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3.

Perforazione in mare

3.4.1 Introduzione
Le tecniche e le attrezzature per la perforazione di pozzi
a mare (o perforazione offshore) sono molto simili a quelle usate nei pozzi a terra. Le principali differenze risiedono nella disposizione dellimpianto, delle apparecchiature e in alcuni particolari metodi di conduzione delle
operazioni, che devono essere adattate alle esigenze imposte da condizioni ambientali molto pi difficili, spesso
estreme. Ci comporta ovviamente un notevole aumento dei costi, cui vanno aggiunti, in caso di scoperta di un
giacimento, anche gli ingenti investimenti per la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti per la successiva coltivazione del giacimento.
Le prime embrionali perforazioni a mare risalgono
ai primi anni del Novecento, quando lungo le coste della
California meridionale furono scoperti numerosi giacimenti di olio, coltivati con pozzi perforati fin sulla battigia. Nel tentativo di seguire i giacimenti verso il mare
aperto, si pens di estendere le operazioni fuori costa,
posizionando gli impianti di perforazione su pontili che
si protendevano al largo per un centinaio di metri. Il grande sviluppo della perforazione a mare inizi per solo
nella seconda met del Novecento.
In Europa, il primo pozzo a mare fu perforato nel
1959 in un giacimento di olio al largo di Gela, in Sicilia. Nel 1960 inizi lo sviluppo dei giacimenti di gas delloffshore ravennate, dove fu perforato il primo pozzo in
mare europeo per la produzione di gas. Nei primi anni
Settanta, la scoperta dei grandi giacimenti del Mare del
Nord e del Golfo del Messico diede lo stimolo definitivo per lo sviluppo di tecnologie sempre pi raffinate per
la ricerca e la produzione di idrocarburi in mare.
Negli ultimi decenni, nonostante lambiente ostile, la
difficolt, i maggiori investimenti e i rischi nel condurre
le operazioni di perforazione e di produzione in ambiente marino, la ricerca degli idrocarburi in mare aperto ha

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO

visto uno sviluppo senza precedenti. Infatti, rispetto alla


terraferma, ormai esplorata quasi ovunque con un dettaglio tale da ritenere difficile la scoperta di nuovi giacimenti di grandi dimensioni, gli oceani, e soprattutto la
zona delle acque profonde (oltre i 1.000 m di profondit),
offrono ancora zone poco esplorate, dove la possibilit di
scoprire grandi giacimenti di idrocarburi sembra essere
ancora molto alta. I costi connessi alla ricerca e alla produzione degli idrocarburi in mare crescono rapidamente,
in ragione della profondit dei fondali marini e dellostilit delle condizioni ambientali e meteorologiche. Per questo motivo, il volume dei giacimenti di idrocarburi coltivabili che giustificano investimenti in progetti di sviluppo offshore , di solito, molto alto, e dipende sia dalle
capacit di investimento delle compagnie petrolifere, sia
dalle quotazioni del barile sul mercato internazionale.
Un impianto di perforazione a mare deve ricreare le
medesime condizioni operative che si hanno negli impianti utilizzati a terra e, come questi ultimi, deve essere in
grado di spostarsi da un luogo allaltro con facilit. Si
tratta quindi di una struttura mobile attrezzata per contenere un cantiere di perforazione autonomo, in grado di
alloggiare limpianto di perforazione, il personale tecnico e tutte le attrezzature di servizio. Ci si realizza con
una struttura di supporto (o piattaforma) che si eleva
sopra il livello del mare appoggiando sul fondale, oppure con una struttura galleggiante, mantenuta sulla verticale del pozzo tramite ancoraggi o con tecniche di posizionamento dinamico (v. oltre). Molto spesso si tratta di
strutture isolate che devono alloggiare, oltre al personale addetto al normale funzionamento, anche le numerose attrezzature delle compagnie di servizio (per es., per
le cementazioni, i log, ecc.), che a terra sono invece trasportate in cantiere e utilizzate solo per lo stretto tempo
necessario al loro impiego. Queste condizioni accrescono la complessit delle strutture di supporto a mare, e ne
giustificano il maggior costo di noleggio giornaliero, che

373

PERFORAZIONE E COMPLETAMENTO DEI POZZI

pu essere fino a 5-10 volte superiore a quello per un


impianto di perforazione a terra della stessa capacit.
Dal punto di vista delle operazioni, la perforazione
a mare pu essere suddivisa in due grandi classi, dipendenti dalla profondit del fondale.
Perforazione con impianti appoggiati sul fondo marino. Le attrezzature di sicurezza, che sono sistemi di prevenzione di eruzioni (BOP, Blow Out Preventers) ordinari, sono collocate stabilmente sopra il livello del mare,
e sono accessibili dalla struttura di supporto; in questo
caso le operazioni di perforazione sono praticamente
identiche a quelle utilizzate nella perforazione a terra.
Perforazione con impianti galleggianti. La testa pozzo
e le attrezzature di sicurezza (che sono speciali BOP sottomarini) sono collocate in fondo al mare, e quindi non
sono accessibili direttamente dalla struttura di supporto; in questo caso, alcune sequenze delle operazioni di
perforazione differiscono da quelle a terra, poich limpianto non fermo rispetto alla testa pozzo ma, galleggiando, soggetto allazione di vento, correnti e onde
marine, che gli imprimono piccoli movimenti orizzontali e verticali. Naturalmente, anche in questo caso il fluido di perforazione deve risalire sullimpianto galleggiante, tramite unapposita tubazione che collega la testa
pozzo sottomarina (subsea wellhead) al natante.
Lutilizzo di impianti galleggianti necessario per
perforazioni esplorative con profondit dacqua superiore ai 100 m, mentre il limite di profondit in cui possibile operare in condizioni di sicurezza con tali impianti supera i 3.000 m. Ci chiaramente riferito soltanto

alle operazioni di perforazione esplorativa, e non a quelle successive delle perforazioni di sviluppo. Il limite tecnologico per lo sviluppo e la messa in produzione di un
giacimento a mare dellordine dei 1.700 m di battente
dacqua, limite destinato a crescere nei prossimi anni,
poich linnovazione tecnologica in questo campo estremamente attiva: a titolo di esempio, si ricorda che nel
1995 tale limite era inferiore ai 1.000 m.
Nel seguito sono descritti i principali tipi di impianti per la perforazione di pozzi esplorativi a mare, realizzati con strutture progettate al solo scopo di realizzare il
pozzo. Se una o pi perforazioni esplorative mettono in
luce un giacimento con riserve tali da giustificarne la
coltivazione, occorre progettare e predisporre le strutture permanenti di produzione (anchesse appoggiate o galleggianti), che molto spesso sono in grado di ospitare
anche un impianto di perforazione, utilizzato per perforare gli ulteriori pozzi di sviluppo. Le strutture permanenti di produzione degli idrocarburi a mare sono dei
complessi impiantistici e strutturali ad alta tecnologia,
costruiti secondo concetti e architetture molto variabili,
in funzione della profondit dellacqua (v. cap. 5.2).

3.4.2 Impianti di perforazione


appoggiati sui fondali
I pontoni di perforazione sommergibili

I pontoni di perforazione sommergibili furono perfezionati negli anni Trenta in Luisiana, dove erano

3) fase di allagamento
dei galleggianti

1) fase di rimorchio

colonne di
sopraelevazione
2) fase di allagamento
dello scafo

4) fase di perforazione

galleggiante
scafo

fig. 1. Pontone di perforazione tipo posted barge.

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ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

PERFORAZIONE IN MARE

utilizzati per perforare pozzi nelle zone paludose del


delta del Mississippi, non accessibili dalla viabilit ordinaria. Concettualmente, i primi pontoni erano costituiti
da un normale impianto di perforazione collocato su una
chiatta opportunamente adattata, che era trasportata sulla
postazione attraverso canali appositamente dragati. Allagando lo scafo, il pontone si appoggiava sul fondale, cui
era assicurato tramite pali infissi. Oggi i pontoni di perforazione sono formati da uno scafo a pescaggio limitato
(solitamente 2-3 m), diviso in compartimenti che possono essere allagati, per fare appoggiare il pontone sul
fondo, e possono essere svuotati, al termine delle operazioni, riportando il natante in galleggiamento e permettendone lo spostamento. Sopra lo scafo sono presenti
uno o due ponti: in questultimo caso, sul ponte inferiore vi la sala macchine, le pompe per la circolazione del
fango, larea di stoccaggio dei prodotti chimici e lunit
di cementazione, mentre sul ponte superiore si trova larea degli uffici, degli alloggi, il deposito dei materiali
tubolari, e limpianto di perforazione, solitamente posizionato a poppa.
In seguito, dalle zone paludose si pass a perforare
in zone di delta vere e proprie, caratterizzate da variazioni periodiche del livello del mare, per cui fu necessario sopraelevare il ponte su cui sistemare limpianto
e le varie attrezzature. Per poter operare in queste condizioni, fu progettato un pontone con scafo allagabile,
in cui i ponti principali erano sopraelevati rispetto allo
scafo tramite una serie di colonne. In posizione di lavoro, il pontone si trasformava in una sorta di palafitta,
che permetteva la perforazione in acque profonde fino
a 8-10 m. Le tipiche colonne di sopraelevazione (post)
diedero il nome a questo particolare tipo di impianto,
detto appunto posted barge (chiatta infissa), utilizzabile solo in acque estremamente calme (fig. 1). Questi
impianti sono utilizzati ancora oggi, e le tecniche di
perforazione impiegate sono identiche a quelle in uso
sui pozzi a terra.
Successivamente questo tipo di impianto fu ulteriormente modificato, al fine di poter operare in acque sempre pi profonde. La struttura a palafitta si trasform in
una vera e propria struttura reticolare metallica, formata da grandi tubi saldati tra loro. In particolare, i piloni
perimetrali, costituiti da tubi di grosso diametro, furono
ingranditi per poter essere allagati o svuotati, rendendo
la struttura galleggiante e permettendone lo spostamento. La piattaforma collocata sopra la struttura reticolare
ospitava tutto limpianto di perforazione, denominato,
per via della sua architettura, piattaforma a bottiglie sommergibili. Questi impianti, i primi a operare nelle acque
basse del Golfo del Messico negli anni Cinquanta e Sessanta, erano capaci di perforare in qualche decina di metri
dacqua. Limpianto pi grande di questo tipo, costruito
nei primi anni Sessanta, era in grado di operare su un
fondale di 50 m.

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO

Le piattaforme di perforazione autosollevanti


(jack-up)

La perforazione a mare continu il suo sviluppo in


acque sempre pi profonde, e per far ci fu necessario
utilizzare un diverso tipo di impianto. Per limitare gli alti
costi necessari per la costruzione di pontoni di perforazione sommergibili sempre pi alti, furono ideate le piattaforme di perforazione autosollevanti, comunemente
dette jack-up (fig. 2).
I jack-up sono scafi galleggianti a pianta triangolare o rettangolare, dotati di lunghe gambe mobili poste ai
vertici dello scafo. Le gambe (solitamente 3 o 4) possono scorrere verticalmente rispetto allo scafo, grazie a
sistemi di sollevamento con martinetti (jack) oppure con
meccanismi a pignone e cremagliera, che permettono di
far poggiare i cassoni di carico (detti anche spud cans)

tubo guida

cassoni
di carico

cemento
foro non rivestito

fig. 2. Piattaforma di perforazione


autosollevante (jack-up) e cementazione
del tubo guida.

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PERFORAZIONE E COMPLETAMENTO DEI POZZI

sul fondo marino e far quindi sollevare lo scafo sopra il


livello del mare. Il primo jack-up fu costruito nel 1954,
e la sua architettura ebbe un successo immediato, grazie
alle sue doti di stabilit ed efficienza. Infatti, tutta la
struttura poggia stabilmente sul fondo marino, e la grande piattaforma in grado di ospitare comodamente anche
gli impianti di perforazione pi complessi. Nei decenni
successivi tali impianti furono notevolmente migliorati
e ingranditi, soprattutto nelle dimensioni e nellaltezza
delle gambe. I jack-up pi grandi sono in grado di operare in profondit dacqua notevoli: esistono impianti
con gambe lunghe 150 m, che sono capaci di perforare
in fondali di 90-110 m dacqua, la massima profondit
dipendendo dalla resistenza meccanica del fondale. Tutti
i jack-up moderni sono dotati anche di una piattaforma
laterale per latterraggio degli elicotteri.
In posizione di navigazione, durante gli spostamenti da un pozzo allaltro, le gambe sono sollevate, e limpianto galleggia sullo scafo. Una volta in postazione, le
gambe vengono abbassate, sino a quando i cassoni di
carico, posti alla loro base, toccano il fondo del mare.
Continuando ad abbassare le gambe, si fanno lentamente penetrare i cassoni nel fondale, al fine di compattarlo adeguatamente, in modo che possa sostenere il peso
dellintero scafo. Dopo che lo scafo si sollevato di circa
un metro sulla superficie del mare, si esegue la precarica, zavorrando lo scafo stesso con acqua, in modo da
simulare i carichi massimi prevedibili durante le fasi operative. In questo modo, si completa lassestamento dei
cassoni di carico, assicurando la stabilit della struttura
fino al termine delle operazioni di perforazione. Infine,
lo scafo viene definitivamente sollevato sul livello del
mare di circa 10-15 m, in funzione della massima altezza donda prevista in caso di tempesta. Laltezza di sollevamento deve essere tale che il fondo dello scafo non
possa essere raggiunto dalla cresta delle onde, che potrebbero destabilizzare la struttura. I jack-up possono essere a gambe indipendenti o a gambe collegate fra loro alla
base, per mezzo di una piastra di carico che sostituisce
i singoli cassoni di carico. Questa configurazione permette di aumentare la superficie di appoggio, riducendo il carico specifico agente sul fondo marino, ed necessaria in fondali a scarsa portanza.
Lo spostamento dei jack-up per brevi tragitti effettuato in galleggiamento, con laiuto di rimorchiatori per
il traino (anche se alcuni jack-up sono muniti di propulsori autonomi), mentre per spostamenti a lungo raggio
si utilizzano navi attrezzate con ponte di carico autoaffondabile: dopo aver posizionato il jack-up sul ponte, a gambe
sollevate, la nave posta in assetto di galleggiamento
normale, consentendo il trasporto dellimpianto anche
da un continente allaltro in tempi relativamente brevi.
La tecnica di perforazione utilizzata sui jack-up la
stessa impiegata sulla terraferma. I BOP sono quelli ordinari, e poggiano sul tubo guida (conductor pipe), che

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deve essere autoportante: ci possibile per profondit


dellordine di 50-60 m, oltre le quali occorre installare
una struttura fissa sul fondale, per poter supportare sia
gli sforzi laterali generati dalle correnti marine, sia i carichi verticali dovuti al peso proprio del tubo guida e dei
BOP. Il tubo guida infisso nel fondale marino tramite
un battipalo, se il fondale sufficientemente soffice. In
caso contrario, occorre perforare le rocce del fondale con
una batteria di aste munita di scalpello, facendo circolare acqua di mare. In questo caso, il tubo guida deve
essere completamente cementato (v. ancora fig. 2).
Limpiego pi tipico dei jack-up la perforazione di
pozzi su piattaforme fisse multipozzo (jacket), appositamente costruite per la fase di sviluppo di un giacimento
(v. cap. 5.2). Dopo aver posizionato stabilmente il jacket
sul fondo marino, e aver predisposto i vari tubi guida dei
pozzi, il jack-up viene trasportato a fianco del jacket per
la perforazione dei pozzi di sviluppo. A questo scopo, il
jack-up deve essere del tipo a mensola, con la torre posizionata su di uno slittone scorrevole lungo due assi, per
potersi posizionare sulla verticale di ogni singolo tubo
guida di ciascun pozzo. In questi casi, linterasse tra ogni
pozzo solitamente dellordine dei 2-3 m.
Infine, si ricorda che in acque poco profonde possibile perforare con un sistema detto con nave di appoggio (tender rig), sistema un tempo largamente utilizzato anche nelloffshore del Mare Adriatico. Questo sistema utilizzato per la perforazione di pozzi di sviluppo
da jacket leggeri, non in grado di ospitare un impianto
di perforazione completo. In questo caso, sulla piattaforma fissa installata la sola torre di perforazione,
mentre tutte le altre attrezzature (generatori, pompe,
vasche fango, materiali, ecc.) sono sistemate sul tender,
una nave di servizio opportunamente attrezzata e ormeggiata al fianco della piattaforma fissa. Il collegamento
tra tender e piattaforma assicurato da tubi flessibili per
i fluidi e da cavi per lenergia. Un piano inclinato con un
estremo appoggiato sul tender e laltro incernierato sul
piano sonda utilizzato per il trasbordo del personale e
del materiale necessario allattivit di perforazione. Questo tipo di impianto pu essere utilizzato solo in acque
relativamente tranquille, poich il tender deve essere
disconnesso (e quindi la perforazione sospesa) anche in
presenza di moto ondoso non particolarmente forte.

3.4.3 Impianti di perforazione


galleggianti
Tipologie

La perforazione di pozzi esplorativi a mare fortemente condizionata dalla profondit dellacqua: oltre i
100 m circa, lutilizzo di impianti appoggiati non pi
possibile, e occorre quindi impiegare impianti di perforazione galleggianti, caratterizzati da strutture natanti su

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PERFORAZIONE IN MARE

cui installato un impianto di perforazione completo.


Tali strutture, di derivazione navale, sono studiate per
poter essere tenute in posizione quanto pi stabile sopra
il pozzo in perforazione, tramite sistemi di ancoraggio o
di posizionamento dinamico. Il problema principale in
questo tipo di operazioni quello di ottenere un collegamento sufficientemente rigido tra il fondo del mare e
limpianto galleggiante, permettendo la discesa nel pozzo
delle attrezzature di perforazione, e garantendo la continuit idraulica per la circolazione del fango, che deve
tornare sullimpianto. Lelemento di collegamento tra
limpianto galleggiante e la testa pozzo (tramite i BOP
sottomarini), una specifica tubazione (marine riser, v.
oltre). A causa dei movimenti del mare, del vento e delle
maree, gli impianti di perforazione galleggianti, non
essendo vincolati rigidamente al fondo marino, possono spostarsi in verticale e in orizzontale rispetto allasse del pozzo: tali movimenti, bench siano di modesta
entit rispetto alla profondit dellacqua, non possono
mai superare i limiti imposti dalle condizioni di progetto, compatibili con le operazioni da svolgere. Solitamente, lo spostamento orizzontale ammissibile, durante le fasi di perforazione, dellordine del 3-5% rispetto alla profondit dellacqua. Durante le operazioni, lo
spostamento deve essere monitorato continuamente, al
fine di evitare linsorgere di carichi eccessivi sulle strutture che collegano la testa pozzo sottomarina allimpianto
galleggiante; se le condizioni meteomarine fanno aumentare lo spostamento oltre i limiti di sicurezza, occorre
disconnettere tali strutture.
In generale, un natante caratterizzato da sei gradi
di libert, potendo traslare e ruotare lungo tre assi principali. Il moto di rotazione intorno allasse trasversale
del natante il beccheggio (pitching), quello intorno
allasse longitudinale il rollio (rolling), mentre quello
intorno allasse verticale limbardata (yawing). Il moto
di traslazione lungo lasse trasversale la ghindata
(swaying), quello lungo lasse longitudinale lavanzamento (surging), mentre quello lungo lasse verticale
lalzata (heaving). Il rollio, il beccheggio e lalzata sono
influenzati principalmente dalla distribuzione delle masse
della struttura e dal carico della nave. Lavanzamento, la
ghindata e limbardata sono invece influenzati dal periodo di oscillazione naturale del sistema dancoraggio.
Gli impianti di perforazione galleggianti si dividono
in due grandi categorie: gli impianti di perforazione semisommergibili e le navi di perforazione. In entrambi i casi
si tratta sostanzialmente di natanti realizzati in modo da
poter ospitare un cantiere di perforazione autonomo, una
piattaforma per latterraggio di elicotteri, e di alloggiare a bordo tutto il personale, i materiali e le attrezzature. Gli impianti galleggianti sono navi vere e proprie, e
quindi necessaria a bordo la presenza di un capitano e
di un equipaggio di marinai. In generale, le navi di perforazione sono caratterizzate da unapprezzabile velocit

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO

di navigazione e da unelevata capacit di carico ma, a


parit di condizioni meteomarine, sono meno stabili
rispetto ai semisommergibili, in grado di operare anche
in condizioni ambientali difficili. Entrambi gli impianti, non essendo vincolati stabilmente a fondo mare, sono
caratterizzati dalla necessit di dover utilizzare teste pozzo
e BOP sottomarini, molto pi complessi di quelli impiegati nelle attivit di perforazione a terra.
Gli impianti di perforazione semisommergibili

Gli impianti di perforazione semisommergibili sono


costituiti da una grande piattaforma a pianta triangolare, rettangolare o pentagonale, collegata a degli scafi
zavorrabili, sommersi mediante grosse colonne, in numero variabile da 3 a 8, secondo la forma del natante (fig. 3);
sono tenuti sulla verticale della postazione tramite sistemi di ancoraggio o di posizionamento dinamico.
I primi impianti, movimentati per mezzo di rimorchiatori, furono costruiti verso la fine degli anni Cinquanta,
e hanno dato inizio allo sviluppo delle odierne tipologie
di semisommergibili. In fase di trasferimento da un pozzo
allaltro, gli scafi sommersi sono svuotati, e limpianto si
dispone in assetto di galleggiamento, diventando simile a
un natante ordinario. Alcuni semisommergibili devono
essere trainati per mezzo di rimorchiatori, mentre altri
sono in grado di navigare con un sistema di propulsione
autonomo. In posizione di lavoro, laltezza della piattaforma sul livello del mare pu essere regolata zavorrando gli scafi e le colonne con acqua di mare. Regolando opportunamente la quantit dacqua di zavorra si cambia il pescaggio del mezzo, ottimizzandone la stabilit in
fase di perforazione. Inoltre, quando le condizioni del mare
diventano particolarmente severe, si pu mettere il natante in condizioni di maggiore sicurezza aumentando la
zavorra, che ne abbassa il baricentro.
Gli impianti di perforazione semisommergibili sono
costruiti con un periodo naturale di rollio e di beccheggio
diverso dal periodo delle onde normalmente incontrate in
mare aperto, e sono quindi dotati di una notevole stabilit, che poco influenzata dal moto ondoso e permette
condizioni di lavoro confortevoli. Infatti, poich gran parte
della massa del natante sommersa, esso poco soggetto a rollio o beccheggio. Pi difficile invece il controllo dellalzata, cio del movimento verticale. A titolo di
esempio, lalzata di un grande semisommergibile, in presenza di onde di altezza pari a 30 m, di circa 6 m. Ciononostante, gli impianti di perforazione semisommergibili sono caratterizzati da ridotti tempi di WOW (Waiting
On Weather, attesa per il tempo), periodi nei quali le attivit lavorative devono essere sospese in attesa del miglioramento delle condizioni meteomarine. Gli impianti di
perforazione semisommergibili ancorati sono utilizzati
per la perforazione fino a profondit dacqua dellordine
di circa 1.000 m. Per profondit superiori occorrono semisommergibili a posizionamento dinamico.

377

PERFORAZIONE E COMPLETAMENTO DEI POZZI

fig. 3. Impianto
di perforazione
semisommergibile.

altezza
di sollevamento
in fase
di perforazione

piano sonda
ponte principale

colonna
scialuppe
di salvataggio

scafo

Le navi di perforazione

Il primo pozzo in mare aperto fu perforato nel 1947


nel Golfo del Messico da una nave di perforazione, in
una profondit di 6 m dacqua. Le prime navi di perforazione erano scafi riadattati, solitamente vecchie carboniere, baleniere o incrociatori nelle cui carene, in corrispondenza della verticale per il baricentro, era stata
ricavata unapertura detta ancora oggi moon pool (pozzo
della luna). Sopra di essa si installava la torre di perforazione con le relative attrezzature, il ponte era attrezzato per alloggiare il parco tubi, e la stiva ospitava le
pompe e limpianto di trattamento del fango. Le moderne navi di perforazione sono natanti progettati e costruiti appositamente per funzionare come cantiere di perforazione, e sono attrezzati con sistemi tecnologici particolarmente complessi. Le navi di perforazione sono
impiegate per operare in acque profonde, spesso in condizioni ambientali estreme, come nella perforazione in
zone artiche. Essa ancor oggi il mezzo migliore per
perforare pozzi esplorativi in aree remote, lontane dai
punti di rifornimento, perch su di essa si pu caricare tutto il materiale necessario alla perforazione di un
pozzo anche particolarmente impegnativo. Analogamente agli impianti semisommergibili, le navi di perforazione sono tenute sulla verticale della postazione tramite sistemi di ancoraggio o di posizionamento dinamico (fig. 4). Le navi di perforazione ancorate si possono
utilizzare fino a profondit dellordine di circa 1.000 m,

378

mentre per profondit superiori si utilizzano navi a posizionamento dinamico; queste ultime sono oggi capaci
di operare in 3.000 m dacqua. In questo caso, il limite alla profondit imposto solo dal peso e dalla resistenza meccanica del sistema di connessione con la
testa pozzo sottomarina.
Il sistema di ancoraggio

Il sistema di posizionamento tradizionale di un natante prevede lutilizzo di linee di ancoraggio con cavi o
catene che, partendo dallo scafo, si fissano a fondo mare
tramite ancore vere e proprie, disposte secondo schemi
dipendenti dalla geometria del natante e dalle condizioni meteomarine previste. In generale, le navi di perforazione hanno tre o quattro coppie di linee di ormeggio,
due poste a poppa, due poste a prua e una su ciascuno
dei due lati, mentre gli impianti semisommergibili ne
hanno almeno una coppia su ogni colonna posta ai vertici della piattaforma. Le linee di ancoraggio sono solitamente composte da diverse parti, una parte superiore
costituita da un cavo di acciaio collegato al natante, e
una parte inferiore, formata da una catena che si aggancia allancora. Qualora una sola ancora non fosse sufficiente per fare presa sul fondale, si utilizzano due o pi
ancore in serie, collegate da unulteriore catena. Le ancore sono calate in posizione verticale da un rimorchiatore tramite un cavo di manovra. Il rimorchiatore trascina
lancora verso il punto di ancoraggio, mettendo la linea

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PERFORAZIONE IN MARE

di ormeggio in tensione e, raggiunta la posizione, poggia lancora sul fondale in modo che le marre penetrino
stabilmente nel fondale. Sulla verticale di ogni ancora si
colloca una boa, che ne segnala la posizione e ne facilita il recupero al termine delle operazioni. Nel caso di
fondali molto profondi (oltre i 1.000 m), il sistema dancoraggio tradizionale richiede linee di ormeggio lunghe
e pesanti, rimorchiatori pi potenti e operazioni di posizionamento e recupero lunghe e difficili, che comportano un notevole aggravio dei costi.
Lormeggio dei natanti programmato in funzione
della forza esercitata dal vento e delle sollecitazioni indotte dal mare. Per esempio, le navi di perforazione di norma
si ormeggiano con la prua orientata verso le onde e i venti
prevalenti, se possibile, o almeno verso la maggior sollecitazione prevista. Al cambiare della direzione del vento
e delle onde la stabilit del mezzo pu peggiorare, facendo aumentare il rollio, il beccheggio, la tensione sulle
linee di ormeggio e il tiro sulle ancore. Se questi movimenti superano un determinato limite, necessario
sospendere le operazioni di perforazione ed eventualmente scollegare il sistema di connessione con la testa
pozzo sottomarina, permettendo al natante di allontanarsi in sicurezza. Riguardo alla direzione del vento,
bene ricordare che la fiaccola dellimpianto di perforazione deve poter essere azionata in sicurezza in qualsiasi

eliche

cavo di misura

pozzo
trasmettitore
di segnali
acustici

fig. 4. Nave di perforazione


a posizionamento dinamico.

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO

momento, e che la piattaforma di atterraggio degli elicotteri deve essere accessibile nella maggior parte degli
eventi meteomarini (lelicottero deve decollare contro
vento, e la torre di perforazione non deve ostacolare tale
manovra). Come si accennato, questi problemi sono
minori negli impianti galleggianti a posizionamento dinamico, che possono ruotare con maggiore facilit rispetto a quelli ancorati.
Il sistema di posizionamento dinamico

Un impianto galleggiante pu essere mantenuto in


posizione relativamente fissa sopra la verticale del pozzo
anche tramite sistemi di posizionamento dinamico. Questa tecnologia necessaria quando la profondit dellacqua tale da non poter pi utilizzare i sistemi di ancoraggio tradizionali, a causa del peso dei cavi e delleccessiva elasticit del sistema. A questo scopo, il natante
deve essere munito di coppie di propulsori a elica, poste
a poppa, a prua e sulle due fiancate, e mantenute sempre in funzione (v. ancora fig. 4). La testa pozzo, che
sempre posta sul fondo del mare in caso di perforazione con impianti galleggianti, dotata di unattrezzatura
che invia un segnale acustico verso il natante, sotto la
cui chiglia installata una serie di idrofoni che rilevano
il segnale che arriva dal fondo mare. Questo segnale
poi inviato a un dispositivo di controllo elettronico, che
procede allindividuazione in tempo reale della posizione del natante rispetto alla testa pozzo e, in funzione del
suo spostamento, provvede a ripristinarne la posizione
verticale, variando la velocit di una o due coppie di eliche. Rispetto a un sistema ancorato, il posizionamento
dinamico ha il vantaggio di permettere una certa possibilit di rotazione del natante, e quindi consente il miglior
orientamento nei confronti della direzione del vento,
delle correnti e delle onde. In alcuni casi si prevede la
presenza contemporanea di diversi sistemi di rilevazione della posizione verticale, poich la presenza di bolle
di gas in acqua o linterferenza dei rumori delle eliche
pu falsare i rilevamenti degli idrofoni. possibile,
mediante appositi dispositivi, misurare langolo dinclinazione di un cavo, collegato a un punto fisso sul fondo
e mantenuto a tensione costante. Metodi pi raffinati
utilizzano i sistemi di posizionamento satellitari GPS
(Global Positioning System).

3.4.4 Perforazione da impianti


galleggianti
Impostazione del pozzo

Le tecniche di perforazione dei pozzi a mare da


impianti galleggianti sono sostanzialmente analoghe a
quelle utilizzate nei pozzi a terra. Le poche differenze
risiedono nel fatto che occorrono alcuni elementi addizionali che permettono di collegare, in sicurezza, il pozzo

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PERFORAZIONE E COMPLETAMENTO DEI POZZI

basamento
permanente

intelaiatura
di guida
alesatore
cavo guida
scalpello

palo
di fondazione

base di appoggio temporanea


A

base di appoggio temporanea


B

base di appoggio temporanea


C

fig. 5. Perforazione da impianti galleggianti: A, base di appoggio temporanea; B, intelaiatura di guida della
batteria di perforazione; C, palo di fondazione e basamento permanente.
perforazioneMare fig. 5, 6, 7

con limpianto. In generale, i problemi dei pozzi perforati da impianti galleggianti derivano dalle seguenti circostanze: a) la testa pozzo posta sul fondale marino;
b) i BOP sottomarini sono collocati sulla testa pozzo sottomarina e sono comandati idraulicamente o elettricamente dalla superficie; c) i BOP sono collegati allimpianto galleggiante tramite una tubazione (marine riser)
che permette la circolazione del fluido di perforazione
a giorno; d) il marine riser, connesso alla parte superiore dei BOP, possiede un giunto sferico alla base e un
giunto scorrevole sopra il livello del mare, al fine di compensare i movimenti sul piano orizzontale e verticale dellimpianto galleggiante; e) le tubazioni per il controllo
delle eruzioni (kill line, tubazione per immissione del fango
e choke line, tubazione per recupero del fango) partono
dal collettore di superficie, posto sullimpianto galleggiante, e arrivano alla testa pozzo sottomarina come tubazioni indipendenti, fissate allesterno del marine riser.
La perforazione inizia dopo che limpianto stato
posizionato sulla verticale del pozzo, tramite sistemi di
ancoraggio o di posizionamento dinamico. La prima
operazione consiste nel collocare a fondo mare, tramite una batteria di aste, la cosiddetta base di appoggio
temporanea (fig. 5), una robusta intelaiatura in acciaio
con un foro centrale dotato superiormente dinvito conico, munita di quattro cavi guida e di alcune punte dacciaio che si infiggono nel fondale e ne impediscono
quindi lo spostamento.
La batteria di aste quindi disconnessa, lasciando
sul fondo solo la base di appoggio, con i quattro cavi
guida che giungono sino allimpianto. Solitamente, al

380

termine di questa operazione si fa scendere un apparato


televisivo lungo un cavo guida, per verificare lassestamento sul fondale della base di appoggio temporanea. A
questo punto pu iniziare la fase di perforazione vera e
propria, al fine di mettere in opera il primo casing, che
nella perforazione a mare detto palo di fondazione. Il
foro perforato con una normale batteria di perforazione, guidata allinterno del foro della base di appoggio
temporanea da unintelaiatura, tenuta in posto dai quattro cavi guida. Questa prima fase di perforazione si effettua facendo circolare acqua di mare, e i cutting (detriti
di perforazione) non risalgono a giorno, ma si disperdono sul fondo marino. La profondit di posa del palo
di fondazione dellordine di poche decine di metri, solitamente dai 30 ai 50 m, analogamente al tubo guida dei
pozzi a terra. A questo punto si mette in opera il palo di
fondazione, che calato nel foro sempre per mezzo di
unintelaiatura leggera e dei quattro cavi guida. Lintelaiatura leggera fatta in modo da tranciarsi quando il
palo di fondazione entra nel foro. Il palo di fondazione
termina con una speciale attrezzatura, detta basamento
permanente, caratterizzato da quattro robusti piantoni
tubolari posti ai vertici, lunghi 3-6 m, al cui interno passano i cavi guida (v. ancora fig. 5). I quattro piantoni servono nelle successive fasi per guidare con precisione i
BOP sottomarini sulla testa pozzo. Il basamento permanente ospita la sede per la testa pozzo, su cui si ancoreranno i casing successivi. Si tratta di una testa pozzo
particolare che, rispetto a quelle utilizzate a terra, caratterizzata da una diversa modalit di flangiatura e di ancoraggio dei casing. La testa pozzo sottomarina sagomata

ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

PERFORAZIONE IN MARE

in modo da permettere laggancio del connettore idraulico su cui si innestano i BOP.


Si procede quindi alla cementazione completa del
palo di fondazione, iniettando la malta cementizia con
una batteria di aste. Una volta che il cemento ha fatto
presa, lo scavo prosegue perforando un secondo tratto di
foro allinterno del palo di fondazione, in cui si mette in
opera il secondo casing, che nella perforazione a mare
detto tubo guida ( lanalogo del casing di ancoraggio
dei pozzi a terra). Dopo che anche il tubo guida stato
cementato fino a giorno, il pozzo dispone di una struttura stabile a fondo mare, ed possibile installare i BOP
sottomarini. In seguito, la perforazione continua con la
sequenza di operazioni tipiche dei pozzi a terra.

impianto
di perforazione
galleggiante

I BOP sottomarini

Nella perforazione da impianti galleggianti i BOP


hanno la stessa funzione svolta da quelli utilizzati nei pozzi
a terra, ma sono montati sulla testa pozzo gi collegati in
un unico complesso (il gruppo dei BOP), in modo da ridurre i tempi di montaggio a fondo mare. Essi sono alloggiati
in una struttura a gabbia a sezione quadrata con piantoni
femmina ai vertici, che si infilano nei piantoni tubolari
maschio del basamento permanente (fig. 6).
Il gruppo dei BOP fatto discendere ed collegato
alla testa pozzo mediante una connessione comandata
idraulicamente, realizzata con un fissaggio che assicura la tenuta idraulica. Nella parte superiore si ha il BOP
anulare, cui segue una serie di BOP a ganasce. In caso
di abbandono temporaneo del pozzo a causa di condizioni meteomarine avverse, si possono sospendere le aste
sulle ganasce sagomate del BOP inferiore, svitare le aste
e chiudere il pozzo con le ganasce cieche superiori. A
questo punto possibile disconnettere anche il marine
riser ed eventualmente abbandonare la postazione, su
cui si potr tornare a riconnettere limpianto quando le
condizioni meteomarine migliorano.
Le linee idrauliche di comando delle varie funzioni
del gruppo dei BOP confluiscono in una scatola di derivazione, cui si collega il fascio di tubi flessibili per il
loro controllo dalla superficie. Lazionamento dei BOP
pu avvenire in modo simile a quello utilizzato nei pozzi
a terra, noto come sistema diretto. In questo caso, il sistema di azionamento e laccumulatore di pressione sono
installati in superficie, e i comandi sono collegati ai BOP
con tubi flessibili. Il sistema diretto ha il vantaggio di
essere semplice, poco costoso e di facile manutenzione,
ma diventa inutilizzabile con laumentare della profondit dacqua (oltre 100 m), per lallungamento dei tempi
di azionamento. A grandi profondit si utilizza un sistema indiretto, in cui il fluido operativo proveniente dagli
accumulatori di superficie portato al fondo mediante
un solo tubo flessibile ad alta pressione, cui sono collegati in ununica guaina anche gli altri tubi che servono
per azionare le valvole di distribuzione e di regolazione.

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO

tubazione di risalita
del fango

gruppo BOP
sottomarini

basamento permanente

fig. 6. Gruppo di BOP sottomarini.

381

PERFORAZIONE E COMPLETAMENTO DEI POZZI

Il marine riser per la risalita del fango

Il marine riser, o pi semplicemente riser, collega la


parte superiore del gruppo dei BOP sottomarini con limpianto di perforazione galleggiante. Si tratta di un robusto tubo di acciaio, molto simile a un casing, che ha lo
scopo di guidare gli attrezzi in pozzo e permettere il ritorno a giorno del fango (fig. 7). Esso montato sopra il
gruppo dei BOP per mezzo di uno speciale connettore,

giunto telescopico

linea choke e
linea kill

elemento
di giunzione del riser

elemento
di connessione
tra riser e giunto
sferico
giunto sferico

cavo
guida

fig. 7. Il marine riser.

382

munito di un giunto sferico. Lazionamento delle connessioni di tipo idraulico ed effettuato dalla superficie per permettere un rapido distacco (in caso di cattive
condizioni meteomarine) e un facile riaggancio del riser
stesso. Il giunto sferico permette rotazioni di qualche
grado per adattarsi agli spostamenti orizzontali del natante. Durante la perforazione, per aumentare la velocit di
risalita dei cutting allinterno del riser, si pompa del fango
attraverso una speciale linea (booster line) che si immette allinterno del riser sopra il giunto sferico.
Sopra il giunto sferico inizia il corpo del riser vero e
proprio; si tratta di tubi senza saldatura, solitamente collegati da giunti non avvitati. Parallelamente e solidalmente fissate al corpo del riser sono clampate la choke
line, la kill line e le linee di servizio (booster lines, comandi BOP), suddivise in tratti della stessa lunghezza, per
facilitarne il montaggio.
Lestremit superiore del riser collegata allimpianto
di perforazione galleggiante tramite un giunto telescopico, al fine di compensare lo spostamento verticale del
natante. La parte interna del giunto connessa con limpianto, e si muove con esso. La parte esterna invece
solidale col riser, ed ferma rispetto al fondo marino.
La tenuta idraulica tra le due parti in moto relativo assicurata da guarnizioni attivate pneumaticamente. Sopra
il giunto telescopico presente un deviatore (diverter),
collegato al riser per mezzo di un giunto snodato, che
ha la funzione di deviare leventuale flusso di gas proveniente dal pozzo in posizione di sicurezza rispetto
allimpianto.
Per operazioni di perforazione in acque molto profonde, il peso proprio del corpo del riser pu dar luogo a
problemi per la sua stabilit. Si ricorda che il corpo di
un tipico riser di 22 pollici di diametro (55,88 cm) ha
una massa lineare, in acqua, di circa 240 kg/m. In questi casi, possibile guarnire i tratti del riser con dei galleggianti esterni realizzati con schiume sintetiche di materiali plastici. Se luso di un riser con galleggianti non
sufficiente, per limitare le sollecitazioni che tendono a
destabilizzare la tubazione occorre metterla in trazione
dalla superficie. La tensione necessaria fornita ed
mantenuta costante da tensionatori pneumatici posti sul
natante, agli angoli del moon pool, e ancorati tramite cavi
sotto il giunto telescopico.
I meccanismi di compensazione del moto

Un impianto di perforazione galleggiante deve essere


in grado di operare con lo scafo in movimento. Infatti, si
visto che i sistemi di ancoraggio o di posizionamento
dinamico non sono rigidi, e permettono spostamenti piuttosto rilevanti, sia sul piano orizzontale sia su quello verticale. Questultimo movimento particolarmente nocivo per le operazioni di perforazione, poich modifica le
tensioni agenti sulla batteria di aste. Occorrono quindi dei
compensatori del moto, al fine di garantire una tensione

ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

PERFORAZIONE IN MARE

cilindri per
compensazione
dellalzata

taglia
mobile

gancio

si staccherebbe dal fondo rendendo impossibile la perforazione, mentre durante la fase di discesa sbatterebbe contro il fondo foro, causando la rottura dellutensile e trasmettendo un carico di compressione anomalo alla batteria di perforazione. Esistono due varianti dei compensatori
del moto, basate su principi differenti: il bumper sub (o
giunto telescopico) e il sistema di compensazione dellalzata (heave compensator).
Il bumper sub, oggigiorno poco utilizzato, un giunto scorrevole, a bagno dolio a tenuta idraulica, inserito
nella batteria di perforazione sopra le aste pesanti. Esso
permette anche la rotazione, grazie alla presenza di un
profilo scanalato. Lallungamento di ogni singolo giunto dellordine di 1,5 m, quindi sono necessari pi giunti sovrapposti per compensare gli spostamenti verticali
previsti sullimpianto.
Il sistema di compensazione dellalzata invece composto da tensionatori oleodinamici o pneumatici che
bilanciano gli spostamenti verticali dellimpianto attraverso la corsa di opportuni pistoni, funzionanti sia in trazione sia in compressione, che mantengono costante la
tensione sulla parte superiore della batteria di perforazione (fig. 8).

Bibliografia generale
batteria di
perforazione

scalpello

fig. 8. Il sistema di compensazione dellalzata.

costante sia sulla batteria di perforazione, sia sul marine


riser. Se non si prevedessero meccanismi di compensazione del moto, il movimento verticale di un impianto galleggiante, generato da onde e maree, trasmetterebbe pericolose sollecitazioni alla batteria di perforazione e allo
scalpello. Durante il sollevamento del natante, lo scalpello

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO

Baker R. (1998) A primer of offshore operations, Austin (TX),


Petroleum Extension Service.
Bradley H.B. (editor in chief) (1992) Petroleum engineering
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Engineers.
Fay H. (1990) Dynamic positioning systems, Paris, Technip.
Gerwick B.C. Jr. (2000) Construction of marine and offshore
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Holand P. (1997) Offshore blowouts. Causes and control,
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Nguyen J.P. (1996) Drilling, Paris, Technip.
Puech A. (1983) La technique des ancres dans lexploitation
ptrolire en mer, Paris, Technip.

Paolo Macini
Dipartimento di Ingegneria Chimica,
Mineraria e delle Tecnologie Ambientali
Universit degli Studi di Bologna
Bologna, Italia

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