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Il gergo dell’anatomia

Il “linguaggio” è una convenzione fra gruppi di persone che “decidono” arbitrariamente che certi
suoni emessi dalle loro corde vocali e certi scarabocchi su certe superfici abbiano un dato
significato.
Gruppi di persone distanti fra loro hanno convenzioni diverse, lingue e dialetti, ma non occorre
essere a chilometri di distanza per non capirsi, basta far parte di gruppi diversi: il gruppo dei
palestrati condivide un linguaggio comune dove frasi come “fai i pettorali” o “hai fatto uno
stripping” non significano “costruisci i pettorali” e “hai scureggiato in maniera immonda”
Se state ridacchiando, voi fate parte di questo gruppo ed il significato dei termini è del tutto
evidente. Ma per chi è fuori dal gruppo… no!
Il gruppo di persone che si interessa di Anatomia ha il suo linguaggio ed è necessario apprendere
alcuni rudimenti di base se vogliamo capire il significato delle frasi lette nei libri.
Tutto questo enorme cappello è necessario in quanto l’argomento è iperpallosissimo, ma
necessario per non fare casino: facciamo un pianto ed un lamento e impariamoci un po’ di
definizioni.
Asse
antero-posteriore
Asse
Piano
trasversale
orizzontale
Piano
frontale

Asse
verticale

Piano
sagittale
Il corpo umano è tridimensionale e le sue parti occupano volume in posizioni dello spazio. Per
definire queste posizioni possiamo usare “qua”, “là”, “di sopra”, “a destra”. In Anatomia hanno
scelto la convenzione descritta nel disegno dove è possibile identificare tre piani:
 Piano frontale – è il piano “davanti a noi”, contiene le direzioni destra e sinistra. La
direzione ad esso perpendicolare è l’asse antero-posteriore, cioè la direzione anteriore-
posteriore o avanti-indietro.
 Piano sagittale – è il piano “laterale”, contiene le direzioni avanti e indietro o anteriore e
posteriore. La direzione ad esso perpendicolare è l’asse trasversale, cioè la direzione
sinistra-destra.
 Piano orizzontale – è il piano “di taglio”, la direzione ad esso perpendicolare è l’asse
verticale, cioè la direzione alto-basso.
Yawnh (è il suono onomatopeico dello sbadiglio, insieme a gulp, roar, sigh è parte del linguaggio
dei fumetti…). Aggiungiamo altri elementi interessanti come un lungometraggio dei Teletubbies in
lingua originale sottotitolato in serbocroato:
Asse verticale o
medio-laterale

Estremità
prossimale

Parte
Parte
laterale
mediale

Estremità
distale

Il corpo umano è simmetrico rispetto alla spina dorsale, perciò parlando molto terra terra, più un
oggetto è vicino alla spina dorsale e più è “nel mezzo” rispetto al corpo”, più è lontano e più è “di
lato” rispetto ad essa.
E’ possibile pertanto definire una direzione mediale, cioè “verso il mezzo del corpo” e una
direzione laterale, cioè verso “il fuori del corpo”.
Incasiniamo ancora di più:
 Per le parti corporee a destra rispetto alla spina, mediale equivale a sinistra e laterale
equivale a destra.
 Per le parti corporee a sinistra rispetto alla spina, mediale equivale a destra e laterale
equivale a sinistra.
Ok, tutto questo serve per decifrare il linguaggio che troverete scritto nei testi di Anatomia:
 “La spalla destra si sposta in direzione antero-mediale” significa che “la spalla destra si
sposta in avanti e in dentro”
 “Estensione del femore sul piano sagittale” significa “mandare indietro la coscia e
“abduzione trasversale del femore” significa “mandare la coscia di lato”.
 “Rotazione della spina sul piano frontale” è una rotazione da sinistra a destra o viceversa,
cioè un piegamento laterale della spina.
Infine, l’ultima definizione. Un segmento osseo intergisce con un altro attraverso una articolazione
che permette i movimenti: in relazione a questa è possibile definire per il relativo segmento osseo
una estremità prossimale, cioè vicina all’articolazione, e una estremità distale, cioè distante
dall’articolazione.
Perciò esistono una direzione prossimale e una direzione distale, cioè avvicinarsi all’articolazione e
allontanarsi dall’articolazione.
Poiché ogni osso ha una articolazione che lo fa muovere, questa viene sempre sottointesa: ad
esempio nel femore l’estremità prossimale è sempre il collo del femore dato che questo osso ruota
intorno all’anca ma in teoria se considerassimo come articolazione di riferimento il ginocchio, il
collo del femore sarebbe l’estremità distale. Analogamente per l’estremità prossimale dell’omero
che è sempre quella relativa alla spalla.
Tutto questo può sembrare astruso ma:
 Primo: questa roba non l’ho inventata io! Se non vi sta bene, vincete un premio Nobel per
aver scoperto la cura del raffreddore ibridando il DNA del virus Ebola con quello del
macaco e poi se direte che “destra” si dice “verde” tutti gireranno a verde…
 Secondo: questi termini definiscono con chiarezza il posizionamento del corpo umano e
delle sue parti nello spazio, una volta assimilati risultano chiari ma necessitano di uno sforzo
iniziale, come nell’apprendimento di qualsiasi lingua “straniera”: una volta imparati sarà
automatico usare certi vocaboli.
Però, vi prego! Una volta compresi ed imparati, non usateli per essere saccenti e darvi un tono in
palestra, un atteggiamento che mi fa incazzare istantaneamente perché il linguaggio è usato come
arma per mettere in difficoltà l’interlocutore, il classico atteggiamento del cazzo dei guru del cazzo.
Chi veramente “le cose le sa” riesce a spiegarle in funzione della platea che ha di fronte,
“traducendo” i termini contestualizzandoli nell’ambiente in cui si trova ma lasciando inalterato il
loro significato ed secondo me questa forma di adattamento alle situazioni è prova di “intelligenza
sociale: siamo in palestra puttana
Eva, non ad un congresso di neurochirurgia!

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