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BRUNO MISEFARI Chi sono e cosa vogliono gli anarchici La gioventt anarchica CHI FONO GLI ANARCHICI Bruno Misefari (Palizzi, 17 gennaio 1892 — Roma, 12 giugno 1936) S ono passati 40 anni dalla morte dei compagni Angelo Casile, Gianni Arico, Annalise Borth, Franco Scordo e Luigi Lo Celso. Questo opuscolo vuole ravvivare la memoria di chi c’era (e volutamente 0 meno ha dimenticato) e accendere quella di chi (i giovani) ancora non c’era. Vuole essere un omaggio alle loro giovani vite stroncate da uno “strano” inci- dente stradale, ma anche un messaggio per chi non conosce o ha una conoscen- za viziata e distorta dell’ideale Anarchico. Lo stesso ideale che oggi noi condi- vidiamo e nel quale, prima dei compagni che ricordiamo, si sono riconosciute tante altre generazioni di lavoratori, giovani, donne, intellettuali. Tra questi spicca la figura di Bruno Misefari, /’anarchico di Calabria. Ne riproponiamo I’articolo “Chi sono e cosa vogliono gli anarchici” pubblica- to nel 1920-21 a cura della Commissione di Corrispondenza dell’Unione Anar- chica Italiana per la propaganda nel Meridione. Se il linguaggio appare datato, il contenuto rimane un esempio di rigore e di chiarezza. L’altro scritto che si propone é un volantino, a firma La gioventi anarchica, distribuito anche in terra calabrese nel lontano 1967. Anche in questo testo si cerca di definire Chi sono gli anarchici, analizzandone la realta storica e politi- ca enon le menzogne o le rappresentazioni interessate che ne danno i loro nemi- ci di sempre: i potenti, i padroni, i loro amici ed i loro squallidi leccapiedi. settembre 2010 gli anarchici calabresi CHI SONO E COSA VOGLIONO GLI ANARCHICI S fatiamo la vecchia, la stupida leg- genda creata dal fecciume del giorna- lismo mantenuto e dai detriti d'un epo- ca corrotta e criminale. Chi siamo? Cosa vogliamo? Molti ci credono mal- fattori; altri ci considerano illusi ed utopisti; altri ancora ci pensano costi- tuiti in setta, setta che abbia per iscopo la uccisione dei capi di Stato e dei re. Menzogna 0 ignoranza ? Come i seguaci del Cristo non avean partito e non erano costituiti in setta, ma eran semplicemente legati I'uno all'altro dal vincolo indissolubile che viene dalla stessa fede, cosi noi, anar- chici, non abbiamo né setta né partito. Ci unisce, invece, una grande fede: il trionfo della Vita, nella redenzione dell'uomo. Per coordinare la nostra propaganda, per ottenerne il massimo effetto col minimo sforzo, ci costituia- mo in gruppi, gruppi aperti a tutti, gruppi di libere menti e di cuori gene- rosi, accomunati assieme dalle stesse speranze e dallo stesso sogno. seek Dir qualcuno: -Va bene; ma voi non potete negare che gli anarchici abbia- 0 dei capi di Stato e de’ re! E vero: non lo neghiamo, né scomuni- chiamo coloro, fra gli anarchici, che hanno agito individualmente. Solo di- ciamo che questo fatto non significa che il nostro programma sia I'uccisio- ne dell’ uomo, chiunque esso sia. Il regicidio é un effetto della cattiva costituzione sociale, € una reazione del basso in opposizione alla azione violenta dell'alto. Esso, dunque, non ci appartiene. Esso é di tutti i partiti. Dai tempi che si perdono nelle profon- dita della storia fino a oggi, i regicidi sono sempre esistiti. I clericali hanno i loro Ravaillac; i repubblicani hanno i loro Orsini; i nazionalisti hanno i loro Oberdan; i socialisti hanno i loro Schi- nas e Adler, cosi come gli anarchici hanno i loro Caserio e¢ Bresci. Noi, dunque, non abbiamo a program- ma l'uccisione di nessuno: siamo anzi gli unici a proclamare, contro ogni violenza, l'inviolabilita della vita u- mana. Popolo noi stessi e figli di popolo, sia- mo cresciuti nel silenzio e nell'ombra. E, nel silenzio abbiamo studiato, ana- tomizzato, analizzato tutto quel che s'agita d'attorno a noi. La nostra Uni- versita é stata il dolore. Che abbiamo visto? Che cosa vedia- mo? Tutto quello che la grande mag- gioranza degli uomini non vede. Abbiamo vista e vediamo la Societa umana, questo immane monumento, innalzato col fango e col sangue. In fondo, il Popolo; sopra il popolo, la Religione e lo Stato; sopra di tutti il w Pro kers (3 Capitalismo omicidiario. E che cos'era il popolo? Quel che é tuttora: una macchina che si sfrutta e si calpesta e si deride. Che cos'era la Religione? Quel che é stata sempre: l'interesse capitalistico obbiettivato in formule sacramentali. Che cos'era lo Stato? Quel che é stato sempre, da se- coli: la guerra dentro e fuori i confini della patria. Cos'era il capitalismo? Quel che é stato ed é ancora: un pote- re, una forza d'inganno e di frode: lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. E abbiamo sentiti lunghi gemiti ed urli ed imprecazioni e bestemmie; nei tu- guri e nei palagi, nell'officina e nei campi, sulle terre e sui mari. Volevamo sentire, qual fanfara augu- rale, I'inno alla vita; ci é giunto invece, sempre, I'inno lugubre alla morte! Che tristezze! Che dolori! E quanto odio d'attorno! E, sotto I'odio, I'infan- zia calpestata, la giovinezza costretta a sfiorire, la vecchiaia disprezzata! Allora abbiam mandato un grido d'or- rore; allora abbiam covato nell'animo un tremendo odio contro le tirannidi, responsabili di tanto male nel mondo, e siamo insorti, in nome del diritto alla vita. Allora siam diventati anarchici. aE L'anarchismo ¢ dunque rivolta dell'in- dividuo contro qualsiasi autorita che inceppi e limiti la sua liberta naturale. Ma l'individuo solo, nulla potendo contro I'autorita costituita, che é una societa nella societa, l'anarchismo da protesta e rivolta individuale, doveva divenir per forza maggiore protesta e rivolta collettiva. Vale a dire la rivolta contro lo Stato doveva divenire, com’é infatti divenu- ta, /a ricerca d'una societa liberata dall'oppressione. Questa societa, sen- za governi, cioé senza violenza di classi o di partiti e di uomini, é I'anar- chia, ideale societario, cioé ideale di popolo. L'anarchismo percio é esistito sempre e sempre esistera finché sulla terra sa- ra un oppresso e un oppressore: perira forse soltanto col trionfo dell'anarchia, ch’é il vero regno della liberta. Sbagliano, dunque coloro che ci chia- mano utopisti. L'utopia pud essere ap- plicata alle concezioni sociali, trovate desiderabili dallo scrittore, secondo un dato punto di vista feorico; non mai alle concezioni basate sull'osservazio- ne di cio che si sviluppa nella societa. E “lanarchismo é una tendenza na- turale, che si trova nella critica delle organizzazioni gerarchiche e delle concezioni autoritarie, e nel movi- mento progressivo dell'umanita.” Il suo trionfo, dunque, ¢ ineluttabile, perché esso ¢ per ordine e naturale del mondo. Chi tenta di fermarlo o d'ucci- derlo é stolto o pazzo: bisognerebbe uccidere la natura, da cui esso é volu- to. L'autorita crea carcere e patiboli, sparge miseria e morte; ma la natura riprende sempre i suoi diritti; e , 1a ove rombé la voce della violenza, sorge sempre la voce dell'amore che canta alla vita! Lo annunzio di G. Bovio: “verso Uanarchia s'incammina la storia!” non & che uno degli ultimi autorevoli annunzi di cid che e. I mali che affliggono gli uomini -¢ inutile fermarsi a dimostrarlo- deriva- no da la proprieta individuale della terra e degli strumenti di lavoro, per cui, mentre una minoranza scialacqua nella abbondanza, la maggioranza é ridotta in miseria e costretta a lavorare da mattina a sera senza ottener mai di che vivere umanamente. Gli anarchici per cid, vogliono l'abo- lizione della proprieta privata e la socializzazione dei mezzi di produzio- ne e di scambio. Essi, sono, dunque, per questo motivo, dei socialisti. Ma a questo esperimento di nova vita comunista si oppongono le classi dirigenti e i loro governi, che lo sfruttamento di quelle legalizzano e difendono; la lotta, quindi, per la so- Prema cializzazione delle ricchezze si trasfor- ma in una lotta contro il governo. Ma il governo non é altro che la filia- zione diretta dello Stato, e lo Stato non é che una concentrazione di molte fun- zioni della vita sociale nelle mani di alcuni, vale a dire la morte della vita sociale stessa: dunque, la lotta per la socializzazione delle ricchezze e degli strumenti di lavoro dev'essere anche una lotta contro lo Stato, qualunque esso sia. Gli anarchici sono socialisti antistatali. Ma la lotta contro lo Stato non pud essere Vittoriosa se non con la rivolu- zione. Dunque gli anarchici sono socialisti, antistatali e rivoluzionari. Ma perché la nuova forma di vita so- ciale possa realizzarsi in tutta la sua pienezza, ¢ necessario che essa si al- larghi e viva internazionalmente, dati i bisogni uguali in ogni nazione e le produzioni differenti; dunque gli a- narchici sono socialisti antistatali, rivoluzionari e internazionalisti; so- cialisti che non han nulla a che vedere con quelli che questo nome oggi por- tano, i quali desiderano abolire lo Sta- to borghese solamente per sostituire ad esso lo “Stato Socialista”, che si risolve sempre, perché “Stato”, in un nuovo giogo sul collo dell'umanita. wee Ma come sara retta la societa, una vol- ta abolita la proprieta individuale e ogni forma di potere? Eccolo: mediante l'organizzazione del- la vita sociale per opera di libere asso- Annalisa Borth ciazioni di produttori e consumatori fatte e modificate secondo la volonta dei componenti. « “Al posto del governo -dice il Prou- dhon- mettiamo_ l'organizzazione industriale. Al posto delle leggi, i contratti; al posto dei poteri politi- ci, le forze economiche; al posto delle antiche classi di cittadini (borghesia, proletariato, etc.) le di- verse categorie e specialita di fun- zioni: agricoltura, industria, com- mercio, ete. Al posto della forza pubblica, la forza collettiva; al posto degli eser- citi, le compagnie industriali; al posto della polizia, l'identita degli interessi; al posto della centralizza- zione politica, la centralizzazione economica”. superfluo dire che nella societa a- narchica sara dato il massimo di ga- ranzia dei mezzi di vita ai fanciulli, ai vecchi, e a tutti coloro che non posso- no procurarseli; che le frontiere saran- no abolite e quindi non ci saranno pit guerre; che la famiglia sara rinnovella- ta, sulle basi dell'amore, libero da ogni vincolo legale e da ogni oppressione economica e fisica; che all'odio sara sara sostituito l'amore, alla concor- renza la solidarieta, alla ricerca del proprio benessere la cooperazione fraterna per il benessere di tutti, all'oppressione la liberta, alla menzo- gna religiosa la verita. Queste le linee generali del nostro pro- gramma, che non é, come asseriscono gl'ignoranti 0 i malvagi, espressione di violenza; 0 come asseriscono alcuni socialisti in mala fede, un program- ma... “piccolo borghese”, ma invece abolizione di ogni lotta fra uomo e uomo, alfine affratellati, da I'uno all'altro polo, in un'opera comunque di pace, di benessere di liberta per tutti. Bruno Misefari CHI FONO GLI ANARCHICI?P Due sono le opinioni pitt comuni sul conto degli anarchici. Una é che essi siano dei pazzi pericolosi, lanciatori di bombe e fautori di caos. Laltra opinione, diametralmente op- posta, vuole che gli anarchici siano dei sognatori, dei poeti che fantasticano di una deliziosa ma impossibile socie- ta ideale. 9 Sono “quelli delle bombe”? Sono dei violenti? Dopo Hiroshima, dopo due guerre mondiali, dopo il Vietnam, do- po milioni di bombe che hanno ucciso milioni di uomini, donne, bambini, dopo lo stalinismo ed il fascismo. non é ridicolo pensare agli anarchici in questi termini? Questi termini non sa- rebbe pit: logico usarli per i governan- ti, i politicanti, i militari di carriera...? Alcuni anarchici per lo pit: in periodi storici di particolare violenza reazio- naria hanno dato una voce vigorosa alla giustizia del popolo e noi, giovani anarchici, siamo oggi orgogliosi di loro, ma neghiamo che, con un mini- mo di coerenza logica si possano per questo definire violenti gli anarchici. Chi risponde alla violenza con la violenza fa legittima difesa. Senza contare che, quantitativamente, gli atti violenti degli anarchici scom- paiono, come una goccia d’acqua, nell’oceano delle violenze commesse dai governi contro di loro e contro il popolo. Violenta @ la societa gerarchica (in Italia, in Russia, in Cina,in Spagna..), ogni giorno, nelle fabbriche, nelle mi- niere, nei cantieri... Violenta é la so- cieta gerarchica che, per il discutibile interesse di pochi privilegiati, scatena le guerre e tiene l’umanita sotto Pincubo continuo della distruzione totale. Violenta é la societa gerarchica che toglie ai lavoratori manuali il piacere di un lavoro creativo, costringendoli ad una routine che abbrutisce; che to- glie ai giovani il diritto di fare all’amore, costringendoli nella cami- cia di forza di una morale da nevrotici; che toglie alla maggioranza della po- polazione i beni di consumo migliori per riservarli ad una élite di privilegia- ti... Chi sono gli Anarchici ? Storicamente, sono l’ala estrema del movimento socialista (essi si sono chiamati infatti anche socialisti- libertari e comunisti anarchici). Ma, come € opinione comune, gli anarchi- ci, perdendo il senso della realta, non hanno forse travisato il socialismo, con linseguire delle fantasticherie belle ma irrealizzabili? Sono cioe de- gli stravaganti, dei poeti, degli utopi- sti? I democratici erano un tempo accusati di utopia (e, bene o male, la loro “democrazia” ha prevalso sull’ aristo- Perret ta crazia); i marxisti erano accusati di utopia (e, bene o male, il loro “socialismo” di Stato é ora una realta funzionante)... Gli anarchici sono stati e sono accusati di utopia dai “democratici” borghesi e dai socialisti marxisti, ma questo non stupisce (stupirebbe il contrario). Ogni classe dirigente deve sostenere (sarebbe suicidio non farlo) che non é possibile un sistema sociale diverso dal suo e che, soprattutto, ¢ impossibi- le una struttura sociale egualitaria. Cosi l’ideologia anarchica, la pili coe- rente e completa ideologia dell’ ugua- glianza e della libertad elaborata sino ad oggi, non poteva che essere bersa- glio di sprezzanti accuse di utopia. Perché se é utopia la societa anarchica sono utopia l’uguaglianza e la liberta. Ed in effetti i padroni (capitalisti o funzionari dello Stato comunista che siano), sembrano convinti (e forse lo sono) che liberta ed uguaglianza non siano cose di questo mondo ( nono- stante a fini propagandistici ne parlino continuamente, fino alla nausea). Cosa di questo mondo sarebbe invece che ognuno difenda coi denti la pro- pria posizione sulla scala dei privilegi, guardi con disprezzo e sospetto chiun- que sotto di lui faccia sforzi per salire su questa maledetta scala dei privilegi, guardi con invidia e rancore e paura chi si trovi sopra di lui e gridi ad ogni pié sospinto: “E’ un’utopia”... Chi sono gli Anarchici ? Sono operai, studenti, contadini, arti- giani... che in tutto il mondo lottano per distruggere la societa gerarchica (disuguaglianza, oppressione, sfrutta- mento...) e costruire una societa egua- litaria. Lottano cioé per quella che é stata la costante, continua aspirazione degli sfruttati di ogni tempo. Da sem- pre, infatti, gli umili, gli oppressi, gli strati inferiori della societa, nella in- cessante multiforme lotta per uscire dalla loro condizione, hanno espresso pill o meno chiaramente questa aspira- zione ad una societa egualitaria, alla distruzione dell’ autorita. Questo ¢ il senso storico dell’anarchismo, questo é il senso reale della lotta degli anat chici, che non nasce dai loro cervelli fantasiosi o malati, ma dalla realta del- lo sfruttamento e dallo sforzo degli sfruttati per uscirne. Che cos’é l’Anarchia? Cos’é questa societa che vogliono co- struire gli anarchici, questa anarchia? E come si pué arrivare? Cosa vogliono e cosa dicono gli anarchici? Cercheremo di dirlo in breve ed in tut- ta semplicita (ma non é tuttavia facile sintetizzare in poche righe una scienza elaborata in cento anni di lotte e di pensiero). Gli anarchici ritengono che la pit gran parte dei mali che affliggono gli uomi- ni dipende dalla cattiva organizzazio- ne sociale e che gli uomini, volendo e sapendo, possono distruggerli. La societa attuale é il risultato delle lotte secolari che gli uomini hanno combattuto fra di loro... Data la lotta, naturalmente, i pit forti © i pit fortunati dovevano vincere e in vario modo sottoporre ed opprimere i vinti... Cosi, man mano, attraverso tutta una rete complicatissima di lotte di ogni specie, invasioni, guerre, ribellioni, repressioni, concessioni strappate, as- sociazioni di vinti unitisi per la difesa e di vincitori unitisi per l’offesa, si é giunti allo stato attuale della societa... Tale stato di cose gli anarchici voglio- no radicalmente cambiare. Essi vogliono abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo; vogliono che tutti gli uomini, affratellati da una so- lidarieta cosciente e voluta, cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; vogliono che la societa sia costi- tuita allo scopo di fornire a tutti gli essere umani i mezzi per raggiungere il medesimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale. Vale a dire uguaglianza di condi- zioni sociali (economiche, culturali, ecc.) per tutti ed emancipazione dalle menzogne religiose e pseudo- scientifiche, dai miti patriottici, nazio- nalistici, razzistici, da una moralita gregaristico-autoritaria. Perché questo possa avvenire, bisogna che: 1. la proprieta dei mezzi di pro- duzione venga tolta ad una minoranza di privilegiati e restituita alla collettivita; 2. venga abolito lo Stato (ogni forma di Stato), dallo Stato “borghese” -apparato di dife- sa dei privilegi capitalistici- allo Stato “socialista” -apparato di formazione e difesa dei privilegi tipici del- la nuova classe padronale “socialista”: i tecnoburocrati, cioé i dirigenti tecnici ed amministrativi delle indu- strie e delle aziende agricole, i funzionari di partito e di sindacato, i quadri superiori dello stato, ecc.-; 3. tutti gli individui arrivino ai gradi superiori dell’ istruzio- ne e del lavoro intellettuale, perché l’esercizio del lavoro intellettuale da parte di una minoranza di individui fa inequivocabilmente di questi individui dei privilegiati, e perché il sapere cosi mono- polizzato, diventa uno degli strumenti pitt potenti per la dominazione di una mino- ranza di lavoratori intellet- tuali su una maggioranza di lavoratori manuali; sia abolita la famiglia patri- arcale (unita associativa ele- mentare autoritaria) e sosti- tuita con quelle forme asso- ciative che nasceranno dalla pratica dell’uguaglianza e del libero amore (libero dai tabu, dalle ipocrisie, dalle deviazioni esibizionistiche e violente). Allorganizzazione statale della socie- ta, tipicamente gerarchica ed accentra- ta, si contrappone l’organizzazione anarchica, basata su libere associazio- ni e federazioni di produttori e consu- matori, fatte e modificate secondo la volonta dei componenti. Al monopolio del sapere e del lavoro intellettuale la rivoluzione anarchica sostituira la sua propria struttura, risul- tante dall’unione indiscindibile dello studio e del lavoro, ed a formare que- sta struttura dovranno concorrere tutti gli uomini indistintamente su un piano di assoluta uguaglianza e giustizia ma- teriale. Dunque espropriazione dei detentori della proprieta, del potere, della scien- Za. E per creare le condizioni favorevoli a questa rivoluzione: propaganda continua capillare delle idee, organizzazione libertaria delle forze popolari, lotta continua, paci- fica o violenta secondo le circostan- ze, contro il governo e contro i pro- prietari, per conquistare quanto pit si pud di liberta e di benessere per tutti. Questa lotta potra assumere forme diverse a seconda delle condizioni storiche ed ambientali, ma dovra avere come caratteristica costante ed “identificante” il rifiuto di ogni tattica che miri alla conquista - pacifica (elezioni) o violenta- del po- tere (coerentemente col rifiuto anar- chico dello Stato e dell’autorita ). Come sono organizzati gli Anarchici “Il merito di avere per primi, in- stancabilmente indicato come gerar- chia ed oligarchia siano le inevitabili conseguenze dell’organizzazione di partito deve essere attribuito agli a- narchici. Essi hanno idee molto pitt chiare dei socialisti e dei sindacalisti sui pericoli dell’organizzazione. Essi combattono I'autorita come fonte di illiberta e di schiaviti... Per sottrarsi a questo pericolo, da loro identificato con lucidita, hanno rinunciato a for- mare un partito nel vero senso della parola nonostante tutti gli inconve- nienti che comporta una soluzione del genere” (R. Michels -Sociologia del partito politico). L’unita organizzativa fondamentale degli anarchici, in tutto il mondo, é il gruppo (in cui gli individui si associa- no liberamente, su basi geografiche o di affinita). I gruppi sono poi associati in federa- zioni (che possono avere 0 meno orga- ni stabili di coordinamento). L’individuo nel gruppo ed il gruppo nella federazione sono legati da patti liberamente accettati e non esistono rapporti gerarchici. Niente tessere, niente segreterie, comi- tati centrali, niente poderosi apparati organizzativi. Tutto questo comporta certamente di- versi svantaggi, in efficienza operati- va, nei confronti dei partiti, ma 14 Lefficienza in assoluto non interessa agli anarchici. Interessa la efficienza ai fini della costruzione di una societa libertaria, cioé della rivoluzione anar- chica, ed in questa prospettiva Porganizzazione per gruppi appare la piu valida. Noi anarchici non crediamo percid che la nostra organizzazione sia anacroni- stica e come noi non lo credono i gio- vani; non lo credono i beatniks, i pro- vos che, alla ricerca di nuove idee e di nuovi rapporti umani, si ritrovano a- narchici e si raggruppano in modi li- bertari... La Gioventi Anarchica. Edito da L7ANTISTATO - 1967 Lip. via G. B. Odierna 212 Ragusa Per contatti : Giovanni garini 23, Palermo - Ragus: Catania: 3471334520, Siracusa: frenco82@virgil Il 26 settembre 1970 i giovani compagni anarchici Gianni Arico, Annalise Borth, Angelo Casile, Luigi Lo Celso, Franco Scordo, morivano in uno “strano” incidente stradale. Quarant’anni dopo, noi anarchici calabresi, vogliamo ricordarli ai giovani di oggi. Lo facciamo spiegando CHI SONO E COSA VOGLIONO GLI ANARCHICI con le parole di Bruno Misefari, una delle figure pit importanti del movimento anarchico calabrese. Ripubblichiamo anche il volantino CHI SONO GLI ANARCHICI distribuito nel 1967, a firma “La gioventi anarchica”. Con l’auspicio che ancora altri giovani, oggi come nel passato, possano scegliere di lottare per la Liberté e l’Uguaglianza contro lo stato, il capitalismo, le chiese ed ogni altra forma di autorita.

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