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Sabato

ricorre
il
23
anniversario
della
scomparsa
del
filosofo
e
sacerdote
urbinate
Tiziano
Mancini
IL
7
GENNAIO
del
1993
si
spegneva
a
Roma
don
Italo
Mancini.
Di
quanto
resti
attuale
il
suo
pensiero
lo
testimoniano
le
parole
del
professor
Marco
Cangiotti,
Direttore
del
Dipartimento
di
Economia
Societ
e
Politica
dell'Universit
di
Urbino
che
ne
fu
allievo.DELL'INSEGNAMENTO
di
don
Italo
ne
restano
oggi,
tra
i
tanti
aspetti,
due
fondamentali:
il
rapporto
appassionato
fra
la
dimensione
religiosa
del
vissuto,
che
lui
chiamava
"la
fedelt
al
cielo"
con
l'altrettanto
forte
passione
per
la
citt,
per
la
politica,
per
il
sociale,
che
per
don
Italo
era
"la
fedelt
alla
terra".
Un
aspetto
che
resta
fondamentale
anche
oggi
nel
delineare
il
ruolo
dell'intellettuale,
che
oggi
vediamo
rifugiarsi
sempre
pi
spesso
in
una
dimensione
prepolitica
o
apolitica,
abbandonando
la
Polis
a
una
gestione
che
non
ha
dietro
di
s
l'impegno
teorico
ma
si
limita
agli
aspetti
pratici.
Il
secondo
insegnamento,
anch'esso
estremamente
attuale,

quello
della
"gloria
del
diritto"
ovvero
della
giustizia.
Oggi
infatti
il
diritto
si

formalizzato
e
insegue
gli
interessi
soggettivi,
mentre
l'essenza
del
diritto

s
nel
singolo,
ma
in
prospettiva
universale,
dunque
nella
prospettiva
della
giustizia,
intesa
come
declinazione
del
diritto
soggettivo
del
singolo
collocato
in
una
dimensione
universale,
che
dunque
tenga
conto
del
diritto
di
tutti.
Proprio
ieri
il
filosofo
Jurgen
Habermas
ci
ha
avvertito
che
la
perdita
di
questa
prospettiva
universale
sta
annichilendo
la
nostra
societ
rendendola
un
agglomerato
di
interessi
sempre
pi
in
conflitto
tra
loro.
QUAL

la
frase
di
don
Italo
Mancini
che
le
capita
di
citare
pi
spesso?
Tra
le
tante,
mi

particolarmente
cara
la
seguente:
"C'
un
doppio
bisogno
della
ragione:
noi
abbiamo
bisogno
della
ragione,
non
possiamo
vivere
senza
di
essa,
non
possiamo
vivere
di
mero
istinto.
Ma
essa
stessa,
si
coglie
nell'uso
del
genitivo,
ha
un
bisogno.
Ed

il
bisogno
dell'incondizionato,
senza
il
quale
la
ragione
non
fnziona".
Il
prof
Marco
Cangiotti

PAESE :Italia
Il Resto
Resto del Carlino Pesaro (ITA)
PAGINE :53 (ITA)
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AUTORE :Tiziano Mancini

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4 gennaio 2017 - Edizione Pesaro

Don Italo Mancini, fedele a cielo e tena

Sabatoricorre il 23 anniversariodellascomparsade/filosofoe sacerditeurbinate


Mancini
7GENNAIO del 1993si
Roma dori Italo
quanto resti attuale
pcnsicro lo tcstimoniano lc
professor Marco
lJiretore del
Dipartimento di Economia
Politica dell'Universit
che ne fu allievo.
DELL'INSEGNAMENTO
di
restanooggi, tra i
duefondamentali:
appassionatofra la
religiosa del vissuto,
chiamava
fedelt al
l'altrettanto forte

ragione: noi abbiamo bisogno


della ragione, non possiamo
vivere senzadi essa,non
possiamo vivere di mero isinio.
Ma essastessa,si coglie nell'uso
del genitivo, ha un bisogno. Ed
il bisogno dell'incondizionato,
senzail quale la ragione non

..-

la citt, per la
il sociale,che per
fedelt alla
aspettoche resta
fondamentale anche oggi nel
ruolo
Il prof Marco Cangiotti
dell'intellettuale, che oggi
rifugiarsi sempre pi
dimensione
apolitica,
abbandonando la Polis a una
non ha dietro di s
teorico ma si limita
pratici. Il secondo
insegnamento, anch'esso
estremamente attuale, quello
ovvero
del
giustizia. Oggi infatti il
formalizzato e insegue
soggettivi, mentre
diritto s nel
in prospeniva
dunque nella
della giustizia, intesa
declinazione del diritto
lei singolo collocato
dimensione universale,
tenga conto del
tutti. l'roprio ieri il
Jurgen Habermas ci ha
la perdita di questa
universale sta
la nostra societ
un agglomerato di
semprepi in conflitto

frase di don Italo


le capita di citare
Tra le tante, mi
particolarmente cara la seguente:
doppio biscgno della

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