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POLITECNICO DI MILANO Facolta di Ingegneria PROGRAMMA DI ISTRUZIONE PERMANENTE 1987-1988 Corso di aggiornamento su METODI DI CALCOLO IN CAMPO ANELASTICO E A ROTTURA 24-28 ottobre 1988 i LA FLESSIONE ELASTOPLASTICA ED IL MODELLO | DI CERNIERA PLASTICA GIANNANTONIO SACCHI LANDRIANI 4 POLITECNICO DI MILANO —q (TRACCIA DELLE LEZIONI AD USO ESCLUSIVO DEGLI ISCRITTI AL CORSO) ~—» ae consideriamo, al fine di fissare le idee, l'esempio semplice di una trave (fig. la) ad asse rettilineo caricata normalmente all'asse, @ sezione retta rettangolare costante, e riteniamo sin d'ora che 1a vicenda deformativa elastoplastica si svolga in regime di piccoli spostamenti. Tsollamo un tronco di lunghezza dx sulle cui sezioni rete evidenziate son rappresentate le azioni taglianti e flessionali. Accettiamo LI'ipotesi di Navier che le sezioni ruotino mantenendosi piane, cosi da dar luogo all'inmagine di fig. le, ove s'@ voluto evidenziare: che si trascura l'effetto deformativo dell'azione tagliante, e che 1a componente ¢, di deformazione descrive esaurien” temente, ai nostri fini, la configurazione geonetrica raggiunta in presenza di un'azione flessionale M, caratterizzata dalla rotazione relativa dg delle due sezioni delimitanti il tronco di trave. Riteniamo che il materiale con cui @ realizzata la struttura abbia un comportamento tensodeformativo monoassiale ben rappresentato da un legane elastico perfettamente-plastico (fig. 2a) e ci proponiamo, in base a questa informazione, che per quanto assunto @ sufficiente, di cogliere il legame momenti curvature M-@ presentato in (fig. 2b), discusso in fig. 3. Indicando con ¥, i} massimo momento elastico, al quale @ associata la sollecitazione o, = & sui lembi estremi del tronco di trave @ con M, i1 momento Limite (che definiress nel seguito), rappresentiano in fig. 3b lo stato di sforzo che interessa la sezione retta della trave ; 5 r . < 7 un tratto indicate con 3 le fibre sono per MH 1. Si constata che la fase puramente elastica ha termine per quel valore di a al quale corrisponde un momento di inca stro M, =¥M,. Un ulteriore increment di carico vedra una evoluzione del momento flettente che non comporta un incremento del momento dtincastro. Poniamo la nostra attenzione sul momento nella sezione di mezzaria. Quando il momento in quest'ultima sezione avra raggiunto il valore My non sara possibile un ulteriore incremento dell'intensita di carico. Siamo giunti allo stato limite della struttura e 1'intensita di carico che gli corrisponde si indica come "carico limite". ; | | | i Rivolgiano ora la nostra attenzione alla fig. 9a. In essa @ rappreé gentata qualitativamente 1'evoluzione geonetrica della struttura. Si noti che quando a= a, la struttura presentera in corrispondenza delle gezioni dtincastro zone interessate da deformazioni plastiche. Per a = a, (cfr. fig. 8a) anche una piceola zona della mezzaria sara interessata da deformazioni plastiche. Se tracciano un diagrama a-f tra carichi e spostamento, otteniamo la fig. 9b. Si noti che i1 rapporto a,/a, = 16/12 = 1.33, il che significa che, sorte le ipotesi gi duttilica del materiale schenatizzato in fig. 8b, il carico Limite elastico della struttura deve essere increnentato del 33% per ottenere {1 carico limite plastico che corrisponde al crollo della struttura- che la struttura pervenga cosi alla situazione di collasso lo st capisce qualora si ponga mente al fatto che l'anpiezza delle zone plastiche @ in generale piccola rispetto alle dimensioni della strut” tura e pertanto l'intervento della plasticita pud schenatizzarsi mediante “cerniere plastiche" come indicato nella fig. 9c. La strut- tura appare cone un “arco a tre cerniere allineate” e quindi labile, capace di atti di modo, Potreno parlare allora di "cinenatisne di collasso". In generale potremo osservare che al crescere del carico 1a plasti- cita interviene “introducendo cerniere plastiche" nella struttura ¢ riducendone cosi il grado di vincolo. Una struttura iperstatica diventera, attraverso successive degradaq aioni, isostatica e da ultimo ipostatica o labile. E' quest'ultima circostanza che noi associano al collasso. La situazione limite (o di collasso) che @ interessata dal carico a,P, @ staticamente caratteriz- gata dalla situazione dell'ultimo disegno della fig. 8a © cinematica- mente dell'ultimo disegno della fig. 9 La situazione limite @ dunque caratterizzata da un diagranma del momento M equilibrato e tale da non violare in nessuna sezione 1a doppia disuguaglianza -H, SMS M,. In sintesi si dice che le situa zione @ equilibrata e conforme. Inoltre 1a situazione Limite @ caratterizzata da un cinematismo congruente (non sono infatti previste discontinuita negli spostanentt della struttura), da momenti limite concordi in segno con le rotazioni delle cerniere plastiche, da lavoro dei carichi esterni positivo. Diremo soluzioni staticamente ammissibili tutte le infinite solu- zioni equilibrate e conformi individuabili per 1a struttura. In fig. 11 ne sono indicate tre, costruibili con particolare semplicita. Ad ogni soluzione staticamente ammissibile @ associato un moltiplicatore dei carichi indicato con y e detto moltiplicatore staticamente amissibile. Se si rivolge ora l'attenzione all'aspetto cinematico della strut- tura, constatiamo che @ sempre possibile introdurre nella struttura un numero di cerniere plastiche sufficiente per renderla labile ed @ sem- pre possibile applicare il principio del lavori virtuali per calcolare un moltiplicatore dei carichi che indicheremo con y @ che chiameremo moltiplicatore cinematicamente sufficiente. Indicando con $, il valore del moltiplicatore esatto (S, = 9, nell'esempio di fig. 8), cioé tale da comportare il collasso della struttura, si pud dimostrare la disuguaglianza: vES Sy ovvero: un moltiplicatore staticamente ammissibile @ sempre inferiore © uguale al moltiplicatore esatto; un moltiplicatore cinematicamente sufficiente & sempre superiore o uguale al moltiplicatore esatto. Si pud inoltre affermare che il moltiplicatore di collasso @ il pil grande di tutti i moltiplicatori statici ed il piu piccolo di tutti i cinenatici ed @ l'unico ad essere contemporaneamente staticamente ammissibile e cinematicamente sufficiente. Questi teoremi dovuti a Greemberg e Prager sono i teoremi fondamen- tali del calcolo a rottura. Essi consentono di cogliere il moltiplica~ jone limite, senza dover studiare la tore S,, e quindi la cond: “storia” della struttura al crescere dei carichi. Si tratta di strumenti operativi di notevole interesse e semplicita per la valutazione della capacita portante ultima delle strutture. Per illustrare i fondamenti per il calcolo a rottura ci appoggiamo ancora una volta ad un esempio. Consideriano le strutture di fig. 12. Si tratta di una struttura a portale a sezione costante sogetta a due carichi a,P ed a,P, avendo indicato con P 1" ntensita di servizio, e con a, ed a) i rispettivi moltiplicatori. cincinnati egg sino Supponiano dappriam a, = a). I due carichi aumentano proporsional- mente ad un parametro restando uguali in modulo fra loro, sino @ determinate i1 collasso della struttura. Quest'ultima ¢ tre volte iperstatica ed il collasso si manifestera quando essa sara diventata sede di quattro cerniere plastiche; tante infatti sono necessarie per renderla ipostatica. AL fine di prevedere 1a situazione di collasso possiamo configu- rarei i cinematismi che si ottengono introducendo nella strutturs quattro cerniere plastiche. Essi sarebbero infiniti se non intervenis” sero alcune considerazioni che possono suggerirei le posizioni di qventuali cerniere plastiche. Osserviano che le cerniere si presen” teranno laddove il diagramna dei momenti presenta i valori pi elevati, Poiché la struttura @ soggetta a carichi concentrati, it Aiagranma dei momenti sara lineare a tratti e sara sede di cuspidi in corrispondenza delle sezioni interessate dai carichi, nelle sezioni di nodo e nelle sezioni a’ incastro. No" le sezioni sede Ing. fig. 12a abbiamo indicato col simbolo delle 5 potenziali cerniere plastiche. I cinenatismi ad un solo grado di Liberta sono indicati in fig. 12> @ ic. Per ciascuno di essi @ possibile calcolare, mediante i} principio dei lavori virtuali un moltiplicatore cinenaticanente anmissibile dei carichi. Jn ciascun degli schemi strutturali @ indicato il valore de) corrispondente moltiplicatore. Si nota che il cinematismo di fig. 12c @ quello che conduce a1 pit piccolo moltiplicatore il cui valore @ Si trata, in virta del teorema citato, del moltiplicatore esatto © ad esso, poiche si tratta di moltiplicatore anche staticanente amissibile, @ associabile la soluzione equilibrata e conforme, indicata nel secondo disegno di fig. 12c. In casi come questo @ dunque relativamente semplice cogliere la situazione limite poiche @ facilmente formulabile 1a lista dei cinematismi fra i quali si trova il cinematismo di collasso. In strutture pia complesse, quando considerazioni di equilibrio non soccorrano, pud essere oneroso individuare un numero limitato di cinematismi comprendente il cinematismo di collasso. E' necessario allora ricorrere a tecniche computazionali complesse, che godono tuttavia del vantaggio di essere facilmente automatizzabili. Si tratta, una breve meditazione pud convincercene, di un problema di ottimizzazione vincolata. Pensiamo ad altri rapporti tra a, ed a), ed in particolare ai casi in fig. 12d in cui a, 0 @) Siano nulli. Nelle figure 12d1 e 1242 sono rappresentati i cinematismi di collasso corrispondenti alle due soluzioni citate- Se eseguissimo gli opportuni calcoli rileveremmo che il cinematismo 1 & esatto per 0 5 a, $a,/2, 11 cinematismo 2 per 0 5 a $ a,/2 ed infine che il cinematismo 3 @ esatto a,/2 $a, $ 2 a)- Questa circo- stanza ci autorizza a tracciare il diagramma di fig. 12c trilatero. ogni lato rappresenta il luogo dei valori a,-a) che a collasso sono associabili allo stesso cinematismo. La porzione di piano compresa tra gli assi coordinati a,-a, ¢ 1a trilatera definisce il dominio di sicurezza della struttura. ogni punto interno al dominio rappresenta infatti una condizione di carico incapace di portare a collasso la struttura, ogni punto che giace sulla fronticra del dominio rappresenta una condizione di carico che comporta il collasso della struttura. Il ramo della frontiera su cui giace il punto rappresentativo dei carichi segnala secondo quale cinematismo avverra il collasso. 1 punti esterni al dominio rappresentano condizioni di carico non sopportabili della struttura. E' appena il caso di segnalare che anche le situazioni limite elastiche possono essere rappresentate mediante un dominio che sara interno al precedente. E' tuttavia il caso di segnalare che mentre le situazioni limite elastiche possono essere riferite alle sezioni, le situazioni limite plastiche possono essere rappresentate solo in termini di carichi- Qualora le componenti di carico fossero pili di due, il dominio di sicurezza @ da intendersi appartenente ad uno spazio le cui dimensioni corrispondono al numero dei componenti di carico. Ci sfugge in tal caso la rappresentazione geometrica, pur rimanendo validi i metodi operativi enunciati. gy ill gis Non scevra da difficolta @ la valutazione degli spostamenti nella fase che immediatamente precede il collasso. ud apparire spontaneo il quesito se il calcolo a rottura si applichi a strutture il cui collasso @ essenzialmente caratterizzato ga fenomeni di instabilita (per esempio tralicci di linee elettriche). La risposta & negativa per quanto riguarda la sicurezza globale della gtruttura. I principi del calcolo a rottura, specialmente nel loro aspetto statico, ritrovano perd piena validita anche operativa quando ‘si debbano progettare sottostrutture caratterizzate da elementi tesi e particolari costruttivi quali le giunzioni bullonate o saldate. Quando infatti si. possa contare sulla duttilita del materiale @ sufficiente jndividuare nell'elemento costruttivo progettato una soluzione equilibrata e conforme, per essere certi di avere operato un dimensionamento a favore di sicurezza. ( [o Yo vo vo Ho 80 9 Zo BO “7 & Ey ehy G @ = 4 $07 AA PW ay ' —— ———-—B'+ YW 2 4 Boe ow W960 = an f WW SBYTOONMLIAS SNOITaS sao AAS PINSWO aw bat LvRsanyt IHDD¥SD ——~ vergessen encanta helx Ad G-SACCHI LANDRIAN GSACKHI LANERIANL x fig.t ne — 4) a cle 8 fod AL-0,123L a Ar iad ; x Pereerecerrperereeeeeeerere » MLA fae | fig? A4 INvRdaNYT IHD YS AS GSACCH! LANDRIAN! pe oe figs Ab f PIASTRE. SOTTILI INFLESSE - CERNIERA CILINDRICA GAH Lash fig.to Ad GSACCHI LAHORIAH] ea oodoie¢~GAts A an i [™ prem eee ese soluzion, | staticamente: ammissibile Soluzioni Cinematicamente Sufficieati GSACcHI LANDRIANY

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