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De rerum natura di Lucrezio

Esercizio 1 pagina 28
Scribendis versibus una costruzione del gerundivo in dativo finale. La differenza
principale tra gerundio e gerundivo il loro valore: attivo per il primo, passivo per il
secondo. Il gerundivo si trova di norma in costruzioni formate da dativo, accusativo e
ablativo preceduto da preposizione; il gerundivo, inoltre, puo` essere in funzione
attributiva o in funzione predicativa (in unione con i verbi come do, mitto, relinquo,
sumo etc. ) e si traduce con la preposizione da seguita dall`infinito presente attivo. Il
gerundio si traduce, infine, come infinito presente usato in funzione di sostantivo.

Esercizio 2 pagina 28
Exortum verbale
Placatum aggetivale
Perculsae verbale
Capta verbale
Incutiens agettivale
Devictus verbale

Esercizio 3 pagina 28
Sono diversi i termini che si riferiscono alla vis di Venere; tra questi possiamo
individuare due gruppi principali: i termini direttamente riferiti alla dea e quelli che si
riferiscono, invece, ad elementi direttamente riconducibili ad ella. Nel primo gruppo
possiamo trovare:
genetrix,voluptas vv.1
alma vv.2
frugiferentis vv.3
vi vv.13
laeta vv.14
lepore vv.15
leporem vv.28
incluta vv.40

Nel secondo gruppo possiamo trovare invece:


suavis daedala vv.7
verna (primavera) vv. 10
genitablis favoni (Zefiro) vv.11
corpore sancto vv.38
suavis (labbra) vv.39

Esercizio 4 pagina 28
Lucrezio utilizza diverse tecniche e forme che si ispirano a modelli precedenti; la scelta
di iniziare la propria opera con un proemio un chiaro omaggio ad Omero, forma che
introdusse il poeta con l`Illiade.
Da un`ulteriore analisi emergono altri fonti di ispirazione come ad esempio l`ideologia
di Epicuro che, non credendo nell`esistenza degli dei, critica la religio; Lucrezio, infatti,
si riferisce a Venere non in quanto dea, ma in quanto simbolo dell`amore, il quale
come moto di deviazione degli atomi genera l`unione degli atomi stessi e quindi la
materia; questa idea di Venere amore universale venne per la prima volta pensata
da Empedocle, dal quale probabilmente Lucrezio aveva preso spunto.
Dal punto di vista stilistico evidente la vicinanza a Ennio sia per quanto riguarda la
metrica, che per le metafore e l`utilizzo di allitterazioni.

Esercizio 1 pagina 33
Ifigenia era la figlia pi bella di Agamennone, re dei Greci. Durante una battuta di
caccia, Agamennone si vant della sua bravura dichiarandosi superiore persino ad
Artemide. La tracotanza del re fece adirare la dea che blocc le navi greche in procinto
di salpare per Troia. Agamennone, in cerca di risposte, chiese allindovino Calcante il
perch di questa sventura; l`indovino consigli di sacrificare la pi bella delle sue figlie
per riportare venti favorevoli nei mari greci. Cos Agamennone sacrific Ifigenia
sullaltare della dea (nella seconda versione la ragazza viene salvata da Artemide e
sostituita con una cerva).

Esercizio 2 pagina 33
Lucrezio utiizza il mito per attaccare la religio romana, criticando la crudelt delle sue
azioni. Per questo motivo presenta la versione di Eschilo, pi aspra e simbolica. In
Euripide, infatti, Ifigenia non viene sacrificata, ma salvata dalla dea.

Esercizio 3 pag 33

L`epicureismo era considerato una dottrina empia e Lucrezio cerca di smentire queste
accuse per mezzo del mito di Ifigenia. Come scrive Lucrezio nell`ultimo verso di questo
brano: Tantum religio potuit suadere malorum, ovvero A tali misfatti pot indurre la
religione.

Esercizio 4 pagina 33
Il violento attacco alla religio diventa una messa in discussione dei valori tradizionali
della romanit. Agamennone accecato non solo dalla superstizione, ma anche da
ragioni politiche e militari, che gli impediscono di vedere lassurdit e l`orrore di
quanto sta compiendo. Qui Lucrezio mette in mostra il lato negativo del negotium e
del potere.

Esercizio 5 pagina 33
Gli aspetti che evidenziano l`influenza della poesia ellenistica sono numerosi; il pi
evidente sicuramente la presenza del pathos, trasmesso attraverso le descrizioni
psicologiche dei personaggi e della folla, che rendono il testo quasi un componimento
teatrale.

Esercizio 1 pagina 56
La prima costruzione ad + gerundio in accusativo, con valore finale, la seconda
costruzione in ablativo assoluto.

Esercizio 2 pagina 56
Utrotum introduce una preposizione interrogativa indiretta.

Esercizio 3 pagina 56
Il periodo ipotetico dei versi 346/350 un periodo ipotetico di secondo tipo
(possibilit), caratterizzato dal modo congiuntivo e tempo presente o perfetto nella
protasi, modo congiuntivo e tempo presente o perfetto nell`apodosi. In questo caso la
protasi ha tempo perfetto e l`apodosi ha tempo presente. Lapodosi nec factum,
mentre le tre protasi sono: sicollegerit, aetas..redegerit, atquevitae.

Esercizio 4 pagina 56
Il principio alla base del pensiero di Lucrezio in questo brano la teoria della morte
dell`anima insieme al corpo; per Epicuro, infatti, lanima perisce con il corpo e, visto
che alla morte lanima cessa di esistere, non si ha motivo di porsi problemi su ci che

non c` pi; come non abbiamo percepito nulla prima di nascere, non sar diverso
dopo la morte.

Esercizio 5 pagina 56
Le affermazioni pi importanti sono: vv.830 Nil igitur mors est ad nos ne que pertinet
hilum, ovveronulla dunque la morte per noi e per nulla ci ci riguarda. Vv.366/369
ribadisce che dopo la morte non avremo percezione di nulla non esistendo e ci esorta
a non avere paura della morte, seguendo il secondo rimedio del quadrifarmaco di
Epicuro.

Esercizio 1 pagina 87
Nel testo La peste di Atene ci sono numerosi elementi che accentuano la
drammaticit dell`evento; tra questi vi l`asindeto dei versi 1180/1181, cio lutilizzo
di aggettivi come potentia, ardentia, expertia, tutti aggettivi declinati allablativo
mentre di norma essi si trovano al genitivo.

Esercizio 2 pagina 87
Il periodo dei versi 1215/1218 composto da due principali (multaqueabsillebat e
autpropinqua). La prima retta da absillebat, la seconda da languebat. Le
proprosizioni subordinate presenti sono: la prima una concessiva nel verso 1215
(cumcorporibus), la seconda una finale nel verso 1217 (utodore) e infine una
temporale nel verso 1218 (ub gustavat).

Esercizio 3 pagina 87
In questi versi Lucrezio descrive l`acre immagine di mucchi di cadaveri accatastati e
insepolti, evitati persino dalle fiere. Questo paesaggio orribile viene accostato a
forme retoriche tipiche della scrittura lucreziana; tra queste la perifrasi del verso 1216
(alituum genus atque ferarum), attraverso la quale il poeta ci fa immaginare
lambiente circostante attraverso la pateticit dei versi e delle figure retoriche.

Esercizio 4 pagina 87
Nel verso 1223 del testo Lucrezio utilizza il termine strata. Esso deriva dal verbo
sternere. Questo participio congiunto riferito a fida canum vis ed da unire a
visin omnibus.

Esercizio 5 pagina 87

In questo testo Lucrezio evidenzia lamarezza del paesaggio arricchendo la scena con
descrizioni particolareggiate che lo differiscono dal testo di Tucidide, il quale trascur
l`aspetto descrittivo. Lucrezio si rifece probabilmente a fonti ippocratiche.

Esercizio 6 pagina 87
Nella descrizione del mondo Lucrezio si sofferma su particolari macabri e repellenti
che rafforzano il grado patetico della scena, diversamente scritta da Tucidide, che
invece non descrisse con cosi` tanta cura la malattia.

Esercizio 7 pagina 87
Di primo acchito il brano puo` sembrare contraddittorio rispetto alla dottrina epicurea,
cos tanto osannata e lodata da Lucrezio, ma il fine ultimo del testo perfettamente
coerente con i sei libri del De rerum natura. Nel De rerum natura Lucrezio, infatti,
descrive l`universo come governato da moti di aggregazione e disgregazione che
regolano e armonizzano il mondo; tutto questo destinato per a perire. Questa
contrapposizione di testi positivi e di tragedie (come La peste di Atene) esprimono il
processo di nascita e morte, aggregazione e disgregazione, punto cardine del pensiero
epicureo.

Davide Concordia 5 I

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