiona

nello Stato, gli ostacoli che

popolazione, lincontinenza pubblica che lozio

celibato de soldati fomenta, tutti efTettj della perpetuit

delle truppe,

non sono compensati da alcun vantaggio per quel

che riguarda

Vediamo ora,

interna

esterna

se questi mali

si

sicurezza delle nazioni.

eviterebbero, e se

si

otterreb-

bero questi vantaggi con un sistema militare tutto diverso.

Una nazione, per povera eh' essa


trecentomila combattenti sempre pronti
questi non lasciassero in tempo di pace
artieri, cittadini liberi e padri.

fosse, potrebbe avere


a difenderla,

quando

di essere agricoltori,

Alcune esenzioni, alcune pre-

rogative d' onore, un diritto, per esempio, esclusivo d andare

armati, una preferenza nella provvista di quelle cariche che

non ricercano altro che l onoratezza e la


debbono esercitarle, potrebbero mettere
di scegliere fra
la

suoi cittadini

nazione in tempo

di pace. Tutti

di

gli

fedelt in coloro
il

governo

uomini pi

atti

che

istato

in

a difendere

guerra, ed a farla rispettare in tempo

cittadini farebbero a gara per essere assentati

quando lobbligo del soldato non fosse aldifendere la patria in tempo di guerra. Ogni van-

nel libro militare,


tro che di

taggio, per picciolo che sia,

pericolo

rimoto ed incerto.

composte

di

giustizia.

Non sarebbe

mercenari e

In tempo di guerra

un

le

al

il

di delinquenti fuggiti dal rigore della

pi allora un infamia

deserzioni sarebbero pi

suo posto, come

lo fa

quale torna sempre conto di rivendere

esser soldato.
rare,

la

perch

figli,

non

un mercenario,

sua persona ad un

non perde niente perdendo


Con questo sistema si eviterebbe anche un

altro principe, e che

un bastante compenso per un


Le truppe non sarebbero allora

cittadino che ha propriet, che ha moglie, che ha

lascia cosi volentieri

la

sua patria.

altro disordi-

ne. Siccome, per la maniera colla quale oggi si fa la guerra,


niuna nazione pu tenere un esercito cosi numeroso che possa,
Flnngeri.

I.

19

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21 8

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.


nuove truppe,

senz aver bisogno di

far leva di

un inimico; allorch

pericolo d una guerra sovrasta,

resistere ad
si

ri-

corre alla violenza. Qual tristo spettacolo! Qual presagio

fu-

il

nesto! quei cittadini che non han potuto nascondersi, che non

han potuto fuggire, o sottrarsi da queste leve forzose

col soc-

corso de privilegi o del denaro, son legati, sono strascinati


innanzi a un delegato, le funzioni de! quale son sempre odiose,
e

probit sospetta a popoli.

la

de

figli,

danno tremando

st' infelici, essi

ed aspettano

parenti

in

mano

accompagnano quenomi

dei delegato

decisione della

la

Un

sorte.

nero esc allora da un urna fatale e destina

le

biglietto

vittime che

il

principe sacrifica alla guerra. Questa cerimonia accompagnata


dalle lagrime de padri, dalla disperazione

No, non
era a questo

annunzia una morte sicura?

a quali tutto

comprano

si

modo che

madri, dai

pu ispirare a questi nuovi

pianti delle mogli, qual coraggio

combattenti,

delle

a questo prezzo

Non

veri soldati.

popoli del settentrione, che devasta-

rono lEuropa, venivano chiamati alla guerra. Gli Alani, gli


Franchi furono tutti comTurchi, Goti,
Unni, Gepidi
i

pagni e non

gli

schiavi de loro barbari capi.

luttuoso e cosi tetro non precedeva allora


ra

come non

zione
si

ci

li

Un apparato

cosi

orrori della guer-

gli

precederebbe neppure oggi, quando

in

una na-

fossero trecentomila combattenti che volontariamente

sono obbligati a difender

la

patria,

n destinati dalla

strascinati dalla forza,

che non sono

stati

sorte.

Finalmente, questi agricoltori, questi artieri, questi proprietari, questi liberi soldati potrebbero anche esser istruiti
ne militari esercizi.

Prima

di

essere ascritti,

nuovi iniziati

potrebbero ricevere una competente istruzione. Durante questo

breve tempo potrebbero essere alimentati


In

ogni

due o tr anni

si

spese dello Stato.

potrebbe quindi fare una rassegna

generale. Gl incombenzati dal governo dovrebbero girare allora per le provincie, ed in ciaschedun paese
dati che ci sono, e rinnovare alla loro
cizi

che furono loro insegnati allorch

continua degl ufficiali,

si

esaminare

memoria
ascrissero.

quegli

sol-

eser-

La presenza

quali dovrebbero essere scelti da pro-

prietari pi nobili e pi ricchi di ciaschedun paese,

non lasce-

rebbe di mantenerli esercitati ne giorni di festa, anche a costo

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219

LIBRO SECONDO.
di

qualche premio che questi non sdegnerebbero di offerir loro

per

un merito

farsi

moneta

col principe,

che premierebbe colla gran

degli onori la loro vigilanza. Allora gli ulliciali senza

dissipare tra vizi e tra

servirebbero

il

ozio dlie guarnigioni le loro rendite,

sovrano senza abbandonare

loro fondi,

quali

sarebbero migliorati dalla loro assistenza.


Ne paesi linalmente

di frontiere, nelle

piazze d armi la

guarnigione potrebbe esser supplita da una guardia urbana che


Si

mutasse

in

per custodire

ogni giorno, e basterebbero due soli reggimenti


sacra persona del principe.

la

Ecco, come senz aggravare


generazione,

si

popoli e senza ritardare

potrebbe provvedere alla loro sicurezza

la

al di

fuori, ed alla loro tranquillit nell' interno.


Io conosco che questo progetto informe,

zione

si

perfezionerebbe, e

ma

nell esecu-

me

governi molto meglio di

ne bisogni degli Stati, supplirebbero a quello che io

istruiti

ho mancato

di proporre.

Chi sa dunque, se un giorno


soddisfar

voti d

un oscuro

la

moderazione de principi

politico,

intraprendendo una

ri-

l Europa? 0 desiumano, che ng lascia alcun rimorso all anima che lha formato! Dovranno forse, potr io dire con un
gran genio, dovranno forse i sospiri dell uomo virtuoso per
la prosperit delle nazioni costantemente perire, Del mentre

forma che potrebb far mutar

aspetto

derio giusto ed

che quelli dellambizioso e dellinsensato sono cosi spesso

No,

soddisfatti e secondati dalla sorte?

gnizioni

utili

illuminata

hanno oggi

dalla

ingentiliti

a principi, che la sola felicit

deve determinare

troni.

progressi

Pare che

ragione abbia cominciato a

uso

de popi di che

dell autorit. Essi

far
si

delle

co-

la politica

conoscere

governano,

sanno che

la

forza

istrumento di colui che vuol regnare sopra una nazione

schiavi,

sono

ma

le sole

che

le

buone

leggi, la

catene che uniscono

moderazione,

la

di

dolcezza

veri cittadini al sovrano.

Pare che lesperienza cominci a persuaderli che inutile


tante braccia sempre innalzate sulla testa de popoli,

Tarmare

poich, se

loro sudditi

tremano innanzi alle loro truppe, le


prestigi
all inimico. Malgrado

loro truppe fuggono innanzi


dell

opinione e

dell

errore, essi son costretti a confessare che

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

'220

una nazione non

allorch

fosse

oppressa

diverrebbero soldati, allorch

cittadini

ma

felice

bisogno

il

tutt

lo richiede-

rebbe; che questi soldati sarebbero tanti Spartani, tanti Ate-

Romani,

niesi, tanti

interessati

come

nella

essi

difesa

della

linimico non guadagnerebbe niente allora, gua-

patria; che

dagnando una

battaglia

perch troverebbe sempre nuove

resistenze, finch troverebbe nuovi cittadini da combattere ;

che

guerre sarebbero allora rare e giuste, e

le

che

revoli;

non sarebbero

trionfi

allora f

mescolati e turbati da sospiri degl'


perdita

colla

stanze
traditi

che

le

usurpazioni

le

la

il

oggi lo sonp,

passaggio dell eroe che ha

potrebbero,

di

benedire

istessa eh stata la

la libert

conseguenze funeste;
gara d illuminare

la

progressi

presso quella nazione

prima aiyitrodurre

perpetuit delle truppe, ch stata

senza

bandiere.

le loro

Queste massime molto divulgate ne troni;


che comincia a fare

si

Dio degli eserciti; e che

il

ministri dell altare

fremere, supplicarlo

trombe

le

patria; che allora, senza offendere la Divinit,

finalmente

gloriosi

loro so-

ambizioso che^li. ha

dell

potrebbe chiamare un Dio benefico


allora

ono-

che han pagato

benedizioni de popoli sarebbero allora

vittoriose, che annunzierebbero

salvata

come

infelici,

parenti o col sacrificio delle

de loro

gloria

la
;

le vittorie

il

fatale sistema della

prima a sperimentamele

lo zelo degli scrittori

che

si

sforzano a

principi e di prevenirli contro le seduzioni

perniciose de loro ambiziosi ministri; e pi dogni altro levi-

denza della verit, mi fanno sperare che

la

me

riforma da

ad-

sar un giorno intrapresa. Quella nazione che sar la


prima a metterla in esecuzione, sar la prima a sentirne i

ditata

vantaggi. Riformando

anche in
territorio

che

istato di

sul

la forza

di terra, essa si

il

non cost

all* et h

territorio

il

ma

dominio chea poche; quel

di fatiche, di vittorie,

di ne-

per cos dire, che un giorno a Clovis alla testa

di

5 o 16 anni era forse pi bravo generale di

Franchi erano forse pi valorosi deRomani

Cesare dov combattere contro

metter

comune, quel

nazioni hanno uguali diritti,

La conquista delle Gallie cost dieri anni

pochi Franchi Clovis

Cesare?

le

non ne ha dato oggi

goziazioni a Cesare, e
di

sue truppe

le

meglio difendere

quale tutte

No:

la

differenza fu

popoli che erano stali sempre liberi o

Clovis trov le Gallie oppresse e soggiogate, da pi di cinque secoli.

che

felici

LIBRO SECONDO.
territorio che rende tutti

tutt

pericoli,

come

iti

popoli confinanti, e che

a tutt

gli

espone

vantaggi de paesi limitrofi;

quel terrilorio finalmente, sopra del quale ciaschedun popolo

dovrebbe tenere alcune forze capaci a conservare

la libert

generale, sola ed unica legge che una nazione pu dare


fuori; e questo territorio

al di

mare.

il

mapoom militare converrebbe dunque innalzarsi sulle

La

come

ruine delle truppe di terra. Queste cagionano,

dimostrato,

la

tempo da descrivere
bero ad una nazione progressi
questo

ma

tutt

il

ma mi

abbiam

la

li

Non

arricchendoli.

vantaggi che rechereb-

marineria militare. Io

della

anche dimostrare, come-

potrei

dagnerebbe;

miseria de' popoli senza difenderli, e quella

difende, non solo senza impoverirli,

popolazione istessa

ci

gua-

distenderei troppo, se volessi mettere tutti

questi vantaggi in veduta. Mi contento daver qui gettata que-

come di passaggio.
La riforma dunque delle truppe perpetue, senza esporre

sta verit

ad alcun rischio

la

sicurezza della nazione, toglierebbe alla

popolazione due grandi ostacoli:


celibato

il

celibato

de' soldati,

il

il
loro mantenimento nelle altre classi
Da questo doppio beneficio ne nascerebbe un ter-

che cagiona

de cittadini.

zo, S indebolirebbe la resistenza di un altr' ostacolo che oggi


non contribuisce meno ad impedire progressi della popolazione, e V attivit del quale sempre relativa al numero dei
i

celibi

ed

alla

Questostacolo lincomi-

miseria nzionkje.

nenza pubblica.

CAPO
Ultimo ostacolo

alla

Vili.

popolazione

Funesta riflessione!

vizi e

incontinenza pubblica.

hanno per

disordini

cosi

dire una filiazione reciproca fra loro. L uni) produce laltro-,

il

prodotto d nuova forza

al

produttore. Cosi

ia

miseria e

celibato violento d alcune classi

de cittadini, impedendo i
matrimoni, cagionano l incontinenza pubblica, lincontinenza pubblica diminuisce il numero de matrimoni. Dove ci

'

IO

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

222
corruzione-,

dove
ne.

ci

1*

uomo sdegna una

sono molti

celibi

La natura vuol

moglie, e dove

per forza,

ivi ci

povert,

ci

deve esser corruzio-

essere soddisfatta; pochi sono coloro che

sanno vincerla. Bisogna dunque ricorrere o ad una moglie o


ad una prostituta. La morale ci offre la prima, la povert e '1
celibato violento ci

Un

condannano

cittadino che non

alla

seconda.

pu avere una moglie, trova nella

vaga venere un compenso piacevole a questa privazione.

ma

senso allora soddisfatto,

Il

generazione resta in ozio.

la

Questa malattia che da principio non

infetta che coloro soli,

che o dalla povert, o dal governo, o dalle leggi sono condannati al celibato, allorch

il

numero

di questi cresciuto nella

nazione, diviene quindi contagiosa, e

si

comunica

in tutte le

classi dello Stato.

La

corruzione diviene allora generale, e generale diviene


pi dolce de' legami,

lodio pel

coniugio per volutt,

come

il

ricco abborrisce allora

labborrisce

il

sue mani con

guadagno

il

viene subito noiosa, allorch


dellinnocenza. Tutte

riguardano allora

si

perduto

altre

le

classi

coniugio, coin

il

Gl innocenti piaceri

che due sposi onesti fanno


rezza,

delle

una prostituta che pu abbandonare, che pu

cambiare sempre che vuole, che con una moglie,

della Felic.t.

il

povero per miseria.

Lartiere trova allora pi conto a dividere

scompariscono

la

la

gusto

il

milmente

tomba

quale dia piaceri

de cittadini

della

libert

che compensano*!

sacrifici

a preziosi vincoli

della loro tene-

uomo

corrotto. Egli

agli occhi

dell

incapace d apprezzare quella placida e secreta soddisfazione

che deriva dalla loro intima unione, dal loro reciproco amore,
da loro

mutui servizi, e da piacevoli e sacri doveri che essi


lo spirito ed il cuore de loro teneri

adempiono, formando
fanciulli.

Queste

troppo semplici,

delizie sono

troppo delicate per


netrare e

lui.

commuovere

somministrano oggi

Le
i

quelli

troppo uniformi,

sole volutt grossolane possono pe-

cuori senza onest.

che

si

Or queste

sole

chiamano gran piaceri della

Europa, dove, per nostra disgrazia


popolazione, la classe di questi celibi, che

vita in tutte le nazioni d

e per

non

la

fa

rovina della

altro vto che quello d astenersi da una moglie,

si

LIBRO SECONDO.
moltiplicata
cie e del

223

e dove per vergogna della nostra spe-

all infinito,

nostro secolo

ci

un

altro vizio che vi ha fatti

grandi progressi, un vizio che allorch io voleva


il

pudore

me

dando ad un sesso

tutte le debolezze dell altro,

che spopola

di generazione

istesso col quale

il

mondo

pi

proferirlo,

ha impedito, un vizio che degrada

lo

un

umanit,

vizio vto

quell istrumento

'con

dovrebbe popolarlo, e che cagiona una rivo-

luzione tale fra gli uomini, eh essi

possono astenersi dalle

femmine. Qual vto non deve lasciare nella popolazione queeccesso della pubblica incontinenza? Qual maraviglia che

st

maggior parte

nella

delle nazioni fra cento

uomini

ap-

fa

si

in ogni anno?
Ma questo disordine che
tempo ha fattala rovina della popolazione, oggi pi
che mai divenuto micidiale; da che l'America, in compenso
di tutti quei mali che noi le abbiamo arrecati, si vendicata
comunicandocene uno che ha la sua sede nella sorgente istessa

pena un matrimonio

in ogni

del piacere; da questepoca, io dico, la prostituzione spopola

doppiamente
gli

le

tempo

nazioni, perch nei

uomini dal coniugio, comunica

che aliena

istesso

coloro che

si

danno in

preda a questo vizio, un veleno destruttore della fecondit,


della virilit, della vita;

un veleno che dopo essere stato

pena del delitto, diviene anche

la

rovina

dell

la

innocenza; un

veleno finalmente che non risparmiando

la

posterit istessa di

ha intromesso nel suo sangue,

fa

nascere una razza

colui che

degenerata, imbastardita, snervata, priva spasso della viri-

monumento della depravazione o della disgrazia

lit,

de suoi autori. Se tanta

popolazione

incontinenza

dunque

la

pubblica,

uno

strage che cagiona nella

qual

rimedio

leggi

le

debbono opporre a questo male? N sicuramente quello di


Teodosio, il quale, per bandire la prostituzione da Roma, ordin che

si

demolissero

Questo

Leggansi

lupanari.

istesso che fare

calcoli di

M.

un lupanare dun paese

Sussniilch. Egli dice che in

Olanda

si fa

intero,

il

conto

che sopra 64 persone vi un matrimonio , nel mentre che io Sveria se ne fa


uno sopra 126 Nella Marca di Brandenlnirgo e in Finlandia uno sopra 106. A
Berlino uno sopra

1 10. In Inghilterra uno sopra U8,


lo, 1 18.
3 Leggast Zepper nellopera che ha per titolo: Legarti JfesmiCMrnm Forensium Eeplanatio hb. IV, pap. 18.
I

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

questo mettere in pericolo

onest coniugale, questo cu-

rare un disordine con un disordine maggiore.


Per diminuire l incontinenza pubblica, bisogna togliere
o almeno indebolire quelle cause che la cagionano e la fomentano. Diminuire
leggi,

il

numero

il

governo,

il

de celibi: fate che nello Statole

benessere permettano

a ciaschedun cit-

tadino di prendere una moglie, e voi vedrete allora


tinenza,

la

incon-

l'

prostituzione, la scostumatezza sensibilmente di-

minuire nella nazione, gicch

come

progressi sono,

loro

abbiamo dimostrato, per sempre relativi al numero de ce1


libi ed alla miseria della maggior parte.
Noi ne abbiamo una prova di fatto nellAmerica settentrionale presso le colonie Anglo-Americane. Che si legga ci
che ne dice il celebre Franklin e l immortale Ravnal, e si osserver, come una certa ricchezza universale, ripartita saviamente colla prima distribuzione delle terre, o dal corso dell

l'industria, moltiplica in esse

luna e

gnare
di

La

numero

de

in quella felice

di

suoi

felici

anima, ed eccita

il

non

vi

consumano

si

sospiri

un celibato vivanno al matri-

in

lungo uso della vener non ha illanguiditi

gani; l sensibilit del loro.cuore non

loro or-

trova snervata dagli

amore

antecedenti piaceri;. essi non portano allara sacra dell

un cuore indegno

di

di-

molle

di noi tutte le

migliori anni della vita. Allorch essi


il

liber-

non ha

gusto per quelle

vapori della malinconia dopo

della volutt. Gli uomini


i

e- la

Il

della miseria,

abitatori

spendio de quali consuma e stanca presso

monioj

costumi

que piaceri brutali, lapparato e1

delizie ricercate, per

zioso

mantenerla senza stento.

sempre una conseguenza

potuto ancora ispirare

dell

matrimoni, e come

non ha potuto ancora alliregione, dove ogni uomo nello stato

prostituzione

prender una moglie e

tinaggio che

il

uniscono per conservare

gli altri si

pubblica onest.

questa adorabile deit. Le donne sono

ancora quali debbono essere, dolci, modeste, compassionevoli,


benefiche, dotate di tutte quelle virt che perpetuano

irn-

pero delle Toro attrattive. Ne boschi della Florida e della Virginia, dice
*
1*

Raynal, nelle istesse foreste del Canada,

si

pu

Io parler nel decorso di quellopera degli altri rimedi dipendenti dal-

educazione, da' costumi

e dalla patria poteat.

LIBRO SECONDO.

amare per

ma

tutto

volta, vale a dire,

innocenza e

mai interamente perire


Questo

la virt

Europa

dell

la pri-

che non lasciano

principali ostacoli che

per

costumi dellAmerica Inglese. Qual

con quelli

Questi sono

am

si

la bellezza.

lo stato de

tristo paralello

22 5

corso della vita ci che

il

gressi della popolazione dell

si.

oppongono

Europa, e questi sono

a pro-

mezzi

propri per toglierli. Io credo d essermi bastantemente dilungato in questa ricerca.


getto

delle

or mai

politiche ed

leggi

tempo

di

passare

all alt/

og-

economiche, bisogna parlare

delle ricchezze.

CAPO

IX.

Secondo oggetto delle leggi politiche ed economiche:

Una

volta le leggi non pensavano che a far nascere gli

povert era

eroi, e la

vano

le ricchezze.

primo grado

il

dell

eroismo. Si teme-

si temevano con ragione:


Quando queste non sono che

ricchezze, e

le

altrove osservato.

conquista, quando
tiere, del

none

merendante che

la

richiama,

le

necessariamente corrompe. e
accelerare

noi labbiamo
frutto della

il

sudore dellagricoltore, dellar-

il

le

ricchezze debbono

popoli, fomentare

rovina delle nazioni. Cos

lozio, ed

Spana domin

nella

Grecia, finch le leggi di Licurgo tennero lontano dalla La-

Roma

conia loro e largento; e

ch sacrific

Ma
oggi

bottini,

presente delle cose tutto diverso.

non sono

alleanze vendute, n

peo e
sono,

Patrizii di

io dico, questi

mente occupata, unita

fastosi di re,

mezzi

Un
alle

Svetomo,

in

Cas. cap.

al

co quali

le

che Cesare, Pom-

pi offerente,
si

non

richiamano oggi

lavoro assiduo, una vita intera-

buone

de governi, la sola sorgente che

12.

fin-

Ncn sono

tributi de' popoli soggiogati,

titoli

Roma vendevano

le ricchezze negli Stati.

grande e virtuosa,

Dei di legno o di creta.

agli

lo stato

fu

leggi
le

ed

alla

moderazione

trasporta, e dove pri-

XXXIV, XLV, LIV.

Cie.

ad

Jllic.,

lil).

XIV,

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

2'2G

ma un

popolo ricco era sempre un popolo d

e per

oziosi,,

conseguenza vicino ad esser ingoiato dalle avide fauci del


dispotismo, oggi,

nazioni pi ricche sono quello, ove

le

Non sono

tadini sono pi laboriosi e pi liberi.

temersi

oggi da

cit-

pi dunque

ricchezze, sono anzi da desiderarsi;- e

le

ili

principale oggetto delle leggi dev essere di richiamarle, giac-

ch queste sono

il

solo sostegno della felicit de popoli, della

libert politica al di fuori, e della libert civile nell interno

degli Stati.

Persuasi di questa gran verit, che

che accennare,

ma

le quali

le

non ho fatto qui


1
veniamo ora
,

ricchezze

introducono e

si

conservano in una

Noi parleremo quindi di quelle, col soccorso delle

nazione.
quali

io

che ho altrove dimostrata

cause, o per meglio dire, delle strade, per

alla ricerca delle

ricchezze

le

si

distribuiscono colla minor possibile dis-

uguaglianza.

CAPO

X.

Delle sorgenti delle ricchezze.

Lagricoltura,

le arti,

commercio, queste sono

il

sorgenti universali delle ricchezze. Coll agricoltura

gono

lore,

si

col

si

aumenta

loro uso,

la

loro consumazione;

estende

il

si

accresce

il

commercio si permutano, si trasportano, e si d


mezzo un nuovo valore. La prima dunque

questo

materia,

Senza

ma

le tre

otten-

si

prodotti della terra; colle arti

la

senza

la

seconda

ci

la

forma e senza

il

materia non

ci

la

forma,

moto,

ci

la

terza ci d

pu esser

pu essere n

la

la

loro va-

loro con
ci
il

forma, n

moto. La sorgente dunque assoluta e indipendente delle


chezze lagricoltura:

le sole

la

moto.

materia;
il

ric-

nazioni agricole possono dun-

ma le manifatturiere e le commercianti
debbono dipendere dalle agricole: senza lagricoltura un popartecipare
a frutti del commercio e dell inpolo pu dunque
que vivere da loro;

Nel primo libro, dove

si

parlato del rapporto dille leggi col genio e

collindole depopoli.

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LIBRO SECONDO.
dustria
coli

ma

ogni

227

albero non se ne appartiene che

popoli agri-

che non fondata sulla agricoltura

prosperit

dunque precaria ogni ricchezza che non viene dal suolo


dunque incerta; ogni popolo che rinuncia abeneficii dell agri;

coltura, che abbagliato da' lusinghieri b eneficii delle arti e del

commercio, trascura quelli delle prduzionf Je suo terreno,


che preferisce, in una parola, la forma alla materia, pu dunque esser paragonato
1

avidit

un
dun

avaro imbecille che, mosso dal-

a quell

un tenue gadagno, sdegna

ricco proprietario

suor

il

impiegare su fondi

danaro, per darlo

tra

mani

le

famiglia disordinato, che lo priver ben presto

figlio di

di capitale e de suoi frutti, lo credo che queste conseguenze

sieno cosi semplici,

come

lo

sono

principi! da quali deri-

vano.
*

La situazione dellOlanda potrebbe

essere

una prova

di questa verit.

Questa nazione, che pu senza dubbio


piccolissimo ed infelice (errilo*
la

dirsi la pi ricca dellEuropa, che ha un


un gran popolo, che da tuUaltro riconosce

io, e-i

sua grandezza fuorch dall* agricoltura

essa sicura di conservar per

lungo

tempo la sua prosperit ? a quali pericoli non essa esposta ? quante insidie si
alla sua fortuna? Il suo commercio, frutto duna grande economia e d uua grande industria, sempre esposto ad alcuni colpi che non pu
n prevenire n curare. LInghilterra gliene diede gi uno mortale col suo atto
possono tramare

di navigazione e

co suoi

trattati colla

Russia e col Portogallo; essa avrebbe po-

tuto farle perdere anche quello di Cadice per

la

acquistata di da e quella estensione che volevano


fra la

Giaminaica

le

facilit

che glinglesi avevano

loro

commercio clandestino

al

Colonie spagnuole. Le citt Anseatiche s'hanno gi ap-

propriata una porzione del suo commercio di cabotaggio, e del suo commercio
di

giro e di commissione. Per privarla de* vantaggi che

sulle

una

le

il

commercio

sponde del Reno, il re di Prussia non dovrebbe ferve far altro che vtaliilire
Wesel 11 commercio che si fa oggi da Danesi, non si fa che a

fattoria a

spese di quello degli Olandesi.

beneficj della loro agricoltura, cio a dire della

e delle balene, sono, come si sa, diminuiti allm6nito.


commercio d* assicurazione , che una volta facevano per
una gran porzione dell* Europa, e dal quale raccoglievano vantaggi considerabi-

loro pesca delle aringhe

Lisi non fanno pi

lissimi.

il

Finalmente basta osservare

il

corso presente delle rose nellEuropa, per

prevedere che ciaschedun popolo avr presto o tardi una navigazione relativa

accrescimento della sua industria, e

alla

natura del suo paese, ed

cie

Unite vedranno in ogni giorno indebolirsi sempre pi

misura che

le

altre

Ecco quale
tutt* altro

all*

nazioni disienderanno
la

so* te

le

il

loro

le

Provin-

commercio

loro.

dun popolo che riconosce

fuorch dall'agricoltura. Nell osservare

fanno tutte

gli

la

sua prosperit da

sforzi vigorosi, che

oggi -

nazioni per liberarsi dallindustria straniera, io ardisco di presa-

gire che

non passer un mezzo secolo che

ranno

piu agricole e

le

il

le

le

sole nazioni ricche nellEuropa sa-

pi abbondanti de* prodotti del suolo.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

228

Lasciamo

al lettore

il

giudicarne, e stabiliamo per princi-

ogni nazione dove

I agricoltura si pu con
non debbono trascurare
procommercio, ma debbono sempre suboftfinare questi a progressi dell agricoltura che questa deve essere
il punto dove debbono andare a finire tutte le linee economiche; il grande interesse col quale debbono tutti gli altri com-

pio sicuro che

in

vantaggio esercitare,

le leggi

gressi delle arti e del

binarsi

sparire;

nalzare

coli

la
il

fondamento eterno,

sul quale

il

Premesso questo principio, veniamo


che nella pi gran parte dell Europa

interporsi

la

che

in-

all

necessaria protezione delle leggi. Per serbare

il

governo, o

sia

vi

oppongono

le leggi; nella

un

distribuisco tutti questi osta-

io

prima saran compresi

coli in tre classi. Nella

oppone

le altre

deve

esame degli ostasi oppongono a prosuppressione de quali deve tutta

certo ordine in questa ricerca,

quelli

legislatore

edifcio dellopulenza nazionale.

gressi dellagricoltura, nella

vi

debbono tutte

divinit, a fronte della quale

grande

il

tutti quelli

che

amministrazione; nella seconda

vano dalla grandezza immensa delle

terza quelli
capitali. Si

che deri-

cominci dal

governo.

CAPO
Pi

ima classe degli

ostacoli

dell agricoltura

quelli

Se qualche volta
le

statue de

non un

numi, se

delitto

il

XI.

che

si

oppongono

progressi

che derivauo dal governo.

lecito di

mirare con occhio

mostrare

difetti e

che ne paesi ove regna

il

d artefice

vizi de

governi

dispotismo,

odove

mire
un corpo aristocratico, timido perch debole; ma una virt, un beneficio in un paese, come quello dove ho avuta la
un' oscura e misteriosa

politica

dirige

sospetti e

le

sorte di nascere, nel quale

comincia a sentire
dini,

la

che pur troppo

finamente

il

il

governo

istruito dallesperienza,

necessit di sradicare
si

dovere del

oppongono

gli

antichi disor-

alla pubblica

filosofo di accelerare

il

felicit;

tempo

se

delle

correzioni, e di risparmiare ad una nazione molti esperimenti

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LIBRO SECONDO.

prove che essa dovrebbe fare a sue spese, e che spesso


dovrebbe pagare a caro prezzo; se vero tutto questo, io oltraggerei me e la moderazione presente de principi, se parprogressi dellagricollando degli ostacoli che impediscono

e molte

maggior parte

tura nella

delle nazioni

dEuropa, trattenuto

da un sentimento vile di debolezza o d adulazione non op-

portuna, n desiderata,

io trascurassi di

parlare de pi

forti,

che derivano dal governo.

di quelli

L 'amministrazione che dovrebbe

essere

sostegno della

il

rammi-

prosperit de popoli e dellopulenza delle nazioni;

nistrazione che non dovrebbe


fluenza che nello spianare

dovrebbero correre verso

la

in

altro

strada, per

la

loro felicit;

mostrare

la

sua

in-

uomini
Y amministrazione

la

quale

gli

che dovrebbe adottare per regola generale della sua condotta


quel

gran principio: Ingerirsi quanto

sciar fare quanto pi

si

meno si pu, laPU; Y amministrazione io dico,

per essersi allontanata da questi salutari principii, divenuta, nella pi gran parte delle nazioni,
miseria,

alle arti, al
di

la

causa della loro

eia

destruttrice dellindustria degli uomini,

la

gente pi feconda degli

commercio, e pi

prosperare.

primo tra

Il

tura, senza dubbio

il

sor-

pi forti che impediscono

ostacoli

d ogni altro, all agricoltura

quelli che

riguardano

difetto di libert nel

agricol-

commercio

dei

suoi prodotti.

Un
credere

errore, derivato da una falsa supposizione, ha fatto


a

governi che potesse uscire da un Stato col moto

naturale del commercio anche parte del necessario alla sua

Per

interna consumazione.

vento,
di

si

son chiusi

guardie

le loro

liberarsi

da questo panico spa-

porti delle nazioni,

frontiere,

si

si

sono intimate

sono circondate
le

pene pi spa-

ventevoli alle clandestine estrazioni d alcuni prodotti necessari

alla

priet,

vita

espediente

rovinata

impoverite

le

fatale

l'agricoltura,

che ha distrutta

illanguidito

campagne, spopolati

gli Stati

il

la

pro-

commercio,

e moltiplicate le

carestie in una gran parte delle nazioni europee. In vano

si

cercato in questo secolo di mostrare quest errore con tutta

sua deformit. In vano


dipinti co colori

l.

Filangfri.

la

penna degli scrittori economici ha


pi vivi il flagllo che reca agli Stati qu

la

20

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

230

sto pregiudizio funesto. L antico sistema combattuto da tanli

da tanti

scrittori,

servato in tutta

no,

filosofi, dal

ci

voto pubblico fstesso,

sua estensione.

la

sono ancora;

vincoli che

con-

si

prima

catene che tenevano inceppalo

le

ci

il

era-

com-

mercio delle biade, e d alcuni altri prodotti del suolo, invece


di sciogliersi, si sono in molte parti ristrette di pi; e P- agricoltura intanto languisce sotto

il

loro peso;

il

governo rispetta

con superstiziosa venerazione

gli antichi errori; ed


filosofi,
dopo aver inutilmente declamato e scritto, aspettano con impazienza l'estremit de mali che pu solo risvegliare governi
i

dal loro lungo e profondo letargo.

Ma potrei io in un opera di questa natura incontrarmi In


un oggetto csi interessante, senza aggiungere qualche cosa
del mio a tutto ci che si da tanti scrittori pensato? Se
questa intrapresa difficile, se sar forse inutile, non debbo
per questo trascurarla. Per riuscirvi bisogna

fissar

stato

lo

della questione.
Si detto
il

commercio

vita,

che

motivo che induce

il

di alcuni

prodotti

timore della carestia

il

del

governi a vincolare-

terreno, necessari

di questi generi.

Ma

alla

cosa

carestia? Bisogna convenire nel significato di questa voce. La

un genere -di due maniere: o quando la quantit


che ve n ha nello Stato inferiore a quella che P interna
consumazione richiede; o quando^il prezzo di questo genere
carestia d

non ha come provvederdunque necessaria all' interna consumama nel tempo stesso tale

tale che una porzione de cittadini


sene.

Se

la

quantit

zione esiste; se

che tutti

pu mai

il

cittadini

dire che

terra, per esempio,


il

triplo, di quello

prezzo caro,

sono nel caso


ci sia
il

di

provvedersene, non

che costa in molti paesi

pu dire per questo che

si

carestia di questo genere. In Inghil-

grano costa ordinariamente


in Inghilterra ci

il

doppio,

dell Italia.

sempre

Si

carestia di

grano ?

Premessa questa definizione, vediamo ora se luna o laldue specie di carestie pu derivare dalla libert
del commercio de prodotti del terreno, o se piuttosto entrambi possono essere le conseguenze della privazione,
o restrizione di questa libert. Supponiamo che il commercio
tra di queste

illimitata

Digitizec

ogle

LIBRO SECONDO.
d

un genere

sia

'231

interamente libero che non

colo ristretto: in questo caso quale sar


tario ne far? Egli lo

vender

I'

sia d

uso che

alcun vinil

proprie-

maggiore offerente. Se questi

al

un negoziante straniero, egli lo mander fuori dello Stato;

un cittadino,

se
.

per che

vender

lo

nell ipotesi

dell

cittadino, con tal differenza

al

uguaglianza delle due offerte,

il

sempre da lui preferito per la sicurezza del negozialo. Io non valuto qui le spese ed
rischi del trasporto,
n il pagamento del dazio sullestrazione, se mai ci , perch tutte queste spese le suppongo a carico del compratore.
Supponiamo in oltre che in una nazione la quantit della
raccolta d' un prodotto del suo terreno superi la quantit necessaria all interna consumazione: non si pu negare che lincittadino sar

teresse universale dello Stato esigerebbe in questo caso che

il

supertluo uscisse fuori, e che nel paese non vi restasse altro

die

quantit proporzionata

la

libert illimitata

un assioma

si

nella

all'interno

bisogno:

con una

potrebbe questo ottenere? Esaminiamolo.


facolt

economica che

il

prezzo di qua-

lunque merce in ragion diretta delle richieste e inversa

merce e del numero de venditori. Nella


nostra ipotesi dunque
proprietari del genere, del quale si
parla, per venderlo con condizione dovranno mandarlo fuori
della quantit della

dello Stato, presso quella nazione, nella quale la quantit del

genere inferiore a quella che

A misura

richiede.

scer

il

nellestera

nazione, diminuir

dunque dellestrazione

mando
la

sua respettiva consumazione

la

che questo genere uscir dallo Stato, cre-

prezzo nellInterno; ed a

misura che simmetter

lestero prezzo.

Il

benefcio

ander sempre doppiamente

si

sce-

per laccrescimento del prezzo nellinterno, e per

diminuzione del prezzo nella estera nazione. Quando

final-

mente dopo varie oscillazioni, i prezzi delle due nazioni andranno a livellarsi allora cessando il beneficio, cesser il incuto,
e colla massima libert non escir pi dallo Stato neppure la
,

minima quantit
Mi

si

di

questo genere.

potr qui fare un obbiezione. Mi

livello ne prezzi di queste

si dir che questo


due nazioni potrebbe avvenire,

quando dalla nazione venditrice


perfluo di questo genere,

ma

si

non

solo estratto

il

anche parte del necessario

sualla

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

232

sua interna consumazione. La carestia allora non sarebbe una

conseguenza

di questa illimitata libert

che tanto

si

desidera?

Quest obbiezione non pu reggere che in un solo caso, quando


voglia interamente negare quell ordine universale della na-

si

tura che

osserva in tutte

si

Se non
ver che

spondente

si

la

sue parti.

le

vuol negare questordine inalterabile,

tro-

si

terra riproduce in ogni anno una quantit corri-

all

universale consumazione.

errore, dice uno scrittore molto sensato ,

malinconico

Egli
1

il

creder

gli

uomini

dado per vedere chi debba morir di


fame. Riguardiamoci con occhio pi tranquillo, e riceveremo

condannati a gittare

il

idee pi vere e pi consolanti. Fratelli d una

vasta famiglia

sparsa sulla superficie del globo, spinti a darci vicendevol-

mente soccorso, noi vedremo

il

gran Motore della vegetazione

averci largamente provveduti di quanto

nere

bisogni della vita.

secondando

una terra

Il

fa d'

uopo per

commercio, quando

soste-

fosse libero,

disegni della natura, supplirebbe col superfluo


al

bisogno d unaltra, e colla legge di continuit

basterebbe a periodicamente equilibrare bisogno ed abbon-

danza.

Premessa questa verit, che non si pu negare senza olla provvidenza , vediamo ora se regge l obbiezione.

traggiare

Si detto che

che
non

il

solo

il

necessario.

molto

pericolo che sovrasta alla nazione venditrice,

il

beneficio dellestrazione fluisca,

superfluo di quel tale genere,

difficile,

per questo carestia

ma

commercio ne

un

io dico,

che ne aveva bisogno?

sempre maggiore

tal

che ci avvenga;

genere

ci

mandarlo presso

Un guadagno

dell interno.

del quale

si

la

le
1

nazione

considerabile, un prezzo

Quest istessa causa dunque

privata per

di

ricondurrebbe labbondanza.

quel-

lei

provvederne un

L istessa libert che pareva che dovesse recarle

ria,

altro

sarebbe

genere in questa nazione, quando

indurrebbe unaltra nazione a portare presso

tra.

estratto

fosse libero? Quale la causa che ha indotti

proprietari di questo genere a

listesso

si

anche parte del

per molte ragioni che lascio a colui che legge,

dindagare) supponiamo,

il

quando

Or supponiamo che questo avvenga (cosa per

la

al-

penu-

suoi porti che

non

Verri, Medltntioni mlleconoma politica Vili.

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LIBRO SECONDO.

233

sarebbero chiusi n alluscita di questo genere, n al suo


ingresso, darebbero da una parte e prenderebbero dall altra.
I-prezzi sarebbero allora

sempre ad un giusto

livello e

non

si

vedrebbero quelle alterazioni istantanee che, o fanno impallidire

ministro, o conducono al fallimento

il

proprietario e

La massima

libert

detto essere

si

negoziante,

il

agricoltore.

non pu mai produrre in


che

il

dunque nel commercio d un genere


uno Stato la prima specie di carestia,

difetto della quantit necessaria all in-

il

Vediamo ora se pu produrre la seconda,


P alzamento del prezzo a tal segno, che una porzione dei
cittadini non potrebbe provvedrsene. Questo non pu mai
avvenire, ed io lo provo con due ragioni. La prima di queste
semplicissima. Quando avviene, io domando, che il prezzo
d una merce, della quale esiste in uno Stato la quantit neterna consumazione.

cio

cessaria al suo bisogno, sia

giusto liveUo?
si

Quando

oneroso, alterato, superior

tutta la quantit esistente della

unita in poche mani. Allora

ditori; allora

il

numero

manca

di quelli

concorrenza

la

epe vendono, essendo piceio-

lissimo, esorbitantemente crescer in vigore


il

prezzo della merce; allora finalmente

tabile.

Or questo disordine appunto


del

libert

al

merce

tra ven-

delle

premesse

monopolio inevi-

il

quello che

si

evita colla

commercio. Quanlfc ciaschedun proprietario pu

fare quell' uso che vuole

de' prodotti

schedun proprietario sar

il

del' suo

terreno, eia:

negoziante di questi prodotti.

Egli non vorr sicuramente spoglierai di questo vantaggio.


soli vincoli artificiali, le sole proibizioni

possono obbligarlo a

un monopolista avveduto, per. non


sapere qual uso farne. Ecco la prima ragione: la seconda poi
sulla
conseguenza
necessaria che deriva dall aument
fondata
metterli tra

le

mani

istesso del prezzo, allorch quest

reni.

Quando

son poveri,

debbono
le

in benefi-

de' proprietari

de ter-

questi son ricchi, ricco lo Stato; quando essi

lo Stato

povero. Tutti

gli

ordini della societ

!
confessare, che la loro sorte unita a quella de pro-

prietari de terreni

brica

aumento non va

ma

cio di tre o quattro monopolisti,

L artefice che veste

loro case, che costruisce

loro corpi, che fab-

loro mobili, che lavora gli

utensili necessari alia coltura de loro fondi, che provvede,, in


20 *

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.


A.

una parola, ed
rio

che

commercia per

comodo, ed

al loro

serve;

li

avvocato che

loro,

loro lusso;

al

difende;

li

marinaro e

il

il

mercena-

il

merendante che

vetturale che trasporta

il

loro prodotti ec., tutti questi individui travaglieranno pi e

saran meglio pagali

da proprietari de terreni, 'quando essi

vendono a pi caro prezzo loro prodotti. Se non propriotari debbono pagarli a pi caro prezzo, le loro opere debbono
i

anche a pi caro prezzo esser pagate da' proprietari,

dunque

de generi sar caro, ina

di coloro

non sar superiore

il

prezzo

alle forze

che debbono pagarlo.

Da queste riflessioni che ho appena accennate, per non


mancare a quella brevit della quale fo professione, si pu
con sicurezza dedurre che n 1 una n i altra specie di carestia pu esser la conseguenza duna libert illimitata nel commercio de prodotti del terreno. Vediamo ora se
tra sono le frequenti
libert.

Se

appendici della

una e

al-

esperienza non

carestie ne paesi,

ci

facesse vedere

la

frequenza delle

ove ha luogo qusto sistema funesto, mal-

grado Pubert de loro terreni e


la sola

privazione di questa

regolarit delle stagioni,

la

ragione basterebbe per mostrarci quanto essi debbano

essere esposti a questo disastro. Per persuadercene ritorniamo


all ipotesi

che

si

premessa,^affinch

stemi sia pi esatto.


Si
il

supponga che

commercio

la

del quale vincolato, superi quella che

consumazione interna richiede:


1

uso che

si

parallelo tra'

il

due

si-

quantit della raccolta d un genere,

in

la

sua

questa ipotesi quale sar

far di questo superfluo?

si

lascer marcire nel

paese, ocon una limitata estrazione accordata dal governo e pre-

ceduta da informazioni, da richieste e da calcoli,

che esca dallo Stato. Or


la coltura di

nell

questo genere

uno e

si

si

permetter
iodico che

nell altro caso,

il
gouno e nell altro caso
imminente carestia.

risentir de vincoli che


-

verno impone
la

al

suo commercio, e

nazione esposta

al

pericolo

nell

d un

Questo evidente. Nel primo caso lasciandosi marcire questo


superfluo, vietandosene con rigore 1 estrazione, il prezzo del
genere
fluo

si

deve necessariamente avvilire, e se questo super-

grande,

si

avvilir a

tal

segno che scoragger

agri-

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LIBRO SECONDO.
Coltore dal proseguirne la coltura.

produrr dunque

un

la carestia jd

Nel secondo caso avverr

ma

coltura;

si

235

Labbondanza
altr

un anno

anno.

istesso effetto riguardo alla

recher un danno anche peggiore allo Stato.

ma

Questo sembra un paradosso,

io lo

dimostro.

In un paese ove il commercio d un genere non libero,


prima che il governo sappia se la quantit che n esiste nello

Stato

superi

che linterna consumazione richiede,

quella

deve lungo tempo passare. Le

frodi

che

possono commet-

si

appura mento, e la difficolt di fare un calcolo


del quale sono tutti incerti ^esigono la massima ocula-

tere in quest*
i

dati

tezza del governo. L estrazione dunque di questo superfluo


non si accorder che scorsi vani mesi dopo la raccolta, cio
dopo che
possessori delle terre, costretii dall inesorabile
i

bisogno,

han

gi'

ammassata presso

venduto, dopo che


monopolisti.

Succeduta lestrazione,

il

neamente crescere senza che


profittarne, perch
la

derrata

si

si

istanta-

proprietari de terreni possano

quantit della derrata, e

la

concorrenza de vendi-

picciolo

numero

combinavano per renderne tenuissimo

si

gi tutta

vede

trovano gi venduta a vilissimo prezzo

si

derrata in un tempo, nel quale e

tori, e la

chieste

la

Che ne avviene da questo?

prezzo del genere

il

delle

ri-

valore.

dunque che li avrebbe distolti dalla coltura


di questo genere nel primo caso, li distoglie anche nel secondo, colla differenza per che le spese della semina essendo
L istesso motivo

maggiori, allorch
genere,
il

l'

estrazione ha fatto crescere

impedimento sar anche maggiore.

profitto di quest estrazione

prezzo del

degl in-

de' possessori delle terre),

braccia e

loro talenti, o

con maggior vantaggio


prietari

non permette

essendo ricchi;

dopo

il

In oltre, siccome

in .beneficio

non de proprietari , non possidenti ( la sorte dei


comesi osservato, sempre dipendente da quella

cettatori e

quali,

va tutto

non trovando ad impiegare le loro


almeno non trovando ad impiegarle
prima, perch la miseria de pro-

di

loro di fare quelle spese che farebbero

non possidenti,

estrazione

il

proporzionatamente

q dico,

vedranno crescere

prezzo di quel genere senza che cresca

in essi la possibilit di pagarlo.


-

Nel primo caso dunque

abbondanza

d'

un anno produce

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

436

una carestia di quantit nel seguente anno e nel secondo caso


essa produce una carestia di prezzo nell istesso anno, e una
carestia di quantit nel seguente anno. Quando dunque il com,

mercio d una derrata vincolato, un estrazione data accidentalmente dal governo, molto lontano dall esser giovevole,
perniciosissima,

pi perniciosa dell'istessa proibizione.

e.

qualunque aspetto adunque che


del

si

governo,

dotti del

terreno

zione per

la

commercio

si

all*

Sotto

de' pro-

trover sempre essere fatale alla popola-

sussistenza che diminuisce, e funesto

tura, alle arti e

consideri questa ingerenza

questo difetto di libert nel

agricol-

all

industria per lo scoraggimento e la miseria

che cagiona ne' proprietari de terreni.

Ma non
a

finiscono qui gli ostacoli che

progressi dellagricoltura.

che con ragione contribuiscono tanto


ra.

Questi sono: 1

ni;^

la

uomini che

altri

che mi
inutili

al discredito d

si

maniera

d esigerli;

la

la

natura d

moltiplicit

questi ultimo

si

nazione ed

la

principe

il

sistema militare presen-

il

gi a lungo parlato, e degli altri si

fe

parler nel decorso di questo libro, dove

l'

mie

ordine delle

idee e la distribuzione della materia che ho per le mani,

permette

di

osservare questi disordini in tutta

sione, sotto tutti

Io

non m* impegno qui

da Melon, di regolare
stato confutalo
fa l*oj)re

I*

6no

e mi permett pi dogni alde mezzi propri per estirparli.

dirfiostrar

de lumi di questo grand'uomo,

lo

incocrenza del sistema proposto

evidenza da un mio concittadino m una opera, che


dove nato. Questa scritta in francese, ed ha per ti-

commerce des grams.

pensare assoluUmente da me.

ammirazione

I*

estrazione col prefzo del genere. Quest'erroneo i>tema

giurato di chiuder tuit*i libri

dell*

mi

loro esten-

all'

della patria

tolo Dialogar* sur le


profittare

la

loro aspetti,

tro di distendermi sulla scelta


I

al-

degli

tolgono alla agricoltura non per giovare, non

ma per defraudare
esazione delle sue rendile; 6"

Di

unope-,

alterazione continua delle tasse su' terre-

per difendere,

te.

governo oppone
ripetizioni

de^li

le

l'alienazione delle rendite del fisco; 3 e

cuni dazi; 4

nell

il

Ve ne sono

contento solo d' enunciare, per evitare

se

Io

avrei potuto in

prima

questo capo

di cominciarlo

non

avessi

che suo comparsi sopra queste soggetto, e di


voglio pero negare a questo scrittore il (rilutto

Non

debbo confessale che i suoi dialoghi mi hao sorpreso Non


una matria cos sterile con tanta eleganza, con tanto
Ora riserbato al celebre Galliaui il portare ne* magazzini

possibile di scrivere in
brio, con tanta amenit

de* grani,

tombe

{tifile

grazie che Fonlenelle aveva

de morti.

con maggior

facilit

condotte nelle

'

#*

LIBRO SECONDO.

CAPO
Seconda classe degli

dell agricoltura; quelli

XII.

che

ostacoli

oppongono

si

progressi

che derivano dalle leggi.

non conosciuti, e noi

Gli Ateniesi sacrificavano a Dei

vremmo

237

do-

sacrificare al Dio conosciuto, affinch ci preservasse

non si conoscono. Questa preghiera pubblica,


Provvidenza non sdegnerebbe d ascoltare e d esaudi-

dagli errori che

che

la

vedere nelle nostre leggi alcuni difetti ed


quali, se non distruggono intieramente 1' agrimantengono almeno in quello stato davvilimento
quale noi la vediamo: avvilimento che il declamatore at-

re, ci farebbe forse

alcuni errori,

coltura, la
nel

uomini,,

tribuisce a vizi degli

lagricoltore
all

all

volgo

il

a flagelli

intemperie delle stagioni,

il

del

cielo,

progettista inetto

ignoranza delle macchine e degl' istromenti propri per

ma

cilitare la coltura;

che

il

fa-

solo filosofo che medita ed osser-

va, ritrova ne vizi de governi e negli errori delle leggi.

Vi sono in molte nazioni

dell

Europa alcune

paiono espressamente emanate per distruggere

leggi

che

agricoltura.

Alla testa di queste io ritrovo quella che proibisce a proprie-

murare

tari delle terre di

loro poderi e di chiuderli con ogni

specie di siepe o di argine. Se

non

ragioni e collesperienza, quanto


tribuisca

all'

duzione; quanto moderi


cosi distruttori nella

non avesse

terra

lo

fatto

sono, e che

la

la

ripro-

rigori del freddo e lurto de venti

vedere che

il

dell Inghil-

prodotto delle terre rin-

meno

quello delle terre che

pastura in vece di risentirsene, vi trova

pi grandi vantaggi; se non

questo,

fosse dimostrato e colle

chiusura de terreni con-

primavera; se lesperienza

chiuse supera d un quarto per lo

non

si

la

ubert delle raccolte; quanto acceleri

per assicurarsi

si

fosse, io dico,

dell ingiustizia

dimostrato tutto

e de mali che arreca

questa legge allagricoltura, basterebbe scorrere perle campagne, per vedere quanto questa proibizione scoraggisca lagri*

Questi sono

per nostra disgrazia

veri Bigelli del Cielo,

meno

temibili,

mai pi

forti, e

pi frequenti.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

2>38

cultore,

il

quale vede una met della sua

ogni anno, per dover tenere esposto

mali che vanno a pascolarvi

raccolta

perire

in

suo campo, ed agli ani-

il

da quali quasi impossibile di

garantirsi, ed<alle vetture che vi passano


cattivi passi delle strade pubbliche,

ed

per risparmiare

a furti

che vi

si

fanno

colla protezion istessa della legge.

Avendo

io

domandato un giorno ad un agricoltore

di

buon

senso, perch non piantasse egli nel suo podere ninna specie

particolarmente, cosi profittevoli oggi che

di piante, di gelsi

divenuta uno de principali oggetti dell industria

la seta

questa

domanda

dopo aver mandato

fuori

un profondo sospi-

ro, egli mi rispose: Signore, io sono troppo avveduto ne miei

non avrei trascurato un oggetto cosi


non me Io proibisse. vero, seguit

interessi, io

se la legge
ci

profittevole,
egli,

che non

alcuna legge espressa che mi proibisca di piantare quante


voglia nel mio podere;

piante io

ma

ci

una legge espressa

che mi proibisce di chiuderlo. Or sappiate che dieci sole capre


che

introducono nel mio campo, basterebbero per distrug-

gere in poche ore cinquecento piante tenere


di

dissi

piantarle.

qualunque specie
dere, diritto che

lanno ;

Ancorch

io

avessi

il

di gelsi, se io ar-

diritto di proibire a

di animali di venire a pascolare nel


la

legge

non

ini

mio po-

d che in alcuni mesi del-

ancorch, iodico, avessi questo diritto, potrei forse

soggiacere alla spsa che

si

richiede

per custodire, come

si

campo aperto da tutte le parti? Non sarebbe


una stranezza lo spender tanto a migliorare un fondo che le
leggi condannano a languire? Che queste mi permettano di
chiuderlo, che mi permettano di far valere nel mio campo
conviene, un

quel diritto che io ho nelle case, che mi restituiscano finalmente


la libert di

disporre di quello che mio, e voi vedrete dopo

pochi giorni tutto

il

mio podere circondato da

e da ogni altra specie di piante che questo

gelsi,

da olivi

terreno atto a

nudrire.

Questa semplice risposta

pone

di quest agricoltore

a progressi dell' agricoltura,

fatale
1

mi sorpre-

ne dedussi da principio lostacolo che questa legge op-

so. Io

che reca

rillettei

a sacri diritti della propriet, lo

Dal tempo della sciuiua fino

al

tempo

al

colpo

non so

inlen-

quindi

della raccolta.

Digi

by

LIBRO SECONDO.
dero come

ch

legislatori

V abbiano

239

rispettata cosi poco. Ancor-

chiusura de terreni fosse una cosa indifferente per

la

progressi dell' agricoltura, ancorch giovasse a qualche citta-

non veggo nella legge che la proibisce, che un ingiumanifesta, un attentato contro gl imprescrittibili diritti

dino,
stizia

io

della propriet.

Non bisogna confondere


ordine di

proprie per dirigere un

le leggi

proprie per dirigere una societ

ci-

un chiostro tutto di tutti, niente individualmente


beni formano una propriet comune. Questo un
1
essere, dice uno scrittore celebre
fornito di venti,
In

vile.

frati colle leggi

alcuno;

solo

quaranta, mille, diecimila

trenta,

teste.

Non

societ. In questa ciascheduno ha la sua -testa

cosi d una

la

sua pro-

priet, una porzione della ricchezza generale della quale egli

il

padrone, ed

il

padrone assoluto, e della quale

ed anche abusare a capriccio. Ancorch

usare

blico esigesse che egli ne facesse uso in

legislatore

il

pu

egli

bene pub-

una certa maniera,

il

non deve prescriverglielo espressamente. Egli deve


tal maniera combinare

ricorrere alle vie curve; egli dev$ in


i

suoi

interessi,

che questo proprietario faccia della sua pro-

priet quell uso che la legge desidera,

taneamente senza

La

espresso

comando

ma

che

lo faccia

spon-

delle leggi.

differenza tra una nazione ben regolata e

una nazione

mal regolata, questa. Nella prima gli uomini vanno direttamente, ed obliquamente vanno le leggi, e nella seconda obliquamente vanno gli uomini, e direttamente le leggi. Nella prima
il
legislatore maneggiando l interesse privato del cittadino,
l

induce a fare quello che egli vuole senza obbligarlo, senza

neppure
irrita, lo

disegno,

palesarglielo; e nella seconda egli lo innasprisce, lo

dispone a divenir refrattario, mostrandogli


la

sua volont,

la

sua forza, e nascondendogli

il
i

suo
suoi

interessi.

Lo
il

stabilimento, per esempio, dell imperadore Pertinace,

quale volle che un

nelle

campo

lasciato incolto si appartenesse a

che lavrebbe coltivato, andava troppo direttamente

colui

Lautore

doli* istoria filosofica e politica degli Stallili menti degli

al

Europei

due Indie.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

240

suo scopo. Per proteggere


priet che dev essere

il

*1

agricoltura egli offendeva la pro-

primo nutne

Se un campo mio,

io

del legislatore.

posso consecrarlo alla sterilit,

decoro della propriet richiede che

la

legge mi permetta

riguardo a questoggetto d'essere un cattivo cittadino. Poich


se essa

mi

mi comanda di coltipadrone del mio fondo,

toglie questa libert, se essa

io non sono pi jl
non ne sono che un amministratore dipendente

varlo a suo talento,


io

dalla

vo-

lont d un altro.

Premesse queste

riflessioni,

che diremo noi della legge

che proibisce al proprietario di chiudere e di murare il suo


fondo? Ancorch questo giovasse in qualche maniera a progressi

dell' agricoltura,

non altrimenti

della

nace, basterebbe questo per giustificarla


alla propriet?

Si

d un ingiustizia

legge di Perti-

che

dall oltraggio

pu forse cercare un bene

col

fa

soccorso

e gittare a trra una citt per innalzare su

Ma se questa legge non


non favorevole, ma distrugge lagricoltura, se nel
tempo istesso che. ferisce ed altera tutt principii della sa-

le

sue rovine un suntuoso edificio?

solo

crosanta propriet, scoraggisce lagricoltore dal piantare, dal

seminare, dal coltivare (come


considerare

come

si

tempo

veduto); se nel

anche perniciosa, pon

istesso che ingiusta,

si

lignominia de' nostri codici, e

dovr forse

come

ramo

il

pi irregolare e pi informe di quella qurcia mostruosa ed


antica, misero e vergognoso emblema della legislazione pre-

dEuropa?
Uno spirito di pastura male

sente delle nazioni

l'

intesa ha dettata questa legge,

istesso spirito fa ancora sussistere

gran porzione

dell

fondi demaniali in

Europa. Questi fondi che, essendo di

una

tutti,'

pu dire che non s<jno d alcuno; questi fondi che sacrificano alla, sterilit una parte considerabilissima de terreni
si

delle nazioni; questi fondi che vendendosi a particolari citta*

Nop

liisogn*.

confondere

.1*

niano, di Teodosio e dArcadio,


sesso delle terre
rise*

il

abbandonate

lcggedi Pertinace con quella


la

quale mette

il

di

primo occupante

Valentiin pos-

purch, per lo spaxio di due anni non app-i-

ero padrone. Questa non distrugge

la

propriet,

perch chi abban-

dona quello che suo e vede con indifferenza. impadronirsene un altro mostra
un tacito consenso, ebe la legge interpetra in favore del novello possessore.
,

LIBRO SECONDO.
dini

241

farebbero crescere quasi d un terzo

massa

la

dell an-

nua produzione ; questi fondi finalmente che potrebbero somministrare ad un legislatore avveduto

gran riforma che

la

si

questi fondi, io dico, sono con-

dannati a languire per essere


l

mezzi per cominciare

dovrebbe intraprendere nel sistema uni-

versale delle contribuzioni;

pascolo di poche pecore che

il

indigenza vi conduce per non avere n propriet, n richie-

ste per impiegare le sue braccia.

classe infelice de cittadini,

timore di nuocere-a questa

11

quali per altro sarebbero

a profittare della vendita de demanii


i

forse far

mutar daspetto lagricoltura

nell

istesso timore fa ancora sussistere in

st

che proibisce

P umanit

Europa, e que-

molte parti

ignoranza,

che

soli ostacoli
1

dell agricoltura.

Ce ne sono

mescolata

quali

la

legge

pregiudizi, fino la piet

istessa de legislatori, tutto cospira alla sua miseria!


i

primi

chiusura de terreni. Misera condizione del-

la

La barbarie,

sono questi

questo timore, io dico,

da un intrapresa che potrebbe

nostri legislatori

distoglie

oppongono

le leggi

degli

altri,

Ma non

progressi

una porzione dei

tra le rovine ancora esistenti del sistema

feudale.

Quando questo sistema fatale era il sistema di tutta lEuropa, quando lanarchia de feudi era nel massimo suo vigore,
metalli non entravano nelle contribuzioni pubbliche.o private. I nobili servivano lo Stato, non colle loro borse, ma colla
i

loro persona, e

tutti

loro vassalli

somministravan loro

o in opere. Da questo ebbero origine

in derrate,

sopra

rone esigeva da vassalli, e che


In alcuni paesi dell'

derlo

smta

mora

nel

il

Europa

permesso del governo

distretto del

suo parse

coltura, divengono

non

ci

sotto

al

il

reca

si

possesso

diritti

il

pi gran bene6cio che

Filangeri.

I.

non pu Tense non di-

frutti

di

delle terre in questi


farle

ha

il

stabiliti

col-

maggiore ostacolo che

uomini; ogni estensione che


le leggi

paesi che

valere. Lagricoltore

perniciosa

che ogni diminutione, ogni scossa

della propriet

possa opporre allindustria degli

ba-

suoi progressi. Questa legge ha

a*

vincoli che una legge ioerta

a pretiosi diritti

il

loro scopo, e che per giovare allagri-

lidea di proteggerla. Bisogna persuadersi

che

decime

sue terre sono situate. Ecco una

le

chi voglia comprarle, e per conseguente

languisce

le

barbari chiamavano corva-

n pu godere de* suoi

un ostacolo fortissimo

aborrimento per

tale

proprietario d*un fondo

il

ove

quelle leggi, che vanno direttamente

prodotto un

le rendite,

prodotti e quella prestazione d opere che

si

si

d a questi

possano recarle.
21

ed by

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242
ta.

LA.

SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

Questi disordini che distruggono direttamente lagricoltura,

avrebbero dovuto interamente svanire colla rovina del sistema feudale. Mail fatto non corrispose alle speranze de popoli.
Ciaschedun principe, divenuto solo padrone ne suoi Stati

come magistrato

abusi nati

alcuni

diritto che distrugge tutt

secrate dal

tempo furono

malgrado le grida della


La maggior parte delle pre-

personali non sono state abolite in

dEuropa, e

le

decime spra

tutt

molte nazioni

prodotti della natura, che

avrebbero dovuto essere abolite o permutate, sono per

maggior parte

vina dell agricoltura in uso nella

non ancora

scheletri

Sussiste ancora

inceneriti delle

di

la ro-

questi

moderne baronie.

quasi universalmente

il

barbaro diritto

della caccia: questa unaltra reliquia della feudalit.

Settentrione, questi

poli del

abol

molte usurpazioni con-

rispettate,

libert e dellinteresse pubblico.

stazioni

dal diritto della guerra,

ma

diritti;

po-

Irochesi dell'Europa, de quali

noi abbiamo vergognosamente conservate le leggi, erano cacciatori

per professione e per bisogno. Quando essi discesero

nel Mezzogiorno,
le

quando strapparono

all

impero moribondo

sue pi belle provincie, quando essi simpadronirono dei

non si potettero dimenticare


del loro antico mestiere. Essi non vollero lasciare d esser
cacciatori. M siccome non pi era il bisogno che ve li chiamava, ma il piacere, quest'esercizio dopo essere stato 1* oggetto dell'occupazione dellindigenza, divenne una delle delizie
paesi pi favoriti dalla natura,

e delle ricercate distrazioni dellopulenza, della noia e della


volutt.

padrone del feudo,

Il

della caccia nel suo feudo.


a

barone solo, pot disporre

il

Per soddisfare senza molto stento

questo piacere, per moltiplicare

struttore, ciaschedun

le

vittime del suo ozio di-

feudatario volle avere a spese de suoi

vassalli, alcuni vasti spazi riserbati a s per questo piacere,

in maniera che

zione, ivi
legiati,

si

dovunque

si

trovavano

segni della proibi-

trovava una quantit immensa

autorizzati

devastare

le

di

animali privi-

campagne, e destinati a

perire esclusivamente per le sue mani. Questo diritto che

ri-

sente di tutta la barbarie de tempi ne' quali ha avuto origine;

questo diritto contrario

oche non

lascia di

alla

propriet,

nuocere infinitamente

all

interesse pubblico,

a' progressi deliagri-

LIBRO SECONDO.

non stato abolito,


ma si. esercita col massimo rigore in una gran porzione dellEuropa, e questo avviene ne paesi, ne quali non ci che
lombra sola della feudalit. Or che dovr avvenire in quelli
ne' quali questo mostro conserva ancora il suo antico vigore?
Che dovr dirsi della Danimarca, della Polonia , duna
gran parte dell Alemagna e della Russia, ove la filosofa che
coltura; questo diritto, iodico,

non

solo

ha illuminato

il resto dellEuropa, e fissati idiritti dellumanon ha potuto ancora annientare la servit della gleba?

nit,

Chi

crederebbe! Questa specie di schiavit sussiste ancora

lo

in alcuni paesi

che da pi di dieci secoli vantano

combattono per

loro, e

resto della nazione

il

la

mani del tiranno che

li

li

la

le

priva del dolce sentimento della


fatica. Essi

coltivano per timore

sempre innalzato sul loro dorso. Se questo scomsi ritira per un momento, il corso del lavoro

interrotto, e la natura irritata vendica colla sua sterilit

che

pro-

opprime. La loro fortuna indipendente

speranza, unico sprone delia

se

la

quale vanno interamente a colare tra

dallesito della raccolta,

parisce,

di schiavi

persona; che coltivano un terreno che non

frutti del

del bastone

poche migliaia

composta

ove nascono; che non conoscono n

attaccati al suolo

priet reale,

la loro libert

essa. Questa libert risiede in

di nobili e di preti ;

legge reca a suoi coltivatori. Qual meraviglia che

coltura sia nel pessimo stato

prosperare fra

le

questi paesi

torti

agri-

Potrebbe essa

rabbie della disperazione, fra

minaccie

le

della forza, fra lavvilimento, la bassezza e lignoranza della

verga della tirannia? Ma

schiavit, sotto la

mai, se volessi esaminare distintamente


leggi feudali

oppongono

verse nazioni

per tutto
1

Europa. Siccome queste

le istesse,

al fisco

sono tante

1*

altre sorgenti

che

le

non sono da

leggi

siccome in un' istessa nazione esse va-

nel difetto deredi laterali in quarto grado,

fondi feudali, e

la finirei

tutti gli ostacoli

a progressi dell agricoltura nelle di-

Presso di noi, per esempio, e presso alcune altre nazioni,

de fendi

nare

dell

non

io

estinzione di tutti

la

censi, allorch

la

devoluzione

proibizione dalie-

il

feu^o

si

devolve,

feconde d* ostacoli a* progressi dell agricoltura, tutte

derivate dal sistema feudale. Io ne parlo qui perch

mi trovo

d averne

detto

qualche cosa nel IV capo di questo libro, dove si sono esaminati gli ostacoli che
le leggi, che impediscono la circolazione de* fondi feudali, oppongono alla moltiplicazione depToprietarj.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

244

riano relativamente a privilegi accordati nelle concessioni


feudi, siccome finalmente
caratteristica d una

difetto dell uniformit,

il

dei

questa

legislazione difettosa, propriamente

il

vizio inerente de codici feudali; per rilevare tutti gli ostacoli

che questi oppongono

progressi dell agricoltura, io dovrei

entrare in un dettaglio che ricercherebbe pn opera a parte.

Mi basta

avere accennati

pi grandi e

pi comuni: quelli

che non han luogo che in un sol paese, non entrano nel mio
piano. L

un

Io passo finalmente a rilevare

n piccolo n particolare

leggi,

ma

buone

leggi sono inutili,

zione difettoso.

altro disordine che

che non nasce dal difetto

esecuzione, e che

dall

ci

quando

non

delle

dimostra quanto anche

tutto

il

sistema della

le

legisla-

Di questo disordine io parler nel seguente capo, che non


sar che un appendice di questo che io termino.

CAPO

XIII.

Proseguimento dello stesso soggetto.

un paese, nel quale le cattive leggi


trascurano e sono messe in disuso?
Tutti i presagi circa la sua sorte non gl intimerebbero forse
una rovina imminente? Or questo infelicemente lo stato di

Che dovrebbe

si

osservano, e

molte nazioni

le

dirsi d

buone

dell

si

Europa.

Noi abbiamo cosi nel diritto comune, come nel municipale,


I

le leggi

Le decime degli ecclesiastici sono anche un altro forte ostacolo che


oppongono a* progressi dell agricoltura in quasi tutta lEuropa. Niente
commutazione

di pi facile che la

cerdozio. Noi faremo vedere nel

maniera colla quale

lo Stato

cato, e se n' gi dato

In Inghilterra

si

questa sorgente di sussistenza

di

libro di

questa opera, dove

dovrebbe provvedere

un saggio

si

del sa-

esaminer la

sostentamento del elen-

al

negli antecedenti capi.

pagano ancora

le

decime

alla

Chiesa

ma

preti si

sono

convenuti per una certa prestazione 6ssa, che non dipendente dall'esito della
raccolta

decima
tor

Ne 'paesi,
varia

Young,

parte

ne' quali

siccome variano
restata

non
le

si

molto indietro.

questa

fatta

raccolte,

1'

Leggasi

convenzione, ne* quali

agricoltura, a

Young

relazione del

la

dot*

Aritmetica Politica

I.

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LIBRO SECONDO.
alcune leggi utilissime per proteggere

245

le

cose necessarie al

la-

voro della terra, e per vegliare alla sicurezza, alla tranquillit ed al comodo degli agricoltori. I vecchi codici delle ro-

mane

leggi ci

han tramandati molti stabilimenti

grande ordin, sotto pena di morte,

il

fisco di

lasciare

anche

degl

impe-

relativamente a quest oggetto. Noi sappiamo che Co-

ratori

stantino

in

pace

Siccome

di pi.

agli esattori del

agricoltore indigente.

Egli

fece

tra gli altri pesi delle provinole, ci era

quello di somministrare

buoi per

le

vetture pubbliche, Co-

stantino escluse da questa contribuzione quebuoi che erano


a

addetti alla coltura della terra.

Non

contenti di questo glim-

peratori Onorio e Teodosio vollero anche con altre leggi

ga-

rantire gli agricoltori da quella specie di nemici nascosti che

vanno in nome
bue compagno
menti
rono

de loro sudori

stessi del lavoro.

al

mezzo

della legge a toglier loro da


,

debitore di

il

fine, essi proibi-

quello

tutto

che

poteva servire alla coltura della terra per costringerlo

pagamento.

Gli

schiavi,

al

buoi e tutti gl istrumenti agrarii

erano compresi in questa proibizione, e


destinata a coloro che avrebbero violata
Gl'

il

e fino a privargli degl istru-

Per ottenere questo

creditore di privare

a solchi

la
la

pena
legge.

di

morte fu

imperaderi Valente e Valentiniano. non trascurarono

un oggetto

cosi interessante,

la

maggior parte

de codici

Europa ha confermati questi stabilimenti della


romana politica, se non in tutto, almeno in parte. * Ma chi
non sa quanto queste leggi sono poco osservate nella maggior
municipali

dell

parte delle nazioni, quanti mezzi

si

sono trovati per eluderle,

si commettono contro la pi giusta di tutte


immunit, contro quella che considera come sacre le cose

quanti attentati
le

destinate alla riproduzione?

Theod.
Theod.,

XI,

XXX,

leg. 1.

Cori.

Cori

Leg. Vili, Cod. ( Iute res pigi, oblig. pois., e

III).

tilt.

til.

Vili,

V,

lit.

leg. i.
le

opta citale leggi del

Codice Tcodosiano.
*

presso

Arrigo
di

III,

Carlo IX, Arrigo IV, Luigi XIII

noi Je prammatiche

cjueste savie

determinazioni,

ma

ritrovata la maniera di eluderle,

le

ardisco di
e

Luigi

XIV

in Francia, e

Regno hanno confermate


dire, inutilmente. La prepotenza ha

costituzioni del

clamori universali

della

Filosofia

ce

lo

attestano.

21 *

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La scienza della Legislazione.

240
II

bue,

cavallo, quella porzione istessa

il

destinata alla semina, tutto

s'

immola

all

e alle cento bocche sempre aperte del

stema distruttore della


magistrati

stri

per eludere

il

un bue,

ordina di darlo

gli

suo debito, e crede

della legge, proibendo al creditore di

macello. Che importa,


di quello, basta

dicono

che non

di riproduzione per

si

si-

no-

secondare

nazioni, credessero che


atti a

che

essi,

al

suo creditore in

secondare

di

lo spirito

vendere questo bue


il

bue

al

sia di questi o

tolga alla coltura quest istrumento


l

idea del legislatore.

Bisogna dunque supporre che


tutti gli altri legislatori

buoi

possa immaginare

si

contro un agricoltore insolvibile, se questi ha

soddisfazione del

fisso di

ha somministrato

mezzo pi strano che

magistrato

il

libert civile,

senso espresso di queste leggi. Allorch un cre-

il

ricorre

ditore

fisco.

funesto d indagare lo spirito della legge,

sistema

Il

raccolta

della

avidit del creditore

gl

imperatori di

Roma,

che han confermate queste determi-

non

fosse in

ci

strascinare

natura che un numero

aratro e che per conseguenza

non potesse alcuno provvedersene senza privare un altro. Si


pu forse ideare un giudizio pi -mal fondato di questo? Si
pu forse indagare lo spirito di una legge con maggior bassezza? Se Montesquieu fosse riuscito con altrettanta

felicit

in questo mestiere, il suo nome che oggi fa la gloria della


sua patria, non farebbe che occupare una riga di pi nell'elenco alfabetico de miseri glossatori. Se i governi dunque,
le leggi,

magistrati, se tutto contribuisse a rendere dura

penostfT arte pi antica e pi necessaria, che speranza avrem


noi che le
fra

campagne divengano feconde, che queste

sudori e

tori dell

le

lagrime

dell

indigenza, e sotto

oppressione? Quando

tutti

fioriscano

passi distrut-

privilegi e tutte

esen-

campagne; quando
il nome di villano divenuto oltraggioso;
quando la condizione istessa di colui che vende nelle citt la sua persona al
zioni

sono per

le citt,

e tutti

pesi per le

pi offerente divenuta migliore di quella del cittadino che


nutrisce
d

il

sovrano e

la

patria;

andar mendicando nelle grandi

me di

quest infelici

quando torna pi conto


citt,

che soccorrer

la

na-

quando finalmente clamori e le lagrinon si curano e si disprezzano, nel mentre

tura nelle campagne;

LIBRO SECONDO
che tutto
turba
il

sempre

turbolenti, quando, io dico, questo

il

irritabili,

sempre

sistema politico del

qual meraviglia

ci dovr recare il vedere in quasi


Europa ingrandirsi sempre pi a spese

tutte le nazini dell'

campagne, questi

delle

una

esseri senza beni^ senza propriet, senza onore, ed

di

solo inerito de' quali d esser

secolo,

4?

sacrifica nelle capitali alle grida insensate di

si

pare che contribuiscano

primono

al

colossi

fastosi delle capitali,

decoro degli Stati,

ma

in fatti

quali
i*

op-

col loro peso, e

ad altro non servono che a perpetuare


linganno, nel quale sono i governi circa la prosperit dei

loro popoli? Di questo funesto disordine, di questo disordine

distruttore

dellagricoltura,

mente cooperano
per indebolirlo,

delle

cause che pi particolar-

a fomentarlo, e de rimedi

CAPO

XIV.

Terza classe degli ostacoli ebe si oppongono


coltura

quelli che derivano dalla

pi opportuni

parler nel seguente capo.

io

progressi dell agri-

grandezza immensa delle

capitali.

Il

vi

al quale tutto quello che grande impone,


grandi citt e le capitali immense. Il filosofo non

volgo,

ammira

le

vede altro che

tanti sepolcri sontuosi,

che una moribonda

nazione innalza ed ingrandisce, per riporvi con decenza e con


fasto le sue ceneri istesse. Io

non dico che non

ci

dovrebbe

esser una capitale in una nazione ben regolata. Letimologia


istessa della

voce

uno Stato, come

ci fa

vedere che questa cosi necessaria ad

la testa

necessaria al corpo; dico solo che

se la testa singrandisce troppo, se tutto

e vi

si

china

si

arresta,

il

discioglie e perisce.

sono infelicemente

La

loro testa

si

il

sangue vi corre

corpo diviene apopletico, e tutta

la

Ora

la

mac-

in questo stato d apoplessia-

maggior parte delle nazioni dellEuropa.

ingrandita a dismisura.

La

capitale che do-

vrebbe essere una porzione dello Stato, divenuta il tutto, e lo


Stato non pi niente. Il numerario, questo sangue delle nazioni, vi

si

funestamente arrestato, e le vene che dovrebbero

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i

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

248

trasportarlo nell interno dello Stato,

uomini che seguono

Gli

guono

la

sono rotte o

come

corrente delle acque, hanno abbandonale

per fissare

la

oppilate.

pesci se-

campagne

le

loro sede nel solo paese ricco della nazione. Uo-

mini e ricchezze, tutto


essi si

si

corso del -metallo,

il

concentrato nell istesso punto;

si

sono ammucchiati

uni su degli altri, lasciando

gli

die-

tro di loro spazii infiniti, e ciascheduna di queste gran capitali

Roma, che conteneva

divenuta una seconda


tadini fra le sue

gior parte

mura. Questo
nazioni

delle

co progressi

dell

lo stato

tutti

Or

colla prosperit de popoli.

dell agricoltura e

la terra

se le dar

produce sempre a misura

abbandoner

sempre poco, finch

il

suo fondo tra

impegnato a migliorarlo; finch


pitale vi

le

mani

al

coltivati lontani

potrebbero coltivare

da suoi

occhi;

si

fanno, non

fondi,

suoi

finch

tanti

terra e moltiplicare la

la

sempre

esseri

somma

che
delle

fuggiranno nelle

miseria,

agli altri, o

per vendere

pi ozioso di essi; finalmente

terra, finch la sua coltura


l

fattore poco

per andar mendicando un pane che essi potrebbero

somministrare

si

Queste sono

le

si

loro ozio

il

ad un

dar sempre poco alla

abbandoner tra

indigenza sempre deboli e sempre

immensa

ci

proprie-

denaro che corre nella ca-

il

sue produzioni, perseguitati dalla

ricco

un

il

proprietario che labita, di serbare una por-

zione delle sue rendite per migliorare

capitali,

che

tutto quel che

rester sepolto; finch le spese che vi

permetteranno

mal

opposto.

di quel

di ricco nello Stato abiter nella capitale; finch


tario

cit-

incompatibile

nella facolt rurale che, indipendentemente dalla

sua fecondit,
se le d:

suoi

presente della mag-

Europa, stato

Bisognerebbe contrastare un assioma per sostener

un assioma

le

mani del-

sterili.

conseguenze necessarie della grandezza

delle capitali, e questi sono gli ostacoli che

questo
un ri-

disordine reca a progressi dell agricoltura. Per cercare

medio a questo male un principe


a tutti

gli agricoltori del

nelle citt.

de' nostri

suo regno

tempi ha proibito

di fissare la loro

Niuna legge ha mai ottenuto meno

il

dimora

suo fine di

questa. In vece di proteggere l'agricoltura lha degradata,


la
ta.

popolazione delle sue citt in vece di diminuirsi cresciuI

mali sussistono,

rimedi sono

inutili,

quando non

Digitized

si

LIBRO SECONDO.
volgono

gli

rono ad ingrandire
le

distribuisco in

quelle che concor-

rovine delle campagne. Io

le capitali sulle

due

249

Or molte sono

occhi alle cause.

Altre sono necessarie, altre sono

classi.

abusive. Contro le prime bisogna cercare un


tro le seconde

compenso, con-

una riforma.

Vediamo dunque, prima dogn altro, quali sono le necessarie, e quale sarebbe il compenso da opporre alla loro
azione sempre viva.
La capitale, considerata come sede del governo, deve
necessariamente richiamare a s molte ricchezze e molti uomini. Siccome ciaschedun proprietario deve pagare allo Stato
una porzione delle sue rendite, o una tassa sopra i suoi fondi,
siccome lindustria di ciaschedun uomo gli deve anche, pio
meno, secondo le leggi o gli usi fiscali di ciaschedun paese,

secondo

consumazioni,

diritti stabiliti sulle

materie prime, sulle manifatture

sulle

me immense vanno

gran ministri del sovrano e dello Stato,


bunali superiori, tutti
altri

gli

chiede
io

dico,

anche

le

impiegati nel

consumano

per

queste som-

numero

dove

ci

magistrati de

tri-

un trono, e tutti

infinito delle cariche

che

ri-

rendite de loro fondi.

de cortegiani,

la vita

oscura,

non solo i loro soldi, ma


Lambizione, la speranza di

nella capitale

piaceri pi affinati e pi

corte

cortigiani

organizzazione superiore del governo, tutti questi,

una fortuna sotto

fare

sull esportazioni,

ec., tutte

necessariamente a colare nella capitale.

occhi del governo,

gli

numerosi nelle capitali,


l

attrattiva dei
il

fasto della

abborrimento naturale delluomo

amore

istesso della sociabilit,

non

altre sorgenti perenni e che

si

sono tante

possono oppilare,

le quali

richiamano nella capitale molte ricchezze e molti uomini, e che l ingrandiranno sempre pi, se le leggi non danno

tutte

un compenso alle campagne, se esse non danno a quest' acque


uno scolo che le riconduca nell' interno dello Stato donde
sono partite, se finalmente

un equilibrio

lisce

la loro tacita

quando

sanzione non istabi-

campagne con quelle


non sarebbe difficile ad ottenersi,

tra le ricchezze delle

della capitale, equilibrio che


la legislazione fosse

opera della ragione e della

filo-

sofia.

Vediamo dunque quale sarebbe questo compenso, come

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

250
si

come

potrebbe. dare questo scolo,

si

potrebbe ottenere que-

st equilibrio.

Bisogna persuadersi che tutto catena in questo mondo.


I

come

beni,

hanno

mali,

la

loro

Da un

questa

filiazione,

zione in certa maniera reciproca.

filia-

male nascono

solo

molti mali; da un solo bene nascono molti beni. Cosi un com-

mercio interno pi libero, unesportazione pi


scrivendo

la

masse,
pi.

tempo

istesso queste grandi

da per loro istesse queste struggono anche

le quali

proprietario potendo allora unire

11

facile, pro-

miseria dalla campagna, primo e grande ostacolo

allagricoltura, diminuirebbe nel

di

benefcii dell agri-

commercio, quelli della produzione a


non abbandonerebbe le sue terre, le quali

coltura a quelli del


quelli del traffico,

avrebbero bisogno della sua presenza continua per recarli


vantaggi. L agricoltore che troverebbe sempre a ven-

tanti

dere

la

sua opera ad un prezzo ragionevole, quando

prietari cercassero di far

abbandonerebbe

la

valere

fare

pro-

molto meno

loro fondi,

campagna per

mestiere di mendi-

il

cante in una capitale, mestiere naturalmente disgustevole, ed


al

quale

uomo non

si

determina che, o per uno estremo

sogno o per un abito preso


cause che alienerebbero

bi-

Finalmente queste

dall infanzia.

proprietari e

gli

agricoltori dalla

dimora della capitale, diminuirebbero anche

somma

la

di

quegli esseri, oggi cosi eccessiva nelle grandi citt, di quegli


esseri

io

dico

che fanno un commercio infame della loro

bert, e la condizione de quali

non

vera schiavit che nel diritto

di

li-

dalla

differisce in altro

poter mutare un padrone,

diritto che unito alla facilit di poter essere licenziati a capriccio,

li

espone ad un pericolo,

soggetto,

cio

di

al

quale

che

si

solo,

anche

il

non

giorni

primo compenso

moltiplicazione de proprietari sarebbe

diminuisce

non

schiavo istesso

Ecco

potrebbe dare.

La

misura che in una nazione cresce


si

lo

perire dallo stento o di passare

della loro vecchiezza nell indigenza.

numero

il

come

si

le

numero

il

secondo.

per

ricchezze e per

de proprietari,
i

quali

fanno

osservato, la rovina della popolazione,

dell agricoltura, si

come per

il

de grandi possessori,

ma

abuso che fanno de terreni,

gli

uomini che richiamano nelle

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LIBRO SECONDO.

251

possiede da uno di questi gran proprie-

capitali.

Se ci che

tari, si

possedesse da venti o da trenta piccioli proprietari,

questi

si

non potendo reggere

al lusso della capitale e della cor-

abiterebbero nelle provincie e nelle campagne, e farebbero

te,

valere

loro fondi colla loro presenza continua.

prietario al contrario sdegna

st
1

il

loscura, che lo tormenta, che lo degrada,

astro che

consuma

le

sue rendite, egli trascura

vive nella capitale.

per palesare

Ivi

il

chezze, egli occupa, abusa e profana

suoi interessi, egli

suo lusso e
il

chitetto,

la

d oziosi

che servono pi

finalmente egli consuma

Ecco come

mani coopera
lo

sue ric-

il

genio dellar-

fantasia del poeta e tutti gli ordegni delle mani-

fatture e delle arti. Ivi egli

sterit.

le

pennello del pittore,

lo scalpello dello statuario e dello scultore,

gran pro-

unico oggetto dlia sua vile ambizione. Per essergli vicino,

egli

Il

soggiorno campestre. Egli non

vivere senza esser riscaldato da raggi del trono. Que-

sa

all

la

al

le

mantiene uno stuolo prodigioso


suo fasto, che

ingrandimento delle

smembramento

al

suo comodo.

di

queste e

la

capitali,

ed ecco come

moltiplicazione de piccioli

proprietari, cagionata da una savia legislazione, darebbe

gran compenso

Lo
Stato,

alle

rebbe

un

campagne.

stabilimento di molte manifatture nell interno dello

dando uno scolo

che molte sorgenti tra-

alle ricchezze

sportano nella capitale, non contribuirebbe


la loro

Ivi

sue rendite e quelle della sua po-

riunione di molte propriet nelle istesse

meno

a diminuire

prodigiosa grandezza. Questo stabilimento che gioveall

agricoltura, aprendo

una strada per

la

quale una

porzione delle ricchezze della capitale potessero ritornare


nell interno dello Stato,

gioverebbe anche

istesse; poich la sussistenza essendo

sempre

cato nelle provincie che nella capitale,

il

alle

manifatture

a miglior

mer-

manifatturiere spen-

dendo meno, diminuirebbe anche il prezzo delle sue manifatture, diminuzione che ne aumenterebbe la consumazione
generale. Noi sappiamo che Colbert riuscito in quest intrapresa. Che non mi si opponga dunque la solita obiezione dell impossibilit e della difficolt. Il germe salutare dell industria si pu sviluppare cosi nelle provincie come nelle capitali.
Da per tutto gli uomini nascono col desiderio di migliorare

ed t

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

252
la loro

condizione e di profittare di tutto quello che

li

narli, pu scoraggiarli, pu finalmente ispirare

inerzia nell
attivo.
si

uomo, che per natura

circonda.

governi pu

I soli errori delle leggi, la sola avidit de

certa

Senza premii, senza incoraggiamenti, senza molta

potrebbe tutto ottenere; basta che

Basterebbe forse abolire

la

alie-

una

essere pi elastico pi
fatica

togliessero gli ostacoli.

si

miglioria presso di noi, basterebbe

liberar le seterie da tanti replicati dazi e dalla schiavit nella

quale gemono, per far rinascere


provincie.

Il

primo

pu da s

le

manifatture nelle nostre

ha gi richiamate
primo passo che si fatto,

di questi oggetti

del presente ministero.

Il

solo produrre

il

bene che

si

desidera,

ci

le

se

cure

non

assicura

almeno della vigilanza del governo. Questo solo basta per dargli un diritto alla nostra riconoscienza. Se l' esperienza c insegna a dichiararci contenti d una amministrazione che non
moltiplica i nostri mali, quanto bisogner dunque adorare
quella che cerca diminuirli?

Finalmente tutto quello che giova ad accrescere


lazione interna,

zione

ec., tutto

vincie

le

strade pubbliche,

canali

questo giova ad equilibrare

a quello della

capitale.

di

la circo-

comunica-

lo stato delle pro-

Ma siccome

questi

oggetti

debbono piuttosto esser lopera dell amministrazione che


delle leggi, io lascio ad altri la cura di parlarne.

Dopo aver dunque parlato


perano

all

delle cause necessarie che cooingrandimento delle capitali e del compenso che si

potrebbe dare alla loro azione sempre viva; vediamo ora,


quali sono le abusive, contro delle quali

non

ci

bisogno d

compenso, ma d una riforma.


La prima fra queste, e la pi perniciosa,

un

appellazione

dalle decisioni de tribunali delle provincie a quelli della capitale.

Non

ci

vuol molto a vedere, quante ricchezze e quanti

uomini questo funesto sistema richiami nelle

capitali,

oggi

particolarmente che lo spirito litigioso divenuto lanima


delle nazioni, oggi che la moltiplicit delle leggi

intrapresa sostenibile, oggi finalmente che


diosi

litigi

rende ogni
sono dispen-

ed eterni.

Dio non piaccia che

dichiararmi contro

un

diritto

si

abbia a credere che io voglia

che

il

miglior garante della

Digiti

li-

253

LIBRO SECONDO.
io dico,

bert civile, contro quel dritto,

ciaschedun cittadino di appellarsi

ad,

che

la

legge d

un tribunale superiore

dalia-prima sentenza d un tribunale inferiore. La confidenza


pubblica richiede alcuni rimedii, e V appellazione il pi ragionevole.

Ma

questi tribunali superiori

non potrebbero

forse

Ciascheduna provincia non

erigersi nelle iste&se provineie?

del principe si
il suo? I tesori
un tenue sacrificio che si farebbe

potrebbe forse avere

risenti-

rebbero forse

al

pubblico?

Ma

bene

senza incomodare lerario del sovrano baste-

rebbe sopprimere tre o quattro cariche fastose ed inutili per


recare allo Stato un beneficio che spopolerebbe la capitale di
tanti avvocati che vi

consumano

la

quinta parte delle ricchezze

della nazione, di tanti infelici litiganti che vi dissipano le loro

sostanze, e di tanti altri cittadini che avvezzi alla dimora


della citt, durante quel tempo che han dovuto fermarvisi

per condurre

loro

allettati da piaceri

affari,

vi

si

che questa loro

In Inghilterra non

si

fissano quindi per

sempre

offre.

conosce questo disordine.

giurati

sono sempre presi ne' luoghi ove insorta la contesa. Essi


debbono avere un presidente, o essere convocali da un de dodici gran giudici iT Inghilterra, i quali si dividono tutto il
regno, e ciascheduno di essi va nel corso dell anno a fare il
suo giro nel suo ripartimento, per fare ultimare tutte le liti.
Or siccome il tempo della sua dimora in ciaschedun paese

ed il momento del suo passaggio da un luogo in altro


ancora uniti di pare determinato, se i giurati non si sono
parte dal luogo
re quando questo tempo giunto, il giudice
sono dune conduce i giurati seco. Sono dunque i magistrati,
Inghilterra
e non i miin
viaggiano
che
quelli
giudici
i
fissato,

que

seri litiganti.
Il

ristabilimento de presidiali in Francia pareva che do-

vesse divenire in questa nazione il primo passo di questa dedecisiderata novit. Questi tribunali provinciali destinati a
dere in ultimo grado d appellazione i litigi che non passavano

una somma determinata


secoli perduto

il

dalle leggi,

avevano da pi

loro antico vigore. Leditto del 1774,

di

li

due

aveva

legislativa
risvegliati da questo languore, al quale la potest
aveva condannati. Gli applausi della nazione e dell Europa

li

Filangeri.

l.

**

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

254

avevano premiato

ma

lo zelo del principe

per disgrazia de popoli

che l'aveva dettato:


privati prevalgono

interessi

gl

spesso sulle grida dell interesse pubblico.


corti

risentimenti dlie

parlamentarie han fatto modificar leditto, e

zione ne ha distrutti tutti

la

modifica-

vantaggi. Quest avvenimento

ci

trasporta ad una riflessione molto rattristante per lumanit:


Ci vuol

ma

molto per liberarla da mali che lopprimono,

vuol poco per privarla debeneficii che


L appellazione dunque

le si

ci

arrecano.

tribunali della capitale

la

prima causa non necessaria , ma abusiva, che pi d ogn altro


coopera al suo ingrandimento, e che si potrebbe facilmente
abolire. La seconda sono i privilegi accordati a coloro che
l

abitano.
Io

non so se converrebbe una volta cancllare dal

diritto

ad alesame di questa questione; ardisco per di dire che se


mai l economia civile richiede che una certa classe dello Stato
sia pi favorita delle altre, questa parzialit dovrebbe cadere

pubblico delle nazioni


tri

in

1*

articolo de privilegi: io lascio

favore di quella che pi

la

merita, della pi utile, cio della

passioni che hanno troppa forza sul nostro cuore. 11 principe,


quantunque abbia tra le mani tutte le forze della nazione,
non lascia di temere coloro che lo temono; e siccome si teme
sempre pi un cane vicino che un leone lontano, gli abitanti
delle capitali,

come

meno

oppressi.

perdonabile

Una

sempre

pi favoriti dal governo, e

pi vicini al trono, sono

pi temuti e per conseguenza


volta

a principi.

forse

Quando

il

stati

questa funesta politica era


loro potere era diviso o, per

meglio dire, oppresso dalla feudalit

quando una porzione

de loro sudditi era schiava dell altra che era pi forte di loro;

quando essi non erano re che nelle capitali de loro regni, essi
avevano almeno un motivo che poteva indurli a sacrificare
glinteressi
l

della nazione a quelli della capitale, a rovinare

agricoltura per tener contenti e moltiplicare

coloro che erano pi vicini

le parti de loro vasti

il

a loro vacillanti troni.

la pienezza del loro potere

si

fa

numero di
Ma oggi che

egualmente sentire

imperi; oggi che

in

tutte

interesse particolare

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255

LIBRO SECONDO.
de principi
l

unisce con quello dello Stato per conseguire

si

effetto opposto; oggi

che

la

ricchezza delle

decidere della forza del sovrano,


della sicurezza
istesso pi

tempo d

non

la sola

che contraria

zialit funesta

nuoce

esiste

io

ignoranza,

agl inveterati disordini,

campape deve

opulenza pubblica, e

dell

governo; oggi,

del

dico, questo

motivo

forza che

la sola

il

pu conservare questa par-

alla giustizia

e alla politica che

Stato intero per giovare apparentemente ad una

allo

porzione di esso, e che non contribuisce poco

ingrandimento delle

Finalmente

il

al

pernicioso

capitali.

come per

trasporto de pubblici ricettacoli,

esempio degli alberghi

de' poveri,

degli esposili,

quelli

di

de matti, deglinvalidi ec., nell interno dello Stato potrebbe

ravvivare

provincie, e scemare nel

le

tempo

istesso

la

gran

popolazione della capitale.

Noi sappiamo per esperienza che un solo reggimento che

forma
chirla.

la

guarnigione d una citt di provincia, basta ad arric-

Quanti paesi potrebbe dunque arricchire

il

di questi pubblici ricettacoli in diverse parti dello

magnificenza e

trasporto

Stato? La

decoro della capitale se ne risentirebbe, io

lo confesso; questi pubblici beneficii sepolti nell interno delle

provincie rimarrebbero, vero, nascosti agli occhi del viaggiatore che

non cerca

ma

il

duno
un pomo inverminito:

altro che di vedere la capitale

Stato, questa corteccia lusinghiera d'

bene pubblico non da mettersi

plausi d

un viaggiatore poco

delle nazioni,

quello

troni e pi augusta
las regis.

Or

la

la

il

in

paragone cogli ap-

filosofa Quello

il

vero decoro

vero fasto che rende risplendenti

sovranit. In multiiudine populi digni-

popolazione languir sempre, quando langui-

sce lagricoltura, e lagricoltura sar sempre in decadenza,


finch la capitale sar ricca e popolata a spese della desola-

zione e della miseria delle campagne; finch, io dico, sar piena


di proprietari tolti da' loro fondi, di servi strappati dall ara-

tro, di fanciulle rapite

all

innocenza e dal coniugio, di uomini

consecrati al fasto ed allostentazione, istrumenti, vittime,


oggetti, ministri e trastulli della mollezza e della volutt. Io

m avveggo

essermi immerso in alcuni dettagli troppo mi-

nuti in questo capo

ma

io

prego coloro che

mi accuseranno

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

256
di

questo difetto, di ricordarsi di quel che

non

detto nel piano

si

che nella scienza del governo e delle leggi,

di questo libro,
al tri mente

che nella natura,

fibre

le

pi oscure delle

piante nascoste nelle viscere della terra, sono propriamente


quelle che alimentano

cause riunite possono produrre

sono composte da

forti

Molte picciole

boschi pi maestosi.
i

pi gran mali.

Le corde

sottilissimi: bisogna separarli

fili

pi

per

poterle spezzare.

CAPO XV.
Dell

incoraggiamento
all

agricoltura

che, tolti gli ostacoli, si potrebbe dare


rendendola onorevole per coloro che l eserci-

tano.

Prima che
uomini,

nel

umanit

mondo

ci fossero gli eroi distruttori degli

gran tempo venerava

gi da

nomi

dOsi-

ride, di Cerere e di Triptolemo. Gli uomini riconoscevano allora tutto dalla terra,

tempi
l

ed unabbondante raccolta era in quei

maggior beneficio

il

della

natura.

arrogante stranezza di mettere sotto

me una

flotta

la

o unarmata, che mossa

non avevano

Essi

protezione d'un nu-

dall

ambizione fosse

andata a distruggere una porzione de loro simili; ma, prostrati innanzi

altari della

di terra ammucchiate, su questi


immolavano vittime agli Dei per otte-

ad alcune zolle

natura

essi

nere Pubert de loro campi. Alle spinte


bisogno

dell interesse

e del

primi legislatori de popoli accoppiarono anche quelle

animare gli uomini alla coltura


Essi videro quanto questa occupazione aveva bi-

degli onori e della gloria, per

della terra.

sogno pi di tutte

le altre della

videro quanto interessava


e

il

agricoltore. Nella Persia

protezione dlie leggi; essi

rendere onorevole
si stabil

una

festa

agricoltura

solenne desti-

nata a risvegliare questa gloriosa opinione, ed a rappresentare la reciproca

dipendenza del genere umano. In ogni anno,

nellottavo giorno
fastosi

del

mese chiamato da

essi

corrent-ruz ,

monarchi del persiano impero deponevano

pompe,

e circondati da

una pi vera grandezza,

confusi colla pi utile classe de loro

sudditi.

le

vane loro

vedevan
umanit risi

257

LIUHO SECONDO.

prendeva allora

suoi diritti, e la vanit

Heponeva

sue

le

as-

surde distinzioni. Con ugual dignit e con ugual decenza

vedevan seduti
gran

re.

lustrare

Tutto

mensa

all istessa

lo

contadini,

splendore del trono pareva destinato ad

gli agricoltori

dello

Stato.

guerriero e

11

si

satrapi ed

il

il-

artista

erano esclusi da questa pompa, alla quale la legge voleva che


non si ammettessero se non coloro che coltivavano la terra.
Miei

mo

figli,

la

diceva loro

principe, a vostri sudori noi dobbia-

il

nostra sussistenza

la vostra tranquillit:

le

nostre paterne cure assicurano

giacch noi

ci

stimiamo dunque a

vi-

come

fra-

cendanecessari, stimiamoci come uguali, amiamoci


e

telli,

la

Una
fin dalla

concordia regni sempre tra noi.

festa simile, destinata all istesso oggetto, si celebra

pi remota antichit nella China.

Il

capo della nazione

diviene in ogni anno per otto giorni continui


dello

tore

Stato.

con una zappa

la

Egli conduce

un

il

primo

agricol-

aratro, fa un solco

agita

terra, e dispensa alcune cariche a coloro che

han meglio coltivato il terreno. *


Finalmente noi sappiamo quanto le leggi, i costumi, la
polizia del governo ed il culto istesso contribuivano in Roma a
render onorevole l'agricoltura neprimi tempi della repubblica.
Noi sappiamo che

la

prima istituzione

religiosa di

Romolo

fu

quella degli Arvali, sacerdoti addetti ad implorare dagli Dei


la fertilit de'

un

irco

campi; che

prima moneta ebbe per impronto

la

un bue, emblemi dellabbondanza,

rustiche furono preferite

all

e che le trib

urbane per render migliore

la

condizione di coloro che abitavano la campagna per coltivarla.

consoli,

dittatori,

magistrati supremi della repubblica

coltivavano colle loro mani


di dare alla loro famiglia

la terra; essi si

gloriavano spesso

un cognome che ricordava

alla loro

posterit loccupazione favorita de suoi padri.

Questa fu T idea onorevole che

si

ebbe

in

Roma dellagri-

coltura ne primi secoli della repubblica. Che se ne tempi posteriori le cose

2
*>

molti

cambiarono daspetto; se

tutte le nazioni giunte

Hyde, De Religione Pers. cap. XIX.


La relazione de viaggi fatta per gli stabilimenti
Risoni, i
Sono celebri uella storia di Roma
y

aliti

simili

nelle

Indie Orientali.

Lenitili,

Ciceroni e

cognomi.
Vi*

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LA SCIENZA. DELLA LEGISLAZIONE.

'258
alla

grandezza hannb sempre abborrite quelle cause che hanno

maggiormente contribuito

Roma nella

a farvele pervenire; se

ubbriachezza delle sue conquiste abbandon quindi

ne fece

della terra; se Sparta

il

la coltura

mestiere degl" Iloti; se

bar-

bari che seguirono e cagionarono la decadenza dell' Impero,

zappa e

lasciarono agli schiavi la


in

mano che

dell

vide tra

lo

scudo

per non portare

aratro

se

dopo

la

scoverta del

nazioni europee abbagliate dallo splendore

le

preferirono le miniere dell' America

dell oro,

campi

spada e

la

nuovo mondo

1'

le

pi

fertili

Europa; se la Spagna non coltiv pi, da che si


mani i metalli del nuovo emisfero; se la Francia

trascur sotto

il

ministero di Golbert

coltura, per accelerare

finalmente l'arte

la

beneficii reali dell'agri-

progressi delle sue manifatture; se

pi necessaria,

la

pi onorata in altri

tempre stata

per tanti secoli trascurata, degradata ed avvilita,

questo non

deve parere strano, allorch

ci

corso dello spirito degli uomini,

il

si riflette al

solito

quale prima di ritornare a

quel punto donde partito, scorre per tutti quegli spazi che

compongono

la

circonferenza del cerchio.

Ma siamo

noi ancora

molto lontani dal ritornare a questo punto? Possiamo noi


singarci di rivedere

Malgrado
liquie

gli

avanzi degli antichi pregiudizi ; malgrado

ancora esistenti dellignoranza di molti secoli

lalterazione funesta che ha cagionata nella nostra

pensare
usi,

il

delle

le re-

; malgrado
maniera di

lungo vigore della legislazione de barbari, de loro


loro

massime e

delle stravagantissime leggi della

cavalleria e dellonore; malgrado, iodico, gli sforzi

combi-

fatali de mali che hanno per


tempo oppressa lEuropa, potremo noi sperare di ve-

nati di

tanto

lu-

lagricoltura nel suo antico splendore?

tutte

queste appendici

dere lagricoltore onorato, distinto, decorato dalle leggi, dai


governi e dallopinione pubblica istessa?

rapidi processi

accademie dagricoltura

delle utili cognizioni, le

molti paesi dellEuropa,


utili, la moltiplicit degli

stabilite in

premi accordati ad alcune scoverte

agricoltori

filosofi

che sono com-

parsi in questi ultimi tempi, sono forse bastanti a giustificare


le

nostre speranze? Si,

ma

in

un

solo caso;

cominciassero dal provvedere al ben essere

quando
dell

governi

agricoltore.

Persuadiamoci. L onore una molla che pu agire in

UBRO SECONDO.

tutti

cuori, quando

25'J

sappia comprimerla. Da per tutto

si

gli

uomini sono riguardo a quest'oggetto presso a poco glistessi.


Da per tutto essi saranno sempre spinti dalle distinzioni e

Ma prima che

ricompense.

dalle

onore, bisogna che

egli sappia ci

Un cuore oppresso

dalla povert

non quello

della sua miseria.

nella classe

Or

pi necessaria e

la

villano sappia ci che

il

che

agio ed

non ha

il

comodo.

altro sentimento, se

questa miseria

perpetuer

si

pi benemerita della socic-

la

producono

finch dureranno le cause che la

finch le leggi restringeranno nelle


priet, tutti

fondi dello Stato

mani

perpetuer

si

di pochi tutte le pro-

finch le sostituzioni faranno

passare per una seguela non interrotta di

secoli

continenti

interi ne

medesimi rami

colare e

regolare ingoier una gran porzione de fondi delle

nazioni; finch

delle famiglie; finch

le leggi e gli

abusi feudali non saranno rifor-

mati; finch nelle campagne dellEuropa


gleba, o mercenario libero
il

suolo ed

rimuover

quale non

frutti del

tasse esorbitanti, ingiuste, o

ranno
tutto

gli

il

colono servo della

di continuo

un terreno,

appartengono; finch

almeno mal

le

collocate, obblighe-

un lavoro assiduo che

agricoltore ad

elencato se-

il

gli far sentire

peso della fatica, peso insopportabile, allorch non

il

unito alla speranza di migliorare

la

sua condizione; questa

miseria finalmente

si

perpetuer, finch queste cause unite a

quelle, delle quali

si

parlato negli antecedenti capi, non sa-

ranno

Che

abolite.

che

lutare;

si

s'

intraprenda dunque questa riforma sa-

procuri un certo agio agli agricoltori

secondino da per tutto


frugale del colono sia
di festa;

stosi

ed

allora,

che adornano

nobili e le

coltore che avr meglio coltivato

che

corti de re,

il

il

si

si

mensa
giorno
fa-

aggiunga un

premio

dell agri-

suo campo e del proprie-

che avr saputo colla sua industria e colla sua vigilanza

dare un nuovo prezzo


decori

il

al

fondo che possiede; che

questordine col vestirsene; che una

distribuisca colla
pesi

pollo, in ogni

per perfezionar lopera, a tanti ordini

ordine pacifico e laborioso; che questo sia

tario

voti del benefico Arrigo che la

almeno munita d'un

merito

di

dello Stato ci sia

il

sovrano

mano avara

lo

maggior economia, e che una bilancia esatta


coloro che lo cercano; che in ogni provincia

una societ

di agricoltori filosofi destinata

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

260

spargere Delle campagne


a bilanciare

il

premio che
l

semi salutari di questa scienza, ed


si saranno resi degni del

merito di coloro che

la

legge ha destinato; finalmente che, coloro che

avranno meritato ed ottenuto, partecipino agli

e godano degli stessi privilegi che

una nobilt acquistata

meno

fin

giusto, acquistata, io dico, con la spada,

colla distruzione degli

custodito della

stessi diritti,

hanno assegnati ad

le leggi

ora con un titolo qualche volta

o con

la toga,

uomini, o col deposito spesse volte mal


L agricoltura decorata allora con

giustizia.

questo mezzo lascerebbe di essere loccupazione degli uomini


pi vili dello Stato; essa diverrebbe il sollievo delle noie del
ricco, e riempirebbe

momenti dozio

farebbe le delizie del filosofo e dell


altri

tempi

lo era del

Romano

del magistrato; essa

uom

illustre.

di lettere,

uomo

come

in

dissipato, o

immerso nella mollezza, familiarizzato allora colle occupazioni eia vita dell agricoltore, dporrebbe
suoi pregiudizi,
i

conoscerebbe limportanza della fatica e della coltura, e aprirebbe il suo cuore a sentimenti di benevolenza e di stima per
coloro che

esercitano. L agricoltore dal canto suo animato

da questa familiarit

e- dalla speranza di partecipare d un


gli offrono, e che per ottenerlo non
dovrebbe far altro che meritarlo, sentirebbe rinascere il suo

onore che

sue braccia

le

coraggio; lattivit de suoi muscoli sarebbe allora agitata da

una nuova forza;

tutto

si

perfezionerebbe tra queste braccia

attive ed onorevoli; la classe pi necessaria

rebbe,

le

si

moltipliche-

campagne diverrebbero pi popolate, ed

allora la

terra che noi abitiamo e che oggi languisce con noi,


la

natura

a nostri

la

chiama

alla fecondit,' le

occhi che deserti

leggi e de nostri costumi,

campi, e

fertili

dell agricoltura

e che sono la vergogna delle nostre

comincerebbero a cambiarsi in

tanti

nostri Stati fiorirebbero allora col soccorso

e dell industria

da noi.

quando

pianure che non offrono

che oggi fuggono lontano


l

Che n sarebbe in questo caso

delle manifatture e delle

arti?
*

Omnium rerum

- nihil esl

libero

ag.iculiura

digititi*.

(dice

meliur

Cicerone,)
nabli

uberim,

ei quibus aliquid eiquiritur


nihil

dulcius, tubi!

liouuue

LIBRO SECONDO.

CAPO

2til

XVI.

Delle arti e delle manifatture.

Se

agricoltura dev esser considerata

sorgente e come
le

come

prima

la

sostegno delle ricchezze de popoli,

il

le arti,

manifatture non debbono per questo essere trascurate. Se

queste non debbono occupare

il

primo rango nel gran sistema

economico, debbono almeno occupare


lagricoltura ha

qaando

sotto

fatti

Quando

secondo.

quando

suoi auspiciila popolazione cresciuta,

questa supcriore a quella che


coltura, e la societ per

danza

il

maggiori progressi in una nazione;

'1

terra richiede per la sua

la

suo buon ordine; quando labbon-

mette 1 uomo nel


rendono pi piacevole;

istessa delle cose necessarie alla vita

diritto di ricercare quelle

che glie

la

quando finalmente molte braccia resterebbero oziose, se non


addestrassero a dare una certa forma a prodotti del suolo,
manifatturiera; allora, se questo popolo non immerso nella
si

allora una porzione degli abitanti di questo paese diviene

conquista, o non oppresso dalla schiavit, unisce

beneficii

dellagricoltura a quelli dellindustria; produce con una

e perfeziona coll altra.

Ecco quale

mano

fu la sorte dell Indie e

della China, della Persia e dell Egitto, di questi paesi che ac-

coppiarono a

tutti

tesori della

natura le pi brillanti inven-

zioni dell arte: ecco quale sarebbe stata ancora la sorte della

nostra Italia, se avesse potuto lasciare per

un momento

des-

sere schiava o di combattere.

La natura

istessa delle cose induce

dunque un popolo a

divenire in questo caso manifatturiere ed artista, e


tore deve dirigerla in questa

nuova

operazioni pi
dell

ma

diffcili

il

Questa una delle

della legislazione economica. L' indole

uomo, trasportato quasi sempre per gli estremi,


causa di questa

Francia
1

urtarono

legisla-

carriera. Di questa neces-

saria direzione io parler in questo capo.

difficolt. I

tutti a

due

in

la pri-

due pi gran ministri della


questo scoglio: luno trascu-

Sully e Collier t.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

262

randole,

altro proteggendole troppo.

si

all'

agricoltura

il

La

deve ritrovare. Bisogna proteggere

die

via di

mezzo quella

le arti

senza nuocere

bisogna incensare la vittima senza oltraggiare

nume.
prim oggetto dunque della legislazione economica di

Il

combinare

progressi delle arti e delle manifatture con quelli

Per ottener questo fine il legislatore deve


promuovere pi d ogn altro quelle arti e quelle manifatture
che impiegano una maggior quantit di quelle materie prime
dell agricoltura.

che sono

prodotti del suo suolo. Questa verit molto infeli-

cemente ignorata merita qualche illustrazione.


Si supponga che ci sieno due artefici, ciascheduno dei
quali in un anno guadagni colla sua industria mille, ma con
che 1 uno di essi debba impiegare nella sua mauna quantit di prodotti del suolo eguale a dieci, e
una quantit eguale a mille: io domando qual pi

tal differenza,

nifattura
laltro

profittevole allo Stato,

condo?

Io dico

ragioni.

industria del primo o quella del se-

industria del secondo; e questo

La prima, perch

quantit di

per due

il

quantit eguale a due mila. Laltra ragione poi


dell' agricoltura.

gior

nel caso che queste due manifat-

primo richiamer nello Stato una


numerario eguale a mille e dieci, e l secondo una

ture escano al di fuori,

Se

il

vantaggio

progressi di questa dipendono dalla

mag-

consumazione, lindustria di colui che deve impiegare

mille ne prodotti del suolo, consumer novantanove volte pi


dell industria di colui

Ecco

che non ne deve impiegare che

dieci.

vantaggi delle manifatture che impiegano una mag-

gior quantit di prodotti del suolo, su quelle che ne impiegano

una quantit minore: ed ecco la ragione per la quale il legislatore deve proteggere le prime molto pi che le seconde.
Ma questa regola generale ha le sue eccezioni. Tutto relati

vo nella scienza delle

leggi.

Non

tutti

paesi sono atti

alla

Ve ne sono molti che la natura ha condannati alla


sterilit; altri che non hanno che un territorio molto picciolo,
coltura.

prodotti del quale sono molto minori di quello che la con-

sumazione interna richiede. Or questi paesi, siccome le arti


e l commercio possono essere le sorgenti delle sue ricchezze
e

non

agricoltura; siccome in questi paesi

il

legislatore

deve

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263

LIBRO SECONDO.
cercare piuttosto di diminuire
1

scerla,

consumazione che

la

perch o tutta o almeno

la

deve ripetersi dagli stranieri; cosi

di accre-

maggior porzione di essa

in questi paesi le manifat-

una minor quantit di materie prime


debbono esser preferite a quelle che ne impiegano una quanture che impiegano

tit

maggiore.

Le
paesi

leggi

dunque che dirigono le arti e le manifatture nei


debbon esser tutte diverse da quelle che le di-

agricoli

rigono ne paesi

sterili.

Or la diversit del clima e della situazione non influiscono


meno in questa parte della legislazione economica che riguarda
manifatture e

le

le

credo d aver bastantemente

arti. Io

mostrata questa verit in quei due capi del


stopera, dove

si

di

libro

di-

que-

ragionato del rapporto delle leggi col clima

e colla situazione del paese. Io credo dunque inutile di ripetere


quello che gi

detto. Mi contento solo d' aggiungere qui

alcune riflessioni die non potrebbero esser senza difetto trascurate in un opera che riguarda tutti

popoli e tutte le cir-

costanze possibili nelle quali essi possono trovarsi.

Supponiamo, per esempio, che una nazione sia perfettamente mediterranea, che il suo terreno sia fertile, ma che
quello de suoi vicini lo sia egualmente, o almeno tanto che

non abbia bisogno

de suoi prodotti;

supponiamo che lontana

da fiumi navigabili, circondata da montagne, essa non


caso di poter trasportare n
le

sia nel

suoi prodotti in natura presso

nazioni pi lontane, n di offerir loro quelle manifatture

che, impiegandone una quantit considerabile,

si

e pel loro volume e pel loro peso, egualmente

difficili

trasportate; in questa nazione, siccome

sperare

il

renderebbero,

bilancia

vantaggiosa

ser trasportate;

in

questa nazione,

artieri e de manifatturieri in tutti

numeroso;

in

io dico,

il

facili

ad

numero

es-

degli

generi non sar mai troppo

questa nazione potrebbe adottarsi senza pericolo

Parlando io qui di diminuzione di coosumazione

diminuzione della popolazione

derabili

commercio

di

esterno che dalle sole arti, e dalle manifatture

non pu

progressi dell agricoltura che dalla sola consuma-

zione interna, n una

alla

ad esser

legislatore

cos ne' paesi

sterili

come

non

si

deve

riferire

progressi della quale sono troppo desi-

u*

fertili.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

264
il

sistema di Colbert; in questa nazione finalmente

la

facilit

dallabbondanza de prodotti

della sussistenza derivata

del

suolo potrebbe facilitare lo smaltimento delle manifatture


di fuori, pel

con quelle delle altre nazioni, e


turieri

al

vantaggio che potrebbero avere nella concorrenza


la

moltiplicazione de' manifat-

potrebbe sostenere e animare

progressi dell agricol-

tura.
Io

non nego per che

la prosperit di

questa nazione non

potrebbe esser che precaria: dipendente da

soli prodotti del-

l'industria, essa durerebbe finch le altre nazioni trovereb-

bero

il

Or

loro interesse nel comprarli.

subito che

la

bilancia

vantaggiosa del suo commercio comincerebbe a moltiplicare


sue ricchezze, subito che

scendo farebbe crescere


che

le

quel

il

la

somma

del suo

prezzo della

mano

opera, subito

sue manifatture incarendosi comincerebbero a perdere

vantaggio nella concorrenza che ne facilitava

mento, essa dovrebbe ritornare nella sua povert,


la

sua posizione

la

condanna.

Un

le

come

quale

singolari

sue circostanze. Questa nazione dovrebbe temere egual-

mente una
stranieri
l

una bilan-

bilancia vantaggiosa di commercio, che

cia svantaggiosa.

fatture

lo smalti-

alla

solo rimedio ci sarebbe per

questo male. Questo sarebbe cosi singolare,

sono

le

numerario cre-

Essa dovrebbe procurare

di

dar molto agli

per moltiplicare collo smaltimento delle sue mani-

interna consumazione,

comprar molto da

ma

dovrebbe anche cercare

comprare tanto che il vantagpremura fossero ridotti al zero.


Allora il prezzo delle sue manifatture conservandosi sempre
nello stesso stato, potrebbe questo avere un vantaggio costante
di

essi, e di

gio e lo svantaggio in questa

nella concorrenza; allora lagricoltura, dipendente in

questa

nazione da progressi delle manifatture e delle arti, potrebbe


prosperare; ed allora finalmente questa nazione potrebbe tro-

vare nella mediocrit delle sue ricchezze quella prosperit


che non conoscerebbe nella miseria, e che perderebbe ben
presto nella soverchia opulenza. Ci pi d una nazione nel-

lEuropa,

alla

lascio a colui

lari principii

quale potrebbero adattarsi questi principii. Io

che legge

Dopo aver

fatta

d indovinarle.

questa breve digressione sopra

che dovrebbero dirigere

la legislazione

partico-

economica

265

LIBRO SECONDO.
di questa nazione, ritorniamo ora a generali principii di
sta teoria.

que

La Provvidenza volendo

unir

le

nazioni

come

gli

uomi-

ni, co stretti vincoli de reciproci bisogni, lia dato a ciasche-

duna

qualche cosa

di esse

di

proprio e di particolare, che

rende, per cosi dire, necessaria alle


gislatore
il

appartiene

altre. Si

la

al le-

conoscere questo dono esclusivo, e di ricavarne

di

maggior possibile vantaggio. Se questo dono in qualche

prodotto del suo suolo, egli deve animarne

la

coltura; se

in qualche specie di manifattura che pel concorso di molte cir-

come

costanze favorevoli,

tura delle acque ec., non

del clima, della posizione, della na-

si

potrebbe intraprendere o perfe-

zionare altrove, egli deve questa promovere pi di tutte le


altre. Egli

non deve

pendenza

d un altra

al

contrario cercare di togliersi dalla

nazione, violentando

de' suoi cittadini

dustria

coll

il

suo suolo o

introduzione di

di-

in-

quelle piante

sempre imperfette

esotiche che resterebbero sempre straniere,


nel suo paese.

Le

dunque

arti

direzione delle leggi

Ma

protezione.

sempre

in

e le manifatture han bisogno della tacita


,

esse per

sono
a

si

della loro

listesso: allorch si tratta di protezione, bisogna co-

minciar sempre dal togliere

che

han maggior bisogno

che deve questa consistere? Io replicher

oppongono

tutti

gli ostacoli.

Ori maggiori

ostacoli

progressi delle arti e delle manifatture,

quegli stabilimenti, tutte quelle leggi che tendono

diminuire

la

concorrenza degli

migliori regolamenti del

mondo,

le

artefici.

Persuadiamoci:

migliori leggi,

migliori

non saranno mai efficaci a migliorare i lavori


delle mani degli uomini senza l emulazione, senza la concorrenza. A misura che questa maggiore, 1' artefice cerca di
stabilimenti

migliorare

la

sua manifattura per superare quella del suo

competitore. Egli sa che migliorandola,

il

compratore prefe-

rir la sua a quella degli altri. Egli sa che, essendo molti

suoi

competitori, deve far uno sforzo maggiore per superarli. Or

questo sillogismo che ciaschedun artefice

che

si

pu considerare come

fa

da s stesso, e

unico istrumento della perfe-

questo sillogismo non pu essere che il risultato d una gran concorrenza. Le leggi dunque che distrugzione delle arti

Fitangeri.

23

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

266

gono questa necessaria concorrenza, o che


sono

ii

restringono,

la

flagello delle arti e delle manifatture. Tali

dogni altro

maestranza, o sieno

diritti di

le

sono prima

matricole.

un corpo,
T istruzione,

L idea di radunare ogni arte, ogni mestiere in

e di dare a questo corpo

lesame e
il

che

le qualit

suoi statuti, prescrivere

richieggono per esserci annoverato;

si

timore di veder discreditate

patrie manifatture presso gli

le

stranieri per lignoranza, le frodi e la negligenza degli artefici;


la vanit,

dirigere;
a

la

rimedi

gono

lambizione de legislatori nel voler tutto regolare e


loro ignoranza che

diretti,

quali,

la libert del cittadino,

tutti questi

li

ha sempre indotti a ricorrere

pocanzi

si

osservato, distrug-

senza conseguire

il

loro intento;

motivi e tutte queste concause han data origine,

han perpetuato, han


il

come

generalmente adottare nellEuropa

fatto

sistema perniciosissimo de corpi delle arti e del diritto di

maestranza.

Un uomo non pu
consenso

dell intero

Questo consenso non

duna data somma


egli cerca di

artefici

un

il

il

non ha come pagarla,

suo talento,

membro, non

quella del danaro che

gli

alla

la
11

in-

sua destrezza,

gli altri

sua ammissione.

suoi requisiti
1

suoi talenti,

vece di procurarli lindulgenza del corpo, spaventano

suoi competitori. Animati da uno spirito di lega e di

temono

lio, essi

la

corpo, del quale

cerca altra condizione che

manca. Tutti

sono piuttosto un ostacolo


in

il

arte.

pagamento

il

valore della quale diverso

cittadino

mostrare

progressi che egli ha fatto in quellarte.


egli vuol divenire

dell istessa

ottiene che mediante

si

di danaro,

nelle diverse arti. Se

vano

esercitare unarte meccanica senza

corpo degli

monopo-

concorrenza che deriva dal numero dei

loro individui e dal loro merito.

Non
cittadino.

dunque libera la scelta dell arti e del mestiere nel

Prima

disposizioni,

di consultare la sua abilit, le sue

naturali

suoi talenti, egli deve misurare le sue facolt.

prezzo della matricola d' un arte, nella quale egli conosce di poter riuscire pi che in tutte le altre, superiore

Se

il

alle

sue forze, egli devo abbandonarla per sceglierne un altra,

per

la

quale

il

pagamento

minore,

ma

anche

minore

la

sua disposizione. Che ne deriva da questo disordine ? Ne de-

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LIBRO SECONDO.
riva che

le arti

riempiono per

si

"267

pi di cattivi

lo

artefici.

Quelle che richieggono maggior talento sono esercitate dalle

mani che han maggior danaro;

le

pi vili e le pi grossolane

restano spesse volte per coloro che sarebbero nati per risplen-

dere in unarte pi distinta. Gli uni e

una professione,
essa

gli

gli

ad

destinati

altri

quale non sono chiamati, trascurano

alla

lavoro e rovinano

arte;

primi perch sono

il

al disotto di

ultimi perch conoscono d essere superiori al loro

mestiere.

A
tri.

questo disordine principale se ne aggiungono molti

Liti continue, brighe capricciose

lun corpo e

perdite considerabili
riosi offici,

di

tempo per

al-

attentati fraudolenti tra

altro, e tra glindividui

inutili

un

islesso corpo;

formalit e miste-

passaggi forzosi d una stessa manifattura per molti

artefici di diversi corpi,

monopolii inevitabili, vessazioni e

persecuzioni continue degl interessati magistrati di queste

ri-

dicole repubbliche contro gli artefici che cercano di distinguersi


nel loro mestiere. Queste sono le

conseguenze funeste

stabilimento pernicioso ed ingiusto, che impedisce

ed offende

delle arti

la

uno

progressi

propriet personale del cittadino. Per

disgrazia dell umanit, la pi giusta, la pi sacra di tutte le

propriet, quella che


tutti

tempi

la

meno

uomo

acquista col nascere, stata in

rispettata da' legislatori. Presso gli Ate-

due arti nelche valeva in due arti

niesi la legge proibiva al cittadino d esercitare


l

tempo.

istesso

Un uomo dunque

bisognava che rinunciasse

diverse,

a' beneficii

esse poteva recargli. L' ingiustizia e la

che

una

di

barbarie di questa

legge non stata conosciuta da nostri legislatori. Essi hanno

ordinariamente adottato ci che

ci

era di pi strano presso

gli

antichi.

Che un uomo
male,
cizio

una o pi arti, che le coltivi bene o


legislatore non deve prender parte alcuna nelleser-

il

questa sua facolt.

di

sempre

coltivi

il

Il

giudizio del compratore che

pi imparziale, punir lignoranza o la negligenza

dell artefice,

e ne premier

talenti e la vigilanza: l'artista

pi abile e pi onesto circondato da compratori, obbligher


Mi
mocraiem.
*

<$u 0

Ttyvas /iTc$vi. Duas

arie

gli

ne txercelo. Dtmojt., in Ti-

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

'268

suoi competitori o a seguire

altri

suo esempio, o a perire

il

dallo stento, senza che la legge vinterponga la sua autorit.

Quello che

maestranza,

si

si

detto de corpi delle arti e de diritti di

deve dire anche de' privilegi esclusivi,

uomo

governo d ad un

il

che interdetta

solo

primi diminuiscono

con

concorrenza e

se

la

distruggono interamente.

la

co quali

diritto d esercitare un arte

il

al resto de cittadini,

differenza, che

tal

emulazione, questi

primo oggetto dunque

Il

della

protezione delle leggi riguardo alle arti sarebbe di animare la

concorrenza e lemulazione degli


di

artefici colla

queste cause che la restringono o

la

soppressione

distruggono. L altro

sarebbe di liberarle da qualunque sorte di dazio o di contribuzione. Ogni specie d industria dovrebbe esserne esente. Noi

dimostreremo questa verit, allorch


Finalmente,
agl

tolti

parler de dazi.

si

bisognerebbe venire

tutti gli ostacoli,

incoraggiamenti. Alcune distinzioni onorevoli, alcuni pre-

mii pecuniari potrebbero offerire al legislatore

da incoraggiare
le

une che

chiedono.

le arti

le altre,

gl interessi

molesterebbe

il

genj e crea

intere de' Cesari,

comprimere

la

degli

il

filosofi, se

Scipioni

manifatture e

le

talento de' primi, n

il

delle

guenza

cognizioni sarebbero

La

fiaccola

la

progressi delle

aveva

In Alene

falli

li

la

prima conse-

scienze e delle

seconda.

dell industria

illumina nel tempo istesso un

vasto orizzonte. Niun arte isolata.

col

che non

de piaceri della so-

ricchezze delio Stato, sarebbe

di questo beneficio, e

le arti

valore degli ultimi?

L accrescimento de comodi della vita,


ciet,

essa forma

de Regoli

con quanta maggior

sola molla dell onore,

potr essa far fiorire

ricercano n

splen-

vanit dell artista, e non

la

pubblico tesoro. L'autorit pu tutto, quando

vuole. Se essa fa nascere

facilit

dello Stato lo ri-

Una tenue ricompensa, accordata con qualche

dida dimostrazione, lusingherebbe

le legioni

istrumento

promuovere pi

e le manifatture, e di

secondo che

La maggior

parte hanno

legge destinata una dislintione onorevole airarleGce die

pi progressi degli

altri

nel suo mestiere.

Tov asi;ov ovra

tcjV

sauTU uvTe^vwv oivrrmv tv n/juTavttw ).a/*|3avetv /ai irsojJ/ttav.


m Pcrilior in sua arte pulilice in Prylaneo epulalor, primanu|ue sedein occu* palo. Vedi Pelilo, Leggi Attiche,

lib.

V,

tit.

6, ile Artibut.

LIBRO SECONDO,.
alcune forine, alcuni istrumenti, alcuni elementi che loro sono

comuni. La meccanica sola, dice un celebre scrittore,


vuto prodigiosamente dilatare

rami

Tutti

lo studio

drappi,

le tinte

hanno ingrandita

ha do-

matematiche.

albero genealogico delle scienze

dell

stesi co progressi dell arti e de mestieri.,


llai,

delle

si

Le miniere

sono
i

di-

mo-

la sfera della fsica.

L'architettura ha migliorata la geometria. Essa ha spesse volte


trovata la proporzione prima della regola, e dallesperienza

ha dedotta

la teoria.

Prima che

matematici

avessero dimo-

stralo che ledificio pi debole quello nel quale

dicolare che

avevano

si tira

gi innalzate le loro piramidi,

che questa era


edificio.

la

forma

progressi

la

perpen-

dal vertice, esce fuori della base, gli Egizi

la

ed avevano conosciuto

pi stabile che

dunque

si

poteva dare ad un

arti e delle

delle

manifatture

sono inseparabili da quelli delle lettere. Si potrebbero addurre


mille prove per dimostrare questa verit;

ma

queste sareb-

bero mal collocate in questo luogo. Mi contento solo d aver1

accennata per invogliare maggiormente

legislatori

ad

acce-

lerare questi progressi.

dunque delle arti


Dopo
quella che conviene pi all uomo. L una e l altra fanno
oggi la forza degli Stati; ma 1 una e laltra han bisogno
duno spirito che le animi, e questo spirito il commercio.
la

coltura della terra, la coltura

CAPO

XVII.

Del commercio.

Dopo aver

parlato dell agricoltura e delle arti, dopo aver

minutamente analizzate queste due sorgenti delle ricchezze


de popoli, le mie ricerche sarebbero imperfette e mancanti,
se trascurassi di parlar del commercio.
Il commercio sempre profittevole, ma non sempre colti-

L' Autore

dell Istoria filosofica

l'uro pei nelle due Indie


8

Nelle piramidi,

nel punto di

messo

la

delia

lom. Vili,

liti.

e politica

XIX,

perpendicolare che
base, ci che ne

fa

la

degli

stabilimenti

degli

cap. 4.

si tira

dal vertice, va perfettameiile

forma piu stabile che

si

possa

dare ad un edifcio.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

270

nume

vato dalle nazioni ;


de' conquistatori

tutelare de paesi pacifici e bersaglio

commercio che ha

il

che

sulla superficie della terra;

aveva

fatti

nuova

attivit fra le

che trasport
chezze

sofferte tante vicende

fin dalla

pi rimota antichit

pi gran progressi nellAsia ;

mani

dell antico

ed

in

che acquist Una

Cartagine tutte

le ric-

emisfero; che dopo avere per molto tempo

mura

alloggiato tra le

Sidone

in Tiro, in

che fond tante colonie,

de Fenici

d Atene, di

Corinto, di Rodi e d

al-

cune altre repubbliche della Grecia, cominci a sparire innanzi

Romani; che si sarebbe quindi inteEuropa sotto la barbarie delle nazioni

alle legioni vittoriose de

ramente estinto
del

Nord che

la

nell

soggiogarono, se Venezia, Genova, Pisa, Fi-

renze ed alcune picciole repubbliche dellItalia, sotto lombra


della loro istessa debolezza, non l avessero conservato; il
commercio finalmente, che durante T anarchia de feudi si restringeva in quasi tutta lEuropa ad un semplice traffico dun
villaggio con un altro villaggio, d un borgo con un altro borgo, e che rare volte passava i confini di una provincia; il
commercio, io dico, dopo aver sofferte tante vicende sulla
terra, oggi divenuto il sostegno, la forza e l anima comune
delle nazioni. Qualunque sieno state le cause che abbiano con*

Eratostene c ristohulo, per quel che ne dice Strabone


4

tavano un autof ita di Patrocle,

dere in Plinio,

lib.

contro Mitridate,
de* Battrinni

e nel

seppe che

fiume Icaro

canzie dell' Indie attraversavano


del

Ciro;

andava in sette giorni

si

che

va a pittarsi nell'

mare Caspio

le

il

nazioni che

Faso

al

Sono troppo note

il

di l le

quale conduceva

mer-

le
e

Colonie fondate da' Fenicj


nel golfo Persico. Essi

e giunsero fino all Isole Cassiteridi,

Irlanda.

Ponto Euxino. Non

XI, su quel che egli

lib.

ci

ci

dub-

commer-

dice del tragitto

Ciro,

della Grecia, nelle coste dellAfrica e della

al

abitavano questo Spazio, dovevano esser

Leggasi anche Strabone,

crede essere

Indie nel paese

che un cammino di cinque

ne ebbero nel mar Rosso,

desi

dall'

Oxo ; che

ed entravano nell'imboccatura

delle mercanzie dal


9

XI, rappor-

che tutte

cianti.

che finalmente non bisognava fare

giorni per andare nel Faso,

bio

lib.

Marco Varrone, come si pu veXVII, dice che nel tempo di Pompeo, nella guerra

VI, cap.
si

quale asseriva chele mercatansie dell Indie

il

passavano dallOro nel mare del Ponto

pel commercio.

cio alla gran Brettagna e a

Non mancava

Essi

nebbero in molte Isole

Spagna. Essi penetrarono nellOceano,

loro che

la

Tuia, che

si

bussola per divenire gli Olan-

dellantichit.
s

parla se

Omero, secondo losservazione di Strabone, lib. X, pag. 4097, non


non di Sidone, e fa vedere chiaramente che il maggior commercio era
mani de suoi abitanti.

dal principio nelle

Digli

Google

LIBRO secondo;
produrre quest

tribuito

effetto,

non

esaminarle. Quel che sicuro, che


delle nazioni, questo

271
si

consenso che in

me

appartiene a

di

consenso universale

il

tempi obbligava

altri

ciaschedun popolo a divenir guerriero, questo istesso consenso


quello che oggi ci obbliga a divenir commercianti.

mercio dunque, divenuto un oggetto essenziale


zione,

all

esistenza de corpi politici

all

Il

com-

organzzaz-

non deve essere

trascu-

piano d una buona legislazione. Al legislatore

rato nel

appartiene di proteggerlo e di

deve vedere quale specie

si

Egli quello che

dirigerlo.

commercio convenga

di

alla

sua na-

zione, quale sia pi propria alla natura del suo governo. Egli

deve garantirlo dagli


collocati

ostacoli che le contribuzioni e

mal

dazi

possono recargli, da' privilegi esclusivi e dalla proi-

bizione che lo molestano, da quei regolamenti minuti e particolari

che

lo

ritardano. Egli

combinazione

necessaria, combinazione della quale


conosciuti nellEuropa n
taggi che

che deve combinarlo

quello

coglinteressi delle altre nazioni;

non

se

ma

difficile

ne sono ancora

mezzi per conseguirla, n

van-

ne nascerebbero, combinazione finalmente, senza

della quale la prosperit d

un popolo sar sempre incerta e

precaria.
legislatore quello

Il

che deve cercare

dare alla circolazione interna

mercio esterno

la

la

maggior

tutt

celerit,

maggior estensione che

mezzi per

ed

al

com-

sia possibile. Egli

deve con pochi regolamenti abbracciare grandi cose, giacch


la moltiplicit di questi uno de maggiori ostacoli che si op-

pongono

al

commercio. Le sue

leggi finalmente

debbono

col

rigore delle pene e con altri mezzi che noi esporremo, stabilire

il

credito pubblico e privato, che deve essere la base della

morale e

della politica delle nazioni commercianti.

Di tutti questi oggetti io parler distintamente ne seguenti


capi. Io

comincer

convenga

dall

esaminare quale

sia

il

smercio

che

diversi paesi e ne diversi governi,

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

tl

CAPO XVIIL
*

Del

Non
cio

commercia che conviene

ci

diversi paesi e ne diversi governi

vuol molto a vedere come una specie di commer-

che conviene ad un paese non giova ad un


,

altro.

Un paese

non pu sicuramente fare il commercio d un paese fertile; e un paese fertile, quantunque lo possa, non deve fare
commercio
il
d' un paese sterile.

sterile

commercio, per esempio, d economia il solo che con1


a paesi sterili.
Sprovveduti di tutto nel loro interno,
debbono sussistere a spese degli altri. Essi debbono cercare quello del quale abbonda ciascheduna nazione, e quello
che le manca. Essi debbono permutare il superfluo dellune
Il

viene

essi

col superfluo delle altre, e

da questa permuta, sempre vantag-

giosa, ripetere la loro sussistenza e la loro straniera ricchezza.

Ecco perch in tutte


nascere

il

commercio deconomia, allorch

del

mare e su

gli scogli

uomini sono

medesimi. Cosi Tiro, Venezia e

Olanda furono fondate.

loro sicurezza.

Gli elementi

le

fuggitivi vi trovarono la

combattevano per

nevano

le

che

garantiva dalle persecuzioni,

li

gli

a rifugiarsi nelle lagune, nell isole, sulle arene

stati costretti

citt dell

vessazione e la violenza han fatto

le et la

armi vittoriose de nemici.

Ma
li

essi e

tratte-

quell istessa causa

obbligava o a perire

commercio d economia.
Or ne paesi fertili gli uomini non han bisogno di ricorrere a questa specie di traffico per provvedere a loro bisogni.
Siccome la fecondit del terreno unita a benefici della coltura, loro d il superfluo in alcuni generi, essi non debbono far
altro che permutare questo superfluo con quello che loro mandallo stento o a ricorrere al

ca. 11

grand oggetto della legislazione economica di questi paesi

deve essere

di moltiplicare

questeccesso e di diminuire que-

sto difetto; di dare all estrazione di questi generi la


facilit, e di

che

si
4

intridi

procurare che nella permuta

d, superi sempre
Qui

si

parla de

la

la

paesi sterili

maggior

quantit di quel

quantit di quel che

si

riceve;

af-

che sono bagnali dai mare. Si paihii

de* mediterranei.

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G<

LIBRO SECONDO.

finch quel che resta, sia pagato colle ricchezze di conven-

zione, e lintroduzione continua delle quali, allorch mo-

derata, far sempre pendere dalla parte loro la bilancia della

ricchezza relativa delle nazioni.

Ma

oltre la fertilit e la sterilit del suolo, la situazione

debbono anche determinare il


Un paese, per esempio, di
ha fiumi e canali
commercio d economia. Un paese

del paese e la sua estensione,

commercio che pi

conviene.

gli

picciola estensione che ha molli porti, che

navigabili, pi proprio al
al contrario

molto esteso che ha pochi porti, che non ba-

gnato dal mare che da un solo lato, deve sempre preferire

commercio

propriet

di

qualunque altro commercio

finalmente alla infelicit della situazione


felicit del suolo, se

raneo, allora
5

1
.

il

Se

unisce anche lin-

suo territorio picciolo ed mediter-

il

deve promuovere

legislatore

le

e sopra questi fondamenti innalzare

le arti,

cio.

il

si

il

manifatture e
suo

commer-

Cosi Ginevra senza mare, e per cosi dire, senza terri-

torio, divenuta una delle citt pi ricche dellEuropa; cosi

essa

si

acquist la gloria di soccorrere Arrigo IV, durante

truppe agguerrite

lega, e di resistere alle

duca

di

Carlo

di

feroce di Filippo

e cosi finalmente molti paesi

II,

mania potrebbero

malgrado

fiorire

la

osservato come

derrate
fra'

la qualit del

la

Russia, per esempio

terreno, la situazione ed esten-

volesse preferire

popoli

sono

piu viciui

l'oro e largento. Tulli

come non

c gran

celebre porlo di

al

gli

altri

tempo che

giova allOlanda, perch

delle Provincie unite,


celerit

Ger-

Dopo aver dunque

al commercio delle sue


un commercio puramente di traffico simile a quello degli Olandesi
non ci sarebbero se non
che abitano questa immensa regiooe

Se

quelli che

traffico

della

debolezza de loro prin-

cipi e lindigenza presente deloro abitatori.

la

Emmanuele

Savoia; cosi essa trionf de tesori e dellambizione

infinita.

Ma

sono

cosi

che

fate

il

loro
le

padri

vivevano.

che

la

vivere di

pennute,

Questo commercio di

vene che trasportano

brevi,

che conoscerebbero

Cronsial

sarebbero condannati

il

danaro nellinterno

circolazione vi

si

fa

con una

territorio dellOlanda divenga cos esteso

come

quello della Francia e della Spagna, e voi vedrete subito questa circolazione
ritardata, voi la vedrete

dopo poco tempo

gioner ben presto una convulsione,

alla

interrotta

ed un arresto

fatale ca-

quale questo corpo politico dovr ne*

icssariamente succumbere.
a lo

non m impegno

consecutivamente

letta

dimostrare queste verit, perch coloro che banuo

questopera,

le

considereranno come tanti

risultali

de principi! antecedentemente sviluppati.


/

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

274

sione del paese debbano influire

pi proprio

deve avere

e
la

sulla

commercio

del

scelta

pi profittevole, vediamo ora la parte che vi

natura del governo.

Sedai fatto noi vogliamo dedurre la regola, se vogliamo


riposare sullesperienza di tutti secoli, noi troveremo che il
commercio d'economia pi analogo al governa di molti, e
che il commercio di propriet e di lusso pi adatto al governo
d un solo. Cominciando dalla pi rimota antichit e seguendo
gli annali dell'industria fino a nostri tempi, indi vedremo
,

presso

Fenici, in Tiro, in Cartagine, in Atene, in Marsiglia,

in Firenze, in

Venezia e

nell

d'economia, e noi vedremo

Olanda

al

il
commercio
un commercio di

fiorire

contrario

propriet e di lusso stabilito tra glimperi dellAsia, presso


i

Persi,

Medi,

Assiri e nelle

gli

moderne monarchie

La ragione ne semplicissima. Nel governo


frugalit

una virt

civile, e

Ora questa specie

scritti.

semplice

debbono contentarsi

di

fasto ed

il

l'

di

guadagnar poco, e

ogn un altro per avere

faccia da

il

causa dunque che


logo

alla

le

che

fa

quale

il

costituzione

di

si

raggira ad un

lo sia al

il

commercio

governo

un

solo.

essi

guadagnar meno
sup-

commercio

lusso per cosi dire

il

governo. L istessa

del

natura del governo di molti,

questo non

avere

alla

la

esercitano una fru-

vantaggio nella concorrenza

un popolo, presso

una cosa inerente

molli

siccome per guadagnare di continuo

posto questo, non possibile che questa specie di


si

di

lusso sono pro-

il

commercio che

da coloro che

traffico, ricerca

galit infinita; poich

del-

Europa.

economia

d
l

istessa

Ma

ana-

sia

causa

fa

che

ogni regola deve

sue eccezioni. Si pu dare una repubblica, alla quale

convenga un commercio di propriet e di lusso ed una monarchia alla quale convenga il commercio d economia. Al,

cune circostanze particolari che io trascuro per non perdermi


in un dettaglio troppo minuto, e per non ripetere quello che
si

accennato

in altri luoghi

stanze particolari, io

di

questopera, alcune circo-

dico, possono obbligare

il

legislatore a

dimenticarsi di questa regola. La scienza della legislazione ha,


vero,
rarli;

ma

suoi principii generali;


egli

il

legislatore

deve farne quelluso che

fa

non deve

igno-

loratore de pro-

li

by

Google

LIBRO SECONDO.
servire

cetti dalla rettorica; egli fa

non

orazione

si

commercio

orazione, e

passo alla protezione che

io

deve. Quest oggetto che ha mossa

tutti gli scrittori del secolo,


Gli ostacoli

all

a precetti.

Dalla scelta del


gli

275

prectti

la

penna

di quasi

il

pi trascurato da governi.

progressi presso tutte le na-

che ne impediscono

geme in quasi tutta 1 Eurocommettono di continuo contro la sua

zioni; la schiavit sotto la quale

pa;

gli attentati

che

si

vessazioni che

libert; le

si

fan soffrire in

nome

della legge

a coloro che lesercitano; lo spettacolo che ci offrono tutte le


frontiere, lutt'
altro

non

porti coverti di satelliti

il

ministero de quali

che di garantire lo Stato dall industria de suoi

sono tante prove che

cittadini ec.,

quello che

si

ci

dimostrano che tutto

fatto da governi in favore del commercio,

doveva fare. Essi han cominciato donde


bisognava finire, essi gli han prestati alcuni piccioli soccorsi,
ma han lasciato sussistere gli ostacoli. Istruito dunque dal-

non era quello che

si

esperienza e dagli errori de governi,

tutto diverso. Io parler

prima degli

bero togliere, e poi degli urti che

CAPO
Degli ostacoli che

si

in

io

terr un metodo

ostacoli che

si

dovreb-

dovrebbero dare.

XIX.

oppongono

quasi tutta

si

a
1

Alla testa di questi io pongo

progressi del commercio

Europa.

il

sistema presente delle do-

dobbiamo alla politica d Augusto ed alle sciagure


Impero lorigine di questo abuso, del quale oggi tutte
nazioni dell Europa sperimentano le conseguenze funeste.

gane. Noi
dell
le

Le spese che richiedevano


usurpata,
il

la

la

conservazione

un autorit

prodigalit necessaria ad un nascente dispotismo,

bisogno delle legioni, lavidit delle coorti pretoriane,

lor-

ganizzazione superiore ed inferiore del governo d un Impero

che racchiudeva ne suoi limiti quasi tutta lEuropa, ed una


parte considerabile dell Asia e dell Affrica;

esorbitanza di

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

276

queste spese unita

dere

all

comune

idea

somme immense,

a popoli le

a tutti

tiranni di nascon-

pagano

colle quali essi

loro vessazioni e la perdita della loro libert, indussero

le

Au-

gusto a stabilire un imposizione generale sopra tutte le cose


1

venali,

una nuova tassa sopra

trodurre

per

quali
dell

il

legati e

1'

mille diversi canali

abbordavano

le

e ad in-

eredit,

sistema fatale delle dogane. Tutte

mercanzie,

centro

al

le

comune

opulenza e del lusso, dovevano pagare un diritto,

il

va-

lor del quale variando ne diversi oggetti su quali cadeva,

estendeva dalla quarantesima parte fino


degli effetti.

all

si

ottava del valor

un paese, dove lopulenza dipendeva da tutt altro


commercio e dove il commercio non solo non

In

fuori che dal

era una sorgente di ricchezze

che da tutte

le parti

ma

era anzi uno scolo di quelli

pervenivano

della terra gli

T introdu-

zione di queste dogane poteva essere indifferente, poteva an-

che considerata sotto alcuni aspetti essere utile;

ma

qual mo-

tivo potrebbe giustificarle oggi che gl interessi delle nazioni

sono cosi diversi?


Io piango sulla miseria dellumanit, allorch

mezzo a

tanti lumi, in

mezzo

allo

veggo in

splendore della verit di

continuo illustrata trionfar eternamente lerrore. Imporre una

pena pecuniaria ad ogni cittadino industrioso; obbligare

mercadante
in

a pagare

L impostinone sulle

civili.

tutto

Questo
ci

il

diritto

cose

venali

rare volte

che compravasi

venne

stabilita

da Augusto dopo

pass l*uno per crnto

ne* mercati

nelle

che costituivano

berio, per piarare

il

la

il

le

ma compren-

pubbliche vendile, ed

eslendevasi dagli acquisti pi considerabili in terre o in case fino


oggetti

il

valor della quale cresce

benefcio che egli reca allo Stato; trattare

ragione del

guerre

deva

una multa,

pi piccioli

giornaliera consumazione. Tacito ci dice

che Ti-

popolo che reclamava contro questo diritto, fu costretto a

pubblicare in un editto che

il

sostentamento degli

eserciti

in gran

parte

di-

pendeva da questa contribuzione. Tacito, Jnn. lib. I, cap. 78.


8 Questa ascendeva al cinque per cento sul valore del legato o delleredit,
purch questa ascendesse a 50 o 100 pezzi doro. Dione, lib. LV, cap. 56.
5 A
ma anche

vano

il

questa contribuzione erano soggette non solo


[nelle

lusso,

delle

quelle che riguardavano


,

la

in quelle che venivano dagli stranieri.

cap. 23,

lib.

XXII,

le

mercanzie straniere

provincie dellimpero; non solo quelle che riguarda-

ma anche

ferenza era nella quantit della tassa

bisogni della vita. La dif-

quale era maggiore in quelle di lusso, cl

Vedi Plioio,

Histor , natur .,

lib.

VI,

cap. 18.

r
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LIBRO SECONDO.

commercio da inimico; ricevere


alla

mano; circondare

tutti

le

saggi del commercio, cosi interno


spie, esseri venali e corrotti

277

sue pacifiche balle colle armi

porti, tutte le spiagge e tutti

come

pas-

esterno, di satelliti e di

pagati dallo Stato che tradiscono,

dal negoziante che tormentano, e dal controbandiere che pro-

teggono; dare adito a tutte


gli

le

vessazioni e a tutte

le frodi

che

esecutori mercenari d una legge ingiusta possono ideare;

condannare,

una parola,

in

al solo avvicinarsi d

negoziante ad esser persuaso che

il

una dogana

prepara sicuramente

gli si

un affronto o una rapina. mai questa la politica delle nazioni commercianti? Sono mai questi
principii, co quali
deve dirigersi il sistema economico in un secolo, nel quale il
commercio considerato come il principio che decide della
vita delle nazioni e del ben essere de popoli? mai questo il
i

fonte, dal quale

corpi politici debbono oggi attignere

rendite, non

si

potrebbe forse liberare

ostacolo, contro del quale ogni

dell'erario
quelli del

del

Fisco non

commercio,

si

il

commercio da un

urto inutile? Glinteressi

potrebbero forse combinare con

maniera che

in

patte

la

Senza diminuir queste

pi considerabile delle loro rendite?

re fossero egualmente

ricchi, senza che le loro ricchezze fossero

egualmente perni-

ciose a popoli? Non^basterebbe finalmente dare un altra foggia al sistema delle imposizioni,
il

giogo, senza diminuirne

La

il

per renderne meno pesante

profitto?

possibilit di questa intrapresa stata dimostrata fino

allevidenza dagli scrittori economici del secolo.


sforzi

sono

La

restali inutili.

mata innanzi

alle pareti

che

Ma

verit da essi illustrata,


la

rendono inaccessibile

si

loro

fer-

al trono.

loro scritti luminosi, rischiarando lintrigata teoria delle

finanze,

non han fatto altro che renderci pi penoso il peso


ciopprimono, mostrandoci la facilit che ci sa-

de mali che

rebbe

di curarli,

e l'indolenza di coloro che dovrebbero libe-

rarcene. Per disgrazia degli uomini, pare che quelli che sono
alla testa degli affari,
la

luce

di

quanto

Una riforma,
l

si

si

qualche volta chiudano

gli

occhi contro

manifesta loro con maggiore evidenza.

nella quale la

interesse de principi

si

giustizia, linteresse pubblico e

combinano

cosi evidentemente,

non

neppure tentata, neppure proposta ne gabinetti de re,


Filangeri.

I.

?V

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

278
ne quali

mai

non

parla daltro che di commercio, e non

si

Le cose sono rimaste

nello stato nel quale erano;

mercio restato inceppato tra


da pertutto

li;

si lascia

di perseguitarlo.

le

il

com-

catene delle imposizioni

fisca-

ed esterno interrotto; un

traffico interno

il

cittadino industrioso ha mille occhi che lo guardano; pare che


.il

governo

tema;

lo

pu passare da un

egli

non pu fare mille passi,

un

villaggio in

buon

esito, la

dogana, questa
di quella, gli

neficio futuro; se egli cerca

destina,

il

il

botte delle

ha

timore dessere sorpreso

bocche, lavidit e

la

egli

volge

le

Danaidi, e forse anuna parte del be-

gi rapita

soccorso di un' espedizione clan-

mala fede

beneficio del controbando, senza

que

non

prima che

al di fuori,

sua specolazione sar ricompensata da un

egli sappia se la

che pi vorace

egli

altro senza esser fermato,

senza esser tassato; se vuol negoziare

obbliga a chiudere cento

delle quali diminuiscono

scemare

lo

il

spavento: dovun-

sue mire, egli trova, o frodi da prevenire,

o spie da corrompere, o dazi enormi da pagare.

mezzo a tante insidie potr forse prosperare il commercio? Una pianta che non pu germogliare che nel seno
In

della libert, potr forse fiorire tra le arene

della servit e

oppressione?

dell

Il

primo passo dunque che

dovrebfie fare in, favore del

si

commercio, sarebbe una riforma nel sistema presente delle


dogane. Bisognerebbe togliere cosi al commercio interno, come
all'esterno gli ostacoli che queste

per ottenere questo

fine

gli

oppongono, lo

senza diminuire

le

lo

ripeto:

rendite del fisco,

per compensare questa perdita, bisognerebbe dare un altro


torno

al

sistema generale delle imposizioni e de dazi.

Questo grande oggetto richiamer


si

le

mie cure, allorch

parler da qui a poco della teoria de dazi, che sar anche

compresa
<

in questo

Si crede

secondo libro

1
.

comunemente che i dazi imposti sullestrazione delle merun male, ma che quelli imposti sull immissione delle

canzie nazionali sieno

straniere sieno unliene per lo Stato. Io confuter questopinione


ler della teoria

alcuni

fatti

Il

de dazi;

alcune

mi contento solo

riflessioni

che

gli

di

effetti

commercio

allorch par-

rapportare qui anticipatamente

che quest* erroneo sistema ha

Gran Brettagna mi somministrano.


governo britannico, che ha sempre cercalo di favorire

prodotti nel

della

1*

estrazione

L1BH0 SECONDO.

mi

Io

ostacolo,

pi

affretto qui di rivolgere lo

271)

sguardo ad un altro

quale se non pi pernicioso del primo, almeno

il

diffcile a

superarsi

ad un ostacolo che

vergogna del

la

nostro secolo e della nostra politica; ad un ostacolo finalmendel quale

te,

tutti

popoli ne risentono

gli effetti funesti,

primo a superarlo:
commercio, della rivalit

che alcuno ardisca dessere


parlare delle gelosie di

il

senza

io voglio

delle na-

zioni.

delle mercanzie nazionali, ba esorbitantemente

caricato di dazi

1*

immissione

Quale stato 1 effetto di quest' erroneo sistema?


La molt ipl icita decoutrobandi clic le pene le pi severe non possono

delle straniere.
I.

impedire, allorch sono uniti ad un gran beneficio.


II.

La diminuzione

una legge

in Inghilterra

commercio

del suo

che ordini

la

zione, questo rimedio non compensa


d' economia

Orientali,

dazi che

si

danno che cagionano

nell*

tale

che in molti

nell'

immissione,

articoli

immissione. Questo evidente.

ne-

Il

Indie

dell

questo capitale durante


il

il

di

tutto

egli

dogana,

smaltimento ne' mercati


effetto

e questa parte

non

gli

il

re-

perde nelPistesso tempo l'interesse di

tempo che

il

suo caricamento. Questa

altro

capi-

doppio del primo per l'esorbitanza de* diritti

ufficiali della

egli

impiega

doppia perdita

prezzo delle sue mercanzie, incarimento che ne

Un

dopano. Sul secondo

perde da principio una parte del diritto che paga,

gli

nuova esportazione:

stituita nella

ili.

ci sia

suo commercio

mercanzie d'America, siano quelle

le

mercanzie, laltro pe* dritti

quale va in beneficio degli

Io

al

per estraerle di nuovo obbligato a sborsare due capitali, l'uno

pel prezzo delle

preparare

pagano

compra, siano

goziante che

Quantunque

d' economia.

restituzione de diritti nella nuova esportail

fa

fabbricare,

obbliga ad

incarire

esteri.

funesto

pel

commercio

Gran Brettagna ha

della

avuto origiue dallo stesso principio. Per una nazione

commerciante ogni ac-

crescimento nelle spese del trasporto una perdita reale per lo Stato. Or
spese del trasporto non potrebbero

essere

struzione. Questa costruzione quella che


all* infinito in

a
il

in ogni giorno diminuire

indipendenti
dritti

di

dalle

le

spese della co-

dogana hanno

incarita

Inghilterra.

IV. Quest' istessi


ridurre in polvere
agli stranieri per

il

diritti

impedivano agl'inglesi

di manifatturare

loro tabacco di Virginia. Questo tabacco che

due e mezzo denari

di

dogana nell'immissione,

la

libbra. Il vantaggio

si

sieriini la libbra,

pagava nell'interno dello

che aveva

Stato S

lo straniero sul nazionale nel

h di 35 per cento. Queste non sono congetture, sono

dovrebbero disingannare coloro che governano

si

o sia di

vendeva

per l'eccesso de'

fatti

diritti

den. e

f%

manifallurarlo

incontrastabili che

da' volgari pregiudizi pur troppo

funesti alle nazioni.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

280

CAPO

XX.

Delle gelosie di commercio, e della rivalit delle nazioni.

Un

principio

non meno ingiusto che

falso,

egualmente

ha funestamente

contrario alla morale che alla politica,

se-

coloro che dirigono gl interessi de popoli. Si crede co-

dotti

munemente che una nazione non possa guadagnare senza


che
che

altre

le

le altre s'

litica sia

perdano, che essa non possa arricchirsi senza


impoveriscano, e che

innalzare

la

il

grande oggetto della po-

propria grandezza sulle altrui rovine.

Questo principio erroneo che fu

la

base della politica

tempo

niani e deCartaginesi , e che fu nel

devo-

istesso la causa della

rovina di queste due Repubbliche, questo principio istesso


di

commer-

altro

che una

ha funestamente introdotta una gelosia universale


cio nell

Europa,

la

quale fra

gli Stati

non

cospirazione segreta di rovinarsi tutti, senza che alcuna

si

ar-

ricchisca.

Chi pu descrivere

mali che questa funesta rivalit reca

al commercio generale e particolare de popoli? Per farsene


una superficiale idea, basta osservare il sistema col quale
il commercio delle nazioni dEuropa: osservanvedremo una nazione custodire colla magun ramo di commercio poco profittevole che limpedisce d intraprenderne un altro molto pi vantaggioso, per
timore che la sua rivale non se ne impadronisca. Noi vedremo

oggi

si

dirige

dolo da vicino, noi


gior gelosia

Si

sappiamo

con quanta gelosia facevano

sa

che. nella

Cartaginesi

si

Bello.

Fu

almeno

si

loro

commercio. Noi
lavale le

fossero soltanto

ne* mari di Sicilia, e fu loro proibito di navigare

al

di

fa

porzione soggetta

a* Cartaginesi.

Leggasi Polibio,

il

loro patriottismo esclusivo

mani

ecl

lib.

in Affrica,

Ili, e Giu-

Romani, la loro politica detroppo nolo. Mi contento solo di ri-

XLIII, cap. 5. Per quel che riguarda

ruttiva, e

clic

Promontorio

del

loro anche proibito di trafficare in Sicilia, in Sardegna

nella

stino lib.

il

negoziazione che Annone fece co* Romani, dichiar

Cartaginesi non avrebbero sofferto che essi

cordare qui una legge di Graziano, Yalentiniano e Teodosio, nella quale nou
solo era proibito di portare dell* oro a quei popoli che essi chiamavano barbari

ma

si

ordinava anche di usar tuli*

porzione che ne avevano. Leg.

mezzi per toglier loro con destrezza quella

XI, Cod de commerc.


.

et mercator.

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281

LIBRO SKCOSDO.

ciascheduna nazione, opporre ostacoli alle intraprese pacifiche


<i

le vedremo
Noi vedremo fulmini
commercio, rimbombare fra un polo

un altra nazione, e godere delle sue perdite. Noi

tutte congiurate contro di ciascheduna.

della guerra accesa dal

e laltro, sulle coste dell Asia, dell Affrica e dellAmerica,

sopra lOceano che


estensione del

separa dal nuovo mondo, e sulla vasta

ci

mare

vedremo

Pacifico. Noi

Inghilterra e la

Francia sempre mimiche tra loro, e sempre vigilanti a profittare delle

occasioni di scambievolmente rovinare

loro

il

commercio, la Spagna costretta a garantire suoi galeoni con


squadre formidabili sopra un mare immenso tinto di sangue
i

e coverto di cadaveri nelle sue guerre contro glinglesi;


Portogallo divenir

vittima d una nazione che

la

gli

ha

il

fatto

pi male colla sua confederazione, co' suoi trattati e col suo

commercio che non

glie

ne avrebbe

guerra istessa;

fatto colla

r Olanda, questa repubblica che dovrebbe pi delle altre

ri-

spettare la giustizia e fomentare la libert generale dell indu-

commercio, noi vedremo,

stria e del

scurare

io dico,

suoi veri interessi, profondere

suoi tesori

la

sua rovina in quelle guerre, nelle quali n

la

ma

sua sicurezza, n la sua libert,

zione smisurata,

solo spirito

il

(fi

mutato

in

il

una causa perenne

scordia per

un

della quale

si

la

tra-

preparare

sua gloria,

sua sola ambi-

la

gelosia e di rivalit poteva

impegnarla. 1 Noi vedremo finalmente


sua natura dovrebbe essere

lOlanda

il

commercio, che per

viticolo della pace, essersi perd ingiustizia, di

guerra e

di di-

effetto di questa funesta gelosia delle nazioni,

risentono anche

trovare nella neutralit

Non bisogna

la loro

quei popoli che vorrebbero

pace e

loro vantaggi.

lusingarsi: finch durer questo spirito din-

vidia e di rivalit,

bene, sar sempre

in

commercio far sempre pi male che


uno stato di languore.

il

Spogliandoci d ogni prevenzione, investendoci di quel


sacro carattere d imparzialit che le ricerche politiche esigo-

no, noi troveremo linteresse privato di ciascheduna nazione


cosi strettamente unito
I

all

interesse universale, e viceversa,

Io non patio qui della presente guerra, nella quale

l*0!anda non sono


fona e Idi timore

state dirette 'u dalla gelosia

le

operaiioni del

n dall* ainlrieione

ma

dalla

Si*

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

285

linteresse universale cosi strettamente unito al particolare,

che una nazione non pu perdere senza -che

le altre

perdano,

non pu guadagnare senza che le altre guadagnino. Che


mi si permetta una breve digressione, che mi si permetta di
gittare un occhiata momentanea sugl interessi delle nazioni
dEuropa per dimostrare questa interessantissima verit.
Cominciando dalla Spagna, noi troveremo che l interesse

e che

questa nazione sarebbe di migliorare

di

la

sua agricoltura,

d accrescere la sua popolazione, d accelerare e migliorare

suo commercio

coll'

Indie occidentali, e di dare uno scolo

lesorbitanza de suoi metalli col comprare

dustria straniera.

'

Or

tutta

resse in questi vantggi.

che crescerebbe
gni

per

Europa troverebbe
misura che

perfezionerebbe, crescerebbe

la

suo

intesi

sua popolazione; e a misura

sua popolazione, crescerebbero

la

il

sua agricoltura

la

il

al-

prodotti dellin-

suoi biso-

industria' straniera. Pi essa profitterebbe dal suo

commercio collAmerica, pi
che di tesori, pi

si

le

sue navi ritornerebbero cari-

metterebbe

in istato di pagarla. Allora la

Francia, lInghilterra e lItalia vedrebbero

le

loro manifat-

ture pi ricercate da una nazione che pi di tutte le altre in

comprarle; esse venderebbero a pi caro prezzo la


loro industria, e omprerebber a miglior mercato le derrate
di

istato

dellAmerica divenute cosi necessarie

nell

Europa.

Passando dalla Spagna al Portogallo, noi troveremo che


grande interesse di questo paese, quellinteresse che, trascurato dal suo govrno, ha cagionata la sua miseria, malil

grado

tesori che in ogni

troveremo,

ammettere
proprie,
tutte le

io
la

come

dico.,

che

anno riceve
il

diti nuovo mondo; noi


suo grande interesse sarebbe di

pi gran concorrenza, cosi nella vendita delle


nell

immissione di tutte

mercanzie straniere

le

manifatture e

non vede che questo

e chi

rebbe anche linteresse di tutte

le

altre nazioni che

di

sa-

sono in

istato di recargliele?

Listesso deve dirsi della Russia. Se questa nazione

berasse dal mono]H)lio degl Inglesi,


il

come dovrebbe

si li-

liberarsene

Portogallo; se essa fomentasse la concorrenza delle nazioni


4
.

Noi abbiamo accennata questa verit nel terzo capo del primo libro,

svilupperemo meglio nel decorso di questo secondo libro.

Die

e la

283

LIBRO SECONDO.

del mezzogiorno nel suo porto di Cronstat , essa venderebbe a

pi caro prezzo

comprerebbe a miglior mer-

suoi prodotti,

tempo

cato le mercanzie straniere, e recherebbe nel

istesso

un gran vantaggio a tutta l Europa aprendo una nuova strada


1
all industria ed al commercio di molte nazioni.
Rivolgendoci quindi alla Francia , noi ci persuaderemo
anche meglio di questa verit. La Francia, felice per la fertidel suo suolo e per quella de suoi ingegni, dispositrice

lit

assoluta del gusto e delle

manda

celebri,

fatturieri

mode,

abitata da artieri e da

fosse cosi popolata,

come potrebbe

avessero rovinata

agricoltura; se le

mani-

pi derrate e pi manifatture al di

fuori di quel che ne riceve dagli stranieri.

Or

se la

Francia

essere se le sue leggi non

massime

il

sistema,

col quale sono regolate le sue finanze, fossero pi favorevoli


al

suo commercio;

la

sua prosperit farebbe

ammirazione

dell'

universo, e farebbe nel tempo istesso

dell

Europa. Gli stranieri otterrebbero a minor prezzo


suo suolo e della sua industria,

dotti del

resto

la felicit del
i

pro-

ed essa consume-

rebbe una maggior quantit di derrate e di mercanzie straniere


che

le

mancano. La prosperit

delle sue colonie crescendo in

proporzione di quella della loro madre,


4

Mi si
come

liberandosi

dirli;

il

Portogallo e

la

popolazione

la loro

giusto che io prevenga qui un' obbiezione che

mi

si

Russia dal monopolio

potrebbe

fare.

degl' Inglesi

pare che non tarderanno molto queste due nazioni a riuscirvi

esse re-

al commercio univernon perderebbe forse molto in questo, caso?


Gl'interessi dunque di questa nazione non sono in questo caso uniti agl'interessi delle altre nazioni europee. Non sembra questa un* eccezione alla regola?

cherebbero

sale

No:

vero, un gran vantaggio a loro stesse ed

dellEuropa;

ma

1'

Inghilterra

io confesso che lInghilterra, subito che dovesse fare in concorrenza delle


il commercio della Russia e del Portogallo, non ue proBttcrebbe
come prima; ina questa perdita non sarebbe forse dopo qualche tempo

altre nazioni

pi

compensata dal maggior smaltimento

delle sue

mercanzie pi ricercate, subito

che l'opulenza universale derivata dalla libert universale de) commercio, molti-

plicando

bisogni in ragion de* mezzi per soddisfarli, ne moltiplicherebbe

le ri-

Pi: se l'Inghilterra non si fosse volontariamente impegnata nelle


le han costato tanto sangue e tanto danaro, la bilancia troppo vancommercio 1* avrebbe trasportata a quell* eccesso d* opulenza ,
che diventa quindi miseria, come lo dimostreremo a suo luogo. Senza questi violentissimi scoli , la perdita di qualche vantaggio non solo non sarebbe stala funesta
ma vantaggiosa a questa nazione. Non sarebbero dunque veri e permachieste?

guerre che

taggiosa del suo

nenti interessi della Gran Brettagna,


la

ma

la

sua soverchia ambizione sarebbe quel-

che potrebbe renderle sensibili queste perdite.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

>8i

aumentandosi, e questa perfezionando


rebbero anche due
zioni.

reche-

la loro coltura,

vantaggi considerabili alle altre na-

altri

prodotti di queste colonie, divenuti necessari nell Eu-

minor prezzo, subito che

ropa, sarebbero comprati a

si

aumen-

terebbe la quantit della loro raccolta, e nel tempo istesso


Francia trovando nell America un maggiore smaltimento

la

manifatture, quelle delle altre nazioni avrebbero

delle sue

minor concorrenza a sostenere o

combattere ne' mercati e

ne porti dellEuropa. Finalmente, se essa

interamente rinunciato

a benefizi della

non avesse quasi

sua pesca e delle sue

se essa imparasse a meglio profittare de doni della

saline;

natura e de' vantaggi della sua situazione; se

bagna da un

lato,

il

facessero conoscere

le

Mediterraneo che
l

la

inutilit della sua

Oceano che

la

bagna dallaltro,

truppa di terra e

necessit di quella di mare; se gli occhi del suo governo,

la

un profondo letargo, si
un giorno, la sua marina innalzata a quel grado di
potenza dove dovrebb essere e dove pare che oggi sia per
giugnere, arricchirebbe il commercio del Nord; limpero del
mare contrastato fra due potenze egualmente forti per impe-

chiuki per lo spazio di tanti anni da

aprissero

dire che alcuna di esse se lappropriasse, resterebbe indeciso,


e la libert del

coverto. Ecco

commercio dellEuropa

come

Tara un* altra obbiezione. Si dira

si

fomentare e proteggere

la pirateria delle

Sotto questi auspicj funesti essa


re.

loro vantaggi.*

lo preveggo che leggendosi questo articolo su

mi

tutta sarebbe forse al

tutte le altre nazioni troverebbero nella

prosperit della Francia

Ma non
Non

dubbio,

io

1*

gl* interessi della

Francia,

interesse di questa nazione di

un gran commercio di traffico


mi si dir, 1* interesse delle altre

fa

sicuramente questo,
ci c

che

repubbliche piratiche del Mediterraneo.


in questo

ma-

nazioni.

rispondo, che l'interesse delle altre nazioni sarebbe

commercio non fosse esposto a* pericoli che sovrastano alla navigazione d'un mare coverto di pirati. L'ostacolo che questo timore reca al loro
commercio troppo sensibile, e la mia patria ne Ita delle pruove troppo conrbc

loro

il

vincenti.

Ma

qual

il

vantaggio che raccoglie

la

Francia da questo spavento uni-

versale? L'avere una preferenza di trasporto e di traffico in questo mare.

questo commercio di
viene

traffico, di trasporto,

questa nazioue

Secondo

d'ecouomia,

principj da

me

forse quello

Ma

che con-

sviluppati negli antecedenti

capi, questa nazione non dovrebbe forse rinunciare a questo commercio, cbe
contrario alla natura del suo governo, alla fertilit del suo terreno, alla sua estensione.

il

Il commercio Hi propriet, che e quello che conviene alla Francia, ha forse


hisoguo di questo i>trumculo destrultixo per prosperare? Questo divcirchhe al

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'

jooole

l.IiiKO

Ma

che diremo noi

SECONDO.

-285

dell Inghilterra? Io

veggo tutta

ropa dichiarata contro di questa repubblica,


nit intera far voti per

io

Eu-

sento luma-

indipendenza delle sue colonie,

veggo finalmente due gran potenze impegnate per


vina. Io compatisco questo spirito di

la

io

sua ro-

vendetta, questodio

quasi universale contro duna nazione che lha comprato colle

sue ingiustizie; contro d una repubblica che stata sempre


pi inclinata ad affliggersi della prosperit degli altri che a

godere della sua; contro un popolo finalmente che non


contentato di divenir ricco,
ricco.

Il

ha dovuto richiamargli

come

le

che ha cercato di essere

lodio di tutte le nazioni

si

il

solo

commercianti;

vessazioni che ha fatto soffrire a suoi coloni,

meritare quello

fatto

ma

suo patriotismo esclusivo, simile a quello de Romani,

anime moderate,

di tutte le

spiriti liberi e di tutt

filosofi,

difensori arditi,

gli

han

di tutti gli

ma

deboli,

de sacri diritti dell umanit.

Ma vediamo,

malgrado

se

dati alle altre nazioni di

motivi che

Inghilterra ha

godere delle sue perdite, vediamo,

iodico, se lEuropa molto lontana dal desiderare, debba anzi

temere

la

rovina

universale

questa nazione;

di

che

se

interesse

membri della gran societ europea


non meno dell Inghilterra, spaventati dai

dovrebbero essere
disastri

vediamo

unisce anche in quest occasione coll interesse

si

particolare, e se tutt

sovrastano dall' indipendenza de suoi coloni.

ci

Supponiamo che 1 evento giustifichi la ribellione degli Amerisupponiamo che questi restino liberi ed indipendenti.
Supponiamo che le conseguenze di questo cambiamento poli-

cani,

tico

divengano

le

pi funeste per lInghilterra; e che

il

genio

che decide della sorte degl Imperi, voglia in questo caso proferire tutto

della

ad un tratto

il

decreto della destruzione di quello

Gran Brettagna; supponiamo che questa nazione, priva


commercio che essa faceva co suoi coloni, e
suoi coloni facevano per lei, indebolita da una lunga e

de vantaggi del

che

contrario pi profittevole
libero.

duna

misura che quello delle

Levidenza di questa

linteresse della Francia

il

verit

mi dispensa

fomentare

la

altre nazioni diverrebbe pi

dal dimostrarla.

Non

dunque

pirateria del Mediterraneo, e questo tratto

politica destruttiva discrediterebbe io eterno

il

nome

di

questa nazione

senza recarle alcun vantaggio reale.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

'286

dispendiosa guerra;

Nuovo Mondo

nel

pesuoi debiti nazionali, proscritta

fallita

e oppressa nell antico

supponiamo che essa

perisse, che la sua vacillante libert sostenuta dalle sue ric-

chezze

si

mutasse nella pi dura servit, e che

tagna divenisse o

la

Gran

preda d un conquistatore o

la

Bret-

la vittima

un despota.

d'

In questo caso che ne sarebbe delle altre

Francia, vero,

si

nazioni? La

libererebbe da un vicino spaventevole. Le

sue manifatture prive della concorrenza di quelle degl Inglesi

sarebbero vendute a maggior prezzo. La Spagna riacquisterebbe


quello che questa nazione

ha tolto, e vedrebbe unaltra

le

le sue mani lo pretese chiavi del Mediterraneo.


LOlanda emula dellInghilterra, malgrado la perdita delle
somme immense che lha date in prestito, crederebbe forse

volta tra

daver tutto ottenuto colla rovina duna repubblica industriosa


e commerciante
l'

come

ma

lei,

pi favorita dalla natura nel-

interno e pi rispettata al di fuori.

La Russia finalmente,

la

Danimarca e la Svezia, vedrebbero forse con piacere crollare


una potenza che ha voluto dominare ne loro mari. Ma queste
speranze sarebbero forse ben fondate? Questi vantaggi apparenti avrebbero

piuttosto essi

forse qualche cosa di reale?

prestigi d

Non sarebbero

una fortuna precaria che

si

cambie-

rebbe ben presto colla rovina universale dellEuropa? Se

le

colonie inglesi restano indipendenti, chi tratterr quelle degli

Spagnuoli, de Portoghesi e de Francesi? La folgore del-

lindipendenza scoppiata una volta nellAmerica anglicana,

non comunicherebbe

forse

vasto continente? Tutta

il

suo strepito nel resto di questo

America non diverrebbe

allora in-

Europa? Che ne sarebbe allora del nostro


commercio? Che potremmo noi permutare co suoi prodotti?
Con che potremmo noi pagarli a proprietari del Per, a dodipendente

dall

minatori del Brasile? Forse colle nostre derrate?

Ma

la

mag-

gior parte di queste nascerebbero egualmente nell America,

subito che
stre

agricoltura le ricercasse dal suo suolo. Colle no-

manifatture, colle nostre arti?

nella Pensil vania,


gli

malgrado

orrori della guerra. Li

dell Indie Orientali ?

Ma

la

Ma

queste fioriscono gi

Io strepito delle

pagaremmo

armi, e malgrado

noi forse co prodotti

perdita dellAmerica

ci

priverebbe

LIBRO SECONDO.
anche

di

287

questo commercio che noi non sosteniamo che a

sue spese. Senza

miniere del Potosi noi non condiremmo

le

nostre vivande cogli aromi dellAsia; n vestiremmo le

le

vaghe

tele di

Coromandel.

commercio dunque

Il

di tutta l'Eu-

ropa potrebbe perire con quello degl Inglesi, se questi perdono

loro colonie.

le

pure

lo spirito di rivalit

ha accecati a segno

governi che alcune nazioni d Europa ardiscono di preparare

che serviranno un giorno per foggiare

materiali

vina, ed ardiscono d offerire una

mano

la

loro ro-

intrepida agli artefici

delle loro catene.

Osservando

la

questione dalla parte delle colonie, noi

troveremo che quando

non

dipendenza dalla Gran Bretagna

la loro

quale dovrebbe essere una dipendenza di governo, e

fosse

di servit;

che quando

la

de loro fratelli; che

quando

commercio e i
madre, come quelli

libert del loro

loro diritti fossero cosi rispettati dalla loro

metropoli non facesse pi una

la

distinzione assurda tra glinteressi de suoi cittadini


rica

dAme-

con quelli de suoi cittadini dEuropa; quando dimenti-

candosi del mare che

separa, non vedesse nelle sue provin-

li

americane che un prolungamento non interrotto del suo


dipendenza delle colonie,

cie

territorio europeo; allora, io dico, la

molto lontano

dall

impedire

progressi della loro prosperit,

renderebbe questa pi sicura, garantendola da pericoli


potrebbe esporla

la loro totale

sarebbero nel caso di temere

quali

indipendenza; allora esse non

ambizione di qualche spirito

ardito ed attivo, n le interne discordie che potrebbero insor-

gere nel riposo della pace, n


esse; dissensioni che
le

la

le

dissensioni reciproche tra

greca politica non pot prevenire tra

sue repubbliche; e che

la sola

povert locale ha forse

nuto per tanto tempo lontano dalle


Unite; allora finalmente lEuropa,
dalla loro prosperit

libro,

gl interessi delle

lascio volentieri a coloro

lesame di quelli

nimarca e
su

io

te-

delle Provincie

senza essere spaventala

potrebbe esservi a parte.

In questa rapidissima scorsa su

europee,

maremme

nazioni

che leggeranno questo

Germania, della Dainteressi delle due prime fondati

dell Italia, della

della Svezia. Gl

prodotti del suolo e su quelli deli industria, e quelli delle

due ultime dipendenti dal loro commercio

coll

Indie orientali.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

288

miniere

dalle loro

ferro e di

di

rame,

da loro legni di co-

struzioni ec., sono troppo patentemente uniti agl interessi di

l'Europa, per obbligarmi a dimostrarne

tutta

Le

gran sorgenti delle ricchezze

tre

di

rapporto. Mi

il

contento di conchudere questa breve digressione

coll

Olanda.

questa repubblica

sono: il suo commercio coll Indie orientali, le sue colonie in


America, e il suo commercio di traffico e di cabbottaggio nell

Europa. Cogli uni e colle altre essa giova a se stessa ed

Europa. Col primo essa

mercanzie

dell

ci

provvede

delle

al-

droghe e delle

lumanit non potrebbe

Oriente, delle quali

pi privarsi, e offre alle derrate ed alle manifatture europee

un copioso scolo che le rende pi preziose e pi profittevoli.


Colle sue colonie in America essa supplisce al difetto del suo
suolo in Europa; essa pu unire i vantaggi dellagricoltura a
quelli del commercio; essa pu riparare a colpi che questo

pu essere
come una potenza territoriale; essa, in poche panon dovrebbe far altro che liberarle dal giogo depri-*
vilegi esclusivi che le opprimono, per renderle il sostegno
eterno della sua prosperit, e per inondare 1 Europa de loro
preziosi prodotti. Finalmente col suo commercio di traffico
e di cabbottaggio essa mantiene 1* abbondanza e sostiene la

soffre da progressi dell industria universale; essa

considerata
role,

concorrenza in
diviene

il

tutt

sostegno

porti e in tutt

mercati dEuropa; essa

dell industria di tutte le nazioni,

lappor-

manca, la consumatrice di tutto


superfluo, in una parola, la benefattrice

tatrice di tutto quello che loro

quello che hanno di


del genere

umano. Sarebbe

una repubblica

di questa

cos profittevole per


1

tutta

un

l'

forse

interesse dell

Europa che

natura perisse? Questo commercio

Olanda, non

Europa? Se per un

Io forse

flagello del Cielo

egualmente per

lOlanda fosse in

istante ingoiata dalle acque dell Oceano, dalle quali la sua

industria, vittoriosa degli elementi istessi, ha saputo garantirla,

l'Europa non avrebbe forse bisogno

di

pi secoli per

Una gran parte del suo commercio


non perirebbe forse con essa? vero che a misura che cresce
il commercio delle altre nazioni, il traffico dell Olanda sulle
riparare questa perdita?

tesi.

Queste formano un oggetto interessantissimo del commercio degli Svel-

LIBRO SECONDO.

meno

coste eurupec diviene

Olandesi giover sempre

28'J

ma

attivo,

concorrenza degli

la

Europa.

all

Persuasi dunque dello stretto legame che

ci

fra gl in-

nazione e quelli dellEuropa intera;

teressi di ciascheduna

persuasi delle funeste conseguenze della gelosia di commercio,


della rivalit delle nazioni; persuasi finalmente de mali che

questo sistema erroneo reca

commercio generale

al

e partico-

lare de popoli, che ci resta a far altroch ad incoraggiare cia-

primo a dare agli altri


governi l esempio della pi salutare intrapresa, superando
gli antichi pregiudizi, aprendo
suoi porti a tutte le nazioni,
schedun legislatore

a cercare d esser

il

e gettando

quale

fondamenti

senza della

di quella necessaria libert,

commercio sar sempre timido, perch schiavo; sempre

il

lento, perch oppresso dal peso delle catene che lo stringono?


Si, legislatori venerandi del genere

temente

felici

ministri

ammessi

tali, in

per poter inlluire sulla


in que

que tempii, daquali

o chiudono quello

felicit de popoli

spediscono

si

Giano; persuadetevi

di

mondo

che, cosi nel

umano, uomini bastan-

tempii inaccessibili

fisico

come

gli

di

al

resto de

re e

mor-

ordini che aprono

questa gran verit,

nel politico, tutto dipendenza,

tutto rapporto, niente isolato. Osservate

come

quest'ordine

inalterabile della natura ha dato origine alle societ, ha fatto

nascere

il

commercio

che riguarda
le

nazioni

la

fra gli

sua destinazione,

riguardino

si

uomini.lKicordatevi che per quel


il

come una

commercio vuole che


societ unica, tutt

tutte

mem-

bri della quale abbiano eguali dritti di partecipare a beni di

tutte

le

per quello poi che riguarda

altre;

suoi mezzi,

commercio suppone

il

concentrata fra

tutt

cambi che possono convenire


tevi

che se

gno

di

le

voi,

aumenter

il

suo oggetto e

desiderio e

la

permute

libert

e tutt

loro mutui bisogni! Persuade-

nazioni colle quali voi commerciate, han bisoe se

misura che si
dovendo anche crescere la loro

voi avete bisogno di loro, a

loro prosperit,

la

il

popoli di fare tutte le

popolazione, voi troverete un maggior


de vostri prodotti e della

numero

di

compratori

vostra industria, e una maggior

quantit di esibitori di quel che vi manca.

Rinunciate dunque a questo spirito di rivalit e

Combinate

di gelosia.

1
:

vostr interessi e

Filangeri.

i.

vostri vantaggi con quelli delle


25

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

290

altre nazioni. Questo

solo

il

mezzo da

fare acquistare alla

prosperit de vostri Stati un carattere di perpetuit.

Rompete

questi argini crudeli, abborrite queste distinzioni assurde di

nazione con nazione,

sempre

della barbarie,

secolo che
lo.

si

funesti avanzi degli antichi pregiudizi

ma

distruttivi,

oggi disonoranti per un

crede illuminato, e che in

fatti

dovrebbe

esser-

Abolite quei patti di confederazione e di lega che hanno la

difesa per pretesto, o

invasione per fine e per vocazione;

che obbligano un popolo, che potrebbe godere e profittare dei


vantaggi della pace, a mescolarsi nelle brighe di un altra nazione, a spargere

interrompere

il

suo sangue, a sacrificare

il

sioni ingiuste,

dubbi,
losie

suoi tesori, a

suoi supposti diritti

le

sue preten-

suoi titoli fraudolenti o

suoi odii personali, la sua vanit puerile, le sue ge-

mal fondate,

altrettanti

semi

di

come sorcommercio che divengono

suoi stessi deliri. Considerate,

genti d abusi politici que trattati di

sivi

suo commercio per garantire ordinariamente

lambizione dun re straniero, per sostenere

guerra e

di discordia

e que privilegi esclu-

che una nazione ottiene da unaltra per un traffico

di

un commercio di sussistenza. La libert generale


dell industria e del commercio, questo il solo trattato che
una nazione commerciante ed industriosa dovrebbe stabilire

lusso o per

nel suo interno, e cercare al di fuori. Tutto quello che favorisce questa libert
restringe

gli

giova

al

commercio

e troppo complicati,

al di fuori;
la

altr ostacolo al

soverchia ingerenza

che

la

io

del

governo

considero questa

la

come

commercio.

CAPO
Altri ostacoli

tutto quello

regolamenti troppo minuti

distrugge nell interno. Ecco perch

un

nuoce. La gelosia di commercio, le rivalit delle

nazioni la restringono

che impediscono

XXI.

progressi del commercio nella

mag-

gior parte delle nazioni, derivali dalla soverchia ingerenza

del governo.

Iddio liberi la mia patria, dovrebbe dire ogni


di

buon senso,

la liberi

cittadino

da due estremi egualmente perniciosi:

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LIBRO SECONDO.

dalla soverchia negligenza del

vigilanza.
tutto

Il

2'Jl

governo e

voler tutto sapere,

dalla sua soverchia

voler tutto vedere,

il

voler

il

meno

dirigere una sorgente di disordini non

funesta

della trascuraggine e della negligenza. Nella cognizione, nella

scienza di quel giusto o difficile mcscuglio d attenzione e


d

abbandono,

d ingerenza e di libert

consiste

un momento

del governo. Si paragoni per

tenzione di dettaglio; se voi volete regolare tutte


tutte le loro azioni, larte

tura; questa

non

si

larte

tutta

direzione de* po-

la

Se voi spingete troppo innanzi

poli a quella de fanciulli.

non tarder molto

le loro

l'at-

mosse,

a soffogare la na-

conoscer pi nellallievo, e non sapr pi

- cosa alcuna produrre. Al contrario, se voi lo trascurerete trop-

po,

vizi dell

umanit

impadroniranno

di lui, e voi Io per-

derete per un motivo opposto. L istesso avviene nel governo.

La soverchia negligenza d
disordini; e

adito, fa nascere e perpetua tuli

a flagelli dell

anarchia, e

guenze funeste

di

si

libert.

la

Il

commercio
tempo

risente nel

rarlo dagli ostacoli che

gli si

dalla sua molesta ingerenza


le

ci

conduce

una gran parte

istesso delle conse-

questi due vizi opposti.

parte della negligenza del governo,

suoi passi, tutte

La prima

seconda a quelli della servit.

la

chi lo crederebbe?

delle nazioni europee

soverchia ingerenza distrugge tutta lattivit

la

del cittadino, distruggendone

Egli soffre dalla

quale trascura di libe-

il

oppongono, e

soffre

egualmente

volendo dirigere e regolare

sue intraprese,

codici economici dell'Europa,

tutt

suoi interessi.

non troviamo

tutt

Aprendo

altro che leggi

proibitive, che statuti e regolamenti minuti e particolari su


tutto quello che riguarda

il

commercio.

luto far le veci del negoziante;


bert, che per lo pi sono molto

ma

legislatori

han vo-

bisogna confessare con

mal

riusciti in

li-

questo mestie-

han cercato di favorire il commercio; ma si


pu mai favorire il commercio, diminuendone la libert?
La Francia credette di garantire uno de principali rami

re. Essi, vero,

della sua industria proibendo lestrazione dogni specie di seta

non manifatturata. La
de grandi oggetti del

seta cruda o soltanto tinta, che era uno

proibitiva,

di questa nazione, non pot


governo, emanando questa leggo

commercio

pi uscire da suoi confini.

11

cred sicuramente

di

mettere un ostacolo

pro-

Dig

3oogle

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

202

grossi delle manifatture

averle

le,

straniero

questo genere,

di

private dell apparecchio che

dare cosi bene

come anche per

per

si

Francesi han larte di

che hanno nel tinger-

alle loro sete, e dell arte

obbligarle a sostenere una maggior con-

correnza ne mercati d Europa, poich

manifatturieri fran-

avrebbero a pi buon mercato vendute le loro stoffe, subito


chela proibizione d'estrarre la seta cruda li avrebbe messi in
cesi

comprare

istato di

infelicemente per
Gli stranieri

buon prezzo

a pi

pravano dalla Francia e


,

il

le sete,

si

Ma

materia prima.

che una volta com-

bisogno ha fatto imparar loro larte

d apparecchiarle e di tingerle nella

parecchiano e

la

Francia queste speranze sono state deluse.

la

han cercato altrove

maniera

istessa che

si

ap-

prezzo

tingono in Lione. L avvilimento del

della seta ha fatto in molte parti della Francia deteriorare la

La proibizione

coltura de gelsi.
fatturate,

di

rate, e finalmente
afflitta

non estrarle se non mani-

ha privata anche del commercio che essa faceva

delle sete straniere, che rivendeva


l

dopo averle

tinte e prepa-

industria nazionale rimasta doppiamente

e da quel che ha perduto e da quel chcha fatto acqui-

stare a' suoi vicini.

Or

Dall istessa causa

Allorch

il

questi sogliono esser

governo nelle materie

delle speculazioni del

sempre gli effetti


commercio.

di

Inghilterra ha sofferti gl istessi effetti.

governo britannico proib con tanto rigore

espor-

tazione delle sue lane; allorch dimenticandosi della moderazione, della giustizia e della proporzione che
tra le

pene e

delitti,

condann

ci

deve essere

collo statuto 8, cap. 3, dEli-

sabetta, coloro che erano convinti di questo delitto,

prima volta

alla confiscnzione de beni, al carcere d

e a perdere la

mano

dichiarati e puniti

sinistra; e nella seconda volta

come

felloni; allorch la

legge fu corretta dal Parlamento sotto

ma

di

Guglielmo

le

pene pecuniarie pi

III,

il

per

la

un anno,
ad esser

ferocia di questa

regno

di

Carlo

li

se ne lasci sussistere loggetto; allorch


forti

furono sostituite

all

antiche,

non

tanto per togliere lo scandalo della barbarie, quanto per im-

pedire

l'

impunit che nasceva dal soverchio rigore della leg-

il governo britannico, io dico, prese tutte queste


misure per impedire lestrazione delle sue lane, egli si augur
gli stessi vantaggi che si augur la Francia dalla proibizione

ge; allorch

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293

LIBRO SECONDO.

non manifattnrate. Egli cred


suoi drappi avrebbero avuto maggior smaltimento, subito
fabbricatori avrebbero pagata la materia prima a minor

dell'estrazione delle sue

che

che

sete

prezzo, e cred di nuocere agli stranieri, e particolarmente


a

Francesi, privandoli delle sue lane, dalla perfezione delle

dipendeva quasi interamente quella

quali

L evento ha mostrato

non avendo pi

lane,

lo

drappi.

de loro

di questa speculazione. Le
l errore
smaltimento che avevano prima, il loro

prezzo essendo stato fissato dalla legge, sono deteriorate in


quantit ed in qualit, e

denaro eh' entrava

la

Francia ha perfezionate

in Inghilterra

pi non vi entra,

per

le sue. Il

estrazione delle sue

hanno forse perduta


quella perfezione che avevano prima, o almeno non si sono
lane,

liberati dalla

suoi drappi

concorrenza di quelli de Francesi; lInghilterra

finalmente, e riguardo a questoggetto e riguardo ad

infiniti

altri,

ha come

della

soverchia ingerenza del governo negli affari del com-

le altre

nazioni sperimentati

funesti effetti

mercio.

La Francia ne ha un
l'

Indie orientali.

commercio delCompagnia dell In-

altra riprova nel

disastri che ha sofferti la

die in questo secolo sono troppo noti, e lAutore celebre del-

filosofica e politica degli stabilimenti degli Europei


due Indie, ce ne ha dato un minuto ragguaglio. Questo
ha sempre osservati disordini e le loro cause,
non teme d attribuirne l origine all ingerenza del governo.

istoria

nelle

'

scrittore, che

Dacch

il

governo volle nominare

direttori della

dacch un commissario del re fu introdotto


zione,

rovina. Tutto

conda degl

si

nell

Compagnia,
amministra-

Compagnia cominci ad andare in


regol per linfluenza, e quasi sempre a se-

da questepoca
interessi e

la

delle

mire private

dell

uomo

della

corte.
Il

mistero, questo velo inseparabile da una amministra-

zione arbitraria, copriva tutte


gl interessati

ignorarono

le

Compagnia.

della

T.

Nel

II. lib.
1

Il

operazioni del commercio;

lo stato deloro affari, e la perdita della

libert fu seguita da presagi pi

funesti

governo, istruito

della

di questi

rovina intera
disordini, cre-

4.

730.

25*

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

294
dette

di

potervi porre un rimedio, moltiplicando

de suoi commissari. Egli


vi aggiunse

un

terzo.

Ma

ne
il

stabili

il

numero

due da principio, e quindi

male, in vece di diminuirsi, crebbe

a misura che le mani che stringevano le catene di questo


commercio si moltiplicarono. Il dispotismo aveva regnato
allorch non ve n era che un solo; la divisione, allorch ce
ne furono due; ma dal momento che ce ne furono tre, tutto

cadde

nell' anarchia.

In questo stato di cose

riforma,

si

vide comparire un progetto

oggetto del quale era

di

togliere

di

governo

il

di

il
mezzo agli affari della Compagnia.
governo rinunci ad una ingerenza che era la causa di tutti
i disordini, e durante i cinque anni che dur la nuova amministrazione, la Compagnia prosper a segno che le rendite

Il

progetto fu eseguito,

anno;

giunsero fino a diciotto milioni per ogni

somma

alla

quale non erano fino a quel tempo ascese, neppure ne tempi

che

si

Io

erano riguardali come

non

la finirei

pi brillanti.

mai, se volessi rapportare

tutti

docu-

menti della rovina del commercio cagionata dalla soverchia


ingerenza del governo. Tutta lEuropa mi somministrebbe delle

prove e de
cia

me

istessa

fatti

per dimostrare questa verit. La sola Fran-

ne darebbe

me

di

che riempire un libro, e

ne offrirebbe

in

abbondanza. Ma

non distendermi tanto su

Inghilterra

io le tralascio

per

un oggetto, che non ho voluto

osservare che di passaggio.

Regola generale: quando voi vedete in una nazione il


governo mescolarsi troppo negli affari di commercio, quando
vedete che tutte
legge particolare,

negoziante a fare

le

sue operazioni sono regolate da qualche

quando
le

mano, senza cercare

la moltiplicit di

queste obbliga

il

sue speculazioni col codice economico alla

non v ingancommercio di que-

d informarvi d altro, voi

nerete mai supponendo in pessimo stato

il

sta nazione.

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LIBRO SECONDO.

CAPO
Ostacoli che recano al

XXII.

commercio

le leggi

che dirigono quello

europee colle loro respeltive colonie.

delle nazioni

Oggi che

205

gl interessi

tutti

dell

Europa hanno un rap-

porto con quelli dell America; oggi che questo nuovo emisfero divenuto la fattoria degli Europei,

sempre

fattoria

distrutta, e spesse volte insanguinata da suoi nuovi proprie-

oggi finalmente che

tari;

commercio quello che

principale oggetto del

il

nostro

soccorso delle colonie ame-

fa col

si

ricane; oggi, io dico, le cause che distruggono, o

almeno che
impediscono progressi di questo commercio, non debbono esser
trascurate dalla scienza della legislazione. Io le deduco tutte
da un principio comune.
Un falso supposto ha fatto credere a governi delle nazioni europee, che si sono stabilite nel Nuovo Mondo, che
i

per raccorre

il

maggiore possibile vantaggio dalle loro respet-

tive colonie, bisognava obbligarle ad

Le

colla metropoli.
di stabilire

leggi proibitive,

colle quali
le

si

cercato

pi severe e

pi distruttive di quella libert, senza della quale niun

le

commercio

questo genere pu prosperare.' Alcune poche

di

basteranno per

riflessioni

bizione sia nel

tempo

tropoli ed a quelli

farci

vedere,

sull

dell

imposizioni su

immissioni e

da essi, e che
in

come

proi-

manda

me-

rovini egualmente

governi han potuto de-

coloni col soccorso de diritti

sull' estrazioni di tutto quello

si

col soccorso del

questa perniciosissima esclusiva:

terminarsi a prescrivere

aumento

come questa

stesso contraria agl interessi delle

delle colonie,

commercio dell une e dell altre.


Due sono i motivi per quali

il

un commercio esclusivo

questo sistema erroneo, sono state

loro; o

monopolio

tutto

che

si

riceve

il

disegno di far ridondare

il

commercio

delle colonie

vantaggio della metropoli.

Se
*

il

primo

lo ini astengo

di
ila!

questi

motivi quello che ha determi-

rapportale, perch sono troppo note.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

296
nati

governi

ci

vuol poco a vedere quanto essi

si

sono in-

gannati.

han creduto che questi dazi indiretti verrebbero ad


esser pagati dalie colonie, quando la metropoli effettivamente quella che li paga. Questa verit si comprender allorch si parler de dazi indiretti, dove si dimostrer che
questi vengono sempre a cadere sul primo venditore.
Essi

Per

che

far

coloni

t, della quale essi


stizia richiede
l'

combinare

altra, per

fossero a parte

de pesi della socie-

son membri, per ottenere ci che

da una parte, e
l

la giu-

interesse pubblico esige dal-

interesse della metropoli con quello

i loro fondi e non le mercanmandano, n quelle che esse ricevono da noi.


In questo caso la libert del loro commercio rendendone molto

delle colonie, bisognava tassare


zie

che esse

ci

pi profittevole

la

coltura,

il

governo avrebbe potuto ottenere

dalle colonie senza innasprirle, senza oltraggiarle, senza im-

poverirle, quello che oggi


siva che
tire tutto

non ottiene da esse con una

inasprisce, che

le

le

impoverisce, e che

peso dell oppressione col desiderio e

il

di troncare

al

esclu-

fa loro sen-

speranza

la

primo momento favorevole quella mano che

le incatena.

Se poi
il

il

grand oggetto di questa fatale esclusiva stato

secondo, cio di procurare

il

maggior guadagno della megoverni non si sono

tropoli nel monopolio, delle sue colonie,

meno

vende

ingannati. Questo evidente. Se la metropoli

sue produzioni, e compra quelle delle colonie

al

le

prezzo cor-

rente del mercato generale, lesclusiva superflua. Se, al


contrario, vende loro a caro prezzo le sue mercanzie, e

pra

le loro

ad un prezzo tenuissimo, essa rovina

e rovina per conseguenza

il

le

suo istesso commercio.

che un commercio cosi svantaggioso

le far

com-

colonie,

misura

impoverire, esse

consumeranno una minor quantit de prodotti della metropoli, e le esibiranno una minor quantit de loro. Esse chiameranno in soccorso il commercio clandestino, esse ricorreranno
a contrabbandi, da' quali l'avidit della metropoli non potr
garantirsi, n colle pene le pi severe, n colla moltiplicazione delle spie e delle guardie, quando sono animati dalla
speranza di un gran profitto. In questo caso lesclusiva di-

dby

)gle

LIBRO SECONDO.
verr inutile
di

rovinare

negozianti

a'

le

della

a pochi ormatori avidi

ed ardi-

che spoglierebbero col soccorso de monopoii, e

ti,

tempo

e le colonie nel

sono

la

istesso.

lascer

commercio clandestino

colonie, giacch questo

non potrebbe mai giovare che

207

ma non

metropoli,

L Inghilterra e

la

la

patria

Spagna ne

prova.

L* interesse dunque della metropoli d' accordare una


commercio de suoi coloni, che a quello

libert cosi intera al

degli altri sudditi dello Stato.

La

giustizia Io richiede egual-

mente. Questa dea che, infelicemente per lumanit, rare volte


influisce nelle speculazioni delle finanze; la giustizia, che

pre

unisce

si

a veri interessi delle

stati,

i
mezzi per innalzare la felicit
non sopra vacillanti rottami de

sopra

gole e

dico,

gli oracoli,

uomini e degli

degli

comun bene;

giustizia, io

non pu vedere senza orrore un attentato

cosi manife-

sto contro

luomo e

del cittadino,

dere e

pi sacri dritti della propriet e della libert del-

di

autorizzato, legittimato

prescritto,

al

diritto di deci-

bene generale della societ. Questa una

prerogativa inseparabile dalla sovranit.


di questa

il

determinare sovranamente su tutto quello che pu

nuocere o giovare

prerogativa

ce ne addita

questa deve essere esercitata

Ma

la

uso;

natura istessa

vedere che

ci fa

in vantaggio di tutti

della confederazione sociale. Fuori di questo caso,

un

questa

membri

esercizio

prerogativa non pi legittimo; egli degenera in

atto di tirannia, in

un

smo. Ancorch dunque


questa esclusiva, contro

questa reca
coloni

ma

la

dalla pubblica autorit. Questa ha, vero,

di

le re-

privati interessi,

fondamenti eterni del

sem-

nazioni e de popoli, e che

suggerisce sempre a colui che ne consulta

alle

non sono

delle metropoli?

della

oppressione e di dispoti-

quale

si

ragiona,

il

male che

colonie basterebbe per renderla ingiusta.


forse

membri

Non sono

fratelli dell istessa


diti dell istesso

tratto di

vantaggio delle metropoli esigesse

il

della societ

forse essi

come

figli dell

gli

abitanti

istessa

madre,

famiglia, cittadini dell istessa patria, sud-

impero? Non debbono

forse essi avere diritti

e prerogative comuni, e tra questi diritti

il

pi prezioso non

forse quello della propriet e della libert di


quello che loro? Questi diritti che

uomo

disporre di

acquista col na-

Digitiz

Google

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

298

che

scere;

che formano

in noi, e

come lanima ed

litica,

debbono garantire; che sono

la societ e le leggi

essenzialmente

non

questi diritti preziosi che

nodo che
possesso non

scioglierci dal

la

nostra esistenza po-

corpo formano lesistenza

il

potrebbero esser

ci

unisce allo Stato;

ci

fisica;

tolti

senza

questi diritti,

pu mai esser interdetto, e l esercizio ci pu soltanto esser sospeso per un bisogno urgente,
dellintero
corpo sociale: ma che,
universale
inevitabile ed
al contrario, quando questa causa non esiste (come nel caso
chiama interesse pubdivinit,
che
si
nostro), quando questa
de quali

blico ,

il

ci

non pu essere interamente placata da questo violento

e spaventevole sacrificio; quando essa non ardisce di pretenderlo, allora

soppressione sola, anche

la

momentanea

sto esercizio, diviene uningiustizia spaventevole,


tato pericoloso,

un'oppressione manifesta ; questi

di

que-

un atten-

diritti final-

mente che debbono esser cosi rispettati nella persona d' un


privato Cittadino, d un semplice individuo della societ, potrebbero essi esser negati ad una parte considerabile del corpo
civile?

potrebbero essi esser proscritti dalle colonie d una

nazione?

Ma

si

stabilimento

dir: lo

molte spese e molti rischi

alla

queste colonie costato

di

nazione fondatrice, e

la

pro-

tezione che essa loro accorda, lobbliga ad altre spese conti-

non esigono forse un compenso dalla


parte delle colonie? S; ma questo compensosi deve cercare in
tutt'altro, fuori che in questesclusiva, la quale non solo ingiusta, non solo perniciosa alle colonie, ma, comesi osservato, non giova alla metropoli istessa. Dove dunque cercarlo?
Bisogna persuadersi: qualunque sia lo stato deglinteressi
della metropoli, essa non deve vedere nelle sue colonie che

nue. Questi

beneficii

un istrumento

di sollievo

gran vantaggio che


cie segregate,

mercio esclusivo,
col soccorso

il

per

delle

ma

le

contribuzioni dello Stato.

governo deve cercare

non devessere
la

il

Il

queste provin-

un com-

diminuzione de pesi della metropoli

larghe contribuzioni che

nere da una colonia ben regolata.

11

si

possono otte-

prodotto netto delle co-

America potrebbe essere consideporzione che ne potrebbe esser serbata per

lonie europee stabilite nell

rabilissimo, e la

in

profitto chimerico d

LIBRO SECONDO.
contribuzioni,

le

299

potrebbe essere importantissima e di gran

non avessero

sollievo per le respettive metropoli, se le leggi

cercato di distruggere

pi

commercio,

loro

il

e di condannare

allignoranza, alla miseria ed

loro abitanti

dispotismo

al

Pi che queste ricchezze

insopportabile.

aumentate, maggiore sarebbe stato

il

il

sarebbero

si

sollievo clic esse avreb-

bero recato allo metropoli, perch maggiori sarebbero state


le loro contribuzioni.
I

veri interessi della nazione fondatrice, tutte le sue spe-

ranze relativamente

alle

sue colonie sono dunque fondate

nella loro prosperit, nella moltiplicazione delle loro ricchez-

ze.
le

questo solo oggetto dunque dovrebbero dirigersi tutte

cure de legislatori europei nel nuovo emisfero. Or, supposto

questo, chi non vede che se


cercare dal loro suolo tutte
stato di produrre;

cano da chiunque

coloni avessero la libert di

ri-

derrate, che questo sarebbe in

le

di provvedersi di quelle

le offrirebbe loro a

che loro man-

minor prezzo;

di

ven-

dere e di comprare a qualunque e da qualunque nazione essi

vorrebbero;

non

di soddisfare coll istessa libert,

solo a bi-

ma anche a quelli di puro lusso;


quanto sotto questi auspicii le colonie

sogni di prima necessit,


chi

non vede,

io dico,

prospererebbero, quanto
la loro

forza,

il

rebbe

la

al

il

accrescerebbe

suolo che coltivano;

loro coltura;

numero ed

si

la

loro popolazione

commercio; come questa

loro

un nuovo prezzo

come

libert

come

accrescerebbe

si

valore de loro prodotti; e

ste provincie segregate, che oggi

sono

darebbe

migliore-

quantit,

la

il

come finalmente queil

teatro della miseria

e delloppressione di coloro che ubbidiscono,


del dispotismo di coloro che

si

dell avidit

governano, e della stranezza ed

colle quali son governati

ingiustizia

delle leggi

bero allora

lo spettacolo raro,

ma

ci

offrireb-

piacevole, della ricchezza

un paese, sostenuta dallagricoltura, dalle


arti e dal commercio? La sola soppressione dunque di questa
fatale esclusiva basterebbe forse per fare la prosperit delle

e della felicit d

colonie, e per conseguenza della metropoli.

Che non mi

si

opponga che queste colonie divenute

che e potenti, sdegnerebbero


11

peso della dipendenza non

ric-

di

dipendere dalla loro madre.

si

rende insopportabile agli uo-

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

300
mini

se non

quando
Le romane

pressione.

moderazione, che
ispirato,

unito al peso della miseria e dell opcolonie trattate con quello spirito di

interesse e la politica del senato

molto lontano

dipendenza che faceva

dall'

la

abborrire,

loro condizione era invidiata anche

corporate con

si

avevano

gloriavano d una

La

loro gloria e la loro sicurezza.

Roma, avevano

portante di municipii, tutte

le

da quelle citt che,

in-

nome

im-

romana

cit-

accoppiate, sotto

il

prerogative della

tadinanza alla conservazione de loro usi particolari, del loro


culto e delle loro leggi. Molte di queste citt cercarono
tolo di colonie,

e sebbene pi distinte fossero

gative, nullameno sotto

prosperit

ambizione

non

dell

le

ti-

sapeva

indipendenza. Listesso avverrebbe alle

non ardirebbero

rese mai ribelli, non ispir mai loro

derne colonie. Felici sotto


esse

si

fossero quelli di cui dovesse esser preferita la sorte.

quali

La

il

loro prero-

le

imperatore Adriano non

di

il

mo-

governo delle loro metropoli,

rompere un giogo leggiero e piacevole

per cercare un indipendenza che


zione della loro madre, senza

la

le

priverebbe della prote-

sicurezza di poterle garan-

un conquistatore, o dagl intrighi


d un cittadino prepotente, o da pericoli dellanarchia. Non
stato leccesso della ricchezza e della prosperit che ha
tire,

dall

ambizione

fatto ribellare le colonie anglicane,


l

oppressione che

le

ma

stato

1'

eccesso del-

ha indotte a rivolgere contro

la

loro

ma-

dre quelle armi che esse avevano tante volte impugnate per
difenderla.

Quest esempio non baster forse per disingannare


tri

governi dEuropa? Perch, invece di guardare

la

gli al-

rivolu-

I A. Gellio {Noci. Atlic., Lib. VI


cap. 13) ci dice che sotto l Imperatore
Adriano le citta di Utica in Affrica e d' Italica e di Cadice in Spagna , che godevano de* privilegi di citt municipali, cercarono allImperatore, ed ottennero il
titolo di colonie. Il loro esempio venne hen presto seguito da altre citt municipali. Questo ci sembrer altrettanto pi strano, quando si rifletter, che le prerogative della cittadinansa romana, accordate agli abitanti delle citt municipali
,

non erano pi estese di quelle accordate a cittadini delle colonie. Questi non
avevano il diritto del suffragio, accordato a primi, ni avevano quello di potere
ambire ad esercitare le dignit della Repubblica, come lha dimostrato Sigomo,

(De Antiq Iure ha!., Lib.


rit e lo

II,

cap. 3). Bisogna

dunque supporre, che

la

prospe-

splendore di queste colonie fosse cosi desiderabile, che meritasse un sa-

crificio tanto significante.

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LIBRO SECONDO.

come un semplice

zione dellAmerica
inglese,

non

vi

veggono piuttosto

essi

301
gastigo

dell orgoglio

una lezione

terribile

data a tutte le potenze che si dividono le spoglie di questo


vasto continente? Aspetteranno essi che una causa comune

renda universale questa

catastrofe che separer per

fatale

sempre un mondo dallaltro? La mina preparata. Una


scintilla bastata

per accenderla nell'America anglicana .

Non
di

ci vorr
pi di questo per farla scoppiare nel resto
questo vasto continente. Lepoca di questavvenimento

incerta,

ma

inevitabile,

erroneo, se non

non

se

riforma questo sistema

si

aboliscono queste leggi, colle quali

si

rige, o per meglio

dire,

si

distrugge

il

commercio

si

di-

delle na-

europee colle loro respettive colonie. La prosperit, cosi

zioni

come del nuovo emisfero, ricerca, come si dimostrato, questa giusta e salutare riforma, e la ribellione

dellantico

delle colonie anglicano

mostra a

tutti

principi

il

pericolo che

loro sovrasta, se non lacrelerano. Or se dallo scandalo docombattimenti noi potessimo lusingarci di vedere uscire un si-

stema

di

riforma cosi salutare; se quell istessa causa che

ha ispirata

la

discordia ed ha accesa oggi la guerra tra glin-

glesi e le loro colonie,

rompesse le catene che opprimono il


commercio del resto dell America, la filosofia sensibile, piangendo sull asprezza del rimedio si consolerebbe almeno coll enumerazione de mali che ha estirpati.
,

CAPO

XXIII.

Ultimo ostacolo del commercio:

la

malafede de negozianti,

frequenza de fallimenti.

Se

la

medesime; se

loro

l anima del commercio,


se senza di
compongono il suo edificio, crollano da
una seconda specie di moneta,

confidenza

essa tutte le parti che


il

credito

senza della quale ogni circolazione sarebbe interrotta, ogni

commercio racchiuso

tra gli stretti

numerario; se questo credito


sterdam quindici milioni di
1

fa

confini della

circolare nella

fiorini

somma

per giorno; se

Si sa che un impoaieione sul t c stata questa scintilla.

Filnngeri.

I.

del

banca dAm-

26

istessa

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

302
causa

che in questa piazza

fa

fanno un tra dico

si

trovino de negozianti che

elementi

sono

lo

anno; se il crecommercio, come gli


non si pu

di sessanta milioni in ogni

dito, in una parola, cosi necessario al

sussistenza

alla

degli animali;

dubitare che tutto quello che contribuisce ad indebolirlo, dev esser considerato

come un

ostacolo al commercio.
-

Or

non vede come

chi

frequenza de fallimenti in una

la

nazione debba produrre quest clTetto? Qual creditosi pu

avere per coloro che commerciano


quale

in

gliorare la fortuna del negoziante; nella

non

una nazione, nella

fallimento entra nell' assortimento de mezzi da mi-

il

che dopo

ricco,

il

qualcun merendante

terzo fallimento, e nella quale

strada pi breve che lo conduce allopulenza,


fallito?

Or

chi

che nazioni,

lo

crederebbe

in tutto

il

la

dichiararsi

Se se n eccettuano alcune po-

resto dell

Europa, questa bizzarra e

funesta speculazione pare non essere interdetta al negoziante.

Ma

fallimenti

quanto

non sono

un secolo nel quale

in

tutti gli occhi de

cosi felici,

governi sono

commercio.

rivolti al

Qual prova pi autentica

gelazione? Le nostre

ma P

menti,

frequenti

stati cosi

dell infanzia della

leggi stabiliscono

presente

una pena per

le

falli-

impunit, conseguenza necessaria della poca

opportunit della legge, rende inutile

il

loro rigore.

Vediamo

dunque, e quel che inutilmente si fatto, e quel che si dovrebbe fare per torre al commercio un ostacolo, del quale la

morale e la politica, il decoro de costumi c P interesse pubegualmente si risentono, ma che malgrado tutto que-

blico
sto

ha

funestamente

distese

le

sue

radici in

quasi tutta

P Europa.

CAPO XXIV.
Incocrenza ed inefficacia della presente legislazione
riguardo a questo oggetto.

I diritti

mercio,
ropa.

ci

Le

sacri dell

umanit, uniti

a veri interessi del

autorizzano ad attaccar qui

leggi che riguardano

la

com-

legislazione dell

fallimenti,

non fanno

Eu-

sicura-

LICUO SECONDO.

mcn!e

la gloria de nostri codici

303

n de' legislatori

clic le

hanno

emanate. Esse partecipano de caratteri pi opposti tra loro;

tempo istesso troppo severe e troppo indulgencondannano l'innocenza, nel mentre che offrono un

esse sono nel


ti;

esse

coloro che sono effettivamente

adito per limpunit a

rei:

vediamolo.

due

sono

Ci

volontari!

gli effetti

fraudolenti,

Ne primi

1*

specie

diverse

parte de suoi beni

sopravvenuta

involontari

forzosi.

non sono che una

Una

insolvibilit necessaria.

sono

Altri

debito non che apparente, e

suoi creditori,

negoziante,

al

fallimenti.

resto vien traviato o nascosto. Al con-

il

trario, ne secondi

sono

altri

del

insolvibilit

che egli cede

di

perdita d una

la

disgrazia

nave,

fal-

il

limento d un suo corrispondente cc., lobbligano a dichiarare asuoi creditori

sua insolvibilit,

la

e lavanzo

egli loro

II

de suoi fondi che


una porzione del sue debito.

mento volontario,

un furto

di

determinarne
che

allinfelice

che

la soffre,

pubblico,

al

la

furto al-

ebe

potere di colui

secondo un

lo

fa

flagello del cie-

lascia altro sollievo

coscienza e

per altro non

quale

la

in

il

non preveduta che non

lo, una disgrazia

sua innocenza

ma

valore;

il

fatto

quanto

trettanto pi funesto,

suo fallimento,

il

offre in compenso
primo dunque un falli-

lo

sicurezza della

la

garantisce dal di-

sprezzo del pubblico, dalla perdita dellonore, e, quel che


pi strano
l

dall ingiusto

istessa legge

il

ma

carcere perpetuo;

uomo che non ha

alla

io

morte

fallito

il

motivo privarlo anche


ha

contro

la

fati

domando: pu essa punire un


Quando la sorte lo

tignala

le

lordine

turbar

Quitta
al

c la

di

edificii

innalzare per assicurare


i

la legge

delitti,

che
il

la

senza

ha

la-

potest

le-

quello che questa

personale? Questi

violenza, contro

che malgrado

clic

lasciato d esser giusto?

scialo, della libert

gislativa

fraudolento

buona fede

al fallito di

ha privato di tutto quel che possedeva, pu


altro

vero che

rigore della legge.

che condanna

e volontario, non d altra pena

gli

riposo pubblico

contro tutti

gli

eccessi,

penose cure de legislatori non lasciano di


della

pena

societ;

questi

edificii,

lesistenza

he dalla maggior parte delle uatioui europee

ti

at-

fallimento fraudolento.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

301

quantunque

de quali umilia lumanit,

fatti

per

la

sua conser-

vazione, potranno forse qualche volta essere anche impiegati

per distruggerla?

11

carcere pu mai divenire

albergo del-

innocenza? La legge pu forse a questo segno moltiplicare

un infelice? Qual causa potr mai legittimare un


commette contro la libert civile, sotto
ombra dell interesse pubblico? Qual interesse pi grande,
pi comune che la libert del cittadino sia al coperto? Senza
di questa non vi n commercio, n societ. Ma lasciamo di
i

disastri d

attentato che essa


1'

declamare e contentiamoci di piangere sulla imbecillit degli


uomini nel vedere un errore cos manifesto adottato in tutta
lEuropa, e nel vedere il silenzio della morale su la pi
stranezza della moderna giurisprudenza. Vediamo

irritante

ora come

nell

esecuzione

la

legge istessa offre al vero reo

limpunit; vediamo comessa deposita

la

vendetta pubblica

mani private: vediamo come essa


d agl interessati un diritto che la facolt stessa suprema non
ha, di assolvere un reo e di punire un innocente; vediamo
finalmente come subito che gl interessati firmano un cond

un

delitto pubblico nelle

tratto col negoziante fallito,

ancorch

sia volontario e fraudolento, la legge

si

il

fallimento di questo

dimentica allora della

sua severit, del delitto del reo e dell'abuso che questi ha


fatto della confidenza pubblica.

Appena

il

fallimento dichiarato, la legge permette

ai

due

terzi, o ai tre quarti de creditori di unirsi e di decidere della

Se costoro stipulalo un accomodamento col


negoziante, se essi si contentano di rinunciare ad una porsorte del fallito.

zione del loro credito, ancorch

fraudolento,

tutto terminato.

il

fallimento sia volontario e

La porzione

de suoi fondi,

che questi ha nascosto, o per meglio dire che ha rubata asuoi


corrispondenti, resta salva per lui: egli ricomincia un nuovo

negoziato con un capitale che ha loro rapito, e se

seconda

la

sua frode, egli

si

la

fortuna

arricchisce col soccorso del suo

fallimento.

Se

al

contrario

il

fallimento, ancorch di

buona fede,

ancorch per disgrazia, non lascia al negoziante onesto di che


conchiudere un accomodamento co suoi creditori; se qualche
privato interesse o il capriccio ispirano a costoro di rovi-

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LIBRO SECONDO.

303

nare questinfelice e onorato cittadino,

la

duto un dritto che non aveva, legittima

permette loro

di ritenere

in

che non ha commesso alcun

legge, che ha ce-

crudelt, e

la loro

un carcere perpetuo un uomo

delitto.

L interesse solo de creditori , o il loro capriccio, pu dunque togliere ad un fallito onesto uomo quella libert che non
si pu perdere dal cittadino senza un delitto, e pu mettere
la mala fede, la frode ed il furto al coperio dogni inquisi-

zione e dogni gastigo.

A
litti

che giova dunque che

legge metta nel rango de de-

la

fallimento fraudolento? a che giova la pena di morte

il

minacciata contro un delitto che offende

quando

giudizio de creditori

il

Quando

giustizia?
tro

si

il

suo rigore,

la

fa

la

pubblica fede,

ordinariamente tacere

legge in vece dinnalzare

un

asilo

umilia innanzi

al

la

con-

che geme

in favore dell insolvibilit onesta

cospetto de suoi barbari creditori, non

fa altro che aprire una strada sicura allimpunit per la frode


avveduta, orgogliosa ed ardita che lelude; quando finalmente
la

sua apparente moderazione non utile che pel

dolento che ha nascosto

il

fallito frau-

suo danaro per ricavare miglior

partito dallo spavento de' suoi creditori?

Non

ci

giorno che non

senta un fallimento nellEu-

si

ropa. Questi sono per lo pi fraudolenti.

Ma non

ancora inteso un negoziante afforcato per questo


meraviglia che

si

forse

delitto.

Qual

Non

ci sa-

fallimenti siano cosi frequenti?

rebbe forse bisogno di tutta questa pena per estirpare questo


vizio, se

la

legge istessa

non assicurasse limpunit

al delin-

quente, e se cercasse di prevenirlo.

Vediamo dunque quello che

si

dovrebbe

fare.

CAPO XXV.
Efficaci

Se

la

rimedi contro questo disordine

lenti.

il gran veicolo de delitti,


dovrebbe estirpare dal cuore

speranza dellimpunit

questa sarebbe

la

prima che

si

de negozianti per diminuire la

Per ottener questo

fine

somma

de fallimenti fraudo-

bisognerebbe trre aglinleres20 *

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LA SCIENZA DEI LA LEGISLAZIONE.

306
sati

di decidere della sorte del fallito. Questi

diritto

il

dorrebbero ingerirsi

in altro, che nell invigilare su

non

mezzi

dessere indennizzati della maggiore possibile porzione de loro


crediti.

dovrebbe

resto

Il

Subito dunque che

farsi da giudici.

il

negoziante

si

dichiara fallito,

go-

il

verno dovrebbe assicurarsi della sua persona. Quindi con un


rigoroso esame su bilanci del negoziante, su la condotta da
i

tenuta ec.,

lui

giudici

dovrebbero determinare

fallimento. Trovandosi di buona fede,

il

natura del

la

negoziante dovrebbe

essere messo in libert, e basterebbe obbligarlo a dare


creditori lavanzo de suoi fondi in

Bisognerebbe lasciare a quest


fortuna

e palesare al pubblico

compenso

la

suoi

de suoi debiti.

ad ogni

infelice la strada aperta

sua buona fede e la sua

in-

nocenza.

Ma

trovandosi fraudolento

il

fallimento,

il

delinquente in

qualunque caso non dovrebbe scampare il giusto rigore della


legge. Una pena d infamia sarebbe la pi opportuna per que-

Un

sto delitto.

fronte

da

tutti

dovrebbe imprimere nella sua

ferro rovente

caratteri che lo esprimono. Privo della confidenza

pubblica

dovrebbe essere escluso da

egli

tutte quelle cariche,

quei mestieri che ricercano lonoratezza in coloro che

gli esercitano.

Come infame,

ogni atto, ogni obbligazione da

firmata, si dovrebbe avere come nulla e come illegittima.


Ancorch una fortuna non meritata Io mettesse in istato di
lui

soddisfare
la

suoi creditori in tutta la

somma

de' loro crediti,

sua infamia non dovrebbe per questo finire, non altrimenti

che

la

restituzione

non

Questa pena finalmente

libera
si

il

ladro dalla pena del furto.

dovrebbe eseguire con

apparecchi che rendono pi terribile

gnoso

il

la giustizia

tutti

quegli

e pi vergo-

delitto.

Ecco come andrebbe punito il fallimento fraudolento. Esaminiamo ora, come la legge potrebbe prevenirlo.
Il

lusso, forse desiderabile in alcune classi de cittadini

duno Stato,
causa

la

ma

perniciosissimo in quella de negozianti, la

pi frequente de fallimenti.

La mania

nobile co' diplomi del fasto e della profusione


a

fa

gno considerevole

fatto col

comparir

di

disprezzare

negozianti una frugalit onorevole e necessaria.

Un

guada-

soccorso d'un negoziato felice.

Digitized

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Gooqle

unno secondo.

307

non destinato a produrne un altro, n serbato per compensare una perdita che potrebbe sopravvenire da un secondo
negoziato. Tutto simpiega alla creazione dun treno fastoso,
col soccorso del quale l imbecille negoziante va accattando un
eccellenza derisa da coloro istessi che gliela vendono. Che ne
avviene da questo? Il primo negoziato infelice cagiona il fallimento del

negoziante.

compensarlo,

formare

Privo degli avanzi necessarii per

egli ricorre agl'intrighi. Egli

non ardisce

suo trattamento per non palesare

il

il

di ri-

suo disordine.

un sospetto
suo fallimento, fallimento che non po-

Egli anzi spende qualche volta di pi per evitare

che accelererebbe

il

tendo pi evitare, cerca soltanto di ritardare col soccorso di

nuove

nuovi

frodi e di

furti.

Queste non sono speculazioni metafisiche, n vani sogni


di politica
stri

occhi

famiglie,

sono

fatti

che avvengono di continuo sotto

no-

che in ogni giorno sono sacrificate sullaltare del

Un corpo

lusso alla mala fede, ed alle frodi de negozianti.

dunque

e che infelicemente cagionano la rovina di tante

di

suntuarie sarebbe necessario per

leggi

de mercadanti

la

classo

1
.

La pena che si dovrebbe minacciare per farle eseguire,


non dovrebbe riguardare linfrazione, ma gli effetti dellinfrazione. Io mi spiego. Se il trattamento d un negoziante oltrepassasse

che dovreb-

limiti prescritti dalla legge, limiti

bero proporzionarsi

al

fondo che

il

negoziante mette

ma

mercio, non dovrebbe per questo esser punito,


che

egli venisse a

fallire,

sima del suo fallimento,


che
lui

egli

qualunque
il

giudice

sia stata

pi di quello che

la

io

il

negoziante ha speso

legge ha prescritto, questo potrebbe ba-

per condannarlo alla pena che

maniero
1

si

il

suo fallimen-

assegnata a questo

Questo stabilimento, oltracch frenerebbe in qualche


il

lusso

Quantunque

io

de negozianti, recherebbe

mi dichiarer

anche un altro

in appresso contro le leggi suntuarie in ge-

debbo confessarne i vantaggi per questa


zione ebe non distrugge la regola.

nerale,

com-

raccogliendo da bilanci

dico, che

stare per dichiarare volontario e fraudolento


to, e

in

nel caso

causa pros-

verrebbe ad esibire, o dallesame della condotta da

tenuta, raccogliendo,

delitto.

la

classe di cittadini.

Ecco un ecce-

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

308

vantaggio non indifferente. Siccome non gioverebbe pi allora


al

fallito

lalterare larticolo delle spese,

bilancio

il

lasce-

di essere uno de segreti dellarte di fallire con profitto.


non troverebbe pi nel dettaglio alterato delle sue spese
serbatoio dose nascondere una porzione di quella somma

rebbe
Egli
il

che vuol rubare

a suoi creditori.

Laltro segreto dellarte di

grandimento

fittizio delle doti. Io

a legislatori tutti questi arcani della

Un
d'

con profitto l inun dovere di svelare

fallire

mi

fo

frode c dellinganno.

negoziante che prende moglie,

una carta

fittizia

finge

col

di quella che in fatti ha ricevuta. Questo fa che nel

nel quale

il

fallimento

de migliori effetti

soccorso

daver ricevuta una dote molto maggiore


dichiara, la moglie simpadronisce

si

per indennizzarsi della

nel contratto, ed intanto

momento

somma

enunciata

creditori che la legge pospone alla

moglie, veggono restare nella famiglia del debitore


sostanze, senza potere reclamare contro
sotto la

un

loro

le

furto che

fa

si

protezione della legge.

Per prevenire questo disordine, per torre questo incentivo a fallimenti, il legislatore dovrebbe prescrivere che la
dote non potesse esser messa in commercio senza il consenso
della moglie, la quale potrebbe cercarne lassegnazione su

fondi stabili,

come

si fa

nelle altre classi de cittadini, e che

non cercando questassegnazione, e contentandosi che la sua


dote sia posta in commercio, essa debba soggiacere alle disgrazie che sono unite alla negoziazione, e per conseguenza,
in caso di fallimento

rimanga priva del

Lultimo segreto finalmente


tanti progressi nellEuropa,

sono

di
le

diritto di ripeterla.

questarte che ha
polizze simulate.

goziante che vuol fallire, ha quasi sempre

davere una persona che


tore

di

concerto con

duna somma considerabile,

gistrata ne suoi libri, e per

la

quale

lui

Un

fatti

ne-

avvedutezza

divenga credi-

somma

stata re-

conseguenza ricevuta senza con-

tradizione nel suo bilancio. Questo credito ipotetico falche nel

momento nel quale si dichiara il fallimento, il fallito sotto il


nome di questa persona che si finge suo creditore, vede rientrare
nella sua borsa una porzione di quella

somma

che dovrebbe

essere interamente data in sconto a suoi veri creditori.

LIBRO SECONDO.

30U

Se, per esempio, questo credito finto di centomila scudi,

e se

fallito

il

accorda

terzo a tutti

il

suoi creditori,

il

fallito

sicuro di riavere trentatre mila scudi di sua porzione. Quale

sprone a fallire? Per chiudere quest ultima strada

mala fede,

zianti di

la

a'

nego-

legge dovrebbe prescrivere, che qua-

lunque persona sarebbe convinta daver prestato

il

suo

nome

ad un negoziante prima di fallire per contestare un debito


che non esiste, sarebbe considerato come complice del fallimento, e per conseguenza condannato allistessa (iena: dovrebbe nel tempo istesso ordinare a giudici dinformarsi minutamente della condizione decreditori, per assicurarsi de veri
e di quelli che potrebbero non esser che ideali e finti.
Questi sono gli argini che una buona legislazione potrebbe
opporre al torrente de fallimenti torrente che di continuo
inonda lEuropa, e che lascia spesso per dove passa alcune
lagune pestifere che distruggono il commercio e l industria,
questo fuoco sacro, che sacerdoti della patria e del bene pubblico dovrebbero tener sempre acceso, come quello che forma
,

la felicit

e la vita delle nazioni.

CAPO
Degli urti che

si

XXVI.

potrebbero dare

al

commercio dopo esserne

tolti gli ostacoli.

oppongono al commercio;
dovrebbero dare? Siccome la maggior parie di questi debbono esser piuttosto
lopera dell amministrazione che delle leggi, io non far altro che accennarli, per non distogliermi molto dal mio unico
Questi sono

ma

gli ostacoli

che

si

che diremo noi degli urti che

gli si

oggetto.

Se
no,

le

il commercio interno la porta del commercio esterprime cure dei governo debbono esser rivolte nellin-

terno dello Stato. La costruzione delle strade e de canali di


comunicazione facilitando il trasporto de prodotti delle vario

provincie duno Stato, accelerando

tando
dare

la

al

comunicazione, sono

commercio ed

all

il

il

traffico interno e facili-

pi grande urto che

si

possa

industria. Avvicinate gii uomini e

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

310
voi

li

renderete industriosi ed attivi: separateli, e voi

li

ron-

derete tanti selvaggi incapaci davere lidea istessa della loro


perfettibilit.

La mia

patria sta aspettando con impazienza

questo benetcio che essa deve

con tanto

10 consiglia

due Calabrie e de"a

suo re ed

al

Lg

zelo.

al

frutti di

ministro che

costruzione delle, strado delle

che

Sicilia, di queste Indie dellItalia

lIndia dellEuropa,

versando

provinole ne due mari che

ricchezze delle pi ridenti

le

bagnano, e
tesori de due
mari nelle pi belle provinole, faranno la ricchezza di tutto

11

regno e

la gloria

le

del governo. Faccia Iddio che un intra-

presa cosi utile non venga frastornata dagl interessi e dalle

mire privale, e che

il

bene pubblico

lintrigo e la frode.

commercio,

il

trionfi

una

volta sopra

Laltro urto che

amministrazione dovrebbe dare al

buon regolamento

della moneta.

Quanto que-

sto interessantissimo oggetto stato trascuralo da governi,

altrettanto ha richiamato le meditazioni degli scrittori econo-

mici del secolo.

cieco pedantismo di venerare gli errori stessi dell anti-

11

ha fatto alle volte credere a governi che il valore delle


monete poteva essere arbitraria, poteva dipendere soltanto
dalla pubblica autorit. Questa massima erronea, adottata da
chit,

Aristotile

'

degli Stoici,

e da romani
5

giureconsulti

ha cagionata tante volte

ci di molte nazioiv

istruiti

la

dEuropa. Se essa

nella scuola

rovina del commer-

antichi popoli, essa stata pur troppo funesta a moderni.

non han badato

nostri legislatori

Leg'e comistrrc, e

sum vim

ceps, ipsa Respublica, ipsa lex

* tium

et

minimum

valorem certuni accipit.

alla diversit de

retinere,

non natura, si quidem

tempi e

ipsc Prin-

constituit, quasi a vojuca, a

Ajist. Ethic.,

'

fu indifferente per gli

qua pre-

Lib. V, cap. 5.

Electa materia est, dice Paolo, cujus publira ac perpetua jrstimatio

difficullalilms

permutatioDum qualitate

quantitalis subveniret

eaque mate*

forma puhlica percossa, usimi dominiumque non tam ex substantia prrebet,


ex quantitate. Lcg. i.D. de contrabend. empt Si osservi che per

ria

quam

quantit

s*

intendeva

il

valore legale

dnciione moneta:

non

De cere gravi
ad justum preiium. Si

rarsene leggansi Perizonio

1*

intrinseco del metallo Per assicu-

ed Eineccio nella dissertazione


osservi anche che

denza corresse questerrore della antica. Lib. 1. C. De

vet.

la

De

re -

media giurispru-

numisntat. poicst.

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k.1

LIBRO SECONDO.

311

alla differenza infinita delle circostanze, derivata dalla diversit degl interessi.

puramente

non

Essi

si

sono avveduti che un valore

monete

legale dato da Licurgo alle sue

ferro,

di

era opportuno aglinteressi diSparta, listituzione della quale

commercio. Essi non 'si sono avveduti che


la romana zecca, dando ad alcune monete di rame e di ferro,
fasciate di sottil foglia doro o dargento, il valore dedue pre-

era di abborrire

il

metalli, de quali non ne avevano che la sola superfiche Livio Druso nel suo tribunato, mescolando nella
moneta dargento unottava parte di rame, e che Antonio nel
suo Triumvirato mescolandovenc altrettanta di ferro, 2 non ebziosi

cie;

bero
era

di facilitare il commercio interno, che


Romani conoscevano in quel tempo. La roal commercio
non era valutata in Roma, perch Roma non voleva

altr

il

oggetto che

solo che

vina che questo sistema avrebbe potuto cagionare


esterno,
in

que tempi commerciare cogli stranieri. Essa non conosceva

che

suoi cittadini,

unico oggetto,

suoi confederati,

di

figli

Il
i

La moderna

siderare con

il

zioni, c se la

moneta n

permute che

delle

che era

Roma

ed

fanno tra

in

le

no-

non pu sicuramente conil commercio esterno.


Se

principale sostegno della prosperit delle na-

questo oggi

mento

politica

indifferenza

istessa

suo

limiti

della patria

mezzi violenti della guerra. Ma non sono questi

co soli

in

estendere

di

arricchire la patria e

stri interessi.

ciet,

uoi sudditi.

suo unico interesse era

il

impero e

del suo

il

il

si

mezzo; se essa non solo


fanno

tra

membri

listru-

dell istessa so-

solo uso al quale era destin ta in que tempi

Sparta;

ma

iistrument.o delle permute che

si

diverse nazioni, che non tutte dipendono dalla

medesima

autorit; supposto questo, chi

lore delle

monete non pu pi oggi essere arbitrario, e che

questo deve dipendere non solo

non vede che

dall autorit

sogna dunque fare ci che infelicemente non


bisogna

guardo

abbandonare interamente
alla

che

ma
Bi-

idee degli antichi

ri-

alcuni anni a questa parte sono coni-

Leggasi Xijthylin. Tn vita Caracolla.


Salina*.

conia,

le

fatto sempre,

monetazione, bisogna seguire quelle de moderni.

Gli scritti luminosi

le

si

va-

composte?

che

dal valore intrinseco de metalli de quali sono

il

De

usnr.j

caj>.

li c 16.

,,

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

312

parsi su questa teoria,

impossibilit di svilupparla con quella

brevit, colla quale ho promesso di trattare tutti questi og-

che riguardano pi

getti

amministrazione che

ne, mi obbligano a tacermi, ed a dirigere

la legislazio-

lettore alle

il

mani

maestre che lhanno maneggiata. Io non debbo uscire dallItalia

per trovarle.

Il

conte Carli,

il

celebre marchese Beccaria

e labate Galliani, questo genio sublime, al (piale


cittadino debbo tutta

uomini, oltre alcuni


tezza, con tanta

come buon

gratitudine per lonore, che co suoi

la

mia patria; questi

talenti e co scritti ha recato alla

altri Italiani illustri,

profondit e con

tanto

tre grandi

hanno con tanta esatmetodo maneggiata

questa materia, che sarebbe da desiderarsi, che pel vantaggio


universale del commercio, tutti

governi attignessero da queste

fonti le istruzioni necessarie pel

nete.' Fidato

sguardo

alle

dunque
truppe

di

governo deve prestare


Il

mare. Questo
al

commercio

mare, questa strada per

passare

le

buon regolamento

delle

mo-

sul merito delle loro opere, io rivolgo lo

la

sue mercanzie, lartiere

il

gran soccorso che

il

esterno.

quale
l

il

negoziante

fa

opere delle sue mani,

* L'istesso motivo che mi


fa scorrere rapitamente sopra questi oggetti
minduce ad accennare appena in questa nota vantaggi rhe recherebbe al commercio interno duno Stato P uniformit de* pesi e delle misure. Gli antichi
meno commercianti di noi non avevano trascurato questo oggetto. La greca e
la romaua polizia non soffr che fra i cittadini d'un istesso paese vi fossero diversi pesi , diverse misure. Carlo Magno oon per altr* oggetto introdusse nel suo
vasto imperio P uso de* pesi e delle misure romaue. E noi che non parliamo
non pensiamo ad altro che a' vantaggi del commercio, abbiamo trascurata questa
i

uniformit.

Niente di pi
sura invariabile
far altro

facile

he di stabilirla, d* introdurla. Per rendere questa mi-

facile a veriGcarsi e a ritrovarsi in tuli*

che regolarla sopra

la

tempi, non

si

dovrebbe

lunghetta duo pendolo semplice, che battesse

secondi sopra un parallelo determinalo del globo. Con questo metto

potrebbe rendere universale per

tult'

paesi dell 'universo.

seguirebbe subito quella delle misure, dalle quali dipende. Le

la

misura

si

La riforma de* pesi


tariffe di

riduzione,

esatte e chiare, toglierebbero subito l'intrigo per la riduzione de pretti e delle

imposizioni.
In Inghilterra, appena che il celebre Huygens applic il pendolo agli orola Societ reale di Londra propose d'impiegare questa misura universale.
agli occhi di M. Monlon, astronomo di Lione, di
M. Bouger e di M. de la Condamine. Leggansi le loro opere, e leggasi la Memoria
di M. Beniainiuo Corrard, che uuita a quella di M. Bertrand sulle leggi agialogi,

Quest'oggetto non isfugg

tie ec.

unno secondo.
lagricoltore
ritorio

comune,

diritti,

ma

che

quale tutte

sul

loro privato patrimonio;

il

mente, questo campo


si

le

il

preponderanza delle forze dalcuni popoli

la

cerca di renderlo

mata

313

mare, questo ternazioni hanno eguali

prodotti del suo terreno;

disputano

ove

di battaglia,

benefirj del

le

mare finalmano ar-

il

nazioni a

commercio

e della naviga-

zione, vuol esser difeso; e ciaschedun paese che ha

fortuna

la

deve o rinunciare

dalle sue acque,

d'esser bagnato

suo

al

commercio, o tenere su questo elemento alcune forze capaci


a mantenere la polizia e la libert generale, sola ed unica
legge che una nazione deve dare al di fuori. Che si perdoni
ad uno scrittore amico della pace dindurre oggi

armarsi
al

di vascelli.

Non

alla

vedere

stabilito sull

serva oggi

Se

la

lavarizia

impero

le

nazioni ad

ma

guerra, non alla discordia,

riposo della terra sono diretti


del

suoi voti. Egli vorrebbe

mare

quellequilibrio che con-

sicurezza del continente.

la

Francia non avesse trascurato quest oggetto so


dun ministero, le profusioni dun altro, lindo;

lenza di molti; se le false mire,

una catena

ghi della corte,

piccioli interessi, glintri-

di vizj e di errori,

una quantit

prodigiosa di cause oscure e dispregevoli non avessero impedito alla sua

marina

di

prendere per

lo

passato alcuna consi-

stenza; se, invece di profondere tante ricchezze e tanti uo-

mini per dividere con due altre grandi potenze la vergopa


non potere opprimere un Elettore di Brandeburgo, il governo francese avesse diretti tutti suoi sforzi dalla parte del

di

mare, se lo splendore momentaneo che acquist la sua marina


sotto il governo di Luigi XIV si fosse alimentato c sostenuto
col sacrificio di tutto o duna porzione almeno del suo mercenario esercito; se tutto quello che si doveva fare dalla Francia, si fosse fatto, il suo commercio, come si detto altrove,
avrebbe fatti pi gran progressi sotto gli auspicj del suo padiglione reso pi rispettabile, e non sarebbe stato esposto
i

a colpi fatali

che

cati, mediante

la

gran Brettagna

gli

ha tante volte scari-

favori delle sue forze di mare. Della

maniera

istessa, se le altre nazioni bagnale dal mediterraneo avessero

conosciuta limportanza d una forza di mare,

insultante de pirati barbareschi non molesterebbe


Filangeri.

I.

padiglione

il
il

loro

com-

27

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311

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

mercio, n esporrebbe a tanti pericoli lindustria de loro


tadini.

cit-

Ma si pu forse sperare questo accrescimento di forze di


mare senza la diminuzione di quelle di terra? La miseria dei
non d

popoli, lo stato presente delle finanze

partito che di scegliere o le une o le altre. Se

opprime
il

molto superiore

peso? Finch dunque

alle loro forze,

governi altro

il

giogo che

li

come aggravarne

sistema militare presente non sar

il

progettare un accrescimento di forze


il
Le spese che richiede il mantenimento d una

riformato, inutile
marittime.

truppa

mercenarj sempre permanente, non compatibile

di

mantenimento duna flotta alta a garantire le spiagge


duna nazione, ed a far rispettare il suo nome da pertutto
dove ci mare. Io ho troppo dimostrata la inutilit e glinconvenienti della perpetuit delle truppe di terra, ma chi pu
col

descrivere

vantaggi di quelle

Non volendo

considerare

di

mare?

la

cosa

che dal solo aspetto

della forza, questo solo basterebbe per far cadere la scelta


f

sulle seconde. Popoli, sopra questelemento solo le vostre forze

possono esser trasportate lontano da voi senza rischiare

di

distruggersi. Se le vostre truppe di terra vogliono fare un in-

vasione ne paesi stranieri, tutto


fiumi,

difficolt delle strade,

la

munizioni,

le
il

trattiene.

Le montagne,

difetto de viveri o delle

intemperie del clima, tutto sconcerta

vostri

mare al contrario,
cammina colle vostre

progetti e moltiplica glinconvenienti. Sul


labitazione, lartiglieria,

viveri, tutto

truppe sopra un suolo unito. Pi:

mente

migliori soldati del

continuo

pericoli della

marinari sono natural-

mondo. Avvezzi

a disprezzare di

morte, induriti pel loro mestiere

fatica e all ingiuria delle stagioni, essi

temono meno

alla

laspetto

succumbono cosi facilmente alle fatiche ed


aglincomodi della guerra. La pace, non dispensandoli dal
navigare, non ammolisce questi eroi nellozio delle guarnigioni. La loro sussistenza non di peso al pubblico, perch
dellinimico e non

che

Pare che oggi queste verit

essi si

si

comincino

conoscere da* governi. Pare

siano finalmente determinali a spendere sul mare que* tesori, che

sin ora cosi

inutilmente profusi sulla terra. La mia patria

sperimentarne

vantaggi.

non

sar

hanno

ultima

315

SECONDO.

Licito

compensata dabeneficj del commercio che garantiscono e promuovono. Finalmente essendo potenti nel mare, voi sarete
rispettati da per tutto, ma essendo nella terra, voi non imporrete ordinariamente che

vostri vicini.

a'

Le strade dunque, canali di comunicazione, il buon regolamento delle monete, una forza sufficiente sul mare, sono
gli urti che ciaschedun governo dovrebbe dare al commercio.
i

Egli non ha bisogno daltri soccorsi. Sappartiene allinteresse

privato

che

lo

il

compir l'opera. Questa una forza sempre viva


di continuo, sempre che le cause esterne non

spinge

limpediscono dagire. Fra queste, come


sistema presente de dazi

la

si

dimostrato,

pi forte. Osserviamo

il

dunque

da vicino questo colosso mostruoso, che opprime nel tempo


istesso col suo peso lagricoltura, le arti e

vediamo, se senza impicciolirlo,

meno

porzionato e

pesante

si

commercio, o

potrebbe rendere pi pro-

popoli, sulla testa de quali b

poggiato. Questo uno de pi interessanti oggetti di questo


libro.

CAPO

XXVII.

De dazi in generale.

Dovunque

ci

societ, ci deve essere

governi nell interno e che

la

difenda

un corpo che

la

Questa dop-

al di fuori.

debbono esser pagate dalla somembri dunque che la compongono,

pia cura esige delle spese che


ciet che

debbono

ne

profitta.

sacrificare

una porzione della loro propriet per

la

vero che ci sono state alcune natempi ne quali il governo ripeteva altronde la

conservazione dellaltra.
zioni e alcuni

sua sussistenza. Una porzione del territorio della nazione era


assegnata alle spese comuni del corpo politico.

Ma

questo

si-

stema non poteva reggere.


Il

veva

governo non potendo invigilare sopra


affidarli

tra le

mani

sta

suoi fondi, do-

degli amministratori,

trascuravano, o se ne appropriavano
e la popolazione

le rendite.

quali o

li

Lagricoltura

dovevano essere egualmente molestate da que-

riunione di molti fondi nelle istesse mani.

sacri drilli

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

31(3

della propriet istessa

dovevano

Siccome

risentirsene.

le con-

fiscazioni sarebbero allora siate l'unico istromento per ingran-

dir l'erario del fisco; questa pena che punisce linnocente in-

sieme

che punisce

col reo,

in tutta la

sua posterit

dun solo uomo, questa pena contraria

delitti

natura ed alla

alla

che non

giustizia, sarebbe divenuta pi frequente

era sotto

lo

Tiberio e de tiranni di Roma. Finalmente il


il governo di
male irreparabile era nellestensione di questo territorio. 0 il
dominio del re era troppo grande in tempo di pace, o era
insufficiente, durante la guerra. Nelluno e nellaltro caso,

repubblica era oppressa. Nel primo lo era dal

la libert della

capo della nazione, nel secondo dagli stranieri. Questi disordini obbligarono
tadini.

Ed

governi a ricorrere

alle contribuzioni de cit-

ecco lorigine semplicissima e

Vediamo ora

la

L'agricoltore chp conduce un aratro, e

mura

le

mune

buon ordine

nella

sicurezza

questo interesse non eguale. Siccome


glie

il

primo dalla

raccoglie

societ

secondo;

il

il

il

feudatario che

hanno un interesse

del suo palazzo,

vegeta tra
nel

diritto de dazi.

regola della ripartizione.

il

co-

ma

dello Stato;

beneficio che racco-

molto minore di quello che ne

prezzo col quale egli compra questo

beneficio deve essere anche minore.

Le

facolt

dunque

schedun cittadino debbono decidere della parte che

di cia-

egli

deve

avere nella contribuzione pubblica, e questa deve essere


regola unica della ripartizione.

Non

sar la

la

misura?

vuol molto a trovarla. La misura delle contribu-

ci

zioni sono
j

Ma quale ne

bisogni dello Stato.

Or

quali sono questi bisogni?

Popoli, non vi spaventate. Voi siete stati una volta avvezzi


a

confonderli colla favorita di un re, collambizione

Diodoro

(lib. i

num. 73,

era diviso in tre parli; una pel Re,

polo.

Da quel che comparisce

e segg.) ci dice

clic

una pel sacerdozio, e

il

dun

territorio dell* Egitto

laltra pel resto del

dal racconto di Strabone (lib. 17)

po-

crede che

si

'tempi di Giuseppe questa distribuzione era stata alterata, e che il re non era
pi proprietario di una porzione del territorio ma che riscuoteva un tributo
su prodotti dell'agricoltura, e delle arti Quel che avvenne nell' Egitto, avve,

nuto presso
prielar j
i

maggior parte

la

come

tributi. Listoria di

progresso

e nella

Roma

dall esser pr1 re han cominciato


hanno abbandonati fondi e haim' esatti

delle nazioni.

loro sudditi, e quindi

quella delle

moderne

rr.onairhic nellorigine, nel

decadenza del sistema feudale ce ne offrono

la

prova.

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LIBRO SECONDO.

317

conquistatore, colle speculazioni voraci dun ministro, colla


prodigalit dun principe, collavidit decortegiani, col

troni.

Ma

questi

non erano

bisogni dello Stato, nel

che Tito, Trajano e Marco Aurelio regnavano

in

fa-

sto e con tutti vizii che qualche volta sogliono circondare

mentre

Roma. Se

la

perpetuit delle truppe, se questo sistema erroneo di tenere


tante braccia innalzate sulla testa de popoli sotto

il

pretesto

abolisse oggi nellEuropa, questa salutare

di difenderli, si

riforma, unita alla moderazione presente de principi che la

governano, renderebbe molto

condurlo

somma

ristretta la

de bisogni

non possono giammai sorpassare le forze


essi non possono giammai

dello Stato. Questi

del popolo che

deve soddisfarli;

alla miseria.

Se per acquistare o per conservare

felicit un popolo obbligalo a contribuire, quando


mezzo che devo impiegarvi, lo rende infelice, allora manca

sua

motivo

della

contribuzione, allora

chimerico, allora non

ragione di pagare.
quelli che

si

ci

bisogni

il

il

bisogno dello Stato

pi diritto di esigere,

veri

il

la

non

ci

pi

duno Stato sono dunque

possono soddisfare senza aggravare

il

popolo,

senza impoverirlo.

Ma non

basta che le contribuzioni siano proporzionate,

a bisogni dello Stato,


a popoli

tempo

nel

per ottenere che esse non siano di peso

che debbono pagarle. La nazione pu essere oppressa


istesso che le contribuzioni sono moderate. Lindi-

genza del corpo politico e

la

miseria

andare unite, ed essere entrambe

mal

dello Stato

leffetto delle

possono

contribuzioni

collocate. Tutto dipendo dalla posizione de' dazi.

sono come

pesi.

Un uomo

regge

al

peso

di

dazi

cento libbre sul

dorso, e succumbe a quello duna sola libbra sul naso. Dallo

sviluppo di questo solo principio dipende tutta


dell intrigata teoria delle finanze.

la

cognizione

Esaminiamo dunque

tura de dazi. Per non perdermi in questo caos,

io

li

la na-

distri-

buisco in due classi: in dazi diretti ed in dazi indiretti. Quasi


tutta lEuropa oppressa dagli ultimi.

vano che

primi non

si

ritro-

nelibri degli scrittori economici. Faccia Iddio che

sudori di questi cittadini benefici siano un giorno premiati


colla sola
blico,

moneta,

che sarebbe

il

della quale essi sono avidi, coi ben

pub-

risultato dell'applicazione delle loro

mas-

27 *

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

318
sime.

Il

progresso delle cognizioni

utili

da

inseparabile

nuovo urto che si


comunica
questo corpo dunque un beneficio che
si reca all umanit. Sacerdote di questa deit, io mi fo un
quello della prosperit delle nazioni. Ogni

moto

al

dovere

unire

di

di

miei sforzi a quelli di tanti grandi uomini

che hanno prima di

me maneggiata

questa materia. Io parler

prima de dazi indiretti, mostrandone lirregolarit e l incoerenza mi trover pi in istato di rassodare il gran sistema
,

del dazio diretto.

CAPO

XXVIII.

De' dazii indiretti.

Questi dazi sono o reali o personali. Essi possono cadere


sulle persone o sulle cose. Gli uni e gli altri sono

contrari

a principii

quali

coi

il

legislatore

egualmente
deve dirigere la

scelta delle imposizioni.

Cominciando da dazi personali, io non veggo altro nella


che un suggello di servit impresso sulla

capitazione,

fronte degli uomini per tassare la loro testa, tassa necessaria-

mente

arbitraria,

quello che

pu

il

che non pu essere determinata, n da


pu dare allo Stato , n da quello che

cittadino

dargli in tutt

tempi.

La ragione n evidente. 0 questa

tassa uguale in tutti cittadini, o relativa alla loro condi-

zione ed alle lor facolt. Nel primo caso


giusta, perch

il

la

ripartizione in-

povero paga allo Stato quanto

gli

paga

il

ricco. Una porzione de cittadini oppressa dalla contribuzione


nel mentre che laltra defrauda lo Stato di quel che gli deve.

Nel secondo caso, la ripartizione deve essere necessariamente arbitraria. Se deve regolarsi da quello che ciaschecittadino pu dare allo Stato, come indagarlo? Si fider

dun

forse sulle rivele che

ne fa? Ma per poter prestar fede

alle

sue assertive, bisognerebbe che ci fosse tra il monarca e l


suddito una coscienza morale che stringesse luno allaltro
col soccorso

dun reciproco amore del bene generale. Or Plail coraggio di supporre questa confidenza

tone istesso non ebbe

e questa buona fede tra

cittadini e

governo della sua me-

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LIBRO SECONDO.
tafisica repubblica.

sotto

il

regno

Ricordiamoci

di ci

Molti

di Galerio.

31

che avvenne in

sudditi

messi alla tortura per istrappare dalla


delle loro facolt.

Che

se

lo stato delle

dellimpero furono
loro

bocca

lo

stato

governo non potendo fidare sulle

il

incombensati

assertive del cittadino, desse a' suoi

dindagare

Roma

sue fortune; se

si

la

cura

desse a questi

il

diritto di penetrare fino nel santuario delle famiglie, nella casa

del cittadino per sorprendere e palesare ci che egli

non vuole

o non pu rivelare; non sarebbe questo un attentato contro


la tranquillit pubblica, una violenza irritante, un seminario
di frodi e di oppressioni sempre aperto per glinquisitori del
fisco? Il ricco aprendo la sua borsa sarebbe sicuro di nascondere le due terze parti delle sue rendite; ed il povero artiere, linfelice agricoltore sarebbero gli oppressi. La libert civile del cittadino verrebbe ad esser violata in tutta la sua
estensione. Tutte le idee morali del popolo sarebbero in pericolo, perch continui

esempi

della forza pubblica esercitata

con violenza sopra glinnocenti

le

distruggerebbero. La

denza regnerebbe nella nazione, e

il

cittadino

si

diffi-

vedrebbe

condannato a nascondere con altrettanto mistero lo stato delle


sue facolt, che le infedelt della sua compagna.

Ma sopponiamo ci che io credo impossibile, che il governo potesse essere esattamente istruito delle facolt di ciadella parte che la

schedun cittadino, e

situazione presente

de suoi affari gli permette di prendere nella contribuzione; a

che

gli

gioverebbe questa cognizione? Le facolt della mag-

gior parte decittadini non debbono forse variare in ogni anno


co prodotti incerti e precari dellindustria?

scono esse colla moltiplicazione de

figli,

Non

colla

si

diminui-

perdila delle

forze derivate dalle malattie, dallet, dal travaglio, e con


tutte le vicende che

il

tempo arreca

dalla natura e dalla sorte ?

meno

II

a tutto ci che dipende

censo dunque dovrebbe per lo

essere in ogni anno riveduto e riformato, e questope-

razione non ne assorbirebbe forse la pi gran parte del prodotto? Queste poche riflessioni, io credo che basteranno a
persuaderci, che

De

la tassa

personale di tutte

le

imposizioni

mori. pere. cap. 23.

Lattanzio.

Veit. Raynal. Istoria Filosofica e Politica

cc. Liti.

XIX,

cap. 69.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

320
la

piu arbitraria,

lo Stato; e

pi irritante e

la

meno

la

profittevole per

che una giusta e proporzionata ripartizione una

chimera, allorch

tratta di capitazione. Noi

si

minori indonvenienli ne dazi

non troveremo

reali.

Questi sono imposti sulla consumazione e circolazione interna,

sull

estrazione e sull immissione; essi abbracciano

generi di prima necessit e quelli di lusso; le mercanzie nazionali e le straniere,


stria.

prodotti del suolo e quelli dellindu-

Qual macchina complicata, nella quale

compongono sono

le

infinite, la loro forza incerta,

ruote che la
il

loro

moto

irregolare, c per conseguenza facile a consumarsi, ed a stra-

scinare colla sua,

Osservandoli nel generale, noi troveremo

della popolazione!

che
bili,

rovina dellagricoltura, dellindustria e

la

sono indeterminabili: dico indetermina-

tutti questi dazi

perch non possono mai esser proporzionati

al

valore

Non si pu negare che il


qualunque merce varia di continuo. Lubert, o la
duna stagione fa scemare o crescere il prezzo depro-

della mercanzia, sulla quale cadono.

prezzo
sterilit

di

dotti del terreno, e facilitando o incarendo la sussistenza dellartefice, fa

anche scemare o crescere

bisognerebbe dunque fare

il

prezzo delle mani-

anno nove tariffe


ad eseguirsi, o bisogna
una proporzione infinita tra il dazio che
si esige e il valore della mercanzia sulla quale imposto. In
un anno il dazio assorbir la ventesima del prezzo della merce, in un altranno una decima, in un altro una sesta ec.
fatture.

in ogni

di dazi, ci che sarebbe impossibile

rischiare durtare in

Quale irregolarit, quale incostanza, quale rischio!


Osservandoli quindi nel particolare, per persuadersi
de disordini dipendenti da ciascheduno di questi dazi, basta
gittar gli occhi su

diversi oggetti, su de quali essi possono

s impongono sulla consumazione interna


prima necessit essi debbono necessariamente
esser perniciosi, mal ripartiti, ed insopportabili ad una porzione de cittadini. Debbono esser perniciosi , perch rendendo

essere imposti. Se
de' generi di

pi cara la sussistenza, senza giovare allagricoltura, la quale

non guadagna niente


prodotti,

in

diminuiscono

dimostrato,

equilibra

la

quest

aumento

del prezzo

popolazione, la quale,

sempre

colla

de suoi

come

si

maggiore o minore

fa-

LIBRO SECONDO.

za.

32

che hanno cittadini di provvedere alla loro sussistenDebbono esser mal ripartiti, perch la consumazione di

cilit

prima necessit essendo comune cosi al poavverr spessissimo che il misero artie-

questi generi di

vero come

al ricco,

re che ha dieci

pagher pi

figli,

allo Stato di quello

che

gli

solo. Debbono finalmente essere insopportabili ad una porzione de cittadini, perindigenza


ch non essendo l
istessa esclusa da questa contribuzione, il cittadino che non sarebbe in istato di aver parte

paga un ricco cittadino che non ha che un

alcuna nelle contribuzioni, dovendola pagare

deve

toglierla dalla propria sussistenza.

come

gli altri,

Se questa ricerca

tre

pani per giorno, deve contentarsi di non mangiarne che due

per immolare

soli,

il

terzo

dazio che ne lo priva.

al

Or non

questa un ingiustizia manifesta?

Prima che
avea

il

ci fosso

un codice

diritto di sussistere. L

ha

bilimento delle leggi? Obbligare

che deve, pi

di leggi nel
egli forse

a delitti.

Questo

la

uomo

di

alla

quel

disperazione,

istesso che privare le arti di tanti artie-

popolazione di tante famiglie,

sumatori,

quel che pu,i frutti della terra, listesso

di

che condannarlo allindigenza, allozio,

ri, la

mondo,

perduto collo sta-

popolo a pagare pi

il

societ

agricoltura di tanti con-

finalmente di tanti cittadini

utili,

per

riempirla di ladri, di mendicanti e di oziosi. Questo avviene


allorch la tassa

impone
Che se si

cessarj alla vita.

sulla
fa

consumazione de' generi ne-

cadere sulla loro estrazione,

il

male diventa anche pi grande. Io credo d' aver bastantemente dimostrata questa verit, allorch si parlato della
libert del commercio de prodotti del suolo. Tutto quello che
ne diminuisce Io smaltimento, nuoce, come si provato, all agricoltura.
dazi messi alla loro estraNiuno dubita che
zione producono quest effetto. Essi dunque nuocciono allagrii

coltura, e per conseguenza


all

alla

popolazione,

industria; in una parola, essi fanno

la

al

commercio,

rovina dello Stato.

Da dazi imposti, tanto sulla consumazione, quanto sullestrazione de' generi

simpongono

necessari alla vita, passando a quelli

sulle

merci

meno

necessarie, noi

nuovi disordini e nuove ragioni per distruggere

che
troveremo
il

sistema

de dazi indiretti.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

i>22

Questi dazi possono essere

imposti o sulla estrazione e

circolazione interna delle mercanzie nazionali di questo ge-

nere, o
reca

si

sull

il

le

colpo fatale che

Il

industria co primi troppo evidente. Per quel che

all

riguarda

immissione delle straniere.

1'

niuno ignora che

estrazione,

il

venditore e non

compratore quello che paga il dazio. Obbligato a misurare


sue richieste col prezzo corrente nelle altre nazioni, egli

non pu
ghi

il

alterarle a segno che lo straniero sia quello che pa-

dazio.

Ancorch

dazio sia imposto sopra una mercan-

il

zia, della quale la nazione sia lunica posseditrice, in

maniera

che, priva della concorrenza delle altre, essa possa darle quel

prezzo che vuole; non per questo


nicioso, poich

il

il

chieste e restringersene

la

allora esaurita in parte


1

dazio lascia d esser per-

venditore, volendo obbligare lo straniero a

pagarla, aumentandone

era

il

prezzo, vedrebbe diminuirsi

consumazione, e

una sorgente

lo

le ri-

Stato vedrebbe

di ricchezze, della

quale

unico proprietario. La Spagna ce ne offre una prova.

barille

una produzione unica

tro paese ha potuto allignare.

Il

di

questa nazione. In niun

La
al-

governo fidato su questesclu-

un dazio che quasi uguaglia la met del prezzo; lo straniero la compra a caro prezzo,
e paga senza dubbio questo dazio: ma che n avvenuto?
Da una parte la consumazione se n ristretta all infinito,
e dall altra 1- agricoltore, il quale non profitta niente da questo aumento di prezzo derivato dal diritto, del quale se n
siva, ne ha caricato lestrazione d

caricata

estrazione,

scoraggilo al contrario dalla difficolt

dello smaltimento, ne ha quasi abbandonata la coltura.


la
le

maniera
ha

di

privare una nazione

un dono che

la

Ecco

natura

fatto.

Non minore il danno che si reca


impongono sulla circolazione interna

allorch questi dazi


di

queste mercanzie.

Qual cosa pi ingiusta, pi molesta per lindustria e pel

commercio che ogni membro


tre parti dello stesso corpo;
in citt

dello Stato sia estraneo alle al-

che

la

stoffa, la tela fabbricata

debba pagare la gabella per passare in un altro luogo


dominio; che il viaggiatore e i negoziante deb-

dell istesso

bano esser fermati, esser

visitati e tassati in ogni

passo che

fanno; che lavarizia pallida ed inquieta, posta, per cosi

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LIBRO SECONDO.
il

in sentinella sulle strade e su

re ,

buzione

il

commercio e il viaggiatore per que paesi che non


se non quando sono liberi ? Tante braccia strap-

sono preziosi
pate

323

fiumi, metta in contri-

agricoltura ed alle arti; tanti tribunali innalzati con-

all

tro lindustria; tante dichiarazioni, tante visite, tante misu-

re, tanti apprezzi arbitrari, tante vessazioni, tanti oltraggi,

non sono

forse tanti sostegni di servit,

tanti decreti di

mi-

commercio interno, senza del quale non ci n agricommercio esterno, deve necessariamente
languire sotto il peso di queste imposizioni. Levidenza
di questa verit mi dispensa d illustrarla. Io mi affretto di
urtare contro il pregiudizio quasi universale circa T utilit
seria?

11

coltura n arti n

de dazi imposti sull

immissione delle mercanzie straniere.

Miseri ed inetti

zione
I

di

questa

politici,

quale voi ricorrete

tutte

volte che

le

unico mezzo

per innalzare

vine dellindustria straniera,


quello che non nasce,
il

si

Non

per impedire che

prote-

di

la

il

danaro

consumazione

di tutto

voi tutta

illusione de vostri

si vende meno a voi,


commercio non d che in
riceve; che questo non altro

sapete forse che allorch

comprer meno da voi; che

proporzione

sacra alla

manifattura nel paese, inearen-

si

Ma non vedete

prezzo.

principj?

tratta

si

industria nazionale sulle ro-

esca dallo Stato, e per restringere

done

lncora

e di manifatture. Voi credete che questo sia

arti

quello che

di

si

il

che una permuta di valore per valore, e finalmente che una


nazione,

la

quale

si

mettesse in istato di non comprar cosa

alcuna dalle altre, e nel tempo istesso di vender loro lutto,

vedrebbe dopo qualche tempo perire


arti, le

sue manifatture per

numerario,
de generi

la

quale incarcndo

la

come

delle opere,

il

suo commercio,

soverchia

all infinito

il

mercanzie straniere,
prezzo che

le

le

la

sue

prezzo, cos

non potrebbe sostenere

correnza delle altre nazioni, n potrebbe impedire


tadini stessi di preferire

le

moltiplicazione del

consumazione

la

con-

a' suoi cit-

de generi e delle

quali sarebbero loro vendute a minor

nazionali, e ritornare finalmente alla povert

per aver voluto troppo arricchirsi?


Questi
rio

si

effetti della

soverchia moltiplicazione del numera-

sono sperimentati nel Portogallo e nella Spagna, e

si

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

32i

sarebbero sperimentati anche in Inghilterra

non

fossero

stati

se le sue guerre

salassi opportuni alla pletora, della

tanti

quale era minacciata . 1 Noi svilupperemo da qui a poco con

maggior chiarezza questa verit.


Finalmente, per non trascurare cosa alcuna in questanalisi de dazi indiretti, io voglio parlare di un dazio il quale,
quantunque nellapparenza sembri il pi giusto ed il pi
proporzionato,

pi vizioso ed

il

gente comune delle ricchezze,

pi pernicioso alla sor-

il

all

agricoltura. Questo la

decima su i prodotti del terreno. Si detto che dazi, i quali


non sono suscettibili d una giusta ripartizione, sono sempre
i

Or

perniciosi ed ingiusti.

quale

si

il

Siccome questa non

difetto della

decima

della

fa

cadere sul prodotto

sul prodotto totale del suolo,

ne avverr necessa-

parla

ma

netto,

quest

riamente che

si

proprietario d un fondo sterile,

il

pagher egualmente del proprietario

quale per

il

raccorre cento, ha dovuto spender cinquanta per

la

coltura,

un fondo fertile, il
quale per raccorre l' istesso frutto, non ha dovuto spendervi
che venti.* Or qual ripartizione pi ingiusta di questa? Qual
mezzo pi efleace per distruggere lagricoltura? Regola generale:

il

tributo che segue

immediatamente

dell industria o della coltura,

accrescimento

sempre destruttivo

dell'agri-

coltura e dell industria.

CAPO

XXIX.

Proseguimento dello stesso soggetto.

Scorrendo sopra
dere
1

Non

8
fatti

tutti gli oggetti,

dazi indiretti, noi

ti leve

Govrrno

II

per altro numerare tra queste

di

su

quali possono

Roma conobbe

1*

ultima guerra colle Colonie.

l'ingiustizia di questa riparlisione.

Ed

in

allorch, mediante una prestazione, egli restituiva agli antichi proprietarj

delle nazioni soggiogate

loro foodi confiscati, egli regolava questa prestazione

maggiore o minore fertilit de' terreni. Livio, lib 43,


una porzione della Spagna pagava la decima, ed un'altra
colla

dotti del suolo, e Igino ci


seti

ca-

abbiamo da per tutto trovati uguali

ima,

c
la

ci

assicura che

ventesima de 1 pro-

dice che alle volle questa prestazione giungeva

qualche volta fino

pag. 198, edizione di Goesio.

alla quinta.

Leggasi Igino,

De

alla

Const. Liniil

LIBRO SECONDO.

325

Ma non

inconvenienti, ed uguali disordini.

sto, io voglio sviluppare un' altra ragione,

randoli tutti sotto un aspetto

conoscere lirregolarit, e
co quali

Ci

debbono regolarsi

quale conside-

comune, non ce ne

la

far

meno

loro opposizione co principii

imposizioni.

le

un termine che non

buzioni senza cagionare

La cognizione

contento di quela

si

pu oltrepassare nelle contri-

rovina delle propriet e dello Stato.

la

questo termine dipende dalla distinzione

di

del prodotto netto dal prodotto totale delle rendite nazionali.


Il

prodotto netto lavanzo della rendita, detrattene tutte

le

spese della coltura.

Le

contribuzioni de cittadini non deb-

bono cadere che sopra una porzione


Subito che

di

questo prodotto netto.

oltrepassa questa porzione, le contribuzioni di-

si

vengono perniciose, e non


produzione.

Il

rendita per

la

diminuzione

sostengono che a spese della ri-

si

proprietario d

un fondo che

esige

coltura, v impiegher allora

spese per

di

la

il

il

terzo della

quarto; questa

coltura produrr una diminu-

zione di rendita, c questa aumentandosi per gradi, e renden-

comune

dosi

a tutt

proprietari, produrr finalmente la mi-

seria di tutta la nazione.

Persuasi dunque che

le

contribuzioni debbono cadere sul

prodotto netto e non sul prodotto totale delle rendite nazio-

quale sar ne dazi indiretti

nali,

il

questi oltrepassano questo termine,

tani? Che venga

mai gloriarsi

tr
si

fa

la

sul

somma

mezzo da conoscere,

se

o se ne sono molto lon-

pi bravo finanziere del mondo, non po-

averlo ritrovato. Subito che

cadere su terreni,

sulle arti,

se

il

ma

commercio,

su prodotti, sulla
il

il

dazio non

consumazione,

governo sar nellincertezza,

di queste contribuzioni sia superiore alle facolt

quando

de popoli che le pagano. Egli se ne avvedr,

vina dello Stato

gli

paleser

la ro-

esorbitanza delle contribuzioni,

e forse l'impossibilit di ripararla. Qualche volta egli temer

che

lo

Stato sia oppresso, e forse lo Stato pagher molto

di quel

meno

che potrebbe. Or questa sola incertezza, questo vizio

inerente a dazi indiretti, non basterebbe forse per indurre

governi ad abborrirli, ed a sostituire a questi

il

gran sistema

del dazio indiretto?

La

moltipiicit de dazi inseparabile dal sistema de dazi

Filanqrri

1.

SS

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

,>26

indiretti,

mo
gli

paga

anche un

flagello pel

sua libert e cagionano


lo

popolo e pel sovrano.

meno un

la

sua miseria: e

pri-

destinati

parti

sono come

Se noi pugnessimo in cento

salassi.

nostro corpo, noi

il

immolata a coloro che son

ad eseguirle.

dazi

metteremmo

ci

al

martirio, e non

estrarrebbe quella quantit di sangue che

una

la

secondo vede per

quarto, e qualche vqlta anche una terza parie

delle contribuzioni desuoi sudditi

si

Il

cento volte queilo che pagando in una volta sola

in

risparmierebbe tutte quelle vessazioni che distruggono

incisione

sola insensibile

plura, quod ceque commode

si

fieri potest

da

fa uscire

una vena. Frustra

fit

per

per pauciora. Qual

dunque questa vena, quale sarebbe questincisione unica,

la

quale senza martirizzare

la

il

corpo della nazione, farebbe

ricchezza del governo e la felicit de cittadini? Cerchiamola.

CAPO XXX.
Del dazio diretto.

II

dazio diretto non altro che una tassa che

sulle terre.

dovrebbero

delle contribuzioni.

apparenza,
parte di

mente

ma

pi, e

Tra

la

proprietari sarebbero

il

peso

pagarle in

soli a

ciascheduna proporzionata-

vi avreb-

prodotti, e quelli che posseggono,

Quelli che

tassa.

posseggono pi, pagherebbero

posseggono meno, pagherebbero meno.


non posseggono, vi sarebbe anche l istessa

che

quelli

quelli che

Siccome

porzionatamente

al loro

tutti

fondi

sarebbero tassati

prodottonetto, e siccome

non sono soltanto

pro-

prodotti

generi necessari alla vita,

anche quelli che ne riguardano


ricco,

sue facolt. Quelli che non posseggono

proporzione.

del terreno

impone

tutte le classi dello Stato sarebbero in realt a

bero parte, consumandone

pagando

terre sole soffrire tutto

le

questa contribuzione

alle

s'

Vere sorgenti perenni delle ricchezze e delle ren-

dite nazionali,

ma

comodi ed il lusso, il pi
consumando una maggior quantit di questi prodotti in
i

generale, pagherebbe pi allo Stato, ed

done meno pagherebbe meno.

il

povero consuman-

LIBKO SECONDO.
Ogni dazio,

di

qualunque natura

3il

egli sia,

ha, vero, una

forza espansiva; ogni tributo naturalmente tende a livellarsi-

uniformemente su tutti gl' individui d uno Stato a proporMa questa forza


zione delle consumazioni di ciascheduno.
1

espansiva non

munica non
cade sopra

la

ugualmente

tutti

gli

permetter
al

molto

di alterare

ma

le

il

nell

dazio sul minuto

prezzo delle sue opere

il

sua braccia

almeno

sussistenza.

ric-

egli

popolo,

Non avviene per

deve o per sempre, o

egli

porzione, incarendo

istesso

allorch

direttamente sulla classe de proprietari

bligher

Il

il

sua

la

dazio cade

il

Questi

prezzo de pro-

bisogno di provvedersi di questi pro-

sempre pi

forte del

bisogno di venderli, ob-

non proprietari ad addossarsi

prezzo

il

de terreni.

per risarcirsene, regoleranno colla tassa


dotti, essendo

di quello

ed unaltra porzione, restringendo

dotti del loro suolo.

egli

come prima, ed

incarimento del prezzo. Cadendo dun-

per molto tempo, pagarne una


delle sue opere,

non

tardi. Linesorabile bi-

perderebbe allora nella quantit delle opere molto pi

que

dazio

egli

pieciolissrmi gradi, altrimente

non impiegherebbero

che guadagnerebbe

essa coil

sforzer di

si

tributo che deve pagare; o

deve andare salendo per


chi

moto che
Quando

prezzo delle sue opere;

il

vi giugner mai, o vi giugner

proporzionatamente

il

celere.

minuto popolo, questo

classe del

risarcirsene, incarendo

sogno non

uguale,

dazi

in tutti

in

la

loro tangente della

contribuzione, e questa suddivisione del tributo

citamente e senza ostacolo, perch

in

si

far solle-

questo caso

il

pi po-

tente quello che richiede ragione dal pi debole.

Queste verit sono cosi evidenti che

io crederei d* offen-

dere coloro che leggeranno questo libro, se cercassi di svilupparle.

La mia gran premura

di dimostrare tutt

vantaggi

in una nazione lo stabilimento di questunico


mi riserbo di dimostrare all ultimo, come tutte le

che produrrebbe
dazio. Io

obbiezioni che

si

potrebbero fare contro questo sistema

insussistenti e chimeriche.

questi

Riguardo

il

sono

primo

tra

unit della contribuzione.

Qual beneficio pi grande per


<

vantaggi,

Vedi Verri

nella sua ragionatissima opera

la

nazione che liberarla

poc'anii

(-itala,

30.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

dalle vessazioni
cit de' dazi

di

que nemici interni che

tutti

rende necessari

alla loro

gio pi grande pel sovrano che

la moltipli-

esazione? Qual vantag-

vedersi dispensalo dall ob-

il

bligo di dover dividere le sue rendile

con questi esattori?

Qual consolazione maggiore pel popolo che

la sicurezza che
va in benefcio del sovrano e dello

tutto quello chegli paga,

Stato, senza perdersi tra

le

mani

degli

uomini che ha pi

in

odio, e la probit de quali gii la pi sospelta? Pochi per-

per esigere tutte

cettori basterebbero
1

Stato

arti,

ed

meno

tante braccia
il

fisco

non sarebbero

tolte allagricoltura

ed

alle

potrebbe essere egualmente ricco con un terzo

di rendite.

Chi crederebbe che sotto

nel

A misura che

si

si

sono essere vessati;

Or

impiegati.

il

numero

rendono pi

si

come

XIV

entravano

difficili

numero

il

di

numero

nella nostra ipotesi

il

de con-

coloro che pos-

le frodi cosi

dalla parte degli esattori

il

in Fran-

nell erario

diminuisce

diminuisce

si

diminuisce in uno Stato

parte de contribuenti,

esazione e

di Luigi

fino a settecentocinquanta

mentre che non

che dugentocinquanta milioni ?

tribuenti diretti,

regno

il

erano giunte

cia, le contribuzioni

milioni di lire,

contribuzioni dello

le

dalla

si facilita

degli oziosi che vi sono

numero

de contribuenti

diretti si restringerebbe a soli proprietari de terreni.


Il

secondo vantaggio forse pi considerabile del primo

sarebbe

la

suppressione di

presente dedazi oppone,

tutti quelli ostacoli,

come

si

che

il

sistema

dimostrato, allagricoltura,

commercio, all arti e ad ogni specie dindustria. Quanti


benefici si contengono in questo solo La libert del cittadino
e del negoziante, quella del commercio e dell industria, delal

agricoltore e

dellartiere; tanti delinquenti di

dalle leggi, tant infelici di

meno

nelle carceri

ghi della frode e de delitti, divenuti oggi


l

industria pel rigore e

la

il

meno

fatti

in questi alber-

ricettacolo del-

stranezza delle leggi

Or

fiscali.

Noi faremo vedere da qui a poco, come

risparmiare affidandosi questa

al

si

potrebbe ogni spesa d* esazione

popolo i&tesso, o per meglio dire

a*

suoi rappre-

sentanti.
8

Leggami

le

Memorie per

servire allIstoria generale delle finanze di

M.

de D.

?d

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LIBRO SECONDO.
questi non sarebbero altro che

32 t)

una porzione

sola de felici

ri-

sultati del dazio diretto.


Il

terzo vantaggio sarebbe

ben

ripartirlo. Ci

valore de fondi d uno Stato,

vuol poco a conoscere

il

poco a sapere ci che

essi

rendono

vrebbe essere permanente e


che una sola volta fare
valore di

tutti

la

fissa

fondi

do-

perquisizione delle rendite e del


precisione e

la

accompagnare quest interessantissima

esattezza potrebbero

operazione. Conosciuto

il

valore e

rendite di tutti questi

le

comune ed universale dirigendone

fondi, una regola

che

governo non dovendo

il

fondi dello Stato, la probit,

vuol

ci

al proprietario, e ci

potrebbero rendere. Siccome questa tassa su

gli

la facilit di

le tasse,

l'imposizione non sarebbe suscettibile d'arbitrio o di frode.

Ciaschedun proprietario sarebbe tassato proporzionatamente


alle

sue rendite, e se qualche torto

gli fosse

stato fatto,

avrebbe

sempre il diritto di reclamare contro direttori delle tasse, e


non dovrebbe stentar molto per giustificare le sue querele.
La facilit di fissare la tassa sul prodotto netto sarebbe
i

altro vantaggio che

zio diretto. Noi

zione de dazi
nazionali

si

otterrebbe dallo stabilimento del da-

abbiam veduto quanto

come

dazi indiretti sono in vigore, non

cognizione
il

che

interessi nell imposi-

cognizione del prodotto netto delle rendite

la

noi abbiam veduto

si

in quelle nazioni,

pu profittare

incertezza accompagna sempre

quale non pu che dall effetto conoscere, se

di

il

la

ove

questa

governo,
nazione

oppressa dalle contribuzioni, e per conseguenza non pu esserne


istruito, se

Ma

non quando

adottandosi

il

la

nazione gi vicina alla sua rovina.

sistema del dazio diretto,

il

governo non

sarebbe esposto a questo pericolo. Niente di pi

facile

che

un fondo, senza che la tassa si renda insopportabile


che deve pagarla. Subito che un fondo dato
affitto ad un colono, il prezzo dell' affitto tutto prodotto

tassare

al proprietario

in

netto. Tutte le spese della coltura e della sua sussistenza

if

le ha gi sottratte dal prodotto totale. Quello che va


mani del proprietario tutto prodotto netto.
Se un fondo non dato in affitto, da prezzi degli affitti
fondi vicini o dal raccolto duna annata comune, si pu

colono
tra le

de

subito calcolarne

il

prodotto netto. Conosciuto questo prodotti*

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

330

governo ha

gravarlo d'una settima, duna

to, se

ri

sesta,

dun ottava o duna quinta,

fissato di

imposizione non opprimer


tiva dellagricoltura,

il

che questa

egli sicuro

proprietario, n sar destrut-

perch non assorbir che una porzione

Una

sola del prodotto netto del fondo.

sola cosa deve nella


massima diligenza
un fndo rende molto

ricerca del valore de fondi richiamare la


del governo. Se per difetto di coltura

meno

quel che potrebbe al proprietario,

di

sua trascurag-

la

La

gine non deve ridondare in suo beneficio.

tassa di questo

fondo deve essere proporzionata a quella de fondi vicini, e


questo rigore farebbe
sollievo che

si

la

prosperit deiragricoltura. Lunico

dovrebbe accordare

proprietario di questo

al

fondo, sarebbe di dispensarlo dalla tassa del primo anno. Per

questa ragione appunto

lo

stabilimento del dazio diretto do-

vrebbe esser preparato dalla soppressione


che impediscono

di tutti gli ostacoli

progressi dellagricoltura nello Stato. Biso-

gnerebbe prima dogni altro procurare che


stassero quel valore che

le

nostre leggi e

terre acqui-

le

gli

errori

comuni

dellamministrazione europea han loro fatto perdere. La suppressione di questi ostacoli precedendo

mento
coli

questa producendo

di

tassa, e lo stabili-

suppressione degli altri osta-

la

che nascono dal sistema presente delle contribuzioni, fa-

rebbe che da principio


quindi
i

la

la

tassa

non comparisse onerosa, e

renderebbe in ogni anno pi leggiera

la

misura che

progressi dellagricdUura e dell'opulenza pubblica farebbero

crescere

valore de fondi. Se

il

del prodotto nelto,

un quinto

rendita del suo

sempre

il

il

tassa

si

regolasse sul quinto

proprietario che da principio pagherebbe

delle sue rendite,

rebbe a pagare che

la

dopo qualche tempo non ne ver-

sesto, e quindi

fondo crescerebbe,

il

ma

settimo, giacch la
la

tassa resterebbe

istessa.

Finalmente lultimo vantaggio che nascerebbe dallintroduzione


quale

si

di

questunico dazio, sarebbe

verrebbero ad unire

gl

lo stretto

interessi

del

ligame, col

sovrano con

quelli del popolo. Nel disordine delle imposizioni indirette,

quest interessi sono in contradizione tra loro.

ignora ci che

continuo

le

la

Il

sovrano che

nazione pu dargli, cerca di moltiplicare di

sue rendite senza imbarazzarsi della degradazione

LIBRO SECONDO.
ed

delle ricchezze;

331

..'

popolo che crede

il

sempre

d'essere op-

presso dalle contribuzioni, cerca dal canto suo reagire contro


questa forza col dare

meno che pu

il

al

sovrano col soccorso

della frode.

Da questopposizione
guerra tra

popolo ed

il

Ma

volte declamato.

moderatamente
di,

al

il

dinteressi nasce

tra s e

quello stato di

principe, contro del quale

contrario,

quando

proprietari

il

il

tante

si

Sovrano dividesse

prodotto netto de fon-

non potrebbe non interessarsi nella prosperit dellagricomune, cosi delle sue, come delle ricchezze

coltura, sorgente
dello Stato; ed

popolo dal canto suo, vedendo che

il

zione del prodotto netto, che egli d


felicit

dal

al

quale niuna frode, niun artifizio potrebbe

la

por-

sua

dispensarlo.

Questo nuovo sistema dunque dimposizione sarebbe


pi forte per unire
i

la

sovrano, forma

sua sicurezza, pagherebbe volentieri un tributo,

la

il

sovrano

rapporti che passano tra

il

al

ligame

il

popolo e per costringere tutti

capo della nazione e

nazione

la

istessa.

Questi sono
zio
fare.

vantaggi che sono uniti

al

sistema del da-

Vediamo ora le obbiezioni che ci si potrebbero


La prima e la pi forte quella che riguarda laumento

diretto.

del prezzo de prodotti del terreno.

Adottandosi il metodo di ridurre tutte le contribuzioni ad


una tassa unica su fondi, e questa tassa dovendo essere bastantemente forte per poter compensare la suppressione di tutti gli
altri dazi,

proprietari delle terre per risarcirsene dovreb-

bero considerabilmente aumentare


In questo caso

sumare

la

prezzi de loro prodotti.

nazione trovando maggior vantaggio a con-

derrate straniere,

le

patrii prodotti

o non

rebbero a vendere, o dovrebbero esser venduti

prezzo degli

dovrebbe

esteri.

risentirsi o de

perdita che

ci

Tutta
tesi

che

al

trove-

non valori

de' suoi prodotti, o della

sarebbe nel coltivarli. La rovina dellagricol-

tura produrrebbe

sarebbero

si

all istesso

Nel primo o nel secondo casa lagricoltura

la

rovina della nazione, e

Luna

e laltra

la

conseguenza del nuovo metodo che proposto.

la

forza di questa obbiezione fondata sopra unipo-

primo aspetto sembra incontrastabile,

servandosi da vicino,

si

ma

trova assolutamente falsa.

Il

che oscredere

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

332

che supprimendosi

caricandosi tutto

tutti gli altri dazi, e

valore di questi sulle terre,

il

il

produzioni del

prezzo delle

terreno dovrebbe crescere in proporzione del valor della tassa


appunto lipotesi falsa che fa tutta

Se senza supprimere
una tassa sulle terre, non

gli

altri

la

forza del raziocinio.

dazi,

si

volesse imporre

pu dubitare che in questo caso


i proprietari per risarcirsene dovrebbero far crescere il prezzo
delle produzioni di queste terre. Ma non questo il caso nostro. Qui si tratta di gravar le terre dopo essersi tutti gli alsi

tri dazi aboliti. Or in questo caso quale potrebbe essere il


motivo che potrebbe indurre i proprietari ad aumentare il
valore de prodotti del terreno? Questo trasferimento di dazi
non verrebbe forse a giovare prima dogni altro ad essi?

Tutti

dazi che

si

pagano

in

una nazione agricola non sono

forse pagati dalla classe de proprietari?

consumazione de' generi necessari


carico de padroni de fondi che

li

dazi imposti nella

non vanno forse a


producono? Quelli imposti

alla vita

sulla circolazione interna, o sull estrazione di questi generi

non seguono forse listessa sorte? Quelli imposti o sulla testa


minuto popolo, o sulle arti che servono a vestire, adornare, alloggiare il contadino che non possiede altroch le sue
braccia, e il mercenario che vende la sua persona, non vanno
forse a carico del proprietario che impiega le braccia del primo
e che compra i servizi del secondo? Quelli imposti su generi
di lusso, non sono forse pagati dal proprietario che oli compra per s, o li fa comprare a coloro che lo servono? se tutti
i dazi dunque in una nazione agricola vanno a cadre indidel

rettamente sulla classe de proprietari delle terre, riducendosi


questi ad una tassa unica su fondi, la sorte del proprietario

verrebbe a migliorarsi e
taggi che

que

il

si

migliorerebbe in ragione de van-

dazio diretto ha sopra

delle produzioni del terreno

L altra

il

verrebbe a distruggere tutte


i

gl indiretti. II prezzo dundovrebbe anzi diminuire che

nuovo metodo.
obbiezione che si pu fare,

crescere, adottandosi

che questo

sto che

una porzione

metodo

esenzioni d alcuni corpi, tutti

privilegi. Felice effetto, desiderabile risultato!

de cittadini d

uno Stato

forse giu-

come
Non sarebbe

profitti

laltra de beneficii della societ, senza pagarli?

LIBKO SECONDO.
desiderabile che una

forse

333

infrazione

scandalosa delle

cosi

leggi fondamentali d'ogni societ fosse corretta? Tutti questi

privilegi, tutte queste esenzioni

non sono

forse nulle ed abu-

hanno

sive del dritto inalienabile ed indestruttibile, che

membri

scheduno da
rezza

lutti la

contribuzione reciproca delle forze che

Sono obbligati a somministrare per

essi si

tutti

del corpo politico d esigere da ciascheduno, e cia-

comune? Non

forse

un abuso

le

spese e

dell autorit

la sicu-

il

dispen-

sare da questa imprescrittibile obbligazione una porzione degl

T
i

individui della societ per farne cadere tutto

altra? In Sparta
nobili

gl

doge; in

il

repubblica, durante

la

due

re

Roma n

peso sul-

magistrati; in Venezia n
magistrati n

libert, n

il

capi della

quando questa decadde,

imperatori istessi erano esclusi dalle pubbliche contribu-

zioni

e noi che

saremo poi

ci

vantiamo dessere

cosi prodighi de' dritti e

come uno

ed imparziali,

giusti

de doveri sociali?

ma

consideriamo adunque come un disordine,

sione di tutte queste esenzioni, di tutti questi privilegi,

considerandoli da vicino

si

L ultima obbiezione che

si

si

oggi popolo nell'Europa,

permetta

di tentare questo

ne sono

quali

in possesso.

potrebbe fare che forse non


al

quale

sua situazione

la

gli

gran cambiamento. Da per tutto,

dir, le imposizioni sono cosi eccessive,

tiplicate,

troveranno non essere che appa-

renti per una gran parte di coloro che

ci

Non

consideriamo

de risultati pi felici del dazio diretto la suppres-

spese cosi mol-

le

bisogni cosi urgenti; da per tutto

il

fisco

cosi

disordinato che una rivoluzione subitanea nell esazione delle


rendile pubbliche altererebbe sicuramente la confidenza e la
felicit de cittadini.

Per rispondere
d ogni altro

a questa obbiezione

io

dimando prima

tutte queste imposizioni cosi eccessive che la

moltiplicazione delle spese, lurgenza de bisogni,


del fisco,

debiti nazionali esigono nella

il

disordine

maggior parte delle

nazioni europee; tutte queste imposizioni, io dico, sono o no

superiori alle facolt de popoli, che


\

no

il

le

pagano? Eccedono o

prodotto netto delle rendite nazionali? Se sono superiori

alle facolt de' popoli, se

eccedono

la

porzione disponibile

delle rendite della nazione, in questo caso o bisogna dimi-

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

334

momenti

nuirle, o bisogna aspettare a

nazione. Per diminuirle, combinando


quelli

popolo;

del

rendite del governo sia


del popolo sia

il

il

massimo

la

rovina intera della


con

gl interessi del fisco

per ottenere che

il

taglio

che

si

minore possibile, e che


possibile, bisogna,

il

come

si

alle

sollievo

prova-

to, ricorrere al sistema del dazio diretto. Se poi la quantit


'

delle contribuzioni

non eccede

le

forze del popolo,

la

parte

disponibile delle sue rendite; e se, in vigore delle premesse,


in

una nazione qualunque dazio che

paga va sempre, o di-

si

<

rettamente o indirettamente, a carico de proprietari delle


terre, in questo caso riducendosi tutte queste contribuzioni ad

una tassa unica

su fondi,

il

fsco

non perderebbe, e

la

nazione

otterrebbe tutti que vaniaggi che dipenderebbero dal nuovo

metodo.

Riguardo poi

disordini che potrebbero nascere da

un

cambiamento istantaneo in questa specie di cose, io rispondo


che questo cambiamento non solo non dovrebbe essere istantaneo, ma dovrebbe essere con molta diligenza preparato e
sempre per gradi eseguito. Con un tratto solo d autorit non
si

possono riparare simili mali. Gli antichi sistemi delle finanze

sono vecchie fabbriche, ingrandite a

piccioli pezzi, in diversi

tempi, e da diversi architetti pi avidi che istruiti


lanti edificii

genza

che per ripararli

ci

dell artefice e di tutte le

bisogno

di

sono crol-

tutta

la

dili-

precauzioni dell arte. Se ogni

operazione non vien preparata, se non viene per gradi eseguita,


di

si

corre rischio di vederli crollare tutto ad

rimaner

CAPO
Metodo da tenersi per riuscire

Si detto

XXXI.

che questa riforma dovrebbe esser preparata,

cominciare dal supprimere


a

tratto e

in questa riforma del sistema de'dazj.

e per gradi eseguita. Per prepararla

gono

un

sepolti sotto le loro rovine.

il

legislatore

tutti quelli ostacoli

progressi dellagricoltura che

che

non dipendono

dovrebbe
oppon-

si

dal siste-

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LIBRO SECONDO.

ma

presente de dazi.

335

Quindi istruirsi esattamente del valore

relativo de terreni di tutte

provineie dello Stato.

le

Le

tene-

bre del mistero non dovrebbero circondare quest'operazione;


violenze non dovrebbero esserne

le

mezzi. In ogni provincia

dovrebbe spedirsi un visitatore illuminato e probo, degno


della pubblica confidenza, e animato da que sentimenti che

ma

sogliono esser cosi poco comuni,


cosi grandi in que pochi

il

nazione

veri

ne suoi

istruisse

che producono edetti

uomini che ne sono penetrati. Do-

vrebbe contemporaneamente

legislatore

procurare che

la

Per riuscire

in

interessi.

quest intrapresa egli

dovrebbe diriger

Magistrati nati della

loro patria, sono essi che

minarla sempre che possono

la

penna de

loro dritto

il

filosofi.

debbono

illu-

loro talento.

il

Co loro scritti essi dovrebbero dimostrare le conseguenze fune-

derivano

ste che
d

vantaggi

interesse che

d un

la

necessit

imposizione unica

sulle

proprietarii dovrebbero prendere in

questa novit, della quale


tarne

sistema de dazi

dall antico

una riforma;

terre

essi

sarebbero

primi a sperimen-

vantaggi.

Prese queste precauzioni, diffusi questi lumi per tutta la


nazione,

legislatore

il

lopera. Questa,

dovrebbe venire
si

pi molesto pel contadino,

il

calcolarne

la

rendita netta,

esecuzione del-

all

detto, dovrebbe

farsi

per gradi.

dovrebbe cominciare dal sopprimere un dazio che fosse

Si

pi oneroso,
esigersi
l

come

pi

il

difficile

il

ad

e di questa stabilirne

equivalent con una tassa sulle terre, avendo sempre in-

valore. Dato questo primo


il loro relativo
dovrebbe collistesso metodo dare il secondo, e quindi
sempre gradatamente. Le operazioni non dovrebbero
mai esser contemporanee, ma 1 una dovrebbe cominciare,
quando l altra fosse gi interamente perfezionata.
E inutile rammentare quali sono questi ostacoli. Noi ne abitiamo diffusa-

nanzi

agli occhi

passo,

si

gli altri

mente parlalo Voglio soliamo qui ricordare che prima di stabilirsi questa tassa
contnbusione ternroriale copie le decime agli ecclesiastici,

sulle terre, ogni altra


e le

de cime

baroni dovrebbero rsteie abolite

a'

varj luoghi di

quest opera, quale sarebbe

abolirle senza privare

Riguardo
peso

la

pensare

alle

seconde

vendita
il

<ic*

il

la

Per

le

strada

prime
che

si

si

demanj potrebbe sommi mst rare

gi accennalo in

dovrebbe tenere per

sacerdozio de mezzi donde raccorre


cio alle decime baronali

la

sua sussistenza.

ne* feudi sottoposti a questo


al

governo

il

mezzo per com-

barone della perdita delle decime.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

336

Per assicurarsi della confidenza del popolo,

il governo
non dovrebbe mai guadagnare in queste permute. Quello che
quello
si acquista non dovrebbe mai eccedere
che si perde,
ed il pubblico dovrebbe essere istruito dell esattezza di que-

sto calcolo.

Finalmente terminata loperazione, seguita tutta


zione de dazi in un solo tributo

reggere,

ma non

si

la

ridu-

que privati

riparali tutti

inconvenienti che in una rifrma universale

possono cor-

prevenire; un editto pubblicato .con tutta

quella solennit che necessaria per imporre alla moltitudine

dovrebbe assicurare
nazione ed

il

una cauzione
I

nazione della stabilit della tassa.

la

La

principe dovrebbero dare a questo stabilimento


sacra. L erede del trono

dovrebbe

ratificarlo.

rappresentanti del popolo dovrebbero giurare di non recla-

mare giammai contro


alterarla.

la tassa stabilita,

ed

principe di non

il

Questa dovrebbe divenire una legge fndamentale

un contratto tra il principe ed il popolo, un obbligazione che ogni nuovo principe dovrebbe accettare nel momento nel quale egli verrebbe a salire per la prima volta sul

dello Stato,

trono de suoi padri.

CAPO

XXXII.

Della esazione delle tasse.

Dopo avere esposto un sistema diverso di finanze, io ardiproporre un sistema diverso d esazione. Fin ora
esazione delle rendite del fisco non si fatta che o dagl in-

sco di
l
-

cumbenzati del governo, o dagli


Oltre deglinconvenienti comuni

ciascheduno

di essi

ha

affttatori di

queste rendite.

all'altro

metodo

suoi che gli son proprii. he

somme

all

uno ed

immense che il governo deve sacrificare allesazione de dazii,


sono gl inconvenienti comuni alluno ed all altro modo. Sia
che

le rendite del fisco si

che

si

esigano da suoi incumbenzati

sia

esigano dagli affittatoci del fisco, una terza parte almeno

di queste rendite

nelluno e nellaltro caso immolata

al-

lesazione. Questo sacrifizio, oltre che costa caro allo Stato,

non pu nel tempo

istesso

non inasprire

la

nazione, e non

LIBRO SECONDO.

337

alterare quella confidenza che ci dovrebbe essere tra

ed

popolo

il

governo; confidenza forse disprezzabile in un paese dove

il

ma

presiede un tiranno,
principe e dove

necessaria da per tutto dove ci un

governo moderato.
Questi sono gl' inconvenienti comuni. Esaminiamo ora

particolari.

Le

il

frodi continue

peculati che

pene non potrebbero evitare, quando


produce

derli

la

sicurezza dell impunit

la

pi rigorose

le

sicurezza di nascon;

incertezza delle

rendite; lo sbilancio dellerario, effetto, necessario di questa


incertezza, sono
fa dagli

disordini che nascono dall'esazione che si

incumbenzati del governo.

Quando
zione

rendite del fisco sono date in affitto, e

le

nome ed

si fa in

a conto degli affiltatori,

esa-

disordini in

di

diminuire

si

moltiplicano, e divengono anche pi per-

niciosi.

Non sono

io

il

vece

surdo

d esazione,

di perseguitare in

primo ad attaccare questo metodo

che d

nome

in

mano

gli scrittori patriotici, tutti gl

al

privati cittadini

della legge

il

as-

dritto

loro concittadini. Tutti

ingegni che

si

sono consacrati

bene pubblico, hanno declamato contro questo abuso de-

buon ordine dello


Stato. Ed in fatti, subito che il sovrano da ad uno o a pi
cittadini 1 affitto delle sue rendite, viene nel tempo istesso a
struttivo della tranquillit pubblica e del

conferir loro la facolt di vessare, offendere, perseguitare,

oltraggiare chiunque essi vogliono coll armi stesse della legge.


gli

annali dell oppressione per persuadersi

di tutta liniquit di

Basta leggere

questo sistema, lorigine del quale

quanto

sappiamo dall istoria,


am mai la libert fuori delle sue
mura, e che non pot quindi neppure tra queste conservare;
noi sappiamo, io dico, che Roma aveva condannato a questo
metodo funesto d esazione le provincie conquistate ma noi
sappiamo anche dove giunse l avidit de' pubblicani
e la
miseria di queste provincie; noi sappiamo da Svetonio che un
antica

che

Roma

la

tirannia istessa. Noi

la

quale non

finanziere delle Gallie sotto

che

tributi si

dere

anno

pagavano

in quattordici

in

T imperio

querele de popoli dell Asia furono cosi


*

Questo era
Filangeri.

il

nome
l.

Augusto,

ogni mese, ebbe

vedendo

ardire di divi-

mesi; noi sappiamo da Dione che


efficaci

le

che obbliga-

degli adiutori de tributi.

29

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

338

rono Cesare ad abolire in questa provincia


introdurre un nuovo metodo d esazione

Tacito che

aveva

Macedonia e lAcaja,

la

pubblicani

e ad

noi sappiamo da

provincie che Augusto

romano, credettero d' aver tutto otquando furono liberate da questa specie d esazione ;
clamori
sappiamo finalmente dall istesso isterico che
provincie furono cosi forti sotto l' impero di Nerone
lasciate al popolo

tenuto,
e noi

delle

contro

garono

imperatore ad emanare varie leggi dirette

all

rendite del

affitto le

vere quelli che produce oggi

da
il

tutti

mettere

avidit e allautorit de pubblicani. Questi furono

Roma

disordini che produsse nelle provincie di

dare in

un freno
i

e lestorsioni di questi finanzieri, che obbli-

la perfidia

metodo

il

di

mi astengo di descriUn male che si soffre


sempre meno pericoloso

fisco. Io

Europa.

da tutti conosciuto; e poi

piangere sulla miseria de nostri padri che sulla nostra. Mi

basti di dire che pi

dritto di -Vessare e di perseguitare,

il

che quello di esigere, che

si

valuta nell affitto

queste ren-

di

Quasi tutta lEuropa testimone di questa verit.

dite.

Qualunque

que scegliere, si
egualmente agl
zione.

due metodi d esazione che si voglia dunurter sempre in gravi disordini contrarii

de

interessi del

Ma durante

sovrano ed a quelli della na-

sistema de dazi indiretti

il

due strade. L' una o

uscire da queste

male necessario. Un sistema nuovo

nuovo

unito che ad un sistema

mento

1'

non

altra

pu

si

di esse

un

esazione non pu andare

d imposizioni.

Il

solo stabili-

del dazto diretto potrebbe dare adito a questa interes-

Quando non

santissima riforma.

ci fosse altro

zio nello Stato, e questo fosse la lassa

istesso potrebbe esser

esattore del

su

fsco.

che un solo da-

fondi,

Tutti

popolo

il

capi delle

universit dovrebbero esigere le tasse de' fondi compresi nel


far pervenire le loro rispettive

loro distretto, e

capo della provincia. Siccome tutto


*

fatte

Egli fece quattro stabilimenti,

contro

pubblicani

secondo, che

essi

nel corso dell*

i)

terzo,

pretensioni senza formalit

dazio per

le navi.

l!

primo

tenute nascoste

non potessero

anno;

di questi prescriveva

quel tempo,

si

che

le leggi

pubblicassero

il

esigete quello che avevano trascurato di ripetere

cbe

; il

fin

esazioni al

permanente, ed

fisso,

ci fiisse

quarto, cbe

un pretore destinalo a giudicare


i

le

loro

mercanti non dovessero pagare alcun

Leggasi Tacilo negli Annali,

lib.

13;

Burman.

De

veclig.

cap. .

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LIBRO SECONDO.
inalterabile in questa specie di tassa,

minima frode o

della

drebbe pervenire
spesa, ed
scelti
l

il

339

non

si

potrebbe dubitare

parzialit nell' esazione.

istessi

Fisco ve-

Il

sue rendite nel suo erario senza

le

popolo, vedendo che quell

minima

la

che egli ha

per rappresentarlo e dirigerlo, sarebbero incaricati del-

esazione delle tasse, sarebbe pieno di confidenza e sicuro

di

non esser tradito. Lindustria, garantita dalla sacra auto-

non avrebbe che temere

rit della legge,

uomini. L arbitrio,

aver parte

in

parzialit,

la

Le

manenti delle tasse

di

parte degli

dalla

non potrebbero

frode,

la

questa specie d esazione.

tariffe esatte e

per-

ciaschedun fondo annuncierebbero al

proprietario ci che egli dovrebbe pagare allo Stato.

Il

contri-

buente non dovrebbe dipendere che dalla legge e da se medesimo.

Il

mente

come

favore o

lodio degli esattori

indifferenti. Egli

pare; coltivare a suo talento

gli

a chiunque

Lartefice,

sentir

la

La

il

libert

istesso

rezza

solo del

benefici

da spie, da

citt, nelle provincie,


;

essa diffonderebbe nel


sull agricoltura,

influssi

sulle

commercio essa darebbe la massima attivit all inla massima tranquillit al popolo e la massima sicu-

arti e sul

dustria,

nome

esattori,

regnerebbe nelle

suoi

il

minuto popolo, lozioso

nelle strade, sulle spiaggie e ne' porti

tempo

suo

vendere

loro porzione senza avvedersene.

Stato non sarebbe ingombrato da

guardie.

che

suoi fondi

mai pi proferire

merendante,

il

consumatore pagherebbero

Lo

di ci

sue derrate; trasportarle, estrarle, custodirle

le

come vuole, senza


fisco.

sarebbero ugual-

gli

potrebbe disporre

al trono.

CAPO

XXXIII.

Degli straordinari bisogni dello Stato e della manieradi provvedervi.

Si detto

gni dello Stato.

La guerra ha

che

Or

la

misura delle contribuzioni sono

questi bisogni

in tutti

luoghi ed

non sono sempre


in

tutti

biso-

gl istessi.

tempi richieste

maggiori spese che la pace. I popoli antichi vi provvedevano


colleconomia eh' essi facevano nel tempo di quiete. Essi serbavano somme considerabilissime per gli straordinari bisogni
,

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

340

L istoria

della repubblica.
d Egitto, e

cedonia,

assicura che

ci

Tolomei successori

antichi re

gli

d Alessandro,

re di Siria e quelli de Medi

1
i

avevano

re di Made tesori

accumulati. Sparta istessa, Sparta cos frugale e cosi inimica

oro e dellargento, aveva, per quel che ne dice Platone,*

dell
il

suo pubblico tesoro.

de Galli

che

Romani ebbero

Gli Ateniesi

avevano ugualmente

6
;

e le antiche repubbliche

e noi

sappiamo finalmente

loro pubblico tesoro, cosi durante la

il

come

libert della repubblica,

sotto

il

giogo de Cesari.

Que-

metodo si perpetuato presso le nazioni d Europa quasi


fino a due secoli in dietro. * Ma da che si sono conosciuti i
vantaggi della circolazione da che governi si sou persuasi
sto

che
e

loro

ma

facevano

tesori sepolti

la

rovina del commercio

abbandonato con ragione questo metodo:

dell industria, si

bisogna confessarlo, essi hanno urtato in un nuovo disor-

meno

dine non

pernicioso dell antico. Subito che

gl interessi

del principe, o quelli della nazione lhanno obbligato a pren-

der

le

armi, non trovandosi


Appiano, che aveva

denaro per far

il

guerra, e

la

non

che era nato in Alessandria,

visitati gli archivi, e

il

fa

ascendere Guo a 740.000 talenti.


* Livio

(lil>

Macedonia sotto
(lib. 1

il

Hisl.not

lib.

fa

si

erauo ammucchiati in
Vellejo Patercolo

quale non trovo che una porzione

il

Roma una somma

33, cap. 3,

che

quello di Perseo.

equivalente

ascendere quasi

nove milioni di ducati,

al

doppio questa somma.

Plutarco, nella vita di Alessandro, dice che allorch questo principe con-

quist
i

e sotto

cap. 9) ci dice che Paolo Emilio,

e Plinio

le

due

Suez e d'Ecbatana,

citt di

vi

trov ottantamila talenti serbati per

pubblici bisogni, ed una porzione di questi vi era depositata

Quinto Curzio

Ciro.
a

parla de* tesori

ci

regno di Filippo,

di questi tesori, porto in

40 j

45. cap

pi

di

(lib. ,

cinquantamila

cap. 2) fa ascendere

Plat. In Mlctb.

Tucidide

(lib. 2), e

Diodoro Siculo

avevano riuniti nello spazio di 50 anni tra

ponneso pi di diecimila

una

Strabooe,

11

tempio

lib.

di

fin

da tempi di

porzione sola trovata io Suez

talenti,

che

si

la

(lib.

12), ci dicono che gli Ateniesi

guerra di Media

quella del Pelo-

custodivano nel pubblico tesoro.

Saturno

brillante descrizione

somme immense,

la

talenti.

il serbatoio di questi tesori


de* quali ce ne fa
(lib. 3, v. 455); noi sappiamo quali furono le
impadron Cesare nella guerra civile, e quelle iu

era

Lucano

delle quali s*

appresso serbate da Augusto, da Tiberio, da

Vespasiano e da Severo, per

gli

straordmarj bisogni dello Stato.


8 Si sa

Spagna che

che
nell*

il

sistema di contrarre un debito nazionale non cominci in

anno 1005

e questa stata

uua

dille potentissime cause della

rovina di questa oazioue.

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LIBRO SECONDO.
volendo

straordinarie,

andato

in

cerca di danaro, e per ottenerlo ha oppignorata una

porzione dello sue rendite

a suoi

non entro ad esaminare

se

Questo sistema

creditori.

erroneo ha nel tempo istesso rovinata


ne. Io

341

tempo istesso inasprire la nazione con tasse


si avuto ricorso alle prestanze. 11 governo

nel

principe e la nazio-

il

sovrano abbia o no

il

dritto di farlo; se la corona essendo ereditaria, e

strazione assoluta

se

il

sporre della successione


togliendo

all

principe non avendo


al

non eniro, io dico, ad esaminare,


gier che non pu alterar l ordine
a

membri avvenire

il

ammini-

trono; se una perpetua sostituzione

usufruttuario della corona

proibendogli di disporne, o nella

dare

dritto di di-

il

la

propriet defondi,

o nelle parti;

totalit

se questo titolato passeg-

della sua successione,

dello Stato che

governa un

altro

sovrano, se non quello che dalla legge chiamato dopo di


trono, possa egli eludere questa disposizione, obbligando

lui al

la

nazione intera pei suoi debiti, e consumando anticipata-

mente

rendite de suoi succesori col caricare di debiti

le

rio, la propriet del quale della corona, e

l'esame

la porta. Io lascio a politici

sima questine che un secolo

non lascer

di risolvere; e

di discussione,

mi piace

chio, e

mi dica:

Titiro,

Contentiamoci dunque

a re,

non

di

di

come questo,

nascondere

che un Dio mi
ti

era-

il mio giutemo sempre, allorch ar-

dizio su quest oggetto, giacche io

disco d innalzarmi sino

solo uso di chi

il

di questa interessantis-

tiri

per

orec-

occupare che degli armenti.

osservare

la

cosa dal solo aspetto

de mali che produce.

Subito che

priva

paga

il

al creditore.

sene;

principe prende una

somma

una porzione delle sue rendite per

ma

sono

suo erario dunque

Il

popoli quelli che

il

in prestito,

si

interesse che ne

primo a

risentir-

dopo poco tempo sono conil danaro si preso per

dannati a rimpiazzare questo vuoto Se

andare contro

nemici dello Stato, o per soddisfare l'ambi-

zione del sovrano,


il

timore
1

finita la

d inasprire

Cum

il

eanetem Rege

Vellit, et

guerra, e per conseguenza finito

popolo,

si

et prati,

pensa subito ad una nuova


Cynlhius aurem

atlmonuit: Pastorelli, Tytire, pingue

Pascete opoilet oves

29 *

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342

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

imposizione.

Il

ministro

vantaggi dell agricoltura o del commercio;

prodotto compensi linteresse che


Fatto che
si

pubblica,

debito resta

il

sizione; ed in tanto
delle

somme

il

si

che vede

principe,

prese che sono superiori alle

ed

facilit

di

facilit

la

impegna

facolt

nazione che governa. Senza questa


quista

che

il

tutto.

il

a spese del popolo,

avrebbe rovinata

basta

paga del debito contratto.

La nuova imposizione
eterno, ed eterna rimane l impo-

calcolo, fatto

il

'

cura poco che questa sia contraria

si

aver

in quelle intra-

della

forze

alle

Luigi

XIV

non

Francia col suo spirito inquieto di con-

la

Olanda non avrebbe intraprese quelle guerre, nelle

1
;

non gi la difesa della sua libert, o vantaggi 'del suo


commercio, ma la sua ambizione smisurata e
suoi sospetti
mal fondati lhanno impegnata; e lInghilterra finalmente
quali,

non avrebbe compresse


messi in alterazione

tutte le molle dello Stato;

tutti

non avrebbe

muscoli del suo corpo politico;

non avrebbe oppresso il suo commercio, i suoi terreni e le


sue case; non avrebbe spaventato il lusso istesso con infiniti
dazj , e non avrebbe distesa la sua avidit sulle bevande
istesse pii! ordinarie del popolo per pagare l interesse d un
debito di 3,300,000,000 di lire, che aveva contratto fino allultima guerra colla Francia e colla Spagna; debito che l
costato la ribellione delle sue colonie , e che obbligher un
giorno la nazione a dichiararsi fallita in mezzo ad una ren1
dita di 240 milioni di lire.
.

altro

detto che

motivo, come

buzioni
a

Ho

costata la ribellione delle sue colonie

sanno,

tutti

non per

se

1*

governo cerc

il

'impossibilita

bisogni dello Stato, dovendo pagare 1

della nazione.

Ho

he

la

577, 490

nazione non pu reggere

esorbitanza deglinteressi

che

si

perch non per

metropoli di provvedere

lire d' interesse

detto anche che questo debito obbligher

rarsi Tallito, giaci

quali

di moltiplicare le loro contri-

nella quale era la

al

il

per

governo

debiti

dichia-

peso delle contribuzioni

alle

pagano per questo debito, la condanna.


surcumbrre sotto
, o deve

L* Inghilterra, dunque, o deve liberarsi da'suoi debiti


il

loro peso

ma

trapresa}
gli

hanno

fin'

ora questi

non

bari fatto altro

in questa salutare in-

che palesare lo zelo di coloro che

profetiti.

cassa di mortitzazione

La
violento

sono proposti per riuscii

Infiniti progetti si

sospesa

stata

permettono questo
debito fra tutti

oltre

sacrificio, li

che un rimedio lento per un male cosi

gli
i bisogni dello Stato non
progetto di fare una ripartizione del capitale del

e lo sar

sempre

perch

sudditi, in maniera che ciascheduno contribuisse una

proporzionata alle sue facolt, per estinguere cosi tutto ad un t ratto

somma

debiti

pub-

343

LIBRO SECONDO.
Ecco dove ha trasportati

governi

contrarre

la facilit di

di ricorrere a questo strano

rimedio

per provvedere agli straordinarj bisogni dello Stato.

Ma non

de debiti e

metodp

finiscono qui

mali che producono

debiti della corona.

commercio e
sull industria. Non ci vuol molto per assicurarsene. Siccome
per lo pi il debito si contrae dal governo co suoi stessi cittadini; siccome la maniera pi sicura e pi comoda dimloro flagelli

piegare

distendono

si

agricoltura, sul

sull

suo danaro quella che

il

impiegandolo ne fondi

si fa

pubblici; siccome questa specie di rendita


all

alterazione

del corpo, n

mostra da se stesso

blici,

all

non

soggetta n

ingiuria delle stagioni, n

impossibilit d eseguirlo

Come indagare

ciaschedun cittadino? come indagare lo stato delle fortune di


di tutti gli artieri, di tutti que' cittadini, che vivono dei
stria

Come

della quale a

finalmente obbligare
stento

Bambuck,
il

pu pagarne

terno dell' Alinea per

chiamato

di questo paese che

regno del sangue,

si

Senegai,

chiama

se gli

Il

il

che sarebbe obbligata

indu-

somma,

una

le

che sarebbe forse

penetrassero

dico, oltre che costerebbe all'Inghilterra molto per


l'erezione dinfiniti forti

coll'

conquista delle miniera di

regno dell'oro
vi

facolt di

negozianti,

progetto di penetrare nellin-

e di fare la

Europei

le
i

artiere a sborsare tutt insieme

l'annualit?

la strada del

tutti

commercio o

questo progetto, io

spese, che richiederebbe

a costruire sulla strada di

passo

Mandignos e de Sarakoles i quali


commercio, del quale essi
Lanno sempre avuta lesclusiva; oltre che costerebbe alla Gran Brettagna molti
uomini , ricchezza della quale infelicemente questa nazione e molto scarsa oltre

in passo per

garantirsi

turberebbero sempre

dalle incursioni de*

novelli intraprenditori d* un

che potrebbe essere attraversato dalla nazione rivale, che sarebbe


d impedirgliene l'intrapresa,
alle

spese

o almeno

oltre tutti questi ostacoli,

assicurerebbe lInghilterra di trovare

bero l'oggetto? Le relazioni

di

Orientali

le

dopo

Compaq non

relazioni

alla

portata

vantaggi senza contribuire


difficile di

superare, chi

tante spese que* tesori, che ne sareb-

pochi viaggiatori,

solo che sia conosciuto, chiamato


dell' Indie

di dividerne

che sarebbe mollo

tra

quali

fattore delta

non

ci

che un

compagnia franrese

dico, di poehi viaggiatori spesso flse, quasi

sempre esagerate, potrebbero forse bastare per indurre il governo britannico ad


una simile intrapresa ? Le spese dovrebbero precedere la sicurezza dell'esito*
giacche non permesso ad alcun Europeo di penetrare iu queste regioni, gli abitanti delle quali

conoscono bastantemente

loro interessi

la

nostra avidit per

chiudercene lingresso. La Gran Brettagna dunque

si esporrebbe al pencolo dacmezzo istesso col quale erebeebbe di prevenirla, l mali di questa nazione saranno dunque incapaci di rimedio? No: l'Inghilterra avrebbe una strada da tentare senza pericolo, una strada, che lesperienza

celerare la sua rovina con quel

e l'

indole de' suoi cittadini le addita. Questa sarebbe una sottoscrizione libera e

volontaria, che dovrebbe rimaner aperta sino all'estinzione totale de' suoi debiti.

Lentusiasmo,
bero

le

la

generosit e

le

ricchezze private de' suoi cittadini non tradireb-

sue speranze. La legislazione non dovrebbe far altro che impiegare questi

istrumenti per conoscerne

la forza.

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3U

LA SCIENZA DELLA LEfiiSLAZlONE.

all'avidit de finanzieri, tutti questi vantaggi fanno che cia-

schedun cittadino cerchi


danaro.

Il

proprietario

impiegare

si

trascura di migliorarlo;

il

impiegare

suo danaro nelle rendite del

il

e nell industria

come

farebbero

discono

mani

Stato. Esse gli sono anzi pernil

ozio, che

le capitali

abbandonano

come

la

povero contadino

quelle

a spese delle campagne,

sione dello Stato, in vece di fecondare

le

campagne,

al travaglio,

esten-

in

vece

restano sepolte

mollezza, della profusione e della vo-

questi asili della

in

'

tutte

ricchezza della nazione, sono

la

lo

delle ricchezze nazionali;

finalmente che popolano

il

tratta

commercio

e fanno che le ricchezze in vece di circolare in tutta

di eccitare

suo

pi povere e le pi avvilite, che impe-

le

diffusione

la

si

Or

fisco.

nellagricoltura, nel

quelle che fomentano

coltura tra le

il

suo com-

il

sua industria, allorch

la

somme, che impiegate

interamente perdute per


ciose,

queste rendite

negoziante abbandona

mercio; luomo industrioso


queste

in

disf volentieri del suo territorio,

lutt.

Se

il

sistema dunque di ricorrere

a debiti

pi per-

il

un tesoro ozioso, come


commercio ed allindustria,
togliendo una gran porzione del numerario dalla circolazione;
se la politica non permette sempre d inasprire il popolo con

nicioso per la nazione; se lavere


1

avevano

nuoce

gli antichi,

al

tasse straordinarie che finissero col bisogno (che sarebbe per


altro

il

rimedio pi giusto e
che

altri); se tutto quello

meno

pernicioso di tutti gli

finora pensalo da governi,

si

o pericoloso o pernicioso, bisogna dunque pensare ad un metodo tutto nuovo per provvedere agli straordinarj bisogni
dello Stato. Io credo d' averlo trovato.

Qual la causa che rende oggi pernicioso


antichi? Si detto

non

fosse ozioso, se

rabilissime

noi

il

sistema degli

dover tenere tanto numerario segregato

il

dalla circolazione. Se

dunque

si

si

potesse avere

potessero avere delle

sempre pronte senza

potremmo conseguire

un

fare

Come dun-

per combinare due oggetti cosi opposti

Niente di pi

facile.

conside-

tutt'i vantaggi della politica degli

antichi senza incorrere negl istessi inconvenienti.

que

tesoro che

somme

toglierle dalla circolazione,

Quella

somma

che leconomia

tra loro?
dell

am-

LIBRO SECONDO.

345

minis trazione potr in ogni anno risparmiare, in vece di sep-

un

pellirla in

tesoro, che

dia .in

si

mano

di quei cittadini

che

ricercano e che possono ipotecarla sopra un fondo stabile,

la

che rimarr inalienabile finch


tuita al creditore

somma non

che questo prestito

somma

restituire la

la

in

al fisco

si

sar stata resti-

faccia col patto di

qualunque tempo, ed

in qua-

lunque circostanza sar per ripeterla, e finalmente che niuno


interesse

esiga per la

Questo
rebbe

le

sacrifcio

somma

data in prestito.

sarebbe necessario, perch moltipliche-

richieste, e per conseguenza permetterebbe al prin-

cipe di scegliere

sempre quelle,

nelle quali

suo credito

il

rebbe meglio cautelato. Egli potrebbe servirsi anche

di

sa-

questo

cittadini benemeriti dello Stato, giacmezzo per premiare


ch non un picciolo beneficio che si reca, dando una somma
in prestito senza il minimo interesse. Ecco come si potrebbe
avere un tesoro, senza togliere neppure la minima parte del
numerario dalla circolazione. Questo sarebbe, vero, un tesoro
i

ma

metafisico',

Stato

il

lo

che diverrebbe reale subito che

richiederebbero. Che se

somme

le

il

solo espediente, al quale in questo caso

sono

Quando

straordinarie.

le tasse

verno ha tentate

vede che

bisogni dello

bisogno cosi grande che

serbate dal governo non bastano per provvedervi,


si

deve ricorrere,

popolo vede che

il

go-

il

non aggravarlo; quando

tutte le strade per

il

suo soc-

corso, egli non ardir di reclamar contro una tassa

la quale,

positivo bisogno dello Stato ricerca

il

per onerosa che sia, sempre soffribile, quando non che

per un dato tempo, quando non durer pi del bisogno

1
.

popolo noo s' inasprisce allorch vede il bisogno che ci del suo soccorso. Durante la celebre lega di Cambrai, la repubblica di Venezia non fu obbligata a ricorrere a* prestiti
quantunque avesse dovuto resistere a tante potenze
*

Il

riunite. Tutti

biti

si sottoposero di buon animo ad una tassa proporL'Olanda non ebbe neppure bisogno di ricorrere a' deun'armata nel 1772; tutti i suoi cittadini

suoi cittadini

zionata alle loro facolta.

nazionali per mettere in piedi

contribuirono senza inasprirsi

nalmente quando
stiate
si

lanciare

tratti della

spogli de* suoi ornamenti

fesa della

quelle spese, finche ne conobbero

donne diedero

e sacrific

il

loro capelli per fare

morte sull'inimico

quando

in

Roma

bisogno. File

corde de-

il

bel sesso

suoi gioielli per contribuire alla di-

palna minacciata da un vincitore insuperbito; questi doni erano

dal cuore e

gno

in Siracusa le
i

non

estorti dal

governo

della patria, altr' oggetto che

la

essi

non avevano

difesa, altro

altro

sprone che

premio che

la

il

dettati

biso-

pubblica rico-

>

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

346

Prendete una molla. Una. pressione momentanea, per


forte che sia

non

che risvegliare

fa

sua elasticit

la

voi la tenete, costantemente compressa

ma

se

essa reagisce tanto

sopra se medesima che pervenuta finalmente nel punto, nel


quale termina

ch

egli

la

sua elasticit,

mano che

e lacera la

rit a coloro

che hanno

dere che dopo che

per

delirii de* re

la

si

spezza tutto ad un tratto,

comprime. Questo

il

popolo. Allor-

giunto a questestremo, egli insegna una gran ve-

re soffrono per

viene un tempo, nel quale


svanisce, e costringe
sesso, a chinare
sit; che, in

la

mostro che crede

il

una parola,

la

sofferto

loro stessi delirii

che

pretesa onnipotenza del despota

capo sotto

il

di ridurvelo: fa loro ve-

hanno per lungo tempo

sudditi

ambizione

la

mano

tirannia

si

esserne in pos-

potente della neces-

estingue colla reazione

de colpi che essa istessa ha' lanciati dal suo vacillante trono.

CAPO XXXIV.
/

Della distribuzione delle ricchezze nazionali.

Dopo aver parlato delle ricchezze e delle strade che le


conducono nello Stato; dopo aver distintamente esaminati gli
ostacoli che ne impediscono lingresso, e
mezzi per supei

rarli; bisogna ora cercare la

-maniera che deve tenere

il

le-

gislatore per ben ripartirle. Senza

una buona ripartizione, le


ricchezze in vece di fare la felicit della nazione ne accelerano la rovina. Non questo un paradosso, questa c una veinteresse privato vorrebbe che

rit

che

agli

uomini ed a coloro che

governano;

li

si

tenesse nascosta

ma

che

la filosofia

non teme di palesare e di dimostrarne levidenza.


La felicit pubblica non altro che 1 aggregato delle
felicit private di tutti gl individui che compongono la so-

ardita

ciet.

Allorch

ricchezze

le

allorch pochi sono


noscenza. Niuna

si

restringono tra poche mani;

ricchi e molti sono gl indigenti,

questa

di queste repubbliche trov ristessa generosit ne* suoi cittadi-

ni, allorch si trattava di

tata dall

dover soccorrere

ambizine e non dalla difesa,

la patria

per una guerra straniera det-

dall' avidit e

non

dal bisogno.

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Ggle

LIBRO SECONDO.

347

membra, non
corpo, anzi, come ho

felicit

privata di poche

far sicuramente la

felicit

di

detto, ne far la ro-

tutto

Siccome

vina.

il

una macchina, nella quale

in

tutti

pezzi sono

consunti, se voi ardite di ripararne alcuni rinnovandoli, nel

mentre che
vigore e

lasciate gli altri nello

robustezza

la

di questi, in

la

il

\ece di dare una maggior

durata alla macchina, ne accelera

tendo lazione e

nel quale sono,

stato

la

destruzione,

non po-

resistenza degli antichi pezzi esser pro-

porzionata all'azione ed alla resistenza de nuovi; della maniera istessa nella macchina sociale
la

compongono sono

se tutti gl individui

nello stato di languore per

che

miseria, a

la

riserba di pochi che sono nello stato opposto, cio nel mas-

simo vigore per l esorbitanza delle loro ricchezze, la facilit


che avranno questi d urtare contro la moltitudine, colla sicurezza

di

non poter trovare una resistenza proporzionata alla


non potr non rendergli oppressori; ed il popolo

loro azione,

calpestato da cento despoti soffrir allora tutti

dispotismo in mezzo
in questo caso

disordini dell anarchia.

non accelereranno

flagelli

macchina che chiamasi societ ? Non sarebbe meglio che


fossero egualmente poveri? Quali furono in

guenze

del

Le ricchezze

forse la destruzione di questa

Roma

le

tutti

conse-

La Repubblica dAtene
sarebbe stata forse oppressa da trenta tiranni se non ci fosse
stato in quel tempo l eccesso della povert nel popolo e l ecdi questa funsta sproporzione?

cesso delle ricchezze in alcune famiglie della classe degli ot-

timati? Limpossibilit d'ideare una buona costituzione unita


al

sistema feudale non forse leffetto della difficolt di com-

binare

il

sistema de feudi colla

meno

ineguale possibile distri-

buzione delle ricchezze nazionali ?


Se

le

ricchezze dunque nou solo sono inutili,

ciose a popoli,

avr

quando son mal

fatto tutto,

ripartite,

il

sato alla maniera di ben ripartirle.

Ma

di quali

perni-

non

mezzi deve

servirsi per ottener questo fine? Quali sono le vie


glielo

ma

legislatore

richiamandole nello Stato, se non ha pen-

condurranno, senza che

sono glimpedimenti che

la

il

curve che

volgo se ne avvegga? Quali

presente legislazione vi oppone?

Con queste interessantissime osservazioni

noi

conchiuderemo

questo libro delle leggi politiche ed economiche;

ma

prima

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348

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

d' ogn altro,

vediamo cosa debba intendersi per distribuzione

e ripartizione di ricchezze nazionali.

CAPO XXXV.
Cosa debba intendersi per distribuzione

di ricchezze nazionali.
;

Unesatta distribuzione di ricchezze nazionali, uneguaglianza precisa nella facolt de cittadini

non pu aver luogo

che nella fanciullezza d una repubblica nascente. Subito che

un certo numero

di famiglie si

determina

data regione, e di formarvi una societ,


il

corpo che

scheduna

lo

rappresenta, comincia

di esse

una eguale porzione

di

fissarsi in

di

capo

il

dall

di

terreno, ed allora

tutte queste famiglie possono dirsi egualmente ricche.

come

diversi sono

una

questa, o

assegnare a cia-

Ma

sic-

gradi dell industria degli uomini, diversa

la loro economia, e diversi sono

loro bisogni; siccome la

suddivisione de fondi relativa alla molliplicit de

lgli; sic-

come

ora inse-

il

dritto di

testare (questo dritto creduto

fin

tempo per

parabile dalla propriet) deve coll andare del


1

estinzione delle famiglie riunire nell istessa persona le ric-

chezze di pi famiglie estinte, siccome Gnalmente una forza


d attrazione,

che costantemente

si

osserva, fa che

il

danaro

sacquisti col danaro, e le ricchezze colle ricchezze; tutte

queste cause rendono impossibile

inalterabilit

distribuzione, e non sar ancora scorsa

di

questa

seconda genera-

la

zione che leguaglianza stabilita nell origine della nuova repubblica, sar interamente svanita. Questa verit stata fino
all

evidenza dimostrata da Aristotile nel

Politica,
di

dove esamina

il

Platone e di Falaride Milesio, nelle quali

lire

libro della

II

sua

sistema delle due repubbliche ideali


si

voleva stabi-

eguaglianza precisa delle fortune e de fondi.

Le conse-

guenze della legge agraria de Romani ce ne offrono anche

una pruova

di fatto.

Non

dunque

possibile

esatta e precisa eguaglianza di ricchezze nelle famiglie

Stato;

siano

ma non
ben

per questo impossibile che

ripartite. Io intendo

le

una
duno

ottenere

ricchezze vi

per buona ripartizione, o di-

349

LIBRO SECONDO.

stribuzione di ricchezze, una equabile diffusione di danaro, la

quale evitando

un

certo agio

degli uomini.

riunione di questo tra poche mani, cagioni

la

comune, istrumento necessario per la felicit


Quando ogni cittadino in uno Stato pu con un

lavoro discreto di sette o otto ore per giorno comodamente


supplire
il

bisogni suoi e della sua famiglia

pi felice della terra, egli sar

ben ordinata ; in questo Stato

buite; in questo Stato finalmente

una chimera,

delle facolt che

questo Stato sar

modello

il

una societ

ricchezze saranno ben distri-

le

non

ma

sar

ci

eguaglianza

eguaglianza della

feli-

cit in tutte le classi, in tutti gli ordini, in tutte le famiglie

che lo compongono, eguaglianza che deve essere

Ho

della politica e delle leggi.

un

detto con

lo

scopo

lavoro discreto

non

di sette o otto ore per giorno, poich un eccessiva fatica

compatibile colla

felicit.

Lasciamo

a poeti

ed

a filosofi

duna vita interamente laboriosa, e con-

entusiasti gli elogj

tentiamoci di piangere sulla disgrazia di coloro, che sono

condannati a menarla. La natura, che ha dato a

tutti gli es-

al mestiere che dovevano esernon ha fatto luomo per una vita cosi penosa; egli
non pu adattarvisi che a spese della propria esistenza. Non

seri

una forza proporzionata

citare,

ci

facciamo trasportare

dall errore.

mini occupati dalle penose

Non

vero che

arti della societ

che poche ore della notte per sollievo

gli

uo-

e che non hanno

delle loro fatiche,

non vero, io dico, che quest' infelici vivono tanto, quanto


luomo che gode del frutto de sudori e che fa un uso moderato delle sue forze. Una fatica moderata fortifica, una fatica eccessiva opprime e consuma. Un agricoltore che prende
la zappa prima che il sole esca fuori dall'orizzonte e che non
l abbandona che all avvicinarsi della notte, un vecchio all

et di quaranta e

viano,

il

suo corpo

di cinquant anni.
s

Non

fatta alla natura.

dunque

che

lo

istessi.

lui la

trovar

si

abbre-

violenza
la felicit

anche impossibile

il

indivisibile dun ricco


non lo abbandona nepQuesta come 1 ombra del suo corpo
i

luoghi, e

accompagna da pertutto.

FUangeri .

ma

il

La noia, compagna

ozioso, lo seguita in tutti

pure ne piaceri

suoi giorni

possibile

in un genere di vita cosi laborioso;

trovarla nellozio.

incurva, tutto palesa in

piaceri quasi tutti esauriti


iJO

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

350
per

non

lui,

dome

gli

offrono pi che

una

tetra uniformit, che ad-

e stanca. Destinati a sollevare lo spirito dopo

che del corpo, o dopo


d esser piaceri subito

lavori dell intelletto, essi

che non sono preparati

le fati-

lasciano

dall occupa-

di questo condimento necessario, luomo pu


interruzione da un piacere ad un
non far che passare da una noia ad unaltra
noia. Invano egli si fa un dovere di correrli tutti, invano egli
affetta un volto ridente e un linguaggio di contentezza, questa una felicit imprestata: questa una felicit d'ostentazione; il cuore non vi prende quasi alcuna parte. Il lungo

Privo

zione.

come vuole senza

passare
altro,

egli

uso de piaceri glie 1 ha resi inutili. Questi sono tante molle


s indeboliscono a misura che si comprimono con
maggior frequenza. Che diverranno allorch restano sempre

usate che

compresse?
No: non ne piaceri che il ricco ozioso pu trovare
qualche felicit. Egli non la guster che in quesoli momenti,
ne quali soddisfa a bisogni della vita. In questi
gli

uomini sono egualmente

plica in favore del ricco

felici,

ma

la

momenti

tutti

natura non molti-

bisogni della fame, dell

amore e

del sonno ec. Se egli mangia cibi pi delicati dell' uomo che
vive del frutto delle sue braccia, egli non per questo gode

pi di

lui nel

morbido,

il

soddisfare questo bisogno. Se

il

suo letto pi

suo sonno non per questo pi profondo e

meno

esposto agl incomodi della vigilia. Nel tempo dunque che gli

uomini soddisfano

La

a loro bisogni, tutti

sono egualmente

diversit dipende dalla maniera di occupare

felici.

intervallo

che passa tra un bisogno soddisfatto ed un bisogno rinascente.

Or

il

ricco ozioso che occupa tutto questo

tempo

in divertirsi

e nellandare in cerca de piaceri, egualmente infelice del

povero che deve impiegarlo in un lavoro eccessivo.


soffre

durante questintervallo tutto

tro tutto

il

il

Luno

peso della noia, e lal-

peso della sua miseria. Luno va in cerca di nuovi

bisogni e di nuovi desiderii, e


avergli dati quelli che

gli

1'

altro maledice la natura

per

costa tanto di soddisfare. Un occu-

pazione, una fatica dunque moderata, quando questa basti

per soddisfare

proprii bisogni e per riempiere

intervallo

che passa tra un bisogno soddisfatto e un bisogno che

si

deve

jy

Google

LIBRO SECONDO.

351

luomo felice, che pu


felicit, che non permesso

soddisfare, la sola che pu rendete

grado

farlo pervenire a quel


a'

di

mortali d' oltrepassare.

Or come

fare per ottenere che tutti

cittadini

duno Stato

fossero nel caso di partecipare a questa felicit desiderabile,

che in una societ ben ordinata non dovrebbe essere interdetta che

matti ed

a soli

por ottener questo


dini siano

fine

egualmente

delinquenti? Io lho detto:

a' soli

non

necessario che

ricchi,

ma

che

bilmente diffuse, cio che queste non

poche mani, lasciando

il

tutti

citta-

le

ricchezze siano equa-

si

restringano tutte tra

resto della societ nellindigenza.

Cerchiamo dunque quali sarebbero i mezzi, quali le leggi


che potrebbero facilitare questa necessaria diffusione, e quali
sono quelle che vi

si

oppongono.

CAPO XXXVI.
De mezzi proprj per ottenere P equabile diffusione del danaro e
delle ricchezze in

uno stato, e degli

ostacoli che la presente

legislazione vi oppone.

Se

si

osserva lo stato presente delle societ europee,

troveranno quasi tutte divise

in

manca il necessario,
La prima che la

due

classi di cittadini,

si

luna

abbonda dun gran


superfluo.
pi numerosa, non pu provvedere a suoi bisogni che col soccorso d un travaglio eccessivo. Questa, come si dimostrato, non pu conoscere la fealla

quale

licit.
1

altra che

Laltra classe vive nellabbondanza;

ozio, al quale

consacra, a tutte

si

le

ma

esposta per

angosce della noia,

qualche volta pi infelice della prima. La maggior parte degl

che

imperi saranno dunque condannati a non esser popolati


d infelici ?

Sar forse questo un decreto irrevocabile

della natura, o

piuttosto

una conseguenza della stranezza

delle nostre leggi e degli errori della nostra politica? Sar

forse impossibile

il

diminuire

le

ricchezze degli uni ed ac-

crescere quelle degli altri, senza urlare


propriet e senza offendere

non sembrer

difficile,

il

quando

sacri dritti della

decoro della giustizia ? Questo


si

ander in cerca delle cause

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.'

352

produttive di questo disordine. Chi crederebbe che nel mentre che tutti

lagnano della sproporzione

si

infinita

che vi

tra le ricchezze de cittadini, le nostre leggi cerchino di con-

Non

servarla e di aumentarla?

quello che tende a restringere

uno Stato, tende

nel

tempo

si

pu dubitare che tutto

numero

il

de' proprietarj in

ed

istesso a garantire

Or questo

tare questa funesta sproporzione.

fomen-

effetto delle

sostituzioni e de maggiorati.

Noi vediamo i pi
smembramento, durante
de padri a quelle de

come

vasti dominj passare senza alcuno


il

figli,

mani

corso di pi secoli, dalle

da primogenito in primogenito,

se le terre fossero indivisibili, e

come

se la stabilit

della loro posizione dovesse produrre quella del dominio. In

una nazione, ove questi maggiorati e queste sostituzioni


sero proscritte,

le

fos-

ricchezze sarebbero senza dubbio molto

pi equabilmente diffuse. Leredit del padre, divisa presso


a poco egualmente a tutti

farebbe di questi tanti pic-

figli,

e tanti padri di famiglie, i quali tutti non


avendo un eccessivo superfluo, dovrebbero necessariamente
occuparsi a far valere le loro terre; e non bastando queste

cioli proprietarj,

al loro

sostentamento, essi sceglierebbero qualche occupa-

zione che

gli

il

e da tormenti

garantirebbe dall ozio

noia. L agricoltura, la popolazione e

della

industria troverebbero

loro vantaggio in questa continua suddivisione

de fondi.

Coloro che resterebbero senz altra propriet che quella delle


loro braccia, troverebbero anche

st'aumentazione

di proprietarj.

non altrimente che quello


bili, dipende dal numero
richieste, essendo

loro
il

interesse in que-

prezzo delle opere,

di tutti gli altri generi

degli esibitori e,dal

commercia-

numero

molti coloro che richiederebbero

braccia, perch molti

le

delle

loro

proprietarj e pochi coloro che potreb-

bero loro offerirle, perch pochi


delle loro opere

il

Siccome

non proprietarj;

il

prezzo

dovrebbe necessariamente crescere: ciocch


di godere di quell agio, senza del quale,

permetterebbe loro

come

si

osservalo, non

si

pu trovar

felicit

in questa

terra.

Che non mi
giorati ne paesi

si

opponga limpossibilit

dove

ci

son feudi.

d abolire

mag-

una famiglia ha un solo

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LIBRO SECONDO.

353

feudo, ed allora giusto che la baronia sia del primogenito,


ina

fondi del feudo potrebbero esser divisi

altri fratelli.

dritto

neo
d

comune

all

egualmente

agli

una famiglia ha pi feudi, ed in questo caso,

perch non ripartirli fra

tutt'

figli?

Non hanno

questi

un

alleredit del padre? Qual principio eteroge-

investitura d un feudo

si

pu trovare nella persona

un cadetto? Un gran feudatario pu pi facilmente diveun oppressore che un feudatario dun solo feudo. Aumen-

nire

tandosi

dunque

il

numero

tanti difensori di'pip in


tanti oppressori di
il

de feudatrj,

il

principe avrebbe

tempo di guerra, ed il popolo avrebbe


in tenmo di pace. Ma, mi si dir che

meno

sistema delle sostituzioni e de maggiorati adattato alla

natura della costituzione monarchica. Essendovi de' gran proprietarj in.unojtajo,

il

governo trova in

bisogm\La corona

ne suoi

di sicurezza,

grandi soccorsi

essi

acquista con questo nuo\

gradi

poich i-gran proprietarj delle terre avendo

molto da perdere, hanno anche un grande interesse nel conservare

il

sistema dello Stato.

Qual pregiudizio pi irritante


la moltiplicit de proprietarj

di

questo? Se vero che

cagiona

governo monarchico, come

cosi nel

felicit dello

la

Stato,

in tutte le altre costitu-

zioni; se tutte le classi, tutti gli ordini della monarchia sa-

rebbero ravvivati dalla diffusione delle ricchezze che

lo

smem-

bramento
allora

di queste grondi masse produrrebbe; non sarebbe


una porzione sola de sudditi, non sarebbero allora

questi pochi rami primogeniti quelli che veglierebbero alla

ma

conservazione dello Stato,

tutto

il

sarebbe allora impegnato a difendere

conseguenza a sostenere

la

corpo della nazione


la

sua

felicit,

e per

corona sul capo di colui che gliela

procura. Qual sicurezza pi grande di questa?

Se

le

sostituzioni e

maggiorati sono dunque contrarj

alla diffusione delle ricchezze,

mani
duti
i

dagli ecclesiastici,

istessa

dove

perch restringono tra poche


i
fondi immensi posseopporranno egualmente, per

tutte Je propriet dello Stato,

il

ragione.

vi

si

Ne paesi della nostra santa comunione,

celibato unito al sacerdozio, tutto

pu considerare come

il

clericato si

una sola famiglia. Una terza parte,

per cosi dire, de fondi dello Stato, posseduti da una sola


.

uo*

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

354

non restringer forse all infinito il nmero de pr


1
prietarj in una nazione? Noi l abbiamo altrove osservato.
L altro impedimento finalmente alla diffusione delle ricchezze la quantit immensa del numerario che corre da
famiglia,

tutte le parti dello Stato nella capitale per restarvi sepolto.

Tutto

splendore delle Dazioni europee non

lo

che nelle capitali. Coloro che


dello Stato;
felici,

il

le

abitano sono

si

trov^ oggi

soli cittadini

non che una truppa d'in-

resto degli uomini

condannati a passar tutta

la

loro vita ne lavori pi

penosi, colla sicurezza di non poter trasmettere a loro

altra eredit che

figli

abito al bavaglio, alle oppressioni, alla

miseria, ed alle imprecazioni vane duna rabbia impotente.


dell ostacolo che la grandezza immensa delle
oppone a progressi dell agricoltura^ noi abbiamo
maggior precisione vedere qual#* siano le cause

Parlando
capitali

fatto colla

che trasportano in esse tutto

il

numerario de popoli.

Si os-

serv che alcune di queste cause erano necessarie, molte


abusive. Si propose

una riforma per


quel che
libro.

si

le

dunque un compenso per le prime, ed


non ho qui che aggiugnere a
XIV di questo

secnde. Io

detto su quest oggetto nel capo

Mi piace per altro d esser spesso

nell obbligo,

ripetermi, di dirigere colui che legge a quello che

o a quello che
delle

mie

si

deve

dire.

Questo mi assicura

si

per non
detto,

dell

unit

idee e dello stretto rapporto de miei principi-

Esaminate le cause che impediscono nella maggior parte


delle nazioni d' Europa 1 equabile diffusione del danaro, vediamo ora come, tolte queste di mezzo, si potrebbe facilitare
questa diffusione. Ogni picciolo urto basterebbe. Una legge,

per esempio, che nella compra de fondi desse, caUeris paria non proprietarj, e che, nella concorrenza
due compratori entrambi proprietarj, desse sempre la pre-

bus, la preferenza
di

ferenza a colui che possiede una maggior quantit di terreno,

sarebbe utilissima, per facilitare

sempre

la diffusione delle

relativa a quella delle propriet.

del lusso?

Pu

ricchezze,

Ma che diremo

egli contribuire alla diffusione delle

noi

ricchezze?

Esaminiamolo.
'

Eicae

'parler diffusamente

tuto osservar* nel piano clic

ai

nel

Libro di quell'opera, come

ri

c po-

premono.

Gooole

LIBRO SECONDO.

355

CAPO XXXVII.
Del lusso.

lusso, del quale

Il

si

da' moralisti e da politici

pera

come cosa
il

detto tanto male e tanto bene


jl

lusso che

ammira

si

vitu-

si

che viene dagli uni considerato come ornamento e

e vien dagli

utile,

altri proscritto

lusso, al quale la declamazione

imperi e

di tanti

come un

ha attribuito

decadenza

la

industria, la conservazione e

lusso che secondo

vizio;

progressi

vulgari raziocinj de bassi

delle arti;

il

politici, fa

passare le ricchezze d'un popolo agricola tra

mani

un popolo manifatturiere

luno e laltro; e conserva

ma

che in

commercio

il

le

sostiene

fatti

tra gli

uomini;

il

lusso senza dubbio uno de grand istrumnti della diffusione


.

del danaro e delle

ricchezze in uno Stato.

hanno molto, non spendessero pi


alimentare

il

loro lusso,

come

si

di quello

Se coloro che
che hanno per

potrebbe mai sperare

parazione di queste grandi masse, come

si

la

se-

potrebbe mai spe-

rare una equabile difTusion di danaro e di ricchezze in

mezzo

a queste lagune, ove di continuo anderebbe a ristagnarsi tutto


il

numerario de popoli? Questa verit

tori sviluppata.

L esperienza

tutta via col fatto. In quelle nazioni


l

esistenza degli

stata da infiniti scrit-

ha dimostrata e

ostacoli de quali

dove

ci

dimostra

la

lusso, malgrado

parlato, le ricchezze

si

sono meglio diffuse che in quelle, dove minori sono questi

ma dove

ostacoli,

Ma

si

produce

il

lusso proscritto.

dir forse che se

tanti altri mali,

il

lusso cagiona questo solo bene,

quali debbono distorre

tore dal ricorrere a questo rimedio per ottenere


diffusione delle ricchezze che

desidera.

si

il

legisla-

Ma esaminiamo un

poco quali sono questi mali. Vediamo, se tutto quello che


moralisti attribuiscono al lusso,

buire

a'

pure se

mente

costumi; vediamo se
i

cattivi

si

equabile

dovrebbe piuttosto

attri^

corrompa i costumi, o
costumi corrompano il lusso; vediamo final-

ci che diverrebbe

il

il

lusso

lusso in

una nazione, ove

co-

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

35t

stumi fossero nello


d ogni altro,

quale sia
Il

il

stato, nel quale

non

lusso

dovrebbero essere. Prima

determiniamo lidea del lusso, e distinguiamo

lusso utile e quale


altro che

pernicioso.

il

uso che

1'

ricchezze

fa delle

si

e dell industria per procurarsi unesistenza piacevole col soc-

corso de mezzi pi ricercati che possono contribuire ad accrescere

comodi della

vita e

zione, dunque, nella quale

si

piaceri della societ.

mune

Una na-

osserva un gran lusso, deve senza

dubbio contenere grandi ricchezze; se in questa


a tutte le classi de cittadini, segno che

il

le

lusso co-

ricchezze

vi sono ben distribuite, e che la maggior parte de cittadini ha

un certo superfluo da impiegare per

sua felicit; se non

la

si

ritrova che in una sola classe, segno che le ricchezze vi

ma

non cooperano a perpetuare questa funesta sproporzione, essa non durer lungo
tempo, perch il lusso istesso non tarder molto a distruggerla. Tanto dunque nelluno, quanto nellaltro caso, il lusso
un bene. Nel primo caso, perch anima lindustria, ispira
son mal ripartite,

lamore
dolcisce
lutare.

della fatica,
i

se altre cause

conserva

un calore

muni a

le

ricchezze nello Stato; rad-

costumi, crea nuovi piaceri, eccita unattivit sa-

che allontana luomo

vivificante, incoraggisce

tutti gli

uomini

le

sparge da per tutto


commercio, e rende co-

dall inerzia,
il

produzioni e

natura avara racchiude sotto

le

le

ricchezze che la

acque del mare, nelle vora-

gini della terra, o che tiene sparse in mille climi diversi. Nel

secondo caso

il

lusso anche

un bene, perch promuove

la

diffusione del danaro e delle ricchezze, le quali quanto sono


desiderabili allorch son

ben ripartite, altrettanto, come

si

dimostrato, sono funeste allorch sono ristrette tra poche

mani.

Il

laborioso operaio e

esperto artista che non posseg-

gono alcun terreno, possono allora sperare


essi proprietari e ricchi. Il lusso

sidente, e

apre

di divenire

la cassa del

anche

ricco pos-

obbliga a pagare una tassa volontaria a colui che

languirebbe nell ozio e nella miseria senza questo sprone.


Egli raffina, inventa, moltiplica le arti e

mestieri; ravviva

glingegni e incoraggisce nel tempo istesso lagricoltura; giac-

ch

proprietari privati dal lusso del

superfluo delle loro

rendite, vengono dal loro interesse determinati a coltivare

LIBRO SECONDO.

357

con maggior diligenza quelle produzioni che cambiano con


altri piaceri.

menta

Questa reazione, della quale ogni societ speri-

effetti particolari,

pu nello stato presente delle cose

contribuire anche alla libert politica d una nazione.

Presso un popolo grossolano e rustico, che per lo spirito del secolo

non pu esser guerriero,

lusso trascura

le arti

la coltura

della

terra.

e che per difetto di

non

altra occupazione

Tutta

societ sar

la

si

conosce che

dunque divisa

presso questo popolo in due classi, in quella de proprietarii


de' terreni, ed in quella de loro vassalli o coloni.

La dipen-

denza di questi ultimi determinata dalla dura legge del


gno, deve degenerare in una dipendenza
a

proprietarii de terreni. Se le violenze di questi

loro insopportabili, altro rimedio

non

biso-

di servit riguardo
si

rendono

esiste pel popolo

non

possidente che buttarsi dalla parte del monarca e di cercare

nellaumento della potest reale un rimedio contro

le

vio-

lenze dellaristocrazia. Ecco ci che avvenuto in quasi tutte


le

nazioni d Europa.

lusso avrebbe prevenuto questo scon-

11

certo. Diffondendo insieme colle ricchezze le propriet,


fortificato

Il

avrebbe

popolo, avrebbe indebolita laristocrazia, e non

il

avrebbe alterata

la

forma del governo.

lusso considerato

dunque

sotto T aspetto, nel quale noi

ma pu essere un
male, allorch generalizzandosene troppo lidea, si crede
doversi comprendere sotto questo nome ogni spesa destinata

labbiamo definito, sempre un bene;

al

puro fasto ed

alla

una gran quantit

di

magnificenza.

togliere per

Il

esempio

uomini dalle campagne, un'immensa

quantit di cavalli dagli usi dellagricoltura e del commercio

per ornare
tit

le sale

immensa

di fasto e di

non
il

il

o le stalle de ricchi;

il

perdere una quan-

di terreni per giardini e per cacce,

consumazione pernicioso

allo Stato.

un lusso

Ma questo

lusso, del quale io ho data la definizione. Questo

lusso delle nazioni barbare; questo era

il

lusso degli anti-

chi baroni ne' tempi feroci e poveri della feudalit e deprincipali prelati
gli

n' tempi della superstizione. Si sa che tanto

uni quanto

gli altri

non ardivano

di

dare un passo fuori

deloro feudi o fuori delle loro chiese senza esser seguiti da un

numero

prodigioso di servi e di cavalli.

Un

concilio tenuto in

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o58

LA.

Laterano nel

11

che obbligava

vendere

dun

le

chiese e

vescovi questo fasto oneroso

monasteri' per dove passavano, di

vasi doro e dargento per riceverli e trattarli nelle

loro visite.

furono,

SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.


79 rimprovera

Questo fasto era cresciuto a segno, che

come

si sa,

nellobbligo di limitare

canoni

seguito di ciasche-

il

prelato. Quello degli arcivescovi fu ridotto a cinquanta

cavalli, quello de vescovi a trenta, quello de cardinali a ven-

ticinque. lo lo ripeto; questo

contro del quale

la

lusso delle nazioni barbare,

il

e la ragione non potranno mai

filosofia

bastantemente declamare, e dal quale


distogliere gli uomini

ma

leggi,

con

altri

non

rispetto

il

la

vera idea del lusso, e distinto

vediamo ora,

lusso pernicioso,

corrompere
se

cattivi

le azioni

che

costumi, come

sia

impiegare.

lusso possa

il

lusso.

nell abito di regolare

opinione. Vera o falsa, giusta o erronea

questopinione, sempre

del popolo.

il

moralisti lo pretendono, o pure

costumi possano corrompere

secondo

a' sacri dritti

lusso utile dal

il

se vero che

costumi d un popolo consistono

dovrebbe

legislatore

dovuto

permetterebbe

della libert e della propriet gli

Data

il

co diretti rimedi! delle suntuarie

mezzi che

Regolando

la

norma

unica delle azioni

tutte le sue azioni secondo quest opi-

nione, egli regola anche con essa la maniera di far uso de suoi
beni.

gono

il

costumi dunque sono quelli che determinano e dirilusso in

sar, quale

una nazione. Se

deve essere;

se

costumi sono buoni,

la

governo che

de' cittadini, e

il

consacrano

si

al

lusso

la dirige,

bene

della

il

perfezione deco-

stumi o che listesso, se lopinione che regola


coloro che

il

costumi saranno corrotti,

lusso lo sar egualmente. Se, per esempio,

le azioni

d della distinzione a
patria,

il

lusso di

questa nazione sar un lusso di beneficenza, sar un lusso


tutto patriolico. In questa nazione

un oggetto

far

di

un cittadino ricco non

lusso di collocare ne' suoi giardini

si

un

gruppo osceno di Bacco e di Venere, ma memore dell impressione che fece nell anima di Temistocle il monumento
innalzato in Atene ad Aristide vittorioso, egli far piuttosto
scolpire da una mano maestra la statua d un suo concittadino benemerito della patria, per eternarne
*

Cap. 2S, extra de

censii).

il

nome

e per

LiBttO
a tutta la

riconoscenza.

la

comodo del
nuova arte

359

nazione ci che

un cittadino ricco

tanti oggetti di lusso per

Questo

SECONDO.

si deve essere per meUna strada pubblica da riparare pel


commercio; una maremma da asciugare; una
da introdurre; un talento da produrre, saranno

mostrare
ritarne

in fatti stato

il

in

questa nazione

lusso che ha allignato in tutti

paesi

della libert, della virt e delle ricchezze; questo sar

lusso che

che

si

il

vedr risplendere nelle colonie anglicane, subito

pace, se sar unita ad una felice costituzione, permet-

la

ter loro di godere de frutti della loro libert, delle loro

virt e del loro commercio.

Ma

contrario

se al

sono corrotti in una nazione; se ogni idea


nione che ne regola
loro che

si

di virt,

costumi
ogni sen-

perduto in un popolo ; se l opiazioni, accorda della distinzione a co-

timento di patriottismo
le

si

sono dati in preda allozio ed

mollezza,

alla

il

lusso di questa nazione prender allora limpronta de suoi

costumi. L

il

cittadino, che ha tanto quanto appena gli basta

per poter vivere senza bisogno di ricorrere


si

un oggetto

far

per palesare
glio;

il

finalmente

il

alle sue braccia,

lusso di portar lunghe le sue unghia

di

suo ozio;

il

numero

lusso

si

perder tutto nel serra-

delle concubine e degli eunuchi

decider delle facolt di ciascheduno cittadino, e de' gradi di


rispetto e di considerazione che gli

debbono. Questo

si

il

lusso d una gran porzione dell Oriente.

La
corruttela de costumi cagiona la corruttela del lusso; ma non
costumi. Egli non pu della
pu mai il lusso corrompere

Non bisogna dunque confondere

la

causa cogli

effetti.

maniera

male che
altro che

tempo
rende

istessa
i

un

effetto della corruttela de

istesso che
gli

il
coraggio di una nazione. Questo
hanno anche attribuito al lusso, non

snervare

moralisti

corrompe

uomini incapaci

il

costumi,

la

quale nel

lusso, ammollisce gli animi e

di reggere alle

guerra. Le arti non snervano n

penose fatiche della

lo spirito,

il

corpo;

lin-

dustria al contrario, che una conseguenza necessaria del raf-

finamento delle arti, d nuove forze

all'

uno e

all altro. Gli

Ateniesi lussuosi non trionfarono forse tante volte della fru-

La Francia, pi lussuosa di quel che


tremar l Europa sotto Luigi XIV ? Qual

galit degli Spartani?

oggi, non fece forse

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

360

un Sainl-Hilaire, che ferito gravegran Turenne perduto per la patria,


uno Spartano che corre nel tempio a ringra-

si pu
mente mostra al

differenza

padre

fare tra

figlio

il

ziare
numi che il figlio sia morto difendendo la patria ?
La nazione pi lussuosa della Europa non ha forse risvegliato
in noi la memoria del valore de suoi barbari padri ? L Ini

non ha

ghilterra

forse veduto nascere sotto

il

suo cielo una

quantit prodigiosa di uomini che avrebbero oscurato


di tutti gli eroi della antichit, se questi avessero

combattuto

sul

mare?

molto pi coraggiose

di azioni

Maratona ed

tea, in

alle

che

di quelle

Termopile. PJo:

il

si

si

sono ancora corrotti in

lusso

cause.

non

il

essi

toglie

costumi

una nazione. Egli

che non pu produrre alcun male senza

nome
teatro

il

videro in Pla-

niente al coraggio, alla forza, al vigore, quando

non

il

come

L Oceano stato tante volte

un bene

concorso di altre

Dipendente da costumi della nazione,

legislatore

il

non ha che

a dirigere questi, per dirigere

vuole che

sua nazione non sia composta n di feroci Spar-

tani,

la

di molli Sibariti; se

T amore della

se vuole che

comodi
mente che
co

dustria e
perfezioni

il

lusso.

Se

egli

vuole evitare questi due estremi;


fatica si conservi in essi

insieme

della vita e co piaceri della societ; se vuole finalil

lusso sia, quale deve essere, lanima dellin-

distributore delle ricchezze nazionali; che crei,

costumi della societ che dirige, che

una volta

dell inefficacia di

offendono

la libert del cittadino, e

si

ricreda

tutte quelle leggi suntuarie

che per

state dettate dallamore del bene pubblico,

lo

che

pi non sono

ma

piuttosto da

quella passione illimitata che hanno coloro che sono alla testa
degli affari, di regolare tutte le azioni de cittadini, e che fa

loro riguardare gli uomini

come

tanti fanciulli

che bisogna

condurre per mano, e non come tanti esseri intelligenti che


debbon esser regolati co lumi della ragione; che si persada
che se vuole regolare

il

lusso colle leggi, egli deve esporre

suoi codici alle vicende della

moda. Se

egli proibisce oggi

un

genere di lusso che crede pernicioso, domani questo lusso


uscir di moda e dovr proibirne un altro che gli sar sostituito. L

immaginazione inquieta, ed

irritata dalle proibizioni

correr sempre innanzi alle leggi. Esse diverranno tonte or-

Digitize

LIBRO SECONDO.

361

dinanze arbitrarie e particolari, rinascenti


destruttive del decoro del legislatore,

deve regolar

della Divinit,

gli

il

in ogn istante, e

quale,

uomini con

all

esempio

leggi generali e

conformi allordine. Esse diverranno un oggetto

di

disprezzo

e di derisione;- esse finalmente rovineranno spesso la propria


industria dello Stato e
la loro

connessione

nazioni, per

come una

lo

proprio commercio, distruggendo

coll industria e col

spavento mal fondato

commercio delle altre


d un lusso passivo,

costante esperienza ce lo ha dimostrato. Che non

tema dunque mai

finch la disciplina

progressi del lusso, qualunque essi siano,


si

conserver in

della so-

tutti gli ordini

non deve esser considerato che come una molla


necessaria allopulenza dello Stato, e come il risultato del ben
ciet; questo

essere della nazione.


Ci sono stati molti politici che

rale contro

il

si

presentano

in

mi

un dovere

fo

legislatori

in gene-

solo lusso

mi

non dovrebbero ignorare.

di svilupparle.

CAPO

XXXVIII.

Del lusso attivo e del lusso passivo, de casi


passivo un bene, e

Un

il

riflessioni

questo punto su quest oggetto. Esse conten-

gono alcune verit che


Io

sono scagliati

si

lusso passivo, e che han creduto

un bene per una nazione. Alcune

attivo essere

il

ne quali

il

lusso

lusso attivo un male per una nazione.

errore universale adottato da quasi tutti

gli

economici del secolo, mi obbliga ad una disgressione,

scrittori
la

quale

non

tutt' aliena dagli oggetti

che ho presi di mira in questo

libro.

Anche

si

so,

declama contro

si

dagli scrittori che


il

dichiarano in favore del lus-

lusso passivo,

come

quello che

manda

fuori dello Stato le ricchezze reali per introdurvi le ricchezze

che sono

di

straniera,

puro lusso; come quello che alimenta lindustria

come

quello finalmente che nuoce alle arti

manifatture nazionali, per

la

concorrenza

di

e alle

quelle delle altre

nazioni sempre preferite dal lusso.

Questinvettiva troppo generale contro


Filangeri.

I.

il

lusso passivo
31

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE*

362

un errore,

il quale npn pu essere che leffetto dellignoranza de complicati rapporti deglinteressi delle nazioni tra

loro, e delle circostanze particolari de' divrsi popoli che abi-

tano

la

superficie del globo. Contro questerrore io cerco di

prevenire

1
legislatori in questo capo, pregando coloro che
leggeranno questo libro, di non accusarmi d avermi innalzato
un altare di nubi sistematiche, innanzi al quale io immoli

tutti glingegni

cose

utili al

che

si

son

fin

ora consacrati allo studio delle

genere umano, credendomi solo incaricato d una

missione espressa per rivelare


pii

a popoli, quali siano

princi-

della loro felicit, e quali le strade occulte che possono

condurveli. Una presunzione cos irritante non pu allignare

nellanima dun filosofo,

il

quale

si

dichiara tenuto a tutti

coloro che hanno scritto e pensato prima di

leconomia,

tica,

la

nelle quali facile

come

si

Ma

la poli-

inciampare negli errori, allorch se ne

vogliono troppo- generalizzare le idee,

stato

lui.

legislazione sono teorie complicatissime,

bont delle quali,

la

detto, tutta relativa, tutta di rapporto. Questo


il

difetto di coloro che

si

sono dichiarati contro

il

lusso

passivo in generale, senza osservare che questo lusso che

si

alimenta collindustria straniera, non solo non sempre un

male,

ma

che per alcune nazioni potrebbe essere

il

sostegno

unico delle loro ricchezze e della loro prosperit.

che

Per persuadersene, bisogna sapere che ci un termine,


quantit del numerario non pu oltrepassare in una

la

nazione, senza cagionare

la

rovina della popolazione, dell'agri-

coltura, delle arti e del commercio. Supponiamo, per esempio,

che una nazione che in possesso o di miniere abbondanti,


o di una bilancia molto vantaggiosa di commercio, voglia sottraevi dalla dipendenza delle altre

coll

introdurre tutte le

arti, tutte le manifatture, tutte le derrate

che possono ser-

vire alla sua interna consumazione, proscrivendo limmissione di tutto quello che potrebbe venirle dagli stranieri, e

che potrebbe mandar fuori dello Stato una porzione del suo

numerario: quale sar, io domando, la sorte di questa nazione? Purch uno sconvolgimento della natura non oppili le sue
miniere, o purch un turbine politico non distrugga

commercio; purch lambizione del suo

il

suo

re, o la sua propria

LIBRO SECONDO.
sicurezza non F obblighi a spesso

numerario crescendo

ne diminuir a

segno

tal

quan-

la

di continuo in questa nazione,

valore, che

il

un

fuori dello Slato

consumi una porzione desuoi metalli,

esercito che
tit del

363

mandar

il

prezzo, cosi delle

opere come delle derrate, diverr Csi superiore a quello


tutte le altre nazioni che

di

suoi cittadini, trovando molto pi

comprare le derrate e le manifatture straniere che le proprie, consumeranno quelle, ed allora gli agricoltori, gli artieri e i manifatturieri del paese, non potendo
reggere alla concorrenza degli stranieri, abbandoneranno i loro
i

loro vantaggi nel

fondi, le loro arti,

le loro

manifatture; allora essi saranno co-

stretti a disertare dalla patria,

vert e

indigenza

che non offre loro che

allora finalmente tutto

il

avere avuto uno scolo opportuno


la

al

Che non

il

numerario

si

sovrastano ad una

troppo moltiplicato.

speri di poterle prevenire col soccorso delle

si

leggi proibitive,

sempre pi deboli

delle leggi della necessit.

Malgrado

le

tori delle

mercanzie straniere, malgrado tutte

le

pene

guardie che

missione,

il

non

suo superfluo. Questa

catastrofe infelice delle disgrazie che

nazione, nella quale

po-

la

numerario uscir

fuori delio Stato per essersi troppo moltiplicato, e per

si

le

pi severe minacciale contro

gl

introdut-

le Spie e tutte

potrebbero impiegare per impedirne lim-

benefcio d introdurle, allorch sar considera-

bile, baster per

corrompere tutte queste spie e tutte queste


le minacce della legge, e

guardie, baster per rendere inutili

baster per fare de ministri stessi delle finanze

principali

complici delle clandestine immissioni. LInghilterra,

gna

mondo

e tutti paesi del

la

ce ne offrono delle prove.

Spa-

Il male dunque irreparabile, allorch la quantit del


numerario esorbitantemente cresciuta in una nazione. Si appartiene alla politica il prevenire questeccesso col dare uno
scolo al superfluo che potrebbe produrlo. Or per una nazione,

L'Inghilterra ha credulo di poter impedire

canzie straniere, col caricailc d* un dazio


fi

n, zio di 1QU o di

vere contro

il

2GO per cento

controllando

clandestine di queste
famiglie,

non sono

tali

l'

immissioni- di alcune mer-

d a queste mercanze un valore


a

ina ha essa ottenuto

mercanzie

esse cosi frequenti

gli occhi del magistrato, e col

che

ha aggiunto

questo dazio
il

le

suo intento

pene

le

pi se-

L immissioni

non han fatto forse la ricchezza di


come ogni altra immissione, che si fa

permesso delle leggi

tante

sotto

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

36 i
la

quale

vantaggio dessere in possesso, o di miniere ab-

al
J

bondanti d oro e d argento, o duna bilancia molto vantag-

commercio, unisce quello davere un terreno bastanfertile, atto a provvedere abbondantemente la Sua interna consumazione delle derrate di prima necessit; per una
nazione, io dico, di questa natura, io non saprei trovare uno
scolo opportuno pel superfluo del suo numerario fuori del lusso
giosa di

temente

passivo.

Dove altrimenti cercarlo?

Cercarlo nella guerra sarebbe un errore contrario a tutti


principii della

morale e della

politica.

La guerra

allorch

non

unita o agli stretti diritti della difesa, o a sacri doveri dellalleanza, uningiustizia

che niuna causa pu legittimare;

la

guerra non consuma solo

la

popolazione;

la

il

ma consuma anche

numerario,

guerra finalmente in un secolo, nel quale

tutte le nazioni cercano la pace,

non farebbe

altro che riu-

nirle tutte contro quella che ardirebbe di turbarla.

Cercarlo nella consumazione delle derrate straniere di

prima necessit, sarebbe

listesso

che mettere

la

nazione nella

dipendenza delle altre; sarebbe listesso che rendere precaria


la sua sorte, ed incerta la sua felicit; sarebbe listesso che
distruggere lagricoltura,

derata

come

il

la

quale deve sempre esser consi-

primo sostegno

delle prosperit de' popoli.

Cercarlo nel mantenimento d una marineria considerabile, sarebbe cercarlo in


taltro beneficio

un mezzo trppo

pu produrre,

utile,

fuori di quello che

ma
si

che tutcerca.

promuovere
commercio o de-

questa marineria destinata a garantire ed a


il

commercio, ed

allora vive a spese del

stinata a difendere le spiagge della nazione, ed allora

si

ali-

menta colle derrate della nazione. N nelluno, n nellaltro


pu dunque essere considerata come uno scolo al superfluo del numerario. Dovunque noi volgeremo lo sguardo,
noi non potremo dunque trovarlo che nel lusso passivo. Que-

.caso

sto salasso
la

opportuno

alla pletora, dalla

nazione; questo scolo che

sura che

le circostanze lo

nicazione che anima

il

si

quale minacciata

pu oppilare e riaprire a mi-

richiedono; questo canale di

comu-

commercio, e somministra una dipen-

denza libera e volontaria tra questa nazione e le altre, deve


esser considerato come il garante unico che la politica offre

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unno secondo.
dun paese,

alla prosperit

365

quale nel caso di temere

il

la

sua

rovina per lesorbitanza delle sue ricchezze.

Osservando con criterio veri interessi delle due nazioni


europee, le quali sono precisamente nell ipotesi da noi prei

messa,

ci

gna ed

il

persuaderemo anche meglio di questa verit. La SpaPortogallo sono quelle due nazioni nell'Europa, le

quali al vantaggio dessere in possesso di miniere abbondanti

doro c dargento riuniscono quello davere un territorio ba-

stantemente fertHe, atto a provvedere

loro interna consu-

la

mazione delle derrate necessarie alla vita. Per quello che


la Spagna, niuno ardir di negarmi che questo sia

ri-

guarda

tutti gli Stali

che

la

mimi

sua situazione naturale,


in

di

dellEuropa, e forse anche dell'universo, quello


i

suoi proprii fondi e

America, potrebbero rendere

il

suoi do-

pi ricco; quello che

potrebbe colla maggior celerit accumulare una maggior quan


tit

doro e dargento; quello finalmente che potrebbe per-

venire pi presto

di tutti a

quel periodo dopulenza, a quel-

leccesso di ricchezza che distruggendo,


lindustria, lagricoltura e

genza, e facile

lo Stalo

Supponiamo che

comesi dimostrato,

popolazione, riconduce lindi-

la

succumba sotto

la fertilit del

il

peso desuoi tesori.

suo terreno fosse soccorsa

da una buona coltura, e che la Spagna sadattasse a manifatturare tutte le sue materie prime; l'Europa in questo caso si

vedrebbe inondata

in

poco tempo, secondo lespressione dun

Autore accreditato,' dasuoi grani, da 'suoi


quori, dal suo sapone, dasuoi
stoffe di lana e di seta, dalle

olii,

sue

vini, da'suoi

li-

da'suoi frutti, dalle sue

tele, dalle

sue manifatture

doro e dargento, di ferro e di acciaio; nel mentre che

sua

la

pesca basterebbe alla sua consumazione, e che per mantenere


la

pi gran marina, non

avrebbe

a cercare fuori di s che

'

Nord potrebbe offerirle.


Se la Spagna dimque non avesse alcun dominio nell America, se-essa volesse comprimere tutte le molle dellindustria,
l

alberarne che

il

della quale suscettibile, se volesse aprire tutte le sorgenti

delle sue ricchezze, potrebbe con questo solo essere

una delle

nazioni pi ricche dellEuropa, e potrebbe conservare una


lancia
1

sempre vantaggiosa

di

bi-

commercio. Ma potrebbe essa

LAutore degl Interessi delle nazioni, tomo

I,

cap. 5.

Dlgitizec

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

366

nella sua situazione presente conservare questo spirito din-

dustria

potrebbe essa seguire questo piano che abbraccia

tutt

rami deirindustria umana, potrebbe conservare questa bilancia sempre vantaggiosa di commercio nell Europa in mezzo
che riceve in ogni anno dal Messico e
agli ottanta milioni
1

Per ? Non volendo essa considerare loro e largento che


le viene dallAmerica come un genere di mercanzia; non volendo considerar questi metalli come un oggetto di permuta,
dal

come un prodotto del suo suolo, volendoli tutti ritener dentro


di s; promovendo non solo tutte le derrate che il suo suolo

ma

pu produrre,

anche tutte

e tutte le manifatture

le arti

che potrebbero servire alla sua consumazione ed

al

suo lus-

Spagna non si troverebbe forse tra lo


spazio di quarantanni al pi un numerario nella sua circolazione che eccederebbe di pi di due terzi quello di tutte le altre nazioni, e che sarebbe altrettanto eccessivo, in quanto che
so; in questo caso la

tutte le altre nazioni industriose

suo

in

una povert relativa? Or

rebbe allora quella


lenza riconduce alla

sue manifatture cresciute

mento
alla

si

troverebbero in riguardo

la.

sua condizione non diver-

un popolo che la sua esorbitante opupi estrema povert? Le sue derrate, le

all' infinito

di prezzo per lavvili-

numerario, come potrebbero allora resistere

del suo

concorrenza

di quelle delle altre

nazioni,

le

quali verreb-

bero ad offerirgliele ad un prezzo tenuissimo? Chi potrebbe

impedire

allo

Spagnuolo

non consumare,

in

mangiare,

di

una parola,

di bere, di vestire, di

altro che le derrate e le

mer-

meno

delle

canzie straniere che potrebbe pagare due terzi

proprie? Tutti

suoi tesori

non uscirebbero

allora dallo Stato

preceduti dalla rovina intera dellagricoltura e dellindustria?

Giacch dunque impossibile alla Spagna di ritenere

il

pro-

Nuovo Mondo; giacch

essa deve
Europa ; giacch tutta
la sua politica deve tendere a conservarne una porzione bastante a far pendere la bilancia dal canto suo, e a non ren-

dotto intero delle miniere del

necessariamente dividerlo col resto

dell

Ottanta milioni di lire: questa presto a poco, la quantit doro e darla Spagna riceve in ogni anno dal Per e dal Messico , secondo i ma-

gento che

nifesti degli scaricamenti de bastimenti di ritorno dall* Indie Occidentali,

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LIBR SECONDO.
dere

ch

307

suoi vantaggi eccessivi, per renderli permanenti; giac-

pratica delle arti di

la

prima necessit, e labbondanza

e leccellente qualit delle sue produzioni naturali

per ottenere questa superiorit; giacch finalmente

non pu dare uno scolo


largento che

le

alla

la

bastano

Spagna

viene dal Per e dal Messico, senza rinun-

ciare a tutte le arti e le manifatture che

diatamente

le

alleccessiva quantit delloro e del-

non servono imme-

sua coltura; chi potr non vedere nel lusso

passivo lunico istrumento necessario alla sua prosperit ed

sua conservazione; lunico preservativo contro lavvili-

alla

mento

del suo

numerario, lunico scolo all'esorbitanza de suoi

tesori ?

Listesso

si

deve dire del Portogallo. Se

il

suo terreno

ben coltivato; se il difetto della sua popolazione non ne


una porzione, il Portogallo non avrebbe bisogno dalcunaltra nazione per provvedere a suoi bisogni di

fosse

lasciasse in ozio

prima necessit. Ci sarebbero anche de generi dequali

egli

ab-

bonda, e che potrebbe permutare con quelle derrate che gli


mancano. 11 suo commercio collIndie Orientali e sulle coste
dellAfrica, quando fosse ben regolato, potrebbe essere anche
una sorgente di ricchezze abbondantissima. Finalmente, indipendentemente dagli altri prodotti del Brasile, col soccorso
dequali egli potrebbe sostenere un gran
priet nellEuropa,

milioni

il

commercio

di pro-

Portogallo riceve in ogni anno sessanta

dalle sue miniere. Queste sorgenti abbondantissime

di ricchezze,

quando non fossero

state parte oppilate e parte

traviate dalla stranezza delle leggi, dagli errori dellammini-

strazione c dal monopolio deglinglesi; quando un governo

illuminato

Stato, ci mola necessit che avrebbe il Portogallo


un lusso passivo, per ristesse ragioni per le

le riaprisse tutte in beneficio dello

strano bastantemente
di sostenere

quali

si

dimostrato esser questo lusso necessario alla

Io spero

quali

e con poca riflessione contro

esaminare

le

Spagna.

dunque daver con bastantevidenza dimostrato

lerrore di que politici,

il

si

scagliano con molto furore

lusso passivo in generale, senza

circostanze particolari de diversi popoli,

le

quali

sogliono per lo pi distruggere le regole troppo generali della


1

S* intende sempre di lire.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

308

Ma essendo questa una

politica.

veggo

nell

mi

verit poco conosciuta, io

obbligo di prevenire due obiezioni cbe

mi

po-

si

trebbero fare. La prima di queste tende a distruggere quello

che

si

detto riguardo alla Spagna.

La Spagna, mi
Filippo

II

bondanti,

suo

si

figlio,

come

le

dir, sotto

governo

il

di

Carlo

e di

possedeva in America miniere cos ab-

possiede oggi;

Spagna provvedeva cosuoi


il pi gran commerSpagna non solo

la

prodotti le sue colonie; la Spagna faceva


cio nell' Indie

Orientali e nellEuropa; la

non alimentava il suo lusso collindustria straniera, ma alimentava il lusso straniero colla sua industria; la Spagna,. secondo quel che ce ne dice il celebre D. Gironimo de Ustaris,
numerava sessanta mila ordegni da seta nella sola citt di Siviglia;
belli

drappi di Segovia e quelli di Catalogna erano

dell'Europa, ed erano

piu ricercati;

le

pi

sue fiere erano

frequentate da tutti negozianti dell'Europa; nella sola fiera

Medina, per quel che si legge in una memoria drizzata a


II da Luigi Valle della Cerila, si negoziava in lettere
cambio per un valore di pi di centocinquanta milioni di
scudi ; e pure la Spagna non forse mai stata cos popolala
come fu allora; i suoi terreni non erano stati mai meglio coltivati, la sua industria non stata mai spinta tant oltre, la
sua opulenza finalmente non ebbe allora bisogno del lusso
di

Filippo
di

passivo, da noi creduto cosi necessario per questa nazione.

Questi

ma

essi

son veri, ed

fatti

non formano

io

non

tutta intera

ardirei di contrastarli;

istoria della

Spagna sotto

questi due regni. Essa non ebbe bisogno del lusso passivo,
lo

concedo,

ma perch? Perch ebbe

dellambizione de due principi che

moci per poco

le

io

guerra e

governavano. Ricordia-

spese infinite che questi due principi fecero

fuori dello Stato. Carlo

ra, sparse delle

la

Io scolo della

V sempre

somme immense

in Africa. Egli fece, durante

il

in viaggio e

sempre

nellAlemagna, in

in

guer-

Italia

ed

suo regno, cinquanta viaggi. Le

rendite della corona uscivano qm.si interamente dalla Spagna

per provedere abisogni ed allambizione dun principe che,


e per lo spirito di conquista, e per la corona imperiale che

portava sul capo, era sempre fuori dello Stato. Allorch egli
mand il suo figlio in Londra per sposare la regina Maria, e

Digiti

LIBRO SECONDO.
prendere

il

titolo di

36'J

re d'Inghilterra, egli rimise alla corte


in barra, e

carico

di

Londra ventisette gran casse d'argento

di

cento cavalli doro e d'argento coniato. Ricordiamoci finalle celebri miniere del Poetosi non furono scoverte

mente che

che pochi anni prima della fme del turbolento suo regno. Per
quel che riguarda poi il regno di Filippo li, si sa che questo
principe sostenne nel

contro

il

tempo

islesso la

guerra ne Paesi Bassi

principe Maurizio d' Grange; in quasi tutte le pro-

vincie delia Francia contro Arrigo IV; in Ginevra e negli Svizzeri, e

per mare contro glinglesi e

gli

Olandesi. La sua fiotta

che fu spedita contro gl Inglesi, e che


non fu una perdita indifferente per

di cento cinquanta navi

ebbe un esito cosi

infelice,

questa nazione.

suo dispotismo ne Paesi Bassi e

Il

la

sua am-

bizione in Francia gli costarono pi di tremila milioni di lire

computo. Qual meraviglia dunque che la Spagna non avesse


avuto in questo tempo bisogno del lusso passivo, per preve-

di

nire questa soverchia opulenza che suol produrre la rovina

dellagicoltura, dellindustria e della popolazione? Se

ducessero a calcolo queste

due principi

somme immense

passivo che

mi

obbiezione che

Laltra

ri-

il

molto

pi gran lusso

1
possa ideare.

si

lOlanda. Se lOlanda,

gento, come

somma

fuori dello Stato, si troverebbe la

superiore a quella che potrebbe estraerne

si

sparse da questi

la

si

Spagna e

commercio d'economia,

il

dir,

si

potrebbe fare riguarda

non ha miniere doro e dar-

Portogallo, essa in possesso dun

quale per questa repubblica una

sorgente di ricchezze, niente inferiore a qualunque ricca mi-

sempre vantaggiosa del suo commercio accresce in ogni anno la somma del suo numerario. Niuno ignora
che questo il paese dellEuropa, nel quale si vede una maggior quantit di danaro; e pure lOlanda non ha perduto il suo
spirito deconomia in mezzo a suoi tesori; la sua opulenza non

niera.

La

ha avuto
4

bilancia

fin

ora bisogno del lusso passivo.

Basta osservare, ci

eli e

Non

produsse iu questa nazione

il

questa dunsistema erroneo di

potevano trasportare una porzione del numerario


fuori dello Stato, allorch manc al superfluo di questo lo scolo che 1* ambizione
di questi due principi gli aveva aperto. La Spagna si risente ancora, e se nc richiudere tulle

le strade

sentir anche per molto


1*

abbiamo accennalo

nel

che

tempo,
capo

di

111 del

questignoranza
n
l

Libro

di

de suoi

legislatori.

Noi

questopera.

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LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.

370

quc una pruova che ci fa presumere che la Spagna e l Portogallo potrebbero anche conservarsi senza questo rimedio? No:
lOlanda non ha niente di
sua costituzione,

H suo

comuhe con queste due

il

Portogallo hanno

non

nazioni.

La

suolo, la natura del suo terreno,

principio delle sue ricchezze, tutto diverso.

il

La Spagna ed

solo di che provvedere la loro interna

consumazione coprodotti del loro suolo, ma hanno anche un


superfluo da barattare. LOlanda al contrario non punudrire
neppure la terza parte de suoi cittadini co suoi prodotti. La
Spagna ed il Portogallo fanno un commercio di propriet, e
lOlanda non fa che un commercio deconomia. Or chi non sa
che

il

sostegno unico di questo commercio

la frugalit di co-

loro che lo fanno? Noi labbiamo altrove osservato.

gna ed

il

stito alle altre nazioni, e


-

La Spa-

Portogallo non hanno ancora dato danaro in pre-

immense ne fondi

lOlanda ha impiegate delle

somme

pubblici di Francia, d'Inghilterra e dalcune

altre nazioni. Si fa

il

conto che

le

guerre che

le

Provincie Unite

han sostenute dopo la pace di Ryswyck, e le sole somme che


esse hanno impiegate ne fondi pubblici di Francia e dInghilterra prima della presente guerra co suoi coloni, hanno fatto
uscir fuori dellOlanda pi di cinquecento milioni di lire.

Ma

malgrado tutti questi scoli che il numerario dellOlanda ha


sofferti, malgrado lo scolo continuo e necessario che la piccolezza del suo suolo e la sterilit del suo terreno le aprono;
malgrado leonomia che la natura del suo commercio richiede; malgrado tutto questo, io dico, lOlanda non ha dovuto
forse rinunciare al beneficio delle sue manifatture? Il prezzo
troppo caro della mano d'opera che lavvilimento del suo numerario ha prodotto, non ha forse obbligato i suoi cittadini a

Non ha forse essa adottata


la sua opulenza ha reso
deve distogliere dal credere il

vestire le tele, le stoffe dell Indie?

questa specie di lusso straniero che

necessario? Niente dunque

ci

lusso passivo necessario per alcune nazioni.

Questi sono tutti

principii, queste sono tutte le verit

che ho creduto doversi sviluppare in questa parte della Scienza


della Legislazione che riguarda le leggi politiche

che.

Il

loro oggetto,

come

si

ed economi-

osservato, altro non deve es-

sere se non quello di moltiplicar gli uomini e di provvedere

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LIBRO SECONDO.
alla

371

loro sussistenza richiamando le ricchezze nello Stato,

conservandole e distribuendole colla minore

possibile

uguaglianza. Ma ho io corrisposto a questoggetto in tutta

estensione?

Ho

io in

dis-

la

sua

questa parte della mia opera rivelati sem-

pre nuovi arcani, scoverte sempre nuove verit, contrastati

sempre errori sconosciuti? Posso io gloriarmi d'essere stato


primo ad esaminare tutte le cause che producono la miseed a proporre
mezzi proprii per estirparle ?
No; io non ho fatto altro che portare una fiaccola di pi in
il

ria de popoli,

questa caverna tenebrosa, ove giacciono

mostri divoratori

nuovo lume pu contribuire


numero, la loro forza,

delle nazioni. Se questo

giormente conoscere

loro

il

a far
la

mag-

loro re-

lativa dipendenza; se qualche mostro rannicchiato in qualche

antro pi interno di questa caverna, viene con questo nuovo

lume a scovrirsi; se lillusione che aveva fatto prendere tante


ombre per corpi e tanti corpi per ombre, viene da questa
nuova fiaccola dissipata, io posso esser troppo contento delle
fatiche e de rischi aquali mi sono esposto.
Il

filosofo

deve essere

ventore de sistemi.

Il

apostolo della verit, e non

dire che tutto si detto,

il

lin-

linguaggio

non sanno cosa alcuna produrre, o che non hanno


il coraggio di farlo. Finch i mali che opprimono lumanit
saranno
guariti
finch gli errori e
pregiudizi! che li
non
di coloro che

perpetuano troveranno de partigiani

finch la verit cono-

sciuta da pochi uomini privilegiati sar nascosta alla pi gran

parte del genere

dovere del

umano;

finch apparir lontana da troni

filosofo di predicarla, di sostenerla, di

verla, d' illustrarla. Se

lumi che

pel suo secolo e per la sua patria

un altro secolo e per un


contemporaneo di tutte
terra la sua scuola,

sono

egli

lo

il

promuo-

sparge non sono

utili

saranno sicuramente per

altro paese. Cittadino di tutti

luoghi,

let, l'universo la sua patria, la

suoi contemporanei e

suoi posteri

suoi discepoli.

FINE DEL VOLLME PRIMO.

JkOSUGo
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373

VOLUME PRIMO.

INDICE DEL

INTORNO

AI

Riflessioni

TEHPI ED AGLI STUDI DI GaETAXO FiLASGIEI.


politiche sull' ultima Legge del Sovrano

Pag. I-XL

che riguarda

ia

riforma dell' amministrazione della Giustizia

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE.


SS

Introduzione

Piano ragionato

dell'

45

opera

.inno

pniaio.

Delle regole generali della Scienza legislativa.

Capo

I.

W'

II.

Oggetto unico ed universale della Legislazione


I*

dedotto dal-

C5

origine delle societ civili

Di ci che

comprende

si

sotto

il

principio generale

della

tranquillit e della conservazione, e de' resultati che ne de-

.....*..

rivano.
III.

La Legislazione, non altrimenti che


deve avere

le

sue regole

tutte

le

altre

IV. Della bont assoluta delle leggi

>

V. Delia bont relativa delle leggi

i
>

pi

70
76
85

VI. Delta decadenza de' codici


VII. Degli

ostacoli

>

Vili. Della necessit

87

ohe a1 incontrano nel cambiamento della

un popolo
d un censore

gislazione d

le-

90

e de' mezzi per superarli

delle leggi, e de' doveri di questa

95

nuova magistratura
>

IN. Della bont relativa delle leggi

considerata riguardo agli og-

che costituiscono questo rapporto


X. Primo oggetto di questo rapporto la natura del governo.
getti

XI. Proseguimento

dell istesso

69

facolt,

suoi errori sono sempre

gravi flagelli delle Nazioni.

oggetto

verno 'che chiamasi misto

su

una specie

98
99

di go-

HO

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INDICE DEL

374

VOLUME PRIMO.

Capo XII. Secondo oggetto del rapporto delle


agire

XIII. Terzo

il

loggi

oggetto del rapporto delle leggi

de popoli.

<

, .

la

fertilit

estensione del paese

158
situazione locale e

la

ICO

XVII. Settimo oggetto del rapporto

delie

leggi;

rapporto delle

leggi:

la

religione del

164

paese

XVIII. Ottavo

157
146

o la

XVI. Sesto oggetto del rapporto delie leggi

indole

...... - .......
il clima

sterilit del terreno

Pag. 'ISO

'. .

Renio e

il

.'v

XIV. Quarto oggetto del rapporto delle leggi


XV. Quinto oggetto del rapporto delle leggi

principio che fa

il

cittadino ne diversi governi.

oggetto

del

popolo

la

maturit del

168

'.

LIBRO

SKC'OftDO.

Delle leggi politiche ed economiche.

Capo

Delle leggi degli antichi, e particolarmente de Greci e deRo -

I.

mani

Hi

riguardo alla popolazione

185

Stato presente della popolazione dell Europa.

II.

IH. Picciolo numero di proprietarj; immenso numero di non pro187


priet rj
primo ostacolo alla popolazione
IV. Molti gran proprietarj , pochi proprietarj piccioli: secondo
:

195

ostacolo alla popolazione.

V, Ricchezze esorbitanti ed inalienabili degli

ecclesiastici

terzo

200

ostacolo alla popolazione

VI. Tributi

VII/ Stato presente delle truppe

d esi-

205

popolazione

Europa

quinto

ostacolo alla

popolazione

sto

Vili. Ultimo ostacolo alla popolazione:

maniera violenta

eccessivi, dazj insopportabili,

gerli: quarto ostacolo alla


>

incontinenza pubblica.

IX. Secondo oggetto delle leggi politiche ed economiche

22
226

X. Delle sorgenti delle ricchezze

XI. Prima

classe

degli ostacoli

dell agricoltura: quelli

che

dell' agricoltura: quelli

si

oppongono

progressi

228

che derivano dal governo

ostacoli che

XII. Seconda classe degli

oppongono

si

a'

progressi

237
2AA

che derivano dalle leggi

Pro.-eguimento delio stesso soggetto

XHI.
XIV. Terza

classe degli

ostacoli

che

si

oppongono

a*

progressi

dell'agricoltura: quelli che derivano dalla grandezza

mensa

XV.

Dell'

che

ali'
1'

im -

247

delle capitali.

incoraggiamento che,
dare

agricoltura

esercitano.

221

le ric-

chezze.

tolti

gli

rendendola

ostacoli,

onorevole

si

potrebbe
per coloro

256

INDICE DEL
Capo
_!

XVI. Delle

arti e delle

375

VOLUME PRIMO.

Pag. 261

manifatture

269

XVII. Del commercio


XVIII. Del commercio che conviene

divergi paesi e

a'

governi.

XIX. Degli

diversi

272

ostacoli clic si

oppongono

a'

progressi del commercio

275

Europa.
commercio,

in quasi tutta

tic'

l'

e della rivalit delle nazioni. 280


XX. Delle gelosie di
XXI. Altri ostacoli che impediscono i progressi del commercio
nella maggior parte delle nazioni, derivali dalla soverchia

ingerenza del governo...


XXII. Ostacoli che recano al commercio

2 ili).
le

leggi

che dirigono

295

quello delle nazioni europee colle loro respettive colonie.

XXIII. Ultimo ostacolo del commercio

la

malafede

ile

negozianti

301

frequenza de fallimenti

XXIV. Incocrenza ed

XXVI. Degli

della

urti cbe si potrebbero

serne

inefficacia

presente legislazione

ri-

302
305

guardo a questo oggetto


XXV. EfQcaci rimedi contro questo disordine

XXVII. De' dazi

XXVIH.

dare

al

commercio dopo

es-

309
515
518
324
520

tolti gli ostacoli

in generale

De dazi indiretti

XXIX. Proseguimento dello stesso soggetto


XXX. Del dazio ili nutr.
XXXI. Metodo da tenersi per riuscire in questa riforma
stema de' dazj
XXXII. Della esazione delle tasse
XXXIII. Degli straordinari bisogni dello Stato e

del si-

331
330
della

maniera

di

539
540

provvedervi

>

XXXIV. Della distribuzione delle ricch ezze naz ionali


XXXV. Cosa debba intendersi per distribuzione di ricchezze

>

XXXVI.

na-

348

zionali

De' mezzi proprj per ottenere l'equabile diffusione del da-

naro e delle ricchezze in uno Stato, e degli ostacoli cbe


la

>

presente legislazione

XXXVII. Del lusso


XXXVIII. Del lusso

vi

oppone

351

355
attivo e del lusso passivo, de' casi ne' quali

lusso passivo

una nazione

un bene,

il

lusso attivo

il

un male per
301

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