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DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER CONGRESSO

Cari compagne e compagni democratici,


il congresso al quale stiamo partecipando, a tutti i suoi livelli, rappresenta il primo
vero momento politico della storia di questo partito.
Un momento dalla straordinaria importanza perché fondativo.
Questo congresso, che precede le primarie del 25 ottobre, prende corpo in un contesto
allarmante per la nostra democrazia. Proprio per questo sentiamo l’esigenza di dare il
nostro contributo, perché abbiamo a cuore il presente e il futuro del nostro paese che
passa necessariamente attraverso il nostro partito.

Senza dilungarci troppo sulle motivazioni, palesi, che ci hanno portato a disattendere
le aspettative di gran parte dei nostri elettori, ci rendiamo conto di trovarci di fronte
ad un progetto incompiuto.
Due anni fa si parlava di un partito che avrebbe cambiato lo scenario politico e i modi
di fare politica.
Un partito aperto, radicato, presente nella società e capace di intercettare le istanze di
un paese in crisi culturale, sociale ed economica.
Un partito che invece non ha saputo dare risposte chiare, punti di riferimento precisi,
e che , ancor più grave, non ha saputo costruire una propria identità.
Tutte queste sfide, disattese, devono essere rilanciate e portate a termine.
In questo momento di difficoltà sentiamo necessaria la nostra presenta .

Noi Giovani Democratici siamo un gruppo di ragazzi che investono parte del loro
tempo e delle proprie energie nel fare politica in tutte le sue forme.
Non siamo un circolo.
Quello che ci lega non è l’appartenenza ad una area geografica o quartiere, ma il fatto
che parlando lo stesso linguaggio, vivendo le stesse esperienze e sentendo le stesse
passioni, riusciamo ad essere un bel gruppo di lavoro.

Ci siamo costituiti informalmente a Cesena nel giugno dello scorso anno e abbiamo
fondato la nostra attività su una collaborazione attiva con il partito, fatta di proposte e
iniziative, coordinata da una struttura flessibile per cercare di essere più possibili
aperti a nuove adesioni.
E così è stato.
L’attuale gruppo di lavoro, formato da un nocciolo duro di quindici ragazzi e diversi
simpatizzanti, è formato da ex aderenti alla Sinistra Giovanile e da ragazzi alla
primissima esperienza politica.
L’importanza della Giovanile, non sta tanto nei numeri o nell’età, ma nella capacità
di rappresentare un punto di vista generazionale a tutto tondo sulla realtà, che non
può continuare ad essere sottovalutato dal Partito Democratico.
Ci siamo resi disponibili in importanti appuntamenti del nostro Partito, non
sottraendoci anche a manovalanza e servizio manuale; contestualmente abbiamo
organizzato diversi incontri culturali sui temi quali razzismo e ambiente,
coinvolgendo esperti del settore insieme con rappresentanti dell’amministrazione
comunale. Abbiamo realizzato iniziative pubbliche, cineforum e dibattiti, nell’arco di
diverse serate, sapendo unire alla proposta culturale anche il piacere di stare insieme
e divertirsi. Ci siamo impegnati nel coinvolgimento di nuovi ragazzi rilanciando spazi
poco attrattivi per i nostri coetanei, come ad esempio la Festa del PD, dando allo
stesso tempo una mano a chi già c’era.

L’impegno profuso è stato tanto.


I risultati potevano però essere migliori.
Non tutto ha funzionato per il meglio: se da un lato la struttura flessibile ed informale
al nostro interno, e la nostra voglia di aprirci, hanno aiutato a coinvolgere nuove
energie, dall’altro, le gravi carenze sia della Giovanile a livello nazionale, sia del
Partito Democratico hanno rappresentato un forte limite. All’interno del PD molti
iscritti non sanno della nostra presenza perché i GD a livello nazionale non si sono
dotati di una struttura adeguata e di un simbolo riconoscibile, rinunciando ad una
solida militanza che passa anche attraverso il tesseramento, inteso come appartenenza
ad un progetto collettivo. Oltre a queste carenze, più tecniche, quello che ha pesato di
più è la mancanza di un’identità ben definita del Partito stesso; in particolare i
giovani, non capendo quali fossero i nostri valori e le nostre posizioni sui temi più
importanti ci hanno voltato le spalle, perdendo fiducia nella politica e nel fare
politica.
Manca un progetto per le nuove generazioni.
Ci è sembrato spesso di essere presi in considerazione solo in certe occasioni,
specialmente quando occorreva manovalanza, senza che ci fosse una guida che ci
aiutasse a fare politica a 360 gradi. Troppo spesso ci si è ricordati dei giovani solo
quando si doveva, per fini mediatici, abbassare l’età media di una lista di nomi,
pensando che il delicato lavoro del coinvolgimento giovanile potesse attuarsi
limitandosi al nuovismo politico. Abbiamo condotto troppo a lungo una politica fatta
di spot e soluzioni rapide e sbrigative, di simboli privi di significato. Candidare
l’operaio, la giovane ricercatrice, il cassintegrato senza dare risposte a coloro che ci
premeva rappresentare si è dimostrato fallimentare.

Il coinvolgimento giovanile deve maturare con il tempo all’interno in un luogo


idoneo rappresentato dai GD, in cui fin da ragazzi ci si possa sentire liberi di proporre
propri progetti e partecipare assieme ai propri coetanei alla vita politica e culturale
del paese e della propria città.

Fino ad ora noi stessi abbiamo navigato a vista, anche a causa dei numerosi impegni
elettorali.
Occorre rilanciare un percorso condiviso partendo dal livello locale.
Non mancheremo di discutere e far sentire la nostra voce riguardo a tematiche
fondamentali: scuola, lavoro, ambiente, immigrazione e integrazione, laicità e
formazione.
Grazie al lavoro svolto nei circoli e nei luoghi di discussione di cui il partito è dotato
e che rappresentano il fulcro della nostra vita politica, vogliamo tornare ad essere
presenti nelle piazze, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, ovunque ci sia qualcuno che
si batte per un paese migliore. È a questi che ci rivolgiamo.
Siamo energia, pulita, che il Partito deve saper coltivare facendone buon uso.

Ribadiamo la richiesta di un coinvolgimento costane e sempre più stretto, fatto di


momenti in cui poter raccontare progetti e idee.

Chiunque sarà eletto Segretario Nazionale, noi saremo strumento del progetto solido
che dovrà necessariamente nascere alla fine di questo congresso.
Noi ci saremo.

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