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REGIONEABRUZZO

ProtezioneCivileIndirizzioperativi

REGIONEABRUZZO

Assessorato Pianificazione, Tutela e Valorizzazione del


Territorio e Protezione Civile

Direzione LL.PP., Ciclo Idrico Integrato e Difesa del


Suolo e della Costa, Protezione Civile

La Protezione Civile della Regione Abruzzo


-Indirizzi operativi-

**********

DirezioneLLPPeProtezioneCivileServizioEmergenzadiprotezionecivile
UfficioBackoffice,ColonnaMobile

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ProtezioneCivileIndirizzioperativi

Introduzione
Il presente documento, in armonia con la vigente normativa di livello statale e regionale, e in
relazione ai recenti ed importanti sviluppi della normativa stessa, finalizzato alla migliore
pianificazione e gestione delle attivit di protezione civile della Regione Abruzzo.
Per la realizzazione di detto obiettivo sono state svolte le seguenti tre attivit:
1. Analisi del quadro dei profili di competenza (gerarchici e di coordinamento) degli Enti
coinvolti (Stato, Regione, Prefettura, Provincia,Comune) in attivit di Protezione Civile.
2. Individuazione e speditivo inquadramento delle diverse tipologie di rischi di protezione
civile che interessano il territorio regionale.
3. Definizione, per ciascuna tipologia di rischio individuata, dei compiti istituzionali della
struttura di protezione civile della Regione Abruzzo, allinterno delle diverse fasi operative
di pianificazione e prevenzione, di pre-allarme ed allarme, di gestione dellemergenza, di
superamento dellemergenza.
Va rilevato per, che il settore della Protezione Civile da sempre caratterizzato da una marcata
dinamicit e variabilit, derivante sia dalle diverse caratteristiche dei soggetti istituzionali e non
coinvolti (enti locali, statali, regionali, volontariato, forze dellordine etc.), sia dalla stessa natura
degli eventi in cui la protezione civile opera. Pertanto, sulla base dellanalisi delle diverse
normative esistenti pu sembrare chiaro, per alcune tipologie di rischio, a chi spetta il compito di
programmare e pianificare, tale chiarezza viene poi meno nella definizione dei livelli di
responsabilit e di gestione in ambito emergenziale. Infatti, nel momento del verificarsi dellevento
calamitoso pu risultare oggettivamente impossibile valutarne immediatamente lintensit e
lestensione al fine di ricondurlo ad una delle fattispecie, evento di tipo a, b o c, contemplate nella
normativa (art. 2 L. 225/92 e s.m.i.).
In questi casi, difficile dettare con precisione compiti e responsabilit dei diversi componenti
istituzionali del sistema protezione civile, probabilmente perch il fine del legislatore stato
quello non di sovra ordinare unautorit su di unaltra (Regione, Prefettura, Provincia, Comune), ma
quello di garantire un coinvolgimento pieno e collaborativo di tutte le risorse, siano esse, statali,
regionali, provinciali o comunali. In tale quadro il principio guida dellintervento regionale ove non
perfettamente definito dalle norme e sopratutto durante le fasi di contrasto alle criticit, non potr
essere che quello della sussidiariet, intesa come garanzia di sussidio allentit territoriale
amministrativa pi vicina ai cittadini, ogni qual volta un evento emergenziale la renda
impossibilitata ad agire per conto proprio.
Pertanto, considerato che in questo periodo in atto un processo di riorganizzazione della struttura
istituzionale-amministrativa dello Stato, e che in itinere un necessario aggiornamento della
normativa regionale di protezione civile, il presente documento, rappresenta solo un primo passo
sicuramente da integrare ed implementare, propedeutico allelaborazione di un successivo
programma regionale di prevenzione dei rischi di protezione civile.

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Direzione LL.PP., Ciclo Idrico Integrato e Difesa del Suolo e della Costa,
Protezione Civile
Direttore
Ing. Pierluigi Caputi
Servizio Emergenze di Protezione Civile

Ing. Altero Leone


Documento redatto da:

Dott. For. Sabatino Belmaggio


Servizio Emergenze di Protezione Civile - Ufficio back office - colonna mobile.
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Hanno, inoltre, contribuito alla stesura del presente documento:


Ing. Carlo Giovani
Ing. Maria Basi (Rischio sismico)
Geom. Marco Campilii (Rischio infrastrutture a rete)
Ing. Silvio Liberatore (Allegato1)
Ing. Domenico Macrini (Rischio Idrogeologico)
Centro Funzionale dAbruzzo
Dott. Antonio Iovino
D.ssa Alessandra Santacasa

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INDICE
Quadro legislativo di riferimento - Norme principali.........................................................................................5
1 Studio dei Livelli di competenza territoriale (gerarchici e di coordinamento) ...............................................9
1.1 Livello Nazionale .....................................................................................................................................9
1.2 Livello regionale.......................................................................................................................................9
1.2.1 Organizzazione tecnico-amministrativa del Servizio regionale di protezione Civile ..................... 11
1.2.2 La sala Operativa ............................................................................................................................. 11
1.2.3 Il Centro Funzionale DAbruzzo ..................................................................................................... 12
1.3 Livello Provinciale ................................................................................................................................. 12
1.3.1 Le Prefetture .................................................................................................................................... 12
1.3.2 Le Province...................................................................................................................................... 13
1.4 Livello Comunale ................................................................................................................................... 14
2 Definizione ed identificazione della tipologia di Rischio. .......................................................................... 15
2.2 Principali tipologie di rischio individuate per la regione Abruzzo ai fini di protezione civile............... 15
2.2.1 Rischio sismico................................................................................................................................ 15
2.2.2 Rischio idrogeologico...................................................................................................................... 15
2.2.3 Rischio incendio boschivo............................................................................................................... 16
2.2.4 Rischio Valanghe. ........................................................................................................................... 16
2.2.5 Rischio Chimico-Industriale............................................................................................................ 17
2.2.6 Rischio Ambientale. ....................................................................................................................... 17
2.2.7 Rischio eventi metereologici avversi............................................................................................... 17
2.2.8 Rischio trasporti (incidente stradale rilevante, incidenti ferroviari, incidenti aerei, incidenti
marittimi). ................................................................................................................................................. 18
2.2.9 Rischio connesso a eventi a rilevato impatto regionale o locale. .................................................... 18
2.2.10 Rischio Sanitario. .......................................................................................................................... 18
3 Compiti istituzionali della Protezione Civile della Regione Abruzzo nelle diverse fasi operative relative
alla gestione dei rischi di protezione civile. Pianificazione e Prevenzione, Fase di pre-allarme ed allarme,
Fase in emergenza, Superamento dellemergenza............................................................................................ 19
3.1 Il ruolo sussidiario della regione ............................................................................................................ 19
3.2 Fasi operative ......................................................................................................................................... 19
3.3 Rischio sismico...................................................................................................................................... 20
3.4 Rischio idrogeologico............................................................................................................................. 22
3.5 Rischio incendio boschivo...................................................................................................................... 24
3.6 Rischio valanghe .................................................................................................................................... 26
3.7 Rischio Chimico-Industriale.................................................................................................................. 28
3.8 Rischio Ambientale ................................................................................................................................ 30
3.9 Rischio trasporti (incidente stradale rilevante, incidenti ferroviari, incidente in galleria, incidenti aerei)
...................................................................................................................................................................... 32
3.10 Rischio Eventi metereologici avversi ................................................................................................... 33
3.11 Eventi a rilevato impatto regionale o locale- Ricerca persone disperse. .............................................. 35
3.12 Rischio sanitario ................................................................................................................................... 36
ALLEGATO 1.................................................................................................................................................. 38
Attivit di Sala Operativa ................................................................................................................................ 38
(definizione stati operativi, attivazione Sala Operativa e reperibilit ) ........................................................... 38
ALLEGATO 2.................................................................................................................................................. 42
Fogli notizie rischi ............................................................................................................................................ 42
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Quadro legislativo di riferimento - Norme principali.


Protezione civile.

Legge n.225 del 24 febbraio 1992 - Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile.

Legge regionale n. 72 del 14 dicembre 1993. Disciplina delle attivit regionali di protezione
civile.
D.P.R n.613 21 Settembre 1994 - Regolamento su partecipazione delle associazioni
volontariato nelle attivit di P.C.
DLgs 112 31 marzo 1998 - Conferimento di funzioni e compiti amministrativi Stato-Regioni ed
Enti Locali in attuazione del capo I della legge 15 Marzo 1997 n.59.
D.P.R. n.194 8 febbraio 2001 - Regolamento nuova disciplina della partecipazione del
volontariato nelle attivit di P.C.
Legge n.401 9 Novembre 2001 - Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo
delle strutture preposte alle attivit di Protezione Civile
Circolare n.5114 30 Settembre 2002 - Ripartizione delle competenze amministrative in materia
di Protezione Civile.
Legge n.152 30 Luglio 2005 - Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 31 Maggio
2005 n.90, recante disposizioni urgenti in materia di Protezione Civile.
Legge Regionale n. 15/2007 Partecipazione dellassociazione Radioamatori Italiani
Comitato Regionale Abruzzo nelle attivit di Protezione Civile,
d.p.c.m. n. 739 3 Dicembre 2008 - Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze.
Legge n.225 1992 coordinato e aggiornato con Legge n.100 2012
Testo coordinato del decreto Legge n.59 15 Maggio 2012 come approvato con Legge 100 del
12 Luglio 2012 .
D.p.c.m. 09 Novembre 2012 - Indirizzi operativi volti ad assicurare l'unitaria partecipazione del
volontariato alla P.C.

Rischio sismico.

D.M. 14 gennaio 2008 Norme tecniche per le costruzioni (NTC 2008)


D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in
materia edilizia.
Legge 3 febbraio 1974, n. 64 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le
zone sismiche.
Legge 5 novembre 1971, n. 1086 Norme per la disciplina delle opere di conglomerato
cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica.
OPCM 20 marzo 2003, n. 3274
OPCM 8 luglio 2004, n. 3362
OPCM 9 marzo 2006, n. 3505
OPCM 28 aprile 2006, n. 3519
OPCM 13 novembre 2010, n. 3907 e successive
OPCM 29 dicembre 2008, n. 3728 e successive
L.R. 11 agosto 2011, n. 28 Norme per la riduzione del rischio sismico e modalit di vigilanza e
controllo su opere e costruzioni in zone sismiche.
L.R. 17 dicembre 1996, n. 138 (in vigore fino al 31 gennaio 2014) Nuove norme per lo
snellimento di procedure per gli interventi di costruzione, riparazione, sopraelevazione ed
ampliamento nelle zone dichiarate sismiche ai sensi della L. 2.2.74, n. 64.
DGR 29 ottobre 2008, n. 1009
DGR 29 marzo 2005 n. 438
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Rischio idrogeologico/ Rischio eventi meteorologici avversi.

Legge 18 maggio 1989, n.183 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del
suolo.
L. 267/98 "Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone
colpite da disastri franosi nella regione Campania" (legge Sarno).
L. 365/2000 "Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e in materia di
protezione civile, nonch a favore di zone colpite da calamit naturali" (legge Soverato).
L.R. 27.12.2002 n.34 (interventi urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico sul
territorio della Regione Abruzzo e interventi di somma urgenza relativi alle varie ipotesi di
rischio);
Direttiva PCM 27.02.2004 (Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del
sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai
fini di protezione civile.
D.Lgs. 23.02.2010 n.49 (Attuazione della Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla
gestione dei rischi di alluvioni) che introduce nuovi programmi in materia di pianificazione,
finalizzati alla realizzazione di piani di gestione del rischio alluvioni;
Regione Abruzzo-Protocollo di Intesa firmato con le Prefetture-UTG Sistema di allertamento
Regionale Multirischio 22 dicembre 2011 definizione di procedure di allertamento per i
rischio meteorologico, idrogeologico, idraulico e di innesco degli incendi boschivi.

Rischio Incendi boschivi.

Legge n353 21 Novembre 2000 - Legge quadro in materia di incendi Boschivi.


O.P.C.M. 22 ottobre 2007, n. 3624 Disposizioni urgenti di protezione ci vile dirette a
fronteggiare lo stato di emergenza in atto nei territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, EmiliaRomagna, Marche, Molise, Sardegna ed Umbria, in relazione ad eventi calamitosi dovuti alla
diffusione di incendi e fenomeni dicombustione.
DGR 438 del 27/06/2011 Approvazione del Piano Regionale per la Programmazione delle
attivit di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, art. 3 Legge 21
novembre 2000, n. 353. Anni 2011-2012.

Regione Abruzzo. Protocollo di Intesa firmato con le Prefetture-UTG Sistema di allertamento


Regionale Multirischio 22 dicembre 2011 definizione di procedure di allertamento per i
rischio meteorologico, idrogeologico, idraulico e di innesco degli incendi boschivi.

DGR 447 del 17.06.2013. Piano regionale per la programmazione delle attivit di previsione,
prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, art. 3 L. 353/2000. Aggiornamento anno
2013.

Rischio Valanghe.

LR N. 47 DEL 18 06 1992 Norme per la previsione e la prevenzione dei rischi da valanga.

DM 400/1998. Regolamento generale recante norme per le funicolari aeree e terrestri in


servizio pubblico destinate al trasporto di persone.
Decreto 5 Dicembre 2003, n. 392 Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Regolamento
concernente modifica dell'articolo 7 del decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 4
agosto 1998, n. 400, recante norme per le funicolari aeree e terrestri in servizio pubblico
destinati al trasporto di persone.
L.R. 8 marzo 2005, n. 24 .Testo Unico in materia di sistemi di trasporto a mezzo di impianti a
fune, o ad essi assimilati, piste da sci ed infrastrutture accessorie.

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Rischio Chimico- Industriale.

DLgs n. 334 del 17 agosto 1999: controllo del pericolo di incendi provocati da sostanze
pericolose e s.m.i.
DLgs n.238 del 21 settembre 2005: attuazione della direttiva comunitaria n.105 sul rischio di
incidenti rilevanti .
Dpcm del 25 febbraio 2005: linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterno.
Dpcm del 16 febbraio 2007: linee guida per l'informazione alla popolazione.

Rischio Ambientale.

Convenzione tra Ministero dellAmbiente e Ministero dei Trasporti in materia di lotta e


prevenzione da inquinamento marino e da altre sostanze tossiche o nocive -17.12.2008.
Dlgs 152/2006 Codice dell'ambiente .

Rischio trasporti (incidente stradale rilevante, incidenti ferroviari, incidenti aerei, incidenti
marittimi).

Linee guida per la pianificazione di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili, in
attuazione dellarticolo 125 del Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230 e successive
modificazioni ed integrazioni.
DLgs 27 gennaio 2010, n. 35 Attuazione della direttiva 2008/68/CE, relativa al trasporto interno
di merci pericolose.
Direttiva 95/50/CE del Consiglio, del 6 ottobre 1995, sull'adozione di procedure uniformi in
materia di controllo dei trasporti su strada di merci pericolose
D.P.R., 6 giugno 2005, n. 134, Regolamento recante disciplina per le navi mercantili dei
requisiti per limbarco, il trasporto e lo sbarco di merci pericolose
Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 28 ottobre 2005 .Sicurezza nelle gallerie
ferroviarie.
Regolamento (UE) n. 996/2010 prevenzione incidenti nel settore dellaviazione civile.
Comitato Operativo Provinciale di Viabilit,D.M. 27.1.2005, gi istituito presso le Prefetture
UTG decreto 49/2005 del 9 giugno 2005, quale articolazione e struttura di coordinamento
territoriale del Centro Coordinamento Nazionale in materia di viabilit- Viabilit Italia.

Prefettura dellAquila decreto n. 32691 del 19/10/2012 il piano operativo di coordinamento


per la gestione delle emergenze da precipitazioni nevose o ghiaccio sulle tratte autostradali
della a24 e a25 e sulla viabilit principale nel territorio della Provincia dellAquila

Rischio connesso a eventi a rilevato impatto regionale o locale.

R.D. 18-06-1931, n. 773 Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica
sicurezza.Pubblicato nella Gazz. Uff. 26 giugno 1931, n. 146 e s.m.i.

Rischio Sanitario.
Legge Regionale n. 14/2007 Partecipazione della Croce Rossa Comitato Regionale Abruzzo
nelle attivit di Protezione Civile,
Direttiva del 28 giugno 2011: indirizzi operativi per l'attivazione e la gestione di moduli sanitari
in caso di catastrofe.

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Glossario
Allarme (fase) = fase dellattivit di Protezione Civile caratterizzata dalla presenza sul territorio di una situazione di
possibile imminente verificarsi di un evento calamitoso.
Emergenza (fase) = fase dellattivit di Protezione Civile conseguente allavvenimento di un evento calamitoso.
Pericolo = probabilit che si verifichi un evento di una data intensit.
Pianificazione (fase) = fase dellattivit di Protezione Civile caratterizzata dalla elaborazione coordinata dellinsieme
delle procedure operative dintervento da attuarsi nel caso in cui si verifichi levento atteso e contemplato in un
particolare scenario.
Postemergenza (fase) = fase dellattivit di Protezione Civile conseguente al superamento dellemergenza.
Prevenzione (fase) = fase dellattivit di Protezione Civile caratterizzata nello studio e nellapplicazione di tutte le
misure volte a evitare o ridurre al minimo la possibilit che si verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi,
anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto della attivit di previsione.
Previsione (attivit) = attivit dirette allo studio e alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla
identificazione dei rischi e alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi.
Programmazione (di Protezione Civile) = attivit caratterizzata dalla ricognizione e conoscenza dei rischi, e delle
problematiche a questi connesse, che insistono su un territorio.
Rischio = si definisce come funzione tra il pericolo, gli elementi esposti e la vulnerabilit di questi e si intende come
una valutazione del danno legato a fenomeni di pericolo a cui associata una componente casuale di accadimento.
Scenario = prefigurazione del sistema in cui si possa sviluppare un evento incidentale che abbia come conseguenza dei
danni sugli elementi del sistema stesso.
Soccorso = attuazione di tutti gli interventi diretti ad assicurare alle popolazioni colpite da un evento calamitoso ogni
forma di prima assistenza.
Superamento dellemergenza = attuazione, da parte degli organi istituzionali competenti, delle iniziative necessarie alla
rimozione degli ostacoli alla ripresa delle nomali condizioni di vita.
Vulnerabilit = attitudine di un elemento esposto al pericolo di subire un danno.
ANPAS= Ass.ne Naz.le Pubbliche Assistenze.
A.R.I.= Associazione Radioamatori Italiana
ARTA = Agenzia Reg.le per la Protezione dellAmbiente.
CAPI = Centri Assistenziali Pronto Intervento.
CCS = Centro Coordinamento Soccorsi.
CFS = Corpo Forestale dello Stato.
COA= Centro Operativo Autostradale.
COAU= Centro Operativo Aereo Unificato
COC = Centro Operativo Comunale.
COM = Centro Operativo Misto.
COV = Centro Operativo Viabilit.
CRI = Croce Rossa Italiana.
DI.COMA.C= Direzione Comando e Controllo
DOS = Direttore Operazioni di Spegnimento.
DPC= Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.
FFOO= Forze dellordine
INGV = Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
L.R.= Legge Regionale
LL.PP.= Lavori Pubblici
OPCM= Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
PC = Protezione Civile.
PCA= Posto Comando Avanzato.
PEE= Piano di Emergenza Esterno.
PEI= Piano di Emergenza Interno.
RFI= Rete Ferroviaria Italiana.
s.m.i.= successive modifiche ed integrazioni
S.O.= Sala operativa
SOUP= Sala Operativa Unificata Permanente.
UTG= Uffici Territoriali del Governo.
VVF= Vigili del Fuoco.
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1 Studio dei Livelli di competenza territoriale (gerarchici e di coordinamento)

1.1 Livello Nazionale


Servizio nazionale della Protezione Civile
E stato istituito al fine di tutelare lintegrit della vita, i beni, gli insediamenti e lambiente dai
danni o dal pericolo di danni derivanti da calamit naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.
Le attivit del Servizio sono svolte dal Presidente del Consiglio dei Ministri, o per sua delega da un
Ministro con portafoglio o il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
segretario del Consiglio. Il Dipartimento della Protezione civile, in collaborazione con i governi
regionali e le autonomie locali, indirizza, promuove e coordina i progetti e le attivit di protezione
civile. Coordina le attivit di risposta alle calamit naturali, catastrofi o altri eventi - eventi di tipo c
- che, per intensit ed estensione, devono essere fronteggiati, con immediatezza d'intervento, con
mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo. Organo
collegiale fondamentale del dipartimento il Comitato operativo. Il Comitato operativo lorgano
che assicura la direzione unitaria e il coordinamento delle attivit di emergenza. Il Comitato
presieduto dal Capo Dipartimento ed composto da rappresentanti del Sistema nazionale della
protezione civile. Lazione del Dipartimento nazionale di protezione civile durante la gestione della
fase emergenziale disciplinata dal D.P.C.M n. 739 3 Dicembre 2008 - Indirizzi operativi per la
gestione delle emergenze. In data 12 luglio 2012 il decreto-legge 15 maggio 2012, n. 59, recante
disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile stato convertito in Legge, n. 100/2012.
Detto decreto ha rimodulato le azione e le competenze del Dipartimento Nazionale di protezione
Civile e si rimanda alla lettura del testo normativo per le specifiche competenze di dettaglio.
A livello operativo il Dipartimento della Protezione Civile:
- emana gli indirizzi, rivolti a regioni, province e comuni, per preparare e attuare i
programmi di previsione e prevenzione in relazione alle varie ipotesi di rischio;
- prepara e attua i piani di emergenza per gli eventi di tipo c, in intesa con le regioni e gli
enti locali interessati;
- coordina gli interventi di spegnimento degli incendi boschivi, richiesti dalle Regioni, con i
mezzi della flotta aerea dello Stato.
Nel Dipartimento attivo il Centro Funzionale Centrale, dove confluiscono i dati dei Centri
Funzionali Regionali e dei Centri di Competenza, utili al monitoraggio dei fenomeni sul territorio
nazionale ed il centro di coordinamento Sistema, presso la Sala Situazione Italia. Inoltre operano
nel Dipartimento il Coau, Centro Operativo Aereo Unificato, e il Coem, Centro Operativo per le
Emergenze Marittime.
La Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi la struttura di
collegamento tra il Servizio Nazionale della Protezione Civile e la comunit scientifica. La sua
funzione principale fornire pareri di carattere tecnico-scientifico su quesiti del Capo Dipartimento
e dare indicazioni su come migliorare la capacita di valutazione, previsione e prevenzione dei
diversi rischi.
1.2 Livello regionale
La Protezione Civile considerata materia a competenza mista, infatti larticolo 117 della
Costituzione cita la stessa come materia di legislazione concorrente. Allo Stato spetta lobbligo di
dettare i principi quadro, mentre alle regioni affidata la relativa disciplina normativa di dettaglio.
Alle regioni, attraverso le proprie strutture di Protezione Civile, affidata la partecipazione
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allorganizzazione e allattuazione delle attivit di previsione e prevenzione del rischio e del


soccorso alle popolazioni. Esse realizzano sulla base di indicazioni dei programmi nazionali, i
programmi regionali di previsione e prevenzione, attuano unanalisi territoriale, organizzano e
coordinano le risorse, studiano le procedure di intervento e si preoccupano della formazione,
informazione e esercitazione del personale addetto e del volontariato di protezione civile regionale.
La normativa di riferimento nazionale rappresentata dalla 225/92 Istituzione del servizio
nazionale della protezione civile, mentre il successivo d.lgs. 112/98 ha disciplinato agli articoli
107 e 108 ), le funzioni di Protezione Civile mantenute dallo Stato o trasferite alle regioni. La
regione Abruzzo ha recepito i contenuti della 225/92 con una legge regionale la n. 72/1993
Disciplina delle attivit regionali di protezione civile. Attualmente in itinere un processo di
revisione della normativa regionale di protezione civile, al fine di adeguare lattuale impianto alle
recenti novit introdotte dalla L. 100/2012 di modifica ed integrazione della L. 225/92.
Pertanto in attesa della conclusione di tale processo di revisione ed integrazione, di seguito si
riportano brevemente i principi della LR 72/93, sulla quale si fonda lattuale sistema regionale di
protezione civile, rimandando le competenze di dettaglio ai contenuti specifici del testo normativo.
I compiti attribuiti alla dalla legge possono cos riassumersi:

Programmare e gestire le attivit di Previsione e prevenzione dei rischi.

Programmare le attivit di soccorso per le emergenza di competenza finalizzate a garantire


il miglior coordinamento tra le forze in campo e l'opportuno dispiegamento dei necessari
mezzi materiali e finanziari.

Promuovere e coordinare il volontariato di Protezione civile.

Operare per la diffusione di una cultura di Protezione civile.

Gestire, sulla scorta delle attivit di programmazione e pianificazione specifiche, le attivit


di soccorso per le emergenza di competenza garantendo il coordinamento tra le forze in
campo e l'opportuno dispiegamento dei necessari mezzi materiali e finanziari.

Gestire, nelle fasi di post-emergenza, le attivit di competenza per il ritorno alle normali
condizioni di vita dopo un eventuale evento calamitoso

Organi collegiali regionali di protezione civile sono:

Il Comitato regionale di Protezione Civile. Organo consultivo. Verifica la compatibilit ed


il coordinamento delle iniziative regionali in materia di protezione Civile;
Il Comitato tecnico-scientifico per la protezione civile. Organo consultivo e propositivo
della regione su tutte le attivit di protezione civile;
Comitato operativo regionale per le emergenze.
Sono competenze comuni della direzione regionale di protezione civile a tutte le tipologie di rischio
le seguenti attivit in ambito emergenziale:

Lattivazione e limpiego della colonna mobile regionale e delle organizzazioni di


volontariato;
La partecipazione di propri funzionari allattivit dei centri operativi e di coordinamento
istituiti sul territorio;
La gestione delle reti radio per le comunicazioni di emergenza tramite lattivazione delle
associazioni di volontariato dei radioamatori (ARI) (LR 13/2007);
Limpiego dei beni di prima necessita per garantire lassistenza alla popolazione stoccati
presso le strutture di protezione civile regionali (CAPI).

E competenza dellente Regione durante la fase emergenziale:


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La gestione degli interventi di emergenza sanitaria;

Linvio di propri tecnici per le verifiche di agibilit degli edifici, il rilievo del danno, la
valutazione del rischio residuo ed indotto, la verifica della potabilit delle acque e gli
interventi di bonifica ambientale.

Il Presidente della Giunta regionale si avvale del comitato Operativo regionale per assicurare la
direzione unitaria ed il coordinamento delle attivit di protezione civile di competenza regionale ed
il coordinamento e larmonizzazione delle stesse con le attivit delle amministrazioni dello Stato,
delle province, dei Comuni e delle atre componenti di protezione civile operanti nel territorio
regionale.
1.2.1 Organizzazione tecnico-amministrativa del Servizio regionale di protezione Civile
Il Settore Protezione Civile della Regione Abruzzo che nasce ed opera per assolvere a questi
compiti, inquadrato nella Direzione LL.PP., Ciclo Idrico Integrato e Difesa del Suolo e della
Costa, Protezione Civile. Esso si articola attraverso le funzioni svolte da seguenti servizi e uffici.
- Servizio: Emergenza di protezione civile.
Uffici: - Front line, intervento, protezione e soccorso, ispettivo associazioni;
- Back office. Colonna mobile regionale.
- Servizio Prevenzione dei rischi di protezione civile.
Uffici: - Rischio sismico, neve e forestale;
- Rischi idrogeologici, ambientali, eccezionali;
- Rischi infrastrutture a rete, idrografico e attrezzature, tecnologie.
- Servizio Amministrativo LLPP e Protezione Civile
Uffici: - Amministrativo-contabile;
- Volontariato e comunicazione;
1.2.2 La sala Operativa
Presso la Direzione regionale di Protezione istituita la Sala operativa regionale quale sede tecnica
di raccolta notizie, comando, coordinamento, comunicazione e controllo ai fini dellattivit di
protezione civile di competenza della regione. Alla sala operativa affiancato il Centro Funzionale
d'Abruzzo. La sala operativa segue il progressivo aggiornamento degli scenari mediante
lacquisizione delle informazioni provenienti dal territorio e dal Centro Funzionale DAbruzzo, e
attraverso lattivit di valutazione effettuata dai relativi responsabili, sentiti il dirigente del Servizio
Emergenza e del Centro Funzionale, viene determinato leventuale passaggio da uno Stato di
configurazione allaltro (S0 stato ordinario, S1 Stato di vigilanza, S2 Stato di Presidio operativo,
S3 Unit di crisi regionale). Nelle ore durante le quali la sala operativa non presidiata,
lattivazione del sistema di concorso regionale in eventi di protezione civile, avviene attraverso un
servizio di reperibilit. Settimanalmente il servizio di protezione civile, provvede ad elaborare ed ad
inviare a tutte le autorit competenti in materia di protezione civile, un elenco riportante il personale
in reperibilit e da contattare in caso di richiesta di concorso regionale nellarco della giornata in cui
la sala operativa non presidiata (19:00-09:00). Detto personale in caso di allertamento segue le
procedure dellallegato 1 alla presente relazione.
Alloperatore di sala operativa spetta la raccolta dei dati contenuti nel foglio notizie dellevento
segnalato, esso va comunque completato al termine della gestione della fase emergenziale. Il
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foglio notizie" (allegato 2 alla presente relazione) contiene alcuni dei dati pi importanti che
possibile raccogliere durante la gestione dellevento calamitoso, al fine di fornire una immediata
informazione ai responsabili degli uffici e dei servizi costituenti la struttura di protezione civile di
cui fa parte la Sala Operativa.
1.2.3 Il Centro Funzionale DAbruzzo
Il Centro Funzionale stato istituito nella Regione Abruzzo con la Legge Regionale n. 34 del 2007
Disposizioni di adeguamento normativo e per il funzionamento delle strutture, in attuazione della
Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004. Lart. 22 prevede che la
Regione Abruzzo nellambito dellorganizzazione del sistema di allertamento regionale, istituisce
il Centro Funzionale dAbruzzo. [] Il Centro Funzionale svolge le funzioni di accentramento di
tutti i dati strumentali e di monitoraggio su scala regionale, di previsione di scenari di rischio
meteo-idrologico, ambientale [...], di allertamento e di supporto decisionale al sistema di Protezione
Civile regionale e nazionale per tutte le tipologie di rischio, nellambito della rete dei Centri
Funzionali. [] Il Centro Funzionale dotato di una propria struttura organizzativa [].
In attuazione della legge suddetta con Delibera di Giunta Regionale n. 668 del 15 ottobre 2012,
parzialmente modificata con la D.G.R. n. 894 del 21 dicembre 2012, stato approvato latto di
organizzazione del Centro Funzionale dAbruzzo.
Latto di organizzazione riconosce al Centro Funzionale dAbruzzo il ruolo di Struttura
indipendente di alta specializzazione dotata di autonomia tecnico-funzionale, organizzativa,
finanziaria e patrimoniale, ed opera in coordinamento funzionale con la competente Direzione
regionale della Protezione Civile e in dipendenza degli indirizzi della medesima.
Inoltre, sempre secondo latto di organizzazione, il Centro Funzionale dAbruzzo opera
nellambito della rete nazionale dei Centri Funzionali, secondo gli standard tecnici e operativi
dettati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile [] come
centro funzionale multirischio di protezione civile, svolgendo, funzioni tecnico-scientifiche di
accentramento e integrazione di tutti i dati strumentali, di osservazione e monitoraggio disponibili
sul territorio regionale e utili alla elaborazione di scenari di previsione, di rischio e di danno []
per le seguenti tipologie di rischio/evento:
- rischio meteorologico;
- rischio idrologico ed idraulico;
- rischio nivologico e valanghivo;
- rischio incendi boschivi
Latto di organizzazione prevede, come struttura organizzativa, quattro macro aree:
Macro Area 1: Meteo Nivo Radar Meteorologia;
Macro Area 2: Idro;
Macro Area 3: Incendi Pianificazione Di Emergenza
Macro Area 4: Informatica - Amministrativa
1.3 Livello Provinciale
A livello provinciale necessario distinguere due strutture che operano sul territorio in materia di
Protezione Civile, le Prefetture e le Province.
1.3.1 Le Prefetture
Al verificarsi di eventi classificati alle lettere b) ( eventi naturali o connessi con lattivit delluomo
che, per la loro natura ed estensione, comportano lintervento di coordinamento provinciale) e c) (
calamit naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensit ed estensione comportano lintervento
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di coordinamento del Dipartimento Nazionale di protezione Civile) del comma 1 dellarticolo 2


della L. 225/1992 e s.m.i., il Prefetto:
informa il Dipartimento della protezione civile, il Presidente della giunta regionale e il
Dipartimento dei VVF, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dellinterno.
Assume, coordinandosi con il Presidente della giunta regionale la direzione unitaria dei servizi
di emergenza da attivare a livello provinciale, coordinandoli con gli interventi dei sindaci dei
comuni interessati;

adotta tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi;

vigila sullattuazione, da parte delle strutture provinciali di protezione civile, dei servizi
urgenti, anche di natura tecnica.
Durante la gestione dellemergenza al prefetto compete:
la responsabilit del Centro Coordinamento Soccorsi (CCS);
lattivazione e limpiego delle risorse statuali dellordine e della sicurezza pubblica presenti
sul territorio provinciale;
lemissione di ordinanze esercitando, qualora necessario, la funzione di sussidiariet nei
confronti dei sindaci.
Organo collegiale e consultivo della Prefettura il Comitato Provinciale di Protezione Civile; esso
presieduto dal Prefetto insieme ai rappresentanti statali, della regione e degli enti locali.
Il Comitato raccoglie informazioni, osservazioni e segnalazioni da parte del DPC, dalla regione, e
dalla sala operativa regionale. In caso di comunicato allarme da parte della Giunta Regionale
riguardo il verificarsi di eventi di tipo b) o c), con il fine di garantire il concorso dello Stato attua il
collegamento con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, il Ministero dellInterno, la
Giunta Regionale, la Provincia, i comuni. Tale collegamento assicurato dalla convocazione del
Centro Coordinamento Soccorsi (CCS), dai Centri operativi Misti (COM) e dalla attivazione della
sala Operativa Provinciale della Prefettura.
1.3.2 Le Province
Assicurano lo svolgimento dei seguenti compiti:
a) rilevazione, raccolta, elaborazione e aggiornamento dei dati relativi a ciascuna ipotesi di rischio
presente nel territorio provinciale; i dati disponibili vengono messi tempestivamente a disposizione
del presidente della Giunta regionale in vista dell'elaborazione e dell'aggiornamento dei
programmi regionali di previsione e di prevenzione e dei piani di emergenza,
b) predisposizione di programmi provinciali di previsione e di prevenzione in armonia con i
programmi nazionali e regionali:
c) realizzazione delle iniziative e degli adempimenti previsti nel programma provinciale di cui alla
lett. b) sulla base di preventive intese con la Regione per il coordinamento delle attivit di
rispettiva competenza;
d) organizzazione e riqualificazione dei Servizi tecnici provinciali finalizzata anche all'eventuale
utilizzazione per accertamenti, verifiche e controlli sul territorio, a sostegno dei Servizi tecnici
regionali, in relazione alle esigenze derivanti dalle diverse ipotesi di rischio potenziali e dalla
situazione di emergenza venutasi a creare a seguito di un evento calamitoso.
Assicurano la partecipazione dei propri rappresentanti in caso di convocazione al Comitato
regionale di Protezione Civile.
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Durante la gestione dellemergenza al Presidente della provincia compete:


lattivazione e limpiego delle proprie risorse;
la cura della viabilit e delle reti ed infrastrutture di servizi di propria competenza.
1.4 Livello Comunale
Il Sindaco lautorit comunale di Protezione Civile; al verificarsi dellemergenza assume la
direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e
provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto e al Presidente
della Giunta Regionale; se i mezzi non sono sufficienti chiede lintervento di altre forze e strutture
al Prefetto.
I suoi compiti principali sono:
Elaborazione del Piano di Emergenza Comunale, raccolta e aggiornamento dei dati
utili allaggiornamento dei piani regionali e provinciali di previsione e prevenzione e
dei piani regionali di emergenza.;
Approntamento dei mezzi e delle strutture operative necessarie agli interventi di
protezione civile, con particolare riguardo alle misure di emergenza;
Organizzazione dei gruppi di volontariato comunale di protezione civile
Comunicazione chiara e diretta alla popolazione dei rischi presenti sul territorio
comunale e conseguente divulgazione del piano comunale.
Durante la gestione dellemergenza al sindaco compete:
Lindividuazione della sede pi idonea per lubicazione del centro operativo
comunale, delle aree di attesa e delle aree di ricovero della popolazione;
lindividuazione delle situazioni di pericolo e della prima messa in sicurezza della
popolazione, anche disponendone levacuazione;

lassistenza sanitaria ai feriti;

la distribuzione dei pasti e lassegnazione di un alloggio alternativo alla


popolazione senza tetto;
la continua informazione alla popolazione sulla situazione e sui comportamenti da
adottare anche attraverso lattivazione di uno sportello informativo comunale;
il controllo della viabilit comunale con particolare attenzione alla possibilit di
afflusso dei soccorritori e di evacuazione della popolazione colpita o a rischio;

il presidio a vista del territorio per eseguire levento.

Il Piano di Emergenza Comunale elaborato in base agli indirizzi nazionali emanati dal DPC
(metodo Augustus) e contiene le informazioni utili a qualificare lo scenario di rischio a livello
comunale e le procedure operative dintervento da attuarsi nel caso si verifichi un evento sismico di
entit tale da rendere necessario lintervento dellautorit di PC (Sindaco). Il Piano va aggiornato
periodicamente, illustrato e condiviso con la popolazione interessata e testato con esercitazioni
che valutino lefficacia delle procedure operative previste e informano la popolazione sui
comportamenti da tenersi. In attuazioni alle disposizioni di cui allart. 5 della LR 28/2011, i Comuni
approvano con deliberazione consiliare il "Piano di Emergenza Comunale" e ne recepiscono,
contestualmente, i contenuti nei propri strumenti di pianificazione urbanistica. Inoltre, il Piano
trasmesso alla Regione Abruzzo (art. 5, comma 9, LR 28/2011) per il coordinamento dei soccorsi in
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caso di evento di tipo B ovvero in caso di evento per il quale lamministrazione coinvolta dichiari
l'impossibilit a farvi fronte con le sole proprie azioni.

2 Definizione ed identificazione della tipologia di Rischio.


Ai fini di protezione civile, il rischio rappresentato dalla possibilit che un fenomeno naturale o
indotto dalle attivit delluomo possa causare effetti dannosi sulla popolazione, gli insediamenti
abitativi e produttivi e le infrastrutture, allinterno di una particolare area, in un determinato periodo
di tempo.

2.2 Principali tipologie di rischio individuate per la regione Abruzzo ai fini di protezione
civile.

2.2.1 Rischio sismico.


Definizione ed identificazione
Il rischio sismico, determinato dal prodotto tra la pericolosit e la vulnerabilit (valutata in termini
di esposizione degli elementi esposti quali la popolazione e le infrastrutture), la probabilit che si
verifichi o che venga superato un certo livello di danno o di perdita economico-sociale in un
prefissato intervallo temporale ed in una data area a seguito di evento sismico di data magnitudo.
Poich non possibile prevedere il verificarsi dei terremoti, lunica strategia applicabile quella di
limitare gli effetti del fenomeno sullambiente antropizzato, attuando adeguate politiche di
prevenzione e riduzione del rischio.
Scenari di danno
Gli scenari di danno sono dovuti al coinvolgimento, sui territori esposti, della popolazione, delle
strutture, delle infrastrutture viarie e delle reti tecnologiche dei servizi essenziali. Interruzione di
pubblici servizi, isolamento di centri abitati, pericolo per la pubblica e privata incolumit.
2.2.2 Rischio idrogeologico.
Definizione ed identificazione
Con il termine rischio idrogeologico si designa il rischio connesso allinstabilit dei pendii in
relazione alla loro conformazione geologica e geomorfologica o di corsi fluviali in conseguenza di
particolari condizioni ambientali, meteorologiche e climatiche che coinvolgono le acque piovane
nel loro ciclo idrologico, con possibili conseguenze sullincolumit della popolazione e sulla
sicurezza delle strutture, infrastrutture, servizi ed attivit di un dato territorio.
Gli eventi maggiori di dissesti idrogeologici sono:
Frane.
Alluvioni, anche in presenza di dighe.

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Scenari di danno
Gli scenari di danno sono dovuti al coinvolgimento, sui territori esposti, della popolazione, delle
strutture, delle infrastrutture viarie e delle reti tecnologiche dei servizi essenziali. Interruzione di
pubblici servizi, isolamento di centri abitati, pericolo per la pubblica e privata incolumit.
2.2.3 Rischio incendio boschivo.
Definizione ed identificazione
La definizione di incendio boschivo in Italia dettata dalla legge 21 novembre 2000, n. 353, "Legge
quadro in materia di incendi boschivi", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 280 del 30 novembre
2000. Per incendio boschivo si intende un fuoco con suscettivit a espandersi su aree boscate,
cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate poste allinterno
delle predette aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi a dette aree.
Scenari di danno
Gli scenari di danno sono dovuti al coinvolgimento di strutture, infrastrutture viarie e reti
tecnologiche dei servizi essenziali sui territori esposti. Danno ambientale a carico del patrimonio
boschivo, Interruzione di pubblici servizi, isolamento di centri abitati, pericolo per la pubblica e
privata incolumit;
2.2.4 Rischio Valanghe.
Definizione ed identificazione
La valanga un fenomeno che si verifica quando una massa di neve o ghiaccio improvvisamente si
mette in moto su un pendio, precipitando verso valle a causa della rottura della condizione di
equilibrio presente all'interno del manto nevoso, per effetto di uno stress interno che porta al
raggiungimento del carico di rottura, ovvero quando la forza di gravit che agisce sul pendio
innevato supera le forze di coesione del manto nevoso che agiscono in senso opposto.
Scenari di danno
Gli scenari di danno sono dovuti al coinvolgimento di civili e strutture (impianti e piste da sci),
infrastrutture viarie e reti tecnologiche dei servizi essenziali sui territori esposti. Interruzione di
pubblici servizi, isolamento di centri abitati, pericolo per la pubblica e privata incolumit;

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2.2.5 Rischio Chimico-Industriale.


Definizione ed identificazione
La presenza sul territorio di stabilimenti industriali, che utilizzano o detengono sostanze chimiche
per le loro attivit produttive, espone la popolazione e lambiente circostante al rischio industriale.
Un incidente industriale pu, infatti, provocare danni alla popolazione e al territorio. Gli effetti sulla
salute umana in caso di esposizione a sostanze tossiche rilasciate nellatmosfera durante lincidente
variano a seconda delle caratteristiche delle sostanze, della loro concentrazione, della durata
desposizione e dalla dose assorbita. Gli effetti sullambiente sono legati alla contaminazione del
suolo, dellacqua e dellatmosfera da parte delle sostanze tossiche.
Scenari di danno
Gli scenari di danno sono dovuti al coinvolgimento di abitazioni civili, strutture industriali,
infrastrutture viarie e reti tecnologiche dei servizi essenziali sui territori esposti. Danno ambientale a
carico del territorio(inquinamento aria,terra e suolo), interruzione di pubblici servizi, isolamento di
centri abitati, pericolo per la pubblica e privata incolumit.
2.2.6 Rischio Ambientale.
Definizione ed identificazione
Con tale termine si ricomprendono le situazioni di rischio connesse alla probabilit che accadano
eventi che comportino unalterazione repentina dei parametri fisico-chimici caratterizzanti le
matrici ambientali acqua, aria e suolo, con ricadute immediate o a breve termine sulla salute della
popolazione residente in una data area, e tale da comportare ladozione di misure emergenziali
straordinarie.
Scenari di danno
Gli scenari di danno sono dovuti al coinvolgimento di persone, abitazioni civili, strutture industriali,
infrastrutture viarie e reti tecnologiche dei servizi essenziali sui territori esposti. Danno ambientale a
carico del territorio (inquinamento aria,terra e suolo), Interruzione di pubblici servizi, isolamento di
centri abitati, pericolo per la pubblica e privata incolumit.
2.2.7 Rischio eventi metereologici avversi.
Definizione ed identificazione
Il rischio eventi metereologici avversi riguarda condizioni atmosferiche eccezionali, come ad
esempio le trombe daria, le forti nevicate, le grandinate, le raffiche di vento e le precipitazioni
intense.
Scenari di danno
Gli scenari di danno sono dovuti al coinvolgimento di persone, abitazioni civili, strutture industriali,
infrastrutture viarie e reti tecnologiche dei servizi essenziali sui territori esposti. Interruzione di
pubblici servizi, isolamento di centri abitati, pericolo per la pubblica e privata incolumit.

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2.2.8 Rischio trasporti (incidente stradale rilevante, incidenti ferroviari, incidenti aerei,
incidenti marittimi).
Definizione ed identificazione
In questa categoria rientrano gli incidenti lungo la rete stradale, ferroviaria, marittima o aerea in
attraversamento del territorio regionale, che non possono essere affrontati con le normali procedure
di soccorso. Rientrano in tale categoria i pericoli o le gravi situazioni di disagio determinate da
eventi connessi ad eventi meteorologici particolarmente avversi (neve, nebbia, precipitazioni
intense, ecc.) nonch ad altri problemi inerenti eventuali blocchi della viabilit. Il rischio connesso
ad incidenti derivanti da trasporto di sostanze pericolose per luomo e per lambiente assimilato
per competenze e procedure dintervento, al rischio di incidente chimico-industriale (trasporto su
terra di sostanze pericolose) o al rischio ambientale (inquinamento marino).
Scenari di danno
Gli scenari di danno sono dovuti al coinvolgimento di infrastrutture adiacenti alla linea,
interruzione di pubblici servizi, isolamento di centri abitati, pericolo per la pubblica e privata
incolumit e gravi disagi sul sistema delle comunicazioni regionali o nazionali.
2.2.9 Rischio connesso a eventi a rilevato impatto regionale o locale.
Sono eventi diversi dalle emergenze che, seppure concentrati in ambito territoriale limitato, possono
comportare un rilevante impatto con possibili rischi per la pubblica e privata incolumit. Rientrano
in tale categoria, eventi che in ragione delleccezionale afflusso di persone ovvero della scarsit o
insufficienza delle vie di fuga, possono richiedere lattivazione, a livello comunale, del piano di
protezione civile.
Scenari di danno
Gli scenari di danno sono dovuti al coinvolgimento di persone, abitazioni civili, interruzione di
pubblici servizi, pericolo per la pubblica e privata incolumit.

2.2.10 Rischio Sanitario.


Definizione ed identificazione
Emerge ogni volta che si creano situazioni critiche (emergenze sanitarie derivanti da eventi di
origine naturale o antropica), che possono incidere sulla salute umana.
Scenari di danno
Gli scenari di danno sono dovuti al coinvolgimento di persone, , interruzione di pubblici servizi,
pericolo per la pubblica e privata incolumit

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3 Compiti istituzionali della Protezione Civile della Regione Abruzzo nelle diverse
fasi operative relative alla gestione dei rischi di protezione civile. Pianificazione e
Prevenzione, Fase di pre-allarme ed allarme, Fase in emergenza, Superamento
dellemergenza.

3.1 Il ruolo sussidiario della regione


Lattuale orientamento normativo in materia di protezione civile, lascia sempre pi spazio al potere
di delega degli Enti centrali, prima Stato poi regioni, verso lente periferico per eccellenza, il
comune, che le attua con lo sviluppo della pianificazione demergenza comunale. Alla struttura
Regionale di protezione civile, comunque affidato un ruolo di guida del Sistema. Tale ruolo
attualmente esercitato, in vista di un aggiornamento della normativa regionale, attraverso le azioni
riportate nel punto 1.2.
In tale contesto comunque necessario sottolineare che lattivazione della Protezione Civile
regionale, in sussidio allente locale nei casi in cui lemergenza sia classificabile come tipologia di
evento a) (art. 2 L.225/1992-eventi naturali o connessi con l'attivit dell'uomo che possono essere
fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via
ordinaria); comunque sempre condizionata dal fatto che levento da fronteggiare sia di natura
prevedibile o imprevedibile.
Nel primo caso la richiesta di supporto operativo regionale sempre subordinata allattivazione da
parte dellEnte richiedente, di tutte o parte delle funzioni previste dal piano di emergenza comunale
per la specifica tipologia di evento, compresa listituzione temporanea del Centro Operativo
Comunale (C.O.C).
Nella seconda fattispecie lintervento della protezione civile regionale, inteso come azione di
concorso-sussidio della regione, dovr intendersi sempre garantita, quando la richiesta di supporto
venga formalmente avanzata da parte di unautorit competente (Comune, Provincia, Prefettura,
Forze dellordine, VVF), che dichiara, in virt della gravit dellesigenza, la impossibilit di fare
fronte con le proprie risorse e di assumersi la responsabilit del coordinamento di tutte le attivit.

3.2 Fasi operative


Pianificazione e Prevenzione. Nella generale definizione di prevenzione prevista dalla legge n.
225/1992, si esplicitano le singole attivit volte a evitare o a ridurre al minimo la possibilit che si
verifichino danni conseguenti agli eventi. Queste attivit, definite non strutturali, sono:
lallertamento, la pianificazione dellemergenza, la formazione, la diffusione della conoscenza della
protezione civile, linformazione alla popolazione, lapplicazione della normativa tecnica e le
esercitazioni.
Fase di pre-allarme ed allarme. Corrisponde al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e
alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei livelli di rischio attesi. Per i fenomeni per i quali non
possibile determinare una fase di pre-allarme o allarme, tale fase sostituita dalla Fase in
emergenza.
Fase in emergenza. Segue la fase di pre-allarme ed allarme, e si attua quando i fenomeni sono
oramai in corso e interessano esplicitamente gli elementi identificati a rischio. Coincide con
limmediata attivazione di tutte le azioni previste per la salvaguardia delle persone e dei beni.

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Superamento dellemergenza. E lattuazione, coordinata con gli organi istituzionali competenti,


delle iniziative, necessarie e non rinviabili, volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali
condizioni di vita.

3.3 Rischio sismico


Pianificazione e Prevenzione
Le attuali conoscenze scientifiche non permettono di prevedere il tempo ed il luogo esatti in cui
avverr il prossimo terremoto. Pertanto, la previsione dei terremoti non un traguardo conseguibile
in tempi brevi. La riduzione del rischio sismico va dunque affrontata dal punto di vista della
prevenzione attraverso gli strumenti di Pianificazione territoriale e di Programmazione delle azioni
di riduzione del rischio. Entrambi gli strumenti sono sostanzialmente connessi alla conoscenza delle
caratteristiche fisiche del territorio che definiscono la pericolosit sismica, ovvero la frequenza e la
forza con cui si manifestano i terremoti sul territorio regionale. La Carta della Pericolosit sismica
del territorio stata elaborata dallINGV ed stata adottata, come riferimento nazionale, nel 2006
con lOPCM n. 3519/2006
Gli studi di pericolosit sismica sono stati impiegati, soprattutto negli ultimi anni, nelle analisi
territoriali e regionali finalizzate allattribuzione della pericolosit di base (la classificazione
sismica) o alla definizione della pericolosit locale (la microzonazione sismica). In questultimo
caso, valutare la pericolosit significa individuare le aree a scala comunale che, in occasione di una
scossa sismica, possono essere soggette a fenomeni di amplificazione e fornire indicazioni utili per
la pianificazione urbanistica.
I valori ed i parametri desunti dalla carta della pericolosit (velocit, accelerazione, intensit,
ordinate spettrali), costituiscono riferimento normativo per lelaborazione dei calcoli strutturali per
gli interventi edilizi secondo quanto stabilito dalle nuove Norme tecniche per le costruzioni emanate
con D.M. 14.01.2008. Inoltre, le informazioni contenute nella Carta costituiscono riferimento per
lelaborazione della classificazione sismica a vasta scala del territorio, ed una base per la
definizione del terremoto di riferimento per gli studi di microzonazione sismica.
Spetta alla Regione oltre al supporto agli Enti locali in materia di formazione ed informazione sul
rischio sismico, lelaborazione della Classificazione sismica regionale e la microzonazione sismica.
Allattualit, la classificazione sismica vigente quella approvata con DGR n. 438 del 29.03.2005,
che recepiva le indicazioni dellOrdinanza del Presidente Consiglio dei Ministri (OPCM) n.
3274/2003. Con lOPCM n. 3519/2006, spetta alla regione laggiornamento delle zone sismiche
sulla base di indirizzi e criteri nazionali, al momento sospesi in quanto di modifica ed integrazione.
Con LR n. 28 del 11.08.2011, la Regione ha reso obbligatori gli studi di microzonazione sismica di
livello 1 per tutti i 305 Comuni abruzzesi (garantendo la quota di cofinanziamento) ed imposto il
recepimento degli esiti nei piani urbanistici comunali e nei piani di coordinamento territoriali.
Fase pre allarme e allarme
Stante limprevedibilit del fenomeno, al momento, lattuale livello delle conoscenze scientifiche,
non consente di disporre di strumenti o metodologie che consentano di pre-allertare o allarmare i
soggetti interessati.
Fase emergenza
Per situazioni di criticit dovuta a fenomeni sismici frequenti (sciami sismici), di intensit tale da
interessare i territori di diversi comuni, con presenza di danneggiamenti diffusi e/o scene di
rilevante disagio psico-fisico della popolazione, tra la popolazione, non gestibili direttamente dalle
Amministrazioni locali coinvolte, la Regione interviene a supporto dellEnte territorialmente
competente (art. 2, L 225/92).Nel caso levento comporti lattivazione delle Prefetture
territorialmente competenti, la Regione partecipa con funzione di supporto, alle strutture operative
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attivate dal Prefetto (CCS, PCA, COM) per la gestione operativa della fase emergenziale, anche
attraverso il contributo dei gruppi di volontariato di protezione civile coordinati dalla Sala
Operativa regionale (allestimento e gestione aree di attesa, supporto alle esercitazionidi PC,
supporto alle forze dellordine per delimitazione delle zone a rischio, attivit di allontanamento
della popolazione coinvolta, apposizione sistemi di chiusura della viabilit, attivit di sorveglianza e
informazione). Lorganizzazione delle varie attivit di assistenza, nei momenti immediatamente
successivi allevento, coordinata dal Sindaco, che opera allinterno del Centro Operativo
Comunale (C.O.C.). In caso di evento sismico occasionale di intensit tale da non causare
danneggiamenti importanti, ma percepito dalla popolazione, lautorit di PC sul territorio comunale
interessato dallevento (Sindaco), verifica e attua le procedure operative previste dal piano di
emergenza comunale e valuta la necessit di effettuare specifiche campagne dinformazione per
informare la popolazione sui comportamenti da tenersi. La Regione, in fase demergenza, concorre
tecnicamente a individuare/validare eventuali strutture ed aree necessarie per il ricovero della
popolazione e per altre attivit tecnico-logistiche
Fase di Post-emergenza
La fase di emergenza si pu considerare terminata con il cessato manifestarsi dellevento
determinante lemergenza (interruzione o sensibile riduzione dello sciame sismico successivo
allevento principale), ovvero, quando si sia accertato che non esista pi pericolo per le persone e le
cose coinvolte. Mentre proseguono le operazioni di soccorso e si migliorano le condizioni dei campi
di accoglienza, i tecnici specializzati nella rilevazione del danno post-sisma, in collaborazione con i
tecnici comunali e di altre amministrazioni locali, provvedono al capillare censimento dei danni
attraverso le apposite schede elaborate dal DPC ed individuano le aree di prioritario intervento
(puntellamenti, demolizioni, inagibilit,..). La Regione esercita attivit di raccordo con le
amministrazioni locali interessate al fine della richiesta di attivazione dello Stato di Emergenza
presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il tramite della Giunta Regionale.

DirezioneLLPPeProtezioneCivileServizioEmergenzadiprotezionecivile
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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

PROVINCIA

COMUNE

CORPOVVF

FORZEDELLORDINE

RAPPORTICONORGANIINFORMAZIONE

ACCERTAMENTODANNIEATTIVITATECNICHE
PER LEMERGENZA

ATTIVAZIONEVOLONTARIATOECOLONNAMOBILE
REGIONALE

ASSISTENZAALLAPOPOLAZIONE

SORVEGLIANZADELTERRITORIO

ISTITUZIONEDELCOC

ISTITUZIONECCSEDEICOM

DIPARTIMENTO
NAZIONALE
PROTEZIONECIVILE
SERVIZIO
REGIONALE
DI
PROTEZIONECIVILE
PREFETTURA

ISTITUZIONEDICOMAC

EVACUAZIONEPOPOLAZIONE

ATTIVAZIONEPIANODIEMERGENZACOMUNALE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZASUSCALANAZIONALE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALA PROVINCIALEREGIONALE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALA COMUNALE

Azioni

Enti

competenti

PIANIFICAZIONEEPREVENZIONE

SINTESI GRAFICA DELLE PRINCIPALI COMPETENZE PER IL


RISCHIO SISMICO

Legenda

Funzioneresponsabiledellazione

Funzionedisupporto/concorsoallazione

Funzioneinformata

3.4 Rischio idrogeologico


Pianificazione e Prevenzione
Il Rischio Frane sul territorio della Regione Abruzzo rappresentato nei Piani Stralcio di Bacino
per l'Assetto Idrogeologico dei Bacini Idrografici di rilievo Nazionale, Interregionale e Regionale,
che rappresentano "strumenti conoscitivi, normativi e tecnico-operativi mediante i quali sono
pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa, alla
salvaguardia e alla valorizzazione del suolo, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del
territorio interessato". Il Rischio Alluvioni sul territorio della Regione Abruzzo rappresentato nei
Piani Stralcio di Difesa dalle Alluvioni (PSDA) dei Bacini Idrografici di rilievo Nazionale,
Interregionale e Regionale, che rappresentano "strumenti conoscitivi, normativi e tecnico-operativi
mediante i quali sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla
conservazione, alla difesa, alla salvaguardia e alla valorizzazione del suolo negli ambiti fluviali,
sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato". In tema di
pianificazione di protezione civile, anche per il Rischio Idrogeologico, la Giunta Regionale, con
D.G.R. 21/02/2005 n 185, ha approvato un documento preliminare denominato PSRE: Piano
Strutturale regionale per lemergenza che prevede Norme di attuazione, relazione, linee guida e uno
studio degli scenari di rischio territoriali sulla Regione Abruzzo. Particolare interesse in materia
riveste il Protocollo di intesa in materia di Protezione civile (tra Regione Abruzzo, Prefettura di
Pescara, Provincia di Pescara e Alcuni Comuni del Pescarese), per gestire il rischio idraulico sui
Fiumi Pescara Piomba e Saline. Protocollo Operativo approvato dalla Giunta Regionale con D.G.R.
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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

del 12/04/2006 n 402. La Giunta Regionale, ai sensi della Direttiva alluvioni emanata dal
Presidente del Consiglio dei Ministri il 27 Febbraio 2004 e s.m.i, con Deliberazione del 13 febbraio
2012, n 70 ha disposto la realizzazione di uno studio sperimentale per la definizione di un modello
di localizzazione, strutturazione ed attivazione dei Presidi Territoriali idraulici e idrogeologici
nell'ambito di un bacino campione della Regione Abruzzo, replicabile sugli altri bacini idrografici
ricadenti nel territorio regionale, con il coinvolgimento di altre Strutture ed Enti locali e territoriali
ad ogni titolo interessati. La Regione Abruzzo, attraverso il Centro Funzionale, supporta i comuni
nella redazione dei piani comunali di emergenza redatti secondo il Manuale operativo per la
predisposizione di un piano comunale o intercomunale di protezione civile emanato dal
Dipartimento della Protezione Civile nellottobre del 2007, integrato da procedure inerenti il rischio
idraulico, idrogeologico e sismico. Tale azione di supporto prevede una fase di affiancamento,
verifica e aggiornamento dei piani collaborando attivamente nella redazione di procedure operative
e delle relative cartografie. Inoltre, con Deliberazione di Giunta Regionale del 21/11/2011, n 811
sono state emanate apposite linee guida per la cartellonistica da utilizzare nellambito della
pianificazione comunale per le aree di emergenza e per le sedi C.O.C. e C.O.M. In tema di rischio
idrogeologico, la Struttura di Protezione civile regionale pu intervenire anche attraverso il
finanziamento di interventi urgenti, nellambito della L.R. 34/2002, in favore dei Comuni interessati
da situazioni di rischio per la pubblica e privata incolumit; in tal caso si avvale dei Servizi dei Geni
Civili regionali territorialmente competenti ai quali si fa riferimento per il necessario supporto
tecnico operativo.
Fase di Attenzione, Pre-allarme e Allarme
Il Centro funzionale dAbruzzo diffonde lavviso di criticit agli enti di cui al Protocollo dIntesa
fra Regione Abruzzo Centro Funzionale con le Prefetture UTG inerente il Sistema di
allertamento multirischio entrato in vigore il 15 gennaio 2012 ai sensi della Direttiva 27 febbraio
2004 e s.m.i. Ricevono lavviso quindi tutti i comuni delle aree interessate, alle prefetture, alle
province, ai Geni Civili, etc..
Tale avviso emesso dal DPC in caso di criticit moderata, avviso di criticit elevata o evento in
atto con criticit moderata o elevata per rischio idrogeologico per le zone di allertamento previste in
ambito regionale.
Il Centro Funzionale dAbruzzo svolge inoltre unattivit di monitoraggio che prevede linvio di
una specifica modulistica da utilizzare in caso di evento in atto (es. superamento dei livelli
idrometrici dei corsi dacqua monitorati) da diffondere ai Comuni, alle prefetture interessate, ai
Servizi del Genio Civile, ed eventuali altre strutture coinvolte (Consorzi di Bonifica, etc). In base
al superamento della soglia viene associata una specifica fase di operativit del Sistema regionale di
Protezione Civile (attenzione, preallarme e allarme). La comunicazione in fase di monitoraggio,
dovendo essere tempestiva, raggiunge gli interessati via email e sms.
Fase in Emergenza
Arrivata la comunicazione al Reperibile di turno o alla Sala Operativa regionale, la Regione,
attraverso le Strutture preposte, verifica lentit dellevento segnalato; se levento rientra nelle
fattispecie di cui ai comma b e c dellArt. 2 della L. 225/92, come modificata dalla L.
100/2012, interviene garantendo il supporto alle strutture operative eventualmente attivate dal
Prefetto (CCS, PCA, COM, ..) o alle strutture attivate dai Comuni (C.O.C. e Presidi Territoriali
idraulici e idrogeologici), per il monitoraggio dellevento e la gestione operativa di una eventuale
fase emergenziale, anche attraverso il contributo dei gruppi di volontariato di protezione civile
coordinati dalla medesima Sala Operativa. In particolare, in occasione del verificarsi di un evento
per il quale si richiedono, con immediatezza di intervento, limpiego di mezzi e poteri straordinari
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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

da parte dello stato ai sensi della suddetta normativa (comma c dellArt. 2), la Regione, oltre al
supporto alle suddette attivit emergenziali, esercita anche il coordinamento delle attivit di
valutazione, da parte degli enti locali interessati, degli scenari di danno al fine della richiesta di
riconoscimento dello Stato di Emergenza presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il
tramite della Giunta Regionale.
Fase di Post Emergenza
Proseguono le attivit della Regione a supporto degli Enti locali direttamente coinvolti al fine del
ritorno a condizioni di normalit dei territori colpiti e di coordinamento nelle definizione dello
scenario definitivo dei danni.

PREFETTURA

PROVINCIA

COMUNE

CORPOVVF

FORZEDELLORDINE

RAPPORTICONORGANIINFORMAZIONE

ACCERTAMENTODANNIEATTIVITATECNICHE
PER LEMERGENZA

ASSISTENZAALLAPOPOLAZIONE

ATTIVAZIONEVOLONTARIATOECOLONNAMOBILE
REGIONALE

EVACUAZIONEPOPOLAZIONE

ISTITUZIONEDEILCOC

ISTITUZIONECCSEDEICOM

DIPARTIMENTO
NAZIONALE
PROTEZIONECIVILE
SERVIZIOREGIONALEDIPC

ISTITUZIONEDICOMAC

SORVEGLIANZADELTERRITORIO

ATTIVAZIONEPIANODIEMERGENZACOMUNALE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALANAZIONALE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALA PROVINCIALEREGIONALE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALA COMUNALE

PIANIFICAZIONEEPREVENZIONE

Azioni

Enti

competenti

MONITORAGGIOPARAMETRIMETEOROLOGICIE
DIFFUSIONE ALLERTA

SINTESI GRAFICA DELLE PRINCIPALI COMPETENZE PER IL


RISCHIO IDROGEOLOGICO

Legenda

Funzioneresponsabiledellazione

Funzionedisupporto/concorsoallazione

Funzioneinformata

3.5 Rischio incendio boschivo


Il Sistema regionale di pianificazione e prevenzione del rischio incendi boschivi si articola su
quattro istituzioni: La regione, il Corpo Forestale dello Stato, il Corpo nazionale dei Vigili del
Fuoco ed il sistema del volontariato regionale antincendio boschivo.

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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

Pianificazione e Prevenzione
La regione tramite la struttura regionale di Protezione civile elabora, approva, adotta ed aggiorna
in collaborazione con il CFS, i VVF e gli enti parco, il Piano regionale Antincendio Boschivo. In
esso contenuta lanalisi del territorio regionale e la suscettivit dello stesso al rischio incendio
boschivo. Sono inoltre riportate le procedure dintervento ed i mezzi atti al contrasto.
Provvede allattivit di formazione del personale volontario coinvolto allinterno delle attivit di
sorveglianza, avvistamento e spegnimento degli incendi boschivi.
Tramite appositi protocolli dintesa e convenzioni, la Regione stabilisce le modalit di
collaborazione del CFS, dei VVF e delle associazioni di volontariato regionali, al sistema regionale
di prevenzione e lotta agli incendi boschivi. Attiva, durante il periodo di massima pericolosit per
gli incendi boschi, la Sala Operativa Unificata Permanente (SOUP), ed assicura ai comuni, tramite
il Centro Funzionale DAbruzzo, lelaborazione giornaliera di un indice di suscettivit allinnesco
degli incendi boschivi. Supporta tramite il Centro Funzionale i comuni nella elaborazione dei Piani
di Emergenza Comunali con particolare riferimento al rischio incendi di interfaccia. Collabora con
i Comuni per lassolvimento degli obblighi collegati allistituzione ed aggiornamento del Catasto
Incendi Boschivi. Sostiene gli oneri economici relativi allattivazione delle Associazioni di
Volontariato da parte della SOUP, impegnate nelle operazioni di prevenzione e lotta agli incendi
boschivi.
Fase di pre-allarme ed allarme
La fase inizia con lemissione da parte del Centro Funzionale DAbruzzo di un Avviso, in caso di
indice di suscettivit allinnesco di incendi boschivi ALTO, diffuso via sms e pubblicato sul sito
internet. Coincide con linvio di appositi sms di allerta ai sindaci dei comuni interessati con relativo
invito ad attuare le prescrizioni contenute nei piani di emergenza comunali, con la pubblicazione di
un bollettino di allerta sul sito istituzionale della Regione, con lattivazione da parte della SOUP di
unattivit di sorveglianza territoriale da parte del volontariato antincendio boschivo regionale.
Fase in Emergenza

Coincide con lavvistamento di un incendio boschivo e la conseguente segnalazione alla SOUP o ai


numeri telefonici del CFS 1515 o VVF 115. Non appena ricevuta la segnalazione in SOUP, tramite
la postazione del CFS vengono attivati i comandi di stazione competenti per territorio. Ad avvenuta
conferma dellincendio, segue lattivazione delle squadre di spegnimento del volontariato regionale.
Il Direttore delle Operazioni di Spegnimento (DOS), di norma appartenente al CFS, coordina le
forze a terra e leventuale richiesta di supporto di mezzi aerei. La SOUP segue costantemente
levoluzione dellincendio e si tiene in contatto con la postazione dei VVF per leventuale richiesta
di supporto. La richiesta di mezzi aerei avviene tramite la Sala Operativa del CFS (Centro
Operativo Regionale) e trasmessa alla SOUP con indicazioni riguardo mezzo aereo assegnato e
stimato di arrivo sullincendio. A fine operazioni (estinzione dellincendio o effemeridi) la SOUP
chiude la scheda evento o organizza il supporto del volontariato per il giorno successivo. Al
sindaco affidata lopera di coordinamento delle forze comunali (mezzi e persone), linformazione
alla popolazione, il vettovagliamento per i volontari ed il personale che opera sullincendio.
Nelleventualit in cui lincendio da boschivo si trasformi in incendio di interfaccia, andando ad
interessare direttamente labitato, la responsabilit del coordinamento delle forze dintervento passa,
in virt di accordi di programma, direttamente al Responsabile delle Operazioni di Soccorso (ROS)
dei Vigili del Fuoco. Il responsabile del Servizio emergenze di concerto con il responsabile del
Centro Funzionale che segue levolversi della situazione meteo, nelleventualit in cui lincendio da
boschivi evolva in interfaccia, contatta il Direttore della Direzione Protezione Civile ed insieme
valutano la necessit del supporto della struttura tecnica ed amministrativa regionale (Comitato
Operativo per le emergenze LR 72/93). La struttura regionale di protezione Civile, garantisce ai
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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

volontari delle Associazioni di Volontariato attivate, lapplicazione dei benefici previsti dagli
articoli 9 e 10 del DPR 194/2001.
Fase post-emergenza
Dopo lestinzione dellincendio ed a bonifica terminata, la SOUP organizza attivit di monitoraggio
con il supporto del CFS ed il volontariato regionale al fine di evitare riprese e favorire il ritorno a
condizioni di normalit. Al CFS affidata lesecuzione di attivit investigative sullarea.

PROVINCIA

COMUNE

CORPO
FORESTALE
DELLOSTATO

CORPOVVF

FORZEDELLORDINE

Legenda

RAPPORTICONORGANIINFORMAZIONE

EVACUAZIONEPOPOLAZIONE

ACCERTAMENTODANNI

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZASUSCALACOMUNALE

CONVOCAZIONECCS

SORVEGLIANZADELTERRITORIO

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZASUSCALAPROVINCIALE

COORDINAMENTOVOLONTARIATOAIB

ATTIVAZIONEVOLONTARIATOAIB

RICHIESTACONCORSOAEREO

COMUNICAZIONIDICONDIZIONIMETEO
FAVOREVOLI ALLINNESCO

PIANODIEMERGENZACOMUNALE

DIPARTIMENTO
NAZIONALE
PROTEZIONECIVILE
SERVIZIOREGIONALEDI
PROTEZIONECIVILE
PREFETTURA

PIANODIPREVENZIOENEPREVISIONEDEGLI
INCENDI BOSCHIVI

ISTITUZIONEDEICOM

COORDINAMENTOOPERAZIONIDISPEGNIMENTO
IN INCENDIO BOSCHIVO INTERFACCIA

Azioni

Enti

competenti

COORDINAMENTOOPERAZIONIDISPEGNIMENTO
INCENDIO BOSCHIVO

SINTESI GRAFICA DELLE PRINCIPALI COMPETENZE PER IL


RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO

Funzioneresponsabiledellazione
Funzionedisupporto/concorsoallazione
Funzioneinformata

3.6 Rischio valanghe


Pianificazione e Prevenzione
Le caratteristiche geo-morfologiche della regione Abruzzo, espongono parte del territorio regionale
al rischio valanghivo. Tale fenomeno ha unalta probabilit di verificarsi, soprattutto nelle aree
caratterizzate dalla presenza di massicci rocciosi (Gran Sasso e Maiella), ed in gran parte delle aree
interne caratterizzate dalla presenza di pendii acclivi e di aree in cui possibile esercitare sport
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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

invernali. La Regione a tal fine si dotata di una Legge la 47/1992 che disciplina le attivit di
prevenzione di tale rischio. La legge Norme per la previsione e la prevenzione dei rischi da
valanga prevede cha la regione individui sul proprio territorio regionale attraverso la realizzazione
di una Carta di localizzazione dei pericoli da valanga (CLPV), le aree a maggior rischio ed
istituisce il Comitato tecnico regionale per lo studio della neve e delle valanghe (CORENEVA).
Attualmente la regione non ha ancora realizzato la CLPV regionale e gli interventi di pianificazione
e prevenzione si sono limitati alla realizzazione di opere di difesa (paravalanghe) ed allesame ed
approvazione da parte del CORENEVA, del Piani di Gestione della Sicurezza dal rischio valanghe
per i bacini sciistici a rischio ricadenti nel territorio regionale. Tali piani redatti dal gestore ai sensi
del DM 400/1998, prevedono la caratterizzazione dellarea in cui ricade il bacino sciistico in
relazione al rischio valanghe, lindividuazione di un responsabile della gestione della sicurezza le
modalit operative e gli accorgimenti da adottarsi in relazione alla sicurezza dal rischio valanghe e
le figure necessarie all'attuazione del piano. La regione tramite il CORENEVA, effettua
sopralluoghi diretti sugli impianti, prescrive eventuali integrazioni finalizzate alla sicurezza, rilascia
la dichiarazione di immunit dal rischio valanghe per le aree interessate alla realizzazione di
impianti a fune di pubblico trasporto, di piste da discesa e relative infrastrutture, approva i piani di
gestione della sicurezza allinterno del bacino sciistico. Alla regione, servizio protezione civile,
compete anche il concorso alla divulgazione periodica del bollettino METEOMONT. Spetta al
Sindaco, tramite il supporto degli uffici regionali, laggiornamento del Piano Comunale di
Protezione Civile in relazione al rischio valanghe sul proprio territorio.
Fase di pre-allarme ed allarme
Linformativa sul pericolo valanghe attualmente comunicata attraverso il bollettino realizzato
giornalmente dal servizio Meteomont del CFS. Ogni giorno in base alle informazioni
meteorologiche in atto e previste ed ai rilievi effettuati dal CFS e dal comando Truppe Alpine
dellesercito, viene predisposto un bollettino con lindicazione del pericolo valanghe su una scala da
1 a 4. La Protezione Civile regionale riceve il bollettino via mail tramite il Centro Funzionale e
lUfficio Rischio Valanghe e provvede in caso di indice 3 o 4 a diffonderlo ai gestori degli impianti
sciistici o a pubblicarlo sul sito regionale. Sono in fase di elaborazione delle procedure da
concordare con il corpo forestale dello stato per la diffusione puntuale, tramite sms, del rischio
valanghe agli enti nelle aree interessate. Spetta al Sindaco sentita la Commissione Comunale
Valanghe, disporre con propria ordinanza eventuali limitazioni nelle aree di pubblica circolazione,
sugli impianti e nelle piste sciabili aperte al pubblico, in situazioni dimminente pericolo. Al
sindaco competono anche la dichiarazione dinagibilit e lo sgombero di edifici esposti
allimminente pericolo di caduta valanga.
Fase in Emergenza
Coincide con la conseguente segnalazione alla Sala Operativa regionale o ai numeri telefonici della
Protezione Civile regionale, della caduta di una valanga allinterno di unarea ricompresa nel
territorio regionale. In tal caso la fase di emergenza ha due possibili sviluppi a seconda che la
valanga abbia interessato unarea ricompresa allinterno di un bacino sciistico o al di fuori.
Nel primo caso spetta al responsabile della sicurezza ed al gestore lallerta delle pattuglie dedicate
al soccorso (GDF, PS, CFS, CC, E.I., Polizia Locale) che operano in convenzione con il gestore
allinterno del bacino sciistico. Contestualmente il gestore, avvisa il Sindaco, il servizio di 118, la
sala operativa regionale di protezione civile che allerta il responsabile del Servizio Prevenzione dei
Rischi di Protezione Civile in qualit di presidente del CORENEVA. Alla Prefettura competente
per territorio demandato il coordinamento delle forze impiegate nei soccorsi. Nel secondo caso,
una volta scattato lallarme, spetta al Sindaco la richiesta di soccorso tramite lallerta dei corpi di
polizia specializzati ed il 118. Il Sindaco a sua volta avvisa la Prefettura competente per territorio
che assume il coordinamento delle forze di soccorso. La Prefettura provvede anche ad avvisare la
sala operativa regionale ed a comunicare leventuale richiesta di supporto regionale nelle operazioni
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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

di soccorso. La sala operativa regionale una volta ricevuta la segnalazione di avvenuto incidente da
valanga, spetta lallerta del responsabile del Servizio Prevenzione, del Servizio Emergenze e del
Centro Funzionale, per garantire leventuale invio di personale specializzato (CORENEVA) ed il
coordinamento dei volontari impiegati come supporto alle forze operanti in loco.
Fase post-emergenza
Dopo il completamento delle operazioni di soccorso, la protezione civile regionale provvede,
tramite il CORENEVA, alla verifica del rispetto del piano di sicurezza se la valanga ha interessato
un bacino sciistico, oppure nelleventualit in cui la valanga abbia interessato unarea al di fuori,
supporta lazione del comune/i per favorire il ritorno a condizioni di normalit.

PROVINCIA

COMUNE

CORPO FORESTALE
STATO
FORZEDELLORDINE
GESTOREIMPIANTO

DELLO

ACCERTAMENTODANNI

ISTITUZIONEDEICOM

DIPARTIMENTO
NAZ.LE
PROTEZIONECIVILE
SERVIZIO REGIONALE DI
PROTEZIONECIVILE
PREFETTURA

EVACUAZIONEEDASSISTENZAALLAPOPOLAZIONE

SORVEGLIANZADELTERRITORIO

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALA COMUNALE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALA PROVINCIALE

COORDINAMENTOVOLONTARIATODI
PROTEZIONE CIVILE

ATTIVAZIONEVOLONTARIATOASUPPORTODELLE
OPERAZIONI DI SOCCORSO

COORDINAMENTOOPERAZIONIDISOCCORSO

CONVOCAZIONECOMMISSIONEVALANGHE

REDAZIONEEDIFFUSIONEBOLLETTINORISCHIO
VALANGHE

PIANODISICUREZZABACINOSCIISTICO

PIANODIPREVENZIOENEPREVISIONE(CLPV)

Azioni

Enti

competenti

PIANODIEMERGENZACOMUNALE

SINTESI GRAFICA DELLE PRINCIPALI COMPETENZE PER IL


RISCHIO VALANGA

Legenda

Funzioneresponsabiledellazione

Funzionedisupporto/concorsoallazione

Funzioneinformata

3.7 Rischio Chimico-Industriale


Pianificazione e Prevenzione
Il rischio industriale disciplinato dal d.lgs. 334/99 e s.m.i., noto meglio come Direttiva Seveso. La
regione Abruzzo allattualit non ha norme proprie specifiche che disciplinino le modalit di
intervento in caso di incidente industriale. Gli stabilimenti soggetti alla normativa Seveso, possono
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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

essere suddivisi in due grandi categorie in base alle quantit massime di sostanze pericolose
detenute in deposito o utilizzate nei processi produttivi. Gli adempimenti sono diversi a seconda che
si applichi a essi il solo art. 6, o anche l'art. 8. In Abruzzo a dicembre 2012 risultano censiti
nellInventario Nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti, 16 stabilimenti
in art. 6 e 10 in articolo 8.
I gestori degli stabilimenti esistenti, che sono soggetti alla normativa "Seveso", devono dotarsi di un
sistema di gestione della sicurezza (SGS). Tale sistema, che comprende la struttura organizzativa
dello stabilimento, le responsabilit, le procedure e le risorse per l'attuazione della prevenzione
degli incidenti rilevanti, contenuto in un documento che deve essere tenuto in stabilimento a
disposizione dell'autorit preposta al controllo (Ministero dellAmbiente). Al gestore affidata la
redazione del rapporto di sicurezza (RdS), un documento che approfondisce l'analisi di rischio
degli impianti , individuando i pericoli di incidente rilevante e le conseguenti misure di sicurezza
per prevenirli e per limitarne le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente. Il rapporto di sicurezza
viene esaminato dal Comitato Tecnico Regionale di prevenzione incendi di cui, in base all'art.19
dello stesso decreto legislativo 334/99, fanno parte, oltre ai Vigili del Fuoco, Istituto superiore
prevenzione e sicurezza sul lavoro (Ispesl), , Provincia, Comune e Agenzia Regionale per la
protezione dell'ambiente (Arpa), anche la Regione (Servizio Prevenzione dei Rischi di Protezione
Civile).
Il piano di emergenza interno (PEI), elaborato da gestore, un documento di organizzazione della
sicurezza dello stabilimento e riguarda l'insieme degli elementi finalizzati a controllare e
circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzarne gli effetti e i danni per l'uomo, le cose,
l'ambiente. Conterr quindi tutti gli elementi utili che devono essere comunicati al Prefetto e alla
Provincia per l'elaborazione del Piano di Emergenza Esterno (PEE). La Protezione Civile della
regione partecipa come componente al tavolo istituito dalla Prefettura competente per territorio per
lelaborazione del PEE, al fine di organizzare con tutte le componenti territoriali (FFOO, Enti
locali, Provincia Servizi sanitari, ARTA), la risposta di protezione civile per ridurre gli effetti
dellincidente sulla salute pubblica e sullambiente.
Fase di pre-allarme ed allarme
Lallerta e la richiesta di intervento di norma diramata dal responsabile dellazienda (gestore o
responsabile sicurezza). Tutti i piani di Emergenza Interni pongono come prima struttura di allerta
il comando prov.le dei VVF competente per territorio, ed in caso di necessit di soccorso sanitario
alla centrale operativa del 118. Al gestore spetta anche lallerta alle autorit locali sul cui territorio
insiste lo stabilimento.
Fase in Emergenza
Coincide la comunicazione da parte della sala operativa dei VVF o della Prefettura, di richiesta di
supporto alla fase emergenziale determinata da un incidente industriale rilevante (un incendio,
unesplosione o una fuga di sostanze pericolose che d luogo ad un pericolo grave ,immediato o
differito, per la salute umana e/o per l'ambiente, la cui estensione supera i confini dello
stabilimento industriale) Il Comando provinciale dei VVF, in funzione delle caratteristiche
dellincidente ha il compito, tramite la Direzione Regionale del corpo, allertare la Prefettura
competente per territorio, a questa spetta lattivazione del PEE. In caso di convocazione del CCS la
Protezione Civile regionale, garantisce la propria presenza al fine di supportare le strutture
impegnate nel Soccorso Tecnico. Tale supporto si manifesta attraverso il coordinamento del
volontariato in supporto ai soccorsi e alleventuale mobilitazione della colonna mobile regionale. Al
sindaco del comune ove insiste lo stabilimento, spetta l'obbligo di portare tempestivamente a
conoscenza della popolazione le informazioni relative al rischio dincidente rilevante, divulgando le
schede fornite dal gestore dello stabilimento. La sala operativa regionale una volta ricevuta la
segnalazione di avvenuto incidente rilevante, allerta il responsabile del Servizio prevenzione e del
Servizio Emergenze. Le strutture di protezione civile regionale (Centro Funzionale) collaborano con
DirezioneLLPPeProtezioneCivileServizioEmergenzadiprotezionecivile
UfficioBackoffice,ColonnaMobile

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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

la sala operativa alla definizione dei possibili scenari e della popolazione colpita in relazione
soprattutto allanalisi delle condizioni meteorologiche.
Fase post-emergenza
Dopo il completamento delle operazioni di soccorso, la protezione civile regionale collabora con le
autorit locali e statali, per favorire il ritorno a condizioni di normalit.

PROVINCIA

COMUNE

VVF

FORZEDELLORDINE

GESTOREIMPIANTO

ARTAAbruzzo

ACCERTAMENTODANNI

EVACUAZIONEEDASSISTENZAALLAPOPOLAZIONE

REDAZIONEEDIFFUSIONEBOLLETTINORISCHIO
VALANGHE

ISTITUZIONEDEICOM

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALA COMUNALE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALA PROVINCIALE

COORDINAMENTOVOLONTARIATODI
PROTEZIONE CIVILE

ATTIVAZIONEVOLONTARIATOASUPPORTO
OPERAZIONI DI SOCCORSO

COORDINAMENTOOPERAZIONIDISOCCORSO

MONITORAGGIOPARAMETRIMETEOCLIMATICI

ANALISIAMBIENTALIEMONITORAGGIO
PARAMETRI AMBIENTALI

PIANODIEMERGENZACOMUNALE

PIANODIEMERGENZAINTERNO

DIPARTIMENTO
NAZ.LE
PROTEZIONECIVILE
SERVIZIO REGIONALE DI
PROTEZIONECIVILE
PREFETTURA

Azioni

Enti

competenti

PIANODIEMERGENZAESTERNO

SORVEGLIANZADELTERRITORIO

SINTESI GRAFICA DELLE PRINCIPALI COMPETENZE PER IL


RISCHIO CHIMICO-INDUSTRIALE

Legenda

Funzioneresponsabiledellazione

Funzionedisupporto/concorsoallazione

Funzioneinformata

3.8 Rischio Ambientale


Pianificazione e Prevenzione
La pianificazione e la prevenzione di tale rischio sono affidate di norma a specifici settori statali
(Ministero dellAmbiente) e regionali (settore ambiente regione Abruzzo, Agenzia Regionale per
LAmbiente). La protezione Civile regionale non ha compiti specifici nella pianificazione e
prevenzione se si esclude il supporto agli enti comunali per la redazione del piano di emergenza
comunale.
Fase di pre-allarme ed allarme
La tipologia di rischio in esame non rende possibile lindividuazione delle fasi di pre e allarme che
anticipano la fase emergenziale.
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30


REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

Fase in Emergenza
Coincide con la richiesta in sala operativa di supporto a operazioni di soccorso da parte di
unautorit competente (Comune, Provincia, Prefettura, Forze dellordine, VVF). La sala operativa
a sua volta provvede allinvio in supporto a chi opera nel soccorso tecnico urgente, di volontari e di
mezzi della colonna mobile regionale. La sala operativa regionale una volta ricevuta la segnalazione
di avvenuto incidente, allerta il responsabile del Servizio prevenzione e del Servizio Emergenze che
una volta valutato in grado dellemergenza propongono, se necessario, la convocazione del
Comitato Operativo Regionale per le emergenze, ai sensi della LR 72/93. La Protezione Civile
regionale assicura la propria presenza presso il CCS eventualmente istituito. Il Centro Funzionale
collabora con la sala operativa alla definizione dei possibili scenari e della stima della popolazione
colpita, con particolare riguardo allanalisi delle condizioni metereologi che dellarea colpita.
Fase post-emergenza
Dopo il completamento delle operazioni di soccorso, la protezione civile della regione supporta
lazione della Prefettura e del/i comune/i per il ritorno a condizioni di normalit anche attraverso il
supporto alla determinazione dei danni subiti.

PREFETTURA

PROVINCIA

COMUNE

CORPOFORESTALEDELLOSTATO

CORPOVVF

CAPITANERIEDIPORTO

FORZEDELLORDINE

EVACUAZIONEPOPOLAZIONE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/

ISTITUZIONEDEICOM

SORVEGLIANZADELTERRITORIO

CONVOCAZIONECCS

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZASUSCALAPROVINCIALE

SOCCORSORECNICOURGENTEINMARE

SOCCORSORECNICOURGENTEATERRA

ANALISIAMBIENTALIEMONITORAGGIO

COORDINAMENTOOPERAZIONIINAMBITO
EMERGENZIALE

Azioni

PIANODIEMERGENZACOMUNALE

MINISTERODELLAMBIENTE/DIREZIONE
REG.LEAMBIENTE
DIPARTIMENTONAZIONALEPROTEZIONE
CIVILE
SERVIZIO REGIONALE DI PROTEZIONE
CIVILE
ARTAAbruzzo

PIANODIPREVENZIOENEPREVISIONE

COORDINAMENTOVOLONTARIATO

ATTIVAZIONEVOLONTARIATOECOLONNAMOBILE

Enti
competenti

MONITORAGGIOPARAMETRIMETEOCLIMATICI

SINTESI GRAFICA DELLE PRINCIPALI COMPETENZE PER IL


RISCHIO AMBIENTALE

Legenda

Funzioneresponsabiledellazione

Funzionedisupporto/concorsoallazione

Funzioneinformata
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31

REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

3.9 Rischio trasporti (incidente stradale rilevante, incidenti ferroviari, incidente in galleria,
incidenti aerei)
Pianificazione e Prevenzione
Il rischio trasporti in Abruzzo presenta diversi e complessi scenari relativi alle infrastrutture presenti
quali aeroporti, autostrade, ferrovie, porti, etc. La valutazione del rischio, sostanzialmente ben
codificati dai Piani di Emergenza della Prefettura competente per territorio, degli Enti gestori della
rete stradale, autostradale, ferroviaria e del trasporto aereo e marittimo. Sono affidate a loro la
prevenzione e la pianificazione del rischio. La protezione civile regionale partecipa, con lincarico
di funzione di supporto alleventuale situazione emergenziale, ai tavoli istituiti dalla Prefettura
competente per territorio. Supporta su richiesta, i comuni interessati da tale rischio per la redazione
del piano di emergenza comunale. In alcuni casi, per esempio in incidenti ferroviari in galleria, la
protezione civile di concerto con lente gestore (RFI), ha elaborato uno specifico protocollo per il
supporto in uomini e mezzi in caso di situazioni emergenziali.
Fase di pre-allarme ed allarme
La tipologia di rischio in esame non rende possibile lindividuazione delle fasi di pre ed allarme che
anticipano la fase emergenziale.
Fase in Emergenza
Coincide larrivo nella sala operativa della Protezione Civile Regionale, o da parte del reperibile di
turno, della comunicazione da parte RTI, ANAS, Centri operativi Viabilit, o dei VVF o della
Prefettura, di richiesta di supporto alle operazioni di soccorso. Il coordinamento delle operazioni di
soccorso affidato alla Prefettura competente per territorio. Alla Protezione Civile regionale
compete, su richiesta, in questo caso il supporto in uomini e mezzi allattivit di soccorso. Tale
attivit, considerato il ricorso al volontariato regionale, si esplica di norma attraverso il supporto al
presidio stradale per la realizzazione dei cancelli di protezione civile, finalizzati a inibire il
transito veicolare e pedonale su determinate aree. La sala operativa regionale una volta ricevuta la
segnalazione di avvenuto incidente rilevante, allerta il responsabile del Servizio prevenzione, del
Servizio Emergenze e del Centro Funzionale per la valutazione del supporto della struttura tecnica
ed amministrativa regionale (Comitato Operativo per le emergenze LR 72/93).
Fase post-emergenza
Dopo il completamento delle operazioni di soccorso, la protezione civile della regione supporta
lazione della Prefettura e del/i comune/i per il ritorno a condizioni di normalit.

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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

ENTE
GESTORE
RETE
STRADALE
FERROVIARIA/PORTO/AEREOPORTO

PREFETTURA

PROVINCIA

COMUNE

CORPOVVF

POLIZIASTRADALE/GUARDIACOSTIERA

RAPPORTICONLINFORMAZIONE

ISTITUZIONEDEICOM

DIPARTIMENTO NAZIONALE PROTEZIONE


CIVILE
SERVIZIOREGIONALEDIPROTEZIONECIVILE

INFORMAZIONEUTENZA

CONVOCAZIONECCS

MEZZIPRIMANECESSITAPERASSISTENZAUTENZA
BLOCCATA

COORDINAMENTOVOLONTARIATO

ATTIVAZIONEVOLONTARIATODIPROTEZIONE
CIVILE

SOCCORSORECNICOURGENTE

MONITORAGGIOPARAMETRIMETEOROLOGICI

Azioni

COORDINAMENTOOPERAZIONIINAMBITO
EMERGENZIALE

Enti
competenti

PIANODIPREVENZIOENEPREVISIONE

SINTESI GRAFICA DELLE PRINCIPALI COMPETENZE PER IL


RISCHIO TRASPORTI

Legenda

Funzioneresponsabiledellazione

Funzionedisupporto/concorsoallazione

Funzioneinformata

3.10 Rischio Eventi metereologici avversi


Pianificazione e Prevenzione
La Regione Abruzzo supporta, tramite il Centro Funzionale, i comuni nellelaborazione dei Piani di
Emergenza Comunali con particolare riferimento al rischio di condizioni meteorologiche avverse.
Fasi di attenzione, pre-allarme ed allarme
In caso di fenomeni meteorologici intensi (temporali, anche accompagnati da grandine e/o trombe
daria, piogge intense, diffuse e persistenti, vento forte, nevicate), il Centro funzionale dAbruzzo
diffonde lavviso di avverse condizioni meteorologiche agli enti di cui al Protocollo dIntesa fra
Regione Abruzzo Centro Funzionale con le Prefetture UTG inerente il Sistema di allertamento
multirischio entrato in vigore il 15 gennaio 2012 ai sensi della Direttiva 27 febbraio 2004 e s.m.i.
Ricevono lavviso quindi tutti i comuni delle aree interessate, alle prefetture, alle province, ai Geni
Civili, etc. Tale avviso emesso dal DPC in caso di eventi meteorologici avversi per le zone di
allertamento previste in ambito regionale. Lemissione di un Avviso Meteo attiva la fase di
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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

attenzione, e lente locale attua le procedure previste dai rispettivi piani di emergenza (verifica
reperibilit, entrata in funzione di presidi
operativi permanenti etc.). Nel caso in cui i fenomeni abbiano un impatto idrogeologico e/o
idraulico, come ad esempio i temporali e le piogge intense e persistenti, il Centro Funzionale, in
collaborazione con il DPC, valuta il livello di criticit associato allevento. Ad eventi di tipo
temporalesco, data la natura dei fenomeni e la loro non facile prevedibilit in quanto a
localizzazione, si fa solitamente corrispondere un livello di criticit ordinaria. In tal caso, il Centro
Funzionale pubblica il Bollettino di criticit sulla home page del sito regionale e sul proprio sito. La
previsione di una criticit ordinaria attiva lo stato di pre-allerta, mentre il manifestarsi di un evento
con criticit ordinaria attiva lo stato di attenzione. Nel caso di fenomeni meteo-idrologici intensi e
persistenti, quando il livello di criticit viene valutato moderato oppure elevato viene emesso un
Avviso di criticit, che il Centro Funzionale provvede a diffondere con sms, e-mail e pubblicazione
sul sito a tutti i soggetti interessati, in primo luogo ai sindaci. La previsione di un evento con
criticit moderata attiva lo stato di attenzione, mentre il verificarsi di un evento con criticit
moderata attiva la fase di pre-allarme. In questi casi, il comune provveder a mettere in atto le
attivit previste per tali fasi (sopralluoghi nelle aree a rischio, organizzazione della possibile
viabilit alternativa, rintraccio dei responsabili delle funzioni di supporto, apertura del COC). La
previsione di un evento con criticit elevata attiva la fase di pre-allarme, mentre il verificarsi di un
evento con criticit elevata attiva la fase di allarme. In questultima eventualit, il comune dovr
provvedere allattivazione completa di tutte le procedure previste dal piano comunale.
Fase in Emergenza
Coincide con la fase di allarme. Alla sala operativa regionale con il supporto del centro funzionale
spetta lindividuazione della porzione di territorio colpita, i contatti con le strutture statali (DPC e
Prefetture) e con i Sindaci dei Comuni colpiti in relazione alla tipologia emergenziale verificatasi.
Alla regione, una volta ricevuta la richiesta di concorso da parte del Comune o dalla Prefettura
delegato il coordinamento del volontariato regionale, leventuale mobilitazione della colonna
mobile regionale, lapplicazione dei benefici previsti dagli articoli 9 e 10 del DPR 194/2001. In
caso distituzione del CCS, la protezione civile regionale garantisce la propria rappresentativit e il
coordinamento tra la sala operativa della prefettura e quella regionale. La sala operativa su
indicazione del responsabile del servizio di prevenzione e del servizio emergenza valuta necessit
del supporto della struttura tecnica ed amministrativa regionale (Comitato Operativo per le
emergenze LR 72/93). In alcuni casi alla regione pu spettare richiedere un intervento normativo
durgenza per la tutela dellincolumit pubblica (dichiarazione stato di emergenza).
Fase post-emergenza
Dopo il completamento delle operazioni di soccorso, la protezione civile della regione supporta
lazione della Prefettura e del/i comune/i per il ritorno a condizioni di normalit anche attraverso il
supporto alla determinazione dei danni subiti.

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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

PREFETTURA

PROVINCIA

COMUNE

CORPOVVF

FORZEDELLORDINE

ACCERTAMENTODANNI

ASSISTENZAALLAPOPOLAZIONE

SERVIZIOREGIONALEDIPROTEZIONECIVILE

ATTIVAZIONEVOLONTARIATOECOLONNAMOBILE

EVACUAZIONEPOPOLAZIONE

DIPARTIMENTONAZIONALEPROTEZIONECIVILE

Azioni

ISTITUZIONEDELCCSEEICOM

SORVEGLIANZADELTERRITORIO

ATTIVAZIONEPIANODIEMERGENZACOMUNALE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALA COMUNALE

EMANAZIONESTATOPREALLARME/ALLARME/
EMERGENZA SU SCALA PROVINCIALEREGIONALE

MONITORAGGIOPARAMETRIMETEOROLOGICIE
DIFFUSIONE ALLERTA

Enti

competenti

PIANIFICAZIONEEPREVENZIONE

SINTESI GRAFICA DELLE PRINCIPALI COMPETENZE PER IL


RISCHIO EVENTI METEREOLOGICI AVVERSI

Legenda

Funzioneresponsabiledellazione

Funzionedisupporto/concorsoallazione

Funzioneinformata

3.11 Eventi a rilevato impatto regionale o locale- Ricerca persone disperse.


Tali eventi di norma vengono prevedono il coinvolgimento di quattro componenti: le forze
dellordine, i Servizi sanitari, il corpo dei VVF, i servizi di sicurezza. Le forze dellordine sono
preposte alla repressione e prevenzione del crimine, i servizi sanitari sono preposti allassistenza
sanitaria dei partecipanti allevento, i VVF alla prevenzione e repressione degli incendi, ai servizi
di sicurezza affidata la garanzia dellincolumit del pubblico.
Pianificazione e Prevenzione
La pianificazione e la prevenzione in materia di protezione civile per questi eventi sono di norma
contenute nei piani comunali di protezione civile e nellapplicazione delle norme concernenti
lordine pubblico.
Fasi di attenzione, pre-allarme ed allarme
Essendo eventi in gran parte prevedibili e pianificabili nella gestione di eventuali emergenze, tale
fase di norma coincide con linizio delle attivit. Di norma nei piani di emergenza comunali nei casi
in cui prevista la preventiva attivazione del COC, prevista anche la richiesta di concorso
regionale attraverso limpiego delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile. La regione
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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

valuta il concorso e leventuale autorizzazione allapplicazione degli articoli 9 e 10 del DPR


19472001.
Fase in Emergenza
Coincide con la fase di allarme e corrisponde alla richiesta alla struttura regionale di protezione
civile di concorso in uomini (volontari) e mezzi (colonna mobile regionale) nella gestione
dellemergenza. Tale richiesta, in virt della gravit dellesigenza, inoltrata alla protezione civile
regionale tramite la Prefettura o il Comune interessato, e presuppone lattivazione di tutte o parte
delle funzioni di supporto previste e listituzione temporanea del Centro Operativo Comunale
(C.O.C.).. Durante la gestione dellemergenza alla struttura regionale demandata lattivazione
tramite la sala operativa regionale, del volontariato regionale di protezione civile, la partecipazione
alle attivit di coordinamento in caso di attivazione del COC o del CCS.
Fase post-emergenza
Dopo il completamento delle operazioni di soccorso, la protezione civile della regione supporta
lazione della Prefettura e del/i comune/i per il ritorno a condizioni di normalit anche attraverso il
supporto alla determinazione di eventuali danni subiti.
Ricerca persone disperse
Rientra in questa categoria anche la ricerca di persone disperse che a causa delle difficolt
generalmente connesse alle operazioni di ricerca e allesigenza di coordinamento delle forze
coinvolte, pu essere inserita in un contesto di protezione civile.
La ricerca di persone disperse in contesti di cui allarticolo 2 comma 1, lettere a), b) e c) della legge
225/92 e s.m.i., rientra direttamente tra le attivit di protezione civile. Tutte le attivit non
ricomprese nei contesti su citati non rientrano tra le attivit di protezione civile previste e
disciplinate dalla legge 225/92. La ricerca di persone disperse in ambiente montano, ipogeo o
impervio sempre coordinata dal Soccorso Alpino e Speleologico. La ricerca in ambienti acquatici
che possono qualificarsi come ricerca di persone disperse, coordinata dal Corpo delle capitanerie
di Porto. La ricerca in ambienti diversi dai sopra indicati non attualmente disciplinata e pertanto
possibile che le autorit competenti possano richiedere il concorso dei sistemi locali di protezione
civile. Il concorso della struttura di protezione civile regionale pu essere richiesto ogni qualvolta
la richiesta sia avanzata da parte di unautorit competente (comune, provincia, prefettura, forze
dellordine, VVF) che si assumer la responsabilit del coordinamento di tutte le attivit,
raccordandosi con la struttura regionale per le opportune indicazioni operative da fornire alle
organizzazioni di volontariato eventualmente attivate.
3.12 Rischio sanitario
Difficilmente prevedibile, pu essere mitigato se preceduto, durante il periodo ordinario, da una
fase di preparazione e di pianificazione della risposta dei soccorsi sanitari in emergenza. La
pianificazione e la gestione dei soccorsi sanitari sono normalmente inquadrate nellambito della sola
medicina durgenza e comprendono:
Primo soccorso e assistenza sanitaria.
Interventi di sanit pubblica, anche veterinaria.
Assistenza psicologica e sociale alla popolazione.
La pianificazione sanitaria di emergenza avviata in ambito regionale dalla Direzione Politiche
della salute. Per quanto concerne gli indirizzi operativi della struttura regionale di Protezione Civile,
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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

considerata lalta specializzazione richiesta nella gestione di questa tipologia di rischio, questi si
limitano a operazioni di concorso e supporto di seguito elencate.

Collaborazione con le strutture regionali deputate allassistenza sanitaria, per


lorganizzazione di attivit formative, addestrative, di prevenzione e pianificazione,
finalizzate alla definizione di modelli dintervento di risposta ad emergenze di tipo
sanitario. Tale collaborazione si esplica anche attraverso lattivazione del volontariato
regionale convenzionato specializzato (Croce Rossa Italiana, ANPAS, Misericordie,
Psicologi dellemergenza, etc.) .

Completamento della colonna mobile regionale con strutture operative convenzionate


(es.CRI LR 14/2007), al fine di assicurare il concorso alle strutture regionali o statali
deputate allassistenza sanitaria, nelle operazioni di soccorso socio-sanitario durante
situazioni di crisi o di eventi calamitosi.

Attivazione in sala operativa, di concerto con i responsabili ASL competenti in materia,


della funzione sanitaria in caso di calamit.

*************

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ProtezioneCivileIndirizzioperativi

ALLEGATO 1

Attivit di Sala Operativa


(definizione stati operativi, attivazione Sala Operativa e reperibilit )

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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

Sala Operativa
La sala operativa della Protezione Civile della Regione Abruzzo ha sede presso i locali della
sede della regione Abruzzo sita in via Salaria Antica Est n. 26 in LAquila.
Stati operativi
S0
Stato ordinario
La sala operativa presidiata 9-19.
Sono sempre presenti:
almeno un operatore di sala operativa appartenente alla struttura di protezione civile
regionale,
un rappresentante delle associazioni di volontariato convenzionate con la regione
Abruzzo.
E attivo il servizio di reperibilit ordinaria trai dipendenti della Direzione regionale di
Protezione Civile.

S1
Stato di vigilanza
La sala operativa presidiata 9-19.
Sono sempre presenti:
almeno un operatore di sala operativa appartenente alla struttura di protezione civile
regionale,
un rappresentante delle associazioni di volontariato convenzionate con la regione
Abruzzo;
Loperatore di concerto con il responsabile di sala operativa, ha verificato la reperibilit di:
un rappresentante del Centro Funzionale DAbruzzo;
un rappresentante del Servizio Prevenzione dei Rischi di protezione civile e/o Servizio
Amministrativo della Direzione Protezione Civile;
Durante lattivazione della Sala Operativa Unificata Permanente la configurazione S1
integrata con:
un rappresentante del CFS;
un rappresentante dei VVF.
ai quali affidato il raccordo con le sale operative di competenza.

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REGIONEABRUZZO
ProtezioneCivileIndirizzioperativi

S2
Stato di presidio operativo
La sala operativa presidiata h 24.
Sono presenti :
due o pi operatori di sala operativa appartenente alla struttura di protezione civile
regionale;
almeno un rappresentante delle associazioni di volontariato convenzionate con la
regione Abruzzo;
il responsabile di Sala Operativa o suo delegato;
un rappresentante del Centro Funzionale DAbruzzo;
un rappresentante del Servizio Prevenzione dei Rischi di protezione civile e/o Servizio
Amministrativo della Direzione Protezione Civile;
se in rapporto di convenzione e se ritenuto necessario, sentito il Direttore o il Dirigente del
servizio Emergenza, lorganico implementato da:
un rappresentante della Croce Rossa Italiana;
un rappresentante dellassociazione radioamatori italiani;
un rappresentante del CFS;
un rappresentante dei VVF.
Il Direttore regionale viene costantemente informato sullevoluzione dellevento e sulle
attivit in corso.

S3
Stato di Unit di Crisi regionale
La sala operativa presidiata h 24.
Sono presenti:
tre o pi operatori di sala operativa appartenente alla struttura di protezione civile
regionale;
due rappresentanti delle associazioni di volontariato convenzionate con la regione
Abruzzo;
il responsabile di Sala Operativa o suo delegato;
il responsabile del Centro Funzionale DAbruzzo o suo delegato;
i due dirigenti del Servizio previsione e Prevenzione dei Rischi e/o Servizio
Amministrativo della Direzione Protezione Civile o loro delegati ;
il direttore di protezione Civile o suo delegato;
lAssessore di Protezione Civile o suo delegato;
il Presidente della regione Abruzzo o suo delegato;
un dirigente per ogni Direzione regionale o loro delegati;
due rappresentante della Croce Rossa Italiana;
due rappresentanti dellassociazione radioamatori italiani;
un rappresentante del CFS;
un rappresentante dei VVF.
.
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ProtezioneCivileIndirizzioperativi

Attivazione Sala Operativa e reperibilit.

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ProtezioneCivileIndirizzioperativi

ALLEGATO 2

Fogli notizie rischi

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